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SETTIMANALE CATTOLICO DI INFORMAZIONE LOCALE DELLA DIOCESI DI OZIERI FONDATO NEL 1952 Domenica 24 settembre 2017 Euro 1,00 Anno LXVI - N° 32 ▪ Stefania Sanna C entoventiquattro anni e non dimostrarli. Soprattutto negli ultimi anni, la festa per la Vergine Maria del Rimedio non dimostra gli anni trascorsi, ma sembra essere sempre più al passo con i tempi, confermando l’affetto e la devozione che da sempre Ozieri ha per la sua Madonna protettrice. Monsignor Corrado Melis, nell’omelia durante la celebrazione solenne di domenica sera, ha ricordato come la missione della Vergine del Rimedio è racchiusa nel nome che porta. Da sempre è invocata con fede dai devoti per porre rimedio ai tanti mali che affliggono l’uomo. La madre di Dio ci porta a Lui, è questa la grande verita! La nostra pre- ghiera alla Vergine sia la richiesta di portare Dio nelle nostre famiglie, nelle vostre città e nelle nostre comunità religiose. Accettare Dio della nostra vita non è una cosa scontata. Segue a pag. 2 4 • PRIMO PIANO Stop ai disagi, riaperto al traffico il cavalcaferrovia di Chilivani 6 • VITA DIOCESANA Don Luigi Delogu alla guida della comunità di Chilivani 13 • CRONACHE DAI PAESI Bantine. Zia Elena Meloni compie 102 anni NELLE PAGINE INTERNE Il seminario diocesano riprende le attività L a comunità del seminario, lo scorso 12 settembre, ha ripreso il suo cammino. Dodici ragazzi delle nostre parrocchie hanno intrapreso un percorso di ricerca e approfondimento della propria vocazione e hanno per- ciò accolto la proposta formativa del seminario. Servizio a pag. 3 O zIerI , B eata V ergIne deL r IMedIO La Madre di Dio ci porta a Lui, è questa la grande verità!

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SETTIMANALE CATTOLICO DI INFORMAZIONE LOCALE DELLA DIOCESI DI OZIERI FONDATO NEL 1952

Domenica 24 settembre 2017 Euro 1,00Anno LXVI - N° 32

▪ Stefania Sanna

Centoventiquattro anni e non dimostrarli. Soprattutto negli ultimi anni, lafesta per la Vergine Maria del Rimedio non dimostra gli anni trascorsi,

ma sembra essere sempre più al passo con i tempi, confermando l’affetto e ladevozione che da sempre Ozieri ha per la sua Madonna protettrice. MonsignorCorrado Melis, nell’omelia durante la celebrazione solenne di domenica sera,ha ricordato come la missione della Vergine del Rimedio è racchiusa nel nomeche porta. Da sempre è invocata con fede dai devoti per porre rimedio ai tantimali che affliggono l’uomo.

La madre di Dio ci porta a Lui, è questa la grande verita! La nostra pre-ghiera alla Vergine sia la richiesta di portare Dio nelle nostre famiglie, nellevostre città e nelle nostre comunità religiose. Accettare Dio della nostra vitanon è una cosa scontata.

Segue a pag. 2

4 • PRIMO PIANOStop ai disagi, riaperto al trafficoil cavalcaferrovia di Chilivani

6 • VITA DIOCESANADon Luigi Delogu alla guidadella comunità di Chilivani

13 • CRONACHE DAI PAESIBantine. Zia Elena Melonicompie 102 anni

NELLE PAGINE INTERNEil seminario diocesanoriprende le attivitàLa comunità del seminario,

lo scorso 12 settembre, haripreso il suo cammino. Dodiciragazzi delle nostre parrocchiehanno intrapreso un percorso diricerca e approfondimento dellapropria vocazione e hanno per-ciò accolto la proposta formativadel seminario.

Servizio a pag. 3

Ozieri, Beata Vergine del rimediOLa Madre di Dio ci porta a Lui,

è questa la grande verità!

Nel nostro tempo, in cui la vera fede va spegnendosi,constatiamo che quando togliamo Dio dalla nostravita e dalla nostra famiglia, il nostro orizzonte sichiude e ci sentiamo persi. Maria viene a riprenderci,ad indicarci la via verso Dio, questo è il compito cheha ricevuto da Gesù sulla croce. Ciascuno di noi devetrovare il coraggio di accogliere Dio della propria vita,senza avere paura e senza voltare la faccia da un altraparte, verso ciò che non salva. La nostra vita cambiase Dio è nella nostra vita, come singoli e come comu-nità cristiana chiediamo alla Vergine del Rimedio ilcoraggio di vivere secondo la parla di Dio, di combat-tere la rassegnazione è il fatalismo. Chiediamo la gra-zia del coraggio di portare la parola di Dio senzaescludere nessuno, perché ognuno di noi si senta re-sponsabile di sé e dell'altro. Troviamo il coraggio didire a Maria Vergine del Rimedio: mi sono perso e conrinnovata fiducia invochiamola come Maria Madredel Rimedio>. La festa religiosa, come ogni anno, siè perfettamente intrecciata con quella popolare grazieall'impegno del comitato e dell'Istituzione San Mi-chele che col patrocinio del Comune di Ozieri e la col-

laborazione della Pro Loco, hanno proposto vari mo-menti interessanti. La festa ha avuto inizio giovedìsera cona la rassegna "A Manu Tenta", promossa dalCentro Lares che ha coinvolto i gruppi etnici presentiin città per promuovere uno scambio culturale tra tra-dizioni lontane. Canti e musica con i simpatici bam-bini dello Zecchino D'Oro ozierese che hanno animatola prima parte della serata di venerdì conclusa con lacinquantesima edizione del concorso per cantadores"Usignolo della Sardegna".

Sabato l'esibizione del cantate Raf che ha intratte-nuto e divertito una piazza Garibaldi gremita di fans.Dopo la celebrazione eucaristica di domenica sera siè svolta infine la tradizionale processione con il si-mulcro della Vergine, accompagnata dai vari sader-doti, dalle società religiose, dalle autorità civili e danumerosi gruppi in costume che ogni anno onorano latradizione sfilando con i costumi dei loro paesi, ripe-tendo una devozione che richiama tempi antichi. Ladomenica sera i festeggiamenti si sono conclusi conil gruppo etno-pop "A Ballare" con Emanuele Bazzonie Roberto Fadda.

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Direttore responsabile:PIErLUIGI sINI

Collaboratori di redazione:ANtONIO CANALIs, MArGhErItA rUBAttA,stEFANIA sANNA

Autorizzazione:tribunale di sassari del 6 febbraio 1989rif. iscr. n. 19 del 13.02.1959Direzione - Redazione Amm.ne:Associazione “don Francesco Brundu”piazza Carlo Alberto 36 - 07014 Ozieri (ss)Telefono e Fax 079.787.412E-mail: [email protected]@tiscali.it

Come abbonarsi:c.c.p. n. 65249328Ordinario € 28,00 • Estero € 55,00 sostenitore € 55,00 • benemerito € 80,00Necrologie:senza foto € 40,00 • Con foto € 50,00 doppio con foto € 70,00

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StampaAssociazione don Francesco BrunduOzieri, piazza Carlo Alberto 36 tel. 079.787412 - [email protected]

VOCE DEL LOGUDOROsEttIMANALE CAttOLICO dI INFOrMAzIONE LOCALE

dELLA dIOCEsI dI OzIErI FONdAtO NEL 1952

Editore: AssOCIAzIONE dON FrANCEsCO BrUNdUPiazza Carlo Alberto, 36 - 07014 Ozieri (ss)

Proprietà: dIOCEsI dI OzIErIPiazza Episcopio 1 - 07014 Ozieri (ss)

Corrispondenti di zona:CrIstIANO BECCIU • rAIMONdO MELEdINA •VIVIANA tILOCCA • GIAMMArIO ChErChI • ELENA COrVEddU • ANNALIsA CONtU • ANdrEAFENU • M. FrANCEsCA rICCI • MArIA BONArIAMErEU • GIUsEPPE MAttIOLI • PIEtrO LAVENA• MAUrA COCCO • dIEGO sAttA •MArIA GIOVANNA INtErMONtEs ChErChI

Diffusione, distribuzione e spedizione:• tErEsA PALA • ANNA sAssU • tEttA CUBEddU• MArIA MANCA • ANdrEANA GALLEU • ELIsAE LUCIA IACOMINO • PIErO GALAFFU • sALVA-tOrINA sINI • PIEtrO ChIrIGONI

Questo numero è stato consegnatoalle Poste

Mercoledì 13 settembre 2017

Vice direttore:LUCIA MELONI

2 VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32PRIMO PIANO

Qualche giorno fa in tutto ilterritorio nazionale ha preso

l’avvio il nuovo anno scolastico.Come ogni anno sono molte leattese e le speranze, così comemolte sono le situazioni di disagio,anche nel nostro territorio. I pro-blemi, vecchi e nuovi, si ripresen-tano spesso in tutta la loro dram-maticità. Scuole che chiudono,contrazione delle classi per man-canza di bambini, cattedre scopertee, dulcis in fundo, le precarie con-dizioni strutturali di molte scuole.Problemi questi avvertiti in tuttala loro drammaticità soprattuttonei centri dell’interno, già dura-mente provati da un endemicostato di abbandono su molti fronti.Spesso la scuola diventa l’ultimoe unico avamposto dello Stato checontinuamente arretra le sue posi-zioni, creando lacune dal punto divista istituzionale e culturale chenessuno può colmare. Occorre unaseria e concreta presa di coscienza

che, ogni singolo cittadino hadiritto, non alla scuola o all’ospe-dale sotto casa, ma ad una mag-giore e concreta attenzione. E lascuola merita un posto privilegiatotra le realtà che concorrono a for-mare l’uomo e il cittadino. E’ evi-dente che anche gli operatori sco-lastici per poter assolvere a questocompito devono essere messi nellacondizione di poter rispondere conmezzi e strumenti adeguati allesfide del nostro tempo. L’emer-genza educativa di cui parlavaBenedetto XVI non è certamentefinita, anzi si è ulteriormente aggra-vata. Inoltre è proprio la scuolache deve fungere da filtro per unasana e responsabile integrazionedelle nuove generazioni di nuoveculture e religioni, e che sono nonpiù una prospettiva, ma una realtàconcreta. L’augurio che il nuovoanno sia migliore, almeno negliauspici e nei sogni che speriamopresto o tardi diventino realtà.

EDITORIALEdi Gianfranco PalanUOVO annOSCOlaStiCO:Una OPPOrtUnitàdi CreSCita

Gli articoli devono essere inviati alla redazioneentro domenica pomeriggio all’indirizzo di postaelettronica [email protected] mentrele pubblicità ad [email protected] lettere al direttore scrivere a:[email protected] articoli dovranno avere una lunghezza mas-sima di 2600 battute (spazi inclusi), le lettereinvece 2000. I testi che superano queste di-sposizioni potranno non essere presi in consi-derazione. La redazione comunque potrà faredei tagli o decidere se pubblicarli o meno.

PER UNA MIGLIORECOLLABORAZIONE

“Magnum principium”: è iltitolo della lettera apostolica

in forma di motu proprio di PapaFrancesco, diffusa oggi, con cui vienemodificato il can. 838 del Codice didiritto canonico che riguarda l’usodelle lingue volgari nella liturgia.L’obiettivo, si legge nella lettera, èfare in modo che la disciplina cano-nica attualmente vigente “sia resapiù chiara” e affinché “appaia megliola competenza della Sede apostolicacirca le traduzioni dei libri liturgici”.Il motu proprio spiega anzitutto leragioni dell’attenzione della Chiesaal tema, richiamando il Concilio Vati-cano II, “secondo cui la preghieraliturgica, adattata alla comprensionedel popolo, possa essere capita”,richiedendo “il grave compito, affi-dato ai vescovi, di introdurre la linguavolgare nella liturgia e di prepararee approvare le versioni dei libri litur-gici”. Ciò nella consapevolezza dellaChiesa “dell’incombente sacrificiodella perdita parziale della proprialingua liturgica”, il latino, e insieme“delle difficoltà che in questa materiapotevano presentarsi”.

