mensile indipendente di informazione-attualita’-cultura … · 2013. 6. 2. · pag. 12 - convegno...

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e-mail: [email protected] MENSILE INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE-ATTUALITA’-CULTURA ANNO VIII n.3 - Marzo 2006 IN EDICOLA OGNI MESE 1,00 EURO All’interno: TROPEA Pag. 7 - La Lega Navale a sostegno delle piccole inbarcazioni nel porto Pag. 13 - Anche quest’anno un freddo carnevale Pag. 12 - Convegno sulla Pet Therapy del Rotary Club di Tropea Pag. 14 - Acqua: risorsa e rischio. Il nuovo progetto dello Scientifico CULTURA Pag. 10 - Presentato a Tropea l’ultimo libro di Fortunato Aloi PROVINCIA Pag. 11 - La Provincia di Vivo Valentia alla BIT di Milano Pag. 14 - Il Consiglio Conumale dei Ragazzi a Ricadi ARTE Pag. 8 - Giuseppe Vitetta, l’arte che si lascia scoprire VIBO VALENTIA E PROV . F. M. 1061 - 100.5 REP. PUBBLICITA’ & MARKETING TEL. 0963-45733 LOCRI Intervista a mons. Bregantini Vescovo di Locri-Gerace RICADI Intervista al capogruppo della Maggioranza G. Ponotoriero VIBO VALENTIA E PROV . F. M. 1061 - 100.5 REP. PUBBLICITA’ & MARKETING TEL. 0963-45733 Tornano i vip a Tropea ?! LOCRI- Speciale cooperative TROPEA Intervista al direttore artistico C. Auteri LA PIAZZA GIOVANI Intervista a Francesco Biolchini Elezioni a Tropea Domenica 19 marzo 2° Incontro con i politici

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Page 1: MENSILE INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE-ATTUALITA’-CULTURA … · 2013. 6. 2. · Pag. 12 - Convegno sulla Pet Therapy del Rotary Club di Tropea Pag. 14 - Acqua: risorsa e rischio

e-mail: [email protected]

MENSILE INDIPENDENTE DI INFORMAZIONE-ATTUALITA’-CULTURA

ANNO VIII n.3 - Marzo 2006 IN EDICOLA OGNI MESE 1,00 EURO

All’interno:TROPEA

Pag. 7 - La Lega Navale a sostegno delle piccole inbarcazioni nel portoPag. 13 - Anche quest’anno un freddo carnevale

Pag. 12 - Convegno sulla Pet Therapy del Rotary Club di TropeaPag. 14 - Acqua: risorsa e rischio. Il nuovo progetto dello Scientifico

CULTURAPag. 10 - Presentato a Tropea l’ultimo libro di Fortunato Aloi

PROVINCIAPag. 11 - La Provincia di Vivo Valentia alla BIT di Milano

Pag. 14 - Il Consiglio Conumale dei Ragazzi a Ricadi ARTE

Pag. 8 - Giuseppe Vitetta, l’arte che si lascia scoprire

VIBO VALENTIA E PROV.

F. M. 1061 - 100.5REP. PUBBLICITA’ & MARKETINGTEL. 0963-45733

LOCRI Intervista a mons. Bregantini

Vescovo di Locri-Gerace

RICADI Intervista al capogruppo della

Maggioranza G. Ponotoriero

VIBO VALENTIA E PROV.

F. M. 1061 - 100.5REP. PUBBLICITA’ & MARKETINGTEL. 0963-45733

Tornano i vip a Tropea ?!

LOCRI- Speciale cooperative

TROPEA Intervista al direttore artistico

C. Auteri

LA PIAZZA GIOVANI Intervista a

Francesco Biolchini

Elezioni a Tropea

Domenica 19 marzo 2°

Incontro con i politici

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Pag. 2 - marzo 2006 - attualità - LA PIAZZA

Una visita nella Locride per scoprire la parte buona della Calabria

a cura di Saverio Ciccarelli

INTERVISTA AL VESCOVO BREGANTINI

"LA PIAZZA" Mensile indipendente

Registrazione Tribunale di Vibo Valentia

n. 82 del 25.02.1994

EditoreONDA SUD Soc. Coop. a r.l.

Direttore responsabileSaverio Ciccarelli

Capo redattorePino Carone

Hanno collaborato in redazione:Lino Daniele,

Clementina De Angelis, Antonio Ferrara, Elisa Laureana,

Maria Zuccalà.

Redazione: via Pontorieri, 89861 Tropea (VV)

Tel/Fax 0963666081 Rep. Pubblicità & Marketing

Tel. 096345733

e-mail:[email protected]

Redazione di Vibo Valentia:via Santa Aloe, 40

tel e fax: 0963 541705

Progetto grafico di Pino Carone

Stampa:Grafiche PAPRINTvia Orazio Falduti

Tel. 0963263703 - Ionadi (VV)Chiuso in redazione il 5 marzo 2006

La collaborazione è aperta a tutti. I manoscritti dovranno essere lunghi al massimo una cartella. La redazione si riserva la facoltà di selezionare gli articoli da pubblicare. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori dei quali si intende rispettare la libertà di giudizio. I collaboratori per quel che scrivono si assumono in prima persona ogni responsabilità di natura civile e penale. Il materiale anche se non pubblicato, non sarà restituito.

"LA PIAZZA" Mensile indipendente

Registrazione Tribunale di Vibo Valentia

ONDA SUD Soc. Coop. a r.l.

Saverio Ciccarelli

Pino Carone

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Pino Carone

n. 82 del 25.02.1994

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Hanno collaborato in redazione:

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Tel. 0963263703 - Ionadi (VV)Chiuso in redazione il 5 marzo 2006

La collaborazione è aperta a tutti. I manoscritti dovranno essere lunghi al massimo una cartella. La redazione si riserva la facoltà di selezionare gli articoli da pubblicare. Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori dei quali si intende rispettare la libertà di giudizio. I collaboratori per quel che scrivono si assumono in prima persona ogni responsabilità di natura civile e penale. Il materiale anche se non pubblicato, non sarà restituito.

Eh si, alla fine abbiamo voluto constatare di persona cosa si è creato nella Locride, incontrando gli artefici di quella che è una realtà di cooperazione che in dieci anni è cresciuta, offrendo opportunità di lavoro a centinaia di famiglie nella nostra regione. Un’esperienza riuscita grazie all’impegno ed alla caparbietà di cui noi calabresi siamo capaci. Dalla prima cooperativa Valle del Bonamico alle dodici cooperative attuali, tutte nella Locride. Un modello esportabile in tutta la Calabria e da provare nel vibonese. L’intuizione è quella di valorizzare le risorse locali, collocandole sui mercati non solo calabresi, ma anche su quelli nazionali che sicuramente hanno una capacità di spesa maggiore. Incontriamo Mons. Bregantini, Vincenzo Linarello (presidente del Goel e delegato diocesano della pastorale del lavoro) ed il dr. Piero Schirripa (Presidente della Cooperativa Valle del Bonamico e V. pres. del Goel) nei locali della Diocesi di Locri- Gerace. Con loro abbiamo parlato degli inizi dell’esperienza cooperativistica in Calabria, dei successi ottenuti, delle prospettive e della esportabilità del modello in altre zone della nostra regione. Un invito ai nostri giovani, ai nostri amministratori ed a chi opera nel sociale, a guardarsi attorno ed a rimboccarsi le maniche senza gloriarsi di tante chiacchiere e false promesse che solo danni fanno alla nostra terra. Riportiamo anche una serie di indirizzi e siti internet utili per ottenere consulenza e consigli gratuiti per la realizzazione di un’idea imprenditoriale.

D - Mons. Bregantini, lei P stato l’ispiratore di un modo nuovo di vivere e di operare nella nostra realtà: le cooperative. Cosa può dirci al proposito? Cosa vuole essere una cooperativa?

R - Partendo dall’aspetto tecnico delle cooperative bisogna giungere a quello culturale, che P poi quello fondante. Il dono che Dio ci fatto P di aver cominciato qui a Locri, però la fatica P riuscire a far sì che queste iniziative diventino da realtà settoriale e limitata, una realtà culturale, un modo di pensare. E’ questa la grande sfida su cui stiamo lavorando, naturalmente per questo ci vorrà del tempo. Per cui la cooperativa non P solo una questione tecnica, ma un modo di pensare, di sperare, di soffrire, di amare, soprattutto di “pensare la società”. In questo senso le iniziative realizzate hanno avuto come ricaduta positiva il cambiamento di molte situazioni, non per ultima la recente reazione dei giovani nella Locride. Adesso però bisogna continuare per accompagnare questi giovani sino in fondo, fino a mete culturali più grandi.

D - A tal proposito realizzate delle attività nelle scuole, in maniera coordinata ?

R - Sulla cooperazione abbiamo realizzato delle iniziative dirette nelle scuole, ma non tante. Abbiamo recentemente presentato al proposito un progetto al prefetto De Sena.

Anche se ogni anno abbiamo lavorato con delle iniziative di base, con dei messaggio che ho inviato, valorizzando antiche favole o storielline (ad es. Pinocchio, il Gigante egoista) e tramite i racconti cerchiamo di dare delle indicazioni molto precise, attualizzando l’immagine di ieri con la storia di oggi. Nelle scuole si son fatte assemblee, dibattiti, incontri, ci chiamano frequentemente .

D - Quindi lei ritiene che dalle vostre iniziative un primo segnale positivo sia quello

“La famiglia, la scuola e la chiesa. Se queste tre figure tipicamente femminili, insegneranno ad amare questa terra, poi ci saranno le risposte d’amore”

Mons. Giancarlo Bregantini P il vescovo della diocesi di Locri- Gerace dal 1994. Trentino di origine, negli anni settanta ha scelto la Calabria quale luogo di azione; qui P stato ordinato sacerdote ed ha continuato a lottare, giorno dopo giorno, contro la criminalità e la disoccupazione, con la convinzione che “La vera antimafia P il lavoro”. Le cooperative ed i posti di lavoro da lui creati si sono molto sviluppati in questi dieci anni.

dei “Ragazzi della Locride”?R - Si, non osiamo ancora dirlo, ma potrebbe

essere il primo segnale positivo.D - Ha altri segnali in tal senso?R - Abbiamo da poco una nuova realtà che P

quella dell’incontro dei Sindaci, il Comitato dei Sindaci. In questa zona si registra un fatto abbastanza raro in Italia, un gruppo di Sindaci di tutto il territorio (42 Sindaci da Brancaleone a Monasterace), lavorano insieme e progettano insieme; in questo senso sono state coinvolte anche le realtà delle cooperative, come voce non solo ascoltata, ma anche qualificata, apprezzata e desiderata. C’P effettivamente questa stima nei nostri confronti. Le incisività sono sul piano scolastico, sul piano culturale giovanile e sul piano politico. Oltre che sul piano economico.

D - Dall’esperienza che Lei sta facendo, che messaggio darebbe ai nostri giovani per rimanere in Calabria e con quali motivazioni ?

R - Bisogna amare molto questa regione. La Calabria P bella come un giardino che chiede una sposa, non un’amante. Se questa terra P amata, dà i suoi frutti. Ad insegnare l’amore P innanzitutto la mamma, poi la maestra, poi la catechista. La famiglia, la scuola e la chiesa. Se queste tre figure tipicamente femminili, insegneranno ad amare questa terra, poi ci saranno le risposte d’amore. Perché il nocciolo P questo: chi va a studiare fuori ci vada pure, ma il cuore resti qui, la mente là, ma il cuore qui. Per poter poi ritornare, altrimenti non si torna; non solo, ma lo stesso studio P vissuto in termini egoistici e non altruistici. Per dirla con l’immagine del Papa, deve esserci qualcosa che perseveri per il bene della propria terra.

La ringraziamo per la disponibilità e le auguriamo di raggiungere mete sempre più importanti.

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Pag. 3 - marzo 2006- attualità - LA PIAZZA

A d u e o r e d i macchina da Tropea c’P Siderno e poi Locr i : da l mare Tirreno al mar Ionio. Una realtB particolare, tristemente nota per fenomeni di mafia. Una realtB che perb P d i v e n t a t a a n c h e l’emblema di una regione che vuole vivere e riscattarsi. I “ragazzi di Locri” e l’esperienza delle cooperative (1100 posti di lavoro creati) rappresentano due fenomeni importanti ed in controtendenza, per una societB che si ribella e cerca di riorganizzare le sue cellule. Queste persone che non hanno alcuna “appartenenza”, che vengono definite dei “rompiscatole”, creano una realtB di cooperative che nel nord Italia esiste da oltre cinquant’anni. “Cooperative rosse” e “Cooperative bianche” esistono da decenni in Emilia Romagna. Qua da noi, con un ritardo di cinquant’anni ed a fatica, si muovono i primi passi, con risultati importanti.

Si parla di Questione meridionale e di eccessivo individualismo che ci caratterizza, si filosofeggia e si sproloquia. Ma alle tante parole difficilmente seguono fatti.

Parlare P facile, criticare il lavoro altrui ancora di pij. Fare qualcosa di positivo P un impegno che comporta rischi ed esposizione in prima persona; ma questo va fatto.

I passaggi importanti e gli ostacoli da superare nel fare impresa da noi sono: avere l’idea vincente, conoscere gli strumenti per operare nel settore che si P scelto (know-how), cooperare ed avere un mercato anche e soprattutto fuori dalla nostra regione. Condizione base per fare cib P: avere un’identitB culturale, una forte motivazione e tanto amore. La ricetta per ottenere buoni risultati P questa. Avere un’idea, qualcuno che ti insegni a metterla in pratica e ad avviare l’impresa e piazzare il proprio prodotto in un mercato anche fuori regione. Questo P cib che hanno fatto nella Locride. Ma per fare cib ci vuole una forte motivazione di base: non a caso, nel 1995, la prima cooperativa P stata realizzata da dodici giovani di S. Luca e PlatX, per lo pij provenienti da famiglie con precedenti penali. Costoro dovevano scegliere se continuare a delinquere oppure rimboccarsi le maniche ed intraprendere la via della legalitB, costituendo una cooperativa e quindi lavorando e rischiando. E forse qui sta la differenza con i nostri giovani: a questi ultimi manca una motivazione forte, una via senza possibilitB di uscita che non sia il lavoro. Se così non è lo dimostrino con i fatti facendo impresa.

