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    L'idea di male assoluto nei "Demoni" di Dostoevskij

    Forse pochi filosofi hanno sentito e compreso come Dostoevskij la forza straordinaria del male, che vince sullesperanze, sugli ideali, sulla vita, sulla storia delluomo. Le pagine pi famose dei romanzi di Dostoevskij sonoquelle in cui egli si cimenta nella descrizione della malvagit umana .Pur non avendo mai affrontato in modo sistematico il problema del male, Dostoevskij offre nei suoi scritti,una serie di riflessioni che permettono una schematizzazione delle sue idee . Egli giunge a distinguere due tipifondamentali di male . Il primo un male di tipo empirico . Esso il pi comune: riguarda le passioni, i vizi e idifetti degli uomini. Verso questo tipo di male lo scrittore ha un interesse soprattutto psicologico, comedimostra nella magistrale descrizione di molti personaggi dei suoi romanzi. E interessante notare il fatto chenon c, da parte sua, nessun atteggiamento di tipo moralistico; anzi, appare evidente una profondacomprensione e partecipazione ( daltra parte egli stesso si riteneva un uomo pieno di vizi e un grandepeccatore ). Possiamo aggiungere che in lui certamente presente anche la convinzione che molto spesso il

    male unespressione della libert delluomo e del suo desiderio di autorealizzazione.Questo tipo di male, oltre ad essere individuale, talvolta anche sociale, e pu diventare una caratteristica diuna classe o di un intero popolo. Anche in questo caso il giudizio di Dostoevskij, in sostanza, non cambia. C,poi, il male ditipo ontologico. Esso si colloca molto pi in profondit, e attira in modo straordinariolattenzione del filosofo. Questo tipo di male non spiegabile, a differenza del3male empirico, con motivazioni psicologiche o sociali; dunque Dostoevskij non cerca di spiegarlo, ma didescriverlo. Il male ontologico si manifesta in forma, sia individuale, sia collettiva. Per quanto riguarda il maleontologico di tipo individuale, Dostoevskij ci presenta le figure dei doppi: coloro che hanno subto profondefratture e lacerazioni nella coscienza e, in particolare, quelli in cui la passione per le idee spinge amanifestare fenomeni che possono far pensare ad una possessione demoniaca. Nei confronti di questipersonaggi Dostoevskij assume un atteggiamento di timore per il fascino spirituale che essi sprigionano, e che

    si spande su quanti li circondano. Egli ne teme la forza interiore enorme, che li rende capaci di dominare glialtri, di trasformarli, di traviarli. Essi esprimono pi o meno esplicitamente, talvolta a parole, pi spesso con illoro comportamento, il senso dellaffermazione : Dio non esiste, perci tutto lecito. Con loro non sonoefficaci n la ragionevolezza, n la pazienza, n le buone intenzioni. Il personaggio che pi incarna questo tipodi male Stavrogin, nel romanzo I demoni .Anche questo tipo di male, per, non invincibile: a volte la vita stessa, attraverso fallimenti e delusioni, aportare ad un ripensamento ; altre volte sono la sofferenza interiore del posseduto , o la nausea, il vuoto,linsoddisfazione, che lo spingono sulla via della guarigione spirituale.Dostoevskij sostiene che il male ontologico di tipo collettivo il pi terribile. Esso legato ad alcune idee ealla loro dialettica ; prima di tutto a una delle idee che stanno alla base della cultura moderna: quella che disolito indicata come umanesimo non religioso, e che Dostoevskij definiva con termini molto decisi e con

    grande chiarezza : religione dellUomo-dio. Questa nuova religione , che si fonda sulla negazione di Dio esulla conseguente deificazione delluomo, possiede secondo lo scrittore russoun grande fascino. Un poalla volta essa inculca nelle menti lidea che luomo in grado di compiere, con la sola arma della propriarazionalit, un cambiamento radicale. Nella nuova societ, che sorger dalla distruzione di quella attuale,luomo vivr la pienezza della libert e la piena realizzazione di s.Per molto tempo non se ne avvedono le reali conseguenze ; poi, pian piano, essa penetra e condiziona tuttalatmosfera della vita collettiva, cambia i valori, cambia i sentimenti e i rapporti, fino a trasformare la societintera in qualcosa che appare al filosofo russo una possessione diabolica collettiva . Si sviluppa in sostanzauna dialettica, che partendo dalla promessa della massima libert delluomo e della piena realizzazione di s,porta al massimo della schiavit, ad una tale oppressione, quale la storia non ha mai conosciuto.

    Come gi osservato vi sono tre brani delle Scritture che ritornano pi di una volta in questo romanzo. Il primo il brano evangelico della montagna, riguardante la Fede, con il quale Stavrogin tenta direttamente il vescovo("Vi voglio domandare per curiosit: siete capace di far muovere la montagna o no?"). Il secondo brano, tratto

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    dall'Apocalisse, e questa volta citato da Tichon in risposta, recita cos: "[...] Conosco le tue opere; tu non sein freddo n ardente. Oh se tu fossi freddo o ardente! Ma perch sei tiepido, e non ardente, n freddo, tirigetto dalla Mia bocca".Non sfugge al vescovo il nervosismo del suo interlocutore al sentire queste parole: "Viha colpito che l'Agnello ami di pi l'uomo freddo che non l'uomo soltanto tiepido" [36]. "L'ateismo assoluto -aggiunge il vescovo - pi rispettabile dell'indifferenza mondana [...] L'ateo assoluto sta nel penultimo gradinodella fede perfetta (e non si sa se andr pi su o no), mentre l'indifferente non ha nessuna fede, tranne una