Il motu proprio sottolinea l’im-portanza della fedeltà ai testi originali:“bisogna fedelmente comunicare aun determinato popolo, tramite lasua propria lingua, ciò che la Chiesaha inteso comunicare a un altro permezzo della lingua latina”. Quindi“ogni traduzione dei testi liturgicideve essere congruente con la sanadottrina”. Il testo del Papa sottolineache è “necessaria una costante col-laborazione piena di fiducia reciproca,vigile e creativa, tra le Conferenzeepiscopali e il Dicastero della Sedeapostolica che esercita il compito dipromuovere la sacra Liturgia.

Motu proprio«Magnum principium»sulle traduzionidei testi liturgici

3VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32 PRIMO PIANO

▪ Maria Francesca Demarcus

Azione Cattolica DiocesanaAppuntamento ormai consoli-

dato per i bambini dell'A.C. Dioce-sana è il super atteso Campo Scuola,che si è svolto anche quest'anno aCasa Betania dal 20 al 25 Luglio.Hanno preso parte a quest'avventuracirca 60 bambini e ragazzi di etàcompresa fra i 6 e i 14 anni; una ven-tina fra Educatori e Aiuto-Educatori.Il tema del campo era "LAUDATOSI! Con Francesco discepoli ecustodi". Gli educatori sostenuti daDon Giammaria hanno analizzato eapprofondito i temi della guida, adat-tandoli all'età dei bambini; infattiquest'anno i 12-14 hanno avuto lapossibilità di seguire un percorsopersonalizzato, che gli ha permesso

di affrontare temi importanti nellapre-adolescenza, gli educatori hannopotuto notare come questa sia statauna scelta azzeccata; per i più picciniinvece la modalità è rimasta la stessadegli anni precedenti, anche con lorosi è deciso di seguire le attività pre-viste dal guidino. Durante le giornateognuno aveva i suoi compiti; la mat-tina la sveglia suona presto, bisognaessere puntuali a colazione, e subitodopo la preghiera tutti venivano impe-gnati nella pulizia della casa, suc-cessivamente iniziavano le attivitàche impegnavano la giornata conmomenti di catechesi, gioco e svago;nel dopo cena era ogni giorno pre-sente l'animazione serale è una suc-cessiva verifica della giornata pergli educatori. Durante il campo iragazzi hanno costruito, giorno per

giorno, il Crocifisso di San Damianoche hanno portato a casa comericordo; hanno inoltre scoperto lefasi più importanti della vita di SanFrancesco, come: la chiamata, la fon-dazione dell'ordine francescano, laperfetta letizia, la sua missione di

dialogo con il sultano. L'obiettivoche si erano proposti gli Educatori el'Equipe è quello di offrire ai ragazziuna bella esperienza di carattere dio-cesano; esperienza associativa, difede e di vita. Obiettivo pienamenteraggiunto.

▪ Angelo Malduca

La comunità del seminario, loscorso 12 settembre, ha ripreso

il suo cammino. Dodici ragazzidelle nostre parrocchie hanno intra-preso un percorso di ricerca e appro-fondimento della propria vocazionee hanno perciò accolto la propostaformativa del seminario, per cercaredi comprendere, alla luce dellaParola di Dio e nell’esperienza dellavita comunitaria, la volontà delSignore sulle loro vite. Quest’annodue ragazzi si sono aggiunti algruppo esistente: Francesco Fumudi Buddusò e Michele Cicilloni diPattada si uniscono a Giovanni,Sebastiano, Quirico (Buddusò),Giuseppe, Riccardo e Giovanni(Ozieri), Massimo (Bono), Alessio(Padru), Luca (Benetutti), Giuseppe(Oschiri) per percorrere insiemequesto tratto di strada. Un tempo,quello che i seminaristi vivrannoinsieme al rettore e al padre spiri-

tuale, che li vedrà impegnati, oltreche nelle attività di studio, preghierae svago, legate alla loro età, in unimpegnativa riflessione sulla capa-cità di amare alla luce del vangelo,nella ricerca di ciò che è bello,buono e giusto per sè e per gli altri.

Il 14 settembre, festa della esal-tazione della croce, la comunità si

è riunita col vescovo Mons. CorradoMelis per affidare al Signore ilnuovo anno, nella celebrazionedell’eucarestia. Il vescovo ha illu-strato ai ragazzi quanto sia impor-tante il seminario per la comunitàdiocesana e li ha incoraggiati avivere con intensità e gioia il tempodella formazione culturale, spirituale

e umana di questi anni tenendo fissolo sguardo sul dono di amore diGesù crocifisso. Nella croce costi-tuita da un asse orizzontale e dauno verticale è rappresentato l’in-contro tra la volontà di Dio e i desi-deri dell’uomo; portare la propriacroce significa abbandonarsi al pro-getto di Dio sulla propria vita,lasciare spazio, ogni giorno di più,al disegno amorevole che Dio hapensato per ogni uomo. Un giovaneseminarista, ricco di entusiamo edi desideri, amante della vita, fidu-cioso nella bontà di Dio, deve cer-care il Signore nella quotidianitàdella vita, ascoltare la sua voce làdove lui parla, stare alla sua presenzalà dove lui ha deciso di manifestarsisenza svestire gli abiti della propriagiovinezza, imparare a lasciarsi gui-dare da coloro che Dio stesso hamesso al suo fianco, per leggerenelle pieghe della vita ciò che Diovuole.

Non poteva poi mancare all’ini-zio dell’anno seminaristico l’affi-damento alla protezione della B. V.Maria. Così domenica 17 i semi-naristi con i loro educatori hannopartecipato ai festeggiamenti inonore della Madonna del rimedioper chiedere alla Madre di Gesù diriconoscere, accogliere e seguirecon animo docile e coraggioso Gesùmaestro e divenire così, alla suasequela, sereni, liberi e forti nelcuore e nello spirito.

SEMINARIO DIOCESANODodici ragazzi delle nostreparrocchie hanno intrapresoun percorso di ricerca eapprofondimentodella propria vocazione.

riprende il camminodei nostri seminaristil’acr diocesana: con Francescodiscepoli e custodi del creato

4 VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32PRIMO PIANO

▪ Antonio Canalis

Rientra in servizio, dopo circatre mesi di blocco, il cavalca-

ferrovia presso Chilivani. La stabilitàdell’imponente quanto vitale infra-struttura era stata posta a rischio daun occasionale incendio che avevainteressato un imprecisato numerodi “rotoballe” di fieno di proprietàdell’azienda agricola attraversatadalla struttura. Si pone così termineal forte disagio che l’episodio avevacreato, coinvolgendo anche infra-strutture elettriche e per la comuni-cazione dati. Ma anche interrom-pendo il traffico dei mezzi pesanti edegli autobus per la città ed il terri-torio e costringendoli ad una lungae scomoda deviazione. L’interventodella Provincia, in questo senso, èstato pronto ed efficace, ponendocosì fine al disagio. Ma, di fronte asituazioni che si dimostrano risolu-tive, appare incerto il destino di tantaviabilità che coinvolge i territori chefanno capo alla nostra diocesi e nonsolo. Alla base la stasi che ha coin-volto il destino degli enti intermedie delle province in particolare. Inprima analisi si decise la soppressionedelle quattro province nate con leggeregionale dell’estate 2001 (Olbia-Tempio, Ogliastra, Carbonia-Iglesiase Medio Campidano). Soppressioneavvenuta, in teoria, nel 2013 con ilcommissariamento delle stesse el’accorpamento, per ciò che ciriguarda da vicino, alla originariaprovincia di Sassari nel 2016. Difatto ne restano ancora in piedidiversi uffici. Ma dov’è il paradosso?Con la stessa legge del 2016 sidecise di rivoluzionare il sistemadegli enti intermedi, con la costitu-zione dell’area metropolitana diCagliari, il ripristino delle provincedi Sassari, Nuoro ed Oristano e lacreazione di una provincia del SudSardegna. Un vero busillis, che vedediscussioni e contraddizioni quasiquotidiane e anche il tentativo impro-babile di creare un’area metropoli-tana per Sassari. Le discussioni sem-brano non avere termine e si appog-giano ad altrettanta incertezza sullapossibile soppressione delle altre

province italiane. Argomenti su cuile forze politiche discutono senzavie d’uscita. Ma questo riguarda solol’aspetto istituzionale. I problemiveri si hanno nel concreto: nella via-bilità e la sua manutenzione, sebbenequesto argomento fosse il braccioforte delle province. Oggi, nel dubbioistituzionale, un risultato contro ognilogica: scarseggiano i fondi per tenerepraticabile ed in sicurezza l’immensodedalo di strade provinciali che col-

legano tanti centri minori della nostraIsola. Spariscono nel tempo i varilivelli di segnaletica orizzontale everticale, i picchetti segnalimite, ma– soprattutto - le strisce di margine(fondamentali nella guida notturna).Per non parlare delle pavimentazioni,spesso erose, deformate e pericoloseper l’utenza. Non che le strade statalia gestione Anas siano meglio. Anzi,talora, è vero il contrario: di frontea dissesti risolvibili con piccoli

interventi mirati, si vedono ai bordistrada trespoli bardati alla “Cappuc-cetto Rosso” e cartelli che parlanoper anni di problemi di vario genere.Per non parlare delle deformazionitrasversali, autentica trappola persospensioni e pneumatici anche allevelocità consentite. Forse sarebbemeglio discutere di meno e ridareruolo e operatività ai soggetti pre-posti. Almeno fino ad una soluzionevera e, magari, condivisa.

ENTI E VIABILITÀLa stabilità dell’imponentequanto vitale infrastrutturaera stata posta a rischioda un occasionale incendio.

Stop ai disagi, riaperto al trafficoil cavalcaferrovia di Chilivani

La provincia di Sassari ha, recentemente stanziatoquasi due milioni di euro per finanziare diversi

lavori per la sistemazione di una parte della rete viariadi propria competenza. I progetti richiamano al-l’opera per la sistemazione di quelle sedi stradalisconnesse ed usurate dal costante traffico dei mezzipesanti e la messa in sicurezza di quei tratti in cui lasede viaria scorre su costoni di rilevati. La provincia,ovvero il settore addetto alla viabilità, non ha ritenutoopportuno intervenire all’altezza dell’innesto con la128 bis, ove, prende corpo la strada n 7, che porta adIttireddu e, quindi, verso i centri del Goceano, anchese mancano i cartelli indicatori.

Si parla, da diversi lustri, delle realizzazione diuno spartitraffico, necessario, ovvero utile: allorché

il traffico automobilistico si immette verso Ozieri.Traffico, che contempla la precedenza, talvolta, di-venta rischioso, con l’appropinquarsi di quello pe-sante: virare verso la 128bis, oppure per la 131, ancheper il raccordo tortuoso, verosimilmente, pericoloso,a novanta gradi. L’opera (in passato, pare venne osta-colata da un robusto “Fustialvos”, poi sradicato) èpossibile realizzarla in tempi brevi, già che all’altezzadell’incrocio a raso, persiste un’ampia pertinenza diproprietà dell’Ente intermedio, superando così levarie fasi burocratiche.

L’attuale commissario provinciale, penso, cono-sca personalmente il problema logistico, avendo ope-rato professionalmente nel territorio.

