la fauna - sibillini.net · la fauna sezione 4. conoscenze di base g li animali comprendono gli...
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Conoscenze di base
Gli animali comprendono gli es-
seri viventi in grado di muoversi
volontariamente e che dipendono in
qualche modo dalle piante per la
loro alimentazione (sono organismi
eterotrofi). Tale dipendenza è di-
retta per gli erbivori e indiretta per i
carnivori, che si nutrono di altri ani-
mali. Le piante, invece, sono general-
mente fisse in un determinato posto
e producono da sé il loro nutri-
mento (e l’ossigeno) attraverso il
processo di fotosintesi (sono organi-
smi autotrofi).
In biologia, tutte le forme di vita
sono classificate in grandi gruppi,
che riuniscono gli organismi aventi
in comune alcune importanti caratte-
ristiche. La presenza di una colonna
vertebrale, ad esempio, distingue i
vertebrati dagli invertebrati, che ne
sono privi.
Nel corso di questa attività, i parteci-
panti apprendono le caratteristiche
di alcuni animali e provano a ripro-
durle. Anche se non è necessario che
essi conoscano le basi scientifiche
dell’intero sistema di classificazione,
può essere, tuttavia, utile che
siano informati almeno sulle
principali differenze tra i diversi
gruppi.
Insetti: sono invertebrati; gli adulti
hanno 3 paia di zampe, il corpo è di-
viso in 3 parti (testa, torace e ad-
dome) e molti di essi presentano 2
paia di ali.
Ragni: sono invertebrati; hanno il
corpo diviso in 2 parti: un cefaloto-race (con 8 zampe, 2 cheliceri, 2 an-
tenne) e un addome non
segmentato (con ghiandole che pro-
ducono la seta che essi utilizzano in
genere per tessere la loro tela).
Anfibi: sono vertebrati eterotermi
(non producono il loro calore corpo-
reo e di conseguenza la loro tempe-
ratura interna dipende dalla
temperatura esterna); hanno la pelle
liscia; generalmente dall’uovo na-
scono larve acquatiche dotate di
branchie che si trasformano poi in
adulti con polmoni adatti a respirare
l’aria.
Rettili: sono vertebrati eterotermi;generalmente depongono le uova,
sono ricoperti di squame o placche
cornee e usano polmoni per respi-
rare.
Uccelli: sono vertebrati omeotermi(producono il loro calore corporeo,
mantenendolo costante rispetto alla
temperatura dell’ambiente esterno);
depongono uova, hanno il corpo ri-
coperto di piume e gli arti anteriori
trasformati in ali.
Mammiferi: sono vertebrati omeo-
termi; le femmine partoriscono i loro
piccoli (tranne l’ornitorinco che de-
pone le uova) ed hanno ghiandole
mammarie che secernono il latte ne-
cessario per nutrirli dopo la nascita.
La maggior parte dei mammiferi
sono ricoperti di peli, almeno in al-
cune parti del corpo.
Un comportamento bestiale
In breveI partecipanti apprendono
le caratteristiche di alcuni
animali giocando alle scia-
rade
Età7 - 12 anni
Durata45 minuti
Obiettivi formativiI partecipanti dovranno essere ingrado di:◆ Descrivere le caratteristiche di
un animale utilizzando vari me-todi di comunicazione (la pa-rola, il gesto ecc.).
◆ Riconoscere alcuni animalidalle imitazioni fatte dai lorocompagni.
◆ Iniziare a conoscere le linee ge-nerali della classificazione deglianimali.
Materiale occorrente◆ Lavagna, o lavagna a fogli mobili◆ Le “Carte degli animali” in alle-
gato, oppure dei cartoncini ri-portanti ognuno il nome di unanimale
◆ Una borsa o un cappello permetterci i cartoncini
◆ Fotografie di animali per aiutarel’”attore” a prepararsi (opzio-nale)
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ATTIVITA’21
Cosa fare
1. Mostrate ai partecipanti di-
verse fotografie di animali. Esor-
tateli ad individuare gli animali
rappresentati e ad attribuirli ai
gruppi precedentemente deli-
neati (insetti, anfibi, ragni, ret-
tili, uccelli, mammiferi).
Chiedete: Quali caratteristicheesteriori aiutano a decidere diche gruppo si tratta?
2. Su una lavagna, scrivete la pa-
rola “animale” e poi, sotto, al-
meno 3 diversi gruppi di animali
(es. insetti, rettili e mammiferi).
Chiedete ai partecipanti di dare
una definizione di “animale”. Sti-
late, quindi,una lista delle carat-
teristiche di ciascun gruppo.
3. Dite ai partecipanti che farete
il gioco delle sciarade, uti-
lizzando come soggetto
gli animali.
4. Prima di comin-
ciare, chiedete ai
partecipanti di
aiutarvi a rita-
gliare le “Carte
degli Animali”. Se
fossero necessarie più
carte, invitateli a
creare una loro serie,
utilizzando dei carton-
cini con il nome
dell’animale
scritto sopra.
Usate fotografie, se
sono disponibili, oppure invitate
i partecipanti a fare dei disegni.
Mischiate le carte e distribuitene
una per ciascuno. Ogni parteci-
pante imiterà il suo animale,
mentre il resto del gruppo dovrà
indovinare di chi si tratta. L’“at-
tore” potrà mimare sia il nome
dell’animale sia il suo aspetto o i
suoi movimenti.
5. Dopo aver rivelato la risposta
corretta, chiedete ai partecipanti
cosa sanno di quell’animale. Fate
leggere ad ognuno le caratteristi-
che elencate sul retro della carta.
Se avete ancora tempo, scegliete
una delle caratteristiche e fatela
mimare ad un membro del
gruppo.
Per i più piccoli(dai 5 ai 7 anni)
1. Se alcuni partecipanti
hanno difficoltà a leggere,
usate fotografie o disegni
per illustrare le differenze
tra i diversi gruppi ani-
mali (punto 1 di cui
sopra).
2. Se alcuni parteci-
panti non conoscono
le caratteristiche degli
animali che hanno
scelto, prendeteli da
parte e suggeri-
tene qual-
cuna che
siano in grado di mi-
mare (alcune caratteristiche
sono riportate sul retro delle
“Carte degli Animali”).
3. Se il gruppo incontra diffi-
coltà a trovare le risposte, fornite
una selezione di 5 animali di-
versi tra cui scegliere (uno di
essi deve corrispondere alla ri-
sposta corretta).
Per i più grandi(dai 12 anni in su)
1. Proponente ai partecipanti di
seguire i primi due punti. Data la
loro età, saranno verosimilmente
anche in grado di andare oltre e
di individuare un maggior nu-
mero di differenze tra gli ani-
mali.
2. Dividete i partecipanti in
gruppi per fare un gioco di mimi
in cui un animale scelto da loro
interagisce con altri animali e
con il suo habitat. È importante
che la scelta dell’animale venga
fatta in segreto.
3. I membri di ogni gruppetto
concorderanno una “rappresen-
tazione” e la eseguiranno per il
resto del gruppo, che dovrà ten-
tare di indovinare di quale ani-
male si tratta.
4. Quando tutti avranno finito,
fate in modo che ciascun grup-
petto discuta delle caratteristiche
più interessanti dell’animale
scelto.
Un comportamento bestiale
145
ATTIVITA’21
Domande
• Sapete citare alcune caratteristicheche consentono di separare gli animaliin diversi gruppi?
• Sapete elencare qualcuno dei gruppi incui gli animali sono divisi?
• Quali sono le caratteristiche più inte-ressanti degli animali rappresentati?
Adattamenti
Fare riferimento anche al para-
grafo degli adattamenti generali
di pagg. 6-10
Disabilità motorie
• Se i partecipanti incontrano dif-
ficoltà ad imitare i movimenti,
usate i suoni ed i versi degli
animali.
• Se i partecipanti hanno diffi-
coltà fisiche a riprodurre i mo-
vimenti, potete invitarli, in
alternativa, a descrivere gli ani-
mali a parole, cercando di evi-
tare termini banali e di
utilizzare il maggior numero
possibile di particolari (ad es.
“ho le piume e canto nella fore-
sta” oppure “ho la pelliccia e
mangio bacche”).
Disabilità dell’apprendimento
e/o cognitive
• Usate figure ed esempi per illu-
strare gli animali e i loro diversi
comportamenti. Se possibile,
per introdurre l’attività, utiliz-
zate una cassetta musicale con
suoni e canti di animali.
• Fornite ai partecipanti suggeri-
menti o assistenza, se necessa-
rio. (Alcuni potrebbero incon-
trare difficoltà negli aspetti
teorici di questa attività).
• Prima di cominciare il gioco,
fate esercitare i partecipanti
nell’imitazione di un animale.
Per esempio, alcuni potrebbero
imitare un orso che si gratta la
schiena contro un albero, che
usa le unghie per catturare e
mangiare un pesce o ancora
che si prepara per il letargo in-
vernale.
• Procuratevi una certa varietà di
materiali, tra cui audio cassette
e guide di campo con grandi
immagini a colori (per i parteci-
panti più grandi).
Disabilità uditive
• Fornite ai partecipanti suggeri-
menti o assistenza, se necessa-
rio. (Alcuni potrebbero avere
difficoltà con gli aspetti teorici
di questa attività).
• Chiedete ai partecipanti di al-
zare la mano prima di dare la
soluzione, e fate in modo che
chi imita l’animale si ponga di
fronte a coloro i quali hanno
difficoltà uditive, quando è il
loro momento di indovinare. Se
necessario, avvaletevi dell’aiuto
dell’interprete del linguaggio
dei segni.
Disabilità visive
• Per introdurre l’attività utiliz-
zate, se possibile, una cassetta
musicale con suoni e canti di
animali.
• Per i partecipanti con problemi
di vista utilizzate un formato
grande delle “Carte degli Ani-
mali” con caratteri scritti in
Braille. Se questo non fosse
possibile, fate scegliere una
carta ad ogni partecipante e,
sottovoce, per non far sentire
agli altri, dite a ognuno il nome
dell’animale corrispondente.
• A mano a mano che i parteci-
panti imitano l’animale scelto,
fate in modo che qualcuno de-
scriva al gruppo quello che sta
accadendo. Invitate ogni parte-
cipante ad alzare la mano prima
di dare la sua soluzione, in
modo che tutti abbiano la pos-
sibilità di vincere.
• Se i partecipanti non si sentono
a loro agio nell’imitare i movi-
menti degli animali, suggerite
di descriverne l’aspetto esterno,
cercando di evitare termini ba-
nali e di utilizzare il maggior
numero possibile di particolari
(es. “ho le piume e canto nella
foresta” oppure “ho la pelliccia
e mangio bacche”).
• Se i partecipanti non cono-
scono i movimenti degli ani-
mali, lasciate che utilizzino i
loro versi o i suoni che emet-
tono.
• Procuratevi materiali scritti a ca-
ratteri grandi o in Braille, non-
ché audio cassette (nella
versione per i partecipanti più
grandi).
Un comportamento bestiale
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ATTIVITA’21
147
• • •
• • •
• • •
AQUILA
NUTRIA GATTO SELVATICO TOPO QUERCINO
TROTA FARFALLA
GRILLO APE GRIFONE
Carte degli animali SCHEDA DIDATTICA
© National Wildlife Federation
148
Carte degli animaliSCHEDA DIDATTICA
Nutria:• ha quattro lunghi incisivi
dal caratteristicocolore arancione
• emette un caratteristicosuono nasale
• la femmina allattai piccoli in acqua
• è una grande nuotatricee si nutre delle piante che
crescono sugli arginidi fiumi e canali
Gatto selvatico:• si arrampica sugli alberi
• ha comportamento furtivoed elusivo
• è solitario• ha le unghie retrattili
Topo quercino:• la madre porta i piccoli
sul dorso• conserva ghiande e altre
provviste• in inverno va in letargo nelle
cavità degli alberi• mangia nocciole e noci
trattenendole fra le zampee rosicchiando l’esterno
con i denti
Trota:• inghiotte il cibo
in un solo boccone• nuota muovendo il corpo
da una parte all’altracontrollando la direzione
con le pinne• è un animale eterotermo
(la temperatura del suocorpo dipende
dalla temperatura esterna)
Aqui la:• volteggia nell’aria tenendo
le ali ben distese• cattura le sue prede
(altri uccelli, conigli, lepri,camosci) tenendole
con gli artigli • quando è posata su un ramo
o su una roccia effettuarapidi movimenti della testa
per controllare quelloche accade intorno
Farfal la:• le antenne la aiutanoa “sentire” l’ambiente• vola sbattendo le ali
rapidamente• a riposo tiene generalmentele ali in posizione verticale sul
corpo (quelle notturne, chiamatefalene, le tengono piatte)
• ha una lunga proboscide spessoarrotolata (spiritromba) che usaper succhiare il nettare dei fiori
Gri l lo:• i maschi producono
il classico stridio sfregandole ali rapidamente• si muove a salti
• le setole presenti sullezampe posteriori
gli consentono di aggrapparsiai fili di erba
A p e :• vola rapidamenteda un fiore all’altro
• raccoglie il nettarecon una corta proboscide
simile ad una lingua• raccoglie il polline con lapeluria che riveste il corpo
Grifone:• si libra nell’aria formandocon le ali una V al di sopra
del proprio corpo• spesso si riposa tenendo
la testa a “penzoloni”• i piccoli vomitano
per proteggersi dagliaggressori: l’odore
nauseabondo della carneputrefatta e rigettata
inibisce gli attacchi
© National Wildlife Federation
Un sentiero innaturale
Conoscenze di base
Le specie di piante e di animali
che, nel corso di un lungo pe-
riodo di tempo, vengono sottoposte
a grandi cambiamenti dell’ambiente
in cui vivono (es. anni di inonda-
zioni, la comparsa di un nuovo pre-
datore, ecc) possono reagire in uno
dei tre seguenti modi: sopravvivere,
cambiare o morire. Se una specie si
modifica nel tempo per meglio ri-
spondere alle nuove condizioni del
suo ambiente, significa che si è
adattata ad esso. (Si
tratta di cambiamenti
trasmessi nel corso di
generazioni all’in-
terno di una popola-
zione di una data
specie, e non di cam-
biamenti che un ani-
male può acquisire nel
corso della sua vita).
Un caso di adattamento
è il mimetismo.
Un rospo, ad esempio, può stare
tranquillamente seduto su un muc-
chietto di foglie e non essere affatto
notato da un predatore, perché il
suo colore si confonde con quello
dell’ambiente esterno. Ciò significa
che l’animale, attraverso il mimeti-
smo, si è adattato a vivere in quel
particolare ambiente; un rospo rosa
brillante non avrebbe probabil-
mente uguali possibilità di sopravvi-
venza in quello stesso contesto
ambientale!
Il mimetismo può riferirsi al colore,
alla forma o al comportamento, ed
aiuta un animale a non essere visto
dai suoi predatori o, viceversa, dalle
sue prede.
Cosa fare
1. Prima dell’arrivo del gruppo, alle-
stite un “sentiero innaturale” dispo-
nendo 15-20 oggetti lungo un tratto
di sentiero o all’interno di una pic-
cola area boscata. Alcuni di questi
oggetti dovranno confondersi con
l’ambiente, altri, invece, dovranno
essere ben visibili. La lunghezza del
sentiero dipende dalla dimen-
sione del gruppo: più questo è
numeroso, più il sentiero do-
vrebbe essere lungo (per esem-
pio: con 10 partecipanti, 10-15
metri potrebbero essere suffi-
cienti, mentre con un gruppo di
25 il sentiero dovrebbe essere
lungo almeno il doppio).
2. Spiegate ai partecipanti che
stanno per percorrere un sentiero
speciale, chiamato “sentiero innatu-
rale”. Dite loro che potranno per-
correre il sentiero con calma, con il
loro passo, ma che non potranno
fermarsi o abbandonarlo. Durante il
percorso, dovranno guardarsi at-
torno attentamente, alla ricerca
degli oggetti che sono estranei al
sentiero. Chiedete ai partecipanti di
individuarne il maggior numero
possibile.
3. Raggruppate i partecipanti all’ini-
zio del sentiero. Consentite loro di
percorrerlo al passo che desiderano
149
In breveI partecipanti scoprono il
significato e l’importanza
del mimetismo cercando al-
cuni oggetti nascosti
Età8 - 12 anni
Durata45 minuti
Obiettivi formativiI partecipanti dovranno essere ingrado di:◆ Definire il concetto di mimeti-
smo.◆ Riconoscere alcune tipologie di
mimetismo utilizzate dagli ani-mali.
◆ Dimostrare di aver capito il si-gnificato dell’adattamento dellafauna all’ambiente, come strate-gia di sopravvivenza.
