opera news n.4

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Il rivenditore Pellizzari Armando srl Prodotto in vetrina Scudo Primo piano “Avanti tutta anche nel 2010” Euro 4,00 Copia omaggio “Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale -70% Commerciale Business Forlì n.70/2009” 2010 : i primi segnali di ripresa Nuove frontiere e tecnologie per il costruire. n. 4 Inverno ‘09

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Rivista specializzata settore collanti industriali.

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Page 1: Opera News n.4

Il rivenditore

Pellizzari Armando srl

Prodotto in vetrina

Scudo

Primo piano

“Avanti tutta anche nel 2010”

Euro 4,00Copia omaggio

“Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale -70% Commerciale Business Forlì n.70/2009”

2010: i primi segnali di ripresa

Nuove frontiere e tecnologie per il costruire. n. 4Inverno ‘09

Page 2: Opera News n.4

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Editoriale

All’inizio di ogni anno è nostra abitudine fare alcune considerazioni su quello che è stato l’andamento del mercato nei dodici mesi precedenti. Speran-

do di farvi cosa gradita, questa volta intendiamo sfruttare lo spazio del nostro house magazine per estendere a tutti tali riflessioni. Quello che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato un anno particolarmente impegnativo per tutte quelle realtà che gravitano attorno al mondo delle costruzioni, dalle imprese edili ai posatori e, neanche a dirlo, ai produttori di materiali per l’edilizia. Bastano poche cifre per descrivere i problemi per le indu-strie come quelle della ceramica italiana, al quale il settore della posa e il suo indotto (materiali compresi) sono legati in modo sostanziale. L’ultima analisi effettuata da Confin-dustria Ceramica ha stabilito che l’anno appena trascorso è stato il peggiore per il settore, con una diminuzione delle piastrelle posate del 19,4% e un crollo del fatturato pari a un miliardo di euro (nel 2008 il giro di affari aveva toccato i 5,5 miliardi). Con il calo della domanda di abitazioni e immobili industria-li, andato via via intensificandosi in seguito alla crisi finan-ziaria di fine 2008, la concorrenza si è fatta più agguerrita per mantenere almeno le quote di mercato conquistate in precedenza. Naturalmente per le imprese questo ha rappre-sentato un elemento di forte stress, tipico dei momenti di contrazione del mercato, ma, al contempo, ha fatto sì che tutte le aziende, grandi e piccole, fossero stimolate a fare sempre meglio. Se una crisi di tale portata ha un merito, infatti, questo va proprio individuato nella spinta che genera in ognuno di noi a migliorarsi, privilegiando la concretezza

alle belle parole. Questo si traduce in una maggiore capacità di dimostrarsi flessibili alle esigenze del mercato, oltre a un impegno significativo nel miglioramento dei prodotti e dei servizi offerti. Nell’ultimo trimestre del 2009 abbiamo registrato con pia-cere anche qualche timido segnale di ripresa, specialmente nel nord del Paese, e, più in generale, un rallentamento del trend negativo, anche se questo non può va letto come l’ini-zio di una nuova crescita nel breve periodo. Tracciati questi aspetti, ci sembra però doveroso ricordare, anche per evitare facili entusiasmi, quegli elementi che han-no limitato e continuano a limitare il mercato. Appurata una certa titubanza dei cittadini a investire nel mattone, ci trovia-mo ancora ad evidenziare problematiche quali il calo delle concessioni edilizie, oltre a una contrazione del credito da parte delle banche, a causa della quale molte imprese non riescono a fare investimenti per migliorarsi. Come realtà direttamente collegata al mondo delle costru-zioni riteniamo di poter affermare con sicurezza che un nuo-vo slancio all’edilizia è auspicabile e sostenibile solo nella misura in cui gli elementi frenanti del sistema sopra elencati possano trovare veloce rimozione. Tale rimozione consen-tirebbe a tutta la filiera attiva nel mondo delle costruzioni, dalle imprese agli artigiani, dai rivenditori agli studi di pro-gettazione, di riconquistare fiducia nel breve periodo e poter serenamente pianificare nuovi interventi , anche di rilievo, nel medio periodo.

Massimo BaraldiDirettore Commerciale Italia

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Si è chiuso un anno difficile

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SommarioEditoriale Si è chiuso un anno difficile 3

Primo piano “Avanti tutta anche nel 2010” 6

L’angolo tecnico S9 Ultrawhite, una sicurezza per il vostro mosaico in vetro 12

Opera c’è Una grande posa nella “Beverly Hills” di Bologna 14

Prodotto in vetrina Scudo 18

Cicli applicativi Riscaldamento a pavimento 20

Il rivenditore Pellizzari Armando srl 26

News Come cambia l’edilizia 30

Restauro e ripristino Carbonatazione: questa (s)conosciuta 34

Forum legale La responsabilità nei cantieri temporanei 38

Ricerca e innovazione Materiale termico per case ecologiche 40

Che squadra! Posatori Riuniti 42

Certificazioni Il Sistema di Gestione per la Qualità 44

Salute e benessere La Sindrome del Tunnel Carpale 46

Comunicazione e marketing Allarghiamo il nostro mercato con il direct mailing 48

L’esperto risponde Le domande frequenti dei posatori 50

14Opera News n.4 - TrimestraleAnno I - Inverno 2009Registrato al tribunale di Forlì n. 12/09

Direzione EditorialeRoberto Raineri

Direttore ResponsabileSimone Giglioli

Direttore ScientificoLuca Troiano

Ufficio PubblicitàAlessandro GagliardiTel. 0543.781013

Opera srlVia degli Scavi, 19/21 - 47122 Forlì (FC)Tel. 0543.720093 - Fax 0543.796016

EditoreA3 srl Agenzia di Comunicazione e MarketingVia Alberi, 14 - 47121 Forlì (FC)Tel. 0543.781013 - Fax 0543.781079www.a-3.it

Segreteria OrganizzativaFederico ManciniSerena Raineri

Art DirectorEnrico Beccari

GraficiSara Santini

FotografieArchivio Opera, Archivio A3, Alan Venzi, Shutterstock e foto dalla rete

CollaboratoriMassimo Baraldi - Rita Guerrini Alessandro Gagliardi - Gilberto PivaCavallini - Salvatore LeonardiGiuseppe Rizzo - Gennaro MarinielloMaria Concetta Rizzo - Nicoletta Rocca

Stampa Graph

Per scrivere alla redazione:[email protected]

www.opera-adesivi.it

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Sommario

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www.opera-adesivi.it 5

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Primo piano - di Simone Giglioli

Opera News - Periodico di Informazione Edile

“Avanti tutta anche nel 2010”

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Roberto Raineri parla dei progetti di Opera

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Per un imprenditore la soddi-sfazione è un concetto rela-tivo. Essendo per natura por-

tato a guardare sempre avanti, al futuro, la gioia per i risultati ottenuti dura per poco, velocemente rimpiazzata dal de-siderio di accettare nuove sfide, miglio-rare le performance della propria azien-da. E’ così anche per Roberto Raineri, titolare di Opera, nonostante il 2009 si sia rivelato per la sua impresa a dir poco positivo. Se un incremento a due cifre è sempre e comunque considerato positivo dai ver-tici di un’impresa, il risultato del 2009 assume un significato particolarmente rilevante, alla luce della crisi mondiale che, da finanziaria, ha investito l’econo-mia reale, andando a colpire con forza tutto il mondo dell’edilizia. Raineri com-menta i risultati del 2009 e quelle che sono le prospettive future.

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Primo Piano

8 Opera News - Periodico di Informazione Edile

Anche se siamo già proiettati verso gli anni a venire , non possiamo non dirci soddisfatti per l’anno appena conclu-sosi. La soddisfazione riguarda so-prattutto i risultati ottenuti sul mercato italiano, mentre all’estero, pur rilevan-do una certa crescita, non abbiamo potuto non notare una certa difficoltà, dovuta principalmente alla crisi mon-diale nel mercato globale.

