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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Sport & Spettacolo sabato 9 aprile 2016 anno 6 numero 17 Milan Juventus VS ULTIMATUM

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www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIOSport & Spettacolosabato 9 aprile 2016 anno 6 numero 17

M i l a n J u v e n t u sVS

ultimatum

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sabato 9 aprile 2016 www.stadio5.it2

MILAN Arbitro: Daniel Orsato

M i l a n Juventus

Allenatore A

llena

tore

JUVENTUSDonnarumma

Abate, Alex, Romagnoli, Antonelli;Bonaventura, Kicka, Montolivo, Honda;

Bacca, Balotelli

BuffonBarzagli, Bonucci, Rugani;

Lichtsteiner, Pogba, Marchisio, Asamoah, Alex Sandro;Mandzukic, Morata

(4-4-2) (3-5-2)

Ciao CesareSandro Mazzola

STADIO MEAZZA ORE 20.45

SinisaMihajlovic

MassimilianoAllegri

Vertigini del basso. In-ter e Milan, dopo le due prestazioni delu-denti, hanno di fatto

compromesso la stagione. I ne-razzurri hanno gettato alle or-tiche le residue speranze di un raggiungimento del terzo posto, i rossoneri, a questo punto pos-sono fare solo peggio: essere ri-succhiati dal Sassuolo e perdere di vista i cugini. A rigore di lo-gica, la squadra di Mihajlovic è in finale di Coppa Italia, cosa non da poco, se dovesse vin-cerla. Cambierebbe di botto la prospettiva di una stagione non fallimentare, ma addirittura trionfante. Giochi del mistero o di questo calcio che non am-mette sconfitti. Rituffandoci in campionato, il posticipo sera-le propone un piatto da non perdere: Milan-Juventus. Se i bianconeri dovessero vincere, chiuderebbero a chiave il quin-to scudetto consecutivo ma se dovessero perdere, riaprirebbe-ro i giochi a favore di un Napoli senza Higuain e imbruttito in quest’ultimo mese. Sarà il logo-rio di un campionato animato da buoni propositi che alla fine sta scivolando via, forse per inesperienza o forse perché la Juventus è semplicemente più forte. Questa sera, il Milan ha la grande chance di farsi per-donare un po’ di brutte figure, anche se il rischio che ciò non avvenga è quotato alla pari. Le ultime uscite della dirigenza hanno offuscato una realtà che non piace ai tifosi, i quali han-no capito che il problema non è solo emarginato al campo, ma altrove. I continui nomi di suc-cessori del tecnico serbo a fine stagione non aiutano a dare se-renità all’ambiente, continuan-do a trasmetter alibi ai giocato-ri. Vincere con la Juventus non è per niente semplice, se poi la aiutiamo, non ne parliamo. Nel pomeriggio l’Inter è a Frosi-none per vedere se c’è margine di sopravvivenza, anche se la Roma appare troppo lontano. A questo punto della stagione, però, arrivare quarti o quinti fa differenza, se non altro per migliorare in modo netto quan-to fatto la stagione precedente. Mancini nel giorno del suo ri-torno sulla panchina neraz-zurra disse: “E’ triste per una squadra come l’Inter parlare di terzo posto come obiettivo”. Vero, ma la squadra voluta da lui non è superiore a Juventus, Napoli e Roma, anche se l’ini-zio scoppiettante aveva fatto illudere anche i più scettici. Nel calcio, però, non s’inventa più nulla e alla fine è tutto tornato come prima. Cioè che la nor-malità per il calcio del Naviglio è diventata una rarità. Farse-ne una ragione per soffrire di meno ma, purtroppo, per non sognare più.

Prima di parlare

della sfida tra Mi-

lan e Juventus di

questa sera, sen-

to il dovere di sottolineare la

mancanza di una bandiera

del Milan che ci ha lasciato

una settimana fa. Cesare era

un grande ed è stato calcia-

tore indiscutibile oltre che

una persona straordinaria.

In campo ci siamo incontrati

parecchie volte, alla fine del-

la sua carriera, soprattutto

ho potuto constatare le sue

doti e la preparazione tecni-

ca, quando ha iniziato a fare

l’allenatore. Ha portato in alto

l’Italia e noi dobbiamo esser-

gli grati. Un abbraccio parti-

colare a Paolo e a tutta la fa-

miglia. Sicuramente, dall’alto

Cesare vedrà questa sfida tra

Milan e Juventus. Stavolta,

meno di miracoli, i cugini dif-

ficilmente riusciranno a rove-

sciare il pronostico, a favore

della squadra bianconera di

Allegri. La vittoria del Milan

è l’ultima speranza che rima-

ne al Napoli nella corsa allo

scudetto, dal momento che la

squadra partenopea, dopo la

scoppola di Udine, affronterà

domani, al San Paolo il Vero-

na che, però, ha dimostrato

di essere ancora vivo, dopo il

colpaccio esterno con il Bo-

logna. E’ chiaro che se la Juve

dovesse fare bottino pieno a

San Siro ed il Napoli inciam-

pare con il Verona, il sipario

calerebbe sul campionato.

Il Napoli, tra l’altro, dovrà te-

nere d’occhio la Roma, che si è

portata sulle quattro lunghez-

ze di distacco, dopo il suc-

cesso con la Lazio, nel derby

della Capitale. Tornando ai

cugini, dovranno fare molta

attenzione al Sassuolo, perchè

se la squadra di Di Francesco,

stasera alle 18, dovesse vince-

re con il Genoa, si piazzereb-

be momentaneamente davan-

ti ai rossoneri, al sesto posto

in classifica. Ah, dimenticavo

la mia Inter che con il Toro è

finita a gambe all’aria, man-

dando in frantumi tutti i so-

gni di rimonta ipotizzati da

Mancini. Per i nerazzurri il

compito esterno con il Fro-

sinone non sarà sicuramente

facile. Stesso discorso vale per

la Fiorentina, che nel derby

toscano dovrà affrontare, do-

mani a mezzogiorno al Ca-

stellani, l’Empoli, che ho visto

in palla, ben organizzato nella

gara di Torino, dove ha fatto

soffrire la Juventus.

Cesare Maldini, primo calciatore italiano ad alzare la Coppa Campioni

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3sabato 9 aprile 2016 www.stadio5.it

M I L A N S E M P R E P I Ù I N A F F A N N Ola partita

Luigi Rubino

Severa Bisceglia

Carlos Bacca

cla

ssif

ica

ma

rcatori

LA C

LASS

IFIC

A

56

36 27

73 42

34 22

12

55

33

63 3749

36

67

28

4148

30

3636 28

1214

Éder Citadin MartinsGonzalo Higuain Josip IlicicPaulo Dybala

14

Mauro Icardi

13

Balotelli carica il Milan, l’ex allegri cerca i punti scudettoMilan-Juve non è

solo sfida impor-tante per la clas-sifica e soprattutto

per i bianconeri che viaggiano verso lo scudetto, è anche una gara ricca di suggestione e si-gnificati, soprattutto per gli in-terpreti delle due squadre. Uno di questi potrebbe essere Mario Balotelli. E’ molto probabile che Sinisa Mihajlovic, a rischio eso-nero in caso di sconfitta, si affidi proprio a lui per cercare di scar-dinare fin dal primo minuto di

gioco la forte difesa bianconera. Per Super Mario, che ha giocato gli ultimi trentadue minuti del match con l’Atalanta con tanta volontà, la sfida contro la Ju-ventus, la sua prima in maglia rossonera contro i campioni d’I-talia, potrebbe essere l’occasione giusta per dare una svolta alla sua stagione che finora gli ha riservato solo amarezze, infor-tuni e naturalmente tanto ner-vosismo. Contro i bergamaschi, Balo è sembrato un altro e non il solito giocatore svogliato. Ha

corso, lottato, ha sfiorato il gol su punizione e soprattutto si è com-portato da signore quando dagli spalti gli sono stati indirizzati fi-schi ed insulti dai supporter ata-lantini. Si parla molto che a fine stagione, il giocatore, ex Liver-pool, non sarà riscattato dal Mi-lan, ma a decidere il destino di Super Mario saranno soprattutto le sue prestazioni da qui alla fine del campionato, ad iniziare dalla gara di questa sera. Un eventuale gol ai bianconeri potrebbe ricari-care il morale non soltanto a lui,

ma a tutta la squadra, che partita bene nel girone di ritorno, non ha poi palesato miglioramenti, sprofondando ultimamente in una serie di risultati negativi che hanno creato un divario sempre più grande con le altre squadre e in particolare con la Juve ancora leader del nostro campionato. Sull’altro fronte, invece, la gara è particolare sentita da Massimi-liano Allegri. L’ ex tecnico ros-sonero licenziato quel fatidico 13 gennaio 2014, e sostituito poi senza fortuna sulla panchina del

Milan prima dall’olandese Cla-rence Seedorf e successivamente da Pippo Inzaghi, a Torino, sulla panca bianconera, sta pienamen-te dimostrando il suo valore. Lo scorso anno l’allenatore toscano ha sfiorato il tris vittoria, vincen-do scudetto, Coppa Italia e an-dando vicino alla conquista della Champions nella finale persa contro il Barcellona. Quest’anno, a poche giornate dalla conclusio-ne dei match, Max non ha perso la sua voglia di vincere e si ritro-va lì in testa alla classifica. Quin-

di? Un risultato positivo a S. Siro contro il Milan sicuramente av-vicinerebbe la Juve all’ennesimo scudetto della sua storia targato.

