magazine n°3

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Il trimestrale ufficiale della Società Italiana Alpaca. Dicembre - Marzo 2013 società italiana alpaca S.I.A. A protezione del tuo gregge Pastore Maremmano Abruzzese www.pastoretransumante.com

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Il terzo Magazine della Società Italiana Alpaca

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società italiana alpacaS.I.A. A protezione del tuo gregge

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S.I.A. Magazine - Dicembre 2012 3

LO SHOW p. 4LA CURA DELLA FEMMINA GRAVIDA E DEL NUOVO NATO p. 8A.I.A. UN’AFFILIAZIONE TANTO ATTESA p. 12LA S.I.A. RISPONDE p. 14STORIA DELL’ALPACA p. 16FILATO RITORTO p. 20L’ERBA CATTIVA p. 22PARLANDO DI MARKETING p. 24MALATTIE INFETTIVE E INFESTIVE p. 26

Sommario

ALPACARivista trimestrale dell’associazione S.I.A Editore: Società Italiana Alpaca - Direttore Responsabile: Paola Pavan - Progetto Grafica: CiroADV.net

AlpacaDicembre - Marzo 2013

Il trimestrale ufficiale della Società Italiana Alpaca

S.I.A. Magazine - Dicembre 20124

Sono molto felice che questo appuntamento, pur essendo soltanto alla sua seconda edizione, stia di-ventando una piacevole abitudine. Tutto quello che nella prima edizione era nuovo, in questa seconda è stato affrontato con naturalezza dagli organizzatori e dalle autorità.

Come sempre il campionato è l’occasione anche per l’assemblea annuale che si è svolta il sabato pomeriggio. Alla sera la cena sociale è stata alieta-ta dalla piacevole partecipazione dell’assessore allo sport Dott. Luciano Ballati che ha portato i saluti del sindaco e della giunta. Altro motivo di orgoglio è stato il carattere internazionale con la presenza del giudice inglese Litz Barlow e di una coppia di espositori belgi.

Ma veniamo allo show che quest’anno è stato tra

smesso in diretta streaming su internet (esperimen-to che si ripeterà) dove abbiamo avuto una punta di 564 spettatori.

Il centro ippico di Cecina ci ha accolti la domenica mattina con il caldo sole di settembre. Dopo un primo momento di imbarazzo dovuto al differen-te ordine di ingresso nel ring deciso dal giudice, la manifestazione si è svolta regolarmente con una qualità media veramente molto alta (erano presenti soggetti che avevano vinto in manifestazioni con 350 alpaca).

La giudice Barlow ha messo a disposizione del pub-blico la sua grande esperienza e lo speaker Dario Capogrosso ha coinvolto un pubblico che nel po-meriggio è stato più numeroso della precedente edizione.

SHOW

2° CAMPIONATO ITALIANO ALPACA

18 Ottobre 2012

S.I.A. Magazine - Dicembre 2012 5

Questo secondo campionato non può però definirsi veramente un successo per la mancanza dei soggetti ed allevatori che avevano animato le esposizioni precedenti e verso i quali esprimo personalmente la mia gratitudine. Il premio del supreme champion è stato vinto da Flanders Ice un maschio bianco nato il 04-04-2011 di proprietà di Hanne Van De Winkel che vince una bellissima scultura in bronzo che potrà tenere per un anno per poi rimetterla in palio nel 2013. Solo il vincitore di 4 edizioni potrà portarsela a casa definitivamente.

I risultati del campionato sono consultabili sul sito www.sialpaca.it

S.I.A. Magazine - Dicembre 20126

Durante il campionato la concentrazione e la tensione diventano palpabili...Ma i sorrisi non mancano.

Scatti di Davide Bartolai

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Dall’Inghilterra

S.I.A. Magazine - Dicembre 20128

La nascita di un cria è un evento eccitante e la preparazione per la nascita è fondamentale.Una pianificazione comporta cure prenatali della femmina gravida e la preparazione di un Kit per i cria neonati.

Noemi Gambini, Allevamento Alpaca della foglia

La cura e l' assistenza prenataleVaccinazioni e taglio delle unghie delle femmine gravide devono essere fatti 4-6 settimane prima della parto.

I cria precedenti vanno allontanati dalla madre 4 mesi prima della nascita del nuovo nato. Questo è importante per fare si che il nuovo nato riceva tutto il colostro della mamma, utile a sviluppare un buon sistema immunitario.

Durante la gravidanzaLa dieta della femmina deve essere controllata. La femmina deve essere spostata in una zona sicura in cui la vigilanza deve essere costante e senza pos-sibilità di intrusioni di alcun tipo.Le femmine gravide agli ultimi mesi di gravidan-za traggono beneficio dall’esercizio fisico, quindi è bene non tenere le femmine gravide in una zona troppo piccola.La tosa va effettuata 4-6 settimane prima del parto per non indurre un parto anticipato.

La data presuntaConoscere la data dell’ultima monta aiuta a deci-frare il giorno in cui la femmina dovrebbe partorire, ma difficilmente due femmine fecondate lo stesso giorno partoriranno nello stesso momento. E’ stato riscontrato che tra due femmine fecondate lo stes-so giorno potrebbero intercorrere 5 settimane di differenza nella gestazione.

