la settimana n. 45 del 18 dicembre 2011

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 18 dicembre 2011 Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? (SALMO 115,12) O gni mattina dovrei iniziare la giornata così, ripetendo queste parole, chiedendomi come posso ricambiare oggi, la generosità di dio. La re- ligiosità dell’uomo sta in questa continua risposta ai suoi doni: la vita, l’intelligenza, l’amore, la libertà, la fede. Ma non solo l’anima, anche il corpo è sollecitato a dare gloria a dio: il mio volto, il mio sorriso, il mio sguardo sereno, le mie mani, la mia voce… Ma ripagare il Signore dei suoi doni è impossibile, ma sarebbe già una bella cosa che Dio potesse leggere nel mio cuore il costante desiderio di farlo. L’intervista all’economo diocesano Luigi Pappalardo sulla questione della tassa sugli immobili e sui fondi dell’8 per mille appena assegnati nel bilancio della Curia diocesana Caccia ai furbetti»... ma quelli veri! A CURA DELLA REDAZIONE ci o non Ici, questo è il problema! La Chiesa lo paga o non lo paga? Il tormentone che corre sui Media da mesi, continua indefesso a diffondere la cultura delle bugie. E se ce ne fosse ancora bisogno (perché, ahimè, anche i più convinti iniziano ad avere dei dubbi visto che la tiritera si ripete all’infinito…), vediamo di chiarire tutti i dubbi sulla questione; della serie: io, cristiano, a chi accusa di ladrocinio la Chiesa, voglio saper rispondere a tono e con cognizione di causa. Per far questo ci avvaliamo della competenza del dottor Luigi Pappalardo (nella foto), commercialista ed economo della Diocesi. Chi paga l’ICI e chi non è tenuto a pagare questa tassa? «I soggetti passivi dell’ ICI sono elencati nell’art. 3 del Dlgs n. 504 del 30 dicembre 1992, modificato dall’art. 58 del Dlgs 15 dicembre 1997, n. 446 e dall’art. 18, comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388. I soggetti passivi dell’Ici sono: il proprietario di immobili, ovvero il titolare di diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie sugli stessi, il locatario finanziario e i concessionari di aree demaniali, a prescindere dalla residenza dei soggetti o dalla sede legale o amministrativa dell’esercizio dell’attività. Chi invece è esente da imposta sono le categorie più varie: gli immobili dello Stato, le biblioteche, i I musei, le Unità sanitarie locali e tutte le strutture ad esse connesse, gli oratori, le abitazioni dei parroci, i fabbricati appartenenti agli Stati, i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili, i terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina, le strutture ricreative, sportive e tantissime altre (che si possono leggere nel box a pag III ndr)». Come impiega questa tassa il Comune? Si può sapere? «Il Comune utilizza l’imposta per finanziare la spesa pubblica locale. Non conosco se vi sia una voce di spesa ben precisa che faccia riferimento alle entrate da Tributi ICI». Quanto paga di Ici attualmente la Diocesi? «Attualmente la Curia diocesana paga 24.033,00 Euro suddivisi tra il Comune di Livorno, Pisa, Collesalvetti e Castelfranco di Sotto. Come ufficio Amministrativo gestiamo anche il Seminario e la Chiesa Cattedrale. Questi ultimi due enti pagano rispettivamente 1.190,00 e 2.710,00 euro. Gli Enti da noi amministrati contribuiscono quindi per complessive euro 27.933,00. A questo dovremmo aggiungere l’Ici che paga l’Istituto Diocesano Sostentamento Clero il cui dato non sono in grado di fornirlo in quanto l’Ente è di controllo Vescovile ma non dell’Economo Diocesano». Perché a suo avviso i Media insistono su questa campagna oltre che diffamatoria, completamente distorta della situazione? «In questo momento in cui il paese è “tartassato” dalla nuova manovra Monti tutti sono alla ricerca di chi stia facendo il “furbetto”. Chi già si accaniva con la Chiesa pensa che la Chiesa sia la prima ad evadere. Il fatto è che prima di parlare sarebbe meglio documentarsi. Le esenzioni riguardano tutti gli immobili utilizzati da enti non commerciali e destinati esclusivamente ad attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, culturali, ricreative e sportive. Ci sono stati ricorsi, interpretazioni del Governo Berlusconi e poi successive interpretazioni del Governo Prodi che hanno alla fine stabilito che l’esenzione spetta soltanto nel caso in cui nell’immobile non vi sia esercitata alcuna attività commerciale. Anche se in una piccola parte dell’immobile si esercita un’attività commerciale l’intero immobile diviene imponibile. Quindi non basta una piccola cappellina all’interno di un albergo per ottenere l’esenzione. Nella descrizione dell’esenzione ricadono tutti gli enti no profit, ivi compresi i circoli, le Arci. Anche il Comune, ente impositore, è esente. È però esente anche per gli immobili che non usa per fini istituzionali, ma su cui percepisce gli affitti. La Curia diocesana, invece, sui beni locati paga fino all’ultimo centesimo. È giusto dare a Cesare quel che è di Cesare ma non è giusto togliere ai poveri ciò che può essere loro dato per migliorarne la condizione di vita. È per questo che a quello che abbiamo il dovere di mettere a conoscenza le persone di come stanno le cose. Se poi l’esenzione è ingiusta allora che la si tolga. Il problema, come dicevo, è che se viene tolta la norma di esenzione non sarà soltanto la Chiesa a pagare, ma tutti gli enti religiosi di tutte le confessioni, tutte le associazioni di volontariato, le Arci, i Comuni, le Province, le Regioni, le Università, le associazioni sportive dilettantistiche, i sindacati, i partiti politici, tutto il mondo del no profit in genere, ne sarebbero colpiti. C’è da aggiungere che la Diocesi e le parrocchie pagano altre tasse: sui redditi fondiari (da immobili) l’Ires, così come la pagano gli enti commerciali; se hanno del personale dipendente pagano alla Regione l’Irap. Come ci si chiederà? Su un costo si pagano le imposte? Ma non si pagano sul reddito? Si è esatto. Su un costo si pagano le imposte. Questo almeno è quanto avviene per gli enti non commerciali. Infine rispondo alla domanda: perché la Chiesa? Perché la Chiesa fa notizia. La Chiesa usa i propri mezzi per il bene comune senza chiedere niente in cambio. Non usa i mezzi che ha per guadagnarci, usa i mezzi che ha per servire la gente che ha bisogno di essere aiutata. (continua a pag III) n una stagione di crisi economica gravissima che pesa soprattutto sui più poveri, sembra che la grande questione irrisolta e che sarebbe decisiva per il salvataggio dell’Italia sia l’esenzione dall’imposta Ici dei beni della Chiesa. “Anche la Chiesa deve pagare l’Ici” sembra essere l’unico slogan capace di far scattare l’applauso e di trovare un facile consenso. Un’affermazione più falsa che demagogica, anche se molti la utilizzano soprattutto per fini demagogici. Proviamo a capire perché. La Chiesa non è esentata dal pagare l’Ici; la tassa sugli immobili di proprietà di enti ecclesiastici viene pagata laddove il loro utilizzo sia di natura commerciale. Lo dimostra anche l’intervista che pubblichiamo qui a fianco all’economo della diocesi di Livorno che presenta i numeri e le cifre reali relative al nostro territorio. L’esenzione vale per tutti quegli immobili che hanno una delle finalità sociali previste dalla legge del 1992 che ha istituito l’Ici (destinati “esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive”) e vale per tutti gli enti, sia pubblici che privati, che hanno natura no profit, ovvero svolgono attività senza fini di lucro. L’esenzione quindi non riguarda solo beni ecclesiastici, ma tutti quelli di proprietà di enti che la legge prevede abbiano uno scopo sociale e dai quali quindi non sarebbe conveniente per lo Stato pretendere un tributo. In questa esenzione rientrano quindi gran parte degli immobili di proprietà pubblica o quelli di proprietà di privati quali partiti politici, sindacati, associazioni di volontariato, associazioni non governative, associazioni sportive dilettantistiche. Lo Stato, con la legge istitutiva dell’Ici e con le sue successive modifiche o interpretazioni, quindi non fa una scelta di privilegiare qualcuno rispetto ad altri, ma realizza una scelta di convenienza non applicando una tassa agli immobili utilizzati per svolgere quelle attività, da chiunque siano gestite senza fini di lucro, che hanno una rilevanza sociale e sarebbe rischioso appesantire economicamente, impedendo loro, di fatto, di sopravvivere. Pensare di risolvere la grave crisi economico – finanziaria in corso eliminando questa esenzione, non solo sarebbe evidentemente illusorio, ma rischierebbe di peggiorare la situazione generale costringendo alla loro scomparsa moltissime attività di grande rilevanza sociale, non solo quelle promosse e gestite dalla Chiesa o da enti religiosi. Questo argomento lo conoscono bene anche molti di coloro che cavalcano la campagna mediatica contro la Chiesa di questi giorni, ma lo trascurano calcolando che, in tempi di sacrifici, porta facile consenso e, magari, evita danni ai propri interessi cercare qualche vittima eccellente. E non importa se questa campagna è piena di bugie: su queste, almeno finora, non si pagano le tasse. I Speciale CHIESA e ICI Nella stagione dei sacrifici, si cercano vittime eccellenti ICI: UNA CAMPAGNA di bugie di Nicola Sangiacomo L’esenzione vale per tutti gli enti non profit Chi già si accaniva con la Chiesa pensa che la Chiesa sia la prima ad evadere ma prima di parlare sarebbe meglio documentarsi IL GRANELLO di senape di monsignor Ezio Morosi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 45 del 18 dicembre 2011

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

18 dicembre 2011

Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?(SALMO 115,12)

Ogni mattina dovrei iniziare la giornata così, ripetendo queste parole,chiedendomi come posso ricambiare oggi, la generosità di dio. La re-

ligiosità dell’uomo sta in questa continua risposta ai suoi doni: la vita,l’intelligenza, l’amore, la libertà, la fede. Ma non solo l’anima, anche ilcorpo è sollecitato a dare gloria a dio: il mio volto, il mio sorriso, il miosguardo sereno, le mie mani, la mia voce…Ma ripagare il Signore dei suoi doni è impossibile, ma sarebbe già unabella cosa che Dio potesse leggere nel mio cuore il costante desiderio difarlo.

