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17 La preparazione mentale nella pallavolo LA MENTE CAP. I Sedere comodamente in un luogo silenzioso. Respirare profondamente, lentamen- te, regolarmente, ad occhi chiusi, essere rilassa. In questa condizione pensare per esempio ad essere sulla spiaggia e guardare il mare. Guardare il movimento delle onde. Senre la compaezza della sabbia sot- to i piedi, il calore del sole sul corpo. Rievocare i vol delle persone care. Udire il suono delle loro voci. Assaporare la sensazione piacevole che procurano. Ricor- dare l’ulmo pranzo gustoso che si è fao. Assaporare il gusto di quel buon cibo. Ricordare il suo profumo, il suo sapore. Rivivere la sensazione di piacere di quan- do si mangiava. Richiamare alla mente di essere soo la doccia. Senre il tocco dell’acqua. Avverre le sensazioni che si provano asciugandosi. Indossare i ves in sequenza. Essere consapevoli delle sensazioni che procura indossare ogni capo di vesario. Ricordare un brano musicale preferito. Assaporare come ci si sente. Vedere le immagini che crea. Lasciare che la mente crei tuo quello che desidera. Infine ricordare una prestazione molto buona. Usare tu i sensi e rivivere tue le emozioni che questo processo procura. ESERCIZIO ABITUARSI A PERCEPIRE I PROPRI SENSI Se il giocatore è un razionale e quindi usa più il lato sinistro dovrà: ulizzare le visualizzazioni, affidarsi di più all’isnto, variare di più le sue azioni, prestare mag- giore aenzione alle proprie emozioni, sensazioni e al loro ritmo interno. Viceversa, se il giocatore è un isnvo cioè usa di più il lato destro dovrà: pianifica- re la propria azione di gioco in deaglio, cercare una successione consequenziale di azioni, seguire una lista di cose da fare, usare maggiormente la logica, ascoltare i deagli delle conversazioni, prendere delle decisioni prevenvamente, prestare molta aenzione ai propri movimen, al proprio equipaggiamento. ESERCIZIO SVILUPPO DEL LATO OSCURO

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Page 1: Pagine da "La preparazione mentale nella pallavolo", di Roberto Casadei

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La preparazione mentale nella pallavolo LA MENTE CAP. I

Sedere comodamente in un luogo silenzioso. Respirare profondamente, lentamen-te, regolarmente, ad occhi chiusi, essere rilassati . In questa condizione pensare per esempio ad essere sulla spiaggia e guardare il mare. Guardare il movimento delle onde. Senti re la compatt ezza della sabbia sot-to i piedi, il calore del sole sul corpo. Rievocare i volti delle persone care. Udire il suono delle loro voci. Assaporare la sensazione piacevole che procurano. Ricor-dare l’ulti mo pranzo gustoso che si è fatt o. Assaporare il gusto di quel buon cibo. Ricordare il suo profumo, il suo sapore. Rivivere la sensazione di piacere di quan-do si mangiava. Richiamare alla mente di essere sott o la doccia. Senti re il tocco dell’acqua. Avverti re le sensazioni che si provano asciugandosi. Indossare i vesti ti in sequenza. Essere consapevoli delle sensazioni che procura indossare ogni capo di vesti ario. Ricordare un brano musicale preferito. Assaporare come ci si sente. Vedere le immagini che crea. Lasciare che la mente crei tutt o quello che desidera. Infi ne ricordare una prestazione molto buona. Usare tutti i sensi e rivivere tutt e le emozioni che questo processo procura.

ESERCIZIO

ABITUARSI A PERCEPIRE I PROPRI SENSI

Se il giocatore è un razionale e quindi usa più il lato sinistro dovrà: uti lizzare le visualizzazioni, affi darsi di più all’isti nto, variare di più le sue azioni, prestare mag-giore att enzione alle proprie emozioni, sensazioni e al loro ritmo interno. Viceversa, se il giocatore è un isti nti vo cioè usa di più il lato destro dovrà: pianifi ca-re la propria azione di gioco in dett aglio, cercare una successione consequenziale di azioni, seguire una lista di cose da fare, usare maggiormente la logica, ascoltare i dett agli delle conversazioni, prendere delle decisioni preventi vamente, prestare molta att enzione ai propri movimenti , al proprio equipaggiamento.

