lo spi, il sindacato dei pensionati italiani · la contrattazione sociale la tutela individuale ......
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I diritti ignorati
Lo SPI, il sindacato dei pensionati italiani
1 DIPARTIMENTO NAZIONALE PREVIDENZA 04/05/2015
DIPARTIMENTO NAZIONALE PREVIDENZA 2
I nostri iscritti
1.109.555 pensionati con trattamento mensile fino a 750 euro (42,67% degli iscritti INPS; 27,3% del totale dei pensionati IVS)
1.653.920 pensionati di età pari o superiore a 70 anni (63,6% degli iscritti INPS; 56% del totale dei pensionati IVS)
407.441 pensionati di reversibilità 30% delle pensioni di reversibilità
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pensioni integrate al
TM
pensioni IVS con maggiorazione
pensioni IVS con incremento totale
maggiorazione + incremento
% su pensioni integrate
al TM dipendenti e
autonomi dipendenti autonomi dipendenti
autonomi
maschi 591.200 62.872 69.842 79.461 94.323 306.498 51,8%
femmine 2.729.418 333.069 158.542 401.665 185.132 1.078.408 39,5%
totale 3.320.618 395.941 228.384 481.126 279.455 1.384.906 41,7%
La percentuale di pensioni con maggiorazione e incremento è in generale piuttosto bassa. Particolarmente bassa quella delle donne , penalizzate dal reddito coniugale. A seguito di verifiche casuali e sul campo, è stato accertato che una percentuale rilevante dello scostamento tra pensioni minime, maggiorazione e incremento è dovuta alla mancata presentazione della necessaria domanda.
Pensioni integrate al TM, maggiorazione sociale e incremento
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Pensionati di SO con assegno al nucleo familiare e invalidi totali (età > di 60 anni; anno 2013)
pensionati SO invalidi civili totali pensionati SO con ANF
femmine 2.753.358 1.334.825 308.026
maschhi 307.980 812.260 29.176
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Lo SPI protagonista attivo nella promozione dei diritti con
la contrattazione sociale
la tutela individuale
I nostri strumenti per la tutela
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Trasferire sulla singola persona i diritti conquistati collettivamente. «finalmente qualcuno che si occupa di me»
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Essere protagonisti attivi
Ciò che vale sia per i diritti conquistati con la contrattazione sociale sia per i diritti previdenziali, anch’essi frutto di contrattazione e di lotte
Occorre “ribaltare” la tradizionale prospettiva di tutela sindacale:
1. agevolare il passaggio dalla tutela passiva alla tutela
attiva;
2. intercettare coloro che godono dei requisiti necessari per usufruire delle agevolazioni previste.
(da “i diritti che non sai” Cgil ER, SPI Rimini e altri)
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I presupposti del progetto
Le prestazioni collegate a limiti di reddito e all’età sono concesse con due diverse modalità
1. d’ufficio, l’INPS eroga direttamente la prestazione sulla base dei redditi conosciuti (es. integrazione al trattamento minimo,
maggiorazione sociale,14esima, ecc.)
2. a domanda, la prestazione viene corrisposta a seguito di
domanda da parte del pensionato (oltre all’assegno al nucleo
familiare, tutte le prestazioni erogabili d’ufficio quando l’INPS non conosce i redditi del pensionato, oppure il diritto sorge successivamente alla decorrenza della pensione).
L’INPS considera come validi e conosciuti i redditi non anteriori a quattro anni rispetto alla decorrenza della prestazione che è possibile attivare (es. la 14esima è stata erogata d’ufficio alle pensioni nate nel
2003, a condizione che nella domanda fossero specificati i redditi. E quelle nate prima?)
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Il progetto
Assicurare ai nostri iscritti il pieno godimento delle prestazioni previdenziali e assistenziali cui hanno diritto. I pensionati interessati sono quelli che dall’esame del tabulato degli iscritti presentano situazioni a rischio:
1. pensione fino a 750 euro (limite della 14esima); 2. età uguale o superiore a 65-70 anni (maggiorazione e incremento); 3. tipo di pensione (IO, SO, VO); 4. decorrenza della pensione (prima o dopo il 2007)
Il coinvolgimento dell’INCA e del CAAF sin dalle prime fasi.