Entrambe le squadre milanesi si prestano a chiudere una sta-gione decisamente al

disotto delle aspettative, ma il Milan è quello che rischia di più. La discreta probabilità che l’undici rossonero non dispu-ti neppure l’Europa League la prossima stagione ha messo a dura prova i nervi saldi del presidentissimo che avrebbe

mandato a casa mister Mihajlo-vic già qualche mese fa. La crisi tecnica che ha evidenziato que-sto Milan potrebbe portare ad un non più clamoroso cambio di guardia. L’eventuale esonero di Sinisa Mihajlovic, che porte-rebbe provvisoriamente Brocchi sulla panchina rossonera, non stupirebbe nessuno, Silvio Berlu-sconi lo urla da tempo, ma stu-pirebbe se fatto adesso. Anche la gara persa in casa contro la La-zio ha messo in evidenza tutti i limiti del Diavolo, mancanza di cinismo sotto porta e tantissima fatica a centrocampo. Limiti di

cui la navigata Juventus ne fa un sol boccone. Poca fatica per l’ex di turno Massimiliano Allegri che comprende bene i mali di questo Milan e che tornerà a San Siro solo per fare bottino pieno, anche per un personale riscatto nei confronti di una dirigenza che lo ha contestato ed allonta-nato dichiarandogli la più totale sfiducia. Questa sera, e non ne avrebbe bisogno, il tecnico bian-conero dimostrerà come si vince contro il Milan di oggi. Contro i bianconeri Sinisa Mihajlovic è tentato di giocarsi la carta Balo-telli. Contro la Juventus, ma con

la maglia dell’Inter, l’attaccante bresciano a San Siro ha segnato 4 reti all’undici di Allegri, delle sei sfide precedenti ha portato a casa 3 vittorie e un pareggio. Il tecnico serbo potrebbe puntare sulla coppia Balotelli-Bacca nel modulo 4-4-2 con Kucka e Poli a centrocampo viste le assenze di Montolivo, infortunato, e Ber-tolacci squalificato. Sugli esterni Bonaventura e Honda mentre in difesa Romagnoli ed il più in for-ma tra Alex e Zapata. Allegri, in-vece, ha sperato fino alla fine nel recupero di Paulo Dybala e Sami Khedira, averne almeno uno dei

due consentirebbe al tecnico un gioco maggiormente proficuo. Se il ricorso contro la squalifica non avrà dato buon esito, il po-sto del centrocampista tedesco sarà preso da Pereyra o Sturaro, l’attaccante argentino, invece, deve confidare nel pieno recu-pero dell’infortunio muscolare, rischiare non avrebbe senso e la classifica gli consente il meritato riposo. Gettonata la coppia Mo-rata-Mandzukic, Zaza partirà dalla panchina. Fuori Chiellini e Caceres ma rientrano dopo la squalifica Alex Sandro e Bonuc-ci. Probabilmente la Juventus,

con Rugani, scenderà in campo con il 3-5-2, in alternativa la di-fesa a 4 potrebbe tornare utile, la squadra avversaria è pur sempre il Milan avvantaggiato dal fattore campo. Difficile immaginare una vittoria del Milan questa sera, ma nel calcio tutto è possibile e i risultati clamorosi non sono poi così rari. Soprattutto va scongiu-rato il grosso rischio dei rossone-ri di essere presi dal Sassuolo. Un pareggio metterebbe tranquillo il tecnico serbo ma sempre più consapevole che la sua avventura alla guida del Milan è finita già sul nascere.

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Se le strisce sono bianconere

P. C. Fantini Forneris Un sabato da Leoni, grande attesa a San Siro

da Torino

Questa partita sia per il Milan che per la Ju-ventus ha un sapore particolare, per l’in-

discutibile forza della “Vecchia Signora” e il complicato momen-to che sta vivendo la squadra rossonera. La Juventus dopo la vittoria, sep-pur sofferta, sull’Empoli lancia la sfida al Diavolo e vuole portare a casa l’intera posta in palio. A Torino il momento è propizio sotto tutti i punti di vista e la settimana è iniziata con poche dichiarazioni, sia da una sponda che dall’altra.Marotta e Andrea Agnelli plau-dono all’ottimo lavoro fino a qui fatto da un Allegri chirurgico e fortunato nelle scelte, ma si può fare di più e meglio, questo è an-che il desiderio che circola in cit-tà tra i tifosi più irriducibili.

Suonano a festa anche le campane del ToroIn Via Roma, conosciuta per lo “struscio” del sabato pomerig-gio di giovani e meno giovani torinesi, incontriamo France-sco, barman a tempo pieno in un locale storico del centro, che sia pur di fretta ci racconta di quanto amore lui ha per i bian-coneri e quanta fiducia ripone in un allenatore che, dopo Cagliari e Milan, è entrato nei cuori dei tifosi, guadagnandosi il rispet-to di tutti per la semplicità e l’ educazione che contraddistin-gue un vero gentleman. Stasera non potrà essere a San Siro, ma un occhio al televisore, nel retro bottega, non mancherà di darlo. I suoi amici del tifo organizzato, invece, è un obbligo essere pre-senti sugli spalti di Milano. La sportività è comunque, ci dice, un motivo di orgoglio, e mentre ci saluta ricordandoci che la Juve

non molla mai, una pioggerelli-na scende su Torino. Il capoluo-go subalpino trepida per questo incontro, come lo si può capire entrando non solo nelle rocca-forti bianconere, ma anche in ristoranti rinomati come Angeli-no, famoso per la sua cucina, ma anche per personaggi del mon-do dello spettacolo e del calcio come Zinedine Zidane. Il locale si trova a due”passi” dal Po, ma anche dalla collina. Una coppia di amici, ci da appuntamento e ci parla di partite memorabili tra queste due squadre, una rivalità sana, tanti ricordi, uno su tutti la finale di Manchester che vide

la coppa dalle grandi orecchie dopo una serie di rigori arrivare a Milano. Un pensiero Giovanni L. lo rivolge a un grande che ci ha lasciato C. Maldini, ma anche a Antonio Conte che è ormai in procinto di andare oltre manica ad allenare il Chelsea, e che forse lo stesso Milan avrebbe voluto avere sulla sua panca d’oro.Si spengono via via le luci su Torino e Milano, mentre sot-to i potenti riflettori della Scala del calcio, si aspettano che due grandi squadre diano luogo al miglior calcio possibile, per una partita trepidante da ricordare a lungo e per onorare al meglio la

memoria del grande Cesare, che ora vivrà da lassù uno dei derby d’Italia più belli della storia del calcio, di cui, ora, a buon titolo è diventato una fulgida stella.Si fa festa anche dall’altra par-te del Po, in casa granata, dove sembra sia tornata l’euforia dei vecchi tempi, dopo la bella vit-toria contro l’Inter. Non se la aspettavano in tanti, ma mister Ventura, quel volpone di un si-gnore tutto di un pezzo, ha sapu-to strigliare bene i suoi uomini, fino ad imporre alla compassata Inter “tipo Barcellona”, tanti pas-saggi per niente, un gioco sem-plice ed elementare: quello in

verticale, che con tre tocchi raso-terra ti porta davanti al portiere avversario. Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma Ventura l’ha messa in atto, vincendo una par-tita importante che ridona tanta fiducia all’ambiente, con pro-spettive lusinghiere di finire il campionato in ottima posizione, proprio quello che gli irriducibi-li appassionati granata vogliono da un allenatore serio e bravo. E Ventura lo è e sarebbe ingiu-sto regalarlo ad un’altra squadra avversaria. Cairo, fesso non è gli ha già preparato un bel contratto per lungo tempo. Fare altrimen-ti, si passerebbe per sprovveduti.

