mensile schio - ottobre 2011

1
CITTÀ Ottobre 011 5 Anna Lirusso Tra pipistrelli, trekking e natura L’avventura della cooperativa sociale Biosphaera e l’idea vincente di alcuni ragazzi che hanno inseguito il loro sogno e hanno saputo crearsi uno sbocco lavorativo dopo la laurea. “Il lavoro occuperà gran parte della vostra vita e per essere veramente soddisfatti dovete fare qualcosa di veramente buono. E per fare qualcosa di veramente buono do- vete amare quello che fate”. Era l’anno 005 quando Steve Jobs salì sul palco dell’università di Stanford e pronunciò un discorso memorabile davanti a una generazione di neolaureati. I ragazzi di Biosphaera - cooperativa con sede a S.Vito che opera nel Trive- neto e promuove iniziative per la tutela, la valorizzazione e la conservazione del territorio e dei beni ambientali - han- no colto quel messaggio, hanno avuto il coraggio di inseguire i loro sogni, di investire nel futuro e di fare “qualcosa di veramente buono”. Michele Ferretto, classe ’77, oggi pre- sidente della cooperativa, lavorava da cinque anni in un’azienda locale come programmatore informatico quando decise di dare una svolta alla sua vita e di trasformare la sua passione, la natura, in un lavoro. Mollato il lavoro, si è iscrit- to all’università di Padova alla facoltà di Scienze della Natura, e durante gli studi, assieme all’amico Massimo Marchiori di Schio, ha fondato Biosphaera, La cooperativa conta oggi su una decina di soci, tutti giovanissimi e con un uni- co denominatore comune: promuovere tematiche ambientali, naturalistiche e culturali. È farina del loro sacco “Asini & scienziati”, un itinerario di trekking turistico e scientifico sui Lessini, nato per celebrare il centenario della morte di Paolo Lioy attraverso la rievocazio- ne della spedizione scientifica condotta dal naturalista nel 1879. O le “bat box”, le casette di legno installate sugli alberi per studiare da vicino i pipistrelli. Andiamo a conoscere più da vicino questa realtà, partendo proprio dal- l’esperienza di uno dei soci fondatori, Michele Ferretto. - Perché l’idea di fondare proprio una cooperativa sociale? «Perché crediamo nel valore delle coo- perative, non perseguiamo il profitto ma offriamo opportunità di lavoro. Nel nostro gruppo ogni testa è un volto, ogni contributo è prezioso». - Quali ostacoli avete dovuto supe- rare nell’avviare quest’attività? «Innanzitutto esistono realtà già ben consolidate a Schio, in particolare nel settore educativo… ma soprattutto ab- biamo dovuto fare i conti con i tagli nel settore pubblico. Le scuole sono sempre più in difficoltà ad aderire a laboratori ed escursioni perché mancano risorse economiche e ora, con l’introduzione della maestra unica, anche di personale. Sono ostacoli che però abbiamo supe- rato creando grandi reti di collaborazio- ne e portando qui la nostra esperienza vissuta nelle scuole trentine». - La vostra cooperativa lavora mol- to con la provincia di Trento. Da cosa potrebbero prendere spunto le nostre città? «Il Trentino dà colore alle cose, ha pun- tato molto sul turismo e non va in cer- ca d’altro. Qui invece dobbiamo ancora capire il valore dei nostri siti, investire adeguatamente nella comunicazione e sviluppare la capacità di fare marketing territoriale. Per cambiare e migliorare la situazione attuale servono progetti continuativi, gli eventi- spot non bastano». - Il nostro territorio cosa offre come per- corsi educativi e turi- stici? «È ricco di spunti interes- santi, probabilmente an- che più del Trentino. Noi ci siamo concentrati sulle aree della ‘Rete Natura 000’, ossia piccole aree protette a livello europeo che però sono meno co- nosciute, come ad esempio il monte Summano, il lago di Fimon, il bosco relitto di Dueville. L’Ecomuseo della Grande Guerra nelle Prealpi Vicentine poi ha suscitato gran- de interesse ed è un’offerta di alto valo- re che però va promossa