ESERCIZIO

SVILUPPO DEL LATO OSCURO

Page 2: Pagine da "La preparazione mentale nella pallavolo", di Roberto Casadei

La preparazione mentale nella pallavoloCAP. II PRESTAZIONE MENTALE

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Lo stesso può succedere al libero che ha diffi coltà con la batt uta che viene da p5. “Ancora quel batti tore. Da quella parte ricevo sempre male. Quella palla mi fa sem-pre punto. Non so fare a ricevere a sinistra”. Questa idea crea uno stato di insicurezza che provocherà una rigidità dei gesti tecnici con una ricezione imprecisa che raff orzerà la credenza negati va di non saper fare questa ricezione. Se il giocatore parte col credere che un obietti vo sia impossibile, quell’obietti vo gli sarà precluso. Se l’atleta avrà la convinzione di non farcela, che non è all’altezza, che sia troppo diffi cile, così sarà. Fortunatamente il circolo vizioso visto prima è valido anche al contrario: se il gioca-tore crede di farcela, è sicuro del successo, può sfrutt are pienamente tutt e le sue qualità e l’azione che ne seguirà sarà di alto livello qualitati vo con risultati positi vi che radicheranno in lui l’idea di essere forte. Nel tempo tale processo strutt ura una persona solida in grado di dare il massimo delle sue capacità.

Se l’allenatore dice: “fai un pallonett o” e il giocatore pensa: “devo fare una bella rincorsa, fi ntare l’att acco, così spiazzerò la difesa e colpire la palla da sopra, così la palla cadrà corta dietro al muro”, allora userà tutt e le sue risorse, la rincorsa sarà aggressiva, fi nterà l’att acco, terrà la mano morbida per modulare il colpo. Verrà fuori

Credenze (+) crediamo di farcela

Risorseelevata % di risorse usate

Risultati alta % buoni

Azioni (+) alto livello qualitati vo

AUMENTA AUTOSTIMAstrutt urazione di una persona solida in grado di dare il massimo delle sue capacità

Figura 4

Page 3: Pagine da "La preparazione mentale nella pallavolo", di Roberto Casadei

La preparazione mentale nella pallavolo QUALITÀ DEL GIOCATORE CAP. III

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Quando il giocatore usa parole o frasi positi ve nel dialogo interno oppure si con-centra sugli aspetti positi vi della prestazione, avrà una moti vazione alta. Viceversa, quando la mente è investi ta da messaggi negati vi o si fi ssa solo su gli errori fatti nella prestazione, la moti vazione dell’atleta risulta scarsa. All’approssimarsi di una gara importante, se il giocatore resta calmo, dimostra sicurezza e la moti vazione è alta, mentre se il suo stato di tensione è elevato, la sua sicurezza è scarsa come scarsa sarà la sua moti vazione. L’atleta fortemente moti vato sa cosa deve fare per vince-re, ha chiaro l’obietti vo per raggiungere il successo, mentre il giocatore con scarsa moti vazione è distratt o, poco concentrato, gioca per giocare. Una forte moti vazione spinge l’atleta a pensare positi vo, a visualizzare azioni vincenti , ad avere la massima fi ducia in se stesso man mano si avvicina la parti ta. I giocatori con scarsa moti vazio-ne non sono in grado di visualizzazione e se ci riescono, pensano ad immagini nega-ti ve supportate da dubbi e incertezze. Il giocatore fortemente moti vato è in grado di aff rontare la prestazione mediocre in modo realisti co, sincero, mentre chi ha una scarsa moti vazione preferisce evitare di parlarne oppure si deprime in modo ecces-sivo. Una forte moti vazione fa avere al giocatore obietti vi a lungo o a breve termine per migliorare la prestazione, mentre l’atleta con scarsa moti vazione si allena per abitudine, senza parti colari fi ni. L’atleta moti vato sa bene i moti vi per cui tali obietti vi sono importanti per lui, mentre il giocatore poco moti vato non si pone domande e non si chiede il perché delle cose. Un’alta moti vazione porta il giocatore ad assu-mersi la responsabilità di un fallimento anziché incolpare altri fatt ori, a concentrarsi sul futuro anziché sul passato, ad impegnarsial massimo ed essere soddisfatt o che i compagni, gli amici, i genitori lo apprezzino e questo apprezzamento potenzia enor-memente la sua moti vazione, mentre l’atleta scarsamente moti vato non si interessa del giudizio negati vo degli altri, non ha reazioni o se reagisce è per irritarsi.

