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© Copyright Il Condominio editrice s.a.s., Torino - 2014

La traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i film,le fotocopie), nonché la memorizzazione elettronica, sono riservati per tutti i Paesi.

Stampa: I.T.S. - Cavaglià (BI)

Editore: Il Condominio editrice s.a.s. – Via E. Thesauro, 2 – 10125 TorinoTel. 011/6523611 – Fax 011/6523690 – E-mail: [email protected]

Direttore responsabile: Gianluca Palladino

L’elaborazione del testo, se pur effettuata con scrupolosa attenzione, non può comportare specificheresponsabilità da parte dei curatori/redattori per eventuali errori o inesattezze.

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Le novità introdotte dal Dpr 151/2011 nei condomini residenziali(A cura di: Studio Giunta & Associati) ..............................................................................................................................

D.p.r. 151/2011 e prevenzione incendi. Un vademecum in materia di sicurezza(A cura di: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ) ............................................................................................................

Norme antincendio nel settore civile: le nuove Uni 10779 e 9493-3(A cura di: UNI ) ..............................................................................................................................................................

Le prescrizioni del Dpr 151/2011 in ambito residenziale (e non solo)(A cura di: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ) ............................................................................................................

Canna fumaria e sicurezza in condominio: così si pronuncia la Cassazione(A cura di: banca dati Confedilizia) ..................................................................................................................................

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SOMMARIOSOMMARIO

IMMISSIONI DI CALOREL’uso particolare o più intenso del bene comune ai sensi dell’art. 1102 c.c. dal quale esula ogni utilizzazione che si risolvain un’imposizione di limitazioni o pesi sul bene comune presuppone, perché non si configuri come illegittimo, che non nerisultino impedito l’altrui paritario uso né modificata la destinazione né arrecato pregiudizio alla stabilità, alla sicurezza oal decoro architettonico dell’edificio. Ne consegue che l’inserimento di una canna fumaria all’interno del muro comunecostituente anche muro di delimitazione della proprietà individuale ad esclusivo servizio del proprio immobile non puòconsiderarsi utilizzazione in termini di mero “appoggio” della stessa al muro comune, secondo quello che, a determinatecondizioni, può costituire uso consentito del bene comune ai sensi della norma in questione, stante il suo peculiare carat-tere di invasività della proprietà altrui (qual è anche quella non esclusiva bensì comune), anche sotto i meri profili delleimmissioni di calore e della limitazione rispetto ad altre possibili e diverse utilizzazioni della cosa che ne derivano. ☛Cass. civ., sez. II, sent. 10.5.2004, n. 8852.

MANCATO CONTROLLO DELL’AMMINISTRATORELa responsabilità penale dell’amministratore di condominio va ricondotta nell’ambito della disposizione (art. 40,comma secondo, c.p.) per la quale “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionar-lo”. Per rispondere del mancato impedimento di un evento è, cioè, necessario, in forza di tale norma, l’esistenza di unobbligo giuridico di attivarsi allo scopo: detto obbligo può nascere da qualsiasi ramo del diritto, e quindi anche dal dirittoprivato, e specificamente da una convenzione che da tale diritto sia prevista e regolata com’è nel rapporto di rappresen-tanza volontaria intercorrente fra il condominio e l’amministratore. In applicazione di tale principio, la Corte ha ritenutoconfigurabile a carico dell’amministratore di condominio di un obbligo di garanzia in relazione alla conservazione delleparti comuni, in una fattispecie di incendio riconducibile ad un difetto di installazione di una canna fumaria di proprietà diun terzo estraneo al condominio che attraversava parti comuni dell’edificio. ☛Cass. pen., sez. IV, sent. 13.10.2009, n. 39959.

MONOSSIDO DI CARBONIO E DELITTO COLPOSOIn tema di delitto colposo, l’indagine sulla sussistenza della causalità si restringe all’analisi del rapporto tra le varie causeal fine di stabilire se quelle prossime siano fatti eccezionali ed atipici del tutto avulsi dalla serie causale precedente ovverosi innestino in questa, costituendone la naturale via di sviluppo. Ne consegue che colui che installa in una abitazione unoscaldabagno alimentato a gas metano ha il dovere di accertare - non solo in osservanza di quanto disposto dalla norma-tiva vigente che, ancorché specifica, ben può essere insufficiente a garantire la piena sicurezza dell’opera installata, maanche in osservanza delle regole di prudenza, perizia e diligenza - che la relativa canna fumaria non sia ostruita e consentaun buon tiraggio, senza rigurgiti dei prodotti di combustione tali da costituire un pericolo per l’incolumità personale degliutenti. L’osservanza di tale dovere prescinde dall’evenienza che l’impianto di smaltimento sia realizzato al momento del-l’installazione ovvero preesista in quanto, prima di porre in attività l’apparecchiatura, deve essere accertata l’idoneità fun-zionale e l’assenza di condizioni foriere di danno per le persone. Nella specie, la S.C. ha ritenuto che l’omissione del con-trollo della canna fumaria da parte dell’imputato abbia determinato l’antecedente causale dell’evento letale, ovverosia ildecesso degli occupanti l’appartamento per asfissia da monossido di carbonio. ☛Cass. pen., sez. IV, sent. 6.9.2007, n. 34115.

RESPONSABILITÀ DELL’INSTALLATOREL’installatore di uno scaldabagno alimentato a gas metano risponde per colpa della morte dell’utente conseguita al cat-tivo funzionamento della canna fumaria, ancorché preesistente, della quale al momento dell’installazione egli non abbiaverificato appieno la funzionalità, se non nei limiti impostigli dalla normativa vigente, in quanto la peculiarità del lavoro affi-datogli e la pericolosità dell’opera oggetto del medesimo impediscono di ritenere circoscrivibile alla mera indicazionenormativa la condotta necessariamente prudenziale e diligente che egli deve osservare, essendogli invece imposto diporre in essere tutte le cautele necessarie per evitare eventi dannosi prevedibili. ☛Cass. pen., sez. IV, sent. 6.9.2007, n. 34115.

LA RIMOZIONE DELLA CANNA FUMARIAIn tema di condominio negli edifici, qualora il proprietario di un’unità immobiliare del piano attico agisca in giudizio perottenere l’ordine di rimozione di una canna fumaria posta in aderenza al muro condominiale e a ridosso del suo terrazzo,la liceità dell’opera, realizzata da altro condomino, deve essere valutata dal giudice alla stregua di quanto prevede l’art.1102 c.c., secondo cui ciascun partecipante alla comunione può servirsi della cosa comune purché non ne alteri la desti-nazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso, non rilevando, viceversa, la disciplina dettata dall’art.907 c.c. sulla distanza delle costruzioni dalle vedute, atteso che la canna fumaria (nella specie, un tubo in metallo) non èuna costruzione, ma un semplice accessorio di un impianto (nella specie, forno di pizzeria). ☛Cass. civ., sez. II, sent. 23.2.2012, n. 2741.

Dossier sicurezzaXV

1) A differenza di quanto era stato previsto in precedenza dal D.M. 16febbraio 1982 il criterio di classificazione delle autorimesse non è piùbasato sul numero di posti auto bensì sulla superficie complessivacoperta. 2) Sono stati esclusi dal novero delle attività soggette i vani ascensore,

tuttavia gli stessi risultano comunque normati dalle medesime regoletecniche. Gli edifici, inoltre, non vengono più classificati in base all’altez-za antincendio (definita come l’altezza dell’ultimo piano abitabile mag-giorata di un metro e misurata a partire dalla zona carrabile più bassaadiacente al fabbricato).

LE NOVITÀ INTRODOTTE DAL D.P.R. 151/2011 NEI CONDOMINI RESIDENZIALI

A cura di: Studio Giunta & Associati, via Cassignolo, 9 - Agrate Brianza (MB)Tel. 039 689 87 67 - www.studiogiunta.com

(Lo Studio Giunta & Associati opera nel settore della prevenzione incendi e della sicurezza nei luoghidi lavoro su tutto il territorio italiano, mettendo a disposizione dei propri clienti una gamma completa

di servizi a partire dalla progettazione, fino all’assistenza presso i cantieri e alle certificazioni antincendio)

Il D.P.R. 151/2011, che regolamenta i nuovi procedimenti relativi alla prevenzione incendi, introduce importanti modi-fiche che interessano anche condomini residenziali, incluse le autorimesse e le centrali termiche di loro pertinenza. Talimodifiche riguardano sia i criteri di classificazione di questi edifici, sia i procedimenti necessari per la presentazione dellaSegnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio).Con l’entrata in vigore del “nuovo” D.P.R. 151/2011, anche per i fabbricati ad uso civile sono stati introdotte impor-tanti modifiche dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi.Le modifiche introdotte non alterano né le regole tecniche a cui gli edifici devono sottostare né, di conseguenza, le operedi adeguamento necessarie, bensì introducono nuovi criteri procedurali per la presentazione della Segnalazione Certificatadi Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio) che sostituisce l’ormai superato Certificato di Prevenzione Incendi (C.P.I.).Il D.P.R. 151/2011, inoltre, ha fissato entro un anno dalla sua entrata in vigore (avvenuta il 7 ottobre 2011) il termine ultimoper la regolarizzazione dei fabbricati esistenti che non risultassero ancora in possesso del Certificato di Prevenzione Incendi.

CONDOMINI E CATEGORIE DI ATTIVITÀLe attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco presenti all’interno dei condomini vengono classificate in 3 categoriein funzione del livello di rischio; per ciascuna categoria è previsto un differente iter procedurale.

Basso rischioVengono considerati “a rischio basso” le seguenti attività:

◆ centrali termiche con potenzialità compresa tra 116 e 350 kW (attività 74/A del D.P.R 151/2011, ex attività 91 del D.M.16 febbraio 1982);◆ autorimesse con superficie complessiva coperta compresa tra 300 e 1000 mq1 (attività 75/A del D.P.R. 151/2011, exattività 92 del D.M. 16 febbraio 1982);◆ edifici destinati a civile abitazione con altezza antincendio compresa tra 24 e 32 m2 (attività 77/A del DPR 151/2011, exattività 94 e 95 del D.M. 16 febbraio 1982).Per le attività a basso rischio di incendio, l’iter procedurale da istruirsi è il seguente:

◆ predisposizione di progetto di adeguamento alla normativa antincendio da firmarsi a cura di professionista abilitato aisensi della L. 818/81;◆ adeguamento dell’edificio alle disposizioni progettuali;

CANNA FUMARIA E SICUREZZA IN CONDOMINIOCOSÌ SI PRONUNCIA LA CASSAZIONEA cura di: banca dati Confedilizia (www.confedilizia.it)

Forse non molti lo sanno, ma la canna fumaria è una delle principali cause di incendi negli edifici residenziali. Alla cannafumaria, tuttavia, afferiscono anche altri rischi, nonché prescrizioni a carico di impiantisti ed amministratori condomi-niali. Di seguito, alcune massime tratte da altrettante pronunce in materia da parte della Corte di Cassazione.

IMMISSIONI INTOLLERABILITra la domanda per il rispetto della distanza legale ex art. 890 c.c. tra il confine e alcuni manufatti, tra cui una cannafumaria eretta sul fondo finitimo, e quella ex art. 844 c.c., relativa alle immissioni intollerabili provenienti dalla suddettacanna non esiste connessione per accessorietà ai sensi dell’art. 31 c.p.c., a meno che l’attore non deduca l’esistenza di unnesso causale tra la posizione della canna fumaria e l’intollerabilità delle immissioni e mancando, tra le due azioni, un’ap-prezzabile differenza in termini di maggiore o minore rilevanza del loro rispettivo contenuto. In applicazione di tale prin-cipio la S.C., in sede di regolamento di competenza, ha dichiarato competente il giudice di pace in relazione alla domandadi cessazione delle immissioni di fumo e vapori, così rigettando il ricorso con cui era stato impugnato il provvedimentoemesso dal tribunale dinanzi al quale erano state proposte tutte le sopra indicate istanze. ☛Cass. civ., sez. VI, sent. 14.10.2011, n. 21261.

ABBATTIMENTO DEI FUMIIn tema di inquinamento atmosferico, è configurabile il reato di cui all’art. 674 c.p. (emissione di gas, vapori e fumi atti amolestare le persone) anche nel caso in cui le emissioni provengano da un impianto non conforme alla normativa sull’ab-battimento dei fumi emessi dalla canna fumaria di una caldaia a metano per riscaldamento, quando il disturbo concreta-mente arrecato alle persone superi la normale tollerabilità con conseguente pericolo per la salute pubblica.☛Cass. pen., sez. III, sent. 28.9.2007, n. 35730.

MOLESTIA AI VICINIIn tema di getto pericoloso di cose, nel caso di emissioni di fumi, gas o vapori atti ad offendere o molestare le persone,la prova del superamento del limite di tollerabilità deve essere determinato di volta in volta dal giudice, anche mediantedichiarazioni testimoniali, con riguardo sia alle condizioni dei luoghi e alle attività normalmente svolte in un determinatocontesto produttivo sia al sistema di vita e alle correnti abitudini della popolazione nell’attuale momento storico. Fatti-specie nella quale l’emissione di fumi, promananti dalla canna fumaria e prodotti dall’impianto di riscaldamento dell’impu-tato, investiva l’abitazione di alcuni vicini di casa provocando loro molestia. ☛Cass. pen., sez. III, sent. 16.10.2007, n. 38073.