L’intervista all’economo diocesanoLuigi Pappalardo sulla questionedella tassa sugli immobilie sui fondi dell’8 per mille appenaassegnati nel bilanciodella Curia diocesana

Cacciaai furbetti»...ma quelliveri!

A CURA DELLA REDAZIONE

ci o non Ici, questo è ilproblema! La Chiesa lopaga o non lo paga?Il tormentone che corre sui

Media da mesi, continuaindefesso a diffondere lacultura delle bugie. E se ce nefosse ancora bisogno (perché,ahimè, anche i più convintiiniziano ad avere dei dubbivisto che la tiritera si ripeteall’infinito…), vediamo dichiarire tutti i dubbi sullaquestione; della serie: io,cristiano, a chi accusa diladrocinio la Chiesa, vogliosaper rispondere a tono e concognizione di causa.Per far questo ci avvaliamodella competenza del dottorLuigi Pappalardo (nella foto),commercialista ed economodella Diocesi.

Chi paga l’ICI e chi non ètenuto a pagare questatassa?«I soggettipassivi dell’ ICIsono elencatinell’art. 3 delDlgs n. 504 del30 dicembre1992,modificatodall’art. 58 delDlgs 15dicembre 1997,n. 446 e dall’art.18, comma 3,della legge 23dicembre 2000,n. 388.I soggetti passivi dell’Icisono: il proprietario diimmobili, ovvero il titolaredi diritto reale di usufrutto,uso, abitazione, enfiteusi,superficie sugli stessi, illocatario finanziario e iconcessionari di areedemaniali, a prescinderedalla residenza dei soggettio dalla sede legale oamministrativadell’esercizio dell’attività.Chi invece è esente daimposta sono le categoriepiù varie: gli immobilidello Stato, le biblioteche, i

Imusei, le Unità sanitarielocali e tutte le strutture adesse connesse, gli oratori, leabitazioni dei parroci, ifabbricati appartenenti agliStati, i fabbricati dichiaratiinagibili o inabitabili, iterreni agricoli ricadenti inaree montane o di collina,le strutture ricreative,sportive e tantissime altre(che si possono leggere nelbox a pag III ndr)».

Come impiega questa tassail Comune? Si può sapere?«Il Comune utilizzal’imposta per finanziare laspesa pubblica locale. Nonconosco se vi sia una vocedi spesa ben precisa chefaccia riferimento alleentrate da Tributi ICI».

Quanto paga di Iciattualmente la Diocesi?«Attualmente la Curiadiocesana paga 24.033,00

Euro suddivisitra il Comunedi Livorno, Pisa,Collesalvetti eCastelfranco diSotto. ComeufficioAmministrativogestiamo ancheil Seminario e laChiesaCattedrale.Questi ultimidue enti paganorispettivamente1.190,00 e2.710,00 euro.

Gli Enti da noiamministraticontribuiscono quindi percomplessive euro27.933,00.A questo dovremmoaggiungere l’Ici che pagal’Istituto DiocesanoSostentamento Clero il cuidato non sono in grado difornirlo in quanto l’Ente èdi controllo Vescovile manon dell’EconomoDiocesano».

Perché a suo avviso i Mediainsistono su questa

campagna oltre chediffamatoria,completamente distortadella situazione? «In questo momento in cuiil paese è “tartassato” dallanuova manovra Monti tuttisono alla ricerca di chi stiafacendo il “furbetto”. Chigià si accaniva con la Chiesapensa che la Chiesa sia laprima ad evadere. Il fatto èche prima di parlaresarebbe megliodocumentarsi. Le esenzioniriguardano tutti gliimmobili utilizzati da entinon commerciali e destinatiesclusivamente ad attivitàassistenziali, previdenziali,sanitarie, didattiche,culturali, ricreative esportive. Ci sono statiricorsi, interpretazioni delGoverno Berlusconi e poisuccessive interpretazionidel Governo Prodi chehanno alla fine stabilito chel’esenzione spetta soltantonel caso in cuinell’immobile non vi siaesercitata alcuna attivitàcommerciale. Anche se inuna piccola partedell’immobile si esercitaun’attività commercialel’intero immobile divieneimponibile. Quindi nonbasta una piccolacappellina all’interno di unalbergo per ottenerel’esenzione. Nelladescrizione dell’esenzionericadono tutti gli enti noprofit, ivi compresi i circoli,le Arci. Anche il Comune,ente impositore, è esente. Èperò esente anche per gliimmobili che non usa per

fini istituzionali, ma su cuipercepisce gli affitti. LaCuria diocesana, invece, suibeni locati paga finoall’ultimo centesimo.È giusto dare a Cesare quelche è di Cesare ma non ègiusto togliere ai poveri ciòche può essere loro dato permigliorarne la condizionedi vita. È per questo che aquello che abbiamo ildovere di mettere aconoscenza le persone dicome stanno le cose. Se poi l’esenzione è ingiustaallora che la si tolga. Ilproblema, come dicevo, èche se viene tolta la normadi esenzione non saràsoltanto la Chiesa a pagare,ma tutti gli enti religiosi ditutte le confessioni, tutte leassociazioni divolontariato, le Arci, iComuni, le Province, leRegioni, le Università, leassociazioni sportivedilettantistiche, i sindacati, ipartiti politici, tutto ilmondo del no profit ingenere, ne sarebbero colpiti. C’è da aggiungere che laDiocesi e le parrocchiepagano altre tasse: suiredditi fondiari (daimmobili) l’Ires, così comela pagano gli enticommerciali; se hanno delpersonale dipendentepagano alla Regione l’Irap.Come ci si chiederà? Su uncosto si pagano le imposte?Ma non si pagano sulreddito? Si è esatto. Su uncosto si pagano le imposte.Questo almeno è quantoavviene per gli enti noncommerciali.Infine rispondo alladomanda: perché laChiesa? Perché la Chiesa fanotizia. La Chiesa usa ipropri mezzi per il benecomune senza chiedereniente in cambio. Non usa imezzi che ha perguadagnarci, usa i mezziche ha per servire la genteche ha bisogno di essereaiutata.

(continua a pag III)

n una stagione di crisi economica gravissima che pesasoprattutto sui più poveri, sembra che la grande questioneirrisolta e che sarebbe decisiva per il salvataggio dell’Italia sial’esenzione dall’imposta Ici dei beni della Chiesa. “Anche la

Chiesa deve pagare l’Ici” sembra essere l’unico slogan capace difar scattare l’applauso e di trovare un facile consenso.Un’affermazione più falsa che demagogica, anche se molti lautilizzano soprattutto per fini demagogici. Proviamo a capireperché.La Chiesa non è esentata dal pagare l’Ici; la tassa sugli immobilidi proprietà di enti ecclesiastici viene pagata laddove il loroutilizzo sia di natura commerciale. Lo dimostra anche l’intervistache pubblichiamo qui a fianco all’economo della diocesi diLivorno che presenta i numeri e le cifre reali relative al nostroterritorio.L’esenzione vale per tutti quegli immobili che hanno una dellefinalità sociali previste dalla legge del 1992 che ha istituito l’Ici(destinati “esclusivamente allo svolgimento di attivitàassistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive,culturali, ricreative e sportive”) e vale per tutti gli enti, siapubblici che privati, che hanno natura no profit, ovverosvolgono attività senza fini di lucro. L’esenzione quindi nonriguarda solo beni ecclesiastici, ma tutti quelli di proprietà di entiche la legge prevede abbiano uno scopo sociale e dai qualiquindi non sarebbe conveniente per lo Stato pretendere untributo. In questa esenzione rientrano quindi gran parte degliimmobili di proprietà pubblica o quelli di proprietà di privatiquali partiti politici, sindacati, associazioni di volontariato,associazioni non governative, associazioni sportivedilettantistiche.Lo Stato, con la legge istitutiva dell’Ici e con le sue successivemodifiche o interpretazioni, quindi non fa una scelta diprivilegiare qualcuno rispetto ad altri, ma realizza una scelta diconvenienza non applicando una tassa agli immobili utilizzatiper svolgere quelle attività, da chiunque siano gestite senza finidi lucro, che hanno una rilevanza sociale e sarebbe rischiosoappesantire economicamente, impedendo loro, di fatto, disopravvivere.Pensare di risolvere la grave crisi economico – finanziaria incorso eliminando questa esenzione, non solo sarebbeevidentemente illusorio, ma rischierebbe di peggiorare lasituazione generale costringendo alla loro scomparsa moltissimeattività di grande rilevanza sociale, non solo quelle promosse egestite dalla Chiesa o da enti religiosi. Questo argomento loconoscono bene anche molti di coloro che cavalcano lacampagna mediatica contro la Chiesa di questi giorni, ma lotrascurano calcolando che, in tempi di sacrifici, porta facileconsenso e, magari, evita danni ai propri interessi cercarequalche vittima eccellente. E non importa se questa campagna èpiena di bugie: su queste, almeno finora, non si pagano le tasse.

