la visione dei colori - marina militare · tipi di test, tra i quali citiamo di seguito i più...

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31 sanità La visione dei colori La visione dei colori L 'occhio umano è sensibile alle onde elettromagneti- che di lunghezza d'onda fra 380 e 760 nanometri (nm), che quindi compongono la "luce" vi- sibile. In questo ambito, lunghez- ze d'onda diverse vengono in- terpretate come colori diversi, con una graduale variazione dal violetto al rosso, man mano che la lunghezza d'onda au- menta (fig. 1). La luce con lun- ghezze d'onda superiori a quel- la massima nello spettro della lu- ce visibile rientra nella gamma dei raggi infrarossi, mentre la lu- ce con lunghezze d'onda infe- riori a quella minima nello spet- tro della radiazione visibile rien- tra nella gamma dei raggi ultravioletti. L'oc- chio umano non è in grado di percepire né gli infrarossi né gli ultra- violetti. Si ritiene che la capacità di distinguere i colori, definita come “senso cromatico”, sia regolata dalla teoria cosiddetta “tricromati- ca”, secondo la quale esistono 3 colori fonda- mentali (rosso, verde, blu), dalla cui variabile combinazione origina- no tutti i colori dello spettro cromatico. Nella retina dell’occhio uma- no esistono due tipi di fotorecet- tori, ossia cellule deputate alla percezione della luce: i coni (deputati alla visione distinta) ed i bastoncelli (deputati alla vi- sone periferica e in condizioni di scarsa illuminazione). Nell’ambi- to dei coni esistono 3 popolazio- ni, ognuna dotata di un pig- mento avente una specifica sensibilità verso i 3 colori fonda- mentali: tritan, sensibili alla ra- diazione a luce blu (lunghezza d’onda 414-424 nm), deuteran, sensibili alla luce verde (522-539 nm), e protan sensibili alla radia- zione rossa (549-570 nm). Un soggetto normale ha bisogno di distinguere tutti e 3 i colori pri- mari per poter percepire tutti i colori compresi nello spettro del- la radiazione luminosa visibile. Qualsiasi pigmento dei coni può essere carente (ad es. protano- malia: scarsa sensibilità per il ros- so) o totalmente assente (ad es. protanopia: cecità per il rosso). Gli individui tricromatici possie- dono tutti e tre i tipi di coni (an- che se non sempre perfetta- mente funzionanti), mentre l’as- senza di uno o due tipi di coni rende il soggetto un dicromati- co o un monocromatico. Gli in- dividui con deficit per il rosso- verde causato da un’anomalia dei coni sensibili al rosso sono protanomali, quelli con anoma- lia dei coni sensibili al verde so- no deuteranomali, mentre quelli con deficit blu-verde causato da un’anomalia dei coni sensi- bili al blu sono tritanomali. Le al- terazioni del senso cromatico, denominate discromatopsie, possono essere congenite o ac- quisite. Tra le prime rientra il co- siddetto “daltonismo”, un difet- to genetico della percezione dei colori nell’asse rosso-verde, descritto nel 1798 da John Dal- ton, scienziato inglese che ne era affetto. Le discromatopsie congenite sono bilaterali (pre- senti in entrambi gli occhi), e in- teressano prevalentemente l’asse rosso-verde (protanoma- lia e deuteranomalia). Ne sono affetti l’8-10% dei maschi e lo 0,4-0,5% delle femmine, a causa della trasmissione genetica at- traverso i cromosomi sessuali X. Circa ¾ di questi soggetti pre- sentano lievi difetti legati a un tricromatismo anomalo, cioè al- l’uso di proporzioni alterate dei tre colori primari per adattarsi a tutti quelli com- presi nello spettro della luce visibile, mentre solo ¼ di essi (2-2,5% di tutti gli individui ma- schi) sono dicro- matici. Nella raris- sima acromato- psia congenita, correlata a gravi distrofie dei coni, il paziente non ha alcuna perce- zione dei colori e presenta altri in- validanti difetti vi- sivi. Le discroma- topsie acquisite sono solitamente monolaterali (interessano solo l’occhio affet- to dalla malattia o lesione che è alla base del difetto). La cause più frequenti sono le malattie del nervo ottico (otticopatie), le patologie retiniche maculari, e meno frequentemente le opa- cità dei mezzi diottrici (ad es. la cataratta) e l’ambliopia. Le otti- copatie sono associate a deficit prevalente a carico dell’asse rosso-verde, mentre le maculo- patie a deficit per lo più a cari- co dell’asse blu-giallo. fig. 1: spettro luce visibile

