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LA SITUAZIONE È DEL TUTTO CHIARA.
DIFFONDETE!
Sulla nostra Terra, in quest'epoca, pochissimi stanno dominando e asservendo moltissimi e
pochissimi hanno la maggior parte delle risorse finanziarie. Lo strumento principale di questo
dominio sono proprio le risorse finanziarie e il controllo sull'emissione del denaro e del credito.
Questo controllo si esercita con i seguenti strumenti:
La privatizzazione e il controllo delle banche centrali degli stati e dell'UE. Questo
processo è avvenuto nel corso degli ultimi decenni. Con ciò gli stati hanno perduto la
loro sovranità monetaria;
La creazione dei paradisi fiscali e la creazione del denaro dal nulla in alcune banche
d'affari lì collocate, ma anche in banche dei nostri stati (USA, Inghilterra, ecc.);
I sistemi opachi e non controllabili di registrazione elettronica delle transazioni
finanziarie da un soggetto ad un altro, sotto il controllo delle banche più potenti.
Dove e quando il potere del denaro non basta per asservire i popoli, vengono usate le varie
mafie e gli eserciti, che però sono pagati ugualmente attraverso il controllo sul denaro e sulle
finanze. Tutte le popolazioni sono tenute con un livello di denaro molto basso. Manca denaro
ovunque, presso i cittadini, le famiglie, le imprese, le banche non colluse con la grande
finanza, gli stati.
Anche l'alto livello di disoccupazione è uno specchio della mancanza di risorse monetarie, che
servirebbero per favorire l'avvio di iniziative economiche virtuose. Al contrario, fuori della vita
reale e dell'economia reale, sono presenti masse infinitamente enormi di denaro parassitario,
speculativo, dedito solo alla rendita finanziaria e al potere, al parassitaggio e vampiraggio
sull'economia e sulle popolazioni.
Perfettamente funzionale al potere del capitale finanziario parassitario sono stati tutti i processi
della globalizzazione, così come è oggi intesa e come è stata realizzata: totale libertà per i
capitali finanziari di spostarsi, alla velocità dei clic dei computer, da un paese all'altro, da una
moneta all'altra, da un pacchetto azionario ad un altro, da una impresa all'altra, da un affare
all'altro, da una speculazione all'altra, senza curarsi delle conseguenze che questo possa avere
sulla economia e sulla vita reali, compresa la salute della popolazione e la vita del nostro
pianeta.
Tanto più l'economia reale è indebolita e non è più in grado di consentire affari sufficienti per
tutte le masse finanziarie speculative, quanto più questo capitale finanziario parassitario si
dedica ora ad acquisire tutti i beni della Terra: i terreni produttivi in primo luogo (land
grabbing), ma anche le miniere, le imprese e i complessi industriali, le banche, i beni e i servizi
pubblici di ogni genere. Di qui le pressioni sugli stati a vendere e privatizzare tutti i beni delle
loro popolazioni.
I politici di tutti gli stati hanno venduto il loro potere e il potere delle loro popolazioni, alla
grande finanza speculativa internazionale. Il potere di per sé starebbe nelle mani della politica,
perché essa ha il compito di fare le leggi, ma i politici per incompetenza o insipienza o per
corruzione, hanno finito per fare leggi favorevoli al dominio della grande finanza speculativa;
hanno ceduto alle pressioni di lobbying della finanza al potere, che certamente dispone di
mezzi molto più potenti di quelli della politica.
Il nostro Mario Monti è uno dei tanti politici che ha venduto l'anima e la coscienza al potere del
denaro e della grande finanza e che la sta servendo, contro l'interesse del popolo italiano e
dell'umanità. Attualmente le popolazioni sono ridotte come pesci in una fossa a cui viene
sottratta gradualmente l'acqua. Avremmo il potere di essere delfini in pieno Oceano, ma
abbiamo scelto di essere pescetti in una pozza a cui viene sottratta l'acqua!
Che fine faremo? Moriremo boccheggiando? Qualsiasi iniziativa economica virtuosa e qualsiasi
stile di vita virtuoso viene reso impotente ad operare un vero cambiamento esteriore, finché
non è risolto alla base il problema finanziario e monetario.
COME MAI CI TROVIAMO IN QUESTA SITUAZIONE?
Come mai ci troviamo in questa situazione di civiltà umana e non riusciamo a uscirne fuori?
Come mai l'evidenza neppure si vede? Sarebbe estremamente semplice risolvere i problemi
attuali e realizzare una civiltà del benvivere per tutti. Ciò che subiamo è lo specchio di quello
che siamo! Ognuno di noi vorrebbe vivere di rendita finanziaria. Le persone che giocano al
lotto e a tutti gli infiniti altri giochi d'azzardo, nonostante la crisi, stanno aumentando! E allora
è giusto essere dominati da chi sa realizzare veramente la più grande rendita finanziaria.
Ognuno di noi, nel proprio piccolo, vorrebbe, se potesse, esercitare il potere e imporre il
proprio punto di vista per il proprio interesse, in famiglia, sul lavoro, fra gli amici, nella
comunità locale in cui vive e nella società. E allora è giusto essere dominati da chi il potere sa
meglio esercitarlo! Ognuno di noi ha accettato il principio dell'economia moderna: dal coltivare
il mio egoismo e dall'egoismo di tutti, ne consegue il bene economico di tutti. Principio
evidentemente falso, ma accettato e vissuto, per cui è giusto essere dominati da chi sa meglio
coltivare l'egoismo.
QUALE E' LA SOLUZIONE A QUESTA SITUAZIONE? E' una doppia rivoluzione!