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SpecialeCHIESAe ICI

Nella stagionedei sacrifici, si cercanovittime eccellenti

ICI: UNA CAMPAGNAdi bugie

di Nicola Sangiacomo

L’esenzione valeper tutti gli enti non profit

Chi già si accaniva con la Chiesapensa che la Chiesa sia la prima ad evadere maprima di parlaresarebbe megliodocumentarsi

IL GRANELLOdi senape

di monsignor Ezio Morosi

Page 2: La Settimana n. 45 del 18 dicembre 2011

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI18 dicembre 2011II

Chi è il mioprossimo?ultima tappa di “Volontariando 2011” si è

conclusa al Museo di Storia Naturale conl’incontro sul tema: “Il ruolo del Volontariatonel percorso di integrazione del disagiomentale”.L’incontro è stato introdotto dall’assessore allaQualità Sociale e al Volontariato dellaProvincia, Monica Mannucci, che haevidenziato che la crisi impone delle necessitàdi bilancio che danneggiano le Associazioni diVolontariato perché lo smantellamento delsistema dei servizi porta al depauperamentodelle risorse destinate al welfare. A causa delcrescente numero di persone in difficoltàbisogna coniugare le esperienze divolontariato con quelle delle istituzioni. Èanche importante entrare in rapporto con lenuove generazioni per riflettere insieme sullepossibilità future del Volontariato, i giovaninon sono insensibili a questi temi perché lohanno dimostrato ultimamente dando il loroaiuto alle popolazioni liguri colpite dallecalamità naturali, nuovi “angeli del fango”come lo furono ai tempi dell’alluvione diFirenze. Il Volontariato quindi può contaresulle nuove generazioni, bisogna peròcambiare -ha aggiunto l’assessore- l’apparatolegislativo in quanto le norme non sono piùcoerenti con le trasformazioni in atto. C’èinoltre la necessità di non disperdere le risorseumane creando una rete per “fare di più emeglio”, l’Amministrazione Provinciale staanche compiendo notevoli sforzi permantenere l’assistenza specialistica e l’aiutoai portatori di handicap nelle Scuole superiori.L’assessore al Sociale del Comune di Livorno,Gabriele Cantù, ha sottolineato che c’èsempre più bisogno di un rapporto costruttivotra istituzioni e volontariato evitando che sifaccia opera di supplenza e c’è bisogno di un

volontariato chepoggi sullapartecipazioneattiva deigiovani. Lasituazione dicrisi hacomportato peril Comune unaperdita di 25

milioni di euro in tre anni, da qui ci viene lostimolo ad affrontare i problemi usandofantasia, innovazione,“rimboccandoci lemaniche tutti insieme”, facendo rete emantenendoci in stretto contatto anche infase di programmazione.Caterina Tocchini, responsabile dell’ufficioQualità Sociale della Provincia, ha precisatoche con il Volontariando di quest’anno si èvoluto privilegiare una tematica specificacome quella del disagio mentale, ha poisottolineato l’importanza della rete perl’effettiva collaborazione tra le Associazioni,sia quelle degli utenti, sia quelle deifamigliari.Tra i nuovi progetti in questosettore vi sono anche quelli del Liceo Cecionie dell’ISIS Niccolini-Palli (moltissimi studentierano presenti all’incontro) e si è volutoinserire -ha concluso- questa giornata delVolontariando in un ambiente diverso, lamanifestazione “C’è olio e olio”, proprioperché alcuni progetti per il disagio mentaleriguardano l’ambito agro-alimentare.La vice-presidente della Consulta delVolontariato, Maria Lina Cosimi, haevidenziato che le Associazioni del disagiomentale vivono sulla loro pelle le sofferenzequotidiane, tutto ciò quando i dati del Censisdimostrano un futuro nero per l’utenza acausa della mancanza di fondi. Ha poiaggiunto che da una società solidale si èpassati ad una società egoista e intimista,bisogna perciò invertire la tendenza e inquesto i giovani possono essere gli artefici delcambiamento, intanto potrebbero dare un lorocontributo donando qualche ora della loroesistenza all’interno di qualche casa-famiglia.Sono state poi presentate le esperienze e iprogetti delle Associazioni: “Comunicare percrescere”di Piombino ha ripristinato unimmobile fatiscente a Montioni che è stato lasede di un progetto di ospitalità, accoglienza eintegrazione sociale, si è anche lavorato ad unprogetto in apicoltura per la produzione delmiele, infatti uno stand ha partecipato a “C’èolio e olio”. L’associazione “Non siamo soli”della Bassa Val di Cecina, ha creato un centroper disagiati mentali organizzato dagli stessigenitori dei ragazzi che tra le altre cose haprogrammato anche delle rappresentazioniteatrali e il film “Casti Dei” con protagonisti gliutenti del Servizio di salute mentale. Altriprogetti sono stati presentati dall’Associazione“Mediterraneo”,“Velasentite”,“Avofasam”,“Ceis Comunità”. L’incontro è terminato conla tavola rotonda: Disagio mentale. Qualipercorsi di integrazione? Coordinata daldirettore Salute Mentale dell’ASL 6, MarioSerrano.

Gianni Giovangiacomo

’L

DAL CONVEGNO DELLE CARITAS DIOCESANE A FIUGGI

Rifare con amore il tessuto sociale del paeseorse il più interessante e stimolante intervento delConvegno è stato quello del prof. Mauro Magatti,

preside della Facoltà di Sociologia dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore di Milano. Per questo nepresentiamo un sintetica rielaborazione sulla qualeporre attenzione per farla diventare oggetto diriflessione nelle parrocchie e nella comunitàdiocesana tutta.

IL PROLOGOIl prof. Magatti, iniziando il suo intervento haaffermato che la questione sociale è oggi unaquestione umana (antropologica), legata allosviluppo della società negli ultimi quaranta anni. Nelperiodo si sono rafforzati ed estesi i sistemi dellatecnica, l’ultimo, drammaticamente presente oggi, èquello finanziario. Si è altresì passati a sistemi dicomunicazione qualitativamente equantitativamente nuovi: da uno a cento canalitelevisivi, dal telefono fisso all’IPAD, e così via. Ilcambiamento ha prodotto, in particolare, unacommistione tra la realtà e la rappresentazione,incidendo sulla cultura popolare, sulle singolepersone e sulle Istituzioni. Non è necessario fareesempi perché sono chiaramente evidenti. La societàsi è indebolita; la crisi odierna, poi, incide fortementesulla nostra vita quotidiana. La Comunità cristiana,la Caritas, è chiamata a ricollocarsi in un mondocosì, nel quale le pezze per rattoppare le situazioninon bastano e non basteranno più. Come coniugareoggi, allora, la pedagogia dei fatti? Su cosadobbiamo lavorare?

LA CRISI SPIRITUALELa crisi è economica, sociale, finanziaria, sociale, dirapporti ma è soprattutto una crisi spirituale. Comemai, dopo venti anni di crescita in Europa, i paesi siritrovano senza speranza nel futuro? È crisispirituale, di senso della vita e dei rapporti. In questiultimi vent’anni è cresciuta la cattiva povertà e si èprodotta la cattiva ricchezza. Abbiamo alle spalleuna stagione di espansione che sembrava infinita,dove il correre doveva portare alla felicità, a unmondo meraviglioso. Certamente non mancano gliaspetti positivi: abbiamo scoperto la globalizzazione,che ci ha portato a conoscere diversità sconosciute.Abbiamo tuttavia visto come tale movimento ha, difatto, slegato i rapporti, le condivisioni: nellafamiglia, nelle Istituzioni.Tutto è cresciuto ma inmaniera slegata. Del resto la storia è fatta dislegamenti e rilegamenti, con effetti positivi e

negativi. Siamo arrivati a cambiare, a verificare inostri processi, a fare passi avanti.

LA NOSTRA REALTÀIn questi anni l’Italia è cresciuta meno di altri paesi.Abbiamo una maggiore presenza dello Stato che nongarantisce uguaglianza, anzi, abbiamodisuguaglianze e povertà peggiori di altri. Ci siamoabbarbicati allo stato galleggiante (nonostantetutto), che però non ha protetto i più deboli.Dobbiamo cambiare questa cultura, altrimenti ogninostra azione sarà vana fatica, che non producerisultati. Dobbiamo correggere il nostro modo dioperare.

