organizzazione e sistemi di gestione...2013/04/01  · la valutazione del rischio come processo di...

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ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONE GESTIONE A cura di: Massimo Cecchini ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e dell’Accordo tra Stato e Regioni 26 gennaio 2006 CORSO RESPONSABILI DEI SERVIZI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

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ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONEGESTIONE

A cura di:Massimo Cecchini

ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e dell’Accordo tra Stato e Regioni 26 gennaio 2006

CORSO RESPONSABILI DEI SERVIZI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

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ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONEORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONE

• La valutazione del rischio come processo di pianificazione della prevenzione

• La conoscenza del sistema di organizzazione aziendale come base per l’individuazione e l’analisi dei rischi

• Elaborazione di metodi per il controllo della efficacia ed efficienza nel tempo dei provvedimenti di sicurezza presi

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ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONEORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONE

• Gestione = Attività coordinate per guidare e tenere sotto controllo un’organizzazione

• Sistema di Gestione = Insieme di elementi correlati tra loro o interagenti per stabilire politica ed obiettivi e per conseguire tali obiettivi

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ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONEORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONE

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ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONEORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONE

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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO COME LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO COME PROCESSO DI PIANIFICAZIONE DELLA PROCESSO DI PIANIFICAZIONE DELLA

PREVENZIONEPREVENZIONE

• Art. 17 - D.Lgs. 81/2008• Art. 17 - D.Lgs. 81/2008

• Obblighi del datore di lavoro non delegabili– A) La valutazione di tutti i rischi con la

conseguente elaborazione del documento previsto all’art. 28

– B) …

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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO COME LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO COME PROCESSO DI PIANIFICAZIONE DELLA PROCESSO DI PIANIFICAZIONE DELLA

PREVENZIONEPREVENZIONE

VALUTAZIONE DEI RISCHIVALUTAZIONE DEI RISCHI

• Il cardine del nuovo modello organizzativo è costituito dalla valutazione dei rischi

FF Il datore di lavoro ha l’Il datore di lavoro ha l’OBBLIGOOBBLIGO di di effettuare la valutazione dei rischieffettuare la valutazione dei rischi

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CHI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEI RISCHI?CHI EFFETTUA LA VALUTAZIONE DEI RISCHI?

�Il Datore di lavoroin collaborazione con:in collaborazione con:

�il Responsabile del Servizio di prevenzione e protezione

�il Medico competente

previa consultazione delprevia consultazione del�R.L.S.

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In esito alla valutazione il datore di lavoro elabora un “documento” contenente:

• Relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa

• Indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei DPI adottati a seguito della valutazione

• Programma delle misure opportune per il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza

• Individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, e dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri

• Indicazione del nominativo del R.S.P.P., del R.L.S. e del M.C.• Individuazione di mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici che

richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento

IL “DOCUMENTO”IL “DOCUMENTO”

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AUTOCERTIFICAZIONEAUTOCERTIFICAZIONE

Il datore di lavoro delle aziende familiari nonché delle aziende che occupano fino a 10 addetti non è tenuto all’elaborazione del documento, ma deve comunque autocertificare per iscritto l’avvenuta effettuazione della valutazione dei rischi e l’adempimento degli obblighi ad essa collegati.

Con un successivo decreto saranno individuate le attività, soggette a particolari fattori di rischio, che saranno comunque soggette all’elaborazione del documento.

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VALUTAZIONE DEI RISCHIVALUTAZIONE DEI RISCHI

• È la prima delle 21 “misure generali di tutela” (art. 15 D.Lgs. 81/2008)

• È un obbligo del datore di lavoro non non delegabiledelegabile

• Deve comprendere valutazioni specifiche:ü Amianto

ü Rumore

ü Vibrazioni

ü Rischio chimico

ü Atmosfere esplosive

ü M.M.C.

