oltre la siepe n.2 anno i

14
Il 1° febbraio 2016 abbiamo incon- trato la Dirigente Scolastica, prof.ssa Grazia Maria Marciuliano, per proporle un'intervista sul suo percorso di studi. La D.S., disponibi- le, entusiasta e con un pizzico di nostalgia, ha risposto alle nostre domande incalzanti: D. Ha frequentato la scuola dell'in- fanzia? R. Ho frequentato la scuola dell'in- fanzia soltanto per due anni, poi ho iniziato la frequenza della scuola elementare - si chiamava così a quei tempi - già a cinque anni come antici- pataria. D Era pubblica o privata? R. Pubblica. D. Conserva ancora un ricordo delle sue prime maestre? R .Sì, di una, in modo particolare. D. Passando adesso alla scuola pri- maria, qual era l'abbigliamento ? R. Gli scolari indossavano il grembiu- le blu con un fiocco bianco. D. Qual era la vostra materia prefe- rita? E' rimasta tale negli anni? R. Ho sempre preferito le materie umanistiche e, infatti, mi sono lau- reata in filosofia. Sommario Interviste. “Da Scolara a Dirigente Scolastica”. 1 La storia della Via Crucis 2 Le ricette della tradizione pasquale 3 Osservatorio sul mondo dei giovani. n compagnia …. dei cellulari 4 Cosa significa essere uomini e donne di pace 5 Diversi ma uguali 5 Le immagini aiutano a non dimenticare 6 I giovani ricordano la Shoa 6 Il giorno della Memoria 7 Il Lupo che non conosci 8 La storia del nostro territorio: “La bonifica dei terreni paludosi” 8 Informatica e pensiero algoritmo: una avvincente sfida per i ragazzi 9 Piccoli artisti crescono... 9 Problem page Teens and alcohol 10 Viaggio nella poetica dei ragazzi. Oggi scrivo io: “LA SPADA MAGICA” 10 Sezione nuovi talenti: Giuseppe Marco Albano, Angelo Troiano, Jaison Bruno, Dino Paradiso e Simone Zaza 12 13 14 Il Giornale dell’Istituto Comprensivo di Bernalda Oltre la siepe DA SCOLARA A DIRIGENTE SCOLASTICA “Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2 Bernalda, 22 marzo 2016 D. Come raggiungeva la scuola? R. Mi recavo a scuola a piedi, accom- pagnata da mia madre o da mia nonna. D. Come era il suo profitto? R. Beh, ammetto di essere stata sem- pre una scolara diligente. D. Frequenta ancora amici di vecchia data conosciuti tra i banchi di scuola? R. Sì, certo. D. Dove ha proseguito gli studi supe- riori? E' stata condizionata da qualcu- no o qualcosa nella sua scelta? R. Ho frequentato il liceo scientifico di Bernalda, condizionata dal fatto che fosse l'unica scuola del territorio. Avrei preferito frequentare il liceo classico, ma non rimpiango comunque la mia scelta, in quanto il liceo scientifico mi ha fornito una solida preparazione di base sia nelle materie letterarie che in quelle scientifiche. D. In quale città ha frequentato l'uni- versità? Quale facoltà ha scelto? R. Ho frequentato la Facoltà di Lette- re e Filosofia presso l’Università degli studi di Bari. D. Nei suoi sogni c'era quello di diven- tare Preside? R. No, non l'avrei mai immaginato. D. Si ritiene una donna in carriera? R. Certamente posso affermare di occupare un ruolo di grande responsa- bilità. D. Riesce a conciliare famiglia e lavo- ro? R. Cerco di farlo, ma non sono certa di riuscirvi, trascorrendo a scuola molto tempo. Sono sempre presente però quando la mia famiglia ha bisogno di me. D. Ci può dare un consiglio per tutte quelle ragazze che desidererebbero diventare delle donne di successo co- me lei? R. Bisogna impegnarsi, studiare con serietà e determinazione e avere sem- pre chiaro il proprio progetto di vita. Terminata l'intervista, salutiamo la Dirigente Scolastica, ringraziandola per la sua cortesia. Renderemo questa esperienza motivo di crescita per noi Classe 3^ sez.D Elena Montemurro Klaudia Shmilli Chiara Favale

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Secondo numero del giornalino scolastico dell'Istituto Comprensivo di Bernalda.

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Page 1: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

Il 1° febbraio 2016 abbiamo incon-

trato la Dirigente Scolastica,

prof.ssa Grazia Maria Marciuliano,

per proporle un'intervista sul suo

percorso di studi. La D.S., disponibi-

le, entusiasta e con un pizzico di

nostalgia, ha risposto alle nostre

domande incalzanti:

D. Ha frequentato la scuola dell'in-

fanzia?

R. Ho frequentato la scuola dell'in-

fanzia soltanto per due anni, poi ho

iniziato la frequenza della scuola

elementare - si chiamava così a quei

tempi - già a cinque anni come antici-

pataria.

D Era pubblica o privata?

R. Pubblica.

D. Conserva ancora un ricordo delle

sue prime maestre?

R .Sì, di una, in modo particolare.

D. Passando adesso alla scuola pri-

maria, qual era l'abbigliamento ?

R. Gli scolari indossavano il grembiu-

le blu con un fiocco bianco.

D. Qual era la vostra materia prefe-

rita? E' rimasta tale negli anni?

R. Ho sempre preferito le materie

umanistiche e, infatti, mi sono lau-

reata in filosofia.

