la cultura diventa marketing

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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II POLO DELLE SCIENZE UMANE E SOCIALI FACOLTÀ DI ECONOMIA CORSO DI LAUREA INTERFACOLTÀ IN SCIENZE DEL TURISMO AD INDIRIZZO MANAGERIALE in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia TESI DI LAUREA IN DISCIPLINE DELLO SPETTACOLO LA CULTURA DIVENTA MARKETING PERCORSI SON ET LUMIÈRE Relatore: Candidato: Ch.mo Prof. Maria Lucci Fabiana Sciarelli matr. 693/1102 ANNO ACCADEMICO 2005-06

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  • UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLIFEDERICO II

    POLO DELLE SCIENZE UMANE E SOCIALIFACOLT DI ECONOMIA

    CORSO DI LAUREA INTERFACOLT INSCIENZE DEL TURISMO AD INDIRIZZO MANAGERIALE

    in collaborazione con laFacolt di Lettere e Filosofia

    TESI DI LAUREAIN

    DISCIPLINE DELLO SPETTACOLO

    LA CULTURA DIVENTA MARKETINGPERCORSI SON ET LUMIRE

    Relatore: Candidato:Ch.mo Prof. Maria LucciFabiana Sciarelli matr. 693/1102

    ANNO ACCADEMICO 2005-06

  • INDICE

    PREFAZIONE....... I

    RINGRAZIAMENTI...IV

    CAPITOLO I - MARKETING CULTURALE

    1.1 Rapporto tra marketing e cultura1

    1.1.1 Il marketing applicato al settore culturale1

    1.1.2 Il concetto di marketing culturale.6

    1.2 Modello di marketing culturale.....8

    1.2.1 Ambiente...8

    1.2.2 Mercato.10

    1.2.3 Marketing mix.. 12

    1.3 Il prodotto culturale.. 19

    1.3.1 Il prodotto spettacolo20

    1.3.2 Il prodotto bene culturale. 22

    CAPITOLO II - LA SINERGIA TRA

    SPETTACOLO E BENE CULTURALE

    2.1 Valorizzazione del bene culturale attraverso lo

    spettacolo..25

    2.1.1 Beni Culturali:concetti di tutela e valorizzazione.25

  • 2.1.2 Funzione didattica dello spettacolo: un nuovo

    approccio alla conoscenza del bene culturale.. 28

    2.1.3 Promozione del bene culturale. 30

    2.1.4 Preservazione e rispetto del monumento..31

    2.2 Finanziamenti.. 33

    2.2.1 Finanziamenti pubblici.36

    2.2.2 Finanziamenti privati42

    2.3 Accordi... 50

    2.3.1 Accordi nella gestione degli spettacoli.54

    2.3.2 Accordi nella gestione dei beni culturali..57

    2.4 Spettacoli Son et Lumire 63

    2.4.1 Definizione e caratteristiche.63

    2.4.2 Storia e tradizioni. 68

    CAPITOLO III

    CASO DI STUDIO: SON ET LUMIRE,

    SUONI E LUCI A VILLA BORGHESE

    3.1 Il marchio Son et Lumire..75

    3.1.1 La storia....75

    3.1.2 Son et Lumire..... 77

    3.2 Suoni e Luci a Villa Borghese 83

    3.2.1 Lo spettacolo.... 83

    3.2.2 Descrizione del progetto artistico.90

    3.2.3 Analisi economica dellevento..102

  • 3.3 Altri eventi: Racconti di Luce a Palazzo Ducale

    di Lucca............................................................................ 108

    3.4 Conclusioni... 111

    POSTFAZIONE.... 112

    BIBLIOGRAFIA...115

    SITOGRAFIA.... 118

  • IPREFAZIONE

    Se si pensa ad un monumento, ad un quadro e ad uno spettacolo,

    facile intuire come il minimo comune denominatore sia

    rappresentato dalla valenza artistica connaturata in essi. Pur se di

    genere e forma diversi, essi appartengono infatti a quellambito

    dellagire umano che potremmo definire emozionale. Al lato

    opposto di questi si trova la sfera razionale, che nella filosofia

    platonica indicata quale sede della facolt intellettiva

    delluomo. Leconomia, in quanto scienza, appartiene di fatto a

    questa seconda sfera antropica.

    intuibile come larte, o meglio la cultura in generale, e

    leconomia appaiano tra loro aspetti antitetici ed inconciliabili;

    secondo un aforisma della scrittrice statunitense Willa Cather

    Leconomia e larte sono delle estranee. Eppure, come ben

    spesso accade in natura, due mondi diversi, nellentrare in

    contatto tra loro, possono arricchirsi vicendevolmente. Lo stesso

    pu avvenire tra cultura ed economia: se da un lato la prima pu

    beneficiare di una gestione pi razionale (attraendo a s

    unaudience maggiore e divulgando conoscenza a vantaggio

    dellintera collettivit), la seconda pu trovare produttive aree

    daffari ancora inesplorate. Se vero poi che nella sinergia tra

    pi elementi lazione ha unefficacia potenziata rispetto alla loro

    semplice sommatoria, questa si rafforza quando si aggiunge la

  • II

    collaborazione tra due forme darte, quale un monumento storico

    e uno spettacolo.

    I percorsi Son et Lumire sono un esempio fruttifero di questa

    combinazione tra diversi elementi, di queste nuove idee, di

    questo modo innovativo di pensare larte, attraverso lutilizzo di

    mezzi sofisticati e una gestione economica ben organizzata alle

    spalle.

    Oggetto del presente lavoro appunto analizzare come

    economia, spettacolo e bene culturale possano creare

    congiuntamente un prodotto innovativo e proficuo sotto tutti i

    punti di vista.

    Nel primo capitolo viene presentato il marketing culturale quale

    strumento specifico di azione di questo insolito business,

    soffermandosi in particolare sullo spettacolo e sul bene culturale

    come due distinti prodotti.

    Nel secondo capitolo vengono illustrati i concetti di tutela e

    valorizzazione del bene culturale, fondamentali per chiunque

    decida di allestire progetti in questo campo, in quanto solo

    conoscendo i limiti e gli obiettivi di fondo possono essere

    elaborate consone linee dazione. Per quanto riguarda la gestione

    economica si ritenuto opportuno approfondire, nel medesimo

    capitolo, la funzione dei finanziamenti e degli accordi, aspetti

    vitali nellallestimento di spettacoli e nella realizzazione di

    progetti che prevedano il coinvolgimento di beni pubblici quali i

    beni culturali.

  • III

    Si passa infine ad illustrare i percorsi Son et Lumire, un format

    poco conosciuto in Italia, ma che proprio nel nostro paese

    troverebbe innumerevoli scenari in cui essere allestito, con

    profitti per le societ commissionate ed aiuti in termini

    economici e di valorizzazione per il bene culturale.

    La prima societ in Italia a riproporre nel nome e nelle forme

    questo spettacolo innovativo la Son et Lumire, analizzata

    come caso aziendale nel terzo capitolo.

  • IV

    RINGRAZIAMENTI

    Alla fine di questo lavoro cos duro, ma nello stesso tempo cos

    stimolante, non posso che guardarmi indietro e ringraziare le

    persone che mi hanno sostenuto durante il cammino.

    Prima di ogni altra cosa i miei genitori Annamaria e Riccardo:

    grazie alla loro presenza, alla loro fiducia, al loro affetto e ai loro

    consigli ho sempre avuto una solida base alle spalle che mi

    permettesse di procedere serenamente nello studio. Li ringrazio

    soprattutto perch non mi hanno mai forzato, n hanno mai

    preteso da me in campo universitario, al contrario mi hanno

    sempre appoggiato in ogni scelta.

    Ringrazio con tanta stima nel cuore il mio relatore: la

    Professoressa Fabiana Sciarelli, che con il suo corso ha

    risvegliato in me questa passione per un mondo cos eterogeneo

    quale quello economico-artistico e che durante lelaborazione

    della tesi ha saputo offrirmi ottimi consigli, incoraggiandomi e

    mostrandosi sempre presente e disponibile.

    Un grazie davvero speciale va al mio tutor Diego Guardiola, che

    mi ha seguito costantemente durante la stesura, sopportando le

    mie domande stupide e correndo nelle correzioni a causa dei

    tempi sempre pi ristretti grazie perch non c cosa pi bella

    che lavorare con un sorriso!

    Unaltra figura preziosissima in questo cammino si rivelata

    Serena Ferrari, la project manager della societ Son et Lumire:

  • Voffrendomi la possibilit di confrontarmi su un argomento del

    quale pochi sono pienamente a conoscenza, ha aperto la mia

    mente e arricchito la mia esperienza; la ringrazio profondamente

    per avermi fornito tutto laiuto e la collaborazione possibile non

    solo nello sterile reperimento dei dati, ma anche

    nellapprofondimento di essi e nelle meticolose spiegazioni in

    tutti gli ambiti del progetto, dandomi la possibilit di entrare

    davvero in quel mondo per me nuovo.

    Oltre a queste colonne portanti, il mio pensiero non pu non

    rivolgersi agli amici che mi hanno sostenuto durante questi tre

    anni, quelli universitari in primis.

    Grazie innanzitutto a Fabrizio, il mio compagnello di banco

    dal primo giorno di corsi fino allultimo, il mio migliore amico

    universitario: ci siamo conosciuti durante una fila in segreteria e

    da quel giorno non ci siamo pi separati! Le sue opinioni e i suoi

    consigli si sono sempre rivelati preziosi, le nostre ansie e le

    nostre lamentele prima degli esami un valido sostegno emotivo

    (mal comune mezzo danno, giusto?), il suo appassionato tifo

    durante i miei esami non ha paragoni Grazie di cuore Chicco!

    Grazie a Luigi, la scoperta dellultimo anno, un nuovo grande

    amico anche al di fuori delle mura universitarie: con la sua

    seriet e razionalit mi ha saputo consigliare al meglio nelle

    ultime scelte, con la sua follia ci siamo divertiti durante le nostre

    serate insieme!

  • VI

    Voglio poi ringraziare unaltra grande rivelazione dellultimo

    anno: la mia dolce amica Antonella, con la quale ho in

    particolare condiviso le ansie, le difficolt e le incognite di

    questo ultimo periodo di tesi e con la quale finir il mio

    percorso, lo stesso giorno e so che ci terremo mano nella mano

    nel momento della proclamazione.

    Grazie ancora a Marco, con il quale ho invece condiviso le gioie

    e i problemi allinizio di questo mio intenso percorso; io, Marco

    e Fabrizio: un trio praticamente inseparabile!

    E ancora ringrazio Rosy, Gabry e tutti gli altri colleghi e amici

    universitari con cui mi sono confrontata durante tutti questi anni.