ü Ag. cancerogeni/mutageni

ü Agenti biologici

ü…

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FASI FONDAMENTALI DELLA VALUTAZIONE FASI FONDAMENTALI DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHIDEI RISCHI

• Identificazione dei pericoli

• Identificazione dei lavoratori esposti

• Stima dell’entità delle esposizioni

• Valutazione dell’entità dei rischi

• Individuazione delle misure per eliminare i rischi o ridurli al minimo possibile

• Programmazione delle misure di prevenzione

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LA MATRICE DI VALUTAZIONELA MATRICE DI VALUTAZIONE

3 6 9

321

2 4 6

1

2

3

1 2 3

Magnitudo

Prob

abili

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LA CONOSCENZA DEL SISTEMA DI ORGANIZZAZIONE LA CONOSCENZA DEL SISTEMA DI ORGANIZZAZIONE AZIENDALE COME BASE PER L’INDIVIDUAZIONE E AZIENDALE COME BASE PER L’INDIVIDUAZIONE E

L’ANALISI DEIL’ANALISI DEI RISCHIRISCHI

• Il valutatore può procedere secondo:– Mansioni– Layout impianti/Reparti– Diagramma di flusso– …

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ELABORAZIONE DI METODI PER IL CONTROLLO ELABORAZIONE DI METODI PER IL CONTROLLO DELLA EFFICACIA ED EFFICIENZA NEL TEMPO DEI DELLA EFFICACIA ED EFFICIENZA NEL TEMPO DEI

PROVVEDIMENTI DI SICUREZZA PRESIPROVVEDIMENTI DI SICUREZZA PRESI

•• SISTEMI DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SISTEMI DI GESTIONE PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVOROSALUTE SUL LAVORO– OHSAS 18001– LINEE GUIDA UNI-INAIL PER UN SGSL

•• COMPITI DEI SERVIZI DI PREVENZIONE E COMPITI DEI SERVIZI DI PREVENZIONE E PROTEZIONEPROTEZIONE– D.Lgs. 626/94 ð D.Lgs. 81/2008

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LINEE GUIDA UNILINEE GUIDA UNI--INAIL PER UN SGSLINAIL PER UN SGSLRilevamento e analisi dei risultati e miglioramento del sistema:Rilevamento e analisi dei risultati e miglioramento del sistema:

monitoraggio interno della sicurezzamonitoraggio interno della sicurezza1° Livello: verifica raggiungimento obiettivi- Modalità definite in sede di pianificazione

- Effettuato da personale qualunque (in particolare autocontrollo da parte dell’operatore, del preposto, oltre che verifiche da parte di specialisti sia interni sia esterni)

- per gli aspetti gestionali, meglio se coinvolte persone già responsabilizzate (dirigenti e preposti)

2° Livello: verifica funzionalità sistema- È una “verifica ispettiva interna” avente lo scopo di verificare che il sistema

sia:1. correttamente realizzato (è conforme a quanto pianificato?)2. efficace (consente di raggiungere gli obiettivi?)

- Effettuato da personale competente, obiettivo ed indipendente dal settore soggetto a verifica (può essere personale sia interno sia esterno)

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LINEE GUIDA UNILINEE GUIDA UNI--INAIL PER UN SGSLINAIL PER UN SGSL

• Trattamento n.c. di 1° Livello– richiedono un intervento immediato (correzione)– richiedono una immediata segnalazione: operatore/ preposto à superiore gerarchico à RSGSL

• Trattamento n.c. di 2° Livello– richiedono un riesame della correttezza (nell’applicazione) ed

idoneità delle procedure/ istruzioni e relativi interventi (rispettivamente correzioni ed azioni correttive – es. informazione e formazione, modifica procedure)

• Trattamento incidente– richiede un intervento per eliminarne le cause (azioni

correttive)– richiedono una immediata segnalazione: operatore/ preposto à superiore gerarchico à RSGSL

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LINEE GUIDA UNILINEE GUIDA UNI--INAIL PER UN SGSLINAIL PER UN SGSL

•Il monitoraggio interno deve essere documentato:

– il RSGSL raccoglie le relazioni del monitoraggio di 1° liv. e di 2° liv., insieme con le n.c. rilevate

– (compresi gli incidenti verificatisi) e le azioni conseguenti prese e le segnalazioni del RLS à relazione di monitoraggio