Sommario

Interviste. “Da Scolara a Dirigente Scolastica”. 1

La storia della Via Crucis 2

Le ricette della tradizione pasquale 3

Osservatorio sul mondo dei giovani.

n compagnia …. dei cellulari

4

Cosa significa essere uomini e donne di pace 5

Diversi ma uguali 5

Le immagini aiutano a non dimenticare 6

I giovani ricordano la Shoa 6

Il giorno della Memoria 7

Il Lupo che non conosci 8

La storia del nostro territorio: “La bonifica dei

terreni paludosi”

8

Informatica e pensiero algoritmo: una avvincente

sfida per i ragazzi

9

Piccoli artisti crescono... 9

Problem page – Teens and alcohol 10

Viaggio nella poetica dei ragazzi. Oggi scrivo io: “LA SPADA MAGICA”

10

Sezione nuovi talenti: Giuseppe Marco Albano, Angelo Troiano, Jaison Bruno, Dino Paradiso e Simone Zaza

12 13 14

Il Giornale dell’Istituto Comprensivo di Bernalda

Oltre la siepe DA SCOLARA A DIRIGENTE SCOLASTICA

“Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2

Bernalda, 22 marzo 2016

D. Come raggiungeva la scuola?

R. Mi recavo a scuola a piedi, accom-

pagnata da mia madre o da mia nonna.

D. Come era il suo profitto?

R. Beh, ammetto di essere stata sem-

pre una scolara diligente.

D. Frequenta ancora amici di vecchia

data conosciuti tra i banchi di scuola?

R. Sì, certo.

D. Dove ha proseguito gli studi supe-

riori? E' stata condizionata da qualcu-

no o qualcosa nella sua scelta?

R. Ho frequentato il liceo scientifico

di Bernalda, condizionata dal fatto

che fosse l'unica scuola del territorio.

Avrei preferito frequentare il liceo

classico, ma non rimpiango comunque la

mia scelta, in quanto il liceo scientifico

mi ha fornito una solida preparazione

di base sia nelle materie letterarie

che in quelle scientifiche.

D. In quale città ha frequentato l'uni-

versità? Quale facoltà ha scelto?

R. Ho frequentato la Facoltà di Lette-

re e Filosofia presso l’Università degli

studi di Bari.

D. Nei suoi sogni c'era quello di diven-

tare Preside?

R. No, non l'avrei mai immaginato.

D. Si ritiene una donna in carriera?

R. Certamente posso affermare di

occupare un ruolo di grande responsa-

bilità.

D. Riesce a conciliare famiglia e lavo-

ro?

R. Cerco di farlo, ma non sono certa di

riuscirvi, trascorrendo a scuola molto

tempo. Sono sempre presente però

quando la mia famiglia ha bisogno di

me.

D. Ci può dare un consiglio per tutte

quelle ragazze che desidererebbero

diventare delle donne di successo co-

me lei?

R. Bisogna impegnarsi, studiare con

serietà e determinazione e avere sem-

pre chiaro il proprio progetto di vita.

Terminata l'intervista, salutiamo la

Dirigente Scolastica, ringraziandola

per la sua cortesia.

Renderemo questa esperienza motivo di

crescita per noi

Classe 3^ sez.D

Elena Montemurro

Klaudia Shmilli

Chiara Favale

Page 2: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

LA STORIA DELLA VIA CRUCIS

Pagina 2

A

Gerusalemme Gesù ha vissuto la sua passione ed è morto in croce,

offrendo la sua vita per liberarci dai peccati. E’ ancora a Gerusa-

lemme che, tre giorni più tardi, è risuscitato. Dopo questi eventi, i

cristiani hanno cominciato a recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme

per pregare là dove Gesù era morto e risuscitato. Hanno rifatto il

cammino che Egli aveva percorso prima di essere crocifisso.

Ritornati a casa, hanno voluto conservare il ricordo di quel percorso e continuare a pregare

meditando la Passione di Gesu’.

Nel XIV secolo, alcuni monaci francescani hanno proposto di rifare la via della croce nelle

chiese per coloro che non potevano andare a Gerusalemme. Ancora oggi in ogni chiesa c’è una

Via Crucis che comprende 14 tappe, chiamate “stazioni”. Ciascuna di queste è rappresentata

da un disegno, da una statua o da una semplice croce di legno. Alcune stazioni si ispirano a

episodi raccontati dai Vangeli, altre derivano da una tradizione molto antica.

La Via Crucis termina con la deposizione nella tomba del corpo di Gesù.

Ma la speranza della resurrezione che ci accompagna lungo tutta la Via Crucis si realizza con

la Quindicesima Stazione nel giorno di Pasqua. Pregando durante la Via Crucis, Gesù ci invita

a cambiare il nostro cuore per amare come solo lui sa amare e realizzare ciò che è insito nel

significato della parola Pasqua, termine che deriva dall’aramaico Pasha e significa “rinascere”

Classi 1^B e 1^F

“Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2

Page 3: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

Le ricette della tradizione pasquale

I dolci tipici della tradizione di Pasqua, la colomba, l’uccellino con l’uovo,

la torta pasqualina, la pastiera con grano e ricotta e l’uovo di cioccolato

rappresentano i simboli della rinascita e della nuova vita. L’agnello, invece,

ricorda il sacrificio di Gesù in croce e la sua passione.

Pagina 3 “Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2

Taralli con olio e finocchio Ingredienti:

-1 kg di farina;

-100 gr di olio;

-100 gr di finocchio;

-1 cucchiaino di lievito;

-20 gr di sale

Procedimento: Impastare e

far lievitare un'ora. Dare la for-

ma e infornare a 250 gradi.

Taralli con l'uovo

Ingredienti:

-1 kg di farina;

-7 uova;

-100 gr di zucchero

-50 gr di alcol

-50 gr di olio.

Procedimento: Impastare, dare la

forma, lessare e poi cuocerli in

forno.

Taralli bolliti e senza lievito

Ingredienti:

-1 kg di farina;

-100 gr di olio;

-100 gr di finocchio;

20 gr di sale.

