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New Generation Anno 9 numero 1 www.circolodidatticobrusciano.gov.it 1 Scuola Primaria “Dante Alighieri” Brusciano Si avvicina il Natale, e qual è il modo migliore per aspettarlo? Semplice! Or- ganizzando una recita con tanto di coro, di mercatino, e di meravigliose poesie! Ed è stato quello che abbiamo fatto perché ormai noi siamo veterani in questo: sono cinque anni che aspet- tiamo il Natale così! Quest’anno però abbiamo sperimentato un modo nuovo di lavorare, attraverso l’istituzione di laboratori. Dopo la giornata del silenzio, il 27 no- vembre, sono partiti i laboratori legati al progetto “La gioia dell’attesa!” Le classi di tutta la scuola sono state ri- voluzionate, così per due ore al giorno, per dieci giorni sono diventate dei cen- tri laboratoriali: canto, pittura, teatro, arte e immagine, manipolazione, crea- tività, hanno sostituito le lezioni e le classiche materie scolastiche, e così noi bambini migravamo nel nostro labora- torio insieme a nuovi compagni e nuovi maestri dando libero sfogo alla nostra fantasia, imparando nuove cose e cono- scendo nuovi amici! (continua a pag.2) Oggi vi raccontiamo la giornata “Nes- sun parli”. Una giornata dove noi di quinta dell’istituto “Dante Alighieri” abbiamo accolto i bambini di prima classe! Giorni prima di questo evento speciale promosso dal Miur, abbiamo preparato canti e balli insieme ai nostri insegnanti. Abbiamo imparato l’Inno Nazionale, e “credo” di Giorgia, due canti molto belli e significativi. Sulla musica del secondo canto abbiamo or- ganizzato anche una coreografia, pre- parata da soli! È stato un po’ difficile abbinare passi alla musica, ma alla fine ci siamo riusciti! Alcune classi, invece, hanno preparato cartelloni con disegni colorati e fantasiosi che illustravano paesi in pace, dove tutte le razze convi- vevano felici, dove tutti i migranti tro- vavano accoglienza e integrazione. Dopo tanti giorni di preparazione è ar- rivato il grande evento. Che emozione! Alle dieci e mezza siamo scesi in piazza dove ci aspettavano tutti, grandi e piccoli! Ci siamo sistemati sulle gra- dinate della nostra Piazza XI settembre, e da lì, sventolando la bandiera della pace e quella dell’Europa, abbiamo dato inizio alla manifestazione can- tando l’Inno di Mameli, mentre gli alunni di prima classe sventolavano fe- lici piccoli tricolori fatti da loro!! Che emozione: mentre noi tutti con la mano sul cuore, cantavamo “fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta… ci siamo accorti che tutti intorno a noi facevano la stessa cosa: è stato un momento di unione (continua a pag. 11) Nessun parli! Il silenzio delle discipline Editoriale a cura di Antonio Scarpetti La più insistente ed urgente do- manda della vita è: - Che cosa fate voi per gli altri? È una domanda che Martin Luther King, richiamandosi a Cristo, pose agli americani il 15 gennaio del 1929. È una domanda che dopo anni è di un’attualità struggente. È una domanda che non ha trovato una risposta esauriente e soddisfacente. Di quella soddisfa- zione che tocca il cuore e l’animo e ti fa sentire utile, necessario, appa- gante e… appagato, perché hai dato te stesso, il tuo tempo, la tua scienza, il tuo affetto, il tuo essere, all’altro. È una domanda che spesso mi sono posto come uomo e citta- dino prima, come maestro poi… Come maestro, cari bambini, in- sieme agli altri maestri vi abbiamo accompagnato nel vostro percorso di crescita, nella fase più delicata, quella della formazione, della cu- riosità, della conoscenza, quella dei “perché”; e spesso, come piccoli Martin Luther King, vi siete e mi avete posto mille domande e io sempre ho cercato di dare mille ri- sposte! La domanda di Martin Lu- ther King però, bambini, non at- tiene alla mente: tutta la cono- scenza e la competenza del mondo non servono se non sono immerse nella salsa dei buoni sentimenti, nella capacità di saper mettersi nei panni degli altri, e infine nel tra- sporto interiore a fare qualcosa per gli altri; e questo fa parte del cuore!

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New Generation Anno 9 numero 1

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Scuola Primaria

“Dante Alighieri” Brusciano

Si avvicina il Natale, e qual è il modomigliore per aspettarlo? Semplice! Or-ganizzando una recita con tanto dicoro, di mercatino, e di meravigliosepoesie! Ed è stato quello che abbiamofatto perché ormai noi siamo veteraniin questo: sono cinque anni che aspet-tiamo il Natale così! Quest’anno peròabbiamo sperimentato un modo nuovodi lavorare, attraverso l’istituzione dilaboratori. Dopo la giornata del silenzio, il 27 no-vembre, sono partiti i laboratori legati al progetto “La gioia dell’attesa!” Le classi di tutta la scuola sono state ri-voluzionate, così per due ore al giorno,per dieci giorni sono diventate dei cen-tri laboratoriali: canto, pittura, teatro,arte e immagine, manipolazione, crea-tività, hanno sostituito le lezioni e leclassiche materie scolastiche, e così noibambini migravamo nel nostro labora-torio insieme a nuovi compagni e nuovimaestri dando libero sfogo alla nostrafantasia, imparando nuove cose e cono-scendo nuovi amici!

(continua a pag.2)

Oggi vi raccontiamo la giornata “Nes-sun parli”. Una giornata dove noi diquinta dell’istituto “Dante Alighieri”abbiamo accolto i bambini di prima classe! Giorni prima di questo evento speciale promosso dal Miur, abbiamo preparato canti e balli insieme ai nostri insegnanti. Abbiamo imparato l’Inno Nazionale, e “credo” di Giorgia, due canti molto belli e significativi. Sulla musica del secondo canto abbiamo or-ganizzato anche una coreografia, pre-parata da soli! È stato un po’ difficile abbinare passi alla musica, ma alla fine ci siamo riusciti! Alcune classi, invece, hanno preparato cartelloni con disegni colorati e fantasiosi che illustravano paesi in pace, dove tutte le razze convi-vevano felici, dove tutti i migranti tro-vavano accoglienza e integrazione.Dopo tanti giorni di preparazione è ar-rivato il grande evento. Che emozione! Alle dieci e mezza siamo scesi in piazza dove ci aspettavano tutti, grandi e piccoli! Ci siamo sistemati sulle gra-dinate della nostra Piazza XI settembre, e da lì, sventolando la bandiera della pace e quella dell’Europa, abbiamo dato inizio alla manifestazione can-tando l’Inno di Mameli, mentre gli alunni di prima classe sventolavano fe-lici piccoli tricolori fatti da loro!! Che emozione: mentre noi tutti con la mano sul cuore, cantavamo “fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta… ci siamo accorti che tutti intorno a noi facevano la stessacosa: è stato un momento di unione

(continua a pag. 11)

Nessun parli! Il silenzio delle discipline

Editoriale a cura di Antonio Scarpetti La più insistente ed urgente do-manda della vita è: - Che cosa fate voi per gli altri? È una domanda che Martin Luther King, richiamandosi a Cristo, pose agli americani il 15 gennaio del 1929. È una domanda che dopo anni è di un’attualità struggente. È una domanda che non ha trovato una risposta esauriente e soddisfacente. Di quella soddisfa-zione che tocca il cuore e l’animo e ti fa sentire utile, necessario, appa-gante e… appagato, perché hai dato te stesso, il tuo tempo, la tua scienza, il tuo affetto, il tuo essere, all’altro. È una domanda che spesso mi sono posto come uomo e citta-dino prima, come maestro poi… Come maestro, cari bambini, in-sieme agli altri maestri vi abbiamo accompagnato nel vostro percorso di crescita, nella fase più delicata, quella della formazione, della cu-riosità, della conoscenza, quella dei “perché”; e spesso, come piccoli Martin Luther King, vi siete e mi avete posto mille domande e io sempre ho cercato di dare mille ri-sposte! La domanda di Martin Lu-ther King però, bambini, non at-tiene alla mente: tutta la cono-scenza e la competenza del mondo non servono se non sono immerse nella salsa dei buoni sentimenti, nella capacità di saper mettersi nei panni degli altri, e infine nel tra-sporto interiore a fare qualcosa per gli altri; e questo fa parte del cuore!