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Page 1: La visione dei colori - Marina Militare · tipi di test, tra i quali citiamo di seguito i più comuni. Test di Ishihara E’ il più utilizzato, soprattutto per lo screening dei difetti

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La visione dei coloriLa visione dei colori

L'occhio umano è sensibilealle onde elettromagneti-che di lunghezza d'onda fra

380 e 760 nanometri (nm), chequindi compongono la "luce" vi-sibile. In questo ambito, lunghez-ze d'onda diverse vengono in-terpretate come colori diversi,con una graduale variazionedal violetto al rosso, man manoche la lunghezza d'onda au-menta (fig. 1). La luce con lun-ghezze d'onda superiori a quel-la massima nello spettro della lu-ce visibile rientra nella gammadei raggi infrarossi, mentre la lu-ce con lunghezze d'onda infe-riori a quella minima nello spet-tro della radiazione visibile rien-tra nella gamma deiraggi ultravioletti. L'oc-chio umano non è ingrado di percepire négli infrarossi né gli ultra-violetti. Si ritiene che lacapacità di distinguerei colori, definita come“senso cromatico”, siaregolata dalla teoriacosiddetta “tricromati-ca”, secondo la qualeesistono 3 colori fonda-mentali (rosso, verde,blu), dalla cui variabilecombinazione origina-no tutti i colori dellospettro cromatico. Nellaretina dell’occhio uma-no esistono due tipi di fotorecet-tori, ossia cellule deputate allapercezione della luce: i coni(deputati alla visione distinta)ed i bastoncelli (deputati alla vi-sone periferica e in condizioni discarsa illuminazione). Nell’ambi-to dei coni esistono 3 popolazio-ni, ognuna dotata di un pig-mento avente una specificasensibilità verso i 3 colori fonda-mentali: tritan, sensibili alla ra-diazione a luce blu (lunghezzad’onda 414-424 nm), deuteran,sensibili alla luce verde (522-539

nm), e protan sensibili alla radia-zione rossa (549-570 nm). Unsoggetto normale ha bisogno didistinguere tutti e 3 i colori pri-mari per poter percepire tutti icolori compresi nello spettro del-la radiazione luminosa visibile.Qualsiasi pigmento dei coni puòessere carente (ad es. protano-malia: scarsa sensibilità per il ros-so) o totalmente assente (ad es.protanopia: cecità per il rosso).Gli individui tricromatici possie-dono tutti e tre i tipi di coni (an-che se non sempre perfetta-mente funzionanti), mentre l’as-senza di uno o due tipi di conirende il soggetto un dicromati-co o un monocromatico. Gli in-

dividui con deficit per il rosso-verde causato da un’anomaliadei coni sensibili al rosso sonoprotanomali, quelli con anoma-lia dei coni sensibili al verde so-no deuteranomali, mentre quellicon deficit blu-verde causatoda un’anomalia dei coni sensi-bili al blu sono tritanomali. Le al-terazioni del senso cromatico,denominate discromatopsie,possono essere congenite o ac-quisite. Tra le prime rientra il co-siddetto “daltonismo”, un difet-

to genetico della percezionedei colori nell’asse rosso-verde,descritto nel 1798 da John Dal-ton, scienziato inglese che neera affetto. Le discromatopsiecongenite sono bilaterali (pre-senti in entrambi gli occhi), e in-teressano prevalentementel’asse rosso-verde (protanoma-lia e deuteranomalia). Ne sonoaffetti l’8-10% dei maschi e lo0,4-0,5% delle femmine, a causadella trasmissione genetica at-traverso i cromosomi sessuali X.Circa ¾ di questi soggetti pre-sentano lievi difetti legati a untricromatismo anomalo, cioè al-l’uso di proporzioni alterate deitre colori primari per adattarsi a