    Ma anche al di fuori dellambiente prettamente universitario,

    tanti altri amici mi hanno fiancheggiato: ringrazio davvero

    tantissimo Iolanda, che, grazie alla sua esperienza in ambito

    aziendale, mi ha aiutato in concreto nel relazionarmi con questo

    mondo per me fino ad allora sconosciuto.

    Ringrazio Marcella, la mia migliore amica, che mi ha

    letteralmente sopportato (e non solo in merito ai miei studi)! I

    nostri rituali prima di ogni esame mi infondevano tanta fiducia e

    so che ad ogni prova lei era l col pensiero a sostenermi, per poi

    chiedermi subito come fosse andata!

    Grazie di tutto cuore a mio cugino Nico, che fin da piccola ho

    ammirato e seguito come esempio e che mi ha aiutato nel pratico

    con le sue conoscenze, la sua esperienza e la sua disponibilit.

  • VII

    Un grazie ancora alla mia sorella maggiore Lisa, che sa

    elargire sempre preziosi consigli e dolci sorrisi per ogni evento

    della mia vita.

    Il ringraziamento pi speciale va a TUTTI I MIEI AMICI, alle

    persone che mi sono state vicine in questo ultimo periodo

    Ai miei fratelloni Peppe e Lorenzo, ai miei cugini, al gruppo

    Scoppa, al gruppo Marrelli, al gruppo della Spagna, al

    gruppo di Capoeira (in particolare a Manuela che mi sempre

    vicina e ad Andrea con i suoi salvifici passaggi dauto!)

    ragazzi siete troppi, unelencazione sarebbe davvero ridicola, ma

    sappiate che vi ringrazio di cuore uno per uno!

    Vi voglio tanto tanto bene

  • 1CAPITOLO I

    MARKETING CULTURALE

    1.1 RAPPORTO TRA MARKETING E CULTURA

    1.1.1 Il Marketing applicato al settore culturale

    Da sempre economia e cultura sono apparse quali ambiti distinti

    e inconciliabili. Questa divergenza nata, in particolar modo,

    dall iniziale diffidenza, da parte del mondo culturale, nei

    confronti di quello economico. Le ragioni di questo

    atteggiamento sono molteplici: da semplici questioni

    terminologiche (riguardo la durezza di alcune espressioni), alla

    tanto temuta mercificazione dellarte e della cultura stessa,

    allignoranza dei principi di marketing, alla mancanza di uno

    specifico modello applicabile alla particolarit del settore, alla

    paura di perdite di posizione da parte dei responsabili.1 Il timore

    maggiore derivava dalla possibilit che il profitto potesse

    assoggettare la cultura, depredandola dei suoi contenuti e

    quindi del suo compito primario di contribuzione al progresso

    sociale e civile di una comunit.2

    1 Squadrilli L., Marketing e cultura: un binomio possibile?,www.ideaimmagine.it2 Solima L., Limpresa culturale, Carocci Editore, Roma, 2004.

  • 2Se da un lato pu essere criticabile la generalit del paradigma

    economico (definito da alcuni3 imperialismo economico),

    elevato ad archetipo generale delle scienze sociali e pertanto

    applicabile a tutti gli ambiti del comportamento umano, dallaltro

    inconfutabile che questo insolito incontro possa generare un

    rilevante valore aggiunto e molteplici vantaggi di cui entrambe le

    parti possono beneficiare.

    I motivi che hanno portato ad un approccio marketing-oriented

    dellarte e della cultura sono chiaramente esposti in 10 punti da

    Armin Klein (docente di management culturale al Ludwigsburg

    Polytechnic in Germania), estrapolati da un suo intervento

    durante il Seminario Internazionale sul Marketing Culturale

    tenutosi a Torino nel febbraio 20004:

    1. crisi finanziaria dei budget pubblici;

    2 . cambiamento nel carattere della pubblica

    amministrazione (nuovi modelli e nuovi approcci

    maggiormente orientati al cliente e agli aspetti

    progettuali);

    3. crescita delle competenze gestionali degli operatori delle

    organizzazioni culturali;

    3 Radnitzky G., Bernholz P. (ed. By), Economic Imperialism: The EconomicApproach Applied Outside the Traditional Areas of Economics, ParagonHouse, New York, 1985; Hirshleifer J., The Expanding Domain ofEconomics, American Economic Review, n.75,6,1985. Boitani A., RodanoG. (a cura di), Relazioni pericolose, lavventura delleconomia nella culturacontemporanea, Laterza, Bari, 1995.4 Klein A., 2000, 10 ragioni per spiegare perch il marketing culturale sempre pi necessario per le organizzazioni culturali, www.fizz.it

  • 34. aumento dellofferta e maggiore concorrenza nel settore

    del tempo libero;

    5. incremento della mobilit e del turismo culturale;

    6. nuove partnership tra leconomia e larte (rafforzamento

    del connubio pubblico-privato);

    7. arte e cultura sono diventati degli importanti fattori nella

    differenziazione degli stili di vita;

    8. evoluzione nel concetto di cultura, democratizzazione

    del concetto di cultura;

    9. orientamento allevento;

    10 . maggiore responsabilizzazione di chi gestisce arte e

    cultura, orientamento al progetto.

    La questione viene affrontata anche da Alessandro Bollo che

    individua, tra le ragioni che hanno portato questo cambiamento

    verso una rivalutazione del marketing in campo culturale,

    linsufficienza delle risorse pubbliche, lincremento dellofferta

    di servizi per il tempo libero, il maggiore coinvolgimento dei

    privati sui progetti culturali, la crescita delle competenze

    gestionali degli operatori culturali e il consumo di arte e cultura

    come fattore di differenziazione degli stili di vita e di costruzione

    di una nuova identit collettiva.5

    In pratica i mutamenti sociali e ambientali, che oramai investono

    costantemente ogni aspetto dellagire umano, hanno coinvolto

    5 Bollo A., 2000, Il marketing culturali in Italia, la fine di un ossimoro?. In Colbert F., Marketing delle arti e della cultura, Etas, Milano, 2000.

  • 4anche questo settore, che sembrava cos distante da tutto ci che

    potesse essere tecnico e calcolato; oramai anche le

    organizzazioni culturali devono competere tra loro per

    richiamare il consumatore (ampliando la propria quota mercato)

    e ottenere la propria parte di fondi statali (che come vedremo pi

    avanti sono indispensabili per questo tipo di attivit): devono, in

    altri termini, affrontare un problema di marketing6.

    Ma tale principio di management aziendale non pu essere

    applicato tout court alla cultura: pur mutuando gli strumenti base

    delle discipline economiche, il marketing culturale deve

    utilizzare strumenti ad hoc, atti a rispettare la natura specifica del

    prodotto culturale, instaurando un dialogo con esso, attuando uno

    scambio biunivoco e reciproco e fissando obbiettivi comuni per

    raggiungere una fertilizzazione incrociata.7 Il fulcro

    rappresentato dal prodotto quale creazione incontaminata

    dellartista e, come tale, vincolo e punto di partenza dellazione

    manageriale. A differenza di quello tradizionale, in cui il mercato

    contemporaneamente punto iniziale e finale del processo, nel

    marketing culturale il punto di partenza il prodotto e la

    destinazione il mercato: lobbiettivo non dunque quello di 6 Secondo Philip Kotler il marketing un processo sociale e managerialediretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione escambio di prodotto e valori. l' arte e la scienza di individuare, creare efornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento,realizzando un profitto: delivery of satisfaction at a price.www.wikipedia.org7 Rigaud J., Impresa & cultura: le opportunit di una fertilizzazioneincrociata, in Bondardo Comunicazione (a cura di), Porta lontano investirein cultura, Il Sole 24 Ore, novembre 2000, pag. 63.

  • 5appagare imprescindibilmente i bisogni dei consumatori, ma

    quello di raggiungere le fasce di pubblico potenzialmente

    interessate al prodotto culturale, incoraggiandone la diffusione.

    Pertanto gli strumenti da utilizzare non devono prevaricare la

    vocazione culturale delle organizzazioni per una

    commercializzazione che potrebbe danneggiare lintegrit

    artistica, ma piuttosto dovrebbero stabilire unintesa produttiva

    con queste. Come gi anticipato, questa sorta di nuova

    simbiosi non pu che portare vantaggi per entrambe le parti: la

    cultura, di fatti, pu rappresentare una risorsa innovativa (e non

    una merce da cui trarre profitto), mediante la quale limpresa pu

    diversificarsi acquisendo un vantaggio competitivo; dallaltro

    lato il prodotto culturale, attraverso unadeguata azione

    manageriale che ne rispetti la vera essenza, pu essere

    valorizzato stimolando linteresse di un pubblico, che pur

    incuriosito, non sempre trova le occasioni e lopportunit per

    relazionarsi ad esso.

    Tutto ci ha ancora pi valore in un paese come lItalia, tra i pi

    grandi detentori dell Heritage8 universale, ma in cui il sistema

    dei beni artistici e culturali orientato esclusivamente alla

    sopravvivenza e alla conservazione (o addirittura alla loro 8 Cultural heritage is the legacy of physical artifacts and intangible attributesof a group or society that are inherited from past generations, maintained inthe present and bestowed for the benefit of future generations Physical or"tangible cultural heritage" includes buildings and historic places,monuments, artifacts, etc., that are considered worthy of preservation for thefuture. In pratica esprime leredit del passato da cui apprendere e di cui lapi ampia fascia di popolazione deve poter godere. www.wikipedia.org

  • 6mummificazione a beneficio di pochi eletti) ed appannaggio

    esclusivo delle amministrazioni pubbliche, per cui considerato da

    sempre estraneo alle logiche di business.

    1.1.2 Il concetto di marketing culturale

    La disciplina del marketing ha origine nel 1910 quando per la

    prima volta questa parola fu utilizzata per definire la gestione

    delle relazioni tra lazienda e la sua clientela; con il passare del

    tempo i concetti e gli strumenti operativi si sono evoluti,

    estendendosi in diversi settori della societ.9

    Per quanto riguarda il nostro ambito di riferimento, la prima

    indicazione di marketing culturale si ha nel 1967 con Philip

    Kotler. Questi pose in evidenza, per la prima volta, il fatto che le

    organizzazioni culturali producono prodotti a tutti gli effetti:

    pertanto anche le organizzazioni suddette devono competere per

    acquisire consumatori e fondi statali e da qui la necessit di

    ricorrere a tecniche di marketing10.

    Da questa sono derivate ulteriori definizioni, tra le quali ne

    vengono citate alcune a titolo illustrativo.

    Diggles afferma che lo scopo principale del marketing delle arti

    quello di portare un numero adeguato di persone in una forma

    appropriata di contatto con lartista e, in questo modo, ottenere il

    9 Colbert F., Evoluzione del marketing nelle arti e nella cultura, www.fizz.it10 Kotler P., Marketing Management, Analysis, Planning and Control,Englewood Cliffs, Prentice-Hall, New Jersey, 1967.