1) Il giocatore deve visualizzare uno stato non moti vato con tutt e le sue caratt eristi che negati ve (sono andato ad allenamento che non ne avevo voglia) e poi uno moti vato (ho voluto con tutt o me stesso riuscire a difendere quei palloni) ponendo att enzione a tutt o ciò che funziona. L’atleta deve notare le diff erenze da uno stato all’altro. Un giocatore non deve desiderare qualcosa, ma la deve volere con tutt o se stesso. Il desiderio di solito resta tale, mentre ciò che si vuole sul serio è ciò che poi si otti ene. L’obietti vo è passare dal desiderare al volere.

2) Il giocatore deve scegliere qualcosa che desidera (“desidero far parte dei ti tolari”). Deve en-trare nello stato desiderio, creare un’immagine e segnare tutt e le submodalità: come la vede (a colori, lontana, in movimento, sfocata), cosa ode (suoni, rumori), cosa sente (emozione, sen-sazioni). Deve pensare poi a qualcos’altro per alcuni secondi. Poi deve scegliere qualcosa che è un “voglio” per lui (“voglio diventare un bravo att accante”). Deve entrare quindi nello stato del volere e scrivere tutt e le submodalità. Fa poi qualcos’altro per cambiare stato mentale per qualche minuto. Poi prende le due liste di submodalità dei due stati e sceglie quelle che diff e-riscono maggiormente. Per esempio: l’immagine dello stato desiderio è sfocata mentre quella dello stato volere è niti da; la prima è fi ssa, mentre l’altra è in movimento; l’emozione della prima è debole, mentre della seconda è forte; nella prima l’atleta è rilassato, mentre nella seconda è grintoso. Quindi ritornando allo stato “desiderio” il giocatore cambia le submodalità con quelle dello stato “voglio”. A quel punto l’immagine dello stato “desiderio” diventerà niti da, in movi-mento, sviluppando una forte emozione con l’atleta pieno di carica agonisti ca. Il giocatore deve notare la diff erenza che ciò determina nella moti vazione di conseguire quell’obietti vo.

ESERCIZIO

ESERCIZI PER LA MOTIVAZIONE

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La preparazione mentale nella pallavolo POTERE È AGIRE CAP. IV

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4.2 Percorso per raggiungere una prestazione otti male nella pallavoloL’atleta deve scegliere un’area-obietti vo generale (l’att acco) o nella prestazione (la schiacciata in parallela) che deve essere migliorata. Deve individuare una situazione in cui vorrebbe avere un maggior controllo personale (att acco in rigiocata). Deve scegliere una capacità mentale che vorrebbe raff orzare (controllo della distra-zione). Il giocatore deve accertarsi di aver scelto un’area signifi cati va su cui puntare per ott enere cambiamenti positi vi. Deve usare il test di valutazione personale a 10 domande considerando il suo obietti vo. Lo scopo è individuare le aree che desidera migliorare o quelle azioni che desidera non fare più. L’atleta deve chiedersi:

Cosa voglio migliorare di più in questo mo-mento? l’att acco

Cosa voglio cambiare o su cosa voglio agire in modo più conti nuo? controllo della distrazione

In quali circostanze è maggiore il bisogno di cambiamento? durante incontri impegnati vi

Che aspett ati ve sono riposte in me? elevate perché sono uno schiacciatore

A cosa penso? alla gente che mi guarda

Cosa sento? paura di non farcela

Su cosa mi concentro in quei casi? sul punteggio della parti ta

Quanto e perché è importante migliorare la prestazione in quest’area-obietti vo?