Se ne è andato il Migliore. Cesa-re Maldini ci ha lasciati domeni-ca scorsa salendo le scale del cielo come faceva lui quando entrava a San Siro. Aveva 84 anni, ma ne dimostrava venti di meno. E’ stato un grande uomo ed un grande cal-ciatore e pure un allenatore prepa-rato, vincitore di tre Campionati Europei Under 21. Cesare era

Cesare, sei stato un grandeLuigi Sadauno di noi. Mi

ricordo un episo-dio ad una con-ferenza stampa, quando lui gui-dava la Naziona-le. Gli dissi che era ormai un per-sonaggio impor-tante, lui, mode-stamente, rispose che importanti erano i giornalisti e non gli ex cal-ciatori. Un bagno di umiltà che mi portò ad abbrac-ciarlo come un fratello. Cesare è stata una soli-

damentale della storia rossonera. Il presidente Ber-lusconi ha detto: “Se ne è andato un gran signo-re. Una perdita tremenda per il

calcio e per tut-ti noi”. Nel 1963 è stato il primo italiano ad alza-re la Coppa dei Campioni con la maglia del Milan. Con i rossoneri ha vinto anche quattro scudetti, mentre da allena-tore è stato vice di Bearzot, ai mon-diali di Spagna nell’82. Ha guida-to anche il Para-guai. Domenica scorsa, per ricor-dare Cesare c’è stato un minuto

di silenzio su tut-ti campi. Il Milan è sceso in campo a Bergamo con il lutto al braccio. Addio Cesare, grande campio-ne ammirato da tutti gli amanti del calcio, quello pulito e signori-le. Un abbraccio a tutta la nume-rosa Famiglia, ed in modo partico-lare al figlio Pao-lo, dagli amici di Stadio5.

da bandiera del Milan ed ha re-galato al calcio il figlio Paolo, uno dei migliori terzi-ni del mondo. La sua scomparsa è una parte fon-

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Giovanni Labanca

Vita di CLUB

E’ calato u mesto velo di tristezza sul mondo dello sport, del calcio in particolare e soprattutto sul popolo dei tifosi rossoneri alla notizia della scomparsa di Cesa-re Maldini. Vi è stato cordoglio unanime, da parte di tutte le tifoserie che, do-menica, con un lungo applauso gli hanno reso il degno tributo e l’affettuoso ricordo, perchè Ce-sarone, ha attraversato e segna-to la storia del calcio non solo come l’elegante terzino a cui tanto piaceva “ scendere”, quasi galoppante come elegante de-striero di razza, sulla sua fascia sinistra, capace di sfruttare le sue possenti levi per dar man forte all’attacco. Ha attraversato

Dai Club i ricordi più belli per Cesare Maldiniè scritto, dicevamo, la storia del calcio come gentiluomo in li-vrea, alla pari di un signore che ha saputo suscitare ammirazione professionale, alla pari per quella grande signorilità umana che lo ha accompagnato fino agli ulti-mi istanti della vita e , in modo particolare, come il papà di una desiderata famiglia numerosa, fino a che tra i suoi rampolli non sarebbe nato il figlio Paolo che, al suo pari, avrebbe vestito ed onorati gli stessi colori rossoneri, vincendo Coppe dovunque nel pianeta si giocasse a calcio.Noi, settantenni,abbiamo sem-pre nella mente la vittoria della prima Coppa dei Campioni, nel 1963, di una squadra italiana, ottenuta nel mito Wembley di Londra contro il Benfica e ben chiaro il suo “lancio” nel cielo della storia del Calcio, della Cop-pa dalle orecchie grandi, la stes-sa che, in seguito, il suo Milan avrebbe alzato tante altre volte, anche con le mani del figlio ca-pitano Paolo. Emozionanti erano e sono rimaste quelle immagini in bianco e nero, alle quali faceva da commento “felpato” la voce storica ed unica del campione del microfono, Nicolò Carosio.In segno di rispetto e lutto per tutta la famiglia Maldini, in questa settimana i Milan Club

hanno sospeso ogni attività , per concentrarsi solo alla doverosa commemorazione di un cam-pione.Stadio5, sempre a disposizione dei tifosi, ha ricevuto, in questi giorni, tante telefonate e mol-tissimi messaggi di cordoglio, con preghiera di farli giungere alla Famiglia Maldini, in segni di affetto. Noi, ne abbiamo ne abbiamo selezionati alcuni, che pubblichiamo molto volentieri, anche in rappresentanza di tutti gli affiliati all’AIMC., cui chie-diamo scusa ,in anticipo, di non poterli citare tutti.La Sardegna è profondamente scossa e il presidente del Mi-lan Club Sassari Mario Canu si fa portavoce dell’isola tutta per ricordare il grande capitano, il magnifico uomo e l’esemplare padre di famiglia che Cesare ha posto alla base di ogni giornata del suo lavoro. La Sicilia, non è da meno nel ricordo e nel rim-pianto e fa salire le espressioni di vivo cordoglio da ogni angolo della Trinacria: Palermo, Agri-gento, Trapani, Enna, Gela, Sira-cusa, Messina, tanto per citarne alcuni.La Calabria, terra di Gattuso, esprime, le condoglianze alla Fa-miglia, una delle maggiormente degne di rispetto e si stringe al fi-

glio Paolo che, da capitano, tante volte ha avuto modo e piacere di visitarne i Milan Club. Il cor-doglio è unanime, da Cosenza,a Corigliano, a Reggio Calabria a Vibo Valenzia, Sibari , Castro-villari ed altri Milan Club, che si sono sempre distinti nella ma-nifestazioni di attaccamento alla squadra, in qualunque momen-to.Non meno dolore ha suscitatola scomparsa di Maldini in Luca-nia. Dal Milan Club Lauria, uno dei maggiori, il presidente Pietro Panaino, a nome di tutti i soci, esprime, nel caro ricordo dello scomparso campione, il cordo-glio più sincero,memore anche delle frequenti visite del figlio Paolo nella Terra del grande ca-pitano Ruggero. Si associano al cordoglio quelli di Terranova di Pollino per bocca del tifoso numero 1 Donato Natuzzo Im-perio, di Viggianello,Rionero in Vulture,Potenza, Matera, tra gli altri, esaltando nel messaggio le grandi doti umane del Cesarone.La Puglia è grande, come lo è il dolore provato che, a nome di tutti i sodalizi, esprime il Milan Club Monopoli, uno dei più at-tivi.Anche dalla Campania,il cordo-glio è sentito.Maurizio Salzano, segretario del

Milan Club Isola di Capri, si fa capofila, per esprimere le condo-glianze alla famiglia Maldini, dei sodalizi di Aversa, Benevento, Sarno, Salerno, Vallo della Lu-cania, Avellino,Capua, Caserta, tanto per citarne alcuni.Il Lazio non è da meno degli al-tri. Dalle sue province le espres-sioni di cordoglio giungono a valanga e noi ne citiamo qual-cuno dei tantissimi operanti: Artena,Castelli Romani, Laria-no, Nettuno,Tivoli, Anagni,Frosinone,Latina,Fiuggi,Cisterna,Roma Capitale.Anche la verde Umbria, l’Abruz-zo ed il Molise non si sottraggo-no a questo dolente dovere e vo-gliono anche loro firmare il libro delle condoglianze. Le Marche, con Pesaro e Rimini , in testa, non trovano le parole per fare coraggio alla famiglia del cam-pione scomparso, ribadendo, di pari passo, fiducia alla squadra ed alla Società che Cesare ha tan-to onorato.In Emilia Romagna è unanime il senso di sconforto e tutti i club, tramite il coordinatore regionale hanno fatto sentire il loro affetto, da Bologna, Modena, Carpi, Sas-suolo, Cattolica, Ferrara, Forli, Reggio Emilia, Parma, solo per testimoniarne alcuni,In Lombardia, dove c’è la mag-

giore concentrazione di Milan Club, sono arrivati mazzi di fiori nella Basilica di Sant’Ambrogio, dove si sono svolti i funerali e nella cui piazza antistante, han-no sventolato centinaia di gon-faloni dei Milan Club delle città più disparate che ben hanno di-mostrato l’attaccamento al cam-pione che sarà sempre nel cuore di tutti.Piemonte,tutto il nord est dell’I-talia, hanno partecipato in mas-sa alle esequie in una triste e uggiosa giornata, dove solo il dolore traspariva dai visi com-mossi dei tantissimi tifosi e gente comune,presenti al funerale.Noi di Stadio5 non possiamo fare altro che unirci commossi e dispiaciuti al cordoglio genera-le che ha accompagnato Cesare nell’ultimo viaggio,mentre scor-rono nella mente di tutti i suoi trionfi, la sua vita felice, trascor-sa con e per la Famiglia, anche quella del MILAN che, come ha ricordato Galliani, è stata l’altra famiglia non meno affettuosa,Addio docile guerriero di un calcio che profumava di stile e classe, di passione ed amicizia, virtù che oggi vanno svanendo sempre più.Non ti scorderemo mai, noi tifo-si di tutte le squadre ed ammira-tori di un vero Campione.