La gestazione media è di 11.5 mesi, ma gravidanze andate a buon fine sono state riscontrate dal giorno 315 al giorno 370 della gravidanza.la durata del periodo di gestazione non sempre cor-risponde alla grandezza del cria.

La nascitaLa nascita è un momento stupendo e nella maggior parte delle volte libero da intoppi. Le nascite avven-gono nelle ore di luce ed è riscontrato che nascite avvenute prima delle 14.00 comportano meno pro-blemi. Una femmina che mostra segni di travaglio al tramonto molto probabilmente non partorirà fino

La cura della femmina gravidae del nuovo nato

S.I.A. Magazine - Dicembre 2012 9

all’alba, ed è meglio non lasciarla mai sola in questa fase, ma senza disturbarla.

La nascita è un evento naturale, e non dovrebbe essere rallentato da intrusioni o interferenze dell’al-levatore ansioso che vuole testimoniare l’evento da vicino. Quindi, se volete un consiglio, prendete un binocolo!

1° STADIO DEL TRAVAGLIODurata del parto 1- 4 oreAlcune femmine mostrano segni di disagio, mentre altre possono mostrare segni ben più visibili, inclusi:• visite frequenti alla toilette• irrequietezza, alzarsi e accucciarsi di continuo• rotolamenti e mormorio• stendersi su un lato• coda alzata, anche quando non sono sulla toi-

lette

Conoscere i vostri alpaca per riconoscere quando i comportamenti sono diversi e intervenire in casi critici è fondamentale. Bisogna imparare a conoscere il linguaggio del corpo.

2° STADIO DEL TRAVAGLIOLa maggioranza delle femmine partoriscono in piedi, la testa e le zampe del cria sono le prime ad uscire.Le zampe del cria dovrebbero rompere la membra-na, ma se la testa e le zampe sono visibili e la mem-brana è intatta, potete usare le dita per romperla e far uscire il liquido. Poi allontanatevi.

Quando la testa, il collo e la zampe sono estese, il fluido viene drenato naturalmente.Il travaglio può rallentare a questo punto e progressi possono apparire in 5 -10 minuti.Tirare il cria può causare emorragie ombelicali o lacerazione nella femmina, quindi sono comporta-menti da evitare.

Una volta che il torace del cria è uscito, è normale che il piccolo stia per qualche minuto a penzoloni: questo aiuta a drenare il fluido e le mucose liberan-do le vie respiratorie.

Alcune femmine partoriscono da sdraiate, il cria in questo caso può metterci di più ad arrivare alle fasi descritte per i cria partoriti da femmine in piedi.

3° STADIO DEL TRAVAGLIOA questo punto dovrebbe essere espulsa la placenta. Generalmente occorrono 45 minuti dopo la nascita del cria. Non cercate mai di tirare fuori la placenta con la forza!

Quando chiamare aiuto

- allo stadio uno se non procede entro 6 ore- allo stadio due se non procede entro 30 minuti- se la placenta viene ritenuta fino a 6 ore dopo la nascita- in caso di collasso uterino (emergenza medica)

S.I.A. Magazine - Dicembre 201210

NEI PRIMI 30 SECONDI DI VITA• controllare che le mucose non impe-

discano la respirazione o occludano le vie repiratorie

• controllare che non ci sia emorragia ombelicale

• controllare che i denti siano spuntati dalla gengiva inferiore (se non ci sono denti il cria è prematuro)

• controllare che non ci sia emorragia nella madre

• controllare il sesso e andare via.

Non è il momento di pesare il cria!Lasciate immediatamente la madre e il cria, dopo i 30 secondi di controllo, per fare in modo che inizi il processo di legame ini-ziale del piccolo con la madre.

I PROGRESSI NORMALI DEL CRIA• raggiungere la posizione accucciata in

10 minuti• alzarsi entro le due ore dalla nascita• succhiare il primo latte nelle 4 ore suc-

cessive al parto

LA CURA DEL CRIA L’attrezzatura minima consigliata consiste in un termometro digitale, glucosio, tetta-relle, biberon, una molla da bucato (per fermare emorragia ombelicale in caso di necessità), un cappottino per il cria.Una bilancia, latte sostitutivo e sapere dove trovare del colostro di emergenza e del plasma per le trasfusioni sarebbe ot-timo.Avere sempre a portata di mano il numero del veterinario per emergenze e assistenza rapida.

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S.I.A. Magazine - Dicembre 201212

A.I.A. un' affiliazione tanto attesa

er dare un senso alla nostra soddisfazione dobbia-mo fare un piccolo passo indietro:la storia dell’alpaca in Italia è costellata da delusioni derivanti da mancato reddito dalla lana degli animali e dalla scarsa qualità della lana stessa. Per modificare questa situazione alcune persone hanno pensato di intraprendere il percorso del riconoscimento presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali dell’al-paca come animale da reddito per questo permet-terà a tutti gli allevatori di lavorare con il medesimo obbiettivo e con le stesse possibilità.

Che cos’è L’A.I.A.? L’A.I.A. fu creata dallo Stato nel dopoguerra per favorire lo sviluppo zootecnico sul territorio nazionale e riunisce tutte le associazioni che si occupano di allevamento in modo profes-sionistico.

