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La gestione del trauma sportivo sul
campo di gara
Dott. Luca FERRARIS
Alcune caratteristiche del trauma
sportivo • Osservazione diretta
dell’incidente da parte dei soccorritori
• Intervento quasi sempre sicuro e tempestivo
• Spesso, ma non sempre, soccorritori qualificati e ben attrezzati
• Popolazione soggetta a screening sanitario ma a rischio!
Cause del trauma sportivo
• Brusche accelerazioni o decelerazioni ( es. cambi di direzione ) con sollecitazione di strutture muscolari, articolari, ossee
• Urto contro avversari o superficie di gioco
• Urto con strumenti di gioco o attrezzi sportivi
• Urto con strutture limitrofe al campo di gioco, quando non rimosse o rese sicure ( es. reti, gradini, ecc.) o durante attività outdoor
Evitare
situazioni
a rischio!
•Aggressività in campo
•Polemiche arbitrali
•Tifo eccessivo e inadeguato
che crea tensione anche in campo
•Scarso fair play
POSSIAMO RIDURRE IL
RISCHIO? RISCHIO SPORTIVO = esposizione a un
pericolo ( capacità di una azione, di una
situazione, di un comportamento, di un
attrezzo di causare danno ad un atleta )
Il rischio non può essere eliminato se
permane il pericolo, ma può essere
ridotto se il pericolo viene valutato,
corretto e ridotto ( es. miglioramento degli
attrezzi sportivi )
RISCHIO INTRINSECO
Rischio connesso con le peculiarità delle
varie attività sportive, può dipendere da
caratteristiche fisiologiche dello sport
(impegno cardiovascolare, muscolare,
neuropsichico ), dal gesto sportivo e dal
regolamento ( contatto, apprendimento di
gesti corretti ) dai mezzi / attrezzi sportivi (
sport motoristici ), dall’ambiente ( attività
subacquee, arrampicata, alpinismo ) Può
essere ridotto ma non eliminato.
PREVENZIONE
Può essere attuata a diversi livelli e da
diverse persone che operano nell’ambiente
sportivo: atleti ( ! ) , famiglie ( !! ), tecnici,
dirigenti, preparatori atletici, fisioterapisti ,
massaggiatori, medici sportivi.
Prevenire! •Corretto insegnamento del gesto atletico
•Corretto insegnamento ed osservanza
delle regole di gioco
•Stretching, riscaldamento
•Corretta preparazione fisica
•Tempi di recupero adeguati
•Protezioni ( caschi, paradenti,
parastinchi ) anche quando
non obbligatori
•Sicurezza ambientale
•Visite mediche periodiche
•Interazione allenatore- preparatore-
medico-fisioterapista / massaggiatore
•Educazione di atleti, genitori,
dirigenti delle Società sportive, pubblico.
Impianti sportivi • Infermeria pulita e facilmente raggiungibile
• Accesso all’impianto ad eventuali mezzi di
soccorso
• Segnaletica chiara
• Messa in sicurezza ( rimozione se vicini al
campo o agli spogliatoi ) di cavi elettrici,
scale scivolose, reti metalliche
danneggiate, strutture ( muretti, gradini,
rubinetti ) potenzialmente pericolosi
• Personale responsabile
INFERMERIA • Confortevole ( aria, luce, temperatura )
• Lettino, lavandino, sapone, asciugamani,
una coperta
• Telefono/telefono interno/ cellulare
• Frigorifero/ congelatore con borse del
ghiaccio riutilizzabili/cubetti di ghiaccio
• Cassetta di pronto soccorso ( * ) o
armadietto contenente materiale di
soccorso, correttamente custoditi ma
facilmente raggiungibili
CASSETTA PRONTO
SOCCORSO • Disinfettante anionico ( Citrosil® o Betadine ®) o acqua
ossigenata
• Compresse di garza sterile e non, guanti monouso
• Cerotti a rotolo e/o a taglio di varie misure
• Forbici, pinze, lampadina, spille da balia
• Benda elastica tipo Ideal®, tubolari di rete elastica per
fermare medicazioni, rotoli di garza idrofila o tipo Self Fix®
• Mercurocromo®, crema antiinfiammatoria, cerotti medicati
con antiinfiammatorio
• Farmaci: solo farmaci per automedicazione ( es Aspirina®,
Tachipirina®, Moment®, Buscopan®, ecc. )
• Bagno oculare con apposita vaschetta ( es Optrex®)
• Stecche di legno, metallo o plastica per immobilizzazioni di
emergenza
• ( sfigmomanometro, fonendoscopio )
DECRETO BALDUZZI 2012