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Storie di laboratori

in pillole

La maestra ci ha gentilmente fatto scegliere il laboratorio in cui stare e io ho scelto il coro. Ci è voluto molto impegno, ma alla fine ab-biamo imparato a cantare sulle basi. E io e alcuni miei compagni abbiamo intonato da solisti la can-zone “Quanno nascette Ninno”. (Marta Marinelli) Io sono inserita nel canto e mi trovo molto bene perché le canzoni natalizie mi mettono tanta gioia nel cuore! È Stato bellissimo parteci-pare a questo laboratorio soprat-tutto perché ho fatto nuove amici-zie. (Rossella Romano) Io e altri miei amici abbiamo de-ciso di partecipare al laboratorio di scrittura creativa: questo labo-ratorio mi sta piacendo molto per-ché impariamo nuove cose e gio-chiamo inventando acrostici, rebus, anagrammi, poe-sie anche in lingua napoletana, racconti, barzellette e chi più ne ha più ne metta! Vi devo confessare che mi piace anche la maestra che è dolce, buona e giocherellona!! (Giulio Porritiello)

A me il laboratorio di scrittura creativa è piaciuto tantissimo per-ché mi ha fatto socializzare con al-tri bambini! Spero di vivere in fu-turo altre esperienze così! (Salva-tore Monda) -Maestra, maestra!!! Vorrei parte-cipare al laboratorio della maestra Rosaria e il maestro Antonio! Con garbo entrambi ci hanno spiegato come funzionava il laboratorio e ciò che dovevamo fare. Mi è pia-ciuto la simpatia del maestro Anto-nio e la dolcezza della maestra Ro-saria; la cosa fondamentale che ho imparato è che anche se non sai di-segnare puoi provarci perché den-tro ognuno di noi c’è un artista che aspetta solo di uscire allo scoperto! (Rosyta Ruggiero). Per me l’esperienza dei laboratori è stata mozzafiato perché sono stati molto impegnativi! Era una soddi-sfazione infinita quando riuscivo a finire il lavoro per bene e mi pren-devo i complimenti dei maestri. (Silvio Riccio) Io partecipo al laboratorio di tea-tro e faccio la parte di “Tomma-sino” in “Natale in casa Cupiello”, commedia scritta da Eduardo De Filippo nel 1931. Lavoriamo

insieme a tutte le quinte e la cosa bella è che sto conoscendo tanti al-tri bambini! (Andrea Rusciano) Con le mani impiastricciate di pit-tura, nel tentativo di realizzare il mio centrotavola natalizio, mi sen-tivo come un bambino di due anni, ero felice, mi stavo divertendo nel mio laboratorio manipolativo! (Antonio Esposito).

Classe quinta A

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‘A cena da’ Vigilia Pochi giorni fa è stato Natale, la festa più attesa da tutti, soprattutto dai bambini. In questo giorno tutte le famiglie si riuniscono nella cosiddetta “tavola imbandita”, dove si svolge il cenone di Natale molto conosciuto per il mitico capitone. In seguito, a mezzanotte, bambini e adulti scartano i regali, (anche quelli poco graditi, come ricompensa la mazzetta dei nonni. Infine ci sono gli auguri, scam-biati subito dopo aver mangiato gli struffoli e la cassata, accompa-gnati dalla grande tombolata finale!

Gianluca De Falco e Lorenzo Esposito Quinta E

Storia della nonna e del capitone che non voleva finire in padella! Come ogni Natale mia mamma ha la con-suetudine di comprare per la vigilia di Na-tale e di Capodanno: capitoni, baccalà, vongole, gamberetti, ecc., insomma tutto quello che rappresenta i cenoni classici na-poletani. Ciò che mi sconvolge più di tutto è la pratica della preparazione del capi-tone…il capitone è un’anguilla di grosse dimensioni, una specie di serpente di ac-qua che vive alla foce dei fiumi, dall’aspetto poco rassicurante, ricoperto di una mucosa che lo fa scivolare e sgusciare facilmente. Ora, la mia nonna ha il barbaro coraggio di uccidere i capitoni, pulirli, cu-cinarli e poi …anche mangiarli insieme alla mamma e a tutti gli adulti!!!! Ogni volta che avviene la cerimonia dell’ucci-sione del capitone succede qualcosa! Quest’anno uno degli animali era molto vi-vace e non voleva saperne di essere ucciso. Quando la nonna lo ha afferrato per ta-gliargli la testa, la bestia con destrezza si è attorcigliata attorno alla mano e al braccio della nonna, come se volesse stritolarle il braccio, la nonna si è agitata e il capitone è caduto a terra sul pavimento scivolando e strisciando come un serpente! Scivolava e strisciava su tutto il pavimento liscio in cerca della salvezza e mia nonna col col-tello in mano lo rincorreva senza riuscire ad acchiapparlo. Io gridavo con i piedi sulla sedia, perché i capitoni mi fanno un certo “senso” e mio fratello rideva a crepa-pelle! Alla fine la nonna ha avuto la meglio e il capitone, in cerca di libertà, non l’ha spuntata ed è finito in padella! La mia nonna è davvero macabra!!!

Rita Sparagno Quinta C

La mia Vigilia di Natale La mia Vigilia di Natale l’ho trascorsa molto bene, ci siamo divertiti in famiglia… ora ve la racconto…Appena seduti a tavola abbiamo iniziato a farci tante risate: Giuseppe, mio cugino, ha buttato la coca cola in testa a Pasquale, il cugino di papà. C’è stato un po’ di para-piglia, ma alla fine siamo riusciti a cominciare il cenone tradizionale. Dopo aver mangiato tutte le pietanze natalizie (che non erano po-che!) non eravamo ancora sazi: bisognava festeggiare il compleanno del nonno Salvatore ed aprire la torta; a dire la verità era così buona che ci siamo leccati i baffi anche se noi donne non li avevamo. Verso mezzanotte qualcuno ha bussato alla porta…era Babbo Na-tale! In realtà noi più grandicelli sapevamo chi fosse: era la cugina di mio padre, Martina, ma essendo molto magra si era messa il cu-scino sotto il costume. Mentre dava i regali il cuscino scendeva e lei doveva alzarselo in continuazione. Parlando dei regali (Babbo Na-tale) disse che io ero stata cattiva e meritavo un regalo piccolo, ma in realtà sono stata fortunata perché ho avuto £ 200 dalla zia e dalla nonna. Appena gli ospiti se ne sono andati via io la mia famiglia, gli zii e i nonni e abbiamo scartato gli altri regali, io ho ricevuto un plaid. La nostra serata è stata così e spero che vi abbia fatto sorridere un po’.

Margherita Romano Quarta A

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In un lontano passato, nella città di Tornow, Joe, il più ricco e odiato della città, si stava godendo il Na-tale solo soletto. Guardava la Tv, giocava a tombola da solo, e faceva molte cose monotone. Poi annoia-tosi abbastanza, decise di uscire e farsi una passeggiata. Davanti casa sua ogni giorno era solito sedersi, per chiedere l’elemosina ai pas-santi, Rob. E ogni volta che usciva Joe era costretto a guardarlo e ad ignorarlo perché lo riteneva un ri-fiuto della società e lo disprezzava profondamente. Ma non era mai riuscito a farlo andare via da lì, no-nostante tutti gli sforzi ad essere cattivo ed inospitale e a cacciarlo più e più volte a pedate! Rob riu-sciva sempre a resistere agli attac-chi di Joe e a sopravvivere grazie

senza neanche un centesimo nella disperazione più totale. L’aveva fatta davvero grossa, era troppo! Rob allora, con voce sua-dente gli disse: -Al mondo ci sono moltissime persone cattive, ma tu sei il peggiore che sia mai esistito! Joe lo guardò con disprezzo, ma per la prima volta negli occhi…e av-venne il miracolo! Lo spirito del Natale si impossessò di Joe, che im-mediatamente divenne gentile e ge-neroso, pentendosi di tutte le catti-verie che aveva commesso. Da al-lora visse condividendo la sua ric-chezza con gli altri e il miracolo fu che non si annoiò più. Se andate a Tornow si parla ancora della bella storia di amicizia nata tra Rob e Joe, che durò per anni e anni… buon Natale!

Lorenzo Esposito Quinta E

A NATALE TUTTI PIÙ BUONI

alle altre persone che lo aiutavano con monete, cibo, vestiario. Riusciva a sopravvivere soprattutto perché credeva e aveva sempre cre-duto nello spirito del Natale. Que-sta volta però le cose si stavano mettendo proprio male. Joe, sempre più incattivito dalla solitudine, rubò le elemosine di Rob, lasciandolo

Natale a Napoli Si sulo nun vuò sta’ Natale a Napule le venì a passà! È ‘na città chiena d’ammore Ca te sape scarfà sempe ‘o core. Napule è ricca e tradizioni: pastiere, struffoli e il signor Capitone… e po’ … che ne parlamme a ffà? Spaghetti a vongole in gran quantità! E se propeto te vuò abbuffar Cu ‘na ‘nzalata e rinforzo te può consolar! Ma ‘ncoppa a ogni cosa aia saper Ca’ a Napule trovi nu calore Ca a nisciuna parte può truvà Pecchè nuie simme nu’ popule e grande umanità Auguri! Laboratorio scrittura creativa Lavoro collettivo

Pensieri di Natale Quanti migranti attraversano il mare, anche a Natale lo devono fare. Scappano da fame, miseria e guerre, in cerca di pace, lavoro e amore. Mentre noi stiamo in famiglia a festeggiare, in casa a ridere e a mangiare, volgiamo un pensiero per questi nostri fratelli, aiutiamoli a vivere giorni più belli! Lorenzo Esposito