CANNA FUMARIA CHE UCCIDEIn tema di omicidio colposo, premesso che è onere del proprietario consegnare all’affittuario dell’appartamento unimpianto di riscaldamento revisionato, in piena efficienza e privo di carenze funzionali e strutturali, il proprietario dell’im-mobile è responsabile del reato di omicidio colposo, in relazione al decesso dell’inquilino conseguente ad esalazioni dimonossido di carbonio provenienti dallo scaldabagno. Nella specie, era stato accertato che l’imputato aveva dato l’im-mobile in locazione senza prima avere verificato la funzionalità dell’impianto a gas, risultato in pessimo stato di conserva-zione, con conseguente eccessiva produzione di monossido di carbonio, che non veniva smaltita dal canale di fumo edalla canna fumaria, strumenti pure in condizioni carenti. ☛Cass. pen., sez. IV, sent. 21.10.2005, n. 38818.

Dossier sicurezzaiV

◆ acquisizione di tutte le documentazioni e certificazioni attestanti la regolarità del fabbricato;◆ presentazione di Segnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio) corredata del progetto,delle documentazioni e delle certificazioni di cui ai punti precedenti.Per tali attività i sopralluoghi da parte dei funzionari dei Vigili del Fuoco sono previsti a campione; il timbro di protocollodella SCIA vale come autorizzazione all’esercizio dell’attività secondo il criterio del silenzio assenso.

Rischio medioVengono considerate “a rischio medio” le seguenti attività:

◆ centrali termiche con potenzialità compresa tra 350 e 700 kW (attività 74/B del D.P.R 151/2011, ex attività 91 del D.M16 febbraio 1982);◆ autorimesse con superficie complessiva coperta compresa tra 1000 e 3000 mq (attività 75/B del D.P.R. 151/2011, exattività 92 del D.M. 16 febbraio 1982);◆ edifici destinati a civile abitazione con altezza antincendio compresa tra 32 e 54 m (attività 77/B del DPR 151/2011, exattività 94 e 95 del D.M. 16 febbraio 1982).Per le attività a medio rischio di incendio l’iter procedurale da istituirsi è il seguente:

◆ presentazione di progetto da sottoporsi alla richiesta di valutazione ai fini antincendio ai sensi dall’art. 3 del D.P.R.151/2011 (ex richiesta di Parere di Conformità Antincendio);◆ adeguamento dell’edificio alle disposizioni progettuali;◆ acquisizione di tutte le documentazioni e certificazioni attestanti la regolarità del fabbricato;◆presentazione di Segnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio) corredata delle documenta-zioni e certificazioni di cui al punto precedente.Anche per queste attività i sopralluoghi da parte dei funzionari dei Vigili del Fuoco sono previsti a campione; il timbrodi protocollo della SCIA vale come autorizzazione all’esercizio dell’attività secondo il criterio del silenzio assenso.

Rischio altoInfine, vengono considerate “a rischio alto” le seguenti attività:

◆ centrali termiche con potenzialità superiore a 700 kW (attività 74/C del D.P.R 151/2011, ex attività 91 del D.M 16 feb-braio 1982);◆ autorimesse con superficie complessiva coperta superiore a 3000 mq (attività 75/C del D.P.R.151/2011, ex attività 92del D.M. 16 febbraio 1982);◆ edifici destinati a civile abitazione con altezza antincendio superiore a 54 m (attività 77/C del DPR 151/2011, ex attività94 e 95 del D.M. 16 febbraio 1982).Per le attività ad alto rischio d’incendio l’iter procedurale da istruirsi è il seguente:

◆ presentazione di progetto da sottoporsi alla richiesta di valutazione ai fini antincendio ai sensi all’art. 3 del D.P.R.151/2011 (ex richiesta di Parere di Conformità Antincendio);◆ adeguamento dell’edificio alle disposizioni progettuali;◆ acquisizione di tutte le documentazioni e certificazioni attestanti la regolarità del fabbricato;◆presentazione di Segnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio) corredata delle documenta-zioni e certificazioni di cui al punto precedente.In questo caso il sopralluogo da parte dei funzionari del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di competenza è sem-pre previsto, pertanto non vale il criterio del silenzio assenso.Tutti i condomini già in possesso di Parere di Conformità Antincendio, ma che alla data di entrata in vigore delD.P.R.151/2011 non risultassero ancora in possesso del Certificato di Prevenzione Incendi dovranno portare a compimen-to la pratica attraverso l’attuazione dei progetti precedentemente approvati e presentando, in sostituzione della ormai supe-rata richiesta di rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi, SCIA antincendio ai sensi dell’art. 4 del D.P.R. 151/2011.Tutti i condomini già in possesso del regolare Certificato di Prevenzione Incendi in corso di validità alla scadenza del periododi validità del certificato devono presentare “richiesta di rinnovo della conformità antincendio” (ai sensi dell’art. 5 del D.P.R.151/2011) attraverso la presentazione di una Segnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio).In maniera analoga a quanto avveniva per i Certificati di Prevenzione Incendi, anche le SCIA antincendio devono essererinnovate. Il periodo di validità delle SCIA antincendio varia secondo il seguente criterio:◆ per le centrali termiche (attività 74 del D.P.R 151/2011, ex attività 91 del D.M 16 febbraio 1982) la validità viene estesada 3 a 5 anni;◆ per le autorimesse (attività 75 del D.P.R. 151/2011, ex attività 92 del D.M. 16 febbraio 1982) la validità viene estesa da3 a 5 anni;◆ Ppr i fabbricati destinati a civile abitazione con altezza antincendio maggiore di 24 m (attività 77 del DPR 151/2011, exattività 94 e 95 del D.M. 16 febbraio 1982) la validità viene estesa da 6 a 10 anni.Per i certificati in corso di validità alla data di entrata in vigore del Decreto la scadenza del periodo di validità rimanequella indicata sui certificati medesimi.

Dossier sicurezzaXiii

R. Le autorimesse all’aperto non sono inquadrate nel punto 75 dell’allegato al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151. Devonocomunque essere rispettati, sotto la responsabilità del titolare dell’attività, la norma tecnica di riferimento (d.m. 1 febbra-io 1986) e gli obblighi gestionali.

D. Un condomino proprietario di un locale sottostante l’edificio può utilizzare il locale stesso come deposito per 15 motorini, ed incaso affermativo qual é la procedura da seguire?R. La regola tecnica di riferimento é il d.m. 1 febbraio 1986 (autorimesse, parcheggi auto, moto). Per quanto riguardal’assoggettabilità ai controlli di prevenzione incendi, il limite di soglia è costituito dalla superficie del locale (punto 75dell’allegato al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151), indipendentemente dal tipo e dalla categoria di veicoli che vengono par-cheggiati.

ATTIVITÀ 77: Edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio superiore a24 m.

D. In un palazzo di civile abitazione con altezza antincendi superiore a 32 m, in possesso di CPI, si applicano le disposizioni del DPR151/2011? In caso affermativo, quali sono gli adempimenti? Il termine per adempiere è di 5 anni dall’approvazione del predettoDPR?R. Trattandosi di un edificio destinato ad uso civile con altezza antincendio superiore a 24 m (cfr. attività 77 dell’allegatoI al D.P.R. 151/11), in possesso di C.P.I., la prima attestazione di rinnovo periodico dovrà essere presentata, entro i ter-mini stabiliti al comma 6 dell’art. 11 del D.P.R. 151/11.

PREMESSALa semplificazione per le procedure di prevenzione incendi entra in vigore il 7 ottobre 2011. Per la prima volta in Italia, è statoconcretamente adottato il principio di proporzionalità: gli adempimenti amministrativi sono diversificati sulla base della comples-sità del rischio. Inoltre, è stata snellita la documentazione tecnica richiesta e sono stati eliminati gli adempimenti ridondanti, deter-minando un risparmio stimato pari circa al 46% dei costi. Le nuove semplificazioni sono state realizzate nell’ambito dell’attuazionedel taglia oneri e del “Piano per la semplificazione amministrativa 2010-2012”, per ridurre, di almeno il 25%, gli oneri burocratici acarico di cittadini e imprese. La nuova disciplina è stata predisposta con il coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali e delleamministrazioni interessate. Di seguito, le principali novità e le istruzioni per l’uso della nuova procedura.

PREVENZIONE INCENDI: LE NUOVE PROCEDURE Il nuovo Regolamento (D.P.R. n. 151/2011) semplifica gli adempimenti assicurando, per tutti, tempi certi e prevedendo procedurediverse sulla base del rischio. Per questo le attività sottoposte ai controlli di prevenzione incendi vengono distinte in tre categorie:◆Categoria “A”, attività a basso rischio e standardizzate. Appartengono alla Categoria A le attività che non sono suscettibili diprovocare rischi significativi per l’incolumità pubblica e che sono contraddistinte da un limitato livello di complessità e da normetecniche di riferimento.◆Categoria “B”, attività a medio rischio. Rientrano nella Categoria B le attività caratterizzate da una media complessità e da unmedio rischio, nonché le attività che non hanno normativa tecnica di riferimento e non sono da ritenersi ad alto rischio.◆Categoria “C”, attività a elevato rischio. Nella Categoria C rientrano tutte le attività ad alto rischio e ad alta complessità tecni-co-gestionale.

Categoria “A”, attività a basso rischioAppartengono a questa categoria le attività che non sono suscettibili di provocare rischi significativi per l’incolumità pubblica eche sono contraddistinte da un limitato livello di complessità e da norme tecniche di riferimento.

La procedura per le attività di Categoria AGianni è un imprenditore che desidera costruire un’autorimessa di 400 mq. La nuova disciplina per la prevenzione incendi con-sente a Gianni di compiere tutti i lavori necessari alla realizzazione dell’autorimessa senza dover richiedere pareri preventivi aiVigili del Fuoco. Dopo aver realizzato la costruzione, per dare inizio all’attività, è sufficiente che Gianni invii al SUAP - SportelloUnico per le Attività Produttive (o ai Vigili del Fuoco tramite procedura online) il progetto dell’opera e una Segnalazione Certificatadi Inizio Attività (SCIA) con allegata la documentazione che attesti la conformità dell’attività realizzata alle prescrizioni vigenti inmateria di sicurezza antincendio. Una volta presentata la documentazione, Gianni ottiene la ricevuta dal SUAP e può immediata-mente cominciare la sua attività. I Vigili del Fuoco effettuano controlli a campione entro 60 giorni e rilasciano, dietro richiesta, unacopia del verbale della visita tecnica.

Chi appartiene alla categoria A?Piccoli alberghi tra i 25 e i 50 posti letto; aziende e uffici che hanno tra le 300 e le 500 persone presenti; autorimesse tra i 300mq e i 1.000 mq; edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio tra i 24 m e i 32 m; gli impianti di produzione di calore conpotenzialità tra 116 kW e 350 kW; strutture sanitarie tra i 25 e i 50 posti letto; teatri e studi per le riprese cinematografiche e tele-visive fino a 25 persone presenti. (Vedi elenco completo su www.vigilfuoco.it nella sezione prevenzione incendi).

D.P.R. 151/2011 E PREVENZIONE INCENDIUN VADEMECUM IN MATERIA DI SICUREZZAA cura di: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (www.vigilfuoco.it)

Dossier sicurezzaXii

R. Nel caso prospettato deve essere presentata la SCIA quale attività 75 dell’allegato I al D.P.R. 151/11 con riferimentoai contenuti del d.m. 1 febbraio 1986.D. Può essere esclusa dal calcolo della superficie di un’autorimessa, una cantina con pareti e porta REI 120 avente unico accessodall’autorimessa stessa?R. Nel caso prospettato è possibile escludere dal computo della superficie dell’autorimessa la superficie della cantina.

D. Quali sono gli adempimenti per un’autorimessa suddivisa a box ubicata al piano interrato di un fabbricato plurifamiliare in ristruttu-razione, nel caso in cui il cambio di destinazione d’uso di un locale, da cantina a box, comporti il superamento di 300 m2 di superficie?R. Le autorimesse tra 300 e 1000 m2 ricadono nella categoria 75.A e pertanto devono essere applicate le disposizionistabilite dall’art. 4, comma 1 del D.P.R. n. 151/2011.

D. Come si deve procedere per rinnovare un CPI per una autorimessa che ha 9 posti auto e superficie inferiore a 300 mq: si deverinnovare comunque oppure si lascia decadere?R. Con l’entrata in vigore del d.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 e del relativo elenco delle attività soggette, per l’attività descrit-ta il C.P.I. non deve essere rinnovato in quanto l’attività non è più soggetta ai procedimenti di prevenzione incendi. Il tito-lare dell’attività deve comunque rispettare, sotto la propria responsabilità, la regola tecnica (punto 2 dell’allegato al d.m.1 febbraio 1986).

D. L’ex proprietario titolare di CPI (autorimessa di 315 mq) ha venduto i 9 box a soggetti diversi costituitisi in Condominio. Il CPI èin scadenza. L’amministratore deve presentare la SCIA oppure l’Attestazione di rinnovo periodico e la Dichiarazione per voltura?R. Devono essere presentati al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco la dichiarazione per voltura e l’attestazione dirinnovo periodico di conformità antincendio in base all’articolo 5 del DPR 151/2011.

D. Nell’ambito del progetto di trasformazione di un’autocarrozzeria in autorimessa di circa 240 mq, non è stata avviata alcunaprocedura presso il Comando dei Vigili del Fuoco in quanto le auto parcheggiate, non superando nove unità, escludevano l’ambitodi assoggettabilità previsto dal d.m. 16 febbraio 1982. Con l’emanazione del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 l’attività illustrata è sog-getta a SCIA?R. Con il nuovo regolamento il campo di assoggettabilità delle autorimesse ai procedimenti prevenzione incendi non è piùriferito al numero di autoveicoli presenti, ma alla superficie. In particolare, sono soggette alle visite ed ai controlli di pre-venzione incendi le autorimesse di superficie complessiva coperta superiore a 300 mq. Nel caso proposto, (autorimessadi 240 mq), l’attività non è soggetta ai controlli di prevenzione incendi, ma devono comunque essere rispettati, sotto laresponsabilità del titolare dell’attività, la norma tecnica di riferimento (d.m. 1 febbraio 1986) e gli obblighi gestionali.

