l'isola 02_2014

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    ⇒⇒  IL POSTO DI IVAOIL POSTO DI IVAO  . 4. 4 

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    ⇒⇒  IL RAIO DELLA MORTE!IL RAIO DELLA MORTE!  . 8. 8 

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    ECOOMIAECOOMIA    . 9 & 10. 9 & 10⇒⇒  COOSCERE LA SICILIACOOSCERE LA SICILIA  MILAO: U CASTELLO DI STORIAMILAO: U CASTELLO DI STORIA  . 11 & 13. 11 & 13  

    ⇒⇒  ECCELLEE SICILIAE: I ECCELLEE SICILIAE: I  . 16. 16  1717 

    ⇒⇒  COME ABBIAMO FATTO A SOPRAVVIVERE OI BAMBII DELI AI 50COME ABBIAMO FATTO A SOPRAVVIVERE OI BAMBII DELI AI 50  6060  7070  80 ?80 ?  . 19. 19 

    ⇒⇒  SICILIA : LU PUTIARU / LA PUTIARASICILIA : LU PUTIARU / LA PUTIARA  . 19. 19 

    ⇒⇒  A TAVOLA !A TAVOLA !  . 21. 21 

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    Foto: Mark A. Wilson

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    2/24Bimestrale (sauf Juillet - Août) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n° 2 - Mars/Avril 2014

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    Sono passato a trovartilassù in quel cimitero dipaese incastonato tramontagne così' differenti dai

    tuoi Peloritani, lontano da quell'aria di mare che tu, maestro diFilicudi forse avrai stentato a riconoscere.

    Il silenzio, tipico del luogo, mi ha accolto nel chiarore del finepomeriggio di un'estate che prometteva calura e sole, ma nella

    calma composta di pochi visitatori che approfittavano deltramonto per portare un difficile fiore ai loro cari.

    Mi accompagnavano la tua moglie e la mia ma ho preferitoallontanarmi, stare da solo e compenetrarmi piano piano allavisita che ti facevo in ritardo, nel momento di scoprire la tua casadefinitiva, dopo i pomeriggi ed i giochi di via Camuglia, i colori diFilicudi, le ceramiche di saiatina,la casa degli amici tutti che avevicreato in rue de Vianden a Lussemburgo, la razionalità che avevivoluto a Roma.

    Mi sono allontanato ed ho raggiunto una parte in costruzione diquel recinto definitivo. Alzando gli occhi in cielo mi chiedevo seeffettivamente avessi gradito quella tranquillità paesana, quei

    silenzi rotti dalle trebbiature avezzanesi, così differenti dal vociarebuddace di Castanea, la vista di quelle montagne sconosciute.

    Ti confesso che ero rimasto un poco perplesso. Poi me ne sonofatto una ragione: quel posto sarebbe stato un crocevia, unincrocio obbligato dall'amore, un punto fisso della memoria per ituoi figli, per tua moglie, per i figli dei tuoi figli, lontano dalle rotte

    dell'estate e dai tuoi luoghi consueti forse, ma vicino al cuore ealla presenza pure saltuaria ma puntuale dei tuoi cari, anche sesparsi nelle strade del mondo.

    Poi Giuliana ha aperto la cappelletta che ha fatto dipingere con ituoi colori, che ha fatto rivestire non di bianco marmo sepolcralema di tenue granito caldo e sfumato. Poi la tua foto sorridentedopo le tempeste che hai affrontato, pochi i fiori, anche il miovasetto di fiori dozzinali sembrava stonato in quella sala, imessaggi dei giorni tristi spillati al muro, ma un'armoniacoinvolgente, quasi tu volessi comunicare in quel silenziocomposto il tuo stare bene, la tua raggiunta eternità indifferenteormai alle nostre preoccupazioni.

