partenariato pubblico privato e project financing nell ... · “partenariato pubblico privato e...
TRANSCRIPT
1
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL MOLISE
CAMPOBASSO
FACOLTÀ DI ECONOMIA
CORSO DI LAUREA IN
SCIENZE POLITICHE E DELLE ISTITUZIONI EUROPEE
Tesi di Laurea in DIRITTO PRIVATO COMPARATO
“PARTENARIATO PUBBLICO PRIVATO E PROJECT FINANCING
NELL'ORDINAMENTO ITALIANO E FRANCESE”
Relatore: Correlatore:
Chiar.mo Prof. Chiar.mo Prof. Federico PERNAZZA Alessandro CIOFFI
Candidato:
Loris UCCIFERRI Matr. 145975
ANNO ACCADEMICO 2012-2013
2
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
I n d i c e
Prefazione .................................................................................................... Pag. 3
Parte Generale: INTRODUZIONE AL TEMA NEL PANORAMA GIURIDICO
COMUNITARIO ................................................................................................ » 7
Introduzione al tema, sua origine ed evoluzione ........................................ » 8
Partenariato e sua rilevanza nel panorama comunitario ........................... » 16
Parte Prima: ORDINAMENTO ITALIANO ......................................................... » 27
Partenariato pubblico-privato nell'ordinamento italiano ................................ » 28
Partenariato pubblico-privato e tipologie contrattuali ............................ » 29
Gestione dell'opera ed allocazione dei rischi ............................................ » 70
Project Financing in Italia ................................................................................. » 76
Project Financing come strumento innovativo di collaborazione ............. » 77
Finanza di progetto ordinaria ................................................................... » 91
Finanza di progetto propedeutica .............................................................. » 99
Società di progetto ..................................................................................... » 103
3
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Parte seconda ORDINAMENTO FRANCESE ...................................................... » 110
Partenariat public-privé ................................................................................... » 111
Nozione di contratto di partenariato
nell'ordinamento francese ....................................................................... » 112
Assetto normativo e requisiti di accesso al suo utilizzo ............................ » 116
Stipulazione di un contratto di partenariato ............................................ » 133
Procedure volte alla stipulazione di un contratto
di partenariato ........................................................................................ » 135
Financement de projet ..................................................................................... » 141
Introduzione al tema ............................................................................... » 142
Un caso empirico “Le BOT” ..................................................................... » 144
Ripartizione dei rischi .............................................................................. » 149
Conclusioni ........................................................................................................ » 153
Bibliografia ........................................................................................................ » 158
4
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
PREFAZIONE
Questo elaborato deriva da uno studio interdisciplinare, tra il diritto amministrativo italiano ed
il diritto privato comparato. I temi del lavoro sono: il Partenariato pubblico-privato (PPP), istituto
giuridico di origine anglosassone, ed il project financing. L'elaborato analizza i due istituti
nell'ordinamento italiano ed in quello francese. Per approfondire il PPP nell'ordinamento francese,
ho condotto nel mese di luglio 2013, un soggiorno di ricerca in Francia, a Besançon, presso
l'università di Franche-Comté (UFC).
La parte dedicata allo studio del PPP e le financement sur projet è stata stata prodotta
esclusivamente mediante lo studio di letteratura, manuali pratici e riviste specializzate afferenti il
PPP ed il project financing in lingua francese, e grazie ai preziosi colloqui avuti con i docenti della
facoltà di diritto, in particolare con Mme. Catherine Philippe, e M. Etienne Muller, che ringrazio
sentitamente per i numerosi chiarimenti ed informazioni che mi hanno fornito. Il project financing è
un utile ed innovativo strumento ed è solo uno dei più noti, e si affianca ad altri come la locazione
finanziaria, la concessione, le sponsorizzazioni ed altri ancora, che sono stati recentemente
codificati nel nostro ordinamento dal D.lgs 163/2006 c.d. Codice dei contratti pubblici, il quale
pone in attuazione la Direttiva comunitaria 2004/18/CE. Il lavoro sarà articolato in tre parti, una
parte generale che introdurrà il tema, per lo più nel contesto comunitario; una seconda che
analizzerà il PPP e la finanza di progetto nell’ordinamento italiano; ed infine una terza che
approfondirà i medesimi temi nell’ordinamento francese, rinvenendo similitudini e differenze nella
fase di comparazione. La collaborazione tra il pubblico ed il privato è uno strumento di grande
utilità, il quale favorisce le amministrazioni pubbliche, che non possiedono capitali e risorse
economiche per poter assicurare l’erogazione di servizi alla collettività. Da ciò parte l’impulso che
ha portato a ricorrere con buona frequenza a questo strumento. Il partenariato differisce in maniera
significativa dall'istituto dell'appalto, dato che ha scopi e modalità complessi, che si identificano
nelle fasi di progettazione, esecuzione, manutenzione e gestione dell’opera.
Parleremmo di appalto nel caso in cui invece ci trovassimo dinanzi ad una mera esecuzione di
un’opera. Storicamente la collaborazione pubblico-privato è rinvenibile nelle origini del diritto
amministrativo italiano, basti pensare alla concessione che è “la collaborazione” per definizione.
Pertanto oggi tutti i tipi di rapporti contrattuali tra pubblico e privato, con lo scopo di fornire un
servizio alla collettività, vengono raggruppati nel “contenitore di strumenti collaborativi” chiamato
partenariato. A livello comunitario, si può notare un forte intervento delle autorità, di uniformazione
ed armonizzazione tra gli stati membri, di quegli strumenti che costituiscono il PPP, ciò ha come
scopo primario quello di agevolare i rapporti economici tra gli Stati. In particolare è necessario
menzionare la Direttiva 2004/18/CE che ha dato un impulso di regolamentazione alla tematica del
5
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
PPP.
Non di minore importanza è il Libro Verde relativo ai partenariati pubblico-privato ed al
diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni, 30 aprile, COM (2004) 327. E'
evidente l'impegno della Commissione europea, al fine di garantire il rispetto del principio di
concorrenza in questo settore, e di evitare che la collaborazione pubblico-privata possa innescare
logiche anti-competitive. Nel nostro ordinamento le opere pubbliche e i servizi pubblici sono gli
ambiti nei quali si è sperimentato per le prime volte l'utilizzo di contratti di PPP.
La quasi totale assenza, nel nostro paese di una cultura di collaborazione pubblico-privato,
rende le pubbliche amministrazioni poco attrezzate per affrontare con efficacia il dialogo con il
privato. E’ indiscutibile che una buona riuscita dello strumento collaborativo, si ha solo nel
momento in cui le parti arrivino ad un equilibrato soddisfacimento degli interessi di cui sono
portatori. Questo lavoro si prefigge di dare al lettore la possibilità di rapportarsi ad un nuovo
modello presente nel quadro giuridico europeo, ed analizzare, uno degli strumenti collaborativi più
innovativi, ovvero la finanza di progetto.
Il project financing può essere definito in via generale come una tecnica di finanziamento per
la realizzazione di opere, sia private che pubbliche, che siano in grado nel tempo, di autofinanziarsi
attraverso la gestione delle stesse, e di garantire agli investitori, il recupero del capitale apportato,
maggiorato di un profitto.
6
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
PARTE GENERALE
INTRODUZIONE AL TEMA NEL PANORAMA
GIURIDICO COMUNITARIO
7
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Introduzione al tema, sua origine ed evoluzione
La prima parte del lavoro, ha l'obiettivo di rappresentare i profili essenziali dell’istituto del
partenariato pubblico-privato nell’ordina-mento italiano, riportando alcune critiche ed osservazioni
e illustrando gli sviluppi storici di questo strumento in continua evoluzione. La sua regolazione
giuridica viene, peraltro, sempre più influenzata da dinamiche europee, con l'obiettivo di garantirne
una maggiore uniformità, dato l'ampio utilizzo nei vari ordinamenti nazionali degli stati membri, ciò
è avenuto mediante la direttiva comunitaria 2004/18/CE, ed il Libro Verde relativo ai partenati
pubblico-privati ed al diritto degli appalti pubblici e delle concessioni1.
Anzitutto, ritengo fondamentale sottolineare il fatto che esiste una definizione più o meno
condivisa del concetto di PPP, che - come in seguito si potrà notare - è presente specialmente in
Francia. Pertanto è bene prendere le mosse dall'enunciazione di tale definizione, oramai consolidata
del PPP. Tuttavia, seppur l'istituto abbia un ambito di applicazione amplissimo, alla luce della sua
delineazione (per di più di matrice comunitaria), è fondamentale considerare anche che,
paradossalmente, non esiste una definizione precisa e persistente di PPP. Nel “Libro Verde relativo
ai partenariati pubblico-privati ed al diritto degli appalti pubblici e delle concessioni” pubblicato il
30 aprile 2004, la Commissione Europea enuncia in linea generale il concetto di PPP. Questo viene
definito quale «Una vasta gamma di modelli di cooperazione tra le autorità pubbliche ed il mondo
delle imprese, finalizzati a garantire il finanziamento, la costruzione, il rinnovamento, la gestione e
la manutenzione di un’opera pubblica o di pubblica utilità, e dei relativi servizi».
Tale delineazione non elimina il rischio di confondere il PPP con altri istituti o strumenti
giuridici di collaborazione. Infatti si è oramai affermata una tendenza in virtù della quale, le
amministrazioni pongono in essere modelli contrattuali non basati sulla mera esecuzione di una
prestazione da parte del privato, bensì sulla compartecipazione di questo alla realizzazione
dell'intervento, con la conseguente condivisione di rischi e responsabilità. Per evitare di incorrere in
tale errore, è utile menzionare gli indici di riconoscibilità del PPP:
Il coinvolgimento del privato non deve limitarsi alle fasi di progettazione ed esecuzione
dell'opera, altrimenti ci troviamo dinanzi ad un contratto di appalto, che ha caratteristiche
giuridiche diverse;
Il privato gestisce il progetto, il soggetto pubblico si preoccupa di renderlo possibile
fornendo il quadro normativo ed eventuali benefici finanziari e fiscali;
Il privato costruisce e gestisce una determinata opera rimanendo titolare della proprietà;
1 Libro Verde COM (2004) 227 definitivo.
8
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Al termine del contratto il controllo sul progetto viene attribuito al soggetto pubblico che ha
mantenuto il possesso della struttura per tutta la durata del contratto.
Analizzando tale tema farò sempre riferimento al contesto comunitario, poiché il partenariato
non può essere concepito come un mero fenomeno di diritto interno, in quanto non solo vi è una
normazione europea a riguardo, ma anche perché i principi di diritto dell’Unione Europea
prevedono la possibilità di realizzare una partnership tra soggetti pubblici e privati di stati differenti.
Questi principi riguardano: la parità di trattamento, di non discriminazione, trasparenza, di
proporzionalità e divieto di aiuti di Stato. I quali hanno trovato la loro consacrazione nella
giurisprudenza comunitaria2.
La Commissione Europea, nel “Libro Verde relativo ai partenariati pubblico-privati ed al diritto
degli appalti pubblici e delle concessioni” del 2004, ha operato una distinzione tra due differenti
tipologie di PPP: quella istituzionale e quella contrattuale.
Il partenariato istituzionale prevede una cooperazione tra il settore pubblico e quello privato
all'interno di un'entità distinta. Dunque esiste una struttura istituzionale o societaria detenuta
congiuntamente dal soggetto pubblico e privato, il cui fine è quello di assicurare la fornitura di
un'opera o di un servizio a favore della collettività. Le amministrazioni prediligono questa tipologia
allorché debbano espletare ed erogare servizi pubblici a livello locale.
Il partenariato contrattuale si caratterizza per i legami esclusivamente convenzionali tra le
amministrazioni ed i privati per l'affidamento dell'opera pubblica. Uno dei modelli più conosciuti di
PPP è quello “concessorio”, il quale presenta un elemento distintivo: esso pone in essere un legame
diretto tra il soggetto privato e l'utente finale. L'elemento caratterizzante la concessione è
l'attribuzione ad un determinato soggetto - nel caso del PPP - privato, denominato “concessionario”,
compiti spettanti originariamente all'Amministra-zione pubblica e compiti spettanti tipicamente al
costruttore di opere, mediante una “delega” ove in alcuni casi sia prevista anche la gestione
dell'opera. L'amministrazione, denominata nel rapporto contrattuale “concedente” conferisce ad un
soggetto compiti propri, aventi natura di servizio pubblico. Infatti, quest'ultimo si sostituisce alla
parte pubblica, la quale è semplicemente tenuta ad operare un controllo sull'erogazione del servizio
al pubblico da parte del privato. La relazione tra soggetto privato ed utente finale mostra un'altra
caratteristica distintiva del modello, ovvero la modalità mediante la quale il privato viene
remunerato. Infatti il compenso che gli spetta deriva dalla quota riscossa dagli utenti del servizio.