è molto importante perché il mio att acco deve essere più effi cace per la squadra

Cosa è successo, cosa dicevo a me stesso, su cosa ero concentrato quando la mia concentrazione è stata massimale e la mia prestazione otti ma?

l’att acco è stato vincente, credevo piena-mente in me stesso, ero focalizzato sulle azioni da fare per att accare al meglio

Cosa è successo, cosa dicevo a me stesso, su cosa ero concentrato quando la mia con-centrazione è stata minima e la mia presta-zione scarsa?

l’att acco è stato ineffi cacie, mi dicevo non ci riesco, non ce la faccio, pensavo all’errore, al punteggio negati vo

Qual è la maggior diff erenza nella concen-trazione tra le migliori e peggiori prestazio-ni?

le distrazioni interne

Cosa penso di poter fare per migliorare? migliorare la fi ducia in me stesso, mante-nere l’att enzione su quello che devo fare anche quando sorgono pensieri negati vi

Quale sarebbe la mia concentrazione ide-ale?

la mia concentrazione ideale è quando penso ad un’azione da fare e la riesco a fare con scioltezza, senza intoppi

Tabella 24

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La preparazione mentale nella pallavoloCAP. V MODELLAMENTO

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Ogni giocatore usa strategie diverse per raggiungere il proprio obietti vo. Alcune sono ben evidenti , mentre altre passano misconosciute.

L’insieme delle metodiche che stabiliscono il “come” di qualsiasi processo viene defi nito modellamento.

Il modellamento è un processo di osservazione e riproduzione da parte del giocatore delle strategie e att eggiamenti di altri giocatori. Consiste nel captare la sequenza di azioni che consentono ad un giocatore di svolgere un’azione effi cace e di farla propria. Un atleta può anche eseguire un self-modeling, cioè un modellamento su se stesso, estraendo ciò che ha funzionato da una propria prestazione eccellente. Modellare signifi ca che il giocatore può riprodurre un’abilità sporti va di qualcun altro come se fosse parte della propria prestazione. Ciò non signifi ca che ogni giocatore può diventare bravo come un campione di pallavolo, ma che alcuni gesti tecnici o alcune qualità possono essere trasferite nella propria performance migliorandola. Una strategia è alla base di ogni comportamento umano. Le tre componenti della strategia sono:

a. le convinzioni che supportano il comportamento. Un giocatore si comporta in un certo modo perché pensa per esempio di essere il migliore;

b. lo stato fi siologico del comportamento. Il giocatore è concentrato, è il primo che si muove, è determinato;

c. le strategie che sostengono il comportamento.

Per scoprire la strategia di un giocatore si deve identi fi care il comportamento speci-fi co (fare una schiacciata), far assumere all’atleta eff etti vamente quel comportamen-to (fargli fare una schiacciata) o rievocare la situazione in modo associato (rivivere una sua schiacciata), identi fi care la prima cosa di cui è consapevole scoprendo cosa vede, sente, ascolta, identi fi care la seconda cosa di cui è consapevole scoprendo cosa vede, sente, ascolta, ripetere il processo per ogni specifi ca parte del comporta-mento fi nché non si avrà chiaro la strategia usata.

Ci sono due ti pi di modellamento: uno corporeo e uno mentale. Il primo viene usa-to molto spesso dai giocatori per acquisire nuove abilità. Questi , guardando gioca-tori più esperti e più abili, raggiungono quella consapevolezza inconscia di ciò che è richiesto per avere una buona prestazione. Per eseguire un modellamento corporeo l’atleta deve scegliere un modello sporti vo di alto livello come per esempio un gioca-tore della nazionale. Il giocatore deve fi ssare in mente l’esecuzione perfett a e deve essere in grado di riprodurre mentalmente la prestazione. Deve vedersi compiere quell’abilità esatt amente come il modello, creando una visione associata e ponendo att enzione a cosa vede, sente, ascolta e quali gusti ed odori percepisce nello svolgere quella prestazione corrett a. Il percorso dovrebbe essere ripetuto almeno 5-6 volte al dì. Questo processo è basato sugli aspetti fi sici della prestazione non tenendo conto delle convinzioni e strategie dello sporti vo. Il modellamento mentale è la capacità di raggiungere un miglioramento di prestazione agendo sulle capacità della mente. La prestazione andrebbe spezzett ata nei suoi elementi chiave e se necessario anche in

