la bacheca del sesto milium (2011/12, n. 02)
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Bollettino del Rotary Club "Sesto Milium - Centenario" (Ottobre 2011)TRANSCRIPT
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Bollettino n. 2 del Rotary Club Sesto Milium Centenario - Distretto 2040
5 ottobre 2011 Anno Rotariano 2011/2012
La Bacheca del
Sesto Milium
PRESIDENTE Marina Rasnesi E-mail: [email protected] VICE PRESIDENTE Matteo Tiberi E-mail: [email protected] SEGRETARIO Ming San Hu E-mail: [email protected] PREFETTO Davide Pirovano E-mail: [email protected] TESORIERE Dario Corbetta E-mail: [email protected] ROTARY FOUNDATION Alberto Ceppi E-mail: [email protected] INCOMING PRESIDENT Matteo Tiberi E-mail: [email protected] PAST PRESIDENT Federico Santini E-mail: [email protected] SITO INTERNET www.rotarysestomilium.it SEDE: Grand Hotel Barone di Sassj - Sesto S.G REDAZIONE de ‘LA BACHECA’: Giovanna Piazzalunga E-mail: [email protected]
Annapaola Pozzi E-mail: [email protected]
Martedì 11 ottobre: Grand Hotel Barone de Sassj
ore 20.00 APERITIVO
ore 20.30 Cena
Incontro con Don Paolo Pupillo, missionario da alcuni anni
Si prega di confermare la propria presenza a Davide Pirovano, il Prefet-
to.
DAL DISTRETTO:
Domenica 9 ottobre, ore 16.00
Festival delle Lettere
Evento patrocinato dal Distretto 2040
Teatro dal Verme
Via San Giovanni sul Muro 2 – Milano
Per informazioni: [email protected] / tel. 347.5090610
Ming San Hu: 17 ottobre
Marco Ganassini: 29 ottobre
I prossimi appuntamenti per i soci del Sesto Milium
Gli appuntamenti del club
E quelli del Distretto
Auguri di Compleanno
Gli appuntamenti del club
E quelli del Distretto
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18 maggio 1911: a Vienna si spegneva il compo-
sitore e direttore d'orchestra Gustav Mahler, per
una endocardite incurabile, una bomba a tempo
della cui esistenza era lucidamente cosciente da
alcuni anni. Ma la presenza palpabile della morte
aveva segnato Mahler fin dall'infanzia, con la
perdita precoce di alcuni amatissimi fratelli. La
percezione della dissoluzione, della caducità del-
le cose e di quanto questa ne acuisca tormento-
samente il fascino, è una delle cifre essenziali del
suo linguaggio musicale. Un linguaggio oggi indiscutibilmente amato e una
musica che fa ormai parte stabilmente del repertorio di tutte le grandi or-
chestre del mondo. Ma non fu sempre così.
Osannato direttore d'orchestra, le sue colossali Sinfonie furono poco ap-
prezzate al loro apparire: l'immissione - nel sacro corpo di una forma musi-
cale che portava ancora l'impronta di Mozart, di Beethoven, di Bruckner -
dei germi pericolosi della canzonetta, della musica da cabaret, della cultura
"bassa", lo faceva guardare con sospetto. Solamente chi aveva rinunciato a
una concezione sacrale della musica (parliamo di Arnold Schönberg e di
Anton von Webern, due pionieri della "musica futura" e due dei suoi più
strenui difensori) sapeva leggere tra le righe: un mondo nuovo si affacciava
all'orizzonte, privo di purezza e distinzione, innervato da una vitalità anima-
lesca. Un uomo e un compositore - Mahler - che appariva, e forse si sentiva,
sempre un po' "fuori posto". Anche durante i soggiorni estivi presso il suo
"rifugio", il Maso Trenker a Dobbiaco, non aveva sostanzialmente contatti
con la gente del posto. La civiltà contadina, con le sue arguzie e le tradizio-
ni antiche, non lo interessava più di tanto. La Natura, piuttosto, gli era cara:
la grandezza delle montagne, nella quale vedeva impressa la mano potente
del Creatore. E proprio questa grandezza - innanzitutto dello spirito - la sua
musica tentava di rendere acusticamente evidente; il gigantismo delle sue
dieci Sinfonie, e la solidità del loro serrato e sempre consequenziale svilup-
po, si spiegano innanzitutto con questo desiderio.