Diceva il prof. Saverio Di Bella che la Calabria ha bisogno dell’opera di tutti (del pescatore e del raccoglitore di funghi), aggiunge mons. Bregantini che la Calabria ha bisogno di essere amata dai suoi figli e che questo amore deve essere trasmesso da tre figure femminili: la mamma, la maestra e la catechista. Le donne che da sempre hanno avuto un ruolo importante in una societB matriarcale quale P la Calabria hanno questo compito: insegnare ai loro figli ad amare la loro terra.

Da questo amore, dalla necessitB, dall’intraprendenza e dalla conoscenza di quello che si vuol fare, nasce la cooperativa, nascono posti di lavoro, nasce ricchezza e sviluppo. E’ questo l’insegnamento che bisogna trarre da questa esperienza, P questo che devono comprendere i politici alle prossime elezioni amministrative ed i giovani che vogliono veramente rimboccarsi le maniche e fare qualcosa di costruttivo. E’ questo che bisogna fare per rendere l’esperienza della Locride ripetibile in tutta la Calabria. (S.C.)

OTTO MARZO FESTA DELLA DONNAL’esperienza della Locride, il vibonese

e le elezioni amministrative

Cos’P il GOEL (Consorzio di cooperative sociali- Goel, di origine biblica, significa liberazione e riscatto)

Un Consorzio composto da oltre mille giovani soci, nella Locride

E’ nato nel 2003, raccoglie 12 realtB cooperative sociali ed associazioni della Locride. Nasce grazie all’azione di stimolo e di coordinamento della Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Locri Gerace e grazie all’accompagnamento ed al sostegno del Consorzio nazio0nale CGM e del Consorzio Con.Solida di Trento. Un ruolo primario nella sua formazione, attraverso la sua opera pastorale ed il suo esempio, P stato assunto dal Vescovo Mons. Giancarlo Maria Bregantini. Molta importanza ha inoltre rivestito il progetto Policoro della Chiesa italiana, nel cui alveo nasce e si riconosce questa esperienza. Esso intende rendere liberazione e riscatto alle fasce sociali escluse ed emarginate del territorio in cui opera. Alla sua base vi P l’idea di condivisione, scambio e confronto fra le cooperative dei soci.

I suoi obiettivi.Utilizzare gli strumenti imprenditoriali per perseguire l’interesse

generale della comunitB.Promozione umana ed integrazione sociale dei cittadini, in

particolare di quelli appartenenti a categorie svantaggiate.Maggiore capacitB di rispondere ai bisogni del territorio, con

inclusione sociale di soggetti emarginati. Il Goel P consapevole che l’emarginazione di ampie fasce di popolazione non P causale, ma scientificamente costruita e mantenuta. Per questo vuole andare oltre i servizi sociali e l’integrazione lavorativa, per attribuire alla cooperazione sociale funzioni di cittadinanza attiva e di animazione sociale.

Cooperative affiliate: Coop Pinocchio- Ardore Coop. L’Utopia Coop Felici da Matti Coop. Coras Associazione Insieme per crescere Coop. Albachiara Associaizone ComunitB di liberazione Coop. Sociale R.E:S. Fondazione centro di assistenza e formazione cristiana Emmaus Coop. Azalea Coop.sociale Jonica Serveco- Coop. Sociale L’audacia [email protected]

Siti internet: Web Informazioni - segreteria Presidenza Ufficio stampa, promozione e marketing Ufficio progetti Amministrazione

Sede operativa Via Lazio,45- 89042 Gioiosa Jonica (RC)- 0964419191

Sede legale C.da Limina,3 - 89042 Gioiosa Jonica (RC) 0964419300- fax 0964412469

Si ringrazia l’Isp. Antonio Trichilo per il prezioso contributo offerto

Bruni ha revocato le dimissioni!!!Nel balletto della politica in una delle ultime province

d’Italia, dove la politica spesso e volentieri è fine a se stessa e non pensa ad amministrare, registriamo che il 22 febbraio

scorso il Presidente della provincia Ottavio Gaetani Bruni, ha revocato per l’ultima volta le dimissioni che aveva rassegnato in vista di una candidatura alle prossime elezioni politiche.

Dopo mesi di incertezza, oggi il Presidente ha deciso di rimanere in carica e ci auguriamo con la capacità e l’impegno di contribuire a portare gli indicatori economici che ci vedono agli ultimi posti, verso la cima delle classifiche nazionali.

La Casa del Vescovo della Diocesi Locri-Gerace

ELEZIONI AMMINISTRATIVE A TROPEA

“La Piazza” organizza il secondo incontro dibattito con i politici aspettando le prossime elezioni

Domenica 19 marzo ore 17,30 presso la Biblioteca Comunale

La cittadinanza tutta è invitata a partecipare!!!

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Pag. 4 - marzo 2006 - attualità - LA PIAZZA

Incontriamo il direttore artistico del teatro La pace Carlo Auteri, un giovane di talento

“Ho accettato questo incarico come una sfida: portare il teatro nelle case dei tropeani.”

di Saverio Ciccarelli

Con Enzo Godano (presidente dell’associazione “I tropeani”) e Pasquale Romano (Presidente della Consulta delle associazioni), abbiamo incontrato il direttore artistico del teatro La pace. Un giovane che sin dall’etB di 14 anni ha frequentato il teatro, che si P formato al Teatro stabile di Catania e che sicuramente darB una buona impostazione a questa nuova struttura perché ha le idee chiare e soprattutto l’umiltB di apprendere e di ascoltare gli altri. Nell’occasione Enzo Godano ha annunciato che, appena terminato il cartellone, ai primi di giugno, sarB messa in scena proprio al teatro La pace la commedia “Natru jornu senza suli” che fa parte della rivista da lui scritta “Fatti di poveri sbinturati”, opera che- come ha detto lo stesso Godano- “darB un po’ di aria nuova, facendo rinascere il buon senso in tanta gente”.

D - E’ alla prima esperienza come direttore artistico di un teatro ?

R - No, ho giB diretto, nel 2000, su incarico del Sindaco di Catania, la Fidapa (che raggruppa circa 68 associazioni affiliate al teatro nell’hinterland della cittB- n.d.a.)E’ stata un’esperienza molto costruttiva perché si comprendono i problemi di chi lavora in teatro, specialmente nelle associazioni, che hanno un ruolo molto importante perché, con i loro sforzi trasmettono cultura, che P poi quella che migliora la societB. Anzi vorrei invitare tutti, nelle associazioni ad aprire le porte ai giovani a dare loro un impegno nei pomeriggi, per distoglierli da divertimenti pij superficiali. I giovani seguiti e stimolati rendono molto.

D - Quali obiettivi si P posto come direttore artistico del teatro La pace ?

R - Ho accettato questo incarico come una sfida: portare gli spettacoli all’interno di una bellissima struttura, ma soprattutto portare il teatro nelle case dei tropeani. Andare in molte scuole e vedere i ragazzi lontani dal mondo della cultura che non sia quello scolastico P una cosa triste. Mentre ora c’P la fortuna di usufruire di questa grande struttura per far diventare Tropea e la provincia di Vibo Valentia, un punto di riferimento per la cultura e per dare sfogo a tutti quelli che amano trascorrere una serata diversa. Questa occasione significa dare una boccata di ossigeno a questo territorio. Ripeto che P nostra intenzione tramite le associazioni coinvolgere le persone.

D - Quali difficoltB sta incontrando e come pensa di superarle ?

R - La prima difficoltB P stata proprio la mancanza di fiducia di alcune associazioni da me contattate; forse per dei malintesi sorti appena si P aperto il teatro che hanno portato a sottovalutare la funzione delle associazioni che sono state trattate con superficialitB. Ho incontrato persone scoraggiate che non credevano alla parola che gli davo. Riconosco che in un territorio in cui da oltre quindici anni manca una struttura c’P lo sforzo delle associazioni di rendere tutto vivo, ma senza una grande struttura hanno mote difficoltB e si arrendono. Il secondo ostacolo P sttao proprio quello di convincere i presidente

delle associazioni che si possa fare qualcosa di serio. Io personalmente non sono venuto a Tropea per fare il turista, ma per fare un’esperienza di teatro, per lasciare una traccia, per aprire una strada, dare un’impostazione di teatro stabile; oggi una “cattedrale” che si popolerB nel tempo.

D - Il territorio ha risposto alle sue aspettative?

R - Il territorio sta rispondendo bene. Sinceramente nona spettavo per le prime due manifestazioni oltre quattrocento presenze che andranno ad aumentare con attori come Fabio Testi ed il maestro Lando Buzzanca . . Mi cons idero mol to soddisfatto.

D - Come pensa di coinvolgere i giovani, le associazioni e soprattutto i cittadini comuni ?

R - Facendoli diventare parte integrante del teatro, chiedendo loro anche di dare il loro contributo di idee, rendendoli partecipi della vita della struttura.

Che criteri ha utilizzato nel comporre il cartellone della stagione in corso e che impostazione intende dare per il futuro ?

Ho pensato di far conoscere autori importanti come: Moliere, Brancati, Benedetti, per dare una certa impostazione all’iniziativa, anche perché chi fa l’abbonamento deve sapere che ci sono autori importanti di un certo livello. Il cartellone deve essere accattivante. Sono andato cauto perché non conoscevo il territorio ed i gusti. Il cartellone del prossimo anno comprenderB la musica lirica, classica, l’operetta. Porteremo in scena Pirandello, Shakespeare, anche la Compagnia dell’arancio (direttore Saverio Marconi) per quanto riguarda il musical. Con l’associazione Tropea musica forse porteremo Uto Ughi. L’anno prossimo dovremmo iniziare a fine novembre e fare tre spettacoli al mese. Ho intenzione altresX di proporre ai ragazzi delle scuole di fare una scuola di teatro, coinvolgendoli in un saggio di fine anno, per il 2007. Le idee ci sono e i risultati non mancheranno.

D - Pensa che l’inizio a Vibo Valentia della stagione teatrale possa creare concorrenza con quella del “La pace” ?

R - Ritengo che non vi sia alcuna concorrenza anche perché il nostro

cartellone P stato pubblicato a metB dicembre, quello di Vibo Valentia a fine gennaio. Non ritengo vi sia concorrenza; il teatro deve essere libero, anzi colgo l’occasione per porgere un sincero “in bocca al lupo” a chi ha organizzato la stagione a Vibo Valentia, augurando che ciascuno possa lavorare secondo la propria esperienza e capacitB. Il mio invito per il direttore artistico del teatro di Vibo P quello di incontrarci, unire le forze per fare in questa bellissima struttura qualcosa di grande senza disperdere le forze.

D - Come giudica questa struttura ?R - La giudico pij da attore che non da

direttore artistico. Facendo parte del teatro stabile di Catania ho girato i teatri di tutta Italia e posso affermare che questo, P fatto con tutti i requisiti richiesti: P a norma la misura del palcoscenico, P tutto curato nei minimi dettagli, dalle sedie, al faro, alla graticcia. Complimenti all’ingegnere, all’architetto ed all’impresa che lo hanno realizzato. Pochi teatri in Italia sono organizzati come questo.

D - Ha pensato a delle manifestazioni di rilievo internazionale che possano attirare l’attenzione dei mass media su questo comprensorio ?

R - Ci sono contatti con Antenna Sicilia (Tv che tramite il satellite raggiunge tutto il mondo) per realizzare proprio qui un talk-show di quattro puntate con diversi attori, per parlare di teatro e quindi di Tropea e del posto in cui questa struttura si trova. Prenderemo contatti anche con Rai uno che P sempre alla ricerca di posti nuovi dove realizzare eventi culturali e di spettacolo. Stiamo facendo incontri organizzativi, si vedrà.

Chi è Carlo Auteri29 anni, originario di Catania. Ha frequentato dal 1997 al 2000 l’Accademia di arte drammatica “Umberto Spadaro”. E’ alla seconda esperienza come direttore artistico. Ha partecipato al film “Le cinque giornate di Milano” di Carlo Lizzani. E’ stato protagonista nel film “Vincenzo Bellini a Catania” per la regia di Edoardo Siravo. Ha recitato in teatro con Andrea Camilleri nel “Birrario di Preston”, con Turi Ferro, Tuccio Musumeci, Pippo Patavina e, nel 98/99 al Teatro Quirino di Roma, con Sebastiano Lo monaco. Ha curato la regia della XX ed. della Via Crucis con Arnoldo FoB a Melilli (Sr). Collabora con Rai 1 per le fiction.

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- Attualità - LA PIAZZA

Ambito territoriale: la Locride. Circa 130.000 abitanti. 1227 kmq. Densità abitativa media 106,81 ab/kmq.

Una delle aree del Mediterraneo più ricche di storia: da Locri a Gerace, a Bianco, Stilo, Bivongi, Caulonia, Monasterace. Tutti importantissimi siti archeologici e monumentali. Uno scrigno carico di tesori, molti dei quali ancora da valorizzare.

