msssime tribunale piacenza

2
Tribunale Piacenza, civile Sentenza 2 dicembre 2011 Massime A seguito della riforma del diritto societario del 2003, che ha introdotto, in maniera del tutto innovativa, diverse disposizioni in tema di trasformazione delle società ed, in particolare, la distinzione tra trasformazioni omogenee ed eterogenee (quest’ultime suddivise a loro volta, in base alla più recente definizione dottrinaria, in regressive e progressive a seconda che il passaggio avvenga rispettivamente da o per società di capitali), non è assolutamente configurabile la trasformazione eterogenea atipica di società di capitali in impresa individuale; tale decisione conferma l’interpretazione prevalente che nega la possibilità di ampliare ulteriormente le ipotesi espressamente richiamate dal Legislatore nel Codice, trattandosi di casi del tutto tipicizzati. La previsione di trasformazione di società di capitali da e per comunioni di azienda, disposta dagli artt. 2500 septies e 2500 octies c.c., non può giustificare un'interpretazione estensiva trattandosi di trasformazione comunque tra enti plurisoggettivi con la peculiarità di avere a oggetto una gestione di mero godimento dei beni e, dunque, in assenza dell’esercizio di attività d’impresa (che, al contrario, porrebbe le basi per la c.d. società di fatto); comunione d’azienda che, d’altro canto, in qualunque momento può trasformarsi nuovamente in società. Nell'ipotesi di passaggio da società di capitali ad impresa individuale non si verifica una trasformazione in senso tecnico, ma, piuttosto, una successione con mutamento qualitativo del soggetto da ente a soggetto fisico e con conseguente estinzione dell'ente preesistente, passando quindi, necessariamente, attraverso una fase intermedia di liquidazione. Le norme in tema di trasformazione (eterogenea od omogenea che sia) presuppongono sempre che essa interessi enti plurisoggettivi, cioè fondati su un rapporto plurilaterale, e con patrimonio separato rispetto a quello dei singoli partecipanti, indipendentemente dalla disomogeneità causale; principio cardine

Upload: fortunato

Post on 05-Aug-2015

8 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

sentenza 2 dicembre 2011 trasformazione eterogenea

TRANSCRIPT

Page 1: msssime tribunale piacenza

Tribunale Piacenza, civile

Sentenza 2 dicembre 2011

Massime

A seguito della riforma del diritto societario del 2003, che ha introdotto, in maniera del tutto innovativa, diverse disposizioni in tema di trasformazione delle società ed, in particolare, la distinzione tra trasformazioni omogenee ed eterogenee (quest’ultime suddivise a loro volta, in base alla più recente definizione dottrinaria, in regressive e progressive a seconda che il passaggio avvenga rispettivamente da o per società di capitali), non è assolutamente configurabile la trasformazione eterogenea atipica di società di capitali in impresa individuale; tale decisione conferma l’interpretazione prevalente che nega la possibilità di ampliare ulteriormente le ipotesi espressamente richiamate dal Legislatore nel Codice, trattandosi di casi del tutto tipicizzati.

La previsione di trasformazione di società di capitali da e per comunioni di azienda, disposta dagli artt. 2500 septies e 2500 octies c.c., non può giustificare un'interpretazione estensiva trattandosi di trasformazione comunque tra enti plurisoggettivi con la peculiarità di avere a oggetto una gestione di mero godimento dei beni e, dunque, in assenza dell’esercizio di attività d’impresa (che, al contrario, porrebbe le basi per la c.d. società di fatto); comunione d’azienda che, d’altro canto, in qualunque momento può trasformarsi nuovamente in società.

Nell'ipotesi di passaggio da società di capitali ad impresa individuale non si verifica una trasformazione in senso tecnico, ma, piuttosto, una successione con mutamento qualitativo del soggetto da ente a soggetto fisico e con conseguente estinzione dell'ente preesistente, passando quindi, necessariamente, attraverso una fase intermedia di liquidazione.

Le norme in tema di trasformazione (eterogenea od omogenea che sia) presuppongono sempre che essa interessi enti plurisoggettivi, cioè fondati su un rapporto plurilaterale, e con patrimonio separato rispetto a quello dei singoli partecipanti, indipendentemente dalla disomogeneità causale; principio cardine di tutta la materia è, inoltre, la continuità dei rapporti giuridici, in quanto l’ente trasformato conserva diritti ed obblighi e prosegue in tutti i rapporti, anche processuali, dell’ente che ha effettuato la trasformazione, secondo quanto previsto dall’art. 2498 c.c.