la città diventa intelligente

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  • 7/31/2019 La citt diventa intelligente

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    ecoscienza Numero 5 Anno 2012

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    L TT DVTTLLGT

    Tecnologia, utopia e sostenibilit

    si incontrano nella smart city

    Non acile dare unadenizione univoca dismart city, un termine che

    sta vivendo un grande successo e acui sono dedicati grandi conerenze,nanziamenti pubblici, annunciin grande stile. Non acile,

    perch dentro a questa espressionesi incontrano le innovazionitecnologiche, i servizi di ultimagenerazione, la volont di superarele problematiche sociali e ambientalidellurbanizzazione, lutopia dicreare lacitt ideale, il superamentodel luogo sico come dimensioneimprescindibile delle nostre attivit,i tentativi delle grandi aziende Ictdi piazzare i propri prodotti e molto

    altro ancora.Mobilit, condivisione epartecipazione, disponibilit diinormazioni, utilizzo pi accortodelle onti di energia, sicurezza:

    sono queste le dimensioni pipresenti nelle rifessioni e neiprogetti relativi allevoluzione dellacitt in chiave smart. Lattenzione posta quindi tanto alla disponibilitdi servizi avanzati quelli di cuisempre pi persone si avvalgono

    anche grazie alla pervasivit dismartphonee tabletnella nostra

    vita, ma anche quelli quasi daantascienza la cui applicazionepratica non ancora a portata dimano , quanto alla dimensioneambientale e di sostenibilit.Con unavvertenza sottolineata datutti i commentatori: la tecnologianon basta, sono le persone e lecomunit che devono imparare

    a interagire in modalitsmart.Servono strategie di lungo periodoe nuovi modelli digovernance,senza rinnegare la storia che ci haportato no a qui.

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    Il termine smart city divenuto inquesti mesi particolarmente popolare.Con questa espressione si identica

    un territorio urbano che, grazie allusodiuso e pervasivo di tecnologie evolute(non solo Ict), in grado di arontarein modo innovativo una serie diproblematiche e di bisogni.

    le dverse facce dea smart cty

    ante sono le orme secondo le quali

    una citt pu divenire smart. ra le pimenzionate, possibile certamentericordare le seguenti:1. La citt che sa muoversi. Le citt (e iterritori che attorno a esse si sviluppano)sono sempre pi congestionate enecessitano quindi di nuovi modellidi gestione e governo della mobilitche valorizzino il trasporto pubblico,introducano tipologie e modelli ditrasporto (per esempio, i modelli disharingdel mezzo), prevedano serviziinnovativi di monitoraggio, analisi,pianicazione e gestione dei ussi deicittadini e dei mezzi.2. La citt che sa non muoversi. Inapparente antitesi rispetto al puntoprecedente, una citt smartanche

    nella misura in cui aiuta i cittadini anon muoversi. In particolare, un utilizzodiuso e pervasivo dei servizi e prodottiIct permette di svolgere remotamente,senza muoversi, moltissime attivit: dalloshopping, alle riunioni, alle attivit dilavoro di gruppo e di progetto.3. La citt inormata. Una citt smart capace di raccogliere e diondereinormazioni in modo capillare econtinuo, sia per quanto riguarda lanormale vita sociale ed economica, sia perquanto riguarda la gestione di situazioni

    di emergenza.4. La citt virtuosa. Una citt smartin grado di sruttare tutte le modernetecnologie per il risparmio energeticoe, in generale, per ridurre limpattosullambiente e sul pianeta che derivadalla presenza e dalle attivit di migliaiadi persone e prodotti che in varie ormeconsumano energia e producono riuti.5. La citt viva e dinamica. Una citt smartanche quando capace di generaree promuovere attivit culturali e ricreativeche qualicano il territorio, attiranotalenti, arricchiscono il tessuto urbano ene stimolano creativit e crescita sociale.6. La citt partecipata. La crescitadimensionale delle citt e il loroprogressivo trasormarsi in grandi

    agglomerati dove si perde la dimensionedella piazza medioevale, rende semprepi concreto il pericolo della perdita dicoesione sociale e dellimpoverimento deimomenti di incontro e socializzazione.Una citt smart capace di inventarenuove orme di partecipazione che,coniugando lutilizzo delle nuovetecnologie e nuove orme sociali diincontro, siano in grado di rinnovare ericreare il tessuto dei rapporti umani e leopportunit di conronto e dialogo.7. La citt sicura. La sicurezza delle

    persone e delle cose divenuta in moltecitt una delle principali preoccupazioni.Una smart cityinnalza il livello disicurezza grazie alluso di soluzioniinnovative di sorveglianza del territorio edi assistenza ai cittadini.8. La citt ben governata. Inne, nonmeno importante, una citt smartorenuove orme di governo in grado siadi monitorare e gestire il territorio ele dinamiche che in esso si sviluppano,sia di valorizzare il rapporto continuo ebidirezionale con i cittadini, le imprese,le entit vive che su di esso operano e sisviluppano.

    In sintesi, una smart city un luogodove tutti i processi vitali e nevralgici

    SMaRt citycoS e coSa non

    sono tantE LE dimEnsioni chE contribuiscono a rEndErE una citt

    intELLigEntE: mobiLit, informazionE, risparmio EnErgEtico, attivit

    cuLturaLi, partEcipazionE, sicurEzza, opportunit EconomichE.

    EssEnziaLE una visionE coErEntE E compLEssiva dELLo sviLuppo dELLa

    citt, con un impEgno di tutti gLi attori dEL tErritorio.SMARtCIty

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    aspetto critico lidenticazione di quellecompetenze e di quelle strutture operativee digovernanceche sappiano declinarenel breve e nel medio-lungo periodo unalungimirante strategia di costruzione dellasmart city.

    as fgg

    Cefriel, Politecnico di Milano

    Una smart citynasce da una visionecoerente e complessiva (olistica) deiprocessi di sviluppo del territorio e dauna governance efcace e capace diorchestrare e coordinare tutte le iniziative(pubbliche e private) che nel lorocomplesso portano alla creazione di unacitt smart.

    Csa servrebbe fare

    Per sviluppare una smart city necessariooperare a diversi livelli:- denire una vision di quali siano gliobiettivi di medio-lungo periodo che lacitt si pone- sviluppare le inrastrutture abilitantiquali, ad esempio, le reti in bandalarga wireless e sse, le reti di sensori

    ambientali, le smart grid- abilitare lo scambio intelligentee diuso di inormazioni e servizi,grazie alla creazione di standard dicooperazione applicativa tra soggettipubblici e privati (vedi Progetto strategico

    Ictper Expo 2015)- denire unagovernancedei processi disviluppo della smart cityche coinvolga siagli attori pubblici che quelli privati cheoperano sul territorio- promuovere lo sviluppo di applicazionie servizi, sia nel pubblico che nel privato,che siano coerenti e sinergici con la visione lagovernancedella smart city.Sono azioni allapparenza semplici epersino ovvie, ma la cui implementazionerichiede una matura consapevolezzada parte di tutti gli attori presenti sulterritorio che spinga ciascuno a arela propria parte in modo coordinato ecoerente, e non dispersivo e caotico.

    i vantagg per cttadne e mprese

    Se una citt smartsi caratterizza perle propriet e unzioni discusse inprecedenza, appare subito evidente che ivantaggi sono molteplici:- migliora la qualit della vita del singolo- aumenta lattrattivit e la competitivitdel territorio- si semplica il lavoro delle imprese- nascono nuove opportunit di sviluppoeconomico e sociale- aumenta il livello di partecipazione deisingoli alla vita politica e culturale delterritorio.Non si tratta solo di slogan o di speranzeingenue. Molteplici sono le evidenzeche giusticano e raorzano questeconsiderazioni e ipotesi di azione,rendendole concrete e realizzabili. Il vero

    del vivere sociale vengono riletti, grazieanche alluso delle tecnologie, allo scopodi migliorare in modo radicale qualitdella vita, opportunit, benessere, svilupposociale ed economico.

    Csa nn na smart cty

    roppo spesso, si riduce il concetto dismart citya interpretazioni parziali elimitative.Una smart city pi di una citt dotata diun sistema di comunicazione wireless, coscome un sistema erroviario pi di uninsieme di binari. Ovviamente, servonoanche i binari, ma una smart citynonla si crea, per esempio, semplicementeattraverso progetti come le reti wi-cittadine: gi oggi nelle citt non manca

    connettivit wireless, in particolare, quella3G oerta dagli operatori. Certamente,maggiore connettivit (gratuita o abasso costo) a disposizione dei cittadinipotrebbe acilitare la diusione eruizione di certi servizi, anche se diatto una rete wi- comunale a delpubblico un operatore almeno in parzialeconcorrenza con gli operatori privati.Comunque sia, le reti wi- non sono unattore che di per se stesso generi serviziinnovativi o comunque diversi e miglioririspetto a quanto oggi gi disponibile:non apportano nulla di sostanzialmentenuovo o in reale discontinuit con lasituazione esistente.Allo stesso tempo,per rendere smart unacitt non basta immaginare singoli servizievolutiper linomobilit, il controlloenergetico, la sicurezza urbana e altri adalto valore per il cittadino. Ovviamente,questi servizi sono molto utili edesiderabili, ma se concepiti come isole ase stanti, rischiano di non essere efcacio addirittura irrealizzabili. Per esempio,per ornire servizi di inomobilit divalore necessario pensare non solo a

    sosticati sistemi di pianicazione eottimizzazione dei ussi di trafco, maanche e soprattutto a come raccoglieree integrare (in tempo reale o quasi) itanti dati che sono indispensabili perrealizzare queste unzioni di simulazionee calcolo: movimenti dei mezzi pubblicie privati, movimenti dei cittadini, statodei lavori pubblici, operativit delleutilities(per esempio, la raccolta riuti)e tanti altri ancora. Se non ci ossemodo di raccogliere e organizzare questamolteplicit di inormazioni, che servonoper lo pi in orma anonima o aggregata equindi garantendo la privacy dei cittadini,anche il pi sosticato sistema dimonitoraggio, pianicazione e controllorisulterebbe nei atti inutile.

    ALFONSOFUGGETTA

    Ce e dee scenc d Cefel,Cen d eccellenza pe la ceca,

    lnnvazne e la faznenel see dellInformation &Communication Technologydellecnc d mlan. insena allecnc d mlan ed Faculysscaepess lInstitute for

    Software Research, Unves dellaCalfna (ivne).Ha fa pae d nuesans alan e nenaznal:cdnae del Ca ecnc-

    scenc pe la new ecnye lnnvazne ecnlca,eb del Core Expert Groupsu Sfwae technly dellaCssne eupea, eb

    della Cssne sul sfwaepen-suce e della Cssnepe la valuazne de pe de-venen del paenpe lnnvazne e le ecnle.Ha cllaba cn pa, Cnpa,

    nse della Salue, nse delav, nse dellisuzne,rene bada. il su s web www.alfnsfuea..

