isbd = international standard bibliographic description

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ISBD = International standard bibliographic description La sintassi specifica da utilizzare nella descrizione bibliografica, ovvero l’ordine e il modo con cui devono essere organizzati i vari elementi rilevati nel corso dell’analisi bibliografica è offerta dalle norme o codici di catalogazione, sia quelle redatte a livello nazionale che quelle accettate a livello internazionale.

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ISBD = International standard bibliographic description

La sintassi specifica da utilizzare nella descrizione bibliografica, ovvero l’ordine e il modo con cui devono essere organizzati i vari elementi rilevati nel corso dell’analisi bibliografica è offerta dalle norme o codici di catalogazione, sia quelle redatte a livello nazionale che quelle accettate a livello internazionale.

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A partire dagli Cinquanta del secolo scorso la comunità professionale si pose una serie di problemi:

ampliare la funzionalità dei cataloghi delle biblioteche

consentire una comunicazione e uno scambio di informazioni tra le varie realtà che producevano repertori

predisporre delle soluzioni operative efficaci in vista dell’applicazione anche al settore bibliotecario delle nuove tecnologie informatiche

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Una prima tappa operativa di questo processo fu costituita dalla conferenza internazionale di Parigi (1961), in cui si chiarirono definitivamente le funzioni e gli scopi attribuiti al catalogo alfabetico per autori e titoli. I principi di Parigi, però, non costituiscono un codice di catalogazione; essi offrono soltanto un quadro di riferimento a cui i vari codici nazionali avrebbero dovuto ispirarsi.

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L’accettazione dei principi di Parigi comportava l’obbligo di una revisione globale dei codici di catalogazione vigenti in quel momento per adeguarli a quanto stabilito nella conferenza.

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Alcune tappe:

1961- Conferenza di Parigi I principi messi a punto in quell’occasione

riguardavano soprattutto le intestazioni, ovvero il punto di accesso principale, normalmente costituito dall’autore o dal titolo, in particolare le modalità e i criteri di scelta.

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L’analisi comparata dei vari codici di catalogazione aveva infatti messo in luce che le differenze più sostanziali fra i vari paesi erano da ricondursi proprio ai criteri di scelta dell’accesso principale, soprattutto nei casi in cui la responsabilità intellettuale di un’opera non potesse essere ricondotta ad una persona fisica precisa e determinata.

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La parte relativa alla descrizione bibliografica costituiva invece un problema meno complesso: infatti la stessa analisi comparata dei vari codici aveva dimostrato che i vari sistemi utilizzati non erano incompatibili e quindi si prestavano ad essere uniformati e standardizzati.

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1969 - Conferenza di Copenhagen

In questa sede fu affrontato il problema della forma dei punti di accesso da adottare nei cataloghi per autori e titoli, soffermandosi in particolare sui casi più complessi: autori classici; titoli di opere della classicità; forma dei titoli anonimi, autori collettivi, etc.

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Durante la conferenza di Copenhagen si decise anche di studiare ed elaborare un modello di descrizione bibliografica uniforme, da sottoporre all’analisi e all’approvazione dei vari istituti e agenzie bibliografiche, affidando tale compito ad una commissione presieduta da Michael Gorman.

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ISBD = International standard bibliographic description La prima ISBD fu l’International Standard

Bibliographic Description for Monographic Publications, ISBD(M), che apparve nel 1971.

Dal 1973 il testo è stato adottato da diverse bibliografie nazionali e, con la traduzione del testo originale inglese in varie lingue, è stato preso in considerazione da diverse commissioni di catalogazione per la revisione delle regole di descrizione nazionali e internazionali.

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ISBD = International standard bibliographic description La sperimentazione condotta

all’interno delle biblioteche dagli utenti dell’ISBD(M) condusse alla decisione di produrre un testo rivisto, che fu pubblicato nel 1974 come “Prima edizione standard”.

Sempre nel 1974 fu pubblicato l’International Standard Bibliographic Description for Serials, ISBD(S)

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Nel 1977 fu pubblicato ISBD (G) [G=general], che costituisce una sorta di manuale o di guida di riferimento per tutti gli altri membri della famiglia. Successivamente furono editi gli standard che mancavano e fu approntata una revisione del primo, per adeguarlo a quello generale. Tutti gli ISBD elencati di sotto, seguono la stessa filosofia e e gli stessi principi:

ISBD (M), rivisto nel 1978 e una seconda volta nel 1987, si applica alle monografie;

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ISBD (S), pubblicato nel 1977 e rivisto nel 1987, è stato ideato per descrivere il materiale seriale (giornali, riviste, collane editoriali, etc.)

ISBD (A), pubblicato nel 1980 e rivisto nel 1991, è dedicato al libro antico. Nella prima versione stabiliva estremi cronologici precisi (materiale stampato da Gutenberg fino al 1801), ma nella nuova edizione il secondo termine è scomparso.