Un sole Nelle fredde giornate Un Sole Riscalda i cuori ghiacciati Da guerre crudeli È il sole del Natale Di quei cuori buoni Che vogliono Pace nel mondo! Di Maio Simona

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A Brusciano quest’anno nel pe-riodo delle feste di Natale il Co-mune ha deciso di abbellire il paese con tante luci. Sulla strada princi-pale, cioè via Camillo Cucca, dove è situato il Municipio, proprio da-vanti ad esso c’è l’albero di Natale addobbato con tante luci blu e bian-che. Sempre lungo queste strade vi-cino ai lampioni che illuminano, ci sono luci a forma di alberi natalizi con palle di Natale appese ad essi. In piazza XI Settembre hanno gio-cato con le luci costruendo una renna. La maggior parte delle case di Brusciano sono state addobbate con luci di tanti colori che rico-prono interi balconi. Sia l’albero fuori il municipio sia le renne in piazza XI Settembre sono state pro-tette con delle transenne, perché nel

Il misfatto più recente è stata la spa-ratoria in via M. Semmola avvenuta all’interno di un negozio con il fe-rimento ad una gamba di una per-sona anziana innocente. Secondo noi questi fatti non devono succe-dere più perché il paese è bello e queste persone non si rendono conto che lo stanno rovinando. Pro-prio contro la camorra il sacerdote di Brusciano ha organizzato una fiaccolata la notte del 24 dicembre a cui ha partecipato il popolo che vuole che questi fatti non avven-gano più. Nonostante questi tragici eventi il Natale per noi è stata una festa magica e meravigliosa.

Pasquale Buonaura Vincenzo Guarino

Quinta C

LelucidiNataleaBrusciano.Fattiemisfattidipaese

“Da troppi mesi la nostra amata Brusciano vive sotto l’assedio di gruppi malavitosi che si conten-dono la piazza dello spaccio accen-dendo focolai di terrore ovunque. Ho tentato per mesi di lavorare nella discrezione del mio ministero per favorire processi di riconcilia-zione e conversione. Ma sono con-sapevole che il problema non ri-guardi solo la criminalità dei malvi-venti: c’è anche il silenzio degli onesti. Non possiamo adattarci al malaffare! Dopo i recenti spari, è urgente che come Pastore di questa comunità esorti i miei fratelli di fede a offrire il proprio contributo di sensibilizzazione per amore della nostra città. Pertanto la notte di Na-tale, al termine della Messa di Mez-zanotte, invito tutti gli uomini e le donne di Brusciano a riappropriarci della nostra piazza. Ci ritroveremo all’1 di notte in piazza XI settem-bre, ognuno con un lumino tra le mani, lo accenderemo tutti insieme e lo riporteremo a casa nostra per metterlo sulla nostra finestra.

Sono consapevole che questo non ri-solverà il problema della camorra, che chiede certamente alle autorità competenti di raddoppiare le forze e a ciascuno di lasciare il silenzio omertoso, ma ci aiuterà nell’epoca delle emoticon a mandare un mes-saggio con il simbolo giusto! Con-fido nella partecipazione di tutti, credenti e non credenti, perché la Speranza, come il Natale, appar-tiene alla tradizione del nostro po-polo” (fonte: Marigliano. Net) Que-ste sono state le parole che il parroco di Brusciano ha rivolto ai suoi par-rocchiani, dopo le numerose risse e sparatorie che si sono verificate

nel nostro paese e che hanno por-tato al ferimento di persone inno-centi. Ha poi aggiunto che i bam-bini hanno bisogno di crescere in un paese civile e in pace e gli adulti devono fare in modo che questo ac-cada, soprattutto la scuola può aiu-tare gli alunni a diventare degli adulti onesti e rispettosi degli altri. Il nostro parroco non smentisce mai la sua indole combattiva: una fiac-colata nella notte di Natale! E così tutti insieme all’uscita della messa di Mezzanotte che annunciava la nascita del Signore, noi, sfidando il freddo, ci siamo recati in piazza XI settembre con le nostre candele ac-cese, il parroco in testa col Santo Bambinello! Dovevamo portare la luce nei cuori di tutti, perché, ha detto il nostro don Salvatore, il Na-tale è luce che illumina i cuori! Un Natale così mi ha insegnato tanto, ho capito davvero perché Gesù è venuto al mondo…e non solo per portare i regali ai bambini.

Aurora Esposito Quarta A

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RACCONTI DI NATALE…E DINTORNI

Dopo centinaia di anni di servizio, Babbo Natale decide di andare in pensione, ma chi lo potrebbe sostituire? La risposta è semplice: Babbo Trump! Lui ha tante caratteristiche giuste per il ruolo! Innanzitutto è ricchissimo e usa soldi magici per trainare la slitta piuttosto che renne. Agli elfi che preparavano giocattoli costosissimi, Babbo Trump pagava un dollaro al secondo e i bambini ricevevano tanti regali bellissimi e particolari, questo Babbo qui esaudiva ogni piccola richiesta! All’inizio i bambini erano felici, e poco importava loro se Babbo Trump non era affettuoso, ma faceva questo solo per avere il consenso dalle famiglie dei bambini; in realtà era egoista e arido, cioè nel suo cuore non c’erano buoni sentimenti come la tenerezza, la gioia di donare, l’amore, ecc. Si sa che i soldi non sono infiniti, e così pure l’immensa ric-chezza di Babbo Trump finì! Il povero Babbo Trump non aveva più soldi per pagare gli elfi che lo abbandonarono e non portò più regali! Tutti erano tristi e sconsolati! Il vero Babbo Natale, sentite queste notizie, decise di tornare. Tutti i bambini furono di nuovo felici e contenti, anche gli Elfi ritornarono a lavorare anche se non erano pagati, costruendo giocattoli più semplici e poveri, ma dati con affetto e gioia!

Maddaloni Francesco Quinta A

Quel giorno alle ore 11,30 ad Hasky, la città di Babbo Natale, all’improvviso si avvertì una scossa che fece tremare tutto! Era la Befana che tentava di irrompere nella casa di Babbo Natale, difesa dagli Elfi, battendo con la sua scopa con-tro il portone; alla fine ebbe la meglio sugli elfi e spalancò il portone, catturò Babbo Natale e lo legò alla sedia per impedirgli di intervenire sull’incantesimo che lei stava per lanciare su Cosmitha: se avesse colpito i bambini di questa città, essi non avrebbero più riconosciuto Babbo Natale, ma per loro sarebbe esistita solo la Befana. Purtroppo così fu. Quando Papà Na-tale riuscì a liberarsi e si recò a Comitha i bam-bini davvero non lo vedevano e lui era molto addolorato per questo: aveva preparato tanti giocattoli, ma non poteva darli a nessuno. Pregò e implorò la vecchietta di liberarlo dall’incan-tesimo, ma ella lo ricattò: voleva sapere il se-greto di tanto successo con i bambini, solo dopo avrebbe sciolto il maleficio. Ma non c’era nes-sun segreto, lui era il più amato e basta, ma la vecchia con la scopa non gli credette e lo legò con corde laser e lo lasciò triste e solo, scono-sciuto ai bimbi! Alla fine, il sette gennaio, con l’aiuto degli elfi riuscì a liberarsi dalle corde e dall’incantesimo, ma ormai era tardi, per quell’anno il Natale era perso. Ma anche per la Befana le cose non erano andate bene, perché i bambini tristi e sconsolati, non avevano amato la vecchietta come lei avrebbe voluto. Il risul-tato della sua azione fu davvero devastante per tutti. Così Babbo Natale, prima di andare via, le scrisse una bella lettera nella quale le svelava il segreto. Cara Befana, i bambini credono in me per un motivo sempli-cissimo: io credo in loro! Quindi smettila di farmi la guerra e collaboriamo insieme. Babbo Natale Ella, una volta letto quelle poche righe, capì il grave errore che aveva commesso e così gli chiese perdono. Da allora non hanno litigato più e la notte di Natale Babbo Natale riempie di doni i bambini, il giorno dell’Epifania, la Be-fana riempie le calze di ogni sorta di dolciumi.

Longobardi Christian Toppi Salvatore

Quinta B

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Dopo anni, il Natale stava scomparendo lentamente, un uomo di nome Giovanni se ne era accorto ed era preoccupato. Giovanni era uno scienziato con un grande potenziale, ma lavorava solo per sé. Egli aveva percepito che il Natale sarebbe scomparso presto per-ché guardandosi intorno si accorgeva che erano sempre meno i presepi nelle case e i canti natalizi; c’erano solo tante luci acce-canti, vetrine lussuose, gente che comprava regali scintillanti, pranzi raffinati, …questo era rimasto del Natale. Decise di co-struire una macchina del tempo per vedere nel futuro se c’era an-cora il Natale. Appena finita, impostò il timer nel 2500 d. C. e partì! Arrivato, la prima cosa che vide fu una rissa! Corse verso quelle persone per calmarle e per chiedere spiegazioni: - Ehi, fer-matevi subito! Perché litigate e vi picchiate? Rispose un omac-cione con la faccia più arrabbiata di tutti. - Che te ne importa? Qui così funziona! Se vuoi qualcosa te lo prendi con la forza! Oggi regna la guerra! Chiese se sapevano cosa fosse il Natale, ma essi lo guardarono stupiti! – È una vecchia festa, sono secoli che non si festeggia! Non ricordiamo neanche cosa celebrava! Lo scien-ziato rimase allibito da tanta violenza inutile e da tanta ignoranza, capì che non c’erano più i buoni sentimenti perché non c’era più il Natale. Così ritornò nel suo presente e decise di pubblicizzare il Natale per non farlo morire. Creò uno spot che diceva: - Siamo pieni d’amore tutto l’anno, non solo nei giorni speciali! E così, piano piano tutti gli uomini cominciarono a rivivere le feste come magia dei buoni sentimenti, e fu così che tornò lo spirito del Na-tale a pervadere tutta la Terra.