In Italia, la sua musica ebbe un travolgente rilan-
cio con l'uscita del film (1971) "Morte a Venezia"
di Luchino Visconti (basato sull'omonima novella
di Thomas Mann), del quale costituiva buona par-
te della colonna sonora, ma la critica "militante"
del tempo storse assai il naso. Questa volta, il
problema non era la presenza degli elementi
"volgari" già accennati. L'ostacolo era costituito,
invece, da un Io strabordante (frequenti autocita-
zioni musicali, un'espressività bruciante, una ma-
no musicale ferrea in guanto ritenuto fin troppo di
velluto) in anni nei quali la parola "Io" - dopo le docce fredde delle due
Guerre mondiali e delle atrocità di cui l'essere umano si era rivelato inaspet-
tatamente capace - suscitava diffidenza e sospetto, fino al limite dell'impro-
nunciabilità. Oggi la situazione è radicalmente diversa. Il favore del pubbli-
co ha spinto anche la critica a rivedere le proprie posizioni e Mahler gigan-
teggia tra i grandi del Novecento.
Il linguaggio della mu-sica di Gustav Mahler
Spazio alla musica del Sesto Milium: Elogio della Grandezza
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Perché, in questi ultimi decenni, la sua musica piace come mai prima? La dif-
fidenza nei confronti dell'Io fa ancora da sfondo alla nostra cultura di occiden-
tali smaliziati, ma ha assunto un "tono" inedito. Ogni grandezza individuale
che non abbia un immediato riscontro economico tende ad essere guardata
con ironia se non (nuovamente!) con sospetto. Qualcosa di improduttivo, roba
d'altri tempi. Eppure, ognuno di noi aspira ad una propria Grandezza (questa
volta, la maiuscola è d'obbligo), nonostante i tempi e la moda ci impongano
un profilo minimalista e un understatement che a volte rischia di rasentare l'i-
diozia. Forse, allora, sentiamo la musica di Mahler come il linguaggio fami-
liare di un fratello, di qualcuno che ha condiviso in tutto la situazione
dell'uomo novecentesco senza rinunciare alla visione di un "di più" e di un
"oltre" al quale tutti siamo chiamati. Grazie, Gustav (e non ce ne vorrai, a
questo punto, se ti diamo del tu). Umberto Bombardelli
“..Partecipare per conoscersi, conoscersi per diventare amici..”
L’anno sociale iniziato a luglio si è riaperto dopo le vacanze estive con
una piacevole conviviale in cui il tema delle Rotariadi, giunte alla loro sedi-
cesima edizione, è stato il leitmotiv della serata.
Sono intervenuti il Dott. Enrico Poltronieri e il Dott. Fabio Stabilini, rispet-
tivamente tesoriere e segretario delle Rotariadi, i quali ci hanno illustrato
con entusiasmo la storia e gli obiettivi principali delle Rotariadi.
I relatori hanno spiegato che nel corso degli anni ci sono state molte evolu-
zioni e continui miglioramenti ma la mission racchiusa nel motto delle Rota-
riadi è sempre la stessa:
“..Partecipare per conoscersi, conoscersi per diventare amici..”
E’ un modo per frequentarsi e conoscersi che si aggiunge agli appuntamenti
legati conviviali.
L’obiettivo primario delle Rotariadi è promuovere e sviluppare le relazioni
amichevoli tra i club aderenti inizialmente solo i Rotary e successivamente
anche Inner Wheel e Rotaract.
Ma la vera mission è ritrovarsi per costruire insieme e per sostenere proget-
ti. In 15 anni, infatti, sono stati sostenuti 22 progetti ed i club beneficiari so-
no stati in tutto 13.
Quindi perché non partecipare alle Rotariadi?!