Materiale occorrente◆ 15-20 oggetti di vari colori e
dimensioni, alcuni dei quali ap-partenenti all’ambiente naturaleed altri no. Riportiamo, a titolodi esempio,la seguente lista:
- 1 bottone rosa (o comunque un bot-tone di un colore brillante)
- due lattine di bibite: una verde ed unarossa
- 4 pezzetti di cartoncino: 1 verde; 1marrone; 1 rosa; 1 blu
- 1 bandana verde- 1 cannuccia- 4 pastelli ad olio o matite: 1 rosso, 1
giallo, 1 verde, 1 marrone- 1 pezzo di corda- 2 penne: 1 nera e 1 blu- 2 contenitori di plastica di pellicole fo-
tografiche: 1 nero, 1 trasparente.
◆ Immagini di animali mimetizzaticon il loro ambiente
ATTIVITA’22
150
(3 o 4 minuti è in genere un
tempo congruo ma di-
pende dalle necessità
del gruppo) invitan-
doli ad individuare
ed a contare il maggior numero pos-
sibile di oggetti. Dovrebbero guar-
darsi attorno una volta sola, senza
soffermarsi e senza rivelare agli altri
gli oggetti individuati.
4. Quando tutti avranno percorso il
sentiero, radunate il gruppo e chie-
dete ad ognuno quanti oggetti ha
visto. Dopo che tutti hanno riferito
il loro dato, rivelate quanti sono ef-
fettivamente gli oggetti “innaturali”
e andate insieme lungo il sentiero a
raccoglierli. Chiedete “Perché alcunisono molti visibili ed altri invecesono difficili da scorgere? C’è qual-cuno che li ha individuati tutti?”
5. Dopo aver concluso l’esperienza
del sentiero, fate osservare che gli
oggetti difficili da trovare erano
quelli “camuffati”. Questo corri-
sponde, all’adattamento di alcuni
animali al loro habitat. Chiedete “Co-noscete qualche animale che adottail mimetismo?” In che modo questolo aiuta a nascondersi? Perché il mi-metismo è necessario per la soprav-vivenza di alcuni animali?”
Per i più piccoli(dai 5 agli 8 anni)
Portate il gruppo a fare una
breve passeggiata in un parco o
in un’area in cui vivono degli ani-
mali (anche se tutto quello che è
possibile vedere sono farfalle, pas-
seri e ghiandaie). Chiedete ai parte-
cipanti quali animali individuano
per primi. Come li hanno notati?
Chiedete: “Come fanno alcuni ani-mali a confondersi meglio di altricon l’ambiente che li circonda? Co-noscete alcuni animali che usano ilmimetismo per proteggersi? Cosafanno alcuni animali per sfuggirealla vostra vista”?
Per i più grandi(dai 12 anni in su)
1. Portate il gruppo in un’area natu-
rale in cui ci siano posti adatti per
nascondersi.
2. Dite ai partecipanti che dovranno
dimostrare quanto sono bravi a mi-
metizzarsi e a nascondersi a un ipo-
tetico “predatore”. Chiedete al
gruppo: Che importanza può avere,per un animale, l’uso del mimeti-smo per sfuggire a un predatore?
3. Contrassegnate un’area naturale
(bosco o altro) di circa 6 metri qua-
drati (o più semplicemente indica-
tene ai partecipanti i confini). Per
un gruppo più numeroso scegliete
un’area più grande.
4. Scegliete un volontario che faccia
la parte del predatore. Mentre il pre-
datore tiene gli occhi chiusi, gli altri
partecipanti devono nascondersi
meglio che possono in un minuto o
anche meno. Possono coprirsi di fo-
glie o nascondersi tra la vegetazione
dietro alberi e tronchi ma devono ri-
manere all’interno dell’area e stare
attenti a non arrecare danno a
piante e animali. Il predatore dovrà
stare all’esterno dell’area delimitata
e cercare di individuare le prede da
una posizione fissa. Potrà indicare
verso la direzione in cui ha avvistato
un partecipante o chiamarlo per
nome. Quando il predatore avrà in-
dividuato la maggior parte dei com-
ponenti del gruppo, richiamate
anche gli altri e ricominciate il
gioco, facendo scegliere al gruppo
un nuovo predatore. Ripetete il
gioco per 3 - 4 volte.
5. Chiudete l’attività chiedendo:
“Chi è stato facile da trovare? Per-ché? Chi è stato difficile da trovare?Perché? Che cosa ha aiutato il pre-datore ad individuare alcuneprede? In che modo gli animali evi-tano i loro predatori? Come pos-sono essere d’aiuto il mimetismo el’immobilità? In quale situazionecerti colori possono aiutare dimeno? Quali altri adattamenti pos-sono adottare gli animali per sfug-gire ai loro predatori?”
Domande
• Quali colori si confondono meglio nelbosco (o in un’altra area naturale)?
• In che modo i colori possono aiutare lasopravvivenza di alcuni animali?
• Quali altre strategie hanno adottato glianimali per sopravvivere nel loro am-biente?
Un sentiero innaturaleATTIVITA’22
Un sentiero innaturale
Adattamenti
Fare riferimento anche al paragrafo
degli adattamenti generali di pagg.
6-10
Disabilità motorie
• Scegliete un’area facilmente acces-
sibile e posta, se possibile, lungo
un sentiero pavimentato.
• Disponete gli oggetti vicino al
bordo del sentiero.
Disabilità dell’apprendimento
e/o cognitive
• Usate figure ed esempi per illu-
strare le differenze tra oggetti natu-
rali e non. Procuratevi una buona
varietà di immagini di animali che
utilizzano il mimetismo (insetto
stecco, tarabusino, lepre bianca).
• Fate in modo che i partecipanti
siano in grado di riconoscere al-
cuni esempi di oggetti che non tro-
verebbero in un sentiero naturale.
• Contrassegnate chiaramente l’ini-
zio e la fine del sentiero (utilizzate
del nastro o delle bandierine).
• Dite ai partecipanti di scrivere i
nomi degli oggetti oppure, se
hanno problemi di memorizza-
zione, fornite dei legnetti su cui
potranno marcare un segno per
ogni oggetto trovato.
Disabilità uditive
• Usate figure ed esempi per illu-
strare le differenze tra oggetti natu-
rali e non. Procuratevi una buona
varietà di immagini di animali che
utilizzano il mimetismo (insetto
stecco, tarabusino, lepre bianca).
• Posizionate voi stessi e l’interprete
del linguaggio dei segni in modo
tale che i partecipanti possano ve-
dervi per ricevere ulteriori istru-
zioni o avvisi, mentre sono sul
sentiero o sul campo.
• Contrassegnate chiaramente l’ini-
zio e la fine del sentiero (utilizzate
del nastro o delle bandiere).
Disabilità visive
In generale• Per aiutarvi nell’attività, scegliete
un esempio di una situazione as-
similabile al mimetismo. Ad esem-
pio mischiate alcune foglie a
pezzetti di carta della stessa forma
e dimensione e lasciate che i par-
tecipanti li tocchino, esaminan-
doli per mezzo del tatto.
• Delimitate chiaramente il sen-
tiero, posizionando su di un lato
un nastro-guida.
• Dividete il sentiero in settori. Se
volete, potete dire ai partecipanti
quanti oggetti devono trovare al-
l’interno di ciascun settore.
• Coinvolgete i compagni nell’atti-
vità, chiedendo loro di aiutare i
partecipanti con difficoltà visive
e in particolare di fornire indica-
zioni utili per l’orientamento.
Invitateli, però, a non sostituirsi
a loro nel cercare e trovare gli
oggetti.
Per partecipanti ipovedenti• Utilizzate colori brillanti e og-
getti di grandi dimensioni.
• Utilizzate alcuni oggetti che
emettono suoni e/o luce (ad
esempio una radio, una lan-
terna, un metronomo).
Per partecipanti non vedenti:• Utilizzate alcuni oggetti che emet-
tono suoni (ad esempio una radio,
un metronomo, o delle campane a
vento).
• Se volete, potete allestire un tavolo
con oggetti naturali e non, che i
partecipanti non vedenti possano
toccare per decidere a quale cate-
goria appartengono: ad esempio
mettete una piuma, un pezzetto di
carta o un involucro di caramella e
alcune foglie in un contenitore
contenente dei ciottoli, un netta-
pipe e alcuni ramoscelli, ecc).
• Un’alternativa è quella di allestire
un “sentiero sonoro”. Utilizzate,
per creare il “sentiero”, un’audio-
cassetta con suoni della natura me-
scolati a suoni emessi da oggetti
particolari (ad esempio: una radio
o un metronomo) Chiedete ai par-
tecipanti di riconoscere quali suoni
non appartengono ad un sentiero
naturale.
© 1998 Cornell Joseph. Questa attività èstata adattata con il permesso dell’autoreda “Sharing Nature with children”: Edizionedel ventesimo anniversario, (1998), pagine42-45. Per maggiori informazioni consultateil sito web dello “Sharing Nature Founda-tion”: www.sharingnature.com
151
ATTIVITA’22
Conoscenze di base
Molti fattori diversi influenzano
la capacità di sopravvivenza di
un animale.
Il suo habitat, comunque, deve es-
sere in grado di fornire cibo, acqua,
riparo dagli agenti atmosferici e dai
predatori e un luogo sicuro per alle-
vare i piccoli.
Moltissimi animali, dalle formiche,ai
castori, ai tassi e alle vespe terricole,
modificano l’ambiente in cui vivono
per costruire le loro case. Ecco alcuni
esempi:
Formiche: molte formiche costrui-
scono sistemi di tunnel per le loro
colonie, scavando, nel terreno o nei
tronchi degli alberi, “delle stanze”
per l’allevamento delle larve e per
l’immagazzinamento delle scorte ali-
mentari; in America vivono delle for-
miche, dette “taglia-foglie”, che
addirittura “coltivano” funghi,
creando un substrato adeguato con
pezzetti di foglia ammassati all’in-
terno delle loro gallerie.
Castori: i castori modificano l’am-
biente in cui vivono, costruendo sia
le dighe sui corsi d’acqua sia le loro
tane, con i tronchi degli
alberi che essi stessi ab-
battono, gli stagni che ne deri-
vano, possono essere responsabili
di facili esondazioni. Nei fiumi più
grandi, alcuni castori preferiscono
scavare gallerie negli argini, in-
vece di costruire una diga su
un ampio fronte d’acqua.
Uccelli: molte specie di uccelli,
per costruire i loro nidi, utilizzano
rametti, erba e qualsiasi altro mate-
riale idoneo (come peli di cani e
gatti o persino capelli di esseri
umani).
Api mellifere: queste api costrui-
scono strutture complicate fatte di
celle esagonali; le pareti delle
celle, che ospitano diversi stadi
delle operaie immature e delle
femmine, sono fatte di cera, se-
creta dalle api operaie. Anche la
cella dell’ape regina è fatta di que-
sto materiale.
Scoiattoli: andando alla ricerca di
nidi di uccelli, non è infrequente
scorgere sui rami più alti di un al-
bero, una massa disordinata di fo-
glie e bastoncini; si tratta di un
nido di scoiattolo, che è general-
mente più grande e molto meno
ordinato della maggior parte dei
nidi di uccelli.
Tasso: questo aggressivo animale
costruisce sotto terra tane coperte
di foglie dove protegge i suoi pic-
coli; per difenderli non esita ad at-
taccare gli eventuali intrusi.
Vespe terricole: questi insetti co-
struiscono i loro nidi in buchi nel
terreno e attaccano senza preav-
viso se l’area viene disturbata*.
Nota: “Disturbare” l’area, significa so-stare davanti all’ingresso del nido o nellesue vicinanze; pertanto ogni osserva-zione di queste vespe che entrano oescono dovrebbe essere effettuata da unadistanza di almeno 5-6 metri.
Casa dolce casa
In breveI partecipanti scoprono le
case di diversi animali e os-
servano i materiali con cui
sono costruite nonché le
modifiche che apportano
all’ambiente
Età8 - 12 anni
Durata30 - 45 minuti
Obiettivi formativiI partecipanti dovranno essere ingrado di:◆ Riconoscere e comparare al-
cuni tipi di case degli animali.◆ Riconoscere alcuni dei mate-
riali che gli animali utilizzanoper costruire le loro case.
◆ Descrivere come la costru-zione di una casa da parte diun’animale può influire sull’am-biente in cui vive.
Materiale occorrente◆ Immagini e/o campioni di case
di animali◆ Copie della scheda didattica
“Le case degli animali”◆ Schede didattiche per l’uscita
sul campo (facoltative)◆ Cartelline rigide
a molla e ma-tite
152
ATTIVITA’23
153
Cosa fare
1. Chiedete “Dove vivono glianimali? In che tipo di case?Come le costruiscono?” Discutete
sul perché e sul come gli animali
modificano gli ambienti in cui vi-
vono per soddisfare le loro ne-
cessità primarie. Mostrate foto
che rappresentano diverse case
di animali e tutti gli esempi e i
campioni di cui si può disporre
(ad es. nidi di uccelli o arnie).
2. Presentate l’attività come una
passeggiata alla ricerca di alcune
case di animali (es. nidi di uccelli,
galle di insetti, bozzoli/ooteche,
ragnatele, arnie, buche nel ter-
reno, gallerie). Chiedete ai parte-
cipanti di elencarle e parlate dei
vari animali che modificano l’am-
biente per costruire le loro case.
3. Prima che i partecipanti ini-
zino la ricerca, spiegate loro che
sono “ospiti” degli animali che
vivono in quell’area, e che per-
tanto devono muoversi con at-
tenzione e rispetto. Tenete i
partecipanti all’interno di un’a-
rea relativamente piccola, ed
aiutateli nella ricerca.
Nota: Assicuratevi di osservarele norme di sicurezza appro-priate, riportate alle pagg. 11-12
4. Se necessario, distribuite la
scheda didattica “Le case degli
animali” per aiutare i parteci-
panti a riconoscere e a localiz-
zare le diverse
“case”.
Una volta indivi-
duate e riconosciute
quelle presenti sulla
scheda (ed eventual-
mente anche altre), in-
vitate i partecipanti ad
esaminarle con cura. Chie-
dete quali materiali sono
stati utilizzati, con quale tec-
nica sono state costruite e
qual è il loro aspetto. Chiedete
ai partecipanti di prendere ap-
punti e analizzate le differenze
tra una casa ed un’altra.
5. Con un’attenta osservazione,
i partecipanti possono trovare
nidi di uccelli, buchi di picchi,
gallerie di coleotteri, nidi di
vespe e di calabroni, galle di in-
setti ecc. Per trovare nidi di uc-
celli, i partecipanti devono
guardare in alto e in basso, nei
cespugli, nell’erba e tra gli al-
beri. Tetti, davanzali, grondaie,
pali della luce e altri manufatti
umani possono anch’essi costi-
tuire luoghi idonei per la costru-
zione dei nidi. Altre grandi
“case” sono i nidi coperti di fo-
glie degli scoiattoli, quelli rico-
perti di erba dei conigli, i buchi
praticati nei tronchi dai picchi e
le gallerie scavate dalle talpe. Ri-
cordatevi di osservare con atten-
zione anche i tronchi caduti in
decomposizione, ma abbiate poi
l’accortezza, se li avete mossi, di
rimetterli nella posizione primi-
tiva.
6. Al ritorno dalla vostra
passeggiata, discutete e
mettete a confronto
quello che i parteci-
panti hanno tro-
vato. Chiedete ai
partecipanti di di-
segnare sul retro
della scheda di-
dattica o su un
altro foglio di
carta la loro “casa” favorita, o
quella più interessante cha
hanno incontrato durante la pas-
seggiata. Concludete chiedendo
in che modo gli animali influen-
zano l’ambiente in cui vivono
quando costruiscono la loro casa.
Per esempio “Quali sono gli ef-fetti di un coleottero che scava aldi sotto della corteccia di un al-bero? In che modo le gallerie co-struite dalle talpe influenzanol’ambiente?
Per i più piccoli(dai 5 agli 8 anni)
Seguite le istruzioni sopra ri-
portate concentrandovi, però,
su cinque (o anche meno),
esempi concreti di “case” di ani-
mali. Ad esempio: guardate le im-
magini del nido di un uccello, di
un mucchietto di sassi, di un’ar-
nia di api, di uno stagno e di un
formicaio riportati nella scheda
didattica. Se possibile, prima del-
l’uscita sul campo, mostrate al
gruppo alcuni esempi di case di
animali.
Casa dolce casa ATTIVITA’23
Per i più grandi(dai 12 anni in su)
Invitate i partecipanti, dopo aver
svolto le azioni indicate nei 6
punti precedenti, a “smontare” la
costruzione in cui si sono imbat-
tuti. Chiedete di fare un elenco dei
materiali utilizzati per la costru-
zione che riescono a ricono-
scere. Invitateli poi a
ragionare sulla natura e
sulla provenienza
di ciascuna parte.
