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Il piano per accorpare Molinette, Cto, Sant’Anna e Infantile LA SANITÀ DEL FUTURO COME SARÀ IL SUPER-OSPEDALE CHE NASCE ANCHE PER RIDURRE GLI SPRECHI La Città della Salute dimezza i direttori Città della Salute. Il di- rettore generale delle Molinette presenta oggi ai sindacati il futuro dei quattro ospedali accorpa- ti nell’unico «quartier ge- nerale» della Città della Salute: dimezzati i dipar- timenti sanitari e i diret- tori, ridotti anche quelli amministrativi, accorpati i servizi-doppione. IlValdese. Dopo l’annun- cio del piano regionale sul Valdese si riaccende la protesta dei residenti. Manifestazioni, raccolte firme e lettere aperte non sembrano riuscire a ottenere risposte ufficiali dalla Regione, né a inver- tire la tendenza sul futu- ro del presidio di San Sal- vario destinato alla tra- sformazione. La scure-Balduzzi. Cre- sce la preoccupazione non solo per il destino de- gli ospedali da riconverti- re come il Valdese, ma per tutte le strutture: il decreto Balduzzi è molto più pesante su ciò che si deve ridurre rispetto alla riforma Monferino. Accossato e Morgando ALLE PAGINE 44-45

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Il piano per accorpare Molinette, Cto, Sant’Anna e Infantile

LA SANITÀ DEL FUTURO COME SARÀ IL SUPER-OSPEDALE CHE NASCE ANCHE PER RIDURRE GLI SPRECHI

La Città della Salutedimezza i direttori

Città della Salute. Il di-rettore generale delleMolinette presenta oggiai sindacati il futuro deiquattro ospedali accorpa-ti nell’unico «quartier ge-nerale» della Città dellaSalute: dimezzati i dipar-timenti sanitari e i diret-tori, ridotti anche quelliamministrativi, accorpatii servizi-doppione.

IlValdese.Dopo l’annun-cio del piano regionalesul Valdese si riaccendela protesta dei residenti.Manifestazioni, raccoltefirme e lettere apertenon sembrano riuscire aottenere risposte ufficialidalla Regione, né a inver-tire la tendenza sul futu-ro del presidio di SanSal-vario destinato alla tra-sformazione.

La scure-Balduzzi. Cre-sce la preoccupazionenon solo per il destino de-gli ospedali da riconverti-re come il Valdese, maper tutte le strutture: ildecreto Balduzzi è moltopiù pesante su ciò che sideve ridurre rispetto allariformaMonferino.

Accossato e MorgandoALLEPAGINE44-45

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Dossier/ Riformee tagli imposti dalla crisi

CittàdellaSaluteSuper-ospedaleconmetàdirettoriDopol’accorpamentodellequattroaziendeidipartimentisanitaripassanoda28a14

Passaggio da 199 a 148 strut-ture complesse, due soli di-partimenti amministrativi, 14dipartimenti sanitari anziché28, radioterapie e radiologiesotto un’unica direzione, e - infuturo -mobilità del personaleper far fronte alle carenzecroniche in alcuni reparti ri-spetto ad altri.

È - in estrema sintesi - la fo-tografia del piano aziendale diMolinette-Cto-Sant’Anna-Re-gina Margherita, secondo ildocumento che il direttore ge-nerale, Angelo Del Favero, equello sanitario, Silvio Falco,presenteranno oggi ai sinda-cati delle strutture ormai rag-gruppate sotto l’unico «quar-tier generale» della Città dellaSalute e della Scienza.

Questione di bilanciIl super-ospedale guarda al fu-turo facendo i conti con i bilan-ci di oggi e con l’obbligo di ri-durre gli sprechi e le ridondan-ze di attività equivalenti e dop-pioni: si accorperanno quindisotto un’unica direzione repar-ti e servizi analoghi, e si taglie-rà di conseguenza il numero (ei costi delle indennità) dei capidipartimento.

«L’obiettivo - spiega il dot-tor Del Favero - è mantenereovviamente i medesimi stan-dard qualitativi risparmian-do dov’è possibile e dove nons’intacca il livello delle pre-stazioni». Del Favero sa per-fettamente che dovrà fare iconti da subito con le resi-stenze interne anche dei me-dici e con le opposizioni deisindacati, soprattutto a pro-posito del capitolo mobilità.Perciò precisa che «non sonoi dieci comandamenti, si trat-ta di una proposta che siamodisposti a discutere prima

che sia resa operativa». Ma lasostanza resta, e la sostanza èla necessità di recuperare ri-sorse agendo anche - volenti onolenti - con le forbici.

Un taglio nettoUna struttura complessa suquattro sparirà, soprattutto nelsettoreamministrativo:qui,dalle34 attuali, ne rimarranno 18: set-te delle quali faranno riferimentoalle Federazioni, fra cui il settoreacquisti, l’ingegneria clinica e lagestione patrimonio. In ambitosanitario la «dieta» coinvolgeràsolo il 22percentodelle struttureesistenti, che passeranno da 165a 135. Gli uffici «Programmazio-ne e risorse economiche» e le«Risorse umane» saranno gliunici due dipartimenti in campoamministrativo che resteranno,mentre «Ufficio stampa e comu-nicazione», «Relazioni sindaca-li», «Università e ricerca», «Pia-nificazione e programmazione»

saranno direttamente portati instaff al direttore generale.

Il destino del personale«Unacosa sia chiara», sottolineail direttore sanitario, Silvio Fal-co. «In questa prima fase la rior-ganizzazione riguarderà chi go-verna reparti e servizi, non ilpersonale e la strumentazione».Detto in altre parole: le tre Ra-dioterapie, ad esempio, avrannoun unico direttore, «ma macchi-nari, medici e infermieri reste-ranno dove sono oggi». Così perle Radiologie.

La regola seguita per la rior-ganizzazione è quella dei volu-mi di attività e degli esiti delleprestazioni. «Poche prestazionisignifica poca sicurezza per ipazienti», dicono alle Molinet-te, con un concetto tanto caro aCota eMonferino.

Il piano più in dettaglio saràillustrato questa mattina. Avràsede alle Molinette il diparti-mento unico di Chirurgia Gene-rale e Specialistica (a cui faran-no riferimento diciassette re-parti di tutte le tre aziendeospedaliere), quello Cardiova-scolare-Toracico (11 reparti piùla Radiologia diagnostica delleMolinette), quello dei Trapian-ti, l’oncologico, le Neuroscien-ze-Salute mentale, oltre alla di-rezione sanitaria. Dipenderan-no da un capo dipartimento alCto la Traumatologia e riabili-tazione anche pediatrica, dalSant’Anna la Ginecologia eostetricia, dal Regina Marghe-rita le Scienze pediatriche. Cisaranno poi quattro diparti-menti inter-aziendali: Rete on-cologica, 118, Materno Infantile(che riguarderà anche l’ospeda-le di Moncalieri), la Prevenzio-ne secondaria dei tumori, il Di-partimento di salute mentale.Duemila e 443 i letti: 1261 alleMolinette, 763 tra Sant’Anna eReginaMargherita, 419 al Cto.

Oltre duemila posti letto per l’alta specialitàBenché ancora sotto quattro tetti diversi, Molinette, Cto, Sant’Anna e Regina Margherita fanno

d’ora in poi completamente parte di un’unica struttura: la Città della Salute e della Scienza

MARCO ACCOSSATO

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LA STAMPAMARTEDÌ 27 NOVEMBRE 2012 .Cronaca di Torino .61

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Una doccia fredda. Quantobasta per ridimensionarele proteste innescate dallariforma Monferino - «ac-qua fresca in confronto»,smorza ora più di un consi-gliere regionale - e archi-viare momentaneamentel’ostracismo del Pdl versol’assessore-manager blin-dato da Cota.