Giammario Cherchi

ittireddu, stanziati dalla Provincia di Sassariquasi 2 milioni di euro per la rete viaria

5VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32 ATTUALITÀ e CULTURA

di Cristiano Becciu

L’etimologia non si fa sulla base della semplicesomiglianza tra parole, però è vero che l’ana-

logia formale spesso conduce i linguisti alla soluzione.Come nel caso del vocabolo “batosta”, associatospesso dagli studiosi a “battere”, per il suo significatoprincipale di “colpo, mazzata”. L’ostacolo rappre-sentato dalla mancanza della doppia “ti”, è superatograzie ad alcune antiche attestazioni dove è “battosta”.La batosta è una sconfitta, si sa, nel senso morale efisico, quando diventa sinonimo di “percossa”. Unasquadra che perde subisce una batosta sportiva; chisi mette in mezzo a due che litigano può subireanch’egli una batosta; spesso i fallimenti economicisono delle vere e proprie batoste. Questi significati,in lingua sarda, sono veicolati da più di un vocabolo.Tra i più diffusi, anche nell’italiano regionale speciedei giovani, è <sussa> che Wagner, non potendolospiegare altrimenti, crede un incrocio tra <surra> el’italiano “bussa” nella medesima accezione. A pro-posito di analogia, stavolta in forma e sostanza, nonsarebbe errato - a mio parere – mettere in relazione<sussa> con “sussi”, gioco di bambini che consistenel buttar giù, percuotendola con una piastrella, unapietra appoggiata di taglio e sopra la quale è statacollocata una moneta. I numerosi colpi ricevuti dallapietra già ispirarono un significato figurato, semprein linea con <sussa> sardo: “sussi” è detto infattichi è bersaglio di scherzi e critiche. Diffuso da norda sud è <surra> “batosta, carica di botte”, dallo spa-gnolo “zurra” o dal catalano. Siccome una <surra>è una grande quantità di botte, in alcuni paesi meri-dionali assume il valore di “quantità in genere”:<una surra manna de cosa de fai>. Altra parola per

“batosta” e per “grossa fatica” è <podda>, omonimodel termine che designa la farina finissima. Eccoperché Pittau la collega, per antifrasi, all’espressione“pigare (leare) una podda”: altro che la migliorfarina, spesso si prendono botte da orbi. Non esclu-derei neanche un’allusione alla caratteristica del fiorfiore di farina di appiccicarsi ovunque, come le botteche piovono da tutte le parti. Anche <(b)anzu> èutilizzato per indicare le percosse, omonimo delvocabolo indicante le terme e i bagni termali. Wagneresclude che ci sia collegamento tra le due parole epensa che quella indicante le percosse sia derivatadalla sardizzazione di “bagno (penale)” nel sensodi “luogo di pena”. Non scarterei un’associazionemetaforica tra l’immersione completa del corponelle acque termali e le percosse prese ovunque;oppure un rimando alla spossatezza che i bagnitermali prolungati effettivamente provocano allepersone. Diffuso anche <carda> e la sua variantemetatetica <cadra>, di derivazione spagnola. Nellapenisola iberica indicava inizialmente la cardaturadella lana, ovvero l’azione di pettinare la lana tramiteun arnese munito di punte, spinoso come il cardo.Districare le fibre tessili, eliminando al contempole impurità, richiedeva un certo vigore ed è questoche ha ispirato l’associazione con le percosse. Inlingua sarda troviamo tante altre parole per il mede-simo concetto: <passada, cària (in Baronia, sicura-mente con rimando alla forza impressa nel lavorare,<cariare>, la pasta), trìglia, isvarriada, pista, bussinada(e qui il legame con “bussa” è più forte), trinigada,munza (dalle “faccende” alla “strapazzata” il passoè breve!), dobbe, zombada e antua>.

BOtteinSPiegaBiliPENSIERI E PAROLE

▪ Lucia Meloni

Il REI, provvedimento recentementeapprovato dal governo come

misura unica di lotta alla povertà eall’esclusione sociale, entrerà invigore dal gennaio 2018, in sostitu-zione del SIA (Sostegno all’Inclu-sione Attiva). Interesserà circa quat-trocentomila famiglie che compren-dono circa un milione e ottocentomilapersone che versano in condizionedi povertà assoluta. Non mancanole critiche da parte delle associazionidi categoria e di ex ministri, soprat-tutto per l’esiguità delle risorse messea disposizione, insufficienza ammessadal governo stesso che però afferma,col presidente Gentiloni, l’intenzioned’integrare la dotazione finanziariain fase di allestimento della legge dibilancio, anche se appare impensabile

colmare l’intera differenza così dacoprire l’intera platea degli aventidiritto, secondo quanto risulta daidati Istat. Per il Rei sono poste risorsepari a un miliardo e ottocentoqua-rantacinquemila euro con l’aggiuntadelle risorse del PON (Piano Ope-rativo Nazionale) con una sommache supererà i due miliardi di eurodal 2019. Certamente una passoavanti rispetto al SIA che prevedeva

la somma di un miliardo e quindicimilioni di euro, ma i due miliardi dieuro del REI saranno appena suffi-cienti a soddisfare le esigenze dimeno di due milioni di persone controi quattro milioni e settecentomilaconsiderati in povertà assoluta dal-l’Istat nel 2016 e quindi, a pienotitolo, aventi diritto. E’ chiaro chequesto provvedimento è cosa com-pletamente diversa dal ”Reddito di

cittadinanza”, punto di forza delmovimento Cinque Stelle, che richie-derebbe risorse notevolmente supe-riori, calcolate in circa venti miliardidal movimento. Oltre alla scarsitàdelle risorse, notevolmente inferioriper misure simili, rispetto alle altrenazioni europee a noi equiparabili,come Francia, Olanda e Germaniache possono garantire cifre circa trevolte superiori rispetto ai 195 europer persona o ai 485 per le famigliecon più membri, è stata criticata lamancanza di linee guida sull’appli-cabilità della misura, vista l’impos-sibilità della copertura per tutti gliaventi diritto. Aldilà delle critiche ècertamente un piccolo passo in avantinella giusta direzione, come affermaanche l’ex ministro Elsa Fornero: “In via generale mi sembra un’ottimainiziativa. Una misura concreta controla povertà che fa registrare un’inver-sione di tendenza rispetto agli ultimianni, con interventi in assenza di suf-ficiente selezione e dispersione dirisorse a favore di chi non ne avevabisogno. Questa misura va ad aiutaredirettamente le famiglie che sonopiù in difficoltà. Certo le risorse nonsono sufficienti”.

lotta del governo alla povertàe all’esclusione sociale

VARATO IL REIIl provvedimento interesseràcirca quattrocentomilafamiglie italiane.

6 VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32VITA DIOCESANA

Lo scorso venerdì 15 settembre,memoria della Beata Maria Ver-

gine Addolorata, la comunità par-rocchiale di Chilivani ha accoltocon gioia con Don Luigi Delogu,già padre spirituale del SeminarioDiocesano, come nuovo ammini-stratore parrocchiale e salutato DonPietro Maya, divenuto Parroco diIllorai. Il Sindaco di Ozieri MarcoMurgia, presente alla celebrazione,nel suo saluto iniziale ha ringraziatoil Vescovo Mons. Corrado Melisper l’attenzione pastorale anche aipiccoli centri, come per l’appuntoChilivani; una comunità certo poconumerosa, ma che può dare moltoalla società, per i valori e la genui-nità dei rapporti che custodisce insé.

Tantissima la gente accorsa perl’evento e i parroci presenti con-venuti, da Ozieri e da altri paesidella diocesi. L’assemblea liturgicavariegata, composta di diverse realtàecclesiali, ha dato modo al Vescovodi sottolineare come il passaggiodi consegne e l’avvicendamentodei sacerdoti alla guida delle diversecomunità parrocchiali, sia un eventoche coinvolge l’intera diocesi.

Ognuno deve sentirne l’interessecon uno sguardo più ampio di quellodato esclusivamente «al propriocampanile». Ebbene è proprio que-

sto il clima che si è respirato durantela celebrazione: gioioso, familiaree multietnico, data anche la presenzadi numerosi migranti che già d qual-

che tempo si riunivano presso laParrocchia, sotto la guida di DonPietro Maya.

Nel discorso di benvenuto,Daniela una giovane parrocchiana,fattasi portavoce dell’intera comu-nità ha espresso tutta la gioia e ladisponibilità a collaborare con ilnuovo pastore, non mancando anchedi presentare le esigenze e le diffi-coltà dei fedeli, sparsi nelle cam-pagne circostanti e dei giovani diChilivani, bisognosi di avere unpunto di riferimento nel paese percrescere in modo sano. Tali richiestesono state prese a cuore da DonLuigi che nel suo discorso, dopoaver confermato il suo impegno perle istanze ricevute, ha saputo pre-sentarsi subito con grande affabilitàe simpatia a quella che lui stessoha definito «la sua nuova comunità,la sua famiglia, la sua chiesa, cheè la più bella di tutti, proprio perchésua», conquistando immediatamentei cuori di grandi e piccini. Domenicagià le prime Comunioni e le Cresimehanno atteso Don Luigi per iniziarea pieno ritmo le attività. Non ciresta che augurargli buon lavoro.

Suor Veronica, psdgm

Pace e bene a tutti, molti di voici avranno già conosciuto o

almeno visto per le stradine diOzieri. Siamo i Piccoli Frati e Pic-cole Suore di Gesù e Maria, fondatida Fra Volantino, e giunti qui indiocesi lo scorso 8 Luglio. Da qual-che tempo è iniziata anche in questadiocesi la nostra opera di evange-lizzazione per le strade, che percor-riamo in lungo e in largo con deipiccoli manifesti colorati, entrandonei negozi, bar ed ecc.. per invitarela persone a partecipare ai nostridue appuntamenti mensili di pre-ghiera e formazione, concordati conDon Antonello Satta, nostro sacer-dote referente e col benestare delnostro caro Vescovo Corrado Melis.

Ogni primo venerdì del meseinfatti ci ritroveremo alle ore 21.00in Cattedrale per pregare insiemeil Santo Rosario Meditato e Cantato.Si tratta di un modo di pregare ilrosario un po’ diverso dal solito,che usiamo dire infatti “innovativo”,poiché ogni singolo mistero èaccompagnato da una breve e sem-plice meditazione basata sulla Paroladi Dio e sull’Insegnamento dellaChiesa, oltre che sulla “TeologiaPratica” della vita, con delle schedetematiche strutturate dal nostro fon-datore e che sono adoperate anche

dai nostri Gruppi di PreghieraMariani sparsi in diverse parti delmondo. Ci auguriamo che in qualcheappuntamento possa essere presenteanche lui per fare il commento teo-logico dei misteri, essendo specia-

lizzato in teologia fondamentalealla Pontificia Lateranense di Roma.Lo scorso 1 Settembre abbiamotenuto il primo di questi - speriamofruttuosi - incontri di preghiera, conuna vasta e attenta partecipazione

da parte di fedeli di ogni fascia dietà.

Il secondo appuntamento, saràil Cineforum Biblico, un’idea giàda tempo nella mente del nostro ini-ziatore Fra Volantino e che final-mente avremo la possibilità di pro-porre per la prima volta qui nelladiocesi di Ozieri. L’incontro si terràogni terzo sabato del mese alle 17.30nel salone del Convento ad usumdelle Piccole Suore, meglio cono-sciuta come “la Casa della Reden-zione”, in via Monserrato 22. Questomese di settembre, in via eccezionalel’incontro si terrà sabato 23 e nongiorno 16, per via della sovrappo-sizione con la festa della Madonnadel Rimedio. Nell’occasione ver-ranno proiettati spezzoni di episodibiblici, partendo dalla Genesi finoal Nuovo Testamento. Al terminedella pellicola seguirà il commentobiblico e spirituale sul tema. Duranteil primo appuntamento ascolteremol’intervento di fra Giuseppe, sacer-dote nostra comunità presente adOlbia e dottorando in Sacra Scritturaall’Istituto Biblico di Roma.

