linguaggio e segretezza
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Linguaggio e segretezza Edoardo Scarpan3
Qua5ro strategie di segretezza
1. Restringere il canale di comunicazione
Qua5ro strategie di segretezza
1. Restringere il canale di comunicazione 2. Rendere inaccessibile il messaggio
(criptare il messaggio)
Qua5ro strategie di segretezza
1. Restringere il canale di comunicazione 2. Rendere inaccessibile il messaggio
(criptare il messaggio) 3. U3lizzare un linguaggio
simbolico segreto
Qua5ro strategie di segretezza
1. Restringere il canale di comunicazione 2. Rendere inaccessibile il messaggio
(criptare il messaggio) 3. U3lizzare un linguaggio simbolico segreto
4. U3lizzare un linguaggio verbale segreto (u3lizzare un gergo)
Criptare il messaggio
Codice di Giulio Cesare
Scitale
L.B. Alber3, disco cifrato
Macchina Enigma
J.F. Champollion (1790-‐1832)
M. Ventris (1922-‐1956)
Cri5ografia ele5ronica
Ramzi Yousef
U3lizzare un linguaggio simbolico segreto
Simboli cris3ani
Simboli zingari (?)
Simboli hobo
Tatuaggi dei carcera3
bimbo (Carlos)
106
cuore + Vi5orio
ragazza
cuore cancellato
guantoni
farfalla e rosa
i Coronas
Vergine Maria
corona
rondine
free
rivoltella
U3lizzare un linguaggio verbale segreto
Un linguaggio verbale segreto può consistere in:
• Una lingua sconosciuta agli ascoltatori
• Una varietà di lingua (gergo) appositamente sviluppata per non farsi comprendere da chi non appar3ene a un gruppo
Windtalkers
Funzione dei gerghi
• Segretezza della comunicazione
• Rafforzamento dell’iden3tà di una comunità
“Frammen3” di gergo
• Soprannomi • Parole d’ordine • Password • Pin code
Categorie di gerghi
• Gerghi dei lavoratori ambulan3
• Gergo della malavita
• Gergo infan3le • Gergo giovanile • Gergo militare
• Linguaggi se5oriali (impropriamente dee “gerghi”)
Gerghi dei lavoratori ambulan3
• calderai • pastori • spazzacamini
• ombrellai
• sellai • circensi
Strategie di segretezza nei gerghi
parziale omofonia
1. Guarda che sta arrivando la polenta 2. L’ha preso a calci nel fabriano 3. I don’t Eve that 4. Come down the pears
metafora
1. Ho qui una farfalla 2. Da troppo non faccio benzina 3. È lui la mamma
4. Mi son preso un po’ di farina
5. L’ho fa5o ballare 6. Prendigli la fisarmonica
metonimia (1, 2) sineddoche (3) antonomasia (4)
1. Dai, passami il fellone 2. Son finito nella lenza 3. Passami una paglia
4. Non trovo più le mie fangose
pres33 allogloe
1. Mi sono fa5o un trip e adesso sono in down 2. Vai sicuro, che quello è un gagio 3. Tu sì che sei togo 4. Stai sempre lì a spillare
5. Chiedi al càser
mutamen3 fonologici
1. Ho finito la benza 2. C’è la fina, che fa la perquisa 3. Raga, venite 4. Cofosafa pefensifi difi lufuifi? 5. Pierre? C’est ouf
mutamen3 morfologici
1. Un 3po veramente incazzoso 2. Che bel fiore petaloso 3. Sei proprio un cazzaro 4. Una megadiscoteca, una strafigata
5. El me toni l’è un luscia5
Strategie di segretezza nei gerghi
sos3tuzioni lessicali
con lessemi già esisten3
per parziale omofonia
per nesso seman3co
metafora
metonimia
altri nessi da altra lingua (pres33)
con neoformazioni
per mutamento fonologico
per mutamento morfologico
Gergo della malavita organizzata
Totò Riina Bernardo Provenzano
I pizzini di Provenzano
I pizzini di Provenzano
512151522 = ? 191212154 = ?
I pizzini di Provenzano
512151522 = BINNU 191212154 = RIINA
Interce5azioni di Totò Riina
• “Questo Pubblico Ministero di questo processo, che mi sta facendo uscire pazzo, per dire, come non 3 verrei ad ammazzare a te, come non te la farei venire a pescare, a prendere tonno, 3 farei diventare il primo tonno, il tono buono...”
• “E allora organizziamola questa cosa. Facciamola grossa e dico non ne parliamo più. Di Ma5eo gli hanno rafforzato la scorta, non se ne va più... Una esecuzione come eravamo a quel tempo a Palermo... Io ve l’ho de5o ieri, deve succedere un manicomio, deve succedere per forza...”
Lessico mafioso tradizionale
• Il linguaggio classico della mafia è il baccagghiu, mentre quello moderno può essere definito mafiese.
• abbuccàrici u brodu • asturari • cacoccila • cosca • cucuzzaru • iri a taliari i ficurinia • pizzu
Riina “junior” a Porta a Porta
Riina “junior” a Porta a Porta S.R. «Abbiamo sempre vissuto nella massima tranquillità. (...) Non andare a scuola era un diver3mento, per noi (...) fino a quando purtroppo è successo il fa5o che hanno arrestato a mio padre. (...) Eravamo una sorta di famiglia diversa. (...) Noi sapevamo fin da bambini il nostro vero cognome. (...) Siamo na3 par3colarmente differen3 (...) e ciò ci ha portato anche a una vita molto piacevole». B.V. «Sua madre (...) considerava suo padre un uomo giusto. Ma gli omicidi non contavano?» S.R. «Non so che dirle. Per mia madre erano gius3 i valori che aveva mio padre, per la famiglia, per le tradizioni (...)»
Riina “junior” a Porta a Porta
B.V. «Lei dice nel libro che la gente lo salutava con rispe?o. Non le viene il dubbio che questo rispe?o nascondesse anche una paura?» S.R. «Mah, una paura... non so. Però vedevo che lo salutavano con rispe5o, chi magari lo poteva conoscere (...)». B.V. «Suo padre le diceva: “Tu sarai il bastone della mia vecchiaia”. Quindi pensava a lei come al successore, e non a Giovanni, che è pure più grande». S.R. «No… non in quel senso, do5or Vespa. (...) Lo stargli accanto, poterlo accudire (...), ma non nel senso che intende lei».
Riina “junior” a Porta a Porta
S.R. [Sull’omicidio di Falcone e la strage di Capaci] «Sì, poteva anche averlo fa5o, ma a noi non ci interessava, do5or Vespa». B.V. «Cioè, il fa?o che vostro padre facesse dei deliM non vi interessava?» S.R. «No… non ci interessava che lo accusavano. [I giudici] io non li giudico. Io ho rispe5o sempre per i mor3, soltanto questo».
Linguaggio e segretezza Edoardo Scarpan3