p r vv bb - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01scuma/stocont/barra/egemonia/egemonia.pdf ·...

12
“IL TRAMONTO DEL MONDO NON EUROPEO E LEGEMONIA BRITANNICAPROF. VINCENZO BARRA

Upload: phamxuyen

Post on 18-Feb-2019

215 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

““IILL TTRRAAMMOONNTTOO DDEELL MMOONNDDOO

NNOONN EEUURROOPPEEOO

EE LL’’EEGGEEMMOONNIIAA BBRRIITTAANNNNIICCAA””

PPRROOFF.. VVIINNCCEENNZZOO BBAARRRRAA

Page 2: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

2 di 12

Indice

1 CHE COS’È L’IMPERIALISMO? ----------------------------------------------------------------------------------------- 3

2 IL SISTEMA INTERNAZIONALE DOPO IL 1815 -------------------------------------------------------------------- 4

3 L’EGEMONIA DELLA GRAN BRETAGNA E L’ETÀ VITTORIANA ------------------------------------------- 5

4 L’UNIFICAZIONE DELLA GERMANIA -------------------------------------------------------------------------------- 9

BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 12

Page 3: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

3 di 12

1 Che cos’è l’imperialismo?

Per “imperialismo” si intende storicamente la tendenza degli Stati ad estendere l’ambito

territoriale o della loro influenza o del loro potere diretto, attraverso la guerra, dando luogo alla

formazione di imperi. E’ un fenomeno di espansione che in quanto tale si è verificato, anche se con

modalità diverse, in ogni epoca storica.

Gli storici, però, definiscono “età dell’imperialismo” il periodo compreso tra il 1870 e il 1914.

L’espressione si è affermata in epoca vittoriana per indicare la politica del governo di B. Disraeli

(1804-1881) mirante a rafforzare l’impero britannico e che culminò proprio con l’incoronazione

della regina Vittoria a imperatrice delle Indie, nel 1876.

L’uso di indicare quindi il periodo che parte dall’ultimo ventennio del XIX secolo fino alla Prima

guerra mondiale come “età dell’imperialismo” è invalso perché si è rivelato più adatto a dare unità

storiografica a quella che è una fase storica piena di contraddizioni: si è nel pieno della seconda

rivoluzione industriale ma anche della grande depressione economica (dal 1873 al 1896); è il

momento dell’apogeo del liberalismo ma contemporaneamente anche la sua crisi.

Prima di studiare l’età dell’imperialismo propriamente detta, però, vedremo quali siano i suoi

presupposti, per comprendere meglio quello che è stato definito “il tramonto del mondo non

europeo”, le ragioni dello sviluppo dell’egemonia britannica e lo spostamento degli equilibri

europei verso la Germania.

Page 4: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

4 di 12

2 Il sistema internazionale dopo il 1815

Il sistema internazionale dopo la caduta di Napoleone aveva caratteristiche che divennero

elementi stabili nell’epoca successiva al Congresso di Vienna.1

La prima caratteristica fu la costante e poi spettacolare crescita di una economia integrata mondiale.

Sono i decenni della prima rivoluzione industriale che coincidono con quelli dell’egemonia

economica britannica, caratterizzati da progressi di vasta portata in trasporti, comunicazioni,

tecnologia industriale, abbattimento di tariffe doganali. Tutto ciò e il progressivo abbattimento delle

tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di pace e sviluppo

basato sull’armonia dei popoli, in contrasto con le distruzioni e le guerre del settecento e soprattutto

quelle del 1793-1815. La seconda, fu la mancanza di grandi conflitti bellici dopo il Congresso di

Vienna. Ciò non significa che non ci fossero più guerre, ma che i conflitti che si verificarono furono

conflitti regionali tra le potenze europee, riguardo questioni di confini e soprattutto sul problema

delle nazionalità: nel 1859 vi fu la guerra franco-austriaca (II guerra d’indipendenza italiana), la

guerra austro-prussiana nel 1866 (III guerra d’indipendenza italiana), la guerra franco-tedesca nel