Il suo ruolo è descritto dall’articolo 3 del suo statuto, che nella sua forma attuale recita:“L’associazione ha carattere tecnico economico. Essa si propone di attuare tutte le iniziative che possa-no utilmente contribuire ad un più rapido migliora-mento del bestiame allevato e ad una più efficiente valorizzazione del bestiame stesso e dei prodotti da questo derivati”.Quindi l’affiliazione all’A.I.A è solo il primo passo, per arrivare al riconoscimento presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.Ma andiamo nel concreto per capire che cosa cam-bierà nel mondo dell’alpaca in Italia nei prossimi mesi.Prima di tutto la S.I.A. è l’unica associazione insisten-te sul territorio nazionale autorizzata ad attuare lo sviluppo dell’allevamento in Italia. E’ unico interlocutore presso tutti gli organismi go-vernativi e dovrà acquisire la capacità giuridica

che le permetterà la tenuta dei libri genealogici. Ciò consentirà alla S.I.A. di poter emettere dei pedigrèe (L.A.R.), che saranno gli unici documenti validi sul territorio nazionale.Subito dopo verrà istituita a Roma la Commissione Tecnica Centrale, che metterà definitivamente ordi-ne su tutti quegli aspetti che fino ad oggi ci hanno angustiato (es. movimentazione animali, vaccina-zioni ecc.)

Gli alpaca dovranno essere censiti a livello Italia e potranno essere iscritti alla REA (registro anagrafi-co) per il solo censimento o al L.A.R. (libro Alpaca Registrati) per la partecipazione al miglioramento della razza.L’associazione si muoverà (ove richiesto) affinchè almeno a livello provinciale l’allevamento dell’alpaca sia riconosciuto come attività agricola per permet-tere all’allevatore di seguire la fiscalità agricola.Vi prego di notare che tra le definizioni “ allevamento dell’alpaca come attività agricola” e “l’alpaca come animale da reddito” vi è una profonda differenza.

• Laprima“attivitàagricola”èunaqualificache possiamo avere subito e che consente a tutti gli allevatori anche non imprenditori agricoli a titolo professionale (I.A.P.) di accedere alla fiscalità agrico-la.• Laseconda“animaledareddito”èunaquali-fica che ci potrà dare a livello nazionale solo il Mini-stero delle Politiche Agricole e Forestali e che chiarirà definitivamente una situazione che a livello locale è ancora molto confusa.Inoltre ci consentirà di poter calcolare il lavoro di allevatore di alpaca nel monte ore lavoro per poter diventare imprenditore agricolo a titolo professio-nale (I.A.P.).

F i n a l m e n t e ! !Il 18 ottobre 2012 la Società Italiana Alpaca è stata affiliata all’Associa-zione Italiana, Allevatori A.I.A.

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S.I.A. Magazine - Dicembre 2012 13

Per avere il riconoscimento anche da parte del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dovremo avere un consistente numero di animali iscritti al Libro Alpaca Registrati, per dimostrare (in ottemperanza all’art 1 punto 6 dello statuto) fattivamente che la S.I.A. segue e applica un miglioramento dell’alpaca su tutto il territorio nazionale.Un ruolo molto importante da questo momento in poi lo svolgerà la Commissione Tecnica Centrale (C.T.C.). In questo organismo collettivo saranno presenti oltre ai soci S.I.A. rappresentanti di tutte le componenti governative, e sarà la C.T.C. che deciderà molti aspetti della nostra vita di allevatori. Appena avrò notizie su come sarà composta sarà mia premura informarvi. Questo ennesimo obbiettivo raggiunto è la palese dimostrazione che con convinzione, serietà, e lavoro nessun obbiettivo ci è precluso. Sono convinto che questo possa e debba essere un nuovo punto di par-tenza dell’allevamento italiano.

Durante questo anno e mezzo, molte sono le persone che ci hanno aiutato e che dobbiamo ringraziare, oltre a tutti i soci che si sono impegnati nel raggiungere questo scopo, un mio personale e sentito ringra-ziamento va al Dott. Negrini Riccardo dell’A.I.A. che mi ha supportato e sopportato per tutto il tempo, a Francesco Viaggi presidente Coldiretti Provincia di Grosseto per i suoi preziosi consigli e la sua disponibilità, al Dott. Roberto Nocentini presidente A.R.A. regione Toscana per il suo sostegno.

S.I.A. Magazine - Dicembre 201214

1. Sarà necessario pagare l’iscrizione degli ani-mali all’A.I.A.?NO. L’iscrizione degli animale ad una delle due possibilità ( Registro Anagrafico o al Libro Alpaca Registrati) sarà da effettuare presso la S.I.A. Even-tuali pendenze di carattere economico con L’A.I.A. saranno a carico della S.I.A.

2. Cosa cambia per quanto riguarda l’aspetto sanitario e la mobilitazione degli animali (blu-tongue)?Per quanto riguarderà gli aspetti sanitari, standard di razza, movimentazione animali, pratiche di import export, ecc sarà la Commissione Tecnica Centrale che avrà competenza per tutte le decisioni.Con specifico riferimento alla Blutongue facciamo presente che la normativa attualmente in vigore precisa che per la movimentazione bisogna prove-nireda:•Regione•Provincia•Zona•Aziendanonsottoposta a provvedimenti restrittivi. Quindi , per esempio, un allevatore che risiede in una regione sottoposta a provvedimento restrittivo potrebbe abitare in una provincia o zona non sotto-posta a provvedimento restrittivo oppure potrebbe richiedere (qualora ce ne fossero i presupposti) che la sua aziende non fosse sottoposta a provvedimen-to restrittivo.