Tra le varie forme di partenariato quelle maggiormente utilizzate sono la sponsorizzazione, il
contratto misto - che cumula appalto e leasing finanziario ed il project financing (che sarà oggetto
di uno studio approfondito di seguito).
2 Corte di giust., 18 luglio 2007, C-382/2005.
9
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Il PPP deve il successo del suo utilizzo, al tentativo delle amministrazioni pubbliche di
sopperire alla scarsità di risorse per l’erogazione di servizi o la realizzazione di opere di pubblica
utilità. Tale strumento prevede che sul privato gravino una parte dei costi relativi a tutte le fasi
dell’operazione. La parte privata infatti contribuisce con il proprio apporto tecnico di natura
professionale, ottenendo in cambio la gestione economica degli interventi da realizzare. Da ciò si
evince chiaramente che il PPP non è una mera esecuzione di opera a fronte di una remunerazione,
ma è un qualcosa di molto più complesso, data la partecipazione del privato nell'ambito di tutte le
fasi dell’intervento, dal momento della sua nascita fino a quello della sua gestione. Pertanto la
rilevanza della parte privata risulta fondamentale anche dopo la fase di costruzione o di erogazione.
Di fondamentale importanza è l'equilibrio tra l'amministrazione, che dovrà vedere realizzata l’opera
o il servizio in favore della collettività, ed il privato che dovrà vedersi corrisposta una
remunerazione soddisfacente. Non è dunque configurabile un predominio assoluto o una
coercizione della parte pubblica, ovvero l'esercizio di un potere autoritativo tipico
dell’amministrazione nei riguardi del privato. È infatti fondamentale che gli interessi in gioco di
entrambe le parti siano pienamente soddisfatti ed a tal fine deve aver luogo una fase di
negoziazione.
Dunque, è possibile considerare il partenariato come un' evoluzione innovativa di istituti già
presenti ed esso è particolarmente utile per disciplinare in maniera flessibile l’assetto degli interessi
delle parti.
Fondamentale è per la P.A. verificare se è legittimata a porre in essere contratti atipici come il
PPP. A tal proposito si indaga sull’attualità ed il rispetto delle tradizionali costruzioni del principio
di legalità dell’azione amministrativa, nonché circa la possibilità che l’autonomia privata delle
amministrazioni consenta di stipulare un qualsivoglia negozio atipico in funzione di interessi
predeterminati.
Dopo aver introdotto il tema, è utile riflettere sull'origine e l' evoluzione del PPP.
Quest’ultimo non viene spesso considerato un istituto giuridico in senso stretto, bensì piuttosto uno
strumento di soddisfacimento di interessi collettivi, mediante categorie di contratti sia tipici che
atipici. Tra gli elementi che hanno influito in maniera rilevante sulla sua evoluzione è importante
dapprima considerare il peso di quella che è comunemente definita una “scelta politica”, ovvero la
possibilità - da parte dell'amministrazione - di effettuare una scelta che abbia come fine quello di
realizzare gli interessi della collettività, e quindi non di minore rilevanza è la netta riduzione di
quelle che erano le risorse finanziare destinate alla realizzazione di opere pubbliche. L'evoluzione
del PPP è stata determinata anche dall'esistenza di rigidi regimi che vincolano la spesa dando così
impulso all'utilizzo di tale istituto, in quanto esso attribuisce buona parte dei costi e del rischio di
impresa al privato.
10
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Il partenariato ha subito continui cambiamenti e le amministrazioni hanno diversamente
applicato tale istituto nel corso del tempo. A tal proposito bisogna considerare l’atmosfera politica
vigente e la visione che lo Stato aveva in riferimento all'utilità dei privati ed al loro potenziale
contributo al perseguimento di interessi collettivi, in un determinato periodo storico.
Il Cassese delinea cosi le differenti fasi dei rapporti tra lo Stato ed il mondo delle imprese
private: “La politica dei lavori pubblici, …, comportava l'aumento dei contratti stipulati con privati
per l'esecuzione delle opere pubbliche, con la conseguente immissione di risorse pubbliche
nell'economia privata”3
Partenariato e sua rilevanza nel panorama comunitario
Dopo aver affrontato la tematica del PPP nel contesto nazionale ed aver delineato quelli che
sono gli aspetti fondamentali dell'istituto e la sua origine ed evoluzione, è altresì importante
analizzare questo particolare ed innovativo strumento all'interno del contesto comunitario. In
particolare si potrà apprezzare il lavoro scrupoloso della Commissione Europea, che ha nel corso
degli anni effettuato una ricca azione di normazione ed uniformazione dell'istituto, la quale è stata
assorbita di riflesso negli ordinamenti degli stati membri. La rilevanza comunitaria si evince proprio
dal fatto che la formula del PPP non trae origine dal diritto interno, nonostante vi siano state
precedenti esperienze nazionali, l'UE ha dato un quadro normativo di riferimento comune. Infatti, in
un lasso di tempo molto ristretto, sono state effettuate numerose osservazioni ed interpretazioni a
riguardo, da parte dell'esecutivo comunitario.
È tuttavia fondamentale muovere i passi dal “Libro Verde relativo ai partenariati pubblico-
privati ed al diritto degli appalti pubblici e delle concessioni”, il quale designa con chiarezza quelli
che sono i caratteri essenziali ed identificativi del partenariato. All’interno di questo lavoro, la
Commissione europea afferma che un’ operazione di PPP è caratterizzata da:
Una durata relativamente lunga;
Una peculiare modalità di finanziamento del progetto: il privato, infatti, può garantirne la
copertura anche attraverso operazioni complesse che coinvolgano soggetti pubblici. È
tuttavia essenziale che non manchi del capitale privato;
Il ruolo dell'operatore economico che partecipa alle varie fasi del progetto;
La ripartizione dei rischi tra il soggetto pubblico ed il soggetto privato. Ciò lo si realizza
3 S. Cassese, La nuova Costituzione economica.
11
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
mediante clausole contrattuali.
Tale visione, prevede che lo Stato debba accollarsi la funzione di organizzatore e controllore
delle dinamiche del PPP. Questa mansione pone l'accento sul fatto che, la collaborazione tra
pubblico e privato vede la sua fondamentale motivazione nel vantaggio economico e contrattuale
che il pubblico intrattiene allorché ricorra all’aiuto del soggetto privato.
Non potendo essere utile per aggirare politiche pubbliche non vi è un’informazione
comunitaria sul PPP, ma ci si può riferire ai principi del Trattato, in particolar modo a quelli che
fungono da baluardo al principio della concorrenza, identificabili nel divieto di accordi
anticoncorrenziali e di abuso di posizione dominante4, controllo degli aiuti di Stato
5, controllo delle
concentrazioni tra imprese6 ed ulteriori articoli di attuazione dei principi sopra riportati
7. Il diritto
dell’ Unione Europea concentra la sua attenzione sulla già richiamata distinzione tra PPPI
(Partenariato pubblico-privato istituzionale), e sul PPPC (Partenariato pubblico-privato
contrattuale). Si tratta di tipologie differenti, le quali, tuttavia, presentano le medesime
problematiche. Il termine PPPC identifica per lo più l'istituto della concessione, sia di lavori
pubblici che di servizi. Il modello “concessorio” è caratterizzato dal legame diretto tra il privato e
l'utente finale: il privato fornisce un servizio alla collettività, ma dietro il controllo del partner
pubblico. Dato che la Commissione mira ad evitare violazioni sulla procedura di aggiudicazione,
essa prevede che venga chiarito dall'origine se si tratta di un appalto pubblico o di una concessione.
In tal modo si evita che all'origine tale istituto possa nel corso del tempo trasformarsi in un appalto
pubblico. Per evitare che ciò possa avvenire la commissione individua nel concetto di rischio la
differenza tra appalto e concessione, ed afferma: “il contratto di appalto non si definisce per il
risultato che si vuole raggiungere, cioè per lo scopo che le parti si prefiggono, nell'appalto di lavori
o anche di servizi; scopo che è, rispettivamente, la realizzazione dell'opera o l'espletamento di un
servizio, quanto per il fatto che tutto avviene, finanziariamente, a carico dell'ammini-strazione”8. Si
tratta quindi del rilievo di un concetto di rischio finanziario. In più, la Commissione svolge
un’azione ancor più profonda, analizzando le vicende che interessano la fase di selezione del
4 Artt. 101, 102 TFUE.
5 Art. 108 TFUE
6 Regolamento (CE) n.139/2004
7 Si vedano gli Artt. 101-109 TFUE
8 Direttiva 2004/18 CE.
12
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
partner privato, e specificando che le procedure di selezione devono rispettare i principi di
concorrenza e parità di trattamento dei candidati.
L'esecutivo comunitario sofferma la propria attenzione anche sul PPPI, che come
esaustivamente esposto nel paragrafo precedente, ha la funzione di creare un’entità terza - detenuta
in maniera congiunta dal soggetto pubblico e dal partner privato - con l’obiettivo di assicurare la
fornitura di un'opera o di un servizio a favore del pubblico. L'esempio calzante è rappresentato dalle
società miste. Nel PPPI assumono rilievo i problemi inerenti i criteri di selezione del partner privato
e l'affidamento del servizio, i quali devono avvenire in conformità con la disciplina europea di
contratti pubblici, rinvenibili nelle direttive comunitarie e nella legge comunitaria.9
La
Commissione si è soffermata con attenzione sul tema, emanando una comunicazione del 2008
tramite la quale ha enfatizzato il fatto che l'apporto del privato all'attività svolta dall'entità a capitale
misto non può essere ridotto al mero conferimento di fondi da parte di un investitore privato. Infatti,
si ritiene che esso debba consistere nella partecipazione attiva all’esecuzione dei compiti assegnati
all’entità a capitale misto nella gestione dell’attività. L'istituto del PPPI, secondo la visione
comunitaria, deve garantire il rispetto dei principi di trasparenza, di divieto di discriminazione e di
concorrenza.
Tuttavia, non bisogna giungere all’errata conclusione secondo la quale il partenariato
pubblico-privato è perfetto ed efficiente in ogni situazione. Nel panorama italiano vi sono numerose
cause che avvalorano questa osservazione: una concorrenza molto limitata, opere di modesta entità,
e politiche contabili di un certo tipo hanno compromesso l'efficacia del PPP, trasformando l'istituto
in uno strumento utile per aggirare le restrizioni imposte dalla contabilità pubblica. È questa la
ragione che ha indotto la Commissione ad emanare una Comunicazione, nel novembre del 2009, la
quale si sofferma su cause e problematiche relative alla scarsa incidenza del PPP sul totale degli
investimenti pubblici. Essa deduce che l'inadeguatezza del PPP deriva dall’esistenza di un quadro
normativo poco stabile e dalla difficoltà nel ripartire il rischio tra i due partner. Le conclusioni
dell'esecutivo comunitario pongono in risalto il problema della procedura di aggiudicazione del
contratto. Infatti, già in precedenza, in riferimento al PPPI, la Commissione aveva evidenziato: una
scarsa flessibilità delle procedure di evidenza pubblica per contratti finanziariamente e
giuridicamente complessi, e la difficoltà esistente nell’ apportare eventuali modifiche al contratto
durante la sua esecuzione. Se si guarda alle affermazioni della Commissione con superficialità, il
PPP può apparire come un istituto che garantisce una posizione di parità ai due partner, ma
un’analisi più accurata evidenzia che il partenariato non prevede una tale convergenza di ruoli e
responsabilità, ma bensì una rigida separazione tra i due. Pertanto, una qualsivoglia attività espletata
9 Direttive 17,18/2004 CE; Legge Comunitaria n.62/2005.
13
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
dal soggetto pubblico è assoggettata alla disciplina ed ai principi dell'attività amministrativa, mentre
al privato viene attribuita esclusivamente la funzione di gestione dell'opera o del servizio, che gli
attribuisce il diritto a richiedere il pagamento di un prezzo all'utente finale, che fungerà da
remunerazione per l'attività svolta. La Commissione fa ulteriori precisazioni, menzionando
fattispecie contrattuali che rientrano nell'ambito del PPP: le società miste, l'istituto della
concessione ed il leasing operativo, il quale interessa quelle attività inerenti la disponibilità e la
manutenzione dell'opera realizzata dal soggetto privato.