D.Un’attività precedentemente assoggettata ai controlli di prevenzione incendi e per la quale non è stata presentata l’istanza peril rilascio del CPI, ai sensi del D.P.R. 151/2011 è riclassificata solo limitatamente all’autorimessa nella n. 75.A. In questo caso dovràessere presentata la richiesta di CPI?R. Le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi che ricadono nella categoria A dell’allegato I devono presentarela segnalazione certificata di inizio attività, ai sensi dell’articolo 4 del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151.

D.Un’autorimessa da dieci posti auto e superficie di 380 mq, costruita nel 1995, ubicata al piano seminterrato di una palazzinacondominiale è riclassificata al n. 75, categoria A, dell’allegato al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151. In tal caso dovrà essere avviata laprocedura con la SCIA ed entro quale scadenza temporale?R. Se l’attività esistente è già in possesso del certificato di prevenzione incendi, prima della scadenza dello stesso deveessere presentata, al Comando Provinciale competente, l’attestazione di rinnovo periodico di conformità antincendio aisensi dell’art. 5 del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151. Se invece l’attività è in possesso solo del parere di conformità, di cui all’ar-ticolo 2 del D.P.R. 12 gennaio 1998, n. 37, il titolare, al termine dei lavori, deve espletare gli adempimenti di cui all’articolo4 del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151.

D. Per un’autorimessa contenente nove posti auto è necessario richiedere il rilascio del certificato di prevenzione incendi?R. Con il nuovo regolamento il campo di assoggettabilità delle autorimesse ai procedimenti prevenzione incendi non èpiù riferito al numero di autoveicoli presenti, ma alla superficie. In particolare sono soggette alle visite ed ai controlli diprevenzione incendi le “Autorimesse pubbliche e private, parcheggi pluriplano e meccanizzati di superficie complessivacoperta superiore a 300 mq”.

D. Per un’autorimessa privata su spazio a cielo aperto è previsto l’obbligo della richiesta del CPI o semplicemente il riscontro delpunto 7 del d.m. del 1 febbraio 1986?

sono da considerarsi singolarmente e pertanto ciascuno di essi ricade nella voce 74 categoria A? In questo caso per il rin-novo del CPI è necessaria l’asseverazione di impianti fissi antincendio?R. Poiché i generatori sono posti all’esterno, sarà possibile non effettuare la somma delle potenzialità qualora gli stessirisultino effettivamente indipendenti l’uno dall’altro. Per il rinnovo del certificato di prevenzione incendi per l’intero sta-bilimento si applicano le disposizioni di cui all’articolo 11 comma 5 del D.P.R. 151/ 2011.

D. Un impianto di riscaldamento a gasolio di potenzialità inferiore a 116 kW, con serbatoio annesso con capacità di 5 mc, rientranel campo di applicazione del D.P.R. 151/11?R.No in quanto il serbatoio si considera parte integrante dell’impianto di produzione di calore.

D. Nel caso di installazione di una caldaia combinata avente due focolari (uno a legna e uno a gasolio), occorre sempre sommarele potenze dei due focolari oppure, nel caso venga garantito il funzionamento mai simultaneo dei focolari, si considera solo la poten-za più alta tra i due?R. In via generale, l’installazione del secondo impianto di produzione di calore non deve aumentare il livello di rischio sta-bilito dalla norma tecnica di riferimento. I casi particolari vanno valutati di volta in volta con il competente Comando deiVigili del Fuoco, facendo riferimento al predetto principio.

D. In un’officina meccanica ci sono due nastri radianti con generatori di calore esterni da 100 Kw cadauno, una caldaia esterna da34 Kw ed una caldaia interna da 24 Kw con una somma totale da 259 Kw: bisogna presentare una SCIA per la potenza installatada 259 Kw o la potenzialità delle unità esterne non si sommano con quella interna?R. Nel caso indicato nel quesito, se i generatori di calore sono esterni, la potenzialità delle unità esterne non si sommanocon quella interna

D. L’impianto di riscaldamento a nastri radianti (uno da 120 kW ed uno da 168 kW, per complessivi 288 kW, in un unico com-partimento) di un laboratorio dovrà essere integrato con un nastro radiante da 120 kW nello stesso compartimento, portando lapotenzialità complessiva a 408 kW. L’attività attualmente dispone del CPI in corso di validità. È corretto presentare la richiesta divalutazione del progetto (categoria B) essendo la potenzialità complessiva futura del compartimento superiore a 350 kW, oppuretrattandosi di un’integrazione di potenzialità è sufficiente una SCIA a lavori eseguiti?R. Qualora la modifica ad una attività, seppure modesta, porti la stessa nella categoria superiore, devono essere avviatigli adempimenti di quest’ultima categoria. Ciò vale nel caso prospettato in quanto gli impianti sono all’interno di un unicocompartimento

ATTIVITÀ 75: Autorimesse pubbliche e private, di superficie > 300 m2; locali adi-biti al ricovero di natanti ed aeromobili di superficie > 500 m2; depositi di mezzirotabili di superficie > 1.000 m2.

D.Un’autorimessa per veicoli da lavoro (camion, escavatori) ha un deposito di gasolio di 8 mc, interrato e posizionato nel cortile dipertinenza. A quale attività va ascritto il deposito di gasolio?R. Ferma restando la verifica dell’assoggettabilità dell’autorimessa, quale attività 75 dell’allegato I al D.P.R. 151/11, il depo-sito di gasolio destinato alla distribuzione carburanti rientra al punto 13 dello stesso allegato; tale attività dovrà essererealizzata con riferimento alle specifiche regole tecniche.

D.Dovendo realizzare all’aperto un ricovero per natanti, con superficie di circa 1000 mq è necessario presentare istanza di valu-tazione progetto per attività individuata al nr. 75 del D.P.R. 151/2011?R.No, rientrano nel punto 75 dell’allegato I al D.P.R. 151/11 solo i locali coperti adibiti a ricovero di natanti con superficiesuperiore a 500 m2.

D. Come si calcola la superficie di un’autorimessa ai fini dell’assoggettabilità?R. Per il computo della superficie dell’autorimessa occorre fare riferimento alla superficie coperta destinata a ricovero,sosta e manovra degli autoveicoli, con servizi annessi.

D. Un’autorimessa interrata condominiale con superficie maggiore di 300 mq, antecedente al 1986, deve presentare laSCIA pur non avendo CPI dato che i posti auto sono inferiori a 9? Inoltre vale il d.m.i. 29 dicembre 2005, nel caso di adegua-mento?

Dossier sicurezzaXiDossier sicurezzaVi

Categoria “B”, attività a medio rischioRientrano nella Categoria B le attività caratterizzate da una media complessità e da un medio rischio, nonché le attività che nonhanno normativa tecnica di riferimento e non sono da ritenersi ad alto rischio.

La procedura per le attività di Categoria BMaria è un’imprenditrice che vuole aprire un ampio locale per la vendita al dettaglio, la cui metratura si aggira intorno ai 1.000mq. L’attività da avviare presenta una media complessità tecnico-gestionale, ed è necessario che il Comando provinciale compe-tente dei Vigili del Fuoco valuti il progetto e si pronunci sulla sua adeguatezza alle norme e alle regole tecniche.Il SUAP - Sportello Unico per le Attività Produttive a cui Maria si è rivolta per ottenere il permesso di costruire invierà ai Vigilidel Fuoco il progetto del locale: entro 60 giorni il Comando darà il parere sull’eventuale adeguatezza dell’opera alle norme antin-cendio. Dopo aver terminato la costruzione del locale, per avviare l’attività è sufficiente che Maria invii al SUAP una SegnalazioneCertificata di Inizio Attività (SCIA) con allegata la documentazione che attesti la conformità dell’attività realizzata alle prescrizionivigenti in materia di sicurezza antincendio. Al momento della consegna della documentazione, Maria ottiene dal SUAP una rice-vuta che le consente di esercitare immediatamente la sua attività. I Vigili del Fuoco effettuano, entro 60 giorni, controlli a campionee rilasciano, dietro richiesta, una copia del verbale della visita tecnica.

Chi appartiene alla categoria B?Alberghi tra i 50 e i 100 posti letto; i campeggi; le strutture sanitarie tra 50 e 100 posti letto; i locali per la vendita al dettaglio oall’ingrosso di superfici comprese tra i 600 e i 1.500 mq; le aziende e gli uffici che hanno tra 500 e 800 persone; le autorimesse tra1.000 e 3.000 mq; gli edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio tra i 32 e i 54 m. Vedi elenco completo su vigilfuoco.it nellasezione prevenzione incendi.

Categoria “C”, attività ad alto rischioNella Categoria C rientrano tutte le attività ad alto rischio e ad alta complessità tecnico-gestionale.

La procedura per le attività di Categoria CPaolo ha intenzione di costruire una grande casa di riposo che riesca a ospitare e assistere fino a 110 anziani contemporanea-mente. L’attività che ha in mente è molto complessa e, secondo le nuove norme per la prevenzione incendi, presenta alti rischi.Per ottenere il permesso di costruire l’edificio, Paolo deve ricevere il parere positivo dei Vigili del Fuoco sul progetto: il SUAP acui Paolo si rivolge provvede a richiedere ai Vigili il parere preventivo di conformità del progetto, che viene rilasciato entro 60 gior-ni. Terminati i lavori, Paolo invia al SUAP una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) con allegata la documentazione cheattesti la conformità dell’attività realizzata alle prescrizioni vigenti in materia di sicurezza antincendio. Al momento della consegnadella documentazione, la ricevuta ottenuta dallo Sportello Unico per le Attività Produttive - SUAP consente a Paolo di aprire lacasa di cura immediatamente. I Vigili del Fuoco, entro 60 giorni, faranno visita a Paolo per controllare che la sua casa di cura rispettitutte le norme antincendio e, in caso positivo, gli rilasciano il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI).

Chi appartiene alla categoria c?Centrali termoelettriche; i teatri e gli studi televisivi con più di 100 persone presenti; le strutture sanitarie e gli alberghi con oltre100 posti; le aziende e gli uffici con oltre 800 persone presenti; gli edifici con altezza antincendio di oltre 54 metri; le stazioni fer-roviarie e metropolitane. Vedi elenco completo su vigilfuoco.it nella sezione prevenzione incendi.

I CAMBIAMENTI INTRODOTTI

Le attività esentiSono da considerarsi esenti dai controlli di prevenzione incendi tutte le attività non presenti nell’Allegato 1 del nuovo Regola-mento. Rispetto alla precedente normativa alcune attività, come ad esempio i vani ascensori, i montacarichi e gli stabilimenti perla produzione di pellicole cinematografiche con supporto infiammabile, sono state escluse perché considerate obsolete, non piùpericolose o, comunque, riconducibili ad altre fattispecie.

I nuovi limitiPer alcune categorie, i limiti precedentemente fissati hanno subìto variazioni. Queste modifiche hanno l’effetto di rendereassoggettate alcune attività prima esenti (es. aziende con persone tra 300 e 500 persone), e di rendere esenti alcune attività primaassoggettate (es. i locali adibiti a depositi di superficie lorda superiore a 1.000 mq sono assoggettati solo se detengono quantitatividi merci e materiali combustibili superiori complessivamente a 5.000 kg).

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Nuove attività assoggettateLe nuove attività inserite sono ricollegabili essenzialmente a contesti che presuppongono situazioni di affollamento (es. club pri-vati, campeggi) o di rischio particolarmente elevato.Nello specifico, si riferiscono:

◆ad alcune infrastrutture di trasporto a elevato rischio (aerostazioni, grandi stazioni ferroviarie e marittime, interporti, grandi gal-lerie ferroviarie e stradali, metropolitane);◆attività a rischio specifico, quali quelle di demolizioni dei veicoli, frequentemente interessati da incendi di grandi dimensioni;◆grandi complessi terziari o per il terziario;◆ strutture turistico-ricettive all’aria aperta come i campeggi e i villaggi turistici con capacità ricettiva superiore a 400 persone.

Altre novità del Regolamento1. Prevenzione incendi on line2. Abolizione della duplicazione del Registro dei controlli3. Semplificazione dei rinnovi ed eliminazione del giuramento della perizia4. NOF - nulla osta di fattibilità 5. Verifiche in corso d’opera. Si tratta di interventi che lasciano inalterati gli attuali livelli di tutela della incolumità pubblica.

1. Prevenzione incendi on lineIl progetto consente all’utente:

◆di inviare per via telematica le istanze inerenti i procedimenti di prevenzione incendi e la relativa documentazione tecnica;◆di consultare on line lo stato della pratica;◆di ricevere, via posta elettronica certificata, tutte le comunicazioni da parte del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco;◆di accedere a una serie di servizi aggiuntivi, quali la prenotazione on line di appuntamenti con i funzionari dei Vigili del Fuoco, lacompilazione guidata della relazione tecnica per le attività più diffuse e la pre-compilazione delle sezioni dei modelli inerenti i datianagrafici, recuperati in automatico dal registro camerale.

2. Abolizione della duplicazione del Registro dei controlliÈ stato eliminato il Registro dei controlli, manutenzione, informazione e formazione del personale, che duplica adempimenti giàprevisti dalla normativa di sicurezza nei luoghi di lavoro.

3. Semplificazione dei rinnovi ed eliminazione del giuramento della periziaLa richiesta di rinnovo del CPI è stata sostituita da una dichiarazione attestante l’assenza di variazioni alle condizioni di sicurezzaantincendio, che deve essere inviata al Comando dei Vigili del Fuoco, per la quasi totalità delle attività, ogni 5 anni. Inoltre, la periziagiurata attestante l’efficienza dei dispositivi, dei sistemi e degli impianti finalizzati alla protezione attiva antincendi è stata eliminata esostituita con una dichiarazione del tecnico abilitato; quest’ultimo non deve più recarsi in tribunale per effettuare il giuramento.