Ci auguriamo di potervi acco-gliere numerosi e desiderosi di cre-scere insieme nella conoscenza enella pratica del santo Vangelo.

Suor Susanna, pfsdgm

i Piccoli Frati e PiccoleSuore di gesù e mariaincominciano le attivitàdi evangelizzazione a OzieriPARROCCHIA SACRO CUOREdon luigi delogu alla guidadella comunità di Chilivani

7VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32 VITA DIOCESANA

La figura dell’insegnante nellascuola è stata sempre di fonda-

mentale importanza. Papa Francesconel suo pellegrinaggio a Barbianaha ricordato che la responsabilitàdell’ educatore è una missione diamore a servizio della crescita dellenuove generazioni.

Dall’insegnante, oltre alla pas-sione educativa, è richiesta una solidapreparazione da aggiornare conti-nuamente.

A questo scopo l’Ufficio Scuoladiocesano ha programmato per i

docenti di Religione cattolica uncorso di aggiornamento che avrà ini-zio il 30 settembre e proseguiràdurante l’anno scolastico.

Il corso, che ha avuto l’approva-zione dell’ ufficio scuola della Con-ferenza Episcopale Italiana e l’au-torizzazione del Ministero dell’ Istru-

zione, si svolgerà, secondo un calen-dario già predisposto, nei localidell’Oratorio Parrocchiale di SanNicola e avrà come relatore il Prof.Mario Becciu, apprezzato studiosonel campo dell’educazione. Il temagenerale ha per titolo “ Professiona-lizzare il ruolo dell’ Insegnante della

Religione: La relazione educativa “.Al corso sono invitati a parteci-

pare, insieme ai docenti di religionecattolica, anche gli insegnanti dellescuole dell’infanzia parrocchiali delladiocesi. La prima lezione, che inau-gurerà il percorso, prenderà il viasabato 30 settembre alle ore 16,30sul tema “ La vita è rapporto colMistero “ e sarà svolto dal Vescovo.La serata si concluderà con la cele-brazione dell’ Eucarestia nella Par-rocchia di san Nicola.

Ufficio Scuola Diocesano

Corso di aggiornamentoper gli insegnanti religione

▪ Teresa Pala

Nella vita di ogni persona checammina per le strade del

mondo, avvengono fatti, incontri chene aiutano la crescita cristiana eumana.

Io ho avuto la fortuna di incontraretante belle persone ma voglio ricor-darne una molto speciale che mi tra-smise valori inestimabili oltre a quelliinsegnatemi dai miei genitori: la spi-ritualità, la prudenza, l'umiltà, la pas-sione dell'amore verso Cristo e laChiesa. Questa persona è stata lasignorina Anna Luridiana presidentediocesana dell'Azione Cattolica fem-minile. Da lei traspariva il suo grandeamore verso il Signore, amore chetrasmetteva in modo straordinarioalle persone che incontrava nell'am-biente scolastico e associativo.

Sia per me che per le giovani diA.C. era il modello cristiano da imi-tare.

Nell'ottobre del 1992 scrisse dellememorie sulle attività della A.C. inquesto mio scritto ne ricorderò alcune:

«Un inno di lode e di benedizionea Dio mi sgorga dal cuore per la gioiache mi dà nel ripercorrere col pensierole tappe di un lungo periodo trascorsonell'Azione Cattolica, e scoprirvi leorme della sua presenza e della suafedeltà nella mia vita.

Oggi mi rendo conto quanto fosse

vera l'espressione da me più volteripetuta in convegni e campeggi: “Legrazie che il Signore mi ha fatto sonomoltissime, ma sento che il primoanello della lunga catena è statol’avermi fatto conoscere la GioventùFemminile e la FUCI”.

Ora correggerei l'espressione edirei “di avermi dato il battesimo ela Chiesa, ma allora nell'entusiasmogiovanile fondevo le cose, pur sapendoche non avrei potuto essere G.F. senzail battesimo è la Chiesa».

Nel mio cuore serbo verso di leisentimenti di gratitudine per la fiduciaaccordatami durante la mia giovaneetà nel ruolo di accompagnatrice eguida di gruppi giovanissime e giovaniai campeggi diocesani di ACI, compitoche svolsi sino al giorno del miomatrimonio, perché una volta sposataavrei lasciato Ozieri per trasferirmia Torino e fissarne la mia nuova resi-denza. Con mia grande gioia SignaAnna fece da Testimone alle mienozze insieme a Virginia Secci pre-sidente parrocchiale A.C. di S. Lucia.

Riguardo ai campeggi scrisse:«Il campeggio divenne così la

palestra più frequentata da centinaiadi ragazze che alternavano i giochi ei canti, le passeggiate e le escursionicon la preghiera, l'ascolto, la rifles-sione fatta anche per “cordate”, ani-mate da una “guida” nei gruppi distudio, nelle ore ricreative serali, spe-rimentando la gioia di ‘vivere in gra-zia’ e di vivere con gli altri e per glialtri.

Era bella anche se faticosa e pienadi difficoltà (quanti incendi e quantapenuria d'acqua!) la vita del campo,soprattutto se si poteva constatareuna vera e propria opera missionaria,specie fra le ragazze orfane dei lavo-

ratori mandate dall’ENAOLI, inmezzo alle quali le nostre ragazzesvolgevano una discreta, ma efficaceopera di sensibilizzazione e di… con-quista. E non furono poche le PrimeComunioni e le Cresime amministratein Campeggio!

Tutte ricordiamo con nostalgia le“ORE GIO” e i “FALÒ DELL'IN-CONTRO, DELL'AMICIZIA, DEL-L’ARRIVEDERCI” nel cortile di SanQuirico a Buddusò e davanti allaDOMUS LAETITIAE o alla palaz-zina “ARMIDA BARELLI” a foresta.

Una delle animatrici di quelleserate o MARIA TERESA CAU conla sua chitarra e la splendida voce,che in seguito immortaerà quei ricordicomponendo il canto che volle inti-tolare “A Foresta” oggi più noto colprimo verso “Pensende so”».

I nostri rapporti di amicizia è reci-proca fiducia continuarono nonostantela distanza, più di una volta mi rac-comandò di accogliere con fraternaamicizia ragazze che per la primavolta venivano a lavorare a Torinoper agevolarne l'integrazione nellarealtà cittadina.

Negli anni 60 l’ACI attraversòuna forte crisi causando l'allontana-mento di molti soci verso nuovi movi-menti ecclesiali. Signa Anna scelsedi abbandonare l’AC per entrare afar parte del Movimento Neocatecu-menale per rispondere alla nuovachiamata di Dio e all'amore di Cristoper evangelizzare i fratelli lontanidalla vita ecclesiale.

«Infine venne la crisi per tutti,crisi che, grazie a Dio nell'A.C. varisolvendosi in questi anni. A me ilSignore ha fatto il grande dono dipoter presto riprendere il camminodi fede per riscoprire il Battesimo e

farmi uscire dal clima di contestazioneche ci aveva travolti tutti. Così dopotante attività e tanta presunzione diessere indispensabile, potei capireche Lui solo è l'autore della Evange-lizzazione e che piuttosto che "agitarsiin troppe cose, una sola è necessaria",l'ascolto delle Parola.

E ora che, nella sua grande bontàmi ha concesso di riprendere la Evan-gelizzazione con le Catechesi per gliAdulti e i lontani, sento viva ricono-scenza e amore per la grande asso-ciazione, che tanto mi ha dato e perla quale sento il dovere di pregaretutti i giorni. Ed è motivo di grandetristezza e sofferenza quando mi capitadi constatare che ancora l'Azione Cat-tolica non riesce a resistere alla ten-tazione del figlio maggiore della para-bola, per gioire del ritorno alla casadel Padre di tanti figli prodighi ancheattraverso gli altri movimenti eccle-siali. Ozieri ottobre 1992».

Dopo vent'anni trascorsi a Torino,rientrai a Ozieri con la mia famigliae da subito tornai a far parte del-l'Azione Cattolica mentre Signa Annacontinuava il suo cammino di fedenel movimento e contemporanea-mente svolgeva volontariato nel set-timanale diocesano Voce del Logu-doro dove anch'io in seguito iniziai acollaborarvi, la nostra amiciziadivenne più forte e più bella.

Caso volle che per ben due voltevenni nominata presidente diocesanadi ACI, prima con l'episcopato diMons. Pisanu, poi con quello di Mons.Sanguinetti. Mi sembrava di seguirele orme di Signa Anna! Da subito Lainformai perché avevo bisogno diessere sorretta dalle sue preghiere edei suoi preziosi consigli, che lei, congenerosità e affetto mi elargì.

Tante sono le cose che potrei rac-contare di lei ma le tengo chiuse nelmio cuore dove ella occupa uno spaziospeciale. Ringrazio il Signore di aver-mela fatto incontrare come amica ecome esempio da imitare.

memoria sulle attivitàdell’a.C. di anna luridiana

8 VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32VITA ECCLESIALE

▪ Gianfranco Murtas

Il contenuto di questo importantestudio di Tonino Cabizzosu sulla

storia del Seminario di Cuglieri vieneindicato, con intento di modestia,come soltanto propedeutica ad unastoria di là da venire. Va detto dasubito che il primo volume dell’an-nunciata trilogia attinge essenzial-mente agli archivi del seminario edella facoltà teologica – per la massivaparte inedita – ed a quelli di talunediocesi (Alghero e Bosa, Cagliari edOzieri), alle carte personali dell’autore(custodite nel suo megaarchivio illo-raese), alla stampa di Chiesa (dalMonitore all’Eco del Regionale, ainotiziari Gesuiti Italia e PontificiaFacoltà Teologica Sardegna). Si tratta,dunque, per adesso di fonti scritte:centrali, in tutto questo, i diari deifilosofi e dei teologi, quello di cap-pella, l’orario, il registro ex alunni1928-1963, i registri delle iscrizionie delle ordinazioni, i protocolli dicorrispondenza, le relazioni rettoralialla Conferenza Episcopale Sarda,ecc.). L’autore si diffonde, in quat-trocento dense pagine, in quattordicicapitoli, con una gustosissima, stra-ordinaria appendice fotografica: ogniimmagine evoca nomi e tempi, e,dunque, storie, fatti e sentimenti, siaquando si tratti di persone, di singolie di gruppi, sia quando si tratti di luo-ghi. Le foto presentate costituisconoun corpus unitario. Questo preziosostudio di Tonino Cabizzosu vieneprefato da Maurilio Guasco, uno deipiù apprezzati studiosi del moderni-smo e delle relazioni fra politica ereligione nel Novecento europeo. Ilvolume si apre sorprendentementecon una pagina di don Primo Maz-zolari, figura grandiosa e giustamenteriabilitata di recente da papa Bergo-glio. Sono molte le pagine, e tutteparticolarmente avvincenti, che Cabiz-zosu dedica alle trattative decisionaliche porteranno alla scelta del Mon-tiferru e di Cuglieri in particolare.Molto ben articolata l’intera lasequenza degli atti normativi a firmadel pontefice e l’inquadramento delcaso Cuglieri all’interno di riassettiregionali od interdiocesani operatinell’arco di circa due decenni – e giàda papa Leone, da Pio X, da BenedettoXV –, ed in vista essenzialmente dimigliorare la qualità degli studi. Misembra che il problema centrale cheoccorrerebbe porsi, valutando retro-spettivamente la duratura esperienzadel Regionale di Cuglieri, sia se laformazione del clero sardo in quellungo passaggio di decenni, di fianco

a ben evidenti fattori virtuosi, abbiasaputo corrispondere al bisognosociale che andava mutando neltempo, in democrazia dopo che indittatura, in pace dopo che in guerra.Con il suo metodo di storico dellaChiesa, che colloca le vicende dellaistituzione dentro la carne viva dellasocietà materiale, e in prima istanzadentro i bisogni della comunità cre-dente (e obbediente), Tonino Cabiz-zosu presenta il seminario di Cuglierinelle sue luci e nelle sue ombre, nellelinee di tendenza dei suoi approcciideali, culturali e disciplinari cosìcome nell’applicazione quotidiana

