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Giuseppe Catalani Exquire Consulenza & Outsourcing Per la Piccola e Media Impresa Leader Spesso si confonde il concetto di leader con quello di capo, ossia si presume che l’essere un capo ha, quale logica conseguenza l’essere leader. La quotidianità ci dimostra che questo non è sempre vero. Molti capi, che pensano di essere dei leader, alla fine non sono altro che dei meri esecutori di disposizioni e comportamenti di altri. Sia in un contesto famigliare, di amicizie nonché lavorativo esiste il gruppo, ossia un’insieme di soggetti che si riconoscono, in modo più o meno completo, intorno ad un elemento che ne contraddistingue le caratteristiche. Questo elemento è un pensiero, una teoria, un modo di essere o di pensare che trova in un soggetto fisico la sua materializzazione. Partendo dal presupposto che l’essere umano ha la necessità di trovare un riferimento a cui rapportarsi, o essere il riferimento a cui altri si rapportano, ecco che abbiamo individuato le due categorie che costituiscono il gruppo. In un sistema di questo tipo (gruppo) un soggetto si eleva, per diventarne il capo, e il meccanismo che lo porta a questo nuovo stato, è il risultato di uno di questi processi: 1) per auto investitura 2) per investitura da parte di chi ne ha interesse 3) per riconoscimento spontaneo da parte del gruppo Il gruppo ha bisogno di identificarsi e di avere un referente su cui scaricare le responsabilità delle azioni compiute, sopattutto se il risultato, da esse generato, è negativo. In una situazione come questa è facile che un soggetto forte, o presunto tale, possa impossessarsi della posizione di capo, così come è facile che interessi di terzi, incidendo sul gruppo, facciano in modo che assuma questa posizione un personaggio manovrabile. Nel caso di riconoscimento spontaneo, è il gruppo che in modo più o meno consapevole individua un soggetto che, per sue capacità e caratteristiche, viene identificato quale riferimento e indipendentemente dalla sua volontà diviene capo. Il passaggio dallo stato di capo a quello di leader avviene indipendentemente dal processo seguito per raggiungere la posizione iniziale - quella di capo-. Si è sempre collegato al concetto di leader quello di popolarità. In questo caso si è leader in quanto si associa un valore quantitativo - popolarità -, alle personali capacità e caratteristiche del presunto leader. Anche questa associazione non è corretta in quanto, il dato quantitativo può essere il risultato di una manipolazione, di uno stato di “disperazione” o comunque di forte angoscia che si è instaurato nella massa di soggetti, che si sono raccolti intorno all’ipotetico leader. L’essere leader non può essere il frutto di una investitura ne la risposta a stati emozionali ma è un modo di essere e di rapportarsi con gli altri. Il gruppo è in grado di percepire, spesso inconsapevolmente, gli elementi essenziali che fanno di un soggetto un leader e questi elementi sono sempre i medesimi indipendentemente dal tipo di gruppo considerato. Umiltà - coerenza - conoscenza - rispetto - ascolto - chiarezza - determinazione – sacrificio - solitudine - autogratificazione - coscienza. Queste le caratteristiche principali di un leader, elementi essenziali senza i quali, ci si trova di fronte ad un “fantoccio”. Un soggetto che non sarà mai vero riferimento del gruppo, privo di qualsiasi spirito. Incapace di costruire relazioni forti che favoriscano e consolidino la coesione del gruppo. Non riuscirà a far crescere il gruppo, a costruire nulla di significativo ne a rendere il gruppo autonomo, pur rimanendo lui il riferimento. Il gruppo segue il leader perché trova in lui le risposte alle proprie domande, perchè ne comprende le capacità quale guida e si sente salvaguardato e protetto quando si trova in situazioni negative. Il gruppo sa che troverà conforto nel leader, non parole di commiserazione ma pur nella durezza degli atteggiamenti, ci saranno sempre stimoli e mai colpevolizzazioni. Il leader è colui che si fa carico delle sconfitte e attribuisce al gruppo il merito delle vittorie. Il leader è colui che consapevole delle sue debolezze, è capace di trasformarle in punti di forza a favore del gruppo. Essere leader vuol dire aver compiuto un percorso che vede quale primo step, una profonda e sincera autocritica che ha permesso di portare alla luce il proprio Io.