LascureIl tema è quello della Sanitàpiemontese. Più precisamen-te, di ciò che resterà degliospedali dopo l’applicazionedel decreto Balduzzi. Secon-do le disposizioni del mini-stro, la rete ospedaliera dellanostra regione sarà stravoltarispetto al progetto del-l’Aress che la «Stampa» ave-va anticipato circa un mesefa. Terra bruciata, o quasi,stando a quanto comparesulle slide proiettate ieri du-rante il verticedi maggioran-za alla presen-za di Monferi-no e dello stes-so presidentedella Regione,Cota. Il quale, d’intesa con ilPdl - altro prodigio - è deter-minato a correre ai ripari: sesarà il caso, il Piemonte ri-correrà contro il decreto che,«come la famosa livella di To-tò», dispone tagli draconianie lineari in tutte le Regioni.

IlprogettoPiemonteIl progetto dell’Aress (cheriassumiamonella tabella so-pra, n.d.r.) prevedeva l’accor-pamento o il taglio di repartie dipartimenti dove non si

raggiungeva un numero mini-mo di interventi chirurgici. Ildecreto delministero taglia in-vece secondo il bacino d’uten-za, l’accesso ai pronto soccor-so , e il bacino per specialitàmedica. «Un’impostazione to-talmente diversa», commenta-no inRegione, pronti a dar bat-taglia. «Applicare questo de-creto significherebbe affonda-re il sistema sanitario», dice

Cota. Sulla stes-sa linea, tra glialtri, Luca Pe-drale, Carla Spa-gnuolo e Massi-miliano Mottaper il Pdl. «Così

si massacra la sanità piemon-tese», incalza Pedrale. «Im-possibile recepire i parametriministeriali - gli fa ecoMotta -.Significherebbe declassaremolti dipartimenti di emer-genza e altrettanti ospedali».La Lega è in trincea: «Docu-mento irricevibile - tuona Ma-rio Carossa -. Ci lascino fare lanostra riforma».

Il ricorsoannunciatoLa prima contromossa del Pie-monte sarà un incontro tra

l’assessoreMonferino e i colle-ghi alla Sanità di altre Regioni.Obiettivo: valutare se e qualisono imargini di discrezionali-tà del decreto. Analoghi con-tatti riguarderanno il Ministe-ro. Domani nuova riunione dimaggioranza per fare il punto.In caso di fumata nera, non re-sterà che la strada del ricorso.

IlmodelloMonferinoGià il pianoMon-ferino non eraun progetto in-dolore: prevede-va accorpamen-ti, chiusura dipunti nascita ericonversioni di alcune strut-ture. Con il modello Balduzzi«sarà peggio», commentano inRegione. Un caso per tutti: sela riorganizzazione annuncia-ta daMonferino e studiata dal-l’Aress prevedeva il passaggioda 17 a 15 emodinamiche (unaogni 600 mila abitanti) il de-creto Balduzzi immagina esi-stano solo nei Dipartimenti disecondo livello con Cardiochi-rurgia. Risualtato? Ne salvasoltanto otto. Ciò che non cam-bierà - a meno che il decreto

Balduzzi non spinga la giunta arivedere anche il destino dellestrutture da trasformare - è ilfuturo dei centri come l’Oftal-mico, il Valdese, e gli ospedaliminori della provincia.

GliospedalidiprovinciaNelle slide proiettate ieri mat-tina si legge che l’Oftalmico èdestinato al trasferimento en-tro i confini della Città della

Salute, e si leggeanche il futurodegli ospedale diVenaria (dismis-sione dei lettiper acuti, man-tenimento del-

l’attività ambulatoriale, dei seiletti di day hospital, chiusuradel pronto soccorso emanteni-mento di una sola ambulanza118 con medico a bordo), diGiaveno (sul cui destinol’Aress propone il manteni-mento della sola attività am-bulatoriale e l’apertura di unCentro di assistenza prima-ria), di Avigliana (più nessunricovero, attivazione di unCap, mantenimento dell’attivi-tà ambulatoriale, manteni-mento del service di Oculisti-

Sanità, il decretoBalduzzistravolge il pianoospedaliReparti accorpati o chiusi con criteri più rigidi della riforma di MonferinoL'ira di Cota: “Così si andrà allo sfascio, siamo pronti a presentare ricorso”

ca), di Torre Pellice (l’Aresspropone la cessazione di tuttal’attività di degenza, Rsa com-presa, e il mantenimento solodegli ambulatori e di un Cap),di Pomaretto (destino identi-co a Torre Pellice, secondo laproposta dell’Aress), di Ca-stellamonte (anche qui l’Aresspropone la cessazione di tuttal’attività di ricovero, Rsa com-presa), di Lanzo (l’Aress pro-pone l’attivazio-ne di un Centrodi assistenzaprimaria).

IlValdeseFra le diapositi-ve proiettate, numerose sonodedicate al Valdese, il cui de-stino pare segnato indipen-dentemente dall’esito dellaquestione-Balduzzi. Si legge:«Cessazione, alla scadenzacontrattuale, dei service diChirurgia Plastica e dermato-logica, Neurologia, Ortopediae Branca chirurgico-oncologi-ca della Ginecologia oggi pres-so la casa di curaCellini». Poi il«trasferimento del service diOculistica presso l’Oftalmico».In questo caso, i medici del

Valdese opererebbero al po-meriggio «nelle sale operato-rie dell’Oftalmico utilizzate inquelle ore solo per le emergen-ze». Trasferita anche la Chi-rurgia senologica, alle Moli-nette. Al Valdese sarà colloca-to l’intero servizio di Scree-ning della mammella (Preven-zione Serena) attualmente invia San Francesco da Paola.Destinati a questa attività seimammografi, i quattro già adisposizione del Servizio piùdue del Valdese. Il laboratorioanalisi sarà trasferito alMarti-ni,mentre la collocazione dellaDiabetologia e del Centro perle malattie endocrine sarà de-cisa in funzione di quella chesarà la rete ospedaliera. An-che l’Anatomia Patologica an-drà alMartini, come la Chirur-gia generale, la Medicina, laGastroenterologia l’Endosco-pia digestiva, la Fisiopatologiadigestiva e il centro di Endo-scopia senza dolore. Resterànell’ospedale di SanSalvario la

Cardiologia ria-bilitativa.

GuardiaMedicaUn’ipotesi è allostudio sempre

riguardo il Valdese: il trasferi-mento qui della Centrale ope-rativa più una postazione diGuardia Medica 5747. Nel-l’ospedale di via Silvio Pellicoresterà comunque la direzionesanitaria di presidio, condivisacon l’Oftalmico. Infine la Ra-diologia: manterrà (ma soloper ora) la sua attività dov’è.La sua definitiva collocazione -si legge sul documento regio-nale - «sarà definita nel quadrodella prossima riorganizzazio-nedelle strutturedell’AslTo1».

Fonte:Regione Piemonte

Il futuro degli ospedali

TERRITORIO: per l’assistenza più semplice, legata alla medicinadel territorio. Possono prevedere anche delle postazionidi Pronto Soccorso semplice, per la soluzione di sempliciproblemi che richiedono di stabilizzare un paziente primadi trasferirlo in un centro di alta specialità

CARDINE: sono in gradodi assicurare, oltre al pronto soccorso,anche l’assistenza per la maggior partedelle situazioni cliniche

RIFERIMENTO: dove è concentrata l’assistenza cherichiede il maggior impegno tecnologico e l’esperienzadel personale (pronto soccorso di II livello, cardiochirurgia,neurochirurgia, chirurgia toracica, medicine di altaspecialità, oncologia di II livello, radiologia interventistica...)

Legenda: RIFERIMENTOOSPEDALE

Superiorialla sogliaminimadi interventoper garantirela sicurezzasecondola comunitàscientifica

Superiorialla sogliaminimaconvenzionalestabilitadalla Regione

Inferiorialla sogliaminimama noncancellati

Cancellati

CARDINE TERRITORIO

Numero min. di interventiOSPEDALE

Città della Salute - Torino

OftalmicoSanta Croce - MoncalieriMaggiore - ChieriS. Lorenzo - CarmagnolaS. Giovanni BoscoMaria VittoriaGradenigo - ToCivico - ChivassoCirièCivile - IvreaCottolengo - ToCivile - CuorgnèS. Luigi GonzagaMauriziano Umberto IFondazione OncologiaMartini - ToOspedale degli Infermi - RivoliE. Agnelli - PineroloCivile - Susa

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NUMERO DI INTERVENTI

Noncambierebbeildestinodei

posti letto inprovincia

I PICCOLI CENTRIUn’ipotesi: trasferirenella sede lacentraledellaGuardiaMedica

IL VALDESELanormaricompatta

lamaggioranzacontro ilministero

LEVATA DI SCUDI

MARCO ACCOSSATOALESSANDRO MONDO

�Mentre il direttore dellaCittà della Salute annuncia ilnuovo Piano aziendale c’èpreoccupazione per la scuredel ministro Balduzzi sull’in-tera Sanità piemontese. Bal-duzzi sarà domenicamattinaal Colosseo ospite dell’Ordi-ne dei Medici di Torino.

Sulla«Stampa»

Cosa cambia nella Città della Salute Centimetri - LA STAMPA

Le aziende ospedaliere accorpate: Molinette + Cto/Maria Adelaide + Oirm/Sant'Anna

32.443 letti totali

da 34 a

da 7 a 2i dipartimenti amministrativi

da 165 a le strutture sanitarie

da 28 a 14i dipartimenti sanitari

1.261Molinette

763Oirm/Sant-Anna

419Cto

Dossier/ Riformee tagli imposti dalla crisiCosa cambia nella Città della Salute Centimetri - LA STAMPA

Le aziende ospedaliere accorpate: Molinette + Cto/Maria Adelaide + Oirm/Sant'Anna

32.443 letti totali

da 34 a

da 7 a 2i dipartimenti amministrativi

da 165 a le strutture sanitarie

da 28 a 14i dipartimenti sanitari

1.261Molinette

763Oirm/Sant-Anna

419Cto

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CRONACATORINO ■ IIMERCOLEDÌ 28 NOVEMBRE 2012

llaa RReeppuubbbblliiccaaI CONTI DELLA REGIONE

L’intervista

Angelo Del Favero, manager delle Molinette spiega i criteri della riorganizzazione

“I primari che sono stati tagliatitorneranno al lavoro di prima”DOTTOR Del Favero,

quanto si risparmia conquesta riorganizzazione?

«Non sappiamo ancora quan-to si potrà recuperare con la rior-ganizzazione. Era però necessa-rio adeguarsi. In primo luogoperché la Città della Salute com-prende adesso tutti e quattro gliospedali. Poi ci sono i nuovi pa-rametri nazionali e regionali daapplicare».

Oggi presenterete il piano aisindacati. Vi aspettate una forteopposizione al nuovo attoaziendale?

«Qualche contestazione è pre-vedibile che ci sia. L’Universitàl’ha già visto e manderanno le lo-ro valutazioni. I sindacati avran-no una settimana per esprimereil loro parere. Comunque tengo adire che si tratta di un piano fles-sibile, che potrà essere correttose ce ne sarà l’esigenza».

Vengono tagliate 35 strutturecomplesse sanitarie. Dove fini-ranno gli attuali primari?

«Molti sono già in pensione e alloro posto ci sono dei facenti fun-zione. Gli altri resteranno al loroposto a parità di stipendio. Poi,alla scadenza del contratto, tor-neranno alla loro condizioneprecedente alla nomina di pri-mari».

I parametri adottati sono piùrestrittivi rispetto agli standardnazionali, non è così?

«Sì, rispetto ad uno standard di17,5 posti letto per ogni strutturacomplessa noi siamo saliti a18,79. Ma non dimentichiamoche la riorganizzazione com-

prende quelle che prima eranotre aziende e quindi è possibileadottare parametri lievementepiù severi. I criteri ovviamentetengono conto anche del volumedi attività, secondo quanto indi-cato dalle indicazioni regionali enazionali».

Fra i tagli delle strutture avetepenalizzato numericamentequelle ospedaliere rispetto alleuniversitarie. Perché?

«Le ragioni sono due. In primoluogo la base di partenza è diver-sa. Abbiamo tagliato otto struttu-re universitarie ma su un totale di59. Mentre quelle ospedaliereerano 106, quasi il doppio. In se-condo luogo non possiamo di-menticare che l’Università hafunzioni di insegnamento».

Quali ritiene siano le novitàpiù significative?

«Abbiamo voluto valorizzarele professioni infermieristichecon una struttura complessa.Nella sanità moderna sono pro-fessionisti destinati ad avere unruolo sempre più importante.Hanno una laurea, svolgono unafunzione di coordinamento de-terminante all’interno degliospedali. Serve poi una maggio-re attenzione alle relazioni inter-ne, ed è per questo che dalla di-rezione generale dipenderannotre nuovi uffici strutturati: stam-pa e comunicazione, relazionicon i sindacati e con l’Univer-sità, che è attore fondamentaledi un’azienda come la Città del-la salute».

(s.str.)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Qualche contestazione èprevedibile, ma tengo

a dire che è un pianoflessibile che potrà

anche essere corretto

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Valorizzeremo leprofessioni

infermieristiche,avranno un ruolo

sempre più importante

Angelo Del Favero

La nuova Città della Salutenasce con 50 reparti in menoI posti letto per i malati però restano invariatiSARA STRIPPOLI

NELLA nuova Città dellaSalute non diminuisco-no, per ora, i posti letto.

Dimezzati invece i dipartimentie fortemente ridotte le strutturecomplesse. I primi passano da 28a 14 in ambito sanitario e da 7 a 2nel settore amministrativo.Mentre per i primariati, dove siprevede nei prossimi giorni labattaglia più dura, sono previsti51 tagli, 35 sui reparti sanitari e 16su quelli amministrativi.

Il direttore generale della su-perazienda che da luglio accorpai 4 grandi ospedali dell’area sud(Molinette, Regina Margherita,Sant’Anna e Cto) presenta que-sta mattina ai sindacati il nuovoatto aziendale. Dopo lo stop diagosto, imposto dall’assessoratoche chiedeva di aspettare la rior-ganizzazione della rete ospeda-liera, il piano adesso è pronto edovrà essere sottoposto ai sinda-cati e all’Università. Nella nuovamappa resterà ad esempio unasola urologia, e i tagli più signifi-cativi sono su anestesie e riani-mazioni, chirurgie e radiologie,dove, soprattutto alle Molinette,le moltiplicazioni erano davveroeccessive. Le banche del sangue

scenderanno da 3 a 2, la prima al-le Molinette, la seconda al Regi-na Margherita. Giro di vite anchesui laboratori. Quello centraleresta il Baldi Riberi delle Moli-nette, mentre negli altri ospeda-li sarà garantita l’urgenza. I 4pronto soccorsi, per evidenti ra-gioni di specificità, sarannomantenuti, ma nascerà un coor-dinamento sovraziendale perottimizzare la loro organizzazio-ne. «Non parliamo sempre e solodi tagli - è il monito del direttoresanitario Silvio Falco - un tempo

tutti questi reparti potevano ave-re un senso, ma una riorganizza-zione era d’obbligo». L’Univer-sità conquista due nuove strut-ture, che prenderanno il posto didue ospedaliere: una oncologia e

una riabilitazione funzionale. In un clima in cui si attendono

ancora gli effetti della spendingreview nazionale, la direzionedella Città della Salute ha adotta-to criteri più restrittivi di quelli

standard indicati a livello nazio-nale: nella super azienda servo-no 18,79 posti letto per avere ognistruttura complessa, contro il17,5 indicato a livello nazionale.Finora, alle Molinette erano suf-ficienti 14,8 posti letto per avereuna struttura complessa. Ovvia-mente, le scelte sui tagli devonoanche tener conto dei volumi diattività, lo stesso principio sui cuiinsiste il piano dell’assessorato.

Francesco Cartellà, rappre-sentante sindacale della Cgil haappena ricevuto il piano che do-

mani sarà oggetto di un incontrocon la direzione. «Ci sono tagli eaccorpamenti da valutare neiprossimi giorni. La nota positivariguarda la proposta per la strut-tura complessa della direzioneinfermieristica, che rappresentaun passo avanti per la creazionedell’autonomia e della dirigenzadelle professioni sanitarie. Non èancora sufficiente e chiederemodelle integrazioni. Stiamo par-lando di un organismo che dovràgestire oltre 8mila persone».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riduzionisignificativesu anestesie,chirurgie eradiologie

Sono stati adottaticriteri piùseveri di quelliindicati a livellonazionale

Come cambia la Città della salute POSTI LETTO

Oncologiauniversitaria

Riabilitazione funzionaleuniversitaria

2.443

1.261Molinette

763Sant'Anna-

Regina Margherita

419Cto

Strutture complesse da 199 a 148

Dipartimenti amministrativi

da 7 a 2

Dipartimenti sanitari

da 28 a 14

35 strutture sanitarie(8 universitarie e 79 ospedaliere)

Parametro adottato: 18,70 posti letto per struttura(lo standard nazionale è 17,5)

16 struttureamministrative

COSA SCOMPARE LE NOVITÀ

IN CORSIAPer seguire levicende della

sanitàpiemontese

le notiziepuntuali si

trovano sulsito di Torino

di Repubblica

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TORINO ■ IIIMERCOLEDÌ 28 NOVEMBRE 2012

llaa RReeppuubbbblliiccaa

UNA cena a Roma con il mi-nistro. Ieri sera PaoloMonferino, assessore alla

sanità del Piemonte, è volato aRoma per incontrare Renato Bal-duzzi con i colleghi di altre sei re-gioni. Un momento informaleper discutere criteri meno re-strittivi sulla riorganizzazionedella rete ospedaliera. «Le posi-zioni sono diverse e devono esse-re definite - spiega pochi minutiprima dell’incontro - ma in gene-rale siamo d’accordo nel chiede-re che in alcuni casi sia accorda-ta maggiore flessibilità in modoche siano le regioni a poter inter-venire. Il punto più importante èquello che riguarda i pronto soc-corsi. Con i parametri fissati dalministero la situazione per noisarebbe davvero difficile». IeriRoberto Cota è tornato sul temae ha ribadito la sua posizione:«Siamo stanchi di prendere maz-zate da Roma». Nessun turba-mento al ministero della Salute:massima disponibilità a con-frontarsi, ma con la consapevo-lezza che la riorganizzazione èun passo necessario che non puòessere fermato dalle campagneelettorali. E ieri un attacco a Cotaè arrivato dal vicecoordinatoredel Pdl Agostino Ghiglia: «Sonodisposto a non votare più per ilgoverno Monti qualora il decretoBalduzzi, che penalizza la sanitàpiemontese mettendo a rischio ilservizio ai cittadini, passassesenza modifiche. Ognuno peròdeve fare la sua parte, senza mi-stificazioni». In tre anni consen-titi per l’applicazione le cose pos-sono cambiare cento volte, ag-giunge Ghiglia «mentre ciò che

avrebbe vigore immediatamen-te sarebbe l’attuazione del pianosanitario della Regione Piemon-te. Ritengo quindi stucchevoleche si tiri per la giacca chi a Romasostiene il governo Monti, ten-tando di far credere alla genteche quel sostegno metta a rischiostrutture sanitarie come il Valde-se o l’Oftalmico». Per Andrea Bu-quicchio Pdl e Lega sono impe-gnati in un teatrino: «Il problemaè che l’assessore e la giunta non sisono preoccupati del piano dirientro stilando un piano socio-sanitario poco coerente».

(s.str.)

Il retroscena

Ghiglia attacca il Governatore: “Non è tutta colpa di Monti”

Monferino vola a Romaper chiedere uno sconto

L’assessore Paolo Monferino

L’assessore a cenacon Balduzzi cercadi ottenere piùfondi per la sanitàpiemontese

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Il caso

Spending review, Cota va avantiLa protesta dei lavoratori della Regione non ferma la giuntaMARIACHIARA GIACOSA

LA PROTESTA dei lavoratoridella Regione non ferma lalegge sulla spending review

della giunta Cota. Ieri mattina in500 hanno manifestato in via Alfie-ri per chiedere un rinvio del prov-vedimento che prevede tagli di or-ganico e salari. Nel dettaglio: la leg-ge chiede una ricognizione sugliesuberi dell'ente e la creazione diliste di mobilità del personale, il ta-glio del 10 per cento per il salariodei direttori e per quello accessoriodei dirigenti e una riduzione del 30per cento del budget per le posizio-ni organizzative. Un provvedi-mento che non piace a lavoratori esindacati che hanno chiesto al pre-sidente del Consiglio Valerio Cat-taneo l'apertura di un confrontoprima di qualsiasi decisione.

Nel pomeriggio però è iniziata lo

stesso la discussione della leggeper la quale sono già stati presenta-ti 291 emendamenti. E lo scenariopotrebbe diventare anche peggio-re di quello contestato in mattina-ta. Una proposta di Progett'azione,confezionata lunedì sera, proponeinfatti misure drastiche: un tagliodel personale del 15 per cento, del20 per cento per i dirigenti e del 30per cento sulle cosiddette «posi-zioni organizzative» di cui godono,attualmente, 730 persone. Oltre alblocco delle nuove assunzioni enessuna stabilizzazione per i 200precari. Provvedimenti che secon-

do Progett'azione, porterebberoun risparmio di 100 milioni, cioè il15 per cento di ciò che spende ognianno la Regione per pagare i di-pendenti suoi (2428 che solo nel2011 sono costati 171 milioni di eu-ro), del Consiglio, degli enti colle-gati e il personale sanitario. Il nu-mero degli stipendiati della Regio-ne è infatti composto di molte voci:oltre a quelli della giunta, 350 lavo-rano a Palazzo Lascaris, 2023 inagenzie e enti strumentali, altri 900tra comunità montane e parchi. Inpiù ci sono i 58 mila dipendenti del-la sanità, di cui 15 mila ammini-

strativi (i tagli proposti riguarde-rebbero solo loro e non il persona-le sanitario inteso in senso stretto).

Applicato su questi numeri l'e-mendamento di Progett'azioneporterebbe a 3 mila esuberi, di cuialmeno 200 negli uffici regionali.Niente licenziamenti però, assicu-rano i dissidenti del centrodestra,perché tra i dipendenti della Giun-ta, ad esempio, sarebbero in 219 adavere i requisiti per il prepensiona-mento. «Un atto indispensabile -hanno spiegato il capogruppo An-gelo Burzi e il consigliere Gian Lu-ca Vignale - a causa del grave inde-bitamento dell'ente».

Non la pensa così l'opposizioneche compatta ha chiesto che laquestione del personale sia affron-tata solo dopo un confronto con isindacati. Il vicepresidente delConsiglio Roberto Placido (Pd) haaddirittura minacciato l’ostruzio-nismo se non ci sarà uno stop. Ladecisione sarà presa oggi in unariunione dei capigruppo.L'«emendamento bomba» peròprima sarà al centro di un vertice dimaggioranza con il presidente Co-ta, fa sapere il capogruppo della Le-ga Mario Carossa. La discussionenon si annuncia semplice e per lagiunta potrebbe aprirsi la conta deivoti. Senza Progett'azione (che suquesto punto non è disposta a ce-dere) serve il voto di Giovine, cheperò ha firmato tutti gli emenda-menti dell'opposizione.

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Giovine firma conl’opposizione ePlacido (Pd)intanto minaccial’ostruzionismo

IL PRESIDENTERoberto Cota

presidente dellaRegione è in

difficoltà per i taglidella spending

review

Un emendamento di Progett’azione ipotizza molti licenziamenti

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«Sentire dire certe cose daun premier, oltre che daun uomo della levatura

umana e politica di Monti, fa un cer-to effetto. Vanno ascoltate con atten-zione, certo, ma non mi hanno sor-preso». Paolo Monferino, l’assesso-re-manager voluto da Roberto Cotaal capezzale della Sanità piemonte-se, commenta l’uscita del Presiden-te del Consiglio non appena atterra-to a Roma: lo attende l’incontro con icolleghi delle altre Regioni seguitoda una cena con il ministro Balduzzi.

Sulla tenuta della Sanità siamo alpuntodinonritorno?

«Non ho dati sullo stato dei conti alivello nazionale, mi bastano e avan-zano quelli del Piemonte, ma c’è evi-dentemente una situazione finanzia-ria critica legata a una serie di emor-ragie da tamponare».

Come?«Con sacrifici enormi per tutti gli

italiani. Fatte le debite proporzioni,le preoccupazioni del premier rical-

cano quelle di chi gestisce la Sanità alivello locale. I raffronti con quella dialtri Paesi, in apparenza consolatori,rischiano di essere ingannevoli».

Inchesenso?«Il nostro sistema sanitario è

complessivamente buono ma ha uncosto significativo. Sarà anche veroche pesa sul Pil meno che altrove,ma tutto è relativo: il Pil dell’Italianon è quello di altri Paesi, e fatichia-mo più di altri a sostenere questavoce di spesa».

Comesievita ilbaratro?«Possiamo ancora contare su am-

pi margini di razionalizzazione delsistema. Bisogna intervenire suprocessi e abitudini stratificate neidecenni e superate dai tempi. Bastapensare all’accorpamento delle Asl:troppe, anche in Piemonte. Fonda-mentale la capacità di mettere in-sieme determinati volumi di spesa,

Epoi?«Ci sono altri passaggi. In primis, la

messa in rete degli ospedali per evitareduplicazioni tra strutture sovente vici-ne: la logica dell’ospedale sotto casa,per di più iperspecializzato, è robad’al-

tri tempi. Ne bastano meno, ma quelliche ci sono devono essere in grado disoddisfare tutta la domanda. Un altrosnodo essenziale, per motti aspetticonsiderato un “tabù”, è lamobilità delpersonale da ospedale a ospedale cosìda svuotare le piante organiche sovra-dimensionate e sopperire alle carenzedove si manifestano. Non dimentichia-mo che negli anni il sistema sanitario èdiventato un modo per fare economia,per creare posti di lavoro. Non possia-mo più permettercelo».

Monti ha insistito sulla necessità dinuove forme di finanziamento. Qual-che idea?

«La compartecipazione alla spesasanitaria da parte dei redditi medio-alti: non ci vedo nulla di scandaloso.Lavorando su questi fronti - retiospedaliere integrate, efficienta-mento dei servizi, spesa partecipata- possiamo assicurare la tenuta delsistema anche per il futuro».

In che misura il decreto Balduzzi rece-piscequeste istanze?

«L’impianto del decreto va nella giu-sta direzione. Anzi: ricalca una serie dimisure che caratterizzano la riformasanitaria varata in Piemonte.Ma alcuniparametri nel regolamento allegato, ve-di quelli sui passaggi ai pronto soccorsoe ai Dea, dovrebbero essere meno co-genti: riferimenti di massima che le Re-gioni possono interpretare con lagiustadose di discrezionalità, tenendo contodelle differenze geografiche. Special-mente quelle che, come la nostra, nonsono rimaste con le mani in mano».

L’assessorepiemontese“Costi insostenibili

Bisognarazionalizzare”Monferino: servono strutture più leggere e flessibili

Paolo Monferino

LeAsl vannoaccorpateGliospedali andrebberoridotti emessi in reteÈ inoltrenecessariovalutareunaumentodellamobilitàdelpersonalepersopperireallecarenze

Paolo MonferinoAssessore alla Sanitàdella Regione Piemonte

dalla logistica ai servizi, innescandoeconomie di scala: strategie non co-sì dissimili da quelle che oggi perse-gue qualsiasi azienda. In tutti i casi,l’obiettivo sono strutture più legge-re e flessibili».

Intervista

ALESSANDRO MONDOTORINO

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Laprotesta

“CostamenoedèpiùefficientePerchéchiudere ilValdese?”

«Ogni giorno vengono a chie-dermi cosa sarà di loro, e qua-le sarà il futuro dell’ospedale.Questi ultimi aggiornamenticonfermano l’interruzione del

rapporto coi pazienti». Così Ro-berto Dosio, primario di radio-logia del Valdese, commenta inuovi scenari per il presidio. Leprospettive per l’ospedale aper-te anche dal decreto Balduzzisono l’ennesimo colpo a unastruttura dal destino semprepiù incerto.

Tutto sembra confermare lepreoccupazioni espresse inquesti mesi dalle tante personescese in piazza in difesa del pre-sidio di via Silvio Pellico. Dopotante richieste di chiarezza, pe-rò, pazienti e personale medico

non sono ancora soddisfatti. «Ilnuovo piano rileva un’evidentecontraddizione - spiega ancoraDosio - da una parte si dice che iservice vengono trasferiti, enello stesso momento molticontratti sono in sospeso. Michiedo quale strumento ammi-nistrativo rimuoverà l’incon-gruenza».

Manifestazioni, raccolte fir-me e lettere aperte non sembra-no riuscire ad ottenere risposteufficiali dalla Regione, né a in-vertire la tendenza sul futurodel presidio di San Salvario.

Il primarioDosio: «Non c’èalcun rispetto permedici e pazienti»

FRANCESCO MORGANDO

«Continua e aumenta la nostraindignazione per l’atteggia-mento usato - commentaMarioLevi, presidente della circoscri-zioneOtto -. Ancora una volta laRegione fa dire ad altri quelloche dovrebbe dire lei. Continual’arroganza del potere».Il destino delValdese si lega a

doppio filo con i cittadini e icommercianti di San Salvario,che da mesi si mobilitano perevitare una chiusura del centro.La primamobilitazione, forte di7.500 firme, aveva portato inaprile centinaia di persone sot-to la tettoia del mercato di piaz-za Madama, seguita da un’altrainiziativa davanti a Palazzo La-scaris all’inizio d’ottobre.L’ultimo presidio «mettia-

moci le tette» ha segnato peròl’apice di queste mobilitazioniper inventiva e durezza. Più ditrecento donne si sono fatte fo-tografare a seno nudoper difen-dere il reparto di Senologia, cheverrà trasferito alle Molinette.«E’ l’ennesimo tentativo di chie-dere chiarezza - spiega CarlaDiamanti, paziente e promotri-ce della protesta -. Ha un sensochiudere una struttura con i co-sti più bassi dellamedia che for-nisce un servizio eccellente?».

La protesta davanti al Valdese

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Prima i dipendentiregionali, affiancatidai sindacati. Poiquelli dell’Aress,l’Agenzia regionale

dei servizi sanitari appenaabrogata. A seguire, una dele-gazione di sindaci preoccupatidalla chiusura dell’ospedale diCeva. Tutto nella stessamatti-nata. Di questo passo bisogne-rà prendere il numero per ma-nifestare davanti al Consiglioregionale.

Lo scontroIeri ha tenuto banco essenzial-mente la prima, discussa in au-la nonostante un tentativo diinvertire l’ordine dei lavori daparte del Pd. Questione delica-ta, visto che applicare i detta-mi della spending review na-zionale alla pianta organicadella Regione significa incide-re la carne viva dell’ente e mi-surarsi con il contratto nazio-nale di lavoro oltre che con i di-retti interessati. Ne sono con-sapevoli i sindacati, ricevuti indelegazione e decisi a fare il lo-ro mestiere.Il detonatore della polemi-

ca, destinata a perpetuarsi

nelle prossime settimane, è unemendamento alla corposa de-libera della giunta sulla spen-ding review regionale presen-tato nei giorni scorsi da Pro-gett’Azione e riproposto iericon alcune modifiche. Il fattoche in questo arco di tempoBurzi, Vignale, Boniperti, Ten-toni e Valle siano usciti dallamaggioranza non cambia lasostanza del discorso.

Il pianoEcco i punti: riduzione entro il31 dicembre delle dotazioni or-ganiche di tutti gli enti dellaRegione (giunta, Consiglio,agenzie, enti strumentali) inmisura non inferiore al 20%per i dirigenti e non inferiore al15% per il personale in organi-co (esclusi ricercatori, tecno-logi e personale sanitario); di-vieto di assunzione di nuovopersonale a tempo determina-

to e indeterminato; riduzione,nel prossimo triennio, degli sti-pendi (10% per direttori e diri-genti regionali, 30% del budgetannuale destinato alle posizioniorganizzative in essere); pensio-namento del personale in esube-ro, anche in deroga alla riformaFornero, e/o attivazione dellamobilità guidata, tramite la co-stituzione di liste ad hoc e il ri-collocamento degli interessatiin altri enti locali o enti pubblici(la Regione agevolerebbe le am-ministrazioni che assumono co-

prendo per un triennio il 50%del costo del salario).

I contiMisure diverse, e variamente in-digeste, un obiettivo: tutelare iposti di lavoro abbattendo i costidi un ente che, spiega Vignale,non sa nemmeno se sarà in gra-do di pagare le tredicesime ilmese prossimo. «Oggi la Regio-ne conta 2.600 dipendenti peruna spesa totale che sfiora i 172milioni - calcola Burzi -: 7,3 per ilpersonale a tempo determinato.Di questi, solo in Regione i postivacanti sono 520 e 219 i possibilipensionamenti con legge post eante Fornero». Stando a Proget-t’Azione, riducendo i dipendentiin giunta, Consiglio ed enti si ri-sparmierebbero oltre 100 milio-ni «senza eliminare un posto dilavoro».Una patata bollente per il

Consiglio e per Giovanna Qua-glia: l’assessore si riserva di va-lutare le proposte - «Alcune, co-

me i pensionamenti e la riduzio-ne degli stipendi dei dirigenti,sono avanzate dai sindacati» -assicurando tavoli di confronto.Fatto salvo il giudizio sui singoliinterventi, e stante le difficoltàin cui versa la Regione, la dire-zione sarà questa. Lo pensa an-che la Lega (Carossa), che de-manda la questione a un verticedi maggioranza.

L’opposizioneIl Pd (Reschigna) punta ad ab-battere le spese con misure di-verse: meno direzioni regionali,meno contratti privati e diretto-ri esterni, recupero di funzioniesternalizzate. Di rigore il con-fronto con i sindacati. AncheperCerutti, Sel, la parola d’ordine è«concertazione». Stara, Insiemeper Bresso, insorge contro «le li-ste di proscrizione». «No a me-todi medievali», insorge Buquic-chio per l’Idv. «Misure non ra-zionali», boccia Artesio, FdS.Partita aperta.

Regione in rossoSulpersonale

lascuredei tagliProgett’Azione: bloccodelle assunzioni emeno spese

Esplode la rabbiaIeri mattina i dipendenti della Regione, affiancati dai sindacati di categoria, hanno manifestato

a lungo davanti alla sede del Consiglio regionale: una delegazione è stata ricevuta in Sala Viglione

I sindacati: «Inaccettabilescaricaresui lavoratori

gli sprechidellapolitica»

IN TRINCEA

il casoALESSANDRO MONDO

2.600dipendenti

Progett’Azione calcola unrisparmio di 100 milioni,riducendo il numero e

salvando i postidi lavoro

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VALERIA PERAVERBANIA

Da un lato c’è il decreto delministro Balduzzi, dall’al-tro il piano dell’Aress(l’Agenzia regionale per iservizi sanitari): che pre-

valga l’uno o l’altro, la scure si abbatte-rà anche sul Vco. Almeno stando aquanto scritto nero su bianco. Le di-sposizioni del ministro, infatti, ridise-gnano una rete ospedaliera piemonte-se con tagli legati al bacino d’utenza,per specialità medica e all’accesso aipronto soccorso. In quest’ottica, le dia-positive presentate l’altro giorno al-l’assessore regionale Monferino e alpresidente Cota (che non a caso hannosubito annunciato battaglia) prevedo-no che i Dea, per sopravvivere, debba-no avere almeno 45mila accessi: a Ver-bania sono 20.670, a Domo 34.524.Dell’ospedale unico plurisede non

c’è scritto nulla, non c’è traccia ma ildirettore generale dell’Asl AdrianoGiacoletto si dice tranquillo: «Siamostati convocati in Regione per venerdì

pomeriggio, per conoscere i dettaglidell’integrazione tra il decreto Balduz-zi e il progetto dell’Aress ma il Vco ha ilvantaggio di avere un solo ospedale sudue sedi, perciò i numeri di Verbania eDomo vanno sommati e a quel puntorientriamo nella soglia minima per te-nere i nostri Dea». Ma allora perché intutti i documenti vengono conteggiatisingolarmente? «I calcoli vengono fattipresidio per presidio, siamo noi ad es-sere un’eccezione poiché abbiamo duesedi ma una sola equipe».Se così non fosse, nessuno dei due

Dea potrebbe sopravvivere e solo Ver-bania avrebbe i numeri (almeno 25 mi-la accessi) per unpronto soccorso.Unoscenario improbabile, secondo il presi-dente dell’ordine provinciale dei medi-ci Daniele Passerini: «Non sarebbe so-stenibile, la Regione non accetterebbemai una situazione simile. Se questefossero le intenzioni del ministero re-sterebbero sulla carta».Anchenel pro-getto stilato dall’Aress, comunque, ci

sono luci e ombre: accorpamenti e taglidi reparti, in tal caso, sono legati a un nu-mero minimo di interventi chirurgici.Nel caso del Vco, oltre all’ormai accerta-ta chiusura del punto nascite di Domo,rischierebbero di saltare anche urologia(nonostante i numeri siano al di sopradella soglia minima è nell’elenco dei set-tori «da valutare nell’ambito della rior-ganizzazione», ossia a probabile cancel-lazione) e ginecologia, che verrebbero«spogliate» delle operazioni a rene, ve-scica, prostata, tumore all’utero e alleovaie. Sotto la forbice dell’Aress, poi, fi-nirebbero anche laringectomie e inter-venti a fegato, esofago e pancreas.«Aquesti reparti, che nonpossono es-

sere cancellati perché devono garantireil supporto per le emergenze, resterebbein pratica la microchirurgia in day sur-gery, che non necessita posti letto. Nonmi sembra averemolto senso» commen-ta Passerini. Giacoletto, da parte sua,butta acqua sul fuoco: «Eccetto il puntonascite di Domodossola non dovremmoperdere alcun reparto, sempre in virtùdel fatto che siamo ospedale unico pluri-sede e i numeri vanno quindi sommati -dice -. A meno che non venga stravoltotutto possiamo portare a casa un buonrisultato».

La Regione e il ministeropronti a tagliare Dea e repartiMa il direttore generale dell’Asl è sereno: “Manterremo tutto”

Si terrà l’incontro a Torinosul progetto Aress

e sul decreto Balduzzi

Il presidente Passerini«Restare con un pronto soccorso?

Non è uno scenario sostenibile»

L’ORDINE DEI MEDICI

VENERDI’

Dossier/Il futuro della sanità

45Mila accessi

È la soglia minima stabilitadal ministro Balduzzi pertenere i Dea: Verbania ne

ha 34.524,Domo 20.670

9InterventiinmenoNel Vco salterebbero quelli

a pancreas, fegato,esofago, tumore a ovaia,

utero e rene,laringectomie

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Conti in rossoTempi lunghipersaldarei fornitori«La situazione sanitaria pie-montese è pesante e nessunosi nasconde dietro un dito, maalmeno per quanto riguarda ilpagamento degli stipendi deidipendenti dell’Asl, questi nonsono a rischio».Lo sostiene Antonio Delle-

ra, segretario del sindacatoFials Vco all’indomani dell’in-contro avuto a Torino con i di-rigenti del settore Sanità. «Ab-biamo cercato di fare chiarez-za e inRegione - dice - abbiamoavuto conferma dei tagli cherisultano pesanti già da no-vembre. Dall’Assessorato alBilancio a quello alla Sanitàquesto mese i trasferimentisono stati di 270milioni invecedei 360 dei mesi precedenti.Novanta milioni in meno sonotanti ma non andranno a inci-dere su stipendi e tredicesima,piuttosto riguarderanno i for-nitori».I fornitori ad oggi vengono

pagati a undici, dodici mesi, ein futuro potrebbe essere an-che peggio. «C’è un problemadi cassa e questo è risaputo,ma il direttore regionale, Ser-gio Morgagni, ci ha garantitoche la seconda rata che avreb-be dovuto essere pagata entroil 10 novembre è slittata di unaquindicina di giorni, così daconsentire il pagamento deglistipendi e della tredicesima. Ilproblema economico si faràsentire però ancora di più ilprossimo anno ed avrà riflessisia sui tempi di pagamento deifornitori e in particolare dellefarmacie, ma anche sull’attivi-tà della libera professione in-terna dei medici dipendentidei presidi ospedalieri delleAsl, compresa ovviamente lanostra».Motivi di preoccupazione

dunque restano e dal prossimoanno i tagli saranno più pesan-ti; i 90 milioni in meno al mesedestinati alle Asl piemontesipotrebbero diventare ancoradi più. Inoltre, anche se nessu-no lo dice ad alta voce, si parladi esuberi nella Sanità pie-montese. [V. A.]