3. Verrà richiesta la marcatura auricolare?con le tecnologie attuali ( boli e microcip) pensiamo che non ce ne sarà bisogno.

4. Per diventare coltivatore diretto l’alpaca mi dà ore lavoro?Attualmente no perché, per poter inserire l’alpaca come animale da reddito a livello nazionale, dob-biamo avere il riconoscimento ufficiale del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Però esistono dei luoghi dove l’alpaca dà ore lavoro (provincia di Grosseto). Bisogna informarsi localmente.

5. Chi alleva a livello amatoriale sarà soggetto alle normative di legge A.S.L. ecc?Tutti sono soggetti alle normative A.S.L. anche adesso.

6. Cosa cambia fiscalmente?Molto. Fino ad oggi il reddito derivante dalla vendita della fibra grezza o dei suoi semilavorati (filo), o dei suoi lavorati (maglione ecc) era un reddito commer-ciale e quindi sottoposto alla fiscalità propria di ogni persona. Dal 18 ottobre l’alpaca è attività agricola e quindi segue la fiscalità agricola. Cerco di fare alcuni esem-pi per spiegare meglio: se un allevatore vende fibra grezza, il suo utile è esentasse perché è reddito agri-colo; se un allevatore lava la sua lana, la fila, la lavora e vende direttamente il prodotto finito, il suo utile è esentasse perchè è reddito agricolo; se un allevatore fa lavorare la sua lana a un terzista, l’utile derivante dalla vendita del prodotto finito non è reddito agri-colo ma reddito commerciale ed ha quindi un altro tipo di tassazione.

RUBRICA Societa' italiana alpaca

Alcuni soci ci hanno scritto per avere informazioni su ciò che comporta l’affiliazione all’Associazione Italiana Allevatori. Pubblichiamo domande e risposte perché pensiamo che ciò possa essere utile a molti.

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S.I.A. Magazine - Dicembre 201216

Nei loro quasi 6000 anni di storia dal loro addome-sticamento, gli alpaca sono stati amati dagli Incas decimati dai Conquistadores, allevati dal popolo peruviano e infine è stata aperta l’esportazione ver-so paesi come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, l’Europa e il Giappone.

Nel 3500 A.C. le civiltà pre-colombiane stavano co-minciando ad apprezzare il valore di questa elegante creatura . Questi antichi popoli cominciarono ad allevare gli alpaca e usarono la loro fibra per l’ab-bigliamento e la loro carne per cibo. Questi erano gli antenati degli Inca, una delle più grandi civiltà che il mondo abbia mai visto.

La leggenda narra che Manco Capac fondò l’Impero Inca nel 1200 D.C. nella città di Cuzco, dopo aver re-alizzato l’unificazione e la conquista di tutta la costa occidentale del Sud America.

Questa civiltà si diffuse, allevando gli alpaca come bene prezioso. La loro lana era utilizzata per le vesti dei re e dei nobili ed era usata anche per pagare i soldati dell’esercito.

La ricchezza di una persona era determinata dalla quantità e dalla qualità di alpaca che possedeva. Alcuni storici sostengono che la storia degli Inca è stata illustrata in arazzi annodati con filati in fibra di alpaca. Gli Inca furono i primi a selezionare la razza, scegliendo i migliori esemplari per colori e qualità della fibra.

E’ difficile quantificare la perdita di capi dovuta alla guerra civile Inca del 1527 e al devastente arrivodei conquistadores nel 1529. I conquistatori reputarono gli alpaca come animali inutili e li uccisero, per dare i pascoli aale loro pecore merinos. Le mandrie tanto care agli Incas, che erano state separate in base al colore, vennero distrutte per il 90%.

Luciano Guarnati, Allevamento Elalpaca

Storia dell' alpaca

S.I.A. Magazine - Dicembre 2012 17

Alcuni Inca con il loro alpaca più pregiati riuscirono a ritirarsi in una roccaforte nel profondo della Cordiglie-ra delle Ande. Questo posto si chiamava Vilcabamba o “Valle Sacra”. Gli alpaca furono mantenuti al sicuro in questa valle fertile per 36 anni fino al 1572, quando gli spagnoli scoprirono la fortezza e uccisero l’ultimo sovrano Inca, Tupac Amaru.

Il futuro degli alpaca era di nuovo in pericolo. Gli spagnoli non capivano il valore di queste creature maestose e cosi le sfruttarono solo per la loro carne.

Solo nella prima metà del 1800 l’alpaca conquistò il suo giusto posto come fornitore di fibra di elitè. Sir Titus Salt di Londra fu il primo imprenditore tessile ha scoprire che la fibra di alpaca fosse molto più forte e più morbida rispetto alla lana di pecora comune-mente usata. Sir Titus iniziò a fare panno fine in fibra di alpaca nelle sue filande e lo usava per fare i vestiti eleganti per le signore di classe.