Antonio Strube Quinta A

Il Natale perfetto

UnNataleconuntetto

Èdavveroperfetto

Quindiperchénonlodoniamo

Insiemeaun“tiamo”?

Nonuntiamodifidanzamento:

maunodiamiciziachedice

atutti“tiamo”fraternamente!

Antonio Strube Quinta A

I problemi del mondo Vorreichetuttifossimoinpace,

pergiocaretuttiinpienaluce.

Nonvogliounmondocheriduce,

eabuipensiericiconduce.

Macomeunagochericuce

leferiteacolorivivaci

cheprofumadipace.

Salvatore Toppi Quinta B

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I fiocchi di neve svolazzano nell’aria gelida, si posano sui tetti delle case e coprono la fabbrica dove vengono prodotti i giocattoli per tutti i bambini. È quasi la vigilia di Natale e i bambini hanno già in-viato a Babbo Natale le letterine in cui esprimono i loro desideri. Tutti sono contenti nell’attesa della festa più bella dell’anno, ma lo stregone TarKan, invidioso di Babbo Natale che è amato da tutti, decide di rovi-nare la gioia del Natale. Così prepara una pozione magica da far bere a Babbo Natale e lo in-vita a casa sua dicendogli che vuole diventare suo amico. Babbo non sospetta niente perché loro due da piccoli erano amici e giocavano sempre insieme, così ignaro del tranello, si reca dallo stregone speranzoso di ritrovare un

vecchio compagno di giochi. Viene accolto con grande e falsa cortesia da Tarkan che durante il pranzo versa di na-scosto la pozione malefica nel bic-chiere di Babbo, che inconsapevole la beve e…subito perde tutti i suoi poteri! Lo stregone è fiero di sé: Babbo Natale è suo prigioniero! “Perché mi tieni prigioniero?” chiede Papà Natale al suo aguzzino “Cosa ti ho fatto?”

“Non mi hai fatto nulla-risponde Tarkan-Tutti ti amano e non sei mai solo, io invece sono sempre solo e soffro tanto, non è giusto!!” “Vieni con me, nella mia fabbrica e anche tu come gli elfi costruirai tanti giocattoli per i bambini poveri della Terra che solo da me riceveranno la gioia di un giocattolo!” ribatte Babbo Natale. Tarkan così segue Babbo Natale, e vanno alla fabbrica dove gli elfi fanno festa al loro arrivo. Tarkan si unisce agli elfi e con loro realizza tanti doni da offrire ai bambini di tutto il mondo e così non si sente più solo e il suo cuore freddo e ge-lido ora prova delle emozioni. An-che quest’anno arriverà Babbo Na-tale in tutte le case e porterà gioia ed amore.

Federica Scotto Quinta C

LE TRADIZIONI DI NATALE NEL MONDO

L’addobbo dell’albero di Natale l’8 dicembre, il cenone della vigilia di Natale, lo scambio dei regali in-torno all’albero, il presepe, panet-tone e pandoro … sono tradizioni tutte italiane. Il Natale “a casa no-stra” è un continuo susseguirsi di tradizioni che iniziano l’8 di dicem-bre e terminano il 6 con l’Epifania

che “tutte le feste porta via”. Io mi sono chiesta come si festeggia il Natale nel resto del mondo: quali sono gli usi, i costumi e le tradi-zioni all’estero. Così ho fatto delle ricerche, ho studiato ed evidenziato alcune tradizioni natalizie degli al-tri paesi del mondo, che voglio con-dividere con voi.

In Inghilterra per esempio, il Natale inizia già a novembre quando i bambini cominciano a scrivere le letterine a Babbo Natale con i regali che desiderano ricevere sotto l’al-bero. A differenza nostra nella cul-tura anglosassone non si usa fare il cenone della Vigilia di Natale, ma per tradizione i bambini appendono in serata le calze accompagnate da latte e Mince Pie (tipico dolce nata-lizio) per ringraziare Babbo Natale dei doni che porterà. Il 25 dicembre si aprono i regali portati durante la notte da Babbo Natale e si festeggia

in famiglia con un pranzo a base di tacchino, Christmas pudding e Christmas cake. Prima di iniziare il pranzo ogni ospite dovrà “far scop-piare” il Christmas cracker che tro-verà nel suo piatto ovvero un tubo di carta confezionato come una ca-ramella che, tirato farà un botto ri-lasciandone il contenuto che può essere un oggettino, uno scherzo da leggere e le irrinunciabili corone di carta che per usanza tutti devono indossare il giorno di Natale. Ma il Natale in Inghilterra non finisce con il pranzo, infatti anche in

questo giorno non può man-care “l’afternoon tea” che in que-sta occasione viene servito verso le 18.00 con dolcetti vari tra cui ap-punto i Mince Pie. In Inghilterra non si festeggia il giorno di Santo Stefano il 26 dicembre, bensì il Bo-xing day ovvero una lunga e intensa giornata di shopping.

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Ovviamente è davvero difficile par-lare del Natale in America pen-sando a un fenomeno unico. L’America è infatti così estesa da avere un Natale diverso per ogni la-titudine. La stagione Natalizia in America inizia dal Black Friday, ovvero il giorno dopo la festa del ringraziamento, quando i negozi mettono super sconti per un giorno. Anche qui generalmente si usa pre-parare la Mince Pie e lasciare qual-cosa da mangiare per Babbo Na-tale. In alcuni Stati Americani come la California l’immagine di Babbo Natale è rivisitata con tanto di surf al posto della Renna.

tradizionalmente natalizi con l’alle-gria folkloristica del Brasile. Su un enorme palco, il 24 dicembre, la tradizione pagana e più festosa si unisce con la matrice più religiosa del Natale con il Nativitaten, una rappresentazione molto simile ad un musical, con la partecipazione di ballerini e cantanti, con fuochi d’ar-tificio ed effetti speciali.

In questi luoghi spesso il Natale viene festeggiato in spiaggia, per-ché fa caldo. A New York, il Natale è freddo e folkloristico, con le sue mille luci e la magia di Central Park. Gli Americani sono così ap-passionati di addobbi che esistono delle vere e proprie “gare” per pro-clamare i quartieri o le case con i migliori addobbi dell’anno. Molto amati dai bambini sono i canti Na-talizi, non è dunque insolito udire tali melodie in qualsiasi momento. In Brasile per esempio il periodo di Natale dura dal 18 dicembre all’11 gennaio in cui l’atmosfera del Na-tale fonde luci, suoni e giochi

Le tradizioni Natalizie irlandesi si avvicinano molto a quelli inglesi. In alcune zone dell’Irlanda il 26 di-cembre vige una particolare tradi-zione ovvero la “Wren Boys Pro-cession” cioè la “Caccia allo Scric-ciolo”. Naturalmente non si parla di una vera caccia ma di una riprodu-zione durante la quale si dà la

possono ritenersi totalmente libere dalle faccende domestiche passan-dole al partner.

caccia ad un fino Scricciolo il quale viene poi posizionato su di un palo decorato e celebrato con musica celtica da uomini mascherati che vanno di casa in casa offrendo in-trattenimento. In Irlanda il 6 Gennaio è conside-rato il “Natale delle donne” ov-vero un giorno in cui quest’ultime

In Austria il Natale è davvero ma-gico, non a caso è uno dei luoghi con i mercatini natalizi più belli del mondo! In questo periodo si ampli-fica ancora di più la tradizione ga-stronomica locale soprattutto per quanto riguarda i dolci. L’albero di Natale viene preparato dalle mamme durante l’assenza dei bam-bini che vengono allontanati di

proposito e i quali al ritorno a casa penseranno che è opera del “Christ-kindl” ovvero del “Bambin Gesù”. A tre giovedì dal Natale per tradi-zione si va a cantare il “Glöckler-lied” di casa in casa, ricevendo in cambio noci e mandarini per i più piccoli e una bevanda alcolica per gli adulti. Come usanza i bambini prima di aprire i regali davanti

l’albero recitano poesie, raccontano favole Natalizie oppure cantano. Per tradizione il giorno di Natale in Austria si mangiano principal-mente salsicce e crauti.

In Svezia le festività Natalizie ini-ziano il 13 dicembre, ovvero a Santa Lucia che corrisponde anche al Solstizio di inverno. È usanza in questo giorno far vestire la figlia maggiore come Santa Lucia e por-tare dolci a tutta la famiglia.