Come già affermato in precedenza, gli elementi essenziali che debbono esser presenti in tutti
quegli istituti riconducibili alla macro area del partenariato pubblico-privato, sono quello della
gestione e della ripartizione del rischio tra i partner. Tuttavia la Commissione fornisce un ulteriore
dato informativo, rendendo ancor più esaustivo il concetto di partenariato. Essa infatti, indica due
caratteristiche importanti dell’istituto, ovvero:
La peculiare modalità di remunerazione del privato. Qualora l'impresa venga remunerata
mediante un prezzo pagato in via preponderante dall'utenza, si è in presenza di un contratto
di PPP sotto forma di concessione. Al contrario, se la remunerazione viene corrisposta
principalmente - ma non esclusivamente - dall'autorità pubblica, si è dinanzi ad un’altra e
differente tipologia di PPP. tuttavia, il privato può essere remunerato attraverso il guadagno
derivante dalla gestione dell'infrastruttura o del servizio, ovvero in parte attraverso questa
modalità ed in parte attraverso la contribuzione pubblica.
La natura tipica o atipica del contratto. Questa distinzione è importante, in quanto
considerando la natura del PPP, lo strumento negoziale atipico, pare adattarvisi con
maggior naturalezza, in quanto lascia ampio spazio di manovra alle parti. Queste infatti,
possono ripartirsi equilibratamente i rischi e le responsabilità senza ricorrere ad una
specifica disciplina.
Avendo ora approfondito le dinamiche europee relative al fenomeno oggetto dell'analisi, è
utile fornire al lettore ulteriori informazioni relative alla disciplina applicata all’interno di altri paesi
comunitari. Infatti, essa risulta variabile, ma è in svolgimento una fase di dialogo, apertasi a partire
dalla proposta lanciata dalla Commissione europea, di istituire un comitato PPP avente carattere
comunitario. Dunque, pare si proceda in direzione tale da garantire una maggiore uniformità
dell’istituto a livello internazionale. A tal proposito è utile riportare il “Parere del comitato delle
regioni in merito alla proposta della Commissione di istituire un comitato PPP” emanato il 5 ottobre
2010: «Alla luce della maggiore presenza di partenariati pubblico-privati [ndr. il comitato delle
regioni], ritiene importante creare un sistema di sostegno e di scambio di esperienze a livello
internazionale. Sottolinea tuttavia con fermezza le notevoli differenze tra le condizioni nei vari Stati
14
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
membri, rimarcando che il presupposto per il successo dei partenariati consiste nel loro sviluppo
all'interno delle singole realtà regionali e locali. Considera pertanto essenziale garantire sostegno e
competenze nei vari Stati membri».
Dunque, risulta essenziale ora analizzare la disciplina vigente all’interno di alcuni importanti
stati europei:
In Francia: La Legge 09/01/1993 contemplava l'istituto della concessione con riferimento ai
servizi idrici, ambientali e di trasporto. La più recente Legge 02/07/2003 autorizza i soggetti
pubblici ad emanare provvedimenti che disciplinano contratti di lunga durata inerenti la
progettazione, la realizzazione, il finanziamento e la gestione dell'utenza delle infrastrutture.
L'ordinamento francese considera quali contratti di partenariato quelli con i quali vengono
conferiti a terzi per un periodo determinato, in funzione dell'ammortamento degli
investimenti, affinché svolgano compiti globali relativi al finanziamento, la costruzione o la
trasformazione di beni, la manutenzione e la gestione, in maniera tale da consentire al
soggetto pubblico di svolgere la propria missione connessa al pubblico servizio. Le fasi di
ideazione e di progettazione dell'intervento possono essere realizzate dal privato, mentre la
remunerazione da parte dell'amministrazione è scaglionata per tutta la durata del contratto, e
può essere rapportata ad obiettivi prestazionali predefiniti.
In Gran Bretagna: All’interno dell’ordinamento britannico vige la politica di più ampio
respiro in materia di Partenariato. Agli inizi degli anni '90, la Gran Bretagna ha varato il
sistema di PFI (Private Finance Iniziative), il quale prevede l'affidamento ad una impresa di
un contratto globale comprendente la progettazione, il finanziamento, la costruzione, la
gestione e la manutenzione dell'opera. Perché possa parlarsi di PFI, l'operazione deve
prevedere l'effettiva assunzione da parte del privato del rischio economico relativo alla
realizzazione e gestione dell'intervento. Nel 2000 è stata creata la PUK (Partnership UK),
una società mista con il compito di supportare i soggetti pubblici nella realizzazione di
progetti di partenariato pubblico-privato.
In Italia: A proposito di enti ed istituzioni che hanno sostenuto ed incentivato l'utilizzo del
PPP, l'Italia ha creato il Comitato 4P (Comitato per la promozione del Partenariato), al quale
partecipano soggetti pubblici e privati con la finalità di promuovere la cultura dell’istituto,
individuare criticità ed approntare soluzioni alle problematiche emergenti. Con la Legge n.
144 del 04/05/1999, è stata istituita l’UTFP (Unità Tecnica Finanza di Progetto), la quale
svolge la funzione di sollecitazione della P.A. affinché questa adoperi tecniche di
finanziamento di infrastrutture con ricorso a capitali privati.
15
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
PARTE PRIMA
ORDINAMENTO ITALIANO
16
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
IL PARTENERIATO PUBBLICO-PRIVATO
NELL’ORDINAMENTO ITALIANO
17
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Partenariato pubblico-privato e tipologie contrattuali
Il PPP è considerato una macroaerea contrattuale alla quale afferiscono più tipologie di
contratto. In questo parte del lavoro verranno elencati gli istituti che afferiscono al PPP
nell'ordinamento italiano, con gli opportuni richiami normativi al codice degli appalti10
, che
regolamenta questo genere di forme contrattuali, e degli approfondimenti relativi ad ogni istituto o
fattispecie contrattuale che dir si voglia. Prima di procedere con l'approfondimento delle tipologie
contrattuali, è di fondamentale rilevanza riportare l'articolo del codice degli appalti che disciplina il
partenariato pubblico-privato nel nostro ordinamento, rubricato all'art.3 “Definizioni”, comma 15-
ter11
Ai fini del presente codice, i «contratti di partenariato pubblico
privato» sono contratti aventi per oggetto una o più prestazioni quali la
progettazione, la costruzione, la gestione o la manutenzione di un’opera
pubblica o di pubblica utilità, oppure la fornitura di un servizio,
compreso in ogni caso il finanziamento totale o parziale a carico di
privati, anche in forme diverse, di tali prestazioni, con allocazione dei
rischi ai sensi delle prescrizioni e degli indirizzi comunitari vigenti.
Rientrano, a titolo esemplificativo, tra i contratti di partenariato
pubblico privato la concessione di lavori, la concessione di servizi, la
locazione finanziaria, il contratto di disponibilità, l’affidamento di
lavori mediante finanza di progetto, le società miste. Possono rientrare
altresì tra le operazioni di partenariato pubblico privato l’affidamento
a contraente generale ove il corrispettivo per la realizzazione
dell’opera sia in tutto o in parte posticipato e collegato alla
disponibilità dell’opera per il committente o per utenti terzi. Fatti
salvi gli obblighi di comunicazione previsti dall’articolo 44, comma 1-
bis del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con
modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, alle operazioni di
partenariato pubblico privato si applicano i contenuti delle decisioni
Eurostat. (comma introdotto dall'art. 2, comma 1, lettera a), d.lgs. n.
152 del 11/09/2008 in vigore dal 17/10/2008 e successivamente così
modificato dall'art. 44, comma 1, lettera b) D.L. n. 1 del 24/01/2012 in
vigore dal 24/01/2012, convertito senza modificazioni dalla Legge di
10 D.Lgs. 163/2006
11 D.Lgs. 163/2006.
18
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
conversione 24 marzo 2012, n. 27, in vigore dal 25/03/2012) – (si veda
anche quanto disposto dall’art.18 della L. 183/20111 in vigore dal
01/01/2012).
La sopracitata legislazione è espressione della Direttiva comunitaria 2004/18/CE, relativa al
“coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e
servizi”. Come si evince dall'articolo, al PPP afferiscono una pluralità di forme contrattuali, che
generano un rapporto di collaborazione tra l'amministrazione ed il privato imprenditore. Il
Partenariato pubblico-privato in Italia si realizza con maggior frequenza in alcuni istituti che
analizzerò in maniera approfondita, ma non soffermandomi particolarmente su ognuno; questa è
una scelta di metodo: uno studio troppo analitico delle singole fattispecie svierebbe l'attenzione dal
vero tema dell'elaborato, ovvero il PPP, e si finirebbe per non avere una visione complessiva del
tema; pur tuttavia vi sarà un'analisi approfondita dell'istituto del Project financing, al fine di dare un
taglio empirico al lavoro svolto. Gli strumenti contrattuali, volti alla realizzazione dell'interesse
pubblico presi in analisi sono:
Concessione art. 143 d.lgs. 163/2006
Locazione finanziaria art. 160-bis d.lgs. 163/2006
Project Financing art. 153 d.lgs. 163/2006
Dopo aver affrontato l'analisi di questi istituti, verrà approfondito l'istituto del project
financing, introdotto nel nostro ordinamento con la legge Merloni, ed oggi disciplinato dal codice
dei Contratti pubblici.
Per una esposizione più conforme al dettame normativo del Codice degli appalti, analizzerò
dapprima l'istituto concessorio nel nostro ordinamento, per poi studiare la locazione finanziaria ed
infine il project financing.
Concessione
L'istituto della concessione di lavori pubblici in Italia è rubricato all'art. 143 del Codice dei
Contratti pubblici (d.lgs. 163/2006), che recita testualmente:
(Caratteristiche delle concessioni di lavori pubblici)
19
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
(art. 19, commi 2, 2 bis, 2 ter, 2 quater, l. n. 109/1994; art. 87, co. 2,
D.P.R. n. 554/1999)
1. Le concessioni di lavori pubblici hanno, di regola, ad oggetto la
progettazione definitiva, la progettazione esecutiva e l’esecuzione
di opere pubbliche o di pubblica utilità, e di lavori ad essi
strutturalmente e direttamente collegati, nonché la loro gestione
funzionale ed economica.
2. Qualora la stazione appaltante disponga del progetto definitivo ed
esecutivo, ovvero del progetto definitivo, l’oggetto della
concessione, quanto alle prestazioni progettuali, può essere
circoscritto al completamento della progettazione, ovvero alla
revisione della medesima, da parte del concessionario.
3. La controprestazione a favore del concessionario consiste, di regola,
unicamente nel diritto di gestire funzionalmente e di sfruttare
economicamente tutti i lavori realizzati. Tuttavia, il soggetto
concedente stabilisce in sede di gara anche un prezzo, qualora al
concessionario venga imposto di praticare nei confronti degli utenti
prezzi inferiori a quelli corrispondenti alla remunerazione degli
investimenti e alla somma del costo del servizio e dell’ordinario
utile di impresa, ovvero qualora sia necessario assicurare al
concessionario il perseguimento dell’equilibrio economico –
finanziario degli investimenti e della connessa gestione in relazione
alla qualità del servizio da prestare. Nella determinazione del
prezzo si tiene conto della eventuale prestazione di beni e servizi
da parte del concessionario allo stesso soggetto aggiudicatore,
relativamente all'opera concessa, secondo le previsioni del bando di
gara.
5. A titolo di prezzo, le amministrazioni aggiudicatrici possono cedere
in proprietà o in diritto di godimento beni immobili nella propria
disponibilità, o allo scopo espropriati, la cui utilizzazione sia
strumentale o connessa all’opera da affidare in concessione, nonché
beni immobili che non assolvono più a funzioni di interesse pubblico,
già indicate nel programma di cui all’articolo 128. Si applica
l’articolo 53, commi 6, 7, 8, 11, 12.