Procedimento: Impastare,

dare la forma, lessare per 5 minuti,

asciugarli e metterli in forno a cuo-

Page 4: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

Creare questi piccoli ostacoli ti permetterà di in-

terrompere gli automatismi che sono alla base della

tua dipendenza. Per raggiungere la consapevolezza

devi rompere gli automatismi legati all’uso del cellu-

lare. Una delle peggiori conseguenze della dipenden-

za da telefonino è la mancanza di attenzione e con-

centrazione che ci impedisce di seguire adeguata-

mente una lezione o ascoltare un interlocutore.

Non è piacevole parlare con una persona che non ti

degna di uno sguardo e continua a “strofinare” il suo

bel gingillo tecnologico. Lo chiamano multi-tasking,

ma noi la chiamiamo maleducazione. La prossima vol-

ta che ti ritrovi a giocherellare con il tuo smartpho-

ne, prova a ricordarti di essere “presente”, osserva

ciò che ti circonda e le persone che sono con te. La

tua mente lo apprezzerà, ma anche chi ti sta attor-

no. RICORDATI SEMPRE: più vita e meno telefoni-

no!

Favale Chiara

Montemurro Elena

Shmilli Klaudia

Classe 3°D

Una volta, si diceva che il migliore amico dell'uomo fos-

se il cane. Oggi, invece, possiamo affermare che sia il

cellulare. Ebbene sì, tutti i giovani possiedono uno

smartphone e chi non ce l'ha viene considerato diverso

e, a volte, viene escluso dagli altri ragazzi. I social non

fanno altro che contribuire alla diffusione della dipen-

denza, definita anche“telefonino-dipendenza”,

“cellularomania” o “cellulare-addiction”.

Si parla di un uso improprio dello strumento tecnologi-

co, ritenuto talvolta vitale. Il rapporto instauratosi col

cellulare impedisce quello con gli altri. La comunicazio-

ne, ormai, si limita ai messaggi e quella orale si sta e-

stinguendo, proprio come è successo con i dinosauri! A

chi di noi non è mai capitato di stare insieme con amici

per strada,in casa,in un bar e trovare sempre qualcu-

no“attaccato” al proprio cellulare?

Siamo sicuri che questo comportamento equivalga allo

“stare insieme”? Per evitare di diventare "smartphone-

dipendenti", ecco alcune semplici ma efficaci strategie

da utilizzare: crea un vero e proprio percorso ad osta-

coli per compiere quelle azioni che ripeti ossessivamen-

te con il tuo smartphone. Se accendi spesso il telefoni-

no per controllare le nuove notifiche, prova ad attivare

il codice di sicurezza da inserire ogni volta.

Controlli continuamente il tuo account di Facebook?

Disinstallalo e controlla le notifiche solo sul browser

del telefonino. Niente notifiche, ma tranquillo, soprav-

viverai! Elimina anche la lista dei siti che hai salvato

fra i preferiti.

“Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2 Pagina 4

IN COMPAGNIA...DEI CELLULARI

Osservatorio

sul mondo dei giovani ...

Osserva ciò che ti circonda e

le persone con cui sei assieme

La comunicazione si limita ai messaggi e quella

orale si sta estinguendo

Page 5: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

razza ariana. Le leggi razziali,

promulgate in Germania e poi in

Italia, rappresentano una delle

pagine più vergognose della sto-

ria dell’umanità.

In alcuni Paesi del mon-

do,fortunatamente, la situazione

è un po’ migliorata. Tra i ragazzi,

tuttavia, si verificano gravi atti di

bullismo fisico e psicologico nei

confronti dei più deboli. Si può

giungere, quindi, ad una logica

conclusione: le differenze, come

ho già menzionato, sono indispen-

sabili per l’affermazione

dell’identità di ognuno. Biso-

gna,tuttavia, educare le giovani

generazioni alla tolleranza e al

rispetto dell’altro.

Come tutti possiamo immaginare, le

differenze, se connotate negativa-

mente, possono essere un intralcio

per la vita delle persone. Se un ra-

gazzo inglese venisse a vivere in

Italia, non si adeguerebbe subito al

nostro ambiente, perché ci sono

differenze culturali e linguistiche.

La diversità aiuta l’individuo ad af-

fermare la propria identità. Se

tutti fossero uguali esteticamente,

nessuno saprebbe più “chi è lui” e

chi sono gli altri, perché non ci sa-

rebbero più distinzioni.

Molte volte,invece, la diversità vie-

ne intesa in senso dispregiativo e,

per questo motivo, molte persone

vengono ingiustamente discrimina-

te, come spesso accade nei con-

fronti degli stranieri, vittime di

offese e violenze. Molta gente ha

pregiudizi su chi non conosce, sol-

tanto perché ha il colore della

pelle diverso o perché è di

un’altra na

zione. Lo stesso vale per le donne

considerate, in alcune real-

tà,“inferiori” all’ uomo e obbliga-

te a sottostare alle sue prepo-

tenze. La donna, come sappiamo,

è stata costretta, sin dall’ anti-

chità, a svolgere i lavori domesti-

ci, privata della libertà di pensie-

ro e di azione e del diritto all’

istruzione. La donna ha pari di-

gnità dell’uomo e merita lo stesso

rispetto dovuto a ogni essere

vivente.

Un altro esempio di pregiudizio e

discriminazione è rappresentato

dal genocidio del popolo ebraico,

perpetrato da Hitler. Milioni di

vite sono state spente in nome

della presunta superiorità della

Cosa significa essere uomini e donne di pace ?

“Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2

prio ai bambini?

Perché i bambini sono il futuro

dell’umanità. Se un bambino, fin

da piccolo, vive nella pace e ca-

pisce cos’è, da grande sarà un

uomo o una donna di pace.

Durante il mio percorso di vita,

cercherò di essere una donna di

pace e aiuterò chi è in difficol-

tà ma, soprattutto, mi impegne-

rò per far sì che nel mondo non

ci sia più la guerra.