lungo le diacronie dettate dall’evo-luzione dei tempi. Per valenze esternee per valenze interne. Sono di specialeinteresse i quadri statistici presentatianche con tabelle numeriche ed isto-grammi per l’intero periodo 1927-1971, sia per più limitati lassi tem-porali (ad esempio 1928-1932, 1928-1936 per le inizialmente distintefacoltà). Entrano qui, abbondanti, ledescrizioni critiche riguardo al mododi “fare teologia” a Cuglieri, vale adire circa i testi adottati e gli insegnantiche, per essere essi stessi autori didispense (ritenute piuttosto sbrigativee, sembrerebbe, talvolta… banalmenteduplicate o rimaneggiate da più auto-revoli pubblicazioni) ed anche dimanuali non particolarmente com-mendevoli diffusi poi nelle sedi acca-demiche di tutt’Italia e anche di fuori,diventano bersaglio di recensioni assaipoco benevole. Il che, se obiettiva-mente finisce per umiliare la comunitàdocente di Cuglieri, soprattutto denotai limiti nei quali i professori – tantoquelli di provenienza secolare quantoquelli di marchio della Compagnia –sviluppano le loro lezioni. Cabizzosu,seguendo la linea d’indipendenza chegli è propria – scomoda per lui maper lui anche doverosa –, riassumele critiche dettagliate che a diversi

lavori dei cattedratici cuglieritani ven-gono nel tempo da teologi i più accre-ditati a livello internazionale e soventecollaboratori di riviste specialistichecome Ephemerides TheologicaeLovanienses oppure Nouvelle RevueThéologique. La rassegna delle rela-zioni rettorali risulta essere la chiccavera del bellissimo lavoro di Cabiz-zosu: sorpassa i cancelli delle formalitào degli aspetti ordinamentali e nor-mativi ed entra nel cuore vivo e pul-sante del quotidiano della vasta comu-nità. L’autore elenca anche quelli cheritiene i maggiori limiti del quaran-tennio: fra essi certamente l’isola-mento geografico. Rileva, Cabizzosu,una certa ambivalenza nei regola-menti, nelle sfere di competenza enella interlocuzione dei soggetti isti-tuzionali coinvolti, dalla Congrega-zione curiale – autentico dominusdella partita – all’episcopato – di fattogregario dei voleri romani –, allaCompagnia. Piuttosto marginale,rileva ancora l’autore, la sensibilitàalla identità sarda, alla lingua neoro-manza dei sardi, alla storia ed alletradizioni dell’Isola. Ricorda, conmalcelato (e assolutamente condiviso)disappunto, come l’articolo 139 delregolamento del 1940 proibisse aglistudenti di parlare tra loro in sardo.

la storia del seminario regionaleraccontata da tonino Cabizzosu

9VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32 VITA ECCLESIALE

Dal Vangelo secondo Matteo (20, 1-16)In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regnodei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere agiornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaroal giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino,ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andateanche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono.Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscitoancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro:"Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero:"Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anchevoi nella vigna". Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fat-tore: "Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimifino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero cia-scuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebberoricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo,però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno la-vorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportatoil peso della giornata e il caldo". Ma il padrone, rispondendo a uno diloro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato conme per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a que-st'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio?Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi sarannoprimi e i primi, ultimi».

COMMENTO AL VANGELO

XXVII DOMENICA DEL T.O.

gli ultimi saranno primie i primi, ultimi

Domenica 24 settembre

Come voi sapete nei giorni scorsi ho compiuto il viaggio apostolico inColombia. Il motto del Viaggio è stato “Demos el primer paso”, cioè

“Facciamo il primo passo”, riferito al processo di riconciliazione che laColombia sta vivendo per uscire da mezzo secolo di conflitto interno, cheha seminato sofferenze e inimicizie, procurando tante ferite, difficili darimarginare. Ma con l’aiuto di Dio il cammino è ormai avviato. Con la miavisita ho voluto benedire lo sforzo di quel popolo, confermarlo nella fedee nella speranza, e ricevere la sua testimonianza, che è una ricchezza per ilmio ministero e per tutta la Chiesa. La giornata dedicata in modo particolareal tema della riconciliazione, momento culminante di tutto il Viaggio, si èsvolta a Villavicencio. La mattina c’è stata la grande celebrazione eucaristica,con la beatificazione dei martiri Jesús Emilio Jaramillo Monsalve, vescovo,e Pedro María Ramírez Ramos, sacerdote; al pomeriggio, la speciale Liturgiadi Riconciliazione, simbolicamente orientata verso il Cristo di Bocayá,senza braccia e senza gambe, mutilato come il suo popolo. La beatificazionedei due Martiri ha ricordato plasticamente che la pace è fondata anche, eforse soprattutto, sul sangue di tanti testimoni dell’amore, della verità,della giustizia, e anche di martiri veri e propri, uccisi per la fede, come idue appena citati. A Medellín la prospettiva è stata quella della vita cristianacome discepolato: la vocazione e la missione. Quando i cristiani si impegnanofino in fondo nel cammino di sequela di Gesù Cristo, diventano veramentesale, luce e lievito nel mondo, e i frutti si vedono abbondanti. Uno di questifrutti sono gli Hogares, cioè le Case dove i bambini e i ragazzi feriti dallavita possono trovare una nuova famiglia dove sono amati, accolti, protettie accompagnati. E altri frutti, abbondanti come grappoli, sono le vocazionialla vita sacerdotale e consacrata, che ho potuto benedire e incoraggiarecon gioia in un indimenticabile incontro con i consacrati e il loro familiari.E infine, a Cartagena, la città di san Pietro Claver, apostolo degli schiavi,il “focus” è andato sulla promozione della persona umana e dei suoi dirittifondamentali. In questo senso, “fare il primo passo” – il motto del viaggio- significa avvicinarsi, chinarsi, toccare la carne del fratello ferito e abban-donato. E farlo con Cristo, il Signore divenuto schiavo per noi. Grazie aLui c’è speranza, perché Egli è la misericordia e la pace.

«demos el primer paso»LE PAROLEDI PAPA FRANCESCO

Il Padrone non rimprovera i propri operai per aver mancato a qualcheconsegna, o per aver male eseguito qualche ordine, ma per aver

provato invidia verso i loro compagni.Fa riflettere il fatto che questo ammonimento venga rivolto ai

lavoratori del mattino, a quelli che dedicano più tempo nella vigna diquesto Signore. Purtroppo tante volte questa parabola prende vita nellevarie realtà della Chiesa: le persone più attive, quelle che partecipanoalla maggior parte delle attività delle nostre comunità parrocchiali,quelle che vivono più all’interno dei nostri ambienti ecclesiali…spessosono anche le persone che con più difficoltà si sintonizzano sulle fre-quenze di Gesù.

Certamente Gesù non vuole scoraggiare i propri amici ma fargliprendere consapevolezza di una corruzione molto forte, presente findall’inizio della vita della Chiesa.

Cosa si può fare per combattere tale tentazione? Gesù ci suggeriscedi non guardare con desiderio i primi posti! Se ci preoccupassimomaggiormente delle persone che vivono negli ultimi posti, nelle “peri-ferie” - per citare un ambiente caro a Papa Francesco - avremmo menotempo per roderci il fegato a desiderare quello che non abbiamo…anzi, riusciremmo ad apprezzare ciò che ci viene donato, e che magaritante persone desidererebbero avere.

Cristiani felici per quanto ricevono quotidianamente dalla Provvidenzadi Dio, capaci di condividere le proprie sostanze e di gioire per il benealtrui: così ci vuole Gesù!

Don Diego Marchioro

S. Pio nacque a Pietrelcina in provin-cia di Benevento, il 25 maggio 1887.A 16 anni entrò in convento dai Cap-puccini, e nel 1910 divenne Sacer-dote. Qualche anno dopo si trasferì aSan Giovanni Rotondo dove divenneun “apostolo del confessionale”. Il 20settembre 1918 ricevete le stimmatedella Passione di Cristo e le portò perben 50 anni. Il suo testamento spiri-tuale fu: “Amate la Madonna e fatelaamare. Recitate sempre il Rosario”.Morì nel 1968 e nel 2002 venne pro-clamato Santo dal Papa GiovanniPaolo II.

San Pio da Pietrelcina

10 VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32VITA ECCLESIALE

▪ Gianfranco Pala

Forse complice la data che cadein piena estate, la ricorrenza del

centenario della nascita di uno deipiù autorevoli protagonisti dello sforzodi pacificazione dell’amarica latina,non ha avuto grande risalto. Non pos-siamo non celebrare questo martiredella libertà e della giustizia, figliodel nostro tempo, vittima di una lotta,che come altri Paesi del su America,ha seminato odio violenza e morte.Uno di questi paesi è stato visitatoappunto dal Papa qualche settimanafa. Romero nella prima fase della suavita è in qualche modo avulso, lontano,diremo distaccato dalla reale situa-zione del suo popolo. E’ un uomo dicultura, un gesuita immerso nei suoilibri, nei suoi studi. Per questo la suanomina ad arcivescovo di San Sal-vador suscita non poco stupore, primadi tutto tra i suoi confratelli gesuiti,che lo considerano un “uomo debolee fusori dal mondo, lontano dai pro-blemi reali.”. un avvenimento dolo-roso però cambia radicalmente la suavita. L’uccisione del gesuita P. RutilioGrande, uno degli uomini di spiccodella Compagnia di Gesù. Il sanguedi questo sacerdote scuote profonda-

mente l’arcivescovo Romero al puntotale da costringerlo ad uscire per lestrade desolate e umiliate dalla miseriadella sua diocesi e dell’intera nazione.Un manipolo di baroni detengono il90% della ricchezza nazionale. L’eser-cito tiene l’ordine con pugno crudelee sanguinario. I suoi occhi ora possonovedere ciò per cui Padre Rutilio lottavae per cui è stato barbaramente uccisoinsieme ad un gruppo di bambini.Oltre alla sofferenza che condividecon il suo popolo, deve fronteggiarel’ostilità della Curia vaticana che nonlo vede di buon occhio, confondendola sua passione per i poveri e per ilor diritti, con una connivenza con icomunisti. Anche i suoi rapporti conil giovane papa Wojtyla non sonoidilliaci. Infatti viene redarguito dalpapa polacco proprio in piazza SanPietro e invitato a guardarsi le spalledai comunisti. Ma i nemici di Romeronon sono loro, a differenza della lon-

tana Polonia, ma un regime militaresanguinario che ossequia la Chiesa,ma concretamente la perseguita. Nonè facile per Romero far capire a Romache uccidere un prete in Polonia per-ché combatte il comunismo, non èdiverso ne più crudele che uccidereun prete a San Salvador, che combatteil regime di destra. In una recentepubblicazione, il segretario particolaredi Romero parla senza reticenze delladifficoltà di Romero di rapportarsicon le alte Gerarchie vaticane. Eccoun passo di ciò che scrive: «Wojtylaera stato eletto da poco. Al terminedell’udienza in piazza S. Pietro,Romero si presentò al Papa dicendodi essere arcivescovo di San Salvadore il Papa con il dito alzato gli disse:“Fai attenzione con il comunismo!”.Romero subito si agitò e poi rispose:“Sì Santo Padre, capisco la sua pre-occupazione ma devo dirle che ilcomunismo in Salvador non è lo stesso

che in Polonia. E Wojtyla aggrottòle ciglia, evidentemente insoddisfattodella risposta. Romero dopo quel-l’incontro ebbe a dire: “Sento checon questo Papa non m’intenderòmolto è molto diverso da Paolo VI”».E’ evidente che per il vescovo Romerola situazione è estremamente dolorosaperché anzitutto lui si sente un uomodi Chiesa, che per lui era tutto: la suacasa, il suo cielo, il suo sogno e lasua sicurezza per la salvezza del-l’anima. Era un cristiano che ha acuore la salvezza dell’anima del pros-simo educato, in questo, dai Gesuiti.Ma Romero prete era assai tradizio-nalista è molto diverso dal Romerovescovo. Se prima guardava più inalto, a Dio, dopo la morte dei suoisacerdoti, dei suoi giovani, della suagente, guardò anche in basso, all’uomosofferente, perseguitato e umiliatonella sua dignità. Fu un cambio radi-cale del suo stile di vita, una veraconversione. Ora la Chiesa non sololatino americana attende la canoniz-zazione che con molta probabilitàsarà presieduta dal Papa a San Sal-vador. In ritardo forse ma è tempo difare giustizia e restituire a questomartire il posto che gli spetta tra igiusti.