Credo, nonostante il periodo gene-ralmente negativo, il mercato stia premiando lo sforzo continuo di Ope-ra nel proporre prodotti sempre più performanti. Il miglioramento costante della nostra offerta è stato accompa-gnato anche da un potenziamento della forza vendita, senza il quale non avremmo potuto raggiungere numero-si clienti nuovi e ottenere risultati in

controtendenza rispetto a numerosi competitor, comprese le maggiori real-tà industriali.I prossimi 12 mesi ci vedranno im-pegnati in numerosi progetti. Se ne contano una quindicina nel reparto Ricerca e Sviluppo, sia per la creazio-ne di nuovi prodotti, che per il miglio-ramento di quelli già esistenti, con la finalità di incrementare caratteristiche

Sede centrale dello stabilimento Opera a Forlì

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quali la tenuta e la lavorabilità.Nonostante le nostre dimensioni, contenute rispetto ad alcuni grandi marchi nazionali, rappresentiamo un esempio per il settore. La nostra orga-nizzazione, l’attenzione che poniamo nella ricerca continua e l’assistenza di prim’ordine che forniamo ai nostri clienti ci permette non solo di stare al passo dei nostri competitors, bensì, di essere un passo avanti rispetto a loro.Il 2009 ha visto la nascita del nostro house magazine Opera News. Con questa pubblicazione abbiamo voluto dare informazioni dettagliate, ci siamo avvalsi della collaborazione di profes-sionisti per gli articoli trattati e soprat-tutto abbiamo scelto di parlare a e per le categorie, non solo di noi stessi. Le attestazioni di apprezzamento arrivate dai nostri lettori di tutta Italia, posa-tori, architetti e rivenditori, ci hanno confermato di avere colto nel segno,

portandoci a prevedere per il 2010 l’aumento della tiratura. Sempre per l’anno in corso intendia-mo effettuare ulteriori investimenti per acquisire nuovi impianti, incrementare le risorse umane destinate all’attività di ricerca e dotarci di nuovi macchi-nari necessari per realizzare test di grande specificità e alto livello tecno-logico.Non da meno la pianificazione di di-versi incontri formativi su tutto il ter-ritorio nazionale, ad indirizzo spicca-tamente tecnico, dedicato al nostro target principale, il posatore. Attraver-so alcuni nostri rivenditori che ospi-teranno questi meeting contiamo di accrescere ulteriormente lo spirito di collaborazione sviluppatosi nel corso degli anni, permettendo così a sem-pre più professionisti del settore di considerarci un partner affidabile ed autorevole.

Nel 2010 si effettueranno ulteriori investimenti in impianti, risorse umane e macchinari

per test di alto livello tecnologico

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POSA LA QUALITA’

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POSA LA QUALITA’

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L’angolo tecnico - a cura di Luca Troiano, Responsabile Tecnico Opera

In questo numero di Opera News vi parliamo di un adesivo cementizio bianchissimo, ideale per la posa di

mosaico vetroso, in quanto il suo colore riflette al meglio la luce che filtra attra-verso i tasselli in vetro, consentendo di raggiungere la massima luminosità. Si tratta di S9 Ultrawhite, realizzato in-teramente nei laboratori della nostra azienda. Prima di spiegarne le caratteri-stiche è però necessaria una premessa che ci permetterà successivamente di comprendere alcune caratteristiche di questo prodotto. Il mosaico vetroso vie-ne fornito, come sanno gli operatori del settore, nei formati 1x1 cm, 2x2 cm, 5x5 cm, equidistanti tra loro, tutti supportati da rete o carta che vanno a formare fogli di 900 cm². Questi hanno un peso con-siderevole se paragonato a quello della singola piastrella e se non si utilizza un adesivo altamente antiscivolo tendono ad avvicinarsi, finendo col formare una fuga non omogenea e un conseguente pessimo risultato estetico. Questa problematica è enfatizzata dal fatto che il mosaico avendo uno spes-sore di alcuni mm viene posato con una spatola dentata con i denti profondi non

oltre 2.5 mm. Ciò comporta un letto di colla molto ridotto e minimo effetto ventosa dell’adesivo. Non è possibile utilizzare spatole con dentature maggio-re altrimenti il collante dopo la battitura affiora in superficie riempiendo in modo non omogeneo le fughe. Per questo motivo si è reso necessario sviluppare un adesivo appositamente formulato, in grado di contrastare lo sci-volamento verticale e pertanto impedire a fogli di mosaico di appoggiarsi l’uno con l’altro. Per migliorare ulteriormente la resistenza allo scivolamento vertica-le abbiamo inserito in formulazione un marmo di carrara altamente selezio-nato di colore bianchissimo, altamente cristallino, che grazie alla distribuzione granulometrica impedisce al mosaico di scivolare e non intaccare le fughe. Spesso i supporti che ricevono il mosai-co sono altamente porosi, perché resi planari da rasanti a base calce. Il loro elevato assorbimento riduce di tanto la bagnabilità dell’adesivo, con il ri-schio di non trasferire sufficiente collan-te sul retro del mosaico, che si traduce nell’inevitabile distacco al momento del-l’eliminazione della pellicola protettiva.

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S9 Ultrawhite, una sicurezza per il mosaico in vetro

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In gergo, quando un adesivo ha questo comportamento si dice che “ha stampa-to” senza aderire al mosaico. Conoscen-do questa problematica, abbiamo impe-dito scientificamente che questo possa accadere nell’ S9 Ultrawhite. Il prodotto è stato formulato con additivi ritentori d’acqua a rilascio controllato e ritardato che impediscono all’adesivo stesso di essiccarsi troppo rapidamente. Essendo fatto di vetro, il vero mosaico è inassorbente e quindi non facilita l’intimo legame con gli adesivi cementizi norma-li. Infatti S9 Ultrawhite contiene polimeri ridisperdibili in polvere, che gli conferi-scono una forte adesione anche su tale materiale. Questi polimeri, inoltre, sono

stati selezionati anche per conferire una buona flessibilità, in modo tale da resi-stere alle vibrazioni e sollecitazioni alle quali sono sottoposte le pareti provvi-sorie e in cartongesso. Ed è per queste caratteristiche che S9 Ultrawhite è un adesivo classificato C2TE secondo la normativa europea EN12004. Non solo. Il prodotto risulta idoneo anche per la posa nelle piscine, impastando la polvere con una miscela di acqua e latti-ce Isoflex in rapporto 1:1. Tale prepara-zione consente di aumentarne adesione, flessibilità, nonché renderlo deformabile e quindi classificabile nella categoria S1, prevista dalla normativa EN 12002.