  • 7miglior risultato finanziario compatibile con il raggiungimento di

    quell obbiettivo.11

    Per Mokwa il marketing non dice ad un artista come creare

    unopera darte, piuttosto il suo ruolo consiste nel far incontrare

    le creazioni e le interpretazioni dellartista con il pubblico

    adatto.12

    Infine Melillo sostiene che le performing arts, per la loro natura

    essenzialmente artistica, richiedono una trasformazione dei

    principi di marketing (tecniche e processi derivanti) prima di

    integrarli nel processo creativo. Solo a queste condizioni sono

    pronti a trovare un pubblico per un evento di spettacolo. I

    principi di marketing sono invariabili, il processo sempre un

    elemento organico della situazione.13

    Combinando queste definizioni, possiamo trovare esaustiva

    quella di Franois Colbert (docente di marketing culturale e

    direttore dell'cole des Hautes tudes Commerciales de

    Montral), secondo cui il marketing culturale larte di

    raggiungere quei segmenti di mercato che possono

    potenzialmente essere interessati al prodotto, adattando le

    variabili commerciali (prezzo, distribuzione e promozione) al

    prodotto per mettere il prodotto in contatto con un sufficiente 11 Diggles K., Guide to Arts Marketing: The Principles and Practise ofMarketing as they Apply to Arts, Rhinegold Publishing Limited, London,1986.12 Mowka M.P., Dawson W.M., Prieve E.A. Marketing in the Arts, PraegerPublishers., New York, 1980.13 Melillo J.V. Market the Arts, Foundation for the Extension andDevelopment of the American Professional Theatre, New York, 1983.

  • 8numero di consumatori e per raggiungere gli obbiettivi coerenti

    con la missione dellimpresa culturale.14

    1.2 MODELLO DI MARKETING CULTURALE

    Come gi accennato in precedenza, il modello di marketing

    culturale si differenzia da quello tradizionale, pur mutuandone

    gli strumenti. Nel marketing tradizionale limpresa parte dal

    mercato, dai bisogni dei consumatori e manipola i quattro

    elementi del marketing mix15 in funzione di questi: dunque il

    mercato contemporaneamente punto iniziale e finale del

    processo. Nel marketing culturale cambia il punto di partenza

    che , invece, il prodotto: questi non viene pi considerato come

    leva, ma come vincolo immodificabile. Il questo caso limpresa

    individua i potenziali consumatori e adegua in funzione di questi

    le restanti tre leve (prezzo, distribuzione e comunicazione).

    1.2.1 Ambiente

    Lo svolgimento dellattivit di unimpresa non pu

    assolutamente prescindere dal contesto in cui essa opera.

    14 Colbert F. Marketing delle arti e della cultura, Etas, Milano, 2000.15 Il termine marketing mix indica la combinazione ( mix) di variabilicontrollabili (leve decisionali) di marketing che le imprese impiegano perraggiungere i propri obiettivi. Le variabili che tradizionalmente si includononel marketing mix sono le 4P (in inglese four P's) teorizzate da JeromeMcCarthy e riprese in seguito da molti altri: Product (Prodotto), Price(Prezzo), Place (Distribuzione), Promotion (Promozione).www.wikipedia.org

  • 9Lambiente, difatti, determina un sistema di vincoli e opportunit

    che condizionano fortemente il mercato e lazienda, limitandone

    larea di azione. In particolare due sono i fattori che influenzano

    costantemente le imprese: le variabili macro-ambientali e la

    concorrenza. Le prime sono variabili incontrollabili che

    condizionano stabilmente il mercato e le organizzazioni: queste

    ultime sono costrette ad adeguarsi, di volta in volta, a mutamenti

    radicali, senza poter minimamente reagire ad essi. La

    concorrenza, invece, considerata una variabile semi-

    controllabile, in quanto, pur influenzandosi reciprocamente

    (anche indirettamente), permane sempre, per i competitor,

    unarea di manovra con molteplici reazioni possibili.

    Per quanto riguarda lambito culturale, essenziale posizionare il

    prodotto nel pi ampio contesto del mercato del tempo libero;

    per questo motivo limpresa culturale pu trovarsi a fronteggiare

    tre diversi tipi di concorrenza: tra prodotti omogenei (museo-

    museo), tra generi diversi, ma sempre culturali (museo-teatro),

    tra generi completamente diversi (museo-viaggio).

    In generale, secondo Porter16, la concorrenza va ricondotta a

    cinque principali forze che possono causare la frammentazione17

    16 Porter M.E., Competitive Strategy, Free Press, New York, 1980.17 Si dice che un settore frammentato se i concorrenti sono piccoli, manumerosi, se le barriere che bloccano il loro ingresso nel settore industrialesono deboli e se i compratori o i fornitori hanno il controllo sulleorganizzazioni allinterno del settore industriale .Colbert F., Marketing delle arti e della cultura, Etas, Milano, 2000.

  • 10

    di un settore: concorrenti nello stesso settore, prodotti sostitutivi,

    nuovi potenziali entranti, fornitori e clienti.

    Il settore delle arti un settore decisamente frammentato, per cui

    limpresa deve cercare di differenziarsi il pi possibile dalla

    concorrenza, acquisendo un vantaggio competitivo, per apparire

    unica agli occhi del consumatore18.

    1.2.2 Mercato

    In termini economici, si ha un mercato in tutti i casi in cui vi

    siano due o pi contraenti disposti a scambiare tra loro i beni

    rispettivamente posseduti.19 Nellambito culturale esistono

    quattro differenti mercati: il consumatore finale, gli agenti di

    distribuzione, lo Stato e gli sponsor. Particolare importanza

    assume quello del consumatore, il cui comportamento un

    rilevante oggetto di studio per il marketing. I complessi processi

    decisionali che stanno alla base dellacquisto forniscono preziose

    informazioni che possono essere sfruttate dallazienda, al fine di

    indirizzare verso il proprio prodotto la potenziale clientela.

    Questo mercato formato da individui che esprimono bisogni20 e

    desideri21 di prodotti o servizi; acquistandoli, i consumatori

    18 Ibidem19 Sciarelli S., Fondamenti di economia e gestione delle imprese, Cedam,Padova, 2004.20 Secondo Lambin il bisogno un sentimento di mancanza nei confronti diuna soddisfazione generale legata alla condizione umanaLambin J.J., Marketing strategico e operativo, Milano, McGraw-Hill, 2000.21 Secondo Solima il desiderio la modalit attraverso cui un individuoidentifica il mezzo attraverso cui pu soddisfare il bisogno

  • 11

    danno origine alla domanda, ovvero la quantit richiesta dal

    mercato e dai consumatori di un certo bene o servizio.22

    Obbiettivo dellimpresa culturale quello di cercare i

    consumatori i cui bisogni possano essere soddisfatti dal proprio

    prodotto. In questo caso strumenti quali la segmentazione e il

    posizionamento nel mercato rivestono un ruolo fondamentale.

    La segmentazione consiste nella ripartizione del mercato in pi

    sub-mercati, segmenti appunto, comprendenti ciascuno una

    particolare classe di compratori che, per omogeneit interna ed

    eterogeneit esterna, sono meritevoli di essere gestiti in maniera

    distinta. Pertanto limpresa, in base a questa suddivisione, pu

    attuare diverse strategie di marketing:

    1. Marketing indifferenziato parte dal presupposto che il

    mercato cui l'azienda si rivolge sia omogeneo e quindi

    non segmentato.

    2. Marketing differenziato limpresa sceglie vari segmenti

    cui rivolgersi e mette a punto una serie di programmi di

    marketing differenti per ciascuno di essi.

    3. Marketing concentrato limpresa si rivolge ad un unico

    segmento utilizzando un unico programma di marketing

    (raccomandata per le organizzazioni culturali a causa

    delle risorse limitate e della particolare missione).23

    Solima L., Limpresa culturale, Carocci Editore, Roma, 200422 www.wikipedia.org23 Sciarelli S., Fondamenti di economia e gestione delle imprese, Cedam,Padova, 2004.

  • 12

    Stabilito il segmento (o i segmenti) a cui rivolgersi, necessario

    considerare unulteriore categoria di soggetti con cui limpresa

    deve confrontarsi nellavvicinarsi al mercato: i competitor.

    Ognuno di essi occupa una specifica posizione allinterno di

    ciascun segmento, in funzione delle politiche di marketing

    attuate, e determina, in questo modo, uno specifico livello di

    concorrenza. Il posizionamento esprime il modo in cui il

    prodotto percepito da un gruppo rilevante di clienti (target)

    rispetto ai prodotti con in quali in concorrenza.24

    Come gi anticipato, scopo finale quello di ritagliarsi una

    porzione di mercato (nicchia) in cui si dispone di un vantaggio

    competitivo duraturo nei confronti della concorrenza, cercando

    di differenziarsi al massimo da questa.

    Il secondo tipo di posizionamento in rapporto a uno o pi

    segmenti; nella maggior parte dei casi il posizionamento del

    prodotto culturale definito in rapporto ai benefici ricercati dai

    consumatori.

    1.2.3 Marketing Mix

    Come stato precedentemente osservato il marketing mix di

    unimpresa artistico culturale detto residuo, in quanto

    composto dalle tre leve restanti, ossia il prezzo, la distribuzione e

    la comunicazione, ma non dal prodotto, che ricordiamo essere un

    24 Ibidem

  • 13

    vincolo dimpresa.25 Per le attente scelte da formulare in ciascun

    ambito, tali variabili vengono analizzate in maniera distinta,

    nonostante debbano formare un insieme estremamente uniforme.

    PREZZO Il prezzo, principalmente nellambito culturale, non

    corrisponde semplicemente al valore economico di un bene o al

    servizio espresso in moneta, ma comprende anche le spese

    correlate ad esso e lo sforzo compiuto dal consumatore per

    lacquisto e il consumo.

    Nella sua determinazione (pricing ) bisogna tenere in

    considerazione variabili endogene, quali la dimensione

    economica dello sforzo sostenuto26 e il break-even point 27, e

    variabili esogene, quali i consumatori28 e i concorrenti29.

    In particolar modo i consumatori sono piuttosto sensibili alle

    variazioni di prezzo: se la domanda elastica30, un lieve

    incremento di prezzo pu condurre ad una rilevante diminuzione

    del volume delle vendite. I prodotti culturali generalmente

    25 Sciarelli F., La gestione dellimpresa teatrale tra arte e mercato, GianniniEditore, Napoli, 2005.26 Con questo metodo il prezzo si determina aggiungendo al costo di base unmark up (ricarico) per generare profitto.27 In questo modo viene analizzato il punto di pareggio tra costi e ricavi.28 Secondo la teoria tradizionale di marketing, il prezzo migliore quelloche il consumatore propenso a pagare.29 Questo metodo deriva dalla scelta del proprio posizionamento rispetto aglialtri competitor.30 Lelasticit della domanda rispetto al prezzo il rapporto tra la variazionepercentuale della quantit domandata e la variazione percentuale del prezzo.