L’IMPEGNO DELLA COMUNITÀ CRISTIANADove può intervenire la Comunità cristiana, laCaritas? Sicuramente può portare domandepreziose.1) L’impotenza umana. Negli ultimi venti annil’uomo ha operato moltissimo ma proprio questa suaopera ha dimostrato la sua potenza ma anche la suaincapacità. Dobbiamo ripartire da lì; combattereconsapevoli di questo. Mai perdere di vista la nostraimpotenza quando usiamo la nostra potenza. Ilnostro correre ci ha impedito e impedisce la nascitadi figli, di occuparsi di chi è svantaggiato, di accudireagli anziani (abbiamo allungato di 15 anni la vita,ma … che vita è?). dobbiamo ricuperare il sensodella fragilità. Il nostro problema non è farfunzionare le cose ma di stare al passo col debole,con l’anziano. Le fasi della vita in cui non siamo piùcapaci di fare, ci sentiamo di peso: nella malattia,nell’anzianità. Dobbiamo dunque non preoccuparcitroppo dell’efficienza dei servizi, ma lasciarsi educaredalla povertà. Essere potenti è cosa buona ma noisiamo impotenti: non abbiamo vergogna di questo.2) La vera realtà. Influenzati dai media, oggiscambiamo la realtà con quello che facciamo, chepensiamo. Ad esempio, guardiamo l’incapacità deigiovani a discutere. Sfuggono al confronto, siscansano.Tu la pensi così? Io no, e mi scosto.Abbiamo disimparato che c’è una realtà al di fuori dinoi che va rispettata. Se in parrocchia arriva gentenuova, ci sono nuove situazioni, la comunità siinterpella. Stare sul punto della povertà significamettere al centro una realtà che è fuori di noi eaccettarla, discuterla per cambiare. A ciascuno, poirimane la libertà di dare o non dare la risposta chepuò.3) Ridare senso alla vita. L’espansione di questi

anni ha lasciato insoddisfazione per come viviamo.Occorrere rimettere nella nostra vita le cose che glidanno senso. Che cosa faccio? Perché lo faccio? Dalla bibbia sappiamo che nei tempi di crisi Dio ciparla. Cosa ci dice? Se guardiamo alle Istituzioni nopossiamo non pensare alla necessità di ricostruirle,perché ne abbiamo bisogno, immettendoci l’Ethos,l’etica, o rischiamo di avere leggi che ci schiavizzanoalla Tecnica. Ed ancora: quale cultura per l’etica? Illuogo di critica più vero per la società è la povertà. Èguardando alla povertà che possiamo trovare vienuove.

Qualche sottolineatura per capire.a) nel pensiero comune ciò che è gratuito non vale.Per noi, invece, ciò che ha valore è gratuito, perchénon ha prezzo. I valori per ricostruire le Istituzioninascono da uomini e donne che operano per questo,riconoscono perciò l’ingiustizia della povertà.Istituzioni dunque da reinventare, per ricostruire lagiustizia e l’etica popolare.b) la nostra è una società di liberi che deve scoprire isuoi fallimenti, le sue incapacità a star dietro a chiha bisogno. allora siamo liberi per che cosa? perquale mondo? la nostra libertà è ancora da costruire,da pensare. abbiamo raggiunto il benessere, lademocrazia, siamo liberi ma … .Qualche indicazione concretaAbbiamo accumulato notevoli ritardi nel preparare lepersone a costruire un mondo diverso. il problemaeducativo va al primo posto. Occorre rendere lepersone consapevoli della vita che vivono. È la caritàdell’educazione.Oggi è giusto chiedere che ciascuno dia il propriocontributo di costruzione. Non sono sufficienti leIstituzioni pubbliche. la democrazia ha vinto masembra che voglia distruggere se stessa. È dovere diognuno dare un po’ del proprio tempo, delle proprieidee, dei propri beni per ricostruire una societàgiusta. Dobbiamo far nascere l’economia dellacontribuzione.È tempo di allearsi, non per rinchiuderci a difenderema per costituire legami nuovi: nella famiglia, nelquartiere, nel territorio nel mondo; senzacontrapposizioni ma affinché ogni livello richiamol’altro a tale obiettivo. La Chiesa, la Caritas, ha ilcompito di ricostituire i luoghi dell’alleanza dove, adesempio, datori di lavoro e lavoratori possanoricostruire, rifare di nuovo le cose.

diacono Enrico Sassano,direttore ufiicio pastorale della carità

F

Volontariando 2011

Disagiomentalee volontariato

Dal 27 Dicembreal 1 Gennaio gli esercizi spiritualidella carità

«C’è inoltre la necessità di nondisperdere lerisorse umane»

a Pastorale Giovanile Vincenziana in collaborazionecon la Pastorale Giovanile diocesana e la Caritas diLivorno offrono la possibilità di partecipare agli«Esercizi della Carità», che si terranno a

QUERCIANELLA ALL’ISTITUTO SAN GIUSEPPE DAL 27DICEMBRE AL 1 GENNAIO 2012.Gli Esercizi sono un «tempo forte» in cui giovani volontariche si dedicano al servizio della carità si ritrovano e nelraccoglimento e nella condivisione arricchiscono inmaniera spirituale il loro impegno.Le giornate si sviluppano in maniera dinamica, al mattinosvolgendo servizio in diverse realtà della diocesi, alpomeriggio con la formazione, la preghiera e la fraternità.Aprirà gli esercizi il Vescovo Mons. Simone Giusti, mentrealtri ospiti terranno incontri di approfondimento.

PER ADESIONI E INFORMAZIONI:sr Raffaella Spiezio - [email protected] - 3331447519don Federico Locatelli - [email protected] -3383329604don Fabio Menicagli - [email protected] -3281676307

L

Novità alla mensa

è una novità presso la mensa del centro diocesano Ca-ritas: è il bancone self-service. Questo acquisto va nelladirezione di una riqualificazione della struttura che èormai in atto.

Il rispetto per sé stessi ed il valore della dignità umana passanoanche attraverso la cura del servizio e degli ambienti in cui vienesvolto.Nella consapevolezza di ciò si è pensato a questa nuova modalitàche favorisce una maggiore responsabilizzazione circa gli sprechied una sensazione di maggior coinvolgimento.Un nuovo acquisto che consente di presentare meglio i piatti emantenerli più caldi per la soddisfazione di operatori ed utenti.

Valentina Vaccari

’CEcco il nuovo bancone self service

erché non scegliere una meta «alternativa» pertrascorrere il capodanno? I giovani che

parteciperanno agli esercizi della Carità lotrascorrereanno alla Caritas al Porto di Fraternità aTorretta. Chiunque può unirsi al gruppo!

PCapodanno in Caritas

la parola alla CARITAS DIOCESANA

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI18 dicembre 2011 III

opo la conferenza del Comandante deiCarabinieri, il Serra ha invitato il Prefetto di

Livorno Dr. Domenico Mannino, originario diReggio Calabria, presente nella nostra città dal2008 a raccontare il suo lavoro in città. IlPresidente del Serra, Dr. Marco Creatini e ilPresidente della Provincia Dr. Giorgio Kutufà,nel rivolgere il saluto al pubblico che numerosoaffollava la sala della Provincia, hannosottolineato il ruolo determinante, delicato emultiforme di questa presenza che ha lafunzione di coordinare le strutture presenti nelterritorio col Governo centrale.Il Dr. Mannino, ha accolto con piacere l’invito «afare una chiacchierata» sulla figura del Prefetto,«in questo momento-ha detto - in cui la gravecrisi etica pervade la società, con i cittadini cheguardano con sempre maggiore distacco edisillusione alle Istituzioni Pubbliche,tratteggiare e far conoscere una tra le piùantiche d’Italia, e che ha percorso tutti i 150anni di vita del nostro Paese unito, sia un dovereper chi ha avuto l’onore di ricoprire per moltianni questa carica, e per quaranta di farne partenei più diversi ruoli e compiti in varie parti delterritorio nazionale».Il titolo della conferenza «Il Prefetto, questosconosciuto: un titolo in presto, un servitoresilenzioso» è stato preso in prestito dal libro,presentato anche a Livorno, che il collega Padoin, oggi a Firenze, aveva scritto rendendosi contoche purtroppo ben pochi conoscono questaIstituzione. Infatti in una indagine demoscopicadi alcuni anni fa, è risultato che solo un terzodella popolazione italiana sa - all’incirca – cosaè il Prefetto e di che cosa si occupa, un altro10% dichiara, invece, di saperlo bene, i giovani,quasi tutti, lo ignorano. E, per quel 40% degliitaliani che dicono di conoscerlo, la figura èstrettamente legata all’ordine e alla sicurezzapubblica anzi, «comanda» la Polizia.L’aggettivo «servitore silenzioso» fa riferimentoalla funzione di terzietà del Prefetto, chesoprattutto ai giorni d’oggi, svincolato in granparte dalle funzioni unicamente esecutive, si puòrendere liberamente disponibile alle necessità ditutti i cittadini e farsi carico del loro interesse edi quello dell’intero Paese.L’istituzione della figura del Prefetto risaleall’epoca napoleonica (1802) e, mentre inEuropa non è conosciuta, ha solo nella Franciauna similarità che è andata poi diversificandosidopo la Seconda Guerra Mondiale.In Italia con l’istituzione delle Regioni dopo il1970 e poi nel 1999 con il nuovo assetto deiministeri, le funzioni attribuite al Ministerodell’Interno pongono al primo posto i compitiriguardanti la «garanzia» e il funzionamentodegli organi degli enti locali, e quelli concernentil’attuazione della cittadinanza sociale (tutela deidiritti civili, di cittadinanza, immigrazione edasilo). La riforma costituzionale del 2001 insenso fortemente autonomistico introduce unnuovo modello policentrico dell’amministrazionedel Paese, ove l’ampia capacità di autonomiadei diversi enti territoriali, ha posto da subito uninterrogativo sulla governabilità e sulla coesioneterritoriale, sociale ed istituzionale. Per un verso,non si è rinvenuto, né si è cercato di creare exnovo, un organo che si ponesse in effettivaposizione di terzietà e di raccordo tra lo Stato egli Enti territoriali. Per altro verso, in unaperiferia segnata da svariate problematichesociali (che vanno dall’immigrazione e daldisagio sociale nel Centro - Nord alla criminalitàorganizzata e all’arretratezza dei servizi pubblicinel Sud) difficilmente affrontabili dagli Entilocali, il Prefetto è autorità provinciale dipubblica sicurezza e responsabile «politico»dell’ordine e della sicurezza.Ma l’essenza più pregnante, più appagante, piùvicina al ruolo storico del prefetto è quella chenon è prevista dalle leggi, ma a cui è chiamatoallorché deve diventare il rappresentante delgoverno verso i cittadini e nel contempo,rappresentante dei cittadini verso lo Stato.Il Prefetto si può dire che sia un poliedrico«professionista» dell’amministrazione; era erimane tuttora «l’uomo dei cento mestieri», chealterna i vari profili e la varie facce della stessafigura: il Prefetto di «polizia» come autoritàprovinciale di pubblica sicurezza, il Prefettocalato nelle emergenze sociali, il Prefettorappresentante del Governo nella provincia, ilPrefetto nel sistema delle autonomie locali, ilPrefetto organo di protezione civile, il Prefettomediatore nei conflitti sociali, ed altro ancora. IlDr. Mannino ha concluso che pur neicambiamenti che dovranno essere affrontati,non verrà mai meno da parte sua «lo spirito diservizio ed il profondo senso dello Stato sempredimostrato, sicuro ed affidabile punto diriferimento, domani come oggi e ieri, perIstituzioni e cittadini».