1870. Neppure la guerra di Crimea esce da questo quadro di guerre “limitate” nella durata e nello

spazio, e non può essere definita importante. L’unica vera eccezione del periodo fu la guerra civile

americana, che però in Europa non fu ritenuta significativa e non fu percepita in tutta la sua

importanza di guerra “totale”, a causa di alcune sue caratteristiche (lo scenario selvaggio, il fatto

che fosse una guerra civile, la distanza dall’Europa). La terza caratteristica del periodo è che la

tecnologia prodotta dalla rivoluzione industriale iniziò a influire sulla strategia militare e navale,

anche se ciò si verificò soprattutto nella seconda metà dell’Ottocento. Ne risultò che

i cambiamenti nell’equilibrio tra le potenze dovuti ai diversi livelli di sviluppo

industriale e tecnologico influirono probabilmente più della finanza e del credito

sull’esito delle guerre a metà del diciannovesimo secolo.2

Tutte queste condizioni, sin qui elencate, favorirono in modo particolare tra le potenze europee la

Gran Bretagna, proprio per il suo essere la culla della nascita e dello sviluppo della rivoluzione

industriale.

1 Per l’impianto di questo paragrafo, e di parte dei seguenti, si è tenuta presente l’impostazione di P.

KENNEDY in Ascesa e declino delle grandi potenze, Garzanti, Milano 1994, pagg. 215-235 e 249-259.

Page 5: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

5 di 12

3 L’egemonia della Gran Bretagna e l’età vittoriana

Fino a principi dell’Ottocento la produzione agricola era alla base tanto delle società europee

quanto di quelle non-europee e la differenza di reddito pro-capite non era enorme tra le une e le

altre. Il tessitore indiano guadagnava solo la metà di quello europeo prima dell’industrializzazione.

Per contro l’Asia, per l’alto numero della sua popolazione, deteneva il primato della produzione

manifatturiera mondiale. Anche i panni di cotone indiano venivano esportati in Gran Bretagna

prima della rivoluzione industriale. Le cose cambiarono con l’industrializzazione inglese, che fece

aumentare vertiginosamente i livelli di produttività europei tra il 1750 e il 1830. Successivamente

alla Gran Bretagna, poi, anche gli altri paesi europei si industrializzano, in varie ondate, e con essi

gli Stati Uniti d’America. Invece la Cina e l’India videro diminuire il livello delle proprie

produzioni, proprio in proporzione all’aumento europeo. In effetti, anche in termini assoluti

subirono un declino tale da deindustrializzarsi completamente.

L’aumento dell’influenza dell’uomo occidentale fu un aspetto fondamentale della dinamica del

potere mondiale nel XIX secolo. Né esso si manifestò solo nelle attività economiche, ma anche

nella penetrazione di missionari, esploratori, avventurieri. Si calcola che nell’anno 1800 gli europei

controllavano il 35 per cento della superficie terrestre, e nel 1878 ben il 67 per cento, per arrivare,

alla vigilia della prima guerra mondiale, all’84 per cento. Il divario nelle armi da fuoco, così come

quello creato dalla produzione industriale in generale, diede all’Europa risorse di cinquanta o cento

volte quelle dei paesi extraeuropei.

Il dominio mondiale dell’Occidente, scontato fin dai tempi di de Gama, conosceva ora

ben pochi limiti.3

Del resto, già prima del 1815 avevano raggiunto una posizione di dominio mondiale grazie alla

combinazione di predominio navale, credito finanziario, alleanze diplomatiche, abilità commerciali.

La rivoluzione industriale rafforzò la posizione di un paese che era già uscito vincitore dalle lotte

pre-industriali del Settecento e lo trasformò in un paese diverso. Intorno al 1860 ci fu il picco

produttivo dell’Inghilterra, che difatti produceva il 53 per cento del ferro mondiale e il 50 per cento

2 P. KENNEDY , Ascesa e declino delle grandi potenze, cit., pag. 216.

3 Ivi, pag. 224.

Page 6: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

6 di 12

del carbone. Da solo era responsabile di un quinto del commercio mondiale e di due quinti dei

prodotti industriali. Inoltre il suo consumo di energia ricavata da carbone e petrolio era cinque volte

quello degli Stati Uniti e della Prussia e ben 155 volte quello della Russia. A ragione chi viveva

nell’età vittoriana si gloriava dell’unicità del proprio Stato, divenuto il centro di scambio

dell’universo:

Le pianure del Nordamerica e della Russia sono i nostri campi di granoturco; Chicago e