  • 14

    presentano una domanda poco elastica, per la caratteristica di

    unicit della creazione artistica o del bene culturale.

    La determinazione di un prezzo , dunque, il risultato di una

    precisa scelta strategica, in relazione con gli obbiettivi che

    lazienda vuole conseguire. Per quanto riguarda il lancio di un

    nuovo prodotto, le politiche attuabili sono essenzialmente due31:

    la strategia di scrematura, che parte da un prezzo elevato per

    ottenere il massimo profitto per unit venduta, e quella di

    penetrazione, che al contrario fissa il prezzo pi basso possibile

    per raggiungere una pi ampia fetta di mercato.

    Nel settore culturale il prezzo assume una valenza specifica, in

    quanto spesso gli operatori si ritrovano ad erogare il servizio a

    titolo gratuito, in nome dellinteresse pubblico e della crescita

    culturale della collettivit (il che legittima, come vedremo,

    lintervento dello Stato); per questo motivo, in alcuni casi, la

    variabile prezzo pu essere assente o non rientrare nella sfera di

    competenza dellimpresa culturale.

    DISTRIBUZIONE Lattivit di distribuzione comprende

    linsieme di azioni che devono essere sviluppate perch il

    prodotto realizzato, ovvero il servizio offerto, venga ad essere

    collocato sul mercato ed entri nella disponibilit del

    consumatore32. Questa variabile composta da tre elementi: i

    31 Sciarelli S., Fondamenti di economia e gestione delle imprese, Cedam,Padova, 2004.32 Solima L., Limpresa culturale, Carocci Editore, Roma, 2004.

  • 15

    canali distributivi (includono tutti coloro che svolgono un ruolo

    nel passaggio del prodotto dal produttore al consumatore), la

    distribuzione fisica (il coordinamento delle attivit di impresa

    che mirano a trasferire materialmente i prodotti al

    cliente/consumatore nei tempi attesi) e la localizzazione (luogo

    fisico dove il prodotto viene venduto o consumato).

    I principali tipi di strategie di distribuzione sono due: da un lato

    abbiamo le strategie push (attirare il potenziale acquirente verso

    il punto di vendita) e pull (avvicinarsi al potenziale acquirente)33;

    dallaltro la strategia intensiva (massimo numero dei punti di

    vendita), selettiva (scelta di limitati e specifici dettaglianti) ed

    esclusiva (numero contenuto di punti di vendita).

    Nel settore culturale il tempo, il luogo e la durata del consumo

    rivestono un ruolo fondamentale, tanto vero che la forma di

    consumo a determinare le modalit di distribuzione del prodotto:

    nel consumo individuale (ad esempio leggere un libro) il cliente

    ha un totale potere di scelta sul quando, dove e per quanto tempo

    beneficiare di quel prodotto o servizio culturale34 , per cui la

    distribuzione sar simile a quella di ogni altro bene di consumo

    (con unampia gamma di scelta); nel consumo collettivo (come

    uno spettacolo teatrale) si perde questo potere di controllo, in

    particolare per la contestualit della fruizione (che obbliga il

    33 Entrambe le strategie push e pull sono applicabili ai prodotti culturali.Colbert F., Marketing delle arti e della cultura, Etas, Milano, 2000.34 Sciarelli F., La gestione dellimpresa teatrale tra arte e mercato , GianniniEditore, Napoli, 2005.

  • 16

    consumatore a recarsi presso uno specifico luogo), per cui

    limpresa dovr informarsi circa le abitudini e il processo di

    consumo affinch possa attuare un modello di distribuzione

    efficiente.

    COMUNICAZIONE La comunicazione un processo

    attraverso il quale limpresa trasmette flussi di informazione

    verso lesterno, con lo scopo di rendere visibile lorganizzazione

    e i prodotti e servizi che essa produce.

    Gli obbiettivi che la comunicazione d impresa si pu porre sono:

    informare, educare, dare unimmagine positiva, invogliare,

    convincere, muovere allacquisto35. Tra questi limmagine dell

    azienda riveste il ruolo fondamentale. Essa implica una promessa

    che induce ad unaspettativa, che se non soddisfatta pienamente,

    pu causare conseguenze disastrose.

    I principali strumenti della comunicazione sono: la pubblicit, la

    promozione, il direct marketing, le pubbliche relazioni.

    La pubblicit uno strumento impersonale a pagamento,

    mediante il quale limpresa interagisce con il proprio target.36

    Questo tipo di messaggio pu essere divulgato con lausilio di

    vari media: televisione, radio, cinema, internet, stampa,

    volantini, locandine, cartellonistica Per selezionare il veicolo

    pubblicitario pi appropriato si ragiona su cinque dimensioni: la

    35 Ibidem36 Sciarelli S., Fondamenti di economia e gestione delle imprese, Cedam,Padova, 2004.

  • 17

    copertura geografica (nazionale, regionale, provinciale o

    comunale), la copertura specifica (le caratteristiche peculiari dei

    destinatari), la tipologia di messaggio, la frequenza di

    trasmissione del messaggio necessaria per essere memorizzata

    (esiste una soglia minima di utilizzo al di sotto della quale la

    pubblicit risulta inefficace), il costo (detto costo contatto, di non

    facile determinazione).37 Nelle imprese culturali vengono

    principalmente impiegati il manifesto e i quotidiani.

    La promozione ha come scopo quello di incentivare gli acquisti,

    mediante lofferta di vantaggi specifici, per limitati periodi di

    tempo38; strumenti utilizzati nellambito culturale sono gli

    sconti, la campagna abbonamenti, gadget e card.

    Con il direct marketing il messaggio viene trasmesso instaurando

    un rapporto dinamico ed interattivo con la domanda, creando,

    appunto, un contatto diretto con i potenziali clienti; indicato per

    messaggi pi complessi e articolati, che necessitano attenzione,

    approfondimento e personalizzazione, nonch la possibilit di

    una risposta39. In questo senso il telemarketing (via telefono) e il

    web marketing (via internet) rappresentano strumenti innovativi

    applicati con successo nel settore culturale.

    37 Sciarelli F., La gestione dellimpresa teatrale tra arte e mercato , GianniniEditore, Napoli, 2005.38 Sciarelli S., Fondamenti di economia e gestione delle imprese, Cedam,Padova, 200439 Argano L., Bollo A., Dalla Sega P., Vivalda C., Gli eventi culturali.Ideazione, progettazione, marketing, comunicazione, Franco Angeli, Milano,2005

  • 18

    Obbiettivo delle pubbliche relazioni, infine, non tanto quello di

    influenzare il processo decisionale che sta alla base dellatto di

    acquisto, quanto, piuttosto, quello di sviluppare atteggiamenti e

    relazioni positive tra limpresa e i suoi diversi stakeholders

    (interlocutori), creandone unimmagine favorevole40.

    Si pu bene intuire come questo mezzo di comunicazione sia

    fondamentale per le imprese culturali, la cui sopravvivenza

    fortemente legata ad una continua ingerenza pubblica.

    In questo settore le pubbliche relazioni sono affidate allufficio

    stampa, struttura che si occupa dellattivit di comunicazione

    verso i mezzi di informazione di massa; la sua funzione

    principale quella di selezionare, filtrare e veicolare il flusso di

    informazioni dellimpresa verso gli organi di informazione, in

    modo da raggiungere, tramite questi, i potenziali clienti.41

    Le finalit principali sono quelle di aumentare la domanda,

    costruire e consolidare unimmagine positiva dellimpresa e

    rafforzarne il prestigio, attraverso unazione mirata a critici,

    giornalisti specializzati, press opinion maker. Gli strumenti di

    comunicazione pi utilizzati sono il comunicato stampa e la

    conferenza stampa.42

    40 Ibidem41 www.urp.it42 Sciarelli F., La gestione dellimpresa teatrale tra arte e mercato , GianniniEditore, Napoli, 2005.

  • 19

    1.3 IL PRODOTTO CULTURALE

    Il prodotto culturale pu essere definito quale risultato della

    elaborazione, trasformazione o semplice organizzazione di alcuni

    input, molto spesso di natura creativa ed artistica, che si

    traducono nella proposta di unesperienza43.

    La sua natura complessa dovuta allesistenza di una

    dimensione estetica, elemento soggettivo non quantificabile.

    Oggi la sua progettazione riveste una concezione pi ampia

    rispetto al passato, in quanto tende a formare un vero e proprio

    sistema di offerta.44 In questo sistema complessivo possiamo

    individuare tre tipologie di prestazioni: il servizio di base o

    primario (offerta centrale o core), i servizi complementari o

    secondari (che integrano i contenuti del primo) e i servizi

    accessori o ausiliari (che, nonostante lo scarso legame con la

    prestazione principale, migliorano il livello di soddisfazione del

    cliente e contribuiscono al miglioramento dellofferta in

    generale). Tutto ci evidenzia la maggiore considerazione delle

    potenzialit offerte da questo inconsueto tipo di prodotto.

    Al fine di unanalisi pi approfondita opportuno individuare,

    allinterno delleconomia della cultura, due specifiche branche,

    caratterizzate da distinte connotazioni: la prima concernente le

    manifestazioni artistiche, la seconda i beni culturali. Queste

    pongono problemi diversi alleconomista, inerenti

    43 Argano L., Nuove logiche e nuovi strumenti per la progettazione,intervista di Alessandro Bollo, www.fizz.it44 Ibidem

  • 20

    principalmente ad una gestione profittevole per le prime, e

    allallocazione delle risorse, pubbliche e/o private, per le

    seconde45.

    1.3.1 Il prodotto spettacolo

    Lo spettacolo viene comunemente identificato con la

    rappresentazione al pubblico di un evento artistico, musicale,

    rievocativo, drammatico, coreografico, teatrale, lirico e

    cinematografico46. Il suo ruolo centrale nellevoluzione di una

    comunit, in quanto ne promuove lintegrazione culturale.

    Nell ambito economico suscita particolare interesse la

    manifestazione dal vivo. Aspetti peculiari di quest ultima sono:

    lunicit (ogni rappresentazione irripetibile), la

    personalizzazione (le risorse umane sono le componenti

    fondamentali di questo prodotto), limmaterialit (comporta una

    conoscenza intellettiva), lintangibilit (in quanto immateriale),

    la forte valenza simbolica (implica un arricchimento culturale, un

    piacere estetico o lappagamento di un bisogno di distrazione e

    divertimento).