6. La concessione ha di regola durata non superiore a trenta anni.
7. L’offerta e il contratto devono contenere il piano economico –
20
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
finanziario di copertura degli investimenti e della connessa gestione
per tutto l’arco temporale prescelto e devono prevedere la
specificazione del valore residuo al netto degli ammortamenti annuali,
nonché l’eventuale valore residuo dell’investimento non ammortizzato
al termine della concessione, anche prevedendo un corrispettivo per
tale valore residuo. [Comma così modificato dal D.Lgs. 113/2007]
8. La stazione appaltante, al fine di assicurare il perseguimento
dell’equilibrio economico – finanziario degli investimenti del
concessionario, può stabilire che la concessione abbia una durata
superiore a trenta anni, tenendo conto del rendimento della
concessione, della percentuale del prezzo di cui ai commi 4 e 5
rispetto all’importo totale dei lavori, e dei rischi connessi alle
modifiche delle condizioni di mercato. I presupposti e le condizioni
di base che determinano l’equilibrio economico – finanziario degli
investimenti e della connessa gestione, da richiamare nelle premesse
del contratto, ne costituiscono parte integrante. Le variazioni
apportate dalla stazione appaltante a detti presupposti o condizioni
di base, nonché le norme legislative e regolamentari che stabiliscano
nuovi meccanismi tariffari o nuove condizioni per l’esercizio delle
attività previste nella concessione, quando determinano una modifica
dell’equilibrio del piano, comportano la sua necessaria revisione, da
attuare mediante rideterminazione delle nuove condizioni di
equilibrio, anche tramite la proroga del termine di scadenza delle
concessioni. In mancanza della predetta revisione il concessionario
può recedere dal contratto. Nel caso in cui le variazioni apportate o
le nuove condizioni introdotte risultino più favorevoli delle
precedenti per il concessionario, la revisione del piano dovrà essere
effettuata a favore del concedente.
9. Le amministrazioni aggiudicatrici possono affidare in concessione
opere destinate alla utilizzazione diretta della pubblica
amministrazione, in quanto funzionali alla gestione di servizi
pubblici, a condizione che resti a carico del concessionario l’alea
economico – finanziaria della gestione dell’opera.
10. Il concessionario partecipa alla conferenza di servizi finalizzata
all’esame e all’approvazione dei progetti di loro competenza, senza
diritto di voto. Resta ferma l’applicazione dell’articolo 14
quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive
21
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
modificazioni.
Questo articolo evidenzia quali siano le caratteristiche dell'istituto concessorio, alla luce della
più recente normazione, pur tuttavia sarebbe superficiale limitarmi al mero richiamo normativo, ma
per un'analisi più approfondita, è utile commentare i tratti identificativi della concessione.
L'istituto della concessione di opere pubbliche appartiene alla categoria di sistemi di
esecuzione indiretta di opere pubbliche, ovvero dove l'opera è realizzata da un soggetto diverso
rispetto all'ammini-strazione pubblica competente.12
La caratteristica peculiare dell'istituto è l'attribuzione ad un determinato soggetto, sia esso
pubblico o privato, denominato “concessionario”, di compiti spettanti all'amministrazione pubblica
e compiti spettanti tipicamente al costruttore di opere, mediante una “delega” ove sia prevista anche
la gestione dell'opera. L'amministra-zione, denominata nel rapporto contrattuale “concedente”
conferisce ad un soggetto compiti propri, aventi natura di servizio pubblico. La concessione si fonda
su un atto unilaterale dell'amministrazione di natura provvedimentale, che nella maggior parte dei
casi è affiancato da un contratto (convenzione o disciplinare della concessione)13
che regola i
rapporti giuridici relativamente a poteri, oneri, diritti e obblighi tra concedente e concessionario.
L'amministrazione gode di un ampio potere discrezionale nella scelta del concessionario, il quale
deve possedere determinati requisiti per essere considerato idoneo all'esercizio dell'attività
conferitagli. Nell'ottica del partenariato l'amministrazione non ricorre alla concessione
esclusivamente per questioni economiche e di bilancio, ma vi aggiunge un trasferimento di
complesse funzioni “pubbliche”, definite tali perchè spettanti all'amministrazione, e ciò avviene
quando la P.A. ha difficoltà a realizzare un'opera o un servizio, o perchè poco attrezzata
al'espletamento, o perchè per un soddisfacimento più proficuo dell'interesse pubblico decide di
delegarle al privato. Di rado l'amministrazione si spoglia di tutti i suoi poteri, come quello di
controllo, di approvazione di progetti o ancora di stabilire la forma di gara. È possibile altresì che
l'amministrazione riceva delle limitazioni alla propria discrezionalità. Questo sistema di contrappesi
tra concedente e concessionario (che nel partenariato pubblico-privato viene sempre individuato nel
soggetto privato), determina un modello razionalizzato per eseguire un'opera pubblica, che miri alla
riduzione di tempi e costi e a migliorare la qualità del servizio offerto, avvalendosi delle potenzialità
12 Voce Concessione, in Digesto delle discipline pubblicistiche, volume di aggiornamento.
13 Caianiello, La concessione di opere pubbliche.
22
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
e del know how dell'imprenditoria privata. La rigidità della normativa afferente l'appalto14
ha
privilegiato il ricorso delle amministrazioni all'istituto concessorio. È necessario delineare la sottile
e pur determinante separazione tra concessione ed appalto, che da sempre viene studiata. La
separazione tra i due istituti deriva dall'”oggetto” che nella concessione è caratterizzato dalla
sostituzione del concessionario all'amministrazione per l'esercizio dei poteri e funzioni ad essa
spettanti in relazione all'esecuzione dei lavori o di servizi, mentre nell'appalto è caratterizzato
esclusivamente dall'esecuzione degli stessi. Il concessionario agisce come organo indiretto
dell'amministrazione concedente e la sua azione produce nei confronti dei terzi gli stessi effetti che
avrebbe prodotto l'amministrazione.
Quindi nella fattispecie concessoria possiamo parlare di sostituzione, mentre nella fattispecie
dell'appalto parleremo di ausiliarietà. Questa differenziazione tra concessione ed appalto è
fondamentale nello studio del partenariato pubblico-privato, dato che la concessione è espressione
di partenariato, l'appalto invece non rientra in alcun caso nella macroaerea dei contratti afferenti al
PPP.
Quando ci si riferisce all'istituto concessorio, non si può considerarlo in maniera unitaria, e se
si considerano le varie normative generali (l. n.1137/1929, 584/1977 e n.80/19878) potremo
individuare vari modelli e statuti della molteplicità di figure concessorie. Anche qui per una scelta
di metodo mi limiterò ad elencarle, soffermandomi su quella che meglio si attaglia al partenariato
pubblico-privato.
Le varianti concessorie sono:
concessione di costruzione e gestione
concessione di (sola) committenza
concessione di (sola) costruzione
La variante che più si confà, per i suoi caratteri distintivi, alla categoria del PPP, è la
concessione di costruzione e gestione.15
Questa fattispecie si realizza, quando un ente pubblico concede ad un soggetto pubblico o
privato la gestione di un servizio pubblico, in aggiunta alla costruzione dell'opera fondamentale per
lo svolgimento del servizio. Questa figura concessoria si caratterizza per la strumentalità della
costruzione dell'opera rispetto all'attività da espletare, che è il fulcro sostanziale della concessione. I
diritti e gli obblighi delle parti vengono stabiliti da una convenzione. Il concessionario si assume gli
14 D.lgs.163/2006
15 Voce Concessione, in Digesto delle discipline pubblicistiche, volume di aggiornamento.
23
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
oneri finanziari e le incombenze relative alle attività materiali inerenti la realizzazione dell'opera.
Tutto ciò avviene senza mai perdere di vista il motivo per cui è sorto il rapporto concessorio, ovvero
l'espletamento di un servizio in favore della collettività.
Locazione finanziaria
Il contratto di locazione finanziaria, anche detto “leasing”, è uno strumento di finanziamento
utilizzato prevalentemente nel settore privato. Attualmente ricopre un ruolo rilevante anche nel
settore pubblico, ove vi si ricorre per finanziare servizi e lavori che perseguono un interesse di
pubblica utilità. In passato questo strumento contrattuale aveva natura atipica, in quanto non
disciplinato dal codice civile, ma utilizzato in attività negoziali, nel rispetto del principio di
autonomia contrattuale16
.
Il contratto di locazione finanziaria in base alla normativa attuale è considerato contratto
avente natura tipica, disciplinato ai sensi dell'art. 160-bis del codice dei contratti pubblici.17
Prima di affrontare l'aspetto normativo, analizzo sinteticamente le peculiarità dell'istituto, sia
dal punto di vista contrattuale di natura privatistica, che in riferimento ai contratti stipulati con la
P.A. che afferiscono al tema centrale del lavoro, ovvero il PPP.
Nella visione di stampo privatistico il contratto di leasing è considerato un contratto atipico,
nel quale convergono elementi del contratto di locazione ed elementi del contratto di mutuo. Le
parti coinvolte in questo genere di contratto sono:
il soggetto interessato al godimento di un bene (utilizzatore);
la società di leasing che acquista un bene mobile ovvero costruisce un bene immobile
secondo le indicazioni del richiedente e ne mantiene la proprietà fino al momento del
riscatto;
Il soggetto che fornisce il bene ovvero che costruisce il bene immobile;
Nel contesto dei contratti che interessano la P.A. le parti coinvolte sono:
la pubblica amministrazione, che svolge il ruolo di committente e si occupa di esercitare un
controllo di sorveglianza, progettando l'opera da porre a base di gara e selezionando la
società di leasing ed il costruttore, si occupa poi di controllare la corretta esecuzione
dell'opera e di verificarne la regolare esecuzione;
la società di leasing che partecipa alla gara con il costruttore-appaltatore e assume i rischi
16 Art. 1322 Codice Civile
17 D.lgs. 163/2006.
24
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
relativi alla profittabilità dell'investimento, mentre trasferisce al costruttore i rischi non
finanziari.
il costruttore, che realizza materialmente l'opera e ne provvede, ove previsto, alla sua
manutenzione.
Il contratto di locazione finanziaria per la realizzazione di opere pubbliche - in prosieguo
denominato leasing - è stato introdotto nel nostro ordinamento con la legge 296/2006 all'art.1
comma 907 ss.
In seguito nel codice degli appalti, il d.lgs. n.113/2007 c.d. secondo correttivo del Codice dei
contratti, lo ha trasfuso, introducendo l'art.160-bis rubricato “locazione finanziaria di opere
pubbliche o di pubblica utilità”, riformato dal d.lgs. n.152/2008 c.d. terzo correttivo. Riporto ora il
testo integrale dell'art.160-bis del d.lgs.163/2006, e successivamente le modifiche introdotte dal
d.lgs.152/2008.
Art. 160-bis d.lgs163/2006 Locazione finanziaria di opere pubbliche o di pubblica utilità
1. Per la realizzazione, l'acquisizione ed il completamento di opere
pubbliche o di pubblica utilità i committenti tenuti all'applicazione
del presente codice possono avvalersi anche del contratto di locazione
finanziaria, che costituisce appalto pubblico di lavori, salvo che
questi ultimi abbiano un carattere meramente accessorio rispetto
all’oggetto principale del contratto medesimo. (comma così modificato
dal d.lgs. n. 152 del 11/09/2008 in vigore dal 17/10/2008)
2. Nei casi di cui al comma 1, il bando, ferme le altre indicazioni
previste dal presente codice, determina i requisiti soggettivi,
funzionali, economici, tecnico-realizzativi ed organizzativi di
partecipazione, le caratteristiche tecniche ed estetiche dell'opera, i
costi, i tempi e le garanzie dell'operazione, nonché i parametri di
valutazione tecnica ed economico-finanziaria dell'offerta
economicamente più vantaggiosa.
3. L'offerente di cui al comma 2 può essere anche una associazione
temporanea costituita dal soggetto finanziatore e dal soggetto
realizzatore, responsabili, ciascuno, in relazione alla specifica
obbligazione assunta, ovvero un contraente generale. In caso di
fallimento, inadempimento o sopravvenienza di qualsiasi causa
25
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
impeditiva all'adempimento dell'obbligazione da parte di uno dei due
soggetti costituenti l'associazione temporanea di imprese, l'altro può
sostituirlo, con l'assenso del committente, con altro soggetto avente
medesimi requisiti e caratteristiche.
4. L'adempimento degli impegni della stazione appaltante resta in ogni
caso condizionato al positivo controllo della realizzazione ed alla
eventuale gestione funzionale dell'opera secondo le modalità previste.