Chiara Paracampo

5°B Primaria Plesso Marconi

Essere uomini e donne di pace,

per me, significa non fare nes-

sun confronto. La parola più

importante per diventare uo-

mini e donne di pace è UGUA-

GLIANZA. Essere uomini e

donne di pace vuol dire soprat-

tutto non giudicare una perso-

na dal colore della pelle, dalla

lingua o dalla religione, non e-

scludere e non sottomettere le

persone deboli o malate che,

anzi, vanno aiutate; significa

saper accettare le decisioni

degli altri e, quando si litiga,

non si deve passare alle mani,

ma bisogna risolvere tutto con

le parole; non bisogna giudicare

qualcuno dalla sua famiglia o

dalla sua casa.

Dobbiamo rispettarci l’un

l’altro e dobbiamo capire che, ad

esempio, un africano ha le stesse

abilità che abbiamo noi, invece,

molte volte, lo sottovalutiamo,

mentre, in realtà, può essere più in

gamba di noi in molte cose.

Qual è il principale passo per di-

ventare uomini e donne di pace ?

La risposta è semplice: per diven-

tarlo dobbiamo fermare la guerra

che è sempre orribile. Per essere

uomini e donne di pace dobbiamo

far sì che le guerre finiscano e

insieme dobbiamo costruire la fra-

tellanza tra i popoli.

In una sua poesia,il poeta Bertold

Brecht ha voluto spiegare ai bam-

bini che cos’è la pace. Perché pro-

Pagina 5

IMPORTANTE E’ RISPETTARSI L’UN L’ALTRO

IL SIMBOLO DELLA PACE

Diversi ma uguali

Page 6: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

LE IMMAGINI AIUTANO A NON DIMENTICARE

“Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2

mie insegnanti e tutta la scuola per avermi offerto una ulteriore op-portunità di arricchimento cultu-rale e crescita personale.

Valentina Castano

5^ B Primaria Plesso "A.Moro"

Negli anni scorsi, abbiamo visio-nato numerose storie legate alla SHOAH e abbiamo anche realiz-zato un cortometraggio dal titolo "OFF/ON" sul tema dell' intolle-ranza e della discriminazione. Durante quest’ anno scolastico, la mia classe ha voluto conoscere un GRANDE EROE, "Giorgio Perla-sca". Nei giorni precedenti la me-morabile data del 27 Gennaio, con le insegnanti abbiamo letto la biografia di questo grande e co-raggioso personaggio e abbiamo visionato una fiction per cono-scerlo nella sua più profonda a-morevolezza. Giorgio Perlasca è stato un imprenditore italiano trasferitosi per motivi politici in Ungheria. Fingendo di essere un Console spagnolo, riuscì a salvare più di 5000 ebrei ungheresi uti-

lizzando un sistema astuto che consisteva nel recuperare le persone destinate ai campi di sterminio per mezzo di salvacon-dotti falsi mostrati al governo ungherese nel momento opportu-no. Insomma, la storia di un uo-mo di cui l’Italia deve esserne fiera. La nostra ricerca ha ri-guardato anche giudizi, pareri, pensieri e titoli di giornali che parlavano di lui. Pertanto, in oc-casione della "GIORNATA DEL-LA MEMORIA", abbiamo visiona-to il film che ci ha permesso di conoscere questo unico, grande, magnifico uomo vissuto nel peri-odo più brutto della storia. Nel 1989,Giorgio Perlasca è sta-to insignito del riconoscimento di “Giusto fra le Nazioni”. Ringrazio con grande affetto le

Pagina 6

Immagini e parole: viaggio nella poetica dei ragazzi

I GIOVANI RICORDANO LA SHOA

(Prof.ssa Giampaola Risimini)

Il 27 gennaio ricorre il giorno della memoria, per non dimentica-

re le vittime della Shoah. Questo evento va ricordato sia perché

è parte fondamentale di un tempo storico tra i più tragici che

l’umanità abbia conosciuto, sia perché è diventato il simbolo del-

la violenza, della sopraffazione, del tentativo di cancellazione di

un intero popolo e di ogni forma di diversità. Pertanto i progetti

che la scuola attiva ogni anno intendono non solo onorare degna-

mente questo giorno, ma anche arricchire di contenuti una com-

memorazione da integrare con le attività curriculari, affinché

non resti una mera data sul calendario. Parlare della Shoah oggi,

soprattutto per noi insegnanti, è un compito urgente. Spetta

alla Scuola assicurare che nulla venga dimenticato, anche quando

non ci saranno più le testimonianze dirette di chi ha vissuto quei tragici eventi. Siamo convinti che più della

sterile celebrazione sia utile la riflessione su quanto è accaduto, così da offrire un insegnamento che contri-

buisca a far diventare i nostri ragazzi cittadini consapevoli e responsabili. “ L’uomo di buona memoria nulla ri-

corda, perché nulla dimentica “ (Samuel Beckett).

La parola agli insegnanti

Page 7: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

con sé un significato speciale:

PACE (azzurro),

GUERRA (rosso),

SOLIDARIETÀ (giallo),

TOLLERANZA (violetto),

GIOIA (arancione),

SPERANZA (verde),

AMORE (indaco)

Su ognuna di queste parole abbia-

mo riflettuto e meditato, ripor-

tando i nostri pensieri sulla svasti-

ca e nella “finestra dei ricordi”.

Noi ragazzi abbiamo contribuito,

con molto entusiasmo, alla realiz-

zazione di questa manifestazione

perché, nonostante le paure e

l’ansia di esporre i propri pensieri

al pubblico, siamo convinti che il

ricordo del tragico passato sia

d’aiuto alle generazioni future. La

guerra e la vendetta generano solo

dolore, scompiglio e vittime inno-

centi. Davvero toccanti sono state

le testimonianze di chi ha visitato i

campi di concentramento ed ha

percepito il dolore e l’orrore pre-

senti in quei luoghi.

Il percorso didattico realizzato ci

ha permesso di comprendere che

non bisogna mai perdere la speran-

za né farsi piegare da tanta bruta-

lità.