▪ Roberto Comparetti

Monsignor Gianfranco Saba èil nuovo vescovo di Sassari.

Il 13 settembre 1992 diventava dia-cono: 25 anni dopo ha ricevuto l’un-zione crismale del capo, l’anello,la mitra e il pastorale, diventandocosì pastore della diocesi turritana.L’abbraccio da parte di migliaia dipersone, giunte da tutta l’Isola allostadio Caocci di Olbia, nonostanteil forte vento, ha fatto da coronaalla celebrazione eucaristica, pre-sieduta da monsignor SebastianoSanguinetti, vescovo di Tempio-Ampurias, e concelebrata da mon-signor Paolo Atzei, amministratoreapostolico di Sassari e da monsignorArrigo Miglio, vescovo di Cagliari,e dagli altri presuli dell'Isola. Nonsono mancati i sacerdoti della dio-cesi di Sassari e tantissimi fedelidi quella di Tempio, soprattutto daBuddusò, paese natale di monsignorSaba. Folta anche la rappresentanzadi autorità civili e militari: in primafila anche l'anziano padre del neo-vescovo, Giovanni, 92enne. Nelcorso dell’omelia monsignor San-guinetti ha ricordato al neo presulel’atteggiamento proprio di unvescovo, quello di essere «pastore

che sta in mezzo al suo popolo percoglierne le istanze, le paure, idisagi, i turbamenti, la stanchezza,per curarne le ferite e aprire stradedi speranza». Infine un’indicazionevalida non solo per il neo-ordinatoma per tutti i vescovi. «Mai comein questo momento – ha conclusoil vescovo di Tempio-Ampurias –

la Chiesa sarda e l’intero territorioattendono segnali forti e convincentidi un episcopato unito e pervaso dauna forte volontà d’intercettare laprofonda crisi che ne attraversa lepopolazioni, sotto il profilo econo-mico, ma anche sociale, morale espirituale». Nel suo indirizzo disaluto monsignor Saba ha tracciato

la rotta lungo la quale si muoveràil suo episcopato. «Una Chiesaaperta – ha detto – che non ammainale vele e non si rinchiude in comodiporticcioli. Che brutta e poco evan-gelica una Chiesa dalle vele ammai-nante. Mi hai chiamato a viverel’esperienza che, immersi nel-l’oceano dell’amore di Dio, pos-siamo essere una Chiesa in uscita,impegnata a non chiudersi nellacomodità». Tra i doni ricevuti dalnuovo vescovo una croce pettoraleregalata dalla parrocchia di san-t’Antonio di Gallura, la sua comu-nità, e un pastorale in argento, donodei sacerdoti della diocesi di Sassari.Monsignor Gianfranco Saba al ter-mine della celebrazione ha salutatoi fedeli lungo il cammino verso lapalestra che ha fatto da sagrestiaper i celebranti.

Il prossimo appuntamento è fis-sato per il 1 ottobre, quando il neoordinato farà ingresso solenne nelladiocesi di Sassari. Ad accoglierloci saranno di certo i giovani cheper l’occasione sono stati convocatialle 16.15 in piazza d’Italia, cuoredel capoluogo. Il motto episcopalescelto da monsignor Saba è «Dilec-tione amplectere Deum», «Abbrac-cia Dio con l’amore».

Consacrato a Olbia il nuovoarcivescovo di SassariA 100 ANNI DALLA NASCITA DI MONS. ROMEROUomo di chiesa, cristianoe autentico uomo di dio

11VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32 VITA ECCLESIALE

Amons. Fabio Fabene, sottose-gretario della Segreteria gene-

rale del Sinodo, abbiamo chiesto difare un punto sulla preparazione allaXV assemblea generale ordinariadell’ottobre del 2018.Eccellenza, in questa fase di“ascolto” preparatorio al Sinodo,quali sono i temi principali chestanno a cuore ai giovani e chesembrano emergere anche da unaprimissima lettura dei questionariproposti?Da una prima sommaria e parzialelettura emerge che i giovani apprez-zano il fatto che la Chiesa si siamessa in loro ascolto.Altro tema che sta loro a cuore è lafamiglia. Sono davvero tanti quelliche vogliono raccontare la loro storiaal Papa stesso.Che proposte e suggerimenti arri-vano dai giovani per il Sinodo?Come abbiamo visto anche al recenteseminario internazionale, stanno arri-vando diverse proposte. Tra questequelle di istituire un’equipe di giovaniche affianchi il lavoro della Segreteriagenerale del Sinodo per prepararemomenti di confronto e di dialogodurante i lavori sinodali tra vescovie giovani, e poi di coinvolgere sta-bilmente alcuni giovani negli orga-nismi della Santa Sede.Richieste che mostrano la vogliadelle nuove generazioni di essereprotagoniste nella Chiesa…Certamente. Ora dovremo rifletteresu questi suggerimenti. Siamo nel

momento dell’ascolto dei giovaniche ci porterà poi al Sinodo e credoche queste richieste saranno sotto-poste ai padri sinodali. Esse sono ilsegno che i giovani intendono par-tecipare alla vita della Chiesa. Ma igiovani chiedono anche molto altro…Che cosa? I giovani chiedono alla Chiesa anchela coerenza delle loro guide, ascolto,responsabilità.Auspicano una Chiesa sempre piùchinata verso i poveri. Sono richiesteche ci impegnano ancora di più astare al loro passo e che chiedonoalla Chiesa di migliorare e di cam-minare verso il futuro. Tuttavia dob-biamo anche riconoscere che moltedelle richieste arrivate dai giovani

sono già in essere nella Chiesa. LaChiesa è da tempo che esorta allacoerenza non solo i suoi pastori maanche i suoi fedeli, che richiamaall’ascolto ponendosi essa stessa inquesta dimensione come accadutonel recente Simposio internazionale.I giovani cercano i poveri ed è ciòche Papa Francesco chiede a tuttiquando parla di una Chiesa per ipoveri e di poveri. Ma soprattuttoi giovani chiedono una Chiesa chesia casa, famiglia e comunità.I giovani al Sinodo: sono in discus-sione modalità per “integrare”alcuni di loro all’interno dell’as-semblea?Tra gli uditori presenti al Sinodo cisaranno anche diversi giovani, ma

stiamo pensando a degli spazi perdare loro voce.Si ripete spesso che la Chiesa debbastare più vicina alle nuove gene-razioni. Meno si dice, forse, comequeste possano stare accanto allaChiesa e sostenerla nella sua mis-sione. Come i giovani possonoaccompagnare la Chiesa nelmondo? I giovani vogliono essere protagonistinella comunità ecclesiale e credoche questo desiderio possa condurrela Chiesa verso luoghi e spazi chealtrimenti le sarebbero difficili daraggiungere. I giovani possono aprirealla Chiesa quei luoghi dove ancoranon è arrivata o dove deve esseremaggiormente presente.

VERSO IL SINODODEI GIOVANIIn attesa dell’assembleadiocesana che si terrà a casaBetania l’ultima settimanadi ottobre riflettiamo con leparole del delagato Cei.

“i giovani chiedono una Chiesache sia casa, famiglia e comunità”

“Dio aiuti il Cammino perchésemini in ogni momento il

Vangelo con allegria e senza riserve,con fede e umile obbedienza”. Que-sto l’incoraggiamento rivolto dalPapa a Kiko Arguello, in una letteradi ringraziamento per il Diario rice-vuto in dono di Carmen Hernandez,scomparsa un anno fa, iniziatricecon Kiko del Cammino neocatecu-menale.

“Mi rallegra – scrive Francesco– che attraverso queste pagine si

faccia presente la testimonianza diun grande amore a Gesù, la cui lucetrasforma la sofferenza in offerta,la stanchezza in allegria, la vita inun tempo per evangelizzare”. Lalettera, che porta la data del 18 ago-sto – riferisce Radio Vaticana – èstata resa nota nel corso di un ritiro

presso il Centro internazionale delCammino neocatecumenale a PortoSan Giorgio, nelle Marche, da doveoggi partono oltre 400 sacerdoti,seminaristi e giovani di diversenazioni per una missione di seigiorni in alcuni Paesi del CentroItalia: porteranno l’annuncio a due

a due, secondo il mandato evange-lico, nella povertà, senza avere consé denaro né cellulari. Il Diario, cheriporta gli scritti di Carmen Her-nandez negli anni 1979-1981, è statopubblicato in spagnolo, nel luglioscorso, dalla Biblioteca de AutoresCristianos (Bac) ed uscirà a breveanche in edizione italiana.

il Papa ai neocatecumenali:«Seminare il Vangelo con allegria»

12 VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32CRONACHE da OZIERI

Sabato 23 settembre, si terrà ad Ozieri, nel teatro civico “OrianaFallaci”, con inizio alle ore 10,30, il convegno regionale sulla dona-

zione del midollo osseo nell’ambito della manifestazione internazionaledenominata “MATCH IT NOW” dedicata alla donazione di midolloosseo e delle cellule emopoietiche. Il convegno è organizzato dallesezioni comunali dell’ADMO e dell’AIDO con la collaborazione delComune di Ozieri, dell’ADVS e degli Istituti scolastici superiori deiLicei e del Tecnico. E’ importante sottolineare che questo anno, lafederazione regionale dell’ADMO ed il Centro Regionale Trapiantihanno deciso di indire la manifestazione proprio ad Ozieri, per sottolinearela positività dell’attività delle sezioni ADMO e AIDO di Ozieri, che inquesti anni, a seguito di un lavoro capillare, soprattutto all’interno dellescuole, hanno reclutato un gran numero di donatori, molti dei qualisono riusciti a salvare diverse vite umane donando il midollo osseo.Con questa scelta si è voluto anche evidenziare l’importante lavorofatto dal Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Ozieri che è diventatoufficialmente il Centro di Riferimento Regionale per il Midollo Osseo,certificando la presenza di eccellenze nel nostro nosocomio. I lavorisaranno introdotti dai saluti del vescovo mons. Corrado Melis, delsindaco di Ozieri dott. Marco Murgia, della dott.ssa Maria TeresaGhisaura, assessore ai servizi sociali, del prof. Manca e del prof. AntonioRuzzu, dirigenti scolastici degli istituti superiori cittadini ed il geom.Barore Pinna, presidente regionale AIDO. Relatori alla manifestazionesaranno il prof. Licinio Contu, insigne studioso e presidente regionaleADMO, il prof. Carlo Carcassi, direttore di Genetica Medica e responsabiledel Registro Sardo Donatori di Midollo Osseo ed il dott. Sergio Bartoletti,Direttore del Centro trasfusionale dell’ospedale di Ozieri ed appuntodel Centro di Riferimento Regionale per il Midollo Osseo. Sarà presente,durante tutta la durata della manifestazione, l’autoemoteca dell’ospedaledi Ozieri, che, grazie alla collaborazione dell’ADVS, consentirà a chideciderà di farlo, di donare il sangue e/o fare il prelievo del sangue perdiventare potenziale donatore di midollo osseo.