• Il decreto Balduzzi e le successive mdifiche in tema di
riorganizzazione dei servizi sanitari prevede una miglior
tutela della salute degli atleti mediante l’obbligo di
certificazione medica anche per le attività non
agonistiche e amatoriali ( ad oggi per queste ultime non
vi è obbligo di legge di certificazione della buona salute,
fatta salva la facoltà del gestore dell’impianto sportivo di
richiederla per motivi assicurativi )
• Allo stesso capoverso, prevede la diffusione di linee
guida per il corretto utilizzo del defibrillatore
semiautomatico esterno ( DAE )
RUOLO DELLA FMSI
MOGESS
Modello Organizzativo Gestione
Emergenze Sanitarie nello
Sport • Nasce da un protocollo di intesa tra FIGC
– LNP e FMSI, ha lo scopo di gestire le
emergenze cardiorespiratorie, i traumi
maggiori ( spinale, addominale, toracico )
mediante stabilizzazione in campo,
trasporto diretto assistito al DEA di
riferimento
MOGESS
• Prevede la presenza in campo di un medico formato
nell’emergenza ( match doctor ), 2 infermieri
professionali ( 1 +1 ) con esperienza di gestione di
emergenze, 8 soccorritori (4 +4 )
• Introduce il concetto di rischio sportivo specifico
• Fa parte di un più ampio progetto di pronto soccorso
sportivo / defibrillato ( PSS / PSS-D ) che ha lo scopo
di formare i tecnici e i dirigenti delle associazioni
sportive alla gestione dell’urgenza e dell’emergenza
sul campo, dalla piccola traumatologia agli eventi
maggiori, siano essi traumatici o meno.
COSA FARE?
L’outcome ( = risultato in termini di ripresa
della completa ripresa di tutte le funzioni
della vittima ) dipende dalla tempestività
dell’allarme, dalla corretta attivazione dei
servizi di emergenza, dalla rapidità e
qualità dell’intervento, dalla vicinanza di
un centro specializzato ( per il trattamento di
patologie particolarmente gravi )
MEGLIO NON FARE CHE
FARE MALE! ad esempio, EVITARE di:
• Somministrare liquidi a un soggetto incosciente
• Mettere in piedi / dare da bere alcolici a una
persona che si è appena ripresa da uno
svenimento
• Tentare di ridurre una frattura/lussazione
• Usare ghiaccio spray da distanze ravvicinate
• Muovere in modo incauto un sospetto trauma
spinale ( rugby, sport motoristici )
NON PERDERE TEMPO!
Negli incidenti apparentemente gravi (
emorragie cospicue, paziente incosciente,
assenza di polso e respiro ) la tempestività
di reazione e di allerta dei servizi di
emergenza territoriale ( 112 )
rappresentano il provvedimento più utile a
garantire all’infortunato un trattamento
adeguato e un migliore outcome dall’evento.
NON PERDERE TEMPO!
In caso di ipossia ( arresto cardiocircolatorio
e respiratorio ) la possibilità che si instauri
un danno neurologico aumenta
drammaticamente con il passare dei minuti.
Quanto prima si inzia la RCP ( BLS / BLSD )
tanto migliore sarà l’outcome. Dopo 10
minuti i danni sono irreversibili.
IMPORTANZA DELLA
FORMAZIONE!!! Non solo rianimazione cardiopolmonare e
defibrillazione precoce, ma anche e
soprattutto gestione degli eventi traumatici
sul campo ( molto frequenti ed in aumento )
PSSD FMSI = Pronto Soccorso Sportivo
con Defibrillazione
Principi generali di trattamento in
urgenza
• Astenersi da manovre poco conosciute o incongrue
• In casi apparentemente gravi ( perdita di coscienza , emorragie gravi ) non perdere tempo ad allertare i Servizi di Emergenza ( 112 )
• Rassicurare sempre la vittima, allontanare i curiosi
• Regime RICE ( Rest = riposo, Ice = ghiaccio, Compression = compressione, Elevation = elevazione dell’arto colpito )
Principi generali di trattamento
successivo
• Diagnostica per immagini ( Rx, etg, TC, RMN )
• Corretti tempi di recupero
• Valutazione opportunità di terapie ( mediche – farmaci -, fisiche, chirurgiche)
• La corretta riabilitazione da un trauma sportivo, che abbia o meno richiesto un intervento chirurgico, rappresenta il più importante fattore nella ripresa sicura ed efficace dell’attività sportiva.