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La preparazione mentale nella pallavoloCAP. VI CONOSCERE I PROPRI GIOCATORI

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c) Meta Programmi a selezione temporale L’ulti ma categoria da analizzare è quella dei Meta Programmi a selezione temporale che identi fi cano il ti po di approccio che ogni individuo ha con il parametro temporale e che danno informazioni uti li in merito alle sue capacità di pianifi cazione. Questi ti pi di Meta Programmi tendenzialmente vengono uti lizzati sempre e comunque anche se, in alcuni contesti , è probabile che essi varino da situazione a situazione. Le sott ocate-gorie che analizzeremo sono due:

• Il “Meta Programma tempo preferenziale”. • Il “Meta Programma gesti one del futuro”.

Meta Programma tempo preferenziale: indica a quale periodo temporale ogni giocato-re preferisce prestare att enzione. Pertanto le percezioni e le azioni individuali (e conte-stuali) saranno tendenzialmente riferite ai tempi:

• passato (orientato a ieri). Es. “Quando ero piccolo il mio sogno era quello di diventare un bravo giocatore di volley. Ricordo che sognavo di diventare un fa-moso schiacciatore. Poi ho scelto di diventare palleggiatore, pur avendo tanti ripensamenti . Comunque, è inuti le piangere sul latt e versato.” Questi atleti fan-no costanti riferimenti alle esperienze e vicissitudini passate. “Ah l’anno scorso facevamo…” “All’andata mi riusciva bene batt ere in p5”. Anche la vita quoti -diana viene fi ltrata in questo modo. “Il mese scorso sono stato a Firenze” “Il primo quadrimestre è stato un disastro” Questi giocatori usano solitamente un tempo verbale prevalentemente coniugato al passato. Normalmente i giocatori con questo Meta Programma sono dei buoni “controllori” perché valutano i dati di oggi alla luce di quelli del passato. Questo può portare i giocatori ad essere legati al passato visto sempre meglio del presente e del futuro. L’allenatore, nel proporre cose nuove per far sì che questi atleti lo seguano con passione, deve far vedere come queste nuove metodiche, tecniche, tatti che, derivino dal pas-sato, siano collegate a questo, siano una dirett a conseguenza di questo e che le possibilità future siano conseguenti alle abilità già apprese dai giocatori.

• presente (orientato ad oggi). Es. “Per diventare un buon palleggiatore devo la-vorare duramente e fare una crescita conti nua. Devo agire adesso: non devo aspett are. Ogni cosa deve essere fatt a immediatamente, senza att endere che qualcosa cambi per convincersi ad agire.” Per il giocatore con un Meta Program-ma di ti po “presente” ciò che conta è l’oggi. “Oggi devo fare un buon allenamen-to” “Adesso devo ricevere perfett o” Ogni riferimento al passato od al futuro è assolutamente insignifi cante. “Non mi interessa se ho giocato male prima. Sono in campo e quello che conta è adesso” “È inuti le che mi dicano che ho tanto tempo per migliorare. È adesso che devo farlo” È per questo che solitamente l’atleta uti lizza un verbale con tempi coniugati al presente. Di norma, in questi casi, il giocatore è un effi ciente “esecutore” perché è in grado di rispondere alle sollecitazioni dell’allenatore, poichè si focalizza sull’azione di quel momento tra-lasciando i pensieri relati vi ad esperienze passate o a future possibilità.