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Opera c’è - a cura di Gilberto Piva

La ditta di Gianni Ponticelli ha curato i rivestimenti per un palazzo di alto pregio nella zona dei colli

Una grande posa nella “Beverly Hills” di Bologna

Come in tutte le altre città con una grande storia alle spal-le, anche a Bologna i palazzi

di maggior prestigio e valore culturale sono principalmente ubicati nella zona centrale. Se però si guarda alle nuove realizzazioni, da diverso tempo l’area di San Mamolo, in zona collinare e pre-

collinare ospita alcune delle migliori realizzazioni in chiave abitativa. La lista dei palazzi di pregio in quest’area, dove scelgono di andare a vivere professio-nisti e qualche vip, si è ultimamente al-largata a un nuovo palazzo composto da 12 appartamenti.Concepito secondo i più elevati stan-

dard edili ed impreziosito da finiture di altissimo pregio, la struttura ospiterà in tutto, una volta ultimata, abitazioni del valore medio superiore al milione di euro. Il prezzo di ciascun apparta-mento, oltre alla posizione e ai parti-colari architettonici, è dato anche dalla qualità dei materiali posati. Per questo

Opera News - Periodico di Informazione Edile14

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Una grande posa nella “Beverly Hills” di Bologna

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palazzo sono stati infatti scelti anche rivestimenti di alto livello, tutti forniti dalla ditta Chelli e la posa da parte della società di Gianni Ponticelli, che vanta una consolidata esperienza nel settore. “La nostra ditta – spiega il ti-tolare – si è occupata dei rivestimenti in ceramica e marmo. Essendo buona parte degli appartamenti rivestita nelle stanze e nelle zone giorno da parquet, noi abbiamo curato principalmente i ri-vestimenti dei bagni, delle cucine e dei balconi: tutte aree della casa che ne-cessitano una particolare attenzione,

essendo più esposte di altre all’umidi-tà. Diversi sono i formati che sono stati impiegati per questo palazzo. Si va dal 20 cm x 20 cm fino all’1,2 mt per 60 cm, nel caso delle mattonelle, mentre nella posa del marmo si è utilizzato il formato di 1,2 mt x 30 cm”.In alcuni appartamenti sono stati an-che posati mosaici di Bisazza, una delle aziende top a livello mondiale in questo comparto (suoi sono i tasselli usati, ad esempio, per le due grandi statue dorate raffiguranti il premio Oscar, visibili a Los Angeles duran-

Opera c’è

Opera News - Periodico di Informazione Edile

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te la cerimonia per l’assegnazione di questo riconoscimento, nonché appli-cati su alcuni dei palazzi del sultano del Brunei). La collocazione dei rive-stimenti ha riguardato una superficie di circa 1.500 mq. Per la realizzazione della posa la ditta ha scelto di impie-gare i prodotti Opera. I massetti sono stati isolati con la guaina cementizia Scudo (in due applicazioni, per un to-tale di 3 mm), con la quale si impedirà per gli anni a venire che l’acqua possa penetrare all’interno del pavimento ed eventualmente arrivare in altre abita-

zioni. A questa applicazione è seguita quella dell’adesivo RT Universal e, una volta terminata la posa delle piastrel-le, si è proceduto a riempire le fughe con lo stucco Sigilcolor 30, di colore grigio-cemento. La grande perizia della ditta, insieme all’impiego dei mi-gliori materiali e collanti nelle attività di posa, farà sì che i fortunati inquilini apprezzeranno la resistenza di questi rivestimenti per tutto il tempo che tra-scorreranno all’interno di queste nuo-ve abitazioni.

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Prodotto in vetrina - a cura di Luca Troiano, Responsabile Tecnico di Opera

Scudo

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Il rasante completamente impermeabile all’acqua

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La categoria degli impermeabi-lizzanti ricopre un ruolo molto importante nel mondo dei pro-

dotti dell’edilizia, in quanto “protegge” dall’invecchiamento gli edifici trattati. In edilizia, questa protezione significa conservare gli immobili per molti anni, impedendo all’anidride carbonica e al-l’acqua di intaccare le strutture interne, divenendo una delle principali cause di degrado del calcestruzzo.Scudo è rasante elastico protettivo per strutture in calcestruzzo, intonaci e massetti, che viene utilizzata anche per impermeabilizzare balconi, terrazzi, bagni e piscine.Le principali peculiarità di questo pro-dotto bicomponente sono:• La capacità di compensare le conti-nue deformazioni dovute a movimenti dimensionali dei supporti, anche quelli lesionati.• La sua insensibilità all’acqua.• La resistenza alle soluzioni alcaline generate dai supporti cementizi. Scudo è un impermeabilizzante tecno-logicamente molto avanzato, costitui-to da una parte in polvere, a base di speciali leganti e inerti sferoidali alta-mente selezionati, e da un’altra parte in polimeri di sintesi in dispersione acquosa.La prima è quella che conferisce a Scudo caratteristiche di compattezza, resistenza all’invecchiamento e resi-stenza chimica; la parte liquida offre invece la giusta elasticità ed elevata adesione ai supporti.L’effetto sinergico derivante dalle ca-ratteristiche dei due componenti ren-de Scudo unico nel settore degli im-permeabilizzanti. Infatti, in riferimento alla norma comunitaria EN 14891, questo prodotto è classificato come CM-OP, ovvero “malta cementizia im-permeabilizzante”.

Resistente alle lesioni anche a basse temperature. Miscelando i due compo-nenti si ottiene un impasto molto cre-moso e morbido ma con spiccate ca-ratteristiche antiscivolo, che consente l’applicazione anche in verticale senza nessuna colatura. L’elevato contenuto di polimeri alta-mente modificati conferisce a Scudo una elasticità costante in qualsiasi condizione di esercizio e, allo stes-so tempo, lo rende completamente impermeabile all’acqua. Tali polimeri sviluppano le stesse performance an-che nelle condizioni peggiori, come in immersione totale in acqua clorata e acqua calcica.Ecco alcuni accorgimenti molto im-portanti da rispettare per esaltare le caratteristiche del prodotto:- non applicare in spessori superiori ai 3 mm per mano;- rispettare il rapporto di miscelazione tra i due componenti; - non applicare con temperature infe-riori a +8°C;- proteggere dalla pioggia per almeno 24 ore; - nel caso di posa su sottofondi molto porosi, tipo i massetti alleggeriti o l’ar-gilla espansa, prevedere dei camini di sfogo ogni 25 m² per lo sfiato dell’umi-dità presente nel sottofondo.

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Cicli Applicativi - a cura di Massimo Baraldi

Riscaldamento a pavimento

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Cicli Applicativi

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Sempre più famiglie scelgono questo tipo di riscaldamento

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Cicli Applicativi

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I prodotti Opera permettono di ottenere un risultato perfetto

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Il rivenditore - a cura di Massimo Baraldi

I migliori materiali per le migliori pose

Pellizzari Armando srl

Vanta uno dei maggiori show room di tutto il territorio vi-centino. E’ la rivendita di Ar-

mando Pellizzari, con sede a Arzigna-no, creata nel 1968 e nata per vendere materiali edili, da quarant’anni attiva anche nella commercializzazione di piastrelle per pavimentazioni in interni ed esterni. Oggi il signor Armando è affiancato dai figli Alberto e Paolo (a far parte della società è però anche la figlia Sonia).

“Dall’85 – spiega il fondatore dell’im-presa – disponiamo di una superficie vendita di 2300 metri quadrati. E’ qui che vengono a raggiungerci costrutto-ri, geometri, architetti o semplici priva-ti per scegliere il materiale”.Qual è il bacino d’utenza della vo-stra rivendita?“Oltre a tutto il territorio vicentino si servono da noi cittadini e imprese della provincia di Verona e di parte di quella padovana”.

Sono tutti soggetti privati?“Si, anche se in alcuni casi i materiali che acquistano sono impiegati per le commesse pubbliche. Di recente ab-biamo ottenuto in subappalto la forni-tura dei prodotti per la pavimentazio-ne della piazza di Torri di Arcugnano (con una superficie di 3.700 mq) e di quella di Arzignano. Non mancano poi le forniture per il settore commer-ciale. Sempre di questi tempi ci siamo occupati della fornitura di un centro a