La rivoluzione interiore: il cambiamento dei propri pensieri, sentimenti, intenti volitivi, il
cambiamento della vibrazione della propria anima e della propria coscienza, del proprio essere
vero. Il fuoriuscire dell'anima dalla melma della volontà di potere, invidia, aggressività,
attaccamento ai beni della Terra, ma anche dalla depressione, sentimento di impotenza,
sfiducia, pessimismo. Fuoriuscire dall'egoismo, dalla centratura su se stessi e sui propri
interessi contro quelli degli altri. Entrare gradualmente nella visione dell'altro e della comunità
come la propria vera ricchezza.
La rivoluzione esteriore: pretendere la statalizzazione delle banche centrali e della BCE e la
riappropriazione della sovranità monetaria da parte degli stati, da usarsi per iniziative
economiche virtuose, a vantaggio delle popolazioni, e non per gonfiare gli apparati statali;
pretendere la piena trasparenza su ogni fatto finanziario e su ogni transazione finanziaria e la
chiusura totale dei paradisi fiscali e delle banche che operano in essi; rinnovare totalmente la
politica, verso un potere diffuso e partecipativo; ciò non è possibile fino a che non vengono
rinnovate la finanza e l'economia, perché oggi le persone non hanno tempo, mentre in una
economia di giustizia e rettitudine sarà sufficiente lavorare mezza giornata per il benessere e
ben-vivere di tutti.
Offrire l'occupazione a tutti, senza alcuna eccezione, perché il lavoro ed il reddito di base sono
un diritto. Rispettare la natura e l'ecologia del pianeta. Migliorare e non distruggere la vita
naturale sulla Terra.
Alcuni link per approfondire:
La dittatura della finanza: abbiamo tradito il vangelo? di Alex Zanotelli;
Sul link trovate la voce "Video Summit" per accedere ai video, e la voce "dispensa
didattica di base": Abbiamo perduto la sovranità monetaria a favore dei
banchieri: per questo siamo nei guai;
La soluzione facile, immediata, definitiva ed unica ai problemi del debito
pubblico e della recessione;
Dal presidente del parlamento europeo la conferma: le banche ci stanno
truffando
Scritto da Loris Asoli – La Terra e Il Cielo - su Rees Marche - maggio 2012)
NEL BRENTA CORSO DI CUCINA BIOLOGICA
Venerdi 25 maggio inizierà 'Mangiando s'impara: spezie e saperi. L'orto veneto a
tavola!', il nuovo corso di cucina e culture di Fratelli dell'uomo. Ma con due grandi novità:
non sarà solo un corso di cucina, ma anche di orticoltura biologica.
Infatti, prima di cucinare e mangiare, è previsto un passaggio
nell'orto insieme ad Enrico, produttore e proprietario dell'Azienda
Biologica Gaia (che ospita l'iniziativa), per imparare un po' di
orticoltura e raccogliere tutti i prodotti che poi saranno cucinati e
assaggiati insieme.
Consigliabile, quindi, un abbigliamento semplice e adeguato.
Inoltre, il corso sarà arricchito da testimonianze di esperti di
produzione biologica locale che in alcune serate racconteranno il
forte legame tra l'agricoltura biologica e la memoria storica del
territorio.
Date e orari: quattro venerdì a partire dal 25 maggio, dalle 18,30 alle 21,30 (si raccoglie, si
cucina e si mangia, tutti assieme).
Dove: Azienda agricola Biologica Gaia, via Borghetto II, 12A - Presina di Piazzola sul Brenta,
Padova (www.biogaia.info) – *visualizza QUI la mappa stradale*.
Serate a tema: la merenda del contadino, i primi dell'orto, le polente nobili, è nata la prima
frittata o la torta salata.
Iscrizioni: [email protected] oppure telefonare a 380.7985080.
Contributo: € 20,00 per l'intero corso, con ricettario finale.
Sabato 23 giugno evento finale: a cena con il contadino! Una serata molto speciale nella
scelta del menù (biologicamente veneto), della location (candele ma non solo...) e dei cuochi
(un gruppo molto particolare) con visita guidata per grandi e bambini ai campi e ai pollai
dell'azienda, il cui contributo verrà in parte devoluto al sostegno dei progetti in Bolivia e
Senegal di sovranità alimentare di Fratelli dell'Uomo (per info: www.fratellidelluomo.org).
Per chi volesse conoscere l'Azienda Gaia ed Enrico, il suo proprietario, in anteprima, sono
aperte le prenotazioni per la gita in azienda domenica 13 Maggio organizzata dall'Associazione
e gruppo di acquisto solidale Biorekk.
L'Ong Fratelli dell'Uomo ha come finalità di promuovere e sensibilizzare alla eco-sostenibilità
soprattutto attraverso l'organizzazione di eventi e attività nel campo del biologico e della
biodiversità alimentare e culturale. “Da anni - spiega Viviana Cocchi - abbiamo un marchio
registrato di corso di cucina e culture che si chiama 'Mangiando s'impara: spezie e saperi', e
abbiamo organizzato con molto successo più di dieci corsi di cucina multietnica in Veneto,
Lombardia e Toscana”.
(dal Bollettino Bio di Greenplanet - maggio 2012)
LE CRITICITÀ DEL NUOVO OSPEDALE
Da oltre dieci anni la politica locale e regionale è impantana in una stucchevole e ormai
insopportabile discussione sulla futuribile costruzione di un nuovo ospedale, in sostituzione
degli attuali stabilimenti sanitari padovani. Futuribile perché nessuna certezza, soprattutto
quella del finanziamento, è stata trovata e scritta per attuare questo oneroso progetto.
In più occasioni, autorevoli voci della pubblica opinione hanno espresso forti perplessità (dal
sottoscritto condivise) sull’opportunità di focalizzare quasi totalmente l’attenzione dei cittadini
e delle istituzioni locali, sulla realizzazione di un’altra struttura sanitaria a Padova.
