la prova di inerenza della spesa delle sponsorizzazioni pubblicitarie
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La prova di inerenza della La prova di inerenza della spesa delle sponsorizzazioni spesa delle sponsorizzazioni
pubblicitariepubblicitarie
Fabrizio Scrivani
20 marzo 2017
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Contratto di sponsorizzazione
«contratto atipico mediante il quale un contraente, lo sponsor, trasforma le
prestazioni dell’altro contraente, lo sponsee, in un veicolo pubblicitario, dietro prestazione
di un corrispettivo»
definizione
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Caratteristiche del contrattosi applica la disciplina generale del contratto,
artt. 1321-1469 c.c. e, in particolare, l’art. 1322, comma 2.
per la stipula non è richiesto l’uso di una forma particolare. La forma scritta è opportuna sia per garantire maggiore chiarezza nei rapporti tra le parti sia ai fini probatori.
si perfeziona mediante la semplice manifestazione di volontà delle parti, momento a partire dal quale diventa pienamente vigente e operativo.
ATIPICO
FORMA LIBERA
CONSENSUALE
il rapporto che si instaura tra le parti è legato dal c.d. sinallagma.
A TITOLO ONEROSO E A PREST.
CORRISPETTIVE
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Contenuto del contrattoÈ OPPORTUNO che il contratto contenga:
o indicazione delle parti contraenti (denominazione sociale, sede legale, codice fiscale / partita iva, ecc.);
o descrizione dettagliata dell’oggetto del contratto e degli obblighi gravanti su ciascuna delle parti;
o durata del contratto, prestazioni da eseguire, tempi e modalità;
o corrispettivo pattuito e modalità di pagamento;o data e luogo della sottoscrizione.
il contratto PUO’ ANCHE contenere
o clausola di esclusiva da parte dell’ente sportivo;o clausola di valorizzazione del corrispettivo in presenza di
particolari eventi;o clausola risolutiva.
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integralmente deducibile dal reddito d'impresa nell’ esercizio in cui viene sostenuto ovvero in quote costanti nell‘ esercizio stesso e nei quattro successivi
la spesa deve rispettare i requisiti di:❍ competenza❍ certezza❍ esistenza❍ oggettiva determinabilità❍ inerenza
La deducibilità ai fini II.DD.Art. 109 TUIRArt. 108, comma 2,
TUIR
Circolare n. 21 del 22 aprile 2003Risoluzione n. 57 del 23 giugno 2010
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•Circolare n. 34/e del 2009•DMEF del 19 novembre 2008•Chiarimenti su alcune sentenze della Cassazione
Concetto di inerenza
Il sostenimento delle spese sia di pubblicità che di rappresentanza deve rispondere a criteri di ragionevolezza in funzione dell’obiettivo di generare anche potenzialmente benefici economici per l’impresa
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… segue associare il concetto di inerenza a quello dell’accrescimento del proprio fatturato ha suscitato orientamenti anche contrastanti della giurisprudenza, sia di merito che di legittimità;
nel merito alcune sentenze di cassazione hanno affermato che le sponsorizzazioni sono deducibili se obiettivamente riferibili al nome e all’oggetto dell’impresa, anche quando l’investimento, diretto ad ampliare le attività e il mercato dell’azienda, non è stato seguito, nell’immediato, da alcun riscontro effettivo e reale;
una pronuncia recente (n. 3433/2012) ha stabilito che deve essere proprio il contribuente, per giustificare l’inerenza del costo, a dimostrare quale sia l’incremento commerciale ottenuto, anche in considerazione della particolar attività svolta dall’impresa.
