la settimana n. 45 del 16 dicembre 2012

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 16 dicembre 2012 uel Natale di duemila anni fa! Era proprio ora che Dio si facesse vedere. Perché troppi erano gli equivoci sul suo conto. Chi lo scambiava con l’imperatore, chi con una statua, chi con un personaggio mitologico. E il Natale oggi? Anche oggi direi: "abbiamo ancora bisogno che Dio si faccia vedere" e proprio come un "Gesù Bambino"! perché anche fra noi Dio è tanto deformato…come quando lo si scambia con il prete, o con il cristiano in genere; mentre questi hanno il dono di aver incontrato Dio e il compito di aiutare gli altri ad incontrarlo. In questo Natale, ai credenti che possono sempre deformare in sé l’immagine di Dio e ai non credenti per aiutarli a cancellare eventuali immagini sbagliate vorrei dire: guardate questo Bambino e capite che il Dio cristiano non è una forza oscura che invade la vita dell’uomo e la mutila della sua intelligenza o della sua libertà, tutt’altro, egli ha bisogno di noi come un bambino e per questo ci impegna a sviluppare liberta, intelligenza, capacità umane e altri doni perché possiamo collaborare con Lui e fare un mondo più bello (Omelia di Natale 1979) Q Progetto Culturale. Presentati i primi due testi della collana Stenone. La testimonianza autorevole di due scienziati credenti SCIENZA e FEDE camminano insieme TRA CIELO E TERRA ra cielo e terra, alla ricerca della vita nell’universo. Due momenti di incontro e dialogo al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo della Provincia di Livorno: un luogo di scienza dove un astrofisico, il professor Piero Benvenuti e uno scienziato aerospaziale,Valfredo Zolesi, hanno parlato a persone diverse, di età diverse, con ruoli diversi. Una scienza che si pone i tanti interrogativi che incalzano da sempre l’uomo e che desidera andare alla ricerca continua del sapere, alla ricerca della verità. Una scienza che riconosce e sa che ci sono dei limiti e per questo sente la necessità di cambiare assai spesso prospettiva, di andare oltre. Perché l’universo è vuoto con i nostri attuali criteri di spazio e anche le tecnologie che utilizziamo sono “vecchie” per cogliere un universo che è in continua espansione e che si presenta come “una creazione continua”, e di cui, ecco un nostro grande limite, riusciamo a cogliere solo una minima parte, appena il 5%. E l’altro 95% come sarà costituito, come si presenterà? Ecco un qualcosa che sappiamo esistere ma non vediamo. Sono tante le cose che non si vedono eppure ci sono: anche l’aria non la vediamo ma sappiamo che c’è pena la nostra stessa vita, anche il nostro pensiero esiste ma non lo vediamo. Non vediamo la forza che muove il nostro corpo ma la forza esiste. Anche il vento esiste ma non si vede. Ecco, Dio è un po’ come il vento, c’è ma non si vede. Una scienza laica, non ideologica, sente il bisogno di andare oltre, di rispondere ai tanti fenomeni non ancora e non sempre spiegabili con la ragione e con le attuali conoscenze scientifiche. Molti fenomeni presenti nella realtà quotidiana necessitano di lasciare aperta una riflessione profonda che desideri indagare senza preconcetti e senza apparati ideologici acquisiti una volta per sempre. Occorre una scienza aperta, capace di mettersi in discussione e di farlo sempre. Una scienza, quindi, che è in grado di considerare il “dubbio” e il “limite” alle attuali conoscenze. Essi, infatti, rappresentano sani fondamenti di indagine scientifica su cui spingere la ragione a trovare sempre altre strade, altri modi leggere la realtà. Una scienza pensante e dialogante che supera quindi le visioni ideologiche e si interroga “sul come passare da quel poco che si sa al tantissimo che si riesce a pensare”. Una scienza poi che ripensa ai concetti di spazio e tempo. Uno spazio e un tempo che mi aiutano a collocare il mio vissuto: uno spazio limitato, nel quale vivo, che desidera raggiungere spazi più lontani, oltre la luna. E un tempo fondato sul kronos, sul “logorio” del tempo quotidiano scandito dall’orologio, fatto di tante azioni e riempito di tante cose, che non è sufficiente per cogliere il senso del nostro esistere e che quindi sente la necessità di liberarsi nel kayròs, il tempo dell’oltre, per trovare un “nesso significante” tra noi e l’altro,“sotto cieli nuovi e in una terra nuova, dove ogni lacrima è asciugata…in saecula saeculorum…..”. Luca Lischi T Alla ricerca di un «nesso significante» IL VESCOVO GIUSTI HA AUSPICATO NUOVI ORIZZONTI PER LA RICERCA Per una scienza nuova, libera e laica «INDAGARE SU TUTTI I FENOMENI, ANCHE QUELLI PIÙ MISTERIOSI» onsignor Giusti ha tratto le conclusioni della giornata di studio su Scienza e Fede promossa dal Progetto Culturale diocesano partendo dal concetto di felicità. «La gente - ha detto - cerca la felicità che consiste nel vivere amando, essendo amati, per sempre. E’ questa la felicità eterna a cui tende l’Universo che non può essere il risultato del caso. La scienza non può spiegare con il caso quei fenomeni per i quali non trova una motivazione razionale; come Chiesa siamo chiamati ad incoraggiare tutti ad usare l’intelligenza che è quella che ci fa ragionare e trovare d’accordo». «Purtroppo - ha proseguito – nel pensare al Dio creatore siamo ancora oggi vittime di un’iconografia classica che ha distorto la nostra conoscenza: Michelangelo, dipingendo la Cappella Sistina ha realizzato una meravigliosa opera d’arte, ma teologicamente ha sbagliato. Le forme stereotipate con cui ha rappresentato Dio Padre e Gesù hanno avuto una grande fortuna nel tempo ma hanno condizionato la conoscenza religiosa dei secoli successivi. Dio Padre non può essere immaginato in forma umana come un vecchio con la barba bianca perché questo allontana la nostra fede dalla realtà di un Dio eterno, onnipotente, misericordioso, infinito». Il Vescovo è quindi passato a parlare del ruolo della scienza nel mondo contemporaneo: «La scienza deve riuscire a superare i limiti di ciò che attualmente conosciamo, studiando i fenomeni che avvengono in natura, tutti i fenomeni. In questo senso - ha continuato monsignor Giusti - auspico che la scienza possa essere sempre più libera e laica, non condizionata da schemi culturali del passato e da modelli interpretativi immodificabili. Allora chiedo agli scienziati di studiare anche i fenomeni che finora non sono stati oggetto delle loro ricerche, come, ad esempio, quello che avviene qui a Montenero; perché certi fenomeni - si è domandato provocatoriamente il Vescovo - come alcune guarigioni inspiegabili, avvengono a Montenero e non sotto i quattro Mori ?» «La medicina – ad esempio - ci testimonia come, nel paziente che vuole guarire, il sistema immunitario risponde meglio: perché allora non approfondire questi aspetti e ricercare anche il valore terapeutico della religione?» n.s. M DI NICOLA SANGIACOMO cienza e fede possono camminare insieme, lo hanno dimostrato a Livorno l’astrofisico Piero Benvenuti e il tecnologo Valfredo Zolesi che hanno presentato i due primi libri della collana Stenone di Pharus editore. Un’intera giornata di studio, promossa dal Progetto Culturale diocesano, in cui hanno incontrato, nella mattinata, un centinaio di studenti delle scuole superiori cittadine e, nel pomeriggio, i tanti che hanno scelto di trovarsi al Museo di Storia Naturale per ascoltare la straordinaria esperienza dei due scienziati credenti. I due testi, freschi di stampa e diffusi in questi giorni in forma promozionale, intendono diventare uno strumento utile per gli operatori pastorali che devono affrontare il tema del rapporto tra scienza e fede. Il primo, dal titolo «In saecula saeculorum», di cui è autore il professor Benvenuti, affronta, in forma elementare, l’evoluzione dei concetti di spazio e di tempo nella scienza moderna fino ad arrivare al concetto attuale di «continuo spazio temporale». Ma nello stesso testo il noto astrofisico propone anche dei percorsi di approfondimento teologico che possono avvantaggiarsi della conoscenza «fisica» dello spazio e del tempo. Un bell’esempio di dialogo fecondo tra scienza e fede. Il secondo, firmato dall’ingegner Zolesi, si intitola «Tra il fiore e il computer» e affronta il rapporto tra la tecnologia e la fede; lo fa in modo originale attraverso un S racconto di fantascienza («una mia grande passione fin da giovane», ha confessato l’ingegnere), una lettura biblica e una serie di provocazioni forti che tendono a smentire con la forza della razionalità alcuni luoghi comuni che sono diffusi anche in ambito scientifico. Il testo è arricchito dalla presenza di alcune schede di approfondimento destinate al lavoro in gruppo curate dal professor Filippo Arru e da un bel fumetto, disegnato da Lorenzo Bernardini adatto ai giovani (ma non solo) che racconta per immagini la storia che fa da sfondo alla riflessione. La testimonianza dei due autori e i testi appena pubblicati contribuiscono a sfatare uno dei luoghi comuni più diffusi nel modello culturale dominante nella nostra storia recente, quello secondo il quale la scienza è nemica della fede e più si approfondisce una e più ci si allontana dall’altra. Lo ha confermato anche il professor Benvenuti quando ha auspicato la realizzazione di un’alleanza tra scienziati ed annunciatori della fede per avvicinarsi progressivamente alla verità; lo ha testimoniato l’ingegner Zolesi quando ha raccontato come, al termine del faticoso lavoro di preparazione di una missione spaziale, spesso gli scienziati, provenienti da paesi e culture molto diverse tra loro, si ritrovino insieme, davanti a un bicchiere di birra, a parlare di Dio. Ma per convincersi davvero di questo e poterne dare ragione in ogni ambiente è bene cominciare a confrontarsi con questi Ai cattolici impegnati in politica IL NATALE DEI POLITICI CON IL VESCOVO SABATO 22 DICEMBRE IN VESCOVADO ome succede ormai da diversi anni il Vescovo Simone, in prossimità del Natale, invita i credenti impegnati in politica a una giornata di riflessione e preghiera. Quest’anno l’appuntamento è per sabato 22 dicembre presso il Vescovado. Si inizierà con la celebrazione dell’Eucarestia presieduta da monsignor Giusti e si proseguirà con una meditazione incentrata sull’attualità dell’impegno dei cattolici in politica. Nella seconda parte sarà presentato un documento dal titolo “Livorno, amica della famiglia” realizzato nella commissione politica del Progetto Culturale diocesano.L’incontro è aperto a tutti i cattolici che sono impegnati a vario livello nell’ambito socio – politico. (locandina pag VIII) C IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi temi partendo magari dai primi due testi della collana Stenone ideata e voluta da monsignor Giusti che ha concluso la giornata con un intervento particolarmente apprezzato di cui potete leggere in questa stessa pagina. (Nelle foto: in alto un momento della conferenza del mattino: da sinistra J. Pelosi, V. Zolesi, P. Benvenuti e L. Lischi, sotto il pubblico dei ragazzi; in basso la conferenza del pomeriggio con il Vescovo e il pubblico)