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Armando Pellizzari

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Il rivenditore

Cereda, una frazione di Cornedo Vi-centino. In quel caso, invece, i metri quadrati sono stati 6.500”.Nel vostro territorio c’è stato qual-che settore che lo scorso anno ha mostrato particolari segni di fles-sione della domanda?“La crisi è stata avvertita in ogni am-bito e, complessivamente, noi abbia-mo ravvisato un calo del 12/13%. Particolarmente negativa è stata, an-che se ancora non quantificabile, la flessione del settore industriale, vi-ste le difficoltà affrontate dal tessuto produttivo del posto “.Intravede anche lei come ogni tan-to si sente dire, qualche segno di ripresa quest’anno?“Non credo che, almeno per il 2010, le prospettive possano essere otti-mistiche. Probabilmente a risvegliar-si per primo sarà il restauro, diver-samente dall’ambito degli immobili realizzati ex novo. In questi anni, del

resto, si è costruito molto, forse trop-po. E se prima il settore “tirava” gra-zie alla domanda di abitazioni degli stranieri che venivano assunti nelle fabbriche, ora, con le chiusure degli stabilimenti e/o i tagli al personale, saranno molti di meno quelli che cer-cheranno una nuova casa”.Tra i clienti, compresi quelli che ancora ne vogliono una, quali pro-dotti vanno per la maggiore?“Oltre all’affermazione dei formati grandi, anche di 33 cm per un me-tro, si è assistito ad un cambio ge-nerale del gusto. Una volta, infatti, la maggior parte dei privati prediligeva il colore cuoio e simili simili, oggi registriamo un exploit di tinte unite, marmi naturali e pietra”.Qual è il valore aggiunto che pen-sate di offrire a chi si rivolge a voi?“Noi cerchiamo da sempre di con-quistare e mantenere i clienti con la

qualità dei materiali e del servizio. Nel primo caso abbiamo scelto di commercializzare solo articoli di alto livello tecnico, come esclusivisti di zona dei marchi principali nel no-stro settore (Graniti Fiandre, Listone Giordano, Tagina, Sichenia, Porcela-nosa ecc.)”.E nel secondo caso?“Affidiamo la posa delle nostre pia-strelle e altri materiali solo a posa-tori competenti. Di norma lavoriamo con una settantina di professionisti fidati, ma nelle fasi di lavoro inten-so il numero arriva anche a 100/110 unità. Inoltre ci sono tre tecnici della nostra rivendita che si muovono co-stantemente di cantiere in cantiere a fare preventivi e, una volta partito l’ordine, istruiscono direttamente i posatori sulle modalità di realizzare l’intervento, garantendo così la mi-glior riuscita possibile”.Concludiamo con una riflessione

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sulle vostre aziende fornitrici.“Il rapporto e il confronto con loro è fondamentale per una realtà come la nostra. Da tempo le coinvolgiamo insieme ai posatori per dare vita a in-contri dimostrativi, dedicati alle nuove produzioni (quest’anno ne abbiamo organizzato uno anche con Opera). Sono meeting importanti, poiché per-mettono a noi e ai professionisti far pervenire le nostre opinioni e aspet-tative alle imprese”.Ad esempio?“In questo periodo, visto il successo dei formati grandi, chiediamo loro di realizzare colle più performanti, che non rendano necessaria la doppia spalmatura in fase di posa”.

Pellizzari Armando srl Via del lavoro 5/736071 Arzignano (Vicenza)Tel. 0444.674571Fax 0444.675233 [email protected]

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News - a cura di Simone Giglioli

News da Confindustria Ceramica

Come cambia l’edilizia

Importante riconoscimento per Alfonso Panzani (a destra nella foto), past president di Confindustria Ceramica, ora alla guida del Gruppo Ceramiche Ricchetti. Nella sua ulti-ma riunione, la CET – federazione europea delle Associa-zioni che riuniscono i produttori di piastrelle di ceramica – lo ha eletto presidente per il triennio 2010 – 2012. Un importante riconoscimento in ambito europeo che, in pas-sato, era stato ricoperto solo da altri due italiani: Antonio Orienti ed Oscar Zannoni.Alfonso Panzani, 57 anni, sposato con tre figli, laureato in Economia e Commercio all’Università di Modena, vanta un ricco cursus honorum associativo: eletto per la prima volta

membro del Consiglio Direttivo di Assopiastrelle nel 1986, ne è stato presidente nel periodo 2005 – 2009 durante il quale ha traghettato l’Associazione in Confindustria Ce-ramica, l’organismo associativo che riunisce i produttori di piastrelle di ceramica, materiali refrattari, ceramica sanita-ria, stoviglie e ceramica tecnica. Dalla sua fondazione è anche Presidente di Gas Intensive – consorzio intersettoriale per l’acquisto di gas metano –, mentre in passato è stato membro dei Consigli di Ammi-nistrazione di Cer-Energia e Cofim, oltre che membro di Giunta del CFI, l’organismo di Confindustria che riunisce le associazioni organizzatrici di eventi fieristici.

Alfonso Panzani ai vertici della ceramica europea

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Le detrazioni si richiedono con un click

dall’Italia

A partire da gennaio la comunicazione al-l’Agenzia delle Entrate riguardante gli interventi di riqualificazione energetica degli immobili che fruiscono della detrazione Irpef del 55%, potrà essere inviata in via telematica. In seguito a un provvedimento del 21 dicembre scorso l’Agen-zia ha infatti dato l’approvazione alle specifiche tecniche per la trasmissione. Tale comunicazio-ne riguarda solo i lavori (es. cambio di infissi, acquisto nuove caldaie, migliorie della coiben-tazione ecc) che proseguono oltre il periodo d’imposta. Chi intende avvalersi della detra-zione è comunque obbligato a inviare all’Enea, entro 90 giorni dalla fine dei lavori, i dati relativi agli interventi effettuati attraverso il sito inter-net http://efficienzaenergetica.acs.enea.it.

Cala la fiducia nel settore costruzioniLo ha rivelato un’inchiesta condotta dall’Istituto di Studi e Analisi Economica (Isae) condotta lo scorso novembre su 500 imprese. L’ottimismo dei costruttori è nettamente più basso rispetto a quello del 2000. Se si valuta 100 quello di dieci anni fa, infatti, nel 2009 le aspettative lo fanno scendere a 67.4, oltre 13 punti in meno del 2008. Particolarmente negativi per gli operatori del settore sono i giudizi sui piani di costruzione e le prospet-tive sull’occupazione. Buona parte degli imprenditori interpellati lamenta una insufficienza della domanda e l’esistenza di altri ostacoli all’attività produttiva come le condizioni climatiche sfavorevoli. A deteriorarsi sono anche state anche le prospettive sulle costru-zioni future e sui prezzi.

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Notizie e curiosità dal mondo dell’edilizia

dal Mondo

Il Burj Dubai conquista ufficialmente il primato mondiale di altezza Con 828 metri di vetro, acciaio e ce-mento l’edificio è entrato nel guiness dei primati. Visibile a ben 95 km di di-stanza, l’immobile è stato inaugurato recentemente, in occasione del quarto anniversario dell’insediamento al tro-no dello sceicco degli Emirati Arabi Mohammed Bin Rashid Al Maktoum. Il Burj Dubai è stato progettato dagli architetti dello studio di Chicago SOM - Skidmore, Owings & Merrill LLP e

promosso dal colosso immobiliare Emaar. L’edificio ha strappato il record al Taipei 101 di Taiwan (508 m). De-finita la “torre del deserto”, la strut-tura vanta misure sconcertanti: 160 piani una superficie di 334mila metri quadrati e 58 ascensori che viaggiano ad una velocità di 10 metri al secondo. Per costruirla sono stati necessari cin-que anni e un investimento superiore ai 4 miliardi di euro.

L’Italia esporta piazze in Cina Un intervento urbanistico made in Italy per ZhaoQing, un centro di circa 400mila abitanti nel Guangdong, una fra le regioni più ricche del Paese. E’ un progetto per riqualificazione di un’area di circa 180 mila mq all’interno della città, con 25mila mq destinati a un ampio porticato, dove verranno collocati servizi e altre strutture. L’inizia-tiva è stata gestita da un gruppo di lavoro legato alla facoltà di architettura di Cagliari, guidato dall’architetto Gianmarco Chiri. Gli italiani hanno proposto agli ammi-nistratori della città la concezione di una piazza italiana aperta alle persone, al centro della vita cittadina. E’ il portico, che parte dalla zona concerti e corre lungo tutto un lato dell’insenatura di un fiume, la parte più innovativa del progetto, pensato per essere realizzato al 95% con materiali riciclabili. Il gruppo di lavoro sardo continue-rà a collaborare con la città cinese, fornendo le proprie competenze per la ristrutturazione di una casa museo in ricordo di Matteo Ricci, il gesuita sbarcato nel 1582 proprio in questi luoghi.