In premessa sarà bene fare chiarezza sui tanti (troppi) preventivi di spesa: i balletti sulle cifre
hanno fatto ubriacare la politica. Inizialmente, gli amministratori pubblici locali e regionali e
qualche “interessato” accademico avevano indicato in trecento milioni di euro le risorse
necessarie per costruire il nuovo ospedale, poi sono passati a cinquecento, settecento, un
miliardo e duecento milioni, non escludendo un tetto da due miliardi.
Ora dicono che “sarebbero sufficienti” settecento milioni. Volutamente utilizzo il condizionale
perché a consuntivo, se sarà costruito il nuovo ospedale (lavori che non termineranno prima di
sei - sette anni), i costi, realisticamente, non potranno essere inferiori al miliardo e mezzo di
euro. Se la Regione non vuole riproporre lo speculativo strumento del project financing, dove
andrà a reperire le risorse per realizzare il nuovo ospedale?
Sono più che certo che a questa domanda non seguirà alcuna credibile e realistica risposta,
perché la sanità, storicamente, soffre della sottostima al proprio fondo nazionale di riparto, e in
Veneto il “dichiarato” pareggio di bilancio 2011, è il risultato delle preoccupanti contrazioni alle
prestazioni ai cittadini e alle dotazioni organiche del personale.
Per continuare a garantire qualità e quantità di prestazioni pubbliche sociosanitarie
(ovviamente adeguandole ai reali fabbisogni), in Veneto e a Padova le priorità, rispetto
all’esaltazione politica sul nuovo ospedale, sono ben altre. Il nuovo piano sociosanitario
regionale dovrà estendere omogeneamente, in tutto il territorio veneto i suoi positivi effetti
riformatori: sui servizi territoriali, sui livelli essenziali sanitari e socio-assistenziali, sulla
prevenzione, sulla riabilitazione, sulla ricerca medico-scientifica, sull’eccellenza clinica, sulle
nuove schede ospedaliere confacenti alla universalistica certezza delle prestazioni assistenziali
e sugli standard “personale – pazienti – ospiti” delle strutture sanitarie e dei centri servizi per
non autosufficienti e disabili.
Alle centinaia di migliaia di persone non autosufficienti e alle altrettante famiglie con congiunti
disabili, la Giunta regionale del Veneto, invece di fantasticare in faraonici ed irrealizzabili
progetti immobiliari in sanità, dovrebbe impegnarsi a finalizzare sufficienti risorse economiche
e professionali: alla domiciliarità, alla residenzialità protetta, all’ADIMED, ai centri diurni
all’assegno di cura, alla riduzione della compartecipazione dei cittadini e al finanziamento del
fondo previsto dalla legge regionale n. 30 del 2009.
Queste sono le priorità della gente, soprattutto in un periodo di forte crisi che sta azzerando il
potere d’acquisto dei salari e delle pensioni; altro che perdere tempo in promesse e in favole
sul nuovo ospedale a Padova.
Franco Piacentini
(da Ecopolis Newsletter - maggio 2012)
MEDICI CON L'AFRICA CUAMM DAL PAPA Maggio 2012 06:41
«Un saluto ai Medici con l'Africa Cuamm, accompagnati
dal vescovo mons. Mattiazzo, riuniti per il convegno
sull'accesso gratuito alle cure per le mamme e i bambini
tra le popolazioni più bisognose dell'Africa sub-
Sahariana.
Incoraggio questa importante associazione missionaria
laicale che da oltre 60 anni svolge una preziosa attività
per il diritto alla salute e la difesa del valore della vita
umana».
Con queste parole il Santo Padre ha salutato mercoledì la folta delegazione di Medici con
l'Africa Cuamm, confluita a Roma da tutta Italia, per ribadire gli impegni assunti con il progetto
quinquennale "Prima le mamme e i bambini" finalizzato all'accesso gratuito al parto sicuro e la
cura del neonato. Nella nutrita delegazione, guidata dal Vescovo Mons. Antonio Mattiazzo,
anche il Sindaco di Padova Flavio Zanonato, il Presidente del Consiglio Regionale del Veneto
Clodovaldo Ruffato e il Segretario generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e
Rovigo Roberto Saro.
«Abbiamo inteso riaffermare il nostro impegno anche davanti a Papa Benedetto e alla Chiesa
Universale» dichiara don Dante Carraro, direttore di Medici con l'Africa Cuamm. «Euntes curate
infirmos (Mt 10,8) è la scritta impressa fin dalle origini nelle pareti della nostra sede in via San
Francesco. Andare, curare e servire il più povero: è il cuore, l'anima del nostro lavoro.
Non siamo andati a Roma dal Papa per far festa e sventolare fazzoletti. Eravamo lì in tanti per
offrire al Papa i sospiri e le attese di quelle mamme e di quei bambini che non hanno accesso
alle cure e che tante volte muoiono a casa senza assistenza e alcuna dignità».
Una sfida impegnativa che si muove tra piccoli, grandi numeri: 4 paesi, 4 ospedali principali,
22 centri di salute periferici, 1.300.000 abitanti coinvolti. Un'unica parola d'ordine: "Prima le
mamme e i bambini" per garantire l'accesso gratuito al parto sicuro e la cura del neonato in
Africa. L'obiettivo? Raddoppiare in cinque anni con un impegno di oltre cinque milioni di euro il
numero dei parti assistiti, passando dai 16 ai 33 mila all'anno, in quattro distretti di Angola,
Etiopia, Uganda e Tanzania, per continuare a combattere la mortalità materna e infantile, uno
dei grandi Obiettivi del Millennio stabiliti dalle Nazioni Unite.