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 45 del 16 dicembre 2012

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

16 dicembre 2012

uel Natale di duemila anni fa! Era proprio ora che Dio si facesse vedere. Perché troppierano gli equivoci sul suo conto. Chi lo scambiava con l’imperatore, chi con una statua,

chi con un personaggio mitologico. E il Natale oggi? Anche oggi direi: "abbiamo ancorabisogno che Dio si faccia vedere" e proprio come un "Gesù Bambino"! perché anche fra noiDio è tanto deformato…come quando lo si scambia con il prete, o con il cristiano in genere;mentre questi hanno il dono di aver incontrato Dio e il compito di aiutare gli altri adincontrarlo.In questo Natale, ai credenti che possono sempre deformare in sé l’immagine di Dio e ainon credenti per aiutarli a cancellare eventuali immagini sbagliate vorrei dire: guardatequesto Bambino e capite che il Dio cristiano non è una forza oscura che invade la vitadell’uomo e la mutila della sua intelligenza o della sua libertà, tutt’altro, egli ha bisogno dinoi come un bambino e per questo ci impegna a sviluppare liberta, intelligenza, capacitàumane e altri doni perché possiamo collaborare con Lui e fare un mondo più bello

(Omelia di Natale 1979)

Q

Progetto Culturale. Presentati i primidue testi della collana Stenone.La testimonianza autorevoledi due scienziati credenti

SCIENZA e FEDEcamminano insieme

TRA CIELO E TERRA

ra cielo e terra, alla ricerca della vita nell’universo. Duemomenti di incontro e dialogo al Museo di Storia

Naturale del Mediterraneo della Provincia di Livorno: unluogo di scienza dove un astrofisico, il professor PieroBenvenuti e uno scienziato aerospaziale,Valfredo Zolesi,hanno parlato a persone diverse, di età diverse, con ruolidiversi.Una scienza che si pone i tanti interrogativi che incalzano dasempre l’uomo e che desidera andare alla ricerca continuadel sapere, alla ricerca della verità. Una scienza che riconoscee sa che ci sono dei limiti e per questo sente la necessità dicambiare assai spesso prospettiva, di andare oltre. Perchél’universo è vuoto con i nostri attuali criteri di spazio e anchele tecnologie che utilizziamo sono “vecchie”per cogliere ununiverso che è in continua espansione e che si presenta come“una creazione continua”, e di cui, ecco un nostro grandelimite, riusciamo a cogliere solo una minima parte, appena il5%. E l’altro 95% come sarà costituito, come si presenterà?Ecco un qualcosa che sappiamo esistere ma non vediamo.Sono tante le cose che non si vedono eppure ci sono: anchel’aria non la vediamo ma sappiamo che c’è pena la nostrastessa vita, anche il nostro pensiero esiste ma non lovediamo. Non vediamo la forza che muove il nostro corpo mala forza esiste. Anche il vento esiste ma non si vede. Ecco, Dioè un po’ come il vento, c’è ma non si vede.Una scienza laica, non ideologica, sente il bisogno di andareoltre, di rispondere ai tanti fenomeni non ancora e nonsempre spiegabili con la ragione e con le attuali conoscenzescientifiche. Molti fenomeni presenti nella realtà quotidiananecessitano di lasciare aperta una riflessione profonda chedesideri indagare senza preconcetti e senza apparatiideologici acquisiti una volta per sempre. Occorre una

scienza aperta, capace dimettersi in discussione edi farlo sempre. Unascienza, quindi, che è ingrado di considerare il“dubbio”e il “limite”alleattuali conoscenze. Essi,infatti, rappresentanosani fondamenti diindagine scientifica su cuispingere la ragione atrovare sempre altrestrade, altri modi leggerela realtà. Una scienzapensante e dialoganteche supera quindi levisioni ideologiche e siinterroga “sul come

passare da quel poco che si sa al tantissimoche si riesce a pensare”. Una scienza poiche ripensa ai concetti di spazio e tempo.Uno spazio e un tempo che mi aiutano acollocare il mio vissuto: uno spazio limitato,nel quale vivo, che desidera raggiungerespazi più lontani, oltre la luna. E un tempofondato sul kronos, sul “logorio”del tempoquotidiano scandito dall’orologio, fatto ditante azioni e riempito di tante cose, chenon è sufficiente per cogliere il senso delnostro esistere e che quindi sente lanecessità di liberarsi nel kayròs, il tempodell’oltre, per trovare un “nessosignificante” tra noi e l’altro,“sotto cielinuovi e in una terra nuova, dove ognilacrima è asciugata…in saeculasaeculorum…..”.

Luca Lischi

T

Alla ricerca di un«nesso significante»

IL VESCOVO GIUSTI HA AUSPICATO NUOVI ORIZZONTI PER LA RICERCA

Per una scienza nuova, libera e laica«INDAGARE SU TUTTI I FENOMENI, ANCHE QUELLI PIÙ MISTERIOSI»

onsignor Giusti ha tratto le conclusioni della giornata di studio su Scienza e Fede promossadal Progetto Culturale diocesano partendo dal concetto di felicità. «La gente - ha detto -

cerca la felicità che consiste nel vivere amando, essendo amati, per sempre. E’questa la felicitàeterna a cui tende l’Universo che non può essere il risultato del caso. La scienza non può spiegarecon il caso quei fenomeni per i quali non trova una motivazione razionale; come Chiesa siamochiamati ad incoraggiare tutti ad usare l’intelligenza che è quella che ci fa ragionare e trovared’accordo».«Purtroppo - ha proseguito – nel pensare al Dio creatore siamo ancora oggi vittime diun’iconografia classica che ha distorto la nostra conoscenza: Michelangelo, dipingendo la CappellaSistina ha realizzato una meravigliosa opera d’arte, ma teologicamente ha sbagliato. Le formestereotipate con cui ha rappresentato Dio Padre e Gesù hanno avuto una grande fortuna neltempo ma hanno condizionato la conoscenza religiosa dei secoli successivi. Dio Padre nonpuò essere immaginato in forma umana come un vecchio con la barba bianca perché questoallontana la nostra fede dalla realtà di un Dio eterno, onnipotente, misericordioso, infinito».Il Vescovo è quindi passato a parlare del ruolo della scienza nel mondo contemporaneo: «Lascienza deve riuscire a superare i limiti di ciò che attualmente conosciamo, studiando ifenomeni che avvengono in natura, tutti i fenomeni. In questo senso - ha continuatomonsignor Giusti - auspico che la scienza possa essere sempre più libera e laica, noncondizionata da schemi culturali del passato e da modelli interpretativi immodificabili. Allorachiedo agli scienziati di studiare anche i fenomeni che finora non sono stati oggetto delle lororicerche, come, ad esempio, quello che avviene qui a Montenero; perché certi fenomeni - si èdomandato provocatoriamente il Vescovo - come alcune guarigioni inspiegabili, avvengono aMontenero e non sotto i quattro Mori ?»«La medicina – ad esempio - ci testimonia come, nel paziente che vuole guarire, il sistemaimmunitario risponde meglio: perché allora non approfondire questi aspetti e ricercare ancheil valore terapeutico della religione?»

n.s.

M

DI NICOLA SANGIACOMO

cienza e fedepossonocamminareinsieme, lo hanno

dimostrato a Livornol’astrofisico PieroBenvenuti e il tecnologoValfredo Zolesi chehanno presentato i dueprimi libri della collanaStenone di Pharus editore.Un’intera giornata distudio, promossa dalProgetto Culturalediocesano, in cui hannoincontrato, nellamattinata, un centinaiodi studenti delle scuolesuperiori cittadine e, nelpomeriggio, i tanti chehanno scelto di trovarsial Museo di StoriaNaturale per ascoltare lastraordinaria esperienzadei due scienziaticredenti.I due testi, freschi distampa e diffusi in questigiorni in formapromozionale,intendono diventare unostrumento utile per glioperatori pastorali chedevono affrontare il temadel rapporto tra scienza efede. Il primo, dal titolo«In saecula saeculorum»,di cui è autore ilprofessor Benvenuti,affronta, in formaelementare, l’evoluzionedei concetti di spazio e ditempo nella scienzamoderna fino ad arrivareal concetto attuale di«continuo spaziotemporale». Ma nellostesso testo il notoastrofisico proponeanche dei percorsi diapprofondimentoteologico che possonoavvantaggiarsi dellaconoscenza «fisica» dellospazio e del tempo. Unbell’esempio di dialogofecondo tra scienza efede.Il secondo, firmatodall’ingegner Zolesi, siintitola «Tra il fiore e ilcomputer» e affronta ilrapporto tra la tecnologiae la fede; lo fa in modooriginale attraverso un