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Il tempo necessario
Una delle obiezioni principali è la mancanza di tempo. I nostri operatori (circa 1000 impegnati per l’INCA in diversi modi), per la
maggior parte del tempo svolgono attività di supporto. Attività da non trascurare, che non può assorbire tutte le nostre energie. Si tratta di programmare diversamente il lavoro e di valorizzare le competenze già acquisite o che possono essere acquisite con la formazione e l’addestramento.
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Sulla base del protocollo INCA – SPI Accoglienza: a. stampa dei modelli CUD e ObisM b. conoscenza sommaria del contenuto dei modelli CUD e ObisM. c. capacità di sottoporre al pensionato una serie di domande prestabilite,
anche attraverso la compilazione di un breve questionario (vedi scheda). Esame della documentazione: 1. analisi della situazione del pensionato ed eventualmente del nucleo
familiare 2. individuazione di possibili diritti inespressi 3. eventuale convocazione del pensionato per ulteriori approfondimenti 4. fissare appuntamento con INCA per l’inoltro della domanda all’INPS
Le due attività possono far capo alla stessa persona oppure a due persone diverse. In ogni caso l’esame della documentazione deve avvenire in un momento successivo all’accoglienza
Le competenze professionali
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Farsi carico della famiglia
Allargare lo sguardo ai componenti della famiglia Non di sole pensioni … Bonus energia, abbonamento TV, agevolazioni sui trasporti, carta acquisti, ecc Soltanto alcuni esempi di come accrescere la tutela delle persone in condizione di maggiore disagio
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Nome e cognome del titolare, prestazione richiesta
luogo e data di nascita, stato civile
altri redditi
indirizzo cellulare e.mail
Nome e cognome del coniuge
luogo e data di nascita
redditi
contributi versati ?
inabilità ?
dati anagrafici dei figli minori o maggiorenni inabili
luogo e data di nascita
redditi?
altri familiari a carico minori o maggiorenni inabili
luogo e data di nascita
redditi?
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I compiti del sindacato e dei servizi
Nessuna confusione con il compito dei servizi della CGIL che resta insostituibile sul piano tecnico e professionale. Al contrario, la sinergia con i servizi aumenta la capacità di tutela (vedi piattaforma per
l’accoglienza)
L’integrazione sul territorio dell’attività sindacale con quella dell’INCA e del CAAF, migliora l’immagine della CGIL e i servizi resi ai cittadini e agli iscritti. Spetta al sindacato il controllo del certificato di pensione per assicurare ai propri iscritti il pieno godimento dei giusti diritti La tutela individuale, praticata e analizzata con metodo, è una fonte importante di conoscenza che rende più produttivo sia il confronto con l’INPS sia la stessa contrattazione sociale.
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Una attività radicata in molte realtà
a. chiama in causa innanzitutto l’INCA;
b. la partecipazione attiva di nostri compagni. I risultati sono ovunque più che apprezzabili. Occorre promuovere lo sviluppo di questa attività nelle realtà dove tutt’ora è assente
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Il controllo della pensione
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a. praticato in alcune limitate realtà, a domanda del
pensionato
b. reso attuale dalla possibilità di stampare l’ObisM Da una verifica, molto parziale, fatta a livello nazionale, risulta che una percentuale rilevante di pensionati non percepisce prestazioni cui ignora di avere diritto. Si tratta di cifre significative, tanto più necessarie perché si tratta di pensioni molto basse. L’obiettivo è quello di passare da una posizione di attesa a un ruolo attivo dello SPI.
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Il controllo dell’ObisM
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Il test nazionale
In modo del tutto casuale, abbiamo estratto dall’elenco degli iscritti di alcuni comuni distribuiti in diverse regioni i nomi di pensionati che potevano essere destinatari di prestazioni assistenziali per
a.importo
b.età
c. categoria di pensione
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L’esame degli ObisM ha evidenziato DIRITTI IGNORATI su
tutte le prestazioni collegate al reddito:
a. Integrazione al trattamento minimo (pensioni cristallizzate)
b. Scelta della pensione da integrare (titolare di diretta e reversibilità);
c. Maggiorazione sociale e suo incremento (diritto nato dopo la decorrenza originaria);
d. Importo aggiuntivo (verifica del reddito coniugale, in alternativa possibile diritto a maggiorazione e incremento)
e. Somma aggiuntiva (pensionato non inserito nel sistema RED)
f. Assegno al nucleo familiare (presenza di inabili nel nucleo familiare)
g. ANF a titolare di SO inabile (nucleo monoparentale).