    cattiva paura, ed anche quella di rado, solo se un uomo sensibile" [37].Qui Tichon svela il punto debole diStavrogin e il paradosso del demonio: il male allo stato puro qualcosa di intermedio e tiepido, che, proprioper ci verr rigettato dal Regno dei Cieli. E addirittura l'ateismo assoluto sar meglio accolto dell' indifferenza.Parole che bruciano alle orecchie di Stavrogin ("Come fate a sapere che mi sono arrabbiato?"): la sua paurapi grande infatti quella di 'non essere'; che quella "via di mezzo", tiepida e indifferente, culmine e condizionedel male assoluto, semplicemente non esista, se anche un piccolo pugno di una bimba indifesa dimostra dipossedere ci che il demonio non ha. Al suo grado pi elevato il male "tiepido", e perci non avr mai vitapropria.L'ultimo paradosso dostoevskiano che il puro male, unico dato esistente (basti ricordare PtrVerchovenskij che ha bisogno di Stavrogin per esistere), alla fine non esiste. Come in un grande gioco dirimpiattino ognuno dei demni modella la propria esistenza sull'altro, per recuperare un proprio senso. Ma allafine perfino Stavrogin, il sole a cui tutti gli altri guardano per ritrovare se stessi, mostra di non avere identit

    propria, e - come fa notare splendidamente Bachtin - "ciascuno di essi segue Stavrogin come un maestro,prendendo la sua voce per una voce sicura e integra. Tutti pensano che egli parli con loro come un maestrocon un discepolo; in realt egli li rende partecipi del suo disperato dialogo interiore, nel quale egli cerca diconvincere se stesso e non loro" [38]. il medesimo punto debole colto da Tichon, tramite il quale inchiodaalla propria contraddizione Nikolaj Vsevolodovic al termine della lettura della sua confessione.La replica delvescovo a tutte quelle atrocit, bench riconosciute e ammesse come le peggiori possibili, sconcertante. Eglimuove quasi delle obiezioni grammaticali al russo imperfetto di Stavrogin ("Non si potrebbero fare dellecorrezioni in questo documento?"); dubita fin dall'inizio della sua sincerit, ma non in merito ai fatti riferiti,quanto all'intenzione generale di renderli pubblici. "Poich non vi vergognate di confessare il delitto - chiedeTichon -, perch vi vergognate del pentimento?"[39] E successivamente: "Rispondete a una domanda, masinceramente, a me solo, a me solo. Se qualcuno vi perdonasse per aver scritto questo (Tichon accenn ai

    foglietti) e non uno di quelli che voi stimate o temete, ma uno sconosciuto, un uomo che non conoscerete mai;se quest'uomo vi perdonasse dopo aver letto la vostra terribile confessione, vi sentireste sollevato o v i sarebbeindifferente?" [40] Tichon riconosce - fa osservare ancora Bachtin - che il pentimento della persona che ha difronte non sincero proprio dal fatto che questo modellato sull'interlocutore, e parte da un profondo senso divuoto interiore, laddove tutti credevano vi fosse la pienezza: il covo del male.

    Il terzo brano delle Scritture, posto anche come epigrafe al romanzo, quello dell'indemoniato geraseno, trattodal Vangelo di Luca, dove uno spirito immondo entra nel corpo di un uomo che Ges libera col semplice attodi chiedergli il nome ("Legione, rispose, perch molti demni erano entrati in lui") e ordinando ai diavoli di

    entrare nel corpo di un branco di porci che poi si sarebbero gettati dalla rupe di un lago. Il "nome", che nellavicenda evangelica sempre decisivo, tanto che le persone in grado di avvicinare Ges per via diretta sonoquelle che lo riconoscono col suo corretto nome secondo la tradizione; lo stesso nome, simbolo della propriaanima, risulta fondamentale anche per il demonio. Ma questi non ne possiede uno, e pu vivere soltanto daparassita nei nomi degli altri. Questa la vera paura di Stavrogin, quella che gli fa dichiarare: "Io non amo lespie e gli psicologi, quelli che mi frugano nell'anima. Io non chiamo nessuno nella mia anima" [41]. E alla finequando s'accorge che Tichon ha compreso tutto, a tal punto da avere una lucida profezia sulla sua fine, egli,"tremando di sdegno e spavento", dir le sue ultime parole che metteranno fine al colloquio: "Maledettopsicologo!".Il demonio infilatosi nel corpo di un maiale si getta allora nell'abisso.La constatazione della realt del Male l'esperienza decisiva e fondamentale di Dostoevskij, come bene

    testimoniano soprattutto le "Memorie dal sottosuolo". Il dolore, il peccato, la sofferenza, la colpa, il delitto, ilcastigo, rappresentano realt ineludibili che danno all'esistenza umana il suo carattere eminentementetragico.Tuttavia, come Evdokimov ha messo in luce meglio di tutti, il male proviene dal proprio non essere e

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    ritorna ad esso. "Avendo negato tutto - scrive Evdokimov - giunge al punto di negare anche se stesso" [42].Nella prospettiva dell'assoluto, cio, un simile principio di negazione ridotto al silenzio ontologico e, aggiungeancora il filosofo russo, "non che un segno immaginario e irreale, neutralizzato dal fatto d'essernecessariamente ripiegato su se stesso: esso '' sotto la forma del nulla, esiste come inesistente, perch peresso essere significa negare se stesso; se si pu dire che il male esiste, esiste soltanto per essere annullato"[43].In definitiva, il male prima nega tutto ci che giunge a distruggere e poi distrugge se stesso. Tutto ciporta a una nuova genesi del bene, che non significa la sua vittoria assoluta, ma il rinnovamento delladialettica tra essere e non essere.Per quanto possa suonare azzardato, per Dostoevskij l'esistenza del maleassoluto un problema secondario. Il vertice pi elevato del male un nome che non esiste. E anche se idemni sono in grado di distruggere, conquistare, devastare il mondo a loro piacimento e macchiarsi deicrimini pi orrendi, qualcos'altro a richiamare con maggiore urgenza l'animo e l'attenzione dello scrittorerusso; qualcosa di cui il male, forse, niente pi che l'ombra. Tutto ci si vedr bene solo nei "Karamazov".