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Giovanni Labanca

Milan Club La Louvière

Si parla di calcio, si par-la di tifo in Belgio ed il pensiero corre ve-loce all’uomo che per

più di vent’anni ha fatto della passione per il Milan la sua missione. E’ Pino Dessole, originario della bella Sarde-gna, che ha dovuto abbando-nare per cercare altra fortuna ed approdare in Belgio, a La Louvière a due passi dalla capitale. In questa bella città, non gli è stato facile trovare lavoro.Come uomo ha dato sfogo alle sue “voglie”, alla sua pas-sione più grande che lo ha seguito sin da quando era ra-gazzo. il tifo per il Milan.“Sono milanista da sempre”. “La passione è sempre diven-tata più grande e mi ha spinto a trasformarla anche in un ar-ricchimento sociale a favore dei tantissimi tifosi del posto, soprattutto bambini. Ho co-stituito con alcuni amici, il primo Milan Club della zona, con lo scopo di organizzare la vita stessa di tanti, grandi e piccoli, che non trovavano un luogo dove trascorrere in serenità i pomeriggi e le gior-nate festive. Era nel 1992 ed il Milan Club La Louvière ha

Vita di CLUB

trovato la giusta sede giusta nel mio albergo, diventato presto giusto rifugio per tanti connazionali e gente del luo-go”.- Insomma, hai fatto quasi da missionario in terra straniera per tanti italiani?“Per me è stata come una vera e propria missione vi-sto il grande risultato otte-nuto. In poco tempo, dopo il riconoscimento ufficiale da parte dell’AIMC di Milano, ho intrapreso una miriade di attività a scopo ricreativo ed educativo che la Società,

nella persona del presidente Berlusconi, mi ha nominato responsabile dei Milan Club che, in seguito, sono sorti nu-merosi nei paesi Bassi.Ogni anno, sempre con l’in-carico dell’AIMC, organizzo il raduno nazionale di tutti i ragazzi, sono più di duecento, in una grande festa caratteriz-zata da mini tornei tra le varie categorie degli iscritti, sem-pre con il supporto logistico e tecnico della Società, che ogni anno invia dei prepara-tori e tecnici che ci danno una mano per la buona riuscita

dell’evento. In Belgio tutto questo ha grande risonanza e gode dell’ammirazione, ol-tre che del patrocinio delle Autorità locali, con le quali abbiamo sempre avuto ottimi rapporti. Da tre anni abbiamo aperto anche una succursale in Turchia”.- E il Milan quando lo vedete? Solo per televisione?“No. Ogni anno scendiamo a Milano per le partite più importanti, come quelle con l’Inter, il Napoli e la Juve. Sia-mo 75 soci ben attrezzati e sempre speranzosi di vedere vincere la nostra squadra.- Quest’anno avete vinto poco.“Per la verità non ci aspetta-

vamo un disastro del genere, ma speriamo, come sempre, di migliorare. Ora c’è da ono-rare anche la memoria di Ce-sare Maldini che mi pregio di aver avuto come amico e alla cui famiglia vorrei far giun-gere le più vive condoglianze tramite Stadio5. Per i giocato-ri la stima rimane immutata, ma è necessario che l’amico Berlusconi si dia una bella mossa”.Che dire di questi tifosi. Ne abbiamo parlato tante volte e non ci resta che additarli, an-che questa volta, come esem-pio limpido di tifo e di pas-sione, proprio quello di cui il Diavolo ha bisogno.

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9sabato 9 aprile 2016 www.stadio5.it

Ospiti

Giovanni Labanca

La Juve a San Siro per lo sprint finale

Ora chiamatela come vo-lete e sbizzarritevi pure con i nomi più fanta-

siosi, compreso quello odioso (ci perdonino gli Agnelli) di Ru-bentus. Vecchia Signora, Mada-ma del Calcio, la Gran Signora, la Mitica, fate voi, perchè avete tempo fino a stasera tardi, quan-

madama pigl iatuttodo, battuto il Milan come si pre-vede, bisognerà subito inventarsi un nomignolo che non sia Zebra o altro grazioso animale. Mettia-mola come la vogliamo, chiamia-mola ancora Juventus, manco Juve, e guardiamo alle sue gesta. Qualche mese fa, titolammo che “Verdi può attendere?”, nel senso che, date le pessime condizioni di classifica, tutti i rumors e gli allibratori davano il cavallino a strisce bianconere, fuori da ogni competizione e relegata, una volta tanto, nelle pagine interne dei giornali. Avete visto cosa è successo? Avete capito o no che, ogni tanto, anche i giganti si pos-sono anche riposare sotto una

quercia secolare della Madonna della Pietà di Terranova di Polli-no e guardare gli altri che fanno? Le messe da requiem erano sta-te prenotate, ma su quei spartiti non è stato scritto nemmeno la chiave iniziale di Sol. Ora, dopo tutto quello che abbiamo visto ed ammirato con una rimon-ta da capogiro, da campioni, la suddetta bella torinese, (della sponda destra o sinistra del Po?) si ritrova ancora una volta in te-sta, a guardare, dal suo Monviso, la desolante pianura padana ed anche quella più verdeggiante delle terra di Partenope. San Siro è sempre stato campo di epici scontri, a proposito un pensiero

grato e affettuoso rivolgiamolo a Cesare Maldini che in buona compagnia, purtroppo, seguirà questo ennesimo derby dall’alto, e anche stasera sarà sinonimo di Scala del Calcio,non certamen-te per merito dello sgangherato Diavolo, che non sa più in qua-le parte del corpo lo possono ferire. Salvo miracoli. è vittima designata, senza scampo, Ne sono tutti consapevoli. Allegri, il più interessato alla giocata, ci va, come sempre con i piedi di piombo”. Abbiamo fatto una rimonta d’altri tempi. Peccato per la brutta eliminazione dal-la Champions di cui sentiamo il dovere di chiedere scusa ai nostri

tifosi. Abbiamo ritrovata la for-za e la continuità che erano so-liti attributi che ci portavano al risultato. Il Milan lo vedo male e me ne dispiace, come pure vi dico che è pur sempre capace di una delle sue imprese, che, one-stamente però, vedo difficile da concretizzarsi, dati i tempi che corrono. Ci siamo allontana-ti dal Napoli che, secondo me, avrà tante difficoltà a ritrovare il piglio di prima. Buon per noi che già possiamo pensare ad un altro scudetto”. “Io sarei più cauto, ci dice, il Gigione portierone dei record. Abbiamo ancora partite importanti,ma onestamente ci sentiamo superiori a tutte le al-

tre, anche se mi fa paura la fre-sca Roma, orfana troppo presto di Totti, che mantiene il nostro stesso passo. Fino alla fine lot-teremo, come è nel nostro stile e nella nostra storia”. Già, la sto-ria. Proprio quella che scrivono i vincitori sul campo e non gli storici sui libri quando e come gli fa comodo. Sul carro alato di Nike, ora, si è accomodata co-modamente la Vecchia Signora, che spera in un traghettamento agevole verso mete più alte,verso altri scudetti da ricordare. Fiat e non se ne parli più, ameno per quest’anno. Avete pensato, nel frattempo, al nuovo nome? Fate-celo sapere in Redazione.

Secondo accreditati ru-mor di spogliatoio Ma-rio Balotelli dovrebbe

partite titolare contro la Ju-ventus. Un’opportunità da sfruttare ma che in ogni caso difficilmente modificherà la delusione dei tifosi nei con-fronti di un giocatore dalle potenzialità indiscutibili ma che non riesce a proiettarsi nell’olimpo dei campioni af-fermati. Proprio nella stagio-ne in cui il comportamento del giocatore fuori dal campo è stato assolutamente corretto nel rispetto di tutte le regole le prestazioni sportive sono sta-te le più sofferte. Ma a parte

Per Balotelli troppe regolel’infortunio il punto sta pro-prio qui: modificare radical-mente un uomo, sradicando completamente le sue abitu-dini rischia di renderlo non naturale e fargli perdere quel-la spontaneità nei gesti e nel suo lavoro. La cura Mihajlovic forse non è stata troppo effi-cace: meglio qualche multa in più ma anche tanti gol nelle reti degli avversari. A volte usare troppo il pugno di fer-ro, comprimere una persona-lità stravagante sui monotoni binari della routine non serve

per far esplodere un talento. Mario ora è preciso, puntua-le, mai fuori dagli schemi, ma per uno che è sempre andato oltre gli schemi significa sof-focare il proprio istinto. Non vogliamo il Balotelli dei pe-tardi o degli eccessi di veloci-tà ma rivogliamo la sua fan-tasia in campo, le sue giocate imprevedibili, i suoi potenti scatti che sono nel suo dna calcistico come anche l’insof-ferenza per le troppe regole. D’altra parte anche Cassa-no ha dato il meglio di se in

squadre dove poteva andare oltre gli schemi nel rispetto del gruppo come a Genova o prima ancora a Roma, men-tre a Madrid imbrigliato dalla cura Capello, dall’invadenza dei media e dalla città ha mi-seramente fallito.