“It matters not how strait the gate, how charged with punish-ments the scroll, I am the mas-ter of my fate: I am the capitain of my soul”

(“Invictus” di William e. Henley)

Classe 3^sez. G

Scuola Secondaria Primo Grado

Metaponto Borgo

Il 22 febbraio 2016, i ragazzi

delle classi terze della Scuola Se-

condaria di 1° grado di Bernalda e

Metaponto e della classe V della

Scuola Primaria di Metaponto han-

no messo in scena, insieme alle loro

docenti di lettere, una manifesta-

zione in memoria della Shoah.

Perché la Shoah viene commemo-

rata in questa data?

Il 27 gennaio 1945, le forze alleate

liberarono Auschwitz e trovarono

davanti a loro un inferno: centinaia,

forse migliaia di corpi abbandonati,

cadaveri ammassati nelle cosiddet-

te “fosse comuni”, resti ritrovati

nelle camere a gas e nei forni cre-

matoi. Solo alcuni si salvarono e

sono testimonianza vivente di quel-

lo che è stato un vero e proprio

sterminio brutale. Purtroppo, il

mondo ne ha conosciuti molti di

eventi brutti che ancora oggi si

ripetono, ma mai nella storia s’è

visto progettare a tavolino, con

tale freddezza e determinazione,

lo sterminio di un popolo.

La nostra attività è partita dalla

necessità di superare la semplice

celebrazione di un evento tragico

per cercare di costruire un percor-

so di riflessione che ci renda citta-

dini responsabili.

Ci è stata proposta la visione del

celeberrimo film “Il grande ditta-tore” che Charlie Chaplin ha scrit-

to, diretto e interpretato nel

1940, proprio durante la Seconda

Guerra Mondiale. Tutti abbiamo

capito che, con quest’opera,

l’autore voleva mettere in ridicolo

gli aspetti più terribili della ditta-

tura nazista e usare la satira come

un’arma micidiale contro il dispoti-

smo. Intorno a questo film abbiamo

costruito i nostri interventi, utiliz-

zando le testimonianze e i ricordi

di chi ha vissuto questa terribile

esperienza, perché chi ascolta di-

venta testimone egli stesso.

Il bellissimo discorso all’umanità,

pronunciato dal protagonista del

film, sintetizza il pensiero di tutti

noi sulla speranza di un mondo mi-

gliore e senza differenze.

I ricordi sono stati accompagnati

da un sottofondo musicale eseguito

dall’orchestra della scuola. Fra i

brani proposti ricordiamo la colon-

na sonora del film di R. Benigni “La vita è bella” composta da Nicola

Piovani, “Imagine” di John Lennon e

brani tratti dalla tradizione ebrai-

ca.

Per la sceneggiatura i ragazzi han-

no disegnato una svastica colorata.

La svastica, o croce greca uncina-

ta, risale al neolitico e compare in

molte civiltà orientali, quali quella

induista e buddhista, sempre con

significati augurali, come emblema

del sole e dell’infinito. Dopo

l’appropriazione del simbolo da par-

te di Hitler, che lo scelse come

stemma del partito e della Germa-

nia stessa, molte culture decisero

di non utilizzarlo per evitare l’ ac-

costamento con il nazismo. Noi,

invece, abbiamo recuperato l’antica

connotazione propiziatoria e bene-

fica della svastica, ripulendola dal

nero che l’aveva “sporcata” e con-

ferendole, invece, la luce della spe-

ranza che, per effetto della rifra-

zione, si scompone nei colori

dell’arcobaleno. Ogni colore porta

“Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2 Pagina 7

IL GIORNO DELLA MEMORIA

Page 8: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

linea mediana dei campi, con un si-

stema di lavorazione definito a

BAULATURA, si favoriva sia il de-

flusso che il graduale assorbimento

dell’acqua in eccesso da parte delle

piante che venivano coltivate nelle

zone emerse.

Classe 2^C

Scuola Secondaria di Primo Grado

In Italia le opere di bonifica più

imponenti si sono avute alla fine

dell'Ottocento e nella prima metà

del Novecento. Vaste zone paludo-

se sono state bonificate nella Pia-

nura Padana e anche in Basilicata.

Viene definito bonifica quel com-

plesso di opere finalizzato al recu-

pero di grandi aree paludose per

renderle adatte alle coltivazioni

agricole. Il litorale Metapontino,

nei primi del Novecento, era un

vasto acquitrino dove abbondavano

zanzare portatrici della malaria.

Dopo l’Unità d’Italia si pensò di

trasformare i terreni paludosi in

terreni coltivabili mediante la boni-

fica e il successivo appoderamento.

Dare il terreno da coltivare ai po-

veri significava contribuire a sradi-

care la piaga del brigantaggio. Nel

1904, il Presidente del Consiglio

Zanardelli emanò una legge specia-

le per la Basilicata, nel 1908 una

legge generale che prevedeva in-

terventi per i paesi a rischio di

frane, sistemazioni dei corsi

d’acqua e rimboschimenti. I primi

interventi realizzarono tre canali

di scolo, situati fra il Bradano e il

Basento, che dovevano convogliare

le acque in mare. I lavori durarono

fino al 1935 e furono investiti mol-

ti soldi per realizzare la bonifica e

la successiva introduzione di nuove

colture, la costruzione di nuovi

borghi, vie, case e baracche per i

contadini. Lungo i campi paludosi

furono tracciati fossati o scoline,

una rete di canali di scolo per con-

sentire il drenaggio del terreno;

sopraelevando leggermente la

Il lupo che non conosci

Pa “Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2

L’Offerta Formativa del nostro Istituto include il

progetto curricolare proposto dal CEA Bernalda e

Metaponto, IL LUPO CHE NON CONOSCI: “Dalla Fiaba/favola al ruolo importante nel nostro ecosi-stema”. Le classi I D e I E hanno aderito a tale en-

tusiasmante progetto. Il lavoro si è articolato in

più fasi, la prima è stata quella di studiare, ricerca-

re e conoscere flora e fauna della macchia mediter-

ranea della Basilicata. Sono stati realizzati cartello-

ni e schede sotto la guida delle nostre insegnanti.