Molto caratteristiche in Svezia sono anche le decorazioni delle case che solitamente sono fatte di paglia e fiori, per lo più rossi. L’ad-dobbo dell’albero viene fatto il giorno della Vigilia di Natale.

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In Australia a dicembre ci sono le vacanze estive! Di conseguenza l’atmosfera Natalizia va un po’ a perdersi ed è quasi consuetudine festeggiare il Natale all’aperto se non in spiaggia!

Un evento importante a Natale è il Carols by Candlelight durante il quale ci si riunisce per strada por-tando candele e cantando le tipiche canzoni natalizie.

In questa terra il Natale è senz’altro fiabesco. Non a caso la Finlandia, e precisamente la Lapponia, è la terra di Babbo Natale. La notte di Na-tale, perciò, i bambini si mettono tutti a guardare. dalle finestre, per-ché sanno che Joulupukki, cioè Babbo Natale, non tarderà molto

ad arrivare. In Finlandia, la tradi-zionale cena di Natale comprende il prosciutto di Natale, patate, spez-zatino e barbabietole rosse. I dolci sono molto speziati, al sapore di zenzero e cannella oppure di pasta sfoglia riempita con marmellata di prugne.

In Germania il Natale è molto sen-tito e i bambini iniziano a prepa-rarsi alla festa già a novembre. Il 6 dicembre arriva San Nicola che porta ai bambini dei cioccolatini o delle casette fatte con il pan spe-ziato e altre bontà da mangiare.

Il pranzo di Natale è un momento di condivisione come da noi e si fe-steggia l’arrivo di Gesù Bambino stando in famiglia e, soprattutto, fe-steggiando con i bambini che quasi in tutte le zone della Germania pos-sono fare bellissimi pupazzi di neve.

Anche in Francia la festa più attesa e magica dell’anno è molto sentita e vissuta all’insegna delle tradi-zioni locali. Durante la notte della Vigilia sulle colline francesi si suole accendere grossi fuochi at-torno ai quali i giovani cantano e ballano. Laddove è possibile anche

nelle case la tradizione vuole che venga acceso un tronco che possa riscaldare non solo il Bambino Gesù. Il dolce natalizio francese tradizionale, infatti, è il Tron-chetto di Natale, accompagnato dalla così detta Torta dei Re, fatta di pasta a sfoglia al cui interno

viene deposta una “fava”. Il fortu-nato la cui fetta di torta contiene la fava sarà il re o la regina.

Nella bella Spagna il Natale è dav-vero simile all’Italia anche se stando in alcune città andaluse si possono maggiormente sentire ta-lune influenze arabe o pagane che rendono questa festa ancora più magica.

La cucina tradizionale spagnola è, anche a Natale, molto speziata e sa-porita. El Capon si affianca al Ma-risco nella classica alternanza spa-gnola di carne e pesce che caratte-rizza la comida tradizionale.

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(continua da pag. 1) emozionante che ci ha fatto battere il cuore! Dopo, ogni interclasse si è cimentata in canti e coreografie, poesie e gag che hanno divertito, emozionato e appassionato i pre-senti! Abbiamo concluso noi di quinta con la canzone “Credo” can-tandola tutt’insieme e ballandola coraggiosamente! La giornata è stata particolare ed emozionante per tutti; ci ha fatto comprendere che ci sono modi diversi di comu-nicare, non solo con la scrittura, ma anche con balli, musica, disegni e alcune volte …silenzio! Abbiamo compreso il significato di “nessun parli”, che non è stare zitti, ma stu-diare, agire, fare scuola in modo di-verso: a stare zitti quel giorno sono state le classiche discipline, la sto-ria, la geografia, la matematica, in-tese alla maniera classica! Ev-viva!!!

Di Maio Simona Gaele Fiorinda

Quinta C

In Giappone il Natale non è una fe-sta nazionale, tanto che il 25 dicem-bre le scuole e le aziende sono aperte. Tuttavia esiste la versione giapponese di Babbo Natale che porta i regali in ogni casa ai bam-bini e corrisponde a un monaco chiamato Hoteiosho.

Spesso si usa mangiare il pollo fritto il giorno di Natale. In Giap-pone la Vigilia di Natale è vissuta in modo romantico, quasi come la festa degli innamorati San Valen-tino, un’occasione per scambiarsi doni e tenerezze.

Di solito il giorno di Natale tra-scorre tra visite a parenti e amici, la partecipazione alla messa orto-dossa per i più credenti e una cena importante con la propria famiglia. Il Natale nella tradizione russa-or-todossa è preceduto da un periodo di purificazione di 40 giorni in cui è vietato mangiare la carne. Il di-giuno finisce “quando appare la prima stella” la notte del 6 gennaio,

simbolo della nascita di Gesù Cri-sto. La stessa stella segna anche l’inizio della cena di Natale. Per molti russi il Natale è importante ma per molti altri non lo è così tanto come il giorno di Capodanno – che in Rus-sia si festeggia il 1 gennaio così come da noi. La sera di Natale nella tradizione slava segna l’inizio di un’antica festività detta Svyatki, in

candele e specchio per invocare l’immagine di quello che sarebbe diventato il loro futuro marito. Al pari della cena, il fascino divinato-rio della sera di Na-tale sta riprendo piede nella Russia post sovietica.

Simona Arciuolo V B

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LETTERA APERTA AI COMPAGNI DI CLASSE

In questi cinque anni abbiamo notato che nella nostra classe ci sono stati litigi e piccoli atti di bullismo, ma il quinto anno sono avvenuti fatti davvero gravissimi! Ad esempio, nella manifestazione del” Nessun parli”, France-sca è stata spinta dagli spalti da una nostra compagna di classe e per fortuna non si è fatta male perché un'altra amica è riuscita a non farla cadere. Dopo le tante volte che la maestra ci ha spiegato di non litigare, per un po' di tempo non ci sono stati più litigi ed insulti, purtroppo è durato poco: dopo un po' di tempo hanno ricominciato, non riuscivamo a finire i compiti in classe, la maestra non riusciva a spiegare, a correggere i compiti e a svolgere tutto il programma scolastico perché c’era sempre qual-cosa da discutere, litigi da pacificare, risse da sedare! Mentre le altre classi ci mostravano i lavori fatti da loro in gruppo, noi ci sentivamo tristi e un po' invidiosi perché loro collaboravano e noi invece litigavamo! La maestra non vuole portarci in gita, è ovvio: non sappiamo compor-tarci come si deve! Per Natale la maestra voleva solo che noi ci comportassimo bene, ma noi abbiamo visto che al-cuni dei nostri compagni non se ne importavano proprio, pensavano solo a giocare ed ai regali di Natale. Anche all'inizio dei corsi di laboratorio ci sono stati dei litigi, perché, quando la maestra ci ha diviso nei laboratori come al solito qualcuno si è lamentato protestando sul la-boratorio assegnatogli. Anche nelle interrogazioni trova-vano scuse per non essere interrogati! Qualche settimana fa anche Ludovica è stata spinta dalle scale da una com-pagna. Speriamo che questo articolo possa far capire agli altri che a scuola si viene per imparare e non per litigare.

Laezza Federica, Laezza Francesca e Porciello Ludovica Quinta B

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ANGELI IN DIVISA Gli alunni delle quinte classi della D. Alighieri incontrano la polizia di Stato.

Ieri, 14 novembre, abbiamo avuto un incontro speciale a scuola: ab-biamo conosciuto i nostri "Angeli custodi”! Sì, proprio così, ma gli angeli di cui parliamo sono dei rap-presentanti della Polizia di Stato. È stato il nostro dirigente a definirli così, e noi, dopo averli ascoltati, concordiamo in pieno. Ci hanno spiegato che ci sono uomini liberi e che loro proteggono le nostre li-bertà in “sicurezza”. Il dirigente del commissariato di Acerra, il dott. Antonio Cristiano, ci ha portato l’esempio di quando vogliamo an-dare allo stadio, ma abbiamo paura che possa accaderci qualcosa di brutto; loro devono fare in modo che non ci accada nulla di male. A volte però accade che ci sia bisogno di loro in più luoghi, purtroppo, non avendo uomini e mezzi a suffi-cienza, si trovano di fronte a scelte difficili: in brevissimo tempo de-vono decidere a cosa dare la prio-rità, qual è la situazione più perico-losa per la persone…le cose però sarebbero più semplici se anche gli enti locali, come il Comune, si ado-perassero per la sicurezza dei citta-dini con delle azioni molto semplici di prevenzione del crimine come ad esempio mantenere illuminate le strade, le Stazioni , le piazze, … perché si sa, il male agisce nel buio. Spesso poi capita che non ci accor-giamo neanche della presenza dei poliziotti, perché quando hanno dei sospetti spesso agiscono in bor-ghese. Recarsi in commissariato, per fortuna, non è sempre per mo-tivi “seri”. Il dottor Manna ci ha in-fatti raccontato che chi si reca nel suo ufficio lo fa con un sorriso sma-gliante, poiché lui si occupa di … PASSAPORTI!!Necessari per re-carsi in Paesi extra- comunitari. Tante sono state le nostre domande a cui hanno risposto in modo esau-riente, ma la risposta che più ci ha colpito è stata quella data a un no-stro compagno di classe: -Come vi sentite a fare parte della polizia