Monica Cuzzocrea

D

Incontri al Serra club

Un titoloin prestito

L’INTERVISTA ALL’ECONOMO

CACCIA AI «FURBETTI»,MA QUELLI VERI!(continua dalla prima pagina)Spaziando la conversazione chiediamo all’Economo anchedi illustrarci il bilancio della Diocesi, appena approvato.

L’assegnazione dei fondi dell’8 per mille, ha subitomodifiche quest’anno? Qual è la voce più ampia a cuivengono destinati i fondi?Nonostante i tagli ed i sacrifici in questi anniabbiamo impostato il lavoro per liberare quante piùrisorse possibili per utilizzare al meglio i fondipervenuti. In questa ottica possiamo notare che piùdel 50% dei fondi vengono utilizzati per opere diCarità. Una parte delle somme verranno erogate allaFondazione Caritas per contribuire alle iniziative chequotidianamente vengono portate avanti. Abbiamoprevisto anche un aiuto alle Mense Caritas inAntignano ed in Coteto. Somma molto importantepoi è l’accantonamento per l’emergenza abitativa.Contiamo infatti di ristrutturare le proprietà di ViaTerrazzini e di Via Donnini per la realizzazione diappartamenti da utilizzare per i più bisognosi. Con ifondi accantonati dobbiamo poi ristrutturare laproprietà del Villaggio Scolastico per un nuovocentro polifunzionale per la carità verso i piùbisognosi.Naturalmente gli accantonamenti di quest’anno nonbasteranno e, quindi, anche negli anni futuri faremoaltrettanto. I fondi per la pastorale invece vengono

utilizzati per le attivitàdei vari uffici, per lastruttura organizzativadella curia e perintegrare il Fondo diSolidarietà Parrocchiale.

Il debito della Diocesicon la CEI a quanto èsceso e quando verràfinito di pagare?Ricordo che ilfinanziamento agevolatoche la CEI ci ha erogatonel 2008 ammontava acomplessivi 4 milioni dieuro di cui 1,5 milionirestituiti vendendol’immobile di Via GalileiIstituto S. Margherita aCasalp e Fondazione S.Carlo Borromeo, maanche grazie ad alcuneeredità ricevute. Dei 2,5milioni rimanentiabbiamo restituito n.3rate da 250 mila eurociascuna. Restano ancora7 rate per complessivieuro 1.750.000».

Tutti gli immobilie i fabbricati che non pagano

a) gli immobili posseduti dallo Stato, dalle regioni,dalle province e dai comuni (per questi ultimil’imposta non si applica esclusivamente per gliimmobili di cui il comune è proprietario quando laloro superficie insiste interamente oprevalentemente sul suo territorio), dalle comunitàmontane, dai consorzi fra detti enti, dalle unitàsanitarie locali, dalle istituzioni sanitarie pubblicheautonome (l’esenzione spetta anche agli istituti eagli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti i cuiimmobili siano destinati ad attività ospedaliereche, pur non appartenendo alle unità sanitarielocali, concorrono, in ragione del rapporto diconvenzione, a realizzare il sistema sanitarionazionale), dalle camere di commercio, destinatiesclusivamente a compiti istituzionali

b) i fabbricati classificati o classificabili nellecategorie catastali da E/1 a E/9;

c) i fabbricati destinati ad usi culturali, cioèdestinati a sedi aperte al pubblico di musei,pinacoteche, biblioteche, archivi, cineteche edemeroteche quando al possessore non derivi alcunreddito dall’utilizzazione dell’immobile. L’esenzionespetta anche ai terreni, ai parchi e ai giardini chesiano aperti al pubblico o la cui conservazione siariconosciuta di pubblico interesse;

d) i fabbricati e loro pertinenze (anche se diproprietà di terzi ma dati in comodato al parroco),destinati esclusivamente all’esercizio del cultopurché compatibile con gli artt. 8 e 19 dellaCostituzione. Esempi di pertinenze sono l’oratorio,l’abitazione del parroco e il cinema parrocchialenon utilizzato come attività commerciale.L’articolo 2 della legge 1° agosto 2003 n. 206, haequiparato gli oratori ai luoghi pubblici di culto e laconseguente esenzione dall’imposta;

e) i fabbricati di proprietà della Santa Sede indicatinegli articoli da 13 a 16 del Trattato lateranense,sottoscritto l’11 febbraio 1929 e reso esecutivocon legge 27 maggio 1929, n. 810;

f) i fabbricati appartenenti agli Stati esteri ed alleorganizzazioni internazionali per i quali eraprevista l’esenzione dall’imposta locale sul redditodei fabbricati (Ilor), a seguito di accordiinternazionali resi esecutivi in Italia;

g) i fabbricati che, dichiarati inagibili o inabitabili,sono stati recuperati al fine di essere destinati alleattività assistenziali, di integrazione sociale dellepersone handicappate (legge 5 febbraio 1992, n.104 e successive modificazioni), limitatamente alperiodo in cui sono adibiti direttamente allosvolgimento delle attività predette;

h) i terreni agricoli ricadenti in aree montane o dicollina

i) gli immobili utilizzati da enti pubblici e privati,diversi dalle società, residenti nel territorio delloStato, che non hanno per oggetto esclusivo oprincipale l’esercizio di attività commerciali,destinati esclusivamente allo svolgimento diattività assistenziali, previdenziali, sanitarie,didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive edattività dirette all’esercizio del culto e alla curadelle anime, alla formazione del clero e deireligiosi, a scopi missionari, alla catechesi eall’educazione cristiana, così come stabilito dallalettera a) dell’articolo 16 della legge 20 maggio1985, n. 222.

L’articolo 21 del D.Lgs. 4 dicembre 1997 n. 460, esuccessive modificazioni, prevede che i comunipossano deliberare nei confronti delleorganizzazioni non lucrative di utilità sociale(ONLUS) la riduzione o l’esenzione dai tributi localie quindi anche dall’ ICI. L’esenzione può essereestesa ai fabbricati condotti dalle ONLUS

Un beneficioanche per lo StatoRisponde il giurista e rettoredella Lumsa, Giuseppe Dalla Torre

L’esenzione dall’Ici è“vantaggiosa” anche per lo

Stato?Senza dubbio. Rappresenta insostanza un’agevolazione voltaad assicurare alle fasce piùdeboli della società, chediversamente verrebberoulteriormente marginalizzate,una serie di servizi altrimentiinesistenti o più costosi. Si trattadi un sistema vantaggioso sia perla cittadinanza sia per lo Stato.Sotto il profilo strettamenteeconomico è interesse diquest’ultimo continuare aconsentire agli enti no profit difarsi carico di questi servizi».

Quale, allora la risposta chepuò dare la Chiesa?«A questa polemica strumentalee mistificatoria e la Chiesadovrebbe rispondere in un solomodo: con un impegno ancoramaggiore nell’ambito del venireincontro alle situazioni disofferenza, disagio,emarginazione; un’azione chesvolge da sempre ma cheevidentemente non è benconosciuta. Il suo impegnocaritativo è a 360 gradi, ma nonostenta medaglie al merito.Verrebbe da dire: rendiamopubblico il resoconto di tutte leattività svolte affinché la gentene tocchi con mano laconsistenza, ma sarebbecontrario al nostro stile e alnostro spirito. La manovraporterà certamente all’emersionedi ulteriori forme di povertà ebisogno. Tra queste magaril’usura, fenomeno gravissimo alquale lo Stato rispondeesclusivamente con l’azionepenale, mentre le diocesi hanno

dato vita a Fondazioni in gradodi ‘accompagnare’ le persone, lefamiglie o le piccole aziendecoinvolte per aiutarle ad uscirne.Ritengo che la testimonianza piùsignificativa che la Chiesa e tuttele istituzioni facenti capo almondo cattolico possono darenon sia il beau geste dirinunciare all’esenzione dall’Ici -colpo mortale che lecostringerebbe a chiudereattività divenute non piùsostenibili - ma quella di unrafforzamento del proprioimpegno».