4. NOF - nulla osta di fattibilitàI titolari delle attività ad alto e medio rischio, in caso di progetti particolarmente complessi, hanno la possibilità di richiedere pre-ventivamente al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco il rilascio di un nulla osta di fattibilità. Il nulla osta di fattibilità si sostanziain un parere di massima rilasciato con riguardo a uno o più aspetti rilevanti dal punto di vista della prevenzione incendi, effettuatosulla base della valutazione di un progetto di fattibilità dell’opera.Gli aspetti dell’opera rilevanti dal punto di vista antincendio che possono essere sottoposti all’esame del Comando provincialedei Vigili del Fuoco e sui quali, dopo le opportune valutazioni, esprimerà il proprio parere, potranno riguardare: ubicazione; comu-nicazioni e separazioni; accesso all’area e accostamento dei mezzi di soccorso; caratteristiche costruttive e layout (distanziamenti,separazioni, isolamento); resistenza al fuoco; reazioni al fuoco; compartimentazione; vie di esodo; sistema di controllo dei fuminaturale o meccanico; aree e impianti a rischio specifico; impianti elettrici di sicurezza; illuminazione di sicurezza; mezzi e impiantidi estinzione degli incendi; impianti di rilevazione, segnalazione e allarme.Il rilascio del nulla osta è garantito dai Vigili del Fuoco entro il termine massimo di 30 giorni dal momento della richiesta da partedel titolare dell’attività.

5. Verifiche in corso d’operaI titolari di attività soggette alla normativa e particolarmente complesse possono richiedere al Comando provinciale dei Vigilidel Fuoco di compiere visite tecniche, anche durante la realizzazione dell’opera, per verificare la rispondenza alle disposizioni diprevenzione incendi.Per non arrestarne la realizzazione in attesa delle verifiche, in fase di valutazione del progetto è prevista la stesura di un crono-programma di visite concordato; il procedimento si conclude, al massimo, entro 30 giorni dall’avvio.

Dossier sicurezzaX

D. Con il D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 è stato modificato l’elenco delle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. Il punto71 dell’allegato al D.P.R suddetto, relativo ad “Aziende ed uffici con oltre 300 persone presenti”, ha sostituito il punto 89 dell’elencoallegato al d.m. 16 febbraio1982, “Aziende ed uffici nei quali siano occupati oltre 500 addetti”, ora abrogato. L’articolo 1, punto 3,ultimo comma, del d.m. 22 febbraio 2006 dispone che “Agli uffici esistenti, soggetti ai controlli di prevenzione incendi, non è richiestoalcun adeguamento qualora siano in possesso di CPI e siano stati pianificati, o siano in corso, lavori di modifica, adeguamento, ristrut-turazione o ampliamento sulla base di un progetto approvato dal competente Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco”. Per leaziende e gli uffici, di cui al punto 71 dell’allegato al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151, esistenti alla data di entrata in vigore del d.m. 22febbraio 2006 e realizzati in conformità a un progetto approvato dal competente Comando Provinciale, la nuova normativa preve-de l’obbligo dell’adeguamento al Titolo IV dell’allegato al d.m. 22 febbraio 2006?R. Per gli uffici esistenti, soggetti ai controlli di prevenzione incendi, in possesso di CPI o per i quali siano stati pianificati, osiano in corso, lavori di modifica, adeguamento ristrutturazione o ampliamento sulla base di un progetto approvato dal com-petente Comando Provinciale, non è previsto l’obbligo dell’adeguamento al Titolo IV dell’allegato al d.m. 22 febbraio 2006.

ATTIVITÀ 74: Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibilesolido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116 kW.

D. Con il nuovo D.P.R. 151/2011 è necessario classificare una centrale termica ex attività 91 in fase di rinnovo del CPI: si ricade inattività 1 in quanto si superano i 25 nmc/h, oppure nella 74?R. Occorre fare riferimento alla tabella dell’allegato II al d.P.R. 151/11, laddove l’attività 91 del d.m. 16 febbraio 1982 è ri-portata in corrispondenza dell’attività 74. In linea generale, comunque, l’attività 1 è da intendersi riferita al settore indu-striale o produttivo.

D. I locali come le stalle o i capannoni per l’allevamento di polli rientrano al punto 70 dell’allegato I al D.P.R. 151/11?R. I locali per il ricovero o l’allevamento di animali non sono da considerare locali adibiti a deposito così come definiti alpunto 70 dell’allegato I al D.P.R. 151/11. Ai fini dell’assoggettabilità ai controlli di prevenzione incendi, occorrerà, in ognicaso, valutare l’eventuale presenza di impianti per la produzione di calore a servizio di detti locali così come descritti alpunto 74, nonché di altre eventuali attività elencate nello stesso allegato.

D. In un abitazione civile, nel caso in cui siano presenti un termocamino dalla potenza termica massima di 34.5 kW e una caldaiaa camera stagna di potenza massima di 30 kW, si sommano le due potenze per funzionamento combinato, superando così i 35kW? Nel caso in cui il loro funzionamento è autonomo per piani diversi dell’abitazione, vanno sommate ugualmente?R. La soglia di assoggettabilità ai controlli di prevenzione incendi è 116 kW. Per impianti termici di portata superiore a 35kW deve essere assicurato il rispetto della regola tecnica stabilita dal d.m. 12 aprile 2012. Il decreto precisa inoltre che“all’interno di una singola unità immobiliare adibita ad uso abitativo, ai fini del calcolo della portata termica complessiva,non concorrono gli apparecchi domestici di portata termica singola non superiore a 35 kW quali gli apparecchi di cotturaalimenti, le stufe, i caminetti, i radiatori individuali, gli scaldacqua unifamiliari, gli scaldabagno ed i lavabiancheria”.

D.Un generatore di calore con potenza termica nominale pari a 116 kW, e potenza termica al focolare di 128 kW, è soggetto alcontrollo dei vigili del fuoco e quindi al CPI?R. Occorre fare riferimento alla potenza termica al focolare del generatore; se superiore a 116 kW sarà ricompreso alpunto 74 del D.P.R. 151/2011.

D. Una linea di alimentazione di una caldaia che alimenta una centrale termica per uso riscaldamento con potenza termica che impie-ga quantità globali in ciclo superiori a 25 Nm3/h" configura l’attività 1 del D.P.R. 151/2011? Il limite precedente era di 50 Nm3/h, men-tre con la nuova classificazione rientrano gran parte delle centrali termiche ad uso riscaldamento presenti nelle industrie.R. L’attività, in ragione della potenzialità potrà ricadere al punto 74 dell’allegato al D.P.R. 151/2011.

D.Nel caso di due centrali termiche di potenzialità rispettivamente di 115 Kw e 280 kW, ciascuna in locale indipendente e conaccesso dall’esterno, ma ubicate nello stesso immobile, ai fini delle procedure antincendio le potenzialità devono essere sommate?R. No, si deve procedere agli adempimenti di prevenzione incendi unicamente per l’impianto da 280 kW, classificabilenella categoria 74.A. dell’allegato I al D.P.R. 151.

D.Nel caso specifico di più generatori di aria calda posti all’esterno sulla parete dello stabilimento, ciascuno della poten-zialità superiore a 116 kW e inferiore a 350 kW, si considera la somma delle singole potenzialità, ovvero i generatori

NORME ANTINCENDIO NEL SETTORE CIVILE:LE NUOVE UNI 10779 E 9493-3

A cura di: UNI

Per garantire un costante aggiornamento sul tema della sicurezza antincendio, lo scorso 6 novembre 2014 sono statepubblicate dalla Commissione tecnica Uni “Protezione attiva contro gli incendi” due norme di grande interesse. Sitratta della nuova Uni 10779 (che sostituisce la vecchia edizione del 2007) e della Uni 9494-3.La Uni 10779:2014 “Impianti di estinzione incendi - Reti di idranti - Progettazione, installazione ed esercizio” specifica irequisiti costruttivi e prestazionali minimi da soddisfare nella progettazione, installazione ed esercizio delle reti di idrantidestinate all’alimentazione di apparecchi di erogazione antincendio. Tali requisiti, in assenza di specifiche disposizioni legi-slative, sono fissati in relazione alle caratteristiche dell’attività da proteggere. La norma si applica agli impianti da installareo da modificare, a seguito della valutazione del rischio di incendio, nelle attività sia civili sia industriali. Scopo del documen-to è dunque stabilire le caratteristiche che una rete di idranti deve avere e le modalità con le quali deve essere realizzatae gestita. Non è invece compito della norma definire in alcun modo i casi in cui la rete di idranti deve essere realizzata nédefinirne la relativa tipologia di protezione: tale decisione deve essere presa a seguito del processo di analisi e valutazionedel rischio di incendio per l’attività in esame.In caso di incendio, i sistemi per l’evacuazione di fumo e calore (SEFC) - oggi ampiamente utilizzati - creano e manten-gono uno strato libero da fumo al di sopra del pavimento mediante la rimozione del fumo stesso e servono anche perl’evacuazione dei gas caldi rilasciati da un incendio durante le fasi di sviluppo. Il loro valore consiste nell’agevolare l’eva-cuazione delle persone da edifici e da altri fabbricati, nel ridurre i danni e le perdite finanziarie provocati dall’incendio pre-venendo danni da fumo, nel ridurre le temperature delle strutture portanti e del tetto e nel ritardare il diffondersi lateraledel fuoco. Ma per ottenere questi vantaggi è essenziale che i SEFC siano completamente funzionanti, affidabili e mantenutiin stato di efficienza.La norma UNI 9494-3 “Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 3: Controllo iniziale e manutenzione dei sistemidi evacuazione di fumo e calore” descrive invece le procedure per il controllo iniziale, la sorveglianza e il controllo perio-dico, la manutenzione dei sistemi di evacuazione di fumo e calore SEFC. Si applica ai sistemi realizzati secondo le UNI9494-1 e UNI 9494-2 e fornisce indicazioni sufficienti per operare secondo la regola dell’arte.La norma è un riferimento per l’applicazione del DM 10 marzo 1998 (Allegato VI) e del DM 20 dicembre 2012 (punto2.3 dell’Allegato) per quanto guarda i controlli e manutenzione dei Sistemi Antincendio di Protezione Attiva.Entrambe le norme sono disponibili sul Catalogo UNI, sia in formato elettronico che in formato cartaceo.

LE PRESCRIZIONI DEL DPR 151/2011IN AMBITO RESIDENZIALE (E NON SOLO)

A cura di: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (www.vigilfuoco.it)

Quali prescrizioni impone il D.P.R. 151/2011 al settore condominiale e residenziale (anche inteso in senso lato)in materia di normativa antincendio? E come comportarsi in alcuni casi specifici? Quale documentazione è

necessaria? Quali e di chi sono le responsabilità? Sono alcuni dei punti che ha chiarito il Corpo Nazionale dei Vigilidel Fuoco, con le risposte alle Faq pubblicate sul sito internet: www.vigilfuoco.it. Di seguito alcune delle questionipiù delicate.

ATTIVITÀ 66: Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, simili, con oltre 25 postiletto; campeggi di superficie > 3.000 m2.

D. Nel caso di un edificio composto da 10 appartamenti destinati a locazione a scopo turistico con n. 28 posti letto totali, qualedocumentazione devo presentare considerato che i lavori sono stati ultimati due mesi dopo l’entrata in vigore del D.P.R. 151/2011ma sulla base di un progetto presentato unicamente al Comune, che teneva conto della normativa precedente la quale escludevatale attività dai controlli di prevenzione incendi?R. Se l’attività ricettiva è “assimilabile a residenza turistico alberghiera (RTA)” risulta ricompresa al punto 66. Pertanto,prima di esercire l’attività occorrerà presentare la SCIA ai sensi dell’art. 4 del D.P.R. 151/2011. La modalità di presenta-zione della segnalazione e la documentazione necessaria sono indicate nel d.m. 7 agosto 2012.

D. Rientrano come attività n. 66, anche gli alberghi la cui struttura edilizia è suddivisa in vari blocchi, di capienza inferiore ai 25 postiletto, con accessi distinti? Nel totale la capienza dell’albergo è inferiore ai 100 posti letto.R.Qualora l’albergo abbia una capienza superiore a 25 posti letto, anche se gli stessi sono suddivisi in strutture separate,rientrano al punto 66 del D.P.R. 151/2011. In questo caso le disposizioni di prevenzione incendi applicabili alle attività inoggetto riportate sono quelle indicate al Titolo III dell’allegato al d.m. 9 aprile 1994.

D. Qual è la procedura di prevenzione incendi da seguire per l’apertura di un’attività extra-alberghiera di affittacamere, con capa-cità inferiore a 25 posti letto, in unità immobiliari destinate ad abitazione civile?R. L’attività extra alberghiera descritta, avendo capacità ricettiva inferiore a 25 posti letto, non è soggetta ai controlli diprevenzione incendi di cui al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151. Per tale attività devono comunque essere rispettati, sotto laresponsabilità del titolare, la norma tecnica di riferimento (d.m. 9 aprile 1994, titolo III - disposizioni relative alle attivitàricettive con capacità non superiore a venticinque posti letto) e gli obblighi gestionali.

ATTIVITÀ 71: Aziende ed uffici con oltre 300 persone presenti.

D. Un edificio destinato ad ospitare uffici, ciascuno facente capo a titolarità diverse, costituisce nel complesso un’attività soggetta aicontrolli dei Vigili del Fuoco ai sensi del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151? In caso affermativo, l’attività si può inquadrare come punto71 dell’allegato I al decreto oppure, più in generale, rientra nel punto 73 dello stesso allegato?R. Qualora nell’edificio il numero di persone presenti sia superiore a 300 unità, l’attività è inquadrabile nel punto 71 del-l’allegato al D.P.R. 151/2011.