La fibra di alpaca fece diventare Sir Titus uno degli uomini più ricchi in Yorkshire, in Inghilterra, in meno di 10 anni dal primo capo prodotto. L’industria dell’al-paca guadagnò popolarità e l’esportazione della fibra iniziò a diventare una fonte importante di reddito per la popolazione del Perù.

La burrascosa vita politica del Perù ha impedito un programma di selezione professionale a livello na-zionale, ma dagli anni 80 sono state prodotte linee di sangue pregiate soprattutto sul colore bianco, in quanto atto alla tintura.

Fino all’inizio della seconda guerra mondiale l’alpa-ca è stato conosciuto ed apprezzato come fibra di qualità ma dal dopoguerra la moda si è dimenticata dell’alpaca

Il mondo ha visto i primi alpaca peruviani esportati negli anni 90 . Alcuni credono che gli alpaca peruviani siano stati mantenuti in purezza (cioè senza sangue Vicuna, Guanaco, o Lama) fra gli scontri e disordini. Altri credono che l’alpaca degli Inca fosse di gran lun-ga superiore ai nostri alpaca di oggi, ma non si può dire che anche gli alpaca odierni non siano forti e resistenti visto che hanno combattuto per evitare la loro estinzione.

S.I.A. Magazine - Dicembre 201218

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S.I.A. Magazine - Dicembre 201220

Filato ritorto

Un filato è un insieme ordinato di moltissime fibre. La filatura, che un tempo era una procedura lunga, che si compiva a mano, oggi è svolta completamen-te a macchina. Nel filo le fibre non sono parallele ma disposte a spirale.

I filati possono essere distinti in vari modi ma la clas-sificazione deve comunque tenere conto della loro struttura:• fili unici sono quelli ricavati direttamente dai

processi di filatura;• fili ritorti sono quelli costituiti da due o più fili

unici, o capi, uniti tra loro. Questa tipologia risul-ta più resistente e regolare rispetto ai fili unici, infatti le fibre pressate tra loro dalla torcitura risultano unite e compatte e non scorrono più

l’una sull’altra per l’attrito che viene a determi-narsi. Questo spiega la resistenza alla trazione che offrono i filati, tanto maggiore quanto più sono stati torti.

I filati fortemente ritorti servono per gli orditi, quelli poco ritorti per le trame, i filati di media torsione per la maglieria.

Si definisce “bilanciato” un filato che non cerca di disfarsi o di riavvolgersi da solo.Nella fase di ritorcitura, i due o più capi scaricano la torsione accumulata attorcigliandosi assieme e diventando un filo bilanciato.

La torsione può essere a destra (detta a Z), oppure a sinistra (detta a S).

Luciano Guarnati, Allevamento Elalpaca

S.I.A. Magazine - Dicembre 2012 21

FILATO RITORTO A DUE CAPI

A) ritorcitura nel senso contrario alla torsione dei fili componenti. Questo è il sistema più utilizza-to perché raggiunge il massimo equilibrio tra le torsioni dei fili componenti e la torsione del filo composto o risultante.

B) ritorcitura nello stesso senso della torsione dei fili compo-nenti. Dà come risultato un filo a due capi, molto secco al tatto, con elasticità molto scarsa e con tendenza ad attorcigliarsi su se stesso.

C) due fili che sono stati attorci-gliati in senso contrario tra loro e che ora si ritorcono insieme nel senso di uno di loro. Il risul-tato è che rimane nascosto il filo la cui torsione è stata fatta nello stesso senso della ritorcitura (S) e l’altro filo si allunga e ondeg-gia sul precedente.

S.I.A. Magazine - Dicembre 201222

L'erba cattiva

Le radici delle piante vanno molto più a fondo nel terreno e contengono molti più sali minerali rispetto a ciò che si trova in superficie. Un alpaca non tro-va nutrienti solo nell’erba, ma anche in foglie, rami, cortecce e radici di piante e arbusti. Molte piante velenose sono appetitose e, anche se per noi sono assolutamente innocue, possono anche provocare la morte dei nostri alpaca. Un alpaca ben nutrito, con un’alimentazione ricca di minerali e vitamine, ha meno probabilità di incorrere in questo pericolo, avendo un apporto giornaliero di sostanze soddi-sfacente.

Sono molto pericolose per i nostri animali: pino, tuia, lillà, iris, rabarbaro, acero, panace, eucalipto, prugne selvatiche, ciclamino, geranio, funghi, nar-ciso, ligustro, pisello dolce, pisello rosario, alloro di palude, carote selvatiche, cetriolo selvatico, piselli selvatici, mughetto, lino, ortensie, digitale, yucca, ambrosia, arancio, garofano, grano saraceno, epi-lobio, ginestra non comune e tutti i bulbi in gene-rale. Alcuni effetti sono stati verificati su capre, pe-core, mucche e cavalli, si presume quindi che siano potenzialmente molto pericolose anche per i nostri amici alpaca. Questo è solo un breve elenco di pian-te velenose documentate in Italia ed in Europa, ma potrebbero essere molte di più quelle ancora non segnalate. Nel resto del mondo sono oltre 200, tra piante spontanee e da giardino. Alcune non sono propriamente originarie della nostra penisola, ma sono state importate. Se ci fosse la possibilità che i recinti degli alpaca rimangano inavvertitamente

aperti e che gli alpaca riescano a venire in contatto con una di queste piante, è utile tenere a portata di mano del carbone attivo, che agisce come un as-sorbente nel tubo digerente e diminuisce l’effetto del veleno.