Lo stesso impegno è stato assunto su fronte africano il 3 maggio scorso ad Addis Abeba con la
firma dell'accordo per la riduzione della mortalità materna e infantile siglato dal Ministro degli
Affari Esteri italiano Terzi, dal Ministro della Sanità Etiope Tedros Adhanom, dal presidente
della Conferenza Episcopale Etiope Berhane-Yesus e Don
Dante Carraro direttore di Medici con l'Africa Cuamm.
(da iPadova Oggi - maggio 2012)
UNA SERATA PER ASSAGGIARE E CONOSCERE IL RISO “JASMINE”
Nell’ambito della campagna “IO.EQUO”, lunedì 21 maggio alle 20,30 nella sala Cardinal Callegari in via Curtatone e Montanara 4 a Padova, Angoli di Mondo
incontrerà Boonjira Tanruang, direttrice della cooperativa thailandese Green Net, che dal 1994 promuove pratiche agricole e commerciali etiche e rispettose dell’ambiente.
Sarà allestito un buffet di assaggi a base di riso in
compagnia della gradita ospite!
**Segui l'evento anche su Facebook**
Il riso “Jasmine” viene coltivato sulle tipiche colline a terrazza nel nord della Thailandia,
secondo i metodi contadini della tradizione orientale. É conosciuto come riso profumato o riso
Jasmine, e il suo nome thailandese è “Hom Mali” che significa “riso con aroma di gelsomino”
(dall’inglese jasmine = gelsomino).
E' un riso dal chicco lungo, affusolato e molto bianco, che emana un forte e inconfondibile
aroma di gelsomino soprattutto durante la cottura. Il riso Jasmine è una varietà di riso dal
chicco molto cristallino che cede poco amido durante la cottura e questo gli permette di
mantenere i chicchi ben separati. Nella cucina thailandese il riso già naturalmente profumato
viene ulteriormente aromatizzato durante la preparazione con spezie come la cannella, il
cardamomo o il coriandolo e guarnito per esempio con uvetta, pinoli e lenticchie.
(da www.angolidimondo.it - maggio 2012)
FESTA PER I 10 ANNI DE “IL MORARO”
Domenica 10 giugno dalle ore 11.30 alle ore 17.30
presso l’Azienda agricola biologica “Le Saline” - località Prejon – Agna
Alle ore 11.30 Massimo Carlotto presenta “Respiro Corto”, il suo
ultimo libro pubblicato con Einaudi. Partecipano i giornalisti Ernesto
Milanesi e Sebastiano Canetta
Fino alle 13.00 Spritz, cicchetti e assaggi, tanto per cominciare…
Alle ore 13.15 Pranzo con questo Menu: Cous-cous di pesce e verdure - Gran fritto
dell’Adriatico - Insalate crude di stagione - Pane, vino, acqua
Alle ore 14.30 Laboratorio creativo per bambini/e e ragazzi/e, con le proposte: Con Creta
Mente (manipolazione di creta cruda) e Costruiamoli (realizzazione di sculture, giochi, idee,
con legno, chiodi, martello, colla…)
Alle ore 15.30 Musiche e balli popolari con il gruppo Ande Cante e Bali di Rovigo
Saranno presenti: Millesoli Negozio del commercio equo e solidale di Conselve con caffè
espresso e liquori; Il Pettirosso circolo di Legambiente di Conselve con banchetto
informativo; Lasciateci respirare di Monselice, con banchetto informativo sull’acqua
pubblica, raccolta firme per la proposta di legge sul “Reddito di cittadinanza” e
“riconversione ecologica” del Veneto; Le Saline e lo spaccio El Tamiso di Bagnoli con
prodotti biologici di stagione; Banchetto per la vendita del libro di Massimo Carlotto
Si invita chi può ad arrivare in bicicletta presso l’azienda Le Saline
Si mangia al coperto I fondi raccolti serviranno per finanziare le attività dell’Associazione Il
Moraro di Bagnoli.
Prenotazione entro 6 giugno a Diego allo 049-5344047 – Costo: adulti € 20.00, bambini € 10,00 - Info e-mail: [email protected]
Per arrivare al Prejon: da Bagnoli proseguire verso Agna. A san Siro, 300 metri dopo la
chiesa girare a destra seguendo indicazioni per Prejon: svoltando a sinistra all’incrocio
successivo si incontra la chiesa del Prejon. Le saline sono a 500 metri dalla chiesa, sulla
sinistra.
(dall’ Associazione Il Moraro - maggio 2012)
UN CAMPO PER SALVARE IL CARCIOFO DI SANT’ERASMO Nell’ambito del progetto “SIGMA2” per la gestione sostenibile
dell’ambiente e la biodiversità, finanziato dal Programma per la
cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, due
campi sperimentali sono stati inaugurati nell’isola veneziana di
Sant’Erasmo e a Lio Piccolo, nel Comune di Cavallino-Treporti.
Uno è dedicato alla salvaguardia delle varietà locali del carciofo
violetto veneto e l’altro è concentrato sull’asparago ‘montina’.
L’iniziativa è promossa dalla Regione del Veneto e dall’Azienda
regionale Veneto Agricoltura.
Le due aree di tutela nell’isola di Sant’Erasmo e a Lio Piccolo,
sono state create dal progetto SIGMA2 nelle zone storicamente
vocate a coltivazioni specializzate e di qualità, terre da sempre considerate gli orti di Venezia.
L’obiettivo è principalmente quello della salvaguardia del patrimonio genetico locale di questi
preziosi ortaggi, anche a fronte della sempre più concreta minaccia di un fungo patogeno che
sta iniziando a colpire soprattutto le carciofaie più vecchie e che impone la sollecita adozione di
adeguate tecniche per la costituzione di nuovi impianti per scongiurare la scomparsa di queste
varietà orticole riconosciute come prodotti tradizionali della Regione del Veneto.