Giovanna Pasqualin Traversa(DAL SIR)

Ecco secondo la legge chi risulta esente

A PROPOSITO DIChiesa e ICI

Una riflessionesul ruolo del Prefetto

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI18 dicembre 2011IV

VENERDÌ 16 DICEMBRE9.00 S. Messa per la Polizia alla chiesadella Madonna10.00 incontro con il centro pastoraledella formazione cristiana in vescova-do14.30 Workshop giovani del Comunedi Livorno su “Un patto con i giovaniper il lavoro”, alla Biblioteca Labroni-ca21.15 benedizione dei fidanzati del Vvicariato alla chiesa di Santa Teresa aRosignano Solvay

SABATO 17 DICEMBRE8.00 pellegrinaggio mensile a Monte-nero10.00 ritiro dei cattolici impegnati inpolitica a Montenero18.00 novena di Natale per il II vica-riato alla chiesa del Sacro Cuore19.00 il Vescovo partecipa al concertodi Natale in cattedrale

DOMENICA 18 DICEMBRE9.00 ritiro di avvento con i diaconipermanenti alla parrocchia di SanGiovanni Bosco

LUNEDÌ 19 DICEMBRE18.00 novena di natale per il V vica-riato alla chiesa di S. Croce a Rosigna-no Solvay20.00 scambio di auguri di Natale conil Serra Club

MARTEDÌ 20 DICEMBRE8.30 S. Messa di Natale all’Eni a Sta-gno10.00 Udienze clero12.00 scambio di auguri con i pastorie i rappresentanti delle altre confes-sioni religiose18.00 novena di Natale per il II vica-riato alla chiesa di S. Luca a Stagno19.00 Consulta Caritas diocesana invescovado21.00 novena di Natale per il III vica-riato alla chiesa della SS.ma Trinità(Cappuccini)

MERCOLEDÌ 21 DICEMBRE9.00 in vescovado, riunione ammini-strativa18.00 S. Messa per il Natale dell’allie-vo e a seguire cena all’Accademia Na-vale

GIOVEDÌ 22 DICEMBRE10.00 Visita al presepe del mercatocentrale di Livorno12.00 Inaugurazione del Centro perla vita S.Anna a Montenero 16.00 S. Messa alla casa di riposo"L’Ambrogiana"18.00 novena di Natale per il IV vica-riato alla chiesa di S. Maria di Monte-nero19.00 Auguri di Natale in prefettura

VENERDÌ 23 DICEMBRE10.00 udienze laici in vescovado11.30 Auguri ai volontari e collabora-tori della curia, in vescovado12.00 Auguri ai dipendenti della curiadiocesana, in vescovado16.00 S. Messa e auguri di Natale allaCasa di riposo "La provvidenza" invia Baciocchi17.00 visita ed auguri ai sacerdoti an-ziani della diocesi18.00 novena di Natale per il I vicaria-to alla chiesa di S.Benedetto

SABATO 24 DICEMBRE 11.00 Incontro e scambio di auguricon gli ospiti della Caritas a Torretta23.00 Veglia di Natale e S. Messa incattedrale

DOMENICA 25 DICEMBRE8.45 S. Messa alla Casa circondarialedi Livorno " Le sughere"10.30 Pontificale di Natale in catte-drale12.00 Saluto al pranzo di Natale dellacomunità di Sant’Egidio12.30 Saluto al pranzo di Natale dellaCaritasLunedì 26 Dicembre11.00 S. Messa per la festa patronaledi S. Stefano a Castelnuovo della Mi-sericordia

Agenda del VESCOVO

Diocesi informa

BREVI DALLA DIOCESIASSOCIAZIONE ALBERTO ABLONDIVenerdi 16 dicembre 2011 alle ore 21.15Nel salone della Parrocchia della SS. Annunziata deiGreci in via Olanda a Livorno si terrà l’Assemblea deisoci (già iscritti o che vorranno iscriversi)nella qualeverrà presentato il cammino fatto dall’Associazione e isuoi progetti futuri e sarà proseguita la riflessione sullaLettera pastorale di Mons. Ablondi "Siamo comunità?"del 1977Nell’occasione sarà possibile aderire all’Associazionemediante il versamento della quota associativa che avràvalidità per l’anno 2012

FIGLIE DELLA CARITÀSabato 17 e Domenica 18 Dicembre«La Parola e le parole della Bioetica» è il titolo del corsoorganizzato dalle Figlie della Carità per i Laici e i consa-crati che desiderano approfondire alcune tematichefondamentali della morale cristianaIl primo incontro del Corso si svolgerà a Quercianellaavrà come tema: “L’uomo è la sua vita?”

CONCERTO D’ORGANO Sabato 17 Dicembre alle 21.15Nella chiesa di San Giovanni Bosco a Coteto, concertod’organo

INCONTRO DIACONIDomenica 18 Dicembre alle 9.00Presso la parrocchia di San Giovanni Bosco, ritiro d’Av-vento per i diaconi.La meditazione sarà offerta da mons. Simone Giusti.Nel pomeriggio momento di confronto

SABATO 17 DICEMBRE ALLE 18.00in Cattedrale

Si informa che dal pomeriggio di venerdì 23Dicembre a Domenica 8 Gennaio, gli ufficidella curiadiocesanarimarranno chiusial pubblico.

RiaprirannoregolarmenteLunedì 9Gennaio.

Si informa che, suofferta libera, presso laportineria della curia èdisponibile il nuovoelenco telefonico degliuffici e delle varierealtà ecclesiali

CHIUSURA DEGLI UFFICIdella Curia

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI18 dicembre 2011 V

Il morbo cominciò a cedere unmese dopo. Un gruppo di laiciriconoscenti per l’aiutoottenuto dalla Verginelanciarono l’iniziativa dicostruire una grande chiesadedicata a Santa Maria delSoccorso. Molti operaiprestarono la loro operagratuitamente per la suacostruzione lavorando con ilpermesso del Vescovo, anchenei giorni festivi. Alla posadella prima pietra partecipòanche il granduca Leopoldo IIcon la sua famiglia. Inrappresentanza del Vescovo,ammalato, presenziò ilProposto e Vicario generaleGirolamo Gavi che aveva ancheordinato l’esposizione inDuomo delle reliquie di SantaFortunata.

Con monsignor De GhantuzCubbe, tramite l’impegno didon Quilici, ebbe inizio latrattativa per la costruzione delSeminario per il quale si pensòal Vecchio Cimitero presso iltorrente Riseccoli, edificato nel1775 ed che era in disuso fin

dal 1803. Il Comune dichiaròdi essere disposto e cederloponendo alcune condizioni trale quali ritenersi esonerato daldover pensare almantenimento di una piccolachiesa posta nel loggiato delcimitero e officiata dai PadriCappuccini. La delibera afavore della cessione gratuita furedatta dalle Autorità comunaliil 15 settembre 1836. Il terrenoperò doveva essere bonificatodai resti che ancora vi eranoinumati. Si pensò anche allafondazione di una scuola per iSeminaristi. Alla speseprovvidero personalmente ilVescovo, il canonico BagalàBlasini e il Vicario generaleGirolamo Gavi. La scuola fuaperta il 1 giugno 1839nell’abitazione del sacerdoteGiovanni Comparetti. Venne anche iniziata lacostruzione di tre nuove chiese(S. Giuseppe, Santi Pietro ePaolo, S. Simone ad Ardenza).Il Vescovo fece restaurare con isuoi averi personali il palazzoVincenti (oggi Tribunale) doveaveva sede l’Episcopio. Aiutòmaterialmente don G.B. Quiliciparroco di Ss Pietro e Paolo efondatore dell’Istituto S. MariaMaddalena e delle SuoreCrocifissine.

Il governo dimonsignor DeGhantuzCubbe durò intutto sei anni ecinque mesi.Durante questoperiodo eglieffettuò duevisite pastorali.Per queste visiteEgli provvidepersonalmentealle spese per lecarrozze ed icavalli chedovevano

trasportare la delegazione.Di salute malferma, straziato dalungo tempo da atroci dolori,sopportò sempre conammirevole forza d’animo lasofferenza . Morì il 2 dicembre1840.a cura di Maria Luisa Fogolari

Il Vescovo che avviòla costruzione di tanteopere importanti

MONSIGNOR RAFFAELE DE GHANTUZ CUBBE, TERZO VESCOVO DI LIVORNO.........

Nato in Siria da famiglia

benestante, il terzovescovo di Livorno

si prodigò per la città e collaborò

con don Quilici.Dette il via alla

costruzione di numerose opere tra cui

il seminario Gavi,la chiesa

dei Ss. Pietro e Paolo,la chiesa di S. Simone

e quella di S. Giuseppe

LO STEMMA DI MONS.Raffaele De Ghantuz Cubbe

Il governo di monsignor Cubbe durò in tutto sei anni e cinquemesi. Durante questo periodoegli effettuò due visite pastorali.Per queste visite egli provvidepersonalmente alle spese per lecarrozze ed i cavalli che dovevanotrasportare la delegazione

VES

COV

II

nost

riCome stemma

vescovile scelse ilblasone di famiglia che

si presenta come unoscudo diviso in due parti.