    CHI

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    tutta lintelliGenzache SeRVe alle citt

    Se provate a digitare sui motori diricerca il termine smart citieslotroverete in larga misura collegatoal resonto di conerenze, ad annunci dibandi europei e nazionali, ai proclami

    trionalistici dei sindaci, ai prodotti hardware e sotware e ai marchi deivendors. Niente di disdicevole, ma questo un modo limitativo di interpretare iltema.Preerisco, quindi, usare il termine Cittintelligente. Perch usare il termineintelligente? Cosa si deve intendere perintelligenza in una citt? e, meglio diuna citt? Ecco la mia denizione, picomplessa.La Citt intelligente unarea urbanadove le persone hanno a disposizioneconoscenza virtualizzata in mododiuso. La Citt intelligente il luogodove i processi cognitivi e partecipativisono il rutto di scambio, di condivisionetra le persone usando gli strumentimessi a disposizione sul web. Questiprocessi producono conoscenza. Questiprocessi virtuosi anno s che una citt, seintelligente, possa essere considerata unorganismo vivente. A sua volta la Cittintelligenteappartiene a un network dicitt connesse attraverso internet. Laragnatela internettiana oggi custodisceinnite quantit di conoscenza e di

    sapere.I contenuti che consentono alle personedi ruire della conoscenza sul web sono ilrisultato di unattivit di digitalizzazionedi ci che stato prodotto nel corsodei secoli dagli uomini. Siano essi testi,dipinti, otograe, lmati, musica, inlarga parte si tratta di banche dati dallaprovenienza la pi svariata.Dove sono custoditi, i contenuti inormato digitale, non ha importanza.Ci che a la dierenza il loro esseredisponibili a tutta lumanit, sempre eovunque. Possono essere i patrimonimuseali che vengono digitalizzati emessi sul web. Possono essere le grandibiblioteche digitali. Ma la conoscenza eil sapere sono anche il rutto dei nostri

    aLLa basE dELLa dEfinizionE di citt intELLigEntE c una conoscEnza

    virtuaLizzata diffusa. gLi strumEnti dEL wEb, in particoLarE quELLi chE pErmEttono

    a tutti di gEnErarE E condividErE conoscEnza, sono indispEnsabiLi pEr sviLupparE

    un nuovo modELLo di govErnancE.

    dialoghi e delle nostre attivit sullepiattaorme web. Non casualmente ilweb 2.0 denito come user generatedcontent. Quando ognuno di noi utilizzawitter o Facebook per commentare ciche succede nella citt, genera conoscenzae la condivide con altre persone.Quando postiamo un video su Youubegeneriamo conoscenza e la condividiamo.E cos, quando partecipiamo, in modo

    del tutto volontario, alla stesura diuna voce per lenciclopedia onlineWikipedia generiamo conoscenza. Equando partecipiamo a piattaorme dicrowdsourcingimprontate, ad esempio,alproblem solvingnel mondo domesticonon generiamo orse conoscenza per unacomunit?Pi gli esseri umani dedicherannotempo a generare contenuti sul web,abbandonando i media tradizionali, pidiventerannoprosumer, pi genererannoconoscenza.Potr sembrare pedante, ma lidea diCitt intelligente, anzi smart city, chesi consolidata glia dellattivit deivendors di prodotti It e di eccessivesemplicazioni culturali.

    I parametri per considerare smartCremona, non sono quelli che si userannoper giudicare le politiche smart di Seul.Dobbiamo avere in Italia il coraggio dicontestualizzare, di essere umili; troppospesso pecchiamo di autoreerenzialit.Nel mondo della globalizzazione diautoreerenzialit si muore. La cittintelligente non sotware, non hardware, non un assemblaggio

    stocastico di innovazione It.In denitiva, vorrei che si recuperasse unavisione umanistica e olistica della citt.Una visione che restituisca alla guraumana il ruolo centrale nellevoluzioneintelligente degli ambienti urbani.La Citt intelligente il luogo dove gliesseri umani usano consapevolmente perch la consapevolezza una acoltche appartiene solo al genere umano lemigliori tecnologie a disposizione.La Citt intelligente il luogo dove gliesseri umani attingono alla conoscenzacondivisa sul web, generando essi stessiconoscenza.In questo modo, la Citt intelligenteessa stessa una piattaorma web. La Cittintelligente un luogo digovernance

    FOTO:FORuM

    VIRIuM

    HELSINKI

    SMARtCIty

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    molto orti e autorevoli perch rutto diprocessi di condivisione, della capacit diprevedere e di immaginare, della volontdi avorire la realizzazione del nuovo.Ed eccoci, ai luoghi dellintelligenza.Che cos il cloud computingin una Cittintelligente? una semplice repositorydi dati di propriet di soggetti diversi?Il social cloud il cloud computingdi unaCitt intelligente il luogo in cui, adesempio, piattaorme di crowdsourcingedi social networkingmettono in relazionedati che provengono da onti diversegenerando cos una ricca catena di valoresociale ed economico. Questa visionea s che non ci si accontenti di avere adisposizione i dati che provengono dauna rete di sensori che rilevano i livelli diinquinamento dellaria.La Citt intelligente invece un ambiente

    dove i dati cartograci digitalizzativengono mesciati (mashup) con leinormazioni ornite da un sensoredella qualit dellaria rilevata da unaapp installata sul nostro iPhone. Questi

    dati arricchiti vengono a loro voltamesciati con i nostri commenti suFacebook, vengono taggati su Flickr ecc..Questi dati verranno poi contestualizzatisu una cartograa messa a disposizionedallamministrazione pubblica.La conoscenza cos arricchita e resadisponibile la base perch la governancecittadina attui scelte consapevoli econdivise con i cittadini. In questomodo si abbandona una visione della

    governanceche basa i suoi provvedimentisui divieti; si approda a una idea delgoverno basata sulla consapevolezza esulla condivisione delle scelte, anchele pi difcili. Si creano le condizioniper adottare politiche premiali, magariapprovate da community on line.Laermazione dellepocadellintelligenza diusa e disponibile in

    una citt cambia davvero tutto. Inatti,se la conoscenza virtualizzata diusae resa accessibile, viene meno una dellecostanti della citt contemporanea,dellintera organizzazione sociale

    del Novecento e del ordismo. Mirierisco alla contestualizzazionedei luoghi, del tempo, delle attivit.Oggi, lidea di attivit lavorativa legata a un orario e a un luogo. Mase la conoscenza disponibile in ogniluogo, viene meno lobbligo di legarein modo indissolubile spazio, tempo,attivit. Le attivit possono esseredecontestualizzate generando beneciimmensi, ad esempio, per lambiente, evalore sociale per la collettivit.Insomma, la Citt intelligente il luogoconcepito per cambiare in meglio ilnostro modo di vivere.Mi sono permesso di proporre pochiesempi dei cambiamenti possibili, maquesto il mio sogno, la mia visione diuna Citt intelligente.

    M V

    Direttore generale di Vega, Parco

    scientico tecnologico di Venezia

    Con lapprovazione del secondo Decreo Crescia da pare delgoverno (ribaezzao, proprio per i suoi conenui, Dl Crescia 2.0)

    arrivano le ano aese norme per lauazione dellAgenda digiale

    ialiana.Le nuove norme, come ha dichiarao il governo in sede di

    presenazione del decreo, punano, in modo ambizioso, a fare

    del nosro paese un luogo nel quale linnovazione rappreseni unfaore sruurale di crescia sosenibile e di rafforzameno della

    compeiivi delle imprese.

    Con lapplicazione dellAgenda digiale, aumenano foremenei servizi digiali per i ciadini, che poranno avere un unico

    documeno eleronico, valido anche come essera saniaria,

    araverso il quale rapporarsi con la pubblica amminisrazione.Via libera anche alle ricee mediche digiali, al fascicolo

    universiario eleronico, allobbligo per la pubblica amminisrazionedi comunicare araverso la posa eleronica cerificaa e di

    pubblicare online i dai in formao apero e riuilizzabile da ui.

    Significaivi risparmi di spesa e maggiore efficienza arriverannodalla digializzazione delle noifiche e delle comunicazioni

    giudiziarie, che assicureranno il manenimeno del principio di

    prossimi del servizio giusizia nei confroni di ciadini e imprese.Viene inolre inegrao il piano finanziario necessario

    allazzerameno del divario digiale per quano riguarda la banda

    larga (150 milioni sanziai per il cenro nord, che vanno adaggiungersi alle risorse gi disponibili per il Mezzogiorno per

    banda larga e ulralarga, per un oale di 750 milioni di euro) e siinroducono significaive semplificazioni per la posa della fibra

    oica necessaria alla banda ulralarga.

    Per la prima vola, nellordinameno del nosro paese vieneinrodoa la definizione di impresa innovaiva (startup).

    Il Dl Crescia 2.0 afferma il minisro allo Sviluppo economico

    Corrado Passera un insieme di iniziaive che disegnano lIaliache vorremmo. Da oggi sar pi facile dar via a una impresa

    startup innovaiva, unazienda che nasce e produce nuove iniziaive

    ecnologiche a condizione che si rai di progei molo raspareni,con un grande conenuo di innovazione. Il nosro Paese pieno

    di imprendiori, ma difficile far nascere aziende perci abbiamo

    ascolao molo, in giro per lIalia e confronao le miglioriesperienze sraniere, chi ha fao di meglio e di pi, su queso

    seore, una consulazione che ha coinvolo migliaia di persone conesperienza di startup, coordinao da una task force del minisero.

    La doazione complessiva subio disponibile di circa 200 milionidi euro. Una vola a regime, la norma impegner 110 milioni di euroogni anno.

    Il recepimeno dellAgenda digiale europea e le innovaivedisposizioni in ema di sar-up inendono favorire un sisema

    economico-sociale dove la circolazione del sapere, la condivisione

    delle informazioni di pubblica uili, gli sandard aperi eineroperabili, la possibili di sviluppare imprendioriali facendo

    leva su ecnologia e aivi di ricerca e sviluppo, cos come su un

    fore raccordo con i mercai inernazionali, la conneivi e i servizidigiali al ciadino cosiuiscono le basi per far avanzare il paese

    soo il profilo ecnologico e per aprire una nuova fase di sviluppo

    sosenuo e sosenibile.Le norme conenue nel Dl Crescia 2.0 sono fruo del lavoro

    della Cabina di regia per lAgenda digiale ialiana, lorganismo

    inerminiseriale, cosiuio a marzo 2012, che ha coinvolomolissimi inerlocuori pubblici e privai (amminisrazioni,

    isiuzioni locali, mondo produivo), anche araverso unaconsulazione pubblica.

    (S.F.)

    NASCE LAGENDA DIGITALE ITALIANA

    La conferenza sampa di presenazione del decreo leggeCrescia 2.0, il 4 oobre 2012. Da sinisra Filippo Paroni Griffi,Corrado Passera, Mario Moni, Francesco Profumo.

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    StoRia, tRadizioni, futuRotRa utopia e innoVazione

    Nel 2008, per la prima volta nellastoria, la maggioranza dellapopolazione mondiale vivevaallinterno delle citt. Nel 1900 era soloil 13% e si prevede che entro il 2050

    questa percentuale salga no al 70%. Ilenomeno diuso su tutto il pianeta.Legato a questo enomeno lemergeredelleconomia dei servizi. I servizi non silimitano ad assorbire molti occupati, masono da diverso tempo la componentepi importante del Pil. Non si trattasolo di un dato puramente quantitativo.La crescita di importanza dei servizista cambiando qualitativamente ilunzionamento del sistema economico,con modalit che sono ancora in parteinesplorate. E come noto il luogoelettivo di sviluppo dei servizi sono lecitt.La citt diventa dunque il luogo dellegrandi opportunit di sviluppo (non soloculturali e sociali, ma anche economiche),ma anche il luogo dei grandi problemidella contemporaneit. Nelle citt vieneprodotto pi del 50% del Pil mondialee questa percentuale cresce nei paesipi sviluppati. I centri urbani occupanopi del 2% della supercie terrestre ein citt viene consumato circa il 90%delle risorse prodotte nel mondo. Nellecitt avviene il 70-80% del consumo

    energetico nazionale dei paesi Oecd e gliedici incidono per il 40% dei consumienergetici mondiali. Oltretutto, nellecitt vengono prodotti il 45-75% delleemissioni totali di gas serra e il trafcoha un ruolo essenziale. Anche la povertdilaga, trovando nelle citt il suo humusnaturale: secondo le Nazioni Unite e laBanca mondiale, nel 2028 il 90% dellapovert sar urbana e il 50% dellumanitvivr sotto la soglia della povert incondizioni urbane degradate.