La nascita. Il 24.10.1995, dodici giovani provenienti da famiglie di pastori di S. Luca e Platì, creano una cooperativa di lavoro denominata “Valle del Bonamico”. Il presidente onorario è mons. Gian Carlo Maria Bregantini, Vescovo di Locri-Gerace dal 1994. Il lavoro e l’impresa sono stati individuati quale possibile rimedio al sottosviluppo ed al malessere sociale della nostra regione. La solidarietà e la riscoperta della fiducia fra gli essere umani prendono il sopravvento sull’individualismo e sulla chiusura familistica, con un percorso di dialogo che diventa progetto concreto. Qual P il significato di ciò: i pastori di S. Luca e Platì, le cui tradizioni di allevamento si perdono nei secoli, possono riemergere dalle ombre della cronaca nera, lavorando con un’attenta previsione di mercato e con tecnologie adeguate. Questa P forse la cooperativa più conosciuta, anche perchè è stata la prima di una serie di 12 cooperative ed associazioni, oggi riunite nel Consorzio sociale Goel. Infatti la cooperativa dei lamponi e dei piccoli frutti della Locride e l’esperienza del formaggio, hanno riempito le pagine dei giornali, quale testimonianza della volontB di riscatto di comunitB emergenti. Oggi ci si occupa di vino, turismo etno-ambientale, artigianato. I lamponi della Valle del Bonamico danno lavoro ad almeno 500 famiglie; il vino greco bianco di Rasule, il greco nero di Argade ed il passito Cannizzi, si trovano nei migliori ristoranti della regione; l’olio e gli agrumi cominciano a penetrare sui mercati delle cooperative del nord. E’ stata poi realizzata l’esperienza del paesi-albergo che hanno creato un modello di ricettività diffusa anche nei piccoli centri montani.

Fino ad oggi la Calabria si P proposta e offerta per il mare e le coste; oggi l’offerta dev’essere invertita e deve ripartire dalla montagna incontaminata, dalle fiumare, dai sentieri per arrivare al mare. La Calabria deve ritornare ad essere il giardino d’Europa e del Mediterraneo.

I piccoli frutti. Negli ultimi sei anni la coltivazione delle fragole e dei piccoli frutti P stata introdotta nella Locride. Si P partita da un’attivitB sperimentale e successivamente il lavoro si P diffuso su molti ettari di superficie coltivabile creando centinaia di posti di lavoro. Complessivamente nel periodo da aprile a giugno e da novembre a gennaio- partendo dai primitivi 2.000 mq fino ai 400.000 mq attuali- si producono circa 1500 quintali di lamponi, ribes e more, tutti conferiti alla Cooperativa Sant’Orsola di Pergine Valsugana, in provincia di Trento.

Il vino. Molte esperienze di animazione territoriale e di valorizzazione del territorio hanno avuto nella produzione del vino una sorta di collante e di acceleratore sia della produzione agricola di collina sia della promozione turistica. Il vino sembra possedere caratteristiche di sintesi culturali maggiori di altre produzioni nel valorizzare la tipicità dei territori. La cooperativo ha deciso di produrre vino partendo da due progetti. Da un lato impiantare una vigna in un’area interna che prima era un grande orto demaniale affidato a circa 200 livellari che si suddividevano una superficie di 15 ettari coltivati intensamente solo nel periodo estivo, da giugno a settembre, in un’area abbandonata da circa 40 anni, affidata alla cooperativa in comodato dal Comune per impiantare la vigna. Contemporaneamente vi P stata la

Cos’è la Cooperativa VALLE DEL BONAMICO…

Una realtà che da lavoro ad almeno 500 famiglie, in cui si producono circa 1500 quintali di lamponi, ribes e

more e oltre 45000 bottiglie di vino

scoperta di oltre 700 palmenti (antiche vasche di vinificazione) di epoca greca, romana e bizantina e la scoperta della Villa di Casignana, come antico centro di raccolta del vino prodotto nelle ville romane presenti nel circondario, che consolida l’unicitB e la peculiaritB del territorio quale scrigno di un patrimonio vitivinicolo da studiare e consegnare al futuro dell’economia e della cultura europea.

Il progetto sul vino. La cooperativa Valle del Bonamico, insieme all’associazione nazionale “CittB del vino”. Desidera proporre un progetto con le seguenti caratteristiche:

Costruzione di un centro ricerche sui vitigni autoctoni dell ‘antica Enotria, con annessi laboratori, uffici, sale mussali ed aule didattiche.

Catalogazione dei vitigni autoctoni e raccolta campioni per la conservazione del germoplasma.

Studio ampelografico (descrizione e classificazione dei vitigni )Ricerca degli antichi semi e studio del loro menomaImpianto di campi e catalogo per la produzione e selezione di uve da

vino dai vitigni autoctoni ottenutiCreazione di un impianto per piccola vinificazione delle uve da

vitigni autoctoni. Per realizzare tali progetti la cooperativa ha venduto ai soci quote da 5000,00 euro realizzando in poche settimane un totale di 70.000 euro per cominciare.

Il progetto P stato preparato nei minimi particolari e curato sotto ogni aspetto tecnico ed economico. Sono giB state prodotte ed imbottigliate nella vendemmia 2003 17000 bottiglie di greco bianco (Rasule), 12000 bottiglie di greco nero (Argade) e 3000 bottiglie di Canonizzi. Nella vendemmia 2004 sono state prodotte: 22.000 bottiglie di greco bianco (Rasule), 20.000 bottiglie di greco nero (Argade) e 4.500 bottiglie di Cannizzi.

Il maiale nero Lungo le pendici dell’Aspromonte si incontrano i primi boschi di elci, castagni e roveri. Le greggi di pecore e capre lasciano il posto ai maiali neri e alle scrofe con la loro cucciolata, pi a piccole mandrie di porci dello stesso colore. Quasi tutti i soggetti, ed P questa la loro caratteristica, hanno due appendici sotto la gola, nere e pelose lunghe dieci centimetri del diametro di un centimetro. Attualmente tali maiali vagano nel bosco senza controllo, alimentati dai loro padroni solo due volte l’anno: durante il periodo del parto e durante la cattura.

Punti principali dell’esperienza di cooperazione.Dare valore alla famiglia contadina, premiando chi si occupa della

terra con prestiti agevolati, aiuti negli investimenti, esenzioni fiscali, scuole dignitose e qualificate, ecc…- Condurre i giovani alla cura del territorio ed alla valorizzazione delle risorse ambientali. Amore per la terra e per il lavoro che essa richiede. Far nascere forme di cooperazione in settori tradizionali: vino, agrumi, olio, turismo ambientale e dei prodotti tipici. Esse devono rimanere a dimensione familiare, per evitare giochi d’interesse poco puliti.

Deve esistere la possibilità per chi voglia intraprendere la strada della legalità, di poterlo fare. La sua scelta verso il bene passa dalla famiglia, alla comunità. Le cose tradizionali vanno fatte in maniera innovativa.

Principali ostacoli per fare impresaScarsità patrimoniale dei soggetti che eventualmente potrebbero

intraprendere iniziative e creare posti di lavoro. Numero ridotto di chi possiede conoscenze (know–how) che rendano possibile creare iniziative produttive a carattere industriale, agricolo o commerciale. Ipoteca mafiosa su ogni attività in cui si investe ricchezza. Diffidenza nei confronti dell’associazionismo che storicamente non ha avuto rilevante significato economico nella zona.. Improponibilità di una politica salariale che si possa avvalere di costi del lavoro effettivamente più bassi, pur essendo i cittadini del sud interessati a cogliere ogni opportunità, anche quella del sottosalario, pur di vivere onestamente nella propria terra.

Cooperativa Valle del Bonamico-Via Duca della Vittoria,16- 89044 Locri .Tel 096420984

Pag. 5 - marzo 2006

Preoccupato per il futuro della città

NICOLA CRICELLI TORNA IN POLITICA

L’imprenditore Nicola Cricelli è fortemente preoccupato per il destino della sua amata Tropea. Negli ultimi anni l’immagine di tropea è scesa, l’occupazione è a zero, la politica è allo sbando, le prospettive per i giovani sono di una sicura partenza verso il ricco nord, chi resta langue in piazza sognando una misera e incerta occupazione stagionale o un posto di ripiego. L’economia di tropea che per anni si è basata sul turismo, è in netto regresso, l’imprenditoria non ha più

l’incentivo ad investire nella mia città. Il Comune non ha fatto investimenti produttivi, ma ha solo pensato di farsi pagare le tasse, tributi, multe e contravvenzioni, mettendo la citta nelle classifiche con l’ICI, i tributi e le tasse comunali più gravose d’Italia; ciò ha determinato ulteriore impoverimento nei cittadini nell’ambito della provincia più povera d’Italia.

A q u e s t o p u n t o l’imprenditore sta meditando un suo rientro nella scena politica paesana, sicuro di poter

dare un contributo, specialmente in questo momento di grande sbandamento e indecisione al fine di una crescita dell’immagine della città, mediante una organizzazione diversa con nuove idee che facciano da volano a nuove iniziative alle quali l’organismo comunale dovrà dare sostegno e supporto concreto, nell’ambito del quale vengono ridotte al minimo le gabelle per adeguarle alla situazione in cui versa il territorio più povero d’Italia. Tutto questo, perché il vero

amministratore deve essere al servizio dei cittadini e non il loro aguzzino.

Nicola Cricelli

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Pag. 6 - marzo 2006 - attualità - LA PIAZZA

LE COOPERATIVE NELLA LOCRIDEa cura di Saverio Ciccarelli

“In Calabria una persona non viene promossa in quanto vale, ma in quanto esibisce l’appartenenza a qualcosa e

se non l’esibisce non P nessuno. Ecco perchP molta gente, giovani e non, se ne va per essere valorizzata altrove”

Intervista al dr. Pietro Schirripa ed a Vincenzo Linarello

“Da noi vengono giovani che hanno in mente di aprire un’attivitB; a loro insegnamo un metodo: come si realizza uno studio di mercato, un’analisi di fattibilitB dell’impresa, come scegliere lo strumento finanziario pij adatto”

Dr. Schirripa ci racconti un po’ degli inizi della vostra esperienza di cooperazione, dei mutamenti e delle difficoltB incontrate…

R. Vorrei partire da un episodio che ritengo molto significativo. La nostra esperienza di lavoro nella cooperazione e nell’animazione territoriale, esperienze che si intrecciano fra loro, inizia nel 1995. Ricordo che agli inizi del 1996 vi furono una serie di attentati agli amministratori comunali. Per reagire a cib si organizzb un Consiglio comunale aperto, cui partecipb pure il prefetto, per manifestare sdegno. Ad esso parteciparono tredici consiglieri comunali su quaranta, c’erano tre persone del pubblico ed il Prefetto. Diciassette persone in tutto. A distanza di dieci anni, a seguito dell’omicidio Fortugno, la risposta P stata completamente differente. Cib P dovuto ad una serie di condizioni diverse, fra cui perb sicuramente la creazione del nostro movimento, il fatto che esso ha fatto sentire la sua voce ed ha agito in un territorio difficile (PlatX, S. Luca), il fatto che ci siam sempre fatti sentire per difendere la dignitB del territorio. Cib ha avuto dei risultati e senza dubbio noi siamo parte dei risultati del movimento che si P creato dopo l’omicidio Fortugno.

Come nascono le cooperative ?R. (Schirripa) Con un intento di animazione territoriale. Noi abbiamo

pensato immediatamente di cambiare la cultura ma anche l’economia del territorio. Ci vantiamo di aver cambiato il paesaggio agricolo nell’agricoltura. Nel settore dei servizi sociali abbiamo animato un deserto che si era creato in parte per la insufficiente presenza della pubblica amministrazione. Abbiamo fatto questo sforzo perché ritenevamo carente il tessuto del territorio, tanto che abbiamo valorizzato chi resta a lavorare la terra, ma anche ci siamo interessati dei giovani; il tutto per intraprendere un discorso di legalitB. Abbiamo cercato di riannodare le maglie del tessuto sociale indebolito, con l’imprenditoria, con le cooperative sociali che si occupano di soggetti d emboli e con iniziative a carattere imprenditoriale puro. Lo sportello Crealavoro ha gestito il prestito d’onore con molta efficacia, abbiamo creato un centinaio di imprese .

R. (Linarello) Agli inizi, nel 1997, in tutta la Locride erano state presentate domande per cinque prestiti d’onore, dopo un anno eravamo a cento, con l’80% di successo. Tutte imprese individuali.

Abbiamo intuito non tanto che bisognava offrire informazioni ai giovani ma offrire anche un accompagnamento che partisse dall’elaborazione dell’idea di impresa e continuasse fino al consolidamento dell’impresa. Da noi venivano e vengono giovani che hanno in mente di aprire un’attivitB; a loro insegnamo un metodo: come si realizza uno studio di mercato, un’analisi di fattibilitB dell’impresa, come scegliere lo strumento finanziario pij adatto. Abbiamo inoltre beneficiato molto dei rapporti nord-sud, in un ottica di sussidiarietB. Le nostre imprese, laddove ve ne era bisogno, avevano l’aiuto di “imprese senior” giB avviate nel nord. Per cui scendevano imprenditori dal nord, aiutavano le imprese nella fase di avvio (start-up) e, dopo che le realtB si assestavano, andavano avanti da sole. Cib non P bastato perché poi ci

siamo accorti che uno dei limiti pij grossi per lo sviluppo territoriale del nostro territorio, era il mercato. Noi abbiamo dei mercati piccoli e poveri. Piccoli in termini di quantitB di prodotti che riescono ad assorbire, poveri in termini di capacitB di acquisto. Ad esempio, la nostra cooperativa che produce siti internet vende lo stesso sito, con le medesime caratteristiche, sul mercato locale e sul mercato di Milano, con un rapporto di prezzo medio di mercato di uno a dieci.

Cib significa che se non avessimo “preso ossigeno” anche in realtB diverse dalle nostre, le nostre iniziative avrebbero segnato il passo. Ci siamo attivati in diversi modi: abbiamo utilizzato l’autorevolezza che ci siamo creati in tutta Italia, per realizzare dei contatti con realtB vicine al mondo cattolico che ci hanno aperto alcuni mercati.

Ci siamo inventati altre cose: “la bottega solidale”. Vendendo direttamente su internet, si saltano dei passaggi e si raggiungono persone che altrimenti non si sarebbero potute raggiungere.