Gran galà del calcio, questa sera al Meaz-za, con la sfida Mi-

lan- Juventus, che rispolvera fantastici sogni nel ricordo di Cesare Maldini. Se la Vec-chia Signora batte il Diavolo, il campionato può ritenersi chiuso, anche perchè sareb-be la ventiduesima vittoria in ventitre giornate ad emettere il verdetto di supremazia de-gli attuali campioni d’Italia. Il Milan, però, non ci sta e dal momento che un altro passo falso di Bacca e compagni confermerebbe una stagione decisamente negativa, a parte la piccola soddisfazione della

finale di Coppa Italia contro la Juventus, tra l’altro, arrivata con scontri per nulla eccezio-nali con Crotone ed Alessan-dria.Il Napoli, che scenderà in campo domani pomeriggio al San Paolo contro il Verona, saprà già il risultato del match di San Siro. Sarli, tra l’altro squalificato, trarrà le conclu-sioni, senza perdere d’occhio la gara di dopodomani dell’O-limpico tra Roma e Bologna, con l’undici di Donadoni con il dente avvelenato per la sconfitta casalinga rimediata con il Verona, capace con un colpo di coda di riaprire il

campionato per quanto con-cerne la lotta per la retroces-sione, che ha visto Palermo, Frosinone e Carpi perdere pe-santemente Chievo, Genoa e Sassuolo. In effetti, se il Vero-na dovesse compiere un altro miracolo come quello di Bo-logna, si porterebbe a quota 25, sperando in un altro pas-so falso dei diretti concorren-ti, Frosinone, che oggi alle 15 affronterà l’Inter, mentre Car-pi e Palermo se la dovranno vedere rispettivamente con Chievo al Bentegodi alla Fa-vorita con la Lazio, guidata da Simone Inzaghi, subentrato a Pioli, dopo l’1-4 con la Roma.

Da seguire con attenzione anche la trasferta della Fio-rentina ad Empoli, nel derby toscano, mentre sicuramente non sono da perdere le sfide di Marassi e dell’Olimpico con la Sampdoria che riceve-rà la lanciatissima Udinese, reduce dal 3-1 con il Napoli e dall’Atalanta, che affronta la squadra di Ventura, con il biglietto da visita del successo con il Milan. Anche il Toro,però, non scherza, visto che arriva dal colpaccio di San Siro con l’In-ter, firmato da Belotti su cal-cio di Rigore, a dieci minuti dal termine.

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Grazie Napoli, è stato bello crederci

4 turni di squalifica, il Pi-pita salterà tra l’altro le sfide con Inter e Roma, servendo ai piemontesi

non colorati su un piatto d’oro quell’ultimo brandello di spe-ranza e di onestà che il calcio ita-liano non riesce più a trovare dai tempi della triade bianconera.“Gonzalo mi ha detto che ieri abbiamo capito quanto sia stato difficile per Diego vincere a Na-

poli. E’ quasi impossibile tenere testa a certi avversari in Italia. Ci siamo resi conto di quanto sia stato grande ciò che ha fat-to Maradona” (Nicola Higuain, fratello del Pipita). In fondo va bene così, anzi è meglio sia an-data così, per via della corsa forsennata per raggiungere la Juventus, abbiamo perso di vista quello che ci ha contraddistinto per tre quarti di stagione, cioè la bellezza del gioco del calcio, quello che chiamano gioco co-rale e che abbiamo espresso per lunghissimi tratti della stagione,

sembravamo a tratti il Barcello-na di Guardiola per come era-vamo belli e per come eravamo perfetti in campo, chi di voi ha dimenticato Milan-Napoli a San Siro? E Napoli-Lazio di questo campionato? Abbiamo donato gioia e gol in giro per lo stivale e oltre, un gioco pari a quello di Vinicio, ho detto pari, non vi al-larmate voi della vecchia guardia partenopea; abbiamo gioito di un cannoniere unico, argentino

come il Pibe de Oro, gol e assist a raffica, un fenomeno in maglia azzurra, un dono meraviglioso da vedere per chi ama il pallone oltre al tifo. Una corsa forsenna-ta per raggiungere i piemontesi che ci ha cambiato in peggio, stravolti, siamo diventati nervo-si, brutti da vedere, lamentosi per ogni cosa, per le differenze di orari fissati per disputare le varie gare, per gli arbitraggi, per il terreno di gioco, tutto questo ha chiaramente dimostrato che non siamo pronti per la pres-sione da sopportare in casi del

genere, tanto è vero che tutto ciò ci ha reso anche antipatici tal-volta, insomma tutto il contrario di quello che avevamo espresso fino a febbraio di questo 2016, tutto il contrario di quello che dobbiamo rappresentare. Ci sia-mo comportati come una brutta copia del DS Marotta di Monaco di Baviera dopo la sconfitta subi-ta dei non colorati a opera della squadra tedesca, sembravamo la Juventus di Bonucci e Chielli-

ni. Noi non siamo la Juventus e spero di non diventare mai una cosa del genere, prevalere a tutti i costi, senza il pudore di tarocca-re (moggiopoli, passaportopoli, calciopoli) pur di vincere, trion-fare senza onore, appoggiati dal Palazzo, pur di aggiudicarsi un titolo fosse pure immeritato, im-porsi senza valore ma solo grazie al potere, non è certo un proble-ma per chi ha fatto dell’abuso la sua strada, sociale, storica, mo-rale, ma noi no, noi non possia-mo essere così, stravolgerebbe il nostro modo di essere, di vive-

re, sarebbe deformare le nostre anime, la nostra storia secolare fatta di altro e non certo di sopr usi. Noi siamo altro, siamo Die-go Armando Maradona, siamo Gerardo Gonzalo Higuin, siamo Antonio Careca, siamo Ruud Krol, siamo Antonio Juliano, siamo Luis Vinicio. Noi siamo il Calcio. Va bene così, anche se l’ambiente, come è normale, sia depresso, arrabbiato, così come si è sentito Gonzalo Higuain a Udine, che subisce un fallo e paga lui pegno, viene cacciato, per ca-lare definitivamente il sipario su questo ennesimo campionato farsa. Espellere Gonzalo è par-sa ai più, come una liberazione da parte del calcio italiano, cosa ci fa questo Gigante in questo mondo fatto da mezzi uomini? Pipita merita solo tributi, feste, canti. Higuain è una divinità che

si scopre tremendamente fragi-le, che si ribella all’ingiusto. Ora che il suo tallone è in bella vista, gli sciacalli hanno già pronte le proprie frecce per stenderlo. D’altronde, nessuno ha trovato altro modo per arrestare la sua corsa. Questo è il calcio degli illeciti e dei corrotti, il calcio me-diocre degli opinionisti tanto al chilo dei Massimo Mauro, dei Gianluca Vialli, questo è il cal-cio dei banditori dell’aria fritta alla Bargiggia, il calcio dei Mu-ghini vera parodia di Vladimiro Caminiti, questo è il calcio che si è reso ridicolo a Monaco di Baviera e all’ultimo mondiale in Brasile, questo è il calcio italia-no attuale. Cosa ci fa uno come lui in mezzo a questo guazzabu-glio? Personalmente gli auguro di andare via al più presto, non godremo più delle sue reti, delle

sue perle balistiche come tifosi del Napoli ma sinceramente sa-rebbe non volergli bene aspirare a tenerlo legato ancora qui, nelle mani di un Irrati qualunque. Un solo rammarico, il forzato addio che il Pipita dovrà dare alla corsa per la “Scarpa D’oro”. Ovunque andrai caro Pipita sarai sempre nel cuore di chi come me ama il calcio, quello vero, senza alchi-mie, senza gli appoggi di Palaz-zo, siamo quelli e siamo tanti, che credono ancora che il calcio sia appunto ancora un gioco. La risposta di Napoli e dei tifosi della squadra della Capitale delle Due Sicilie, deve essere una sol-tanto, domenica contro il Verona stadio pieno e bandiere azzurre e gigliate al vento. Non ci avrete mai come volete voi. A nuje nun c’accide nisciuno.