Chiedete, infine, di pa-
ragonare le
case degli
uomini con
quelle degli animali trovate sul
campo: Quali sono le differenze equali le analogie?
Domande
• Quali animali modificano l’ambiente incui vivono per costruire la loro casa oaltre strutture?
• In che modo diversi animali costrui-scono le loro case?
• In che modo ciascun animale influenza ilsuo ambiente?
Adattamenti
Fare riferimento anche al para-
grafo degli adattamenti generali
di pagg. 6-10
Disabilità motorie
• Scegliete per l’attività proposta
un’ampia area facilmente acces-
sibile (in piano, priva di pozze in
cui ristagni acqua, ecc).
• Usate la scheda didattica con i
partecipanti che hanno difficoltà
a scrivere. Mettete a disposi-
zione delle cartelline rigide a
molla.
Disabilità dell’apprendimento
e/o cognitive
• Usate il maggior numero possi-
bile di figure ed esempi di
case di animali.
• Fissate un
punto di incontro
lungo il sentiero
nel caso che i partecipanti
si disperdano.
• Usate la scheda didat-
tica con i partecipanti che hanno
difficoltà a scrivere o che hanno
problemi di memorizzazione.
Mettete a disposizione delle car-
telline rigide a molla.
• Se necessario, fate in modo che i
partecipanti segnalino con la
mano la presenza di case di ani-
mali.
Disabilità uditive
• Usate il maggior numero possi-
bile di figure ed esempi di case
di animali.
• Fissate un punto di incontro
lungo il sentiero nel caso che i
partecipanti si disperdano.
• Posizionate voi stessi e l’inter-
prete del linguaggio dei segni in
modo tale che i partecipanti
possano vedervi per ricevere ul-
teriori istruzioni o avvisi, mentre
sono sul sentiero o sul campo.
Disabilità visive
• Procuratevi degli esempi di case di
animali (es. nidi di uccelli, boz-
zoli/ooteche) e di materiali utiliz-
zati per costruirle, da far toccare
ed analizzare ai partecipati.
• Contrassegnate chiaramente il
sentiero, posizionando su di un
lato un nastro-guida.
• Coinvolgete nell’attività i compa-
gni dei partecipanti con disabilità
visive, chiedendo loro di descri-
vere accuratamente le diverse case
che incontrano e le aree in cui si
trovano. Fate in modo che i com-
pagni incoraggino i partecipanti
con disabilità visiva a toccare gli
oggetti da voi indicati e ad esplo-
rare la natura con tutti i loro sensi.
• Se utilizzate le schede didattiche,
realizzatene una versione ingran-
dita. Aumentate le dimensioni
delle figure ed utilizzate un mag-
gior numero di pagine.
• Se volete, potete allestire un vo-
stro sentiero, posizionandovi case
di diversi animali (es. nidi di uc-
celli, mucchietti di sassi). Ponete
delle etichette su ciascuna casa,
utilizzando caratteri in Braille o di
grandi dimensioni per stimolare il
riconoscimento e l’esplorazione
da parte dei partecipanti.
154
Casa dolce casaATTIVITA’23
155
Le case degli animali SCHEDA DIDATTICA
© National Wildlife Federation
ISTRUZIONI: ogni volta che osservate nel corso della passeggiata, una delle “case” di animali di se-guito illustrate, apponete un contrassegno sotto la figura.
Nido Ragnatela Alveare
Mucchietto di rametti Buco nel tronco Mucchietto di sassi
Montagnola o buco nel tronco Fessura o grotta Stagno, ruscello o lago
156
Casa dolce casa
Casa dolce casaISTRUZIONI: disegnate/elencate tutte le “case” che incontrate nel corso della passeggiata
SCHEDA DIDATTICA
© National Wildlife Federation
Conoscenze di base
Imparare come la fauna locale si in-
serisce nel proprio ecosistema, ser-
virà a sollecitare l’interesse dei
partecipanti e li spingerà a porre
altre domande sul mondo naturale.
Chi ha osservato le farfalle in un giar-
dino della propria città, o i pesci in
un fiume locale, oppure i caprioli
nelle vicinanze di casa o durante le
vacanze, sarà coinvolto più effi-
cacemente in una lezione
che riguardi questi ani-
mali. Familiarizzare con
gli animali vicini ad essi
costituisce per i ragazzi
il primo passo per co-
minciare a conoscere la
fauna del loro paese.
Ogni animale vive in
un dato habitat. Ad una scala maggiore, l’ecosistemarappresenta il sistema di complesse
relazioni esistenti tra organismi vi-
venti ed elementi non viventi. Ogni
animale si adatta al suo ecosistema in
modi diversi; ad esempio, un orso ha
bisogno di una maggiore varietà
quantità di cibo, acqua, possibilità di
riparo e luoghi in cui crescere i pic-
coli rispetto ad un pettirosso. Il
modo in cui un animale (o altri orga-
nismi) si adatta al proprio ecosistema
è detto nicchia. Più precisamente, la
nicchia di un animale spesso descrive
il “suo stile di vita”, in particolare, in-
dica cosa mangia e da chi è man-
giato.
Un elenco di organismi che, nell’or-
dine, indichi chi è mangiato da chi,
forma una catena alimentare (ve-
dete l’esempio di catena alimentare
nel box sottostante).
In questo esempio non sono inclusi
gli onnivori, come l’uomo, l’orso e
molti uccelli che si nutrono sia di
piante sia di altri animali.
I decompositori possono
includere i lombrichi, i
funghi, i batteri e altri
organismi.
Inoltre, all’interno del-
l’ecosistema che
ospita la catena ali-
mentare esempli-
ficata, altri
animali potranno mangiare
o essere mangiati da organi-
smi diversi. Così una rana può anche
mangiare un lombrico al posto del
bruco, ed un piccolo serpente può
essere mangiato da un falco. Molti
animali, poi, si nutrono a diversi li-
velli della catena; per esempio una
volpe può mangiare bacche, formi-
che, piccoli roditori o uova di ser-
penti. Diverse catene alimentari
possono coesistere ed intrecciarsi in
un più ampio e complesso sistema,
chiamato rete alimentare.
Un esempio di rete alimentare è ri-
portato nella scheda didattica alla
fine del capitolo.
Adattarsi o perire
In breveI partecipanti scoprono
come gli animali selvatici
del luogo si sono adattati al
loro ambiente
Età10 - 18 anni
Durata1 o più incontri di 45 minuti, più iltempo necessario per effettuarericerche
Obiettivi formativiI partecipanti dovranno essere ingrado di:◆ Identificare diversi gruppi
animali.◆ Definire i termini: ecosistema,
catena e rete alimentare,nicchia.
◆ Descrivere il ruolo di almenoun animale nel suo ecosistema,e come i diversi ruoliinteragiscono.
◆ Applicare le conoscenze acqui-site sulla rete alimentare e/osull’ecosistema per prevederele conseguenze della rimozionedi uno o più organismi.
Materiale occorrente◆ Poster o immagini dell’ecosi-
stema del luogo che includanofigurine di animali, vecchie rivi-ste e/o calendari (facoltativi)
◆ Cartoncino, pezzi di carta e /ofogli da lavagna (facoltativi)
◆ Evidenziatori (facoltativi)◆ Copie delle schede didattiche
sulla rete alimentare (vedi “Lafauna locale”
◆ Carta e penne◆ Materiale per effettuare ricerche
157
Un esempio di catena alimentare:luppolo selvatico ➔ bruco ➔ rana ➔ serpente ➔ funghi/batteriQuesta catena alimentare evidenzia i seguenti differenti livelli:piante ➔ erbivori ➔ carnivori ➔ decompositori
ATTIVITA’24
158
Cosa fare
1. Prima di cominciare l’attività,
disegnate o copiate le immagini di
alcuni animali su altrettanti car-
toncini.
Realizzate 2 o 3 copie di ciascuna
immagine in modo che ce ne
siano a sufficienza da poter divi-
dere i partecipanti in 2 o 3 gruppi
(ad esempio, se ci sono 15 parteci-
panti, individuate 5 animali e fate
3 copie di ciascun cartoncino che
lo rappresenta). Scrivete il nome
dell’animale su ciascuna figura.
2. Introducete questa attività chie-
dendo ai partecipanti se cono-
scono gli animali selvatici che
vivono nella loro area. Chiedete
“Quali animali locali sono consi-derati selvatici?” “Che cosa man-giano?” “Da chi sono mangiati?”
3. Distribuite le carte, raccoman-
dando di tenerle coperte a faccia
in giù, in modo che nessuno possa
riconoscere l’animale rappresen-
tato. Spiegate al gruppo che
ognuno dovrà indovinare l’ani-
male dell’altro, ponendo do-
mande cui si dovrà rispondere
solo con “si” o “no”. Esempi di do-
mande possono essere: “ Sei unmammifero?”, “Mangi piante?”,“Sei rosso?” Se vedete che il
gruppo è in difficoltà, fornite al-
cuni suggerimenti. Dopo qualche
minuto, i partecipanti scopriranno
che alcuni di loro hanno l’imma-
gine dello stesso animale. Quando
questo accade, raggruppateli.
4. I ragazzi studieranno, in piccoli
gruppi, come il loro animale uti-
lizza l’ambiente in cui vive, e com-
pileranno la scheda didattica a pag
163 Dovranno scoprire dove l’ani-
male vive, cosa mangia e da chi è
mangiato. Stimolateli a indivi-
duare il maggior numero possibile
di particolari interessanti sull’habi-
tat dell’animale. Quando la ricerca
sarà terminata, ogni gruppo potrà
cominciare a delineare la rete ali-
mentare cui l’animale appartiene.
Possono farlo copiando o dise-
gnando figure di diversi organismi
su un foglio per lavagna o su pezzi
di carta. Dovranno poi disegnare
delle frecce per indicare chi man-
gia chi. Assicuratevi che pongano
il “loro” animale in una posizione
di rilievo. Se hanno scoperto altri
aspetti importanti del loro ani-
male che vogliono condividere
con il gruppo, possono inserirli
nella rappresentazione grafica.
5. Invitate ciascun gruppetto a
presentare la propria rete alimen-
tare. I partecipanti dovranno “rac-
contare” il loro animale, dire dove
vive, cosa mangia e, in generale,
quali adattamenti presenta ri-
spetto al suo ecosistema. Quando
i gruppi avranno finito, chiedete a
tutti i partecipanti cosa acca-
drebbe se uno di quegli animali
scomparisse. Chiedete cosa po-
trebbe accadere, secondo loro,
alle piante o agli animali di cui
esso si nutre oppure agli animali e
agli altri organismi (ad esempio i
decompositori) di cui l’animale in
questione rappresenta l’alimento
potenziale. Discutete sulle possi-
bili cause della scomparsa dell’ani-
male (es. perdita dell’habitat,
pesticidi, ecc.) e su quello che la
persone possono fare per evitarlo.
Adattarsi o perire
Per maggiori informazioni sulle specie locali si possono contattare gli uffici naturalistici delle aree protette limitrofe; le sezioni locali diassociazioni ambientaliste come WWF, Legambiente, Marevivo, Italia Nostra, ecc.; gli uffici regionali delle Agenzie per la Protezione del-l’Ambiente; il Servizio Conservazione della Natura del Ministero dell’Ambiente; l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica
ATTIVITA’24
159
Per i più piccoli(dai 5 ai 10 anni)
Prima di affrontare questa atti-
vità, sarà necessario effettuare
alcune ricerche sulle piante e gli
animali del posto. Per i partecipanti
più piccoli (fino agli 8 anni) utiliz-
zate immagini di piante e di animali
corredate del rispettivo nome e un
grande poster o un plastico di una
rete alimentare. Se li ritenete adatti,
utilizzate gli esempi di catene e di
reti alimentari riportati in questo ca-
pitolo. Prevedete una pausa dopo la
fase 3 descritta in precedenza (fase
delle domande) prima di procedere
con il resto dell’attività. Considerate
la possibilità di dividerlo in due atti-
vità distinte.
Domande
• Quali animali che vivono nella tua areapossono essere considerati selvatici?
• Come sono adattati al loro ecosistema?• Che cosa succede al resto dell’ecosi-
stema se un animale viene rimosso?
Adattarsi o perire
ESEMPI DI CATENE ALIMENTARIProduttore primario
Consumatore primario
Consumatore secondario
Consumatore terziario
Decompositore
Produttore primario
Consumatore primario
Consumatore secondario
Consumatore terziario
Decompositore
Produttore primario
Consumatore primario
Consumatore secondario
Consumatore terziario
Decompositore
Produttore primario
Consumatore primario
Consumatore secondario
Consumatore terziario
Decompositore
Produttore primario
Consumatore primario
Consumatore secondario
Consumatore terziario
Decompositore
quercia
verme
salamandra
rana
funghi/batteri
fiore
farfalla
uccello
serpente
funghi/batteri
faggio
lombrico
talpa
volpe
funghi/batteri
mirtillo
formica
rana
pesce
funghi/batteri
semi
topo
biscia
allocco
funghi/batteri
ATTIVITA’24
160
Adattarsi o perire
Adattamenti
Fare riferimento anche al para-
grafo degli adattamenti generali
di pagg. 6-10
Disabilità motorie
Per partecipanti con forza musco-lare e coordinazione limitate oscarsa capacità di manipolazione• Procuratevi delle forbici con ma-
nici adattati e dei tubetti di colla
grandi.
• I partecipanti che hanno difficoltà
a scrivere possono dettare le loro
osservazioni ad un membro del
gruppo, lavorare con materiale il-
lustrato e/o fare una presentazione
orale.
Disabilità dell’apprendimento
e/o cognitive
• Realizzate un grande poster di una
rete alimentare per aiutarvi nella
spiegazione. Usate parecchi ani-
mali e altri organismi, più di
quanti ne utilizzerà il gruppo.
• Mettete a disposizione una grande
varietà di materiale bibliografico,
inclusi testi illustrati e registra-
zioni, per aiutare i partecipanti che
hanno difficoltà a leggere.
• I partecipanti che hanno difficoltà
a scrivere possono dettare le loro
osservazioni ad un membro del
gruppo, lavorare con materiale il-
lustrati e/o fare una presentazione
orale. Saltate alcune parti della
scheda didattica dell’attività, se lo
ritenete necessario.
• Invitate i compagni ad aiutare e sti-
molare i partecipanti in difficoltà
nella parte nell’attività riguardante
le domande a risposta “si” “no”.
• Procurate una grande varietà di fi-
gure che i partecipanti potranno
utilizzare per i loro poster. Mettete
a disposizione ritagli di tessuto,
corda, bastoncini, ghiande ecc. per
realizzare poster tridimensionali.
Questa variante può essere propo-
sta a tutti i gruppi.
Disabilità uditive
• Realizzate un grande poster di una
rete alimentare, per aiutarvi nella
spiegazione. Usate parecchi ani-
mali, piante e altri organismi, più
di quanti ne utilizzerà il gruppo.
• Chiedete ai partecipanti di scrivere i
loro commenti e suggerimenti, in
modo da facilitare la comunicazione
all’interno del loro gruppetto.
• Per quanto riguarda la discussione
e la presentazione, permettete a
chi ha difficoltà a parlare, di espri-
mersi con il linguaggio dei segni,
che dovrà essere tradotto dall’in-
terprete.
Disabilità visive
In generale• Procuratevi del materiale bibliogra-
fico a caratteri grandi o in Braille,
e/o delle registrazioni.
• Realizzate il poster tattile di una
catena alimentare, usando mate-
riali vari, filo, e oggetti naturali
come ghiande o foglie; completate
il poster con scritte in Braille o a
caratteri grandi.
Per partecipanti ipovedenti• Preparate una versione della
scheda didattica sulla rete alimen-
tare scritta a caratteri grandi. For-
nite ai partecipanti pennarelli neri
a punta larga.
• Per quanto riguarda la prima parte
dell’attività, realizzate le carte degli
animali utilizzando caratteri
grandi.
Per partecipanti non vedenti• Preparate una versione in Braille
della scheda didattica sulla rete ali-
mentare.
• Fate utilizzare ai partecipanti la
loro attrezzatura personale per
scrivere, procuratevi una macchina
da scrivere in Braille o un compu-
ter con questo tipo di programma,
oppure fate in modo che possano
registrare le loro osservazioni.
• Etichettate le carte degli animali in
Braille oppure dite all’orecchio di
ciascun partecipante il nome del-
l’animale in questione.
• Se lo ritenete necessario, invitate
gli accompagnatori a stimolare at-
tivamente i partecipanti nella parte
dell’attività riguardante le do-
mande a risposta “si” “no”.