Attualmente quanti giovani avete coinvolto in queste attivitB ? R. (Linarello) Fra le cooperative del Consorzio Goel, fra le altre

cooperative ed i prestiti d’onore, togliendo le realtB che non sono andate avanti, stimiamo di aver creato nella Locride circa 1100 posti

di lavoro. Quali sono i rapporti con gli enti pubblici,

privati, con le universitB ?R. (Linarello) Con gli enti pubblici vi P stato un

rapporto faticoso. Qualche sindaco ci ha aiutati e ci P stato vicino. In generale l’atteggiamento per molti anni P stato di una grande stima manifestata pubblicamente che perb non si P mai concretizzata in una reale spazio di partecipazione. Ci hanno definiti dei “rompiscatole” o dei “guastafeste”.

O addirittura delle “anomalie”. Per esempio ai tavoli di programmazione negoziata oggi , con l’arrivo del prefetto De Sena, P la prima volta che partecipiamo. Oggi perb si P reso evidente e

necessario questo nostro coinvolgimento anche perché non siamo pij un’esperienza simbolica ma un qualcosa che cambia.

E i rapporti con le universitB, dal punto di vista del supporto tecnico, come sono ?

R. (Schirripa) Abbiamo cercato molto spesso rapporti con le universitB ed in particolare con l’universitB di agraria ed abbiamo cercato rapporti tecnici anche con l’Afor. L’universitB fa fatica ad avere rapporti con la societB reale, soprattutto perchP l’universitB fa anche ricerca pura, e soprattutto ricerca pura. Anche qui ilo rapporto P stato faticoso: ci siamo dovuto guadagnare la reputazione, poi hanno iniziato a capire che bussavamo con maggiore insistenza. La nostra impressione P che, in genere, i fondi sono canalizzati non verso una progettazione per il bene comune ma verso una canalizzazione di interessi, a cordate a clientele.

R. (Linarello) Attualmente nei piani di zona noi abbiamo fatto approvare a tutti i comuni della Locride una carta dei principi e dei valori per la programmazione. Stabiliamo le regole etiche.

Che funzione ha avuto, specialmente all’inizio mons. Bregantini?R. (Linarello) Lui ha avuto tante funzioni importantissime se non

addirittura decisive. Alcune lo sono state pij di altre: ha avuto la funzione di “mediatore fiduciario; cioP in una realtB come la nostra la logica che domina i rapporti sociali P quella dell’appartenenza. Una persona non viene promossa in quanto vale, ma in quanto esibisce l’appartenenza: ad un partito politico, a degli uomini importanti, ad una certa massoneria, alla mafia. In poche parole se uno non esibisce un’appartenenza non P nessuno. Ecco perchP molta gente, giovani e non, se ne va dalla Calabria per essere valorizzata altrove, cib che non riesce a fare in Calabria, riesce a farlo altrove.

In questo contesto arriva mons. Brigantini che guarda le persone per quello che sono: P un’operazione semplice, banale, lui utilizza cosX la sua autorevolezza per farle incontrare fra di loro. Soprattutto le persone che lui intuisce che abbiano una carica positiva

Vincenzo Linarello

Pietro Schirripa

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Pag. 7 - marzo 2006- Turismo - LA PIAZZA

La Lega navale italiana a sostegno delle piccole imbarcazioni nel porto di Tropea

“Il Consiglio direttivo ha preso atto dell’ulteriore aumento delle tariffe di ormeggio stabilito dalla società

concessionaria del porto”

La locale sezione della Lega navale italiana, presieduta dal dr. Gerardo Barone Adesi, protesta fermamente per quella che, in un manifesto affisso per le vie della cittB, viene definita “una sciagurata politica di aumento a danno degli utenti proprietari di piccole imbarcazioni.”. Il problema P vecchio e risale all’anno 2003, da quando P iniziata la gestione del porto, affidato ad una societB privata. “Il Consiglio direttivo della sezione di Tropea della Lega navale italiana il 1° febbraio 2006, ha preso atto con g r a n d e s g o m e n t o dell’ulteriore aumento d e l l e t a r i f f e d i ormeggio stabilito d a l l a s o c i e t B concessionaria del porto di Tropea, che con questo atto porta avanti una sciagurata politica di aumento a danno degli utenti proprietari di piccole imbarcazioni”.

Il manifesto, che riporta quanto deciso dal Consiglio, continua dicendo che “Il raddoppio delle tariffe delle imbarcazioni fino a sei metri, fa parte del progressivo strangolamento della nautica tropeana, cominciato prima con la mancata previsione di spazi per i residenti in sede di costituzione della societB mista da parte dell’Amministrazione dell’epoca.” Molti tropeani infatti, si legge nel manifesto, hanno dovuto rinunciare a coltivare l’hobby della pesca o ad integrare le scarse risorse familiari con il ricavato di un poco di pesce, non potendo sopportare le esose tariffe”.

Il manifesto, il cui contenuto P stato inviato a diverse autoritB (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Direzione Generale per le Infrastrutture della Navigazione Marittima ed Interna, Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Assessore Regionale al Demanio Marittimo, Commissario Straordinario del Comune di Tropea) contiene infine un appello affinché,” ognuno per la propria parte, faccia cessare questo stillicidio della fine dei piccoli natanti, revocando la concessione alla attuale societB di gestione ed affidando pij opportunamente il servizio al Comune di Tropea che certamente saprB gestire prima di tutto in favore dei residenti,praticando tariffe agevolate come succede altro ve, e successivamente comunque beneficerB del ricavato devoluto per intero nelle casse comunali.

E’ assurdo che un’ opera di tale importanza costruita dalla Regione con finanziamenti pubblici, attesa dai tropeani per pij di venti anni- continua il comunicato- e per la quale hanno dovuto rinunciare ad una delle pij belle spiagge ,oggi che P realizzata, si ritorca contro di loro per sostenere l’interesse del privato.

E’infine ferma convinzione di questa sezione che l’intervento sollecitato varrB certamente ad allocare ed impiegare la predetta risorsa pubblica innanzitutto in favore della collettivitB.”.

Sul punto, il Presidente della Porto di Tropea spa, Antonio La Torre, nel maggio del 2003, in un’intervista al nostro giornale dichiarb testualmente :”per una gestione economicamente conveniente dell’impianto bisognerebbe applicare alle piccole barche tariffe superiori al valore delle barche stesse. Personalmente mi sono occupato di questo aspetto perché sono del luogo e conosco bene la realtB locale”. A tal proposito La Torre aveva optato per la banchina parallela alla strada di accesso al porto, da cui si sarebbero ricavati 50 posti, ed inoltre altri 80 posti si sarebbero ricavati utilizzando la banchina attigua.

Il problema oggi rimane quello dell’aumento delle tariffe per le piccole imbarcazioni che, come giB aveva notato il presidente della Porto Tropea spa, a volte sono superiori al valore stesso delle imbarcazioni dei tropeani. La vicenda sembra non avere soluzione immediata perché si scontrano due interessi: quello “economico di gestione del porto” che, in quanto gestito da una societB privata deve rendere un profitto, e quello “sociale” che dovrebbe consentire agli appassionati di barca di avere la possibilitB di tenere ormeggiato il proprio natante a prezzi popolari. Sul punto anche allora il Presidente La Torre affermb che non P possibile (“per motivi economici e non solo”) per le associazioni nautiche gestire in proprio servizi e banchine, per i propri soci. La vicenda rimane quindi ancora aperta e, nell’imminenza della stagione estiva, si aspetta una soluzione che contemperi i due interessi.

probab i lmen te r imas t a i ne sp re s sa da l s i s t ema dell’appartenenza. Mette cosX in moto un meccanismo di sinergia nel territorio. E’ questa la prima cosa importantissima che lui ha fatto.

R. (Schirripa) La seconda P aver dato spazio e fiducia ai movimenti, cib gli viene riconosciuto anche dai suoi colleghi vescovi. Ha dato spazio ma anche rilievo ai movimenti. Gente come noi avrebbe fatto tutto cib anche senza la chiesa, ma lo abbiamo fatto assieme e ci siamo potenziati a vicenda.

E ancora… R. (Linarello) Bregantini ha intuito che questa realtB mon

sarebbe mai cresciuta senza riappropriarsi della propria identitB e del proprio orgoglio di essere titolari di essa. Il territorio deve passare dalla marginalitB alla tipicitB e dalla tipicitB alla reciprocitB. L’emarginazione va trasformata gradualmente in forte identitB. L’identitB fatta a brandelli si deve ricomporre. CioP deve risultare che la Locride ha una sua identitB, un suo orgoglio di essere tale. Bisogna individuare su quali pilastri costruire questa sua tipicitB. Nel momento in cui l’identitB si fa forte, pub mettersi a confronto con altri territori. Il nostro percorso va dalla logica di marginalitB a quella di tipicitB: la Locride era conosciuta solo per alcune realtB, oggi P conosciuta anche per la cooperazione, per la solidarietB, per l’esperienza antimafia ecc…Abbiamo cosX acquistato la nostra tipicitB che oggi ci fa dialogare a testa alta con altri territori e con altre realtB. Raggiungiamo quindi l’aspetto della reciprocitB. Questa P stata un’altra importante intuizione di mons. Bregantini che ha caratterizzato il nostro percorso.

Perché questa esperienza non P stata ripetuta o non P ripetibile in altre zone o Diocesi della Calabria ?

R. (Schirripa) Questa esperienza P ripetibile e la stiamo replicando. Stiamo creando un contenitore calabrese di tutte queste esperienze, capitanate dal progetto Policoro; un’esperienza di tutte le diocesi meridionali. Ma in Calabria va meglio che altrove. Ci sono consorzi molti forti di ambito cattolico, in provincia di Cosenza, di Catanzaro, nella cittB di Reggio Calabria e ci stiamo movendo anche nella stessa Vibo seppur con difficoltB. Stiamo ripetendo l’esperienza per creare una rete regionale di questi rapporti. Sono stati presentati altri sei centri Crealavoro in altre diocesi calabresi, anche nel vibonese.

Per quale motivo un giovane dovrebbe rimanere in Calabria dopo aver completato gli studi o anche per lavorare ?

R. (Schirripa) Intanto non deve farsi cacciare dalla propria terra! Noi abbiamo giB una memoria storica dell’emigrazione. Essa P sempre un momento in cui le forze giovani si proiettano verso una nuova frontiera. I movimenti delle popolazioni sono anche questo. Perb l’emigrazione P anche il momento in cui si frantumano legami interpersonali e con la propria identitB legata alla memoria dei luoghi, alle conoscenze tecniche. Intanto non bisogna farsi cacciare fuori dalla cattiva amministrazione, dalla mafia, dalla massoneria deviata, da tutta la negativitB. I giovani migliori sono quelli che vanno a cercare il futuro dove c’P pij speranza, ma anche quelli che restano e si oppongono con forza alle negativitB per far diventare i problemi delle opportunitB per crescere. Credo che sia sbagliato dire: non bisogna emigrare. Io spero che le mie figlie vadano fuori per vedere cosa c’P di bello, di importante e di nuovo nel mondo, poi spero che ritornino da me. I movimenti oggi, in un’epoca di villaggio globale, non sono negativi, il restare ha il significato di cercare una speranza che secondo me c’P dappertutto: nella nuova frontiera ma anche vicino casa tua.

R. (Linarello) Le porto un esempio. La presidente di una cooperativa che si P costituita in questi giorni, una ragazza di Padova, ha deciso di ritornare in Calabria e di impegnarsi nel cambiamento del territorio. Questa battaglia che stiamo facendo per il cambiamento della Calabria, anche dal punto di vista cristiano, vorrei che fosse un’occasione imperdibile per vivere un’esistenza piena di senso. Mi fa molto piacere che cib lo stiano capendo da soli molti giovani che stanno tornando nella nostra terra. Diversa gente mi chiama dal nord e mi dice che vorrebbe darci una mano d’aiuto e sarebbe disposta a trasferirsi nella Locride, molti lo fanno veramente. Cib da l’idea di come l’essere inseriti in una chiesa viva, riempie la vita di senso. E cib vale molto di pij della piccola felicitB e della piccola sicurezza economica che pub dare una cittB del nord.

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Pag. 8 - marzo 2006- la piazza giovani - LA PIAZZA

è curata da:

Francesco Apriceno, Ines Barritta, Carlo Candido,

Chiara Condò, Giuseppe Figliuzzi,

Francesco Marino, Marco Marino, Chiara Petracca, Giuseppe Privitera,

Alberto Tassone

E- Mail:[email protected]

VITETTA GIUSEPPE

Nato a Tropea l'8 febbraio 1930; dove vie ed opera con studio in Via Indipendenza, 44. Ha frequentato l'Istituto tecnico commerciale ed in seguito la Scuola d'Arte. Ha iniziato la sua attività artistica nel 1957 esponendo per la prima volta in mostra personale a Tropea. Tra le mostre più recenti si ricordano quelle eseguite a: Milano, Galleria Ciovasso; Catanzaro Galleria Mattia Preti; Roma, Expo; Tropea, Rocca Nettuno; Buenos Aires, Palazzo Sheraton; San Ferdinando, Premio nazionale “G. Carretta- M. Vizzone”. Hanno scritto di lui: G. Martuicci, G. Seveso, E. Ricciarelli, F. Migliaccio. E' presente nel catalogo internazionale d'arte moderna: M D S n. 6 Edizioni d'arte CIDA Roma.

Giuseppe Vitetta, l'arte che si lascia scoprire

di Francesco Apriceno e Giuseppe Figliuzzi

Giuseppe Vitetta, artista della nostra città, ha voluto introdurci nel suo mondo che vanta più di cinquant'anni di attività pittorica. Abbiamo la possibilità questo mese di offrire ai lettori di conoscere la storia di un uomo che ci ha regalato tante opere.

Concludiamo questa breve introduzione invitando il lettore a porre una particolare attenzione volta alla scoperta della pur mirabile arte nostrana.