«Continua il nostro impegno per la conservazione della biodiversità – spiega Franco Manzato,
Assessore all’agricoltura della Regione del Veneto – che riteniamo sia una straordinaria
ricchezza dei nostri territori, non solo per l’irrinunciabile valore storico, tradizionale e colturale,
ma anche per l’interesse economico rappresentato da quei prodotti di nicchia che hanno un
loro spazio nei mercati orticoli regionali e nazionali e che soddisfano la domanda dei
consumatori più attenti alla qualità, alla genuinità e all’originalità delle produzioni agricole».
(da Le News di Garantitaly - maggio 2012)
Dal 2011, tra i nuovi Soci de El Tamiso c'é la
Cooperativa Caresà, con la quale stanno crescendo
relazioni e rapporti su vari fronti.
Certamente tra i nuovi soci, l'esperienza più interessante
sul piano sociale, culturale ed agricolo, anche per come
stiano riuscendo ad animare una particolare realtà sociale, come il "Piovese".
Pubblichiamo volentieri la significativa notizia del premio recentemente attribuito dalla Camera
di Commercio di Padova su "Esperienze aziendali di buone pratiche di responsabilità sociale
d’impresa", oltre all'invitare a frequentare il sito della Caresà insieme ad El Tamiso.
ALLA COOPERATIVA SOCIALE CARESÀ IL PREMIO DELL’OSSERVATORIO DEL TERZO SETTORE
Sabato 5 maggio nell'ambito del convegno "Green Economy:
le politiche, gli attori, le opportunità per un futuro
sostenibile" organizzato al Palazzo della Ragione di Padova
dal Comune in collaborazione con il Coordinamento delle
Agende 21 Locali Italiane e la Fondazione Lanza, sono stati
consegnati i premi ai vincitori dell’edizione 2011 del Premio
Osservatorio Terzo Settore Padova, promosso e organizzato
dalla Camera di Commercio di Padova.
Il premio, bandito al fine di facilitare nella provincia di Padova lo scambio ed il raccordo tra
imprese ed organizzazioni non profit, ha assegneto un riconoscimento in denaro per i primi tre
classificati in ciascuna delle tre categorie previste. La cooperativa sociale Caresà è giunta al
secondo posto della categoria C: "Esperienze aziendali di buone pratiche di responsabilità
sociale d’impresa".
PRESTITI FRUTTUOSI DA PERSONA A PERSONA LA FINANZA UTILE AL SERVIZIO DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA
Avete un progetto che ha bisogno di un finanziamento? Volete investire un po’ dei vostri
risparmi a sostegno dell’agricoltura bio? Il progetto di collaborazione tra AIAB e la piattaforma
di finanza “da persona a persona” Prestiamoci.it sta partendo!!!!
L’idea di fondo è mettere in contatto chi vuole investire e chi ha bisogno di credito,
incentivando la “disintermediazione” bancaria dei prestiti: le persone (ed i loro progetti) non
sono strumenti passivi del sistema finanziario, ma agenti attivi di una comunità basata su
regole condivise. La piattaforma Prestiamoci.it per ora lavora principalmente sul credito al
consumo, ma ha deciso di aprire, in collaborazione con AIAB, una linea di finanziamento al
settore dell’agricoltura biologica sotto forma di microcredito.
L’obiettivo è costruire uno strumento che permette di innestare meccanismi cooperativi
all’interno di pratiche già presenti nel mondo profit, garantendo la sostenibilità dell’operazione,
e non solo dal punto di vista economico. Costruiamolo insieme! Volete saperne di più?:
Visitate la pagina web Dateci una mano a promuovere l’iniziativa: fatelo sapere a tutti i vostri contatti, sia a coloro
che hanno dei bei progetti “bio” da finanziare sia, per prima cosa, a chi può essere interessato
a investire cercando un guadagno vantaggioso, equo e che va sostenere l’economia reale e le
iniziative “buone, pulite e giuste”. Vi aspettiamo per ogni chiarimento e possibile informazione!
Leggi QUI la presentazione del Progetto “Prestiamoci.it”
UNA BUONA MENSA PER UNA BUONA SCUOLA - VADEMECUM PER UNA RISTORAZIONE SCOLASTICA BIOLOGICA E SOSTENIBILE
La pubblicazione è stata redatta a conclusione del “Progetto Regionale per la Promozione dei
prodotti dell'Agricoltura Biologica nella Refezione Scolastica e verso i Cittadini”, realizzato in
Friuli Venezia Giulia grazie ai fondi del Piano d’Azione Nazionale per l’Agricoltura Biologica. Il
vademecum riporta, oltre alle esperienze del progetto regionale, tutte le informazioni che sono
necessarie a Comuni e gestori di mense quando intendono operare una scelta sostenibile per la
ristorazione collettiva.
Strumento importante per sostenere le motivazioni e approfondire gli aspetti normativi che gli
amministratori si trovano ad affrontare, ma anche per informare e coinvolgere insegnanti,
genitori e studenti in un percorso che porti verso un’alimentazione sa na e sostenibile.
Il vademecum individua le problematiche (cattive abitudini alimentari e scorretti stili di vita)
che devono indurre i responsabili della refezione scolastica a scelte importanti riguardo alla
qualità degli alimenti ed illustra, in maniera dettagliata, le caratteristiche dei prodotti che
devono trovare posto nella dieta di bambini e ragazzi.
Parte consistente della pubblicazione è dedicata all’analisi del servizio di ristorazione nelle
diverse fasi che lo compongono (approvvigionamento dei prodotti, produzione, trasporto e
somministrazione dei pasti), e del complesso quadro normativo che lo regola, per orientare gli
operatori verso un servizio di qualità ed a basso impatto che consideri con attenzione le
ripercussioni ambientali dei metodi agricoli di produzione, di trasformazione, trasporto e
preparazione degli alimenti.