    Parte IIIINTERPRETAZIONE E ATTUALIZAZZIONE

    1. APPORTI PR LE INDAGINE STORICHE

    1a PER LA STORIA DELLA LETTERATURA (SITZ IN DER LITERATUR)

    i. IL nuovo testamento attesta la propria conformita alle scritture del popolo ebraico.Il Nuovo Testamento utilizza spesso allusioni ad eventi biblici come mezzi per mostrare il significato di

    avvenimenti della vita di Ges. I racconti dell'infanzia di Ges nel vangelo di Matteo possono rivelare il loropieno significato solo se letti sullo sfondo dei racconti biblici e post-biblici su Mos. Il vangelo dell'infanziasecondo Luca pi in rapporto con lo stile di allusioni bibliche che si trova nel I secolo nei Salmi di Salomoneo negli Inni di Qumran; i cantici di Maria, di Zaccaria e di Simeone possono essere paragonati ad alcuni inni diQumran.29 Un certo numero di eventi della vita di Ges, come la teofania al momento del battesimo, la sua

    trasfigurazione, la moltiplicazione dei pani e il cammino sulle acque, sono similmente raccontati con allusioniintenzionali ad avvenimenti e racconti dell'Antico Testamento. La reazione degli ascoltatori alle parabole diGes (ad esempio a quella dei vignaioli omicidi, Mt 21,33-43 e paralleli) mostra che essi erano abituati all'usodi un'immagine biblica come tecnica per esprimere un messaggio o impartire una lezione.

    Anche se il nostro tema si tratta di Marco, ma dobbiamo dire che tra i vangeli, quello di Matteo dmaggiormente prova di familiarit con le tecniche giudaiche di utilizzazione della Scrittura. Esso cita spesso laScrittura alla maniera dei pesharim di Qumran; ne fa ampiamente uso per argomentazioni giuridiche osimboliche in un modo che, pi tardi, diventer corrente negli scritti rabbinici. Questo vangelo utilizza, pi deglialtri, i procedimenti del midrash narrativo nei suoi racconti (vangelo dell'infanzia, episodio della morte di Giuda,intervento della moglie di Pilato). L'uso molto diffuso dello stile di argomentazione rabbinico, specialmentenelle lettere paoline e nell'epistola agli Ebrei, attesta senza ombra di dubbio che il Nuovo Testamento provienedalla matrice del giudaismo ed impregnato della mentalit dei commentatori ebrei della Bibbia.

    Il vangelo di Marco un messaggio di salvezza senza alcuna precisazione circa i suoi destinatari. Il finale,aggiunto successivamente, lo destina in modo audace a tutta la creazione , in tutto il mondo (16,15), ilche corrisponde alla sua apertura universalistica. Sul popolo ebraico, Marco, egli stesso ebreo, non esprimeun giudizio d'insieme. Il giudizio negativo del profeta Isaia (Is 29,13) viene applicato da Marco solo ai Farisei eagli scribi (Mc 7,5-7). Al di fuori del titolo re dei Giudei , applicato cinque volte a Ges nel racconto dellapassione, 316 il nome Giudei appare una sola volta nel vangelo, nel corso di una spiegazione sulle usanzeebraiche (7,3), inserita evidentemente per lettori non ebrei. Questa spiegazione si trova in un episodio in cui

    Ges critica l'estremo attaccamento dei farisei alla tradizione degli antichi , che fa loro trascurare ilcomandamento di Dio (7,8). Marco nomina Israele solo due volte, 317 e altrettanto il popolo . 318Nomina, al contrario, molto spesso la folla , composta naturalmente soprattutto da ebrei, e questa folla

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    molto favorevole a Ges, 319 fatta eccezione dell'episodio della passione, dove i sommi sacerdoti la spingono apreferire a lui Barabba (15,11).

    Lo sguardo critico di Marco verte sull'atteggiamento delle autorit religiose e politiche. Il giudizio riguardaessenzialmente la loro mancanza di apertura alla missione salvifica di Ges: gli scribi accusano Ges dibestemmia, quando esercita il suo potere di rimettere i peccati (2,7-10); non accettano che Ges mangi con i

    pubblicani e i peccatori (2,15-16); lo dichiarano posseduto da un demonio (3,22). Ges deve fronteggiare laloro opposizione e quella dei farisei. 320

    Le autorit politiche sono chiamate in causa pi di rado: Erode per la morte di Giovanni Battista (6,17-28) eper il suo lievito associato a quello dei Farisei (8,15); il Sinedrio ebraico, autorit politico-religiosa (14,55;15,1), e Pilato (15,15) per il loro ruolo nella passione.

    Nel racconto della passione, il secondo vangelo cerca di rispondere a due interrogativi: da chi statocondannato Ges e perch stato messo a morte? Comincia col dare una risposta d'insieme, che colloca glieventi nella luce divina: tutto accaduto perch si adempissero le Scritture (14,49). Poi mostra il ruolo

    delle autorit ebraiche e quelle del governatore romano.L'arresto di Ges stato effettuato per ordine dei tre componenti del Sinedrio, sommi sacerdoti, scribi eanziani (14,43), ed il risultato di un lungo processo, iniziato in Mc 3,6, dove per i protagonisti sono diversi:l sono i Farisei che si associano agli Erodiani per complottare contro Ges. Fatto significativo: gli anziani, isommi sacerdoti e gli scribi appaiono insieme per la prima volta nel primo annuncio della passione (8,1). In11,18, i sommi sacerdoti e gli scribi cercano il modo per far morire Ges. Le tre categorie si ritrovano in11,27 per sottomettere Ges a un interrogatorio. Ges racconta loro la parabola dei vignaioli omicidi; la lororeazione che cercano di catturarlo (12,12). In 14,1 la loro intenzione di catturarlo per metterlo a morte. Il tradimento di Giuda offre loro l'occasione propizia (14,10-11). L'arresto e la conseguente condanna amorte sono quindi responsabilit dell'allora classe dirigente della nazione ebraica. All'atteggiamento delle

    autorit, Marco oppone regolarmente quello della folla o del popolo , favorevole a Ges. A tre riprese,321 l'evangelista nota che le autorit sono state frenate nel loro progetto omicida dal timore della reazione delpopolo. Ciononostante, alla fine del processo davanti a Pilato, i sommi sacerdoti riescono a mettere la follapresente in uno stato di eccitazione e a farla decidere a favore di Barabba (15,11) e quindi contro Ges(15,13). La decisione finale di Pilato, impotente nel calmare la folla, quella di assecondarla , il che, perGes, significa la crocifissione (15,15). Questa folla occasionale non pu evidentemente essere confusa con ilpopolo ebraico di quel tempo e ancora meno con il popolo ebraico di tutti i tempi. Bisogna piuttosto dire cheessa rappresentava il mondo peccatore (14,41), di cui facciamo tutti parte.