▪ Maria Bonaria Mereu

Domenica 24 settembre una giornata all’insegna della cultura e dell’attivitàfisica all’aria aperta. L'evento è stato organizzato da l'Istituzione San

Michele in collaborazione con l'Associazione Arkenatour di Pattada. Nella"2° giornata Arkeotrekking Bisarcio" le guide dell’Istituzione accompa-gneranno i partecipanti alla scoperta dei siti archeologici che si incontrerannolungo il percorso: il territorio di Bisarcio, nel Comune di Ozieri, è ricco diimportanti testimonianze che vanno dall’età preistorica e protostorica aquelle di età medievale.L’incontro è alle 9.00 nel villaggio ai piedi dellachiesa romanica, da dove si partirà alla volta del villaggio e del pozzomedievale per proseguire verso le domus de Janas di Monte Ardara,importanti testimonianze della Cultura Ozieri. Si raggiungerà la località diLuzzanas, dove si trova il famoso riparo sottoroccia con pitture antropichein ocra rossa, considerate tra le più rare in Sardegna, dove ci sarà una"pausa pranzo al sacco".Nel primo pomeriggio il percorso continuerà versoil nuraghe Mannu: formato da una piattaforma, attraversata da corridoi, alcentro della quale si eleva una torre alta circa 10 metri con camera copertaa “tholos”, in parte crollata e affiancata da due corpi laterali. L’itinerario siconcluderà nella chiesa di Sant’Antioco di Bisarcio. Per chi volesse sipotrà percorrere un tratto di strada in macchina per raggiungere le domusde Janas di S’inzenzu e l’omonima tomba dei giganti, importante testimonianzadell' età nuragica. Al termine dell'escursione ai partecipanti verrà offertauna merenda a base di prodotti locali. Il tracciato di KM 5,26 ad anello, perun dislivello di 152 m è da ritenersi di facile percorribilità ed è adatto aqualsiasi persona che abbia un minimo di preparazione e attitudine nelcamminare su sterrato e terreni sconnessi.Si raccomandano un abbigliamentocomodo, scarpe da trekking e una quantità sufficiente di acqua. La quotadi adesione è di € 15,00 (gratis per i bambini sotto i 15 ann). Le domandedi partecipazione dovranno pervenire entro il 21 settembre e consegnate amano presso gli uffici della segretaria dell’Istituzione San Michele o inviatevia mail a: promozione.istituzione@ comune.ozieri.ss.it In caso di maltempol'escursione verrà rinviata.

il 24 settembre: 2° giornataarkeotrekking Bisarcio

Pregiudizi sui «sardignoli»

Convegno regionale sulladonazione del midollo osseo

Il signor Nando Turtas trascorre le ferie estive al mare e, sotto l’ombrellone,legge giornalmente il quotidiano “La Nuova Sardegna”. Un articolo titolato

“I sardi primi in Italia per l’uso dell’auto. Ultimi per il treno” lo incuriosisce;egli riflette e si pone la domanda: “il rilevamento dei dati statistici el’elaborazione hanno tenuto in conto il mancato sviluppo socio economicodell’isola?”. L’articolista, a giustificazione del primato, fa una disamina dellecause dell’ “apparente pigrizia dei sardi”: cause che per il lettore Nando nonsono esaustive. Sfogliando il giornale si imbatte nell’ “esilarante notizia”:“Diabolik al Grand Hotel”. Di pomeriggio il signor Nando Turtas, amantedelle opere di Grazia Deledda, si immerge nella lettura del romanzo “Ilvecchio della montagna”. Lo incuriosisce la figura del magistrato, personaggiodi non rilievo della storia, che riceve nella “cumbessìa” padronale PietroCarta e il servo pastore Basilio, personaggi di spicco nel romanzo. Il magistratofa una descrizione caratteriale dei due sulla base dei loro tratti somatici. Perquanto riguarda Pietro Carta: “quante ne avrà fatte costui in vita sua?...,cranio dolicocefalo, volto prognato, angolo facciale imperfettissimo” , e perquanto riguarda il servo pastore: “E quel muso di volpe…? Delinquente informazione di specie pericolosissima: microcefalo…”. Nando si convincesempre di più che i pregiudizi ancestrali sui “sardignoli” non sono facili daestirpare nell’immaginario collettivo alloctono (esterofili). I sardi, per l’usodell’auto in maniera smodata, sono pigri e con tendenza alle grassazioni e“bardanas”, poiché il furto al Grand Hotel in terra smeraldina sia, con tuttaprobabilità, da imputare a un “sardignolo”. Il signor Nando Turtas sbottasotto l’ombrellone: “ma mi faccia il piacere!”. Come esclamerebbe il principeDe Curtis in arte Totò. Mario Ara Turis

Le campane del piccolo centro hanno evidenziato ancora di più lagioia di chi si è stretto attorno a Zia Elena Meloni e ai suoi familiari

per ricordare il suo 102mo compleanno. Zia Elena infatti è nata adAritzo nel settembre del 1915, per trasferirsi poi a Bantine dove si èsposata con Salvatore Me. La giovane famiglia deve provvedere ai trefigli che il Signore ha donato loro. Il lavoro, l’onestà, la volontà di per-seguire semplici e umili obiettivi sono alla base della vita coniugale efamiliare di Salvatore ed Elena. Rimasta vedova Zia Elena si rimboccale maniche e continua a seguire la famiglia con amore e totale dedizione.

La fede, soprattutto la preghiera del rosario è il suo più grande sostegno.Bantine è un piccolo centro, allora un po più popolato di oggi, macontinua la sua vita là dove l’ha iniziata con il suo sposo. Zia Elena, eancora oggi a 102 anni lo dimostra, è una donna dal carattere forte etenace, e sente ancora vivi i principi e i valori morali con i quali haeducato i figli. Anche la festa dell’invidiabile traguardo ha voluto chesi celebrasse nella sua Bantine, circondata da parenti e amici, presentiil sindaco Sini, don Robert e don Ledda, bantinese di nascita. Il vescovoMons. Corrado Melis non ha voluto mancare a questo appuntamentonella piccola comunità, e all’omelia ha elencato i motivi fondanti delringraziamento non solo di zia Elena ma dell’intera comunità. Primadella benedizione impartita dal vescovo sono stati donati a zia Elenal’atto del suo battesimo e una targa ricordo. Subito dopo la messa ilvescovo accompagnato dal parroco don Pala, ha fatto visita all’altracentenaria che vive a Bantine, zia Maddalena, 101 compiuti. Così ilpiccolo centro conferma un primato invidiabile. A loro si aggiungonoaltre due centenarie di Pattada, zia Luisa, 101 compiti a luglio, e ziaSabina che spegnerà le sue cento candeline a ottobre. Non è il caso diaugurare “a cent’anni” ma sperare e pregare che il Signore conserviancora a lungo questi nostri anziani, dai quali ancora possiamo imparareuno stile di vita sobrio, sano e senza dubbio longevo.

ElenaOe Antina este in festa / a Elena semusu festeggiende / ca chenteduos

annos este giompende. // Elena este in cheja preghende / a deus esteringraziende pro sos annos che le regalende. // Fizos e nepodes lifaghene corona / finas su Sindigu in pessona el bennidu a li attire sosaugurios comunales, / ma si cherede chi Elena potada passizzare sasistradas devede acconzare. // Eo puru dia cherrere, che a Elena, a soschenteduos annos arrivare / e issa ma promissu che tedessere innoghea mi aisettare. // Si calecunu mi podede accumpanzare / a sae Elenadiacherrere acculziare / pro sos augurios de coro a li faghere / e chinaffettu sinzeru la potere abbrazzare. (Poesia di Tonina Farina)

▪ M. Francesca Ricci

Domenica 17 settembre don Giammaria Canu ha celebrato la Messa diringraziamento per i suoi tre anni trascorsi come parroco di Benetutti.

Una cerimonia raccolta, senza grandi parate. Don Giammaria e il vice parroco don Diego Marchioro hanno celebrato

insieme la Messa domenicale in una chiesa piena di gente e di tanta com-mozione.

All’inizio della Celebrazione, tre interventi significativi hanno volutoriassumere i sentimenti dell’intera comunità: in primis quello del sindacoEnzo Cosseddu, che attraverso un discorso “a braccio” ha voluto esprimereil ringraziamento e la stima di tutta popolazione per il lavoro svolto inquesti tre anni e la collaborazione con le istituzioni civili per il benecomune. Secondariamente la signora Maria Elena Marrosu, a nome delConsiglio Pastorale e di tutte le associazioni religiose parrocchiali, ha rin-graziato don Giammaria per la linea pastorale seguita e per l’affetto e lavicinanza che ha dimostrato a tutti i benetuttesi: dai più piccoli ai piùgrandi, in tutte le circostanze, sia nella gioia che nella sofferenza. Ma sonostati i piccoli, che con la loro innocenza e spontaneità sanno arrivare alcuore delle persone, a far emozionare lo stesso don Giammaria che dopoaverli ascoltati ha avuto bisogno di un momento di raccoglimento primadi iniziare la Celebrazione. Due piccoli rappresentanti infatti, a nome ditutti i bambini di Benetutti, hanno dedicato alcune righe al loro giovaneparroco, ricordando a tutti i presenti quanto sia stato bello conoscerlo econdividere tanti momenti con lui, quanto sia stato semplice pregare nelmodo più consono alla loro età: giocando, cantando e facendo festa; maanche quanta importanza abbiano avuto per loro i momenti vissuti insiemeai propri genitori o nonni, a volte sofferenti. Hanno sottolineato quanto siastato speciale questo sacerdote che non incontravano solo in chiesa durantela Messa, ma che andava a cercarli a scuola o nelle piazze o direttamentenelle loro case, così come fa un amico sincero. E proprio da amici hannovoluto fargli un regalo importante, che rappresentasse il loro mondo, quelmondo che don Giammaria ha saputo condividere con loro in questi pochima bellissimi anni: un pallone con su scritti i loro nomi. Invitandolo aportarlo con se per poterci giocare ancora con tutti i bambini che incontreràd’ora in poi.

Un altro momento toccante è stato quello del discorso tenuto dal giovaneparroco, che ha esordito con due parole importanti: grazie e perdono. Ilgrazie, in risposta agli interventi ascoltati all’inizio della Celebrazione eper ribadire a tutti quanto, anche per lui, questo pezzo di strada insiemesia stato importante. Il perdono, chiesto invece per le mancanze che sicu-ramente ci saranno state, a volte principalmente per non aver trovato iltempo di riuscire a far tutto, o anche perché qualcosa si sarebbe potuta faremeglio. Al termine della Celebrazione la comunità ha salutato in modo piùinformale don Giammaria nel piazzale della Chiesa parrocchiale duranteun rinfresco organizzato dai parrocchiani.