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pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00isbn 978-88-6218-242-3

Nell’ottobre del 1908, cu-riosamente a Chiasso, si

disputava il primo Inter-Milan, la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne ce-lebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace rac-conto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le ma-glie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nel-la stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-ti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cro-naca si inseriscono spesso e vo-lentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emo-zione allo stato puro, è anche de-mocrazia: una sorta di bipolari-

Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro RaimondiIL DERBY DELLA MADONNINA

smo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, ap-passionato atto d’amore nei suoi confronti.Alberto Figliolia è giornali-sta pubblicista. Collabora con il «Gazetin», periodico indi-pendente di cronaca civile, e «tellusfolio», rivista telematica “glocal”. Allenatore di basket, ha provato a coniugare la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e soli-darietà. Collabora con Silvana Ceruti alla conduzione del Labo-ratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di Milano-Opera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione del-lo haiku e crede con fermezza nel martello libertario e gandhiano della poesia.Davide Grassi, giornalista pub-blicista, ha collaborato con diver-si quotidiani nazionali – tra cui il «Corriere della Sera» – prima di approdare agli uffici stampa. Ha pubblicato Inter? No, grazie! (Li-mina, 2002), Rossoneri comun-que (Limina, 2003) – antologia curata con Andrea Scanzi –, La palla è rotonda? (Limina, 2003), Rossoneri. Il manuale del perfet-

to casciavit (Fratelli Frilli Editori, 2008). Nel 2013, ha curato il Dia-rio della mia guerra (Segni e Pa-role), scritto da suo padre Paolo, e nel 2014 ha partecipato all’an-tologia 33 Racconti rock (QuiE-dit). Il suo sito è www.davideg.it, il blog www.fuorigiocoblog.com. Mauro Raimondi, milanese, ha esordito nel 2003 con Invasione di campo. Una vita in rossonero (Limina), partecipando all’an-tologia Rossoneri comunque (Limina, 2003). Insegnante di Storia di Milano, ha curato la biografia del poeta Franco Loi in Da bambino il cielo (Garzanti, 2010). Della sua città ha raccon-tato il cinema in Milano Films 1896/2009 (Frilli, 2009, coautore M. Palazzini), le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Dal tetto del Duomo (Touring Club, 2007) e i libri in CentoMilano (Frilli, 2006). I tre autori hanno pubblicato insieme Centonovan-tesimi (Sep, 2005), Eravamo in centomila (Frilli, 2008) e Portieri d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010, Figliolia e Grassi hanno inol-tre scritto La sua Africa. Storia di Samuel Eto’o (Limina), e nel 2012 Grassi e Raimondi hanno pubblicato Milano è rossonera (Bradipolibri).

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13sabato 9 aprile 2016 www.stadio5.it

Helirunner ed “Associazione Andrea Valentini, un aiuto ai bambini”,

con il patrocinio del Comune di Samarate organizzano la 2^ edizione della

Gara podistica a staffetta all’americana non competitiva

Ore 9.00 Ritrovo c/o Parco Primerano Cascina Costa di Samarate (VA),a fianco Museo Agusta.

Ore 10.00 Baby Run dedicato ai bambini da zero a 4 anni, 100 metri

Ore 10.15 Mini Run dedicato ai bambini dai 5 anni in su, 400 metri

Ore 10.30 Gara podistica a staffetta all’americana non competitiva 3 componenti per squadra, percorso ad anello di circa 1500 metri, 1 ora di gara

cronometraggio con chip Info e Iscrizioni: [email protected] Per rimanere informati, pagina facebook dell’evento 2^ Helirunner Relay Run

Il ricavato della manifestazione dello scorso anno, in accordo con la “Associazione Andrea Valentini, un aiuto ai bambini”,

è stato devoluto per realizzare una camera nella Pediatria dell’Ospedale di Novara.

Perseguendo le stesse finalità, il progetto di quest’anno si realizzerà presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale di Gallarate.

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buco NERO

Luigi Sada

finestra sul mondo e dintorni

Giovanni Labanca

Attualità

l’iSiS alle corde

17 aprile, trivelle contro

Il referendum di Ulisse

Continua l’offensiva su ter-ra dell’esercito siriano di

Assad contro l’ISIS, che ar-retra, rifugiandosi in sacche che potrebbero essere fatali in prospettive future. I siriani aiutati dai Russi che martella-no con raid aerei il Califfato ed i ribelli schierati contro la tregua in atto oramai da due settimane. Assad è entrato in Palmira, dove le devastazioni dell’ISIS, fortuna vuole, sono

state contenute. Le file dell’I-SIS si sono ridotte parecchio, ma l’occidente non può stare sicuramente tranquillo fino a che i terroristi non saranno sterminati definitivamente. Nell’ISIS sono molto le diser-zioni, con i guerriglieri che fuggono verso il nord, dove ad attenderli ci sono le truppe turche e molti pasdaran ira-niani, schierati in prima linea dopo gli accordi con l’ONU.

Media russi riferiscono, però, di un recente attacco chimico dell’ISIS contro l’aeroporto militare di Dayr Az Zor, nella Siria orientale, assediato dai jihadisti, ma in mano gover-nativa. Intanto, il leader di una frazione di Al qaida, in Siria Abu Firas Al Suri è sta-to ucciso in un attacco delle forze aeree USA effettuato nella provincia di Idlib. In fuga parecchi combattenti

ISIS. Nel frattempo Salah, il terrorista di Parigi, ha ac-cettato di essere estradato in Francia, dove verrà interro-gato e processato. E mentre l’ISIS arretra, viene alla luce un nuovo scandolo interna-zionale legato all’esportazione di danaro nei paradisi fiscali. Da una inchiesta giornalisti-ca a Panama, sono venuti alla luce parecchi big di tutto il mondo, cominciando da pre-

sidente russo Putin, calciato-re Messi, Platini, Ian Marie Le Pen, Montezemolo, il lea-der cinese Xi Pjing, l’ucraino Poroschenko, il presidente siriano Assad, Camerom, l’ex pilota Trulli e, addirittura, l’ex presidente egiziano Mubarak e Gheddafi, quest’ultimo, tra l’altro, ucciso quattro anni fa, nelle primavere arabe e oltre ottocento imprenditori italia-ni. Si chiama Scandalo Pana-

ma Pepers, inchiesta partita un anno fa, per l’Italia il gior-nale è l’Espresso. Pronta la ri-sposta di Putin: “è un attacco della CIA”.

Provate a chiedere in giro cosa ci sarà domenica prossima 17 aprile in Italia: il 90% vi rispon-

derà che si giocherà la grande partita Inter Napoli a San Siro. Qualcuno, ma proprio qualcu-no, potrebbe aggiungere che si voterà anche per i referen-dum sulle trivelle. Quanti guai stanno portando ste trivelle, in mare e soprattutto nel golfo mistico del Parlamento italiano che, più degli altri, naviga in acque talmente stinte, da dare la netta sensazione che i par-titi componenti ne sappiano o ne vogliano sapere talmente poco, a punto tale che i nostri politici nascondano qualco-sa di importante agli italiani. Facciamo luce. Questo referen-dum è uno dei pochi, se non il primo, che viene formalmen-te chiesto ed organizzato non con la solita raccolta firme, ma dalle Regioni:Basilicata, Cala-bria, Campania, Lazio, Liguria,

Lombardia, Marche, Molise, Puglia e Sardegna. Si chiede se abolire l’articolo 17 del decreto legge 152, del 3 aprile 2006, con cui venivano concesse licenze di trivellazioni marine entro 12 miglia dalle coste, fino ad esau-rimento del giacimento in atto, in pratica per un tempo quanti-ficabile con esattezza. Con il re-ferendum si chiede, invece, di limitare le trivellazioni SOLO fino alla scadenza del contratto siglato, in modo tale da sapere con sicurezza fino a quando il fondale del nostro mare blu dovrà essere pertugiato senza misericordia. Le concessioni sono in totale 12 ed interessa-no soprattutto le nove regioni baciate dal mare. I comitati che se la “battano” sono due, “NO-TRIV” e “ Ottimisti e raziona-li” che fanno capo al comunista Borghini, che vanta pure una fugace apparizione a Palazzo Marino, come sindaco di Mi-lano. La chiamata alle “armi” interessa 8.000 comuni, con 61.576 sezioni, dove dovreb-bero recarsi “per diritto” ben 47.212.590 volenterosi eletto-ri, tra cui 22.700.892 maschi e 24.511.688 femmine. La data scelta, il bel tempo primaveri-le e la cattiva abitudine fanno pensare che il quorum della metà più uno degli aventi dirit-

to al voto sarà un miraggio, un pio desiderio. In questa bagar-re politica volano gli stracci,in questi giorni, tra i partiti di maggioranza PD, in quasi tut-te le Regioni e gli altri. Il PD, fulgido esempio di cristallina democrazia alla Stalin, lascia alle sue pecorelle “libertà di coscienza“ e, sotto sotto, sug-

gerisce un bel bagnetto fuo-ri stagione o comunque una bella gitarella fuori porta. Gli iscritti, i ribelli dei tesserati si sono adirati non poco,tanto da far aumentare ancora di più la confusione che da tempo av-volge via del Nazareno. Insom-ma, per non farvi perdere tanto tempo,il principale partito che governa nove regioni marinare ha detto “no”, non come l’uomo del Monte, come si aspettava-no i compagni. Il PD, in poche parole, vuole che si voti un bel NO, dimostrando le sue ragio-ni, allo stesso modo in cui gli avversari del SI spiegano le loro giuste rivendicazioni,correlate da mille convincenti argomen-

tazioni. Vedremo chi la spun-terà alla fine. L’impressione che corre veloce in questi giorni è quella secondo la quale il refe-rendum non sarebbe figlio di nessuno, senza paternità, ma concepito da un extracomuni-tario alieno intrufolatosi nella nostra vita politica. Insomma, è proprio un corpo estraneo

che dà solo prurito e fastidio. Intanto, come fuoco covato sotto la cenere, si infiamma lo scandalo del petrolio, in Basi-licata dove, more solito, vengo-no fuori le solite idiozie degli uomini di potere, di troppo potere. Le indagini stanno fa-cendo il loro corso, come si dice in queste occasioni, dove, ma guarda un po’, tutti gli in-quisiti per fatti anche gravi, ribadiscono di avere massima fiducia nella magistratura, sal-vo poi cambiare idea, in caso di condanne. Noi tralasciamo vo-lutamente questo filone in pro-gress, ma non possiamo non fare un cenno sulla Papessa di Corleto Perticara, la sindaco