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Restauro e ripristino - a cura del prof. Maurizio Costantini Università degli studi di Trento

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Il calcestruzzo durevole

CARBONATAZIONE:questa (s)conosciuta

Quarta parte

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Nel primo articolo, si è detto (e mostrato) che la carbonata-zione non è evitabile quando

la pasta cementizia di un CLS viene a contatto con acqua in movimento, ed in particolare con l’acqua di pioggia. Se la reazione non è evitabile, sappiamo oggi almeno rallentare il degrado quanto ba-sta per ottenere, a fini pratici, un “cal-cestruzzo durevole”. Questo concetto è oggi normativamente e contrattualmen-te definito1, ed è espresso in termini “relativi”, come prestazione effettiva in esercizio, secondo una definizione sem-plice e potente: durevole è un CLS in grado di resistere 50 anni senza manu-tenzione nel proprio ambiente di impie-go. Da un lato, viene stabilita una durata praticamente indefinita del materiale con cicli di manutenzione ragionevoli, dall’altro si bolla come “cattiva pratica” tutte quelle situazioni costruttive (e si è visto che sono tante) nelle quali il materiale si degrada dopo soli dieci o vent’anni.Garantire un CLS 50 anni senza manu-tenzione comporta due questioni, una tecnica, l’altra contrattuale. Entrambe sono risolubili con una certa semplicità, ma richiedono attenzione, e soprattut-to volontà di agire con responsabilità. Tecnicamente, si opererà attraverso due passaggi: primo, il cosiddetto “Mix Design” (progetto della miscela, ovvero concezione della ricetta del CLS), e, se-condo, le prove di qualificazione. Per ef-fettuare il mix design bisogna disporre di alcuni grafici o tabelle di base, dispo-nibili in testi o manuali, di cui si daranno successivamente alcuni esempi. Ma pri-ma ancora conta riassumere i concetti base. La durabilità maggiore o minore di un calcestruzzo, come del resto la sua resistenza meccanica, dipendono so-

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prattutto dal tipo e dall’entità della sua porosità: per quanto al profano possa sembrare strano il CLS, che pure all’oc-chio si presenta compatto, ha una certa quantità di vuoti. Più vuoti presenta il materiale, meno è resistente, e meno è durevole: grosso modo, è meno resistente perché c’è meno “massa resistente”, ed è meno durevole perché assorbe più acqua e la superficie di reazione è più grande. Questi “vuoti invisibili”, ben mostrati al microscopio, hanno una duplice origine: l’aria inclusa durante l’impasto e il get-to, e l’ acqua di impasto residua. La prima viene rimossa, almeno in gran parte, attraverso il noto procedimento della costipazione del getto (senza esagerare, per non avere se-gregazione degli aggregati!). La seconda, viceversa, rima-ne nel getto, ed evapora successivamente durante i mesi di maturazione, lasciando come “impronta” una indesiderata porosità: quanta più acqua residua, quindi, tanto minore du-rabilità (e resistenza). Di qui, per la qualità del CLS, l’enorme importanza di un certo parametro: il quantitativo di acqua di impasto rispetto alla quantità di cemento usata, ovvero il rapporto acqua/cemento, in sigla “a/c”. Il rapporto a/c, espresso come rapporto di pesi (o equivalentemente come litri d’acqua per kg di cemento), è assolutamente indicativo del quantitativo di acqua residua, ovvero del quantitativo di acqua che non “troverà” polvere di cemento con cui reagire, e che quindi lascerà dietro di sè, è il caso di dirlo, il vuoto. Il quantitativo di acqua effettivamente reagente con il cemen-to è, contro l’intuizione, estremamente basso: per fissare le idee, in un m3 di CLS “normalmente” dosato a 300 kg di cemento, basterebbero solo 60 litri d’acqua (!) per assicu-rare la reazione di idratazione. Ben lo sapevano gli antichi costruttori romani che, nell’impastare calce, pozzalana, po-mice e rottami di laterizio, raccomandavano di usare “poca, pochissima acqua”, “molto molto meno di quella che appare necessaria all’occhio”: così, la cupola del Pantheon a Roma resiste ancora dopo 2000 anni.Ma oggi un CLS miscelato con 60 litri (avremmo a/c=0,20) risulterebbe inutilizzabile in cantiere, non solo perché sa-rebbe illavorabile, ma anche perché i 60 litri/m3 d’acqua si disporrebbero nella massa prodotta senza entrare tutta a contatto con il cemento. L’acqua di impasto non ha quindi solo la funzione di reagire col cemento, ma anche di avere acqua dove c’è questo materiale, e quella (ben più percepi-ta dalla manodopera) di conferire lavorabilità all’impasto. In sintesi, ecco la contraddizione in buona parte responsabile

Cemento disperso in miscela con poca acqua.

Cemento disperso in miscela con molta acqua.

Immagine a microscopio elettronico.

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Restauro e ripristino

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del degrado cui vanno incontro i calcestruzzi prodotti in que-sti anni: più acqua / più lavorabilità (e quindi minor fatica di posa e miglior risultato visibile nei getti al disarmo), ma anche più acqua / minore durabilità.Ecco che allora, per avere calcestruzzi durevoli, bisognerà consegnare alla manodopera un CLS che sia adeguata-mente lavorabile (altrimenti qualcuno sempre aggiungerà dell’acqua!), ma che nello stesso tempo contenga meno acqua possibile. Si può fare? La contraddizione si risolverà a patto di eseguire un corretto Mix Design, il cui risultato (spesso, ma non sempre, secondo i casi e le scelte) indica la necessità di ricorrere ad additivi: un opportuno dosaggio di additivi fluidificanti potrà così risolvere la contraddizione, e rendere disponibile al cantiere un CLS lavorabile ma conte-nente poca acqua, poco più di quella necessaria ad idratare il cemento.Si vedrà che i fluidificanti non sono gli unici additivi da usare: per opere esposte a cicli di gelo/disgelo, comparirà un altro “strano” e paradossale additivo, un “aerante”. Nuova appa-rente contraddizione: togliere i vuoti dal CLS, e aggiungerne altri?! Ma prima di passare a questi ed altri aspetti di formu-la, è opportuno ragionare di aspetti contrattuali. Una dura-bilità normata a 50 anni esce evidentemente da una logica

di garanzia classica. C’è senso pratico in una caratteristica verificabile solo tutti i responsabili sono probabilmente spa-riti dal mercato? Neanche un’assicurazione funzionerebbe, perché nessuno assume rischi a 50 anni. Allora, abbiamo scherzato? No, perché dove non può valere l’indennizzo gioca l’assicurazione della qualità, ovvero la certezza che i passaggi necessari per ottenere una certa prestazione sono stati attuati: la garanzia a 50 anni è una garanzia di proces-so. Il calcestruzzo con ragionevole certezza durerà per que-sto tempo senza manutenzione se: (1) il Mix Design si è dato questo obiettivo, (2) le prove di qualificazione confermano le previsioni, (3) la produzione rispetta la ricetta specificata, (4) il CLS viene posto in opera senza manomissioni, e infine (5) se ognuno di questi passaggi viene controllato da un soggetto responsabile che risponde al committente.Il seguito illustrerà gli aspetti più importanti di questi pas-saggi, ed in particolare l’impostazione del Mix Design e la scelta e il dosaggio degli eventuali additivi.

1 Norme UNI EN 206-1 “CLS: Specificazione, prestazione, produzione e conformità”, UNI EN 1504-2 “Sistemi di protezione della superficie di calcestruzzo”, UNI 8981-5 “Durabilità delle opere e degli elementi prefabbricati di CLS”, “Linee guida sul CLS strutturale”, STC Consiglio Supe. LLPP, Roma 12/96.