    Colpevole di aver condannato Ges, secondo Marco il Sinedrio (10,33; 14,64). Di Pilato egli non diceche abbia espresso un giudizio di condanna contro Ges, ma che, senza avere contro di lui alcun motivo di

    accusa (15,14), lo consegna perch sia messo a morte (15,15), il che rende Pilato ancora pi colpevole. Ilmotivo della condanna del Sinedrio che Ges, nella sua risposta, affermativa e circostanziata, al sommosacerdote che gli domandava se era il Cristo, il Figlio del Benedetto , ha pronunziato una bestemmia (14,61-64). Marco indica cos il punto di rottura pi drammatico tra le autorit ebraiche e la persona di Cristo,punto che continua a essere il disaccordo pi grave tra il giudaismo e il cristianesimo. Per i cristiani, la rispostadi Ges non una bestemmia, ma la pura verit, che stata manifestata tale dalla sua risurrezione. Agli occhidell'insieme degli ebrei, i cristiani hanno il torto di affermare la filiazione divina di Cristo in un senso cheoffende gravemente Dio. Per quanto doloroso, questo disaccordo fondamentale non deve degenerare inostilit reciproca, n far dimenticare l'esistenza di un ricco patrimonio comune, ivi compresa la fede nel Diounico.

    Sostenere che, secondo il vangelo di Marco, la responsabilit della morte di Ges sia da attribuire al popoloebraico, frutto di un'erronea interpretazione di questo vangelo. Questo tipo di interpretazione, che ha avuto

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    conseguenze disastrose nel corso della storia, non corrisponde affatto alla prospettiva del vangelo che, comeabbiamo visto, oppone molte volte l'atteggiamento del popolo o della folla a quello delle autorit ostili a Ges.Si dimentica, d'altra parte, che i discepoli di Ges facevano ugualmente parte del popolo ebraico. Si trattaquindi di un abusivo trasferimento di responsabilit, di cui la storia umana purtroppo ricca di esempi. 322

    Conviene piuttosto ricordarsi che la passione di Ges fa parte di un misterioso disegno di Dio, disegno di

    salvezza, perch Ges venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (10,45) ed ha fattodel suo sangue versato un sangue di alleanza (14,24).

    ii. Questa introduzione che aiuta a capire meglio la contribuzione che la nostra pericope da allaletteratura cioe questa mette il nesso tra due eventi storici importanti che si trovano nel libro della Genesi: 1;1-3 (La Creazione) e il Dulluvio (Genesi 6:9-8:22). Queste allusioni illuminano la dipenenza di Marco sui testiebraici. Anzi, la nostra pericope suggerisce la relazione intega che passa trail Torah e la letteratura Gudiaicache eventualmente e diventata parte del N.T. Io penso che la connessione ovvia della nostrapericope con laletteratura gudiaca e la storia della creazione dove Dio salva questo mondo dal Caos dellacqua mettendoordine redentivo tramite lo spiriti divino (lo spirto che vola sopra le acque), buttando via lo spirito del caos econfusione che era la forza negli Dei della Mesapotamia e Greci, Caos, dalla quale la leggenda della Genesi1:1-3 ha preso lidea. Questa possiamo paragonarla con latto di Gesu di espellere lo spirit del caos edistruggendolo mandandolo nei porci nellacqua caotica. Ecco allora, Genesi 1:1-3 Dio salva tutto tramite lospirit divino che triomfa sul Caos, che e rappresentato dal mondo immerso nellacqua.. Nella pericope deldemoniaco e dei porchi, Dio salva ild emoniaco conlo spirit divino che si trionfa sullo spirit impuro del caosche ha infettato il demoniac mandandolo di nuovo nelle acque profonde.

    iii. Questa Periciope ci aiuta capire meglio il tema e le dottrine degli spiriti immondi e del male nel ebraismodel Secondo Tempio.Per questo tema possiamo citae fra le risorse Cf. P. SACCHI, Storia del Secondo Tempio. Israele tra VI

    secolo a.C. e I secolo d.C.,SEI,Torino 1994, 421-428. Cos G. BOCCACCINI, Oltre lipotesi essenica. Lo

    scisma tra Qumran e il giudaismo enochico (1998), trad. ital. Morcelliana, Brescia 2003, 137-140. Cf. P.SACCHI, Riflessioni sullessenza dellapocalittica: peccato dorigine e libertdelluomo, in Henoch 5(1983),31-58, spec. 57; BOCCACCINI, Oltre lipotesi essenica, 45-46.Cito 1 Enoch nella trad. ital. di L. FUSELLA, inP. SACCHI (ed.), Apocrifi dellAnticoTestamento, UTET,Torino 1981, I, 413-667. Cf. J.H. CHARLESWORTH,A Rare Consensus Among Enoch Specialists: The Date of the Earliest Enoch Books, in Henoch 24(2002),225-234. Cf. P. CAPELLI, The Outer and the Inner Devil: On Representing the Evil One in Second TempleJudaism, in M. PERANI (ed.), The Words of a Wise Mans Mouth AreGracious (Qoh 1,12). Festschrift for Gunter Stemberger on the Occasion of His 65thBirthday, Berlin-NewYork 2005, 139-152, spec. 141-142. BOCCACCINI, Oltre lipotesi essenica, 150-151.Vedi P. SACCHI, Ilproblema del male nellebraismo precristiano, in M. RAVERI(ed.), Del bene e del male.Tradizioni religiose aconfronto, Marsilio,Venezia 1992, 137-161,

    spec. 142-143.Vedi anche Archie T. Wright. "Genesi 6.1-4 Racconta la storia di bene elohim e lil loro incontro con le figliedellumanita che hanno risultato nella nascitamdei gibborim. Questo passo e posizionato nella narattiva biblicacome preludio al giduizio del dulluvio . Ma, sullla superficie niente nel testo biblico del Genesi 6:1-4 ci indicache il lettore capisca questi versi nella luce negattiva, che significa, dipingere unazione o un episode che econsiderate inappropriate o dubbio. E necessario che uno valuti le tradizioni (ie. Gli aspetti engattivi degli angeli delle nazioni) che sottolineano Genesi 6:1-4 cosi uno puo vedere conesattezza perche il testo ecommendabile come punto di partenza della tradizione dei Vigilanti.1