    Così a distanza di quattro anni torniamo a ricordarti conFrancesco Paolo, ancora matti ad inseguire libertà e

    indipendenze, attenti però a non fare mancare ai tuoi amici e aquanti seguono questo foglio che è anche tuo, l'Isola, il ricordo diIvan, un amico che ancora vive nei nostri discorsi, nei nostriparagoni, nei nostri confronti quotidiani, l'amico che tuttiavrebbero voluto avere, l'amico che ancora ci fa ridere nel ricordodei suoi atteggiamenti, delle sue arrabbiature, delle suetelefonate notturne, delle risate davanti ad un bicchiere di buonvino, delle ricerche di ristoranti sconosciuti, di tutti quei sogni chel'amicizia ci ha promesso e che ora continua a farci mancare e dicui difficilmente avremmo fatto a meno.

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    LA TRUFFA DEL MARCHIO

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    problema della Sicilia è all'interno della Sicilia stessa, siamo noi stessi siciliani - senza accampare i solitirevisionismi, pur necessari, o le giustificazioni facili ricorrenti - i responsabili della considerazione in cuisiamo tenuti in Continente, pur se il danno fatto alla Sicilia in anni di sfruttamento coloniale è statodevastante, non solo quello in ambito economico, ma specialmente quello in campo etico e culturale.

    Non si potrà certo cambiare dall'oggi al domani una mentalità sedimentatasi nel corso di secoli di ingiustizie.

    Per tutta Italia siamo la causa di tutti i mali, e questo grazie a tutti quei siciliani senza dignità e senza orgoglioche arrivano persino a giustificare tale disprezzo.

     A questo punto L'ALTRA SICILIA non può che auspicare, se solo i siciliani fossero degni diottenerla, una rivoluzione totale delle mentalità e degli atteggiamenti come l'unica via perraggiungere quell'Indipendenza che oggi spaventa ed atterrisce gli impavidi.

    Indipendenza per essere padroni finalmente del nostro stesso destino e di quello dei nostri figli”.

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    “Nel bene e nel male, la Sicilia è l’Italia al superlativo”.Edmonde Charles Roux

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    Ho imparato che la forza delle nostre azioni proviene dalle nostre singole volontà, dal coraggio che

    riusciamo ad avere con noi stessi e con gli altri, dalla fiducia che riponiamo nel risultato, nelsuccesso; ho imparato che tutto ciù che ci circonda, dai piccoli oggetti alle più grandi conquiste, èfrutto delle nostre scelte, della nostra determinazione.Ciascuno di noi è un granello indispensabile nell'immensa spiaggia delle possibilità: un granello che tende lamano ad un suo simile e, attraverso uno scambio di forze, costruisce il mosaico della vittoria”. Pablo

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    “Oggi la nosta moneta nasce di proprietà della banca che la emette prestandocela. Noi vogliamoche nasca di proprietà dei cittadini e che sia accreditata ad ognuno come reddito di cittadinanza.” 

    Per scrivere questa frase che è valida per tutte le monete in circolazione sono occorsi 36 anni di studiuniversitari (tesi di laurea, convegni ecc...) presso l’ateneo di giurisprudenza di Teramo e “La Sapienza” diRoma. Poiché democrazia significa sovranità politica popolare, il popolo deve avere anche la sovranitàmonetaria che di quella politica è parte costitutiva ed essenziale in un sistema di democrazia vera ointegrale in cui la moneta va dichiarata, a titolo originario, di proprietà dei cittadini sin dal momento dellasua emissione.” [ Giacinto Auriti ]

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    Vieni in Sicilia, te ne innamorerai ! Vieni in Sicilia, te ne innamorerai ! Vieni in Sicilia, te ne innamorerai ! Vieni in Sicilia, te ne innamorerai !

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    IoIoIoIonon sapevo che i

    piemontesi fecero al Sudquello che i nazisti fecero aMarzabotto.

    Ma tante volte, per anni.

    E cancellarono per sempre moltipaesi, in operazioni "anti-terrorismo",come i marines in Iraq.

    Non sapevo che, nelle rappresaglie,si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani,durante il conflitto etnico; o come i marocchini delle truppe francesi, inCiociaria, nell'invasione, da Sud, per redimere l'Italia dal fascismo (ognivolta che viene liberato, il Mezzogiorno ci rimette qualcosa).

    Ignoravo che, in nome dell'Unità nazionale, i fratelli d'Italia ebbero pure

    diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi aRoma.