0.4 0.55 0.70 0.85 A/C

105

70

35

0

N/mm2 m/s . 1012

120

80

40

Al crescere del rapporto acqua/cemento aumenta la permeabilità all’acqua e diminuisce la resistenza meccanica.

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Forum legale - a cura di Avv. Pietro Cirillo

La responsabilità nei cantieri temporaneiEcco le recenti modifiche apportate al Testo Unico Dec. L.vo 81/2008

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Prima parte

Il recente intervento normativo operato dal Decreto Legislativo n° 106 del 3 agosto 2009 alla disciplina regolatrice la tutela della salute e sicurezza nei luoghi

di lavoro, contenuta nel Testo Unico n° 81/2008, ha inciso significativamente nel quadro normativo dedicato ai cantie-ri temporanei o mobili, definiti all’interno dell’allegato X del DLT 81/2008 come tutti i luoghi ove si compiono lavori edili o di ingegneria civile, nel più esteso ambito di operatività . La prima modifica che non può sfuggire al lettore attento riguarda il rapporto committente – responsabile dei lavori. La formulazione originaria dell’art 89 DLT 81/2008 confi-gurava il responsabile dei lavori in chiave ausiliaria rispetto a questo, cioè “il soggetto incaricato dal committente della progettazione e controllo dell’opera”. Sotto tale profilo la divisione delle responsabilità, per fatti penalmente illeciti verificatisi all’interno del cantiere, è sta-ta oggetto di numerose pronunce giurisprudenziali di legit-

timità, nelle quali il committente riusciva ad esimersi dalla responsabiltà solo in caso di formale e specifica delega al responsabile dei lavori (non essendo sufficiente, per l’eso-nero da responsabilità, la nomina del responsabile dei lavori - Cassazione Penale, Sez. 3, 22 giugno 2006, n. 29149 ). La nuova formulazione dell’art. 89 DLT 81/2008, concepen-do il responsabile dei lavori quale “soggetto che può essere incaricato dal committente per svolgere i compiti ad esso at-tribuiti dal presente decreto”, ne individua la funzione in chia-ve sostitutiva. Infatti ogni disposizione normativa del Titolo IV – capo 1 – laddove attribuisce adempimenti al committente, li riferisce anche al responsabile dei lavori in via alternativa.In controtendenza sotto questo profilo appare, però, la pre-cisazione compiuta dal legislatore con l’art. 93 DLT 81/08 , in forza del quale il “ committente è esonerato dalle respon-sabilità connesse agli adempimenti degli obblighi limitata-mente all’incarico conferito al responsabile dei lavori.”

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A modesto avviso di chi scrive, la norma (alquanto sibillina) non può riferirsi alla necessità di confinare la responsabilità nei limiti della delega formale, essendo chiaramente indi-viduati per legge (art. 90 DLT 81/08) gli obblighi imposti al committente o al responsabile dei lavori eventualmente nominato, ma riconduce la responsabilità del primo a quel dovere di diligenza e cautela che non può esimerlo da un controllo generale dell’andamento del cantiere sulla predi-sposizione delle cautele ed accorgimenti a tutela della salute nei luoghi di lavoro. Inoltre il precedente tenore dell’articolo citato manteneva in capo al committente la responsabilità della vigilanza sull’adempimento da parte del responsabile dei lavori degli obblighi a lui imposti, nonché sulla corretta applicazione del piano di sicurezza e il compimento della no-tifica preliminare alla ASL ed alla Direzione provinciale del lavoro. Tale responsabilità di vigilanza è stata eliminata con il DLT 106/09, confermando così l’intentio legis alla surro-

gazione di funzioni e responsabilità tra il committente ed il responsabile di lavori. Certamente il nuovo assetto non potrà che condurre ad una rivisitazione della giurisprudenza ac-cennata, sempre rilevando che il responsabile dei lavori deve essere scelto in base al criterio di idoneità e competenza. I compiti fondamentali affidati al committente o al responsa-bile dei lavori concernono l’osservanza delle misure generali di tutela previste dall’art. 15 DLT 81/08, la designazione del coordinatore alla progettazione nel caso di intervento di più imprese esecutrici (a meno che il valore dell’opera sia infe-riore a euro 100.000), nonché del coordinatore alla esecu-zione dell’opera. Agli stessi compete il dovere e la responsabilità di vigilare sull’operato dei coordinatori e, di riflesso, delle imprese ese-cutrici in caso di inosservanza dei piani di sicurezza. Il ruo-lo e responsabilità di questi ultimi saranno esaminati nella prossima parte.

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Nuovi frutti della ricerca Italcementi

Ricerca e innovazione - a cura di Italcementi

Un nuovo materiale ideato per un modello abitativo ecologico e “low cost”. Italcementi, nell’ambito del suo progetto d’innovazione e ricerca a favore della

building community denominato i.nova., mette a disposizione della Casa da 100K, ideata dall’architetto Mario Cucinel-la, le proprie risorse tecnologiche e le proprie conoscenze scientifiche. I ricercatori del centro Ricerca e Sviluppo di Italcemen-ti (CTG) stanno lavorando in stretta collaborazione con lo studio dell’architetto Cucinella per ottimizzare le prestazioni termiche e igrometriche degli elementi costruttivi destinati a formare sia il rivestimento esterno che le pareti verticali interne ed i solai; a tali elementi sono richiesti requisiti pre-stazionali particolarmente stringenti.Presso il centro R&D è stato messo a punto un “sistema” di

materiali studiati specificatamente per offrire soluzioni di-versificate in relazione alla tipologia di impiego, dal campo strutturale a quello dei tamponamenti (interni/esterni), in grado comunque di offrire in ogni caso soluzioni ottimizzate sotto il profilo energetico e del benessere ambientale. I ricercatori hanno sviluppato un nuovo materiale con le stes-se caratteristiche di durabilità e resistenza dei calcestruzzi tradizionali ma con coefficienti di conducibilità termica molto bassi, grazie alla presenza di aggregati provenienti da mate-riali inorganici di riciclo che vengono opportunamente trat-tati per ottenere materiali con caratteristiche innovative. Fra le proprietà del calcestruzzo possono essere annoverata la bassa conducibilità termica, l’elevata permeabilità al vapore e l’apprezzabile inerzia termica, che permette una maggio-re capacità di trattenere il calore d’inverno e l’aria fresca in

Materiale termico per case ecologiche

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estate. Il materiale sviluppato da Italcementi è competitivo sia per le sue caratteristiche sia sul fronte dell’intero ciclo di vita. In un’ottica di eco-sostenibilità, infatti, gli aggregati pre-senti nel calcestruzzo non provengono da materie prime, an-dando quindi ad intaccare risorse non rinnovabili, ma dal riu-tilizzo di altri materiali. Si tratta, nello specifico, di aggregati provenienti da materiali inorganici di riciclo opportunamente trattati per ottenere un prodotto alleggerito non nocivo, im-permeabile all’acqua e in grado di conferire ottime proprietà isolanti ai manufatti. Fra le sue peculiari proprietà possono essere annoverate la bassa conducibilità termica, l’elevata permeabilità al vapore e l’apprezzabile inerzia termica.I materiali sviluppati si distinguono inoltre per il basso assor-bimento d’acqua per capillarità e per l’elevata resistenza alle alte temperature (è importante sottolineare che in caso di incendio non vengono emesse sostanze tossiche). Sotto il profilo dell’impatto ambientale è infine degna di ri-lievo la totale riciclabilità di questi materiali al termine del naturale ciclo di vita dell’opera.

Il costo del materiale può essere considerato ragionevol-mente competitivo con prodotti che hanno funzioni e pre-stazioni analoghe. Al momento le politiche commerciali del prodotto non sono definite proprio trattandosi di materiali ancora in fase di sviluppo e validazione.