E' un freddo pomeriggio di Gennaio, in veste di collaboratori del mensile La Piazza ci presentiamo al caro Maestro Giuseppe Vitetta, pittore della nostra cittadina da più di cinquant'anni. E' per noi un piacere essere accolti nella sua dimora che affaccia su un panorama unico, sull’Isola Bella, tante volte rappresentato nelle opere del Maestro. Siamo rimasti molto affascinati dai dipinti che si trovano appesi su ogni parete della casa. Abbiamo trovato il pittore intento alla realizzazione del suo ultimo quadro e lui, con estrema cortesia, ha iniziato a raccontarci la sua storia artistica dagli esordi ad oggi. Prima di iniziare, il maestro ha tirato fuori da uno scaffale una serie di fascicoli organizzati cronologicamente ed ha incominciato a parlarci delle tappe più significative della sua carriera artistica. Bisogna precisare che il maestro Peppe Vitetta ha diviso la sua pittura in due momenti: una sacra e una profana. Della pittura sacra ci occuperemo in un secondo articolo. L'esordio del Maestro Vitetta può collocarsi nel 1961 con l'opera “Il Cristo dei Pescatori”, premiato da Don Mottola con il 1° premio e medaglia d'oro in una mostra di pittura sacra alla quale erano presenti tra gli altri: Dino Proto, Caracciolo (detto Caraia), Padre francescano Pacifico di Tropea, pittore in erba. Il Secondo premio è stato consegnato al compianto Lorenzo Albino, il terzo a Dino Proto. Un giornalista di Milano in un suo articolo ha descritto così l'opera vincitrice: “osservando il suo dipinto vi è una grande luce sul mare, la costa lontana e arcaica vede i pescatori che potrebbero morire, ma ecco il Cristo che li protegge, una divinità buona, amica, onnipotente, onniveggente. Un quadro di arte sacra in un periodo in cui è difficile descriverla”. Nello stesso anno partecipa alla mostra “i pittori di Calabria” a Catanzaro a Palazzo Mattia Preti. Dieci anni dopo, nel 1974, ecco la prima mostra personale a Tropea dove Vitetta espone in via Borgo. Tra i presenti l’allora sindaco Domenico Romano Carratelli accompagnato dal suo vice Francesco Mazzocca, presente anche il prete Don Cortese e Francesco Romano, allora direttore del dazio, il comandante Castronuovo e il comandante dei vigili urbani Garzulli. 42 sono le opere presenti, tra queste la più significativa la “Vecchia che fila”, che a detta del Maestro a ispirarlo sono state due cose che li conduce il tempo: la vecchiaia e il ricordo.

Fin dall’inizio dell’anno scolastico i ragazzi dell'Istituto professionale Turistico, si sono trovati a frequentare le lezioni in un “garage” situato accanto alla biblioteca comunale e al vecchio mercato. Non c'erano cancelli ma saracinesche, sottili finestre che non potevano garantire un costante ricambio d'aria, bagni assenti di finestre e le lezioni di educazione fisica si svolgevano in una piazzola pericolosa e perennemente occupata da macchine. Stanchi di questa situazione i ragazzi appoggiati dalle famiglie iniziarono manifestazioni e scioperi e il risultato finale fu la divisione momentanea dell'Istituto Turistico in: quattro classi ospitate dall'Istituto professionale Segretario e tre classi dal Liceo Classico. Dopo essersi temporaneamente calmata la situazione del Turistico è sorto un altro disagio riguardante, l'Istituto professionale Alberghiero. Da sempre l'Alberghiero soffre i disagi (d'altronde come il Turistico) di un'allocazione al quanto inadeguata, in cui i laboratori di cucina e classi sono non idonei. E anche i ragazzi dell'Alberghiero stufi di questa situazione manifestano. I docenti e il dirigente scolastico, la prof.ssa Beatrice Lento, hanno riconosciuto la giusta causa per cui i ragazzi si battono. I problemi per questi Istituti scolastici esistono ormai da molti anni e si aspetta una soluzione definitiva per questi ragazzi e per il futuro dell'istruzione a Tropea. Ad oggi il Dirigente scolastico, i docenti e i ragazzi attendono notizie dalla Provincia e continuano a sperare in una scuola migliore.

Maria Romana Pedazzo

Disagi all’Istituto Professionale Alberghiero

Momenti della mostra del 1974: tra i visitatori la prof.ssa Maria Chiapparo

Il sindaco Carratelli taglia il nastro il giorno dell’inaugurazione della Personale del 1974

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Pag. 9 - marzo 2006- la Piazza Giovani - LA PIAZZA

La sirena di una nave nel buio. Un uomo, un cappello e una valigia. Ma soprattutto una storia, la storia di un uomo che per il mondo non è mai esistito.

Sabato 11 Febbraio il pubblico del Teatro La Pace ha assistito alla messa in scena di “Novecento” un monologo dello scrittore torinese Alessandro Baricco, che si trova a metà tra un'opera teatrale ed un racconto da leggere ad alta voce, in bilico in quel limbo di generi ibridi della letteratura contemporanea in così continua ed irrefrenabile trasformazione.

Ad interpretare il narratore della storia, Tim Tooney, è Francesco Biolchini, un attore romano con un ottimo curriculum vitae ed una padronanza della scena fuori dal comune, quasi come se su un palcoscenico ci fosse stato da sempre, come se fosse la sua casa. A termine dello spettacolo, con un inconsueto lancio di cappello e ancora un maggior inconsueto ritorno del cappello stesso ha invitato il pubblico a “tenersi stretto un teatro del genere, perché a Roma una struttura del genere ce la sogniamo”.

“Novecento” è il racconto di un pianista, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, nato a bordo del Virginian, un piroscafo che negli anni tra le due guerre era in continuo viaggio verso l'America. “Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, ed emigranti, e gente strana, e noi…”, ma soprattutto su quella nave vi era Novecento che abbandonato sul Virginian dai genitori emigranti e rimasto nuovamente orfano dopo la morte del macchinista che era diventato il suo padre adottivo, diventa il più grande pianista che l'oceano avesse mai potuto ospitare. Attraverso la voce di Tim, il suo più caro amico, conosciamo quindi la straordinaria vita di Novecento, fino al suo ultimo istante di vita.

C: Novecento è un grande sognatore, ma contemporaneamente un uomo molto realista, dai discorsi e dalle riflessioni inattaccabili. Lei invece è Tim Tooney, il suo più grande amico, un uomo che si lascia trasportare dai sentimenti e dalle passioni. In quale dei due personaggi si rispecchia di più?

B: Questa è una bella domanda…e questo è stato soprattutto un conflitto iniziale mentre provavo lo spettacolo perché inavvertitamente alcune volte mi sentivo più Novecento che Tim quindi ho dovuto scindere un po' le due parti. Comunque in linea di massima, per certi versi mi sento sicuramente più Tim, per altri più Novecento, soprattutto riguardo ai sogni. Ma io non riuscirei mai ad incantare i desideri e a lasciarmeli dietro uno dopo l'altro e a rinunciarvi. No, assolutamente…io vivo di desideri e in più non riuscirei mai a decidere di vivere rinchiuso su una nave.

C: E soprattutto a morirci…B: Beh, soprattutto a morirci! Anche se capisco che in certi momenti la

morte potrebbe essere più piacevole della vita, a suo modo…C: In quale punto del monologo più si emoziona?B: Sicuramente nella parte della caduta del quadro. Il cosiddetto “fran”,

quando Tim comincia a raccontare e dice “ quando ti svegli un mattino e non la ami più, quando apri il giornale e leggi è scoppiata la guerra”, lì mi tocca un po'… Ma in realtà un po' tutto. Nel senso che ci sono diversi punti toccanti…anche quando danzano con l'oceano e diventano ballerini pazzi e perfetti.

C: Il teatro è terapia di vita e specchio della società. Lei è un attore professionista, come crede che il teatro possa cambiare la vita delle persone?

B: Anche questa una bella domanda…io non lo so. Non so come il teatro possa cambiare la vita delle persone, ma spero che contribuisca in minima parte, soprattutto in questo periodo dove non è assolutamente per fare retorica i cervelli sono azzerati dalla televisione, ma non per la televisione in quanto tale, solo perché ormai è diventata un colorato pacchetto di pubblicità e null'altro. Ormai non fa pensare, non fa ragionare, non dà spunti al dibattito: quando si assiste a dibattiti politici sembra che tutti abbiano dato certi e inoppugnabili, ma che anche la parte opposta li abbia contro di loro e alla fine…qual è la verità? E soprattutto dov'è scritta? Per esempio, il teatro è vittima di questa

“nuova” televisione. E' scomparso, mentre una volta si faceva. Ora lo propone solo RaiDue in terza serata solo alcune volte in estate. Quando invece il teatro dovrebbe avere un posto fisso e assicurato nella programmazione televisiva. Almeno un giorno alla settimana bisognerebbe dar modo alla gente di conoscere il mondo teatrale. Perché…ripeto, non so dirti come l'assistere o fare teatro possa cambiare la vita delle persone, ma io lo consiglierei come hobby o come passione.

E fare Novecento, significa scontrarsi con una platea di 500 persone di cui 400 hanno almeno letto il libro, visto il film di Tornatore e già visto l'opera a teatro; delle 100 rimanenti 90 hanno visto “solo” il film. Ne arrivano quindi solo 10 vergini alla storia e io punto soprattutto su quelli perché le loro reazioni sono le più genuine. Mi

capitò una volta che in prima fila vi era una signora, attentissima che nel punto in cui Novecento accende una sigaretta sulle corde del pianoforte da cui si era appena alzato, mi chiese se era accesa. Proprio lì capisci di aver lasciato il segno. Ti ripeto ancora che non so come il teatro possa cambiare la vita delle persone, ma più teatro si fa, più si produce e più ci mettono in condizione di farlo e più riusciamo a dare il possibile.

C: A lei come ha cambiato la vita il teatro?B: Beh…pensa che nelle scuole elementari,

durante l'intervallo, facevo finta di avere delle pulci in mano e di ammaestrarle…quindi è come se ci stessi dentro da sempre. Se anche me l'avesse cambiata, non me ne sono mai accorto. Ma il teatro mi permette di sognare e affrontare meglio la vita reale anche se in questo periodo fare teatro è terribile, semplicemente

per la situazione in cui versiamo noi che facciamo questo lavoro: ogni anno il lavoro diminuisce e comunque quel poco che si fa, va a scontrarsi con delle realtà insostenibili.

C: Quando ha avuto il suo primo incontro con il teatro?B: Il mio primo incontro l'ho avuto nel quinto anno di liceo quando

una mia professoressa d'inglese aveva scritto una commedia in napoletano, sullo stile di De Filippi, e cogliendo l'occasione al volo le proposi dimetterla in scena. Feci un vecchietto di 90 anni mentre ne avevo solo 17! Ovviamente oggi, a livello professionale sarebbe impensabile fare una cosa del genere però all'epoca ci siamo divertiti e lì ho pensato che io dovevo stare su di un palcoscenico, ora che c'ero, non mi ci levava più nessuno!

C: Stamani hanno assistito allo spettacolo la scuola media e le scuole superiori di Tropea. Le ha trovate partecipi?

B: Inizialmente pensavo che avrebbero partecipato soltanto i licei e quindi mi sono molto meravigliato quando in prima fila ho visto dei bambini e ho pensato: “ Come faranno a reggere un'ora e mezza?” Invece erano con gli occhi spalancati, incantati più dei liceali. Perché ovviamente i ragazzi più grandi colgono l'occasione del teatro per saltare un giorno di lezioni. In linea di massima comunque li ho visti molto partecipi anche se il brusio di sottofondo rimane sempre, e in fondo è stato anche un po' giustificato perché un testo del genere, per quanto non sia pesante necessita comunque di un certo livello di attenzione e d'interesse.

C: Ha detto che i bambini sono rimasti veramente rapiti dal vederla recitare. E' importante nella crescita di un individuo il teatro?

B: E' fondamentale. Tanto quanto la musica. E' impensabile far crescere i bambini di oggi senza l'inglese o l'informatica, ma perché non anche il teatro? Ma non il teatro visto come medicina oppure obbligo. I bambini vanno portati a teatro senza il compromesso di avere poi da loro un compito per verificare la loro attenzione durante lo spettacolo. Il teatro dev'essere un piacere non un dovere. Ricordo sempre che a scuola, nel programma c'era “A Silvia” di Leopardi, ebbene io odiavo quella poesia, non mi andava giù neanche con l'olio di ricino! Ma quando sono entrato in accademia, il mio professore di recitazione l'aveva messa insieme alle varie cose che avremmo dovuto preparare e io ho pensato immediatamente ad una vendetta di Leopardi in persona. Quando però ha cominciato a spiegarla ho avuto come una conversione e mi ha fatto capire il suo vero significato, con il risultato che me ne sono innamorato all'istante imparandola in venti minuti. Il teatro, quindi, dovrebbe diventare una materia scolastica, non esercitata sei ore a settimana, ma almeno un'ora non farebbe male. Ripeto, come la musica.

C: Lei è un musicista?B: Io sono un musicista nel sogno ecco, anche qui tornano desideri Continua a pag. 11

INTERVISTA A Francesco Biolchini

Sulle note di “Novecento”Di Chiara Condò

Francesco Biolchini

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Su iniziativa della F.I.D.A.P.A. di Tropea, presieduta da Romana Blasa Cuturello si P svolta, nella biblioteca comunale la cerimonia di presentazione del libro di Fortunato Aloi “ Tra gli scogli dell’io”. Invitato ad animare la manifestazione l’avvocato Saverio Ciccarelli, giornalista e direttore responsabile del mensile La Piazza. Nell’introdurre i lavori, ha posto una domanda: si pub conciliare la politica con la poesia? La risposta P si. Natino Aloi P un uomo che ha fatto della politica il suo impegno costante. E’ un politico diverso da tanti altri per la sua disponibilitB ad ascoltare gli avversari, con cui cerca il confronto e la ragione delle idee. Soprattutto P uomo di cultura che cerca di far emergere la storia e la cultura del nostro mezzogiorno, non per semplice elogio nostalgico ma per esaltarne la sua funzione, cib che siamo stati, fucina di cultura, dalla magna Grecia in poi, al fine di risvegliare quel moto di orgoglio che consenta specie alle nuove generazioni di guardare alto verso il futuro. E ora, nell’insolita veste di poeta, ci presenta il libro: “Tra gli scogli dell’io” edito da Luigi Pellegrini-Cosenza. Libro di poesie che divide in sei percorsi: Ieri, oggi, per i sentieri

Pag. 10 - marzo 2006- Libri - LA PIAZZA

della storia, lungo le rotte dell’io, frammenti di sogni e domani?. Abbracciano l’intero arco della sua vita e sono dettate dell’ispirazione del momento. Vogliono narrare un percorso umano che non P solo suo, ma P comune ad ognuno di noi. Dice l’autore a proposito: “ci si pub muovere in mezzo agli scogli, ma l’approdo non pub mancare se il tuo io non rinnega la sua identitB e fa degli ostacoli una delle pij vere ragioni di elevazione umana, morale e spirituale”. Nel corso della serata sono state recitate alcune poesie dell’autore che hanno molto emozionato. Una in particolare ha suscitato degli interrogativi sul ruolo della

politica: “Montecitorio”. Natino Aloi, nel commentarla ha evidenziato l’avvilimento che si prova a non essere protagonisti, come popolo sovrano, quando si esprimono voti inutili di automi dissacrati da pulsanti elettronici. Ed ancora una denuncia di grande attualitB: se prevalgono i partiti l’uomo, che rivendica a se

stesso spazi di libertB, non conta. Meditate gente meditate.

E’ STATO PRESENTATO IL LIBRO DI FORTUNATO ALOI:

“TRA GLI SCOGLI DELL’IO”di Maria Zuccalà

“Tra gli scogli dell’Io”- Natino Aloi poeta

La politica, l’arte e la letteratura

Un figlio del sud, un poeta contro i nemici della Calabria

di Lino Daniele

Il 5 febbraio scorso, sono andato ad assistere alla presentazione del volume di poesie ”Tra gli scogli dell’Io”, organizzata dalla sezione Fidapa di Tropea, presieduta dalla signora Romana Blasa Cuturello, per dovere professionale di redattore del nostro giornale, dato che il direttore Saverio Ciccarelli ne era il relatore. Ero prevenuto, pieno di pregiudizi ideologici nei confronti dell’autore, appartengo ad un’area politica moderata, contrapposta alla sua. Cib all’inizio, pian piano, via via che la lettura delle poesie andava avanti ad opera di alcune lettrici, molti pregiudizi ideologici sono caduti. Ho capito che il prof. Aloi non P un cantore della propria ideologia o del partito in cui ha militato per tanti anni: tutt’altro. E’ un figlio del Sud, della rivolta reggina, un artista contro. Ne P testimonianza la poesia “Montecitorio” scritta nel 1983. In essa l’autore rivela la sua anima libertaria. Arriva a Roma, nel parlamento pieno di speranza, ansioso di fare qualcosa per la sua cittB, ma trova subito i primi ostacoli. I suoi spazi di libertB sono ridotti, la disciplina di partito ne condiziona i movimenti. Compone cosX la lirica polemica in cui rivela il suo stato d’animo che P poi lo

stato d’animo degli intellettuali che vogliono far la storia. La storia, con la s maiuscola. La parola P ripetuta in molte liriche e denota che l’autore non sta affacciato alla finestra ma vuole essere un protagonista, un meridionale che lotta contro i nemici del meridione. In polemica con la sua parte politica ha firmato il referendum contro la devolution, che finalizza la Calabria.

Un poeta contro, dunque. Anche contro il padre, non in quanto padre ma prodotto storico di una societB patriarcale che pone al centro di tutto l’autoritB paterna. AutoritB che esclude il dialogo fra padri e figli, che impone al capofamiglia un comportamento severo e rigoroso. Il figlio non condanna, ma rivela un’incomprensione durata decenni che non ha giovato a nessuno. Il volume pubblicato dall’editore Pellegrini comprende altre liriche di carattere esistenziale, non per niente il titolo “Tra gli scogli dell’Io”. La Calabr ia ha un nuovo grande poeta. Dal professore , filosofo, nonché s t o r i c o c i a s p e t t i a m o q u a l c o s a d i r i v o l u z i o n a r i o contro l’abolizione d e l v o t o d i preferenza che ha tolto a noi elettori la possibilitB di votare un candidato del nostro territorio.

Durante la recita di una poesia

Il Tavolo della Presidenza

La Past-President Nunzia Rombolà

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Pag. 11 - marzo 2006 - attualità - LA PIAZZA

“Identità Calabria” Anche la

provincia di Vibo alla Bit di Milano

Dal 18 al 21 febbraio scorso si è t e n u t a a M i l a n o l a B o r s a internazionale del turismo, una fiera in cui si incontrano centinaia di operatori nel settore turistico. Fra gli stands più affollati quello della regione Calabria ed in particolare, delle cinque province calabresi, quello della provincia di Vibo Valent ia . Era presente l’Assessore Provinciale al Turismo Pasquale Orfanò e, oltre ai molti operatori turistici di Tropea e di Capo Vaticano, erano altresì presenti alcuni componenti dell’Associazione Tropea blues che hanno approfittato per distribuire depliants e gadgets sulla manifestazione di rilievo nazionale che si terrà dal 14 al 17 settembre prossimi. Assente, quest’anno la Città di Tropea e molto poco il materiale pubblicitario riguardante la nostra Città.

Ci auguriamo che la prossima amministrazione riesca a procurarsi uno spazio e maggiore visibilità nei prossimi appuntamenti della BIT.

Anche quest’anno dobbiamo registrare che per il carnevale nella nostra Città, non si è tenuta alcuna manifestazione. Tranne poche maschere e un piccolo corteo organizzato dalla scuola elementare di Tropea, per il resto solamente lanci di uova, arance marce e la solita schiuma. Al allietare il freddo carnevale, il martedì si è esibito per le vie del paese il Gruppo Folkloristico “I Pulcinella” di Angri (Sa), su iniziativa dell’Assessore Provinciale Orfanò.

Ci auguriamo che l’anno prossimo, la nuova amministrazione e gli enti preposti possano per tempo organizzare manifestazioni di richiamo.

Anche quest’anno un freddo carnevale

L’ingresso dello stand calabrese

il Gruppo Folkloristico “I Pulcinella” di Angri (Sa)

e sognatori…io strimpello la chitarra, l'armonica. Mia zia era un'ottima insegnante di pianoforte e aveva cominciato ad insegnarmi qualcosa…sono, alla fine, un po' questo e un po' quello, ma in realtà no, non sono un musicista. Anche se baratterei l'arte della recitazione con l'arte della musica.

C: In tutti c'è sempre il desiderio di conoscere qualcosa di nuovo…B: Si, ma soprattutto perché la musica è internazionale. Se io mi mettessi a recitare Novecento in

italiano a Londra, stento a credere che capirebbero qualcosa, ma se inventassi un brano musicale e ci mettessi il nome “Novecento” non avrei problemi, perché lo potrei fare ovunque.

C: La nostra Tropea è una splendida città di mare e forse Novecento l'avrebbe presa almeno in considerazione per scendere dal Virginian. Lei ha avuto modo di visitarla?

B: Volevo andare a visitarla il pomeriggio prima dello spettacolo serale, perché è uno dei posti calabresi che mi manca, ma sfortunatamente abbiamo avuto alcuni problemi tecnici. Spero di avere la possibilità di visitarla domani mattina o male che vada alla prossima.

C: Devo dedurne che se non ha visitato Tropea non ha potuto neanche ascoltare il nostro dialetto! Perché lei sappiamo - che è un amante dei dialetti italiani…o sbaglio?

B: Non sbagli…è vero che i dialetti cambiano di paese in paese, ma il suono calabrese lo conosco bene, ma lo so fare poco perché sono più siciliano, anche se sono nato a Roma. Ma siccome Stefano Baldini, il produttore dello spettacolo è di Catanzaro, ho avuto modo di girare abbastanza la Calabria. Ma non solo con Baldini, anche con Daniele Formica e Pippo Franco con cui ho fatto parecchi spettacoli.

C: Cosa ne pensa della stagione teatrale inaugurata dal teatro La Pace?B: Innanzitutto sono rimasto molto colpito questa mattina, quando entrando dai servizi mi sono

trovato davanti questo splendido teatro e non sono riuscito a trattenere lo stupore. Ho letto una parte del depliant illustrativo e ho notato con piacere che ci sono e anch'io mi metto in questa categoria personaggi meno noti. E ciò, a mio parere, è fondamentale, perché la gente si deve abituare a volti non famosi, il teatro non può e non deve vivere solo di volti televisivi. Mi ricordo che una sera andai a cena con il gestore del teatro di Treviglio e mi disse che ogni anno metteva nel cartellone teatrale una o due compagnie di giovani nuove, perché il suo pubblico si doveva abituare anche a volti non necessariamente famosi. Ed ha ragione, perché se non fanno ciò i direttori di teatro chi darebbe mai la possibilità agli emergenti di recitare? Era quindi alla continua ricerca di materiale…e se tutti i teatri facessero così si darebbe una grande chance ai nuovi talenti di far fare loro carriera.

C: Vuole dare un augurio a tutti i ragazzi di Tropea che aspirano all'Accademia?B: A teatro gli auguri non si danno mai, quindi posso al massimo dare loro un in bocca al lupo. Ogni

attore interpellato sconsiglierebbe d'intraprendere la strada del suo lavoro, oggi come oggi ancora di più, e io non faccio eccezione. Però se ne l'atto di persuasione all'abbandono funziona, ne spaventano le difficoltà, un ragazzo deve armarsi di una grande pazienza e di una volontà fuori dal comune e tentare. Togliendosi naturalmente dalla testa che il teatro non è “Amici” di Maria De Filippi o altre trasmissioni: il teatro è altro, l'impegno è diverso. Con tutto il rispetto per quei ragazzi, non arrivi domani a mettere in scena Foot Loose, in un anno non s'impara a fare un musical. Io ho fatto tre anni di Accademia, con l'obbligo di frequenza: entravamo a mezzogiorno e nonostante l'orario di chiusura fosse alle otto ci lasciavano le chiavi per poter provare e riprovare fino a tarda notte. E comunque ogni accademia non t'insegna a stare sopra un palcoscenico, se hai talento ti aiuta solo a tirarlo fuori, ma il teatro lo impari facendolo e se hai la fortuna di lavorare con dei grandi.

C: Nel suo repertorio c'è qualcosa che più le è rimasto dentro? Qualcosa che più ama particolarmente?

B: Adesso sarebbe scontato dirti Novecento, perché è stato una sfida. Questo monologo mi è servito perché è stato una chiave di volta della mia vita sia privata che professionale. Tolto Novecento c'è uno spettacolo con Daniele Formica che si chiama “Tutto Shakespeare riveduto e scorretto”, dove facevamo tutti i pezzi di Shakespeare rivisti in chiave comica…lo cantavamo, lo ballavamo, lo storpiavamo…alla fine “zio Willy” ne usciva vittorioso, e noi anche perché a fare teatro ci si diverte come pazzi.

Segue da pag. 9INTERVISTA A FRANCESCO BIOLCHINI

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Pag. 12 -marzo 2006 - associazioni - LA PIAZZA

LA PET THERAPY - Strategie di intervento e Linee guida

Questo il tema di un convegno organizzato dal ROTARY CLUB di TROPEA

di Antonio Ferrara

Un interessante convegno sulla “PET THERAPY” si è tenuto presso la Biblioteca Comunale di Tropea, nello scorso mese di Febbraio, organizzato dal Rotary Club nell'ambito della propria attività sociale.

Un pubblico attento e numeroso ha avuto modo di partecipare, crediamo, ad una giornata molto importante nel campo delle conquiste socio-sanitarie e ei rapporti dell'uomo con gli animali.

Oratore principale del convegno il Dott. Antonio Pugliese, Prof. Ordinario di Clinica Medica Veterinaria presso l'Ateneo di Messina e Presidente del Centro di PET THERAPY presso la medesima Università, personaggio la cui fama nel campo veterinario ha ormai travalicato gli angusti confini provinciali e regionali preparandosi ad attraversare le patrie frontiere, con notevole successo professionale.

Dopo i saluti e le presentazioni di rito da parte del Dott. Pasquale Vallone, apprezzato e stimato presidente del Club Service cittadino ed il saluto di Salvatore Mazzara, Socio Anziano, più volte presidente del medesimo Club e già Governatore Distrettuale del Rotary International, ha preso la parola il Prof. Pugliese, originario delle nostre contrade (è nato a Brattirò di Drapia, terra che ha dato i natali a molti e stimatissimi professionisti nel campo medico), principale e riconosciuto artefice del Centro Universitario messinese sulla PET THERAPY, il primo del genere in Italia (la sua istituzione risale al 2003).

La “Pet Therapy” è un neologismo e, come tale, è entrato da poco nella nostra lingua parlata. Si è cercato di tradurre il termine ma, come non si possono tradurre i termini sport e derby, così è davvero impossibile tradurre quel termine con parole italiane adeguate. Una traduzione apprezzabile potrebbe essere “terapia dolce, terapia con gli animali, la co-terapia”, ma forse ha ragione il Prof. Pugliese, meglio chiamarla semplicemente… PET THERAPY !

Fu uno psicologo canadese (il Dott. Boris Levinson, già nel 1953) a coniare ed utilizzare quel termine mentre aveva in cura un bambino autistico che, giocando con il proprio cagnolino, mostrava evidenti segni di miglioramento nel decorso della sua malattia.

Ad ogni modo, la PET THERAPY non l'abbiamo scoperta noi, ha detto il Prof. Pugliese; segni concreti ed evidenti dell'interesse dell'uomo per gli animali, anche a fini terapeutici, si sono rinvenuti su molti reperti archeologici, addirittura preistorici, e via via presso i popoli della Mesopotamia, nell'antica Grecia e nell'antica Roma. Le numerose diapostive mostrate durante il convegno sono state molto eloquenti: pitture, sculture, graffiti, bassorilievi, sono testimonianze preziose di un rapporto uomo-animale molto antico.