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Rilevamento e analisi dei risultati e miglioramento del sistema:Rilevamento e analisi dei risultati e miglioramento del sistema:

caratteristiche e responsabilitcaratteristiche e responsabilitàà verificatoriverificatoriCaratteristiche:

- competenza (formazione ed addestramento)- esperienza- attitudini (ad es., se più persone, attitudine al lavoro di squadra)

- disponibilità in termini di tempo- indipendenzaResponsabilità ed obblighi:

- rispettare i piani di monitoraggio- essere obiettivi- raccogliere ed analizzare elementi (es. osservazioni e suggerimenti) efficaci

per il monitoraggio

- documentare

LINEE GUIDA UNILINEE GUIDA UNI--INAIL PER UN SGSLINAIL PER UN SGSL

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Rilevamento e analisi dei risultati e miglioramento del sistema:Rilevamento e analisi dei risultati e miglioramento del sistema:

piano di monitoraggiopiano di monitoraggio

Elementi:- Pianificazione temporale verifiche (frequenza)- Attribuzione compiti e responsabilità

- Descrizione metodologie- Definizione delle modalità di trattamento delle non conformitàCriterio base:

- Coerenza del livello di approfondimento e dell’affidabilità del monitoraggio (frequenza verifiche, competenza verificatori, dettaglio registrazioni, interventi di correzione) con il livello di rischio e le misure adottate.

Deve essere documentato!

LINEE GUIDA UNILINEE GUIDA UNI--INAIL PER UN SGSLINAIL PER UN SGSL

Redatto dal RSGSL, approvato dal DdL, sentito il RLSRedatto dal RSGSL, approvato dal DdL, sentito il RLS

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LINEE GUIDA UNILINEE GUIDA UNI--INAIL PER UN SGSLINAIL PER UN SGSLRilevamento e analisi dei risultati e miglioramento del sistema:Rilevamento e analisi dei risultati e miglioramento del sistema:riesame del sistemariesame del sistema• Raccoglie sia le finalità del monitoraggio di 1° livello sia quelle del monitoraggio

di 2° livello• La documentazione in input è preparata dal RSGSL

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GLI OBBLIGHI PER LE AZIENDEGLI OBBLIGHI PER LE AZIENDE

Elezione o designazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezzaIstituzione del Servizio di Istituzione del Servizio di prevenzione e protezione e prevenzione e protezione e nomina del suo Responsabilenomina del suo ResponsabileNomina del medico competenteValutazione dei rischiProvvedimenti di prevenzione e protezioneSorveglianza sanitariaInformazione e formazione dei lavoratori

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IL SERVIZIO DI PREVENZIONE E IL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHIPROTEZIONE DAI RISCHI

Insieme delle personepersone, sistemisistemi e mezzimezzi esterni o interni all'azienda finalizzati all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali nell'azienda, ovvero unità produttiva per i lavoratori

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COMPITI DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E COMPITI DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONEPROTEZIONE

Individuare i fattori di rischio

Valutare i rischi

Individuare le misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro

nel rispetto della normativa vigente sulla base della specifica conoscenza dell'organizzazione aziendale

Elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive e i sistemi di controllo di tali misure

Elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali

Proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori

Partecipare alle consultazioni dei lavoratori e dei loro rappresentanti in materia di tutela della salute e della sicurezza, nonché allariunione periodica

Informare i lavoratori

Individuare i d.p.i. da utilizzare da parte dei lavoratori

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SCELTA DEGLI ADDETTI AL S.P.P.SCELTA DEGLI ADDETTI AL S.P.P.(art. 8 comma 3)(art. 8 comma 3)

Numero sufficientePossesso di capacità necessarieDisposizione di mezzi adeguatiDisposizione di tempo adeguato N.B.: Gli addetti al servizio di prevenzione

e protezione non possono subire pregiudizio a causa dell’attività svolta nell’espletamento del proprio incarico

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MODALITA’ DI DESIGNAZIONE DEGLI MODALITA’ DI DESIGNAZIONE DEGLI ADDETTI AL S.P.P.ADDETTI AL S.P.P.