    E che praticarono la tortura, come i marines ad Abu Ghraib, i francesi inAlgeria, Pinochet in Cile.

    Non sapevo che in Parlamento, a Torino, un deputato ex garibaldinoparagonò la ferocia e le stragi piemontesi al Sud a quelle di «Tamerlano,Gengis Khan e Attila».

    Un altro preferì tacere «rivelazioni di cui l'Europa potrebbe inorridire». EGaribaldi parlò di «cose da cloaca».

    Né che si incarcerarono i meridionali senza accusa, senza processo esenza condanna, come è accaduto con gl'islamici a Guantànamo. Lìqualche centinaio, terroristi per definizione, perché musulmani; da noicentinaia di migliaia, briganti per definizione, perché meridionali. E, se

    bambini, briganti precoci; se donne, brigantesse o mogli, figlie, di briganti;o consanguinei di briganti (sino al terzo grado di parentela); o persino solopaesani o sospetti tali. Tutto anorma di legge, si capisce, comein Sudafrica, con l'apartheid.

    Io credevo che i briganti fosseroproprio briganti, non anche exsoldati borbonici e patrioti allaguerriglia per difendere il propriopaese invaso.

    Non sapevo che il paesaggio delSud divenne come quello delKosovo, con fucilazioni in massa,

    fosse comuni, paesi chebruciavano sulle colline e colonne di decine di migliaia di profughi inmarcia.

    Non volevo credere che i primi campi di concentramento e sterminio inEuropa li istituirono gli italiani del Nord, per tormentare e farvi morire gliitaliani del Sud, a migliaia, forse decine di migliaia (non si sa, perché lisquagliavano nella calce), come nell'Unione Sovietica di Stalin.

    Ignoravo che il ministero degli Esteri dell'Italia unita cercò per anni «unalanda desolata», fra Patagonia, Borneo e altri sperduti lidi, per deportarvi imeridionali e annientarli lontano da occhi indiscreti.

    Né sapevo che i fratelli d'Italia arrivati dal Nord svuotarono le ricchebanche meridionali, regge, musei, case private (rubando persino leposate), per pagare i debiti del Piemonte e costituire immensi patrimoni

    privati.E mai avrei immaginato che i Mille fossero quasi tutti avanzi di galera.

    Non sapevo che, a Italia così unificata, imposero una tassa aggiuntiva aimeridionali, per pagare le spese della guerra di conquista del Sud, fattasenza nemmeno dichiararla.

    Ignoravo che l'occupazione del Regno delle Due Sicilie fosse stata

    decisa, progettata, protetta da Inghilterra e Francia, e parzialmente

    finanziata dalla massoneria (detto da Garibaldi, sino al gran maestro Armando Corona, nel 1988 ).

    Né sapevo che il Regno delle Due Sicilie fosse, fino al momentodell'aggressione, uno dei paesi più industrializzati del mondo (terzo, dopoInghilterra e Francia, prima di essere invaso).

    E non c'era la "burocrazia borbonica", intesa quale caotica e inefficiente: lospecialista inviato da Cavour nelle Due Sicilie, per rimettervi ordine, riferìdi un «mirabile organismo finanziario» e propose di copiarla, in unarelazione che è «una lode sincera e continua». Mentre «il modello chepresiede alla nostra amministrazione», dal 1861 «è quello franco-napoleonico, la cui versione sabauda è stata modulata dall'unità in avantiin adesione a una miriade di pressioni localistiche e corporative» (MarcoMeriggi Breve storia dell'Italia settentrionale).

    Ignoravo che lo stato unitario tassò ferocemente i milioni di disperatimeridionali che emigravano in America, per assistere economicamente gliarmatori delle navi che li trasportavano e i settentrionali che andavano a"fai la stagione", per qualche mese in Svizzera.

    Non potevo immaginare che l'Italia unita facesse pagare più tasse a chistentava e moriva di malaria nelle caverne dei Sassi di Matera, rispetto aiproprietari delle ville sul lago di Como.