BENETUTTISaluto a don giammaria Canu

BANTINEzia elena melonicompie 102 anni13VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32 CRONACHE dai PAESI

14 VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32CRONACHE dai PAESI

CHILIVANIin pieno svolgimento la riunioneestivo-autunnale di corse PATTADAi piccoli ciclisti della SC Pattadaincontrano a Villacidro Fabio aru▪ Diego Satta

La riunione estivo-autunnale di corse ha preso il via il 27 agosto con laGiornata delle stelle, nella quale i migliori fantini sardi operanti negli

ippodromi nazionali e internazionali, hanno voluto dare un segno di attenzionealla nostra ippica. Hanno richiamato un pubblico eccezionale e hanno accettatola sfida con i fantini nostrani che si son presi qualche bella soddisfazione. Lariunione è proseguita con le corse di preparazione alle classiche di finestagione, che la scorsa settimana hanno avuto inizio con il 91° Derby sardoriservato, sin dalla sua prima edizione nel 1921, ai soggetti a fondo arabo. Vihanno preso parte nove puledri fra i qualigodeva dei favori del pronostico Vintinoe(Scud. F.lli Chessa di Tula), allenato daAntonio Cottu e montato da Lello Fadda.Il cavallo non ha fallito l’obbiettivo assi-curandosi la corsa con largo margine,dopo averla controllata e aver preso illargo sin dal primo giro di pista. A distanzaabissale si sono classificati Vida Mia,Vendetta Tremenda e Vento Fresco. L’al-tro appuntamento di rilievo era il GranPremio Regione Sarda-Memorial Paolo Riccardi, per i puro sangue di treanni ed oltre, dominato dal favorito Cospirator (G. Pireddu-L. Silvestrini-F.Bossa) che, dopo aver lasciato che Sea Wolf, Sunset Sally e Calaluna facesseroandatura, ha rapidamente conquistato la testa portando a termine il percorsocon una buona lunghezza sul sorprendente Ex Lover, che a sua volta haregolato Sunset Sally e Sea Wolf. Nelle altre corse successi di Doriano (A.Pic-cinnu-G. Piccinnu-F. Dettori) nel Pr. Antonio e Giovannino Peralta, davantia Lookinginyoureyes, Red Lady e King Invincible e di Tuesola (T. Mulas-F.Brocca) ancora con Francesco Dettori, che ha così realizzato una doppietta,nel Pr. Terme S. Saturnino Benetutti, regolando Uwaiss, Steddada e Tanca.Quindi Verbena Rosa (P. Cossu-S. Muroni-A. Fele) nel Pr. Giovanni Baroncelli,il fantino di Cerva di Ozieri vincitrice del primo Derby sardo, di una solatesta su Voltaire Dey, Vigoroso e Vento di Tempio e infine, nella corsaEcosystems Srl, riservata ai Gentleman, vittoria di Enrico il Conte (G. Pinna-F. Pinna-C. Bellu), davanti a Via col vento, Funky Girl e Alum.

▪ Gianfranca Amadu

Giornata di sport e divertimento domenica 19 settembre a Villacidroper i bambini della S.C. Pattada in occasione del Pedalaru e del

meeting regionale di ciclismo categoria giovanissimi. I bambini dellaSocietà ciclistica Pattada in questa occasione hanno avuto modo di incontrareil campione italiano di ciclismo Fabio Aru. Il cavaliere dei quattro mori siè reso protagonista nell’arco della giornata di tanti piacevoli momenti apartire dall’arrivo in bici all’anfiteatro di Villacidro, dove una folla dibambini aspettava il suo campioneper dare il via alla consueta pedalatain sua compagnia. I piccoli ciclistidi Pattada, per niente intimoritidalla straordinaria presenza, nel-l’arco della giornata non hanno esi-tato ad avvicinarsi al famoso ciclistaper invitarlo a firmare autografi.Non sono mancati gli imperdibilie pur sempre richiesti selfie in suacompagnia, oltre le numerose fotoricordo. Grande esempio di perso-naggio sportivo, Fabio Aru ha ripetutamente raccomandato quale deveessere il vero scopo dello sport, ricordando si evitare scorciatoie e invitandoall’impegno anche in ambito sportivo affinché anche il ciclismo, comequalsiasi sport, sia sempre divertimento e non solo risultati. La giornata,dopo le diverse prove di abilità svolte da tutti i bambini, si è avviata a con-clusione con l’intervista dei piccoli atleti al grande campione. Domandeche hanno messo in evidenza la disinvoltura dei bambini e la grande dispo-nibilità di Aru a confrontarsi con loro; i bambini della S.C. Pattada congrande spontaneità hanno chiesto al famoso campione di poter esserepresente in occasione dell’inaugurazione della sede sociale, richiesta pron-tamente accolta dallo stesso! Ed infine la consegna della medaglia ricordodella giornata e rientro verso Pattada con tanta stanchezza sui volti deipiccoli ma felici di aver avuto la possibilità di trascorrere una giornata afianco del cavaliere dei quattro mori.

Dopo tre giorni di festeggiamenti,in onore di San Gavino Martire,

patrono di Monti, è calato il silenzio.Organizzati dal comitato “Fedales‘71” hanno esaltato gli aspetti civilie religiosi, per i quali si ricorderà lapresenza di una rappresentanza del-l’Arciconfraternita Sant’Efisio diCagliari, fra le più antiche della Sar-degna, essendo fondata nel 1564.Invitata per l’occasione, dalla con-fraternita Santu Ainzu, sotto la regiadel parroco don Pierluigi Sini, haarricchito il cammino confraternalenella processione e durante la solenneMessa celebrata domenica mattina

da don Pigi. I promotori de “Sa festhamanna”, relativamente agli intratte-nimenti civili, hanno riservato grandinovità: essendosi posti l’obiettivo disoddisfare le varie fasce d’età. Perquesto hanno proposto artisti di livellonazionale andando a pescare fra iprotagonisti del mondo dello spet-tacolo. Si è passati così, dal tradi-zionale raduno delle bandiere votivesul sagrato della parrocchiale contanto di banda musicale e successivocorteo alla casa della presidente LauraSpanu, per il rinfresco, ai vespri ealla Messa, all’esibizione delle majo-rettes di Berchidda in piazza, al rin-

fresco offerto dal comitato, per chiu-dere la serata con lo spettacolo “Can-tigos e Ballos” e l’esibizione delcomico Mauro Salis. Sabato 16, cloudei festeggiamenti: alle 21,15, in viaGaribaldi, inconsueta location, maazzeccata, il concerto del gruppomusicale “Celebration” e per la gioiadelle “news generation”, applauditada duemila fans, la performance delcelebre Dj Gabry Ponte. Seguita dalla

“reunion” dei dj di Monti. Domenica17, apertura nel segno della religio-sità: la lunga processione con il simu-lacro del Santo, portato a spalle daimembri del comitato, accompagnatadalla banda musicale “San Gavino”,le confraternite “Santu Ainzu” eSant’Efisio, i gruppi folk San Paoloe Balari. La santa Messa celebratadal parroco don Pierluigi Sini è statasolennizzata dal coro della Confra-ternita “Santu Ainzu”. Alle 12,00 inpiazza Regina Margherita concertodella banda diretta dalla maestraAngela Ledda, seguito dal rinfrescoofferto dal comitato. Sempre inpiazza, alle 17,00 Baby fun- spettacolie giochi per bambini; alle 21,00 con-certo con “Gli Advantage “ e dalprogramma televisivo “Tu si quevales” il bravo imitatore AntonioMezzancella ha chiuso serata e festa.

MONTIFesta di S. gavino: bilancio positivoper il comitato dei fedales 1971

15VOCE DEL LOGUDORO Domenica 24 settembre 2017 | n. 32 VARIE

di Bassani e F.lli Mu

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EMANUELA FRAU

La madre Battistina, il padre Samuele, Paolacon Gaetano, Michela con Franco e gli amatinipoti Nicol, Samuele e Glenda con i paretitutti, ricordandola con infinito amore e rim-pianto ringraziano quanti vorranno unirsi inpreghiera sabato 23 settembre 2017 alle ore18:30 nella chiesa parrocchiale di San Nicola

Ozieri, settembre 2017

OZIERI

Non piangete sarò l’angelo invisibile dellafamiglia. Dio non saprà negarmi niente

quando io pregherò per voi

Terzo anniversario dell’amata

«Avevamo chiesto al ministro Minniti di rafforzare la collaborazionegià in atto con le autorità algerine e siamo molto soddisfatti che

questo sia avvenuto subito". Sono le parole del presidente della RegioneFrancesco Pigliaru a commento del colloquio tra il ministro dell’InternoMarco Minniti e il suo omologo Noureddine Bedoui avvenuto oggi ad Al-geri e nel corso del quale si è affrontato anche il problema dei flussi migra-tori diretti dall’Algeria alle coste sud della Sardegna. "Fin dal nostroincontro al Viminale il giugno scorso avevamo fatto presente il problema -spiega il presidente Pigliaru, ricordando inoltre di aver inviato venerdì unacomunicazione al Ministro dell'Interno in cui si segnalava che si tratta diun movimento che sta assumendo proporzioni sempre maggiori.

“Quello di oggi è un passo importante - sottolinea Francesco Pigliaru -e siamo d'accordo per seguire con attenzione nei prossimi giorni lo sviluppodi questo colloquio. L'obiettivo, condiviso con il Ministro, è fermare i flussiirregolari e chiudere quel canale. Come abbiamo già evidenziato nella let-tera, il fenomeno degli sbarchi diretti rende ancora più complessa la ge-stione dei flussi non programmati nella nostra Regione in quanto impattapesantemente sul funzionamento di tutte le strutture deputate all’acco-glienza ed è, inoltre, in grado di provocare un notevole allarme sociale trala popolazione”.

Aumentano i posti di lavoro in Sardegna: nei primi sei mesi del 2017 leassunzioni sono in crescita e in percentuale crescono più nella nostra

regione che nel resto d’Italia, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lodicono i dati dell’Osservatorio sul Precariato dell’INPS, relativi al primosemestre 2017. Secondo i dati INPS, le assunzioni complessive crescono piùin Sardegna (+21,6%) che in Italia (+19,4%) e le trasformazioni complessivedei rapporti di lavoro da determinato a indeterminato (4.237 in totale) crescononell’isola del 34,4% (nel resto d’Italia la percentuale è molto più contenuta:+1,1%).PIGLIARU, SIAMO SULLA STRADA GIUSTA. “I dati positivi sull’occu-pazione, così come quelli legati alla crescita degli investimenti da parte delleimprese, confermano che negli ultimi tre anni si sta consolidando anche inSardegna un quadro di ripresa – dice il presidente della Regione FrancescoPigliaru –, e ciò grazie anche alle azioni messe in campo dalla Giunta. Lastrada intrapresa con le nuove politiche attive del lavoro, sia nazionali che re-gionali, è quella giusta”.MURA, ORA INTERVENTI PER L’OCCUPAZIONE FEMMINILE. “Va-luto le cifre in modo sempre molto prudente, ma il fatto che quasi tutti i datisiano di segno positivo non può che confortarci e spronarci ad andare avantiper fare ancora meglio”, è il commento dell’assessora del Lavoro, VirginiaMura”.I DATI DELL’OSSERVATORIO PRECARIATO INPS. Le assunzioni atempo indeterminato aumentano in Sardegna del 2% (da 13.803 a 14.075) di-minuiscono in Italia (-3,8%). Aumentano anche le assunzioni con contratti atermine che si attestano a 56.581 unità (+29,4%), mentre nel resto d’Italial’aumento si ferma al 27%. Significativo, inoltre, l’aumento delle assunzioniin apprendistato: +60,8% in Sardegna (+27,3% in Italia). Nello stesso periodo,le assunzioni stagionali hanno riguardato 27.042 nuovi contratti (+17,3%).Un altro dato, infine, riguarda le cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo in-determinato: diminuiscono in Sardegna (-3,9%) mentre sono stabili a livellonazionale (+0,2%). A livello complessivo, in Sardegna il saldo tra assunzionie cessazioni del primo semestre 2017 (inclusi i contratti dei lavoratori stagio-nali) è positivo e pari a + 46.001 unità, superiore al saldo del primo semestre2016 (+ 36.509). La variazione netta dei contratti a tempo indeterminato delprimo semestre 2017, risultante dalla somma di 14.075 nuovi rapporti e di4.237 trasformazioni (3.822 da termine e 415 da apprendistato) meno le oltre15 mila cessazioni, è risultata positiva e pari a + 3.039 ( nel primo semestre2016 il risultato era pari a + 1.061).

lavoro, assunzioni in aumento inSardegna nel primo semestre 2017 Sbarchi, Pigliaru: soddisfazioneper incontro tra minniti e algeria