Diagnostica per immagini
• RADIOLOGIA ( fratture, lussazioni )
• ECOGRAFIA ( lesioni dei tessuti molli, lesioni muscolari e tendinee )
• TAC e RMN ( lesioni legamentose, fratture, lesioni tendinee )
Riabilitazione
• Terapie Fisiche ultrasuoni ( UST ) , laserterapia, ionoforesi, elettroterapia ( TENS, diadinamiche, raforzamento muscolare, rilassamento muscolare ) , magnetoterapia, onde d’urto, tecar terapia riduzione edema, infiammazione, dolore, contratture muscolari, riassorbimento ematomi e versamenti.
• FKT – Isocinetica ripresa del normale range di movimento della articolazione, ripresa tono muscolare
• Propriocettiva: ripresa dei meccanismi riflessi di controllo muscolare e articolare
Riabilitazione
• di primaria importanza per una ripresa corretta, sicura, completa ed efficace dell’attività sportiva dopo un periodo di immobilità per un trauma sportivo
• Non solo le lesioni trattate chirurgicamente necessitano di riabilitazione!
• I corretti tempi di recupero sono fondamentali e vanno stimati in base alla gravità clinica del caso, ma anche alle capacità di recupero dell’atleta. Tempi troppo brevi espongono al rischio di ricadute ma…
• … i tempi vanno ridotti al minimo indispensabile per poter rientrare in attività!
Nella carriera di
un atleta di buon
livello bisogna
prevedere periodi
di inattività a
causa di traumi, e
cercare di prevenire
le recidive con
adeguati trattamenti
di recupero e
potenziamento da
inserire nei programmi
di allenamento.
Traumi da sport
• Abrasioni, ferite
• Contusioni
• Fratture
• Distorsioni articolari
• Lussazioni
• Lesioni muscolari
• Lesioni spinali
• Traumi cranici ( concussion )
• Lesioni organi interni ( reni, milza )
• MI per “concussio cordis”
• Traumi multipli / complessi
Ferite
Le FERITE sono soluzioni di continuità della cute.
Possono essere da taglio, da punta ( penetranti ), lacere, lacerocontuse a seconda del tipo e della violenza del trauma e del corpo che le ha provocate.
Le lesioni più superficiali, che comportano l’asportazione dello strato più superficiale della cute, prendono il nome di ABRASIONI.
Ogni soluzione di continuità della cute rappresenta una porta aperta ad agenti patogeni che possono provocare infezioni ( ascessi, flemmoni, setticemie, tetano ).
Le ferite sono sempre accompagnate da EMORRAGIE più o meno cospicue.
Trattamento delle ferite
• detersione con acqua corrente e sapone, acqua ossigenata o tensioattivi ( No alcol !!!)
• compressione con tamponi di garza sterile, aggiungendo nuovi tamponi in caso di mancato arresto dell’emorragia
• bendaggio compressivo ( dove possibile, es. arti )
• l’apposizione di laccio emostatico va riservata a casi particolari ( gravi emorragie, amputazioni ) e lasciata a personale addestrato
• Sutura con appositi cerotti tipo SteriStrips®
• Il successivo trattamento e la sutura con punti di seta, nylon o catgut va effettuata in sala chirurgica da personale medico.
Emorragia
Lesione vascolare con fuoriuscita di sangue. Si possono distinguere in INTERNE ( es. emorragia da rottura della milza ) ed ESTERNE ( per ferite penetranti con lesione vascolare ).
A seconda del vaso interessato le emorragie possono essere distinte in VENOSE e ARTERIOSE ( nelle venose la perdita ematica è continua, nelle arteriose è pulsante ).
Epistassi
Emorragia nasale, per rottura di piccoli vasi dovuta a traumi, fratture, ma anche a fragilità capillare, farmaci ( antiaggreganti – aspirina – ).
TRATTAMENTO:
Paziente seduto ( soprattutto se emorragia cospicua), a capo flesso in avanti
Compressione delle ali del naso
Applicazione di ghiaccio sulla fronte e sulla nuca ( induce vasocostrizione , e pertanto riduce la perdita di sangue)
NON USARE cotone emostatico !!!
Il tamponamento nasale anteriore o posteriore va effettuato da parte di personale sanitario esperto ( in pratica: NON METTETE NULLA NEL NASO!!! )
Epistassi
sutura con SteriStrips®
sutura con seta
Contusioni
Si tratta delle più comuni lesioni da sport, osservabili quotidianamente su ogni campo di gioco. Derivano da un urto contro le parti molli, sono accompagnate da edema ( gonfiore ) ed ecchimosi ( stravaso di sangue dai piccoli vasi cutanei ). La guarigione è rapida.