ulteriormente. Noi siamo guide naturalistiche e abbia- mo frequentato un corso, finanziato da Provincia e Cpv, per accompagnare tu- risti lungo questi percorsi segnati dalla guerra e dove sono stati fatti recuperi eccellenti. Basti pensare a Forte Cam- polongo, ristrutturato nel 009, che merita di essere visitato. Per i bambini abbiamo ideato il pro- getto ‘Terre di confine’ con escursioni lungo la linea dei forti austro–ungarici negli altipiani di Vezzena, Luserna, La- varone e Folgaria, abbinati a laboratori naturalistici-culturali alla scoperta della flora, della fauna e delle attività tipiche dell’altopiano». - Da poco è stata ristrutturata la Casa del Custode di villa Rossi a Santorso che è diventata la nuova sede del Laboratorio provinciale di educazione ambientale – nodo In.f.e.a. Che ruolo avete all’inter- no di questo ente? «La rete regionale In.f.e.a. (Informazio- ne Formazione Edu- cazione Ambientale) è un progetto che favorisce e rafforza le politiche di svi- luppo delle attività di cui porta il nome attraverso il coinvol- gimento di soggetti che operano sul ter- ritorio, nell’interesse di una crescita della sensibilità collettiva e dell’attenzione al- l’ambiente. Noi fac- ciamo parte di que- sta rete e, con altri attori, progettiamo interventi educativi in ambito provinciale». - State portando avanti anche delle ricerche sui pipistrelli e avete in- stallato le “bat box”. Di cosa si tratta? «Il 011-01 è l’anno internazionale del pipistrello e così abbiamo pensato ad alcune attività per far conoscere di più questi alleati silenziosi, far capire come vengono classificati, quali sono le loro abitudini di vita, come possono essere studiati e protetti. Siamo così an- dati all’interno di grotte per fare delle catture e effettuare poi degli studi dal momento che negli ultimi 0-0 anni molte specie sono in declino, soprat- tutto per la mancanza di siti idonei. Sui Colli Berici stiamo studiando delle cave che saranno poi ristrutturate pro- prio per accogliere pipistrelli e abbia- mo già installato un centinaio di “bat box” che serviranno per raccogliere informazioni utili su questi animali. Gli stessi bambini hanno assistito a delle uscite serali per l’ascolto degli ultrasuo- ni tramite strumentazione scientifica e alla liberazione di alcuni esemplari in grotta». - E il progetto “Asini & scienzia- ti”? «Abbiamo ripercorso assieme ad altri naturalisti il celebre viaggio sui Lessini di Paolo Lioy, in occasione del cente- nario dalla sua scomparsa. È stata una «Il 2011-2012 è l’anno internazionale del pipistrello e così abbiamo pensato ad alcune attività per far conoscere di più questi alleati silenziosi, far capire come vengono classificati, quali sono le loro abitudini di vita, come possono essere studiati e protetti”. Lo sguardo stupefatto dei bambini durante un’uscita notturna alla scoperta dei pipistrelli. Sotto, un operato- re di Biosphaera con un pipistrello in mano. spedizione scientifico-escursionistica, durata cinque giorni e organizzata dal museo di Vicenza, in collaborazione con la nostra cooperativa e la coopera- tiva ‘I Berici’ di Arcugnano. Accompa- gnati da due asini, come fece al tempo Paolo Lioy, è stata un’occasione per raccogliere materiale biologico e fossile che andrà ad arricchire il Museo Natu- ralistico Archeologico di Vicenza». - Nel futuro cosa bolle in pento- la? «In cantiere abbiamo il progetto delle audioguide, ossia sviluppare un’appli- cazione da scaricare sullo smartphone e collegata col gps per permettere agli escursionisti di avere informazioni sto- riche e naturalistiche nel posto in cui si trovano. Stiamo già lavorando con fonici ed attori per concretizzare l’idea. E poi vorremmo sviluppare giochi da tavolo sul mondo del bosco e dell’eco- sistema. Visto che abbiamo compiuto cinque anni di attività, rinnoveremo anche l’immagine e il sito internet cooperativabiosphaera.it».