    Afferma Throsby47 che nonostante possa essere considerato

    quale prodotto, lo spettacolo differisce dal risultato industriale, in

    quanto realizza un evento singolo mai meccanicamente

    45 Di Maio A., Economia dei beni e delle attivit culturali, Liguori, Napoli,1999.46 Balducci D., Spettacoli & Fisco, Edizioni FAG, Milano, 2005.47 Throsby D., The Production and Consumption of the Arts: A View ofCultural Economics , Journal of Economic Literature, XXXII, march 1994.

  • 21

    ripetitivo; da qui deriva limpossibilit di testare in anticipo gli

    esiti della produzione. Questa peculiarit, insieme al ciclo di vita

    limitato48 e limpossibilit di conservazione, rendono le imprese

    culturali imprese ad alto rischio.

    Sebbene sia possibile realizzare profitti (con condizioni idonee),

    mediamente le organizzazioni del settore non realizzano risultati

    e perseguono finalit sociali (numerose sono le imprese non

    profit). Questi due aspetti, insieme alla non piena sostituibilit

    dei fattori produttivi, sono tra le principali cause delle difficolt

    finanziarie. Baumol e Bowen (1965)49 per primi affrontano

    questo problema, formulando la cosiddetta legge della crescita

    sbilanciata, anche nota come morbo dei costi: la malattia di

    cui sono afflitti gli spettacoli dal vivo rappresentata

    dallaumento inarrestabile dei costi, raramente coperti dai ricavi.

    Questo accade in quanto, a differenza della maggior parte dei

    settori economici (definiti progressivi), il settore artistico

    (definito stagnante) poco sensibile al progresso scientifico e

    tecnologico che induce ad un generale aumento di produttivit:

    in pratica il settore culturale caratterizzato da una funzione di

    produzione a coefficienti fissi.

    Indipendentemente da questo, la remunerazione degli artisti deve

    crescere in maniera proporzionale allandamento dei salari degli

    48 Questo tipo di prodotto deve essere ritirato dal mercato indipendentementedal suo successo: ha, dunque, un ciclo di vita predeterminato.Colbert F., Marketing delle arti e della cultura, Etas, Milano, 2000.49 Baumol W.J., Bowen W.G., On the Performing Arts: the Anatomy of theirEconomics Problems, American Economic Review, 55, 1965, pp.495-502.

  • 22

    altri settori progressivi. Laumento della remunerazione delle

    risorse umane, unito alla stabilit della produttivit, provoca nel

    settore stagnante un deficit permanente tra costi e ricavi, che

    tende, peraltro, ad aumentare50. In questo lintervento dello Stato

    si rivela salvifico.

    Il valore sociale, educativo ed economico degli spettacoli, unito

    alle difficolt per il reperimento di fondi necessari alla loro stessa

    sopravvivenza, fanno si che le organizzazioni siano indotte ad

    elaborare specifiche strategie per fidelizzare i giovani spettatori,

    allargare la loro missione, reperire nuove fonti, diffondere lo

    spettacolo e conoscere meglio il mercato.

    1.3.2 Il prodotto bene culturale

    A livello legislativo vengono definiti beni culturali quelli che

    compongono il patrimonio storico, artistico, monumentale,

    demoetnoantropologico, archeologico, archivistico e librario e gli

    altri che costituiscono testimonianza avente valore di civilt51.

    Lo stesso articolo prevede: la loro tutela, gestione,

    valorizzazione, promozione.

    I beni culturali, beni unici e non riproducibili, sono beni

    semipubblici52 di natura meritoria 53, in quanto la loro fruizione

    50 Solima L., Limpresa culturale, Carocci Editore, Roma, 2004.51 D. Lg. 112/1998 Art.14852 Dai quali, cio non possibile escludere nessuno, ma hanno una capacitlimitata che genera rivalit.53 Musgrave R.A., The Theory of Public Finance, McGraw-Hill, NewYork,1959.

  • 23

    deve essere diffusa a tutte le fasce di reddito della societ e

    hanno, inoltre, carattere di esternalit, ovvero determinano

    benefici diretti (appagamento dei bisogni del consumatore) e

    benefici indiretti (estensione di effetti positivi sul livello

    culturale dellintera collettivit). Questi tratti distintivi

    giustificano lo Stato quale garante della trasmissione del

    patrimonio artistico, storico, naturalistico alle generazioni

    future54. Infatti anche in questo specifico settore, il sempre

    crescente fabbisogno finanziario, in particolare originato

    dallattivit di conservazione del patrimonio, di competenza

    essenzialmente pubblica, nonostante il recente interessamento

    dei privati (in particolare delle imprese non profit).

    La distinzione rispetto alle attivit artistiche individuata

    essenzialmente nella materialit, nella testimonianza storica,

    nella non riproducibilit e nei giudizi di valore espressi da una

    ristretta lite di esperti55.

    Dal punto di vista economico la valutazione di un bene culturale

    resa difficile dalle sue caratteristiche di irreversibilit (in

    mancanza di tutela il bene pu essere distrutto, con scarse

    possibilit di restauro), incertezza (riguardo leventuale

    54 Lintervento dello stato legittimato anche dall Art.9 della CostituzioneItaliana, secondo il quale La Repubblica promuove lo sviluppo della culturae la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico eartistico della nazione.55 Di Maio A., Economia dei beni e delle attivit culturali, Liguori, Napoli,1999.

  • 24

    limitazione delle scelte per le generazioni future) e unicit (che

    dovrebbe determinare una maggiore attenzione)56.

    In ogni modo possono essere applicati, nellanalisi, criteri di

    misurazione economica dei benefici, distinti in diretti (valore

    monetario) e indiretti (misurazione degli effetti nella relazione

    stimolo-risposta)57. Un metodo di valutazione diretta, ma

    ancora in via sperimentale, la valutazione contingente, che,

    basata sul confronto di scenari ipotetici, ricava informazioni da

    questionari che studiano le reazioni individuali circa le

    variazioni, qualitative o quantitative, di un certo bene; queste

    considerazioni sono particolarmente importanti allorch il

    metodo applicato nella stima della disponibilit a pagare

    (DAP). Il DAP viene impiegato per determinare la cifra massima

    che un individuo disposto a pagare per ottenere un particolare

    beneficio ed , di conseguenza, un indicatore importante se si

    vuole stabilire un rapporto tra costo di produzione e valore

    attribuito, utile per una razionale politica economica.58

    Tutto questo tenendo sempre presente il fine di valorizzare e

    promuovere il bene culturale, rendendolo disponibile ad una

    sempre pi ampia gamma di utenze, pur mantenendo inalterate le

    azioni destinate alla conservazione e alla tutela.

    56 Solima L., Limpresa culturale, Carocci Editore, Roma, 2004.57 Di Maio A., Economia dei beni e delle attivit culturali, Liguori, Napoli,1999.58 Sapienza C., La valutazione economica dei beni culturali,www.patrimoniosos.it

  • 25

    CAPITOLO II

    LA SINERGIA TRA SPETTACOLO E

    BENE CULTURALE

    2.1 VALORIZZAZIONE DEL BENE

    CULTURALE ATTRAVERSO LO SPETTACOLO

    2.1.1 Beni Culturali: concetti di tutela e valorizzazione

    I beni culturali si contrappongono, per definizione, ai beni

    naturali in quanto questi ultimi ci sono offerti dalla natura,

    mentre i primi sono il prodotto della cultura dell'essere umano1.

    Inestimabile espressione della nostra essenza, turbato dal

    trascorrere del tempo e da coloro che non ne riconoscono il

    valore, il bene culturale viene considerato un soggetto debole di

    cui prendersi cura o, pi precisamente, da tutelare.

    In Italia le attivit di tutela si distinguono in: interventi di

    emergenza non programmati, eseguiti con i finanziamenti della

    programmazione annuale (circa 200.000 euro lanno) e

    operazioni pianificate a seguito di grandi lavori (art. 28 comma 4

    del Codice dei beni culturali e del paesaggio)2.

    1 www.wikipedia.org2 Nava M. L. (Soprintendente archeologo di Napoli), intervento durante unseminario sulle Tematiche della fruizione dei Beni archeologici edell'acheologia urbana, tenutosi al complesso universitario di MonteSantAngelo, Napoli, il 04/05/2006.

  • 26

    Tuttavia, man mano che lesigenza della tutela diventa sempre

    pi pressante, si va consolidando lidea che il modo pi efficace

    per risolvere i contrasti con gli enti di sviluppo del territorio sia

    quello di affiancare al concetto di tutela quello di messa in

    valore: divulgando, tramite una maggiore fruizione, la

    conoscenza del bene, la comunit pu, in questo modo,

    sviluppare un senso di appartenenza tale da sentire il bisogno

    intrinseco di proteggerlo3.

    In questi ultimi anni si cercato, dunque, di infondere nel bene

    culturale una sorta di valore aggiunto, di accrescerne il prestigio

    e la conoscenza, mediante strumenti di valorizzazione.

    A livello normativo, la Corte costituzionale sembra porre il

    discrimine tra i concetti di tutela e valorizzazione

    nellinteresse pubblico perseguito e nelle situazioni soggettive, in

    modo che norme di tutela sono quelle tese conformemente

    allinteresse pubblico a salvaguardare il valore culturale del

    bene, delimitando la sfera soggettiva dei destinatari, mentre

    norme di valorizzazione sono quelle di esplicitazione del

    valore culturale del bene che si sostanzia nella possibilit

    regolamentata dei terzi di fruire del bene in modo che la loro

    azione non diverga dal fine insito nel valore culturale e nella sua

    3 Tocco G. (Soprintendente per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino,Benevento), intervento durante un seminario sulla Valorizzazione delpatrimonio archeologico e sul rapporto tra pubblico e privato nella gestionedel bene culturale, tenutosi al complesso universitario di Monte SantAngelo,Napoli, il 20/04/2006.

  • 27

    funzione di interesse pubblico4; nello specifico viene indicata la

    tutela come attivit diretta a riconoscere, conservare e

    proteggere i beni culturali e ambientali e la valorizzazione

    come attivit diretta a migliorare le condizioni di conoscenza e

    conservazione dei beni culturali e ambientali ed incrementarne la

    fruizione5. In tale contesto la gestione altro non pu che essere

    lattivit materiale di amministrazione del bene culturale

    ambientale che ne coinvolge luso6 Di fatti la valorizzazione (in

    termini stranieri evaluation o mis en valeur) ha in s laspetto

    economico7.

    In Italia le attivit di valorizzazione si distinguono in: interventi

    eseguiti con i fondi (esigui) del Ministero per i Beni e per le

    Attivit Culturali e interventi eseguiti in collaborazione con gli

    enti locali, concessionari di scavo (come ad esempio le

    universit).