TRATTAMENTO
• ghiaccio, compressione
•Uso di antiinfiammatori locali
Fratture Interruzione parziale o totale di un osso, per applicazione di una forza in modo diretto ( es. caduta ) o indiretto ( flessione, torsione, compressione ) .
Le fratture si possono classificare in vari modi:
COMPLETE o INCOMPLETE a seconda che l’osso sia lesionato interamente o solo in parte ( es. Fratture “a legno verde” dei bambini )
COMPOSTE o SCOMPOSTE a seconda che I capi ossei abbiano o meno mantenuto i loro rapporti
PLURIFRAMMENTARIE o COMMINUTE quando I frammenti sono numerosi e di piccole dimensioni
ESPOSTE quando l’agente lesivo ( dall’esterno ) o gli stessi monconi ossei ( dall’interno ) determinano una lesione della cute ( rischio elevato di infezione dell’osso , o
OSTEOMIELITE
Fratture ( 2 )
COMPLICANZE DELLE FRATTURE
• emorragie anche cospicue ( ad es. nelle fratture del femore ) shock
• lesioni nervose e vascolari
• infezioni
La parte colpita è fortemente dolente, spesso blocco antalgico ed impotenza funzionale, deformazione del profilo dell’arto in caso di fratture scomposte, possibili segni di interessamento nervoso ( anestesia ) o vascolare ( ischemia, arto freddo e pallido ).
Fratture ( 3)
TRATTAMENTO
Immobilizzazione dell’arto colpito con apposite stecche a depressione o tipo Blue Splints®, o con stecche di legno o plastica e bende, altrimenti con giornali arrotolati, stecche anche improvvisate, bende, ecc.
Ghiaccio, rassicurare il paziente
Posizione laterale di sicurezza, se possibile ,in caso di segni di shock ( pallore, sudorazione fredda, debolezza )
ASTENERSI DA OGNI TENTATIVO DI RIDUZIONE (rischio di lesioni vascolari e nervose, dolore )
Fratture ( 4 )
Di particolare interesse, per le gravi conseguenze che possono avere sull’outcome neurologico del paziente, sono le fratture a carico delle vertebre. Ogni trauma della colonna va trattato in prima battuta come un possibile trauma spinale, cercando , senza allarmare il paziente, di immobilizzare il capo ancora prima di valutare lo stato di coscienza, porlo in posizione neutra ( NO IPERESTENSIONE ! ), e valutare possibili compromissioni di tipo neurologico ( deficit di movimento e di sensibilità agli arti ). Il pick up del paziente va effettuato da una squadra addestrata, con mezzi idonei ( tavola spinale, immobilizzatori ). Una frattura vertebrale può infatti causare una lesione del midollo spinale, con conseguenti lesioni neurologiche anche molto gravi ( para – e teraplegie, gravi disturbi respiratori )
Fratture ( 5 )
TRATTAMENTO SUCCESSIVO
• Conferma della frattura con esami RX
• Riduzione delle fratture scomposte ( eventuale
osteosintesi chirurgica)
• Immobilizzazione con apparecchio gessato
• Trattamento delle complicanze
• Riabilitazione alla rimozione del gesso o dei mezzi di
sintesi ( l’immobilizzazione prolungata causa
ipotrofia muscolare )
Lussazioni
Traumi articolari che determinano lo spostamento dei capi articolari dal loro normale rapporto. Possono associarsi a lesioni ossee ( fratture ) , legamentose, nervose, vascolari.
Il paziente è bloccato in posizione antalgica. Spesso il profilo dell’articolazione appare deformato, c’è blocco antalgico.
LE LUSSAZIONI VANNO RIDOTTE DA PERSONALE ESPERTO, SPESSO IN ANESTESIA GENERALE.
TRATTAMENTO :
• immobilizzazione
• Ghiaccio
• Rassicurare il paziente, porlo in posizione comoda
Lussazioni
TRATTAMENTO SUCCESSIVO
• Riduzione ( in narcosi )
• Immobilizzazione con bendaggio o tutore
• Stabilizzazione dell’articolazione mediante fkt o
intervento chirurgico
Lussazione della spalla
• E’ comune nella pratica sportiva ( favorita
da alcuni gesti sportivi a arto superiore
elevato )
• La testa dell’omero si disloca dalla propria
sede, portandoi in avanti ( lussazione
anteriore ) o indietro ( lussazione
posteriore ).