Attraverso lo studio della documentazione delle varie epoche, si può chiaramente risalire a come il rapporto uomo-animale, prescindendo dalle finalità semplicisticamente utilitaristiche (la pura e semplice compagnia, per intenderci), poteva sortire effetti sinergici di ordine psico-fisico sull'uomo.

Solo nel 1970, tuttavia, la ricerca sulla nuova terapia assunse una connotazione scientifica e, da allora, le scoperte (o forse sarebbe il caso di chiamarle “ri-scoperte”) della loro grande utilità nella lotta affannosa dell'uomo contro il male fisico e psichico, si sono susseguite incessantemente testimoniando un crescente interesse del mondo scientifico; numerosi i campi di applicazione: dagli anziani ai cardiopatici, dagli ipertesi ai tossicodipendenti, ai reclusi nelle carceri, ai portatori di handicap (o diversamente abili, come usa dire oggi), ai bambini con problemi relazionali, ai bambini normodotati.

Pesciolini, tartarughe (si, avete capito bene, pesciolini e tartarughe!), gatti, cani, uccelli, cavalli (la “ippoterapia”, cioè la terapia con i cavalli, sta riscuotendo grande successo) si sono dimostrati e si vanno sempre meglio qualificando preziosi strumenti di cura “non invasiva”, dolce, appunto, assolutamente tollerata dall'organismo umano e senza gli effetti collaterali delle tradizionali cure mediche, soprattutto nel campo psico-fisico. Non a caso si è parlato di “benessere psico-fisico” del paziente (giovane o adulto) sottoposto alla terapia con gli animali; durante il convegno, si sono registrate numerose testimonianze sia tramite le diapositive proiettate sia con testimonianze personali, molto toccanti, raccontate dai diretti interessati, fra tutte quella della signorina Francesca, di Filadelfia.

Nel Centro di Messina, dopo i primi anni di sperimentazioni impegnative (anche sotto il profilo finanziario), la PET sta dando

notevoli frutti, insperati sino a qualche anno fa. Il medico, il veterinario, lo psicologo, gli operatori, gli istruttori degli animali, hanno creato un equipe multidisciplinare che, con gli animali utilizzati nella terapia, ovviamente sottoposti ad attenti esami sanitari, ha dato vita ad interrelazioni e “meccanismi emozionali” con effetti assolutamente positivi.

Gli animali, insomma, si sono dimostrati un più che valido aiuto nelle relazioni emotive e per il superamento di notevolissimi handicap psico-fisici.

Nel libro “PET THERAPY - Strategie di intervento e linee guida”, veramente pregevole ed interessante, presentato durante i lavori del convegno e scritto, per i tipi dell'Editore Armando Siciliano di Messina (che è personalmente intervenuto, a conclusione del convegno, per ringraziare il Rotary per l'iniziativa), dal Prof. Pugliese con la preziosa collaborazione di numerosi docenti e ricercatori della Facoltà di Veterinaria e del Centro, si pone l'interrogativo, che non è di poco conto, se l'azione delle emozioni nel rapporto uomo-animale potesse nascondere un effetto placebo. E' certo che la PET THERAPY e il PLACEBO hanno molti lati in comune ma ciò non toglie validità alla cura, sminuendone efficacia o importanza, anzi sollecita una migliore conoscenza degli effetti emozionali ed una migliore applicazione delle terapie sin qui sperimentate con successo.

Molti gli interventi; particolarmente interessanti quelli del presidente del R.C. Dott. Pasquale Vallone, del Dott. Aurelio Rombolà, Sindaco di Drapia (entrambi medici) e del Dott. Filippo Laria, responsabile della struttura sanitaria dell'ASL di Vibo Valentia per la prevenzione del “randagismo”, che ha anche contribuito alla preparazione ed alla buona riuscita del convegno.

Prima di iniziare il suo intervento, il Prof. Pugliese ha consegnato al Presidente del R.C. di Tropea, in segno di reciproca stima ed amicizia, il guidocino del prestigioso Lions Club di Messina, di cui è stato Presidente.

Il Presidente dr. Pasquale Vallone e il prof. Antonio Pugliese

I Relatori della serata: l’Editore A. Siciliano, il PDG S. Mazzara, il Presidente RC P. Vallone ed il prof. A. Pugliese

L’intervento del nostro redattore A. Ferrara durante il suo intervento

Antonio Pugliese s i è l a u r e a t o i n M e d i c i n a Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Messina il 14.12.1976. Professore ordinario di Clinica Medica Veterinaria presso la stessa Facoltà dall’01.11.94 a tutt’oggi. Ne l l ’A .A . 1992-93 ha coordinato e diretto un Corso di Perfezionamento in T e r a p i a O m e o p a t i c a Veterinaria per laureati in Med ic ina Ve te r inar ia . Direttore del Dipartimento di Medicina e Farmacologia Veterinaria dell’Università degli Studi di Messina dal 1997 al 2000. Direttore del Dipartimento di Scienze M e d i c h e V e t e r i n a r i e dell’Università di Messina dal 2000 al 2004. E’ presidente della Federazione Mediterranea di Sanità e Produzione dei Ruminanti. Coordinatore del Dottorato di Ricerca in “Oftalmologia Veterinaria”. Da oltre 13 anni si dedica alla ricerca nel campo della Pet therapy, pubblicando diversi lavori scientifici e organizzando diversi convegni Nazionali e Internazionali. Da gennaio 2003 è Presidente del Centro d i P e t T h e r a p y dell’Università di Messina. Socio della Società Italiana delle Scienze Veterinarie, della Società Italiana di Buiatria, della Società Italiana di patologia ed Allevamento degli ovini e dei caprini, della Società Italiana di Ippologia e socio fondatore della Società di Enzimologia e chimica Clinica, della Soc ie tà Of ta lmologica Sicil iana. Dal 2002 è Presidente del Comitato T e c n i c o S c i e n t i f i c o dell’Ospedale Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria di Messina.

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Pag. 13 - marzo 2006- Ricadi - LA PIAZZA

INTERVISTA A GIUSEPPE PONTORIEROCAPO GRUPPO DI MAGGIORANZA DEL

COMUNE DI RICADIdi Antonio Ferrara

D - Mi sembra doveroso rivorgerle la stessa domanda fatta al Capo Gruppo di Minoranza, nell'intervista rilasciata alla nostra Rivista lo scorso mese: qual'è il vostro giudizio “politico” sull'andamento della Amministrazione LARIA, dopo l'improvvisa scomparsa del Sindaco LAVERSA?

R - Intanto ci siamo mossi tra mille difficoltà, soprattutto a causa della perdita di Franco Laversa, il Nostro Sindaco. C'è voluto tutto il nostro impegno personale e quello di Laria in particolare, per fare fronte a tutti i problemi emergenti che poi, in definitiva, sono i problemi di tutti i Comuni.

Abbiamo dovuto registrare un notevole taglio alle spese ed un consistente abbassamento della capacità di indebitamento, una costante per tutti gli EE.LL. del mezzogiorno. C'è, peraltro, una notevole iniziativa privata che non viene adeguatamente supportata da investimenti pubblici infrastrutturali; c'è, purtroppo, anche un rallentamento nello sviluppo per il fatto che, non avendo realtà industriali, dobbiamo puntare soltanto su agricoltura e turismo. E gli aiuti pubblici sono molto scarsi; noi dipendiamo dal “pubblico” per le infrastrutture, per la ges t ione de l l a depuraz ione , pe r l a organizzazione del servizio della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, eppure ci siamo dati da fare per sopperire alle necessità ed alle forti richieste, specie del settore turistico, che è quello trainante.

In soldoni: abbiamo realizzato recentemente la immissione in possesso di Palazzo Fazzeri (per il Museo Paleontologico), il progetto di “Torre Marrana” (N.d.R.: Trattasi della realizzazione di un anfiteatro e di un parco) è ormai una realtà e sarà realizzata quanto prima, l'attracco turistico nel Comune di Ricadi, che ha quasi dodici chilometri di costa e fortemente voluto da Laversa, potrebbe essere realizzato molto presto, dopo l'esame dell'impatto ambientale e la protezione delle coste; abbiamo avuto un occhio di riguardo verso le Imprese turistiche, che sono, lo ripeto, il nostro motore, la nostra spina dorsale, intervenendo con opportune varianti al Piano Regolatore G., per il quale non sono ancora pronte le linee guida regionali!.

Abbiamo avuto molta benevolenza, non c'è dubbio, nei riguardi delle singole Aziende proprio per non far mancare il nostro appoggio e per non sconvolgere più di tanto equilibri socio-economici consolidati. Dunque un giudizio sostanzialmente e pacatamente positivo del nostri impegno amministrativo. Forse potevamo fare di più e meglio; ci sono state delle pecche ma c'è stato anche l'impegno a risolverle!

D Sempre nell'intervista rilasciata dal C.G. di Minoranza, è stato messo l'accento su un aspetto (a suo dire) molto negativo: l'eccessivo clientelismo. Non ritenete di avere “eccessivamente favorito” le istanze della gente, soprattutto in questi ultimi periodi, approssimandosi le elezioni amministrative?

R Non credo proprio che si possa parlare di eccessivo clientelismo o populismo; l'Amministrazione voluta da Laversa è rappresentativa di tutti i ceti sociali ed è stata riservata ogni attenzione possibile a tutte le attività ed a tutte le Frazioni del Comune. Abbiamo cercato, insomma, di dare risposte a tutte le esigenze, pur nei nostri limiti. Non parlerei, dunque, di clientelismo; abbiamo dato alla gente ciò che la gente vuole!

D Un'accusa esplicita alla vostra gestione amministrativa è quella di avere…”cementificato selvaggemente il territorio”.

R - Il nostro è un grande territorio e la enorme richiesta del settore turistico è sotto gli occhi di tutti; forse si è costruito in maniera disordinata, questo è vero; forse si poteva fare meglio nel dare agli imprenditori turistici, che chiedono infrastrutture, quelle risposte che essi si attendono da noi. Io non parlerei di eccessiva cementificazione ma di forte richiesta di investimenti per poter potenziare il settore turistico che è quello trainante.

D Il Comune di Ricadi è uno dei più “ricchi”del circondario; come si spiega l'eccessivo indebitamento? Mi risulta, a proposito, che avete richiesto la proroga dei mutui della Cassa DD. E PP..

R Dal punto di vista dell'indebitamento il nostro Comune è sottodimensionato ed ha capacità finanziarie potenzialmente elevate

e 700/800.000 euro di oneri finanziari sui mutui sono una cifra direi quasi irrisoria per un comune come il nostro, se si pensa che ci sono imprenditori privati che hanno esposizioni debitorie anche maggiori! Dilazionare il debito e diminuire il peso degli interessi è una forma indiretta di creare disponibilità finanziarie a breve e medio termine, come del resto farebbe qualunque imprenditore commerciale nella propria azienda.

E' chiaro che il frazionamento del territorio è un aspetto assolutamente negativo, per cui i costi dei servizi sono eccessivi ed è difficile fare economie né possiamo avere cittadini di serie A e cittadini di serie B.

Sono tempi difficili per tutti i comuni; dallo Stato e dalla Regione abbiamo solo indicazioni…su come raccogliere i fondi, per il resto ci dobbiamo arrangiare noi amministratori locali e non basta solo raccogliere le tasse e programmare interventi e spese. E' necessario ricercare altre forme di finanziamento per completare i programmi (specialmente quelli a lunga scadenza) nei termini giusti possibilmente con un occhio attento alla lotta all'evasione fiscale, rendendone il più efficiente possibile il recupero. E gli investimenti debbono essere mantenuti ad un consistente livello; guai ad una loro caduta, ciò comporterebbe una drastica riduzione delle attività e dell'occupazione. Con il Comune di Spilinga, proprio per riuscire ad abbattere le spese, si sta pensando di varare insieme un P.R.G. comune e ci dispiace che

quello di Drapia non abbia aderito a tale progetto sinergico, collaborando alla realizzazione di una grande area dalla costa all'entroterra, un'interessante integrazione territoriale che darà certamente buoni risultati, sotto il profilo economico, sociale, turistico e, naturalmente, con un notevole risparmio gestionale. Noi non abbiamo nessuna intenzione di indebitare i nostri figli, come qualcuno diceva in Consiglio l'altro giorno, ma anzi pensiamo al loro futuro.

D In Consiglio, ieri l'altro, sono state approvate numerose varianti (otto o nove) al P.R.G.; alcuni membri dell'opposizione hanno contestato ciò, ravvisandovi un'attenzione sospetta (di tipo clientelare) a motivo delle prossime scadenze elettorali e addirittura che alcune di esse sarebbero state tirate fuori… dai cassetti dopo una lunga attesa!

R Non credo che le varianti fossero tante, è facile controllare. Qualcuna era vecchia (come data di presentazione) ed ha subito modifiche e ritocchi per adeguarla a precise esigenze tecniche e dopo l'intervento dell'ufficio tecnico e sempre nel rispetto della legge e delle indicazioni politiche di questa amministrazione.

Il Consiglio Comunale ha preso atto delle mutate esigenze nel concedere alcune varianti in deroga quanto all'altezza e qualche altra quanto a volume; più che altro, dunque, si è trattato di semplici adeguamenti. Forse l'unica vera variante sostanziale è quella concessa a Santa Domenica e per la quale si è avuta, in origine, anche qualche perplessità. Dopo aver ascoltato i Consiglieri di Santa Domenica, ci siamo resi conto della utilità e della necessità della variante; vista la posizione del lotto interessato, la richiesta di n° 50 posti letto su un terreno di circa 15.000 mt, non abbiamo avuto esitazione a concederla, favorendo la promozione turistica e quindi economica di tutta la zona. Così come per la variante interessante la scuola di Santa Domenica; essa era dovuta! Si è trattato di un doveroso adeguamento a delle necessità pubbliche. In fondo le varianti non sono altro che un adeguamento alle mutate necessità della cittadinanza attiva, ai bisogni della gente, non tutti prevedibili in sede di approvazione di qualunque P.R.G. che proprio perché è “generale” non può prevedere tutti i casi particolari che via via dovessero emergere. Le varianti le abbiamo sempre fatte e le faremo sempre per venire incontro alle emergenti ed impreviste necessità dei nostri concittadini, a prescindere dai tempi e dalle incombenti eventuali elezioni.