Rosaria Vicino, che, forse figlia segreta della dinastia dei Bor-gia, usava la sua carica come un familiare ufficio di colloca-mento. Oh Dio, non ci sarebbe niente di male che rivendicasse a piè sospinto, posti per i suoi paesani, a cui erano stati pro-messi durante le elezioni e pri-ma ancora che la Total e l’Eni avessero cominciato a trivellare quei bei campi ubertosi e for-ti dei profumi di frutti unici, ora spariti, cancellati dal fumo. Dicevamo del sindaco. Quello che ha stupito tutti sono stati i metodi spiccioli con cui chie-deva alla Total i posti più di-sparati, per gente di qualsiasi

estrazione sociale e non sem-pre delle categorie richieste. Doveva dare il posto e basta, altrimenti, in caso contrario, nessuna “carta” ( come si chia-mano i documenti nel nostro meridione) sarebbe uscito dal suo maniero. E così avveniva, perchè alla Total, a conti fatti conveniva. I giudici stanno sca-vando nei suoi appunti e poi ci diranno se ci sia stato illecito o se l’ufficio di collocamento per-sonale fosse regolare. Vedremo, come dedicheremo anche un ampio servizio sul modo con cui i sindaci del Texas abbia-mo speso i milioni di royalty, piovuti copiosi nelle casse dei loro comuni, fatte ingrandire

per l’occasione. Hanno crea-to sviluppo collaterale, hanno dato il via a processi produtti-vi atti a fermare le migrazioni di giovani verso altre fortu-ne, hanno fatto da volano alla crescita delle loro comunità o sono serviti solo a foraggiare feste e festini, sagre e sagrette che, specialmente d’estate pro-liferano come mosche? Dare-mo anche una buona occhiata ai metodi di spartizioni dei mi-lioni in tutta la Basilicata. Ora, non ci resta che fare una sola cosa: invitare tutti ad andare a votare, per il SI o per il NO, per raggiungere almeno il quorum che significherebbe la rivincita

della democrazia e sperare che, in caso di vittoria del SI, l’esito del referendum fosse reso im-mediatamente applicativo, al contrario di quanto fatto per altri referendum, come, per esempio, quello sul finanzia-mento pubblico dei partiti. Se ci sono gli stessi timori, avrem-mo sprecato tempo, denaro ed affossata la volontà del popolo sovrano. Stadio5, amante della democrazia vera, si augura, per il buon nome della nostra Ita-lia ancora bella, che non venga sciupata questa bella prova di libertà, in modo tale che quel-lo di domenica prossima non diventi, realmente, il Referen-dum di Ulisse.

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Anastasia Mazzia

Cinema

Il regista Renzo Martinelli indaga sulla drammatica strage del 27 giugno 1980 nel film inchiesta “Ustica”,

nelle sale dal 31 marzo.La tragica vicenda del 1980 in cui persero la vita ben 81 perso-ne è rimasto irrisolto: molte sono

u S t i c a L’indignazione di Martinelli

state negli anni le ipotesi, ma ad oggi l’inchiesta è caduta nel di-menticatoio ed i parenti delle vittime insieme a tutta l’Italia aspettano ancora una risposta. Un DC9 appartenente alla com-pagnia aerea ITAVIA scompare dagli schermi radar senza lascia-

re nessun segnale d’emergenza e si schianta tra le isole di Ponza e quella di Ustica. Su quell’ae-reo civile hanno perso la vita 81 persone, tra cui la giovanissima figlia della giornalista siciliana Roberta Bellodi (Caterina Muri-no). Roberta insieme al deputato del Parlamento italiano Corrado di Acquaformosa (Marco Leo-nardi), cercherà di far luce sulla verità tra depistaggi, scomparse di prove e morti “accidentali”.Le ipotesi ufficiali e più accredita-te sulla strage di Ustica sono sta-te: cedimento strutturale dell’a-ereo, una bomba a bordo, un missile. Nessuna di queste ipo-tesi è stata sino ad oggi provata. Dopo 4 anni trascorsi a studiare ed analizzare perizie e documen-ti, ed insieme a due ingegneri aeronautici, il regista Martinelli

ha avanzato una quarta ipotesi. Sicuramente convincente, an-che se poco credibile, l’ipotesi di Martinelli mira soprattutto a riaccendere i riflettori sulla stra-ge di “Ustica”, sui vari depistaggi che si sono susseguiti negli anni, sulle verità celate. Ad una attenta ricostruzione scenografica, che vede dettagliate scene di volo re-alizzate con movimenti aerei veri su paesaggi reali e l’inserimento di caccia da combattimento in 3D, corrisponde una sceneggia-tura lacunosa. Lo sviluppo nar-rativo, infatti, risulta zoppicante

ed il ritmo poco avvincente. I personaggi sono poco caratteriz-zati ed i dialoghi lenti. Le stesse interpretazioni dei personaggi lasciano molti dubbi e perplessi-tà. Il regista comunque regala un affresco politico e sociale molto reale e crudo: nel Bel Paese è la ragion di Stato a scrivere la sto-ria. Infatti per ragioni politiche, per dettami di alleanze e strate-gie, vengono sacrificate persone innocenti sotto la dicitura di “Se-greti di Stato”. Inoltre il regista critica fortemente l’Italia per es-sere, a distanza dei secoli, quella

dei “giri di valzer”, come la definì il cancelliere tedesco  Von Bülow alla fine dell’800: negli anni ’80 il paese vantava una “moglie ame-ricana da cui prender ordini, ed un’amante libica con cui di se-greto intrecciava accordi”. “Usti-ca” è sicuramente un importante film-inchiesta, ben confezionato, che vuole cercare la verità e riac-cendere il dibattito sulla terribile strage del 1980.Il regista Martinelli riesce a rega-larci quei film-inchiesta che tan-to vanto hanno portato al  nostro Paese!

“C’era una volta Biancaneve” e la famosa e clas-sica storia dei fratelli Grimm

tanto amata dai più piccoli. Poi c’è stata “Biancaneve e il cac-ciatore”, la rivisitazione fantasy diretta da Rupert Sanders con Kristen Stewart (“Twilight”). Adesso è il turno del prequel-sequel “Il Cacciatore e la Regina di ghiaccio” diretto da Cedric Nicolas Troyan. Il film racconta la storia di due sorelle amorevo-li: la perfida Ravenna, la regina cattiva interpretata dall’affasci-nante Charlize Theron, e la dolce Freya (Emily Blunt). In segui-to ad un drammatico evento la fragile Freya scopre i suoi poteri di ghiaccio e decide di fondare un suo regno al Nord, nel qua-le costruirà una civiltà basata su bambini-soldato (i cacciatori) e sul rinnegamento totale dell’a-more.  Ma proprio tra due cac-ciatori, Eric e Sara  (Hemsworth e Chastain), scoppierà l’amore e nonostante le mille difficoltà che

Il Cacciatore e la Regina di GhiaccioIl deludente prequel

dovranno affrontare assicure-ranno l’happy ending tipico delle fiabe. “Il cacciatore e la Regina di ghiaccio” risulta così omaggiare e richiamare molte pellicole fa-mose: da “Frozen” a “La bussola d’oro” alla saga de “Il Signore de-gli Anelli”. Ad un’ottima bellissi-ma fotografia ed un’attenta cura di vestiti e trucchi corrisponde

una regia ed una sceneggiatura abbastanza anonime. Il solito messaggio buonista de “L’amore vince sempre su tutto”, poi, risul-ta ridondante e fiacco! Anche la solita messa in scena di “pellicola femminista e tutta al femminile” risulta ridicola. Le regine cattive in realtà  sono solo femminucce piagnucolanti in cerca di amo-re, mentre la vera protagonista, a dispetto del titolo, è la caccia-trice, Jessica Chastain, amante passionale e guerriera temibile. Il resto del cast, nonostante vanti nomi famosi, cerca di barcame-narsi tra battute scontate e gag grottesche. Il regista Cedric Ni-colas Troyan confeziona così un blockbuster che cerca di fare l’oc-chiolino agli adolescenti, infar-cendo la storia di romanticismo ed allo stesso tempo di epiche avventure, concentrandosi su sfavillanti scenografie e sacrifi-cando però non solo l’incipit ma tutto lo sviluppo narrativo. “Il Cacciatore e la Regina di Ghiac-cio” è un film mediocre che la-scia poco nello spettatore se non l’apprezzamento per i bellissimi trucchi ed i magnifici abiti delle protagoniste.