• Mettete a disposizione ritagli di
tessuto, corda, bastoncini, ghiande
ecc. per realizzare poster tridimen-
sionali della rete alimentare, op-
pure consentite ai ragazzi di creare
un modello di rete alimentare ser-
vendosi di creta e plastilina. Se
possibile, mettete a disposizione
un etichettatrice in Braille. Con-
sentite agli interpreti del linguag-
gio di guidare verbalmente i
partecipanti nel processo di as-
semblaggio. Questa variante può
essere proposta a tutti i gruppi.
ATTIVITA’24
161
La fauna locale
Produttore primario:(pianta)Nome DistribuzioneHabitatUsi (cibo per animali)
Consumatore primario(erbivoro)Nome DistribuzioneHabitatCiboAcquaRicoveriPosti per allevare la prolePredatoriMinacce
NaturaliCausate dall’uomo
Consumatore secondario(carnivoro)Nome DistribuzioneHabitatCiboAcquaRicoveriPosti per allevare la prolePredatoriMinacce
NaturaliCausate dall’uomo
Consumatore terziario(predatore al vertice della catena alimentare)Nome DistribuzioneHabitatCiboAcquaRicoveriPosti per allevare la prolePredatoriMinacce
NaturaliCausate dall’uomo
Decompositore o “spazzino”(animale che si nutre di immondizie o di carogne)Nome DistribuzioneHabitatCiboAcquaRicoveriPosti per allevare la prolePredatoriMinacce
NaturaliCausate dall’uomo
SCHEDA DIDATTICA
ISTRUZIONI: gli insegnanti propongono una catena alimentare per completare la seguente schedadidattica (i partecipanti più grandi sono in grado di sceglierne una da soli).
© National Wildlife Federation
162
La fauna localeSCHEDA DIDATTICA
ISTRUZIONI: analizzate questo esempio di rete alimentare(in natura possono esistere altre connessioni)
© National Wildlife Federation
DECOMPOSITORE
UCCELLO(carnivoro)
ERBA(pianta)
FIORE SELVATICO(pianta) CESPUGLIO DI MIRTILLO
(pianta)
FARFALLA(erbivoro)
TOPO(onnivoro)
SERPENTE(carnivoro)
CERVO(erbivoro)
LUPO(carnivoro)
DECOMPOSITORE DECOMPOSITORE
DECOMPOSITORE
FALCO(carnivoro)
SCOIATTOLO(onnivoro)
QUERCIA(pianta)
163
La fauna locale SCHEDA DIDATTICA
ISTRUZIONI: posiziona il tuo animale in una delle catene alimentari disegnate qui sotto. Sulla basedei risultati della tua ricerca, inserisci le piante e gli animali adatti e precisa ogni livello. Per creareuna rete alimentare, disegna delle frecce che colleghino le catene alimentari.
© National Wildlife Federation
164
Conoscenze di base
Un animale, per vivere in un
determinato habitat, deve
poter trovare in esso cibo, acqua,riparo ed un posto sicuro in cuifar crescere i propri piccoli.La quantità e la qualità di questi bi-
sogni varia moltissimo da specie a
specie. Per svolgere questa attività,
è utile disporre di una guida gene-
rale sulla fauna, di un’enciclopedia,
di un dizionario o, più semplice-
mente, di qualche vecchia rivista
con belle figure e qualche informa-
zione interessante sui diversi ani-
mali.
Riportiamo di seguito alcuni esempi
di animali comuni e presenti in
molte aree e di altri abbastanza rari,
o specifici di una data area.
Libellula. Allo stato larvale le libel-
lule vivono in stagni, fontanili, e
fiumi con corrente molto lenta. Si
nutrono soprattutto di larve di in-
setti acquatici, ma anche di mollu-
schi e piccoli pesci, poiché sono
abili e temibili predatori. Anche gli
adulti alati sono voraci predatori di
insetti e trovano riparo nell’erba
fitta e sotto le foglie. Depongono le
uova su steli d’erba vicini all’acqua,
in cui poi vivranno le larve.
Istrice. Il più grande roditore euro-
peo vive solo in Italia e in Africa, ed
è caratterizzato da una folta criniera
di aculei bianchi e neri. Si può tro-
vare dove c’è una buona copertura
di alberi e presenza di prati e coltivi.
Passa le ore di riposo in una tana
scavata nel terreno, dotata di lunghi
cunicoli e numerose uscite di emer-
genza; ama trovare rifugio anche
negli anfratti fra le rocce.
Si nutre di frutta, cereali, tuberi e ra-
dici, ma anche di legno. Rosicchiare
le cortecce, infatti, è il modo più ef-
ficace per limare i suoi lunghi denti.
Lince. Questi felini, caratteristici per
i ciuffi di pelo sulle orecchie, si nu-
trono di piccoli mammiferi e di uc-
celli. Hanno bisogno di boschi,
acqua pulita: stagni, sorgenti o
laghi. Le linci spesso cercano riparo
sotto sporgenze di roccia, radici, al-
beri caduti, rami bassi, ma possono
anche riposarsi su un ramo ed
aspettare che una possibile preda
passi di lì.
Allevano i piccoli in buchi negli al-
beri, in luoghi riparati e in anfratti
nella roccia.
Quaglia. È un uccello di medie di-
mensioni che vive ai bordi dei
campi coltivati, al confine con bo-
schi e pascoli, nascosta fra i cespu-
gli. È molto difficile da osservare
anche perché, oltre ad avere un piu-
maggio mimetico, fa frequenti
“bagni di polvere” rotolandosi nella
terra. Si nutre di semi, frutti, insetti,
ma soprattutto di chicchi di cereali.
Ricava l’acqua dal cibo e da occasio-
nali pozzanghere di acqua piovana.
I piccoli sono allevati in nidi, costi-
tuiti da una depressione del terreno
scavata fra le erbe alte. Per proteg-
gerli, i genitori sono pronti a far
finta di essere feriti pur di attirare il
predatore lontano dal nido.
A caccia di habitat
In breveI partecipanti conducono
una ricerca sugli elementi
degli habitat più importanti
per alcuni animali
Età8 - 12 anni
Durata1 ora o più, in funzione del tempoche si vuole dedicare alla ricerca
Obiettivi formativiI partecipanti dovranno essere ingrado di:◆ Definire il termine habitat e i bi-
sogni vitali che esso deve soddi-sfare affinché determinati animalipossano viverci.
◆ Distinguere diversi tipi di habitat.◆ Applicare le conoscenze acqui-
site sul concetto generale di ha-bitat, per andare alla ricerca sulcampo dell’habitat adatto a unadeterminata specie.
Materiale occorrente◆ Copie delle scheda didattica “A
caccia di habitat”◆ Guide di campo, enciclopedie
oppure un buon dizionario ◆ Penne o matite
ATTIVITA’25
165
Cosa fare
1. Chiedete ai partecipanti di ripassare
quali sono gli elementi fondamentali
di un habitat e qual è l’importanza di
ciascuno di essi per la sopravvivenza
di un determinato animale.
2. Distribuite ai ragazzi la scheda di-
dattica “A caccia di habitat” da com-
pletare sul campo. Assegnate o fate
scegliere a ciascuno di essi un ani-
male presente nell’area e attenetevi
alle seguenti istruzioni.
Tu sei………, e per sopravvivere hai
bisogno di cibo, acqua, riparo e luo-
ghi in cui allevare i piccoli.
Dai un’occhiata intorno. Puoi indivi-duare tutti gli elementi necessarialla tua sopravvivenza?
Spendi un po’ di tempo ad esplorare
l’area. Cerca tutte le caratteristiche
dell’habitat che soddisfano le tue spe-
cifiche esigenze. In funzione di quello
che trovi, deciderai se restare, e chia-
mare quest’area “casa” oppure conti-
nuare la ricerca di un luogo più
idoneo. Descrivi i 4 elementi dell’ha-
bitat che hai trovato e che soddisfano
le tue esigenze (cibo, acqua, riparo e
posto idoneo per allevare i piccoli).
Rimarrai e metterai su casa per te ela tua famiglia qui? Perché si o per-ché no? Quali altri elementi dell’ha-bitat ti piacerebbe trovare qui?
3. I partecipanti dovranno essere in
grado di identificare i bisogni del loro
animale, prima di andare sul
campo e completare le schede didat-
tiche. Se il tempo lo consente, alle-
stite una stazione di ricerca con guide
di campo e altro materiale bibliogra-
fico, dove ciascuno possa approfon-
dire la conoscenza dei bisogni
specifici dell’animale assegnato. Se lo
ritenete opportuno, questo può es-
sere fatto prima dell’attività, come
progetto di ricerca. Se il tempo a di-
sposizione è breve, fornite le informa-
zioni essenziali sui bisogni di ciascun
animale assegnato ai singoli parteci-
panti.
4. Prima di mandare i partecipanti sul
campo, rivedete le indicazioni sulla si-
curezza alle pagg. 11-12
Prendete in considerazione la possibi-
lità di “recintare” l’area.
5. Quando tutti saranno tornati, invi-
tateli a condividere con il gruppo i ri-
sultati della loro “caccia” e a dire
quale animale si adatterebbe meglio
all’habitat che hanno studiato.
Per i più piccoli(fino a 8 anni)
1. Introducete l’attività come descritto
al precedente punto 1.
Invece di usare la scheda didattica, di-
videte i bambini in gruppetti di 6-10 e
fatevi aiutare da alcuni assistenti per
supervisionare il lavoro dei singoli
gruppi.
Date a ciascun gruppetto un minuto
circa per scegliere un animale che po-
trebbe vivere o meno nell’area (se
non riescono a scegliere, fa-
telo al loro posto). Ogni assi-
stente dovrebbe avere una guida di
campo o altro materiale idoneo sull’a-
nimale scelto (se non sono disponibili
altre fonti si possono anche usare gli
esempi riportati nel paragrafo “Cono-
scenze di base”).
2. Dite ai gruppi che devono innanzi-
tutto cercare il cibo adatto per il loro
animale. Gli assistenti dovrebbero la-
sciare che siano i partecipanti ad indo-
vinare che cosa mangia quell’animale
ma, se è necessario, forniranno qual-
che suggerimento. Dopo pochi di mi-
nuti di ricerca, i ragazzi dovrebbero
riuscire a individuare le fonti d’acqua,
i possibili ripari e, alla fine, i luoghi
adatti in cui allevare la prole.
3. Dopo aver definito questi elementi,
i gruppi decideranno con una vota-
zione, se, secondo loro, quell’animale
vive o no nell’area in esame.
Per i più grandi(dai 12 anni in su)
1. Invitate i ragazzi a studiare i bisogni
di un dato animale. Invitateli ad ag-
giungere sul retro della scheda didat-
tica altri elementi oltre ai quattro
fondamentali, (ad esempio il clima, la
distribuzione geografica, la quantità di
spazio, la quantità di luce solare, il
tipo di terreno preferito e così via).
Chiedete poi se il loro animale tra-
scorre tutto il tempo nell’area presa in
esame, oppure se compie degli spo-
stamenti al suo esterno.
A caccia di habitat ATTIVITA’25
A caccia di habitat
Domande
• Di quale tipo di cibo, acqua, riparo e luo-ghi in cui crescere i piccoli, hanno biso-gno gli animali del luogo?
• Dove, all’interno di quest’area, sono pre-senti i 4 elementi?
• Quali elementi mancano?
Adattamenti
Fare riferimento anche al para-
grafo degli adattamenti generali di
pagg. 6-10
Disabilità motorie
• Effettuate un sopralluogo accu-
rato per accertarvi di scegliere un
luogo che non presenti alcuna
difficoltà di accesso.
Per partecipanti con forza musco-lare e coordinazione limitate oscarsa capacità di manipolazione• Consentite ai partecipanti che
hanno difficoltà a scrivere, di
completare la scheda didattica,
dettando le loro osservazioni ad
un compagno oppure utilizzando
un registratore.
Disabilità dell’apprendimento
e/o cognitive
• Usate figure ed esempi concreti
di diversi elementi dell’habitat da
far vedere ed esaminare.
• Procuratevi una certa varietà di
materiali, tra cui libri illustrati e
audio cassette, per chi ha diffi-
coltà a leggere.
• Fornite a ciascuno un’immagine
dell’animale scelto oppure pro-
curatevi una serie di immagini e
fategliene scegliere una.
• Fornite le necessarie conoscenze
di base sugli animali scelti dai
partecipanti, prima di cominciare
l’attività.
• Per completare la ricerca ed am-
pliare la scheda didattica, asso-
ciate un compagno ad ogni
partecipante che abbia difficoltà a
leggere e/o scrivere e fate in
modo che questi possa dettare al
compagno i risultati. Consentite
di usare registratori a cassette,
oppure di realizzare disegni. Invi-
tate i compagni a stimolare attiva-
mente i partecipanti
diversamente abili, ma senza so-
stituirsi ad essi.
• Delimitate l’area con bandierine
o nastri.
• Prevedete diversi punti d’incon-
tro nel caso che i ragazzi si allon-
tanino l’uno dall’altro.
• Se lo ritenete opportuno, fate
svolgere l’attività nella versione
descritta per i più piccoli.
Disabilità uditive
• Usate figure ed esempi concreti
di diversi elementi dell’habitat,
da far vedere ed analizzare.
• Posizionate voi stessi e l’inter-
prete del linguaggio dei segni in
modo tale che i partecipanti pos-
sano vedervi per ricevere ulte-
riori istruzioni o avvisi, mentre
sono sul campo.
• Prevedete diversi punti d’incon-
tro, nel caso che i ragazzi si allon-
tanino l’uno dall’altro.
• Date ai partecipanti la possibilità
di avvalersi dell’aiuto dell’inter-
prete del linguaggio dei segni per
riportare al gruppo i risultati del
loro lavoro.
Disabilità visive
In generale• Usate modelli di diversi elementi
dell’habitat, da far toccare ed
analizzare.
• Se possibile, utilizzate, per aiu-
tarvi nella spiegazione, qualche
effetto sonoro (es. canti di uc-
celli, nastri che riproducono i
suoni della natura ecc.).
• Segnate chiaramente l’area di stu-
dio con una corda su un lato.
• Invitate i compagni a fare in
modo che i partecipanti con disa-
bilità visive utilizzino tutti i loro
sensi per l’identificazione degli
elementi dell’habitat.
• Procuratevi una certa varietà di
materiali in forme diverse: audio-
cassette, oppure materiale scritto
in Braille o a caratteri grandi.
Per partecipanti ipovedenti• Mettete a disposizione una ver-
sione ingrandita della scheda di-
dattica “A caccia di habitat” e dei
pennarelli neri a punta larga.
Per i partecipanti non vedenti• Mettete a disposizione una ver-
sione in braille della scheda di-
dattica “A caccia di habitat”.
• Se i partecipanti non hanno con
sé un mezzo di scrittura per ri-
portare le loro risposte, invitateli
a dettarle agli accompagnatori o
forniteli di registratori.
166
ATTIVITA’25
167
A caccia di habitat
ISTRUZIONI: tu sei un……………………….. e per sopravvivere hai bisogno di cibo, acqua, riparo eluoghi in cui allevare i tuoi piccoli. Dai un’occhiata intorno. Raccogli le seguenti informazioni e de-cidi se rimarrai e metterai casa in quest’area, oppure no. Buona fortuna e divertiti!
Domande:
1. Rimarrai e metterai casa qui? ________________________________________________________________
2. Perché sì o perché no? _______________________________________________________________________________
3. Quali altri elementi dell’habitat ti piacerebbe trovare in questo luogo? ___________________________
__________________________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________
SCHEDA DIDATTICA
© National Wildlife Federation
Fonti di cibo _________________________________________________________________________
Fonti di acqua ______________________________________________________________________
Ripari _______________________________________________________________________________
Posti per allevare i piccoli____________________________________________________________
Prendimi, se ci riesci
In breveI partecipanti sperimen-
tano il rapporto preda-
tore/preda, attraverso una
divertente attività al-
l’aperto
Età8 - 12 anni
Durata45 minuti
Obiettivi formativiI partecipanti dovranno essere ingrado di:◆ Simulare il rapporto preda-
tore/preda.◆ Dimostrare di aver capito i
ruoli di entrambi, (predatore epreda), nel mantenere vitali lepopolazioni e di aver compresoalcuni dei modi con cui preda-tori e prede tentano di supe-rarsi in astuzia.