tutti quelli com-presi nello spettrodella luce visibile,mentre solo ¼ diessi (2-2,5% di tuttigli individui ma-schi) sono dicro-matici. Nella raris-sima acromato-psia congenita,correlata a gravidistrofie dei coni,i l paziente nonha alcuna perce-zione dei colori epresenta altri in-validanti difetti vi-sivi. Le discroma-topsie acquisite

sono solitamente monolaterali(interessano solo l’occhio affet-to dalla malattia o lesione che èalla base del difetto). La causepiù frequenti sono le malattiedel nervo ottico (otticopatie), lepatologie retiniche maculari, emeno frequentemente le opa-cità dei mezzi diottrici (ad es. lacataratta) e l’ambliopia. Le otti-copatie sono associate a deficitprevalente a carico dell’asserosso-verde, mentre le maculo-patie a deficit per lo più a cari-co dell’asse blu-giallo.

fig. 1: spettro luce visibile

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Esame del senso cromaticoL’esame del senso cromaticopuò essere utile nella pratica cli-nica, per la valutazione sia delledistrofie retiniche ereditarie, siadelle otticopatie e maculopatieacquisite, oltre che per fini me-dico-legali. Sono disponibili varitipi di test, tra i quali citiamo diseguito i più comuni. Test di IshiharaE’ il più utilizzato, soprattutto perlo screening dei difetti congenitiprotano/deuterano. Consta diuna tavola di prova visibile datutti i soggetti (fig. 2) e da unaserie di tavole (38 nella versionecompleta), cosiddette “pseu-doisocromatiche”, ognuna del-le quali presenta una matrice dipunti disposti in modo da deli-neare un numero o un percorsoche il soggetto esaminato deveidentificare. Gli individui con de-ficit del senso cromatico riusci-ranno a interpretare solo alcunedelle tavole, e a seconda deglierrori commessi, sarà possibile ri-salire al tipo (protano/deutera-no) e alla profondità del difetto.Dal punto di vista medico-lega-le è il test più selettivo, e il suosuperamento rende superfluo iltest delle lane (v. oltre).Test di Hardy-Rand-RittlerE’ simile al test di Ishihara, mapuò identificare anche tritano-

malie congenite (deficit conisensibili al blu).Test City UniversityE’ costituito da 10 tavole, ognu-na contenente un colore cen-trale e 4 colori periferici; il sog-getto in esame deve seleziona-re il colore periferico più simile aquello centrale.Test di Farnsworth-Munsell (100tinte - D 15 tinte)La versione 100 tinte (fig. 3) ècostituita da 85 capsule di diver-so colore, che il soggetto deveordinare nella corretta sequen-za cromatica. E’ il test pìù sensi-bile e completo, sia per i difetticongeniti che acquisiti, ma rara-mente usato per la sua com-plessità. Il test D15 tinte è la ver-sione rapida del precedente eutilizza solo 15 capsule; viene so-

litamente usato in clinica per ladiagnosi e il follow-up delle di-scromatopsie acquisite, ma puòessere utile anche per classifica-re e quantificare i difetti conge-niti emersi al test di Ishihara. Inentrambe le versioni del test, i ri-sultati vengono registrati su undiagramma, che infine identifi-ca il tipo del difetto rilevato inun meridiano specifico del grafi-co (fig. 4).Test delle matassine colorate odelle lane di HolmgreenQuesto test è oggi desueto nel-la pratica clinica perchè pocospecifico, ma conserva tuttorauna valenza medico-legale, inquanto l’idoneità di base al ser-vizio militare prevede un sensocromatico normale alle lane oalle matassine colorate. Constadi una serie di matassine di varicolori e tonalità, disposte in mo-do apparentemente casuale,che il soggetto esaminato devesaper riconoscere ed isolare daquelle di diverso colore (fig. 5).E’ il test meno “selettivo”, inquanto può sovente essere su-perato anche da individui chepresentano deficit del sensocromatico evidenziati agli altritest.