ERRATA CORRIGE

Nel precedente numero, nell'articolo su “LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI NEL VIBONESE”,di Antonio Ferrara, è stato erroneamente indicato, per cause non dipendenti la nostra volontà il cognome dell'Ing. Antonio RUSSO, di Santa Domenica; il suo contributo tecnico alla stesura dell'articolo è stato determinante e lo ringraziamo ancora una volta, pregandolo di scusarci per la omissione.(La Redazione)

Il Capogruppo Pontoriero

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Pag. 14 - marzo 2006- Attualità - LA PIAZZA

IL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI A RICADI

Giorno 16 febbraio 2006 presso il Palazzo dei Congressi di Ricadi, si è tenuto il “Consiglio Comunale dei Ragazzi” dove erano presenti gli alunni del Comprensorio di Ricadi, il prefetto della provincia di Vibo Valentia, dott.ssa Paola Basilone, il sindaco di Ricadi Domenico Laria, il Consiglio Comunale, le forze dell'ordine e il Dirigente scolastico Antonio Pontoriero.

E' stato eletto come sindaco dei ragazzi Pietro Bagnato che ha dato inizio alla manifestazione con un discorso. Inizialmente, ha ringraziato tutti coloro che gli hanno permesso di raggiungere questa carica e ha onorato la presenza delle varie autorità. Ha messo in evidenza la profonda crisi di rapporto tra cittadini e istituzioni dello Stato condannando il fatto che molti soldi destinati ai cittadini spariscono dai conti pubblici (come il caso di Tangentopoli) e ciò provoca una perdita di fiducia nei confronti dello Stato. Il consiglio comunale dei ragazzi ha il compito di deliberare sulle seguenti materie:

-POLITICHE AMBIENTALI E DEL TERRITORIO di cui se ne occupa l'assessore Salvatore Gerace che sottolinea la presenza di numerose strade in stato indecoroso, dissesto idrogeologico, con mancanza di fossati per il deflusso delle acque piovane sia nelle zone agricole che in quelle urbane ecc..

-SPORT; TURISMO E SPETTACOLO di cui si occupa Rosa Maria Pantano che si impegna a promuovere la costruzione di una piscina coperta, piste ciclabili e da Cross, di organizzare manifestazioni sportive e culturali e rendere accessibile il Palazzetto dello sport e il campo di Santa Domenica in contrada Biluscia.

-POLITICHE GIOVANILI E TEMPO LIBERO di cui si occupa Selene Commerci la quale chiede di poter organizzare e finanziare gite scolastiche, colonie estive e invernali, di poter costruire centri di incontro come biblioteche cineforum ecc…

-CULTURA E PUBBLICA ISTRUZIONE di cui si occupa Rita Rombolà che intende migliorare la struttura edilizia delle scuole e fornire materiale didattico, creare una videoteca ed una biblioteca comunale accessibile a tutti

-ASOCIAZIONI e VOLONTARIATO di cui si occupa Sergio Pantano che vorrebbe formare associazioni di volontariato che possano permettere a giovani e anziani di conoscersi meglio

-ASSISTENZA E SOLIDARIETA' SOCIALE di cui si occupa Valeria Gagliardi la quale tiene presente che nel Comune di Ricadi esistono centri di assistenza e solidarietà sociale che dovrebbero essere adeguati alle esigenze dei cittadini.

Chiedendo al Sindaco e a tutto il Consiglio Comunale di adoperarsi per lo sviluppo di tali proposte, si è concluso il discorso di Pietro Bagnato. Inoltre il vicesindaco dei ragazzi Salvatore Gerace, dopo aver ringraziato coloro che hanno reso possibile la sua elezione, ha esposto il suo programma incentrato sulle politiche ambientali, senza tralasciare gli interessi dei giovani. Per far ciò si sente il bisogno di creare centri di aggregazione. Così si è concluso il discorso del vice sindaco.

Questa è un'iniziativa molto educativa ed interessante che permette ai giovani di fare nuove esperienze, li avvicina alle problematiche dell'ambiente che li circonda e fa in modo che si impegnino nella risoluzione di questi problemi creando nuovi spazi per loro stessi e per le future generazioni.

Al lodevole e premuroso baby-sindaco Pietro Bagnato e agli altrettanti valenti vicesindaco e assessori, vanno i migliori auguri di un buon operato e di un fantastico avvenire.

Chiara PetraccaMaria Romana Pedazzo

Nell'atrio del cortile dell'edificio medievale che ospita il liceo Scientifico “Fratelli Vianeo” di Tropea, gli alunni del Gruppo di Progetto “Acqua: risorsa e rischio”, hanno presentato la mostra fotografica con l'intento di denunciare lo stato di abbandono e la cattiva gestione delle nostre fiumare. La mostra è stata preceduta da una breve presentazione curata dalla prof.ssa Annunziata Furchì la quale ha presentato le motivazioni del progetto che si ispira ai suggerimenti forniti dall'ONU, avendo dichiarato l'anno 2003 “anno internazionale dell'acqua”: acqua come risorsa e acqua come rischio.

Il progetto tende a sensibilizzare i giovani ad un uso corretto della risorsa acqua, renderli consapevoli dell'importanza di una corretta gestione, nonché di una corretta valutazione del rischio idrogeologico nella gestione del territorio. “La nostra iniziativa - ha aggiunto la prof.ssa Furchì - vuole fornire ai ragazzi, attraverso attività pratiche che li vedono coinvolti in qualità di protagonisti, strumenti operativi che consentano loro di meglio comprendere l ' ambien te che l i circonda e di operare in esso con maggiore c o n s a p e v o l e z z a , r e s p o n s a b i l i t à e partecipazione”. Per questo i ragazzi dello Sc ien t i f ico hanno avuto l'idea di adottare una fiumara che attraversa la nostra città, e precisamente la fiumara Lumia.

Tra i presenti, hanno preso la parola la Direttrice scolastica Beatrice Lento che si è complimentata per l'iniziativa e per l'impegno portato avanti dal Gruppo della Furchì che per il terzo anno consecutivo si è distinto in progetti sulla tutela e l'educazione ambientale; l'Assessore Provinciale all'Ambiente Matteo Malerba che vede nell'iniziativa della scuola tropeana un chiaro segnale di risveglio sociale volto alla tutela del nostro ambiente così tanto compromesso; il Sindaco del Comune di Drapia Aurelio Rombolà il quale ha parlato di progetti in itinere di comune azione per la tutela dei corsi d'acqua con il Comune di Tropea. Tra i presenti anche Francesco Saragò, Presidente del Circolo di Legambiente di Santa Domenica; Alfonso del Vecchio e Michele Lo Cane, rappresentanti del Consiglio d'Istituto; Anna Maria Macchine del Centro Studi Galluppiani e Michele Brosio del Consiglio di Amministrazione della Banca di C.C. di San Calogero.

Foto di gruppo del Consiglio Comunale dei ragazzi al completo

Acqua: risorsa e rischioIl nuovo ambizioso progetto del Liceo Scientifico

di Pino Carone

La prof.ssa Annunziata Furchì consegna copia del Progetto all’Assessore Matteo Malerba

Il pubblico della manifestazione

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Pag. 15 - marzo 2006- Cultura - LA PIAZZA

C'è nelle pagine di questo romanzo Quando il sole era giallo di Maria Fontana Ardito, una energia inventiva e creativa, a tratti anche narrativa, da prendere in seria considerazione per quanto essa, registrandosi e rasserenandosi, possa dare in futuro sotto l'aspetto della piena realizzazione ma anche per quanto dice oggi.

I canali del “racconto” urtano contro le pa to log ie de l la rea l tà umana e sommuovono aspetti importanti forse, patologici di certo, dissacratori o puramente descrittori dei fenomeni umani senza nessuno escluso, perché la scrittrice prescinde da qualsivoglia freno morale, estetico, selettivo.

Ciò che è, ciò che ci caratterizza, ciò che viene alla luce e si pone come desiderio ha per la scrittrice una sua ragione d'essere e quindi il diritto di essere rappresentato e descritto. Ed è questa la ragione per cui la stessa scri t tura sa d 'azzardo, di dissacrazione, di libertà propositiva, di novità in un certo senso, di potenza onnivora. Leggi, e senti, e capisci che a sorreggerti e a guidarti è un fascino che in qualche modo traspare dalla voglia di essere in un determinato modo, e della scrittura, come atto creatore e creato, e della scrittrice, che seleziona, pone ed impone. Si capisce che il futuro potrà essere suo, se in lei si segmentano le categorie della pace, della serenità, dell'estrosità morbida e semplice.

Oggi, secondo me, c'è il coraggio e qua e là anche la forma dell'arte, anzi la forza dell'arte, la funzione dell'arte come volontà di rappresentazione doverosa di ogni faccia della realtà.

C'è il diario della protagonista e c'è il racconto della scrittrice che allarga e dispiega il diario. C'è il dramma di Teo (Teodora: figlia che sa, indaga e giudica; alunna modello e brava, calata nella superiorità del suo io; personaggio con cui si identifica la scrittrice e di cui assume le proposizioni).

Il libro avvince ed esaspera, anzi colpevolizza il lettore per la voglia che egli avverte d'insistere a leggere e per l'attesa dissacratrice che gli rode dentro e lo inchioda al racconto.

L'incesto che sembra rientrare in una misera logica di appartenenza, di routine familiare, è la punta dell'iceberg-famiglia che va alla deriva (per annientarsi ed annientare) , f rantumato in tant i microrganismi (a, b, c, d…) insensati ed impazziti, al proprio piacere. Quando la routine non basta più, A approfitta di Teo allo stesso modo con cui un viandante pensa di rinfrescarsi la bocca bevendo ad una fonte in fieri ancora viva soltanto nella roccia in cui avverte una misteriosa dolcezza.

Il libro dà l'idea di una scrittrice che sembra aver fretta di imporsi e d'imporre un suo modo di raccontare. Strano a dirsi la scrittrice forza l'animo del personaggio: Teo che scrive il diario è più pacata, più delicata pur nel suo terribile desiderio di morte, della scrittrice che intende capirla e sorreggerla e che a quel dramma guarda con un filo di superiorità e di superbia.

Si rifletta sulla conclusione che è una resa alle leggi sociali e morali. Edipo che frulla nell'aria, Antigone che pulsa nel cuore della narratrice, non sono più i modelli di Teo. E il Modello non c'è. Da qui la sconfitta, la resa, la caduta.

Ma attenti, la scrittrice riesce a dare un bel cazzotto al perbenismo di maniera delle famiglie. E anche della società. E della tradizione e dei pregiudizi.

C'è da aggiungere che la scrittura in questo libro è silenzio, talaltra è difficoltà-istruzione, tanto spesso è anche poesia. Maria Fontana Ardito senz'altro con questo suo lavoro corre lungo i meandri della vita con l'intento di svelare alcuni suoi misteri e di colpire le ipocrisie familiari e sociali, assegnando così un ruolo importantissimo all'intellettuale, cioè allo scrittore.

Carlo A. Pascale

“Quando il sole era giallo”

IL FULMINE DELLA VERITA' NEL ROMANZO DI MARIA FONTANA ARDITO

C’era una volta la civiltà contadina nel Monte Poro

Presentato a Rombiolo il calendario scolastico per il 2006 sul tema delle erbe medicamentose

di Lino Daniele

Una scuola radicata nel territorio e studiosa delle sue caratteristiche. Il calendario ideato dal prof. Pasquale De Luca, quando la scuola media era autonoma, P giunta alla decima edizione.

Al contrario degli altri anni è stato presentato nella chiesa dei padri cappuccini contigua al convento costruito nel 1584, nella parte più alta di Rombiolo da dove si domina la stupenda vallata del Mesima. E’ il calendario più interessante. Esso ci da uno spaccato della nostra natura e ci riporta indietro nel tempo quando esisteva soltanto la medicina popolare delle nostre mamme. Dalla prima pagina sino all’ultima sono disegnate le erbe spontanee selvatiche che crescono nella nostra terra. Non tutte ma le più conosciute, le più usate come medicina. Infatti, i ricercatori, tutti gli insegnanti dell’Istituto comprensivo, guidati dal preside Pier Domenico

Calogero, ne descrivono le qualità farmacologiche in maniera scientifica. La manifestazione, che ha coinvolto tutte le scuole della laboriosa cittadina del poro, ha riscosso un successo inaspettato. Lo sponsor, il dr. Monteleone, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Vibo Valentia che, ha contribuito economicamente per la stampa del calendario, è rimasto soddisfatto ed ha intenzione di costruire nella parte posteriore del Convento, un orto botanico, capace di valorizzare il territorio circostante e di farne un richiamo turistico. Il sen. Murmura, presente alla manifestazione, in qualitB di presidente del Parco delle Serre, si è dichiarato pienamente d’accordo. Tutte le iniziative volte a migliorare la nostra provincia vanno incoraggiate e finanziate, ha sottolineato. La piena sintonia fra pubblico e privato ha sempre dato ottimi esiti.

La manifestazione, alla cui organizzazione ha dato il suo valido contributo la presidente del Consiglio di Istituto, Antonella Pata, si è conclusa all’ora di pranzo. Il preside, aperto alle tematiche avanzate della nostra società, si è complimentato con tutti gli insegnanti e con i coordinatori Pasquale De Luca e Pasquale Barbuto.

Il calendario oltre a descrivere le qualitB delle erbe medicamentose del nostro territorio, le presenta sotto forma di disegno. Un momento della manifestazione

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