Sracconto di fantascienza(«una mia grandepassione fin da giovane»,ha confessatol’ingegnere), una letturabiblica e una serie diprovocazioni forti chetendono a smentire conla forza della razionalitàalcuni luoghi comuniche sono diffusi anche inambito scientifico. Iltesto è arricchito dallapresenza di alcuneschede diapprofondimentodestinate al lavoro ingruppo curate dalprofessor Filippo Arru eda un bel fumetto,disegnato da LorenzoBernardini adatto ai

giovani (ma non solo)che racconta perimmagini la storia che fada sfondo allariflessione.La testimonianza dei dueautori e i testi appenapubblicaticontribuiscono a sfatareuno dei luoghi comunipiù diffusi nel modelloculturale dominantenella nostra storiarecente, quello secondoil quale la scienza ènemica della fede e più siapprofondisce una e piùci si allontana dall’altra.Lo ha confermato ancheil professor Benvenutiquando ha auspicato larealizzazione di

un’alleanza tra scienziatied annunciatori dellafede per avvicinarsiprogressivamente allaverità; lo ha testimoniatol’ingegner Zolesi quandoha raccontato come, altermine del faticosolavoro di preparazione diuna missione spaziale,spesso gli scienziati,provenienti da paesi eculture molto diverse traloro, si ritrovino insieme,davanti a un bicchiere dibirra, a parlare di Dio.Ma per convincersidavvero di questo epoterne dare ragione inogni ambiente è benecominciare aconfrontarsi con questi

Ai cattolici impegnati in politicaIL NATALE DEI POLITICICON IL VESCOVOSABATO 22 DICEMBRE IN VESCOVADO

ome succede ormai da diversi anni il Vescovo Simone,in prossimità del Natale, invita i credenti impegnati in

politica a una giornata di riflessione e preghiera.Quest’anno l’appuntamento è per sabato 22 dicembrepresso il Vescovado.Si inizierà con la celebrazione dell’Eucarestia presiedutada monsignor Giusti e si proseguirà con una meditazioneincentrata sull’attualità dell’impegno dei cattolici inpolitica. Nella seconda parte sarà presentato undocumento dal titolo “Livorno, amica della famiglia”realizzato nella commissione politica del ProgettoCulturale diocesano. L’incontro è aperto a tutti i cattoliciche sono impegnati a vario livello nell’ambito socio –politico. (locandina pag VIII)

C

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

temi partendo magari daiprimi due testi dellacollana Stenone ideata evoluta da monsignorGiusti che ha concluso lagiornata con uninterventoparticolarmenteapprezzato di cui poteteleggere in questa stessapagina.(Nelle foto: in alto unmomento dellaconferenza delmattino: da sinistra J.Pelosi, V. Zolesi, P.Benvenuti e L. Lischi,sotto il pubblico deiragazzi; in basso laconferenza delpomeriggio con ilVescovo e il pubblico)

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI16 dicembre 2012II

L’incontro organizzato dalla COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO

Il coraggio di essere uominidi fronte alla violenza

questa la notizia che ha fatto il giro del mondoscientifico internazionale; il giorno 6 Dicembre

scorso presso il Centro IMAGO 7 e’ stata collaudata lanuova risonanza magnetica a campo ultra-alto RM7Tesla la prima in Italia, a prestarsi come primovolontario umano e’ stato Padre Gabriele Bezzi. Imotivi che hanno spinto padre Gabriele non sono statisolo scientifici ma soprattutto di ordine morale e difede, ha voluto con questo suo gesto aiutare quanti infuturo si dovranno sottoporre a tale esame diagnosticoad accelerare i tempi di collaudo. Fede, scienza,tecnologia uniti per aiutare l’uomo a progredire nelcampo della medicina a servizio delle persone malate.Ma lasciamo direttamente a padre Gabriele lapossibilità di dirci le sue emozioni e le sue convinzioni:«e’ stata una giornata emozionante, mi sono sentitocome un astronauta in partenza per un mondosconosciuto, non tanto esterno a me nello spaziocircostante, quanto dentro di me, un’esplorazione diquella realtà intima e preziosissima che e’ il nostrocervello. L’ho fatto con sempliciste credendo di poteraiutare tante persone che in futuro si serviranno diquesta gigantesca macchia a conoscere meglio le loropatologie celebrali. Un viaggio emozionante ma altempo stesso vissuto nella consapevolezza di farequalcosa di utile. Un gesto che come donatore disangue ho ripetuto tante volte e che rifarò anche ilprossimo 14 Dicembre: dare una goccia del propriotempo per gli altri: donare sangue, donare tempo, masemplicemente donare qualcosa di noi stessi e’semplicemente importante! La fede e la ragionequando servono l’uomo non sono mai in contrasto,anzi sono “Sorelle”, direbbe San Francesco, che siaccompagnano sulla stessa strada. Dopo circa un’oradi esame sono riuscito fuori dal macchinario felice econtento, accolto dal lampo dei fotografi come un veroastronauta al rientro dalla missione nello spazio, sonoseguite le domande dei medici, meravigliati di come ilmio cuore abbia continuato a battere a 57 pulsazionial minuto per tutto il tempo dell’esame senza maidenotare stati di emozione ma questo e il fruttodell’allenamento della corsa e del fatto che sono pureun subacqueo. Mi hanno fatto vedere le foto del miocervello scannerizzato il lungo ed in largo conrisoluzione di 200 micron, tutto a posto e questa e’stata la prova che anch’io possiedo un cervello,grandissimo dono di cui render grazie ogni giorno perquanto ci permette di fare».Il giorno 15 Dicembre, alle ore 10,30, presentile Autorità Religiose e Civili l’inaugurazioneufficiale del Centro di ricerca IMAGO 7, viale delTirreno Calambrone (Pisa).

È

L’inaugurazione del Centrodi ricerca IMAGO 7

Una verità ormaiinconfutabile:Padre Gabrieleha il cervello!

DI BENEDETTA AGRETTI

ell’ambitodell’iniziativamondiale "Città per lavita" per l’abolizione

della pena di morte, lacomunità di Sant’Egidio hapartecipato, come fa ormai daanni, organizzando unincontro per sensibilizzarel’opinione comune su un temaspesso sentito troppo distanteda noi. Presenti all’incontroMarco Perelli, Sabatino Caso eBud Welch.L’introduzione è di SabatinoCaso, il quale spiega conpassione come sia natol’impegno della Comunità diSant’Egidio verso i detenuti neivari bracci della morte.Sostanzialmente è unaprofonda riflessione che nascecome frutto di un lavoro con ipoveri. Una storia su tutte èemblema di questa lotta:quella di Dominique Green,un ragazzo texano condannatoa morte per un omicidio, mairealmente commesso, duranteuna rapina. Dominique fucondannato nel 1993, adappena 19 anni. Fu catturatocon la violenza e sottoposto adun interrogatorio senza che glifosse concesso un avvocato.Successivamente, l’avvocato diufficio, il solo che potevapermettersi vista l’estremapovertà dei suoi mezzi, nonpresentò in tempo le carte cheavrebbero permesso la suascarcerazione.Condannato senza prove a suocarico, vide respingere persinola domanda di graziapresentata dagli stessi familiaridella vittima, i quali erano certidella sua innocenza.Dominique si trovò così ascontare la sorte dei povericome lui, chiusi nel bracciodella morte, il cui sistema didetenzione è sostanzialmenteun sistema razziale: itrattamenti durissimi rischianodi farlo impazzire per la totalenegazione della speranza edella dignità umana. Tuttaviafa appello alle sue risorseinteriori e reagisce a quellabestialità cominciando ascrivere. Le sue lettere vengonopubblicate verso la fine deglianni 90: proprio rispondendoa una di queste lettere, nascel’amicizia tra Dominique e laComunità di Sant’Egidio,un’amicizia che è durata finoal giorno dell’esecuzione e che,per tanti aspetti, continuaancora oggi. Dominiquecercava di dare un senso allasua via, nonostante fosseconsapevole di avere un tempolimitato. Così scriveva: "sonoprigioniero nel braccio dellamorte… ho bisogno diqualcuno che voglia aiutarmi.Ho pensato che voi siete ingrado di aiutarmi a trovarequalcuno che abbia tempo discrivermi o di aiutarmi, perchéio negli ultimi tempi nonsapevo proprio come chiedere

Naiuto o amicizia.. Lasolitudine di questoluogo comincia adavere effetto su dime, anche perché horealizzato che possofinire per morire quiper qualcosa chenon hocommesso…" eancora "… nelbraccio della morteci sono personebuone e intelligenti, ma moltedi loro non hanno mai avutonessuna possibilità nella vita:Guarda me, la mia vita stavasolo cominciando ed è finitaper una menzogna. Perché?".Attraverso la vicenda diDominique comincia ascorrere un fiume di riflessioni.Questo ragazzo, questo amicoche ha dato forza per andareoltre nella lotta contro la penadi morte, con le sue parole haschiuso la finestra su unmondo dove la disumanità lafa da padrone. La lotta persalvare Dominique da una fineprofondamente ingiusta nonha purtroppo avuto l’esitosperato: fu giustiziato il 26ottobre del 2004, appenatrentenne, a scapito di tutti gliappelli e le iniziative in suofavore. Ma la famiglia diDominique, che per lui eraproprio la Comunità diSant’Egidio, ha raccolto il suoultimo desiderio: quello dimantenere viva la suamemoria.La battaglia contro la pena dimorte ha bisogno di unosforzo comune, per questo laComunità si è adoperataaffinché questa lotta fosse alcentro di una riflessioneglobale. Ha promosso unaraccolta di firme in varie partidel mondo, firme presentatepoi all’ONU nel 2007. E’ stataistituita "Città per la vita", unagiornata che chiama le città ariflettere su questo maleassurdo del nostro secolo: darela morte per mano dello Stato.Hanno aderito all’iniziativa1600 città in 87 paesi. Lo

scopo è quello di creare undialogo fra società civili, undialogo che coinvolga anche leamministrazioni.Annualmente viene ancheorganizzata una conferenza deiministri della Giustizia dellevarie parti del mondo (vediMongolia, Illinois e Nicaraguasolo per citarne alcuni), chefunge da laboratorio per unariflessione più approfondita. Questo sforzo congiunto haprodotto un cambiamentopolitico: su 200 paesi cheapplicavano la pena di morte,150 l’anno abolita, un risultatoche fa ben sperare per laprosecuzione di questabattaglia. Una battaglia diciviltà, combattuta senza ilsupporto del mass-media, mache ha avuto e continua adavere un forte supportopopolare.