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Che squadra! - a cura di Massimo Baraldi

Posatori RiunitiOltre la crisi grazie alla flessibilità

L’eccellenza nella posa, all’in-terno di una delle aree più im-portanti dell’industria cerami-

ca italiana. A offrirla è Posatori Riuniti, società nata nel 1992, che vanta una tradizione nel settore di ben tre ge-nerazioni. La ditta è composta da tre soci della famiglia Coluccia Antonio, Fausto e Loredana, assieme a Valerio Mulas, ed è presente con un proprio show room a Fossoli di Carpi (MO).“La nostra area di riferimento – chia-risce Antonio – comprende un raggio di circa 50 chilometri. Abbiamo pre-

ferito concentrarci in questo ambito territoriale per offrire una risposta sempre veloce a quelle che sono le richieste del mercato locale. Proprio qui ci siamo occupati anche di com-messe (in subappalto) come la rea-lizzazione del lastricato della chiesa di San Nicolò a Carpi, e di un asilo a Campogalliano. Oltre alla questione territoriale, abbiamo scelto anche di dedicarci esclusivamente alla cera-mica, diventando un punto di riferi-mento per i clienti che scelgono que-sto materiale per rivestire le superfici

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interne ed esterne dei loro immobili”.In questo periodo c’è qualche tipologia di prodotto che “tira” più delle altre?“Già da tempo, qui come altrove, sono molto richieste le mattonelle dai formati grandi. Non solo. Sempre più clienti ci chiedono di integrare que-ste con particolari più piccoli. Non di rado, infatti, ci capita di realizzare una posa mista, che prevede l’integrazio-ne nello stesso ambiente di grandi prodotti ceramici e porzioni di super-ficie in mosaico. Al contrario, hanno decisamente perso appeal elementi decorativi quali le greche e i torelli”.Quale pensa sia un elemento distin-tivo del vostro modo di operare?“Per noi l’aspetto consulenziale rico-pre un ruolo fondamentale. Posatori Riuniti non è una realtà esclusivamen-te operativa. Prima di muoverci per ini-ziare una posa cerchiamo sempre di valutare col cliente le caratteristiche della casa, per poi offrire un ventaglio di quelle che reputiamo siano le mi-gliori soluzioni possibili. Non a caso sono molti che ci contattano inizial-mente anche solo per avere qualche consiglio”.

Offrire qualcosa di più della sola posa è importante, specialmente in un momento di crisi come questo.“Anche noi abbiamo accusato un calo della domanda. Eppure siamo riusciti a fare fronte a questa situazione. Ci ha favorito la nostra capacità di assistere il cliente nelle sue scelte, ma questa non sarebbe bastata se fossero man-cate le necessarie competenze tec-niche. Posatori Riuniti opera a 360°, realizzando pavimenti a battuto, a colla, massetti autolivellanti e tradizio-nali, nonché ogni tipo di rivestimento esterno. Tale flessibilità ci ha consen-tito di renderci comunque competitivi, anche in un mercato in crisi”.Proprio nei momenti di contrazione del mercato, però, molti suoi colle-ghi risentono maggiormente della concorrenza sleale di chi lavora al di fuori delle regole.“Vero, anche se il lavoro nero non ci danneggia particolarmente, essendo principalmente impegnati all’interno dei cantieri regolari di certe dimen-sioni (ogni anno posiamo sui 40 mila metri quadrati di piastrelle) dove tutto viene svolto a norma di legge”.

Posatori Riuniti è attiva in provincia di Modena. Cosa significa per voi operare nel più grande distretto dell’industria ceramica italiana?“Presenta elementi positivi e negativi. Da un lato ci pone in una situazione fortemente competitiva, visto che an-che buona parte delle aziende produt-trici possiede ormai uno show room interno. La vicinanza delle aziende rende però reperibile, in ogni mo-mento, qualsiasi materiale e così non è più necessario fare grandi acquisti per il nostro punto vendita, magari col rischio di ritrovarci delle rimanenze in magazzino”.Prospettive per il 2010?“Puntiamo a mantenere e rafforzare il nostro posizionamento locale, au-spicando una ripresa del mercato e possibilmente una crescita dell’ap-prezzamento di quelle che sono state le nostre caratteristiche fondamentali: professionalità e flessibilità”.

POSATORI RIUNITI SNC Via Martinelli 102/N 41012 Fossoli di Carpi (MO) Tel/Fax 059 660846 [email protected]

Antonio ColucciaShowroom dell’azienda Posatori Riuniti

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Certificazioni - a cura di Besant srl

Alla luce della pesante congiun-tura che affligge il mercato del lavoro, diventa fondamentale

per le aziende l’elevazione degli standards qualitativi offerti in ogni ambito dell’attività.Una risposta a tale esigenza è sicuramente rappresentata dall’adozione di un Sistema di Gestione per la Qualità, in accordo con le prescrizioni delle norme UNI EN ISO 9000. E’ una decisione strategica dell’alta direzio-ne di un’organizzazione, attuata con lo sco-po di migliorare le prestazioni e le capacità complessive e di soddisfare le esigenze e le aspettative dei clienti e delle altre parti interessate (proprietà, personale dell’impre-sa, fornitori, collettività). Realizzando un sistema che comprenda la definizione delle strutture organizzative, delle responsabilità, delle procedure opera-tive e delle risorse, l’azienda riesce a preve-nire le eventuali carenze del prodotto o del servizio fornito. L’applicazione dei principi di gestione per la qualità non fornisce solo benefici diretti, ma offre anche un impor-tante contributo alla gestione dei costi e dei rischi, oltre a fornire un valido supporto nel-l’identificazione e promozione dei processi destinati al miglioramento delle prestazio-ni organizzative, nonchè la valutazione dei costi e l’ottimizzazione dei cicli produttivi dovuto a un utilizzo efficace ed efficiente delle risorse. Adottare un Sistema di Gestione per la Qualità, significa pertanto acquisire e utiliz-zare in modo razionale i dati e le informazio-ni dei processi interni ed esterni, chiarendo quelle che sono le priorità aziendali in un ottica di miglioramento continuo. Per quan-to impegnativo, mettere “a sistema” l’orga-nizzazione di un’impresa consente misurare

Il Sistema di Gestione per la Qualità

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i reali vantaggi legati al miglioramento delle prestazioni, in termini di velocità di risposta alle opportunità esistenti, di fidelizzazione della clientela (anche mediante un efficace sistema di comunicazione interno ed ester-no), di motivazione delle risorse umane e, naturalmente, di aumento del reddito e del-le quote di mercato.Questa piccola-grande rivoluzione interna all’impresa (spesso e volentieri agevolata da società di consulenza specializzate nel settore) comporta l’affermazione del con-cetto di “lavoro per processi”, nel quale ognuno deve sapere cosa fare, conoscere le informazioni in ingresso e sapere a chi trasmettere il risultato del proprio lavoro. Un’azienda che sposa un Sistema di Gestio-ne per la Qualità come quello previsto delle norme UNI EN ISO 9000 gestisce la sua attività in base a precise procedure scritte di tutte le attività svolte, assicurandosi che i prodotti e i servizi forniti corrispondano ai requisiti di sicurezza richiesti dale normative nazionali e internazionali.Non trattandosi si una realtà che vive in completa autonomia, per l’impresa che sceglie di adottare questo modus operandi a 360° è anche necessario coinvolgere i fornitori esterni, stimolandone l’adozione di quelle pratiche che consento-no il mantenimento di adeguati standard qualitativi. Una buona parte delle azioni elencate, se ci fermiamo a riflettere, sono quelle che buona parte delle aziende dice di adottare, almeno all’interno delle proprie brochure e dei propri profili aziendali. Ebbene, con l’ottenimento della certificazione del proprio Sistema di Gestione per la Qualità, le imprese dimo-strano di farlo davvero, accrescendo così la propria credibilità nei confronti di partners, clienti e fornitori.