    4 Rago P., Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali e Titolo V dellaCostituzione, www.ambientediritto.it.5 D. Lg. 31 marzo 1998, n. 112, art. 1486 Fo S., La gestione dei beni culturali, G. Giappichelli Torino, 2001; BrutiLiberati E., Pubblico e privato nella gestione dei beni culturali: ancora unadisciplina legislativa nel segno dellambiguit e del compromesso, in Aedon,n. 3, 2001; Scarselli F., La gestione dei servizi culturali tramite fondazioni,in Aedon, n. 1, 2002.7 De Caro S. (Soprintendente Archeologo per le Provincie di Napoli eCaserta), intervento durante un seminario sulla valorizzazione del patrimonioarcheologico e sul rapporto tra pubblico e privato nella gestione del beneculturale, tenutosi al complesso universitario di Monte SantAngelo, Napoli, il20/04/2006.

  • 28

    2.1.2 Funzione didattica dello spettacolo: un nuovo

    approccio alla conoscenza del bene culturale

    Lo spettacolo dal vivo ha da sempre assunto una forte carica

    comunicativa grazie alla sua fisicit; questa caratteristica ne ha

    determinato le funzioni principali, esistenti fin dalle sue origini

    nel rito. La funzione ludica data dallintrattenimento, dal

    momento di sfogo e di distensione che la rappresentazione

    comporta; evidente la valenza che veniva attribuita a tutto

    questo durante le feste dedicate a Dioniso.

    Utilizzata spesso nella storia con fini propagandistici la

    funzione di influenza, determinata dal giudizio condiviso:

    individui anche molto distanti tra loro, nellassistere ad una

    rappresentazione, mostrano le medesime reazioni. Vi un

    coinvolgimento emozionale che suscita negli spettatori un effetto

    benefico che li libera dalle passioni; per Aristotele la tragedia

    attraverso la piet e il terrore produce la catarsi da simili

    emozioni8.

    Unulteriore funzione che ben esprime la valenza sociale e civile

    dello spettacolo quella didattica: gi nellantichit si

    trasmettevano insegnamenti tramite questa forma di messaggio

    immediata e semplice; i destinatari privilegiati diventavano gli

    analfabeti e le generazioni successive (si tramandavano ricette,

    modalit di costruzione degli scudi).

    8 Alone R., Tessari R., Manuale di Storia del Teatro, Utet Libreria, 2001.

  • 29

    Nel momento in cui il bene culturale (un sito archeologico, un

    edificio storico) diventa contemporaneamente scenografia ed

    oggetto della rappresentazione, la funzione ludica raggiunge la

    sua massima essenza.

    La storia di quel luogo, la vita quotidiana di coloro che vi

    abitavano, le forme di spettacolo presenti allepoca, possono

    essere presentati al pubblico in maniera semplice e piacevole.

    Gli spettacoli Son et Lumire, le parate storiche in costume,

    larcheologia sperimentale, le rappresentazioni delle tragedie

    classiche nei teatri greci sono tutti eventi in cui lo spettacolo si

    compenetra nel bene culturale per comprenderne la storia e

    raccontarla infine agli altri.

    In questo contesto la diffusione del messaggio non una

    comunicazione verbale sterile: il pubblico entra in contatto con i

    suoni, la musica, i modi di vestire, i modi di vivere di uomini e

    donne vissuti tanto tempo fa Lo spettacolo riesce a dar vita ad

    una sorta di prodigio che non concesso a nessun altra forma di

    comunicazione: permette, infatti, una suggestiva ed originale

    immersione nel passato, una comprensione profonda e reale (in

    opposizione a quella virtuale) della storia.

    Linterazione diventa forte, il messaggio si arricchisce, la

    comprensione immediata, il ricordo permane nel tempo, la

    divulgazione si espande facilmente.

    La storia si fa spettacolo e le persone che assistono possono

    avvertirne pienamente lessenza, sentendola propria.

  • 30

    2.1.3 Promozione del bene culturale

    Lo spettacolo pu diventare anche promotore del bene culturale.

    Questi infatti pu vestirsi di una nuova immagine, pi moderna e

    pi vicina al pubblico ed attirare nuovi, potenziali clienti. Una

    fruizione innovativa, infatti, rinfresca un prodotto gi conosciuto

    e, nello stesso tempo, permette una pi ampia diffusione della

    sua conoscenza.

    In questo ambito un ruolo di notevole interesse gioca la

    tecnologia: questa permette di parlare linguaggi diversi dal

    tradizionale, di creare collegamenti spazio temporali pi consoni

    ad un pubblico giovane, di destare e mantenere lattenzione con

    contenuti nuovi, flessibili e divertenti. I target raggiungibili si

    moltiplicano: da un pubblico pi qualificato ed elitario, che pu

    essere soddisfatto da infiniti livelli di approfondimento, a coloro

    che hanno un generico interesse di un arricchimento culturale e

    di unesperienza coinvolgente, che possono essere attratti da un

    approccio maggiormente emotivo. Le tecnologie, dunque,

    permettono oggi di comunicare i contenuti del bene culturale non

    solo attraverso una mera descrizione, ma riproducendoli nelle

    loro caratteristiche e contestualizzandoli allepoca e ai fenomeni

    storico-artistico-sociali che ne hanno visto la nascita9.

    9 Granelli A., Tracl F., Innovazione e cultura. Come le tecnologie digitalipotenzieranno la rendita del nostro patrimonio culturale, il Sole 24 Ore Fondazione Cotec, Milano, 2006.

  • 31

    2.1.4 Preservazione e rispetto del monumento

    Nel rispetto del principio di fondo di valorizzazione del bene

    culturale lintroduzione dello spettacolo nel sito culturale non

    deve, ovviamente, apportare modifiche al bene, n tantomeno

    danneggiarlo. Nellistallazione di tutti i mezzi tecnici

    fondamentale, dunque, la cura e il rispetto del patrimonio,

    tenendo ben presente nel corso dei lavori che il sito culturale

    deve essere lasciato cos come era prima dellintervento.

    Per quanto riguarda lutilizzo dei beni culturali, il Decreto

    Legislativo 22 gennaio 2004, n. 4210 vieta di adibirli ad usi non

    compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da

    recare pregiudizio alla loro conservazione, gi sancito dalla

    legge 1 giugno 1939, n. 1089 (artt. 11-12) ed ora codificato

    all'art. 20 d.lg. 42/2004, che, come noto, costituisce una delle

    "misure di protezione" in cui si sostanzia lo speciale regime di

    tutela dei beni culturali11.

    Oltre a ci importante che gli strumenti tecnici e gli impianti

    utilizzati per lo spettacolo non diventino visibili, danneggiando

    la fruizione estetica: distogliendo lattenzione del pubblico e

    rendendo difficile la suggestione del viaggio temporale, tutta la

    magia si dissolverebbe in un alone di delusione, un po come

    nello scoprire i trucchi di un prestigiatore.

    10 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 dellalegge 6 luglio 2002, n. 137.11 Brocca M., La disciplina duso dei beni culturali, www.aedon.mulino.it

  • 32

    Fig. 3 Esempio di illuminazioni inserite preservando il contestoarcheologico: Pompei di notte, Pompei (Napoli).

  • 33

  • 34

    2.2 FINANZIAMENTI

    Lallestimento di uno spettacolo complesso quale Son et Lumire

    necessita indubbiamente di risorse finanziarie di cui la societ

    privata chiamata ad attrezzarla difficilmente dispone; in questo

    senso gli aiuti di maggiore consistenza derivano dai

    finanziamenti pubblici (in Italia erogati dalle Regioni) e dalle

    sponsorizzazioni di societ che gestiscono le attrezzature

    utilizzate per la messa in scena.

    Il settore artistico-culturale in generale ha da sempre mostrato la

    necessit di un sostegno esterno, soprattutto a livello finanziario.

    Nellantica Atene, come dimostrato da Baumol12, le produzioni

    teatrali di autori quali Eschilo, Euripide o Aristofane non

    potevano essere sostenute da una popolazione tanto esigua, per

    cui dovevano essere sovvenzionate da donazioni (sia da parte

    della collettivit che da privati) per motivi religiosi (le feste

    Lenee a gennaio e quelle di Dioniso a marzo).

    In epoca romana (circa 70 a.C.) nasce il mecenatismo con Gaio

    Mecenate, scrittore e uomo politico che, quando si ritir a vita

    privata, si circond di artisti, scrittori e poeti, sostenendone la

    produzione artistica; latteggiamento sostenuto da Mecenate

    divenne un modello nel 1400, quando la presenza di artisti dava

    lustro e fama ai casati delle ricche corti e signorie.

    12 Baumol W.J., Economics of the Athenian Drama: Its Relevance for the Artin Small Cities Today, Quaterly Journal of Economics, 85, 1971

  • 35

    Ci che nel corso degli anni ha indotto donatori pubblici e privati

    a contribuire allo sviluppo di questo settore soprattutto il valore

    sociale connaturato in esso.

    Il deficit permanente, intrinseco nelle imprese culturali, richiede

    sempre maggiori finanziamenti, in particolare per la convergenza

    di due fenomeni: da un lato lesponenziale incremento dei costi e

    dallaltro la riduzione delle risorse pubbliche destinate al settore.

    Per questo motivo emersa una nuova figura professionale, il

    fund raiser, ovvero il cacciatore di fondi13.

    Il fund raising l'insieme delle strategie e delle azioni che

    un'azienda non profit deve mettere in atto affinch si sviluppi nel

    tempo un continuo afflusso di risorse elargite gratuitamente per

    sostenere le attivit istituzionali (anche sotto forma di progetti)

    dell'ente14. Le risorse da reperire possono comprendere sia quelle

    materiali ed immateriali (in senso ampio), oppure quelle

    propriamente monetarie (in senso stretto). Caratteristiche

    distintive sono la natura sociale, il contenuto relazionale, la

    valenza filantropica15.

    I soggetti coinvolti in questo sistema di relazioni sono: il

    prestatore, lorganizzazione, i consumatori finali; essi vengono

    13 Sciarelli F., La gestione dellimpresa teatrale tra arte e mercato , GianniniEditore, Napoli, 2005.14 www.consorziomeridia.it/glossario.html15 Solima L., Limpresa culturale, Carrocci Editore, Roma, 2004.

  • 36

    coinvolti in un circolo virtuoso16 che determina un

    miglioramento del sistema sociale nel suo complesso.

    Le attivit di spettacolo e i beni culturali possono essere

    affidati a soggetti diversi, definiti in modo preciso dalla

    normativa di settore. Si tratta di soggetti pubblici, come lo Stato,

    le Regioni, gli enti locali o altri enti pubblici e di soggetti privati,

    come persone fisiche, persone giuridiche con fine di lucro e non

    profit, enti ecclesiastici o altri enti non riconosciuti17.