Odessa i nostri granai; il Canada e il Baltico sono le nostre foreste per il legname;

l’Australasia comprende i nostri allevamenti di pecore, mentre le nostre mandrie di

bovini si trovano in Argentina e nelle pianure dell’ovest americano; Londra riceve

argento dal Perù e oro dal Sudafrica e dall’Australia; gli indù e i cinesi coltivano il tè

per noi, e in tutte le Indie si trovano le nostre piantagioni di caffè, zucchero e spezie; La

Spagna e la Francia sono i nostri vigneti e il Mediterraneo il nostro frutteto; e i nostri

campi di cotone, che per lungo tempo hanno occupato il sud degli Stati Uniti, si

estendono ora in tutte le regioni calde del mondo.4

Politicamente, inoltre, il ventennio 1848-1866 fu caratterizzato dalla quasi ininterrotta presenza dei

liberali al governo, il che portò ad un definitivo consolidamento del sistema parlamentare. Si era

però sempre all’interno di un sistema censitario, in cui in base alla legge elettorale del 1832, poteva

votare solo il 15 per cento degli uomini adulti. Paradossalmente, furono i conservatori, sotto la

guida del loro leader Benjamin Disraeli che cercava così di allargare la base di consenso al suo

partito, ad attuare una riforma elettorale, nel 1867, che aumentava quasi di un milione gli aventi

diritto al voto, perché ammetteva chiunque nelle città avesse un domicilio proprio e pagasse le tasse.

Grazie a ciò gli elettori passarono da 1.364.000 a 2.148.000.

Ma alle elezioni del 1868 vinsero i liberali e tornò al governo William Gladstone, che sarebbe

rimasto in carica fino al 1874. Si aprì una stagione di riforme che andarono dalla istruzione alla

amministrazione pubblica. Fu abolito anche il “voto palese”, potente strumento di condizionamento,

e stabilito il principio della segretezza del voto (Ballot Act, 1872).

Ritornato al governo Disraeli, diede un forte impulso alla politica coloniale inglese, che culminò

con la incoronazione della regina Vittoria a imperatrice dell’India.

4 Ivi, pag. 226.

Page 7: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

7 di 12

Prendeva, così più definitivamente corpo un vero e proprio «mito» della stessa regina.

Vittoria si trovava allora a impersonare con forte segno carismatico il nesso tra tutte le

molteplici componenti di una grande e complessa realtà come quella britannica del

tempo: dalla tradizione istituzionale alla potenza europea e mondiale, dalla prassi e

dall’idea imperiale al consenso sociale, dalle dimensioni morali e culturali allo spirito

del British way of life…5

Sotto il governo Disraeli si ebbero anche alcune importanti riforme sociali a riguardo degli operai,

la salute pubblica e il diritto di sciopero. Sconfitto alle elezioni nel 1880, Disraeli sarebbe poi morto

l’anno successivo, lasciando campo libero al suo rivale Gladstone, per opera del quale una nuova

legge elettorale nel 1884 allargò ancora di più il corpo elettorale, perché le stesse disposizioni del

1867 venivano estese alla campagna, giungendo quindi ad un suffragio maschile quasi universale.

Ma più che in politica interna, i punti su cui liberali di Gladstone e conservatori di Disraeli si erano

divisi maggiormente furono la politica estera e il problema dell’Irlanda. Inoltre, la crescente potenza

industriale non era indirizzata a tradursi automaticamente in potenza militare di uomini e mezzi. Lo

stesso liberismo, su cui era fondato il sistema economico inglese, predicava la pace eterna, basse

spese militari, libertà per l’individuo e l’economia. La modernizzazione dell’industria e delle

comunicazioni in Gran Bretagna, perciò, non fu accompagnata da un automatico miglioramento

dell’esercito, che anzi venne tenuto al minimo, tanto che l’età vittoriana fu la meno militarizzata

nella storia d’Inghilterra. La conseguenza fu che la potenza bellica inglese non rifletteva le

dimensioni dell’economia britannica nel mondo. Anche una guerra limitata come quella di Crimea

mise duramente alla prova il sistema. Inoltre, i vittoriani avevano sempre meno entusiasmo per gli

interventi in Europa, limitati a interventi navali e rivolti sempre alla periferia (come in Portogallo, o

in Spagna, o ai Dardanelli). Anche nelle vicende dell’unificazione italiana l’Inghilterra fu semplice

spettatrice, e lo stesso accadde quando la Prussia sconfisse prima l’Austria nel 1866, e poi la

Francia 4 anni dopo.