h. Invalidi civili (presenza di invalidi civili nel nucleo familiare)
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La distribuzione percentuale delle prestazioni «ignorate»
integrazine al
TM
maggiorazione
sociale eincremento
importo
aggiuntivo
somma
aggiuntiva
assegno al
nucleofamiliare
invalidi civili
9,09%
36,36%
9,09%
18,18% 18,18%
9,09%
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Trattamento economico medio annuo per tipo di prestazione
integrazione al
TM
maggiorazione
sociale e
incremento
importo
aggountivo
somma
aggiuntiva
assegno al nucleo
familiare
2.038
809
156,3 336 688
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0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
femmine maschi
84%
16%
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I casi distinti per sesso
esiste un problema di genere
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Alcune esperienze
Ne cito due
la lega «bassa val Bisagno» di Genova lo SPI di Modena
esperienze diverse, accomunati dal fatto che lo SPI si è proposto come soggetto attivo
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La lega della “bassa val Bisagno”
D’iniziativa SPI, sono state contattati tutti gli iscritti titolari di SO. Inoltre, è stato controllato il certificato di pensione di quanti si sono rivolti allo SPI per le più diverse esigenze. (inca, caaf, cud-obism, red ecc.)
Il controllo ha interessato 90 pensionati. Recuperati 230.682 euro nel periodo che va da ottobre 2013 a gennaio 2015. Il rapporto con l’inca, l’acquisizione del Te08, la nostra banca dati.
Statistica dei risultati.
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femmine maschi
84%
16%
Pensioni controllate distinte per sesso Le stesse percentuali rilevate a livello nazionale con controlli casuali.
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lo SPI di Modena
Il progetto* chiamato «i diritti nascosti» vuole rispondere alla domanda «la mia pensione è giusta o mi spetta di più?» L’operatore SPI raccoglie i dati anagrafici della persona, l’ObisM, informazioni sul reddito e sulla composizione del nucleo familiare. Con il supporto di uno strumento informatico si verifica la posizione previdenziale della persona e l’eventuale diritto ad altre prestazioni. Circa il 20% delle posizioni esaminate avevano diritto a qualcosa in più Chiave di volta, la formazione * Argento vivo giugno 2011
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Altre esperienze
Piemonte: attività avviata in tre leghe di Torino, Alessandria, Biella Veneto: un progetto partito nel 2014 ha coinvolto tutti i territori con formazione mirata e un modello organizzativo curato dalla struttura regionale Toscana, Marche, Basilicata: avviato un percorso formativo mirato al controllo dell’ObisM Puglia: avviata sperimentazione in alcune leghe Campania: convoca i dimissionari e controlla l’ObisM
Suggeriamo di procedere in questo modo:
1. A livello territoriale si individua il responsabile del progetto e una o più leghe attrezzate dal punto di vista professionale e strumentale;
2. si selezionano gli iscritti con i criteri già indicati;
3. se è possibile, si incrocia l’elenco degli iscritti con i dati del CAF per verificare se il pensionato è già inserito nel sistema RED;
4. si invitano i pensionati selezionati a recarsi in una nostra sede dove trovano un operatore che, acquisita la delega, preleva l’ObisM e somministra al pensionato un breve questionario già predisposto;
5. successivamente lo stesso operatore, o altro, esamina la documentazione e le risposte date al questionario e valuta se è possibile procedere;
6. il caso selezionato passa all’INCA, per una più approfondita valutazione di merito e per l’inoltro della domanda all’INPS, previa convocazione del pensionato per acquisire il mandato;
7. l’esito finale della domanda (Te08) oltre che dall’INCA, dovrà essere acquisito anche dallo SPI.
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Il modello che proponiamo
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Le condizioni minime
Ferma restando l’autonomia delle strutture, per trarre conclusioni valide è necessario che vi siano alcuni punti fermi. Coinvolgere l’INCA (e i CAAF) nella fase di impostazione. Individuare a livello territoriale la responsabilità organizzativa del progetto e gli operatori SPI preposti alla sua attuazione. Individuare i fabbisogni formativi e la strumentazione necessaria (elenco degli iscritti) Programmare l’attività di tutela attiva da realizzare in un determinato periodo dell’anno. Statisticare il lavoro: pensionati coinvolti, casi andati a buon fine, risultato economico.
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