E un’altra storia di dignità eciviltà umana viene da BudWelch, strenuo oppositoredella pena di morte, il quale havissuto sulla propria pelle ildolore più crudele che si possaprovare: la perdita di sua figlia,Julie Marie, morta ad appena23 anni nell’attentato diOklahoma City, assieme adaltre 167 persone.Membro dell’associazioneabolizionista americanaMurder Victims Families forReconciliation e del Board ofDirectors of the OklahomaCity National MemorialFoundation, Welch si è battutotenacemente contro lacondanna a morte dell’autoredell’attentato, Timothy Mc

Veigh.La sua forza sta nell’averaffrontato a mani nude undolore profondissimo, che gliha fatto toccare con mano ilimiti della natura umana. Inbalia di un prepotente senso divendetta scaturito dall’odioverso chi gli aveva, senzamotivo, tolto sua figlia, hatrascorso mesi d’inferno,durante i quali ha lucidamentepensato di poter ucciderel’attentatore con le sue mani.

La risalita dalbaratro è cominciataquando Welch,esaminando lapropria coscienza,ha capito che anchese Mc Veigh fossemorto, questo nonavrebbe accelerato ilsuo processo diguarigione. E’stata,questa, una presa dicoscienza radicale,che portato Welchad incontrarepersino il padredell’attentatore.Molte volte si sonoincontrati, questi

due padri, approfondendosempre più il loro legame,perché è più ciò che li legarispetto a ciò che li divide. Nonpiù odio quindi, ma solidarietàverso chi, parola di Welch, èstato più sfortunato. Comepadre, Welch, si ritiene piùfortunato: può parlare dellasua Julie, ed è quello che fa da15 anni a questa parte,mantenendo viva la suamemoria. Il padre di Tim McVeigh, invece, convive colrimorso di aver sbagliato consuo figlio. Bud Welch si èsempre detto convinto cheessere contro la pena di mortevolesse significare la suamaniera di rendere onore allamemoria di sua figlia Julie, laquale una volta, da piccola, gliaveva rivelato tutta la suaamarezza di fronte ai detenutidel bracci della morte uccisi dauno stato che, come lei stessadisse, insegnava ai bambini adodiare. Sei anni dopol’attentato di Oklahoma City,Tim Mc Veigh fu giustiziato.Come aveva previsto Welch,questa esecuzione non gli haprocurato sollievo, anzi … haacuito il dolore di due padri: lapena capitale è odio e vendettae proprio a causa dell’odio edella vendetta Julie Marie èmorta.Rimane, in tutto questo dolore,la consapevolezza che l’odionon si sconfigge con l’odio eche bisogna trovare il coraggiodi essere uomini di fronte allaviolenza … per Dominique,per Julie Marie e persino perTim Mc Veigh.

Due storie di morte,due storie di vita:

il racconto di chi ha vissuto

in prima personail rapporto

con personecondannate

alla pena capitale

uesta mia testimonianza, dettata più dalcuore che dal cervello,dimostra quanto

sia giusta la frase scritta da Papa GiovanniPaolo II: “Solo l’amore potrà cambiare lafaccia del nostro pianeta”.È da poco passato un anno da quando,peruna serie di motivi personali e familiari, misono trovato, da un momento all’altro inuna situazione drammatica: al solo pensierodi quei giorni mi vengono ancora i brividi edi miei occhi si riempiono di lacrime.Disperato e confuso non sapevo nemmenocosa fare. Avvolto dal buio più assoluto,iosempre piuttosto ottimista, non avevo piùnemmeno una briciola di speranza. Unapersona eccezionale, Anna , sempre in prima

linea nell’aiutare il prossimo, mi haconsigliato di rivolgermi al centro di ascoltodella Caritas diocesana, l’ho fatto e perquesto non smetterò mai di esserle grato.In via delle Cateratte ho trovato aiutomateriale e morale. Ho toccato con mano ilvero amore, quell’amore che, secondo PapaGiovanni Paolo II, potrebbe cambiare lafaccia della terra. Dove c’è amore e carità c’èDio: è proprio vero! Ho ripreso a sperare. Lamia strada è ancora in salita, ma so di nonessere solo.Un immenso “grazie” a Suor Raffaella, adElvira, a Serena, ai tanti volontari che siprodigano per i fratelli sfortunati.

Giovanni

Q

IL RINGRAZIAMENTO DI GIOVANNI ALLA CARITAS

A cuore aperto ….

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI16 dicembre 2012 III

L’AZIONE CATTOLICA INCONTRAmonsignor Luigi Bettazzi

50 annidal Concilio:

eccoil momento

giusto

Azione Cattolica haincontrato un ospitespeciale: mons. LuigiBettazzi

Di solito appena si sente direla frase scontata «l’età nonconta», spesso si tende a fareuna risata e a non darlemolto credito. Ma quando sivede scendere dal treno unapersona di ottantanove anni,accompagnata solo da unastampella e dalla valigia, nonsi può che ricredersi. Speciese il viaggio è cominciato dalPiemonte. Ebbene sì, anchequesto è monsignor LuigiBettazzi, vescovo emerito diIvrea e padre conciliare. Oltrea una così grande forza fisica(a luglio è stato operatoall’anca), gli altri elementiche colpiscono di lui sono ilsorriso e la luce dei suoiocchi, quando parla delConcilio Vaticano II. Si vedee si capisce che

’Lquell’esperienza lo hasegnato. Ci crede veramentenelle parole del Concilio, elo testimonia girando l’Italiaper raccontarlo.L’incontro, organizzatodall’Azione Cattolica, èavvenuto lunedì 3 dicembrein Vescovado, nella salaFagioli, di fronte a undiscreto pubblico e con lapartecipazione di altreaggregazioni laicali chehanno collaborato per labuona riuscita dell’evento.L’obiettivo era risvegliarel’interesse per il Concilio nelsuo cinquantesimoanniversario, soprattuttonell’Anno della Fedefornendo alcune chiavi dilettura fornite da uno dei“padri conciliari” ancoraviventi. C’erano i giovani, principaliinvitati, ma anche tantiadulti. La serata è stata

presentata da LaviniaBernardini, incaricata MLACToscana, a moderare GabrieleMaremmani, amministratorediocesano AC. Dopo il salutodi mons. Giusti, Bettazzi hacominciato il suo discorso,durato circa un’ora e tuttorigorosamente in piedi. Nonci si stanca a sentirlo parlare.La sua esposizione èbrillante, simpatica, spessoaccompagnata da aneddotisui vari padri conciliari. Unpiacere ascoltarlo. Ma soprattutto, riesce a farrespirare l’atmosfera che havissuto nel Concilio. Quandoracconta dei 2500 vescoviprovenienti da tutto ilmondo, ognuno con lapropria visione ecclesiastica,si appassiona nel dire che lìha capito la bellezza dellaChiesa Cattolica. Mentreparla della Gaudium et Spes,cerca di trasmettere il valorefondamentale dei laici.

Ripete spesso la parola«comunione» e «insieme»,poiché non basta «sapermangiare l’ostia per dire diaver fatto la comunione, mabisogna mangiarla insieme».Un atteggiamento di totaleapertura al mondo, dove laChiesa vive il suo ministeronel servirlo, testimoniando lafigura di Cristo, «luce di tuttigli uomini». Bettazzi haevidenziato come, rispetto aiprecedenti venti, ci sia statauna continuità dogmatica nelConcilio Vaticano II, ma nonha mancato di sottolineare,invece, la discontinuità sottoil profilo pastorale. Daquesto punto di vista è statasicuramente una rivoluzione“copernicana”, dove irapporti mondo-società egerarchia-laicato si sonoribaltati. Inoltre, ha aggiuntoche l’obiettivo di GiovanniXXIII non era quello dimutare le verità di fede, masolamente saperle ridire inmodo che potessero essereaccolte dalla societàcontemporanea. Dopo aver risposto alledomande del pubblico, ilvescovo emerito ha invitato a

non puntare ildito contronessuno per lamancanza dellapienaattuazione delConcilio,poiché tutti nesiamoresponsabili.Infine, congrandeottimismoverso le giovanigenerazioni, haconclusoaffermando:«Il famosopadre Congardiceva che un

vero Concilio, per essere bencapito e ben vissuto habisogno di cinquant’anni:ecco questo è il momento!»

Mauro Donateo

Un testimone verace del Vaticano II raccontail significato di questo evento e di ciò che ne

è seguito: «Non basta “saper mangiare”l’ostia per dire di aver fatto la comunione,

ma bisogna mangiarla insieme»

lla Parrocchia dei Sette Santi si è tenu-to il ritiro d’Avvento degli Operatori

Pastorali con monsignor Giusti. Per l’An-no della Fede che stiamo vivendo, monsi-gnore ha tenuto un primo momento dovea partire dall’articolo di fede “Credo inDio Padre Onnipotente”, facendo riferi-mento al Catechismo della Chiesa Catto-lica, ha proposto un DVD al quale luistesso aveva collaborato per la realizza-zione per l’Ufficio Catechistico della CEI.Riponendo al centro la necessità che fedee ragione dialoghino perché “la veritànon è solo verità di ragione”, la proiezio-ne con rigorosità scientifica accompagna-ta dal Magistero della Chiesa, invita glioperatori pastorali a ragionare sulla fedee a saper argomentare. Monsignor Giusti,ha quindi sottolineato quanto mai urgen-te e necessaria una formazione perma-nente per “sapere ricercare e rendere ra-gione della nostra speranza” e saper ri-spondere alle domande che l’uomo smar-rito ci pone.L’adorazione Eucaristica, la recita dei Se-condi Vespri e alcune brevi riflessioniconclusive, hanno segnato la secondaparte dell’incontro. La preghiera per l’uo-mo di fede è la via privilegiata perché essaporta l’uomo a confidare in Dio che èamore e vita. Ci sono dei gradini da per-correre e sono quelli delle Beatitudini: so-lo se siamo poveri, umili, miti, se provia-mo dolore per i nostri peccati, se provia-mo misericordia, se diventiamo operatoridi pace sapremo privilegiare la via delcuore, quella che ci farà chiedere al Signo-re di servirsi di noi per annunciare il mes-saggio di salvezza perché Dio vuole chenessuno si perda.