Abbiamo effettuato una raccolta di fiabe, favole,

leggende e modi di dire sul lupo . Un incontro in

classe con i Tecnici del controllo ambientale, Fabio

Quinto e Francesco Marsiglia, ci ha permesso di

conoscere meglio questo protagonista tanto temuto,

ma innocuo, e di confrontarci sul lavoro realizzato.

A conclusione del percorso formativo è stata orga-

nizzata, con gli stessi Tecnici, una visita didattica/

escursione nel Bosco di Lucignano nella Murgia Ma-

terana sulle “tracce” del lupo e degli “abitanti” del

bosco, cinghiali, ricci, istrici, volpi, ecc. In questo giorno,

abbiamo perlustrato il bosco alla ricerca di qualche

traccia, escrementi e orme. Ne abbiamo trovate diverse,

non erano del lupo, ma di altri animali; siamo stati ugual-

mente felici di questa entusiasmante avventura

all’insegna del rispetto della natura.

Francesca Errico classe I sez. D

Elena Troiano classe I sez. E

La bonifica dei terreni paludosi

Spazio tematico:

“La storia del nostro territorio”

Profilo di terreno con

lavorazione a baulatura

Page 9: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

Piccoli artisti crescono…

vità in cui prevale il pensare, il ragionare, il fare ipotesi ed ope-rare scelte, attività che valoriz-zano l’instaurarsi di competenze trasversali ai diversi contesti di-sciplinari, riconosciute ormai es-senziali per un inserimento attivo e consapevole dei giovani nella so-cietà.

Il 15 marzo 2016 si è svolta la Fase Regionale delle Olimpiadi del Problem Solving. Una squadra del-la Scuola Media ha partecipato alla Gara piazzandosi al terzo po-sto, con punti 85,417/100. La squadra, formata da quattro alun-ni, si è cimentata nella risoluzione d i q u e s i t i , u t i l i z z a n d o l’informatica come metodo con-cettuale per formalizzare e risol-

vere situazioni problematiche in diverse discipline. Grafi, tabelle,

pseudolinguaggio di programma-zione, crittografia, esercizi di comprensione in lingua italiana e inglese, regole e deduzioni, sta-tistica elementare sono solo al-cuni dei temi ricorrenti in que-ste competizioni che compren-dono una fase d’istituto, una fase regionale e una competizio-ne nazionale. La metodologia del problem solving rimanda ad atti-

Informatica e pensiero algoritmico: un’ avvincente sfida per i ragazzi

Pagina 9 “Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2

I disegni di Letizia

L’uovo di Pasqua Prato fiorito con farfalle

Page 10: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

Problem page - Teens and alcohol can actually die from too much al-

cohol. It slows down the heart and

breathing. A dangerously high

blood alcohol level can stop their

heart. They can suffer withdrawal

symptoms after the first time

they drink as headache, nausea,

feeling thirsty and shaking. Young

people think that alcohol is a solu-

tion for a problem but it isn’t like

this. A teen usually starts drinking

in a disco with his friends for peer

pressure and after that he be-

comes addicted to it.

Why don’t we involve all the stu-

dents in a campaign against alco-

hol?

Klaudia Shmilli 3^ sez.D

Dear headmistress, everyone

knows that the legal age to drink

an alcoholic drink is eighteen but

most of the kids start drinking at

the age of twelve. This is a big

problem because when you are a

child you don’t know the dangers

that the alcohol can cause.

Alcohol is created when grapes,

fruit or vegetables are fermented.

Fermentation is a process that

uses bacteria to change the sugars

into alcohol. So, when people drink

alcohol their blood absorbes it and

goes to the central nervous sys-

tem. 23% of Italian children be-

tween the age of twelve and four-

teen often drink an alcoholic drink

and 22% get drunk at least once,

while 54,8% have a friend who is

drunk. Over 90% of teens has

tried alcoholics and 73% of these

drink at friends’house. Beer is the

most popular alcoholic drink for

young people.

Some teenagers say that they

drink to relax, for curiosity, to

be friendly or because a lot of

adults use alcohol socially .

What can we do to help teenag-

ers?

If we have a friend who gets al-

coholic drinks, we must imme-

diatly go to talk to his parents or

his teachers. Some associations

has C.R.I. use special large

glasses that students put over

their eyes to make them feel like

they are drunk. The good thing is

that you are not really drunk so

you can remember how bad and

stupid it would be. They dont’t

know to drink sensibly.

We can also suggest to do some-

thing different: such as a walk or

going to the cinema to watch a

film.

Many kids dont’t know that they

“Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2 Pagina 10

ORA SCRIVO IO: ‘’LA SPADA MAGICA’’

Immagini e parole:

viaggio nella poetica dei ragazzi

C’era una volta, in una città antica, un giovane contadino molto povero che aveva un grande sogno: di-

ventare un importante e potente cavaliere. Il giovane, infatti, assisteva a tutti gli scontri tra cavalie-

ri e, mentre guardava lo spettacolo, sognava di essere su un cavallo e di possedere una spada perso-

nale per combattere. Più pensava a queste cose, più si convinceva di non essere adatto a fare il con-

tadino. Un bel giorno, mentre passeggiava tra la folla rumorosa, sentì tre uomini parlare di una miste-

riosa spada di cristallo che si trovava al centro del bosco circostante.

Egli, allora, iniziò ad incamminarsi verso il centro del bosco. Cammina, cammina, si ritrovò nello stesso

luogo da cui era partito! Provò ad entrare nella foresta, per un paio di volte, ma non trovò niente.

Qualunque direzione prendesse, ritornava sempre al punto di partenza. “Cosa fare?” si chiese il ra-

gazzo.