Scarica QUI la pubblicazione (n.d.r.: …fosse il caso di inviarne copia al Comune di Padova?)
(da Bioagricultura Notizie - maggio 2012)
LA CRISI AGUZZA L’INGEGNO: PRIME BANANE
ITALIANE E AGRIDETERSIVO
Da chi si è messo a coltivare spezie da vendere alla comunità di
immigrati cinesi in città a chi ha realizzato in Italia la prima
coltivazione di banane, ora possibile con il surriscaldamento del Paese,
da chi ha inventato l’agridetersivo per non inquinare a chi la
mozzarella di capra contro le intolleranze sempre più diffuse tra i più
piccoli, fino a chi coltiva la manna (un dolcificante naturale) senza
aspettare che cada dal cielo.
Sono queste alcune novità presentate nell’“Open space della creatività
contadina” all’Assemblea dei giovani della Coldiretti, con le esperienze
curiose e innovative realizzate da giovani agricoltori che hanno
trasformato in idee imprenditoriali le paure degli italiani per i
cambiamenti climatici, l’immigrazione, la salute e l’ambiente.
“L’importanza dei giovani per l’economia è ben evidente in agricoltura, la quale consente di
realizzare qualche cosa di veramente concreto e di esprimere tanta creatività, indispensabile
per superare il difficile momento di crisi”, ha affermato il delegato nazionale della Coldiretti
Vittorio Sangiorgio nel sottolineare che a dimostrarlo è il fatto che ben il 25 per cento delle
61mila imprese agricole è impegnato ad innovare la propria impresa agricola nei prossimi tre
anni.
E così, se in Sicilia il clima ormai tropicale preoccupa quasi tutti per la imminente siccità, c’è
chi lo sfrutta a proprio favore e comincia a coltivare banane. A Palermo - spiega la Coldiretti -
questo frutto tipicamente tropicale trova davvero un clima adatto per crescere in maestosi
caschi. Nella sua azienda, infatti, grazie al microclima e alla posizione soleggiata, Letizia
Marcenò, che ha sempre voluto puntare sulla diversificazione aziendale, riesce a produrre le
prime banane nostrane.
Per ora - afferma la Coldiretti - si tratta di una produzione limitata, ma che diventa ogni anno
sempre più interessante anche per l’ottima qualità del frutto. Non mancano le iniziative per
conquistare i tre milioni di immigrati presenti in Italia. Particolarmente innovativo è il successo
registrato nell’impenetrabile comunità cinese in Piemonte, a Carmagnola, da un’azienda che si
è specializzata in coltivazioni, rigorosamente Made in Italy, di prodotti tipicamente cinesi
destinati al consumo fresco e ai ristoranti cinesi della zona.
Tra le tante produzioni - continua la Coldiretti - le più richieste sono il cavolo pakcioi, la tiánguā (particolare zucchina tonda) e la jiǔcài (simile all’erba cipollina) molto utilizzata nelle
preparazioni a base di maiale, particolarmente gradite ai palati orientali, ma anche gustata alla
griglia. In Puglia, invece, Andrea Suriano, giovane imprenditore agricolo di Foggia, ha
cominciato a coltivare prodotti etnici destinati prevalentemente agli stranieri, dallo zenzero al
coriandolo, dalla cannella alla curcuma…..continua QUI la lettura
(da Asterisco Informazioni - maggio 2012)
IL TAVELLO È SALVO DALLA TANGENZIALE. VIENI A FARE FESTA
Domenica 20 maggio dalle 9 alle 19
Grazie ad una mobilitazione costante e determinata di cittadini, associazioni, comitati e
istituzioni locali, durata più di dieci anni, contro il progetto di una nuova strada a scorrimento
veloce, oggi possiamo festeggiare lo stralcio del tratto nord del Grande Raccordo Anulare di
Padova che avrebbe dovuto attraversare la Zona di Protezione Speciale e Sito di Interesse
Comunitario del “Tavello”.
Ci piacerebbe che questa vittoria del buon senso, che per una volta ha visto prevalere il
rispetto delle regole, figlia dell’impegno e della partecipazione popolare contro un progetto che
sin dall’inizio si è voluto presentare come indispensabile e insindacabile, fosse di buon auspicio
ed incoraggiamento per le tante altre mobilitazioni a salvaguardia del territorio tuttora in
corso.
Domenica 20 maggio, associazioni e comitati del territorio,
comune di Limena, società sportive e singoli cittadini
promuovono “TAVELLO E’ …”, una grande festa all’aria aperta
diffusa su tutta l’area del Tavello, per fruire e godere di uno dei
più bei paesaggi agresti dell’area periurbana in ambito golenale.
Dalle 09.00 alle 19.00 tantissime attività e occasioni di svago e
divertimento: visite guidate al Giardino Romantico di Villa
Trieste, escursioni guidate in bicicletta, passeggiate a cavallo,
tour il trenino Tavello Express, nordic walking, gara nazionale di
canoa slalom, giochi nel verde, laboratori per bambini, esibizioni
di musica acustica nelle corti, stand gastronomici, concerto
serale dei Microguagua e tanto, tanto altro…
Si concretizza così lo slogan “Un Tavello per tutti”, che il Coordinamento NO-GRA ha lanciato
all'inizio di questa battaglia. Per il circolo Legambiente di Limena, presente con un suo
banchetto informativo per tutta la giornata, sarà un ulteriore occasione per far conoscere le
proprie idee su sviluppo e mobilità sostenibile, tra cui l'appello – appogiato da un’altra ventina
di associazioni ambientaliste, culturali e degli agricoltori – per la formazione di un “parco
agricolo e paesaggistico metropolitano” tra i fiumi Brenta e Bacchiglione, al fine di riqualificare
paesaggisticamente, economicamente e socialmente questa e le tante altre aree non edificate
dell’area metropolitana, superandone la frammentazione, valorizzando le presenze storico-agro
ambientali, favorendo la riconversione all’agricoltura biologica e di qualità.