Materiale occorrente◆ Materiale per costruire le carte
del gioco◆ Evidenziatori◆ Stoffa colorata o cordoncino
per realizzare fasce da mettereal braccio
◆ Nastro adesivo (facolta-tivo)
◆ Cerchi da hula hoop obirilli (facoltativi)
◆ Immagini di volpi,conigli e topi(facoltative)
Conoscenze di base
Il rapporto preda/predatore rap-
presenta un ciclo estremamente
importante in ogni ecosistema, ed è
anche, in un certo senso, uno dei
meccanismi naturali più facili da ca-
pire. In breve si tratta di questo: al-
cuni animali, detti predatori,cacciano altri animali, le prede, che
rappresentano un importante (e
spesso primaria) fonte di cibo. In
generale, i predatori cacciano le
prede più “facili” che riescono a
trovare, inclusi esemplari vecchi,
deboli, malati o cuccioli. Quando
molti di questi individui vengono
prelevati da un predatore, la popo-
lazione di prede rimane stabile e
sana: ogni prelievo moderato, in-
fatti, aiuta a tenerla sotto controllo.
Se, per fare un esempio, una popo-
lazione di conigli presente in una
data area diventa, invece, troppo
numerosa, essa può arrivare a deci-
mare le fonti di cibo disponibili e
alcuni individui potrebbero essere
costretti ad andarsene o potrebbero
morire di fame.
Anche una popolazione di erbi-vori numerosa e non controllata,
può nutrirsi piante fino a con-
durle molto vicino all’estinzione.
Per esempio nell’Isola di Monte-
cristo (ora nel Parco Nazionale del-
l’Arcipelago Toscano), i monaci
introdussero, intorno all’anno
1000, delle capre domestiche, i
cui discendenti soprav-
vissero in una piccola po-
polazione autonoma
inselvatichita, che rimase in equili-
brio con l’ambiente per molti se-
coli, dopo che i pirati turchi ebbero
spinto i monaci ad abbandonare l’i-
sola. Quando alla fine del 1800, il
re d’Italia Vittorio Emanuele III de-
cise di aumentare la fauna a scopi
venatori, introdusse alcuni capi di
capre selvatiche del Montenegro. I
nuovi individui si ambientarono
bene e, quando ne fu proibita la
caccia, intorno al 1970, si riprodus-
sero molto più velocemente di
quelli originari, mangiando, pratica-
mente fino a distruggerle, tutte le
giovani plantule dei lecci. Attual-
mente, la popolazione di capre sel-
vatiche di Montecristo è soggetta a
studi, perchè di notevole interesse,
ma il numero eccessivo dei suoi in-
dividui, non controllato da nessun
predatore efficace, ha fatto sì che
sull’isola non esistano più lecci gio-
vani pronti a sostituire gli alberi se-
colari della lecceta originaria.
In un ecosistema in buona salute,
quando c’è abbondanza di prede,
aumenta anche la popolazione di
predatori e viceversa. L’aumentare
del numero di predatori, però, fa a
sua volta diminuire il numero di
prede. Se, a questo punto, si veri-
fica una diminuzione del numero
di predatori, la popolazione di
prede può aumentare di nuovo, e il
ciclo continua.
Alcune prede hanno sviluppato di-
fese efficaci contro i loro predatori;
ad esempio i camaleonti si servono
del mimetismo, le tartarughe usano
168
ATTIVITA’26
169
la corazza, mentre i conigli si immo-
bilizzano sul posto e gli uccelli vo-
lano in stormi numerosi. Allo stesso
tempo, però, anche i predatori
hanno sviluppato delle tecniche per
migliorare le loro abilità di caccia. I
pipistrelli, ad esempio, possono
trovare le loro prede avvalendosi
della “ecolocazione”, ovvero, sono
in grado di localizzarli proprio
come fa un radar percependo i
suoni che emettono. I lupi, invece,
cacciano in branchi per aumentare
il successo della caccia, mentre le
volpi si nascondono e rimangono
immobili per tendere delle imbo-
scate alle loro prede.
Insomma, è una gara continua, in
cui ciascuno cerca di “farla in
barba” all’altro!
In questo gioco, i partecipanti simu-
leranno il rapporto
predatore/preda, imitando i com-
portamenti delle volpi, dei conigli e
dei topi. Se lo ritenete opportuno,
potete sostituire un predatore e le
sue prede con altri animali comuni
nella vostra area.
Cosa fare
1. Chiedete ai partecipanti di defi-
nire i termini predatore e preda e di
dare alcuni esempi di coppie di pre-
datore/preda come: lupo/capriolo,
orso/coniglio o gufo/topo. Spiegate
al gruppo il significato del rapporto
predatore/preda, precisando qual è
il ruolo di entrambi e perché sono
tutti e due importanti. Illustrate bre-
vemente le tecniche di caccia e gli
adattamenti delle prede.
2. Spiegate poi che si sta per fare un
gioco in cui i ragazzi simuleranno di
essere un predatore (volpe) o una
preda (lepre o topo). Il gioco può
svolgersi sia in un luogo chiuso, sia
all’aperto ma comunque, in un’area
priva di ostacoli. Per dare inizio al
gioco, dividete i partecipanti se-
guendo le indicazioni riportate di
seguito.
3. Consegnate ad ognuno una
“carta d’identità”. Attenetevi alle in-
dicazioni fornite nella Figura 1. I
rapporti possono variare nei turni
successivi, in funzione dei risultati.
Dite ai partecipanti che su alcune
carte delle lepri c’è una X rossa che
corrisponde a un “salvacondotto”.
Le volpi, quindi, non possono cattu-
rare una lepre con la x rossa; una
lepre con questo simbolo è da con-
siderarsi sana e salva e la volpe
dovrà trovarsi un’altra preda. Il “sal-
vacondotto” serve a ricordarci che
non sempre la caccia dei predatori
va a buon fine. Quando i giocatori
ricevono la loro carta, non debbono
rivelare se hanno o no la x rossa.
Figura 1:
Numero Volpi Lepri Topidi giocatori (salvacondotto)
15-18 2 4 (1) 9-12
19-28 4 6 (2) 9-22
29-35 6 9 (3) 14-20
36-45 7 10 (3) 19-28
46-50 9 12 (4) 15-29
4. Date a tutti i giocatori una fascia
per il braccio, del colore corrispon-
dente a quello scelto dal gruppo,
oppure attaccate sulla loro schiena,
con nastro adesivo, la figura dell’ani-
male rappresentato. I partecipanti
devono simulare l’animale in que-
stione per tutta la durata del gioco.
Volpi. Le volpi cacciano da sole. In
funzione del numero di giocatori,
dividete l’area di gioco in territori
di caccia e fate scegliere a ciascuna
volpe il proprio. Durante lo svolgi-
mento del gioco, le volpi potranno
cacciare solo all’interno del pro-
prio territorio. Se una volpe caccia
al di fuori di esso, perderà tutte le
carte delle prede conquistate fino
a quel momento e dovrà ricomin-
ciare da capo. Per uccidere la
preda, le volpi devono toccarla
con entrambe le mani. Le volpi de-
vono impiegare non più di 5-10 se-
condi per farsi consegnare dalla
preda la fascia colorata o la figura.
(Nella realtà, la volpe ha bisogno
di più tempo per consumare la sua
preda o per trasportarla alla sua
tana per nutrire i piccoli; è impro-
babile, inoltre, che una volpe lasci
la sua preda incustodita per conti-
nuare a cacciare.)
Prendimi, se ci riesci ATTIVITA’26
Lepri. Le lepri sono erbivori e co-
minciano a giocare sparpagliandosi
all’interno dell’area di gioco. Se una
volpe tocca una lepre sprovvista di
“salvacondotto” la lepre è conside-
rata “morta”, deve consegnare la sua
carta alla volpe e andare a sedersi
fuori dal campo di gioco. Se sono
toccate, le lepri munite di “salva-
condotto” devono mostrare la loro
x rossa alla volpe e riprendere a gio-
care. Le lepri possono muoversi in
tutti i territori di caccia.
Topi. Molti topi sono considerati
onnivori, in quanto si nutrono di
semi, cereali ed insetti; cominciano
a giocare sparpagliandosi all’in-
terno dell’area di gioco. Le stesse
regole delle lepri devono essere ap-
plicate ai topi.
Chi conduce il gioco deciderà
quando concludere la prima mano
dell’attività. Alla fine, ogni volpe
conta i propri punti/prede per ve-
dere se è stata capace di procurarsi
sufficiente cibo per poter sopravvi-
vere. I topi valgono 1 punto e le
lepri 5. Fate riferimento alla Figura 2
per determinare i punti necessari
alla sopravvivenza della volpe.
Figura 2:
Numero Punti perdi giocatori la sopravvivenza
15-18 12-1519-28 20-2529-35 35-4036-45 36-4546-50 50-5529-35 35-4036-45 36-4546-50 50-55
5. All’inizio della mano successiva
del gioco, spiegate ai partecipanti
che, in un ecosistema sano, le prede
che sopravvivono spesso produ-
cono un elevato numero di piccoli;
anche i predatori, avendo a disposi-
zione una maggiore disponibilità di
cibo, si riproducono di più, ma
avranno comunque un minor nu-
mero di piccoli rispetto alle prede.
Nella logica del gioco, pertanto, si
verificano i seguenti fatti: gli animali
che sono sopravvissuti alla prima
mano rimangono gli stessi; le volpi
che non sono sopravvissute diven-
tano topi, le lepri che sono state
mangiate diventano volpi ed i topi
mangiati diventano lepri.
È importante notare che il numero
di animali presente al termine
di ciascuna mano potrebbe
non essere realistico; i
partecipanti, però,
possono farsi comun-
que un’idea di come
funziona il rap-
porto
predatore/preda. Se
possibile, fate alternare i
ragazzi nel ruolo preda-
tore/preda in modo che sperimen-
tino entrambi gli aspetti del rap-
porto.
6. Dopo la seconda mano pos-
sono essere introdotte delle modi-
fiche. Alcuni esempi:
a aggiungete un predatore-compe-
titore; potrebbe essere un’a-
quila, che, ai fini del gioco,
mangi solo lepri;
b aggiungete su alcune delle carte
una X nera con il significato di
“Attenzione! Veleno!” la volpe
che cattura l’animale con quella
X, morirà;
c diminuite il numero delle prede
ed aumentate quello dei preda-
tori; ipotizzate come cause una
siccità o una malattia;
d aggiungete delle zone franche
(usate i cerchi da hula-hoop o i
birilli per delimitarle) dove gli
animali preda possano sostare
senza correre rischi. I giocatori
possono stare in queste aree per
un tempo non superiore a 10 se-
condi, poi devono muoversi. Se
una volpe sta aspettando che la
preda esca da una di queste
zone, deve tenersi ad una di-
stanza di 10 passi.
7. Concludete l’attività ponendo
alcune domande: Quali aspettidell’attività la rendono reali-stica? (salvacondotti, uso dei terri-
tori di caccia, ecc). Cosa potrebberendere il gioco più realistico? Inche modo dei predatori in compe-tizione fra loro possono influen-zare l’andamento del gioco?
Prendimi, se ci riesci
170
ATTIVITA’26
Prendimi, se ci riesci
Domande
• In che modo predatore e preda dipen-dono l’uno dall’altro?
• Cosa succederebbe se in un’area conmolte prede non ci fossero predatori?
• In che modo alcuni predatori in compe-tizione fra loro possono influenzare l’e-cosistema?
Adattamenti
Fare riferimento anche al para-
grafo degli adattamenti generali di
pagg. 6-10
Disabilità motorie
In generale• Scegliete un’area ampia e facil-
mente accessibile, ad esempio
una palestra o una vasta area
asfaltata.
• Se necessario, chiedete alle
“prede” di camminare veloce-
mente anziché correre.
• Se necessario, diminuite le di-
mensioni del campo di gioco.
Per partecipanti con forza musco-lare e coordinazione limitate oscarsa capacità di manipolazione • Consentite ai partecipanti che
hanno difficoltà a “toccare” una
preda, di gridare il suo nome
quando sono ad una distanza di
30-60 centimetri.
Disabilità di apprendimento/co-
gnitive:
• Per introdurre l’attività, usate fi-
gure o disegni per illustrare
esempi di rapporti
predatore/preda e altre informa-
zioni correlate.
• Fate una dimostrazione di ogni
sequenza del gioco a mano a
mano che la spiegate.
• Se necessario, semplificate i ruoli
predatore/preda oppure giocate
senza “salvacondotto”.
• Preparate cartellini con il nome e
la figura dell’animale da far indos-
sare ad ogni partecipante.
• Se necessario, rallentate il gioco,
consentendo una camminata ve-
loce anziché la corsa.
• Usate un fischietto per fermare il
gioco.
• Se necessario, per ridurre la con-
fusione, limitatevi a raccontare il
gioco.
Disabilità uditive
• Per introdurre l’attività, usate fi-
gure o disegni per illustrare
esempi di rapporti
predatore/preda e altre informa-
zioni correlate.
• Fate una dimostrazione di ogni
sequenza del gioco a mano a
mano che la spiegate.
• Usate un segnale da mostrare,
come una bandiera, per segnalare
la fine delle attività.
Disabilità visive
In generale• Preparate le carte degli animali
scrivendole a caratteri grandi o in
Braille, e fatele indossare ai parte-
cipanti.
• Usate un timer o una campanella
che possano essere uditi chiara-
mente, per segnalare la fine di
ciascuna mano del gioco.
• Se necessario, per ridurre la con-
fusione, limitatevi a raccontare il
gioco.
• Per facilitare l’orientamento dei
predatori, fate portare alle prede
un campanello.
• Se necessario, invitate le prede a
camminare velocemente invece di
correre.
• Se necessario, avvaletevi della col-
laborazione dei compagni per
permettere ai partecipanti di
muoversi all’interno del campo di
gioco e di toccare la preda. Que-
sto può essere fatto dando diret-
tive verbali.
• Chiedete ai partecipanti di farsi ri-
conoscere prima di “toccare” i
giocatori con disabilità visive.
• Se necessario, diminuite le di-
mensioni del campo di gioco.
171
ATTIVITA’26
Conoscenze di base
Icomportamenti degli uccelli
sono motivati da esigenze di-
verse: la necessità di proteggersi
dai predatori o semplicemente
dalle intemperie, la cura del piu-
maggio che ricopre il corpo e le
ali, il corteggiamento, la ricerca del
cibo e dell’acqua necessari alla
loro sopravvivenza.
È probabile che riuscirete ad osser-
vare molti di questi comporta-
menti se ridurrete al minimo il
rumore, e starete immobili, per
non spaventare gli uccelli, che
sono sempre all’erta per proteg-
gere se stessi e la loro prole da ne-
mici e predatori.
Sebbene molti comportamenti (in
special modo quelli relativi alla ter-
ritorialità e alla riproduzione) dif-
feriscano l’uno dall’altro, è tuttavia
possibile fare alcune generalizza-
zioni.
Per quanto riguarda la protezionedai predatori alcuni uccelli si ser-
vono semplicemente di becchi ed
artigli, ma la maggior parte usa
strategie difensive, nasconden-dosi o sfruttando il mimetismodel piumaggio rispetto allo sfondo.
Questo vale soprattutto per i pul-
cini (ad esempio quelli dei gab-
biani e di molti altri uccelli marini)
ma anche per uccelli adulti, come
il tarabusino, che confonde le stri-
sce verticali del suo piumaggio con
le file ordinate delle canne palu-
stri, o della quaglia, che si mime-
tizza sul terreno erboso. Anche i
diversi tipi di copertura vegetale
(erbe e cespugli) possono, infatti,
aiutare a nascondersi. In assenza
di copertura o di altra protezione,
molti uccelli si limitano a rimanere
immobili, riuscendo, così, a sfug-
gire a quei predatori, come i falchi,
che volano in alto scrutando il ter-
reno alla ricerca di qualsiasi movi-
mento.
In molti casi gli uccelli sembrano
pensare che “l’unione fa la forza” e
cercano la salvezza nella forma-
zione di stormi numerosi. Di so-
lito gli stormi, ad esempio quelli di
storni o di fenicotteri, sono costi-
tuiti da esemplari di un’unica spe-
cie; alcuni uccelli come le oche
selvatiche, possono, tuttavia, tolle-
rare nel loro gruppo anche uccelli
diversi. In uno stormo la presenza
di tanti occhi e tante orecchie at-
tente consentono al gruppo di lo-
calizzare meglio le possibili fonti di
cibo e di percepire l’esistenza di
pericoli. Talvolta i membri di uno
stormo possono anche schierarsi
tutti insieme per spaventare i pre-
datori.
Gli uccelli emettono anche suonidi allarme, per mettere all’erta
l’intero stormo. L’aspetto interes-
sante è che questi suoni, brevi e
semplici, che generalmente sono
simili anche in specie diverse, risul-
tano comunque comprensibili non
solo dagli uccelli di altre specie, ma
spesso anche da altri animali che
vivono nello stesso ambiente.
Dimmi che fai e ti dirò chi sei
In breveI partecipanti osservano i
comportamenti più comuni
fra gli uccelli
Età8 - 12 anni
Durata1 ora
Obiettivi formativiI partecipanti dovranno essere ingrado di:◆ Identificare i comportamenti
degli uccelli.◆ Osservare in diverse occasioni
alcuni comportamenti di uccellinel loro ambiente naturale.