4-bis. Il soggetto finanziatore, autorizzato ai sensi del decreto
legislativo 1° settembre 1993, n. 385, e successive modificazioni,
deve dimostrare alla stazione appaltante che dispone, se del caso
avvalendosi delle capacità di altri soggetti, anche in associazione
temporanea con un soggetto realizzatore, dei mezzi necessari ad
eseguire l’appalto. Nel caso in cui l’offerente sia un contraente
generale, di cui all’articolo 162, comma 1, lettera g), esso può
partecipare anche ad affidamenti relativi alla realizzazione,
all’acquisizione ed al completamento di opere pubbliche o di pubblica
utilità non disciplinati dalla parte II, titolo III, capo IV, se in
possesso dei requisiti determinati dal bando o avvalendosi delle
capacità di altri soggetti. (comma introdotto dal d.lgs. n. 152 del
11/09/2008 in vigore dal 17/10/2008)
4-ter. La stazione appaltante pone a base di gara un progetto di livello
almeno preliminare. L’aggiudicatario provvede alla predisposizione dei
successivi livelli progettuali ed all’esecuzione dell’opera. (comma
introdotto dal d.lgs. n. 152 del 11/09/2008 in vigore dal 17/10/2008)
4-quater. L’opera oggetto del contratto di locazione finanziaria può
seguire il regime di opera pubblica ai fini urbanistici, edilizi ed
espropriativi; l’opera può essere realizzata su area nella
disponibilità dell’aggiudicatario. (comma introdotto dal d.lgs. n. 152
del 11/09/2008 in vigore dal 17/10/2008)
Il d.lgs.152/2008 apportato le seguenti modifiche al sopracitato articolo:
1) al comma 1, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “, che
costituisce appalto pubblico di lavori, salvo che questi ultimi
abbiano un carattere meramente accessorio rispetto all’oggetto
principale del contratto medesimo.”;
2) dopo il comma 4, sono inseriti i seguenti: “4-bis. Il soggetto
26
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
finanziatore, autorizzato ai sensi del decreto legislativo 1°
settembre 1993, n. 385, e successive modificazioni, deve dimostrare
alla stazione appaltante che dispone, se del caso avvalendosi delle
capacità di altri soggetti, anche in associazione temporanea con un
soggetto realizzatore, dei mezzi necessari ad eseguire l’appalto. Nel
caso in cui l’offerente sia un contraente generale, di cui
all’articolo 162, comma 1, lettera g), esso può partecipare anche ad
affidamenti relativi alla realizzazione, all’acquisizione ed al
completamento di opere pubbliche o di pubblica utilità non
disciplinati dalla parte II, titolo III, capo IV, se in possesso dei
requisiti determinati dal bando o avvalendosi delle capacità di altri
soggetti.
4-ter. La stazione appaltante pone a base di gara un progetto di livello
almeno preliminare. L’aggiudicatario provvede alla predisposizione
dei successivi livelli progettuali ed all’esecuzione dell’opera.
4-quater. L’opera oggetto del contratto di locazione finanziaria può
seguire il regime di opera pubblica ai fini urbanistici, edilizi ed
espropriativi; l’opera può essere realizzata su area nella
disponibilità dell’aggiudicatario.”;
L'art. 160-bis del Codice dei contratti18
prevede che il contratto di leasing possa essere
utilizzato sia per realizzare opere pubbliche ex novo, che per acquisire o completare opere
pubbliche.
Il leasing rientra a pieno diritto nella categoria dei contratti afferenti al partenariato pubblico-
privato19
, garantendo i seguenti vantaggi alla P.A.:
1. possibilità di utilizzare un bene senza aver anticipato la somma di denaro relativa
all'acquisto dello stesso;
2. reperimento delle risorse finanziarie: la collaborazione tra società di leasing e costruttore,
consente di erogare il capitale necessario all'investimento, in conformità all'avanzamento del
progetto; l'affidatario si assume il rischio di costruzione ed intrattiene i rapporti con i
fornitori e si occupa dei pagamenti;
3. la consegna dell'opera prevede che questa sia completa, funzionante ed agibile, ed esente da
rischi economici legati a perizie di variante, revisione dei prezzi o caratteristiche afferenti la
18 D.lgs. 163/2006
19 D.lgs. 163/2006, art.3, c.15-ter.
27
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
natura tecnica del bene, essendo il costo certo e definito preventivamente, ovvero al
momento dell'aggiudica-zione;
4. il canone è fisso e non è soggetto a variazioni, può essere comprensivo di servizi accessori
contrattualmente previsti, e la sua corresponsione avverrà alla consegna dell'opera, ove
vengano rispettate le condizioni imposte al punto precedente;
5. la consegna avviene nei tempi stabiliti e la manutenzione del bene deve essere garantita fino
al momento del riscatto;
I vantaggi per l'amministrazione derivanti da questo strumento contrattuale derivano da un
corretto riparto dei rischi, che può essere garantito mediante una chiara definizione dell'oggetto
contrattuale ed una valida azione di controllo in capo alla stazione appaltante per tutta la durata
dell'operazione. Perchè l'amministrazione possa conseguire vantaggi reali dall'utilizzo dello
strumento della locazione finanziaria, è fondamentale che vi sia un trasferimento di una parte di
rischi in capo al privato. Questo è un elemento in comune con le altre forme di PPP.
Vi sono delle differenze sostanziali che si evincono da una comparazione tra l'istituto del
leasing e quello del Project financing, le quali possono portare l'amministrazione ad optare per uno
strumento piuttosto che per l'altro. Nel leasing l'opera sarà gestita immediatamente dopo il collaudo
da parte dell'amministrazione committente, e qui il privato fuoriesce dal rapporto contrattuale. Nel
project financing il privato prosegue nella fase di gestione. Entrambi gli istituti oggetto di
comparazione vedono la loro applicazione in referimento a:
Opere fredde che non producono reddito, che sono opere in cui la funzione sociale è
assolutamente predominante e che non consentono, per tale motivo, l’applicazione di tariffe o in cui
il livello socialmente accettabile delle tariffe è talmente basso da non generare flussi di cassa in
grado di consentire il rimborso dei fondi impiegati.
Opere calde che sono produttive di reddito, sono invece opere per le quali è possibile
applicare un prezzo del servizio, come controprestazione che l’utente è tenuto a effettuare per fruire
del servizio stesso; si tratta quindi di opere che consentono di svolgere un’attività organizzata di
tipo imprenditoriale, con costi e ricavi (cd. servizi a rilevanza imprenditoriale).
Nel caso in cui l'amministrazione opta per il leasing nella realizzazione di opere calde, si
accolla tutti i rischi relativi alla gestione. Nel caso in cui faccia ricorso al Project financing per la
realizzazione delle opere fredde, dovrà corrispondere un canone per tutta la durata della
concessione. Pertanto un contratto di Project financing, a prescindere dalla veste giuridica che gli
viene attribuita, sarà sostanzialmente un contratto di leasing. La scelta se ricorrere al leasing o al
project financing, dipende dalle prerogative dell'amministrazione. Se questa vorrà avere un maggior
controllo ed una gestione immediata della stessa, ricorrerà al leasing; nel caso in cui
28
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
l'amministrazione non abbia interesse a gestire direttamente l'opera, ricorrerà al Project financing.
Project Financing
Per ultimo, e non per minore importanza, analizzerò l'istituto del Project Financing, o più
comunemente conosciuto in Italia come finanza di progetto. La motivazione per cui analizzerò
questa fattispecie contrattuale – una volta appartenente alla categoria dei contratti atipici, e
discplinato poi con l.n.109/1994, c.d. legge Merloni agli artt.37 bis ss. modificati poi dalle leggi
n.415/1998 e n.166/2002 – deriva dalla scelta di approfondire questo istituto nel prossimo capitolo,
e di far si che il lettore possa avere una certa continuità di tematica.
La finanza di progetto è rubricata all'art.153 del Codice dei contratti pubblici, il quale recita
testualmente:
Art. 153 Finanza di progetto
1. Per la realizzazione di lavori pubblici o di lavori di pubblica
utilità, ivi inclusi quelli relativi alle strutture dedicate alla
nautica da diporto, inseriti nella programmazione triennale e
nell'elenco annuale di cui all'articolo 128, ovvero negli strumenti
di programmazione formalmente approvati dall'amministra-zione
aggiudicatrice sulla base della normativa vigente, ivi inclusi i
Piani dei porti, finanziabili in tutto o in parte con capitali
privati, le amministrazioni aggiudicatrici possono, in alternativa
all'affidamento mediante concessione ai sensi dell'articolo 143,
affidare una concessione ponendo a base di gara uno studio di
fattibilità, mediante pubblicazione di un bando finalizzato alla
presentazione di offerte che contemplino l'utilizzo di risorse
totalmente o parzialmente a carico dei soggetti proponenti.
2. Il bando di gara e' pubblicato con le modalità di cui all'articolo 66
ovvero di cui all'articolo 122, secondo l'importo dei lavori, ponendo
a base di gara lo studio di fattibilità predisposto
dall'amministrazione aggiudicatrice o adottato ai sensi del comma 19.
2-bis. Lo studio di fattibilità da porre a base di gara è redatto dal
personale delle amministrazioni aggiudicatrici in possesso dei
29
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
requisiti soggettivi necessari per la sua predisposizione in funzione
delle diverse professionalità coinvolte nell'approccio
multidisciplinare proprio dello studio di fattibilità. In caso di
carenza in organico di personale idoneamente qualificato, le
amministrazioni aggiudicatrici possono affidare la redazione dello
studio di fattibilità a soggetti esterni, individuati con le
procedure previste dal presente codice. Gli oneri connessi
all’affidamento di attività a soggetti esterni possono essere
ricompresi nel quadro economico del progetto. (comma introdotto dal
DL 83/2012 in vigore dal 26/06/2012 poi modificato in sede di
conversione dalla L 134/2012 in vigore dal 12/08/2012)
3. Il bando, oltre al contenuto previsto dall'articolo 144, specifica:
a) che l'amministrazione aggiudicatrice ha la possibilità di
richiedere al promotore prescelto, di cui al comma 10, lettera b),
di apportare al progetto preliminare, da questi presentato, le
modifiche eventualmente intervenute in fase di approvazione del
progetto, anche al fine del rilascio delle concessioni demaniali
marittime, ove necessarie, e che in tal caso la concessione e'
aggiudicata al promotore solo successivamente all'accettazione, da
parte di quest'ultimo, delle modifiche progettuali nonché del
conseguente eventuale adeguamento del piano economico-finanziario;
b) che, in caso di mancata accettazione da parte del promotore di
apportare modifiche al progetto preliminare, l'amministrazione ha
facoltà di chiedere progressivamente ai concorrenti successivi in
graduatoria l'accettazione delle modifiche da apportare al progetto
preliminare presentato dal promotore alle stesse condizioni
proposte al promotore e non accettate dallo stesso.
4. Le amministrazioni aggiudicatrici valutano le offerte presentate con
il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa di cui
all'articolo 83.
5. Oltre a quanto previsto dall'articolo 83 per il caso delle concessioni,
l'esame delle proposte e' esteso agli aspetti relativi alla qualità
del progetto preliminare presentato, al valore economico e
finanziario del piano e al contenuto della bozza di convenzione.
(omissis)
6. Il bando indica i criteri, secondo l'ordine di importanza loro
30
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
attribuita, in base ai quali si procede alla valutazione comparativa
tra le diverse proposte. (omissis)
7. (omissis)
8. (omissis)
9. Le offerte devono contenere un progetto preliminare, una bozza di
convenzione, un piano economico-finanziario asseverato da un istituto
di credito o da società di servizi costituite dall'istituto di
credito stesso ed iscritte nell'elenco generale degli intermediari
finanziari, ai sensi dell'articolo 106 del decreto legislativo 1°
settembre 1993, n. 385, o da una società di revisione ai sensi
dell'articolo 1 della legge 23 novembre 1939, n. 1966, nonché la
specificazione delle caratteristiche del servizio e della gestione, e
dare conto del preliminare coinvolgimento di uno o più istituti
finanziatori nel progetto; il regolamento detta indicazioni per
chiarire e agevolare le attività di asseverazione ai fini della
valutazione degli elementi economici e finanziari. Il piano
economico-finanziario comprende l'importo delle spese sostenute per
la predisposizione delle offerte, comprensivo anche dei diritti sulle
opere dell'ingegno di cui all'articolo 2578 del codice civile. Tale
importo non può superare il 2,5 per cento del valore
dell'investimento, come desumibile dallo studio di fattibilità posto
a base di gara. (omissis)
10. L'amministrazione aggiudicatrice:
a) prende in esame le offerte che sono pervenute nei termini indicati
nel bando;
b) redige una graduatoria e nomina promotore il soggetto che ha
presentato la migliore offerta; la nomina del promotore può aver
luogo anche in presenza di una sola offerta;
c) pone in approvazione il progetto preliminare presentato dal
promotore, con le modalità indicate all'articolo 97, anche al fine
del successivo rilascio della concessione demaniale marittima, ove
necessaria. In tale fase e' onere del promotore procedere alle
modifiche progettuali necessarie ai fini dell'approvazione del
progetto, nonché a tutti gli adempimenti di legge anche ai fini
della valutazione di impatto ambientale, senza che ciò comporti
alcun compenso aggiuntivo, ne' incremento delle spese sostenute per
31
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
la predisposizione delle offerte indicate nel piano finanziario;
d) quando il progetto non necessita di modifiche progettuali, procede
direttamente alla stipula della concessione;
e) qualora il promotore non accetti di modificare il progetto, ha
facoltà di richiedere progressivamente ai concorrenti successivi in
graduatoria l'accettazione delle modifiche al progetto presentato
dal promotore alle stesse condizioni proposte al promotore e non
accettate dallo stesso.