NORME ANTINCENDIO NEL SETTORE CIVILE:LE NUOVE UNI 10779 E 9493-3

A cura di: UNI

Per garantire un costante aggiornamento sul tema della sicurezza antincendio, lo scorso 6 novembre 2014 sono statepubblicate dalla Commissione tecnica Uni “Protezione attiva contro gli incendi” due norme di grande interesse. Sitratta della nuova Uni 10779 (che sostituisce la vecchia edizione del 2007) e della Uni 9494-3.La Uni 10779:2014 “Impianti di estinzione incendi - Reti di idranti - Progettazione, installazione ed esercizio” specifica irequisiti costruttivi e prestazionali minimi da soddisfare nella progettazione, installazione ed esercizio delle reti di idrantidestinate all’alimentazione di apparecchi di erogazione antincendio. Tali requisiti, in assenza di specifiche disposizioni legi-slative, sono fissati in relazione alle caratteristiche dell’attività da proteggere. La norma si applica agli impianti da installareo da modificare, a seguito della valutazione del rischio di incendio, nelle attività sia civili sia industriali. Scopo del documen-to è dunque stabilire le caratteristiche che una rete di idranti deve avere e le modalità con le quali deve essere realizzatae gestita. Non è invece compito della norma definire in alcun modo i casi in cui la rete di idranti deve essere realizzata nédefinirne la relativa tipologia di protezione: tale decisione deve essere presa a seguito del processo di analisi e valutazionedel rischio di incendio per l’attività in esame.In caso di incendio, i sistemi per l’evacuazione di fumo e calore (SEFC) - oggi ampiamente utilizzati - creano e manten-gono uno strato libero da fumo al di sopra del pavimento mediante la rimozione del fumo stesso e servono anche perl’evacuazione dei gas caldi rilasciati da un incendio durante le fasi di sviluppo. Il loro valore consiste nell’agevolare l’eva-cuazione delle persone da edifici e da altri fabbricati, nel ridurre i danni e le perdite finanziarie provocati dall’incendio pre-venendo danni da fumo, nel ridurre le temperature delle strutture portanti e del tetto e nel ritardare il diffondersi lateraledel fuoco. Ma per ottenere questi vantaggi è essenziale che i SEFC siano completamente funzionanti, affidabili e mantenutiin stato di efficienza.La norma UNI 9494-3 “Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 3: Controllo iniziale e manutenzione dei sistemidi evacuazione di fumo e calore” descrive invece le procedure per il controllo iniziale, la sorveglianza e il controllo perio-dico, la manutenzione dei sistemi di evacuazione di fumo e calore SEFC. Si applica ai sistemi realizzati secondo le UNI9494-1 e UNI 9494-2 e fornisce indicazioni sufficienti per operare secondo la regola dell’arte.La norma è un riferimento per l’applicazione del DM 10 marzo 1998 (Allegato VI) e del DM 20 dicembre 2012 (punto2.3 dell’Allegato) per quanto guarda i controlli e manutenzione dei Sistemi Antincendio di Protezione Attiva.Entrambe le norme sono disponibili sul Catalogo UNI, sia in formato elettronico che in formato cartaceo.

LE PRESCRIZIONI DEL DPR 151/2011IN AMBITO RESIDENZIALE (E NON SOLO)

A cura di: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (www.vigilfuoco.it)

Quali prescrizioni impone il D.P.R. 151/2011 al settore condominiale e residenziale (anche inteso in senso lato)in materia di normativa antincendio? E come comportarsi in alcuni casi specifici? Quale documentazione è

necessaria? Quali e di chi sono le responsabilità? Sono alcuni dei punti che ha chiarito il Corpo Nazionale dei Vigilidel Fuoco, con le risposte alle Faq pubblicate sul sito internet: www.vigilfuoco.it. Di seguito alcune delle questionipiù delicate.

ATTIVITÀ 66: Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, simili, con oltre 25 postiletto; campeggi di superficie > 3.000 m2.

D. Nel caso di un edificio composto da 10 appartamenti destinati a locazione a scopo turistico con n. 28 posti letto totali, qualedocumentazione devo presentare considerato che i lavori sono stati ultimati due mesi dopo l’entrata in vigore del D.P.R. 151/2011ma sulla base di un progetto presentato unicamente al Comune, che teneva conto della normativa precedente la quale escludevatale attività dai controlli di prevenzione incendi?R. Se l’attività ricettiva è “assimilabile a residenza turistico alberghiera (RTA)” risulta ricompresa al punto 66. Pertanto,prima di esercire l’attività occorrerà presentare la SCIA ai sensi dell’art. 4 del D.P.R. 151/2011. La modalità di presenta-zione della segnalazione e la documentazione necessaria sono indicate nel d.m. 7 agosto 2012.

D. Rientrano come attività n. 66, anche gli alberghi la cui struttura edilizia è suddivisa in vari blocchi, di capienza inferiore ai 25 postiletto, con accessi distinti? Nel totale la capienza dell’albergo è inferiore ai 100 posti letto.R.Qualora l’albergo abbia una capienza superiore a 25 posti letto, anche se gli stessi sono suddivisi in strutture separate,rientrano al punto 66 del D.P.R. 151/2011. In questo caso le disposizioni di prevenzione incendi applicabili alle attività inoggetto riportate sono quelle indicate al Titolo III dell’allegato al d.m. 9 aprile 1994.

D. Qual è la procedura di prevenzione incendi da seguire per l’apertura di un’attività extra-alberghiera di affittacamere, con capa-cità inferiore a 25 posti letto, in unità immobiliari destinate ad abitazione civile?R. L’attività extra alberghiera descritta, avendo capacità ricettiva inferiore a 25 posti letto, non è soggetta ai controlli diprevenzione incendi di cui al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151. Per tale attività devono comunque essere rispettati, sotto laresponsabilità del titolare, la norma tecnica di riferimento (d.m. 9 aprile 1994, titolo III - disposizioni relative alle attivitàricettive con capacità non superiore a venticinque posti letto) e gli obblighi gestionali.

ATTIVITÀ 71: Aziende ed uffici con oltre 300 persone presenti.

D. Un edificio destinato ad ospitare uffici, ciascuno facente capo a titolarità diverse, costituisce nel complesso un’attività soggetta aicontrolli dei Vigili del Fuoco ai sensi del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151? In caso affermativo, l’attività si può inquadrare come punto71 dell’allegato I al decreto oppure, più in generale, rientra nel punto 73 dello stesso allegato?R. Qualora nell’edificio il numero di persone presenti sia superiore a 300 unità, l’attività è inquadrabile nel punto 71 del-l’allegato al D.P.R. 151/2011.

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Nuove attività assoggettateLe nuove attività inserite sono ricollegabili essenzialmente a contesti che presuppongono situazioni di affollamento (es. club pri-vati, campeggi) o di rischio particolarmente elevato.Nello specifico, si riferiscono:

◆ad alcune infrastrutture di trasporto a elevato rischio (aerostazioni, grandi stazioni ferroviarie e marittime, interporti, grandi gal-lerie ferroviarie e stradali, metropolitane);◆attività a rischio specifico, quali quelle di demolizioni dei veicoli, frequentemente interessati da incendi di grandi dimensioni;◆grandi complessi terziari o per il terziario;◆ strutture turistico-ricettive all’aria aperta come i campeggi e i villaggi turistici con capacità ricettiva superiore a 400 persone.

Altre novità del Regolamento1. Prevenzione incendi on line2. Abolizione della duplicazione del Registro dei controlli3. Semplificazione dei rinnovi ed eliminazione del giuramento della perizia4. NOF - nulla osta di fattibilità 5. Verifiche in corso d’opera. Si tratta di interventi che lasciano inalterati gli attuali livelli di tutela della incolumità pubblica.

1. Prevenzione incendi on lineIl progetto consente all’utente:

◆di inviare per via telematica le istanze inerenti i procedimenti di prevenzione incendi e la relativa documentazione tecnica;◆di consultare on line lo stato della pratica;◆di ricevere, via posta elettronica certificata, tutte le comunicazioni da parte del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco;◆di accedere a una serie di servizi aggiuntivi, quali la prenotazione on line di appuntamenti con i funzionari dei Vigili del Fuoco, lacompilazione guidata della relazione tecnica per le attività più diffuse e la pre-compilazione delle sezioni dei modelli inerenti i datianagrafici, recuperati in automatico dal registro camerale.

2. Abolizione della duplicazione del Registro dei controlliÈ stato eliminato il Registro dei controlli, manutenzione, informazione e formazione del personale, che duplica adempimenti giàprevisti dalla normativa di sicurezza nei luoghi di lavoro.

3. Semplificazione dei rinnovi ed eliminazione del giuramento della periziaLa richiesta di rinnovo del CPI è stata sostituita da una dichiarazione attestante l’assenza di variazioni alle condizioni di sicurezzaantincendio, che deve essere inviata al Comando dei Vigili del Fuoco, per la quasi totalità delle attività, ogni 5 anni. Inoltre, la periziagiurata attestante l’efficienza dei dispositivi, dei sistemi e degli impianti finalizzati alla protezione attiva antincendi è stata eliminata esostituita con una dichiarazione del tecnico abilitato; quest’ultimo non deve più recarsi in tribunale per effettuare il giuramento.

4. NOF - nulla osta di fattibilitàI titolari delle attività ad alto e medio rischio, in caso di progetti particolarmente complessi, hanno la possibilità di richiedere pre-ventivamente al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco il rilascio di un nulla osta di fattibilità. Il nulla osta di fattibilità si sostanziain un parere di massima rilasciato con riguardo a uno o più aspetti rilevanti dal punto di vista della prevenzione incendi, effettuatosulla base della valutazione di un progetto di fattibilità dell’opera.Gli aspetti dell’opera rilevanti dal punto di vista antincendio che possono essere sottoposti all’esame del Comando provincialedei Vigili del Fuoco e sui quali, dopo le opportune valutazioni, esprimerà il proprio parere, potranno riguardare: ubicazione; comu-nicazioni e separazioni; accesso all’area e accostamento dei mezzi di soccorso; caratteristiche costruttive e layout (distanziamenti,separazioni, isolamento); resistenza al fuoco; reazioni al fuoco; compartimentazione; vie di esodo; sistema di controllo dei fuminaturale o meccanico; aree e impianti a rischio specifico; impianti elettrici di sicurezza; illuminazione di sicurezza; mezzi e impiantidi estinzione degli incendi; impianti di rilevazione, segnalazione e allarme.Il rilascio del nulla osta è garantito dai Vigili del Fuoco entro il termine massimo di 30 giorni dal momento della richiesta da partedel titolare dell’attività.

5. Verifiche in corso d’operaI titolari di attività soggette alla normativa e particolarmente complesse possono richiedere al Comando provinciale dei Vigilidel Fuoco di compiere visite tecniche, anche durante la realizzazione dell’opera, per verificare la rispondenza alle disposizioni diprevenzione incendi.Per non arrestarne la realizzazione in attesa delle verifiche, in fase di valutazione del progetto è prevista la stesura di un crono-programma di visite concordato; il procedimento si conclude, al massimo, entro 30 giorni dall’avvio.

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D. Con il D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 è stato modificato l’elenco delle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. Il punto71 dell’allegato al D.P.R suddetto, relativo ad “Aziende ed uffici con oltre 300 persone presenti”, ha sostituito il punto 89 dell’elencoallegato al d.m. 16 febbraio1982, “Aziende ed uffici nei quali siano occupati oltre 500 addetti”, ora abrogato. L’articolo 1, punto 3,ultimo comma, del d.m. 22 febbraio 2006 dispone che “Agli uffici esistenti, soggetti ai controlli di prevenzione incendi, non è richiestoalcun adeguamento qualora siano in possesso di CPI e siano stati pianificati, o siano in corso, lavori di modifica, adeguamento, ristrut-turazione o ampliamento sulla base di un progetto approvato dal competente Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco”. Per leaziende e gli uffici, di cui al punto 71 dell’allegato al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151, esistenti alla data di entrata in vigore del d.m. 22febbraio 2006 e realizzati in conformità a un progetto approvato dal competente Comando Provinciale, la nuova normativa preve-de l’obbligo dell’adeguamento al Titolo IV dell’allegato al d.m. 22 febbraio 2006?R. Per gli uffici esistenti, soggetti ai controlli di prevenzione incendi, in possesso di CPI o per i quali siano stati pianificati, osiano in corso, lavori di modifica, adeguamento ristrutturazione o ampliamento sulla base di un progetto approvato dal com-petente Comando Provinciale, non è previsto l’obbligo dell’adeguamento al Titolo IV dell’allegato al d.m. 22 febbraio 2006.

ATTIVITÀ 74: Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibilesolido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116 kW.

D. Con il nuovo D.P.R. 151/2011 è necessario classificare una centrale termica ex attività 91 in fase di rinnovo del CPI: si ricade inattività 1 in quanto si superano i 25 nmc/h, oppure nella 74?R. Occorre fare riferimento alla tabella dell’allegato II al d.P.R. 151/11, laddove l’attività 91 del d.m. 16 febbraio 1982 è ri-portata in corrispondenza dell’attività 74. In linea generale, comunque, l’attività 1 è da intendersi riferita al settore indu-striale o produttivo.

D. I locali come le stalle o i capannoni per l’allevamento di polli rientrano al punto 70 dell’allegato I al D.P.R. 151/11?R. I locali per il ricovero o l’allevamento di animali non sono da considerare locali adibiti a deposito così come definiti alpunto 70 dell’allegato I al D.P.R. 151/11. Ai fini dell’assoggettabilità ai controlli di prevenzione incendi, occorrerà, in ognicaso, valutare l’eventuale presenza di impianti per la produzione di calore a servizio di detti locali così come descritti alpunto 74, nonché di altre eventuali attività elencate nello stesso allegato.