Lisa Valiani
La vera mission delle Rotariadi è ritrovarsi per costruire insieme e per sostenere pro-getti
La vera mission delle Rotariadi è ritrovarsi per costruire insieme e per sostenere progetti
LE ROTARIADI
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Viviana e Christina: due esperienze a confronto
La conviviale di Martedì 27 settembre ha costituito una serata dedicata allo
scambio-giovani, in cui due giovani ragazze protagoniste di tale progetto, Vi-
viana e Christina, hanno catturato l’attenzione dei presenti con i loro racconti
e con le immagini proiettate, condividendo le loro affascinanti esperienze in
Olanda e in Taiwan.
In particolare, Viviana ha partecipato al Camp Rotary in Olanda dal 16 al 30
luglio 2011 ospite di tre famiglie differenti. Un viaggio intenso e piacevole, in
cui le visite e le attività a cui ha partecipato, organizzate nei minimi dettagli,
le hanno insegnato al meglio usanze e stile di vita locale. Assistere a una par-
tita di calcio, visitare musei, entrare in una fattoria, recarsi in un’aziende pro-
duttrice di succo, andare in barca, salire sul go-kart, sono alcune delle inizia-
tive in cui Viviana è stata coinvolta e che porterà sempre tra i suoi più bei ri-
cordi. Viviana non è stata però sola in questo viaggio: l’ha condiviso con
quindici ragazzi provenienti da altre nazioni del mondo. Sono nate amicizie e
simpatie ed è stato favorito un processo di scambio reciproco e di accresci-
mento, favorito dalla conoscenza e dal confronto tra culture diverse, sotto una
comune appartenenza rotariana.
L’altra protagonista della serata è stata Christina, una ragazza di soli 16 anni,
originaria di Taiwan, che rimarrà in Italia fino a giugno 2012. Con naturalez-
za e semplicità Christina ci ha portati per mano nella sua terra d’origine, fa-
cendoci conoscere clima, cultura e tradizioni. Un racconto ricco di informa-
zioni dove abbiamo scoperto tante usanze locali, come ad esempio i numerosi
festival che vengono celebrati, tra cui: il Lantern festival (a fine febbraio-
inizio marzo), in cui le lanterne volano insieme nel cielo originando una sce-
nografia magica; il Ghost Festival, che si svolge nel settimo mese del calen-
dario cinese (agosto), con la convinzione che le porte dell’inferno siano aper-
te in quel periodo e che, per placare gli spiriti, siano necessarie offerte di cibi,
spettacoli di marionette e carta bruciata; ma anche il Moon Festival,
l’Aboriginal Festivals, l’Hakkanese Festival, il Dragon Boat Festival. La data
della ricorrenza più importante per i taiwanesi è però quella del Capodanno
che ogni anno cade in giorni diversi, compresi tra il 21 gennaio e il 20 febbra-
io.
Ed ancora, abbiamo visto foto di ombrellini decorati, portafortuna, cibi e spe-
cialità locali, oggetti di artigianato ma anche un forte sviluppo industriale.
LO SCAMBIO-GIOVANI
Sono nate amicizie e simpatie ed è stato fa-vorito un processo di scambio reciproco e di accrescimento
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Dopo una così ricca esposizione, Christina ci ha salutati regalandoci
un’esibizione musicale con il violino a due corde. E’ riuscita ad emozionarci,
a incuriosirci e a farci apprezzare una cultura così diversa, ma così vicina, an-
che grazie a lei.
Ora saremo noi a fare del nostro meglio per trasmetterle le nostre usanze!
Mery Azman
Il “Principato di Lucedio”
Nelle campagne del vercellese, nei pressi di Trino, sorge un luogo estrema-
mente suggestivo e di antichissime origini: l’Abbazia di Santa Maria di Luce-
dio.
Il monastero fu fondato all’inizio del XII secolo da alcuni monaci cistercensi
grazie alla donazione di alcuni terreni da parte del marchese Ranieri I del
Monferrato.
Durante il medioevo, l’abbazia ebbe un ruolo importante non solo dal punto
di vista religioso, ma anche da quello economico. Infatti, il patrimonio terrie-
ro dei cistercensi non riguardava soltanto gli appezzamenti limitrofi al mona-
stero, ma anche vaste aree nel Monferrato e nel Canavese.