di Stato e cosa provate ad indossare la vostra uniforme? Ebbene, ci hanno risposto di svolgere il loro lavoro con la consapevolezza che nel proteggere la nostra vita, met-tono quotidianamente a rischio la propria, ma ciò li rende fieri di in-dossare la loro divisa. Questa rispo-sta ha scatenato gli applausi più sentiti e condivisi da tutti i presenti. In conclusione ecco perché ab-biamo condiviso la definizione di “Angeli Custodi”: essi sono pre-senti nella nostra vita anche quando non ce ne accorgiamo, infatti sorve-gliano anche internet dove possono nascondersi insidie pericolose. Dopo averli salitati, siamo usciti nel cortile e lì il nostro entusiasmo è salito alle stelle, poiché abbiamo visto una loro volante con la clas-sica pantera disegnata sulle fiancate anteriori, uno spettacolo!!1 Pec-cato, però non averci potuto fare un giro! E pensare che non tutti mo-strano tanto entusiasmo nell’incon-trarne una! Infatti, alcuni automo-bilisti si arrabbiano quando sono fermati per un controllo, sicura-mente sarà perché non sono perfet-tamente “in regola” o magari solo perché temono di “perder tempo”, dimenticando che la polizia agisce per la nostra sicurezza e ci protegge dai pericoli, insomma loro sono i nostri angeli: i nostri angeli in di-visa!

Quinta B Via Marconi

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STORIE DI EROI DEI NOSTRI GIORNI

Giuseppe Coletta un angelo ormai in Paradiso, morto per difendere la pace nel mondo. Giuseppe Coletta era un carabiniere che andava a fare missioni di pace. Ma un giorno nel 2003 mentre stava facendo una missione a Nassirya, esplode una bomba e lui muore. Da poco gli era morto il figlio di nome Paolo a causa di una malattia. Insieme a Giuseppe viveva la moglie di nome Margherita e la figlia. La moglie quando sentì questa notizia non si mise a urlare o cose simili, ma andò

a casa e aspettò notizie del marito. Quando morì aveva 39 anni e la moglie 34. Essere eroi non significa solo salvare il mondo o fare la guerra, ma anche dire di no a qual-cosa che vogliamo, che deside-riamo. Tutto questo e altro ancora. In lui vi è la forza, il coraggio, la dolcezza, il sacrificio. HA PERSO LA VITA CER-CANDO DI COSTRUIRE E DO-NARE UN MONDO MIGLIORE Penelope Maria Romano Quarta F

Bebe hai ragione: la vita è una figata!

Buongiorno, oggi vi voglio parlare di una per-sona speciale che è riuscita a supe-rare delle difficoltà grandissime: sto parlando di Beatrice Vio, per gli amici Bebe! Bebe ha 20 anni, vive a Mogliano in Veneto ed è la cam-pionessa paraolimpica di scherma. Alla sola età di 11 anni, Bebe venne colpita dalla meningite, una gravis-sima malattia che le attaccò la fronte, braccia e gambe, per molte persone può essere mortale, ma riu-scirono a salvarle la vita ma subì l’amputazione degli arti.

Voi credete che si sia scoraggiata? E invece no! Ne è uscita più bella di prima, e questo non è da tutti! Pensate è diventata campionessa di scherma! Bebe è diventata sponsor di molte pubblicità e ora è la con-duttrice di un programma televisivo che si svolge la domenica: la vita è una figata. Beatrice per noi deve es-sere un grande esempio, lei ci inse-gna che la vita è bella e la dob-biamo vivere sempre con coraggio e tanta forza! Gianluca De Falco e Lorenzo Esposito Quinta E

Il 10 dicembre è la giornata mon-diale dei diritti umani, la giornata nella quale si celebra la pari dignità tra uomini e bambini. Questa data è stata scelta per ricordare che il dieci dicembre del 1948 l’assemblea del le Nazioni Unite, proclamò la di-chiarazione universale dei diritti umani, e 30 anni dopo l’UNICEF a Parigi ha stabilito i diritti dei bam-bini. Per garantire la massima dif-fusione del documento è stato tra-dotto in numerose lingue, in modo da poter essere letto da chiunque. Questa giornata è importante per-ché noi dobbiamo essere

consapevoli che tutti hanno gli stessi diritti. Sono trenta gli articoli che vogliono garantire il minimo benessere all’intera umanità. In fondo sembra scontata questa di-chiarazione per noi occidentali, ma così non è: ancora oggi, in alcuni Paesi del mondo alle donne non è consentito votare, è vietato studiare e scegliersi un marito! Pensate un po’… se questo accade agli adulti, figuriamoci ai bambini!! Purtroppo in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia Meridionale ai bambini non vengono riconosciuti i diritti più elementari.

Mangiare, che ci sembra così ba-nale (e spesso non siamo neanche contenti di ciò che ci prepara mamma), diventa per i bambini africani o asiatici un sogno: essi, poverini, molto spesso muoiono di fame. Come giocare, altro diritto dei bambini, diventa un miraggio per quei bambini che sono costretti a lavorare. Molti di essi, infatti, non possono né giocare, né studiare per-ché o vengono impiegati nella co-struzione dei mattoni di argilla (bambini di tre anni con i loro pic-coli piedini comprimo meglio

(continua a pag.15)

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l’argilla per ricavare un mattone quasi perfetto) o nella cucitura di scarpe di una nota marca e nella cu-citura di palloni di cuoio per i vari sport. Spetta a noi cittadini, che siamo nati nei paesi più sviluppati, aiutarli. Prima di tutto dobbiamo iniziare ad avere delle idee ben chiare: bisognerebbe intervenire at-traverso progetti di volontariato per insegnare loro che da bambini si vive in modo diverso (giocando e studiando) e che solo grazie all’istruzione ai tanti paesi sottosvi-luppati possono essere riconosciuti i diritti umani.

Redazione “Notizie sprint”

ALLARME WWF! SOSSpecieanimalievegetalicherischianodinonvederepiùilNatale2018

Il WWF è un’associazione ambien-talista che nella campagna di Natale “WWF is calling” ha diffuso una notizia sconvolgente: ci sono 16 specie fra animali e vegetali che ri-schiano di estinguersi. Le specie che vengono definite a rischio o in via di estinzione significa che sono rimasti pochi sopravvissuti. I Va-quita, una specie di delfino che si trova nel golfo della California, sono rimasti 30 esemplari, i leo-pardi dell’Amur, 70 superstiti, vi-vono nelle foreste tra la Cina, Mon-golia, Russia. Dal 1970 al 2012 l’uomo ha causato il calo del 58% delle specie terrestri e marine. Le specie che in Italia sono a rischio di estinzione sono: l’orso marsicano, ne sono rimasti 10 esemplari, l’aquila del Bonelli (solo 40 cop-pie), il gipeto (10 mila esemplari). In Sicilia restano pochi abeti dei Nebrodi. Il pangolino è persegui-tato perché le sue scaglie hanno doti mediche miracolose. La lucer-tola delle Eolie (1000 esemplari), il Bradipo Pigmeo ne sono rimaste

Noi festeggiamo il Natale, mentre nel mondo si consuma un’altra tragedia: quella della scomparsa definitiva di forme viventi!

Il chiurlottello, un uccello che sta diventando da sempre più raro in Europa, l’Ara golablu, un pappa-gallo, che non può più nidificare per la deforestazione. La presiden-tessa del WWF Italia che si chiama Donatella Bianchi ha dichiarato che tocca all’ uomo proteggere queste specie. Tra le cause dell’estinzioni di parecchie specie c’è: la defore-stazione, il bracconaggio, cambia-menti climatici. I cambiamenti cli-matici sono dovuti all’ inquina-mento e al disboscamento che cau-sano l’effetto serra e il surriscalda-mento globale. Per aiutare queste specie in via di estinzione c’ è biso-gno dell’impegno di tutti noi, attra-verso piccoli gesti quotidiani, ri-spettando l’ecosistema. L ‘ uomo non deve né distruggere né uccidere le specie viventi perché ogni essere che esiste è vitale per un altro es-sere e quindi anche per la nostra so-pravvivenza.

Gianluigi Sposito, Christian Di Palma, Christian Terracciano,

Massimiliano Di Donato Quarta D

solo alcune centinaia. Il lupo rosso sono 150 superstiti. Il ri-noceronte di Sumatra che in-sieme alla tigre e all’ orango sta morendo perché stanno abbat-tendo le foreste per fare le col-tivazioni di palma da olio. Il ca-vallo Przewalski, 200 esem-plari in Mongolia. Il Kouprey, grosso bovide dell’Asia sud – orientale, in estinzione a causa della caccia. La Madrepora oculata è una specie di profon-dità sta scomparendo a causa della pesca a strascico e dei cambiamenti climatici.