Un progetto per ricostruire il paesaggio, salvaguardare le aree agricole dal consumo di suolo
non giustificato da bisogni reali e per rilanciare l’economia attraverso l’agricoltura urbana e
periurbana che veda il coordinamento di tutti i comuni dell’area metropolitana e il
coinvolgimento di cittadini e associazioni del territorio: questo anche attraverso un corretto e
coerente utilizzo di quegli strumenti urbanistici di strategia e programmazione sovracomunale
già esistenti, come il PATI e il PTRC, e creando la massa critica adeguata per accedere anche a
risorse comunitarie.
Sul futuro dell’area del Tavello si terrà un convegno nella Villa Pacchierotti – all’interno
dell’area del Tavello, dalle ore 09.30 alle 12, dove come circolo locale abbiamo ritenuto
opportuno illustrare il progetto del parco agro paesaggistico metropolitano con l’intervento di
Sergio Lironi, Presidente onorario Legambiente Padova ed autorevole promotore del progetto
stesso. Sono inoltre previsti gli interventi del Prof. Luigi D’Alpaos, Ordinario di idraulica
università di Padova, e della Prof.ssa Maria Rosa Vittadini, Docente di tecnica e pianificazione
urbanistica IUAV Venezia.
Legambiente Volontariato Limena Onlus
(da Ecopolis Newsletter - maggio 2012)
IN EUROPA PIANTE E ANIMALI 'NON BREVETTABILI' Il Parlamento Europeo ha bocciato la brevettabilità di piante e animali ottenuti da procedimenti
biologici. E' stata infatti approvata a larga maggioranza una mozione contro tale brevettazione.
Immediate le reazioni positive anche in Italia. “Non possiamo che esprimere la nostra più viva
soddisfazion”', hanno dichiarato congiuntamente Alessandro Triantafyllidis, presidente
nazionale AIAB, e Vincenzo Vizioli, presidente FIRAB.
La mozione impegna l'Ufficio Brevetti Europeo e la Commissione
Europea a dar corso all’esclusione dalla brevettazione di 'varietà
vegetali e razze animali', così come di 'procedimenti
essenzialmente biologici per la produzione di piante o animali',
come definito dalla Direttiva Europea 98/44/CE.
La mozione era stata depositata al Parlamento Europeo dai gruppi
di Partito Popolare Europeo, Socialisti e Democratici e Gruppo
Verde/Alleanza Libera Europea ed è stata approvata giovedì 10
maggio in sessione plenaria con 354 voti a favore, 192 voti contrari e 22 astenuti. La
risoluzione riconosce che un'eccessiva protezione brevettuale può ostacolare l'innovazione
anziché favorirla ed essere dannosa per i piccoli e medi produttori agricoli.
“Siamo soddisfatti – hanno dichiarato Triantafyllidis e Vizioli - anche per altre decisioni assunte
giovedì dal Parlamento Europeo, quali il rinvio dell’approvazione del bilancio 2010 dell’EFSA
(Autorità Europea di Sicurezza Alimentare) anche in virtù della persistenza di condizioni di
conflitto di interessi magnificate dalle dimissioni di Diana Banati, presidente del Consiglio
d'amministrazione dell'EFSA, rassegnate dopo aver accettato il posto di direttore esecutivo e
direttore scientifico di una fondazione europea finanziata dall'industria agroalimentare e
biotecnologica, l'International Life Sciences Institute, che già rappresentava.
Auspichiamo che questi provvedimenti mettano un argine definitivo al meccanismo delle ‘porte
girevoli’ tra istituzioni di interesse pubblico e aziende o lobby industriali”.
(dal Bollettino Bio di Greenplanet - maggio 2012)
2012: LO SPREAD È PACE, SCHIAVITÙ E FORZA Era una luminosa e fredda giornata d’aprile e gli orologi battevano tredici colpi. […] Un monitor a colori, troppo grande per essere appeso all’interno, era stato affisso al muro. Rappresentava un grafico enorme, più largo d’un metro: la curva di un indice dello Spread, con grossi alti e bassi, linee rudi ma non
sgradevoli (G.Orwell, “1984”)
La tempesta economica non somma semplici alchimie contabili, ma rivela la
crisi profonda di un sistema che non sa più dove piazzare le merci che
produce, non sa più dove creare mercato, inventandosi mezzi e strumenti
per garantirsi profitti.
Sono passati 40 anni dalla prima volta che si è messo in discussione i
“limits to growth”, ma pare che nessuno se ne sia accorto anzi, a tappe
forzate, e a suon di dogmi da estremisti del mercato, continuiamo ad
abbattere picchi (idrocarburi ed altre materie prime, acqua, terre rare, ecc.)
e speranza.
I Governi europei sono finora stati a guardare, limitandosi ad attuare quell’austerità che
colpisce verso il basso, ma senza intaccare i privilegi di chi è parte in causa nella crisi del
sistema. Non mancano certo gli alibi. I cattivi tedeschi investono da anni in formazione, in
tecnologia e la loro industria continua in processi di innovazione che non ha eguali continentali.
Qualcuno ricorda l’ingegner Palazzetti? Negli anni ’70, in Fiat, aveva progettato Totem
(M.Buono e P. Riccardi, “L’auto permettendo”, Report – 9 maggio 2010 [Video]), un motore di
un’automobile che produce calore ed elettricità per un palazzo intero. In Italia, troppo
preoccupati a pensare agli eco-incentivi ed alle rottamazioni, non se ne fece nulla, mentre i
cattivi tedeschi credettero in quel brevetto investendo, producendo il cogeneratore, e
strutturando una rete per la produzione e distribuzione di energia elettrica prodotta con un
sistema microdiffuso.