Questo perché, fino alla metà dell’Ottocento, la Gran Bretagna fu una potenza di tipo diverso, che

non si poteva giudicare secondo i canoni tradizionali dell’egemonia militare. Essa era

effettivamente superiore nei suoi punti di forza: nel campo navale; nel campo finanziario; e aveva

5 G. GALASSO, Storia d’Europa. Età contemporanea, vol.3, pag. 51.

Page 8: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

8 di 12

un impero coloniale in costante espansione. Ma allo stesso tempo aveva anche dei punti di criticità

molto forte: per esempio, la Gran Bretagna inevitabilmente contribuì allo sviluppo di altre nazioni,

favorendone la industrializzazione, cosa che alla lunga avrebbe dato a tutti i paesi eguali vantaggi e

possibilità; anche la crescente dipendenza della economia britannica dagli scambi e dalla finanza

internazionali diventava un punto debole in caso di conflitto, quando i mercati si sarebbero chiusi.

Come tutte le civiltà all’apice della fortuna, gli inglesi erano portatati a credere che la loro

condizione fosse naturale ed eterna. Cosa che non fu.

La guerra di Crimea (1854-56), in questo senso, rivelò la particolarità dell’impero britannico, la cui

forza economica non si rifletteva in quella militare. Lo zar Nicola I aveva, infatti, occupato i

territori della Moldavia e Valacchia facenti parte dell’Impero ottomano ma abitati da cristiani

ortodossi. E Napoleone III, aspirando ad allargare l’influenza francese nel Medio Oriente, dichiarò

guerra alla Russia insieme all’Inghilterra nel 1854.

Ma la Crimea segnò un duro colpo per gli inglesi in favore della Francia che si spostava sempre più

al centro della scena europea mentre la Gran Bretagna se ne allontanava, non solo perché la sua

opinione pubblica era sempre più restia a farsi coinvolgere nelle questioni europee, ma anche

perché si scoprì con un potenziale militare troppo limitato. Infatti, l’esercito inglese era piccolo e

creato per scopi essenzialmente difensivi, senza nemmeno la possibilità di reclutare riserve che non

fossero volontari stranieri, reclutati con imbarazzo tramite i giornali. La marina invece, nettamente

la maggiore del mondo, non potette essere usata in battaglia perché quella russa si era ritirata in

porti fortificati. Certo la guerra di Crimea fu soprattutto per la Russia, che la perse, una sconfitta

umiliante da cui derivò la consapevolezza di dovere fare delle riforme: per prima cosa l’abolizione

della servitù della gleba (1861), e in secondo luogo l’incoraggiamento della produzione industriale

colle imprese pubbliche su larga scala, dal 1860 in poi. Ma anche per la Gran Bretagna segnò una

svolta, perché furono decisi ingenti stanziamenti per ampliare l’esercito e renderlo più adeguato.

A ben ragione, comunque,

l’«età vittoriana» sarebbe apparsa […] come la replica, su un piano ancora più alto e più ampio e di

maggiore consistenza, dell’altra grande epoca della storia nazionale rappresentata dall’«età

elisabettiana». La regina [Vittoria] avrebbe, anzi, fornito all’Europa contemporanea uno dei modelli

più prestigiosi di regalità e avrebbe efficacemente rilanciato, col proprio, il prestigio dell’istituto

monarchico dentro e fuori del suo paese. efficacemente rilanciato, col proprio, il prestigio

dell’istituto monarchico dentro e fuori del suo paese.6

6 Ibidem.

Page 9: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

9 di 12

4 L’unificazione della Germania

La guerra di Crimea aveva compromesso la vecchia diplomazia basata sul concerto europeo,

perché le maggiori potenze non solo si erano divise, ma avevano combattuto fra loro. Aveva inoltre

avuto come effetto che Gran Bretagna e Russia, per motivi molto diversi, rinunciassero a intervenire

direttamente in Europa. Rimaneva però campo libero all’egemonia francese. In pieno sviluppo

finanziario, industriale e coloniale, appariva la forza decisiva per la soluzione delle questioni

tedesche e italiane. Ma le mancanze militari francesi furono notevoli già nella guerra franco-

austriaca del 1859.