◆ Descrivere come comporta-menti differenti aiutino gli uc-celli a sopravvivere.
Materiale occorrente◆ Copie della checklist “Compor-
tamenti degli uccelli”◆ Copie della scheda didattica
“Dimmi che fai e ti dirò chi sei”(facoltativa)
◆ Guida di campo per il ricono-scimento degli uccelli presentinell’area
◆ Penne o matite◆ Cartelline rigide a molla◆ Lucidi e pennarelli da
lucido (facoltativi)
172
ATTIVITA’27
173
I canti veri e propri degli uccelli,
assai più complessi e articolati ri-
spetto ai gridi di allarme, sono in-
vece, come è logico, solamente
intraspecifici. Di norma solo i ma-
schi adulti cantano e solo nella
stagione riproduttiva, per motivi
di territorialità e di corteggia-
mento; è per questo che in prima-
vera possiamo ascoltare il canto
melodioso di tanti piccoli uccelli.
Un comportamento osservabile con
una certa facilità, riguarda la curadel piumaggio, praticata dalla
maggior parte degli uccelli. Molti
fanno volentieri il bagno nell’acqua,
altri preferiscono un bel bagno di
polvere, e si rotolano nella terra per
liberarsi dei parassiti che infestano
le loro piume. Il costante impegno
di lisciare con il becco penne e
piume raggiunge vari scopi: rimuo-
vere lo sporco e molti parassiti;
riordinare le penne mantenendole
efficienti per il volo; assicurarsi che
il piumaggio resti impermeabile at-
traverso la distribuzione di una so-
stanza grassa secreta da una
ghiandola, chiamata uropigio, posta
in prossimità dell’ano.
La perfetta efficienza delle ali, in-
fatti, è essenziale per il volo, sia
per quello remigante (in cui le ali
vengono “battute” regolarmente)
sia per il volo librato, in cui le
grandi ali distese permettono ad
uccelli come le aquile, i falchi, i
gabbiani, gli avvoltoi, di utilizzare
le correnti di aria calda per spo-
starsi, planando.
Gli uccelli, infine, si
nutrono di un
ampio assortimento
di cibi diversi. La loro dieta
può infatti variare molto tra le di-
verse specie, anche in funzione
degli ambienti in cui vivono. Gli
avvoltoi e alcuni altri uccelli, ad
esempio, si nutrono di carogne,
ovvero di carne di animali morti.
All’estremo opposto, i colibrì si
nutrono soprattutto di nettare, in-
setti e piccoli ragni. Altri uccelli
possono mangiare praticamente di
tutto: diversi tipi di frutta, semi,
pesci, piccoli mammiferi, anfibi,
rettili o una combinazione di que-
sti cibi. Può capitare abbastanza fa-
cilmente che i partecipanti a
questa attività abbiano la fortuna
di osservare alcuni uccelli mentre
mangiano o mentre cercano il
cibo.
Cosa fare
1. Prima di cominciare l’attività,
fate un sopralluogo per cercare
un’area vicina in cui i partecipanti
possano osservare alcuni compor-
tamenti degli uccelli. Se necessa-
rio, chiedete consiglio ad esperti
naturalisti dei più vicini centri di
ricerca e/o di educazione ambien-
tale.
2. Preparate delle copie della
checklist “Comportamenti degli
uccelli” riportata in questo capi-
tolo, oppure compilatene una
tutta vostra. Utilizzate la scheda di-
dattica “Dimmi
che fai e ti
dirò chi sei”
come guida a
supporto della
checklist. Se i par-
tecipanti sono in
grado di distinguere le diverse atti-
vità degli uccelli, invitateli a realiz-
zare una loro guida
personalizzata. Informatevi sulle
presenze di uccelli di varie specie
nell’area che vi interessa. Se ci
sono altre caratteristiche che pos-
sono essere osservate sul campo,
apportate sulla scheda i necessari
cambiamenti.
3. Chiedete: “Avete mai osservatogli uccelli? Che tipo di azioniavete visto compiere?”Comunicate ai partecipanti che
avranno la possibilità di andare sul
campo per osservare diverse spe-
cie di uccelli ed i loro comporta-
menti, ma solo dopo che avrete
fornito le conoscenze di base sul-
l’argomento.
4. Illustrate la checklist e aiutate a
definire i termini in essa conte-
nuti. Discutete sul fatto che com-
portamenti diversi possono
aiutare diverse specie di uccelli a
sopravvivere. Chiedete al gruppo
di riflettere su come e dove riusci-
ranno presumibilmente a trovare
gli uccelli e ad osservarne il com-
portamento.
5. Distribuite copie della check-
list e cartelline rigide con la
Dimmi che fai e ti dirò chi sei ATTIVITA’27
174
molla. I partecipanti possono lavo-
rare da soli o in piccoli gruppi. Se
possibile, avvaletevi di assistenti
per supervisionare il lavoro dei
piccoli gruppi. Considerate la pos-
sibilità di plastificare le checklist
oppure di ricoprirle con dei lucidi
per renderle più resistenti e
quindi riutilizzabili. I partecipanti
possono poi servirsi di pennarelli
da lucido per segnare quello che
riescono ad osservare.
6. Portate il gruppo nell’area
scelta. Assicuratevi
che i parteci-
panti abbiano
con se le cartel-
line rigide con
la molla e
qualcosa con
cui scrivere.
Ricordate loro
che, se osser-
vano uno o
più compor-
tamenti elen-
cati nella checklist, devono
apporre un segno nell’apposita
casella e descrivere in quella ac-
canto l’uccello e il luogo in cui
hanno effettuato l’osservazione.
Se avete tempo, permettete ai
partecipanti di consultare una
guida per identificare l’uccello
che hanno visto.
7. Concludete l’uscita invitando i
partecipanti a parlare di quello
che hanno scoperto durante la
passeggiata e di quello che hanno
imparato sui diversi uccelli.
Per i più piccoli(dai 5 agli 8 anni)
Se il gruppo è consistente si
raccomanda di formare grup-
petti di 8-10 (possibilmente super-
visionati da assistenti) che si
muoveranno in direzioni diverse. I
più piccoli saranno probabilmente
i più bravi nel completare la
scheda didattica “Dimmi che fai e
ti dirò chi sei”. Valutate la possibi-
lità di giocare a “bingo” con le
schede didattiche. I partecipanti
metteranno un segno sulla scheda
quando osservano particolari
comportamenti degli uc-
celli; chi collega 3 com-
portamenti in
orizzontale, in verticale o
in diagonale, vince.
Per i più grandi(dai 12 anni in su)
1. Analizzate diversi comporta-
menti degli uccelli insieme al
gruppo, e poi chiedete ad ogni
partecipante di scegliere un uc-
cello che potrebbe vivere nell’area
di osservazione.
2. Mettendo a disposizione un
materiale bibliografico adeguato,
invitate i ragazzi a trovare almeno
tre caratteristiche che identifi-
chino l’uccello scelto (es. colore,
canto, forma, dimensione, tipolo-
gia di nido, periodo dell’anno in
cui potrebbe essere presente nel-
l’area).
3. Invitate il gruppo a realizzare la
propria checklist, che dovrà inclu-
dere il nome dell’uccello, almeno
3 caratteristiche e diverse caselle
in cui possono essere segnate le
loro osservazioni, compresi anche
il luogo e il momento in cui l’uc-
cello è stato avvistato.
4. Portate il gruppo ad osservare
gli uccelli a più riprese, invitando i
partecipanti ad annotare ogni
volta le loro osservazioni sugli uc-
celli avvistati.
Domande
• Quali sono gli esempi più comuni dicomportamento degli uccelli?
• In che modo questi comportamentiaiutano gli uccelli a sopravvivere?
• In che modo specie diverse di uccellidifferiscono nei comportamenti cheesibiscono?
Adattamenti
Fare riferimento anche al para-
grafo degli adattamenti generali
di pagg. 6-10
Disabilità motorie
In generale• Scegliete per l’attività proposta
un’ampia area facilmente acces-
sibile.
Per partecipanti con forza mu-scolare e coordinazione limitateo scarsa capacità di manipola-zione
Dimmi che fai e ti dirò chi seiATTIVITA’27
175
• Proponete a chi ha difficoltà a
scrivere, di completare una
scheda didattica opportuna-
mente modificata, o di dettare i
suoi dati ad un compagno.
Disabilità di
apprendimento e/o cognitive
• Usate figure ed esempi per illu-
strare i diversi comportamenti.
Se lo ritenete opportuno, per
rafforzare il processo di ap-
prendimento, invitate i parteci-
panti a mimare i diversi
comportamenti.
• Per rafforzare l’esperienza,
usate nastri con richiami e
canti di uccelli.
• Procuratevi guide di campo
con grandi immagini a colori.
• Prevedete dei punti d’incontro
nel caso che alcuni partecipanti
si allontanino dagli altri.
• Proponete a chi ha difficoltà a
scrivere, di completare una
scheda didattica opportuna-
mente modificata, o di dettare i
suoi dati ad un compagno.
Disabilità uditive
• Usate figure ed esempi per illu-
strare i diversi comportamenti.
• Proponete ai non udenti di ri-
conoscere il momento in cui gli
uccelli cantano o lanciano ri-
chiami di allarme, partendo
dall’esame dei movimenti preli-
minari che gli uccelli compiono
in queste situazioni comporta-
mentali (ad es allungare il
collo, aprire il becco ecc).
• Prevedete una serie di punti
d’incontro, nel caso che alcuni
partecipanti si allontanino dagli
altri.
• Posizionate voi stessi e l’inter-
prete del linguaggio dei segni
in modo tale che i partecipanti
possano vedervi per ricevere
ulteriori istruzioni o avvisi,
mentre sono sul sentiero.
Disabilità visive
In generale• Per rafforzare l’esperienza,
usate nastri con richiami e
canti di uccelli.
• Definite chiaramente il sen-
tiero, posizionando su di un
lato un nastro-guida.
• Coinvolgete i compagni nell’at-
tività, chiedendo loro di descri-
vere accuratamente ai portatori
di disabilità visive i diversi com-
portamenti degli uccelli incon-
trati. Invitateli a dare il loro
aiuto nell’uso delle guide di
campo ed eventualmente anche
nell’identificazione delle spe-
cie.
• Procuratevi diversi tipi di mate-
riale per la ricerca scritti in
Braille, o a caratteri grandi, op-
pure qualche audio cassetta.
Per partecipanti ipovedenti• Procuratevi una versione in-
grandita della checklist sul
comportamento degli uccelli.
Mettete a disposizione cartel-
line rigide a molla e pennarelli
neri a punta larga.
• Mettete a disposizione dei bi-
nocoli.
Per partecipanti non vedenti• Procuratevi una versione in
Braille della checklist sul com-
portamento degli uccelli.
• Mettete a disposizione dei parte-
cipanti alcuni piccoli registra-
tori, per annotare le loro
osservazioni, o lasciate che le
dettino a un compagno.
• Considerate la possibilità di rea-
lizzare, in alternativa alternativa,
una “passeggiata alla scoperta
dei canti degli uccelli”. Ascoltate
un nastro con diversi canti degli
uccelli e invitate il gruppo ad
esercitarsi nel riconoscimento.
In un secondo momento andate
sul campo, ed annotate quanti
differenti canti di uccelli il
gruppo è in grado di ricono-
scere dal vivo.
Dimmi che fai e ti dirò chi sei ATTIVITA’27
176
Data:
Orario:
Condizioni climatiche:
Nascondersi
Stare in stormo
Fare il bagno
Volare
Lisciarsi le penne
Cantare
Mangiare
Emettere un segnaledi allarme
Cercare cibo
Comportamenti degli uccelliSCHEDA DIDATTICA
COMPORTAMENTODELL’UCCELLO
Esempio:stare in stormo
SEGNI DICONTA
/////////
DESCRIZIONE/LOCALIZZAZIONEDELL’UCCELLO/DEGLI UCCELLI
Sembrava uno stormo di anatre che volava in altovicino al lago
© National Wildlife Federation
Emettere unsegnale d’allarme______ Fare un bagno _______ Mangiare _______
Stare in stormo _______ Volare _______
Nascondersi _______ Lisciarsi le penne _______Cantare _______
Cercare cibo _______
ISTRUZIONI: apponete un segno vicino al comportamento descritto ogni volta che lo osservate
177
Dimmi che fai e ti dirò chi sei SCHEDA DIDATTICA
© National Wildlife Federation
178
Conoscenze di base
Affinchè un essere vivente
possa vivere in un dato habi-
tat, esso deve garantirgli il soddi-
sfacimento dei 4
bisogni pri-
mari: cibo,
acqua, riparo, e
luoghi idonei in
cui crescere la
prole. Una man-
giatoia e/o una
cassetta nido pos-
sono aiutare a for-
nire a qualche uccello
alcuni di questi elementi.
In una situazione ideale, gli ani-
mali selvatici dovrebbero trovare
nel loro habitat una varietà di
piante tale da consentire il soddi-
sfacimento delle loro esigenze ali-
mentari durante tutto l’arco
dell’anno. Poiché molti uccelli
sono ghiotti di bacche e di semi,
l’installazione di una mangiatoia
può essere un buon modo per of-
frire del cibo quando vengono a
mancare altre risorse, soprattutto
nel periodo invernale.
Le cassette nido, invece, possono
rispondere all’esigenza degli uc-
celli di avere un posto sicuro, il
nido, in cui allevare i propri pic-
coli, e possono essere posizionate
su pali, alberi, costruzioni. Ricor-
date, però che alcuni uccelli sono
più esigenti di altri per quanto ri-
guarda la loro casa e quindi il tipo
di cassetta nido che costruirete e
la cura che ci metterete, influi-
ranno inevitabilmente sui visitatori
che sarà in grado di ospitare. Le
istruzioni fornite con questa atti-
vità vi consentiranno di costruire
una cassetta nido adatta ad uccelli
nidificanti quali passeri, merli e
rondini.
Parte A:costruire mangiatoie
Cosa fare
1. Chiedete ai partecipanti: Dicosa hanno bisogno gli uccellinel loro habitat per sopravvivere?Che cosa possiamo fare per aiu-tarli?
Seguite le istruzioni riportate qui
di seguito, oppure comprate dei
kit già pronti presso le associa-
zioni nazionali (LIPU, WWF ecc.),
oppure presso gruppi locali di
birdwatching.
Importante: assicuratevi che unadulto esegua il lavoro che ri-chiede l’uso della sega e del tra-
In breveI partecipanti imparano come si
costruiscono semplici cassette
nido e mangiatoie per gli uccelli
Età8 - 18 anni
Durata1 o 2 ore per la costruzione, piùqualche giorno per l’osservazione
Obiettivi formativiI partecipanti dovranno essere in grado di:◆ Dimostrare di avere capito l’impor-
tanza del cibo e di altri bisogni primariper tutta la fauna.
◆ Realizzare una mangiatoia e/o una“casa” per gli uccelli.
◆ Osservare l’uso delle mangiatoie daloro realizzate da parte degli uccelli edi altri animali.
Materiale occorrentePARTE A:COSTRUIRE MANGIATOIE PER UCCELLI◆ Spago/corda robusta o cavo elettrico◆ Cartoni del latte vuoti o bottiglie di
plastica da 2 litri◆ Un perno con diametro di circa 50-
60 mm oppure un bastone abba-stanza lungo da attraversare ilcartone, lasciando lo spazio perchéun uccello possa sedersi su ognunodei due lati sporgenti
◆ Granaglie
PARTE B: COSTRUIRE CASSETTENIDO PER UCCELLI◆ 1 tavola di pino di circa un metro di
lunghezza, 30 cm di larghezza e 2,50cm di spessore
◆ 20 viti zincate di circa 3 cm o chiodiadatti
◆ cacciavite◆ carta vetrata◆ trapano◆ martello◆ occhiali di protezione
Impara l’arte e mettila da parteATTIVITA’28
179
Impara l’arte e mettila da parte
pano. Assicuratevi anche chetutto il materiale di legno sia benlevigato e privo di schegge.
2. Dividete i partecipanti in
gruppi. Se possibile chiedete
l’aiuto di qualche assistente per
supervisionare il lavoro dei sin-
goli gruppetti. Invitate i ragazzi ad
aiutarsi l’un l’altro. Fornite assi-
stenza per fare i buchi nei conte-
nitori per le granaglie e per il
perno/bastone. Attaccate un robu-
sto spago o una corda nella parte
alta della mangiatoia, per poterla
appendere all’angolo di una co-
struzione o al ramo di un albero
(vedi disegno a pag 183). Riempi-
tela con le granaglie e sistematela.