    1Nota: Descrivere la genesi storica del Libro di Enoch abbastanza complicato. Gli studiosi sono attualmente sostanzialmente

    concordi nel vedere in esso il frutto di una rielaborazione conclusiva armonizzante a partire da 5 testi precedenti autonomi. Il numero

    5 va probabilmente accostato ai componenti della Torah, col proposito del redattore finale di ricreare idealmente un nuovopentateuco: per tale motivo si parla talvolta del Libro di Enoch come del Pentateuco di Enoch. Sebbene in passato vi siano statevivaci discussioni tra gli studiosi, grazie ai ritrovamenti di Qumran attualmente si pu stabilire con certezza che la lingua originariadei 5 testi autonomi era l'aramaico.

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    Allora possiamo dire che la tradizione dei Vigilanti rapresenta una speci di sisntesi biblica ed espostizione; elasovraposisione delle tradizioni negative sulla posizione newtra della Genesi 6:1-4.

    Non sono certo come originale e lidea di Wright. Ma, lo trovo la descrizone molto utile di cosa sta succedendoin Enoch 1-36. Due altre cose sono intressanti per me:

    1.Il suo suggerimento che la tradizione dellangelo delle nazioni e dietro Genesi 6:1-4 ed alloradietro 1 Enoch 1-36.2. Il suo suggerimento che 1 enoch 1-35 e la superimposizzione delle tradizioni engattivi sul testo

    biblico.

    I risorsi materiali ebriaci che sono stati scritte durante il period della formazione del N.Testamento,contribuiscono alla comprensione del milieu teologico/storico delle Scritture, in modo particolare in referenzaai demoni e la loro relazione a Marco 5. Vedi. See Greg Herrickhttp://bible.org/article/demonism-

    jewishhellenistic-literature-and-its-relation-mark-5.

    Trovaimo anche una grande quatita di materiale su questo tema deli esorcismi, demoni, ecc nelgis critti

    ebraici e gentili del N.T. Tra questi troviamo I libri di:G. H. Twelftree, "Demon, Devil, Satan," in the Dictionary of Jesus and the Gospels, eds. Joel B. Green, ScottMcKnight and I. Howard Marshall, (Downers Grove, Illinois: InterVarsity Press, 1992), 163-172; I. HowardMarshall "The Gospel of Luke," in The New Testament Greek Commentary, (Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans,1978), 471-480.)The latest and most comprehensive treatment of which I am aware is found in Craig S.Keener, Miracles: The Credibility of the New Testament Accounts (Grand Rapids: Baker Academic, 2011),2:769-856. Queste pagine conengonoAppendix A: Demons and Exorcism in Antiquity, e Appendix B: SpiritPosession and Exorcism in Societies Today. Vedi anche iWendy Cotter, Miracles in Greco-Roman Antiquity(London: Routledge, 1999)

    iv. Per lapprezzamento di Marco come raccontastorie, uno che sa gioacere con le immagini. La storia che si

    trova nella pericope e una storia retoricamente ben cucita. La storia passa e attraversa le barriere etniche ereligiose. (Vedi Francis J. Moloney: Mark: Storyteller, Interpreter, Evangelist (Peabody, M.A: Hendrickson,2004), 186-191.

    La prima sezione, indicata come Libro dei Vigilanti (cc. 1-36), datata a inizio-met del II secolo a.C., in concomitanza alla rivolta inGiudea dei fratelli Maccabei contro l'occupazione ellenista. La sottosezione costituita dai cc. 6-11, nella quale non citato Enoch,rappresenta un nucleo precedente al resto della sezione che ne ha catalizzato lo sviluppo. Va probabilmente datata al III secolo a.C.,anche se G. W. Nickelsburg propone il IV secolo a.C., e J. Milik la ipotizza addirittura precedente alla formazione della Genesi (V-VIsecolo a.C.).La seconda sezione, il Libro delle Parabole (cc. 37-71), secondo la maggior parte degli studiosi stata composta nel I secolo a.C.

    (James Charlesworth si spinge fino al I secolo d.C.). Tuttavia lo studioso cattolico polacco Jzef Milik nel 1976 ha ipotizzato che ilLibro dei Giganti, testo apocrifo rinvenuto tra i manoscritti non biblici di Qumran (1Q234; 2Q26; 4Q203; 53033; 6Q8), facesse inun primo tempo parte del Libro di Enoch appunto come seconda sezione. In seguito l'attuale Libro delle Parabole, che Milik ipotizzacomposto nel II-III secolo d.C., avrebbe rimpiazzato il Libro dei Giganti. Il movente principale dell'ipotesi nei riferimenti al Figliodell'uomo presenti nel Libro delle Parabole, titolo di origine giudaica (v. in particolare il Libro di Daniele c.7) ma che a partire dalNuovo Testamento stato dalla tradizione cristiana attribuito a Ges. Questo spiegherebbe inoltre l'anomala assenza del Libro delleParabole tra i manoscritti di Qumran. L'ipotesi per non ha trovato largo consenso tra gli altri studiosi.La terza sezione il Libro dell'Astronomia o Libro dei Luminari Celesti (cc. 72-82), probabilmente di inizio II secolo a.C. LeonhardRost posticipa la data della sezione a fine II secolo a.C., mentre J. Milik l'anticipa a fine III-inizio II secolo a.C.La quarta sezione, il Libro dei Sogni (cc. 83-90), probabilmente coevo alla rivolta maccabaica (met II secolo a.C.). Lasottosezione chiamata Apocalisse degli Animali (cc. 85-90) da Leonhard Rost datata a fine II-inizio I secolo a.C., mentre James C.VanderKam ipotizza per essa l'inizio del II secolo a.C.La quinta sezione, la Lettera di Enoch (cc. 91-104), risale probabilmente alla prima met del I secolo a.C. La sottosezione chiamata