Comunicazione scritta agli interessati contenente:Compiti che le singole figure professionali dovranno assolvereDecorrenza dell’incarico (data e ora)Scadenza dell’incarico (data e ora)

Nomina del Responsabile del servizio p.p. (verbale di nomina con consultazione RDL)Comunicazioni nominativo RSPP alla ASL e all’Ispettorato del Lavoro territorialmente competenti (raccomandata a.r.)

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QUANDO RICORRERE A SERVIZI QUANDO RICORRERE A SERVIZI ESTERNIESTERNI

Inadeguatezza delle risorse interneIncertezza nella valutazione del rischioAmpliare le esperienze ed elevare il livello di competenzaNecessità di idee fresche e indipendentiValutare rischi non “familiari” (es.: catastrofi)Concepire nuove misure

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ISTRUZIONI AI SERVIZI ESTERNIISTRUZIONI AI SERVIZI ESTERNI

Descrizione del problemaDefinire il lavoro dei servizi esterniDefinire ciò che si considera un buon risultato

FORNIRE:Informazioni aziendali ed obiettiviBudget, scadenze e condizioni“Contatto” internoMetodo richiesto per la redazione del rapportoCriteri di successo

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OBIETTIVI DEL S.P.P.OBIETTIVI DEL S.P.P.

Tutela della salute e dell’incolumità dei lavoratoriIl bene primario per le aziende e quindi per la società è l’uomo. Pertanto tutte le attività del SPP devono tendere alla salvaguardia dell’uomo.

Rispetto della normativa vigente in materia di prevenzione e sicurezza

Il SPP deve garantire l’applicazione e l’attuazione di tutte le disposizioni di legge vigenti in materia di prevenzione e protezione.

Tutela dell’aziendaIl SPP è a disposizione dell’azienda, pertanto tutte le sue azioni, sebbene nel rispetto dei precedenti principi, devono tutelare anche l’azienda.

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PER UN BUON FUNZIONAMENTO PER UN BUON FUNZIONAMENTO DEL S.P.P.DEL S.P.P.

Fattiva collaborazione del datore di lavoroFattiva collaborazione del Rappresentate dei lavoratori per la sicurezzaFattiva collaborazione dei lavoratori

Comunicazione immediata al SPP di:

-Incidenti

-Scampati pericoli

-Novità

In caso di incidente:

- Dichiarazione scritta, firmata, del lavoratore infortunato e dei testimoni

Comunicazione immediata Comunicazione immediata al SPP di:al SPP di:

-Incidenti

-Scampati pericoli

-Novità

In caso di incidente:In caso di incidente:

- Dichiarazione scritta, firmata, del lavoratore infortunato e dei testimoni

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COME OPERA IN PRATICA UN S.P.P.COME OPERA IN PRATICA UN S.P.P.

1. Conferimento dell’incarico2. Sopralluogo preliminare negli ambienti di lavoro con

studio dei cicli produttivi e individuazione dei principali fattori di rischio

3. Consultazione dei lavoratori e del loro Rappresentante per la sicurezza

4. Comunicazione al medico competente dei rischi individuati

5. Individuazione delle aree a rischio grave6. Informazione rapida ai lavoratori esposti a rischi

gravi ed immediati

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COME OPERA IN PRATICA UN S.P.P.COME OPERA IN PRATICA UN S.P.P.7. Sopralluoghi periodici8. Elaborazione, insieme al datore di lavoro, del

“documento” contenente la valutazione dei rischi, le misure di prevenzione e protezione e il programma di attuazione

9. Organizzazione della formazione10. Corsi di formazione11. Prove di evacuazione12. Consulenza per la selezione e l’uso dei DPI13. Riunione periodica ed elaborazione del verbale14. Consulenza per aggiornamenti e rielaborazioni del

“documento”

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MONITORAGGIO DELLA EFFICACIA DEI MONITORAGGIO DELLA EFFICACIA DEI PROVVEDIMENTIPROVVEDIMENTI

Sopralluoghi periodiciConsultazione dei lavoratoriSegnalazioni da parte del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezzaSegnalazioni da parte dei lavoratoriSorveglianza sanitaria

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REVISIONE E RIESAMEREVISIONE E RIESAMECambiamenti nei processiI dati non hanno più valore, oppure la valutazione può essere migliorata, deve essere aggiornata o rivistaLe misure di prevenzione e protezione si rivelano non sufficientiIn conseguenza delle indagini su un incidente (meglio se mancato!)

