pagine da aqa numero 2
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PER UNA NUOVA CULTURA ACQUATICA
4 | AQA | NUMERO 2 | Luglio-Dicembre 2016
“Ho lasciato la laurea appesa al chiodo e mi sono dedicato interamente al nuoto, con grandi soddisfazioni professionali e nessun rammarico.”
intervista a cura di
e
Presso il centro federale di Ostia incontriamo Cesare Butini, direttore tecnico della squadra nazionale di nuoto.
Che giudizio dai della spedizione azzurra a Rio?
Il bilancio è sicuramente positivo. Alla grande sod-disfazione per i risultati di Gregorio Paltrinieri e Ga-briele Detti si accompagna il rammarico per il quarto posto di Federica Pellegrini, che sappiamo quanto si è impegnata per preparare questo appuntamento - come tutti noi, del resto.Il resto della squadra avrebbe certamente potuto fare meglio, visti anche gli eccellenti risultati degli Euro-pei di maggio, anche se ci sono state prestazioni ot-
time come l’ingresso in finale delle due staffette fem-minili, la conferma della 4x200 maschile.Pur recriminando sulla sfortuna che ha tenuto fuori dalle finali due staffette per nove centesimi, bisogna ammettere che non tutto non ha girato per il verso giusto: da una squadra che nel quadriennio ha otte-nuto risultati straordinari, e che ho avuto l’onore di condurre insieme a uno staff di altissimo livello, ci si aspettava onestamente qualcosa in più.
Torniamo sulle punte. Nel corso di un incontro con i coordinatori regionali SIT (clicca sul QR code che trovi in fondo alla pagina per il video) Gabriele Paltrinieri raccontava le sue sensazio-ni prima della finale, dicendosi particolarmente
LUCA RASI
FEDERICO GROSS
CESAREBUTINI
PER UNA NUOVA CULTURA ACQUATICA
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Marco Tornatore
Lealtà e rispetto: lo sconfitto agli italiani assoluti del 1979 era un suo atleta; il vincitore pure. A squadra riunita, il Boss, come lo chiamavano i suoi atleti, si compiacque più con il secondo che con il vincitore, perché il perdente se la prese con la piastra d’arrivo (vigoroso pugno), per poi girarsi verso il suo compa-gno di allenamenti e amico manifestandogli autentico compiacimento per la sua vittoria. Un gesto frutto di una sana rivalità, costruita, arginata ed educata da un vero Maestro, quale Gianni era.Educazione e regole: nel corso di una serie strong (20x200 a 2’40’’, uno a stile libero e uno a delfino) a ritmi infernali tenuti dai suoi atleti di punta. Uno dei suoi nuotatori più veloci, mentre affrontava l’ultimo 200 a farfalla, nel superare un doppiato, si scontra in virata con il medesimo, perché questi taglia. All’arri-vo il Boss rimprovera lo stremato delfinista per aver rallentato il ritmo; al che, il provatissimo atleta, ingiu-
stamente ripreso, istintivamente e con enfasi manda a quel paese Gross e chi lo aveva intralciato in virata. Gianni si avvicina al bordo vasca, invita il furioso ad uscire e, appena questi accenna ad emergere, lo afferra per i capelli, lo tira su dall’acqua e gli sferra due ener-gici ceffoni. Non aveva importanza che il malcapitato avesse la sua ragione, che fosse campione italiano e maggiorenne. Contavano rispetto e disciplina, uguali indistintamente per tutti, campioni e meno fortunati. Lo schiaffeggiato si risentì molto, ma dopo due giorni era in corsia ad allenarsi: Gross aveva sempre ragione. I leader, anche se talvolta sbagliano, comunque inse-gnano parecchio. Nessuno di quel gruppo osò mai più apostrofare alcun allenatoreSostegno, ma inflessibile. Mattina, ore 5.45, primo al-lenamento. Dopo un riscaldamento sostenuto, il Boss annuncia la serie centrale della prima seduta del gior-no: 5x400 con partenza ogni 7’, stile di gara. Quindi delfinisti a delfino. Io ero fra questi. Sarà che la sera prima si era fatta una serie di 40x100 a 1’15, sarà che alla mattina quel lavoro in VO2max era indigeribile,
Il 30 giugno, dopo tre anni di grande sofferenza, se n’è andato Gianni Gross. Figura centrale del nuoto italiano come atleta, allenatore, dirigente. Abbiamo chiesto un ricordo a tre persone che, in momenti e con ruoli diversi, hanno condiviso porzioni importanti della vita del fondatore del Team Veneto.
GIANNI GROSS(1942-2016)
PSICOPEDAGOGIA
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IL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO (DSA):
CONSIGLI PRATICI PER GLI ISTRUTTORI
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PER UNA NUOVA CULTURA ACQUATICA
FOBIA DELL’ACQUA: ASPETTI PSICOLOGICI
E PERSONOLOGICI
Nuove frontiere per l’educazione
all’acqua
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DIAGNOSI FUNZIONALE SECONDO L’ICF E RUOLO
DELL’ISTRUTTORE DI NUOTO COME FATTORE CONTESTUALELa classificazione dell’OMS del 2002 si discosta nettamente dalla precedente visione di handicap, disa-bilità e menomazione e rivisita, ampliandola, la legge 104 del ’92 (Legge-quadro per l’assistenza, l’integra-zione sociale e i diritti delle persone handicappate). Rappresenta un diverso approccio ai “bisogni speciali” delle persone in difficoltà e critica l’impianto medicalizzante del precedente modello ufficiale di Diagnosi Funzionale proponendo un approccio più a carattere pedagogico. Questo lavoro, apparentemente avulso dalle logiche “sportive”, trova invece nel campo del nuoto e della disabilità un’applicazione del tutto eccezionale.
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LA PREPARAZIONE FISICA DEL PALLANUOTISTA
PRIMA PARTE L’allenamento del pallanuotista
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IDEE PER UNA STORIA CULTURALE DEL NUOTO
Un libro originale e dalla scrittura sapiente ci introduce alla storia del nuoto attraverso le arti, la letteratura, la fi losofi a, il cinema ecc. L’autore, Charles Sprawson, ha voluto ripetere l’impresa di Byron,
attraversando a nuoto l’Ellesponto.
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Il nuoto come “elisir” di una lunga vita attiva
Il progetto europeo “Lifelong Swimming” per sperimentare nuove forme di
invecchiamento attivo.
PER UNA NUOVA CULTURA ACQUATICA
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TRAZIONI ALLA SBARRA: istruzioni per l’uso
Le trazioni alla sbarra sono un semplice ma complesso esercizio, e lo troviamo (o dovremmo trovare) abbastanza frequentemente nei programmi per lo sviluppo della forza dei nuotatori.È semplice perché non richiede particolari attrezzature.
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LA COGENERAZIONE NEGLI IMPIANTI NATATORI
In questo articolo viene presentata la cogenerazione come possibile soluzione per combinare risparmi energetici ed economici per i centri natatori.
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