Intanto, quando Guglielmo I succedette a Federico Guglielmo IV, suo fratello, nel 1861, iniziò

un’opera di potenziamento dell’esercito. Dal rifiuto del parlamento ne nacque un conflitto che in

Prussia si risolvette decisamente a vantaggio della corona, a differenza di altri paesi, come l’Italia: il

cancelliere perciò era responsabile solo davanti al re e doveva avere solo la sua fiducia e non quella

del parlamento. Divenuto cancelliere Otto von Bismark nel 1862, convinto che il problema

dell’unità si sarebbe risolto solo «col ferro e col sangue», proseguì nell’opera di rafforzamento

dell’esercito, scavalcando il parlamento. Bismark sfruttò la massima influenza della rivoluzione

industriale sull’esercito e i metodi di combattimento, e la Prussia dal 1860 fece una vera e propria

“rivoluzione militare”, che fu alla base della unificazione germanica e della politica europea della

fine del secolo. Basti pensare che l’esercito prussiano passò da quaranta mila unità a

quattrocentomila. Gli altri caratteri della rivoluzione militare prussiana furono:

1. Non venivano permesse sostituzioni e tutti i cittadini erano soggetti alla leva obbligatoria. Si ebbe

così un esercito di prima linea molto numeroso rispetto alla popolazione, soprattutto in confronto

con le altre potenze.

2. L’esercito non era solo numericamente numeroso, ma alche qualitativamente rilevante,

considerato che il livello di istruzione elementare nel paese era molto alto.

3. Lo Stato maggiore era un organo permanente, ed era inteso come una sorta di “cervello”

dell’esercito, che doveva coordinare e pianificare gli scenari di guerra.

Da tutto ciò, insieme all’abile diplomazia di Bismark che aveva fatto in modo che nessuna altra

potenza intervenisse nella guerra, si comprende meglio la fulminante vittoria a sorpresa sull’Austria

nel 1866, e la battaglia di Sadowa, a 15 km da Vienna.

Page 10: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

10 di 12

Una volta sconfitta l’Austria, per raggiungere l’unità bisognava eliminare la Francia, che però

sembrava molto più forte. Aveva, infatti, il miglior fucile del mondo, lo chassepot, oltre ad una

nuova arma segreta, la mitragliatrice che sparava 150 colpi al minuto. Inoltre, la sua Marina era

superiore a quella prussiana. Prendendo a pretesto la questione della successione spagnola,

Napoleone III, il 19 luglio 1870, dichiarò guerra alla Prussia. La guerra, come quella con l’Austria,

fu velocissima e sorprendente: lo stesso Napoleone III fu fatto prigioniero, e il II impero (1852-

1870) venne rovesciato a Parigi il 4 settembre 1870. La superiorità della flotta francese fu del tutto

inutile. Il 18 gennaio 1871, nel salone degli specchi della reggia di Versailles nacque solennemente

la Germania unita di cui Guglielmo I venne proclamato imperatore.

Alla traumatica conclusione del conflitto per la Francia, fece seguito la nascita della Terza

Repubblica e della guerra civile. Parigi infatti insorse contro la Repubblica moderata dando vita al

più radicale esperimento di democrazia diretta mai sperimentato in Europa, quello della Comune, la

quale abolì la distinzione fra poteri esecutivo e legislativo, sostituì l’esercito con milizie popolari

armate, e prese diversi provvedimenti a carattere sociale. Ma isolata dal resto del paese, le cui

province e realtà rurali avevano convinzioni moderate ed erano dalla parte della Repubblica, la

Comune non poteva avere lunga vita. Infatti, nel maggio 1871 Parigi fu occupata dalle truppe

regolari repubblicane, che posero fine al movimento rivoluzionario parigino.

Il trionfo della Prussia, comunque, fu innanzitutto il trionfo della sua organizzazione, della sua

economia e del suo sistema militare. La Germania nel suo complesso aveva una popolazione già più

numerosa della Francia, ferrovie più sviluppate e costruite appositamente per scopi militari. Dopo il

1870 per merito di Bismark l’Europa fu dominata dalla Germania per i 20 anni che seguirono: tutte

le strade diplomatiche portavano ora a Berlino. Il panorama del 1815 era cambiato del tutto: La

Prussia-Germania di Bismark diveniva il più potente Stato europeo mentre nel 1815 era stato il più

debole. Vi era anche un’altra potenza nuova, l’Italia, che però a causa della sua arretratezza

economica faticava ad affermarsi come tale. Sia l’Italia che l’Austria-Ungheria gravitavano sempre

più intorno a Berlino. Già all’epoca e ancora oggi, il 1870 fu considerato uno spartiacque storico.