    Avevo già esperienza delle ferrovie peggiori al Sud che al Nord, ma nonche, alle soglie del 2000, col resto d'Italia percorso da treni ad altavelocità, il Mezzogiorno avesse quasi mille chilometri di ferrovia in menoche prima della Seconda guerra mondiale (7.958 contro 8.871), quasisempre ancora a binario unico e con gran parte della rete non elettrificata.

    Come potevo immaginare che stessimo così male, nell'inferno dei

    Borbone, che per obbligarci a entrare nel paradiso portatoci dai piemontesici vollero orribili rappresaglie, stragi, una dozzina di anni di combattimenti,leggi speciali, stati d'assedio, lager?

    E che, quando riuscirono a farcismettere di preferire la morte alloro paradiso, scegl iemmopiuttosto di emigrare a milioni (enon era mai successo)?

    Ignoravo che avrei dovutostudiare i l f rancese, perapprendere di essere italiano: «LeRoyaume d'Italie est aujourd'huiun fait» annunciò Cavour al

    Senato. «Le Roi notre augusteSouverain prend pour lui-mème et pour ses successeurs le titre deRoi d'Italie.»

    Credevo al Giosuè Carducci delle Letture del Risorgimento italiano: «Némai unità di nazione fu fatta per aspirazione di più grandi e pureintelligenze, né con sacrifici di più nobili e sante anime, né con maggiorlibero consentimento di tutte le parti sane del popolo». Affermazioneriportata in apertura del libro (Il Risorgimento italiano) distribuitogratuitamente dai Centri di Lettura e Informazione a cura del ministerodella Pubblica Istruzione Direzione Generale per l'Educazione Popolare,dal 1964. Il curatore, Alberto M. Ghisalberti, avverte che, «a un secolo didistanza (...), la revisione critica operata dagli storici possa suggerireinterpretazioni diversamente meditate (...) della più complessa realtà del"libero consentimento" al quale si riferisce il poeta». Chi sa, capisce; chi

    non sa, continua a non capire. Scoprirò poi che Carducci, privatamente,scriveva: «A Lei pare una bella cosa questa Italia?»; tanto che, per lui,evitare di parlarne «può anche essere opera di carità». (Storia d'Italia,Einaudi ). Io avevo sempre creduto ai libri di storia, alla leggenda diGaribaldi.

    Tratto dal libro TERRONI di Pino Aprile

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    I ragazzi siciliani che vincono a New York

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    17/24Bimestrale (sauf Juillet - Août) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n° 2 - Mars/Avril 2014

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    IL MATTONE FOTOVOLTAICO IN VETROingegnere Marco Morini, palermitano, 25 anni,dottorando senza borsa del XXVI ciclo del dottoratodi ricerca in Architetturadell’Ateneo di Palermo è

    riuscito ad aggiudicarsi una delle10 borse di studio, del valore di40.000 euro. L’idea di un "mattonefotovoltaico” in vetro, che potrebbesostituire i normali materiali ediliper costruire edifici sostenibili e

    autonomi dal punto di vista energetico è correlata allo spin-offaccademico “SBskin”, fondato dalla prof.ssa Rossella Corrao con Luisa Pastore e dallo stesso Morini e incubato all’internodel Consorzio Arca. Una grossa soddisfazione, se si tieneconto del fatto che le idee inviate sono state più di 400. Conquesti soldi, Morini potrà completare la propria formazione econtribuire all’ulteriore sviluppo di SBSkin. “Li spenderò perportare avanti il nostro progetto  – dichiara Morini - vistoche i fondi universitari sono sempre pochi, e perpartecipare a conferenze e congressi di aggiornamento.Finalmente non dovrò più chiedere una mano ai miei” .Oltre alla soddisfazione personale, questa vittoria rappresentaun grande riconoscimento per tutti e tre i fondatori di SBSkin,una giovane startup che continua a fare incetta di premi.Risale a qualche mese fa, infatti, la vittoria a Seedlab 2013,che ha permesso ai tre giovani imprenditori di volare in SiliconValley.