Upload: rsn-ricerche-e-studi-naturalistici-biosphaera-sc

Post on 09-Mar-2016

217 views

Category:

Documents


4 download

DESCRIPTION

Articolo sui cinque anni della cooperativa Biosphaera, pubblicato sul numero di Ottobre 2011 del mensile Schio, autore Anna Lirusso.

TRANSCRIPT

Page 1: Mensile Schio - Ottobre 2011

CITTÀ Ottobre �011 5

Anna Lirusso

Tra pipistrelli, trekking e naturaL’avventura della cooperativa sociale Biosphaera e l’idea vincente di alcuni ragazzi che hanno inseguito il loro sogno e hanno saputo crearsi uno sbocco lavorativo dopo la laurea.

“Il lavoro occuperà gran parte della vostra vita e per

essere veramente soddisfatti dovete fare qualcosa di veramente buono. E per fare qualcosa di veramente buono do-vete amare quello che fate”. Era l’anno �005 quando Steve Jobs salì sul palco dell’università di Stanford e pronunciò un discorso memorabile davanti a una generazione di neolaureati. I ragazzi di Biosphaera - cooperativa con sede a S.Vito che opera nel Trive-neto e promuove iniziative per la tutela, la valorizzazione e la conservazione del territorio e dei beni ambientali - han-no colto quel messaggio, hanno avuto il coraggio di inseguire i loro sogni, di investire nel futuro e di fare “qualcosa di veramente buono”. Michele Ferretto, classe ’77, oggi pre-sidente della cooperativa, lavorava da cinque anni in un’azienda locale come programmatore informatico quando decise di dare una svolta alla sua vita e di trasformare la sua passione, la natura, in un lavoro. Mollato il lavoro, si è iscrit-to all’università di Padova alla facoltà di Scienze della Natura, e durante gli studi, assieme all’amico Massimo Marchiori di Schio, ha fondato Biosphaera, La cooperativa conta oggi su una decina di soci, tutti giovanissimi e con un uni-co denominatore comune: promuovere tematiche ambientali, naturalistiche e culturali. È farina del loro sacco “Asini & scienziati”, un itinerario di trekking turistico e scientifico sui Lessini, nato per celebrare il centenario della morte di Paolo Lioy attraverso la rievocazio-ne della spedizione scientifica condotta dal naturalista nel 1879. O le “bat box”, le casette di legno installate sugli alberi per studiare da vicino i pipistrelli.

Andiamo a conoscere più da vicino questa realtà, partendo proprio dal-l’esperienza di uno dei soci fondatori, Michele Ferretto.- Perché l’idea di fondare proprio una cooperativa sociale? «Perché crediamo nel valore delle coo-perative, non perseguiamo il profitto ma offriamo opportunità di lavoro. Nel nostro gruppo ogni testa è un volto, ogni contributo è prezioso». - Quali ostacoli avete dovuto supe-rare nell’avviare quest’attività?«Innanzitutto esistono realtà già ben consolidate a Schio, in particolare nel settore educativo… ma soprattutto ab-biamo dovuto fare i conti con i tagli nel settore pubblico. Le scuole sono sempre più in difficoltà ad aderire a laboratori ed escursioni perché mancano risorse economiche e ora, con l’introduzione della maestra unica, anche di personale. Sono ostacoli che però abbiamo supe-rato creando grandi reti di collaborazio-ne e portando qui la nostra esperienza vissuta nelle scuole trentine».- La vostra cooperativa lavora mol-to con la provincia di Trento. Da cosa potrebbero prendere spunto le nostre città?«Il Trentino dà colore alle cose, ha pun-

tato molto sul turismo e non va in cer-ca d’altro. Qui invece dobbiamo ancora capire il valore dei nostri siti, investire adeguatamente nella comunicazione e sviluppare la capacità di fare marketing

territoriale. Per cambiare e migliorare la situazione attuale servono progetti continuativi, gli eventi-spot non bastano».- Il nostro territorio cosa offre come per-corsi educativi e turi-stici? «È ricco di spunti interes-santi, probabilmente an-che più del Trentino. Noi ci siamo concentrati sulle aree della ‘Rete Natura �000’, ossia piccole aree protette a livello europeo che però sono meno co-