• Lesione della capsula articolarre
• Recidive frequenti se non trattata
Lussazione della spalla ( 2 )
Lussazione della spalla ( 3 )
Distorsioni
Traumi articolari che determinano una escursione articolare eccedente il range di normalità di una articolazione ( spesso associate a lesioni legamentose ). L’articolazione appare edematosa, possono essere presenti vistosi versamenti ematici ( ecchimosi). Impotenza funzionale, dolore.
TRATTAMENTO IN URGENZA:
• immobilizzazione
• Ghiaccio
• Bendaggio funzionale
Distorsioni ( 2 )
TRATTAMENTO SUCCESSIVO
• esami Rx, etg, TAC e RMN per
confermare o escludere eventuali lesioni
• eventuale intervento chirurgico in caso di
lesioni di capsula articolare, legamenti,
menischi ecc.
•Bendaggio funzionale / tutore
• Riabilitazione: deve ridurre
l’infiammazione ( laser, ionoforesi, tecar ),
favorire il recupero muscolare
( fkt, elettrostimolazione muscolare,
isocinetica ) e il controllo
dell’articolazione in risposta alle
variazioni di posizione ( propriocettiva )
Distorsione del ginocchio
Comune nel calcio, spesso in rotazione interna con lesione di:
MENISCHI
LEG. COLLATERALI
LEG. CROCIATI ( più spesso ANTERIORE )
Vistoso edema, dolore ed impotenza funzionale. L’artrocentesi dà spesso esito a liquido emorragico ( sicura lesione legamentosa o meniscale ) . Possibile frattura del piatto tibiale.
“Triade sfortunata”: lesione di
• LCA
• LCM
• Menisco interno
Distorsione del ginocchio (2)
Trattamento:
•RICE + FANS per alcuni giorni
•Bendaggio funzionale o tutore
•Diagnosi per immagini ( RMN, TC )
•Chirurgia artroscopica nei casi di rottura
LCA o menischi
•Riabilitazione
•Tempi variabili
( anche 6 mesi )
Anatomia del ginocchio
Lesione LCA
Distorsione di caviglia
Uno dei traumi sportivi più comuni, per brusche sollecitazioni ( cambi di direzione, contrasti ) o a causa del terreno accidentato.
Più spesso in “ inversione”.
A seconda della gravità e della compromissione del LPAA si riconoscono tre stadi ( I, II e III di Lanzetta ). Dolore molto intenso, vistoso edema e versamento, ecchimosi in caso di lesione dei legamenti, impotenza funzionale, impossibilità al carico.
TRATTAMENTO :
• RICE + FANS per 1 – 2 giorni
• Bendaggio funzionale , tutore o gesso in funzione della gravità
• Chirurgia nei casi più gravi ( plastica LPAA )
• Riabilitazione ( propriocettiva! )
• tempi di recupero da 15 a 60 giorni
Lesioni muscolari
( da 10 – 15 gg a 3- 4 mesi )
Lesioni muscolari
MOLTO COMUNI NELLA PRATICA SPORTIVA
Il brusco allungamento del muscolo produce la rottura di un numero variabile di fibre muscolari.
• DISTRAZIONE ( ELONGATION ) rottura di alcune fibre. Dolore generalmente avvertito dopo la sospensione dell’attività sportiva.
• STIRAMENTO lesione più estesa. Il dolore viene avvertito improvvisamente durante l’attività, in occasione di un allungo, uno scatto, ecc.
• STRAPPO MUSCOLARE lesione estesa, anche all’intero muscolo. Dolore violento durante l’attività sportiva, impossibile proseguire il gioco, spesso sensazione di “sassata” o “ bastonata” alla parte colpita, a volte senzsazione uditiva di “crack “
Lesioni muscolari (2)
TRATTAMENTO:
• RICE + FANS e miorilassanti per periodi variabili in rapporto alla lesione
• RIABILITAZIONE per favorire il riassorbimento del versamento, ridurre l’infiammazione, favorire I processi riparativi e conferire elasticità alla cicatrice muscolare ( da 10 – 15 gg a 3- 4 mesi )
•ATTENZIONE AI TEMPI DI RECUPERO ! ( pericolo di recidive )
• RIPRESA GRADUALE DELL’ATTIVITA’ ( es nelle lesioni dell’arto inf: corsa dritta e lenta giri di campo allunghi scatti balzi calciare il pallone.
PREVENZIONE: STRETCHING e RISCALDAMENTO ( troppo spesso trascurati o eseguiti in modo frettoloso e scorretto! )
…grazie per l’attenzione.