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C[t[logn[ [ll’[tt[]]o, Sp[gn[ in ^if_s[

L’Europ[ [ ^is[gio p_r l[ qu_stion_ ][t[l[n[

Da qualche mese la Spagna è alle prese con il caso “Catalogna”: la re-gione è una delle 16 comunità auto-nome spagnole, con capitale Bar-cellona, e rivendica l’indipendenza dallo Stato centrale a causa delle differenze culturali e linguistiche e ultimamente soprattutto per ragioni economiche. Infatti i secessionisti dicono che la Catalogna sarebbe più ricca, se non pagasse le tasse alla Spagna e godrebbe di migliori servizi ed investimenti. La “Gene-ralitat”, il governo regionale, ha in-detto un referendum sulla separa-zione dalla Spagna che ha interes-sato 5,5 milioni di elettori catalani. Il 1°ottobre 2017, giorno del refe-rendum, però, il governo spagnolo ha cercato con metodi violenti di impedire il voto: la guardia civile ha caricato i cittadini, concentrati a protezione delle scuole e degli edi-fici e ha sequestrato le urne. Il pre-mier spagnolo Rajoy ha poi dichia-rato: “Questo referendum non c’è mai stato!

Quella alla quale abbiamo assistito oggi è stata una messinscena!”. Nelle settimane successive la TV ha trasmesso immagini di migliaia di persone radunate per le strade di Madrid, che sventolavano e indos-savano la bandiera spagnola. Si è trattato di una "marcia patriottica" a seguito della dichiarazione di indi-pendenza della Catalogna, appro-vata il 27 ottobre 2017, dove si af-ferma l’indipendenza dalla Spagna e l’istituzione della Repubblica di Catalogna come Stato sovrano. La dichiarazione è stata firmata il 10 ottobre dai parlamentari indipen-dentisti, guidati dal Presidente Puigdemont. Subito dopo la dichia-razione il Governo spagnolo ha ap-plicato l’articolo 155 della Costitu-zione Spagnola, che permette al Governo di obbligare una Comu-nità autonoma a rispettare la Costi-tuzione e le leggi. Dunque l’indi-pendenza della Catalogna è durata pochissime ore. A sorpresa, Puig-demont il 30 ottobre è fuggito in

Belgio insieme a 5 membri del go-verno catalano. Da Bruxelles ha in-detto una conferenza stampa, dove ha accusato Madrid di non voler ri-conoscere che esiste un problema. Ha detto di essere in Belgio non per chiedere asilo politico, ma solo per lavorare in libertà e in sicurezza. Puigdemont e gli altri membri del governo catalano sono accusati di ribellione, sedizione e malversa-zione e rischiano fino a 30 anni di carcere, infatti per ordine di una giudice spagnola sono scattate le manette per altri 8 membri del go-verno. Dopo questo episodio sono scesi in piazza, in tutte le città cata-lane, migliaia di persone per prote-sta. Nel frattempo la Spagna ha emesso il mandato di arresto euro-peo per Puigdemont, mentre lui continua a definirsi ''Presidente le-gittimo della Catalogna". Il primo ministro spagnolo Rajoy ha fissato le elezioni regionali per il 21 di-cembre 2017.

Redazione Gli esploratori della notizia

CATALOGNA VS

SPAGNA

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Re Felipe di Spagna: “Stiamo vivendo dei momenti molto difficili per la nostra vita democratica però andremo avanti perché crediamo nel nostro Paese e siamo orgogliosi di quelli che siamo. In questa Spagna mi-gliore che tutti desideriamo ci sarà an-che la Catalogna.”

Puigdemont (Presidente della Catalogna): “Arrivati a questo momento storico, e come presi-dente, avendo proclamato il ri-sultato del Referendum davanti a voi e al vostro Consiglio, as-sumo il mandato per far diven-tare la Catalogna uno Stato In-dipendente della Repubblica.”

Rajoy (Presidente della Spa-gna): “Il Parlamento catalano ha provato qualcosa che se-condo l'opinione della maggio-ranza della gente non solo va contro la legge ma è un atto cri-minale, cioè dichiarare ciò che non è possibile, l'indipendenza della Catalogna.”

Angela Merkel (Cancelliera tedesca): “Stiamo monitorando la situazione e sosteniamo la posizione del Governo spa-gnolo. Ci auguriamo che si possa trovare una soluzione en-tro i confini della Costituzione Spagnolo.”

Junker (Presidente della Commissione Europea): “Ri-spetteremo il risultato, ma se vincerà il SI la Catalogna non potrà aspettarsi di aderire auto-maticamente all'UE, c'è un pro-cesso da seguire.”

Gentiloni (Presidente del Consiglio italiano): “Serve un dialogo ma nel rispetto delle leggi della Costituzione.”

Mattarella (Presidente della Repubblica Italiana): “Lo scontro allontana sempre le so-luzioni.”

Berlusconi: “Servono trattative e dialoghi.”

Letta: “Referendum illegittimo ma gli in-dipendentisti si sono rafforzati.”

Alfano: “Sono per l'unità Spagnola.”

Bersani: “Catalogna? Somma di errori.”

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NEWS O FAKE NEWS? FAKE NEWS è un’espressione inglese che significa notizia falsa o bufala. Si tratta di un fenomeno, diventato “virale”, che impedisce di distinguere il vero dal falso. Chi scrive queste informazioni false sul web lo fa per avere dei guadagni pubblicitari oppure per in-fluenzare l’opinione degli altri a livello poli-tico. Le fake news più condivise di recente sono state su: BREXIT: è stato scritto che chi usciva dall’ Europa poteva risparmiare 350 milioni di sterline a settimana. Elezioni del presidente in America: è stata scritta la noti-zia falsa che papa Francesco appoggiava Do-nald Trump. In passato le notizie false viag-giavano molto più lentamente, invece oggi, grazie alla potenza di internet, qualsiasi noti-zia si diffonde rapidamente. Queste notizie false vengono dette anche BUFALE. Se-condo l’Accademia della Crusca, il termine bufala ha un uso figurato: ha un’origine in ambito gastronomico, alcuni ristoratori ro-mani spacciavano la carne di BUFALA in-vece della più pregiata carne di vitella: da questo il significato di fregatura e di notizia falsa. È essenziale non fidarsi sempre ad oc-chi chiusi. Per capire se una notizia è vera ci sono delle cose da fare. Si deve controllare il sito web della notizia che stiamo consultando. Bisogna diffidare dei titoli che sembrano in-verosimili. Bisogna risalire alla provenienza della noti-zia, selezionando la frase o cercandola su “Google” o un altro promotore di ricerca. In questo modo si può controllare se c’è un eventuale plagio. Bisogna controllare la data della notizia e la località. Bisogna seguire i LINK della notizia da con-sultare e diffidare degli articoli che hanno pochi LINK. Bisogna cliccare sulla sezione “chi siamo” per avere maggiori notizie sulla fonte della notizia. Prima di condividere una notizia bisogna ac-certarsi che sia vera cliccando su alcune pa-role chiave. Per limitare le notizie false sul web in Italia le sanzioni stanno diventando più severe, con norme che prevedono ammende o addirittura l’arresto. In sostanza non si dovrebbero pub-blicare fake news perché fanno male alle per-sone e non portano alcun beneficio alla so-cietà.

Redazione The kingdom of news

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NOI SEMPRE CONNESSI… Riflessioni sull’uso e l’abuso di internet

Oggi, la distanza tra le persone si è accorciata, ed è possibile comuni-care in tempo reale con conoscenti e parenti, che abitano anche dall’al-tra parte dell’universo. L’utilizzo dei social network è sempre più dif-fuso per scopi diversi, per diffon-dere in maniera veloce notizie, in-formazioni, scoperte scientifiche e tanto altro. Queste reti sociali sono di notevole importanze anche nel mondo del lavoro, grazie ad esse trovare un impiego è più facile per-ché, sono stati creati siti con questo scopo, tipo Linkedin. Le aziende, inoltre, li usano per farsi pubblicità, allargare il loro giro di affari e, gua-dagnare di più. Anche studiare è di-ventato più semplice, infatti, invece di cercare nell’enciclopedie (come facevano e ci raccontano i nostri genitori) gli argomenti che interes-sano, basta cliccare sui tasti del computer e subito, si trovano tante informazioni senza sprecare tempo. I social però, hanno anche tanti svantaggi, se non usati con criterio e cognizione. Spesso, sulla rete cir-colano “fake news” e viene resa pubblica la vita della gente, con

denunciare coloro che non hanno rispettato la loro privacy. Un altro aspetto negativo dei social e il fe-nomeno del cyber-bullismo. I bulli che prima perseguitavano le pro-prie vittime solo a scuola, ora pos-sono tormentarle anche a casa attra-verso cellulari o computer. Sfortu-natamente, con l’utilizzo di questa “piazza virtuale”, le persone si iso-lano sempre di più, infatti, tanti ra-gazzi e non, si chiudono nelle pro-prie camere per ore intere e comu-nicano con gli amici virtuali, invece di uscire e scambiare quattro chiac-chiere con gli amici reali. Ormai, non ci si guarda più negli occhi per cogliere le emozioni, ma si preferi-sce controllare quanti” like” si rice-vono, i sentimenti si affidano ai messaggi. Anche nelle famiglie si dialoga di meno, addirittura du-rante il pranzo o la cena, che era un momento d’interazione nelle fami-glie, tutti sono impegnati a chattare, perdendo di vista la realtà. Tutto ciò fa sicché la solitudine, l’indiffe-renza, s’impadroniscono sempre di più della nostra vita rendendola buia e triste.