3. Le mangiatoie possono essere
appese al ramo di un albero, la-
sciate a terra, oppure posizionate
su un ceppo o su un muretto. In-
vitate i partecipanti a scegliere un
luogo dove hanno già avuto modo
di osservare degli uccelli. Procura-
tevi delle bustine contenenti man-
gime per uccelli da consegnare ai
ragazzi quando porteranno la loro
mangiatoia a casa. Ricordate che
alcuni posti sono più sicuri di
altri: una mangiatoia lasciata per
terra è un invito per i gatti, mentre
una mangiatoia posta in un luogo
aperto (lontano da una zona bo-
scata) può esporre gli uccelli all’at-
tacco dei predatori, come i falchi.
4. Fate posizionare ai partecipanti
la loro mangiatoia e invitateli ad
osservarla per diversi giorni di se-
guito. Chiedete loro: Avete osser-vato qualche uccello mentre sinutriva alla mangiatoia? Se si
sono verificati problemi (es: scoiat-
toli che spaventano gli uccelli o si
mangiano i semi ecc) invitate i ra-
gazzi a discutere per trovare delle
soluzioni. Se lo ritenete oppor-
tuno, incoraggiateli a prendere
nota delle loro osservazioni. Chie-
dete loro: Avete notato qualchecambiamento in funzione dell’o-rario o delle condizioni climati-che giornaliere? Se possibile, fate
usare delle guide per il riconosci-
mento degli uccelli, per identifi-
care quelli che frequentano la
mangiatoia.
Parte B:costruire una cassetta nido
Cosa fare
1. Analizzate i bisogni primari
degli uccelli. Chiedete: Come po-tete aiutarli a soddisfarli? Un
modo è quello di mettere a dispo-
sizione una “casa”. Seguite le
istruzioni di seguito riportate, o
acquistate un kit già pronto.
Valutate la possibilità di mettere
vicino alla cassetta nido del mate-
riale necessario alla costruzione di
un nido vero e proprio (erba ta-
gliata, ramoscelli, peli di animali).
Importante: assicuratevi che unadulto esegua il lavoro che ri-chiede l’uso della sega e del tra-pano. Assicuratevi anche chetutto il materiale di legno sia benlevigato e privo di schegge.
2. Un adulto dovrebbe occuparsi
di tagliare la tavola di pino come
riportato nella figura a pag. 182
Se si useranno le seghe, trapanate
prima i buchi per evitare la rot-
tura del legno. Valutate la possibi-
lità di apporre un piccolo segno,
ad esempio una x, in corrispon-
ATTIVITA’28
180
denza del punto dove dovreb-
bero essere messi i chiodi. Effet-
tuate i buchi di drenaggio sul
fondo (pezzo n. 4). Dividete i
partecipanti in gruppi. Se possi-
bile, fatevi aiutare da qualche
assistente per supervisionare il
lavoro dei singoli gruppetti. In-
vitate i ragazzi ad aiutarsi l’un
l’altro.
3. Distribuite a ciascun gruppo
una copia della figura a pag. 182
Aiutate i partecipanti ad assem-
blare i vari pezzi secondo le
istruzioni (es. unire la tavola n. 1
alla tavola n. 2 e così via). Tutte
le viti o i chiodi dovranno essere
utilizzati.
4. Una volta finita, la cassetta
nido potrà essere fissata sulla pa-
rete di una costruzione (ad
esempio la casa di uno dei ra-
gazzi) o su un albero. Dovrebbe
comunque essere posizionata ad
un altezza di 2-3 metri dal ter-
reno e su una parete o un albero
esposto a nord.
Il fissaggio della cassetta nido
dovrebbe essere fatto da un
adulto.
Per i più piccoli(fino agli 8 anni)
Questi partecipanti possono
fornire il loro aiuto met-
tendo i vari pezzi nella giusta po-
sizione, ma non devono
utilizzare martelli o altri attrezzi.
Domande
• Di cosa hanno bisogno gli uccelli persopravvivere?
• Perché alcuni di questi bisogni potreb-bero non essere soddisfatti dal loroambiente?
• In che modo l’uomo può aiutare gliuccelli?
Adattamenti
Fare riferimento anche al para-
grafo degli adattamenti generali
di pagg. 6-10
Disabilità motorie
Per partecipanti con forza mu-scolare e coordinazione limitateo scarsa capacità di manipola-zione• Procuratevi forbici coi manici
adattati per tagliare il materiale
necessario a realizzare la man-
giatoia.
• Mettete a disposizione dei di-
sabili i pezzi già tagliati. Avva-
letevi dell’aiuto di assistenti
per seguire le fasi di assem-
blaggio.
Disabilità di appren-
dimento/cognitive
• A mano a mano
che fornite le
istruzioni, date
una dimostra-
zione pra-
tica delle
diverse
fasi. Semplifi-
cate le istruzioni in funzione
delle necessità. Tenete a dispo-
sizione un prototipo già com-
pletato del prodotto da
realizzare.
• Mettete a disposizione dei par-
tecipanti diversamente abili i
pezzi già tagliati.
• Per maggiore sicurezza distan-
ziate le coppie o i piccoli
gruppi di lavoro.
• Se necessario, avvaletevi del-
l’aiuto di assistenti per tutte le
fasi dell’attività.
• Assicuratevi che ogni parteci-
pante abbia completato una
fase prima di passare alla suc-
cessiva.
Disabilità uditive
• A mano a mano che fornite le
istruzioni, date una dimostra-
zione pratica delle diverse fasi.
Tenete a disposizione un pro-
Impara l’arte e mettila da parteATTIVITA’28
181
totipo già completato del pro-
dotto da realizzare.
• Posizionate voi stessi e l’inter-
prete del linguaggio dei segni
in modo tale che i partecipanti
possano vedervi per ricevere
ulteriori istruzioni o per ri-
chiedere la vostra assistenza.
Disabilità visive
In generale• A mano a mano che fornite le
istruzioni, date una dimostra-
zione pratica delle diverse fasi.
Tenete a disposizione un proto-
tipo già completato del prodotto
da toccare.
• Preparate una copia delle istru-
zioni scritta sia in caratteri
grandi, sia in Braille.
• Per maggiore sicurezza, distan-
ziate le coppie o i piccoli gruppi
di lavoro.
• Se necessario, mettete a disposi-
zione dei partecipanti diversa-
mente abili i pezzi già tagliati.
• Invitate i compagni a fornire
istruzioni accurate e ad assistere
attentamente i ragazzi con disa-
bilità visiva per tutta la durata
dell’attività.
• Tenete separati i diversi pezzi in
base alla loro funzione (lati,
parte superiore, base); dispone-
teli in pile o contenitori separati.
• Assicuratevi che ogni parteci-
pante abbia completato una fase
prima di passare alla successiva.
Per partecipanti ipovedenti• Se la superficie di lavoro ha un
colore che contrasta poco con il
materiale da assemblare, frappo-
nete un foglio di colore nero.
Per partecipanti non vedenti• Se possibile, fate in modo che i
compagni assemblino anch’essi i
pezzi della cassetta nido o della
mangiatoia, descrivendo ogni
fase ai partecipanti. Incoraggia-
teli, inoltre, a toccare il prodotto
in corso di realizzazione, nelle
diverse fasi dell’assemblaggio.
Impara l’arte e mettila da parte ATTIVITA’28
Istruzioni per costruire una cassetta nido
182
SCHEDA DIDATTICA
© National Wildlife Federation
ISTRUZIONI: usate una tavola di pino di circa un metro di lunghezza, 30 cm di larghezza e 2,50cm di spessore e 20 viti zincate di circa 3 cm o comunque chiodi adatti. Per evitare di rompere illegno effettuate i buchi con il trapano. Sempre con il trapano fate i fori per il drenaggio sul fondodella cassetta (pezzo n. 4)
Istruzioni per costruire una mangiatoia
183
SCHEDA DIDATTICA
© National Wildlife Federation
ISTRUZIONI: vedi pag. 179…. per le istruzioni complete
184
Conoscenze di base
Iragni sono animali invertebrati
(hanno un esoscheletro al posto
di una colonna vertebrale). Appar-
tengono al grande gruppo degli ar-tropodi (Philum Arthropoda) il
cui nome significa che hanno
zampe articolate. Gli artropodi in-
cludono anche gli insetti e i crosta-
cei. Il sottogruppo degli artropodi
cui i ragni appartengono è quello
degli aracnidi (classe Aracni-dae).Tutti gli aracnidi hanno quat-
tro paia di zampe, non hanno
antenne né ali, ed il loro corpo è
diviso in due parti, il prosoma o
cefalotorace e l’addome. Gli arac-
nidi posseggono anche mascelle
ben sviluppate (cheliceri) termi-
nanti con aculei che, di solito, pos-
sono iniettare veleno, anche se,
nella maggior parte dei casi, si
tratta di un veleno troppo debole
per essere veramente pericoloso
per gli esseri umani. Sebbene pa-
recchie specie abbiano molti occhi
(di solito ne hanno otto), la mag-
gior parte dei ragni non ha una
buona vista. Essi, infatti, si servono
soprattutto di organi di senso posti
davanti alla bocca, chiamati pedi-palpi, in grado di percepire la pre-
senza di una preda e di afferrarla.
Tutti i ragni usano, in un modo o
nell’altro, la seta prodotta dalle
ghiandole, dette filiere, che si tro-
vano nella parte posteriore dell’ad-
dome.
Non tutte le specie, tuttavia, utiliz-
zano la seta per fabbricare una ra-
gnatela. Alcuni ragni se ne servono
per fare un involucro protettivo
per i piccoli, altri ci fabbricano
delle trappole, altri ancora la
usano per chiudere le loro tane. I
membri della famiglia più nume-
rosa (quella degli Araneidi), però,
tessono effettivamente ragnatele,
alcune delle quali sorprendente-
mente complesse, per catturare le
loro prede, che sono costituite so-
prattutto da insetti. Il filo di seta
prodotto dai ragni è davvero
molto robusto; se si potesse usare
per fabbricare una fune, questa sa-
rebbe più resistente di un cavo di
acciaio dello stesso spessore. I
ragni tessitori hanno la particolare
capacità di percepire le vibrazioni
e una vista relativamente debole.
Quando qualcosa resta impigliato
nei fili tesi della ragnatela, il ragno
ne percepisce la presenza attra-
verso le vibrazioni e la differente
tensione dei fili. A questo punto, il
ragno avvolge le prede nella seta,
le paralizza, e, infine, la mangia.
Cosa fare
1. Chiedete ai partecipanti se co-
noscono la differenza fra insetti e
ragni. Introducete brevemente le
caratteristiche dei ragni, mostrate
delle figure e usate lo schema in-
grandito di un ragno con i nomi
delle rispettive parti anatomiche,
per illustrare chiaramente i punti
fondamentali. Chiedete al gruppo
in che modo i ragni potrebbero es-
sere utili all’uomo.
In breveI partecipanti scoprono
come i ragni che tessono la
ragnatela, individuano la
preda e usano i sensi
Età5 - 12 anni
Durata30 minuti
Obiettivi formativiI partecipanti dovranno essere ingrado di:◆ Identificare le parti del ragno.◆ Dimostrare di aver compreso
la strategia di caccia dei ragniche tessono la ragnatela.
◆ Discutere gli adattamenti svi-luppati dalle diverse specie diragni.
Materiale occorrente◆ Un modello didattico tridimen-
sionale di ragno◆ Un grande cartellone che ri-
produce un ragno e che riportai nomi delle diverse parti delsuo corpo
◆ Alcuni pezzi di legno attaccati acinque fili di circa 2 metri dilunghezza, tenuti assieme da ungrosso perno al centro di cia-scun pezzo di legno
◆ Alcune bende per coprire gliocchi
Il senso dei ragni per la preda
’
ATTIVITA’29
185
2. Discutete i vari adattamenti dei
diversi tipi di ragni (ad esempio al-
cuni usano la seta per costruire una
trappola e catturare la preda, altri si
servono del veleno per paralizzare,
ecc.). Ragionate sulle caratteristiche
dei ragni che fanno ragnatele, e
chiedete ai partecipanti se sanno in
che modo essi riescono a catturare
le prede. Spiegate che il gioco “Il
senso dei ragni per la preda” si pro-
pone proprio di simulare questo
meccanismo di cattura.
3. Formate gruppi di sei persone e
date ad ogni gruppo uno dei bloc-
chi di legno con i fili attaccati, da
mettere sul pavimento.
4. Assegnate la parte del ragno a
uno dei partecipanti che se ne starà
accovacciato vicino al blocco con gli
occhi bendati, mentre gli altri cin-
que, che rappresentano gli insetti,
tengono ognuno l’estremità di un
filo e, allontanandosi dal ragno si
dispongono a raggiera. I fili dovreb-
bero essere tenuti ben tesi e sfio-
rare il suolo, senza toccarlo. Le
mani del “ragno” poggiano legger-
mente sui fili che fanno raggiera in-
torno al perno, in modo da poter
percepire qualsiasi vibrazione.
5. Il capogruppo indica poi uno
degli “insetti”, che darà un solo
strattone al suo filo. Il ragno striscia
fino all’estremità del filo che è stato
mosso, cattura “l’insetto” e cambia
posto con lui. Se per caso, ha cattu-
rato l’insetto sbagliato, il ragno fa
ancora un altro tentativo prima
dello scambio dei ruoli. Il gioco
continua finché ogni giocatore ha
avuto la possibilità di diventare a
sua volta ragno.
6. Alla fine della simulazione chie-
dete: Che cosa avete imparato? Inche cosa questo metodo di cacciadifferisce da quello degli altri ani-mali? Questo metodo andrebbebene per un leone? E per un aquila?O per un essere umano?
Domande
• Quali caratteristiche distinguono i ragnidagli insetti?
• In che modo le differenti specie di ragnicatturano le loro prede?
• In che modo i ragni tessitori rie-scono a catturare le loro prede?
Adattamenti
Fare riferimento anche al
paragrafo degli adatta-
menti generali di pagg. 6-10
Disabilità motorie
• Se il giocatore è su una sedia a ro-
telle, sistemate il blocco di legno
su un vassoio da tenere in grembo
o su un’altra sedia. Anche gli in-
setti dovranno essere seduti.
• Avvolgete il filo, senza stringerlo
troppo, intorno al polso del parte-
cipante, oppure, se ha difficoltà a
tenerlo, intorno al bracciolo della
sua sedia a rotelle. Se avvolgete il
filo attorno al polso, assicuratevi
che non sia troppo stretto, con-
trollando periodicamente.
• Assicuratevi che i partecipanti
siano abbastanza distanziati da
soddisfare le norme di sicurezza.
• Se necessario, assistete il giocatore
- ragno nella sua manovra di avvi-
cinamento agli insetti.
• Se il giocatore - ragno ha una limi-
tata mobilità degli arti superiori,
ma è in grado di usare gli arti infe-
riori, dategli la possibilità di siste-
marsi al centro, su una sedia, e di
togliersi le scarpe in modo da riu-
scire a percepire con i piedi il mo-
vimento dei fili della ragnatela.
Tutti gli altri insetti devono met-
tersi a sedere sul pavimento.
Disabilità di apprendimento
e/o cognitive
• Costruite il modello interattivo
di un ragno come supporto
della discussione. Ritagliate nel
cartoncino ed etichettate le tes-
sere di un mosaico che do-
vranno formare il corpo del
ragno. Disegnate il contorno del
corpo del ragno come schema -
guida. Date a tutti i partecipanti
un pezzo di cartoncino con il
Il senso dei ragni per la preda ATTIVITA’29
Il senso dei ragni per la preda
relativo nome e invitateli ad ap-
plicarlo sul tabellone a mano a
mano che si parla della funzione
di ogni singola parte. (Per una
versione più duratura, mettete
dei pezzetti di velcro sul retro
delle varie tessere del mosaico e
utilizzate una superficie rico-
perta di feltro).
• Usate il modello didattico in
plastica di un ragno affinché i
partecipanti possano esplorarlo.
• Date la dimostrazione pratica di
ogni fase del gioco, a mano a
mano che la spiegate.
• Se necessario fornite indicazioni
verbali per guidare il gioco.
Disabilità uditive
• Costruite il modello interattivo
di un ragno come supporto
della discussione. Ritagliate nel
cartoncino ed etichettate le tes-
sere di un mosaico che do-
vranno formare il corpo del
ragno. Disegnate il contorno del
corpo del ragno come schema -
guida. Date a tutti i partecipanti
un pezzo di cartoncino con il
relativo nome e invitateli ad ap-
plicarlo sul tabellone a mano a
mano che si parla della funzione
di ogni singola parte. (Per una
versione più duratura, mettete
dei pezzetti di velcro sul retro
delle varie tessere del mosaico e
utilizzate una superficie rico-
perta di feltro).
• Usate il modello didattico in
plastica di un ragno affinché i
partecipanti possano esplorarlo.