Dopo diverse vicende storiche, nel 1784 il monastero venne secolarizzato e
nel 1861 divenne proprietà del duca genovese Raffaele de Ferrari di Galliera,
al quale i Savoia conferirono il titolo di Principe. Per tale ragione oggi il mo-
nastero cistercense è chiamato anche “Principato di Lucedio”.
Dell’abbazia medioevale permangono solo alcuni elementi, ossia il campanile
a pianta ottagonale in stile gotico lombardo; il chiostro; l'aula capitolare ca-
ratterizzata da colonne in pietra e i capitelli ed il refettorio con volte a vela
sorrette da colonne. L'antica chiesa abbaziale, data la sua pericolosità, fu ab-
battuta lasciando il posto ad una nuova chiesa in stile barocco risalente al pe-
riodo compreso tra il 1767 e il 1770.
Luoghi da Scoprire
L’Abbazia di Santa Maria in Lucedio: un luogo ricco di sugge-stioni
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Nel corso dei secoli l'Abbazia di Santa Maria di Lucedio e i luoghi limitro-
fi sono stati oggetto di numerose leggende. Infatti, diverse storie popolari
parlano di cripte segrete, di salme mummificate di abati seduti su dei troni,
di fiumi sotterranei e di una colonna che “piange” a causa degli orrori di
cui sarebbe stata testimone. Un'altra leggenda famosa è ambientata nella
vicina chiesa della Madonna delle Vigne. Nell'aula circolare della chiesa
c'è un dipinto che raffigura un organo a canne presso il quale vi è uno spar-
tito. Si dice che suonando al contrario le sue note, ovvero da destra verso
sinistra e dal basso verso l'alto, il diavolo venga evocato all'interno della
chiesa. Se la frase musicale è poi suonata in senso normale, il diavolo viene
nuovamente cacciato nei sotterranei della chiesa. Marco Ganassini
RISOTTO AL RADICCHIO (di Linda Borgonovo)
Ingredienti per 4 persone:ca. 50 g di riso
1 noce di burro
1/2 bicchiere di vino bianco
1 cipolla
200 g di radicchio rosso
parmigiano grattugiato
brodo
sale
olio
Preparazione
Preparare il brodo con del dado.
Tritare la cipolla.
Mettere sul fuoco una pentola con un po’ di olio e lasciare appassire la cipolla.
Aggiungete poi il radicchio tagliato a listarelle, mescolare e unite il riso. Quan-
do i chicchi sono dorati, versate il vino e fare evaporare.
Aggiungere un mestolo di brodo bollente e continuate ad aggiungerne a mano a
mano che viene assorbito. Se necessario aggiungere un po’ di sale. A cottura ul-
timata (ca15/20 minuti) aggiungere il burro e due cucchiai di formaggio grattu-
giato.
Lasciare mantecare qualche minuto a fuoco spento.
LA CUCINA DEL CLUB
LA CUCINA DEL CLUB Risotto al radicchio
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Gentili Socie e Cari Soci,
come avete letto nella IV lettera del nostro Go-
vernatore, Ettore Roche, questo è il mese che il
Rotary dedica alla Azione Professionale. A que-
sto proposito, nella striscia di questo mese, mi è
sembrato opportuno inserire una frase di un
grande difensore delle Istituzioni e martire della
lotta alla mafia, che con la sua professionalità
non soltanto è riuscito a vincere molte battaglie, ma soprattutto ha cercato sem-
pre, a voce alta, di affermare la valenza del Diritto.
Buona lettura! Ming San Hu
«Mi fido della mia professionalità, sono convinto che con un abile, paziente lavoro psicologico si può sot-trarre alla Mafia il suo potere. Ho capito una cosa, mol-to semplice ma forse decisiva: gran parte delle prote-zioni mafiose, dei privilegi mafiosi certamente pagati dai cittadini non sono altro che i loro elementari diritti. Assicuriamoglieli, togliamo questo potere alla Mafia, facciamo dei suoi dipendenti i nostri alleati»
(Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa)
LA STRISCIA DI MING
LA STRISCIA DI MING