    Smart cty: nnvazne tpa?

    Le smart citiessono il capitolo recentedi un libro che ha origini antiche e che

    La vErsionE contEmporanEa dELLa citt idEaLE stata proposta da tEcnoLogi

    E muLtinazionaLi dEL digitaLE. sE si vogLiono cogLiErE a piEno LE potEnziaLit, si

    dEvono rispEttarE storia, tradizioni E vocazioni dELLE nostrE citt, tutELando E

    rafforzando LaspEtto idEntitario.

    ha cercato nel suo svolgimento didenire la citt ideale, il luogo desideratodove si sarebbe voluto (e spesso dovuto)vivere. E questa sua appartenenzaal pensiero utopico ne svela alcune

    dimensioni ideologiche e irrazionaliche sono spesso nascoste dal linguaggioasettico e oggettivo della tecnologica.Vi sono due correnti di pensiero rispettoal contributo della tecnologia nella vitaquotidiana e quindi rispetto al ruolodella citt come emblema del pienomaniestarsi della tecnica: quella pinaturista, dove il vivere collettivoche la citt (e luso spregiudicato dellatecnica) ha corrotto. Queste teoriepredicano dunque il ritorno a uno stato dinatura libero e innocente. Altre come adesempio quella di Bacone danno invecealla tecnica e quindi alla citt ideale ilcompito di ricomporre uno stato corrottoe degradato dallanimo selvaggio edegoista delluomo. certamente questa

    seconda visone da cui deriva il concetto dicitt intelligente.Molti grandi pensatori si sono cimentaticon la citt ideale: pensiamo alla Cittdelle donnedi Aristoane o alle visioni

    platoniche non solo de La Repubblicama anche di Atlantide ripresa tra laltrodal gesuita-scienziato Athanasius Kirchernel suoMundus subterraneus.Nel dialogo La Repubblica, inizio ematrice di moltissime successive utopie,si parla di una citt ideale, cercandodi denirne un modello astratto chein qualche modo prescinda da ognipossibilit pratica di realizzazione.Il punto di maggiore contatto con lideadelle smart cities per nellaNuova

    Atlantidedi Bacone, opera incompiutascritta probabilmente tra il 1614 e il 1617.In questa citt la scienza sovrana, e sisperimenta e si studia continuamente. La

    Nuova Atlantide lautentico maniestodellideale baconiano della scienza,

    SMARtCIty

    FOTO:ALuI0000

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    solo decisori e ornitori) per cogliere apieno le potenzialit oerte dalle nuovetecnologie, ma in piena armonia con lastoria, le tradizioni e le vocazioni dellenostre citt, diverse non semplicementepi piccole rispetto alle megalopoli chestanno spuntando come unghi da orientea occidente.Laspetto orse pi caratterizzante le cittitaliane inatti il loro cuore antico, ilcentro storico e il patrimonio culturalediuso: pi che un limite verso la loromodernizzazione, questa caratteristica invece una straordinaria occasione per unaorte caratterizzazione identitaria e pu(anzi deve) diventare il laboratorio a cieloaperto dove sperimentare le tecnologie ele soluzioni pi avanzate.Queste specicit comportano rispostedierenziate: non solo efcienza

    energetica, dunque, n riduzionedellinquinamento, controllo dellasicurezza o mobilit sostenibile, ma anchevalorizzazione dei centri storici, creazionidi strade del commercio, introduzione dinuove soluzioni di welare, realizzazionedi liere corte alimentari. Lidentit diuna citt va inatti tutelata e raorzatae ci importante per molti motivi,ma soprattutto per il atto che le cittcompetono oramai ra di loro: per lerisorse comunitarie, per i talenti, per ituristi.Le tecnologie applicabili al contestourbano sono moltissime: rigenerazioneurbana, design dellesperienza, sensoristicae nuovi materiali, Ngn, cloudeInterneto things, nuovi sistemi di mobilit dipersone e merci, solo per citarne alcune.Ma per cogliere in maniera autentica eduratura le grandi opportunit apertedalla sempre pi esuberante innovazionetecnologica, le tecnologie devonoritornare a essere strumenti (e nonne) e vanno comprese in proondit,cogliendone con chiarezza anche leombre o addirittura i lati oscuri peraltro

    in aumento.Le cose da are sono molte e servonopriorit, analisi costi/beneci, trasparenzaprogettuale. Da dove partire dunque ?Il libro Citt intelligenti? Per una viaitaliana alle Smart Cities(Luca SossellaEditore, Roma, 2012) dedica moltospazio alle proposte. Le aree di interventosono denibili a priori, ma i contenuti ele priorit relative dipenderanno sia dallavocazione del territorio sia dallagendapolitica dei suoi amministratori.

    ar Grkanso

    un presente puntiorme ha provocatoun indubbio impoverimento dellaprogettualit sociale e una perdita dellacapacit di contestazione degli ordinicostituiti: da qui l esigenza di costruirenuove utopie.Ed in questa scia che si ormatoil pensiero delle smart cities, costruitoper non da loso o pensatori, matecnologi e uomini di marketing di alcunemultinazionali del digitale. E poi hatrovato terreno ertile nella Commissioneeuropea che essendo pi lontana daitemi gestionali dedica non pocherisorse a concettualizzare e stabiliremodelli e obiettivi irraggiungibili per ilbuon governo (uno per tutti il patto diLisbona).Ma dietro la visione delle smart citiesnon c solo una visione di citt ideale,

    di giusto governo, di impiego correttodelle tecnologie ma cosa pi delicatae problematica una vera e propriaconcezione antropologica che descriveuna realt che si desidera vengacontrollata dalle macchine (da sotware diprocesso, agenti intelligenti, piattaormedi business intelligence) in quanto luomosenza tecnica rimane senza guida,strutturalmente disordinato, incapacee sostanzialmente egoista: una veraidolatria della tecnica. A ben guardare iluturo richiamato dalle riessioni sullesmart cities pi distopico che utopistico.Inatti le smart citiesvengono vendutenon tanto per attuare una citt idealequanto come ricette necessarie percombattere un uturo apocalittico, attodi carenze energetiche, trafco invivibile,inquinamento diuso e problemi diusidi sicurezza.

    una prpsta

    Le smart citiessono dunque una grandeoccasione: il tema va per arontato

    nel modo giusto e non semplicementeimitando buone pratiche. Lapproccio,inatti, non deve essere una pallidaimitazione dei modelli americaniche partono da una visione distopicadel vivere urbano (caos diuso,insicurezza sociale, problemi di energiae inquinamento ecc.) e danno alletecnologie digitali un potere quasimagico, ma non deve neanche essere unasemplice risposta ai bandi europei perracimolare le sempre pi esigue risorsenanziarie pubbliche a disposizione perlinnovazione.Deve piuttosto diventare loccasioneper riettere a ondo sul uturo dellenostre citt, riunendo attorno a tavoliprogettuali i principali attori (non

    intesa come sperimentazione chepermette alluomo di dominare la naturapiegandola ai suoi ni e ponendola alservizio dei suoi valori morali.La grande assenza contemporanea delpensiero utopico e del sogno che nasceanche da quella paura del uturo cheRemo Bodei ha chiamato ssazione in

    FOTO:CHOOSECHICAGO

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    coMe iMMaGinaRela citt che VeRR

    il momento delle smart cities. Neparlano tutti. Si organizzanoconvegni e simposi. Vengonolanciati programmi e nanziamenti. Siinvitano a parlare media guru e sedicenti

    esperti. utti i giornali ne scrivono eospitano commenti in materia. Ma cosaesattamente voglia signicare questaespressione ancora non chiaro. Non sitratta di un paradigma gi denito, ma invia di denizione, come u per il concettodi sostenibilit, durante gli anni 90, esoprattutto per le pratiche.Letteralmente smart citysignica citturba, citt scaltra. In Italia, patria diurbi e urbetti, con una certa pudicaipocrisia, traduciamo in citt intelligente,signicato che ha anche in inglese,intendendosi per in quella linguaunintelligenza rapida, quasi rapace nelcogliere occasioni e opportunit, percompetere con gli altri e prendersi laposta. Non si tratta dellintelligenza vera,quella lenta e riessiva, che in inglesesi traduce con intelligencee cleverness,ma di unattitudine alla corsa. Possederequesta attitudine rappresenta una qualitimportante, ma non sempre determinante,soprattutto nelle scelte strutturali e dilungo periodo.

    Qualche anno addietro allaggettivo smart

    erano ancora associati signicati piampi di quanto non sia oggi. sufcientenavigare qualche minuto su Google percomprendere quanto vasto sia e osselargomento e come progressivamentesi sia andato restringendo. Potevaessere considerata smartuna cittcapace di rigenerarsi socialmente e/oproduttivamente, ma anche una cheavesse puntato le propriechessu culturae creativit, o che avesse saputo migliorare

    iL concEtto di smart city andato graduaLmEntE riducEndosi ad aspEtti tEcnoLogici

    rELativi a pochi sEttori. LitaLia avrEbbE grandi potEnziaLit pEr una sostEnibiLit

    ambiEntaLE duratura, coinvoLgEndo anchE LE citt mEdiE E piccoLE. i Limiti cuLturaLi E

    poLitici dEL paEsE rEndono pEr difficiLE uno sviLuppo davvEro smart.

    lefcienza dei propri apparati pubblici.Oggi la nozione corrente si ristrettaagli aspetti tecnologici collegati a unamanciata di settori: il trasporto pubblico,le costruzioni civili e, soprattutto, lecosiddette smart grid, ovvero le retidi trasmissione dellenergia e delletelecomunicazioni. Lobiettivo di ondo quello di migliorare la qualit dellavita, dellaccessibilit e delle connettivit,

    aumentando lefcienza e riducendoalcuni impatti sullambiente:- inquinamento da trasportoautomobilistico- maggiori emissioni in atmosera causatedal consumo inutile di energie ossilia causa della dispersione termica negliedici- aumento del potenziale di trasportodellenergia- aumento della capacit e dellaconnettivit delle reti per le Ict e le lc.utto ci che ha a che are con dispositivitecnologici (accumulatori, convettori,ripetitori, e poi palmari, laptop etablet), che aumentano capacit evelocit di trasmissione, di stoccaggioe di interazione con le reti intelligenti.