nosciute, come ad esempio il monte Summano, il lago di Fimon, il bosco relitto di Dueville. L’Ecomuseo della Grande Guerra nelle Prealpi Vicentine poi ha suscitato gran-de interesse ed è un’offerta di alto valo-re che però va promossa ulteriormente. Noi siamo guide naturalistiche e abbia-mo frequentato un corso, finanziato da Provincia e Cpv, per accompagnare tu-risti lungo questi percorsi segnati dalla guerra e dove sono stati fatti recuperi eccellenti. Basti pensare a Forte Cam-polongo, ristrutturato nel �009, che merita di essere visitato. Per i bambini abbiamo ideato il pro-getto ‘Terre di confine’ con escursioni lungo la linea dei forti austro–ungarici negli altipiani di Vezzena, Luserna, La-varone e Folgaria, abbinati a laboratori naturalistici-culturali alla scoperta della flora, della fauna e delle attività tipiche dell’altopiano». - Da poco è stata ristrutturata la Casa del Custode di villa Rossi a Santorso che è diventata la nuova sede del Laboratorio provinciale di educazione ambientale – nodo In.f.e.a. Che ruolo avete all’inter-no di questo ente?«La rete regionale In.f.e.a. (Informazio-

ne Formazione Edu-cazione Ambientale) è un progetto che favorisce e rafforza le politiche di svi-luppo delle attività di cui porta il nome attraverso il coinvol-gimento di soggetti che operano sul ter-ritorio, nell’interesse di una crescita della sensibilità collettiva e dell’attenzione al-l’ambiente. Noi fac-ciamo parte di que-sta rete e, con altri

attori, progettiamo interventi educativi in ambito provinciale».- State portando avanti anche delle ricerche sui pipistrelli e avete in-stallato le “bat box”. Di cosa si tratta?«Il �011-�01� è l’anno internazionale del pipistrello e così abbiamo pensato ad alcune attività per far conoscere di

più questi alleati silenziosi, far capire come vengono classificati, quali sono le loro abitudini di vita, come possono essere studiati e protetti. Siamo così an-dati all’interno di grotte per fare delle catture e effettuare poi degli studi dal momento che negli ultimi �0-�0 anni molte specie sono in declino, soprat-tutto per la mancanza di siti idonei. Sui Colli Berici stiamo studiando delle cave che saranno poi ristrutturate pro-prio per accogliere pipistrelli e abbia-mo già installato un centinaio di “bat box” che serviranno per raccogliere informazioni utili su questi animali. Gli stessi bambini hanno assistito a delle uscite serali per l’ascolto degli ultrasuo-ni tramite strumentazione scientifica e alla liberazione di alcuni esemplari in grotta».- E il progetto “Asini & scienzia-ti”?«Abbiamo ripercorso assieme ad altri naturalisti il celebre viaggio sui Lessini di Paolo Lioy, in occasione del cente-nario dalla sua scomparsa. È stata una

«Il 2011-2012 è l’anno internazionale del pipistrello e così abbiamo pensato ad alcune attività per far conoscere di più questi alleati silenziosi, far capire come vengono classificati, quali sono le loro abitudini di vita, come possono essere studiati e protetti”.

Lo sguardo stupefatto dei bambini durante un’uscita notturna alla scoperta dei pipistrelli. Sotto, un operato-re di Biosphaera con un pipistrello in mano.

spedizione scientifico-escursionistica, durata cinque giorni e organizzata dal museo di Vicenza, in collaborazione con la nostra cooperativa e la coopera-tiva ‘I Berici’ di Arcugnano. Accompa-gnati da due asini, come fece al tempo Paolo Lioy, è stata un’occasione per raccogliere materiale biologico e fossile che andrà ad arricchire il Museo Natu-ralistico Archeologico di Vicenza».- Nel futuro cosa bolle in pento-la?«In cantiere abbiamo il progetto delle audioguide, ossia sviluppare un’appli-cazione da scaricare sullo smartphone e collegata col gps per permettere agli escursionisti di avere informazioni sto-riche e naturalistiche nel posto in cui si trovano. Stiamo già lavorando con fonici ed attori per concretizzare l’idea. E poi vorremmo sviluppare giochi da tavolo sul mondo del bosco e dell’eco-sistema. Visto che abbiamo compiuto cinque anni di attività, rinnoveremo anche l’immagine e il sito internet cooperativabiosphaera.it».