    Apocalisse delle Settimane, testimoniata come integra a Qumran (4Q212) ma spezzata nella redazione definitiva in 93,1 -10; 91,11-17, datata a inizio II secolo a.C.La sezione conclusiva (cc. 105-108) viene talvolta indicata com

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    v. Per lo sviluppo dellanalisi linguistica.Marco usa I verbi cucendoli in modo estenstivo e guidano il lettore olascoltatore per lassociazione delle parole che fanno ricordare I passaggi narrate prima. See ThomasBoomershine, Mark, the Storyteller: A Rhetorical-Critical Investigation of Marks Passion and ResurrectionNarrative.

    vi. Per sottolineare limportanza del ruole della critica narrative negli studi biblici. Questa aiuta gli studi biblici a

    stabilire la piattaforma per la narattiva del testo come oggetto legittimo dello studio. Infatti oggi molti autori deimonografi, commentari e articoli oggi studiano la narattiva nella forma finale e la storia del mondo del NuovoTestamento senza studiare la tradizione, o la redazione o a fare la ricostruzione del testo.Il tema (avvenimenti,) i caratteri e le situazioni (vedi): David Rhoads: Mark as Story: An Introduction to theNarrative of a Gospel). Il vangelo di Marco presenta una storia unificata. Marco racconta una storiadrammatica, con caratteri che la possiamo seguirli in diversi luoghi e in diversi circostanzae nelle quali lorovivono.

    vii. Lanalisi della Pericope e uno lavoro letterario non indifferent specialmente per il ruole che ha gioacatonella storia dellumanita e in conseguenza, per linteresse che oggi ha creato. (Vedi Jean Starobinski.Anexamination of the Structure of Marks Gospelby David Noble.) Trovaimo forme tipo a, b,a,b or a, b, b,a e

    Dewey msotra reptitione delle strutture diverse nelle strutture ciatiche nnellepisodo.

    La struttura letteraria del Vangelo di Marco.- I temi letterari di Marco ei tempi che lui sottolinea ed emfasizza. Queste includono lo stile Paratatico

    e immediatezza.- Le forme fatte in 3 che spesso hanno un progressivo inclusione di elementi ed inercalazioni (many

    literary sandwiches ABA)viii. Lo studio di questa pericope ci aiuta ad incorporare alter nuove discipline tipo la critica orale, la criticadelagire, la critica delle scienze-sicali, la critica ideological, la critica post-coloniale che aiuta la criticanarrative a trovare direzione nuove d opportunita nuove ed a provvedere opportunita all;analisi narrativa a

    capire una gamma vasta di letteratura passata.

    b. PER LA STORIA DELLA TEOLOGIA (SITZ IN DER THEOLGIE)

    i Cristo da salvezza anche ai pagani ed e vittorioso sopra gli idoli e pagni.ii. La storia ha un siginficato escatologico. Cristo salva luomo dal mondo della morte e lo porta allaresurrezione.iii. Notiamo gli elementi cristologici: Luomo posseduto indirizza Cristo come "Figlio del Dio altissimo",espressione usata dai pagani per indicare il Dio di Israele (Gen 14,18-20; Nm 24,16; Is 14,14), mentre eCrsito che da lautorita ai demoni di andare nei porci. L'evangelista presenta due azioni distinte: in un primomomento il posseduto corre verso Ges, che riconosce qualeiv. Vediamdo anche llelemento del discupulato Cristiano. L uomo posseduto e liberto della sue catene delmale ed entra in un mondo nuovo che e simbolodella dinamica dei vangeli a manifsestare lantropologiateologica dei vangeli che puo essere vista come un element tipico della trasformazione dell uomo quandoquesto decide di seguire Cristo.v: La Potenza di Cristo. La vittoria di Cristo e cosmica. Cristo il male e Satana.vi: Entrando nel Regno di Dio, fare pare di questo Regno. Ecco quando men zioniamo il termine REGNO nonpossiamo non notare alluzioni bibliche e accenni military, idoli, spiriti, il mare e lesodo. Traviamo anche allusion a- Isaiah and Nahum; Gli annimali ed il Signore; la missione dei gnetili nella vita di

    Criso.vii. La distruttivita da parte del peccato. Ralph Earle (Earle, Ralph. The Gospel according to Mark. EvangelicalCommentary. Zondervan, Grand Rapids, 1957.) lateggiamentehe del demone illustra la forza distruttrice del

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    peccato. Che cosa era lintenzione di Marco? Altrei adottano interpetazion (Ogilvie questions, "Are there suchpeople around?" "Who is like Legion(1975, 93)?"

    Ce chi dice che questo depolicizzalepisido. As Richard Horsley points out in his Hearing the Whole Story(Louisville: WJK) 2001, the man was possessed by a legion of demons just as the land was possessed by alegion of Roman soldiers. Certament affermazione come questa e stata combattuta (cf. Robert Gundry in

    JSNTS 26.2 (2003) 131-149.) ma uno non puo non consdierarla.

    "La ragione perche dobbiamo pendere sul serio questo passa del vangelo e perche c iascuno di noi porta isintomi delluomo posseduto. Fose noi non viviamo nell tombe o nelle caverne, non infliggiamo a noi stessitorture imam noi spesso siamo tribolate, sperando che nessuno sa cosa stiamo vivendo di dentro. Notiamoche queste due tipi di alinezioni sono registrati in questa pericope . Forse pensiamo che non ce niente che citocca. Ma Marco ha altre idea. That keeps us from thinking it has little to say to us. How clever of Mark! Luimostra lestremita del bisogno umano nel Legione e una malattia molto sublime nella popolazione della citta enei pastori.I due gruppi erano possedute.. But both groups were possessed. Neither wanted Jesus to botherthem. I demoni nella Legione chiedevano di essere lasciati in pace. La gente chiedeva Gesu di lasciare ilpaese cosi loro possono essere traqnuilli. Anche noi preferiamo la miseria dei sentimenti non realizzati dalla

    possibilita del cambiamento personale. (Earle, R.1975, 93)."