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    18/24Bimestrale (sauf Juillet - Août) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n° 2 - Mars/Avril 2014

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    21/24Bimestrale (sauf Juillet - Août) di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XVI - n° 2 - Mars/Avril 2014

    LE PANELLELE PANELLELE PANELLE

    Le panelle (ovvero frittelledi farina di ceci) sono unodei piatti più popolari della

    cucina siciliana, o meglio, diPalermo. Facil issime darealizzare, richiedono l’uso dipochissimi ingredienti farina diceci e olio di semi per friggere.

     A piacere potete aggiungere un pò di pepe.

    Ingredienti per 4 persone: 200 gr di farina di ceci - 1/2 litro diacqua - olio di semi di girasole per friggere - prezzemolo o semi difinocchio - sale e pepe qb

    Preparazione: In una pentola fate sciogliere a freddo 200 grammidi farina di ceci in mezzo litro di acqua salata, facendo attenzioneche non si formino grumi. Aggiungete un pò di pepe e mettete sulfuoco a fiamma bassissima mescolando continuamente. Tenete sul

    fornello per circa 15 minuti, o fino a quando l’impasto non inizierà astaccarsi dalle pareti della pentola. A questo punto, versate rapidamente il composto di ceci su unasuperficie liscia e bagnata (come ad esempio un tavolo di marmo odi legno) e spianatelo con un coltello in modo da renderlo il piùsottile possibile. Lasciate raffreddare la pasta per qualche minuto,poi tagliatela in rettangoli; fatto questo, scaldate in una padellaabbondante olio di semi e fatevi soffriggere le panelle fino aquando non saranno leggermente dorate. Potete mangiarle cosìoppure metterle all’interno di un morbido panino.Comunque sia, il risultato sarà ottimo!  (Fonte: Greenme.it)

    PASTA CON PESTO ALLA TRAPANESEPASTA CON PESTO ALLA TRAPANESEPASTA CON PESTO ALLA TRAPANESEIngredienti: 400 gr. di pasta, 1 spicchiod’aglio, un mazzetto di basilico, 50 gr. dimandorle pelate, 250 gr. di pomodoripelati, pecorino, pepe, olio extra vergined’oliva.

    Preparazione: Spellate i pomodori,tagliateli a cubetti metteteli in un mixer,oppure in un mortaio, con il basilico, le

    mandorle, l’aglio frullando il tutto per un paio di minuti. Trasferite ilcomposto in una ciotola, lessate la pasta, scolatela e versatela nellastessa ciotola con il pesto. Aggiungete un filo d’olio extravergined’oliva, il pecorino grattugiato, amalgamate bene il tutto e servitedecorando con qualche foglia di basilico e mandorle intere.  

    PASTA CON MELANZANEPASTA CON MELANZANEPASTA CON MELANZANEIngredienti:  400 g di pasta tipospaghetti, 2 barattoli di pomodoripelati, 3 melanzane medie, basilicofresco, pecorino grattugiato, 200 gr dimozzarella, 1 spicchio di aglio, olio dioliva q.b., sale, peperoncino

    Preparaz ione: Tag l ia te lemelanzane a dadini e mettetele a bagno in acqua e sale per almenomezz’ora. Poi friggetele in abbondante olio bollente e tenetele incaldo. In un tegame capiente fate dorare uno spicchio di aglio, poiunitevi i pomodori pelati tagliati a pezzettoni, salate, unite ilpeperoncino ed eliminate l’aglio. Fate cuocere i pomodori per circaun quarto d’ora, poi unitevi le melanzane e il basilico fresco. Lessatela pasta in acqua salata, scolatela al dente e conditela con la salsapreparata. Aggiungete la mozzarella tagliata a dadini e spolveratecon il pecorino. Mantecate e servite calda.

    POLPETTE DI MELANZANEPOLPETTE DI MELANZANEPOLPETTE DI MELANZANEIngredienti per 4 persone: 600 gr dimelanzane, 1 uovo, 2 spicchi d’aglio,pan grattato, 60 gr di pecorinograttugiato, 300 gr di passata dipomodoro, 1 grossa manciata di fogliebasilico, 1 dl d’olio d’oliva, 3 cucchiaid’olio extra vergine, sale e pepe.