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ISBD (CM), pubblicato nel 1977 e rivisto nel 1987, si riferisce al materiale cartografico.

ISBD (NBM), (l’acronimo sta per non book material) pubblicato nel 1977 e rivisto nel 1987, si riferisce al materiale non librario (registrazioni sonore, manifesti, etc.)

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ISBD = International standard bibliographic description ISBD (PM), pubblicato nel 1980 e rivisto

nel 1990, dedicato alla musica a stampa. ISBD (ER), pubblicato nel 1997, riguarda

le risorse elettroniche e sostituisce un altro standard, edito nel 1990, che aveva l’estensione CF (computer files).

Infine sono state pubblicate delle linee guida per la catalogazione di contributi che non abbiano forma autonoma (articoli di riviste, parti di una monografia, ecc.)

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Nel 2000 l’IFLA progettò una revisione complessiva delle ISBD. L’obiettivo di questo secondo progetto di revisione generale” era garantire la coerenza fra le prescrizioni delle ISBD e i requisiti di FRBR per la “registrazione bibliografica nazionale di livello base”.

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ISBD = International standard bibliographic descriptionRevisione 2000-2006

Nell’ambito di questo progetto di revisione generale, l’ISBD(S) divenne ISBD(CR) per i seriali e le altre risorse continuative e fu pubblicata nel 2002 in seguito ad alcuni incontri dedicati all’armonizzazione dell’ISBD(S) con le linee guida ISSN e con le Regole di catalogazione angloamericane, seconda edizione.

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ISBD = International standard bibliographic description Anche una ISBD(M) rivista fu pubblicata

nel 2002 e un’ISBD(G) rivista nel 2004. L’ISBD(CM) e l’ISBD(ER) furono

sottoposte al processo di revisione internazionale e quindi riviste di conseguenza, ma le rispettive revisioni non furono concluse perché, nel frattempo, era iniziato il lavoro di redazione dell’ISBD consolidata.

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ISBD = International standard bibliographic description Nel 2007 è stata pubblicata l’edizione preliminare

di ISBD Consolidated Edition, un’edizione dello standard che raccoglie e fonde insieme i testi delle diverse ISBD e che ha lo scopo di garantire una maggiore omogeneità nelle soluzioni utilizzate a livello descrittivo e di offrire un unico punto di riferimento per la svariata casistica che i diversi materiali trattati dalle biblioteche pongono.

L’edizione definitiva è stata pubblicata nel 2011 e tradotta in italiano nel 2012.

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Scopo e funzione dell’ISBD

Il formato ISBD, così viene generalmente indicato in

termini tecnici, intende porsi come riferimento per l’elaborazione di regole nazionali per la

catalogazione descrittiva, cioè fornisce norme per la descrizionebibliografica adattabili a varie tipologie di

documenti.

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Gli scopi fondamentali originari del formato ISBD sono tre

rendere possibile lo scambio di registrazioni provenienti da fonti diverse

favorire la lettura e la comprensione delle registrazioni, al di là di ogni barriera linguistica

favorire la conversione delle registrazioni in un formato leggibile dalla macchina.

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Per raggiungere questi obiettivi ISBD

indica tutti gli elementi che possono essere usati per descrivere i documenti e propone un’architettura normalizzata della descrizione, costituita da otto aree, all’interno delle quali trovano accoglienza i dati bibliografici rilevati sul documento;

suggerisce il modo e la forma con cui gli elementi devono essere presentati

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assegna un ordine obbligatorio sia alle aree che agli elementi che le compongono

propone un sistema di punteggiatura per dividere i vari elementi all’interno delle singole aree e per introdurre le aree stesse. La punteggiatura serve a segnalare convenzionalmente l’introduzione di una nuova area e la tipologia degli elementi che seguono.

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Per ogni area il formato ISBD indica anche le fonti d’informazioni prescritte. La fonte di informazione per il rilevamento dei dati è il documento nella sua interezza, ma alcune parti della pubblicazione presentano tradizionalmente alcune informazioni precise e sono quindi da consultare con maggiore attenzione delle altre (ad esempio il frontespizio per il titolo). Alcune di queste parti sono considerate obbligatorie e vengono definite fonti prescritte.

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Le fonti hanno un ordine di preferenza, nel senso che si ricorre in via preliminare a quelle che sono collegate in modo permanente alla pubblicazione (frontespizio per un libro, ma anche etichetta su un disco) e si ricorre alle fonti mobili, solo quando le prime non offrano informazioni sufficienti (sovraccoperta o materiale allegato per un libro; contenitore di un disco, etc.).

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Qualora le fonti prescritte non offrano informazioni sufficienti alla descrizione, è possibile ricorrere anche ad altre parti del documento o a fonti esterne, ma in tal caso gli elementi che si ricavano sono registrati fra parentesi quadre o inseriti nelle note.