Arriva il tempo dello spread. Che voli o cada, diventa una
questione di comodità, mentre la crisi continua ad esser presa
dal lato sbagliato, quello del debito pubblico, anche se è più
opportuno dire facendolo pagare a chi non lo ha contratto,
oppure a chi non ha modo di evitare di pagare perché gli viene
trattenuto alla fonte.
Nel 99% dei casi si tratta della stessa definizione sociale ed il
risultato complessivo è quello di creare una decrescita infelice:
invece di nutrirsi con saggezza e sobrietà ci mettono a pane ed acqua, entrambi molto costosi
se mercificati. Diventano impossibili investimenti, tanto meno quelli (pubblici) che dovrebbero
difendere ciò che è comune.
Tagli, tagli e ancora tagli significano meno formazione, meno futuro, più finanza, ulteriori
svendite: il rapporto debito/Pil peggiora, il fiscal compact condanna la gestione contabile dei
prossimi 40 anni in ulteriori manovre depressive e così via: Grecia docet.
Perché pagare un debito che il 99% di noi non ha contratto? Perché non redistribuire ricchezze
nazionali che sono in mano mediamente al 10-15% della popolazione? Perchè mantenere un
modello che concepisce come unica soluzione la crescita lineare in un sistema che vive di cicli?
Hic Rodhus hic salta: ad urne chiuse il popolo greco premia Syriza, il Front de Gauche ellenico
che raccoglie la protesta sociale divampante nel paese e diventa il secondo partito nazionale.
Non appena il suo leader, Alexis Tsipras, viene incaricato di formare il governo, dichiara ai
vertici Ue e Bce che i termini dell’accordo di salvataggio della Grecia, condotto dall’European
Financial Stability Facility, non sono più applicabili perché i greci hanno bocciato l’austerity di
chi li ha governati finora: “annullare le nuove dure misure come il taglio delle pensioni e degli
stipendi e ripristinare i diritti dei lavoratori“. In filosofia, in religione, in etica e in politica, due e
due avrebbero potuto fare cinque, ma fino a che ci si manteneva nell’ambito di disegnare un
aeroplano o un fucile dovevano fare quattro. Libertà è la libertà di dire che due più due fa
quattro. Garantito ciò, tutto il resto ne consegue naturalmente....continua QUI la lettura
(da www.informazionesostenibile.info - maggio 2012)
Il carbone è la fonte di energia più inquinante.
È il principale responsabile dei cambiamenti climatici per l’utilizzo che se ne fa nelle centrali per
produrre energia elettrica, e provoca danni irreparabili all’ambiente. L’estrazione, la
combustione, lo smaltimento dei residui materiali del carbone causano impatti devastanti
sull’ambiente, la salute delle persone e il tessuto sociale delle comunità che vivono vicino alle
miniere, alle centrali e alle zone di smaltimento.
Unicredit continua ad investire nel carbone, nonostante lo spettro del cambiamento climatico
stia assumendo dimensioni sempre più inquietanti.
I costi più pesanti sono pagati dalle persone e dall’ambiente, e non dalle imprese. Negli ultimi
cinque anni l’Unicredit ha erogato più di cinque miliardi di euro in finanziamenti destinati al
settore del carbone. La Banca sostiene alcuni tra i peggiori progetti esistenti, come la centrale
termoelettrica di Šoštanj (TES6) in Slovenia. Unicredit sta finanziando questi progetti
devastanti con le risorse di noi risparmiatori, e le utilizza per alimentare modelli energetici
distruttivi. È giunto il momento di interrompere questa gestione irresponsabile dei nostri
risparmi. Diciamo basta agli investimenti nel carbone, in favore di maggiori finanziamenti per
le fonti rinnovabili e per l’ efficienza energetica. Unicredit investi nel futuro, non nel carbone!
(Guarda il Video)
Chiediamo quindi con fermezza ad Unicredit:
di porre fine ad ogni sostegno a progetti per l'estrazione del carbone e per la
costruzione di nuove centrali termoelettriche alimentate a carbone;
di fissare una volta per tutte limiti sufficientemente ambiziosi di riduzione delle
emissioni e di adoperarsi concretamente per rispettarli;
di aumentare in maniera netta il proprio sostegno alla produzione di energia rinnovabile
e a iniziative volte ad ottimizzare l’efficienza energetica.
Unicredit deve intraprendere questo percorso virtuoso da subito! Un primo passo deve essere il
ritiro del sostegno finanziario alla costruzione della centrale di Solstanj in Slovenia. Le
alternative ci sono. Le conosciamo tutti, anche Unicredit.
(da www.dilloaunicredit.org - maggio 2012)
Non è proprio finita: ecco tre interessanti aggiornamenti su:
Trivellazioni ed esplorazioni off shore in Puglia: la Northen
Petroleum torna all'attacco (dalla Newsletter di Greenme);
Italcementi, di nuovo "STOP!" a Monselice (dalla Newsletter di Altreconomia);
Comunicato Stampa del CAT (Comitati Ambiente e Territorio Riviera del Brenta e Miranese) del 16 maggio 2012 – Sentenza
del TAR del Lazio sull’elettrodotto Dolo-Camin,
e
La cura del cemento è finita. Un ciclo economico fondato sull’edilizia è
arrivato al capolinea. Presentazione del libro “Salviamo il paesaggio” di Luca Martinelli;
+
Incontro pubblico-conferenza stampa il 24 maggio alle 18 nella sala
Consiliare di Piazza Capitaniato a Padova (sotto il volto dell’orologio) sulle due proposte regionali di legge sul reddito minimo di cittadinanza
e la conversione ecologica dell’economia.
per finire con
Nessuno deve essere lasciato indietro dal Blog di Beppe Grillo.