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… segue con la sentenza n. 25100 del 25 settembre 2014 la Corte afferma che l’impresa che intende dedurre i costi per la sponsorizzazione del proprio marchio deve dimostrare l’utilità per lo sviluppo dell’attività commerciale, l’idoneità a influenzare le scelte della clientela (anche potenziale), l’effettività delle prestazioni rese e la congruità della spesa sostenuta ;
come chiarito dalla recente sentenza della Suprema Corte n. 3770 del 25 febbraio 2015, la sponsorizzazione non svolge più un ruolo puramente informativo limitato alla notizia dell’esistenza di un prodotto già introdotto sul mercato, poiché lo sviluppo della produzione industriale di masso ha fatto assumere al messaggio pubblicitario la funzione di sensibilizzare preventivamente l’interesse dei consumatori verso beni o servizi ancora non offerti concretamente;
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In sede di prime cure, il ricorso della Srl trovava accoglimento.La sentenza di primo grado, impugnata dall'ufficio locale, veniva, invece, riformata dalla Commissione tributaria regionale che accoglieva l'appello.La censura mossa in sede di Cassazione dalla società ricorrente è stata ritenuta manifestamente infondata, con conseguente rigetto del ricorso (e condanna alla rifusione delle spese legali), poiché i giudici del riesame si sono conformati a consolidati principi secondo i quali:
"rientra nei poteri dell'Amministrazione finanziaria, ai fini dell'imposizione sul reddito, sulla base dell'art. 109, comma 5, del D.P.R. n. 917/1986, la valutazione dell'inerenza dei costi esposti in bilancio all'attività o beni di impresa da cui derivano ricavi o altri proventi che concorrono a formare il reddito, e senza che tale giudizio incida sulle scelte dell'imprenditore, valendo ai soli fini dell'opponibilità della spesa al Fisco"
… segue
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"spetta al contribuente che impugni la ripresa a tassazione del reddito la prova dell'esistenza di tale fatto modificativo della pretesa della Pubblica Amministrazione (Cass. n. 11514/2001, n. 12330/2001, n. 13478/2001, n. 16198/2001), nella fattispecie escluso dalla Commissione tributaria regionale in base alle articolate argomentazioni riassunte in narrativa, solo genericamente criticate dalla ricorrente".
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Attività di acc.to su 2 sponsor Sulla scorta delle risultanze di una verifica fiscale, l’Agenzia
delle Entrate ha notificato a una società produttrice di manufatti in vetroresina, diretti ai mercati internazionali, un avviso di accertamento ai fini delle imposte dirette e dell’Iva, avente ad oggetto la ripresa a tassazione di costi afferenti alla sponsorizzazione di eventi locali di natura fieristica e sportiva.A parere dell’ufficio accertatore, le spese sostenute dalla società non erano qualificabili come spese di pubblicità (integralmente deducibili dal reddito imponibile) bensì come spese di rappresentanza, deducibili nei limiti di un terzo del loro ammontare, ai sensi dell’articolo 74, comma 2, del Tuir vigente ratione temporis.
Il ricorso della società ha trovato accoglimento sia in sede del primo sia in sede del secondo grado di merito.A parere dei giudici della Ctr, l’operato della società era legittimo, in quanto il concetto di spesa di pubblicità comprende anche i costi che, pur non essendo sostenuti al fine diretto di incrementare le vendite, sono in grado di “far acquisire all’impresa nuova clientela o di ampliare il fatturato nei confronti della clientela già esistente”.;
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Al centro della controversia vi erano i ricorsi riuniti, avanzati da una Sas fiorentina – attiva nel commercio di rottami – e da una Srl, in qualità di socio accomandante della prima, che insorgevano avverso gli avvisi di accertamento a esse notificati, emessi a seguito di pvc, con il quale l’Agenzia delle Entrate aveva riscontrato una serie di violazioni; Tra queste, assieme al contestato utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e all’indebita deduzione e imputazione di costi, vi era - in particolare - l’indebita deduzione di spese di pubblicità. Sotto la lente del Fisco, infatti, erano caduti alcuni contratti pubblicitari, stipulati - nell’anno sottoposto ad accertamento - dalla società controllata con due associazioni sportive dilettantistiche, che, secondo l’Amministrazione finanziaria, non presentavano la natura dei contratti a prestazioni corrispettive, mancando nesso tra la prestazione a carico dello sponsor e quella a carico degli sponsorizzati;
Attività di acc.to su 3 sponsor
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Nel rigettare i ricorsi riuniti e nel confermare in toto le risultanze del pvc, prodromico all’emissione degli atti impositivi, la CTP competente analizza peculiarmente le caratteristiche dei contratti di sponsorizzazione, conclusi dalla Sas accertata.Ebbene, tali contratti, secondo il collegio, presentano le caratteristiche dell’erogazione liberale e sono privi del requisito della correlazione con la produzione dei ricavi, prevista dall’articolo 108 del Tuir.;
Con le spese di sponsorizzazione, infatti, la società dovrebbe tendere a farsi conoscere da soggetti interessati a conferire rottami. Ma, nel caso concreto, la clientela della ricorrente è costituita da poche grandi industrie a livello nazionale e non può essere incrementata attraverso sponsorizzazioni derivanti da eventi sportivi, che rivestono portata solo locale e richiamano un pubblico di poche centinaia di persone.
… segue
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Infatti, per la deducibilità delle spese suddette, queste devono essere indirizzate a un pubblico che potenzialmente può acquistare il prodotto. Da qui, la conclusione circa la conferma dell’indeducibilità del costo (ex articoli 109, comma 5, del Tuir, e 19 del Dpr 633/1972).
… segue