11. La stipulazione del contratto di concessione può avvenire solamente a
seguito della conclusione, con esito positivo, della procedura di
approvazione del progetto preliminare e della accettazione delle
modifiche progettuali da parte del promotore, ovvero del diverso
concorrente aggiudicatario. Il rilascio della concessione demaniale
marittima, ove necessaria, avviene sulla base del progetto definitivo,
redatto in conformità al progetto preliminare approvato.
12. Nel caso in cui risulti aggiudicatario della concessione un soggetto
diverso dal promotore, quest'ultimo ha diritto al pagamento, a carico
dell'aggiudicatario, dell'importo delle spese di cui al comma 9,
terzo periodo.
13. Le offerte sono corredate dalla garanzia di cui all'articolo 75 e da
un'ulteriore cauzione fissata dal bando in misura pari al 2,5 per
cento del valore dell'investimento, come desumibile dallo studio di
fattibilità posto a base di gara. Il soggetto aggiudicatario e'
tenuto a prestare la cauzione definitiva di cui all'articolo 113.
Dalla data di inizio dell'esercizio del servizio, da parte del
concessionario e' dovuta una cauzione a garanzia delle penali
relative al mancato o inesatto adempimento di tutti gli obblighi
contrattuali relativi alla gestione dell'opera, da prestarsi nella
misura del 10 per cento del costo annuo operativo di esercizio e con
le modalità di cui all'articolo 113; la mancata presentazione di tale
cauzione costituisce grave inadempimento contrattuale.
14. (omissis)
15. Le amministrazioni aggiudicatrici, ferme restando le disposizioni
relative al contenuto del bando previste dal comma 3, primo periodo,
possono, in alternativa a quanto prescritto dal comma 3, lettere a) e
b), procedere come segue:
32
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
a) pubblicare un bando precisando che la procedura non comporta
l'aggiudicazione al promotore prescelto, ma l'attribuzione allo
stesso del diritto di essere preferito al migliore offerente
individuato con le modalità di cui alle successive lettere del
presente comma, ove il promotore prescelto intenda adeguare la
propria offerta a quella ritenuta più vantaggiosa;
b) provvedere alla approvazione del progetto preliminare in
conformità al comma 10, lettera c);
c) bandire una nuova procedura selettiva, ponendo a base di gara il
progetto preliminare approvato e le condizioni economiche e
contrattuali offerte dal promotore, con il criterio della offerta
economicamente più vantaggiosa;
d) ove non siano state presentate offerte valutate economicamente più
vantaggiose rispetto a quella del promotore, il contratto e'
aggiudicato a quest'ultimo;
e) ove siano state presentate una o più offerte valutate
economicamente più vantaggiose di quella del promotore posta a base
di gara, quest'ultimo può, entro quarantacinque giorni dalla
comunicazione dell'amministrazione aggiudicatrice, adeguare la
propria proposta a quella del migliore offerente, aggiudicandosi il
contratto. In questo caso l'amministrazione aggiudicatrice rimborsa
al migliore offerente, a spese del promotore, le spese sostenute
per la partecipazione alla gara, nella misura massima di cui al
comma 9, terzo periodo;
f) ove il promotore non adegui nel termine indicato alla precedente
lettera e) la propria proposta a quella del miglior offerente
individuato in gara, quest'ultimo e' aggiudicatario del contratto e
l'amministrazione aggiudicatrice rimborsa al promotore, a spese
dell'aggiudicatario, le spese sostenute nella misura massima di cui
al comma 9, terzo periodo. Qualora le amministrazioni
aggiudicatrici si avvalgano delle disposizioni del presente comma,
non si applicano il comma 10, lettere d) ed e), il comma 11 e il
comma 12, ferma restando l'applicazione degli altri commi che
precedono.
16. In relazione a ciascun lavoro inserito nell'elenco annuale di cui al
comma 1, per il quale le amministrazioni aggiudicatrici non
33
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
provvedano alla pubblicazione dei bandi entro sei mesi dalla
approvazione dello stesso elenco annuale, i soggetti in possesso dei
requisiti di cui al comma 8 possono presentare, entro e non oltre
quattro mesi dal decorso di detto termine, una proposta avente il
contenuto dell'offerta di cui al comma 9, garantita dalla cauzione di
cui all'articolo 75, corredata dalla documentazione dimostrativa del
possesso dei requisiti soggettivi e dell'impegno a prestare una
cauzione nella misura dell'importo di cui al comma 9, terzo periodo,
nel caso di indizione di gara ai sensi delle lettere a), b) e c) del
presente comma. Entro sessanta giorni dalla scadenza del termine di
quattro mesi di cui al periodo precedente, le amministrazioni
aggiudicatrici provvedono, anche nel caso in cui sia pervenuta una
sola proposta, a pubblicare un avviso con le modalità di cui
all'articolo 66 ovvero di cui all'articolo 122, secondo l'importo dei
lavori, contenente i criteri in base ai quali si procede alla
valutazione delle proposte. Le eventuali proposte rielaborate e
ripresentate alla luce dei suddetti criteri e le nuove proposte sono
presentate entro novanta giorni dalla pubblicazione di detto avviso;
le amministrazioni aggiudicatrici esaminano dette proposte,
unitamente alle proposte già presentate e non rielaborate, entro sei
mesi dalla scadenza di detto termine. Le amministrazioni
aggiudicatrici, verificato preliminarmente il possesso dei requisiti,
individuano la proposta ritenuta di pubblico interesse procedendo poi
in via alternativa a:
a) se il progetto preliminare necessita di modifiche, qualora
ricorrano le condizioni di cui all'articolo 58, comma 2, indire un
dialogo competitivo ponendo a base di esso il progetto preliminare
e la proposta;
b) se il progetto preliminare non necessita di modifiche, previa
approvazione del progetto preliminare presentato dal promotore,
bandire una concessione ai sensi dell'articolo 143, ponendo lo
stesso progetto a base di gara ed invitando alla gara il promotore;
c) se il progetto preliminare non necessita di modifiche, previa
approvazione del progetto preliminare presentato dal promotore,
procedere ai sensi del comma 15, lettere c), d), e) ed f), ponendo
lo stesso progetto a base di gara e invitando alla gara il
promotore.
34
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
17. Se il soggetto che ha presentato la proposta prescelta ai sensi del
comma 16 non partecipa alle gare di cui alle lettere a), b) e c) del
comma 16, l'amministrazione aggiudicatrice incamera la garanzia di
cui all'articolo 75. Nelle gare di cui al comma 16, lettere a), b) e
c), si applica il comma 13.
18. Il promotore che non risulti aggiudicatario nella procedura di cui al
comma 16, lettera a), ha diritto al rimborso, con onere a carico
dell'affidatario, delle spese sostenute nella misura massima di cui
al comma 9, terzo periodo. Al promotore che non risulti
aggiudicatario nelle procedure di cui al comma 16, lettere b) e c),
si applica quanto previsto dal comma 15, lettere e) ed f).
19. Gli operatori economici possono presentare alle amministrazioni
aggiudicatrici proposte relative alla realizzazione in concessione di
lavori pubblici o di lavori di pubblica utilità, incluse le strutture
dedicate alla nautica da diporto, non presenti nella programmazione
triennale di cui all'articolo 128 ovvero negli strumenti di
programmazione approvati dall'amministrazione aggiudicatrice sulla
base della normativa vigente. La proposta contiene un progetto
preliminare, una bozza di convenzione, il piano economico-finanziario
asseverato da uno dei soggetti di cui al comma 9, primo periodo, e la
specificazione delle caratteristiche del servizio e della gestione.
Nel caso di strutture destinate alla nautica da diporto, il progetto
preliminare deve definire le caratteristiche qualitative e funzionali
dei lavori ed il quadro delle esigenze da soddisfare e delle
specifiche prestazioni da fornire, deve contenere uno studio con la
descrizione del progetto ed i dati necessari per individuare e
valutare i principali effetti che il progetto può avere sull'ambiente
e deve essere integrato con le specifiche richieste nei decreti del
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 5 giugno 2009, nn.
10/09, 11/09 e 12/09, e successive modificazioni. Il piano economico-
finanziario comprende l'importo delle spese sostenute per la
predisposizione della proposta, comprensivo anche dei diritti sulle
opere dell'ingegno di cui all'articolo 2578 del codice civile. La
proposta e' corredata dalle autodichiarazioni relative al possesso
dei requisiti di cui al comma 21, dalla cauzione di cui all'articolo
75, e dall'impegno a prestare una cauzione nella misura dell'importo
di cui al comma 9, terzo periodo, nel caso di indizione di gara.
L'amministrazione aggiudicatrice valuta, entro tre mesi, il pubblico
35
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
interesse della proposta. A tal fine l'amministrazione aggiudicatrice
può invitare il proponente ad apportare al progetto preliminare le
modifiche necessarie per la sua approvazione. Se il proponente non
apporta le modifiche richieste, la proposta non può essere valutata
di pubblico interesse. Il progetto preliminare, eventualmente
modificato, e' inserito nella programmazione triennale di cui
all'articolo 128 ovvero negli strumenti di programmazione approvati
dall'amministrazione aggiudicatrice sulla base della normativa
vigente ed e' posto in approvazione con le modalità indicate
all'articolo 97; il proponente e' tenuto ad apportare le eventuali
ulteriori modifiche chieste in sede di approvazione del progetto; in
difetto, il progetto si intende non approvato. Il progetto
preliminare approvato e' posto a base di gara per l'affidamento di
una concessione, alla quale e' invitato il proponente, che assume la
denominazione di promotore. Nel bando l'amministrazione
aggiudicatrice può chiedere ai concorrenti, compreso il promotore, la
presentazione di eventuali varianti al progetto. Nel bando e'
specificato che il promotore può esercitare il diritto di prelazione.
I concorrenti, compreso il promotore, devono essere in possesso dei
requisiti di cui al comma 8, e presentare un'offerta contenente una
bozza di convenzione, il piano economico-finanziario asseverato da
uno dei soggetti di cui al comma 9, primo periodo, la specificazione
delle caratteristiche del servizio e della gestione, nonché le
eventuali varianti al progetto preliminare; si applicano i commi 4, 5,
6, 7 e 13. Se il promotore non risulta aggiudicatario, può esercitare,
entro quindici giorni dalla comunicazione dell'aggiudicazione
definitiva, il diritto di prelazione e divenire aggiudicatario se
dichiara di impegnarsi ad adempiere alle obbligazioni contrattuali
alle medesime condizioni offerte dall'aggiudicatario. Se il promotore
non risulta aggiudicatario e non esercita la prelazione ha diritto al
pagamento, a carico dell'aggiudicatario, dell'importo delle spese per
la predisposizione della proposta nei limiti indicati nel comma 9. Se
il promotore esercita la prelazione, l'originario aggiudicatario ha
diritto al pagamento, a carico del promotore, dell'importo delle
spese per la predisposizione dell'offerta nei limiti di cui al comma
9.