Gli venne in mente un’idea. Ritornò al villaggio, prese un arco e delle frecce e s’incamminò verso il bo-

sco.

Un racconto di Pierfrancesco Caravita classe 1^ sez. C

Page 11: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

“Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2 Pagina 11

Una volta arrivato lì, mise una freccia

nell’arco, puntò contro un tronco, tese l’arco e

fece scoccare la freccia che si conficcò nel

legno. Raggiunto l’albero colpito, fece scoccare

una nuova freccia verso un altro albero. Dopo

aver ripetuto l’azione molte altre volte, si ac-

corse che le frecce avevano segnato un per-

corso che finiva in una vasta area senza alberi

e coperta di fango.

In mezzo a questa distesa di fango, c’era una roccia in cui era conficcata una spada, la spada di cri-

stallo. Il giovane la raggiunse e, con tutte le sue forze, provò a tirare la spada dalla roccia; dopo mol-

ti tentativi, riuscì a estrarla, ma accadde una cosa terribile: si aprì una porta da cui rotolò un immen-

so masso di roccia; mentre il masso stava per investire il giovane, egli, con la sua spada, tagliò a me-

tà l’enorme roccia: una parte cadde a destra, l’altra alla sua sinistra.

Il ragazzo si era salvato solo grazie alla spada e, quindi, essendosi

“innamorato” dell’arma, la portò con sé verso il villaggio. Questa magia della

spada faceva invaghire la persona che la prendeva in mano, costringendola a

fare del male al prossimo. Il ragazzo, vittima di questa spada, dopo un po’ di

tempo, si sentì strano e non riuscì più a controllarsi; diventò sempre più vio-

lento anche nei confronti dei suoi familiari. Non riusciva proprio a contenersi,

tanto che un giorno decise di andare a vivere da solo nella foresta, solo con la

sua spada. Dopo aver trascorso tanti anni nel bosco, incontrò delle piccole,

strane e “cicciottelle” creature, i Troll. Questi Troll erano buoni e riusciro-

no, con gli incantesimi, a convincere il ragazzo a liberarsi della spada magica.

Il giovane, grazie all’aiuto delle piccole creature, andò a gettare l’arma nel cratere di un vulcano at-

tivo. Dopo aver percorso una lunga strada, riuscì a tornare al suo villaggio. Raccontò a tutti cosa gli

fosse accaduto e, quando la notizia giunse anche al re, questi convocò il popolo, poi chiamò il contadi-

no e sollevò la spada verso il cielo, puntandola verso il ragazzo. Così facendo, lo proclamò cavaliere

dell’esercito che, con il suo aiuto, divenne sempre più forte. diventò ricco e potente, proprio come

aveva sempre sognato. Il ragazzo aveva ormai raggiunto la felicità.

Alla morte del sovrano, il suo fedele cavaliere fu proclamato re e governò con

saggezza e coraggio . Un giorno, mentre ripercorreva nel bosco l’itinerario

misterioso e fortunato , incontrò gli alberi colpiti dalle frecce, la roccia in

cui era stata conficcata la spada, il posto in cui aveva incontrato le piccole

creature e il vulcano in cui aveva gettato la spada. Il sovrano andò a ringra-

ziare i Troll, perché, per merito loro, era diventato una persona ricca e im-

portante. Alla sua morte, il successore continuò a regnare con saggezza e il

popolo visse per sempre felice e contento. Non ci furono più ingiustizie e

malvagità.

Questa fiaba insegna che un sogno si può realizzare se lo desideriamo veramente.

Page 12: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

SEZIONE NUOVI TALENTI A cura di Chiara Ditaranto, Letizia Montemurro, Martina Vozzi, Classe III C

Alle classi terze del nostro Istituto,durante quest’anno scolastico, è stata offerta l’opportunità di partecipare

al progetto eTwinning,una piattaforma internazionale online, che permette di conoscere persone di tutto il

mondo. Il progetto richiede la produzione di un cortometraggio in lingua inglese e la realizzazione di una t-shirt

ideata da noi alunni. Il nostro paese, fortunatamente, può vantare la presenza di alcuni giovani di particolare

talento. Sono stati invitati, pertanto, nella nostra scuola, tre artisti bernaldesi: il regista Giuseppe Marco

Albano, il produttore Angelo Troiano e il fashion designer Jaison Bruno.

Il regista Giuseppe Marco Albano

Il regista ci ha riferito che, sin da piccolo, ha coltivato la sua pas-

sione per il cinema, girando cortometraggi con la vecchia videoca-

mera del padre. Oggi, questa passione si è trasformata in lavoro.

Infatti, è diventato regista e ha conseguito notevoli successi e

riconoscimenti, vincendo, nel 2015, il “David di Donatello” con il

cortometraggio “Thriller” che narra la storia di Michele, un ragaz-

zino di tredici anni, che sogna di diventare ballerino, ispirandosi al

suo idolo Michael Jackson. I problemi ambientali causati dallo

stabilimento dell’Ilva di Taranto non riusciranno a ostacolare il suo

sogno di diventare ballerino.

I messaggi che emergono dal filmato sono molto “forti”: il corag-

gio e la determinazione possono sostenere la speranza di una rivin-

cita e aiutarci a realizzare i nostri sogni.

Tra le produzioni cinematografiche di Albano ricordiamo, inoltre,

Il Cappellino, AnnA, Xie Zi, Stand by me.

Il produttore Angelo Troiano Collaboratore del regista è Angelo Troiano, premiato come miglior

produttore della sezione cortometraggi della terza edizione del Ca-

tania Golden Elephant World. Egli è, inoltre, il fondatore e il

“motore”, insieme a Giuseppe Marco Albano, della macchina organiz-

zativa Basiliciak, la casa di produzione indipendente, che, sin dal

2008, ha accompagnato il brillante percorso artistico del regista.