Va osservato, inoltre, come né gli Stati Uniti né il Giappone facessero ancora parte del sistema,

ancora tutto eurocentrico.

Gli unici rivali che restavano, perciò, per la Germania erano a quel punto solo Gran Bretagna e

Russia. Con la Russia e l’Austria, Bismark stipulò il cosiddetto “patto dei tre imperatori”, in

funzione antifrancese. Punto fisso della diplomazia di Bismark infatti, fu sempre quello di tenere la

Francia isolata diplomaticamente. Nel 1882 tra Germania, Austria e Italia si costituì la Triplice

Page 11: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

11 di 12

Alleanza, un accordo difensivo sempre in funzione antifrancese, La Russia, intanto, si era scontrata

con l’Austria per i Balcani, ma Bismark, per tenerla agganciata alla Germania, stipulava con essa un

trattato di “controassicurazione”. Ma oramai la Russia era sulla via del riavvicinamento con la

Francia che sfociò, poi, nell’alleanza del 1891. Con la morte di Guglielmo I nel 1888 iniziò il

declino di Bismark, che fu costretto alle dimissioni nel 1890 da Guglielmo II e alla politica di

equilibrio del cancelliere si sarebbe sostituita la politica di potenza del nuovo imperatore.

Concludendo, fu chiaro che le potenze sconfitte in questo periodo furono quelle che avevano

mancato di fare una propria rivoluzione militare nella metà del secolo: cioè adozione di nuove armi,

mobilitazione e equipaggiamento, eserciti enormi, ferrovie e mezzi di comunicazione predisposti

appositamente per fini bellici, ed una base industriale capace di mantenere le forze armate nella

durata del conflitto.

Fino al 1860, beneficiaria del clima di pace, di progresso tecnico e stabilità del sistema delle

potenze, creato nel 1815, era stata la Gran Bretagna, che raggiunse l’apice alla fine degli anni ’60

come potenza produttiva e influenza mondiale. Le potenze meno industrializzate (come Austria e

Russia) perdettero sempre più terreno e posizioni. Fu, anzitutto, lo sviluppo industriale a

comportare la disgregazione della pentarchia di Vienna fra Francia, Russia, Austria, Prussia e Gran

Bretagna, poiché alcuni di essi erano diventatati due o tre volte più forti degli altri. Del resto, la

mancanza di guerre nel periodo dell’egemonia bismarkiana dopo il 1870 poteva fare pensare

all’avvento di un nuovo equilibrio altrettanto duraturo dopo Vienna, invece si sarebbero verificati

altri sviluppi industriali e tecnologici capaci di cambiare ulteriormente gli equilibri economici e

politici del mondo, in modo ancora più rapido di quanto fosse mai successo fino ad allora.

Page 12: P R VV BB - video.unipegaso.itvideo.unipegaso.it/01SCUMA/StoCont/Barra/Egemonia/Egemonia.pdf · tariffe doganali, fecero pensare all’avvento di un nuovo ordine internazionale di

Università Telematica Pegaso Il tramonto del mondo non europeo

e l’egemonia britannica

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

12 di 12

Bibliografia

E.J. FEUCHTWANGER, Democrazia e Impero. L’Inghilterra fra il 1865 e il 1914, Bologna

1989

F. FURET, Il secolo della rivoluzione, Milano 1989

G. GALASSO, Storia d’Europa. Età moderna, vol. 3, Roma-Bari 1996

E. GRENDI, L’Inghilterra vittoriana, Firenze 1975

E.J. HOBSBAWM, L’età degli imperi 1875-1914, Roma-Bari 1984

P. KENNEDY, Ascesa e declino delle grandi potenze, Milano 1994

G. RITTER, I militari e la politica nella Germania moderna, vol I, Da Federico il Gran-de

alla prima guerra mondiale, Torino 1967

M. STÜRMER, L’Impero inquieto. La Germania dal 1866 al 1918, Bologna 1986

A.J.P. TAYLOR, L’Europa delle grandi potenze, Bari 1961