20. (omissis)
21. Possono presentare le proposte di cui al comma 19, primo periodo, i
36
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
soggetti in possesso dei requisiti di cui al comma 8, nonché i
soggetti dotati di idonei requisiti tecnici, organizzativi,
finanziari e gestionali, specificati dal regolamento, nonché i
soggetti di cui agli articoli 34 e 90, comma 2, lettera b),
eventualmente associati o consorziati con enti finanziatori e con
gestori di servizi. La realizzazione di lavori pubblici o di pubblica
utilità rientra tra i settori ammessi di cui all'articolo 1, comma 1,
lettera c-bis), del decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153. Le
camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura,
nell'ambito degli scopi di utilità sociale e di promozione dello
sviluppo economico dalle stesse perseguiti, possono aggregarsi alla
presentazione di proposte di realizzazione di lavori pubblici di cui
al comma 1, ferma restando la loro autonomia decisionale.
21-bis. (omissis)
22. Limitatamente alle ipotesi di cui ai commi 16, 19 e 21, i soggetti
che hanno presentato le proposte possono recedere dalla composizione
dei proponenti in ogni fase della procedura fino alla pubblicazione
del bando di gara purché tale recesso non faccia venir meno la
presenza dei requisiti per la qualificazione. In ogni caso, la
mancanza dei requisiti in capo a singoli soggetti comporta
l'esclusione dei soggetti medesimi senza inficiare la validità della
proposta, a condizione che i restanti componenti posseggano i
requisiti necessari per la qualificazione.
23. (omissis)
Mi pare opportuno, come fatto per la concessione, effettuare una indagine conoscitiva
dell'istituto, prima di approfondirlo in seguito, analizzando solo alcune caratteristiche aventi un
taglio per lo più normativo, che meglio si attagliano allo stile di questo capitolo.
Si parta dalla premessa che il Project financing è un istituto che vede le sue origini nella
tradizione anglosassone, caratterizzato in sostanza dalla copertura finanziaria di importanti
investimenti sulla base di un progetto in considerazione della sua validità, della sua gestione,
nonché della sua attitudine a generare reddito per un certo lasso di tempo: il fondamento del project
financing va rintracciato nelle prospettive reddituali e nei flussi di cassa che una specifica iniziativa
è potenzialmente in grado di realizzare.20
L'essenza della finanza di progetto la si rinviene nella
20 Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici, Atto di regolazione n.34 del 18/07/2000.
37
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
molteplicità di rapporti giuridici ed economici che sorgono tra i soggetti pubblici e privati21
. La
normativa che si evince dalla legge Merloni attribuisce a soggetti titolari di specifici requisiti di
carattere tecnico, organizzativo e gestionale di farsi promotori per la realizzazione di un intervento
di pubblica utilità che sia previsto dagli strumenti di programmazione. Ai sensi del comma 16
dell'art. 153 del Codice, vi è la possibilità di presentare alle amministrazioni aggiudicatrici, proposte
relative alla realizzazione di lavori pubblici o di lavori di pubblica utilità che, pur presenti nella
programmazione triennale di cui all’art. 128 ovvero negli strumenti di programmazione approvati
dall’amministrazione aggiudicatrice, non siano stato oggetto di pubblicazione dei relativi bandi nei
successivi 6 (sei) mesi. Il soggetto proponente è legittimato ad accedere allo studio di fattibilità
predisposto dall’amministrazione, al fine di poter formulare la proposta. Questa viene vagliata
dall'amministrazione, e ove soddisfi i requisiti necessari al perseguimento del pubblico interesse
viene posta alla base di un una gara che individuerà - mediante il criterio dell'offerta
economicamente più vantaggiosa - nel caso in cui vi siano altri soggetti interessati, colui a cui verrà
affidata la realizzazione dell'intervento. Particolare rilievo ricopre lo studio di fattibilità, di fatti, “Ai
sensi del comma 2 dell'art.153 del Codice, alla base di ciascuna gara deve esserci la
predisposizione dello studio di fattibilità, redatto dall'amministrazione aggiudicatrice, o adottato
ad iniziativa dei terzi, ai sensi del comma 19. Lo studio di fattibilità diventa il punto di origine della
finanza di progetto, così è anche il titolo dell'art.153: non solo è lo strumento per orientare le
decisioni della P.A. sul se fare, se quanto fare, sul come fare, sul dove fare, sul procedimento, sul
tipo di contratto, sulle valutazioni di budget, sul timing ecc.., portando la P.A. ai livelli di
consapevolezza adeguati ai volumi finanziari, sempre molto elevati, implicati in una operazione di
PPP, ma soprattutto per assumersi la la responsabilità ed il dominio di tutti quei dati necessari per
redigere le offerte da parte del mercato.”22
.
L'ultimo aspetto che tratterò in questa parte che introduce il project financing è quello della
pubblicità degli interventi realizzabili mediante project financing. A tal proposito la normativa
recita testualmente: “le amministrazioni aggiudicatrici, entro venti giorni dalla redazione della
programmazione triennale ovvero degli altri strumenti di programmazione, hanno l'obbligo di
rendere pubblica la presenza negli stessi programmi di interventi realizzabili con capitali privati, in
quanto suscettibili di gestione economica”23
. La pubblicità avviene mediante un avviso indicativo
che deve conformarsi alle seguenti modalità: 1) pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione
21 Ibidem
22 Unità Tecnica Finanza di Progetto, La nuova finanza di progetto nel Codice dei contratti, gennaio 2009.
23 L.N.109/1994, art.37-bis, c.2.
38
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
europea, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, nel Bollettino ufficiale della regione ove
ha sede l'amministrazione aggiudicatrice, in almeno due quotidiani a diffusione nazionale, in
almeno due quotidiani a maggiore diffusione dove si realizzerà l'intervento, a seconda del valore di
quest'ultimo, ai sensi dell'art.80 del D.P.R. n.554/1999; 2) affissione presso la sede
dell'amministrazione per almeno sessanta giorni consecutivi; 3) pubblicazione, una volta che verrà
istituito, sul sito informatico individuato con d.p.c.m. ai sensi dell'art.24 legge n.340/2000; 4)
pubblicazione, ove istituito, sul sito informatico della stessa amministrazione aggiudicatrice; 5)
trasmissione all'osservatorio dei lavori pubblici, che a sua volta ne darà pubblicità (art.37-bis, co.2
bis, l.n. 109/1994). Queste modalità di pubblicazione sono obbligatorie per l'amministrazione, ma
ciò non toglie che questa possa avvalersi di ulteriori forme pubblicitarie, che hanno come vincolo il
rispetto dei principi di trasparenza, tempestività, correttezza, conformità al diritto comunitario, e
libera concorrenza tra gli operatori economici, richiamati all'art.1, co.1, della stessa legge quadro
(art.37 bis, co.2 bis, ultimo periodo, l.n. 109/1994). L'obbligo di pubblicità, mira a sollecitare
l'interesse del mercato alla realizzazione di opere ed interventi in regime di project financing,
interventi non sempre pubblicizzati adeguatamente dagli strumenti di programmazione.24
Anche la giurisprudenza amministrativa si è pronunciata sulla questione della pubblicità,
affermando che: “Secondo il costante orientamento della giurisprudenza del Consiglio di Stato
(riaffermato recentemente da sez. VI, 22 aprile 2008, n. 1856), il principio di pubblicità delle
sedute, nel corso delle quali vengono svolti gli adempimenti connessi alla verifica della
documentazione richiesta dalle regole di gara ai fini della ammissibilità delle offerte, si applica in
qualunque tipo di gara. Esso è applicazione alle gare pubbliche del più generale principio di
pubblicità e trasparenza dell’azione amministrativa, che trova un preciso aggancio costituzionale nel
principio di imparzialità di cui all’art. 97 Costituzione, ed è posto a garanzia (oltre che degli
interessi pubblici richiamati) anche dei privati che partecipano alle procedure contrattuali pubbliche,
i quali in tal modo sono posti in condizione di verificare la correttezza dell’attività amministrativa
nelle singole gare. Ciò comporta che i partecipanti alle gare devono essere preventivamente
informati, attraverso la comunicazione (secondo le modalità normativamente imposte o quelle
ritenute idonee allo scopo nel caso concreto) delle notizie concernenti il luogo, i giorni e l’ora in cui
si svolgeranno le sedute. La conoscenza di tali aspetti temporali e logistici rappresenta, infatti, una
condizione essenziale affinché la facoltà di partecipare sia effettiva. Nel caso di specie tali
condizioni non si sono verificate. Infatti, nell’avviso pubblico che ha dato avvio alla procedura per
la scelta del promotore non figura alcuna indicazione sui tempi e modalità di svolgimento delle
sedute per l’esame delle proposte (tranne l’indicazione, irrilevante ai fini della questione in esame,
24 Cfr. UTFP, Relazione sull'attività svolta dall'UTFP (luglio 2000-dicembre 2001), in www.utfp.it.
39
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
di un termine di quindici giorni «dalla ricezione della proposta» per la «verifica della completezza
dei documenti presentati…»). Un successivo avviso contenente la notizia dell’inizio delle sedute in
forma pubblica, è stato affisso al solo Albo Pretorio dell’Unione. Anche se si volesse considerare
tale avviso come integrativo dell’avviso pubblico iniziale, la modalità di comunicazione appare
inadeguata rispetto agli obblighi di pubblicità posti dall’art. 153 del codice dei contratti. Inoltre,
come esattamente dedotto da parte ricorrente, considerato che al momento dell’avviso sullo
svolgimento delle sedute, l’amministrazione era a conoscenza delle imprese che avevano presentato
proposte, sarebbe stata adeguata una forma di comunicazione individuale. Quanto all’applicabilità
del principio di pubblicità anche nelle procedure di project financing, occorre rilevare che l’art. 152
del codice dei contratti prevede che in tali procedure «si applicano le disposizioni della parte I» in
cui rientra l’art. 2 che indica i principi di trasparenza e di pubblicità come principi assoluti dei
procedimenti di affidamento dei contratti pubblici. E’ chiaro che anche nelle procedure di selezione
del promotore finanziario (al pari di quanto si afferma per le procedure in cui il criterio di
aggiudicazione è costituito dall’offerta economicamente più vantaggiosa) la regola della pubblicità
delle sedute deve trovare applicazione esclusivamente con riguardo alla fase dell’ammissibilità
delle proposte, come si è già detto. Mentre debbono svolgersi in forma non pubblica le sedute in cui
vengono effettuate le valutazioni comparative della qualità tecnica delle proposte presentate, in
ossequio al principio di imparzialità che implica la sottrazione a pressioni esterne della formazione
e della manifestazione di tali valutazioni. In questa fase potranno aversi apporti dei partecipanti solo
se espressamente richiesti dall’amministrazione aggiudicatrice.”25
La trattazione sopra riportata, mette in risalto i punti focali della normazione italiana, in tema
di project financing. Per comprendere meglio il fenomeno, il prossimo capitolo metterà in evidenza
non solo ulteriori aspetti normativi, ma anche tecnicismi procedurali che interessano questo istituto,
di modo che il lettore possa avere un quadro generale che dia la possibilità di comprendere al
meglio il fenomeno, sotto una molteplicità di aspetti, normativi e non.
25 Cons. Stato, Sez IV, 22 aprile 2008, n.1856.
40
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Gestione dell’opera ed allocazione dei rischi
La gestione e l'allocazione dei rischi sono considerati elementi giuridicamente ordinanti tra le
fattispecie di PPP. La gestione è considerata un elemento essenziale del contratto relativo alla
concessione dei lavori pubblici. Il “Libro Verde relativo ai partenariati pubblico-privati ed al diritto
degli appalti pubblici e delle concessioni” sui PPP, emanato dalla Commissione Europea, precisa
che il rapporto concessorio è caratterizzato da un legame diretto tra il partner privato e l'utente
finale. Il Consiglio di Stato ha ulteriormente precisato che: «La validità economico-finanziaria del
progetto, costituisce il presupposto dell'intera operazione di project financing»26
. É compito del
concedente verificare la congruità del piano rispetto al progetto e l'attendibilità circa la gestione
dell'opera. Dunque l'amministrazione non deve sostituirsi al privato per la valutazione delle
potenzialità di profitto dell'investimento, ma è tenuta esclusivamente a verificare la congruità della
proposta rispetto al progetto. Ove la verifica da parte dell'amministrazione non dimostri la capacità
di autofinanziamento ed una sostenibilità economico-finanziaria dell'operazione, questa sarà
giudicata inammissibile. L'art. 153, comma 1 del Codice dei contratti dispone che l'amministrazione
è responsabile per la valutazione preventiva dell'opera e deve eseguire uno “studio di fattibilità” di
carattere economico. Gli elementi fondamentali che l'amministrazione deve analizzare sono: la
domanda attuale e prevista; l’offerta attuale e prevista nei medesimi settori oggetto di proposta; i
costi gestionali, monetari ed economici del progetto; i costi ed i ricavi relativi che vengono generati
dalla gestione dell'infrastruttura.