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Decreto Ministeriale del 05 dicembre 1996Decreto Ministeriale del 05 dicembre 1996Procedure standardizzate per gli adempimenti documentali ai sensProcedure standardizzate per gli adempimenti documentali ai sensi i

dell'art. 4, comma 9, del decreto legislativo 19 settembre 1994,dell'art. 4, comma 9, del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, n. 626, modificato ed integrato dal decreto legislativo 19 marzo 1996, nmodificato ed integrato dal decreto legislativo 19 marzo 1996, n. 242.. 242.

•Le piccole e medie imprese (allegato 1 D.Lgs. 626/94 e succ. modif. e integraz.), tenuto conto della natura del rischio, possono utilizzare il modelloallegato al presente decreto, per la redazione del documento ex art. 4.2 D.Lgs. 626/94•ALLEGATO I D.Lgs. 626/94 - Casi in cui è consentito lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi (art. 10).

1. Aziende artigiane e industriali (1) fino a 30 addetti2. Aziende agricole e zootecniche fino a 10 addetti (2)3. Aziende della pesca fino a 20 addetti4. Altre aziende fino a 200 addetti

(1) Escluse aziende industriali di cui art. 1 D.P.R. 175/88 e succ. modif., soggette all'obbligo di dichiarazione o notifica, centrali termoelettriche, impianti e laboratori nucleari, aziende estrattive e altre attività minerarie, aziende per fabbricazione e deposito separato di esplosivi, polveri e munizioni, strutture di ricovero e cura sia pubbliche sia private.(2) Addetti assunti a tempo indeterminato.

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IL MODELLO: PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTOIL MODELLO: PROGRAMMA DI MIGLIORAMENTOIl programma per il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza è stato fatto come indicato di seguito:

a) è stato definito un programma di controllo delle misure di sicurezza attuate per verificarne lo stato di efficienza e di funzionalità;

b) è stato stabilito un programma di revisione periodica della valutazione dei rischi con le seguenti modalità (indicare le modalità);

c) è in atto/definito/(altro) un piano di informazione e formazione per i lavoratori dipendenti che viene/sarà/è stato svolto:r in collaborazione con le

organizzazioni sindacalir in proprior con la collaborazione di

organismi pariteticir altro (specificare)

d) eventuali altre azioni (in relazione ai risultati della revisione periodica di cui alla lettera b)

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ESEMPIO DI SCHEDAESEMPIO DI SCHEDA DIDI SINTESISINTESI

A B C D

- Vernice del reparto degradata

- Problema di climatizzazione, differenze di temperatura, problemi di umidità - Problemi di ventilazione (odori sgradevoli)

- Spazi tra le macchine che impediscono la movimentazione e la circolazione dei carrelli - Pittogrammi di pericolo sconosciuti - Mancanza di censimento per i posti pericolosi per i provvisori

- Impianto elettrico non verificato - Rumore nel reparto > 87 dB(A) - Portata di carico > 15 kg nelle donne

Impresa:Data:Reparto:Superficie (m2):

Posti di lavoro interessati:Numero delle persone interessate:Numero di macchine:

Page 38: ORGANIZZAZIONE E SISTEMI DI GESTIONE...2013/04/01  · LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO COME PROCESSO DI PIANIFICAZIONE DELLA PREVENZIONE •• Art. 17 Art. 17 --D.LgsD.Lgs. 81/2008. 81/2008

ESEMPIO DI SCHEDA DI PROGRAMMAZIONE ESEMPIO DI SCHEDA DI PROGRAMMAZIONE DELL’INTERVENTODELL’INTERVENTO

- Disposizioni da prendere - Natura del rischio:

- Verifiche:

- Misurazione:

- Ricorso ad uno specialista (medico competente, consulente esterno, organismo autorizzato...)

- Misure immediate di prevenzione:

- Misure di prevenzione a breve termine:

- Misure di prevenzione a medio termine: