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Le RISPOSTE del TERRITORIO: I PIANI e le POLITICHE per la QUALITÀ DELL’ARIA in ITALIA Schema e Primi risultati d’indagine Roma, 7 dicembre 2011

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Le RISPOSTE del TERRITORIO: I PIANI e le POLITICHE per la QUALITÀ DELL’ARIA in ITALIA

Schema e Primi risultati d’indagine

Roma, 7 dicembre 2011

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Le tendenze registrate da varie stime e dati diosservazione; le indicazioni di confronto con lepolitiche di alcuni “noti” riferimenti internazionali(aree urbane di paesi europei). Il quadro degliadempimenti regionali, livello cui per legge èattribuito un ruolo centrale nella definizione diindirizzi, analisi e rilevamento dei bisogni, messaa punto della normativa di intervento …

1. Il fenomeno smog in ambito urbano (la specificità italiana)

Bilanci e prospettive della lotta all’inquinamento sul territorio

(Indagine OPMUS: gennaio-novembre 2011)

3. L’approfondimento qualitativo in 4 realtà

Il parere di vari testimoni privilegiati sull’esperienza dei PRQA: il bilancio del primo ciclodi programmazione in Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Umbria; le indicazioni sulleprospettive per rilanciare lo strumento e rafforzare la lotta allo smog sul territorio

2. Il monitoraggio quantitativo: iniziative delle città e riscontri sui programmi regionali

Dimensioni e costi del problema a dieci anni dalle Direttive UE sulla Qualità dell’aria;la particolarità italiana nel panorama europeo e l’incidenza del traffico urbano

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Gruppo di lavoro Isfort che ha lavorato sotto la supervisione diCarlo Carminucci e composto da Luca Trepiedi – ha ideato e coordinato l’indagine (parte 1 e 2)Viola Ancarani – ha curato la ricognizione della normativa e la raccolta

di indicazioni presso i testimoni privilegiati (parte 3)(altri contributi: M. Procopio, E. Pieralice, A. Chindemi …)

Primo draft consultabile al Sito Isfort www.isfort.it (sezione OPMUS)

Credits

I testimoni privilegiati:

Carla Contardi, Regione PiemonteFederica Vozza, Legambiente PiemonteEugenio Lanzi, Regione Emilia RomagnaEriberto De Munari, ARPA Emilia RomagnaLorenzo Frattini, Legambiente Emilia Romagna

Furio Forni, Regione ToscanaFausto Ferruzza, Legambiente ToscanaMarco Trinei, Regione UmbriaMonica Angelucci, ARPA UmbriaMariacarmela Cusano, Ispra

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1° flash - Dati di inquadramento (fonte: nostre elaborazioni su dati Istat,OMS,EEA)

L’entità del problema smog (la sua gravità)

2,0Indice sintetico

0,1 0,3 0,6 0,9 1,3

• 51 Città con oltre 35 superamenti nel 2010 (erano 63 nel 2009 e 67 nel 2008)

• 68 % della popolazione urbana (116 Capoluogo di Provincia)• 79 zone di superamento * e con richiesta di deroghe all’UE per mancato

rispetto dei limiti di legge (coinvolte 16 regioni, 17% del territorio nazionale e 30milioni di italiani)

L’indice generale di Qualità del’Aria urbana (2008)

Classifica di Paese (25) - media di 3 parametri annuali: 1) numero di giorni di superamento del valore limite di PM102) giorni di superamento del valore limite di concentrazione di O33) concentrazione media annuale di N02

BulgariaGreciaItaliaRomaniaUngheria (…)

DanimarcaIrlandaPortogalloFinlandiaSveziaEstonia

Nr Popolazione rappresentata: 10,1 Mln (Italia); 98,9 Mln (totale Europa)

PM10

23 città

città

1

4

1

36 città

città

4717

30

225

4

5

4

5

4

43

1

1

Font

e: I

stat

Font

e: I

spra

Font

e: I

stat

-EEA

* Medie annuali/medie giornaliere

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1° flash - Dati di inquadramento (fonte: nostre elaborazioni su dati Istat,OMS,EEA)

MedieAnnuali di PM10

0% 20 % 40% 6 0% 80% 1 00%

Bu lg aria

Po lo nia

Italia

Sp ag na

F rancia

P aesi Bassi

G erm ania

R egn o Un ito

Svezia

<15 <20 <30 <40 <50 <60 > 60

Limiti – Linee G uida O MS = 20 µ g/m 3

(53)

(27)

(N . C ittà)

(19)

(91)

(2 9)

(38 )

(3 )

(7)

(11 )

0% 20 % 40% 6 0% 80% 1 00%

Bu lg aria

Po lo nia

Italia

Sp ag na

F rancia

P aesi Bassi

G erm ania

R egn o Un ito

Svezia

<15 <20 <30 <40 <50 <60 > 60

Limiti – Linee G uida O MS = 20 µ g/m 3

(53)

(27)

(N . C ittà)

(19)

(91)

(2 9)

(38 )

(3 )

(7)

(11 )

% popolazione vivente in città con vari livelli di PM10 (2009)

Le peggiori città in Europa per Qualità dell’Aria (2008)

Sono italiane 19 su 35 città europee con il livello più basso di QARoma è ultima delle capitali (181ma posizione su 221 città indagate)

03 No2

Stoccolma, Helsinki, Dublino (tra le prime 10), Amsterdam (81ma), Londra (108ma), Berlino (122ma), Parigi (127ma)

Oltre le polveri

Font

e: is

fort

-OM

S

Limite UE = 40 µg/m3

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2° flash – Qualità delle risposte (monitoraggio delle politiche anti traffico delle città)

L’entità del problema (la sua gravità)

Nel complesso sembra delinearsi anche in Italia una tendenza da notare con favore: introduzione

di LEZ (in varie aree urbane specie del Centro-

Nord). Il tutto però avviene ancora fuori da uno schema nazionale di riferimento (esistente

invece in Germania, Olanda, Svezia, Danimarca *) e spesso senza criteri

omogenei su base regionale che potrebbero rendere i provvedimenti

dei comuni meno frammentari e incerti (ad

es. quanto a categorie coinvolte, segnaletica, livello delle sanzioni, controlli, necessità di

permessi .…).

Zone a bassa emissione: Limitazioni all’accesso basate sugli

standard di emissione dei veicoli a motore

* Riflessione aperta anche in Francia, Svizzera, Norvegia

Fonte: Isfort su dati www.lowemissionzones.eu

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Qualità delle risposte (continua)Solo in Italia esiste la pratica dei fermi temporaneivalidi per poche ore (es. veicoli commerciali a Torino e inPiemonte), in particolari giorni (Emilia R., Napoli, Palermo) o periodi di tempo (mesi freddi a Roma, capoluoghi di Emilia, Veneto, Umbria, Trentino): scelta chiaramente poco concorde con l’obiettivo di allentare stabilmente e in modo consistente la morsa dello smog

Provvedimenti in genere poco selettiviBlocchi permanenti: bus Euro2 e moto a 2tempi Euro0 (Lombardia), veicoli fino Euro1 diesel e moto Euro0 (città Toscane e Piemontesi)Limitati come estensione (Anello ferroviario a Roma, Comune di Napoli, ZTL di Palermo, arterie di ingresso ad Ancona)

Estensione dell’aria di applicazione

Selettività delle misure (standard

attuali)

Prospettive incrementali (standard previsti)

Esempi di confronto

STOCCOLMAVeicoli pesanti>3,5t:

Euro4 (dal 2014)

AMSTERDAM Veicoli diesel>3,5t: Euro4 (dal 2013)

LONDRA Furgoni: Euro3 e

Veicoli pesanti>3,5t: Euro4 (dal 2012)

LONDRA Veicoli pesanti>3,5t: Euro3

(standard richiesto per transito senza pedaggio)

LEZ: dal 2008 copre la maggior parte della Greater London

BERLINO Tutti gli autoveicoli

Euro4/Euro3 con filtro

COPENAGHENVeicoli pesanti>3,5t: Euro4

Standard richiesti

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Oltre 7,5 milioni di abitanti (Grande Londra)1.579 Kmq di estensione territoriale33 comuni (City + 32 boroughs)

Alcuni fotogrammi (iniziative recenti)

Central London

Inner London

Other London

Strategia per …

“Cycling Revolution London” (maggio 2010)

Impegno diffuso: vari ambiti d’intervento (con diverse esigenze e caratteristiche)

Font

e: T

fL

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“Cycling Revolution London” (continua)

Map of 12 Cicle Superhighways in London

2 Ciclo Superstrade - La soluzione per i viaggi dei pendolari dall’Inner London al Centro I primi due percorsi pilota(lungo la A24 e lungo la

A13) sono funzionanti dall’estate del 2010. La completa realizzazione è previsto entro il 2015

1 Cycle Hire Scheme –Sistema di bici in condivisionea servizio della Central London

Prima fase del servizio (6.000 mezzi e 400 stazioni) attivo dall’estate 2010

3 Biking Boroughs – La soluzione per i brevi viaggi dentro l’Outer London(periferia)

Nel 2010 già 13 Municipi hanno avviato iniziative locali di promozionedella bici nei quartieri: programmi di formazione/educazione eservizi sperimentali aventi come Partner: polizia, scuole, ospedali,imprese e luoghi di lavoro, ecc.

3 programmi/soluzioni differenziate

Fonte: TfL

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• Riduzione delle emissioni di Taxi e Trasporto pubblicoAcquisto di nuovi bus, retrofitting, imposizione di standard Euro 4-5 (Transport for London)

• Cambiamento tecnologico dei veicoliSviluppo auto elettriche e a idrogeno (governo, UE, costruttori). Solo il Budget TfL: 77Mln di € (veicoli) e 34Mln di € (punti di ricarica)

• Misure localizzate (aree critiche)Mix di iniziative da inserire nei London Implementation Plans (proposte sui trasporti dei boroughs) Sviluppo dell’intermodalità gomma-ferro

Congestion charging

• Favorire soluzioni di mobilità sostenibilePromozione di Smarter Travel Policy: Tpl, biciclette, mobilità pedonalePromozione di progetti di eco-driving presso vari gruppi di utentiRiduzione di sprechi/soste a motore acceso (No-Idle Zone) di bus, taxi, furgoni (richiesta di norme del governo centrale)Riorganizzazione del trasporto merci e sviluppo di flotte ecologicheIntroduzione del NOx tra gli standard LEZ dal 2015

• Pianificazione spaziale (London Plan)Sviluppo urbano orientato ai trasporti pubbliciPrincipi di “Car-free” development Design viario e servizi localizzati di decentramento

Obiettivi attesi- 800 T di NO2 in meno al 2015 (misure sui bus)- 8 T di PM10 in meno dal 2011 (rinnovo taxi - central london)

Altri programmi “consistenti” di Londra

Obiettivi attesi- 6% in meno di spostamenti con l’auto privata entro il 2031- Dal 2 al 5% di crescita degli spostamenti su bici al 2026- Risparmio di circa 1 T di PM10; 50 T Di NO2 e 90mila T di CO2- Dal 5 al 10% di risparmi in carburante

Obiettivi attesi- calo del 20% di concentrazioni (particolato)- dimezzamento dei superamenti (particolato)- riduzione di NO2 (da stimare su base locale)

Obiettivi attesiArrivare almeno a 100mila veicoli elettrici a Londra nel 2020 (2% circa della flotta)

Misure di Efficienza dei Trasporti: Mayor’s Air Quality Strategy (dicembre 2010)

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Gestione “sistematica” del traffico a Berlino

Prospettive: Allegato mobilità - Piano di sviluppo urbano integrato (marzo 2011) orizzonte 2026

Zone 30km/h

Situazione al 2010

Zone con limiti a 30km/h

Autostrade

Strade federali

Altre strade principali

Fonte: Senato di Berlino, Mobility in the City 2010

BicicletteA B

Rete ciclabile (A):

Parcheggi di scambio (B): 18.800 nelle stazioni S-Bahn7.800 nelle stazioni U-Bahn

Piste ciclabili in sede propria: 650 kmPiste ciclabili su strade: 125 kmPiste in comune con i pedoni: 100 kmPiste segnate sui marciapiedi: 50 kmCo-uso delle corsie bus: 80 km

75% di aree abitate e tratti stradali in cui è obbligatorio guidare in modo prudente e a velocità ridotta

Un ultimo esempio

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•Ambito territoriale di pianificazione molto esteso ed efficacia degli interventi che comprende l’intera regione urbana • Forte integrazione degli interventi per la qualità del’aria con le altre politiche: sviluppo spaziale e abitativo, strategie di risparmio energetico, programmi per la sicurezza, piani regionali o locali dei trasporti;• Qualità e numero delle partnershipistituzionali (ambiti superiori e inferiori di governo), economiche (operatori del Tpl, case costruttrici di veicoli) e sociali (associazioni di utenti e cittadini); da cui deriva un forte contributo allo consistenza dei programmi e risultati in sistematicità dell’impegno;• Indicazione esatta degli obiettivi ambientali attesi, a medio e lungo termine, e corrispondente mix di azioni: applicazioni diffuse (nuove tecnologie e soluzioni di trasporto ecologico) e progetti a scala locale (di quartiere).

1) Rilanciare strumenti come i Piani integrati della mobilità urbana (PUM d’area vasta) orientandoli agli obiettivi ecologici e di sviluppo sostenibile dei trasporti; 2) Approntare linee di azione comuni per gestire l’emergenza e segnare cambiamenti strutturali: promuovere criteri uniformi sulle limitazioni al traffico in genere (normativa omogenea, inserire le prescrizioni ecologiche nel Cds, fornire standard comuni alle amministrazioni municipali su informazione e segnaletica...), anche al fine di stimolare progettazioni urbane favorevoli allealternative al motore (es. design di strade, accessibilità dei luoghi per pedoni e bici); 3) Sostenere le soluzioni industriali e i progetti innovativi secondo un programma insieme più intenso e “selettivo”, in modo da non disperdere risorse in tante piccole iniziative e irrobustire progettazioni di sicuro interesse ma che potranno crescere solo in presenza di una seria regia nazionale (veicoli elettrici e ad alimentazione alternativa, equipaggiamento di sistemi di filtraggio dei gas di scarico, ecc.).

Indicazioni sul “da fare” (primo step)

Potenziali fattori di successo Possibili indirizzi da favorire

(Indicazioni dall’Europa) (Italia) (politiche per le città)

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3° flash – La pianificazione di settore (l’attivazione dei contesti regionali)

Analisi della documentazione (normativa d’intervento) (1)Bilancio di un primo ciclo di attuazioni e prospettive in 4 realtà

Umbria

Piemonte

Emilia Romagna

Toscana

Il “borsino” generale degli adempimenti

(1) Leggi e indirizzi operativi regionali, Piani di risanamento e di mantenimentoFonte: Isfort

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Queste esperienze soddisfano in vario modo l’esigenza di darsi una nuova strumentazioned’intervento, promuovere indirizzi comuni, dare consistenza alle azioni …I vari dispositivi sono da studiare nel tempo quanto ad efficacia e solidità nel tempo. Passi in avantiprobabilmente andranno ancora fatti, ma è opportuno sottolineare come in tali realtà si sia approntato unquadro strategico e di “governance” della materia almeno coerente (altrove la carenza di raccordoalimenta dissidi tra le istituzioni implicate a vari livelli di competenza, es. Sindaco e Regione, e alimenta ilrischio di disperdere il potenziale di risposta in piccole misure di scarso impatto e mal coordinate, ecc.).

4° flash – Analisi desk e pareri raccolti

Che cosa ha funzionato (in generale)

• Passi in avanti su alcuni aspetti (misure più riuscite)

• Gli accordi Operativi tra Regione ed EELLEmilia Romagna (vari Accordi di Programma dal 2002 ad oggi), Provincia di Bolzano (Programmapluriennale con i Comuni 2009),Toscana (vedi i Protocolli Regione-Comuni delle zone critiche),Umbria (iniziativa più “datata” 2007 e 2008). Altre forme di collaborazione limitate alle fasi diemergenza in Piemonte (Tavolo Provinciale di Coordinamento dei comuni dell’area di Torino),Lombardia (Accordo di collaborazione Regione-Comuni Zona 1) Marche (Intesa siglata nel 2011)

Programmi regionali di rinnovo delle flotte pubblicheIncentivi per la diffusione di mezzi a basso impatto (alimentazione alternativa)Prime forme di fiscalità ambientale (riduzione del bollo auto per i veicoli a bassa emissione)Taluni incentivi all’uso del Tpl e misure strutturali (limitazioni stabili al traffico)Maggiore informazione pubblica e sviluppo delle reti di monitoraggio

• Primi abbozzi di strategia di agglomerato (da sviluppare) Tavoli e piani di zona:Lombardia, Piemonte,

Veneto, Toscana, Friuli(D.lgs 155/2010) Dare risposte comuni a Bisogni e problemi che travalicano i confini comunali

Vedi figure successive

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“Buone pratiche” citate nell’indagine

Font

e: I

sfor

t

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“Buone pratiche” citate (continua)

Font

e: I

sfor

t

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4° flash – I pareri raccolti (testimoni privilegiati)

Che cosa non ha funzionato

Suggerimenti per il nuovo ciclo di programmazione regionale

• Migliore articolazione delle azioni

• Cogenza delle previsioni di piano (obbligo per i comuni)

• Misure di impatto e monitoraggio

L’indagine presso i testimoni di 4 realtà ha offerto alcune indicazioni di spessore sulle linee da seguire per dare maggiore forza alle azioni di Piano sul territorio (e sostenere la traduzione pratica di quanto disposto sulla carta dai PQA)

Necessità di strumenti coercitivi ed’incentivo con cui sollecitare eottenere l’adempimento delleprevisioni del Piano da parte deicomuni; esercitare un controlloadeguato dell’osservanza deiprovvedimenti emanati dai sindaci alivello locale (es. fasi di emergenza)

Adottare approcci più attenti alla valutazioned’impatto delle azioni previste (valorizzando lafase del monitoraggio ex-post e “in itinere” dellescelte strategiche) e attività di comunicazionepubblica più trasparente e capace di creareconsenso reale intorno alle misure

Per ambiti locali (misure puntuali) e sovra locali (misurediffuse), obiettivi (di prevenzione, rientro e mantenimento;di breve e lungo periodo) e settori di intervento posti ai varilivelli di competenza (traffico locale, trasporto merci, TPurbano e regionale, viabilità extra-urbana e provinciale …).

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4° flash – I pareri raccolti (testimoni privilegiati)

Che cosa non ha funzionato

Richieste al livello centrale

• Nuova normativa

• Risorse economiche

• Piano di risanamento nazionale

“Ruolo più attivo nella promozione e nel coordinamento delle politiche regionali/locali”

Definire procedure in grado di: assicurare una maggiore integrazionetra strumenti di pianificazione (vari settori), superare le divisioniamministrative nella lotta all’inquinamento, coordinare i soggetti che sioccupano di monitoraggio sul territorio e rafforzare il controllosull’attuazione dei PQA (rispetto degli obblighi, comunicazione)

Destinare maggiori risorse a favore dei territori (regioni ecittà) per evitare che la pianificazione per la qualità dell’aria siriduca ad un mero esercizio teorico. Supportare programmi alungo termine (ricerca, conversione industriale, infrastrutture)

Fornire un disegno coerente di indirizzi per l’azionedelle amministrazioni locali, superare la carenza dimisure nazionali sulle sorgenti di competenza (es.autostrade) spesso causa di conflitti e criticità.Rafforzare l’adozione di strategie interregionalie di area vasta (es. Bacino padano) (*)(*) Esperienze modeste quanto a risultati: Coordinamento tra le

Regioni del Nord (2007) e Alleanza dei Sindaci dell’area Padana (2009)

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Grazie per l’attenzione!

[email protected]

[email protected]

Per approfondimenti e scambio di materiale:www.isfort.it/sito/ricerca/Opmus/Index_Opmus.htm