• futuro (orientato a domani). Es. “Farò il possibile per raggiungere i miei obietti -vi. M’impegnerò, lavorerò duramente, mi sacrifi cherò, ma raggiungerò ciò a cui anelo: diventare un buon giocatore. Pertanto, da domani la mia vita cambierà!”Gli atleti la cui att enzione è rivolta al futuro possono essere degli insoddisfatti

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La preparazione mentale nella pallavoloCAP. VII LA SQUADRA

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7.1 Il rapporto allenatore-giocatore Il rapporto che l’allenatore dovrebbe avere coi giocatori, dovrebbe andare al di là di ciò che riguarda la prestazione. Una certa implicazione aff etti va e una sti ma reciproca sono indispensabili per creare una dinamica funzionale al miglioramento dell’atleta. “Il mio allenatore è un bravo tecnico, ma come uomo è meglio lasciar perdere”. Con una simile opinione i rapporti tra giocatore e allenatore restano puramente formali e quindi, mancando una sti ma di fondo, anche i suggerimenti tecnici dati dall’allenato-re saranno vissuti senza quella empati a che invece, se ci fosse, porterebbe a risultati più veloci e migliori. Questo però non signifi ca che l’allenatore deve essere l’amico di tutti i suoi giocatori. Il rapporto allenatore-giocatore deve basarsi su uno spirito di razionale alleanza per la causa comune (l’obietti vo da raggiungere) con modi com-portamentali diversi, usando il buon senso, senza perdere l’autorità tecnica.Nella pallavolo, per migliorare la prestazione, bisogna che i ruoli nella squadra sia-no ben defi niti e vengano rispett ati , che ci sia sti ma e fi ducia verso l’allenatore e i compagni. con una collaborazione reciproca tra le parti . L’allenatore non deve essere perfett o perché anche lui può sbagliare, ma deve essere una persona equilibrata e coerente se vuole che la sua leadership, dett ata dal ruolo, sia riconosciuta realmente dai suoi giocatori. Una qualità essenziale dell’allenatore è quella di considerare i suoi atleti come persone, tutt e diverse tra loro, con idee diff erenti . Questo deve essere visto come un vantaggio perché le diverse opinioni consentono di avere più possibi-lità di risolvere un problema della squadra. Saper ascoltare e accett are i giudizi degli atleti aumenta la sti ma degli stessi per l’allenatore. Di fronte ad un problema è chiaro che l’allenatore dovrà alla fi ne decidere, ma è molto importante che agli atleti venga data la possibilità di esprimere la propria idea anche se questa può essere contraria a quella dell’allenatore. Il confronto delle idee valorizza il giocatore. Quando in una squadra si crea un problema interpersonale è essenziale risolverlo subito mediante un confronto franco chiarifi catore altrimenti quello che può essere un semplice ma-linteso diventa una fratt ura irrisolvibile. Raramente un allenatore va d’accordo con tutti i suoi atleti e viceversa, raramente tutti i giocatori di una squadra vanno d’accordo con il proprio allenatore. Tutt avia, sia per l’allenatore, sia per l’atleta, il punto fondamentale, l’obietti vo primario dovrebbe essere trarre il meglio dall’altro a prescindere dall’esistenza di un rapporto dirett o tra allenatore e atleta. Ognuno dovrebbe parti re dal presupposto che l’altro ha qualcosa di valido da off rirgli e che egli può sfrutt arlo per migliorare. Molto spesso un allena-mento scadente si verifi ca per errori nella comunicazione da parte dell’allenatore più che per un’eventuale mancanza di valori tecnici nell’allenamento. Allo stesso modo una prestazione scarsa in parti ta si può avere più spesso per mancanza di fi ducia, di considerazione da parte dell’allenatore verso un giocatore più che per una carenza di indicazioni tecniche. Quando manca l’ascolto, la comprensione, il rispett o, la fi ducia, l’att enzione o il sostegno dell’allenatore la moti vazione cala e di conseguenza anche la prestazione. Il risultato è otti male quando allenatore ed atleti lavorano insieme per creare un ambiente positi vo, condividono le responsabilità, migliorano la loro comunicazione. Perché il lavoro dell’allenatore abbia successo sono necessari una comunicazione effi cace e un linguaggio appropriato. Solo così quello che viene dett o dall’allenatore