Implicazioni medico-legaliLa percezione dei colori rappre-senta una peculiare funzione vi-siva, che viene di norma esplo-rata in previsione dell’accesso a

fig. 2: test di Ishihara su display

fig. 3: test Farnsworth 100 tinte

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determinate categorie profes-sionali (ad esempio piloti, ferro-tramvieri, laboratori chimici,elettronica). Inoltre, il legislatore ha dispostol’esame di questa capacità visi-va da parte del medico certifi-catore, per stabilire l’idoneità al-la patente di guida, al portod’arma, e, cosa rilevante pernoi marinai, alla patente nauti-ca. Il DPR 431/1997 (non più invigore), Allegato A, Paragrafo 3– Requisiti visivi - prevedeva cheil candidato al possesso dellapatente nautica dovesse posse-dere un “senso cromatico suffi-ciente per distinguere rapida-mente e con sicurezza i colori inuso nei segnalamenti marittimi enelle regole per evitare gli ab-bordi in mare”. Il più recente D.M. n. 146/2008Allegato I, Paragrafo 3 – Requisi-ti visivi e uditivi - prevede più ge-nericamente “una sensibilitàcromatica sufficiente a distin-guere rapidamente e con sicu-rezza i colori fondamentali (ros-so, verde, blu)”. Anche le ForzeArmate prevedono la valutazio-ne del senso cromatico nella se-lezione psico-fisica del persona-le. L’idoneità incondizionata al ser-vizio nella Marina Militare preve-de, di base, un senso cromatico

normale almeno al testdelle lane o delle matas-sine colorate: di fatto so-no quindi ammessi an-che soggetti con lievi de-ficit del senso cromatico,rilevabili con le tavolepseudoisocromatiche.Tuttavia, per l’attribuzio-ne dell’idoneità ad alcu-ni Corpi, categorie, ruoli,specialità e abilitazioni,viene richiesto un sensocromatico normale al te-st delle tavole pseudoiso-cromatiche, per tutelarela sicurezza e l’incolumità

dei candidati stessi e di soggettiterzi. Si tratta degli Ufficiali delCorpo di Stato Maggiore, Uffi-ciali e Sottufficiali del Corpo del-le Capitanerie di Porto con abili-tazione al Comando di UU.NN.,Piloti di Aeromobili, e le catego-rie/specialità/abilitazioniSSC/Tlc, SSC/S, IN, PA, FCM/re-con, FCM/sdo, TSC/Ma/mo,TSC/Si/mo, TSC/Mo, TSC/Ete,SSP/Tm/sa, SSP/E, NP, QC/Smz. Il nostro protocollo di visita oculi-stica, presso il Centro di Selezio-ne di Ancona, prevede la som-ministrazione, in prima istanza,del test di Ishihara, in versionecartacea o su display LCD (inentrambe le versioni nei casi dirisposta dubbia o insufficiente);se il soggetto fornisce rispostenon soddisfacenti, viene sommi-nistrato, così come previsto daibandi di concorso, il test delle

lane o delle matassine colorate,la cui corretta esecuzione dàluogo a un giudizio di idoneitàal servizio M.M., ad esclusione diquei Corpi, categorie, specialitàed abilitazioni sopra elencati,per i quali è richiesto un sensocromatico normale alle tavolepseudoisocromatiche. Riserviamo il test di Farnsworth acasi selezionati, per approfondi-menti di carattere clinico (an-che sul personale in servizio). Nella nostra attività selettiva nelquinquennio 2006-2010, estre-mamente rari sono stati i casi dinon idoneità al servizio M.M. persenso cromatico insufficiente altest delle lane. I candidati con senso cromati-co insufficiente al test di Ishihara(interpretazione non corretta didiverse tavole, tale da delinea-re un dicromatismo o un tricro-matismo anomalo clinicamentesignificativo), ma sufficiente allelane, hanno rappresentato unapercentuale attorno al 3% deiconcorrenti di sesso maschile, inaccordo con i dati epidemiolo-gici disponibili in letteratura; ra-ramente abbiamo osservato di-scromatopsie congenite nelledonne, e vi è stata un’unicaconcorrente di sesso femminileche non ha svolto in modo suffi-ciente il test di Ishihara, superan-do tuttavia il test delle matassi-ne colorate.

fig. 4: diagramma test Farnsworth 15 tinte

fig. 5: matassine colorate

Giovanni Iacono ■