Bisogna immediatamente chiamare il veterinario per una visita d’urgenza. E’ facile riscontrare nel nostro territorio una di queste piante. Osservate il vostro giardino, le zone adiacenti ai pascoli e alle stalle, fate un giro nei vostri terreni per individuare qualche potenziale pericolo e proteggete i vostri alpaca mettendo delle transenne e pulendo la zona dalle foglie cadute, in modo che non arrivino nel pascolo con il vento. I cria sono soliti giocare con i frutti caduti, prendendoli in bocca e staccandone dei pezzi con i dentini, alcuni come sopra citato sono pericolosissimi, perciò è meglio pulire i pascoli an-che dai frutti caduti. Tra l’altro anche i pezzi di frutti e di ortaggi sono pericolosi, in quanto possono portare alla morte per soffocamento. Mai dare ad un alpaca pane, carote, patate, crakers!

Invece frutti molli, come fichi e cachi, sono molto graditi dagli alpaca e non sono pericolosi per loro (sempre se non si esagera ovviamente) e gli danno-modo di assumere vitamine e minerali in sicurezza. Un altro prodotto da far assumere ogni tanto, in inverno o in situazioni di dimagrimento è la barba-bietola da zucchero tritata fine e da somministrare con una siringa (senza ago) direttamente in bocca, per aumentare le calorie ingerite.

Noemi Gambini, Allevamento Alpaca della foglia

S.I.A. Magazine - Dicembre 2012 23

E’ molto utile per cria sottopeso o cria orfani non ancora svezzati e in generale per alpaca debilita-ti. Attenzione quindi ai vostri giardini, ai boschi che circondano i terreni dei pascoli e ai passanti, che ingenuamente possono dare degli alimenti noci-vi e pericolosissimi per i nostri amici alpaca. Se vi

trovate in un’area frequentata da turisti, bambini, famiglie e in generale in zone abitate, educate tut-ti a rispettare le esigenze dei vostri animali, anche con cartelli che spieghino perché non bisogna dare loro del cibo se non se ne conoscono le particolari esigenze!

Edera hederaParti VelenoseTutte le partiEffettigastroenterite, diarrea, intenso dolore addominale, in casi gravi la morte

Rododendro e AzaleaParti VelenoseTutte le parti sono tossicheEffettimorte

IppocastanoParti VelenoseTutte le parti soprattutto i fruttiEffettipuò provocare, se ingerito in grandi quantità, delle emorragie interne, diarrea e complicazioni renali

Cicuta cicuta maculataParti VelenoseTutte le parti soprattutto le radiciEffettidisturbi gastrointestinali

QuerciaParti VelenoseFoglie di quercia e ghiandeEffettidisturbi gastrointestinali

SambucoParti VelenoseTutte le parti soprattutto i fruttiEffettidiarrea, disturbi gastroenterici e intestinali

Tasso taxusParti VelenoseTutte le parti sono tossicheEffettiTremori, collasso cardiocircola-torio, morte improvvisa, arresto cardiaco e del sistema respiratorio

Laburno Laburnum anagyroidesParti VelenoseTutte le parti, anche le radiciEffetticonvulsioni, coma, morte

Senecio Senecio jacobenaParti VelenoseTutte le partiEffettisi conoscono casi di greggi di pecore avvelenati

RanuncoloParti VelenoseTutte le parti sono tossicheEffettisi conoscono casi di cecità nei cavalli

Belladonna amaryllisParti VelenoseTutte le parti sono tossicheEffettiforte diarrea, morte

passiflora passionfruitParti VelenoseLe radici e frutti sono velenosiEffettiI frutti acerbi possono rappresenta-re un pericolo per tutto il gregge

Pesco prunus persicaParti VelenoseLe foglie e il nocciolo del frutto sono velenosiEffettiintossicazione neurologica, convulsioni, spasmi e difficoltà respiratorie

CiliegioParti VelenoseTutte le parti ma soprattutto i noccioliEffetticonvulsioni, spasmi e difficoltà respiratorie

Gigli della valleConvallaria majallisParti VelenoseTutte le parti sono fortemente tossicheEffetticollasso cardiaco

Papavero papaverParti VelenoseTutte le partiEffettisi conoscono casi di greggi trovati morti

Opuntia tutti i tipi di cactusParti VelenoseContatto con gli aculeiEffettiforti infezioni e dermatiti

Oleandro nerium oleanderParti VelenoseTutte le parti, anche le ceneri di un oleandro bruciatoEffetticrisi respiratoria e collasso cardiaco

Stella di natale Heuphorbia pulcherrimaParti VelenoseTutte le parti e contatto con linfaEffettiDermatite, cheratite, congiuntivite, irritazione di bocca, stomaco e gastroenterico con diarrea

Tabacco nicotianaParti VelenoseTutte le parti sono tossicheEffettiSalivazione, diarrea, disturbi ner-vosi, tremori, spasmi, andatura in-certa, casi gravi morte per arresto dell’apparato cardiocircolatorio

Ortica urtica dioicaParti VelenoseTutte le partiEffettisensazione di bruciore, dermatite irritazione di bocca e labbra

NarcisoParti VelenoseTutte le parti sono tossicheEffettigastroenterite, convulsioni