D. In un abitazione civile, nel caso in cui siano presenti un termocamino dalla potenza termica massima di 34.5 kW e una caldaiaa camera stagna di potenza massima di 30 kW, si sommano le due potenze per funzionamento combinato, superando così i 35kW? Nel caso in cui il loro funzionamento è autonomo per piani diversi dell’abitazione, vanno sommate ugualmente?R. La soglia di assoggettabilità ai controlli di prevenzione incendi è 116 kW. Per impianti termici di portata superiore a 35kW deve essere assicurato il rispetto della regola tecnica stabilita dal d.m. 12 aprile 2012. Il decreto precisa inoltre che“all’interno di una singola unità immobiliare adibita ad uso abitativo, ai fini del calcolo della portata termica complessiva,non concorrono gli apparecchi domestici di portata termica singola non superiore a 35 kW quali gli apparecchi di cotturaalimenti, le stufe, i caminetti, i radiatori individuali, gli scaldacqua unifamiliari, gli scaldabagno ed i lavabiancheria”.

D.Un generatore di calore con potenza termica nominale pari a 116 kW, e potenza termica al focolare di 128 kW, è soggetto alcontrollo dei vigili del fuoco e quindi al CPI?R. Occorre fare riferimento alla potenza termica al focolare del generatore; se superiore a 116 kW sarà ricompreso alpunto 74 del D.P.R. 151/2011.

D. Una linea di alimentazione di una caldaia che alimenta una centrale termica per uso riscaldamento con potenza termica che impie-ga quantità globali in ciclo superiori a 25 Nm3/h" configura l’attività 1 del D.P.R. 151/2011? Il limite precedente era di 50 Nm3/h, men-tre con la nuova classificazione rientrano gran parte delle centrali termiche ad uso riscaldamento presenti nelle industrie.R. L’attività, in ragione della potenzialità potrà ricadere al punto 74 dell’allegato al D.P.R. 151/2011.

D.Nel caso di due centrali termiche di potenzialità rispettivamente di 115 Kw e 280 kW, ciascuna in locale indipendente e conaccesso dall’esterno, ma ubicate nello stesso immobile, ai fini delle procedure antincendio le potenzialità devono essere sommate?R. No, si deve procedere agli adempimenti di prevenzione incendi unicamente per l’impianto da 280 kW, classificabilenella categoria 74.A. dell’allegato I al D.P.R. 151.

D.Nel caso specifico di più generatori di aria calda posti all’esterno sulla parete dello stabilimento, ciascuno della poten-zialità superiore a 116 kW e inferiore a 350 kW, si considera la somma delle singole potenzialità, ovvero i generatori

sono da considerarsi singolarmente e pertanto ciascuno di essi ricade nella voce 74 categoria A? In questo caso per il rin-novo del CPI è necessaria l’asseverazione di impianti fissi antincendio?R. Poiché i generatori sono posti all’esterno, sarà possibile non effettuare la somma delle potenzialità qualora gli stessirisultino effettivamente indipendenti l’uno dall’altro. Per il rinnovo del certificato di prevenzione incendi per l’intero sta-bilimento si applicano le disposizioni di cui all’articolo 11 comma 5 del D.P.R. 151/ 2011.

D. Un impianto di riscaldamento a gasolio di potenzialità inferiore a 116 kW, con serbatoio annesso con capacità di 5 mc, rientranel campo di applicazione del D.P.R. 151/11?R.No in quanto il serbatoio si considera parte integrante dell’impianto di produzione di calore.

D. Nel caso di installazione di una caldaia combinata avente due focolari (uno a legna e uno a gasolio), occorre sempre sommarele potenze dei due focolari oppure, nel caso venga garantito il funzionamento mai simultaneo dei focolari, si considera solo la poten-za più alta tra i due?R. In via generale, l’installazione del secondo impianto di produzione di calore non deve aumentare il livello di rischio sta-bilito dalla norma tecnica di riferimento. I casi particolari vanno valutati di volta in volta con il competente Comando deiVigili del Fuoco, facendo riferimento al predetto principio.

D. In un’officina meccanica ci sono due nastri radianti con generatori di calore esterni da 100 Kw cadauno, una caldaia esterna da34 Kw ed una caldaia interna da 24 Kw con una somma totale da 259 Kw: bisogna presentare una SCIA per la potenza installatada 259 Kw o la potenzialità delle unità esterne non si sommano con quella interna?R. Nel caso indicato nel quesito, se i generatori di calore sono esterni, la potenzialità delle unità esterne non si sommanocon quella interna

D. L’impianto di riscaldamento a nastri radianti (uno da 120 kW ed uno da 168 kW, per complessivi 288 kW, in un unico com-partimento) di un laboratorio dovrà essere integrato con un nastro radiante da 120 kW nello stesso compartimento, portando lapotenzialità complessiva a 408 kW. L’attività attualmente dispone del CPI in corso di validità. È corretto presentare la richiesta divalutazione del progetto (categoria B) essendo la potenzialità complessiva futura del compartimento superiore a 350 kW, oppuretrattandosi di un’integrazione di potenzialità è sufficiente una SCIA a lavori eseguiti?R. Qualora la modifica ad una attività, seppure modesta, porti la stessa nella categoria superiore, devono essere avviatigli adempimenti di quest’ultima categoria. Ciò vale nel caso prospettato in quanto gli impianti sono all’interno di un unicocompartimento

ATTIVITÀ 75: Autorimesse pubbliche e private, di superficie > 300 m2; locali adi-biti al ricovero di natanti ed aeromobili di superficie > 500 m2; depositi di mezzirotabili di superficie > 1.000 m2.

D.Un’autorimessa per veicoli da lavoro (camion, escavatori) ha un deposito di gasolio di 8 mc, interrato e posizionato nel cortile dipertinenza. A quale attività va ascritto il deposito di gasolio?R. Ferma restando la verifica dell’assoggettabilità dell’autorimessa, quale attività 75 dell’allegato I al D.P.R. 151/11, il depo-sito di gasolio destinato alla distribuzione carburanti rientra al punto 13 dello stesso allegato; tale attività dovrà essererealizzata con riferimento alle specifiche regole tecniche.

D.Dovendo realizzare all’aperto un ricovero per natanti, con superficie di circa 1000 mq è necessario presentare istanza di valu-tazione progetto per attività individuata al nr. 75 del D.P.R. 151/2011?R.No, rientrano nel punto 75 dell’allegato I al D.P.R. 151/11 solo i locali coperti adibiti a ricovero di natanti con superficiesuperiore a 500 m2.

D. Come si calcola la superficie di un’autorimessa ai fini dell’assoggettabilità?R. Per il computo della superficie dell’autorimessa occorre fare riferimento alla superficie coperta destinata a ricovero,sosta e manovra degli autoveicoli, con servizi annessi.

D. Un’autorimessa interrata condominiale con superficie maggiore di 300 mq, antecedente al 1986, deve presentare laSCIA pur non avendo CPI dato che i posti auto sono inferiori a 9? Inoltre vale il d.m.i. 29 dicembre 2005, nel caso di adegua-mento?

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Categoria “B”, attività a medio rischioRientrano nella Categoria B le attività caratterizzate da una media complessità e da un medio rischio, nonché le attività che nonhanno normativa tecnica di riferimento e non sono da ritenersi ad alto rischio.

La procedura per le attività di Categoria BMaria è un’imprenditrice che vuole aprire un ampio locale per la vendita al dettaglio, la cui metratura si aggira intorno ai 1.000mq. L’attività da avviare presenta una media complessità tecnico-gestionale, ed è necessario che il Comando provinciale compe-tente dei Vigili del Fuoco valuti il progetto e si pronunci sulla sua adeguatezza alle norme e alle regole tecniche.Il SUAP - Sportello Unico per le Attività Produttive a cui Maria si è rivolta per ottenere il permesso di costruire invierà ai Vigilidel Fuoco il progetto del locale: entro 60 giorni il Comando darà il parere sull’eventuale adeguatezza dell’opera alle norme antin-cendio. Dopo aver terminato la costruzione del locale, per avviare l’attività è sufficiente che Maria invii al SUAP una SegnalazioneCertificata di Inizio Attività (SCIA) con allegata la documentazione che attesti la conformità dell’attività realizzata alle prescrizionivigenti in materia di sicurezza antincendio. Al momento della consegna della documentazione, Maria ottiene dal SUAP una rice-vuta che le consente di esercitare immediatamente la sua attività. I Vigili del Fuoco effettuano, entro 60 giorni, controlli a campionee rilasciano, dietro richiesta, una copia del verbale della visita tecnica.

Chi appartiene alla categoria B?Alberghi tra i 50 e i 100 posti letto; i campeggi; le strutture sanitarie tra 50 e 100 posti letto; i locali per la vendita al dettaglio oall’ingrosso di superfici comprese tra i 600 e i 1.500 mq; le aziende e gli uffici che hanno tra 500 e 800 persone; le autorimesse tra1.000 e 3.000 mq; gli edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio tra i 32 e i 54 m. Vedi elenco completo su vigilfuoco.it nellasezione prevenzione incendi.

Categoria “C”, attività ad alto rischioNella Categoria C rientrano tutte le attività ad alto rischio e ad alta complessità tecnico-gestionale.

La procedura per le attività di Categoria CPaolo ha intenzione di costruire una grande casa di riposo che riesca a ospitare e assistere fino a 110 anziani contemporanea-mente. L’attività che ha in mente è molto complessa e, secondo le nuove norme per la prevenzione incendi, presenta alti rischi.Per ottenere il permesso di costruire l’edificio, Paolo deve ricevere il parere positivo dei Vigili del Fuoco sul progetto: il SUAP acui Paolo si rivolge provvede a richiedere ai Vigili il parere preventivo di conformità del progetto, che viene rilasciato entro 60 gior-ni. Terminati i lavori, Paolo invia al SUAP una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) con allegata la documentazione cheattesti la conformità dell’attività realizzata alle prescrizioni vigenti in materia di sicurezza antincendio. Al momento della consegnadella documentazione, la ricevuta ottenuta dallo Sportello Unico per le Attività Produttive - SUAP consente a Paolo di aprire lacasa di cura immediatamente. I Vigili del Fuoco, entro 60 giorni, faranno visita a Paolo per controllare che la sua casa di cura rispettitutte le norme antincendio e, in caso positivo, gli rilasciano il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI).

Chi appartiene alla categoria c?Centrali termoelettriche; i teatri e gli studi televisivi con più di 100 persone presenti; le strutture sanitarie e gli alberghi con oltre100 posti; le aziende e gli uffici con oltre 800 persone presenti; gli edifici con altezza antincendio di oltre 54 metri; le stazioni fer-roviarie e metropolitane. Vedi elenco completo su vigilfuoco.it nella sezione prevenzione incendi.

I CAMBIAMENTI INTRODOTTI

Le attività esentiSono da considerarsi esenti dai controlli di prevenzione incendi tutte le attività non presenti nell’Allegato 1 del nuovo Regola-mento. Rispetto alla precedente normativa alcune attività, come ad esempio i vani ascensori, i montacarichi e gli stabilimenti perla produzione di pellicole cinematografiche con supporto infiammabile, sono state escluse perché considerate obsolete, non piùpericolose o, comunque, riconducibili ad altre fattispecie.

I nuovi limitiPer alcune categorie, i limiti precedentemente fissati hanno subìto variazioni. Queste modifiche hanno l’effetto di rendereassoggettate alcune attività prima esenti (es. aziende con persone tra 300 e 500 persone), e di rendere esenti alcune attività primaassoggettate (es. i locali adibiti a depositi di superficie lorda superiore a 1.000 mq sono assoggettati solo se detengono quantitatividi merci e materiali combustibili superiori complessivamente a 5.000 kg).

PREMESSALa semplificazione per le procedure di prevenzione incendi entra in vigore il 7 ottobre 2011. Per la prima volta in Italia, è statoconcretamente adottato il principio di proporzionalità: gli adempimenti amministrativi sono diversificati sulla base della comples-sità del rischio. Inoltre, è stata snellita la documentazione tecnica richiesta e sono stati eliminati gli adempimenti ridondanti, deter-minando un risparmio stimato pari circa al 46% dei costi. Le nuove semplificazioni sono state realizzate nell’ambito dell’attuazionedel taglia oneri e del “Piano per la semplificazione amministrativa 2010-2012”, per ridurre, di almeno il 25%, gli oneri burocratici acarico di cittadini e imprese. La nuova disciplina è stata predisposta con il coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali e delleamministrazioni interessate. Di seguito, le principali novità e le istruzioni per l’uso della nuova procedura.

PREVENZIONE INCENDI: LE NUOVE PROCEDURE Il nuovo Regolamento (D.P.R. n. 151/2011) semplifica gli adempimenti assicurando, per tutti, tempi certi e prevedendo procedurediverse sulla base del rischio. Per questo le attività sottoposte ai controlli di prevenzione incendi vengono distinte in tre categorie:◆Categoria “A”, attività a basso rischio e standardizzate. Appartengono alla Categoria A le attività che non sono suscettibili diprovocare rischi significativi per l’incolumità pubblica e che sono contraddistinte da un limitato livello di complessità e da normetecniche di riferimento.◆Categoria “B”, attività a medio rischio. Rientrano nella Categoria B le attività caratterizzate da una media complessità e da unmedio rischio, nonché le attività che non hanno normativa tecnica di riferimento e non sono da ritenersi ad alto rischio.◆Categoria “C”, attività a elevato rischio. Nella Categoria C rientrano tutte le attività ad alto rischio e ad alta complessità tecni-co-gestionale.