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Salute e benessere - a cura del dott. Daniele Mattia, specialista in medicina del lavoro

La Sindrome del Tunnel Carpale

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La Sindrome del Tunnel Carpale (STC) rappresenta sicuramen-te la più frequente patologia

della mano e dell’arto superiore. Ha un’alta incidenza nei lavoratori manuali, insorgendo come conseguenza di at-tivita’ lavorative che comportino sforzi fisici ripetuti e attività di flesso-esten-sione del polso, come per esempio in quella dei posatori, e può essere favori-ta da pregresse fratture del polso. Ma da cosa dipende tale sindrome? Il nervo mediano è uno dei principali ner-vi diretti alla mano, e nel suo decorso lungo il polso passa all’interno di una sorta di “tunnel”, cioè una struttura rigi-da, formata da tre pareti ossee chiuse da un legamento; dopo aver attraver-sato questo canale il nervo mediano si dirama verso il pollice, l’indice ed il dito medio. Se all’interno di questo canale aumenta la pressione (come può acca-dere per un’irritazione) il nervo finisce col soffrire, e si avvertono i fastidi alle

dita. Vediamo i suoi sintomi caratteri-stici. Generalmente questi esordisco-no gradualmente. Nelle fasi iniziali si manifesta con formicolii, sensazione di intorpidimento o gonfiore alla mano, prevalenti alle prime tre dita (pollice, indice e medio) soprattutto al mattino e/o durante la notte; successivamen-te compare dolore irradiato anche al-l’avambraccio.La ragione per cui compare di notte è semplice: mentre si è a letto si verifica una maggior congestione con com-parsa di gonfiore che, seppur minimo, considerato lo scarso spazio all’interno del tunnel può determinare una com-pressione del nervo. Se l’irritazione si aggrava possono comparire anche al-tri segni, in particolare debolezza della mano con la tendenza a far cadere gli oggetti e perdita costante della sensi-bilità delle dita, segno quest’ultimo di un danno abbastanza avanzato. Alla comparsa dei sintomi, sarà importante

contattare il medico, che valuterà se sia il caso o meno di effettuare l’elettromio-grafia, l’unico esame che possa quantifi-care il danno del nervo mediano. Per cercare di prevenire questi distur-bi sarà fondamentale evitare di tene-re piegato a lungo il polso e cercare di utilizzare strumenti appropriati da impugnare senza sforzo, in una po-sizione comoda. Nei lavori ripetitivi è necessario fare delle frequenti pause di riposo, scuotere le mani rilasciando ripetutamente la presa e magari indos-sare stecche per tenere dritti i polsi e tenere una postura e una posizione corretta del polso. Nei soggetti in cui il danno sia così avanzato da ricorrere ad un’operazione, è opportuno osservare il riposo totale, di almeno tre settimane, dopo l’inter-vento: tornare ad attività manuali prima di questa scadenza è una delle causa principali di ricaduta.

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Comunicazione e marketing - a cura di Alessandro Gagliardi, Agenzia A3

Allarghiamo il nostro mercato con il direct mailingUno strumento utile per accrescere il business della propria azienda

Con il suo sviluppo, internet ha offerto nuove possibilità di crescita alle imprese di

ogni settore. Uno strumento sempre più impiegato dalle aziende per au-mentare il parco clienti è quello del direct mailing. Si tratta dell’invio di materiale promozionale che, oltre alla comune posta, impiega fax e e-mail, con lo scopo di presentare l’attività commerciale dell’impresa al proprio pubblico di riferimento. Con questa modalità di approccio al potenziale

cliente vengono inviate via posta elet-tronica gli elementi necessari ad infor-mare e proporre i valori professionali dell’azienda. Questo richiede una efficace integra-zione dei testi e delle immagini, siano esse fotografie o rappresentazioni gra-fiche. Un numero crescente di imprese ricorre al direct mailing poiché, a diffe-renza di altri sistemi, il fax, la mail e la lettera possono essere conservati (è sufficiente non cestinarli o cancellarli dalla posta elettronica) ed essere vi-

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sionati in qualsiasi momento. Tre sono i passi fondamentali per impiegare questo strumento. Il primo è presen-tare in modo semplice, chiaro, anche se non superficiale, chi è l’azienda e il suo ambito di attività. Altrettanto im-portante è la definizione di quelli che sono, nello specifico, i servizi offerti e i vantaggi che questi comportano per il cliente (se possibile facendo degli esempi concreti). Terzo e ultimo ele-mento fondamentale da considerare quando si vuole percorrere la strada del direct mailing è la definizione del-l’ambito geografico nel quale si vuole espandere la propria attività. Non ha infatti senso raggiungere con la nostra proposta clienti potenziali che hanno sede in aree distanti, se poi dover la-vorare per loro comporta spostamenti tali da rendere la nostra prestazione poco remunerativa.Per operare con la massima efficacia è consigliabile non inviare le mail “a spot”, ma definire prima un database contenente l’elenco delle aziende, o cittadini privati, e alcune loro caratte-ristiche di massima (specializzazione, indirizzo mail, sedi fisiche e filiali ecc). A tal proposito, se si vuole risparmiare tempo, è possibile ricorrere ad agenzie specializzate, o istituti quali le Camere di Commercio, per acquistare elenchi già pronti. In molti casi si tratta di da-tabase aggiornati di recente, facili da usare, che possono rivelarsi molto utili per la “conquista” di nuovi mercati.

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1) Come posso rendere più fluido l’impasto di Fugapox quando opero con temperature comprese tra i 5 e 10 gradi?Una piccolissima percentuale di alcol denaturato rende l’im-pasto più fluido senza però alterarne le resistenze mecca-niche. Allo stesso tempo, immagazzinare il prodotto in un locale caldo nei giorni precedenti all’applicazione, in modo che la pasta raggiunga una temperatura di circa 15 °, rende il prodotto facilmente applicabile anche alle basse tempe-rature.

2) Cosa si intende per tissotropia?E’ caratteristica che possiedono alcuni liquidi di variare la loro viscosità quando sottoposti a sollecitazioni di taglio op-pure durante i periodi di quiete. Gli adesivi formulati da Ope-ra, grazie a particolari additivi, sfruttano questa proprietà. Conferita durante l’applicazione una elevata lavorabilità al-l’adesivo e cessate le sollecitazioni al taglio (movimento del-la spatola), detti additivi bloccano la piastrella impedendole di scivolare. La formulazione adottata da Opera permette dunque di impiegare un adesivo molto fluido, dalla ottima lavorabilità, con scivolamento verticale nullo.

3) Qual è la scadenza di un adesivo?Gli adesivi, i sigillanti ed i prodotti a presa normale hanno un tempo di scadenza di 12 mesi, quelli a presa rapida, invece, di 6. Durante questo intervallo il materiale non ha nessuna alterazione nella lavorabilità e nella tenuta.

4) Cos’è il tempo di maturazione?Con questo termine si definisce l’intervallo che intercorre fra la fase di miscelazione dell’adesivo cementizio e il momento in cui la miscela è pronta per l’uso. Tale fase risulta essere molto importante, dunque da non sottovalutare, poiché in questo lasso di tempo tutti gli additivi e le resine contenute nel prodotto sotto forma di polvere hanno la possibilità di idratarsi al meglio e, quindi, sviluppare tutte le proprie carat-teristiche di performance.

5 ) Cos’è la resistenza alla adesione?E’ la resistenza massima per superficie unitaria, misurabile mediante prove a trazione o di taglio. Si tratta di una caratte-ristica che viene misurata secondo ai dettami delle normati-ve comunitarie EN 1348, EN 1324, EN 12003, in funzione del tipo di adesivo.

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L’esperto risponde - a cura di Luca Troiano, Responsabile Tecnico di Opera

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