Redazione “Special news”

foto e video non autorizzati, per questo negli ultimi tempi siamo stati spettatori di fatti di cronaca nera che ci hanno sconvolto, perché giovani si sono tolti la vita per non aver avuto la forza di sopportare e

NON SIAMO SOLI IN QUESTO UNIVERSO! La Nasa scopre un nuovo sistema solare con ben sette pianeti

Un sistema solare simile al nostro! Negli ultimi giorni è stato scoperto un nuovo sistema solare che orbita intorno ad una stella ed è composto da circa 8 pianeti, proprio come il nostro sistema solare; a trovarlo è stata l’intelligenza artificiale di Google. La Nasa ha scoperto un nuovo sistema solare chiamato ke-pler-90 o Kai-351. Questo sistema solare è stato scoperto nella mis-sione Kepler, una missione spaziale realizzata dalla Nasa che parte dal

programma Discovery, il cui scopo è la ricerca di pianeti simili alla Terra. Kepler-90 è una delle stelle situata nella costellazione dragone distante 2544+300 anni luce dal Sole. Intorno a Kepler-90 girano otto pianeti: quelli più vicini ad essa (interni) sono di tipo roccioso e quelli più lontani (esterni) sono giganti e gassosi. Quello simile alla nostra Terra si chiama Kepler-90 ed è un pianeta molto roccioso. Questo nuovo pianeta è 30 volte più grande

della terra. Esso gira talmente tanto intorno alla sua stella che riesce a raggiungere la temperatura di 400° (gradi), è dunque paragonabile al pianeta Mercurio. Per noi essere umani non è possibile osservare pianeti così distanti, quindi Kepler non si osserva direttamente, ma se ne rileva la presenza in base alle va-riazioni della luminosità delle stelle. Altri sei pianeti dello stesso sistema possono essere abitati poi-ché hanno la temperatura tra gli

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zero e i cento gradi. Perciò quest’

anno un telescopio di nome Webb osserverà il nuovo sistema e ci darà più informazioni su questo grande mistero. Rispetto al Sole, la stella attorno a cui girano i sette pianeti, è molto più piccola. La Nasa sostiene che questo sia il sistema planetario con più sosia della Terra. Questo sistema è lontano trenta-nove anni luce da noi. La Nasa però è in difficoltà: non pensa di popo-lare subito quel sistema, anche per-ché già da prima ce n’erano altri. E poi c’è…PROXIMO CEN-TAURI B Dietro l’angolo di casa nostra, gli scienziati dell’osservatorio di “La Silla” dello European Southern Ob-servatory, hanno scoperto un pia-neta abitabile, simile alla nostra TERRA. Il pianeta è roccioso e orbita attorno alla stella più vicina al nostro pia-neta la “Proximo Centauri”. Per questo il pianeta è stato battez-zato con il nome di “Proximo cen-tauri B”. Il primo indizio che ci fosse un pia-neta è stato scoperto nel 2013 poi dopo circa due anni di ricerca è stata confermata la sua presenza. Questo nuovo pianeta ha una massa superiore a quella terrestre, sulla sua superfice la temperatura è tale che, gli scienziati sostengono, ci possa essere la presenza di acqua. Attualmente su Proximo Centauri B sembra che non ci sia vita, ma a breve gli scienziati partiranno per una nuova missione, per inviare una sonda robotica che darà la pos-sibilità di scoprire se c’è vita. Noi speriamo che ci sia vita così in futuro possiamo andare a visitare e chissà, magari di trascorrere una vacanza lì. È proprio vero…non siamo soli in quest’Universo!

Quei sognatori della quinta A

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Nel mondo, c’è stata sempre la tra-dizione di leggere ai propri figli una o più favole per farli addormentare. Noi ora ci vogliamo accertare se è ancora così. Da una mini indagine fatta tra i nostri compagni ci siamo accorti che non è più così, infatti la maggioranza di noi si addormenta guardando la televisione! Se an-diamo ad indagare tra i bambini più piccoli, scopriamo che essi, ancor più di noi, oggi imparano, cre-scono, studiano, dormono, con la tecnologia. L’altra sorpresa è stata che abbiamo scoperto che il 50% della popolazione italiana ammette di non aver mai letto una storia ai propri figli! A questo punto ci siamo chiesti: come si addormente-ranno i bambini tra un millennio? Pensiamo malissimo, a meno che noi non facciamo qualcosa come

riscoprire la tenerezza di addor-mentarsi con la voce affettuosa di mamma o papà che ci parla! La re-lazione di affetto che si svilupperà fatta di sorrisi, parole dolci, amore riempirà il cuore dei genitori e dei figli che cresceranno sani di mente, curiosi e fiduciosi del mondo e pieni di curiosità, ma soprattutto ricchi di fantasia, perché si sa che la fantasia è l’angelo custode dell’in-fanzia e della vita. Solo facendo così riusciremo a guardare il mondo da una prospettiva sempre più am-pia!! E allora amici, cosa aspet-tiamo? Spegniamo per un po’il te-levisore, il tablet, lo smartphone e accoccoliamoci sul divano con mamma o papà, e facciamoci rac-contare una storia…. Sarà bellis-simo!!

Redazione Cultura e spettacolo

Boccaacuoricino,occhiettispiritosi…sumettiamociinposae…selfiamoci!!!

usa i selfie per suscitare invidia ne-gli amici e questa motivazione non ci è sembrata proprio bella! Un' al-tra cosa ridicola ci sembra quella di farsi dei selfie un po' dappertutto: persino in bagno! Bisogna però dire che molti di noi usano farsi foto per superare le proprie timidezze e sen-tirsi più sicuri. Possiamo conclu-dere dicendo che, come ogni cosa, anche i selfie hanno i loro lati posi-tivi e negativi e noi invitiamo tutti, bambini e adulti, a saper usare le nuove tecnologie e le nuove mode ad esse collegate con intelligenza e buon senso, senza mai esagerare al-trimenti rischiamo di diventare tutti, come dice la famosa canzone "un esercito del selfie".

Redazione “Giranotizie”

La parola selfie in questi ultimi anni è diventata di gran moda; farsi dei selfie vuol dire scattarsi delle foto da soli utilizzando tutto quello che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione: tablet, smartphone, ecc. I selfie sono diventati anche uno dei passatempi preferiti da noi bambini; pensate un po', da una no-stra inchiesta svolta tra i compagni di scuola delle classi quarte e quinte, abbiamo scoperto che quasi la metà di essi possiede un telefo-nino e un'asta da selfie e si fanno numerosi autoscatti nel corso della giornata, soprattutto per immorta-larsi in luoghi e momenti di gioia, vissuti con amici e famiglie. Qual-cuno, però, ci ha anche detto che

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"Un selfie da favola!"

Telefono, telefono delle mie brame,

mi fai il selfie più bello del reame?

Voglio un selfie davvero splendente

che possa ammirare tutta la gente:

con occhi vispi e sorriso smagliante

otterrei cento like all'istante!

Il social non so, sceglilo tu:

forse Tumbler o Facebook?

E se vengo male con chi me la prendo?

Con te, telefono orrendo!!!!

Giulia e Lorenzo

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Le emoji sono diventate una moda, ormai si vedono su tutti i cellulari. Ma che cosa sono? Esse sono dei simboli che permet-tono di descrivere emozioni. Il film “Emoji: accendi le emozioni” parla di un emoji con più emozioni chia-mato Gene, del suo amico Gimme 5 e dell’hacker Rebel. Essi attraver-sano le diverse app del telefono fin quando non trovano la password per accedere al cloud. Le emoji rap-presentano la nostra generazione, ma meglio vivere nel mondo reale che in uno virtuale! E voi, quale emoji preferite?

Redazione Spettacolo e cultura

SCUSE DOVUTE A Sabrina Ferrara dobbiamo delle scuse. Per un disguido tecnico, nel numero di giugno 2017abbiamo pubblicato una sua poesia a nome di altre bambine. La poesia era “É questione” che si trova a pa-gina 11 e che è stata scritta, lo ribadiamo, da Sabrina Fer-rara. Scusaci ancora! La direzione di New Genera-tion

È QUESTIONE È questione di potere È questione di onore E il re di denari la fa da padrone. Polvere bianca da assaggiare Tanto sangue fa versare. “o stat nun s’appaura” Ma ci vogliono leggi che smontino questa tortura. Con giudici che abbiano più coraggio. Tutto questo non deve essere un miraggio! Noi siamo gli uomini e le donne di domani Fate in modo da non tarparci le ali!

Sabrina Ferrara