    In questo senso smartsta proprio asignicare: essere rapidi, nelluso, giacchper la denizione di Bat (Best AvailableTechnologies) occorrono anni.

    le sn dea tecnga

    Personalmente ritengo pi appropriato,almeno per il contesto italiano, luso

    dellaggettivo smartinteso in senso ampio:una qualsiasi citt che sappia valorizzarele proprie vocazioni investendo ininnovazione e nella diusione di essa,osse anche nella produzione di ori, puessere considerata una smart city, unacitt (intesa come comunit civile) in cuilintelligenza pratica e rapida permette unavanzamento complessivo, aumentandoneil capitale sociale.Malgrado questa mia interpretazione,comprendo perettamente le ragionidellegemonia tecnologica, che portaa restringere il campo ai tre principalisettori gi menzionati, che poi siarticolano in ulteriori diramazioni:trasporti, inrastrutture, mobilit;

    green buildinge produzione di energie

    1

    1 olypc ak d nda 2012, spessndca ce un del esep d sacy.

    SMARtCIty

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    Una politica siatta oltre a garantireuna platea maggiore di beneciari,consentirebbe una pi sana redistribuzioneterritoriale delle risorse e degliavanzamenti tecnologici e ridurrebbe ilrischio, molto elevato in Italia, del ritardo,del allimento e dellincompiutezza. Per ilPaese, nel suo complesso, sarebbe assai pivantaggioso contare su una vasta plateadi citt parzialmente smart, piuttosto chesu poche smart citiesa tutto tondo, chenon vedremo mai. Siccome sarebbe pivantaggioso agire in questo modo, a causadel livello di irrazionalit (e mi ermo qui!)a cui ci condanna la politica nel nostroPaese, non vedremo mai questo obiettivorealizzato, almeno non nel breve periododel prossimo quinquennio. Per il territoriosar unulteriore penalizzazione, cos comeper le nostre piccole e medie imprese, che

    gi sono penalizzate dal sco, dal credito eda un ritardo inrastrutturale incolmabile.In molte citt ci sono orze sane eamministrazioni efcienti ed efcaci.Molte citt saprebbero cosa are e comearlo. Semplicemente non possono opossono in scarsa misura perch nelnostro Paese non abbiamo mai avuto unavera e propria politica di Stato per le citt.Malgrado questa incontrovertibile verit, un dovere auspicare che il movimentoavviato e le politiche di recente promosseper le smart citiesdiventino uno deitemi centrali della gestione urbana nelprossimo uturo.

    Gr fr

    Universit di Ferrara

    e sostenuta, e quindi occupazione, siain termini di qualit ambientale. Sipensi allenorme patrimonio pubblicodi edici a uso istituzionale: municipi,province, regioni, scuole, universit,amministrazioni dei pi vari livellie agenzie pubbliche, poste, errovie,ospedali, impianti sportivi ecc. Si pensiallarretratezza delle piccole tecnologieche governano tali edici: impiantielettrici, impianti di riscaldamento orarescamento, reti idriche. Quantedi queste tecnologie potrebbero essererinnovate e aggiornate, permettendo ainostri edici di essere pi intelligentie risparmiando energia o acqua?LUniversit di Ferrara, anni addietro, hasostituito il proprio sistema teleonicocon una tecnologia Voip. Il costodellinvestimento stato intorno ai

    500 mila euro. Ogni anno lAteneorisparmia qualcosa come 600 mila euro diteleonia. Se queste piccole innovazionisi applicassero agli impianti elettrici(interruttori otocellulari), alle reti diriscaldamento, potenziando la geotermia,dove esistente o la generazione di energiarinnovabile, alleliminazione delle migliaiadi generatori di aria condizionata, sipotrebbero ottenere risultati immediatiin termini di riduzione dei consumi,quindi dei costi e, in ultima analisi, disostenibilit diusa e di lunga durata.Per una simile interpretazione dellasmart citybisognerebbe riconoscere,pragmaticamente, che lItalia attacome atta, ha cento citt e cittadine,molte virtuose (e anche tante arretratee malgovernate), che non tutte hannorisorse e mezzi per investire nellalto di

    gammadella tecnologia, oppure che taliinvestimenti in termini di costi benecipotrebbero risultare meno efcaci diinvestimenti diusi, anche se menoinnovativi.In denitiva, non esiste un solo modoper essere smarte non ha senso, in Italia,

    pensare che solo le citt pi grandidebbano essere sospinte a diventare smart,perch non possibile, se non in unmondo ideale, a cui non apparteniamo,immaginare una Milano, una orino ouna Bologna completamente smart, valea dire su tutti i ronti lungo i quali questoobiettivo deve essere perseguito. Si pusperare e aspirare a diventare eccellenti, sulmedio periodo, su uno o due dei settorismart, mentre certo che moltissimecitt, con aiuti non esorbitanti, potrebberoraggiungere lobiettivo nel settore in cuihanno gi dato prova di essere avanzate,veloci, intelligenti. La citt ideale non mai esistita e per questo stata semprericercata e agognata nelle arti, in pittura, inletteratura, nei trattati rinascimentali.

    rinnovabili; telecomunicazioni, bandalarga, digital divide. Credo che siaevidente a chiunque il potenzialeeconomico che pu essere liberato graziea investimenti massicci in questi settori.Allo stesso modo credo che bisognerebbeanche essere un po pi scettici sullemagniche sorti e progressive dellatecnologia nel miglioramento della nostraqualit della vita o nella riduzione degliimpatti ambientali. Com noto, malgradoquanto aermassero agli inizi degli anni90 i guru della rivoluzione inormatica,il consumo di carta enormementeaumentato con il diondersi dellestampanti, piuttosto che diminuire grazieal diondersi delle telecomunicazioni.Com noto, il netto miglioramentodellefcienza dei motori a scoppio nonha comportato un minore consumo di

    petrolio, ma un irragionevole innalzamentodelle cilindrate delle automobili circolanti,con il risultato che i consumi e gliinquinamenti si sono impennati negliultimi due decenni, anche se i carburantipuzzano meno e quindi nella vita di tuttii giorni non lo percepiamo. Com noto,inne, la diusione del teleono cellulareo della posta elettronica hanno reso moltopi comoda e semplice la unzione dellacomunicazione, ma hanno anche elevatoil nostro stress quotidiano da eccesso diconnessione.

    Qa prspettve per itaa?

    Dunque, benissimo linnovazionetecnologica, ma non ci si accia troppeillusioni sul risultato nale, soprattutto intermini di sostenibilit ambientale. Questapotr essere raggiunta non tanto e non soloperch le citt sono diventate smart, madopo che interi pezzi di umanit abbianomodicato i propri comportamenti eridotto i propri consumi.Le citt italiane iniziano a muoversi. Alle

    amministrazioni locali viene detto diinvestire, anche se si dimentica che la lorocondizione drammatica e le risorse nonci sono. Le risorse messe a disposizionedal presidente Monti e dai ministriPassera e Proumo sono importanti, mapoca cosa rispetto alla rilevanza dellasda e al peso del ritardo accumulato inquesto decennio perduto, soprattutto intermini di inrastrutture per la mobilit e itrasporti. In ogni caso, si tratta di obiettiviimportanti. Il problema che avranno unimpatto limitato, sia in termini di cittcoinvolte, sia in termini di risultati sulronte della sostenibilit.Un altro approccio potrebbe risultareorse meno smarte innovativo, ma pagaredi pi sia in termini di economia prodotta

    GIANFRANCOFRANZ

    che e ubansa. p avensena a lun pess la facl

    d cheua d Feaa pfesse d Ecna ubanae enale pess la facl dEcna e d ancazneeale e abenale pess la

    facl d Scenze dellUnvesd Feaa. al 2007 de lase nenaznale Ec-lsed pesdene del Caecnc-scenc del Cnsz

    unvesa pe la ceca sc-ecnca e pe labene(Cusa). al 1998 fa pae decnsulen espe della reneEla-rana pe le plche

    e pa d qualcazneubana.

    CHI

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    LVz RDU UV PRTPzIL SUCCESSO DI UNA CITT SMART LEGATO ALLA CAPACIT DI STIMOLARE LE COMUNIT AESSERE PARTE ATTIVA DEI PROCESSI DI INNOVAZIONE. LA PARTECIPAZIONE DEVE DIVENTAREUNA COLLABORAZIONE STRUTTURATA PUBBLICO-PRIVATO, CE COINVOLGA RICERCA,GOVERNO LOCALE E AZIENDE.

    Le grandi iniziative per lEuropa del2020, Patto dei sindaci (Covenant oMayors) e Smart Citiesin primis, peravere successo implicano un ribaltamentodel paradigma che ha guidato i processi

    partecipativi inclusivi come uronodisegnati ventanni a dalla Conerenzadi Rio e da Agenda 21. Un ribaltamentoche vede gli stakeholdernon pi comeportatori di interessi, spesso divergenti, dacondurre a sintesi, ma partner e promotoridi iniziative coordinate.In questi anni lesperienza ha dimostratocome i processi dipolicy makingaperti einclusivi siano unzionali a migliorare laperormance democratica del governolocale e come lavorando con i cittadini,le organizzazioni della societ civile, leaziende e gli altri stakeholdersi siano potutemigliorare le prestazioni e la qualit deiservizi pubblici.Il modello che vede gli attori di unterritorio (prot e non prot) interagirecon un soggetto pubblico che guida econtrolla il processo di denizione dipolitiche o di realizzazione di iniziative per inadeguato rispetto alla portatadelle sde di cui ci stiamo occupando peralmeno tre aspetti:1. molteplicit dei livelli di azione,perch non parliamo semplicemente delmiglioramento di un servizio o di una

    politica, ma di una trasormazione radicaledelle nostre citt e del nostro modo diviverle2. quantit di risorse che necessariomobilizzare, rispetto alle quali lentelocale pu avere al massimo un ruolo dicatalizzatore3. criticit del attore tempo, perch necessario agire subito e rapidamente.Il successo di una citt smarto di unPiano dazione locale del Covenanto Mayors legato alla capacit distimolare la comunit locale non tantoa prendere parte a un processo, ma piproondamente a esserne parte, attivandoe mettendo in rete le proprie competenze einvestendo direttamente le proprie risorsegarantendo ascolto, presidio, interazione

    e comunicazione. La sda coglierecontestualmente il duplice obiettivo dimigliorare la vita dei cittadini e di avviareprocessi di sviluppo economico locale,anche stimolando la nascita di attivitimprenditoriali che sviluppino unoertalocale di smart technologye di servizidi supporto, rispetto ad esempio alladigitalizzazione.Perch queste iniziative sianoeettivamente il motore di crescitae sviluppo intelligente, sostenibile einclusivo, come nelle intenzioni dellastrategia Europa 2020, indispensabileche nella attuale ase di start-up siacentrale il coinvolgimento direttodi quelle imprese e degli altri attorieconomici in grado di dare gambe alle

    iniziative. Nel passato, anche recente, illoro coinvolgimento stato raramenteefcace, a dierenza di quanto avvenutoper altri soggetti, come lassociazionismoe il terzo settore in generale. necessariocomprendere e correggere i motivi diquesta scarsa attenzione, perch senza laspinta propulsiva del tessuto economico impossibile raggiungere gli obiettividi innovazione, digitalizzazione erazionalizzazione delluso delle risorseenergetiche che ci stiamo dando.A supporto di questi nuovi processipartecipativi necessario innanzituttoattivare dei nuovi strumenti di supporto.In particolare necessario dotare la cittdi inrastrutture (siche e/o virtuali) permettere in connessione i soggetti chiave,

    quali lindustria, la ricerca, gli sviluppatori,le organizzazioni della societ civile, glienti locali e le unzioni ondamentalidella citt (ad esempio ospedali, universit,aeroporti, porti ecc.). Con questo scopoa Genova ad esempio stata creatalassociazione Genova Smart City (www.genovasmartcity.it), mentre a Barcellona stata lanciata dal Comune una piattaormapubblico-privata per lo sviluppo delle-mobility (http://w41.bcn.cat/web/guest).Queste piattaorme, al di l delle specicitlocali e delle modalit con cui operano, disolito hanno lo scopo di:- supportare la denizione del quadrostrategico di rierimento (es. Piani diazione)- connettere i soggetti che possono dare

    vita a iniziative locali (es. sviluppatori ditecnologie con nanziatori e potenzialedomanda)- assicurare lo scambio di conoscenzee la creazione di partenariati pubblico-privato per la ricerca, linnovazione e ilnanziamento- ar emergere la domanda che il mercatolocale non in grado di soddisarein termini di qualit tecnologica oquantit (ad esempio nei settori chiavedellefcienza energetica e della mobilit).

    i mde a trpa eca

    Come gi sottolineato lobiettivo diandare oltre la semplice partecipazione,

    SMARtCIty

    FOTO:YAIC

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    Queste hanno un ruolo importante percoinvolgere in modo diuso il tessutoimprenditoriale locale, ma al processodevono partecipare direttamente e inautonomia le aziende in grado di darvita e partecipare direttamente allapartnership. chiaro che una collaborazione diquesto tipo supera lo schema classicodi partecipazione, basato sullascolto elinclusione del punto di vista dei propriinterlocutori, a avore di un processo diproonda e strutturata collaborazione incui ogni soggetto partecipa attivamentecon le proprie risorse al conseguimentodellobiettivo comune.Lenasi sulla necessit di coinvolgereattivamente le imprese non signicache dal processo siano esclusi i cittadini.Rendere una citt intelligente non

    semplicemente questione di tecnologieo innovazione dei servizi. Queste sono ilmezzo con cui raggiungere un obiettivostrategico di apertura democratica deimeccanismi vitali di governo, gestione eruizione della citt.

    Mauro Bigi, lessandra Vaccari

    Indica, www.indicanet.it

    - lesistenza di un sistema di misurazionee valutazione degli esiti dellacollaborazione.Il modello di rierimento, tipico deiprocessi di innovazione, quello dellatripla elica. re sono inatti le categorie disoggetti in grado di attivare la partnershipinnescando il complesso processo diinnovazione verso la citt intelligente: laricerca, il governo locale e le aziende. Leattivit di coinvolgimento e le relativeinrastrutture devono quindi esserepensate per coinvolgere questi diversiattori. In pratica si devono attivare,coinvolgere e ar collaborare una seriedi soggetti chiave per ciascuna di questecategorie. Per la ricerca le universit, ipoli tecnologici, i centri di ricerca e lereti, anche non istituzionali, di soggettipubblici o privati che producono ricerca

    e innovazione. Per il governo localei Comuni, le Province, le Regioni egli altri soggetti pubblici che hannocapacit di inuenzare il processo (adesempio enti parco, sovrintendenze eassociazioni dei Comuni). Per quantoriguarda le aziende necessario superareil modello tradizionale di interazionepubblico-privato che vede la mediazioneda parte delle associazioni di impresa.

    vedendo gli attori del territorio non solocome portatori di interesse ma comeveri e propri partner. A prescindere dallemodalit e strumenti di partecipazioneche si decide di attivare importantecreare da subito le basi per cui linterainiziativa sia inquadrabile come unapartnership pubblico-privato. Questosignica attivare un processo dicollaborazione strutturato che porta inun arco di tempo denito (ad esempioil 2020) diversi attori a condividereun obiettivo comune (ad esempio lariduzione del 20% delle emissioni diCO2). In particolare le caratteristicheche distinguono una collaborazionedi partnership pubblico-privato da unpercorso limitato alla partecipazione sono:- la denizione di obiettivi e targetquanticati

    - la durata relativamente lunga dellacollaborazione, che ha una durata denitae termina al raggiungimento dellobiettivo- la cooperazione durante linterosviluppo del progetto, dallideazione allaconclusione- la compartecipazione di risorse (anchenanziarie) ed eventuali rischi- la ormalizzazione della collaborazione ela denizione di un sistema digovernance

    Come noo agli inerveni voli alladigializzazione (o demaerializzazione)viene daa paricolare priori allinernodei programmi di sviluppo che leisiuzioni a vari livelli sanno semprepi promuovendo in oica di crescia,

    innovazione e sosenibili. tra quesiprogrammi si collocano sicuramenequelli relaivi alle Smart cities andcommunities e allAgenda digitale.Su queso frone il Gruppo Hera ha

    pianificao per lauunno 2012 lavvio diunuleriore campagna di promozionedella bollea eleronica, alla quale sardaa ampia visibili in considerazionedei due imporani obieivi, enrambi

    con fore valenza ambienale.Il primo obieivo di incremenare dialmeno 100 mila uni i conrai coninvio eleronico della bollea (pi cheraddoppiando quelli auali) oenendocos i rilevani benefici ambienali

    connessi alla de-maerializzazionedella bollea. La gesione radizionaledella bollea implica infai luilizzo diun significaivo quaniaivo di cara,accano ai consumi e alle emissioni

    associai alla loro produzione erasporo. Senza poi dimenicare gliimpai derivani della loro disruzioneovvero della loro gesione come rifiui.

    CON LA BOLLETTA DIGITALE DEL GRUPPO ERAI BENEFICI AMBIENTALI RADDOPPIANO

    FoCuS

    Scegliere la bollea eleronica significa

    perci compiere unazione di per s a forevalenza ambienale.Il secondo obieivo, dipendene dal primo, quello di meere a dimora 2 mila alberinelle ci. La campagna propone infai

    ai clieni di aderire alla bollea eleronicaoffrendo nello sesso empo la possibili diconribuire alla pianumazione di alberi nelloro erriorio. Liniziaiva prevede la messaa dimora di un albero ogni 50 conrai che

    passano allinvio eleronico della bollea.La scela ambienale di adesione allabollea eleronica da pare del cliene vienecos poenziaa assumendo una doppiavalenza ambienale (alla riduzione dellaCO

    2connessa alla de-maerializzazione

    della bollea si somma la riduzione dellaCO

    2derivane dai nuovi alberi) con ricadue

    posiive anche dal puno di visa sociale(araverso un migliorameno dellambieneurbano con nuove aree verdi fruibili dai

    ciadini, come ad esempio parchi perle scuole o viali alberai riprisinai). Glialberi saranno di circa 2-3 meri e quindiin grado di dare fin da subio un nuovovolo, riqualificao, al coneso urbano.

    Limporanza delle aree verdi in ambiourbano si lega al fenomeno del cambiamenoclimaico: olre a sequesrare la CO

    2, le piane

    hanno un ruolo imporane nella miigazione

    del microclima urbano e in paricolare

    del fenomeno, ipico dei cenri urbani,dellisola di calore.La demaerializzazione della bolleaabbinaa alla pianumazione di alberinelle aree urbane rappresena una

    dimosrazione dellimpegno del Gruppoverso lambiene e le comuni locali.I Comuni diveneranno parner diHera nella promozione della bolleaeleronica araverso la sooscrizione

    di uno specifico proocollo dinesa edovranno selezionare le nuove aree verdienendo cono delle ricadue ambienalie sociali dellinerveno.Con quesa campagna il GruppoHera inende promuovere una scela

    ambienale (la bollea eleronica)favorendo la parecipazione deiciadini e la collaborazione ra laziendae le amminisrazioni locali per ilmigliorameno della quali del erriorio

    e per uno sviluppo pi sosenibile nelleci.

    Filippo Bocchi1, Gabriele Magli2

    1. Direttore Corporate Social Responsibility2. Responsabile Progetti Csr

    Gruppo era

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    dalla tecnoloGiaa un nuoVo uManeSiMo

    Smart city: tutti ne parlano, difciletrovare un accordo su cosa sintendarealmente con questo termine1.Per ipotizzare quale possa essere il ruolodelle amministrazioni pubbliche nel

    loro sviluppo, occorre assumere alcunipostulati di partenza, alcuni elementidi discontinuit che consentano di nondisconoscere lintelligenza delle citt delpassato, bens di individuare le specicitdi quelle del uturo. Un uturo ormaipresente, tangibile e praticabile.Le citt sono atte di uomini e donne, esempre lo saranno. Ma le smart citysonotali perch gli uomini e le donne chele popolano e le governano sono oggiin grado di accedere in modo diuso atecnologie che prima non cerano.Questo il primo elemento didiscontinuit che occorre tenere presente.Se oggi possiamo pensare in termini dismart city perch le strade e le case sonopiene di oggetti pi o meno intelligenticonnessi a internet: sensori, teleoni,oggetti, veicoli ecc.E questa opportunit non ristretta aicentri di ricerca, alle universit, alle grandiaziende Ict. No, oggi anche un ragazzodotato di uno smartphonepu incidereattivamente sulle unzioni, i servizi, leinormazioni del territorio che lo circonda.Anche unamministrazione locale pu

    impiantare, con investimenti contenuti, retie servizi no a pochi anni a impensabili.Basti pensare alla capacit di calcolo estorageoggi disponibile grazie alle soluzionidi cloud computing.La diusione di internet, la acilit diaccesso e lubiquit di oggetti connessi, ladisponibilit di piattaorme dintegrazionee di servizi digitalizzati, sono elementiabilitanti che prima non cerano e oggivanno a costituire le colonne portanti dellasmart city. Questo non signica aermareche essa sia atta di tecnologia, tuttaltro,ma se vogliamo individuarne gli elementiidenticativi per ricavare il ruolo delleamministrazioni pubbliche, il attoretecnologico determinante.Il secondo elemento di discontinuit

    quaLE pu EssErE iL ruoLo dELLE pubbLichE amministrazioni nELLo sviLuppo dELLE

    smart city? sErvono ELEmEnti di discontinuit rispEtto aL passato: iL fattorE

    tEcnoLogico, La Lungimiranza nELLELaborazionE dELLE stratEgiE, iL passaggio

    dEciso aLLE-govErnmEnt, iL coinvoLgimEnto attivo dEi cittadini.

    culturale e si sviluppa a pi livelli: politico,delle istituzioni, degli abitanti e delleimprese. La smart citysi riconosce perchattua un proondo cambiamento culturalenel modo di intendere lagovernancelocale.

    Il presupposto tecnologico rendeimpensabile lassenza di una visionesistemica e della capacit di ragionare sustrategie di lungo periodo.Si pu accettare una citt dove gli entidel territorio adottano sistemi incapaci diinteragire e integrarsi ra di loro?Quanto tempo occorre per portare aregime le piattaorme per la gestione deltrafco che sono in grado di analizzarei dati sulla mobilit in tempo reale eindirizzare i pendolari? sensato elaborare i dati del trafcoe correlarli in tempo reale con quelliambientali per dotarsi di strumenti asupporto delle decisioni strategiche?

    Pensare e agre per ng perd

    Non sono obiettivi di legislatura, occorreandare oltre, pensare in grande e lontano,coinvolgere un alto numero di stakeholder.Serve il coinvolgimento delle impresecon modelli che vadano oltre il rapportocliente/ornitore. Occorre valorizzare iltessuto imprenditoriale locale e sruttare

    al contempo lexpertisedei grandi vendorinternazionali in grado di traserire leconoscenze sviluppate nei territori pievoluti.La complessit del sistema dellepartnership, unita alla necessit dinanziare grandi progetti con risorselimitate, richiede una orte leadershippolitica e delle istituzioni. Richiede vision,garanzie di continuit.Questo orse lelemento che caratterizzale citt oggi pi allavanguardia: la capacitdi traserire il senso di una vision, di unprogetto che vada oltre il singolo sindaco.S, i personaggi sono ondamentali eimprimono un marchio alle loro creature lo slogan New Urban Mechanics delsindaco di Boston Tomas Menino orse

    destinato a durare una legislatura2, ma lalungimirante strategia di Amsterdam3 perridurre le emissioni entro il 2025 resisternel tempo. E sono una bella promessaanche i progetti a 360 di Barcellona, che

    nonostante la crisi economica spagnola ecatalana si appresta a divenire la capitalemondiale del settore4.Il coinvolgimento delle imprese sottoorma di co-investitori nello sviluppo delterritorio ondamentale, ma nessuna diloro accetter come partner un soggettoche non sappia cosa voglia are da grande.

    Dgtazzazne e e-gvernment

    Il modo nuovo di concepire una partedei servizi pubblici il terzo elementodi discontinuit. Ancora una volta ilpresupposto tecnologico e la sua diusionesono gli elementi abilitanti. Lereditdella stagione delle-government ancoranon pienamente conclusa e assai pocovalorizzata, quantomeno nel nostropaese la piena realizzazione delpercorso di digitalizzazione dei processie dei procedimenti degli enti pubblici.Se il processo digitale, e il servizio puquindi essere erogato virtualmente ovenon si tratti di attivit materiali, allora lemodalit di accesso divengono molto pi

    essibili, non necessariamente legate aicanali istituzionali. Possono intervenirenuovi intermediari sul territorio, ancheprivati, come banche, poste, reti terze. ipotizzabile chiudere sportelli pubblici espostare lerogazione del servizio sia online, sia presso strutture che per le lorocaratteristiche siano unzionali e vicine alcittadino, riducendo i costi e aumentandola qualit percepita dagli utenti. un passaggio organizzativo e culturalepiuttosto ovvio, se si pensa a come gliutenti stessi abbiano rivoluzionatointere ette di mercato passando dalsico al digitale: la ruizione musicale ecinematograca, le prenotazioni di viaggi,di voli, di hotel ecc.Ovvio ma non ancora concluso, a giudicare

    SMARtCIty

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    dalla lentezza con cui le amministrazionipubbliche accettano di modicare i proprimodelli di unzionamento.

    un nv manesm

    Il quarto, e orse pi importante elementodi discontinuit, quello che potremmodenire un nuovo umanesimo ed legatoal coinvolgimento attivo delle persone5.La pervasivit della rete e la disponibilitdi apparati sempre connessi hanno resopossibile la nascita di nuove orme dipartecipazione e inuenza che nascono dalbasso. I cittadini sono oggi in grado di agirevolontariamente e inuenzare loperatodelle amministrazioni. Cos come i ruitoridi ripAdvisor si anno condizionareconsapevolmente dai commenti di altri

    utenti che gi hanno sperimentato risorsericettive, allo stesso modo gli abitantidella citt possono dotarsi di strumentidi valutazione dei servizi pubblici, disegnalazione di problemi di degrado urbano,di monitoraggio ambientale.Sono azioni in grado di incidere in

    misura potenzialmente rilevante sulleamministrazioni, sulle scelte politiche, suicomportamenti degli abitanti, sulla qualitdella vita e dei servizi e durante le situazionidi emergenza.La nascita di queste iniziative dipendedallintuizione e dalla creativit degliindividui, ma da sole non sono sufcienti.Occorre creare massa critica e sostenere lapopolazione locale afnch raggiunga unlivello sufciente di cultura digitale.Lamministrazione pubblica di una verasmart citystimola la presenza di questienomeni, si avvale della loro incisivit,incoraggia le orme di auto-organizzazionee di resilienza che si sviluppano sui socialmediae nel territorio.

    c frgr

    Direttore di Smart City Exhibitionwww.smartcityexhibition.it

    Note

    1 Considerazioni pi approondite sulladenizione di smart citysono raccolte nelle-

    book:Il percorso verso la citt intelligente,Cittalia, luglio 2012, http://bit.ly/cittalia2Our job in city government is to be urbanmechanics to x the basics that make ourneighborhoods work. But the truth is, today, ourresidents, our partners, ourselves we are allurban mechanics(Mayor Tomas M. Menino).Con questa aermazione il sindaco ha avviatolo sviluppo di molteplici applicazioni mobileper coinvolgere i cittadini nella gestione delleunzioni urbane della citt.www.newurbanmechanics.org3 www.amsterdamsmartcity.com4 Non un caso se proprio a Barcellona hapreso avvio liniziativa del City Protocol,un interessante percorso partecipativo checoinvolge decine di realt da tutto il mondounite nel desiderio di condividere una nuovascienza delle citt e dotarsi di strumenticomuni di lavoro.http://cityprotocol.org/index.html5 Su questi temi sono interessanti le

    considerazioni di Gigi Cogo in La cittadinanzadigitale. Nuove opportunit tra diritti e doveri,Edizioni della Sera, 2010.

    Smart City Exhibition la manifesazione fruo della parnership

    ra Forum Pa e Bologna Fiere che dar via a re giorni di inensolavoro presso la Fiera di Bologna il 29, 30 e 31 oobre 2012.

    Liniziaiva si pone come momeno cenrale nel rend che vedeormai la poliica per le ci inelligeni come una priori europeae nazionale.

    Le grandi opporuni dae dai fondi comuniari e dai bandinazionali sulle smart citye smart communityrendono infai

    sempre pi necessario, per non essere sprecae, un momeno

    fondaivo di riflessione e di inconro ra i proagonisi peruilizzare al meglio quesa grande occasione di innovazione,

    cosruendo poliiche sosenibili, lungimirani ed effeivamene

    uili a rispondere ai cresceni e muliformi bisogni che, in quesomomeno di crisi, esprimono i ciadini.

    La manifesazione propone una visione compleamene nuova

    del conceo di ci, inesa come insieme di flussi informaivi erei di relazioni e comunicazioni, fisiche e digiali, caraerizzae

    dalla capaci di creare capiale sociale, benessere per le persone,migliore quali della via.

    Alreano nuova la sua formula, cenraa su momeni

    parecipaivi e qualificai di lavoro collaboraivo, sulla presenazione

    di grandi scenari inernazionali, sulla cosruzione di nuova culuracondivisa che aiui a rasformare in Progeo-Paese una serie di

    iniziaive ancora allo sao nascene e non sempre coordinae raloro.

    Al cenro del programma della manifesazione, ci sono gli

    eveni di presenazione dei emi principali: sei agili e auorevoliappunameni congressuali, aperi al largo pubblico e della duraa

    di due ore, ui inrodoi da un key note inernazionale, con laparecipazione di esponeni di governo, di sindaci, dei massimiesperi delle universi e dei cenri di ricerca. I emi proposi sono:

    - Smar governance and smar economy- Ic plaform in a smar ciy

    - Smar mobiliy

    - Smar people and smar living- Smar environmen and energy

    - Urban planning.

    Saranno realizzai anche numerosi laboraori emaici (dedicaiallapprofondimeno dei emi e allelaborazione di documeni

    operaivi che aiuino lauazione di coereni poliiche) e convegni

    di approfondimeno.La sezione esposiiva pensaa come unarea di lavoro e

    comunicazione faa di spazi per riunioni, per demo, perapprofondimeni emaici, per presenazione di sraegie, di

    progei e di soluzioni.

    tue le informazioni sono disponibili sul sio www.smarciyexhibiion.i.

    (S.F.)

    SMART CITy EXHIbITION - bOLOGNA, 29-31 OTTObRE 2012

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    open data peR linnoVazionee la tRaSpaRenza

    Dec ann d openness, e p?

    La storia dellOpenness nel nostro paeseinizia nel 2002 con la presentazionedel disegno di legge Norme in materia

    di pluralismo inormatico sulla adozionee la difusione del sotware libero e sulla

    portabilit dei documenti inormaticinella Pache introduceva il concettodi diritto allo sviluppo portabile.Chiunque ha il diritto di sviluppare,pubblicare e utilizzare un sotwareoriginale compatibile con gli standarddi comunicazione e con i ormati disalvataggio di un altro sotware, ancheproprietario.Sulla scia di queste iniziative nata laCommissione per il sotware a codicesorgente aperto nella Pa (decreto31/10/02) con il compito di esaminaregli aspetti tecnici, economici eorganizzativi legati allutilizzo dellopensource nella Pubblica amministrazioneLa Commissione ha prodotto lIndagineconoscitiva sul sotware open sourcea valledella quale sono stati deniti decretie normative e in particolare il Codicedellamministrazione digitale (Cad),che gi nel 2005 aceva i primi passi indirezione dellOpenness non solo delsotware, ma anche dei dati.Nel capo V, Dati delle pubbliche

    amministrazioni e servizi in retedelCad, alla sezione I Dati delle pubblicheamministrazionie in particolareallarticolo 50 Disponibilit dei datidelle pubbliche amministrazioni,comma 1, inatti si legge: I dati dellepubbliche amministrazioni sono ormati,raccolti, conservati, resi disponibili eaccessibili con luso delle tecnologiedellinormazione e della comunicazioneche ne consentano la ruizione eriutilizzazione, alle condizioni ssatedallordinamento, da parte delle altrepubbliche amministrazioni e dai privati.Insomma, la normativa italiana, ginel 2005 chiedeva alle pubblicheamministrazioni di adottare ormatiaperti, deniti allarticolo 68 dello stesso

    La normativa itaLiana introducE LapErtura di softwarE E dati dELLa pubbLica

    amministrazionE nEL 2002, ma pEr Lungo tEmpo non succEdE quasi nuLLa. LopEn

    govErnmEnt nascE daL basso. oggi i punti cardinE dELLopEn govErnmEnt sono

    divEntati imprEscindibiLi.

    Cad: Per ormato dei dati di tipo apertosi intende un ormato dati reso pubblico edocumentato esaustivamente.La norma chiedeva di garantire ad altrePa, ma anche a privati, la possibilit diruire e riutilizzare i dati. Allora comemai non successo niente o quasi permolti anni?Forse non eravamo pronti, orse nonavevamo colto davvero la portata di talenorma, orse la comunit del mondo opennon era cos orte e soprattutto non eranoancora cos diusi gli strumenti del web2.0, non eravamo ancora attrezzati allapartecipazione.

    i ftr nepen gvernment

    Non eravamo attrezzati, orse, ma anchegli amministratori del nostro Paese eranolontani da queste tematiche. Negli Usa ein altri Paesi europei gli open datasonostati promossi dal governo centrale cheha denito le proprie policy e progettatoe implementato un portale nazionaleper ornire data-set aperti e avorirne ladiusione.In Italia il cammino stato davvero2.0, gli open datasono nati dal basso,da molte associazioni che hannolavorato, principalmente online, conmailing list, con wiki, con strumenti dicondivisione e con lo scopo di sollecitare

    le amministrazioni locali e centrali adar seguito al Cad e soprattutto adaprire i propri dati con consapevolezza etrasparenza.In particolare lassociazione italianaper lopen governmentha lavorato alladenizione condivisa di un Maniesto(www.datagov.it/il-maniesto) che si pucos sintetizzare:

    Governare con le personeLa partecipazione attiva un dirittoe un dovere di ogni cittadino. Lopen

    governmentdeve creare le condizioniorganizzative, culturali e politicheafnch questo venga esercitato con pari

    opportunit per tutti.

    Governare con la reteLa Pa deve abbandonare la logicaburocratica verticale di gestione deiservizi pubblici a avore di una logicaorizzontale, in grado di coinvolgere idiversi attori pubblici, privati e del nonprot, nel raggiungimento di un obiettivocomune.

    Creare un nuovo modello di trasparenzaLa Pa deve garantire completatrasparenza dellattivit di governo e lapubblicit di tutto ci che relativo alsettore pubblico.Fornire ai cittadini tutte le inormazionisulloperato dellamministrazione

    SMARtCIty

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    utilizzo, negli adeguamenti tecnici,unzionali e organizzativi sempre in lineacon levoluzione dei paradigmi della rete.

    Un territorio smart, unamministrazioneinnovativa non pu pi, oggi, prescindereda questi punti, i cittadini sono pronti, lanormativa ci supporta, gli amministratorine hanno colto limportanza: nonpossiamo e non dobbiamo ermarci, iluturo delle citt e il cammino versolopenness non vanno ermati.

    Flavia Marano

    Presidente dellAssociazione Stati generali

    dellinnovazione

    www.statigeneralinnovazione.it

    costruzione della ducia in un rapportotra pari che coinvolge amministrazione ecittadini, rendendo inutili gli attuali livellidi mediazione.Lappartenenza agli stessi ecosistemi(digitali e non), la pratica delle stessedinamiche sociali e servizi efcacicostruiti intorno al cittadino e alle sueesigenze aiutano ad accrescere la ducia,la credibilit dellamministrazione e lacondivisione degli obiettivi.

    Promuovere l innovazione permanentenella PaLa costruzione di servizi deve essererealizzata in modalit condivisa esviluppata, pensando lutente al centro.Innovazione permanente per garantireuna revisione continua nelle orme di

    indispensabile per realizzare un controllodiuso sulle attivit di governo.

    Trattare linormazione come inrastrutturaI dati delle Pa devono essere accessibilia tutti in ormato aperto, gratuitamentee con licenze idonee a consentire la piampia e libera utilizzazione.La disponibilit di dati aperti linrastruttura digitale sulla qualesviluppare leconomia immateriale. Le Pa,liberando i dati che gestiscono per contodi cittadini e imprese, possono avorirelo sviluppo di soluzioni da parte disoggetti terzi e contribuire allo sviluppoeconomico dei territori.

    Liberare i dati pubblici per lo sviluppoeconomico del terzo millennio- Le Pa devono concentrarsi

    su produzione, classicazione epubblicazione di dati e inormazionigrezzi e disaggregati, lasciandoalliniziativa privata lo sviluppo diapplicazioni per la loro rielaborazione,consultazione e ruizione.Un orientamento della Pa verso lopendataore nuove opportunit a chi investenella Rete, incentivando la crescita dinuovi distretti dell economia immateriale.

    Inormare, coinvolgere, partecipare pervalorizzare lintelligenza collettivaLa rete moltiplica il potenziale delleintelligenze coinvolte e aumenta lefcaciadellazione amministrativa.Le dinamiche organizzative e iprocedimenti della Pa vanno ripensatiper migliorare la qualit dei processi diinormazione, acilitare il coinvolgimentoe la partecipazione di tutti i cittadinie diondere la cultura dellopengovernment.

    Educare alla partecipazioneLa Pa promuove la partecipazione ditutti i cittadini alla gestione della cosa

    pubblica anche attraverso il ricorso alleIcy eliminando discriminazioni culturali,sociali, economiche, inrastrutturalio geograche ed educando allapartecipazione, diritto-dovere di ognicittadino.

    Promuovere laccesso alla ReteLe tecnologie e la Rete sono elementiabilitanti ai processi di partecipazione.Lo Stato deve quindi consentire a tuttii cittadini di accedervi e promuoverne lacultura duso.

    Costruire la ducia e aumentare lacredibilit della PaLa conoscenza e la partecipazione aiprocessi decisionali sono strumenti di

    Sono moleplici le iniziaive daperura del

    parimonio informaivo avviae in Ialia

    da pare di pubbliche amminisrazionicenrali e locali. Il primo data store ialiano

    sao quello della Regione Piemone,

    dai.piemone.i, allinerno del qualesono caalogai dai aperi riconducibili

    ai vari eni regionali (comuni, provinceecc.). Dopo circa un anno dalla nascia

    del daa sore piemonese anche la

    Regione Emilia-Romagna, a oobre 2011,pubblica online il suo caalogo di dataset(dai.emilia-romagna.i). Con il lancio del

    porale dai.gov.i, avvenuo il 18 oobre2011, si apera una nuova sagione per

    linnovazione e la rasparenza nella Pa,

    una srada verso lOpen Daa ialiano. Ilprocesso di gesione delle informazioni

    prodoe sa progressivamene evolvendo,

    verso modelli pi aperi. Per rimanereaggiornai su ue le iniziaive di Open

    Daa avviae in Ialia, la redazione di dai.gov.i ha creao un datasetche descrive

    i dai caalogai sul sio e gli rende

    maggiormene inerpreabili araversouninfografica. Il daase alla base

    dellinfografica viene periodicamene

    aggiornao.Dai.gov.i lesperienza ialiana di porale

    nazionale dei dai aperi nao dopo una

    serie di data store governaivi lanciai

    negli ulimi anni. Il primo e pi celebre, che ha sosanzialmene fao da modello aisuccessivi, sao daa.gov americano, lanciao dal governo Obama a seguio dellaDireiva sullOpen governmentnel dicembre 2009; di l a pochi mesi anche il Regno

    Unio ha apero il suo daa.gov.uk, foremene voluo e sponsorizzao da tim Berners-

    Lee linvenore del world wide web. In pochi anni la praica degli open data e dei data

    store governaivi si esesa fino in Ausralia con daa.gov.au, Canada con daa.gc.ca,

    Norvegia con daa.norge.no, Francia con daa.gouv.fr.

    Fone: www.dai.gov.i

    OPEN DATA IN ITALIA E NEL MONDO

    Distribuzione geografica delle

    amministrazioni che rilasciano open data.

    Larea di ognuna delle bolle direttamente

    proporzionale al numero di dataset

    rilasciati. Linfografica su www.dati.gov.it

    contiene tutti i dati di dettaglio.

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    citt, aMbiente e beneSSeRepeR la SoStenibilit aMbientale

    Aventanni dal summit mondialesullo sviluppo sostenibile del1992, la comunit internazionaleha deciso di tornare a Rio de Janeiro, dovetutto era cominciato. Ai pi romantici

    potrebbe sembrare una scelta consapevole,dettata da una intima necessit ditracciare un bilancio: come quando dopomolto tempo si torna a un luogo caro,la propria citt o il paese di origine, perrendersi meglio conto di quanto si siacambiati nel rattempo.Cos questestate la comunitinternazionale riunita a Rio de Janeiro,mentre ribadiva il proprio impegno per losviluppo sostenibile, ha potuto constatarequanto siano stati miseri i progressi nelleultime due decadi, specie se paragonatialla grandezza delle aspettative cheavevano dato vita allintero processo. Masoprattutto apparso evidente quello chesolo dieci anni prima, a Johannesburg,aveva trovato scarso spazio in un dibattitodallo stile decisamente novecentesco:lo sviluppo sostenibile non era unaquestione che poteva essere lasciatanelle mani degli ambientalisti e deglistati nazionali, ma avrebbe richiestoil pieno coinvolgimento della societcivile e una nuova alleanza con il mondodelleconomia. E cos, spinte anche dallapi grave recessione economica mondiale

    del dopoguerra,governanceegreeneconomysono diventati i pilastri attorno aiquali si svolta la trattativa del 2012, oltreal segno pi evidente del cambiamentointercorso negli ultimi ventanni.In questo quadro andata anchecrescendo limportanza delle aree urbanecome laboratori del cambiamento versomodelli pi sostenibili. Questo recuperodel ruolo delle citt, le cui sorti hannoinuito in maniera decisiva sul corso dellastoria, non nuovo, specie pensando alleAgende 21 locali varate proprio a Riode Janeiro nel 1992. uttavia, oggi orsepi di ieri, le citt presentano alcunecaratteristiche tali da renderle pi capacidi guidare il cambiamento in atto.Innanzitutto proseguita la transizione

    daL vErticE di rio+20 EmErgE con forza La nEcEssit dEL piEno coinvoLgimEnto

    dELLa sociEt civiLE E dEL mondo Economico pEr promuovErE La sostEnibiLit. LE

    citt oggi assumono un ruoLo guida fondamEntaLE. in baLLo ci sono anchE LE

    quEstioni LEgatE a bEnEssErE E quaLit dELLa vita.

    da un modello prevalentemente agricoloe diuso sul territorio a uno urbano. Lapopolazione mondiale residente nellecitt ha oramai superato quella dellecampagne e oggi nelle aree urbane siconcentra la maggior parte dei consumidi energia e di risorse naturali. Ma, attoancora pi importante, attorno alle cittche si sono andate disegnando le reti e

    le inrastrutture che veicolano i ussi diinormazione, energia e materia. Le areeurbane inuenzano in maniera decisivale dinamiche interne delle attivit umanee, quindi, la capacit di preservare oricostituire gli stock di capitale naturale,economico e sociale di una nazione: inaltri termini, il grado di sostenibilit.

    le ctt cme centr d nnvazne

    Se vero che le grandi crisi di questitempi, a cominciare da quella ambientale,hanno carattere globale, anche veroche le citt, a cominciare dai grandiagglomerati urbani, sono sempre menovincolate al loro carattere territoriale.

    Grazie alle reti mondiali dei trasporti edellinormazione, le citt sono oramai ingrado di ar partecipare le comunit localia sempre pi vaste collettivit globali.Un altro elemento avorevole deriva dalatto che la soluzione alle crisi attualirichiede risposte inedite, molto lontanedalle ipotesi di progressioni businessas usual. Come aerma il sociologo

    americano Richard Florida, sono propriole citt ad attrarre gli individui picreativi, divenendo luoghi naturalmentepredisposti allinnovazione.La soluzione alle molteplici crisi deinostri anni richiede risposte nonsolo innovative, ma anche pervasivedi tutti gli aspetti della vita di unasociet e di un individuo. Le soluzioniche dovranno essere messe in camporiguarderanno anche questioni emergentinon direttamente connesse ai temitradizionali della sostenibilit: bastipensare al dibattito esistente sullatransizione da un modello economicobasato sul benessere materiale verso unopi orientato alla qualit della vita, allavalorizzazione del tempo libero e delle

    SMARtCIty

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    relazioni interpersonali. Le crisi dei nostrigiorni non troveranno certo una rispostaunicamente nei comportamenti virtuosidi alcune citt, ma pi probabile che inquesti ambiti potranno essere sviluppatie sperimentati modelli innovativi edefcaci, che in un secondo tempopotranno essere esportati a livelli digoverno superiore.Ed ecco orse perch negli ultimi anni siassiste al moltiplicarsi dei progetti sullecitt per promuovere una transizioneverso lo sviluppo sostenibile, e nonsolo. Lesperienza delle Agende 21locali non ha prodotto i risultati attesi,ma ha consentito di sperimentare unnuovo modello digovernance(basato supartecipazione pubblica, pianicazionebasata sullutilizzo di target e indicatori,creazione di strumenti di verica e

    controllo ecc.) a cui in vario modo sirianno le iniziative pi recenti. ra questein Europa deve essere segnalata quella delPatto dei Sindaci per la riduzione delleemissioni di gas serra, lanciata nel 2008 eche in pochi anni arrivata a coinvolgerepi di quattromila enti locali e 160milioni di cittadini.

    Sstenbt, benessere, tecnga

    Al Patto dei Sindaci si afancata laproposta delle citt intelligenti, le smartcities. Si tratta di un progetto pi uido,

    non codicato attraverso un percorso ingran parte predeterminato, come inveceavviene nel Patto dei Sindaci o nelleAgende 21 locali. Anche per questo, seda un lato si presta ad accogliere nuoveistanze integrando gli obiettivi classicidella sostenibilit, dallaltro rischia diprestarsi alle interpretazioni pi disparateperdendo di credibilit ed efcacia.Proprio per questo utile partire dalladenizione di smart citydata dallaCommissione europea nellambito delpiano sulle tecnologie energetiche del2009 (Set Plan), quando si legge chela presente iniziativa supporter citte regioni nellafrontare misure ambiziosee pioneristiche atte a condurre al 2020verso una riduzione delle emissioni serradel 40% dando prova ai cittadini che

    possano migliorare la qualit della vita

    e l economia locale. In primo luogo alcentro delliniziativa stanno gli obiettividi sostenibilit, a cominciare dalla lotta alcambiamento climatico. In secondo luogosi ritrovano gli obiettivi di benesseree qualit della vita che collocanoliniziativa allinterno di un dibattitoaggiornato sulleconomia. C inne ilruolo trasversale delle tecnologie, chediventano uno degli strumenti privilegiatiper perseguire gli obiettivi indicati.Una smart city dovrebbe quindirappresentare in primo luogouneccellenza nella ricerca esperimentazione di un modello urbano

    sostenibile. In questo quadro il primopasso dovrebbe essere quello di dotarsidi un piano dazione, o master plan comeviene chiamato in questo ambito, checontenga gli obiettivi a breve e mediotermine e sia integrato da un sistema diindicatori per la verica dei progressi.Secondo una proposta sviluppata dallaFondazione per lo sviluppo sostenibilein collaborazione con il Comune diPiacenza, proprio riprendendo leindicazioni della Commissione europea,un piano del genere potrebbe esserestrutturato attorno a tre obiettivistrategici:1. ridurre le emissioni di carbonio (dialmeno il 40% rispetto al 1990)2. orire adeguati livelli di benessereeconomico3. promuovere standard elevati di qualit

    della vita.Si tratta di obiettivi non banali,che richiedono notevoli capacit di

    governanceper unamministrazione localee rimandano alle caratteristiche sopraelencate, che anno delle citt luoghiprivilegiati per la sperimentazione dimodelli innovativi per la sostenibilit.

    ar br

    Responsabile del settore Energia della

    Fondazione per lo sviluppo sostenibile

    iL modELLo smart city pEr piacEnza

    a Fndazne pe l svlupp ssenble ha elaba un dell pe la smart city,

    la c nellene, ssenble, basaa su unecna nnvava a basse essn esu pcess paecpav, alenaa a enee nnvabl. i sula della ceca su unssea d ndca pe una smart citysn sa pesena l 20 aple 2012 a acenzail ae ndvdua quell delle c d ede densn e pp su acenza veapplca pe la pa vla l dell svluppa dalla Fndazne. ta le nuve nzave

    psse n Eupa pe l nuv pans delle c, quella delle Sa ces,nsee al a de Sndac, sa avend un seu pane, aze al cnvlend nuese ansazn lcal. dffeenza dellnzava del a de Sndac, quella delle c nellen nn saa cdcaa n en peav, e quesla ende penzalene sea a dffeen declnazn a anche p capace d acclee sanze dffeen, che vann le

    quelle della duzne delle essn d as sea (pue ben pesen nella nepeazne eupea). il lav che la Fndazneha svl cn l Cune d acenza anda nelladezne d adue n cnce, aaves unssea d ndca, ldea d una c nellenee (qund necessaaene) ssenble, nellaquale pssan vae una snes l bev

    d ssenbl, d nnvazne ecnlca e dbenessee ecnc e d qual della va csce den dal rapp della Cssnefancese Slz-Sen-Fuss.a vesne nale della ceca e dcuen del

    cnven sn dspnbl alla pana web

    hp://b.ly/fss_sa

    FOCUS

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    la Mobilit uRbanadiVenta SMaRt

    In queste note vorrei provare a riettere,in estrema sintesi, sul tema della smartmobility. La prima considerazioneriguarda le soluzioni avanzate che sipossono attuare per migliorare la mobilit

    nelle citt ma, ancor prima, impongonola dichiarazione di un assunto per meirrinunciabile: la mobilit (e la sua versionesmart) appartengano a un aggregato benpi ampio, la disciplina urbanistica.Ogni citt, inatti, pu ingegnarsi neltrovare soluzioni avanzate (inrastrutturali,tecnologiche, amministrative, gestionali),ma se non riesce a promuove unapianicazione territoriale e dei trasportiintegrata e sapiente, vale a dire se nonprova a coniugare indissolubilmente lalocalizzazione dei grandi episodi urbanicon le reti di trasporto, otterr solo benecidi brevissima durata. Solo attraversoazioni strutturali capaci di armonizzarele unzioni urbane essa sapr garantirecondizioni di accessibilit equa, sostenibile,multimodale e potr dunque essereconsiderata smart.Da qualche lustro assistiamo a unatendenza che, purtroppo e con velocit

    pEr favorirE un nuovo sistEma di mobiLit urbana, LE citt dEvono rEaLizzarE

    una pianificazionE tErritoriaLE E dEi trasporti intEgrata. occorrE individuarE

    una nuova concEzionE dELLo spostarsi, combinando trasporto pubbLico E uso

    condiviso di micro-vEicoLi EcoLogici a noLEggio.

    crescente, conduce le citt in direzioneopposta. Il progressivo e veloceinurbamento nelle metropoli dei paesiemergenti presenta quasi sempre i caratteridel caos e della spontaneit pi marcati,

    trasormando le opportunit teoricamenteoerte dallagglomerarsi stesso in drammidel disagio, dellemarginazione, dellacriminalit, della ame e della povert.Laddove la disponibilit economica,per ortuna, cresce, la corsa srenata alpossesso di autovetture private, non di radoresiduati tecnologici dei paesi pi ricchi,determina condizioni di congestione e diinquinamento inimmaginabili.endenze che generano lesatto oppostodella smart city, orse pi acile darealizzare in quei contesti che hanno givissuto il ciclo della vita urbana. In questecitt, ove la coscienza ambientale inprogressiva crescita, ove la disponibilit dielevati redditi ha innescato comportamentied esigenze di connettivit sica e virtualemolto spinte, ove i rierimenti agli statussymboltradizionali scompaiono e lusodei sistemi di trasporto collettivo sonodivenuti parte della vita quotidiana,

    nascono le condizioni per promuoveresmart mobility.Per orire, dunque, alternative concretealluso delle autovetture private, realmentein grado di garantire analoghi tempi

    di percorrenza, qualit, capillarit edestensione temporale delloerta, occorreindividuare una nuova concezione delmuoversi, dello spostarsi. Solo cossar possibile mutare radicalmente lecondizioni della mobilit urbana nellecitt esistenti e nelle loro estensionimetropolitane.La disponibilit a utilizzare in orma piestensiva il trasporto pubblico costituisce ilpunto di partenza per costruire lalternativaalluso dellauto, delegando a questultimala copertura dei segmenti di mobilit chele competono.Contemporaneamente la domanda dimobilit, in particolare nelle economiemature, esprime sempre pi intensamentelesigenza di soddisare spostamenti portaa porta e trova spazio progressivo, seppurea atica, lidea che sia pi convenientedisporre di un veicolo piuttosto chepossederlo. Cos il car sharing(ancora

    FIG. 1MICRo MobIlITSMART

    Studi su acun grandi cittmstran ptnziaitda micr miit: prgni citt, a sinistra znattuamnt raggiungiiia pidi in 15 minuti daart principa di trasprtpuic (Mian: inacircar; Rma: frmatd mtr; lndra: frmatda ina 15 d mtr;Nw Yrk: ina C dmtr), a dstra znraggiungiii n stsstmp cn sistmi di micrmiit.

    SMARtCIty

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    micro-veicoli a noleggio, idealmenteutilizzati da 10-15 utenti diversi nellarcodella giornata e disponibili in eco-stazionicollocate secondo una seria analisi delladomanda di mobilit a una distanzaoscillante ra i 300 e i 400 metri lunadallaltra.Le esperienze legate alluso di biciclettea noleggio sono molto diuse (Europa,Stati Uniti e Australia), mentre quelle cherendono disponibili anche micro-veicolielettrici sono pi rare, ma in progressivaestensione. Le pi note in Europa sonoParigi, Lione, Amsterdam, Berlino,Monaco di Baviera; negli Stati Uniti, SanDiego e Austin.Alcuni esercizi sperimentali condotti suun ampio spettro di citt ed evidenziatiingura 1, dimostrano con chiarezzale potenzialit della micro mobilitnellacostruzione di citt accessibili e smart.

    f csr

    Politecnico di Milano

    Queste ermate divengono, idealmente,luoghi di consolidamento del tessutourbano ove possono trovare ospitalitunzioni altamente attrattive e generatricidi consistenti spostamenti. Lintornoimmediato a questi luoghi, vere eproprie nuove centralit urbane, orirquelle condizioni di accessibilit equa,multimodale e sostenibile che danno vitaalla smart city.Non solo: i contesti collocati aragionevole distanza dalle ermate,opportunamente econdati dalla micromobilit, risulteranno accessibili con iltrasporto pubblico individuale, orendouna radicale alternativa allauto privata,nella logica delluso della carota (oertadi servizi efcienti) in luogo del bastone(contenimento orzoso della domanda).Il modello ideale prevede la disponibilitdi molteplici alternative: biciclettetradizionali e mezzi rigorosamente elettricia noleggio.Dunque, a cambiare radicalmente i terminidella questione sar luso condiviso dei

    poco) e il bike sharing(molto di pi)conquistano spazio e contribuiscono,in sinergia con il trasporto collettivotradizionale, a coprire il primo e lultimomiglio. Ci si sta abituando allidea cheal trasporto pubblico non sempre e nonovunque si debba associare il terminecollettivo, ma si possa anche immaginareun servizio pubblico individuale, dandovita allaMobilit Graduale, composta damacro e da micro mobilit.La prima consente di realizzare i grandispostamenti ed in grado di soddisareconsistenti quote di domanda concentratanel tempo, nelle relazioni e nello spazio.Soprattutto nei grandi contesti urbani lamacro mobilittende a denire una maglialarga, che quasi sempre produce vaste areeprive di adeguata copertura e determinadistanze inaccettabili rispetto alle esigenze

    di spostamento. Questa la principaleragione della difcolt a raggiungere quotedi sharemodale decisamente a vantaggiodei trasporti pubblici.La seconda pu essere denita comesistema di trasporto pubblico individ