Categoria “A”, attività a basso rischioAppartengono a questa categoria le attività che non sono suscettibili di provocare rischi significativi per l’incolumità pubblica eche sono contraddistinte da un limitato livello di complessità e da norme tecniche di riferimento.

La procedura per le attività di Categoria AGianni è un imprenditore che desidera costruire un’autorimessa di 400 mq. La nuova disciplina per la prevenzione incendi con-sente a Gianni di compiere tutti i lavori necessari alla realizzazione dell’autorimessa senza dover richiedere pareri preventivi aiVigili del Fuoco. Dopo aver realizzato la costruzione, per dare inizio all’attività, è sufficiente che Gianni invii al SUAP - SportelloUnico per le Attività Produttive (o ai Vigili del Fuoco tramite procedura online) il progetto dell’opera e una Segnalazione Certificatadi Inizio Attività (SCIA) con allegata la documentazione che attesti la conformità dell’attività realizzata alle prescrizioni vigenti inmateria di sicurezza antincendio. Una volta presentata la documentazione, Gianni ottiene la ricevuta dal SUAP e può immediata-mente cominciare la sua attività. I Vigili del Fuoco effettuano controlli a campione entro 60 giorni e rilasciano, dietro richiesta, unacopia del verbale della visita tecnica.

Chi appartiene alla categoria A?Piccoli alberghi tra i 25 e i 50 posti letto; aziende e uffici che hanno tra le 300 e le 500 persone presenti; autorimesse tra i 300mq e i 1.000 mq; edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio tra i 24 m e i 32 m; gli impianti di produzione di calore conpotenzialità tra 116 kW e 350 kW; strutture sanitarie tra i 25 e i 50 posti letto; teatri e studi per le riprese cinematografiche e tele-visive fino a 25 persone presenti. (Vedi elenco completo su www.vigilfuoco.it nella sezione prevenzione incendi).

D.P.R. 151/2011 E PREVENZIONE INCENDIUN VADEMECUM IN MATERIA DI SICUREZZAA cura di: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (www.vigilfuoco.it)

Dossier sicurezzaXii

R. Nel caso prospettato deve essere presentata la SCIA quale attività 75 dell’allegato I al D.P.R. 151/11 con riferimentoai contenuti del d.m. 1 febbraio 1986.D. Può essere esclusa dal calcolo della superficie di un’autorimessa, una cantina con pareti e porta REI 120 avente unico accessodall’autorimessa stessa?R. Nel caso prospettato è possibile escludere dal computo della superficie dell’autorimessa la superficie della cantina.

D. Quali sono gli adempimenti per un’autorimessa suddivisa a box ubicata al piano interrato di un fabbricato plurifamiliare in ristruttu-razione, nel caso in cui il cambio di destinazione d’uso di un locale, da cantina a box, comporti il superamento di 300 m2 di superficie?R. Le autorimesse tra 300 e 1000 m2 ricadono nella categoria 75.A e pertanto devono essere applicate le disposizionistabilite dall’art. 4, comma 1 del D.P.R. n. 151/2011.

D. Come si deve procedere per rinnovare un CPI per una autorimessa che ha 9 posti auto e superficie inferiore a 300 mq: si deverinnovare comunque oppure si lascia decadere?R. Con l’entrata in vigore del d.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 e del relativo elenco delle attività soggette, per l’attività descrit-ta il C.P.I. non deve essere rinnovato in quanto l’attività non è più soggetta ai procedimenti di prevenzione incendi. Il tito-lare dell’attività deve comunque rispettare, sotto la propria responsabilità, la regola tecnica (punto 2 dell’allegato al d.m.1 febbraio 1986).

D. L’ex proprietario titolare di CPI (autorimessa di 315 mq) ha venduto i 9 box a soggetti diversi costituitisi in Condominio. Il CPI èin scadenza. L’amministratore deve presentare la SCIA oppure l’Attestazione di rinnovo periodico e la Dichiarazione per voltura?R. Devono essere presentati al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco la dichiarazione per voltura e l’attestazione dirinnovo periodico di conformità antincendio in base all’articolo 5 del DPR 151/2011.

D. Nell’ambito del progetto di trasformazione di un’autocarrozzeria in autorimessa di circa 240 mq, non è stata avviata alcunaprocedura presso il Comando dei Vigili del Fuoco in quanto le auto parcheggiate, non superando nove unità, escludevano l’ambitodi assoggettabilità previsto dal d.m. 16 febbraio 1982. Con l’emanazione del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 l’attività illustrata è sog-getta a SCIA?R. Con il nuovo regolamento il campo di assoggettabilità delle autorimesse ai procedimenti prevenzione incendi non è piùriferito al numero di autoveicoli presenti, ma alla superficie. In particolare, sono soggette alle visite ed ai controlli di pre-venzione incendi le autorimesse di superficie complessiva coperta superiore a 300 mq. Nel caso proposto, (autorimessadi 240 mq), l’attività non è soggetta ai controlli di prevenzione incendi, ma devono comunque essere rispettati, sotto laresponsabilità del titolare dell’attività, la norma tecnica di riferimento (d.m. 1 febbraio 1986) e gli obblighi gestionali.

D.Un’attività precedentemente assoggettata ai controlli di prevenzione incendi e per la quale non è stata presentata l’istanza peril rilascio del CPI, ai sensi del D.P.R. 151/2011 è riclassificata solo limitatamente all’autorimessa nella n. 75.A. In questo caso dovràessere presentata la richiesta di CPI?R. Le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi che ricadono nella categoria A dell’allegato I devono presentarela segnalazione certificata di inizio attività, ai sensi dell’articolo 4 del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151.

D.Un’autorimessa da dieci posti auto e superficie di 380 mq, costruita nel 1995, ubicata al piano seminterrato di una palazzinacondominiale è riclassificata al n. 75, categoria A, dell’allegato al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151. In tal caso dovrà essere avviata laprocedura con la SCIA ed entro quale scadenza temporale?R. Se l’attività esistente è già in possesso del certificato di prevenzione incendi, prima della scadenza dello stesso deveessere presentata, al Comando Provinciale competente, l’attestazione di rinnovo periodico di conformità antincendio aisensi dell’art. 5 del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151. Se invece l’attività è in possesso solo del parere di conformità, di cui all’ar-ticolo 2 del D.P.R. 12 gennaio 1998, n. 37, il titolare, al termine dei lavori, deve espletare gli adempimenti di cui all’articolo4 del D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151.

D. Per un’autorimessa contenente nove posti auto è necessario richiedere il rilascio del certificato di prevenzione incendi?R. Con il nuovo regolamento il campo di assoggettabilità delle autorimesse ai procedimenti prevenzione incendi non èpiù riferito al numero di autoveicoli presenti, ma alla superficie. In particolare sono soggette alle visite ed ai controlli diprevenzione incendi le “Autorimesse pubbliche e private, parcheggi pluriplano e meccanizzati di superficie complessivacoperta superiore a 300 mq”.

D. Per un’autorimessa privata su spazio a cielo aperto è previsto l’obbligo della richiesta del CPI o semplicemente il riscontro delpunto 7 del d.m. del 1 febbraio 1986?

Dossier sicurezzaiV

◆ acquisizione di tutte le documentazioni e certificazioni attestanti la regolarità del fabbricato;◆ presentazione di Segnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio) corredata del progetto,delle documentazioni e delle certificazioni di cui ai punti precedenti.Per tali attività i sopralluoghi da parte dei funzionari dei Vigili del Fuoco sono previsti a campione; il timbro di protocollodella SCIA vale come autorizzazione all’esercizio dell’attività secondo il criterio del silenzio assenso.

Rischio medioVengono considerate “a rischio medio” le seguenti attività:

◆ centrali termiche con potenzialità compresa tra 350 e 700 kW (attività 74/B del D.P.R 151/2011, ex attività 91 del D.M16 febbraio 1982);◆ autorimesse con superficie complessiva coperta compresa tra 1000 e 3000 mq (attività 75/B del D.P.R. 151/2011, exattività 92 del D.M. 16 febbraio 1982);◆ edifici destinati a civile abitazione con altezza antincendio compresa tra 32 e 54 m (attività 77/B del DPR 151/2011, exattività 94 e 95 del D.M. 16 febbraio 1982).Per le attività a medio rischio di incendio l’iter procedurale da istituirsi è il seguente:

◆ presentazione di progetto da sottoporsi alla richiesta di valutazione ai fini antincendio ai sensi dall’art. 3 del D.P.R.151/2011 (ex richiesta di Parere di Conformità Antincendio);◆ adeguamento dell’edificio alle disposizioni progettuali;◆ acquisizione di tutte le documentazioni e certificazioni attestanti la regolarità del fabbricato;◆presentazione di Segnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio) corredata delle documenta-zioni e certificazioni di cui al punto precedente.Anche per queste attività i sopralluoghi da parte dei funzionari dei Vigili del Fuoco sono previsti a campione; il timbrodi protocollo della SCIA vale come autorizzazione all’esercizio dell’attività secondo il criterio del silenzio assenso.

Rischio altoInfine, vengono considerate “a rischio alto” le seguenti attività:

◆ centrali termiche con potenzialità superiore a 700 kW (attività 74/C del D.P.R 151/2011, ex attività 91 del D.M 16 feb-braio 1982);◆ autorimesse con superficie complessiva coperta superiore a 3000 mq (attività 75/C del D.P.R.151/2011, ex attività 92del D.M. 16 febbraio 1982);◆ edifici destinati a civile abitazione con altezza antincendio superiore a 54 m (attività 77/C del DPR 151/2011, ex attività94 e 95 del D.M. 16 febbraio 1982).Per le attività ad alto rischio d’incendio l’iter procedurale da istruirsi è il seguente:

◆ presentazione di progetto da sottoporsi alla richiesta di valutazione ai fini antincendio ai sensi all’art. 3 del D.P.R.151/2011 (ex richiesta di Parere di Conformità Antincendio);◆ adeguamento dell’edificio alle disposizioni progettuali;◆ acquisizione di tutte le documentazioni e certificazioni attestanti la regolarità del fabbricato;◆presentazione di Segnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio) corredata delle documenta-zioni e certificazioni di cui al punto precedente.In questo caso il sopralluogo da parte dei funzionari del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di competenza è sem-pre previsto, pertanto non vale il criterio del silenzio assenso.Tutti i condomini già in possesso di Parere di Conformità Antincendio, ma che alla data di entrata in vigore delD.P.R.151/2011 non risultassero ancora in possesso del Certificato di Prevenzione Incendi dovranno portare a compimen-to la pratica attraverso l’attuazione dei progetti precedentemente approvati e presentando, in sostituzione della ormai supe-rata richiesta di rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi, SCIA antincendio ai sensi dell’art. 4 del D.P.R. 151/2011.Tutti i condomini già in possesso del regolare Certificato di Prevenzione Incendi in corso di validità alla scadenza del periododi validità del certificato devono presentare “richiesta di rinnovo della conformità antincendio” (ai sensi dell’art. 5 del D.P.R.151/2011) attraverso la presentazione di una Segnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio).In maniera analoga a quanto avveniva per i Certificati di Prevenzione Incendi, anche le SCIA antincendio devono essererinnovate. Il periodo di validità delle SCIA antincendio varia secondo il seguente criterio:◆ per le centrali termiche (attività 74 del D.P.R 151/2011, ex attività 91 del D.M 16 febbraio 1982) la validità viene estesada 3 a 5 anni;◆ per le autorimesse (attività 75 del D.P.R. 151/2011, ex attività 92 del D.M. 16 febbraio 1982) la validità viene estesa da3 a 5 anni;◆ Ppr i fabbricati destinati a civile abitazione con altezza antincendio maggiore di 24 m (attività 77 del DPR 151/2011, exattività 94 e 95 del D.M. 16 febbraio 1982) la validità viene estesa da 6 a 10 anni.Per i certificati in corso di validità alla data di entrata in vigore del Decreto la scadenza del periodo di validità rimanequella indicata sui certificati medesimi.

Dossier sicurezzaXiii

R. Le autorimesse all’aperto non sono inquadrate nel punto 75 dell’allegato al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151. Devonocomunque essere rispettati, sotto la responsabilità del titolare dell’attività, la norma tecnica di riferimento (d.m. 1 febbra-io 1986) e gli obblighi gestionali.

D. Un condomino proprietario di un locale sottostante l’edificio può utilizzare il locale stesso come deposito per 15 motorini, ed incaso affermativo qual é la procedura da seguire?R. La regola tecnica di riferimento é il d.m. 1 febbraio 1986 (autorimesse, parcheggi auto, moto). Per quanto riguardal’assoggettabilità ai controlli di prevenzione incendi, il limite di soglia è costituito dalla superficie del locale (punto 75dell’allegato al D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151), indipendentemente dal tipo e dalla categoria di veicoli che vengono par-cheggiati.

ATTIVITÀ 77: Edifici destinati ad uso civile con altezza antincendio superiore a24 m.

D. In un palazzo di civile abitazione con altezza antincendi superiore a 32 m, in possesso di CPI, si applicano le disposizioni del DPR151/2011? In caso affermativo, quali sono gli adempimenti? Il termine per adempiere è di 5 anni dall’approvazione del predettoDPR?R. Trattandosi di un edificio destinato ad uso civile con altezza antincendio superiore a 24 m (cfr. attività 77 dell’allegatoI al D.P.R. 151/11), in possesso di C.P.I., la prima attestazione di rinnovo periodico dovrà essere presentata, entro i ter-mini stabiliti al comma 6 dell’art. 11 del D.P.R. 151/11.