Mo.C.

A

Al ritiro di avvento degli operatori pastorali

È necessariauna formazionepermanente

LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO PER I SENZA TETTO

Un piano per l’emergenza freddoe associazioni di Volontariato: Caritas, SVS, Misericordia e CISOM siuniscono per organizzare l’emergenza freddo in caso di precipitazioninevose.Servizi specifici vengono offerti nelle strutture della Caritas e del SVS.

Saranno a disposizione tra 40/50 posti per la notte per tutte le persone senzafissa dimora. Le altre associazioni Misericordia e Cisom collaborano mettendo adisposizione i loro mezzi per il trasporto delle persone e per il servizionotturno.

A disposizione degli ospiti ci saranno cambio di biancheria e vestiario, coperte,pasto caldo serale e prima colazione.

Il piano sarà operativo nel seguente modo:Ore 18.30 cena calda presso la Caritas "Porto di fraternità" in Via delle Cateratte15Ore 19.30 trasporto presso la Sede SVS in Via delle Corallaie - Picchianti, peralloggio notturnoOre 8.00 colazione presso Sede SVS

PER RISPONDERE AL MEGLIO A QUESTA EMERGENZA SI CHIEDE LA COLLABORAZIONE DI TANTIVOLONTARI OLTRE A COPERTE, SACCHI A PELO E SCARPE.IL PIANO FREDDO È COORDINATO DALLA CARITAS PER QUALSIASI INFORMAZIONI RIVOLGERSIAL 0586884693 OPPURE [email protected]

L

Gli appuntamenti per vicariato

La novena di Natale e la benedizionedei fidanzati

l Vescovo incontrerà i fidanzati delladiocesi e li benedirà in occasione

della novene di Natale:

SABATO 15 DICEMBRE18.00 S. Messa, novena e benedizionedei fidanzati del II vicariato alla chiesadi San Matteo

MARTEDÌ 18 DICEMBRE21.00 novena e benedizione dei fidan-zati del III vicariato alla chiesa dellaSeton

MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE18.00 S.Messa, novena e benedizionedei fidanzati del I vicariato alla chiesadi Santa Caterina21.00 novena e benedizione dei fidan-zati del IV vicariato alla chiesa di San-ta Lucia ad Antignano

VENERDÌ 21 DICEMBRE18.00 novena e benedizione dei Fi-danzati del VI vicariato alla chiesa diS. Maria Assunta a Castell’Anselmo21.15 novena e benedizione dei fidan-zati del V vicariato alla chiesa di SantaCroce a Rosignano Solvay

I

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI16 dicembre 2012IV

VENERDÌ 14 DICEMBRENella mattina, udienze laici in vesco-vado17.00 incontro con i cattolici di Tivoliimpegnati in politica e nel sociale, aTivoli

SABATO 15 DICEMBRE8.00 pellegrinaggio diocesano mensi-le a Montenero15.00 ritiro di avvento con i diaconipermanenti alla cappella del Mona-stero del Carmelo18.00 S. Messa, novena e benedizionedei fidanzati del II vicariato alla chie-sa di San Matteo20.00 cena con l’ordine degli inge-gneri allo Yacht club

DOMENICA 16 DICEMBRE10.30 S.Messa e cresime alla chiesa diS. Giusto a Parrana San Giusto16.00 ritiro di avvento delle religioseall’istituto Maria Ausiliatrice

LUNEDÌ 17 DICEMBRE16.30 tavola rotonda alla Camera diCommercio "Raccontare unterritorio: le sue eccellenze, la crisi, leproposte20.00 scambio di auguri con il SerraClub allo Yacht Club

MARTEDÌ 18 DICEMBRENella mattina, udienze sacerdoti invescovado16.00 S.Messa di Natale con glioperatori sanitari e ACOS allacappella dell’ospedale21.00 novena e benedizione deifidanzati del III vicariato alla chiesadella Seton

MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE10.00 S.Messa Precetto di Natale dellaPolizia e Vigili del Fuoco alla chiesadella Purificazione11.00 benedizione del presepe almercato centrale12.00 auguri ecumenici in vescovado18.00 S. Messa, novena ebenedizione dei fidanzati del Ivicariato alla chiesa di Santa Caterina21.00 novena e benedizione deifidanzati del IV vicariato alla chiesadi Santa Lucia ad Antignano

GIOVEDÌ 20 DICEMBRE10.00 udienze laici10.30 incontro con l’equipe delseminario in vescovado12.00 auguri con le Autorità inVescovado: presentazione delprogetto di via Donnini18.00 Natale dell’allievoall’Accademia Navale

VENERDÌ 21 DICEMBRE8.30 incontro con gli operatori e idirigenti dello stabilimento ENI aStagno11.00 auguri Movimento CattolicoLavoratori12.00 auguri del personale della curia18.00 novena e benedizione deifidanzati del VI vicariato alla chiesadi S. Maria Assunta aCastell’Anselmo21.15 novena e benedizione deifidanzati del V vicariato alla chiesa diSanta Croce a Rosignano Solvay

SABATO 22 DICEMBRE9.00 ritiro dei politici: S. Messa eincontro, in vescovado (vedilocandina pag VIII)

DOMENICA 23 DICEMBRE17.00 S. Messa e ritiro spirituale perun gruppo di famiglie in vescovado

Agenda del VESCOVO

La Giornata missionaria dei RAGAZZI Domenica 20 gennaioall’Istituto Santo Spirito

Con Gesù ho imparato a credereA tutti i parrociAi catechisti e animatori e. ragazziAgli Istituti ReligiosiAlle Scuole Cattoliche

toricamente, il 6 gennaio, oltre adessere il giorno dell’Epifania, è anchela Giornata Missionaria dei Ragazzi(GMR), ma nelle diocesi, per

esigenze diverse, possono anchefesteggiarla in un’altra data vicina.La GMR è, in un certo senso, la primadata missionaria, perché oltre ad essereall’inizio dell’anno, è il giorno in cui ilVangelo ci fa riflettere sullamanifestazione di Gesù a tutti i popoli. Anche i Ragazzi Missionari,testimoniando la gioia dell’amicizia conGesù, sono un segno in mezzo ai loroamici, tante piccole luci che illuminano ilsentiero che conduce all’incontro conCristo e la Sua Gioiosa Parola e in questafesta i Ragazzi Missionari dei cinquecontinenti celebrano il loro impegno perla MissioneLa nostra Chiesa livornese, ormai da tantianni, celebra questa iniziativa con unagiornata di incontro e di festa deibambini e ragazzi della nostra diocesi. Unappuntamento che ogni anno consente diritrovarsi per qualche ora nella gioia maanche per riflettere e pregare insieme per

aiutare i più piccoli a sentire propriol’impegno imprescindibile dellamissione.L’appuntamento è per DOMENICA 20gennaio, dalle ore 14.45 alle ore 18.00,presso l’Istituto S. Spirito, in CorsoMazzini 199 a Livorno.Il tema della giornata è: CON GESU’ HOIMPARATO A CREDERE e affonda il suosignificato nellacelebrazionedell’Anno della Fedeche stiamo vivendo.Il motivo quindi diquesta lettera, a cuialleghiamo ilvolantino con ilprogrammadettagliato, non èsolo quello di invitarvi allamanifestazione ma anche e soprattuttoquello di venire "preparati" aiutando ivostri ragazzi a riflettere, nei singoligruppi, sulla bellezza della fede cristianae sulla gioia del condividere questomessaggio con tanti altri ragazzi sparsi intutto il mondo. Non spetta certo a noi suggerirvi cosa ecome fare: le vostre capacità e la vostrafantasia sicuramente vi aiuteranno atrovare il modo migliore e più adatto perogni singola realtà.

Ci permettiamo dunque solo diconsigliarvi di parlarne prima (eccoperché vi scriviamo in anticipo) e, se lovolete, di usufruire del materiale dellagiornata che già dovreste avere, perchéconsegnato insieme a quello dell’OttobreMissionario, o che comunque poteterichiederci o scaricare direttamente dalsito www.missioitalia.it.

Siamo certi che voiparroci sapretecoinvolgere, con lapreziosacollaborazione deivostri catechisti edanimatori, i ragazzidella parrocchia e lostesso gli IstitutiReligiosi e delle

Scuole cattoliche, affinché vi sia unapartecipazione non solosignificativamente numerosa ma,soprattutto preparata.Rimanendo a disposizione per ognieventuale necessità, auguriamo a tutti voi,alle porte dell’Avvento, di vivere inpienezza la preparazione al mistero delDio che si è fatto bambino per starevicino ad ognuno di noi.

Ufficio Diocesanodi Pastorale Missionaria

Don Giuseppe Coperchini

S

Libri da LEGGEREdi Mo.C.