    Preparazione:  Sbollentate in acqua salata per 5 minuti lemelanzane spellate; fatele raffreddare e tritatele. Aggiungete 1uovo e 1 spicchio di aglio tritato, 3 cucchiai di pan grattato, ilpecorino grattugiato e un pizzico di sale e pepe. Mescolate benel’impasto e formatene tante palline rotonde, grosse come una noce.Passatele nel pan grattato, friggetele in 1 dl di olio di oliva etenetele al caldo. Scaldate 3 cucchiai di olio extra vergine con 1spicchio di aglio, unite 300 gr di passata di pomodoro, 1 pizzico disale e pepe e le foglie di basilico. Fate cuocere finché la salsa saràpiuttosto densa. Servite le polpettine su un piatto di portata copertedalla salsa calda.

    Cosce di pollo al forno con patateCosce di pollo al forno con patateCosce di pollo al forno con patateIngredienti: - 4 cosce di pollo, 1 Kg dipatate, 1 rametto di rosmarino fresco, 1spicchio d'aglio, 5 cucchiai di olioextravergine, sale q.b. origano q.b. pepe

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    Preparazione: Lavare, sbucciare esciacquare le patate, tagliarle a tocchetti abbastanza grossi emetterli in una ciotola. Condire le patate con sale, pepe, rosmarino,aglio tritato,un pizzico di origano e mescolare tutto. Salare e pepareleggermente le cosce di pollo e poggiarle in una teglia foderata con

    carta forno. Distribuire le patate intorno alle cosce di pollo,aggiungere l'olio e un pò di rosmarino fresco. Preriscaldare il fornoe infornare 220°C per circa un'ora. Girare le cosce a metà cottura.Servire caldo.  (I sapori di Pinarosa )

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    Puoi versare la somma sul conto corrente CBC : IBAN : BE07 1911 2148 3166 - BIC : CREGBEBBintestato a Catania Francesco Paolo specificando nella causale “abbonamento a L’ISOLA”

    “... SOLTANTO UN POPOLO CONSAPEVOLE DELLE RADICI DELLA PROPRIA IDENTITÀ PUÒ COSTRUIRE CON FIDUCIA IL SUO FUTURO.”

    AVIS AUX ABONNES: PRIERE DE RENOUVELER VOTRE ABONNEMENT A TEMPS. MERCI

    Caro amico, dopo che mi hai letto,

    non mi buttare... Dimostra il tuoalto senso di civismo... Regalami aqualche amico o parente. Aiuteraicosì la mia diffusione. Grazie.

    Una semplice constatazione !

    Io penso che nel 2008l'operazione colonialista,iniziata subito dopo l'unità

    d'Italia nei riguardi del sud,sia arrivata al punto finale: questacolonia del sud rendendo sempre dimeno, sempre di più vieneabbandonata a se stessa. E lacolonia del sud è come se nonfacesse parte dell'Italia, comequalche cosa di aggiunto all'Italia.Però se poi vado a vedere chicostituisce la mente direttiva delleindustrie del nord, dell'informazionedel nord, mi accorgo che sono deimeridionali. E allora mi sento in

    dovere di chiedere una quantificazione in denaro delle mentimeridionali che promuovono il nord». Vuole fare il conto? «Voglio metterlo sul piatto della bilancia. Vogliovedere quanto può valere il cervello di un industriale meridionale chelavora e produce ricchezza al nord».Ci sono cervelli del nord che producono ricchezza al sud? «No,non esistono, quel poco di ricchezza del sud è prodotta da gente delsud ».Lei ha una spiegazione? « La spiegazione risale al 1860. Quandouna rivoluzione contadina venne chiamata brigantaggio. Per cuiuccisero 17 mila briganti che non esistono da nessuna parte delmondo. Ed erano invece contadini in rivolta, o ex militari borbonici.

    Tutto già da allora ha preso una piega diversa. Quando fu fatta l'unitàd'Italia noi in Sicilia avevamo 8000 telai, producevamo stoffa. Nel girodi due anni non avevamo più un telaio. Funzionavano solo quelli diBiella. E noi importavamo la stoffa. E ancora oggi è così ».

     Andrea Camilleri, siciliano, uno degli scrittori più famosi del mondo.

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