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Valore convenzionale della punteggiatura all’interno del formato ISBD

/ barra obliqua Introduce una formulazione di responsabilità;, virgola separa elementi dello stesso tipo;; punto e virgola separa elementi di tipo diverso;: due punti introducono un legame, indicano un rapporto;= segno di uguale introduce un parallelismo in altra lingua o scrittura;

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Valore convenzionale della punteggiatura all’interno del formato ISBD

( ) parentesi tonde racchiudono particolari informazioni nelle aree quattro, cinque e otto e l’intera area sei;

[ ] parentesi quadre indicano un’integrazione del catalogatore, nonché la natura di alcune informazioni in area uno e quattro;… punti di omissio- Indicano l’esclusione di elementi non necessari: ne

+ segno più è utilizzato nell’area cinque per la segnalazione di materiale allegato.

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Abbreviazioni

Si possono utilizzare le seguenti abbreviazioni:

cm = centimetri

ed. = edizione

rist. = ristampa

ripr. facs. = riproduzione facsimilare

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Abbreviazioni

Alcune abbreviazioni risultano da espressioni latine:

S.l. = sine loco (quando sia sconosciuto il luogo di pubblicazione)

s.n. = sine nomine (quando sia sconosciuto il nome dell’editore)

et al. = et alii i.e. = id est (cioè) sic = così

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Valore convenzionale della punteggiatura all’interno del formato ISBD

La punteggiatura, come si è visto sopra, non ha valore grammaticale, ma è di natura convenzionale. Essa si ripete all’interno delle varie aree, mantenendo ad ogni segno uguale lo stesso valore convenzionale.

Ogni area, ad eccezione della prima, è introdotta da un punto, spazio, linea lunga, spazio. In alternativa è possibile utilizzare il capoverso, il rientro o un corpo tipografico diverso.

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Area Elemento

1. Area del titolo e formulazione di responsabilità

[ ]

=

:

/ ;

Titolo proprio

Indicazione generale del materiale (facoltativo)

*Titolo parallelo

*Complemento del titolo

Prima formulazione di responsabilità

*successiva formulazione di responsabilità

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2. Area dell’edizione

=

/

;

,

/

;

Formulazione di edizione*Formulazione parallela di edizionePrima formulazione di responsabilità relativa all’edizione*successiva formulazione di responsabilità relativa all’edizione*formulazione ulteriore di edizione prima formulazione di responsabilità relativa alla formulazione ulteriore di edizione*successiva formulazione di responsabilità relativa alla formulazione ulteriore di edizione

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3. Area specifica del materiale

4. Area della pubblica-zione, distribuzio-ne, etc.

;:[ ]

,(:,)

Primo luogo di pubblicazione, distribuzione, etc.*successivo luogo di pubblicazione*nome dell’editore e/o distributore*formulazione di funzione del distributore (facoltativo)data di pubblicazione, distribuzione, etc.*luogo di stampa (facoltativo)*nome dello stampatore (facoltativo)data di stampa (facoltativo)

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5. Area della de- scrizione fisica

:;+

Indicazione specifica ed estensione del materialeIndicazione delle illustrazioni DimensioniIndicazione di materiale allegato

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6. Area della serie

(

=

:

/

;

,;.

;)

Titolo proprio della serie o sottoserie*titolo parallelo della serie o sottoserie*complemento del titolo della serie o sottoserie (facoltativo)prima formulazione di responsabilità*successiva formulazione di responsabilitàISSN della serie o sottoserieNumerazione all’interno della serieIndicazione e/o titolo della sottoserieNumerazione all’interno della sottoserie

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7. Area delle note

8. Area del numero standard e delle condizioni di disponibilità

: Numero standardCondizioni di disponibilità e/o prezzo

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ISBD

Il formato ISBD si occupa soltanto di normalizzare la descrizione del documento, non prende assolutamente in considerazione l’architettura del catalogo, lasciando questo campo d'intervento alla normativa predisposta in ciascuna area nazionale. ISBD, quindi, non prende in considerazione i problemi trattati nelle conferenze di Parigi e di Copenhagen, ovvero non si preoccupa di stabilire norme o dare indicazioni per la scelta di quegli elementi che costituiranno i punti di accesso alla notizia bibliografica, che consentiranno cioè di avviare il meccanismo di recupero dell’informazione, né tanto meno forniscono suggerimenti rispetto al numero di tali accessi o alla forma con cui devono essere dati.

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ISBD

La ragione fondamentale è che, come abbiamo più volte detto, un catalogo deve essere funzionale al contesto in cui deve essere usato; di conseguenza è la biblioteca che lo compila a stabilire la quantità e il tipo di informazioni necessarie, rispetto alla propria utenza e alle proprie raccolte, ovviamente muovendosi all’interno di una normativa elaborata a livello nazionale, che per l’Italia è costituita dalle Regole di catalogazione per autori (RICA e REICAT).