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In attesa del «matrimonio» tragli ospedali di Borgosesia eBorgomanero, l’altra sera si èufficializzato il fidanzamento.Il presidente Cota e l’assesso-re alla Sanità,Monferino, aCa-scine Agnona (Vercelli) hannoaperto una strada a quattrocorsie alla proposta di un «uni-co ospedale cardine con duedislocazioni geografiche». E icittadini saranno chiamati aun’azione popolare per velo-cizzare l’iter legislativo in Re-gione. L’unione porterà allacondivisione dei primariati: ilreparto avrà un primario soloma con posti letto nelle due se-di, che insieme daranno unospedale con un bacino d’uten-za di 250 mila persone e 350

posti letto, secondo solo alMaggiore di Novara. «La ri-chiesta è positiva – dice Mon-ferino – perché permette alledue strutture di lavorare me-glio ed è un bene che arrivi dalterritorio. Una prima analisidimostra che le due strutturesono complementari e anchel’efficienza economica, quellochemi interessa di più, c’è. Perme è una cosa fattibile».Borgosesia, però, appartie-

ne all’Asl Vercelli e Borgoma-nero all’Asl Novara. «Un osta-colo che si supera – dice il par-lamentareGianlucaBuonanno– con una legge di iniziativa po-polare, 8 mila firme per chie-dere al consiglio regionale didiscutere la proposta. Il con-nubio con Borgomanero nonporterà via da qui alcun servi-

zio omacchinario. Anzi, abbia-mo il quarto piano vuoto. SeBorgomanero vorrà investirein nuovi servizi, possiamo of-frire la struttura». Un’idea

sposata anche da Cota: «Mainessuno ha pensato di chiude-re o ridimensionare l’ospedaledi Borgosesia, non è una strut-tura che presenta doppioni esprechi. Questa fase in Valse-sia è già avvenuta. Ho subitofatto mia l’idea degli ammini-stratori locali e la porteròavanti. E’ un’iniziativa logicache non fa litigare i territori».Entusiasta anche Anna Tini-vella, sindaco diBorgomanero:«Spero che anche i Comunidella zona seguano il nostroesempio ». E in Consiglio eragià pronta una mozione dellamaggioranza a favore del «sì»all’alleanza tra i due ospedali.«La raccolta delle firme – con-clude Buonanno – darà un’ul-teriore spinta politica. Partire-mo entro la fine dell’anno».

Anna Tinivella

GIUSEPPE ORRU’BORGOMANERO

“Sì a Borgomanero-Borgosesia”

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TORTONA. L’ATTIVITA’ NON È STATA COMUNQUE INTERROTTA

Disagi al Pronto soccorsocaduti pannelli del soffittoAlleotto,malasalaeradeserta.Lacausa?Infiltrazionidopolapioggia

Disagi, ieri mattina, al Pron-to soccorso dell’ospedale«Santi Antonio e Margheri-ta» di Tortona, dove infiltra-zioni d’acqua di scolo dei plu-viali hanno fatto crollare unaparte del soffitto in carton-gesso nella sala di accettazio-ne. E’ accaduto poco dopo leotto quando si sono staccatialcuni pannelli, facendo ca-dere uno scroscio d’acqua sulpavimento della sala.La causa è stata individua-

ta nell’intasamento dei duepluviali: la mezz’ora di piog-gia intensa che si è abbattutasuTortona dalle 7,30 alle 8 haallagato il tetto della sala diaccettazione, che è piatto:l’acqua non potendo defluire,è filtrata tra la copertura e ilsoffitto facendo staccare ipannelli.I disagi si sono verificati

solo nella sala di accettazio-ne, peraltro nella zona nonaccessibile al pubblico, dovestanno gli operatori.Il Pronto soccorso non ha

mai smesso di funzionare e iservizi sanitari sono prose-guiti malgrado il disagio. Ilresto della struttura, infatti,non ha subito alcun danno eanzi, la direzione sanitaria ei medici di turno si sono su-bito dati da fare chiamando

la squadra di manutenzioneper far riparare il danno. Inbreve tempo il servizio di ac-cettazione è stato spostato inaltri locali del Pronto soccor-so e vi rimarrà fino a quandola funzionalità della sala nonverrà ripristinata. Questo do-vrebbe avvenire già nellamat-tinata di oggi.«Ringrazio i medici, gli in-

fermieri e il personale del 118 -dice Beniamino Palenzona, co-ordinatoreDea diTortona,No-vi Ligure e Acqui Terme - peressersi immediatamente atti-vati nello spostamento del-l’area triage e avere consentitoche l’attività del Pronto soc-corso non subisse interruzio-ni».Sul posto sono intervenuti ivigili del fuoco di Tortona che

hanno accertato la situazioneche riguarda appunto solo lasala di accettazione e non il re-sto della struttura. Un disagioche, a quanto pare si potevaevitare, controllando con mag-gior frequenza i due canali discarico dell’acqua piovana chesoprattutto in questa stagionepossono essere intasati dallefoglie.

PluvialiIntasati

all’originedell’evento

La cadutadei pannelli

non hacomunque

creatoproblemi

La salanon è di

quelleaccessibili

al pubblico

MARIA TERESA MARCHESETORTONA

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CASTELLETTO CERVO. APRIRÀ FORSE A DICEMBRE

Dispensario, il paesedeve ancora attendereI cittadini di Castelletto Cer-vo dovranno attendere alme-no fino al 7 dicembre per ave-re il dispensario farmaceuti-co in paese.

A fine ottobre la farmaciaè stata chiusa perché la tito-lare ne ha avuta in assegna-zione una ad Orbassano. Percontinuare a garantire il ser-vizio, utile soprattutto aglianziani del paese, il sindacoRenzoSelva aveva chiesto al-l’Azienda sanitaria e alla Re-gione di poter avere in paeseun dispensario farmaceutico.

«L’altra via sarebbe stata

l’assegnazione della farmaciaa un nuovo titolare ma i tempisono più lunghi e legati ai con-corsi - spiega Renzo Selva-.Grazie all’intervento imme-diato dell’Asl abbiamo ottenu-to in breve tempo l’autorizza-zione della Regione per l’alle-stimento di un dispensarionello stesso locale della far-macia, in attesa che questavenga assegnata. Nel frattem-po il farmacista di Mottalcia-ta, Damiano Boccia, si è resodisponibile a gestirlo con al-l’incirca gli stessi orari diapertura della farmacia e cioè

7 ore mezza al giorno».Ora è tutto pronto. «Siamo

solo aspettando che l’Asl dial’idoneità al locale», precisa ilprimo cittadino. Dall’aziendasanitaria fanno sapere che ilsopralluogo è fissato per il 6 di-

cembre: nel caso in cui tuttoandasse bene il dispensariopotrebbe essere operativo giàdal giorno successivo, chiu-dendo così una falla nei serviziin paese a disposizione dei re-sidenti. F. FO.]

Il servizio di farmacia è importante per i residenti

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BIELLA. UNA TRASFORMAZIONE COMPLESSA

Un solo consorziogestirà i servizisocio-assistenzialiL’assemblea di Iris ha dato il via libera l’unionecon Cissabo. Obiettivo: dar più peso al sistema

Iris ha detto sì al matrimoniocon Cissabo. La possibile uni-ficazione dei due consorzi so-cio-assistenziali che si sparti-scono i Comuni del Bielleseeranell’aria.Oraperò è al girodi boa. All’ultima assemblea isindaci del consorzio Iris, ol-tre a deliberare l’assestamen-to del bilancio 2012, hanno fat-to un passo decisivo appro-vando all’unanimità l’unioneche rimodellerebbe la gestio-ne dei servizi sociali. Ora si at-tende il via libera del Cissabo.