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Giuseppe Catalani Exquire Consulenza & Outsourcing Per la Piccola e Media Impresa

Leader

Spesso si confonde il concetto di leader con quello di capo, ossia si presume che l’essere un capo ha, quale logica conseguenza l’essere leader. La quotidianità ci dimostra che questo non è sempre vero. Molti capi, che pensano di essere dei leader, alla fine non sono altro che dei meri esecutori di disposizioni e comportamenti di altri. Sia in un contesto famigliare, di amicizie nonché lavorativo esiste il gruppo, ossia un’insieme di soggetti che si riconoscono, in modo più o meno completo, intorno ad un elemento che ne contraddistingue le caratteristiche. Questo elemento è un pensiero, una teoria, un modo di essere o di pensare che trova in un soggetto fisico la sua materializzazione. Partendo dal presupposto che l’essere umano ha la necessità di trovare un riferimento a cui rapportarsi, o essere il riferimento a cui altri si rapportano, ecco che abbiamo individuato le due categorie che costituiscono il gruppo.In un sistema di questo tipo (gruppo) un soggetto si eleva, per diventarne il capo, e il meccanismo che lo porta a questo nuovo stato, è il risultato di uno di questi processi:

1) per auto investitura2) per investitura da parte di chi ne ha interesse3) per riconoscimento spontaneo da parte del gruppo

Il gruppo ha bisogno di identificarsi e di avere un referente su cui scaricare le responsabilità delle azioni compiute, sopattutto se il risultato, da esse generato, è negativo.In una situazione come questa è facile che un soggetto forte, o presunto tale, possa impossessarsi della posizione di capo, così come è facile che interessi di terzi, incidendo sul gruppo, facciano in modo che assuma questa posizione un personaggio manovrabile.Nel caso di riconoscimento spontaneo, è il gruppo che in modo più o meno consapevole individua un soggetto che, per sue capacità e caratteristiche, viene identificato quale riferimento e indipendentemente dalla sua volontà diviene capo.

Il passaggio dallo stato di capo a quello di leader avviene indipendentemente dal processo seguito per raggiungere la posizione iniziale - quella di capo-. Si è sempre collegato al concetto di leader quello di popolarità. In questo caso si è leader in quanto si associa un valore quantitativo - popolarità -, alle personali capacità e caratteristiche del presunto leader. Anche questa associazione non è corretta in quanto, il dato quantitativo può essere il risultato di una manipolazione, di uno stato di “disperazione” o comunque di forte angoscia che si è instaurato nella massa di soggetti, che si sono raccolti intorno all’ipotetico leader.

L’essere leader non può essere il frutto di una investitura ne la risposta a stati emozionali ma è un modo di essere e di rapportarsi con gli altri. Il gruppo è in grado di percepire, spesso inconsapevolmente, gli elementi essenziali che fanno di un soggetto un leader e questi elementi sono sempre i medesimi indipendentemente dal tipo di gruppo considerato.

Umiltà - coerenza - conoscenza - rispetto - ascolto - chiarezza - determinazione – sacrificio - solitudine - autogratificazione - coscienza.

Queste le caratteristiche principali di un leader, elementi essenziali senza i quali, ci si trova di fronte ad un “fantoccio”. Un soggetto che non sarà mai vero riferimento del gruppo, privo di qualsiasi spirito. Incapace di costruire relazioni forti che favoriscano e consolidino la coesione del gruppo. Non riuscirà a far crescere il gruppo, a costruire nulla di significativo ne a rendere il gruppo autonomo, pur rimanendo lui il riferimento.

Il gruppo segue il leader perché trova in lui le risposte alle proprie domande, perchè ne comprende le capacità quale guida e si sente salvaguardato e protetto quando si trova in situazioni negative. Il gruppo sa che troverà conforto nel leader, non parole di commiserazione ma pur nella durezza degli atteggiamenti, ci saranno sempre stimoli e mai colpevolizzazioni. Il leader è colui che si fa carico delle sconfitte e attribuisce al gruppo il merito delle vittorie. Il leader è colui che consapevole delle sue debolezze, è capace di trasformarle in punti di forza a favore del gruppo. Essere leader vuol dire aver compiuto un percorso che vede quale primo step, una profonda e sincera autocritica che ha permesso di portare alla luce il proprio Io.