    Ogilvie dimostra bene una interpretazione metaforica. In un attentato a fare questa pericope attuale, i teologioccidentali cercano il significato metaforico nei dettagli di questa pricope.Latteggiamento distruttivio deidemoni e causa e risultato del peccato.Il bisogno dei demoni ad essere liebrati diventa il bisogno di ogni uomoad essere liberato dai vincioli del peccato. La richiesta dei demoni a lasciare loro in pace diventa lavvesione diogni uomo al cambiamento. La storia non riguardera piu il uomo posseduto dai demoni ma rigaurda la lotta diogni uomo a liberarsi dal peccato a causa della fragilita umana.

    Anche gli scolari che credono nellesistenza dei demoni e che credono nellimmediatezza del testo, fanno dlleapplicazioni metaforiche. GUELICH, Robert A.1989 Mark 1-8:26, Word Biblical Commentary 34a. Dallas,

    Texas: Word Publishers.che crede che il demoniaco era veramente posseduto da un legione di demoni,conclude che e impossibile che uno non credeche ce una enfasi sullidea dellimpurita trovato nella storiaoriginale. La storia della liberazione delluomo diventa una storia della liebrazione della terra. (1989, 283)."Hurtado, che ammette la presenza dei demoni, conclude che :"Tutto questo e una immagine forte come il N.T.describe la condizione degli uomini quanto sono lontanti da Dio: spirtualmente morti e tentuo sooto il controllodel male.(1983, 83)." HURTADO, Larry W.1983 Mark, New International Bible Commentary. Peabody,Massachusetts: Hendrickson.

    viii. La buona novella (euangelion):ix. Spunti perlizviluppo della Cristologia

    - Mostra lo sviluppo e le difficolta della gente a capire lidentita di Cristo e il sinificato.- Il secerto messianico: perhce la gente crede in Gesu?- Descrizione di chi e il discepolo- La disponibilita del discepolato.- La resistenza e lincomprensione nella strada verso Jerusalemme.

    xi. La missione universale di Crsito.

    c .APPORTI PER VARIE ALTRE INDAGINI STORICHE: per es. Per la storia nazionale, per la storiadellarte, ecc.

    i. La contribuzione che questa pericope da alla ricerca storica e che ci illumina tramite I caratteri delN.T. (Gesu, Marco) riguardo limportantza ideological dellA.T. o della Scrittura ebriaca.

    ii. Demonismo nella letteratura ebraica e hellenistica e la sua relazione a Marco 5. Possessione eesorcismo nel Nuovo Testamento e nel primo period del cristianesimo (Sorensen Eric)

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    iii Cis aiuta a conscere meglio la teoria del caos e della complessita; capendo Ie forze del maletramite laiuto che ci danno le science e le linguistice contemporane.

    2. Attualizazione

    2a. Attualizazzione religiosa.La contribuzione per lattualizazzione spirituale, esistenziale e pastorale, sta nel modo di vedere come la vita

    spirituale e imregnata di una teologia con lo sforzo di mostrare la vittoria divina sul male. Vedi il libro: RadicalGrace, How Belief in a Benevolent God Benefits our Health.

    i. La pericope contribuisce alla trasformazione delluomo. Possiamo vedere questa pericope nellaluce di di un discorso trasformativo e antropologico. and anthropology. Vedi Stuart T. RochesterGood news at Gerasa: Transformative Discourse and Theological Anthropology in MarksGospel).)Lincontro dellindemoniato con Cristo ha cambiato radicalmente la sua vita in modo spirituale.

    Attualizazzione esistenziale e attualizazzioane.ii. La pericope puo esere studiata da dalla luce della psciologia. (La critica biblica psicologica: Freud, Jung)iii. La pericope puo essere studiata dalla luce delle delle scienze sociali (Girard Rene).iv. Dalla luce della critica post-coloniale . Vedi Stephen D. Moore, My Name is Legion, for We are Many:Representing Empire in Mark, in Empire and Apocalypse: Postcolonialism and the New Testament, (Sheffield:Sheffield Phoenix Press, 2006), 24-44.Cohen, Daniel. The Geransene Demoniac: A Jewish Approach to Liberation before 7 CE. Pages 152-173in Judaism, Jewish Identities and the Gospel Tradition: Essays in Honour of Maurice Casey. Edited by JamesG. Crossley; London and Oakville: Equinox, 2010.

    v. Questa pericope puo aiutare alla crescita della vita spirituale di ogni Cristiano.(C. Barton, thinking About Demons and the Demonic, Theology 111(208), 83-92See. p 297 Stuart)

    iv. Attaulizazzione Pastorlei. Questa pericope aiuta a fare luce sul ministero pastorale dellEscorcismo. Come liberazione del Male emostrare la misericordia. Questo tema puo essere anche studiato da diversi ambitiIl per approfondire larealt del ministero dellesorcismo nelle sue implicazioni teoriche e pratiche: Aspetti antropologici. Aspettifenomenologici. Aspetti sociali. Aspetti biblici. Aspetti teologici.Aspetti pastorali e spirituali. Aspetti liturgici.

    Aspetti canonici.Aspetti legali: laccusa.Aspetti legali: la difesa. Aspetti criminologici.Aspetti medici.Aspettipsicologici.Aspetti sociali e spirituali: il reiki. Il ministero dellesorcista.ii. Angeologia: Dottrina degli Angeli, Demoni e Satana.iii. La cura teo-etica in considerazione con laspetto della guarigione.

    Approfondimenti sulla possessione diabolica

    Gabriele Amorth, Memorie di un esorcista. La mia vita in lotta contro Satana (Piemme, 2010)Jos Anotonio Fortea, Summa daemoniaca. Trattato di demonologia e manuale dell'esorcista (Tre Editori,2008)RenChenesseau, Diario di un esorcista (Nova Millennium Romae, 2007)E. Martoglio, Indemoniati... Indagine sulla possessione e l'esorcismo (Ananke, 2007)Antonio Grano, Esorcismo. Studio su 54 casi di presunta possessione diabolica (Progetto Cultura, 2008)

    Eliana Martoglio, Indemoniati. Indagine sulla possessione diabolica e l'esorcismo (Ananke, 2007)Fernando Liggio, Possessioni demoniache e manifestazioni mistiche (Clinamen 2007)Luciano Masi, Una folla dentro di me. Storia di possessioni multiple (Edizioni Univ. Romane, 2006)