Page 8: Pagine da "La preparazione mentale nella pallavolo", di Roberto Casadei

La preparazione mentale nella pallavoloCAP. VII LA SQUADRA

222

Per avere una prestazione adeguata il giocatore deve avere una buona preparazione fi sica, un’abilità tecnica e tatti ca e una preparazione psicologica adeguata. Qual è il risultato che vuole raggiungere? Cosa dice di sè come atleta, dei suoi punti di forza, delle sue debolezze? Come saprà di aver raggiunto il risultato? Su quali tecniche vuole lavorare: associa-zione, ancoraggio…? La lista dei risultati deve aggiornarla periodicamente. Come si ricompenserà una volta raggiunto il risultato? Il giocatore deve usare parole singole o brevi frasi per prepararsi ad agire (sono un vincente). Deve focalizzare la sua att enzione con la visualizzazione o su un oggett o o una persona evitando distrazioni visive e uditi ve esterne. Se la focalizzazione sulla parti ta genera stress allora deve fare qualcos’altro che distolga la mente da quel pensiero (ascoltare musica rilassante, giocare a carte). Deve spezzare il risultato fi nale in obietti vi minori più facilmente raggiungibili: più facile sarà avere successo e quindi maggiore la moti vazione per proseguire verso traguardi maggiori. Deve usare il rilas-samento prima di un evento importante per evitare di avere una tensione esagerata e quindi negati va. Deve prendete confi denza con l’ambiente esterno nuovo prima della parti ta per non permett ere che cose nuove possano distrarlo. Deve sviluppare rituali e abitudini positi ve che conferiscono tranquillità e sicurezza.

SVILUPPO STRATEGIE DI SUCCESSO

ESERCIZIO

Suggerimenti rapidi pre-parti ta:

So cosa voglio ott enere? Voglio batt ere bene, con effi cacia

Cosa mi spinge a questo? Perché ho visto che con una batt uta diffi cile gli avversari non giocano

So come fare per avere una batt uta buona? So batt ere bene, ma devo riuscire a concentrarmi molto sul lancio della palla

Quali abilità possiedo? Ho un buon colpo sulla palla, buona forza e anche precisione

Quanto sono in grado di usare queste abilità? Se trovo la giornata giusta le posso usare tutt e, da 1 a 10 per un valore di 8

Sono in grado di vedermi mentre uti lizzo queste abilità? La visualizzazione di una bella batt uta mi aiuta molto

So controllare i miei pensieri e le mie emozioni?

Quando batt o penso ad eseguire il gesto tecnico corrett o, a dove ti rare la palla, con sicurezza, senza preoccuparmi di sbagliare o del punteggio.

Sono in grado di percepire le varie parti del mio corpo?

Quando batt o bene sento la palla che si stacca dalla mano, il braccio che si sposta in avanti , la mano che colpisce: testa e corpo viaggiano insieme

Quanta energia impiego? L’energia mentale e fi sica è massimale

Dove avverto questa energia? Nell’att enzione estrema, nella velocità del braccio che batt e

Sono capace di dosarla? Quando devo batt ere corto devo impiegare più energia mentale che fi sica perché non sono abituato a questa batt uta

Sono pronto per batt ere? Quando vado in batt uta devo aver voglia di batt ere, di fare punto, devo accett are la sfi da batti tore-ricevitore

Ho voglia di batt ere? Devo andare in batt uta convinto e desideroso di dimostrare che sono capace di batt ere bene

Quali distrazioni interne mi condi-zionano?

La paura di sbagliare, l’insicurezza di una batt uta ancora non ben stabilizzata, l’incertezza data da errori passati , il ti more di deludere l’allenatore, il pubblico, i miei genitori, la paura di essere sosti tuito

Quanto riesco a controllarle? Quando batt o bene, da 1 a 10 per un valore 7

Come posso fare a gesti rle? La comunicazione interna deve essere positi va al massimo: niente paura, incertezza, insicurezza, ma solo tanta fi ducia di batt ere bene. Solo la ricezione avversaria, la rete, l’arbitro che fi schia, io che batt o. Solo pensieri positi vi e concentrazione massima

Quali distrazioni esterne ci sono? Il ti fo contro, la luce della palestra, il poco spazio, il punteggio incerto

Quanto le posso controllare? Prati camente per niente

Come posso gesti rle? Cercando di estraniarmi, di non pensarci, di non dar loro importanza. Solo il gesto tecnico, solo la massima att enzione all’azione corrett a. Niente esiste att orno a me

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