    In Italia la gestione delle attivit e dei beni culturali in

    prevalenza pubblica; lo Stato interviene per assestare il

    funzionamento del mercato, riconoscendo limportanza sociale

    ed economica dellarte e della cultura. Recentemente, tuttavia,

    anche i privati stanno mostrando interesse per questo ambito; ci

    sia a causa del passaggio di competenze da parte dello Stato nella

    gestione dei patrimoni culturali, sia per la consapevolezza che la

    cultura costituisce una delle possibili destinazioni del leisure

    time dei cittadini e, quindi, una delle possibili destinazioni del

    loro denaro. Per privati si intendono le associazioni, le

    fondazioni, le imprese o i semplici cittadini, tutte categorie che

    possono contribuire al settore culturale con diversi contributi.

    Tra questi, il settore non profit sta vivendo negli ultimi anni uno

    sviluppo straordinario.

    16 Ibidem.17 Granelli A., Tracl F., Innovazione e cultura. Come le tecnologie digitalipotenzieranno la rendita del nostro patrimonio culturale, il Sole 24 Ore Fondazione Cotec, Milano, 2006.

  • 37

    2.2.1 Finanziamenti pubblici

    Nel 1776 Adam Smith18 afferm che tutte le forme darte,

    listruzione e la cultura quanto pi sono diffuse in una societ,

    tanto pi determinano benefici, sia ai diretti fruitori che allintera

    comunit. Circa due secoli dopo Robbins scriver che gli effetti

    positivi che derivano [] dalla conservazione del patrimonio

    culturale non sono limitati a coloro che sono disposti a pagare

    per goderne, ma si diffondono a beneficio di strati molto pi

    ampi della collettivit, cos come avviene per i benefici

    dellapparato pubblico a tutela delligiene o di un paesaggio

    urbano ben pianificato19. Rielaborando questi due concetti,

    distanti tra loro nel tempo, si pu affermare che per giustificare

    lintervento pubblico si prendono in esame le esternalit del

    consumo20.

    In pratica, i beni e le attivit culturali determinano, oltre a

    benefici diretti (nei riguardi del fruitore), anche dei benefici

    indiretti, legati agli effetti positivi che si diffondono sul livello

    culturale e sulla qualit della vita dellarea in cui questi sono

    disponibili. I benefici indiretti, in quanto riferibili allintera

    collettivit, non sono escludibili, per cui non pu essere associata

    alla fruizione degli stessi il pagamento di un corrispettivo: si

    18 Smith A., Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni,Mondatori, Milano, 1977.19 Robbins L., Art and the State, Politics and Economics. Paper in PoliticalEconomy, McMillan, London, 1963.20 Di Maio A., Economia dei beni e delle attivit culturali, Liguori, Napoli,1999.

  • 38

    verifica, pertanto, un gap tra benefici sociali e benefici privati,

    che genera il fallimento del mercato21. In base a ci lo Stato deve

    intervenire nel settore culturale con interventi correttivi che

    azzerino questo deficit di risorse.

    Sia nel campo delle manifestazioni dal vivo che nel caso dei beni

    culturali le esternalit sono dedotte dal prestigio di cui il paese

    pu godere per la corretta conservazione del proprio patrimonio

    culturale, dal beneficio che ne trae la collettivit e dalla

    trasmissione alle generazioni future dellattuale patrimonio

    culturale22.

    Per ci che attiene i beni culturali, tuttavia, la giustificazione pi

    consona dellintervento pubblico in questo settore risiede nel

    giudizio di qualit dei beni stessi, definiti, di conseguenza, di

    merito (merit wants). Secondo Musgrave, lautore che li ha

    identificati, tali bisogni sono soddisfatti da servizi soggetti al

    principio di esclusione e sono soddisfatti dal mercato nei limiti

    della domanda effettiva. Essi diventano bisogni pubblici se

    vengono considerati cos meritori che la loro soddisfazione viene

    garantita attraverso il bilancio pubblico al di l della quantit

    offerta dal mercato e pagata dai privati compratori La

    soddisfazione dei merit wants, per sua natura, implica 21 Lapproccio normativo motiva lintervento pubblico sulla basedellesistenza dei fallimenti di mercato, ovvero della non esistenza oggettivadelle condizioni che consentono al mercato di raggiungere lefficienteallocazione nella produzione e/o nello scambio.Di Maio A., Economia dei beni e delle attivit culturali, Liguori, Napoli,1999.22 Ibidem.

  • 39

    uninterferenza con il principio della sovranit del

    consumatore23. In pratica la natura meritoria dei beni culturali

    deriva dall esigenza di garantire la fruizione a tutte le fasce di

    reddito della societ, indipendentemente dalla presenza di

    unadeguata domanda esercitata dal mercato. In tale prospettiva

    il sostegno pubblico motivato dal positivo effetto ridistributivo

    realizzato a favore di classi sociali meno abbienti24.

    I finanziamenti pubblici in Italia si distinguono a seconda se

    vengano erogati dalla Comunit Europea, dal Ministero per i

    Beni e le Attivit Culturali e dagli Enti Locali.

    Per quanto riguarda i finanziamenti comunitari, i fondi si

    articolano secondo due linee di intervento: i fondi strutturali e i

    programmi comunitari. I primi hanno lo scopo di favorire la

    coesione economica e sociale attraverso la correzione dei

    principali squilibri regionali europei. Gli strumenti utilizzati sono

    il FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), che finanzia

    interventi a sostegno di uno sviluppo economico locale

    sostenibile e di carattere duraturo25 e il FSE (Fondo Sociale

    Europeo), che sostiene la strategia europea per l'occupazione,

    garantendo la coerenza e la complementarit delle azioni avviate

    per migliorare il funzionamento del mercato del lavoro e lo

    23 Musgrave R.A., The Theory of Public Finance, McGraw-Hill, New York,195924 Solima L., Limpresa culturale, Carrocci Editore, Roma, 2004.25 www.ponricerca.miur.it

  • 40

    sviluppo delle risorse umane26; nellambito di quest ultimo un

    rilevante piano strategico il POR (Programma Operativo

    Regionale), in cui si vengono fissate le azioni prioritarie sulla

    base di progetti e iniziative.

    I programmi comunitari, invece, riguardano progetti specifici

    gestiti dalle DG (Direzioni Generali) suddivise per ambiti di

    attivit27. Per quanto riguarda il settore culturale lunico

    strumento di programmazione e di finanziamento per le azioni

    comunitarie il programma "Cultura 2000", istituito per il

    periodo che va dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2006; questo,

    che raggruppa i precedenti programmi "Raffaello", "Arianna" e

    "Caleidoscopio", mira a realizzare uno spazio culturale comune

    promuovendo il dialogo culturale e la conoscenza della storia, la

    creazione, la diffusione della cultura e la mobilit degli artisti e

    delle loro opere, il patrimonio culturale europeo, le nuove forme

    di espressione culturali, nonch il ruolo socioeconomico della

    cultura28.

    Per ci che concerne lintervento statale, i finanziamenti possono

    assumere la forma di contributi o sovvenzioni: i contributi sono

    in quantit determinata sia in conto esercizio che capitale, mentre

    26 http://europa.eu27 Sciarelli F., La gestione dellimpresa teatrale tra arte e mercato , GianniniEditore, Napoli, 2005.28 http://europa.eu

  • 41

    le sovvenzioni sono correlate allesistenza di un disavanzo sia in

    conto esercizio che di capitale29.

    Il settore dei beni culturali concorre, nellattribuzione delle

    risorse pubbliche, con altri settori sussidiati che soddisfano

    bisogni primari quali la salute e listruzione30.

    In Italia le competenze in materia di sostegno al settore culturale

    spettano attualmente al Ministero per i Beni e le Attivit

    Culturali. Nello specifico ambito delle attivit artistiche il

    predetto Ministero gestisce il FUS (Fondo Unico per lo

    spettacolo), la cui misura determinata annualmente dallo Stato.

    La gestione del Fondo consente di assegnare contributi ad enti,

    istituzioni, associazioni, organismi ed imprese operanti nei

    settori delle attivit cinematografiche, musicali, di danza, teatrali,

    circensi e dello spettacolo viaggiante, nonch di promuovere e

    sostenere manifestazioni ed iniziative di carattere e rilevanza

    nazionali da svolgere in Italia o all'estero31.

    Infine, in ambito locale, i finanziamenti possono essere concessi

    dalle Amministrazioni Comunali, le Amministrazioni Provinciali

    e le Regioni. Queste ultime, nella gestione dei fondi dedicati ai

    beni e alle attivit culturali, utilizzano spesso strumenti

    legislativi, emanando leggi regionali apposite per il settore.

    29 Argano L., La Gestione dei Progetti di Spettacolo, Franco Angeli,Milano, 1997.30 Mazzanti M. "Metodi e strumenti di analisi per la valutazione economicadel patrimonio culturale", Franco Angeli, Milano, 2003.31 http://www.beniculturali.it/

  • 42

    Esistendo una legislazione concorrente tra Stato (a livello

    generale) e Regione (a livello specifico), le norme regionali

    dovrebbero improntarsi sulla loro specifica identit32, per

    favorire uno sviluppo pi conforme alle diverse situazioni

    territoriali.

    Secondo i dati del 2000, i finanziamenti pubblici per i beni

    culturali sono stati pari a 11.968 miliardi di lire: il maggiore

    finanziatore della cultura lo Stato con il 59,9% del totale delle

    risorse erogate, seguono i Comuni (27,7%), le Regioni (11%) e

    le Province (1,4%). In particolare, la spesa statale per i beni

    culturali ha interessato il patrimonio artistico (82,5% del totale

    della spesa), gli archivi (8,9%) e le biblioteche (8,6%)33.

    Come precedentemente riscontrato, le istituzioni culturali

    vertono da sempre in una situazione di difficolt economica. La

    ristrettezza dei finanziamenti pubblici, di fatto la principale fonte

    di sussistenza, rallenta notevolmente il processo innovativo34.

    32 DIppolito F., intervento durante lincontro su Le buone pratiche 2006. Laquestione meridionale del teatro, tenutosi a Napoli il 7/12/2006.33 Cicerchia A., Attene S., Le risorse finanziarie per i beni culturali, inRapporto sulleconomia della cultura in Italia a cura di Bodo C., Spada C.,2004.34 Granelli A., Tracl F., Innovazione e cultura. Come le tecnologie digitalipotenzieranno la rendita del nostro patrimonio culturale, il Sole 24 Ore Fondazione Cotec, Milano, 2006.

  • 43

    2.2.2 Finanziamenti privati

    In questo contesto si rivela, dunque, strategica la ricerca di nuovi

    finanziatori che possano supportare gli enti pubblici nello

    sviluppo delle attivit e beni culturali.