Nella prima parted’argento vediamo una

torre di due pianifondata su terreno alnaturale e cimata da

una croce d’oro; nellaseconda parte

d’argento un albero alnaturale (cedro del

Libano) accostato alpiede da due palle

rosse poggianti sulterreno al naturale.

lla morte dimonsignor Gilardoni,venne designato cometerzo vescovo di

Livorno Mons. Raffaele DeGhantuz Cubbe nato adAleppo ( Siria) il 26 agosto1772.Fin dai primi anni del ‘800 lasua famiglia si stabilì aLivorno. Il giovane Raffaelecompì gli studi nel CollegioCicognini di Prato e a Pisa dovecoltivò la sua vocazionesacerdotale e si laureò in DirittoCanonico. A Pisa insegnò nelSeminario e divenne Canonicodella Primaziale con la nominaad Arciprete.Monsignore Raffaele venneordinato vescovo a Roma il 30giugno 1834 e fece il suoingresso solenne nel Duomo diLivorno il 28 luglio 1834. Ilgiorno stesso della suaordinazione scrisse la suaprima ed unica lettera pastoralein latino. La lettera è densa dicitazioni bibliche: Nella primaparte parla di sé, nella partecentrale si rivolge ai suoi fedelimagnificando la città diLivorno ed elogiando gliinsegnamenti del suopredecessore. Nell’ultima partesi rivolge al Clero ”la parte piùnobile della Chiesa Livornese”invitandolo allacollaborazione,raccomandando l’unità, lapazienza e la carità perconsolidare ciò che è debolerestaurare ciò che èinfranto... chiamare ipeccatori allapenitenza.. conl’esempio di unavita irreprensibile”..Un anno dopo ilsuo insediamentoscoppia a Livornoil colera. IlVescovo esortatutti allapreghiera e ci fuin tutto ilpopolo unrisveglio delsentimentoreligioso. IlVescovoaccogliendole richiestedellapopolazionedette disposizioneperché venisse impartita labenedizione alla città conl’immagine della Madonna diMontenero il 6 settembre 1835.

A

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI18 dicembre 2011VI

Un vescovo verso LA SANTITÀ L’incontro a Montenero

ei suoi 130 anni di attività l’Ac-cademia si pregia di aver pre-

parato ben 10 mila ufficiali»: conqueste parole l’Ammiraglio CavoDragone, Comandante dell’Accade-mia, davanti alle autorità e agli stu-denti, ha dato il via alla cerimonia diapertura dell’anno accademico.Quest’anno su 3200 candidati sonostati ammessi 120 allievi italiani (traquesti 26 donne) e tre stranieri. Allie-vi che saranno addestrati al «culto delsentimento della Patria e dell’onore»e per i quali «la meritocrazia sarà l’e-lemento premiante».La prolusione accademica è stata te-nuta dal professor Lorenzo Braccesi,Ordinario di Storia Antica all’Univer-sità di Padova, che ha messo in rilie-vo che l’Unità d’Italia ha avuto iniziocon la “Tota Italia” descritta dall’im-peratore Ottaviano Augusto dopo lavittoria navale di Azio. Da lì iniziò“l’identità politica dell’Italia” che siesprime nei testi di Polibio, Catone,Tito Livio. Il professor Braccesi hapoi percorso la storia del paese attra-verso le opere dei grandi scrittori:dalla “Canzone all’Italia” del Petrar-ca ai “Sepolcri” del Foscolo, fino alperiodo risorgimentale: il 1821, il1848, con l’Unità del 1861 e la PrimaGuerra Mondiale con cui l’Unità sicompie anche territorialmente.

Il Guardiamarina Vice Capo Corsodel 5° Anno (Corso Ares) ha fatto leraccomandazioni di rito ai giovaniallievi, invitandoli soprattutto ad im-pegnarsi nel trinomio: lealtà, onore,dovere. Quindi agli allievi più meri-tevoli sono stati consegnati gli atte-stati di benemerenza per l’impegno ele votazioni conseguite, non solo daparte degli ufficiali italiani ma anchedagli Addetti Militari delle Marineestere: Argentina, Brasile, Cile, Co-lombia, Francia, Grecia, Messico,Perù, Spagna, Tunisia, Turchia, Vene-zuela e dal Console onorario dell’U-ruguay.

Il Capo di Stato Maggiore della Mari-na, Ammiraglio Bruno Branciforte,ha tenuto il discorso solenne: «biso-gna guardare oltre l’orizzonte per ri-spondere efficacemente alle sfide fu-ture, abbiamo avuto -ha detto- il “co-raggio del cambiamento” riguardo alnuovo iter di studi che ora ha un’im-pronta più tecnologica. Cambiamen-to dovuto anche all’evoluzione delquadro strategico determinato dallafine dei blocchi, che hanno spinto astudiare “attività di contrasto a nuoveforme di minaccia” come quelle do-vute alle crisi locali dei paesi disloca-ti lungo le coste del Mediterraneo. Sidevono prevenire le minacce alla si-curezza nazionale con esercitazionidi grande respiro che impieghino for-ze multinazionali come quelle giàmesse in campo dall’Afghanistan allaLibia».L’Ammiraglio ha invitato gli allieviad adeguarsi ai nuovi criteri formati-vi da cui devono trarre il massimoprofitto: apprendere bene la linguainglese, le strategie di difesa, impie-gare i mezzi informatici, essere pre-parati da un punto di vista marinare-sco e avere chiare quelle che sono lenorme del Diritto Internazionale.La cerimonia si è conclusa con l’in-tervento del Generale Biagio Abrate,Capo dello Stato Maggiore della Di-fesa, che ha ricordato come l’Accade-mia rappresenti un «polo di eccellen-za».

Gianni Giovangiacomo

Aperto l'anno accademico

lla presenzadelle autoritàistituzionalicivili e

militari tra le quali ilpresidente dellaprovincia GiorgioKutufà si è svolta allaSala S. GiovanniGualberto alSantuario di S. Mariadi Montenero la tavolarotonda sul tema “PioAlberto Del Corona.Un Vescovo nell’Italianascente-Risorgimento Etico”,organizzato dal CoroPolifonico “PioAlberto Del Coronain occasione dellecelebrazioni per il150° anniversariodell’Unità d’Italia, conil patrocinio delComune e dellaProvincia di Livorno,della FondazioneTeatro Goldoni e dellaFondazione Cassa diRisparmi di Livorno.Mons. Pio Alberto DelCorona, nato a

ALivorno nel 1837, fuordinato Vescovo di S.Miniato nel 1874 daPio IX e fondòl’Ordine delle SuoreDomenicane delloSpirito Santo. È incorso per Mons. DelCorona il processo dicanonizzazione.

Prima del convegno èstata concelebrata laMessa con CantiGregoriani dalVescovo Mons.Simone Giusti e dalpriore don AlessandroParadisi. Il convegno,moderato da MarcoMarrocchini, curatore

della nuova edizionedella biografia, haospitato relatoriillustri. Ha aperto ilavori don AlessandroParadisi. Mons.Simone Giusti haparlato del pontificatodi Pio IX e l’Unitàd’Italia nella

prospettiva di Mons.Del Corona; lo storicoPaolo Morelli haillustrato il tema“Mons. Del Corona edil rapporto complessofra Chiesa missionariae Italia Colonialista;Isabella Gagliardi,docente di Storiaall’università diFirenze, ha parlato de“La crescita dellaMassoneria nell’Italiaunita: Mons. DelCorona affronta ilproblema nelladiocesi di SanMiniato; don LucaB.Giustarini, parrocodi S. Maria diMontenero, ha parlatode “La legislazioneantiecclesiastica delloStato unitariosconvolge la vita deireligiosi in Italia. Ilcaso del conventodomenicano di SanMarco e del giovanePadre Del Corona;Andrea Landi, docentedi diritto all’universitàdi Pisa, ha parlato de“I poveri e la povertànella predicazione diMons. Del Corona:cosa si insegnavaprima dell’enciclicaRerum Novarum(1891); infine ilVescovo di SanMiniato Mons. FaustoTardelli ha concluso ilavori.

Cristina Battaglini

Pio Alberto del Corona vescovodell’Italia nascente

L’ACCADEMIANAVALEINIZIAI CORSI

Gli studenti di Rondine raccontano

l salone della Circoscrizio-ne 1 nel quartiere della

Corea, in Via Gobetti (per in-tenderci sul retro del super-mercato PAM), avrà luogo unincontro aperto a tutti sul te-ma "Pace possibile,Conviven-za possibile". Ci aiuteranno inquesta riflessione gli studentidi Rondine (Arezzo).Rondine è un piccolo borgomedioevale in provincia diArezzo, dove giovani prove-nienti da vari luoghi di guerradel mondo, identificati dallastoria come "nemici", o checomunque hanno culture etradizioni diverse, studiano econvivono, per diventare i lea-der di domani. Tutto alimentain loro sospetto, diffidenza,rancore, vendetta, odio. Ven-gono a Rondine, si spoglianodi alcune certezze, guardanonegli occhi e toccano il loronemico, ci vivono, non per iltempo di un’emozione, maper il tempo di una formazio-ne accademica. E comincianoa cambiare. Qualcosa cambianella vita interiore di ciascuno

A di loro, cambiano le relazioni,cambia la coscienza del lorocompito personale e storico,cambia la loro vita. Un cam-biamento che rovescia il mo-do di vedere l’altro e gli altri.Da Rondine, in Toscana, tor-nano a casa con la propria sto-ria "rovesciata", pronti a rove-sciare la storia del mondo làdove vivranno.Saranno presenti all’incontrodue studenti israeliani, duestudenti palestinesi, uno stu-dente libanese, uno studenteBosniaco ed uno studente del-l’Ossezia.

Il taglio che daremo all’in-contro sarà molto semplice,nello stile scout, non sarà unaconferenza, ma un incontro,fatto di domande e risposteper capire ed approfondirequesti argomenti di estremaimportanza.