Olio di ricino ricinusParti VelenoseI semi sono altamente tossiciEffetticonvulsioni, crisi respiratorie, arresto cardiaco

Tulipani homeria specisParti VelenoseTutte le partiEffettimolto pericoloso se bagnato

AlloroParti VelenoseTutte le parti soprattutto le baccheEffettiavvelenamento da cianuro

Lupino ornamentaleParti VelenoseLe foglie e i semiEffettidisturbi gastrointestinali

Vischio viscum albumParti Velenosetutte le parti, molto tossiche le baccheEffettidisturbi gastrointestinali

elenco di piante velenose presenti nel territorio Italiano e nel territorio Europeo per gli alpaca

S.I.A. Magazine - Dicembre 201224

Parlando di marketing di Paola Pavan

Nel 1998 due alpaca al pascolo erano circondati nel sottofondo dalla forma del continente australia-no. Ecco come si presentava il primo logo dell’asso-ciazione, in cui si leggeva l’intestazione completa. Ma i tempi cambiano, il carattere si rafforza e si ca-pisce che è il momento di cambiare.

Il nuovo progetto grafico è stato affidato ad una società di designer appositamente istruita dalle indicazioni di un team di soci. Il gruppo di lavoro, costituito per discutere i requisiti che il nuovo logo dovesse possedere, ha avuto non poche difficoltà durante il processo creativo. Joy Walker, General manager della AAA, racconta: “Non è stato semplice trovare una soluzione che potesse mettere tutti d’accordo. La forma della alpaca ha causato molte ore di discus-sione. Dovevamo mettere solo una testa? Oppure ci doveva essere anche la coda? E le gambe? E di che

colore doveva essere? Per non parlare se dovesse sembrare un Huacaya o un Suri!”Alla fine la scelta vincente rappresenta un alpaca stilizzato in color oro che è circondato da un “gomi-tolo di lana” anch’esso stilizzato a forma di Australia.Joy Walker lo definisce “vibrante e luminoso ed è riconoscibilmente australiano”.Voi che ne pensate?

L’ Associazione Australiana Alpaca ha un nuovo logo. Per il marketing e la comunicazione in generale occorre differenziarsi e rendersi distinguibili. Perciò abbiamo pensato di raccontare come è nata la loro nuova immagine.

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Il documento completo è molto più lungo e tecnico, l’ufficio redazionale ne ha inteso fare un compendio il più comprensibile possibile ai non tecnici. Oltre a fare affidamento sulla più aggiornata bibliografia scientifica in materia, si è fatto riferimento all’espe-rienza ormai più che decennale maturata dall’Autore sulla specie in questione, sia in ambito accademico che in campo, nonché sugli utili consigli di colleghi che operano in diversi Paesi del mondo.

Identificazione dei rischi sanitari connessi conl’ allevamento dell’ alpaca in Italia

MALATTIE VIRALI

Afta epizootica (Aphtovirus, Picornaviridae)Studi sperimentali recenti indicano che, per quanto sia i lama che gli alpaca possano essere infettati con questo virus, essi non appaiono particolarmente suscettibili all’infezione e non essendo portatori ed eliminatori del virus non rappresentano un rischio epidemiologico per la diffusione della malattia ad altre specie sensibili .

Bluetongue (Orbivirus, Reoviridae)Anche in questo caso, i lamoidi sembrano avere unasuscettibilità molto bassa all’infezione da virus della

bluetongue, sia in sede sperimentale che in condi-zioni naturali nonostante la circolazione del virus, in questo caso il siero-tipo 8, nella popolazione di bovini ed ovi-caprini . In questo ultimo studio, ese-guito in Svizzera, tutti i 354 lama ed alpaca testati sierologicamente risultarono negativi.

MALATTIE BATTERICHE

Brucellosi (Brucella spp.)La brucellosi non è da considerarsi una malattia in-fettiva di particolare importanza nei camelidi Sud Americani.

Tubercolosi (Mycobacterium spp.)Per quanto i lamoidi non vengano considerati par-ticolarmente suscettibili alla tubercolosi, M. bovis, M. tuberculosis e M. avium sono tutti stati isolati dagli stessi, sia a seguito di infezione naturale che sperimentale.Casi multipli di tubercolosi da M. bovis nei lama e negli alpaca sono stati osservati in Gran Bretagna, dove la popolazione degli alpaca è di gran lunga la più abbondante in Europa. Elementi che acco-munano questi casi clinici, sono la perdita di peso progressiva, fino all’emaciazione, con o senza di-spnea, ed il riscontro di lesioni caseose multifocali,

malattie infettive ed infestivetrasmissibili dell' alpaca

Questo lavoro di revisione critica della bibliografia in materia di malattie infettive ed infestive contagiose dell’alpaca è stato commissionato dalla Società Italiana Alpaca (S.I.A.) al Dott. Gian Lorenzo D’Alterio con lo scopo di fornire una documentazione tecnica veterinaria da inserire nell’ambito della procedura per il ricono-scimento dell’alpaca come animale d’interesse zootecnico nazionale.

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a volte di tipo miliare . Includendo anche il focolaio di tubercolosi riscontrato negli alpaca in Spagna in Svizzera, M. microti è stato isolato da 10 lama ed 1 alpaca. All’aumentata attenzione verso questa pato-logia nei lamoidi, si associa la difficoltà della diagnosi ante-mortem, ovvero del suo monitoraggio sanita-rio. In tutti i casi appena elencati, i soggetti colpiti da tubercolosi confermata in sede anato-patologica e batteriologica risultavano negativi alle prove sia del test intradermico con tubercolina bovina ed aviare, sia al test sierologico del gamma interferone.

Para-tubercolosi (Mycobacterium paratuberculo-sis)Dei casi clinici sono stati descritti in Australia negli alpaca . In particolare, un focolaio con 5 casi clinici e 5 altri soggetti positivi alla coprocoltura e test (capri-no) di immunodiffusione su agar gel. È interessante notare che la sintomatologia appariva in soggetti giovani, sotto i due anni d’età.

Pseudo-tubercolosi (Corynebacterium pseudotu-berculosis)I lamoidi sono suscettibili a questa infezione, svi-luppando sia ascessi superficiali che profondi, con interessamento quindi anche degli organi interni. Casi clinici riguardanti gli alpaca sono descritti negli Stati Uniti, che nell’altipiano andino del Perù.Un focolaio di pseudo-tubercolosi negli alpaca, con infezione confermata in sede di esame batteriolo-gico, è stato osservato dall’ Autore in Italia. Questo focolaio, apparentemente causato dall’introduzione di soggetti già infetti provenienti dalla Germania in un gruppo pre-esistente, ha mostrato caratteri di spiccata contagiosità e patogenicità, risultando in 24 soggetti con lesioni riconducibili alla pseudo-tu-bercolosi, di cui 18 deceduti. Il gruppo fu sottoposto a vaccinazione con vaccino autogeno, con risultati soddisfacenti. L’Autore ha anche osservato un caso clinico isolato, anche qui con conferma all’esame batteriologico del materiale purulento, in un altro piccolo allevamento di alpaca in Italia.

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L’ esperienza di altri Paesi in materia di profilassi sanitaria obbligatoria

Al meglio delle conoscenze dell’Autore, gli alpaca allevati negli Stati Uniti, Unione Europea, Nuova Ze-landa ed Australia non sono soggetti a monitoraggio sanitario, tramite tests diagnostici, ne ad interventi obbligatori di profilassi durante le fasi di allevamento e di movimentazione intra-nazionale. Per ciò che riguarda la movimentazione dei camelidi già all’interno dell’Unione Europea non vengono richiesti tests diagnostici obbligatori pre-movimentazione, ma gli animali devono essere identificati e viaggiare con regolare documentazione di trasposto. È facoltà poi delle autorità sanitarie dei singoli Stati Membri di operare controlli sulle partite di animali al punto d’ingresso, e se si rilevano irregolarità, anche a seguito di visita clinica degli animali, richiedere l’esecuzione di esami complementari

Dott. Gianlorenzo d’Alterio Veterinario specializzato in alpaca con Master presso il Royal Veterinary College and Zoogical Society of London e collaboratore della University of Bristol, con pubblicazioni internazionali sui camelidi sud americani

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Dati anagra�ci

Nome: …………………………………………….. Cognome: ………………………………………………

Ragione Soc.: …………………………………………….. Nome Allevamento: …………………………...

P.Iva: …………………………………………….. Codice Fiscale: ………………………………………….

Indirizzo: …………………………………………….. Cap:…………… Citta: ……………………………..

Data di nascita: ……………………………….. Luogo di nascita: ……………………………….. ……….

Telefono:…………………………Cellulare:………………………………..Fax:…………………………..

Mail:…………………………..

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Quota associativa

- Annualità 100,00 € - Semestralità 60,00 €

Si informa che l’anno associativo si intende dal 1 di giugno al 30 di giugno dell’anno successivo.

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Esprimendo il Vostro consenso dichiarate di aver letto e di accettare lo Statuto ed il Protocollo dei Libri Genealogici e nello speci�co di accettare gli Art 6-7-8-9 dello Statuto e gli Art 6-12-13-16-19 del Protocollo dei Libri Genealogici.

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Codice della Privacy – S.I.A. si impegna costantemente per tutelare la privacy dei suoi utenti nel rispetto del decreto legislativo 30 Giugno 2003 N° 196. Le informazioni ed i dati da Lei forniti od altrimenti acquisiti nell'ambito della registrazione ai vari servizi di Sialpaca.it saranno oggetto di trattamento nel rispetto delle disposizioni del Codice della privacy nella Raccomandazione del Gruppo dei Garanti europei n. 2 del 17 Maggio 2001.

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Autorizzo la società Società Italiana Alpaca a public arte sulla mappa dei soci il mio indirizzo e i miei recapiti.

Firma per il consenso: ……………………………

Codice Associativo n° 91022300411

“allevare per eccezzionale qualità di fibra”Un sistema di

allevamento unico...

Allevare alpaca con fibre fini e morbide....come è possible...?

Selezionando alpaca con fibre primarie di basso diametro, alta densità e lunghezza

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follicolo di fibra primaria

follicoli di fibre secondarie

Profilo verticale di pelle di alpaca sotto microscopio

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o contattate il Dr.Jim Watts per informazioni più dettagliate email: [email protected]

www.srsalpacas.comVisitate il sito internet