• Date la dimostrazione pratica di
ogni fase del gioco, a mano a
mano che la spiegate.
Disabilità visive
In generale• Realizzate il poster tattile di un
ragno, servendovi di tessuti di
vario genere (velluto, seta, fel-
tro ecc.) per le singole parti.
Scrivete i nomi sul poster in ca-
rattere grandi o in Braille.
• Usate il modello didattico in
plastica di un ragno, affinché i
partecipanti possano esplorarlo.
• Toccate i partecipanti sulla
spalla per segnalargli quando è
il suo turno di scuotere il filo.
• Lasciate che i partecipanti usino
i fili come guida per arrivare e
raggiungere gli insetti. Se neces-
sario, date istruzioni a voce.
• Assicuratevi che i partecipanti
siano abbastanza distanziati per
soddisfare le norme di sicu-
rezza.
• Dite ai partecipanti di farsi rico-
noscere dai giocatori con disabi-
lità visiva, prima di catturarli.
Adattato con il permesso dell’editore:Lingelbach and Purcell eds., Hands - On -Nature, seconda edizione. Woodstock:Vermont Institute of Natural Science,2000
186
ATTIVITA’29
187
Il senso dei ragni per la preda SCHEDA DIDATTICA
Addome
Cefalotorace
Filiere
Occhi
Cheliceri
Pedipalpi
Zampe
© National Wildlife Federation
188
Conoscenze di base
Un ceppo che marcisce può
ospitare una quantità sorpren-
dente di piante, funghi, licheni e pic-
coli animali che vivono al suo
interno, ma anche al di sopra e al di
sotto di esso.
La maggior parte degli organismi
che vivono in questo piccolo
regno partecipano al processo di
decomposizione, ovvero alla de-
molizione del legno morto e al ri-
ciclo delle sostanze in esso
immagazzinate. Spesso le piante e
i funghi crescono disgregando i
ricchi materiali dei ceppi morti,
utilizzando rispettivamente le loro
radici e i loro lunghi filamenti, o
ife. Sulla materia in decomposi-
zione crescono anche i muschi(piccole piante verdi, dell’aspetto
soffice, prive di radici) e i licheni,che rappresentano l’unione in sim-
biosi di un fungo e di un’alga. I li-
cheni hanno vari colori, possono
presentare una struttura piatta,
globosa, o simile a una foglia e
tendono a crescere sugli alberi e
sulle rocce in forma appiattita e ro-
tondeggiante. Il blando acido che
si trova nei licheni aiuta il pro-
cesso di decomposizione, poiché
attacca la corteccia degli alberi. I
muschi trattengono l’umidità del
terreno e possono attrarre altre
piante e altri animali.
Numerosi coleotteri muniti di ap-
parato boccale pungente e suc-
chiante prelevano il loro
nutrimento all’interno della cor-
teccia di alberi morti o gravemente
ammalati; essi, come pure le ter-
miti, le formiche carpentiere, e gli
onischi (isopodi) che, in genere,
intervengono in un secondo
tempo, aiutano le demolizione del
legno, rosicchiandolo e scavando
gallerie al suo interno. Seguono i
ragni, i centopiedi ed altri preda-
tori, che si nutrono degli insetti e
degli altri piccoli organismi man-
giatori di legno. Alcuni uccelli e
piccoli mammiferi, a loro volta,
scavano nella corteccia e divorano
sia gli animaletti che mangiano il
legno, sia i predatori che se ne nu-
trono. Molti animali, inoltre, fanno
la loro tana nel materiale in de-
composizione; fra questi la sala-
mandra, che caccia di notte
evitando la calura del giorno e al-
cuni coleotteri, che passano l’in-
verno nei tronchi marci. Tutti
questi organismi, comunque, spo-
standosi dentro e fuori del legno
contribuiscono a demolirlo in
pezzi più piccoli.
Il legno, infine, si sbriciolerà in
particelle sempre più minute, fino
a trasformarsi in un suolo molto
fertile, che farà crescere i semi e
permetterà agli alberi vicini di ali-
mentarsi attingendo alle sue so-
stanze nutrienti.
Cosa fare
1. Chiedete ai partecipanti: Checosa significa il termite decompo-sizione? Presentate il concetto ed
aprite una discussione sugli orga-
nismi che giocano un ruolo in
Un mondo piccolo piccolo
In breveI partecipanti indagano in
prima persona sul mondo
dei decompositori
Età12 - 14 anni
Durata15 minuti
Obiettivi formativiI partecipanti dovranno essere ingrado di:◆ Esaminare come le cose si de-
compongono in natura.◆ Identificare gli organismi che vi-
vono, si nutrono o depongonouova su un ceppo marcescente.
◆ Comprendere il ruolo dei de-compositori nell’ecosistema.
Materiale occorrente◆ Lenti di ingrandimento (l’ideale
è un “barattolo per insetti” conuna lente incorporata nel co-perchio)
◆ Carta e matite/pennarelli◆ Copie delle scheda didattica
“Un mondo piccolo piccolo”(facoltativa)
ATTIVITA’30
189
questo processo. Avvertite i ragazzi
che avranno l’occasione di effet-
tuare un’uscita sul campo per ve-
dere quello che succede nelle
diverse fasi della decomposizione.
Prima dell’uscita, date a ciascuno
una copia della scheda didattica
“Un mondo piccolo piccolo” affin-
ché possano farsi un’idea del tipo
di organismi che stanno cercando.
2. Quando sarete all’aperto, scru-
tate attentamente nei posti umidi e
ombreggiati. Guardate sotto le
grosse pietre, sotto gli strati di fo-
glie e la corteccia staccata da un
tronco morto, sotto le rocce vicino
all’acqua, e sotto i rami o i tronchi
che siano stati sul terreno per più
di una settimana.
3. Prima di mettersi a cercare una
qualsiasi creatura in movimento,
sarà opportuno eseguire un so-
pralluogo ed esplorare attenta-
mente uno o più grossi ceppi in
decomposizione, per prevedere
quali tipi di piante o di funghi po-
trebbero esservi più facilmente tro-
vati sopra. Chiedete: Su questoceppo crescono dei licheni o deimuschi? Che cosa ci stanno a farein questo posto?
4. Subito dopo, invitate i parteci-
panti ad esaminare il ceppo ed il
suolo circostante. Le seguenti do-
mande potranno essere d’aiuto
per stimolare il dibattito. Il ceppoè compatto? Si sta frammen-tando? Che cosa gli sta acca-dendo? Se i ragazzi danno una
risposta da manuale, come: “si sta
decomponendo”, cercate di otte-
nere maggiori particolari su
quanto affermano. Chiedete:
Dove si sta decomponendo?In che cosa si sta decompo-nendo? Il suolo circostante sem-bra confermare questasupposizione?
5. Cercate nei posti umidi e bui
gli animali compresi nella lista
che vi proponiamo di seguito. Per
cominciare, capovolgete ed esplo-
rate un ceppo e poi andate avanti.
Anche se per i nostri scopi è suffi-
ciente l’esame di alcuni ceppi,
può capitare che i partecipanti de-
siderino passare in rivista anche
pezzi di roccia, foglie bagnate,
ecc. L’importante è che le rocce e
i ceppi vengano riportati nella po-
sizione primitiva. Invitate i parte-
cipanti a mettere con cura i vari
organismi nei “barattoli” per in-
setti, in modo da poterli esami-
nare più attentamente in seguito.
Anche in questo caso, accertatevi
di riportarli abbastanza rapida-
mente nel luogo di origine.
Nota: siate prudenti quando cer-cate gli animali. Rivedete le con-siderazioni sulla sicurezza apagg. 11-12
Porcellini di S. Antonio. Sono
animaletti grigi, dal corpo allun-
gato, diviso in molti segmenti, mu-
niti di numerose zampe; quando
vengono toccati, si arrotolano su
se stessi, appallottolandosi.
Onischi. Sono simili a un
porcellino di S. Antonio, ma
sono piatti e non si appallotto-
lano.
Millepiedi. Hanno una grande
quantità di corte zampette (due
coppie per ogni segmento del
corpo) poste al disotto del corpo al-
lungato e tubuloso; se vengono di-
sturbati si arrotolano.
Uova di limaccia e di chiocciola.
Sono traslucide, biancastre e legger-
mente appiccicose; hanno circa 1
mm di diametro.
Centopiedi, o Scolopendre.
Hanno il corpo allungato e molte
zampe (una coppia per ogni seg-
mento del corpo) che sporgono late-
ralmente; si muovono rapidamente
e sono voraci predatori. Non tocca-
teli, potrebbero mordere.
Formiche. Rapidissime nei movi-
menti, cercheranno di scappare dai
contenitori per ritornare in qualsiasi
modo nel luogo di provenienza. Le
uova sono piccole e rotonde; le
larve si presentano come piccoli
bruchi e le pupe (che si trovano di
solito vicino alla superficie) sono
chiuse in un involucro color crema.
(Nei mesi freddi, il formicaio ospita
dei piccoli insetti, gli afidi; in prima-
vera le formiche li guidano “al pa-
scolo” verso una pianticella in
crescita, li proteggono da eventuali
predatori e infine, li “mungono”,
per nutrirsi della secrezione zucche-
rina che essi producono).
Un mondo piccolo piccolo ATTIVITA’30
190
Un mondo piccolo piccolo
Salamandre. Sono i predatori di
questo mondo del sottobosco. Inu-
miditevi sempre le mani (eventual-
mente usando le foglie bagnate)
prima di toccare la salamandra. La
pelle umana asciutta può portare
via lo strato mucoso che protegge
il corpo della salamandra e la-
sciarla vulnerabile alle infezioni e
alle abrasioni.
Lombrichi. Hanno corpo roseo
vermiforme e presentano un
anello di pelle un po’ più spessa in
vicinanza dell’estremità anteriore
(clitello). È questa la zona in cui
viene scambiato il materiale gene-
tico durante l’accoppiamento. En-
trambi gli individui deporranno, in
seguito, delle uova fertili.
Micelio. I funghi che crescono al
disopra della superficie del terreno
rappresentano la parte dell’organi-
smo destinata alla produzione
delle spore. All’interno del suolo si
trovano, invece, molti filamenti
bianchi o arancione, ramificati e
leggermente elastici, che servono
per la ricerca dei nutrimenti. Il mi-
celio proveniente da un singolo
fungo può serpeggiare ed esten-
dersi notevolmente nel terreno.
Coleotteri. Sono insetti con un ri-
vestimento esterno rigido costi-
tuito da chitina. Quelli che vivono
sotto le pietre o nei tronchi marce-
scenti sono di colore nero lucido,
in genere non hanno le ali e si
muovono molto rapidamente. Nei
coleotteri alati le ali anteriori sono
coriacee (elitre) e si uniscono alla
metà del dorso con una linea
dritta, mentre quelle posteriori
sono membranose e nascoste sotto
le elitre.
Le larve osservabili nei ceppi e
sotto le pietre, in genere hanno tre
paia di zampe, una testa ben di-
stinguibile e un corpo allungato.
Alcune larve scavano lunghe e
complicate gallerie nel legno di cui
si nutrono
Ragni. Alcuni ragni che vivono nel
terreno, costruiscono una specie di
imbuto, con una tela molto fitta, si-
mile ad un lenzuolo. Alcune fem-
mine possono portare sul dorso una
palla bianca costituita da uova o un
fitto grappolo di ragnetti neonati.
Limacce. Hanno corpo allungato,
sottile e muscoloso; su un lato è
possibile osservare un buchino che
viene utilizzato dall’animale per re-
spirare. Le chiocciole hanno un
aspetto simile, ma sono fornite di
conchiglia e vivono in terreni con-
tenenti calcio.
6. Invitate i ragazzi a descrivere e a
disegnare, in un diario naturali-
stico, le creature che hanno tro-
vato esplorando i terreni umidi e
ombreggiati. Discutete su quello
che hanno trovato. Esortateli a ipo-
tizzare il ruolo di ogni organismo
nel processo di decomposizione.
Concludete chiedendo: Perché èpositivo che tutti questi diversi or-ganismi facciano quello chefanno?
Domande
• Cosa succede a un ceppo quando si de-compone?
• Quali sono gli organismi che contribui-scono al processo di decomposizione?
• Che succederebbe se niente avvenissemai decomposta?
Adattamenti
Fare riferimento anche al para-
grafo degli adattamenti generali
di pagg. 6-10
Disabilità motorie
• Effettuate un sopralluogo accu-
rato per accertarvi di scegliere
un luogo che non presenti al-
cuna difficoltà di accesso.
• Date ai partecipanti sulla sedia a
rotelle la possibilità di trasferirsi,
se lo vogliono, su un telo o su
una stuoia posta vicino al ceppo,
per vedere meglio. Se non pos-
sono spostarsi, o se il terreno è
troppo fangoso, trasferite il
ceppo su un tavolino portatile af-
finché possano osservarlo da vi-
cino. Fate attenzione a non
“disturbare” eccessivamente l’a-
rea. Riportate il ceppo al suo
posto non appena avete finito.
Per partecipanti con forza musco-lare e coordinazione limitate oscarsa capacità di manipolazione• Avvolgete il manico delle lenti di
ingrandimento con garza o mate-
riale morbido. Se i partecipanti
hanno difficoltà a tenere in
mano le comuni lenti, procura-
ATTIVITA’30
191
Un mondo piccolo piccolo SCHEDA DIDATTICA
tevi degli occhiali con apposite
lenti per ingrandire, qualche
lente fissa da tavolo, oppure
delle lenti di ingrandimento che
possano essere tenute al collo
con un cordoncino.
• Se necessario, avvolgete le matite
con il nastro isolante o altro ma-
teriale.
• Procuratevi delle cartelline rigide
a molla.
Disabilità di
apprendimento/cognitive
• Usate le immagini di diversi de-
compositori per illustrare meglio
la parte introduttiva dell’attività.
• Fissate un punto di incontro nel
caso che i ragazzi dovessero di-
sperdersi.
• Procuratevi delle cartelline rigide
a molla.
• Date ai partecipanti con difficoltà
a scrivere la possibilità di se-
gnare con un cerchietto gli orga-
nismi riportati nelle schede
didattiche, a mano a mano che li
trovano.
Disabilità uditive
• Usate le immagini di diversi de-
compositori per illustrare meglio
la parte introduttiva dell’attività.
• Fissate un punto di incontro nel
caso che i ragazzi dovessero di-
sperdersi.
• Posizionate voi stessi e l’inter-
prete del linguaggio dei segni in
modo tale che i partecipanti pos-
sano vedervi per ricevere ulte-
riori istruzioni o per richiedere
la vostra assistenza.
Disabilità visive
In generale• Segnalate chiaramente il sentiero
con un nastro guida posto su un
lato.
• Date ai partecipanti la possibilità
di trasferirsi, se lo vogliono, su
un telo o su una stuoia posta vi-
cino al ceppo, per esplorare l’a-
rea con maggiore facilità. Se non
possono spostarsi, o se il terreno
è troppo fangoso, trasferite il
ceppo su un tavolino portatile af-
finché possano studiarlo da vi-
cino. Fate attenzione a non
“disturbare” eccessivamente l’a-
rea. Riportate il ceppo al suo
posto non appena avete finito.
Per partecipanti ipovedenti• Procuratevi una versione della
scheda stampata a caratteri
grandi.
• Procuratevi cartelline a molla,
pennarelli neri a punta larga e
carta da disegno.
• Procuratevi lenti di ingrandi-
mento di vario tipo.
• Procuratevi una lanterna o una
lampada tascabile per illuminare
l’area in modo da migliorare la
visibilità se necessario.
Per partecipanti non vedenti• Esortate i compagni a guidare i
partecipanti non vedenti toccan-
doli opportunamente sulla
spalla, fornendo descrizioni
molto vivaci del ceppo e dei suoi
ospiti. Incoraggiate i ragazzi a
toccare gli insetti senza timore e
ad esplorare il ceppo.
• Mettete a disposizione dei parte-
cipanti creta o plastilina, per rea-
lizzare dei modellini di tutti gli
insetti o degli altri organismi de-
compositori che riescono a toc-
care.
© 1994 Hunken, Jorie, adattato con il per-messo da: “Small Seek”, Hunken, Jorie,Ecology for All Ages: Discovering NatureThrough Activities for Children andAdults, The Globe Pequot Press, 1994, pag.13 - 15
192
Porcellino di S. Antonio Onisco Millepiedi
Uova di limaccia o di chiocciola Centopiedi-Scolopendra Formica
Salamandra Lombrico Coleottero
Micelio Ragno Limacce
Un mondo piccolo piccoloISTRUZIONI: cercate le seguenti creature sopra, sotto, o all’interno
di un ceppo marcio (oppure sotto le grosse pietre)
© National Wildlife Federation
SCHEDA DIDATTICA