«La questione è molto deli-cata - afferma Isabella Scara-muzzi, presidente del cda del-l’Iris -. Oggi il ’’welfare’’ localeè messo a dura prova dai con-tinui tagli ai contributi dei go-verni nazionale e regionale: ènecessario trovare nuove for-me gestionali per i servizi, ot-timizzando le risorse». Ecco ilmotivo dell’ardita proposta.«L’esistenza di due consorzisu un territorio piccolo comeil Biellese non ha più sensodato il mutato contesto - ag-giunge Scaramuzzi -. Abbia-mo salvaguardato gli aspettipositivi e valutato gli eventua-li rischi dello studio fatto nel2009 dall’Istituto di ricercasociale di Milano che non po-teva tener conto degli svilup-pi normativi successivi: il DL78 del 2010 aveva poi messo indubbio l’assetto ’’consorzio’’quale ente per la gestione delsocio assistenziale. Nel frat-tempo però abbiamo costitui-to con i nostri sindaci un tavo-lo ad hoc per arrivare ad unaquota unica per tutto il nostroterritorio, uniformandoci cosìalla gestione del Cissabo, chesarà a regime dal 2013».

I vantaggi dell’unificazio-ne? Il nuovo ente avrebbe unmaggior peso contrattualedel nei confronti di Regione edell’Asl e uniformerebbe la

qualità dei servizi scegliendociò che di meglio i due territorioffrono attualmente. «Certo,nel breve periodo potrebberoesserci delle inefficienze - pre-cisa Pier Giuseppe Acquadro,presidente dell’assemblea esindaco di Tollegno -, com’ènormale che accada quando siuniscono due enti con alle spal-

le due storie diverse. Tuttaviasi cercherà di mantenere il me-glio dei due consorzi per garan-tire risposte omogenee e servi-zi sempre di qualità ai cittadi-ni». Ora la palla passa ai Consi-gli comunali che devono appro-vare la delibera entro il 31 di-cembre. Poi toccherà ai sindacidel Cissabo esprimersi.

FRANCESCA FOSSATIBIELLA

L’assetto dei servizi sociali è destinato a cambiare

Stefano Ceffa, del CissaboIsabella Scaramuzzi

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CASO AL MAGGIORE. SENTENZA DELLA CASSAZIONE

“Il consenso informatovale anche se il pazientedi professione è medico”«Il consenso “informato” valeanche se il paziente è unmedi-co». Sentenza della Cassazio-ne, terza sezione civile, che èpartita dall’esame di un casonovarese per spiegare che «lafinalità dell’informazione» va-le anche nei confronti del ca-mice bianco «il quale sarà li-bero di accettare o rifiutare laprestazione medica» con co-gnizione di causa. Applicandoquesto principio, la SupremaCorte ha accolto il ricorso diun radiologo piemontese, Giu-seppe S., in servizio al Mag-giore di Novara: nella stessastruttura aveva subito un in-tervento in seguito al quale,per la terapia cortisonicasomministratagli per curareun’encefalite post influenzale,aveva riportato lesioni osseeda patologia articolare femo-rale. Da qui la richiesta di ri-sarcimento danni perché nonera stato edotto dei rischi del-la terapia. Il risarcimento gliera stato negato dalla Corted’Appello di Torino nel dicem-bre 2006 perché il pazienteera un medico «quindi avevale cognizioni scientifiche perrendersi conto del trattamen-to». Ragionamento non condi-viso dalla Cassazione che, ac-cogliendo le doglianze del me-dico, ha fatto notare che i me-dici, al più, «hanno presuntoche il paziente fosse d’accor-do». In proposito, la Cassazio-

ne spiega che «il consenso in-formato costituisce, di norma,legittimazione e fondamentodel trattamento sanitario.Senza il consenso informato,l’intervento del medico è al difuori dei casi di trattamentosanitario per legge obbligato-rio o in cui ricorra uno stato dinecessità sicuramente illecito,anche quando sia nell’interes-se del paziente». Quanto al ri-sarcimento dei danni, la Su-premaCorte spiega che «in as-senza di un consenso consape-volmente prestato occorrel’accertamento che il pazienteavrebbe rifiutato quel deter-minato intervento o quella te-rapia se fosse stato adeguata-mente informato». Sarà ora laCorte d’appello di Torino a ri-vedere il caso. [M. BEN]

L’ospedale di Novara

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SANITA’. CRITERI PIÙ RIGIDI DELLA RIFORMA MONFERINO

Con il decreto Balduzzistravolto il piano ospedaliL’annunciodiCotaaNovara:“Noisiamoprontia farericorso”

Una doccia fredda. Almenoper una larga parte della sa-nità piemontese. E quantobasta per ridimensionare leproteste innescate dalla ri-forma Monferino - «acquafresca in confronto» smorza,in queste ore, più di un consi-gliere regionale - e archiviaremomentaneamente l’ostraci-smo del Pdl verso l’assesso-re-manager «blindato» daCota. Il decreto del ministroBalduzzi stravolge , vista daTorino, la riforma sanitariasulla quale la giunta guidatada Cota ha puntato.Proprio a Novara settima-

na scorsa, all’inaugurazionedi tre reparti rinnovati alMaggiore, il presidente ave-va detto: «Pronti al ricorso

alla Corte Costituzionale perdifendere la nostra riforma.E sul Maggiore si investe an-cora, come vedete». Da ieril’altro, la domanda è: che co-sa resterà degli ospedali do-po l’applicazione del decre-to? Secondo le disposizionidel ministro, la rete ospeda-liera regionale sarà stravoltarispetto al progetto del-l’Aress che la «Stampa» ave-va anticipato un mese fa.Terra bruciata, o quasi, stan-do a quanto compare sulleslide proiettate nel vertice dimaggioranza in Regione, conMonferino e Cota. Il quale,d’intesa con il Pdl - altro pro-digio - è determinato a corre-re ai ripari: se sarà il caso, ilPiemonte ricorrerà contro ildecreto che, «come la livelladi Totò», dispone tagli draco-niani e lineari nelle Regioni.Ma in realtà al Maggiore lariflessione che circola è que-sta: lariforma Monferino giàprevedeva ridimensiona-menti e «tagli» che Balduzziriprende. Il progetto del-l’Aress (agenzia programma-

zione sanitaria) prevedeval’accorpamento o il taglio direparti e dipartimenti dovenon si raggiungeva un nume-ro minimo di interventi chi-rurgici. Il decreto del mini-stero taglia invece secondo ilbacino d’utenza, l’accesso aipronto soccorso , e il bacinoper specialità medica.«Un’impostazione totalmen-te diversa» commentano inRegione, pronti a dar batta-glia. «Applicare questo de-creto significherebbe affon-dare il sistema sanitario» di-ce Cota.La prima contromossa sa-

rà un incontro tra l’assessoreMonferino e i colleghi di altreRegioni per valutare marginidi discrezionalità del decre-to. Analoghi contatti riguar-deranno il Ministero. Ogginuova riunione di maggio-

M. ACCOSSATO M.P. ARBEIANOVARA

ranza. In caso di fumata nera,non resterà che il ricorso. Giàil piano Monferino non era unprogetto indolore, con accor-pamenti, chiusure e riconver-sioni. Con il modello Balduzzi«sarà peggio», commentano inRegione. Mamolto di gioca nelTorinese. Nel Novarese la «cu-

ra dimagrante» è un po’ menodrastica. Poi sono sul tavolo la«sinergia» Borgomanero-Bor-gosesia e la riorganizzazione diGalliate.È invece già sparita l’inse-

gna «H», di ospedale, dalla fac-ciata del presidio di Arona: sa-rà centro di prima assistenza. Il presidente Roberto Cota all’incontro di Borgosesia

Tagli lineariprevistiintutteleRegioniInprovinciasiparladi«riorganizzazioni»

Ilpresidente:«Finchènonc’èlacittàdellasalutealMaggioresi investe»