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    Paolo Apolito, Con la voce di un altro. Storia di possessione, di parole e di violenza (L'Ancora delMediterraneo, 2006)Francesco Bamonte, Possessioni diaboliche ed esorcismo. Come riconoscere l'astuto ingannatore (PaolineEditoriale Libri, 2006)W. Kasper, K. Lehmann, Diavoli, demoni, possessione. Sulla realt del male (Queriniana, 2005)Michel de Certeau, La lanterna del diavolo. Cinema e possessione (Medusa Edizioni, 2002)

    Domenico Scafoglio, Simona DeLuna, La possessione diabolica (Avagliano, 2000)A. De Vincentiis, Patologie a carattere religioso (Avverbi, 1999)S. Radoani, G. Gagliardi, Vattene o satana - l'esorcismo: rito, psichiatria e mistero (Ed. Dehoniane, 1997)Gabriele Amorth, Esorcisti e psichiatri (Dehoniane, 1996)P. Kurtz, Esorcismo e possessione (Scienza & Paranormale 9, 1996, pp. 36-38)Vincenzo Mastronardi, Studi sui fenomeni di possessione demoniaca (Rassegna di psicoterapie, ipnosi 1,Giugno, 1995)C. Balducci, La possessione diabolica (Mediterranee, 1974)

    2b. Altre tipi di attualizazzione: nazionale, artistiche, ecc.

    -Dobbiamo leggere questa pricope con un cuore nuovo e unanima nuova. The Gerasene demonic and thesexually violated (Peter Horsfield);- Guardare anche allaspetto della violenza in ogni tipo: The Gerasene demoniac and the sexually violated,pp.141-150 in Carol J. Adams and Marie M. Fortune (eds), Violence against women and children: a Christiantheological sourcebook. New York: Continuum, 1995.

    - Le canzoni di Pierangelo Comi :L'indemoniato Geraseno (Mc 5,1-20)L'episodio mostra quale deve esserel'effetto liberatore del messaggio di Ges di fronte al fatto dell'oppressione socioeconomica nei popoli pagani,basata sul potere del denaro che ha come prototipo la schiavit.- Le poesie di Michael N. Newheart. ""My Name is Legion," Newheart interfaces narrative and psychological

    criticism with historical perspectives, cultural examination, and poetic reflection to create the first book-lengthtreatement of the Gerasene demoniac.

    - Interpetazioni SecualriALEXANDER, Wm. Menzies.1902 Demonic Possession in the New Testament: Its Relations Historical,Medical and Theological. Edinburgh: T&T Clark.Alexander categoriza lafflizione come fenomeno psicologica.Quando lui fa riferimento al demonio, lui usa la frase patonomica di mania acuta, sconvolgimentomentale,pazzia, stato mentale della mente (192,73,76,77). Lui conclude che il Gersane soffre da unamania acuta (1902:80-81)

    ALLEN, W.C.1915 The Gospel According to Saint Mark, The Oxford Church Biblical Commentary. London:Rivingtons, dice che la storia del Geraseno mette molti problem interpetattive per il teologo occidentale. Unadelle questioni piu siginficattive e la qustione dei porci. Se uno accetta una interpetazione seculardellessitenza e dellattivita dei deomoni, cieo se questi esistono o non esistono o hanno influenza sul mondonaturale, il problema rimane: cosa possiamo dire per i porci? Allen sostiene che ogni tentattivo a spegare Idemoni nel Nuovo Testamento nei casi della possession demoniaca come malattie trova delle difficolta inquesta pericope. Allen ma amette che questo passoconfronta la interpretazione medica della validita della posseione demoniaca e lui adotta questa intrpetazionereferendo alluomo posseduto comelunatico, convinto che un gande numro di demoni cattivi sono entrati nelsuo corpo, (1915:88). Ma come Allen spiega la presenza di porci. La forza iche spinge era probabilmente ildemoniac stesso che manda via la mandra possessuta.

    Allen non e da solo che mantiene questa interpretazione. Attribuendo lazione dei porci alla rabbia deldemonio hija la piu commune spiegazione.

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    - Esperienze Straordianrie: Disordini mentale e Minsitero (la pastorale minsiterieale verso pesone afflitte diqueesti disordini)-Linterpetazione biblica dal punto di vista dlle malattie mentali e la pastoale teologica.. (Christine J. Guth)

    (Biblical interpretation, demon possession, depression, faith healing, mental illness, social location, stigma,unclean spirit, vulnerability.

    [1] I brani delle lettere di Dostoevskij qui riportati sono tratti da: G. Pacini, F. M. Dostoevskij, Milano, BrunoMondadori Editore, 2002, p. 95.[2] Ivi, p. 96.[3]Basti citare Fdor Stepn, "I Demnie la rivoluzione bolscevica"; Jurij Karjakin, "Dostoevskij e la vigilia delXXI secolo" e infine il celebre volume di Ljudmila Saraskina, "I Demniromanzo premonitore".[4] G. Pacini, op. cit., p. 96.[5]D. P. Mirskij, "Storia della letteratura russa", tr. it. di Silvio Bernardini, Milano, Garzanti, 1995, p. 243.[6] G. Pacini, op. cit., p. 96.[7] F. M. Dostoevskij, "I fratelli Karamazov" in "Romanzi e taccuini" a cura di Ettore Lo Gatto, Milano, Sansoni,1963, vol. II, 5, p. 174.[8] Nell'"Idiota", a proposito del Cristo di Holbein, Dostoevskij far dire a Ippolit: "Gli uomini che circondavano il

    morto, ma dei quali nessuno appariva nel quadro, dovettero provare un'angoscia e una costernazione terribilein quella sera che aveva frantumato di colpo tutte le loro speranze e quasi la loro fede" (F. M. Dostoevskij,"L'Idiota" in "Romanzi e taccuini" cit., p. 502).[9] P. Citati, "Il Male Assoluto. Nel cuore del romanzo dell'Ottocento", Milano, Arnoldo Mondadori, 2000, p.316.

    [10] F. M. Dostoevskij, "I Demni", tr. it di Rinaldo Kfferle, Milano, Arnoldo Mondadori, 2002, pp. 633-34.