Questi giovani ragazzi hanno coronato il loro sogno, non dimentican-

do di valorizzare il nostro territorio. I consigli e le informazioni che

ci hanno trasmesso sono davvero preziosi e li custodiremo affinché entrino a far parte del nostro bagaglio cul-

turale. Noi alunni abbiamo posto loro delle domande inerenti alla realizzazione del nostro cortometraggio.

Fra i tanti suggerimenti che ci hanno fornito, particolare rilievo ha assunto l’affermazione che il linguaggio ci-

nematografico non ha limiti e che consente di spaziare liberamente, utilizzando la creatività e la fantasia.

“Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2 Pagina 10

Page 13: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

“Oltre la siepe” Anno 1 - numero 2

Intervista a Dino Paradiso di Antonio Silletti Classe 2^ sez. E

La nostra Bernalda ha dato i natali al giovane cabarettista Dino Pa-

radiso, che ha partecipato a due programmi televisivi, “Made in Sud”

e “Colorado”.

L’artista non si è sottratto alla mia richiesta di intervistarlo e, tra una risposta e l’altra, è scappata qualche

risata. Alle domande “a che età ha iniziato e chi lo ha ispirato”, ha risposto che i suoi modelli artistici sono sta-

ti i grandi comici, Totò e Peppino, Franco e Ciccio e Gigi Proietti.

Nel 2007, ha frequentato una scuola per attori comici, sul palco si sentiva a suo agio e riusciva a controllare la

timidezza. Il suo sogno era diventare fisioterapista, ma, non essendo riuscito ad entrare nella facoltà a numero

chiuso, si è laureato in Scienze Politiche. La famiglia lo ha sempre sostenuto e, quando ha debuttato per la pri-

ma volta in tv, ha provato una sensazione indescrivibile. Salendo sul palcoscenico, ha sempre il timore di non

piacere al pubblico, di non riuscire a farlo ridere. L’esibizione che ricorda con emozione è stata quella di

“Colorado”, quando è andato in scena con dei boxer che lo rendevano particolarmente comico. Non ha mai di-

menticato una battuta, ma gli è capitato di cambiare l’ordine della scaletta.

Il nostro caro Dino non si dà arie, è molto umile e consiglia a noi giovani di applicarci nello studio perché, come

dice lui, bisogna essere sempre preparati e aggiornati. A noi ragazzi consiglia di credere nelle nostre capacità,

di studiare seriamente, non per il voto, ma per acquisire una cultura personale e continuare ad avere la mente

aperta e flessibile rispetto ai cambiamenti della società odierna .

Il fashion designer Jaison Bruno

Nell’ambito del progetto eTwinning, il fashion designer Jaison

Bruno, meglio conosciuto come Jaison Brown, si è occupato

dell’ideazione e della creazione delle t-shirt.

Questo talentuoso ragazzo di ventitré anni, di origine indiana, ha

vissuto con i genitori adottivi a Bernalda. Già all’età di otto anni,

mostrava interesse per l’arte e le sue svariate forme: la musica,il

teatro e la moda. Ci ha guidati con grande maestria nella realizza-

zione di una bozza di quella che sarà la nostra futura maglietta.

L’incontro con questi tre artisti ci ha fatto vivere un’ esperienza

coinvolgente e formativa e ci ha consentito di esplorare ambiti cul-

turali a noi sconosciuti, permettendoci di ampliare i nostri orizzon-

ti.

Pagina 13

Page 14: Oltre la Siepe N.2  ANNO I

Direttore:

Dirigente Scolastico

Prof.ssa Grazia Maria Marciuliano

Redazione senior:

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Anna Carella

Franca Lepenne

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Il calciatore Simone Zaza

Un altro talento autentico del nostro territorio è, sicuramente, Simo-

ne Zaza, il quale è riuscito a farsi strada nel difficile mondo calcisti-

co.

Nato a Policoro e cresciuto a Metaponto, all’età di sei anni, entra a far

parte della scuola calcio “Stella Azzurra” di Bernalda, dove viene no-

tato da scout e osservatori dell’Atalanta. Nel 2006, si trasferisce a

Bergamo, dove cresce nel settore giovanile. Esordisce, in seguito, in

Serie A con la divisa nerazzurra del team bergamasco. Nel 2010, vie-

ne ceduto alla Sampdoria e, poi, alla Juventus, che, a sua volta, lo gira

in prestito al Viareggio, per il quale segna 11 goal. Nel 2012, si trasfe-

risce ad Ascoli, dove disputa un gran campionato di Serie B, mettendo

a segno 18 goal in 35 presenze. Nel 2013, la Juventus, ancora proprie-

taria di una parte del suo cartellino, lo cede al Sassuolo e, con la ma-

glia “neroverde”, si fa notare con ben 21 centri in due stagioni.

Nel 2015, sceglie di indossare la maglia numero 7 della Juventus. Con i

colori bianconeri firma il suo primo sigillo in Champions League contro

il Siviglia. Ha giocato nella Nazionale Italiana Under 16, 17, 19 e 21 e,

in seguito, è stato convocato, da Cesare Prandelli e da Antonio Conte,

nella Nazionale maggiore. Con la maglia azzurra, ha realizzato il suo

primo goal contro la Norvegia, in un match valido per le Qualificazioni

Euro 2016. In totale, nella sua carriera, ha messo a segno 57 goal in

149 presenze.

Zaza ritorna spesso nel proprio paese, sicuramente sente il richiamo

degli amici di sempre, degli affetti familiari e della sua terra. Questo

ragazzo rappresenta, per noi giovani, un punto di riferimento, poiché

la sua esperienza ci fa comprendere che, con l’impegno, la costanza e

la voglia di arrivare, si possono raggiungere traguardi importanti e

coronare, così, i propri sogni.

Michele Gallitelli Lorenzo Girasole

Andrea Vena Classe I sez.D

Gio rnal ino Sco las t i c o de l l ’ ISTITUTO COMPRENSIVO

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Buona Pasqua e arrivederci al prossimo numero!