VITALI F. -LA DOMENICA DEI PICCOLI. Av-vento e Natale (anno C)- Ed. Paoline pagine48, euro 3,80

Come iniziare i piccolissimi, che ancora nonfrequentano il catechismo, alla celebrazioneeucaristica senza che si annoino? Questo pro-getto, che si sviluppa nel ciclo dei tre annidella liturgia festiva e che ha già riscosso con-senso con i cicli dell’anno A e B, offre unostrumento adatto ai più piccoli, ricco di gio-chi, attività e figure da colorare: il tutto pernon annoiarsi durante la messa e tenersi oc-cupati, divertendosi sugli stessi testi bibliciproclamati in chiesa. Il messalino si focaliz-za sui due momenti più importanti dell’annoliturgico: Avvento e Natale, Quaresima e Pa-squa. Queste sono infatti le feste più seguitedalle famiglie con figli piccoli. I libri sono unvalido aiuto per la catechesi domestica affi-data agli adulti che seguono il cammino difede dei bambini.

Incontro DiaconiSABATO 15 DICEMBRE ALLE 15.00Presso il monastero delle suore Carmelitane, ritiro diAvvento. Meditazione offerta da monsignor Giusti

Cooperatori PaoliniSABATO 15 DICEMBRE ALLE 15.45Incontro con don Bruno Simonetto, PSSP direttoredell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi diFirenze

USMIDOMENICA 16 DICEMBRE ALLE 16.00Presso l’Istituto Maria Ausiliatrice, ritiro d’Avventocon mons. Simone Giusti su "La fede nella santa fami-glia"

Concerto d’organo natalizioDOMENICA 16 DICEMBRE ALLE 18.00Presso la Parrocchia di San Giovanni Bosco in Cote-to, si terrà l’ormai tradizionale Concerto d’organo na-talizio

Assemblea Società Asili Infantili dicaritàÈ convocata l’assemblea dei soci della Società AsiliInfantili di Carità in prima convocazione alle ore 22di lunedì 17 dicembre 2012 e in seconda convoca-zione il giorno MARTEDI’ 18 dicembre 2012 alle ore18,30 presso la sede di Via Liverani 6 con il seguenteordine del giorno: Comunicazioni del presidente;Presa visione bilancio consuntivo 2011 e preventivo2013; Varie eventuali

BREVI DALLA DIOCESI

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI16 dicembre 2012 V

CHI HA DUE TUNICHE NE DIAUNA A CHI NON NE HATroppo spessol’interpretazione di questopasso rischia di sbilanciarsiverso l’impossibile:certamente, in questomomento io ho da mangiare, emilioni di persone no. Io hoda bere, e milioni di personeno. Si tratta di una situazionescandalosa, di uno squilibrio edi un disordine inaccettabile.Perché nessuno interviene?Perché nessuno pone rimedio?Perché Dio non interviene?

LO SGUARDO DEL DOMINATOREProviamo però a pensare a checosa sarebbe necessario percolmare direttamente tutti glisquilibri e le ingiustizie cherileviamo nel mondo. Pervederle e intervenireistantaneamente sarebbenecessario assumere laposizione del dominatore:occorrerebbe avere un potereillimitato di conoscenza e disupervisione su tutta la terra, eun potere illimitato diintervento. Occorrerebbeessere qualcuno che con la suavista, la sua intelligenza, il suopotere esecutivo, abbracciatutto il mondo. In una parola,occorrerebbe essere il dittatore- o i dittatori - del mondo.Oppure che Dio agisse come ilgigantesco dittatore delmondo. Ma una simileprospettiva non è possibile pernoi, e non è neppure statascelta da Dio: nel Natalefaremo memoria di Dio che sifa piccolo per salvare ilmondo…

LA CARITÀ ACCESSIBILEAscoltiamo dunque ciò chepropone il Battista: si tratta diuno sguardo umile, concreto,accessibile nello spazio e neltempo. Chi ha due tuniche,

dia: non all’irraggiungibile, maal visibile, a chi sta vicino. Nonlo sguardo del dominatore, chepretende di risolvere leingiustizie del mondo, o dimettersi al posto di Dio, ma losguardo del fratello, che siaccontenta di accorgersi del

fratello che ha vicino, ecomincia con semplicità amettere ordine nella sua vita,condividendo il di più con ifratelli. «Accontentatevi»aggiunge il Battista «Nonesigete»: ai soldati e agliesattori non è chiesto di

rinunciare alla loro posizione,ma di esercitarla con misura,in spirito di onestà.

LA DOMANDA BATTESIMALELa domanda delle folle trovauna corrispondenzainteressante negli Atti degliApostoli: è la richiesta cheperviene a Pietro dopo laPentecoste. Si tratta dellarichiesta che precede ilBattesimo. Si tratta forse delladomanda che ciascuno di noi èinvitato a farsi, se vuoleriscoprire tutte le potenzialitàdel Battesimo e del donoricevuto. La risposta non è innessun caso un elenco di coseda fare: ma un invito allaconversione, ad unatrasformazione della vita, chenon deriva solo dalle nostreforze, ma anche dall’azionedello Spirito in noi. Nonavremo mai finito di donare achi ha meno di noi; nonavremo mai finito di esplorarei confini dell’onestà e dellacorrettezza; la conversione nonsi esaurisce in un gesto, maderiva dall’incontro con lanovità di Dio, che tende atrasformare tutta l’esistenza.

IN ATTESA DI COLUI CHE È PIÙ FORTE DI NOIDobbiamo dunque rinunciare

a uno sguardo piùampio? Dobbiamodare per persa labattaglia contro leingiustizie a livellomondiale?Certamente no: siamochiamati invece arinunciare ad esseredominatori e dittatoriutopici, chenascondonol’inazione dietroall’enormità deiproblemi, e acominciare ad essereumili fratelli,concittadini, personeche compionobriciole di giustizia;sapendo che ildominatore dellastoria è un altro,invocando colui che è“più forte”, e che pureha scelto di farsidebole, di farsipiccolo, di mettere la

sua tenda tra noi.

Che cosadobbiamo fare?

TERZA DOMENICA DI AVVENTO..... ....

«Uno sguardo umile, concreto,accessibile nello spazio e neltempo. Chi ha due tuniche, dia:non all’irraggiungibile, ma al visibile, a chi sta vicino»

a Bibbia stessa si apre con questasolenne dichiarazione: «In

principio Dio creò il cielo e la terra».In questa prima frase possiamovedere come una sorta di cerniera cheunisce i due grandi libri dellarivelazione di Dio: uno è quello chepossediamo scritto ovvero la SacraScrittura ma non ci dobbiamodimenticare del primo grande libroscritto da Dio che è quello dellaCreazione.La creazione è la prima immagine chenoi vediamo appena nati, il primomomento nel quale l’uomo si rendeconto di essere su questo mondo edesplora le profondità dei cieli e levastità dei mari.In questa bellezza che è diffusaintorno a noi si nasconde la bellezzaeterna del suo creatore.L’uomo allora, scopre nella sua vitache la bellezza rimanda a qualcosa diulteriore, di più grande della bellezzastessa di Dio.

Padre Gabriele Bezzi

L

Continuiamo la spiegazionedel Credo, attraverso la riflessionedi padre Gabriele Bezzi

AVV

ENTO

Spec

iale

Le parole della FEDE

..Creatore del cieloe della terra..

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI16 dicembre 2012VI

Rivivere il PASSATO La ristrutturazione della chiesadell’Arciconfraternita della Purificazione

l Centro CulturaleDiocesano di Via

della Madonna, allapresenza del VescovoSimone Giusti, delDelegato vescovile per leConfraternite,monsignor PaoloRazzauti, del Presidentedella provincia Kutufà,degli assessori comunaliTredici e Nebbiai e di unfolto pubblico, è statapresentata la ricercastorica sulla “VenerabileArciconfraternita dellaPurificazione di MariaVergine e catecumeni”.Oggi è un giornoimportante -ha detto ilGovernatoredell’ArciconfraternitaPaolo Lugetti- sia perchécelebriamo la storiadella nostra istituzionegrazie alle ricerche deldottor Enrico Zucchi, siaper la ristrutturazionedella Chiesa dellaPurificazione, già deiGreci Uniti, con lacollocazione nellafacciata di due statuedistrutte daibombardamenti, si trattaquindi di due copie chehanno ridato alla Chiesail suo aspetto originario.Ha poi ringraziato tutticoloro che hannocontribuito a questarealizzazione, inparticolare una signoralivornese che con il suocospicuo lascito si sonopotuti effettuare gliinterventi di restauro econservativi, attuati daFabrizio Gianbastiani edai suoi operai. Laparola è poi passataall’autore della ricercastorica, Enrico Zucchi,che si è autodefinito “untopo d’archivio”, haprecisato di aver svoltola sua vita lavorativa inqualità di chimico, madi aver sempre coltivatola passione per la storiadi Livorno. La sua ricercaha avuto inizio dallostudio di una medagliad’argento con la scritta“merito di presenza”recante la figura di una

A

colomba, medaglia cheveniva concessa agliaffiliati più meritevolidell’Arciconfraternitadella Purificazione. Perla redazione del volumel’autore si è avvalso deidocumenti rinvenutiall’Archivio di Stato,all’Archivio dellaPurificazione esoprattutto all’ArchivioDiocesano, il volume èarricchito dalle fotodella collezione diGiorgio Cencelli. Lastoriadell’Arciconfraternita siapre nel 1708 nelConvento deiDomenicani con ilnome di Congregazionedel Rosario, avrà poisede presso il cimiterourbano di Livorno inconseguenza delle leggiemanate dal Granduca.Soppressa nel 1712venne riaperta nel 1719con la richiesta algranducadell’autorizzazione perpoter svolgerel’educazione cristianadei catecumeni.