1) A differenza di quanto era stato previsto in precedenza dal D.M. 16febbraio 1982 il criterio di classificazione delle autorimesse non è piùbasato sul numero di posti auto bensì sulla superficie complessivacoperta. 2) Sono stati esclusi dal novero delle attività soggette i vani ascensore,

tuttavia gli stessi risultano comunque normati dalle medesime regoletecniche. Gli edifici, inoltre, non vengono più classificati in base all’altez-za antincendio (definita come l’altezza dell’ultimo piano abitabile mag-giorata di un metro e misurata a partire dalla zona carrabile più bassaadiacente al fabbricato).

LE NOVITÀ INTRODOTTE DAL D.P.R. 151/2011 NEI CONDOMINI RESIDENZIALI

A cura di: Studio Giunta & Associati, via Cassignolo, 9 - Agrate Brianza (MB)Tel. 039 689 87 67 - www.studiogiunta.com

(Lo Studio Giunta & Associati opera nel settore della prevenzione incendi e della sicurezza nei luoghidi lavoro su tutto il territorio italiano, mettendo a disposizione dei propri clienti una gamma completa

di servizi a partire dalla progettazione, fino all’assistenza presso i cantieri e alle certificazioni antincendio)

Il D.P.R. 151/2011, che regolamenta i nuovi procedimenti relativi alla prevenzione incendi, introduce importanti modi-fiche che interessano anche condomini residenziali, incluse le autorimesse e le centrali termiche di loro pertinenza. Talimodifiche riguardano sia i criteri di classificazione di questi edifici, sia i procedimenti necessari per la presentazione dellaSegnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio).Con l’entrata in vigore del “nuovo” D.P.R. 151/2011, anche per i fabbricati ad uso civile sono stati introdotte impor-tanti modifiche dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi.Le modifiche introdotte non alterano né le regole tecniche a cui gli edifici devono sottostare né, di conseguenza, le operedi adeguamento necessarie, bensì introducono nuovi criteri procedurali per la presentazione della Segnalazione Certificatadi Inizio Attività antincendio (SCIA antincendio) che sostituisce l’ormai superato Certificato di Prevenzione Incendi (C.P.I.).Il D.P.R. 151/2011, inoltre, ha fissato entro un anno dalla sua entrata in vigore (avvenuta il 7 ottobre 2011) il termine ultimoper la regolarizzazione dei fabbricati esistenti che non risultassero ancora in possesso del Certificato di Prevenzione Incendi.

CONDOMINI E CATEGORIE DI ATTIVITÀLe attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco presenti all’interno dei condomini vengono classificate in 3 categoriein funzione del livello di rischio; per ciascuna categoria è previsto un differente iter procedurale.

Basso rischioVengono considerati “a rischio basso” le seguenti attività:

◆ centrali termiche con potenzialità compresa tra 116 e 350 kW (attività 74/A del D.P.R 151/2011, ex attività 91 del D.M.16 febbraio 1982);◆ autorimesse con superficie complessiva coperta compresa tra 300 e 1000 mq1 (attività 75/A del D.P.R. 151/2011, exattività 92 del D.M. 16 febbraio 1982);◆ edifici destinati a civile abitazione con altezza antincendio compresa tra 24 e 32 m2 (attività 77/A del DPR 151/2011, exattività 94 e 95 del D.M. 16 febbraio 1982).Per le attività a basso rischio di incendio, l’iter procedurale da istruirsi è il seguente:

◆ predisposizione di progetto di adeguamento alla normativa antincendio da firmarsi a cura di professionista abilitato aisensi della L. 818/81;◆ adeguamento dell’edificio alle disposizioni progettuali;

CANNA FUMARIA E SICUREZZA IN CONDOMINIOCOSÌ SI PRONUNCIA LA CASSAZIONEA cura di: banca dati Confedilizia (www.confedilizia.it)

Forse non molti lo sanno, ma la canna fumaria è una delle principali cause di incendi negli edifici residenziali. Alla cannafumaria, tuttavia, afferiscono anche altri rischi, nonché prescrizioni a carico di impiantisti ed amministratori condomi-niali. Di seguito, alcune massime tratte da altrettante pronunce in materia da parte della Corte di Cassazione.

IMMISSIONI INTOLLERABILITra la domanda per il rispetto della distanza legale ex art. 890 c.c. tra il confine e alcuni manufatti, tra cui una cannafumaria eretta sul fondo finitimo, e quella ex art. 844 c.c., relativa alle immissioni intollerabili provenienti dalla suddettacanna non esiste connessione per accessorietà ai sensi dell’art. 31 c.p.c., a meno che l’attore non deduca l’esistenza di unnesso causale tra la posizione della canna fumaria e l’intollerabilità delle immissioni e mancando, tra le due azioni, un’ap-prezzabile differenza in termini di maggiore o minore rilevanza del loro rispettivo contenuto. In applicazione di tale prin-cipio la S.C., in sede di regolamento di competenza, ha dichiarato competente il giudice di pace in relazione alla domandadi cessazione delle immissioni di fumo e vapori, così rigettando il ricorso con cui era stato impugnato il provvedimentoemesso dal tribunale dinanzi al quale erano state proposte tutte le sopra indicate istanze. ☛Cass. civ., sez. VI, sent. 14.10.2011, n. 21261.

ABBATTIMENTO DEI FUMIIn tema di inquinamento atmosferico, è configurabile il reato di cui all’art. 674 c.p. (emissione di gas, vapori e fumi atti amolestare le persone) anche nel caso in cui le emissioni provengano da un impianto non conforme alla normativa sull’ab-battimento dei fumi emessi dalla canna fumaria di una caldaia a metano per riscaldamento, quando il disturbo concreta-mente arrecato alle persone superi la normale tollerabilità con conseguente pericolo per la salute pubblica.☛Cass. pen., sez. III, sent. 28.9.2007, n. 35730.

MOLESTIA AI VICINIIn tema di getto pericoloso di cose, nel caso di emissioni di fumi, gas o vapori atti ad offendere o molestare le persone,la prova del superamento del limite di tollerabilità deve essere determinato di volta in volta dal giudice, anche mediantedichiarazioni testimoniali, con riguardo sia alle condizioni dei luoghi e alle attività normalmente svolte in un determinatocontesto produttivo sia al sistema di vita e alle correnti abitudini della popolazione nell’attuale momento storico. Fatti-specie nella quale l’emissione di fumi, promananti dalla canna fumaria e prodotti dall’impianto di riscaldamento dell’impu-tato, investiva l’abitazione di alcuni vicini di casa provocando loro molestia. ☛Cass. pen., sez. III, sent. 16.10.2007, n. 38073.

CANNA FUMARIA CHE UCCIDEIn tema di omicidio colposo, premesso che è onere del proprietario consegnare all’affittuario dell’appartamento unimpianto di riscaldamento revisionato, in piena efficienza e privo di carenze funzionali e strutturali, il proprietario dell’im-mobile è responsabile del reato di omicidio colposo, in relazione al decesso dell’inquilino conseguente ad esalazioni dimonossido di carbonio provenienti dallo scaldabagno. Nella specie, era stato accertato che l’imputato aveva dato l’im-mobile in locazione senza prima avere verificato la funzionalità dell’impianto a gas, risultato in pessimo stato di conserva-zione, con conseguente eccessiva produzione di monossido di carbonio, che non veniva smaltita dal canale di fumo edalla canna fumaria, strumenti pure in condizioni carenti. ☛Cass. pen., sez. IV, sent. 21.10.2005, n. 38818.

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Direttore responsabile: Gianluca Palladino

L’elaborazione del testo, se pur effettuata con scrupolosa attenzione, non può comportare specificheresponsabilità da parte dei curatori/redattori per eventuali errori o inesattezze.

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Le novità introdotte dal Dpr 151/2011 nei condomini residenziali(A cura di: Studio Giunta & Associati) ..............................................................................................................................

D.p.r. 151/2011 e prevenzione incendi. Un vademecum in materia di sicurezza(A cura di: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ) ............................................................................................................

Norme antincendio nel settore civile: le nuove Uni 10779 e 9493-3(A cura di: UNI ) ..............................................................................................................................................................

Le prescrizioni del Dpr 151/2011 in ambito residenziale (e non solo)(A cura di: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ) ............................................................................................................

Canna fumaria e sicurezza in condominio: così si pronuncia la Cassazione(A cura di: banca dati Confedilizia) ..................................................................................................................................

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SOMMARIOSOMMARIO

IMMISSIONI DI CALOREL’uso particolare o più intenso del bene comune ai sensi dell’art. 1102 c.c. dal quale esula ogni utilizzazione che si risolvain un’imposizione di limitazioni o pesi sul bene comune presuppone, perché non si configuri come illegittimo, che non nerisultino impedito l’altrui paritario uso né modificata la destinazione né arrecato pregiudizio alla stabilità, alla sicurezza oal decoro architettonico dell’edificio. Ne consegue che l’inserimento di una canna fumaria all’interno del muro comunecostituente anche muro di delimitazione della proprietà individuale ad esclusivo servizio del proprio immobile non puòconsiderarsi utilizzazione in termini di mero “appoggio” della stessa al muro comune, secondo quello che, a determinatecondizioni, può costituire uso consentito del bene comune ai sensi della norma in questione, stante il suo peculiare carat-tere di invasività della proprietà altrui (qual è anche quella non esclusiva bensì comune), anche sotto i meri profili delleimmissioni di calore e della limitazione rispetto ad altre possibili e diverse utilizzazioni della cosa che ne derivano. ☛Cass. civ., sez. II, sent. 10.5.2004, n. 8852.

MANCATO CONTROLLO DELL’AMMINISTRATORELa responsabilità penale dell’amministratore di condominio va ricondotta nell’ambito della disposizione (art. 40,comma secondo, c.p.) per la quale “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionar-lo”. Per rispondere del mancato impedimento di un evento è, cioè, necessario, in forza di tale norma, l’esistenza di unobbligo giuridico di attivarsi allo scopo: detto obbligo può nascere da qualsiasi ramo del diritto, e quindi anche dal dirittoprivato, e specificamente da una convenzione che da tale diritto sia prevista e regolata com’è nel rapporto di rappresen-tanza volontaria intercorrente fra il condominio e l’amministratore. In applicazione di tale principio, la Corte ha ritenutoconfigurabile a carico dell’amministratore di condominio di un obbligo di garanzia in relazione alla conservazione delleparti comuni, in una fattispecie di incendio riconducibile ad un difetto di installazione di una canna fumaria di proprietà diun terzo estraneo al condominio che attraversava parti comuni dell’edificio. ☛Cass. pen., sez. IV, sent. 13.10.2009, n. 39959.

MONOSSIDO DI CARBONIO E DELITTO COLPOSOIn tema di delitto colposo, l’indagine sulla sussistenza della causalità si restringe all’analisi del rapporto tra le varie causeal fine di stabilire se quelle prossime siano fatti eccezionali ed atipici del tutto avulsi dalla serie causale precedente ovverosi innestino in questa, costituendone la naturale via di sviluppo. Ne consegue che colui che installa in una abitazione unoscaldabagno alimentato a gas metano ha il dovere di accertare - non solo in osservanza di quanto disposto dalla norma-tiva vigente che, ancorché specifica, ben può essere insufficiente a garantire la piena sicurezza dell’opera installata, maanche in osservanza delle regole di prudenza, perizia e diligenza - che la relativa canna fumaria non sia ostruita e consentaun buon tiraggio, senza rigurgiti dei prodotti di combustione tali da costituire un pericolo per l’incolumità personale degliutenti. L’osservanza di tale dovere prescinde dall’evenienza che l’impianto di smaltimento sia realizzato al momento del-l’installazione ovvero preesista in quanto, prima di porre in attività l’apparecchiatura, deve essere accertata l’idoneità fun-zionale e l’assenza di condizioni foriere di danno per le persone. Nella specie, la S.C. ha ritenuto che l’omissione del con-trollo della canna fumaria da parte dell’imputato abbia determinato l’antecedente causale dell’evento letale, ovverosia ildecesso degli occupanti l’appartamento per asfissia da monossido di carbonio. ☛Cass. pen., sez. IV, sent. 6.9.2007, n. 34115.

RESPONSABILITÀ DELL’INSTALLATOREL’installatore di uno scaldabagno alimentato a gas metano risponde per colpa della morte dell’utente conseguita al cat-tivo funzionamento della canna fumaria, ancorché preesistente, della quale al momento dell’installazione egli non abbiaverificato appieno la funzionalità, se non nei limiti impostigli dalla normativa vigente, in quanto la peculiarità del lavoro affi-datogli e la pericolosità dell’opera oggetto del medesimo impediscono di ritenere circoscrivibile alla mera indicazionenormativa la condotta necessariamente prudenziale e diligente che egli deve osservare, essendogli invece imposto diporre in essere tutte le cautele necessarie per evitare eventi dannosi prevedibili. ☛Cass. pen., sez. IV, sent. 6.9.2007, n. 34115.

LA RIMOZIONE DELLA CANNA FUMARIAIn tema di condominio negli edifici, qualora il proprietario di un’unità immobiliare del piano attico agisca in giudizio perottenere l’ordine di rimozione di una canna fumaria posta in aderenza al muro condominiale e a ridosso del suo terrazzo,la liceità dell’opera, realizzata da altro condomino, deve essere valutata dal giudice alla stregua di quanto prevede l’art.1102 c.c., secondo cui ciascun partecipante alla comunione può servirsi della cosa comune purché non ne alteri la desti-nazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso, non rilevando, viceversa, la disciplina dettata dall’art.907 c.c. sulla distanza delle costruzioni dalle vedute, atteso che la canna fumaria (nella specie, un tubo in metallo) non èuna costruzione, ma un semplice accessorio di un impianto (nella specie, forno di pizzeria). ☛Cass. civ., sez. II, sent. 23.2.2012, n. 2741.

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