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17sabato 9 aprile 2016 www.stadio5.it

Musica

Riccardo Sada

“Tutto Quello Che Ho” è il nuo-vo singolo di Mr. Rain, rapper e beatmaker di Desenzano del Garda, al suo secondo brano con Italo, etichetta discografica indi-pendente distribuita dalla Media Records di Gianfranco Bortolot-ti destinata a individuare i nuovi talenti nazionali del linguaggio urban. Mattia Balardi aka Mr. Rain (classe 1991) inizia a scri-vere i suoi primi pezzi nel 2009; nel 2011 ha realizzato il suo pri-mo mixtape, nel 2013 ha parteci-pato al talent televisivo X-Factor, che ha abbandonato subito dopo essere stato ripescato per l’en-trata in diretta. Nel 2015 ha au-toprodotto il suo primo album “Memories”, composto da sedici tracce tutte rigorosamente auto-biografiche. Mr. Rain si è esibito in diversi opening act in concerti di artisti top quali Fabri Fibra, Fedez, Emis Killa. Con “Caril-lon”, suo disco d’esordio su Ita-lo, ha raggiunto oltre 1.500.000

Riecco Mr. Rain, rapper e beatmaker“Tutto Quello Che Ho” è uno sfogo personale che guarda verso il futuro con modalità propositive, un messag-gio per chi non perde la speranza di poter cambiare le cose, anche e soprattutto quando sembra troppo tardi

visualizzazioni su Youtube. En-tro l’estate sarà presentato il suo nuovo singolo, entro dopo l’esta-te sarà il momento del suo primo album, per il quale si prospetta-no già sin d’ora collaborazioni di livello. HYPERLINK “http://www.gfb.guru/artists/mr-rain/”www.gfb.guru/artists/mr-rain/ HYPERLINK “http://www.Mr-rain.it/”www.Mrrain.it

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MusicaRiccardo Sada

Tra gli eventi clou della undicesima edizione del Design Week Festival,

quello di venerdì 15 aprile al Fa-brique di Milano, si preannuncia come la notte di entertainment più lunga, con la celebrazione dell’etichetta Diynamic e il suo speciale showcase.Fondata nel 2006 da Solomun (nella foto) e da Adriano Trolio, la tedesca Diynamic è diventata in poco tempo una delle label di musica elettronica più rispet-tate al mondo: merito delle sue produzioni, del suo party Solo-mun+1 al Pacha di Ibiza e dei Dynamic Festival di Amster-dam, Berlino, Buenos Aires e Tel Aviv. Lo showcase di venerdì 15 arriva a Milano subito dopo i grandi festeggiamenti per il decennale dell’etichetta, che sa-bato 9 e domenica 10 aprile do-mineranno Berlino. La musica di Solomun è unica al mondo: sinuosa, elegante e soprattutto ipnotica. Un dj che come pochi altri nella storia ha saputo rifon-dare e personalizzare il concetto di House Music, merito anche di uno stile in consolle che non è azzardato definire felino: dai festival alle serate da club, per Solomun le consolle non hanno né mai limiti né segreti. Il video della sua Boiler Room di inizio 2015 è il più visto di tutti i tem-pi, con oltre 8 milioni di visua-lizzazioni. Johannes Brecht si presenta al Fabrique con il suo live, forte della sua formazione da musicista classico, che per

diYNamic SHoWcaSe: eVeNto clou del deSigN WeeK FeStiVal

fortunate congiunzioni astrali lo hanno fatto approdare all’elet-tronica. Il virtuosismo è nel suo dna, basti pensare ai suoi arran-giamenti strumentali per diversi album, quelli per Sony Classical su tutti. I pisani Undercatt fanno parte della famiglia Diynamic da un paio di stagioni, il tempo di

raggiungere la maturità scolasti-ca, mentre quella musicale era evidentemente già ben definita.Ad Andrea Rango (Signal Hills), responsabile della programma-zione musicale di m2o, il com-pito di portare il warm up alla giusta temperatura, con un djset che varia dal nu-jazz alla techno.

Venerdì 15 aprile 2016 (dalle ore 23) DWF11 e BECK’S

presentanoDIYNAMIC SHOWCASE ft. SOLOMUN, JOHANNES BRECHT live, UNDERCATT + Andrea Rango

(Signal Hills)In partnership with m2o / LG / IED

An event by ELITA / AMNESIA / DETROIT / SINCRONIE / LOUD CONTACTFabrique Milano, via Fantoli 9

telefono 02/5063008 - www.fabriquemilano.it

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n o n s o l o c a l c i oSuoni eSapori

Come molte ricette ti-piche della tradizione campana, anche quel-la dei peperoni imbot-

titi è stata rivisitata. Le varianti più gettonate e preparate nel resto d’Italia sono quelle con la carne macinata, il riso, ricotta e pinoli. A Napoli vengono chia-mati “puparuoli mbuttunati” e ci sono due varianti: la prima con imbottitura di melanzane fritte, olive, acciughe, pane raffermo e la seconda con farcitura di ver-micelli. Per quest’ultima viene utilizzata la “papacella” ovvero una varietà di peperone corta e tonda, tipica della nostra regio-ne.Noi vi proponiamo la ricetta della prima variante. Ecco gli ingredienti per sei persone ed il procedimento.Ingredienti6 peperoni gialli e rossimezzo kg di melanzaneolive nere di Gaetapane raffermo a fette3 acciughe sotto sale1 cucchiaio colmo di capperiolio extravergine d’oliva e olio per friggereprezzemoloagliosalepepeProcedimentoLavate i peperoni, tagliate la ca-lotta superiore con il picciolo e lasciatela da parte. Dopo averli puliti all’interno, privandoli dei semi, grigliateli quanto basta per eliminare la pelle. Disponetevi su un piatto. Intanto tagliate le melanzane a dadini e friggetele. Tagliate a dadini il pane raffer-mo e soffriggetelo, aggiungendo le olive snocciolate, i capperi, le acciughe ed un po’ d’aglio. Spe-gnete ed aggiungete il pepe ed il prezzemolo. Dopo aver amalga-mato per bene, aggiungete anche le melanzane. Con il composto

Puparuoli mbuttunati alla napoletana

ottenuto imbottite l’interno di ogni peperone e disponeteli su una teglia da forno. Salate e con-dite con un filo d’olio extravergi-ne d’oliva.Fate cuocere in forno per 40 mi-nuti a 180 gradi. Si possono ser-vire sia caldi che freddi. Storia ed origini dei pe-peroni imbottiti

“Verba volant, scripta manent”. Passione innata, fonte di cono-scenza e di gratificazione perso-nale, la scrittura è tutto ciò che amo di più in assoluto, in conco-mitanza alla letteratura, alla lin-guistica, all’arte in ogni sua for-ma, alle lingue straniere ed alla cucina. Sono convinta che il po-tere della scrittura sia disarman-te. I pensieri prendono forma attraverso le parole improntate su carta. La parola “scrittura” mi evoca mille emozioni diver-se, che spaziano dalla gioia alla pace, dallo stupore alla soddi-sfazione. Scrivo per imparare, per ricordare, per esprimermi, per raccontare, per informare e per sentire quel brivido di vita che solo la scrittura e poche altre cose possono dare. Come molte ricette tipiche della tradizione campana, anche quella dei pepe-roni imbottiti è stata rivisitata. Le varianti più gettonate e preparate nel resto d’Italia sono quelle con la carne macinata, il riso, ricotta e pinoli. A Napoli vengono chia-mati “puparuoli mbuttunati” e ci sono due varianti: la prima con imbottitura di melanzane fritte, olive, acciughe, pane raffermo e la seconda con farcitura di ver-micelli. Per quest’ultima viene utilizzata la “papacella” ovvero una varietà di peperone corta e tonda, tipica della nostra regio-ne. Noi vi proponiamo la ricet-ta della prima variante. Ecco gli

ingredienti per sei persone ed il procedimento.Ingredienti6 peperoni gialli e rossimezzo kg di melanzaneolive nere di Gaetapane raffermo a fette3 acciughe sotto sale1 cucchiaio colmo di capperiolio extravergine d’oliva e olio

per friggereprezzemoloagliosalepepeProcedimentoLavate i peperoni, tagliate la ca-lotta superiore con il picciolo e lasciatela da parte. Dopo averli puliti all’interno, privandoli dei

semi, grigliateli quanto basta per eliminare la pelle. Disponetevi su un piatto. Intanto tagliate le melanzane a dadini e friggetele. Tagliate a dadini il pane raffer-mo e soffriggetelo, aggiungendo le olive snocciolate, i capperi, le acciughe ed un po’ d’aglio. Spe-gnete ed aggiungete il pepe ed il prezzemolo. Dopo aver amalga-

mato per bene, aggiungete anche le melanzane.Con il composto ottenuto im-bottite l’interno di ogni pepe-rone e disponeteli su una teglia da forno. Salate e condite con un filo d’olio extravergine d’oliva.Fate cuocere in forno per 40 mi-nuti a 180 gradi. Si possono ser-vire sia caldi che freddi.

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Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011