L’Arciconfraternitàtroverà sede nel Palazzodel Refugio per passarepoi nel cimitero delSeminario Gavi. Con lariforma giansenista delclero toscano leConfraternite venneroabolite, ma dopo larivolta popolare del1790 le Chiesa vengonoriaperte e leConfraternite possonoritornare. Sono statirinvenuti segni dellapresenzadell’Arciconfraternitanella Chisa del Soccorsodove è ancora visibile ildipinto di una Madonnae si parla dell’acquisto diun organo, a cui,sembra, non fu estraneoil grande GiuseppeVerdi. Per quantoriguarda l’educazionedei catecumeni, Zecchiha sottolineato che nelcorso degli anni nefurono presenti circa250, in gran parteappartenenti allareligione ebraica. Perquanto riguarda gliStatuti dell’Associazione

già nel 1863 erano statiapprovati dall’appositoMinistero dei Culti.Come Associazionefunebre nel 1854 vienecostruito un cimitero indiretta continuità conquello dellaMisericordia, tra letombe dei cittadiniillustri c’è anche quelladi Costanzo Ciano.Come Chiesa dei GreciUniti subì ibombardamenti del1943 e fu proprio inquella occasione chevennero rubati lamaggior parte degliargenti della Chiesa.Zucchi ha infinericordato treavvenimenti importanti:quello dellaricostruzione, dellaconsacrazione nel 1970da parte del VescovoAblondi el’inaugurazionedell’Iconostasi nel 1985.Il Governatore Lugetti hapoi invitato il Vescovo aconsegnare un Diplomadi benemerenza allostorico Zucchi eall’Ingegner Fogolari cheaveva dato il propriocompetente aiuto nelreperire un consistentemateriale documentalenell’Archivio Diocesano.Il Vescovo si è poicomplimentato conl’autore per la ricerca“documentata e

minuziosa” nella quale -ha aggiunto- emerge illegame profondo dellaArciconfraternita con icatecumeni. Oggivogliamo ripristinarequesto legameinsediandoli in questoluogo, creando qui una“casa per adulti” chechiedono di esserebattezzati e creandoanche per loro unaopportunità diformazione. Vuole essereuna casa che permettasia di entrare in dialogoper chi è in ricerca diDio, sia per coloro cheche vogliono avvicinarsial cristianesimo. Dovràessere anche il luogodove si “formano iformatori deicatecumeni” chedovranno affrontare uncammino di tre anni, sitratta perciò di prepararepersone che possanoaccompagnare gli adultiin questo cammino inquanto si è constatatal’esistenza di unadomanda crescente. IlVescovo ha ricordato chela nuova Chiesa sarebbeil luogo più adatto per lacomunità ucraina dicelebrare l’Iconostasi e iloro riti. All’incontrosono stati presenti inuovi responsabili dellaSovrintendenza alleBelle Arti, i dottori Lenzie Torni, due vecchi amicidel Vescovo Simone.Invitato a parlare ildottor Lenzi ha dettoche Livorno “ha unpassato straordinario”,per cui bisogna“recuperare appieno lasua dignità di cittàinternazionale, erede diun patrimonio storicoche noi abbiamo laresponsabilità dirivitalizzare”. L’incontroè terminato conl’inaugurazione dellaChiesa dellaPurificazione ritornata anuova bellezza dopo ilavori dellaristrutturazione.

Gianni Giovangiacomo

ella bellissima sala degli specchidel museo civico "G.Fattori" di

Villa Mimbelli di Livorno, l’amiciziaebraico cristiana ha presentato uninteressantissimo libro: «Il Vangeloebraico. Le vere origini delcristianesimo» che ha richiamato unfolto pubblico. L’associazionecostituitasi ufficialmente il 28Gennaio 2011 grazie alla volontà diun gruppo di soci fondatori dientrambe le tradizioni, sotto lapresidenza della dottoressa CaterinaMeucci, ha come scopo la conoscenzareciproca, il rispetto e l’amicizia traebrei e cristiani, al fine di eliminarepregiudizi, combattendo ogni formavelata o palese, di antisemitismo ecollaborando nella difesa dei valoriideali e morali comuni. Essa si ponead un livello diverso rispetto a quellodei soggetti istituzionali di entrambele tradizioni, ma intende operare inpiena sintonia e collaborazione congli stessi, guardando però al livellopiù importante quale quello della vitaquotidiana, intessuta di rapporti nonsempre facili, ma che ci interpellacontinuamente.Questa associazione nata in Francianel 1942 conta ora in Italia novegruppi e quella livornese è la piùrecente. L’inizio comunque di questopercorso di dialogo che come haricordato il Dott. Guastalla, fa proprial’espressione di Mons. Ablondi checonsiderava il dialogo come ricercadell’alterità contrariamente alproselitismo, è cosciente di quanto siaimportante avere molta delicatezza epazienza e soprattutto "essere inbuona fede". La presentazione diquesto libro è stata certamente unsegno di un dialogo serio in quanto latematica in essa contenuta, pur nonessendo di immediata comprensione,ha fatto percepire chiaramente comeda entrambe le parti ci sia la volontàdi studiare, approfondire le origini delCristianesimo superando gli antichipregiudizi che hanno diviso per secolile due comunità.I relatori, il Prof. Marco CassutoMorselli presidente Amicizia EbraicoCristiana di Roma e Don Gino Bertoparroco della Chiesa del Sacro Cuoredi Livorno, pur nella difficoltà deltesto che vede cristiani ed ebrei nellostudio del Cristianesimo del I secolo,hanno entrambi sottolineato che ildialogo si pone sui confini dientrambi, cercando di arricchirci dellasapienza dell’altro e che non segnanol’esclusione ma l’inclusione. Ilfrancese Andrea Frossard dicevainfatti che se i cristiani sono debitoriai greci per la filosofia e ai romani peril diritto, al popolo ebraico lo sonoper tutto il resto perché ci hannoinsegnato Dio. Ecco che la lettura diquesto libro scritto da uno dei piùimportanti talmudisti moderni,Daniel Boyarin, pur paragonabile "adun veliero contro vento su acqueagitate, con un comandante dallacompetenza indubbia, una voltatornati sulla terra ferma, ci fa scoprireil cristianesimo e l’ebraismo comenon li abbiamo mai visti prima", mala rilettura dei passi più familiari delleSacre Scritture, acquistano nuova lucee costringono ebrei e cristiani aripensare "radicalmente le proprieidentità e il loro modo di rapportarle"(dalla prefazione del Premio PulitzerJack Miles).

Mo.C.

N

«IL VANGELOEBRAICO»

Gli incontridell’Associazioneper l’Amiciziaebraico cristiana Una «casa» per chi è in cerca di Dio

L’APERTURA DELL’ANNO ECUMENICO ALLA CHIESA DI SHANGAYI

Voi dunque pregate cosìella Parrocchia diShangai sì è tenuto

l’incontro ecumenico dipreghiera che ha vistopresenti le varie confessionicristiane e movimentiecclesiali che sonoimpegnati nel dialogoecumenico. Don Piotrresponsabile Ce.do.Mei,all’apertura dell’incontro, hasottolineato quanto sianoimportanti i momenti in cuile varie confessioni siriuniscono a pregare, perchédediti alla ricercadella Verità a partiredalla Parola di Dio,senza finzioni eipocrisia. Siamo tuttiin cammino verso laPasqua eterna e nellapreghiera abbiamo ilmezzo profondo pertrovare Dio ericonoscere in noi ledebolezze e perpurificarci e compierequindi un atto dilibertà perché il male nonabbia l’ultima parola. Lapastora battista Lidia Giorginella meditazione, facendoriferimento alla preghieradel Padre Nostro, edevidenziandone la brevità ed

essenzialità, ha invitato adavvicinarci al Padre con unospirito rinnovato,riconoscendo in Lui larelazione di filialità e difiducia e riconoscendonell’oggi la sua volontà

affichè venga il suoRegno. Ogni giornoinfatti abbiamobisogno della Suapresenza, del suoperdono e della sua

benedizione. Quandoterminiano la preghiera conl’espressione "liberaci dalmale" ricordiamo a noistessi che non siamo ancorain possesso di quel bene nelquale non soffriremo più

alcun male e questadomanda come dice s.Agostino ha un significatolarghissimo "perché inqualunque tribolazione sitrovi il cristiano, con essaesprima i suoi gemiti, conessa accompagni le suelacrime, da essa inizi la suapreghiera, in essa laprolunghi e con essa latermini".

Mo.C.

N

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI16 dicembre 2012 VII

Va in scenail NATALE

DI FABIO FIGARA

pere interracotta, incartone,scolpite nel

legno, quadri e un"presepevivente":aggirandosi per icorridoi delchiostro delSantuario èpossibileammirare lascena dellaNativitàriproposta invarie forme e convari materiali ecolori. Adesempio, eccoMaria, Giuseppee il Bambino inuna grottaidentica allafortezza rappresentatanello stemma diLivorno; ecco unacomposizione didisegni e fotografie, incui sono immortalatescene di vita quotidianacon disegni sullanascita e infanzia diGesù; e ancora, unameravigliosa radice diolivo da cui è statoricavato un Presepeintero. "Siamoveramente soddisfattidella risposta che ci èarrivata in termini dipubblico e dipartecipanti - spiegaFrancesco Lamacchia,presidentedell’associazioneorganizzatrice -esporremo le opere finoal 27 gennaio, poiproclameremo ivincitori diquest’edizione.Contemporaneamente,oltre a tutta un’altraserie di eventi, abbiamodeciso di dedicare unsecondo concorso soloalle sculture di artisti,opere che verrannoospitate nei giardini delSantuario dal 15dicembre al 6 gennaio."All’inaugurazione èintervenuto donAlessandro Paradisi,priore della comunità

Omonasticavallombrosana."Sono veramenteonorato di poterospitare anchequest’anno la mostrasui Presepi - ha

affermato donAlessandro - e noto conpiacere un aumentodella qualità delle operepartecipanti e unanumerosapartecipazione.