    Le risorse aggiuntive (di capitali finanziari, ma anche di

    competenze manageriali pi adeguate) dei privati possono,

    infatti, contribuire attivamente alla promozione del settore

    culturale, garantendo uno slancio rilevante della nuova economia

    e stimolando la crescita di risorse umane, tecniche, organizzative

    ed imprenditoriali35; le modalit di partecipazione possono essere

    molteplici.

    Nellambito specifico dei beni culturali, lapertura ai privati e, in

    senso lato, lingresso di una cultura manageriale nel comparto

    culturale, deriva dal forte orientamento al cliente e dalla nuova

    visione del settore culturale quale promettente area di business36.

    Il primo passo in questa direzione stata lapprovazione della

    legge 14 gennaio 1993 n4, pi nota come legge Ronchey, che

    oltre aver riconosciuto il diritto di fruizione da garantire al

    pubblico, ha introdotto loutsourcing nel comparto museale,

    consentendo ai privati i servizi di accoglienza, i cosiddetti

    servizi aggiuntivi; oltre ad un miglioramento di qualit nel

    35 Enti privati e beni culturali: i finanziamenti e la gestione della cultura,http://db.formez.it36 Granelli A., Tracl F., Innovazione e cultura. Come le tecnologie digitalipotenzieranno la rendita del nostro patrimonio culturale, il Sole 24 Ore Fondazione Cotec, Milano, 2006.

  • 44

    servizio offerto, tale formula ha creato una nuova fonte

    finanziaria garantita dai canoni erogati dai concessionari.

    Lingresso dei privati nella gestione dei servizi aggiuntivi

    contemplato nel caso in cui lamministrazione non sia in grado di

    provvedere in maniera autonoma e deve essere finanziariamente

    conveniente per lamministrazione concedente, aumentando i

    proventi, creandone di nuovi o riducendo i costi37.

    La tendenza dunque quella di esternalizzare i servizi e le

    attivit correlati al bene culturale e alla sua valorizzazione,

    mentre la tutela resta di totale appannaggio statale.

    Le tipologie di finanziamento privato sono molteplici.

    La pi comune in questo settore senzaltro la sponsorizzazione,

    definita dal Codice delle sponsorizzazioni, approvato dalla

    camera di commercio internazionale: ogni comunicazione per

    mezzo della quale uno sponsor fornisce contrattualmente un

    finanziamento od un supporto di altro genere, al fine di associare

    positivamente la sua immagine, la sua identit, i suoi marchi,

    prodotti o servizi, ad un evento, unattivit, unorganizzazione o

    una persona da lui sponsorizzata38. In pratica si stipula un

    contratto tra due parti: il soggetto promotore dell'evento si

    obbliga a pubblicizzare l'immagine dello sponsor che a sua volta

    si obbliga ad una prestazione in denaro come corrispettivo per la

    richiamata attivit di divulgazione pubblicitaria (Ris. Min. 17

    37 Ibidem.38 Glossario www.fizz.it

  • 45

    settembre 1998 n. 148/E)39. E evidente come questo binomio

    produce effetti vantaggiosi per entrambe le parti, in quanto la

    funzione sociale del progetto culturale pu dare prestigio

    allimpresa che lo promuove, mentre garantito il sostegno ad

    enti che notoriamente non dispongono delle risorse necessarie40.

    Fondamentalmente i possibili interventi di sponsorizzazione sono

    di due tipi: in denaro oppure in servizi, mezzi, materiali

    (sponsorizzazioni tecniche).

    Gli elementi attraverso i quali lo sponsor valuta lefficacia e

    lefficienza di un contratto di sponsorizzazione, individuati da

    Fisher e Broulillet41, sono: il numero di visitatori o partecipanti

    allevento, la posizione del logo sul materiale promozionale, la

    visibilit dello sponsor allinterno dellevento, la copertura dei

    media, limpatto sociale, limmagine e il potenziale commerciale

    dellevento.

    Dal 1995 al 2003 la percentuale di aziende impegnate

    nellattivit di sponsorizzazioni cresciuta di 47 punti

    percentuali; allinterno di tale mercato le attivit culturali

    rivestono un ruolo importante: circa il 35% del totale delle

    39 Enti privati e beni culturali: i finanziamenti e la gestione della cultura,http://db.formez.it40 Argano L., La Gestione dei Progetti di Spettacolo, Franco Angeli,Milano, 1997.41 Fisher V., Brouillet R., Les commandites: la pub de demain, ditionsSaint-Martin, Montreal, 1990In Colbert F., Marketing delle arti e della cultura, Etas, Milano, 2000.

  • 46

    sponsorizzazioni42. Il fenomeno motivato dagli effetti positivi

    che queste iniziative hanno sulla percezione dei consumatori: i

    dati pervenuti da unindagine sullopinione degli italiani sul

    rapporto impresa-cultura43, attestano, a titolo esemplificativo,

    che il 58% del campione attribuisce allazienda che investe in

    cultura un forte senso di responsabilit sociale e una maggiore

    modernit e che il 52% degli intervistati preferisce acquistare in

    prodotti da chi opera nel settore culturale rispetto a chi non lo fa.

    Nel maggio 2004, con lentrata in vigore del nuovo Codice per i

    beni culturali e paesaggistici44, formalmente prevista la

    sponsorizzazione di beni culturali da parte delle aziende, nel

    campo della tutela e della valorizzazione patrimoniale.

    Non vi dubbio che in una societ sempre pi mediatica, si

    individuino con attenzione i soggetti che permettono

    lorganizzazione e la fruizione di determinati eventi.

    Ad incentivare ancor di pi la presenza dei privati nel settore

    culturale va ricordata la piena deducibilit fiscale per le imprese

    che investono in cultura, con la legge 342/200045.

    42 Grossi R. (a cura di), Politiche, strategie e strumenti per la cultura Secondo rapporto annuale Federculture 2004, Allemandi & C., 2004.43 Bondardo Comunicazione, Porta lontano investire in cultura: lopinionedegli italiani sul rapporto impresa-cultura, Il Sole 24 ORE, 2000.44 Articolo 120 del Decreto Legislativo numero 42 del 22 gennaio 2004.45 In Italia solo da poco tempo applicata la detassazione per linvestimentoculturale rispetto allEuropa. Si pensi alla Gran Bretagna, in cui dal 1936 leimprese sono autorizzate a dedurre dal reddito tassabile le erogazionifilantropiche, con un giro daffari intorno al mondo culturale di circa 4.500milioni di sterline (800 milioni di euro) provenienti dallo Stato, e con oltre180 milioni di euro provenienti dalle imprese.

  • 47

    I soggetti destinatari delle erogazioni devono possedere

    determinati requisiti: non possono perseguire fini di lucro, il loro

    statuto deve prevedere finalit da realizzare nei settori culturali e

    dello spettacolo, tali attivit devono essere effettivamente svolte.

    Possono dunque beneficiare di liberalit i soggetti che svolgono

    attivit di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni

    culturali, nonch di gestione e promozione di attivit di

    spettacolo46.

    Questa forma di sussidio molto diffusa negli Stati Uniti

    dAmerica ed motivata dallobiettivo di offrire maggiori

    opportunit a coloro che offrono beni o attivit culturali; questo

    sussidio attraverso imposte non riscosse prende il nome di tax

    expediture47.

    In Italia nel 2003 le risorse destinate alla cultura sono ammontate

    a 16.933,693 euro con un aumento di 2 milioni di euro rispetto

    allanno precedente; per la deduzione dagli utili imponibili delle

    somme da destinare a programmi culturali e dello spettacolo,

    necessaria la comunicazione al Ministero del totale delle

    erogazioni effettuate lanno precedente48.

    Enti privati e beni culturali: i finanziamenti e la gestione della cultura,http://db.formez.it46 Per il settore dei beni culturali: D. Lg 31 marzo 1998, n.112; D. Lg. 20ottobre 1998, n.368; D. Lg. 29 ottobre 1999, n.409. Per il settore dellospettacolo: L. 30 aprile 1985, n.163 e dal D Lg. 31 marzo 1198, n.112.In Scardulla S., Investire nella cultura, adesso conviene di piwww.whynet.net/BANCaeuropa47 Di Maio A., Economia dei beni e delle attivit culturali, Liguori, Napoli,1999.48 Ibidem.

  • 48

    In questo fenomeno di neo-mecenatismo le fondazioni bancarie

    assurgono al ruolo di protagoniste, in quanto sono tra le strutture

    che negli ultimi anni hanno contribuito maggiormente al rilancio

    della valorizzazione culturale. Ci motivato sia dalle normative

    vigenti, che impongono la destinazione di una parte degli utili ad

    opere di pubblica utilit, sia per una capillare diffusione sul

    territorio, che le lega profondamente alle comunit locali,

    generando una forte dimensione territoriale dazione49.

    In base al primo censimento Istat sul non profit50, il settore di

    attivit privilegiato dalle Fondazioni italiane la sanit, cui viene

    destinato il 32% delle risorse totali, seguito subito dopo da arte e

    cultura, cui si dedica il 26%.

    Unaltra forma di finanziamento privato il cause related

    marketing, strumento nato nel contesto anglosassone il cui

    obiettivo quello di promuovere un prodotto o un servizio

    abbinandolo al marchio di unorganizzazione non profit; in

    pratica si tratta di una strategia di marketing congiunto, in cui lo

    sforzo promozionale per aumentare le vendite o migliorare la

    posizione sul mercato legato ad azioni che arrecano benefici

    anche allorganizzazione non profit51. Tra i vantaggi acquisiti

    dallimpresa privata assume un peso rilevante la riduzione del

    rischio: a differenza delle sponsorizzazioni, in cui i rischi di

    49 Sciarelli F., La gestione dellimpresa teatrale tra arte e mercato , GianniniEditore, Napoli, 2005.50 Dati Il Sole 24 Ore, novembre 2004.51 Colbert F., Marketing delle arti e della cultura, Etas, Milano, 2000.

  • 49

    gestione ricadono interamente sullo sponsor, nel cause related

    marketing questi vengono pienamente condivisi tra le societ

    partner.

    Recentemente si sta proponendo in ambito culturale un nuovo

    possibile modello per il finanziamento e la realizzazione di

    interventi di valorizzazione culturale: il project financing.

    Il project financing una tecnica finanziaria innovativa volta a

    rendere possibile il finanziamento di iniziative economiche sulla

    base della valenza tecnico-economica del progetto stesso

    piuttosto che sulla capacit autonoma di indebitamento dei

    soggetti promotori dell'iniziativa. Il progetto viene valutato dai

    finanziatori principalmente per la sua capacit di generare flussi

    di cassa, che costituiscono la garanzia primaria per il rimborso

    del debito e per la remunerazione del capitale di rischio,

    attraverso un'opportuna contrattualizzazione delle obbligazioni

    delle parti che intervengono nell'operazione. La fase di gestione

    dell'opera costituisce elemento di primaria