MASCI (Movimento AdultiScout Cattolici Italiani)

LIVORNOAGESCI (Associazione Guide e

Scout Cattolici Italiani)Gruppo LIVORNO 10°

Venerdì 16 Dicembre ALLE 21.00

L’iniziativa promossa dai gruppi Scout

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI18 dicembre 2011 VII

20 dicembre ALLA CAMERA DI COMMERCIO

Ingroia ospite del progetto«Obiettivo responsabilità»

ivorno neiprossimi giorniospiterà untestimone

d’eccezione: ilprocuratore dellaRepubblica di PalermoAntonio Ingroia sarà alsalone della Camera diCommercio martedì 20dicembre per parlare digiustizia.Ad invitarlo sono stati iresponsabili delprogetto «ObiettivoResponsabilità»,promosso dall’Ufficio diEsecuzione PenaleEsterna (UEPE) delMinistero di Grazia eGiustizia di Livorno, incollaborazione conLibera e il CentroItaliano Solidarietà(CEIS).Il progetto, giunto allaquarta edizione, vedeinteressati studenti epersone in misurealternative al carcere, inun cammino dieducazione alla legalitàche passa attraversoincontri con testimoni(quest’anno SalvoVitale, amico di PeppinoImpastato e PieraTramuta, familiare diuna vittima innocentedella mafia e poiIngroia), laboratori e in

L

estate la partecipazioneall’esperienza divolontariato nei campiconfiscati alla mafia.«Il progetto – raccontaSalvatore Nasca,direttore dell’UEPE –all’inizio non era direttoalle persone in misuraalternativa, ma solo aglistudenti delle ultimeclassi delle scuolesuperiori, poiprovammo a svolgereun’esperienza del genereall’interno del carcere eda lì nacque l’idea:perché non educare allalegalità anche chi sitrova in misuraalternativa? Oltretutto ipercorsi di

reinserimento nonprevedono una vera epropria “educazione” equesto progetto potevadiventare un’ottimaoccasione per aiutare ariflettere».«La risposta è statamolto positiva –aggiunge Flavia Taddei,assistente socialedell’UEPE – abbiamoriscontrato nellepersone in misuraalternativa che, occorreprecisare, partecipano alprogettovolontariamente e nonper imposizione delmagistrato, una sorta dievoluzione.Partecipano,

intervengono, sipropongono e questo èun’ottima cosa per chideve reinserirsi nellasocietà».«Anche lapartecipazione deglistudenti è buona –sottolinea DamianaBruno, dell’AssociazioneLibera –facciamoincontri durante l’annoin preparazioneall’esperienza “estateliberi” con il lavoro neicampi confiscati allamafia e dopo la 5ªsuperiore, cerchiamo dirimanere in contattocon loro per altreattività extrascolastiche.Fino ad ora hanno

partecipato studenti delliceo Enriques, maquest’anno siamo incontatto anche il liceoCecioni, l’Iti, il liceoClassico e un gruppo diScout».Dopo gli incontri e ilaboratori di ottobre enovembre Il progetto“ObiettivoResponsabilità”prosegue dunque con laconferenza del dottorIngroia, ma soprattuttola partecipazione allagiornata della Memoria,organizzata da Liberanazionale, che sisvolgerà a Genova il 17marzo 2012.

c.d.

Domenica 18 dicembrealle 15 alla parrocchiadi San Sebastiano

SPETTACOLODI NATALE

A colloquio con i promotori dell’iniziativa

Al Rigiocattolo bambini e detenuti per aiutare il Corno d’Africa

rande attesa e trepidazione allaparrocchia di San Sebastiano per lo

spettacolo di Natale dei bambini delcatechismo, che andrà in scena nelpomeriggio (alle 15) di domenica 18dicembre.Lo spettacolo, dal titolo “Una grande storiad’amore: la nascita di Gesù”, ha comeprotagonisti una coppia di nonni che,sollecitati dalle domande di cinque curiosinipotini, racconteranno ai presenti la storiadella nascita di Gesù, dall’annunciazionefino all’arrivo dei Re Magi.Il racconto dei nonni ai nipoti, dunque, sisvolgerà in parallelo alla rappresentazionedegli episodi biblici e inviterà tutti a rifletteresul vero significato del Natale. Lo spettacoloè organizzato nell’ambito dell’iniziativa “Illaboratorio delle idee”, attivo dagli inizi dinovembre e curato dai bambini delcatechismo, le loro insegnanti ed alcunemamme. Al termine della recita, una piccolafesticciola per lo scambio degli auguri el’arrivederci al laboratorio dopo l’Epifania.

Caterina Lo Russo

G

L’iniziativa promossa dalla COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO

Studenti e persone in misura alternativa al carcere a scuola di legalità, grazie all’Ufficio del Ministero di Giustizia, al Ceis e all’Associazione Libera.Ospite del Progetto in un incontro aperto alla città,il Procuratore della Repubblica di Palermo.

libri da LEGGERE

Bianchi E. –Perché avete paura? Una lettura delVangelo di Marco.- Ed. Mondadori, pp.112, €16,00.

La lettura dei Vangeli, per la gran parte deicristiani è prevalentemente religiosa e liturgi-ca. Non rappresenta un’esperienza personalee diretta, ma si riduce spesso all’ascolto di unbrano evangelico durante la liturgia eucaristi-ca. Enzo Bianchi, priore della comunità diBose evidenzia come ci siamo dimenticatiche i Vangeli sono prima di tutto un granderacconto della vita di Cristo e che solo leg-gendoli in questa prospettiva essi possonomanifestare il loro messaggio religioso e illu-minare la nostra concreta esperienza esisten-ziale. Ciò che caratterizza il Vangelo di Marcoè l’eccezionale tensione che lo percorre. È untesto costruito ad incastro, una struttura incui due episodi possono ricevere luce unodall’altro, con brevi e incalzanti unità narrati-ve in cui Gesù è continuamente in movimen-to, inafferrabile nella sua identità, non rac-chiudibile in schemi classici, tanto da spiaz-zare a volte il lettore. Enzo Bianchi, con il suocommento puntuale e illuminante, ci svelacome il messaggio universale del Vangelopuò divenire per ciascuno un’intensa occa-sione di confronto con la propria storia.

Curtaz P. - Sul dolore. Parole che non ti aspetti.-Ed. San Paolo, pp. 244. 15,00

Paolo Curtaz che ha al suo attivo numerosepubblicazioni di spiritualità, tradotte in varielingue, prima di entrare nel tanto controversotema del dolore, cerca di sgombrare il terre-no, dai numerosi equivoci, per far si che ven-ga assunto il giusto atteggiamento. Infatti en-trare nella vita di una persona che soffre, si-gnifica entrare in una dimensione che ci sfug-ge nella quasi totalità. La sofferenza è e rima-ne un mistero e pertanto parlare di sofferenzasignifica entrare in una dimensione mistericadella vita, ammettere che non ne sappiamomolto e che ciò che sappiamo è incompleto ezoppicante. E neanche Dio, dice molto. L’au-tore ci invita quindi a riflettere sul doloresenza pregiudizi, con umiltà, cercando di ca-pire, sapendo che non possiamo otteneredelle risposte esaustive, che avremo solo del-le indicazioni, degli indizi, delle tracce, mache queste saranno sufficienti per una vita si-gnificativa.

Mo.C.

Tempo di Avvento

Nelle foto sopra il Procuratore di Palermo Antonio Ingroia;nella foto accanto: da sinistra Damiana Brunodell’Associazione Libera, Flavia Taddei assistente socialedell’UEPE, Salvatore Nasca direttore dell’UEPE

ue giorni intensi alla Galleria Cairoli sabato 10 e do-menica 11 e mercoledì 14 dicembre a Shangay pres-so la Scuola «Campana», migliaia di Rigiocattoli so-no stati venduti dai più giovani della Comunità di

Sant’Egidio. Stella, 12 anni albanese, al banco delle bam-bole durante la vendita dei Rigiocattoli ha spiegato: “Oggivenendo qui molta gente ha voluto dare con la propria lapropria solidarietà una risposta intelligente alla crisi checolpisce più duramente i più poveri nel mondo. Sono con-tenta con i miei amici di contribuire anch’io a costruire unmondo migliore!”Infatti quest’anno «Il Rigiocattolo» contribuisce ad aiutareil Corno d’Africa duramente colpito dalla siccità e dalla ca-restia la scorsa estate. Fin dalle prime settimane la Comu-nità di Sant’Egidio è intervenuta nelle zone del Kenya set-tentrionale.Il 28 ottobre scorso alcune tonnellate di generi alimentarisono arrivate nella cittadina di Loyangalani, sul lago Turka-na, a circa 800 km a nord di Nairobi. Con gli aiuti raccolti èstato possibile effettuare una prima distribuzione a curadella stessa Comunità di Sant’Egidio del Kenya insieme aipadri missionari della Consolata. Dall’inizio dell’emergen-za nel luglio scorso, con questa sesta distribuzione sonostate raggiunte 60 tonnellate di aiuti inviati. Gli oltre 4.000 Euro raccolti durante la tre giorni del Rigio-cattolo saranno interamente devoluti alla lotta conto la fa-me nel Corno d’Africa.Quest’anno alla realizzazione del Rigiocattolo hanno con-tribuito anche la Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno,l’Istituto Comprensivo Bolognesi e la Libreria Gaia Scienza,ed insieme a bambini e ragazzi c’è stata una bella novità: idetenuti del carcere della Sughere. Infatti durante il mese dinovembre hanno partecipato ad un laboratorio artigianalepromosso dalla Comunità di Sant’Egidio all’interno delcarcere livornese. I lavori realizzati sono stati venduti insie-me ai Rigiocattoli, contribuendo anch’essi al successo dellamanifestazione. Durante il laboratorio una detenuta ha co-sì espresso la gioia di dare il suo contributo: «anche se sia-mo dentro ad un carcere ho scoperto che anche noi siamoliberi … liberi di aiutare!»

Sabatino Caso, della Comunità di Sant’Egidio

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI18 dicembre 2011VIII