Purtroppo in Italial’importanza delPresepe è andatadiminuendo, di paripasso con la crisiculturale e dei valorireligiosi che stiamovivendo, preferendol’installazionedell’albero, secondo leusanze nordeuropee.Non dobbiamodimenticare che SanFrancesco d’Assisi, vistal’impossibilità per lamaggior parte dellepersone di recarsi inTerra Santa, volleriproporre per primo lascena della Natività,dando inizio a questastupenda tradizione:cerchiamo diriscoprirne il valore!"Particolarità di questa

inaugurazione è stata lapartecipazione del"Presepe vivente" dellaParrocchia di Parrana S.Martino: i bambinidella catechistaVeronica Ragliantihanno impersonatoMaria, Giuseppe, angeli,magi e pastori…perfino la stellacometa! "Tengo moltoalla tradizione delPresepe - spiegaVeronica - e con lacreazione di questascena, facendoimprovvisare i bambinicome attori, spero cheapprezzino il Natalenon solo come l’arrivodi regali, ma soprattuttoperché rappresenta ilmomento della nascitadi Cristo."

Sabato 8 dicembre il gruppodell’associazione Acsi “La Funicolare”di Montenero ha inaugurato la quinta edizionedi “Presepi in mostra”,concorso aperto a studenti livornesied artisti italiani

TUTTE LE MANIFESTAZIONI ORGANIZZATE DALL´ASSOCIAZIONE LA FUNICOLARE A MONTENERO NEL PERIODO NATALIZIO

8 dicembre 2012 - 27 gennaio 2013: 5a Ediz. PRESEPI IN MOSTRA(Santuario)8 dicembre 2012 - 6 gennaio 2013: PRESEPE in Funicolare15 dicembre 2012 - 6 gennaio 2013: NATIVITA´ NELL´ARTE Riflessionisu una nascita (installazioni e sculture), Giardini del Santuario diMontenero19 Dicembre 2012 ore 15.00: BABBO NATALE IN PIAZZA DELLECARROZZERaccolta delle letterine (a cura Uff. Postale Montenero)24 dicembre 2012 ore 23.30: BABBO NATALE SCENDE DALCAMPANILE DEL SANTUARIO 6 Gennaio 2013 ore 11.00: BEFANA IN PIAZZA DELLE CARROZZE

Da San Francesco ai giorni nostriUN PO’DI STORIA SUL PRESEPE

l primo presepe, storicamente certo, è quellovoluto da San Francesco la notte di Natale del

1223 a Greccio. Esso ci restituisce l’atmosfera e ladescrizione dei Vangelo di Luca: il cielo stellato, lepiante, la grotta e veri attori quei contadini epecorai che accorsero con i loro cani, greggi elanterne. C’erano anche un bue ed un asino, ma ilSanto non volle attori a rappresentare Maria,Giuseppe ed il Bambino. Sappiamo che fucelebrata la Messa ed il Vangelo fu letto ecommentato dallo stesso Santo e che i presentifrati ed umili contadini innalzarono canti e lodi alsignore per quell’intera notte piena di gioia,misticismo e di visioni divine.Certamente la scena della Natività e quelle delciclo (Adorazione dei Pastori) erano scelte dasacre rappresentazioni annualmente offerte suisagrati o all’interno delle chiese durante tuttal’alto Medioevo, ma l’iniziativa di San Francescoebbe una vastissima risonanza e, dopo l’anno1223, si generalizzò. Dai presepi viventi conattori, comparse ed animali in carne ed ossa sipassò ben presto a quelli con figure scolpite nellapietra o nel legno, a grandezza naturale, chefurono collocate in una cappella ed esposte tutto.l’anno. A differenza di oggi, le grandi scultureerano statiche e solenni, come possiamo vederenel presepe storicamente importante di Arnolfodel Cambio (1289) conservato in Santa MariaMaggiore a Roma. Poi, attraverso le terrecotteinvetriate e policromate del 1400 e del 1500, ibassorilievi in marmo (dove sono presenti tutti glielementi dei moderni presepi: la grotta stalla, gli

animali, San Giuseppe dormiente, i pastori, gliangeli danzanti e musicanti in cielo, lo sfondoroccioso ed il tempio pagano fatiscente), si arrivaal presepio inteso come rappresentazionetridimensionale strettamente collegata allascenografia teatrale.Quando si parla di presepe associamo subito laparola a quelli napoletani, animati, popolari edrammatici allo stesso tempo, senza quellimagistrali realizzati in legno in Lombardia ed inAlto Adige o, in terracotta, da Modena finoall’Abruzzo. Gli abilissimi modellatori sonochiamati "figulini" In Italia fiorirono vere eproprie scuole di presepi: oltre la napoletana,quella pugliese/lucana e soprattutto quellasiciliana. Svariati materiali furono utilizzati nellarealizzazione delle figurine: il legno, la terracotta,la cera, la cartapesta, lo stucco, il gesso ed ilcorallo integrato dal rame e dall’oro (Sicilia). Etante figurine erano pregiate, artisticamente fini edettagliate nelle fattezze e negli abiti, al punto dadivenire oggetto di dono ad ambasciatori e cortistraniere, oltre che parte di doti nuziali e da essereoggi esposte nei più importanti musei.Collegate al Natale nacquero e, in parte, ancoraoggi sopravvivono diverse tradizioni, alcunestrettamente religiose, altre culinarie e altre ancoradi chiara origine pagana o nordeuropea: dallepastorali cantate davanti al presepio al giocopopolare della tombola; dal cenone magro allaMessa di mezzanotte; dalle fiaccolate notturneall’arrivo dei doni da parte di Babbo Natale. E diquesto passo non si finirebbe mai perché, comevedremo, il presepio si è diffuso in tutto il mondoe intorno ad esso, e nei dodici giorni che corronodalla vigilia all’Epifania sono fiorite tantetradizioni che sarebbe ingiusto non far conoscere.

Francesco Lamacchia

I

LA «BIANCA»DI GORGONALa scoperta che ha apertonuove prospettive di studio epossibilità di altri progettisull'isola che ospita il carcere

na varietà di ulivo sconosciuta fino ad oggi, nata ecresciuta proprio nella piccola isola dell’Arcipelago

toscano, e caratterizzata da particolari olive "a punta":Francesco Presti, consulente agronomico della Casa diReclusione dell’isola, ci ha raccontato la sensazionalescoperta."Da un paio d’anni studio queste piante, una nuovavarietà cresciuta grazie all’isolamento di questi ultimitrecento anni. Probabilmente furono proprio i monaciCertosini di Calci, giunti sull’isola per viverci e lavorarci,ad introdurla. Grazie a studi approfonditi, incollaborazione con il dott. Claudio Cantini dell’Istituto

per la Valorizzazione delLegno e delle SpecieArboree (IVALSA) delConsiglio Nazionaledelle Ricerche, ho avutola possibilità diconfrontare il DNA dellepiante della Gorgona edi compararlo conquello degli ulivicatalogati fino ad oggi,attingendo informazioni

da un database internazionale. Il risultato è stato quelloche pensavo: proprio una nuova varietà di ulivo!Tuttavia ho iniziato uno studio approfondito anche deidocumenti storici, per trovare testimonianze più precisesulle attività dei Certosini." La nuova cultivar è statacosì iscritta nel luglio del 2012 nei registri delRepertorio Regionale delle risorse genetiche autoctonetoscane, ai sensi della LR 64/04.Questi ulivi, classificati comunque in via d’estinzione(solo una ventina di piante), sono controllati ed accuditida Presti e dal gruppo di detenuti impegnato in progettidi lavoro quali l’orticoltura, la viticoltura, l’olivicoltura,l’allevamento di bovini, ovini, caprini, suini, equidi,avicoli ed api, nonché la produzione di olio, vino,conserve, marmellate, formaggio, carne e miele."La Gorgona è un microcosmo unico che ha vistopassare innumerevoli persone, sia che fossero uominiliberi o detenuti, religiosi o militari, contadini opescatori; e infatti si è creata così una realtà ricca dibellezze e, allo stesso tempo, di affascinanticontraddizioni: da una parte il carcere, al cui internosono ovviamente limitate le libertà individuali ma, allostesso tempo, le attività lavorative dei detenutipermettono loro di girare liberamente all’internodell’isola, di vivere a contatto con la natura, di creareun rapporto speciale anche con gli animali e di avere lapossibilità di tornare nel mondo del lavoro con unaprofessionalità: insomma, un grande laboratorio socialee didattico." Allo stesso modo, il fatto di essere nate inluogo chiuso ha permesso ad alcune piante, comeappunto alla "Bianca", di svilupparsi autonomamente edi rappresentare così un’entità nuova nel panoramabotanico internazionale. E lungo le strade dell’isola lavarietà di profumi, odori e colori dànno un’idea diquante meraviglie naturali convivano sull’isola."Sull’isola vivono più di cinquecento specie vegetalicensite su un territorio molto limitato - continua Presti -piante spontanee erbacee, una ricca macchiamediterranea, boschi di pini e di lecci; e, da quest’anno,abbiamo anche la "Bianca". E non escludoassolutamente che l’isola possa nascondere altresorprese!" Adesso questa nuova scoperta puòrappresentare una nuova grande risorsa perl’amministrazione penitenziaria, al fine di creare unnuovo progetto per il lavoro e la formazione dellapopolazione detenuta, ad esempio con la creazione diuna nuova filiera per la produzione di un oliomonovarietale unico. "Mia figlia si chiama Bianca, e hodeciso di dare proprio questo nome alla "nuova" pianta.Tuttavia il colore della pasta ottenuta dalle olive, eprobabilmente dell’olio che, forse, un giorno potremmoprodurre, è piuttosto scuro: come per ogni aspettodell’isola, anche in questo mi piace vedereun’affascinante contraddizione! Purtroppo la crisi c’è, esi fa sentire anche in termini di finanziamento deiprogetti.Tuttavia siamo ottimisti: il modello detentivodella Gorgona, all’avanguardia nel difficile panoramadelle carceri italiane, ha sempre superato momenti didifficoltà, e ce la farà anche stavolta."

F.F.

U

Particolari olive«a punta»cresciute grazieall’isolamentodi questi ultimitrecento anni

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI16 dicembre 2012VIII