Nell'istituto concessorio relativo ai lavori pubblici vi è la possibilità che il soggetto
concedente conferisca un contributo economico al concessionario, il quale può essere costituito
anche dal conferimento di beni immobili. Vi è però un pericolo rilevante, ovvero che il partner
privato miri esclusivamente al valore dell'immobile offerto, distogliendo l'attenzione dalla fase della
gestione e della relativa erogazione del servizio. Il Codice dei contratti, prevede all'art. 143, comma
3, che la controprestazione del concessionario consiste nel diritto di gestire funzionalmente e di
sfruttare economicamente tutti i lavori realizzati. Il partner pubblico ha la responsabilità di
controllare la corretta realizzazione dell'opera e di vigilare sulla corretta gestione del servizio. Le
amministrazioni pubbliche, hanno la facoltà di cedere in proprietà o diritto di godimento anche beni
immobili che non assolvono più funzioni di interesse pubblico.
26 Cons. Stato, sez.V sentenza 23 marzo 2009, n.1741.
41
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Dopo aver analizzato la gestione dell'opera, è fondamentale ricollegarsi a questa, facendo
riferimento ai rischi che vi sono connessi. Un aspetto strutturale del PPP è il riparto del rischio di
gestione tra il partner pubblico ed il partner privato. Da un' attenta analisi degli articoli afferenti il
PPP nel codice degli appalti, non vi è una precisa regolamentazione che stabilisca, come i rischi di
gestione debbano essere ripartiti. Il codice esplicita che quegli interventi, che non prevedano la
gestione dell'opera, con conseguente accollo di almeno la maggior parte dei rischi finanziari, non
possono afferire alla categoria dei contratti di partenariato pubblico-privato. Ciò è enunciato nel
codice dei contratti con particolare evidenza nella disciplina della concessione27
. La questione del
riparto del rischio, nel nostro ordinamento viene risolta con strumenti non afferenti alla categoria
giuridica, ma mediante tecniche derivanti da discipline economico-aziendalistiche. I due strumenti
fondamentali sono la “matrice dei rischi”, che ha como scopo di agevolare il processo di analisi e
di identificazione dei rischi, si tratta di uno strumento che elenca e descrive tutti i rischi connessi al
progetto, ma ha soprattutto lo scopo di individuare il soggetto cui il rischio è attribuito (partner
pubblico, partner privato, partner misto)28
. Il secondo strumento è quello del project risk
managment che si articola in quattro fasi, ovvero: identificazione del rischio, valutazione del
rischio, gestione del rischio, monitoraggio e revisione del risk management. Un ultimo criterio, che
viene preso in considerazione nel riparto dei rischi connessi alla gestione, riguarda l'attribuzione dei
rischi in capo al partner che sia nelle condizioni migliori di gestirli.
Si evince con chiarezza che la “questione del rischio di gestione” non ha un preciso
fondamento giuridico, e nel codice non sono previsti strumenti di risoluzione di eventuali
controversie derivanti da una errata allocazione di questi. Si può affermare che affinchè il riparto
dei rischi sia efficiente, è necessario ricorrere alle discipline economiche e gestionali, ma d'altronde
è di rischi gestionali che si tratta, pertanto da questo potrebbe derivare la prassi, che affida alle
discipline aziendalistiche e non prettamente giuridiche il riparto del rischio tra le parti. Ma l'aspetto
giuridico non è da tralasciare, dato che è inequivocabile che il rischio di gestione sottenda la
gestione stessa dell'opera, e che la gestione sia un elemento identificativo del PPP è un principio
derivante dal codice dei contratti pubblici.
Il codice, in riferimento al PPP, precisa che, ove il partner pubblico sopporti l'intera alea
relativa alla gestione dell'opera, l'elemento del rischio viene a mancare. In questi casi, non si è più
in presenza di un contratto afferente alla categoria del partenariato pubblico-privato, ma ci si trova
dinanzi ad una tipologia di contratto di appalto pubblico di lavori. L'autorità di vigilanza ha stabilito
27 D.lgs. 163/2006, art.143
28 UTFP, Edizione 2009, pag.59.
42
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
che “il rischio di gestione è un elemento ineliminabile dell'istituto concessorio”,29
e la gestione è
sempre considerata la controprestazione della concessione e non il prezzo. A conferma di ciò la
normazione in materia prevede che la concessione possa avere una durata superiore ai 30 anni, di
modo che l'attività del privato possa caratterizzare l'oggetto contrattuale. La giurisprudenza
comunitaria - mediante la Corte di giustizia - afferma che, affinché si possa parlare di istituto
concessorio, è necessario che: «L'amministrazione aggiudicatrice trasferisca il rischio di gestione
che essa corre, a carico completo o almeno significativo al concessionario»30
. Se ciò viene meno, la
fattispecie contrattuale è quella dell'appalto pubblico.
Dunque, volendo concludere, è evidente che il rischio di gestione debba ricadere sul partner
privato. Se viene a mancare il trasferimento del rischio di gestione da parte del concessionario non
si può ricondurre l'operazione al PPP, bensì ad un contratto di appalto, il quale non è riconducibile
alla macro area del partenariato pubblico-privato ed alle relative fattispecie contrattuali ad esso
afferenti.
29 AUTO7RITA' PER LA VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI DI LAVORI SERVIZI E FORNITURE,
Determinazione 4 ottobre 2001, n.20.
30 Corte giust. CE, sez. III, sentenza 10 settembre 2009, causa C-206/08.
43
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
IL PROJECT FINANCING IN ITALIA
44
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Project Financing come strumento innovativo di collaborazione
In questo capitolo verrà analizzato l'istituto del Project Financing, in Italia più comunemente
detto “Finanza di Progetto”. Questo strumento è direttamente collegato alla categoria di contratti
afferenti al Partenariato pubblico-privato, e rappresenta un innovativo metodo per la costruzione,
nella maggior parte dei casi, di opere pubbliche. Si può affermare quindi che il Project Financing
rappresenti una particolare forma di concessione, costruzione e gestione. Nelle procedure di PF il
partner privato si impegna a realizzare opere pubbliche o di pubblica utilità, che vengono
individuate all'interno della programmazione pubblica triennale, Gazzetta Ufficiale UE, Gazzetta
Ufficiale Repubblica italiana, Bollettino Ufficiale della regione ove ha sede l'amministrazione
aggiudicatrice, ed altre modalità a discrezione dell'amministrazione, che siano in conformità con i
principi di tempestività, trasparenza, correttezza, conformità al diritto comunitario e libera
concorrenza tra gli operatori. Il soggetto privato riceve come corrispettivo il diritto alla gestione
dell'opera, accollando su di se i rischi connessi alla gestione della stessa. La normativa del Codice
dei contratti pubblici, stabilisce che il soggetto privato aggiudicatario, denominato “promotore”,
viene identificato mediante il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa31
. Si tratta,
dunque, una delle più affermate metodologie di ricorso al PPP per la realizzazione di infrastrutture
pubbliche, ed è anche visto come uno strumento valido ed alternativo all'usuale istituto concessorio.
Il PF prevede il coinvolgimento del capitale appartenente al partner privato nella realizzazione di
opere pubbliche o di pubblica utilità, e ciò avviene mediante un finanziamento che interessi
esclusivamente il progetto da realizzare e la sua futura redditività.
Uno dei maggiori esponenti in materia, definisce il Project Financing in questi termini: «Una
operazione di finanziamento di una particolare unità economica nella quale il finanziatore fa
affidamento, sin dallo stadio iniziale, sul flusso di cassa e sugli utili dell'unità economica in oggetto
come la sorgente di fondi che consentirà il rimborso del prestito e le attività dell'unità economica
come garanzia collaterale del prestito»32
. Da tale definizione emerge che la visione del PF è
piuttosto di natura economica che giuridica. Tuttavia risulta avere una certa utilità, poiché pone in
evidenza la logica di tale strumento, ovvero l'attitudine dell'attività economico-finanziaria ad
autofinanziarsi, o a generare flussi di cassa di segno positivo, che possano coprire il prestito che si è
31 Per le modalità di valutazione delle offerte, art.4, D.lgs 163/2006.
32 Così P.K. Nevitt, Project Financing, Bari, Laterza, 1988.
45
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
ottenuto per dar vita e finanziare l'attività, e garantire una remunerazione più che sufficiente ai
finanziatori.
Il PF ha come punto cardine la valutazione dell'equilibrio economico-finanziario di un
determinato progetto connesso ad un investimento. I finanziatori nel PF hanno l'onere di
condividere anche i rischi sulla buona riuscita dell'impresa. Riguardo ciò è centrale la valenza della
c.d. Bancabilità del progetto, ovvero che questo possa generare ricavi che si basino su previsioni
attendibili, che siano in grado di poter garantire un ritorno di natura reddituale per coloro che
abbiano partecipato all'operazione finanziaria. L'aspettativa di una redditività futura dell'opera fa
sorgere in capo all'operatore privato l'interesse ad iniziare un processo di promozione di un'opera
pubblica. Anche i giudici amministrativi hanno approvato la definizione di Project Financing come
strumento finanziario che: «da una parte, consente la realizzazione di opere pubbliche senza oneri
finanziari per la pubblica amministrazione e, dall'altra, si sostanzia in una operazione di
finanziamento di una particolare attività economica idonea ad assicurare una fonte di utili in grado
di consentire il rimborso del prestito e la gestione proficua dell'attività stessa; in altri termini
l'attività economica deve avere la capacità di autofinanziarsi»33
.
Nonostante il Project Financing abbia varie sfaccettature, quella presa in maggiore
considerazione è relativa al PF “puro”, quello in cui non è data la possibilità di rivalsa sugli
sponsors e non vi è alcuna garanzia per i finanziatori. In linea teorica la garanzia dovrebbe risultare
dagli utili che vengono generati gestendo l'opera, i quali supporterebbero gli sforzi finanziari
sostenuti dai finanziatori. Ma gli utili sono esclusivamente una previsione in quella fase, pertanto è
difficile che i finanziatori accettino di concedere un prestito esclusivamente sulla base di una
previsione che potrebbe poi non avverarsi. Pertanto sono necessarie ulteriori garanzie da parte dei
promotori, che nella maggior parte dei casi incidono sul bilancio di questi ultimi.
Il Project Financing ha assunto sempre più, nel nostro panorama giuridico una funzione di
coinvolgimento del privato nelle operazioni di finanziamento e gestione di opere pubbliche o di
pubblica utilità, e tal volta l'istituto ricomprende alcune fattispecie sono estranee alla impostazione
classica di tale strumento. Questa visione espansiva dell'istituto fa sì che si considerino operazioni
PF anche quelle nelle quali non si fa più esclusivo riferimento al cash flow, ma anche ai bilanci dei
soggetti facenti parte dell'iniziativa. Questo vuol dire che le banche nella maggior parte dei casi
impongono garanzie come ipoteche e fidejussioni, le quali spostano il rischio dell'intera operazione
sull'impresa promotrice.
33 Cons. Stato, Sez. V, 20 ottobre 2004, n.6847.
46
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
La disciplina normativa del Project Financing in Italia ha visto un continuo evolversi di atti
normativi, fino ad arrivare al Codice dei contratti pubblici, il quale attualmente funge da guida e
riferimento per le operazioni di PF, e altresì di PPP.
Dopo le modifiche apportate dal d.lgs n.152 dell'11 settembre 2008, (c.d. Terzo decreto
correttivo), il Codice ha mutato in sostanza la disciplina dell'istituto34
e ha attribuito a questo
strumento un margine di azione più ampio, svincolandolo da tutte quelle che sono le restrizioni
normative. Già in precedenza, nel 2001, con la legge del 21 dicembre n.443, nel tentativo di rendere
più rapida la realizzazione di infrastrutture strategiche, si delegò il governo a derogare alla legge
Merloni. Con il d.lgs n.190 del 2002, venne creato un doppio binario che disciplinava la finanza di
progetto diversamente per le opere ritenute strategiche e di preminente interesse nazionale. Con
l'introduzione del Codice questo d.lgs venne abrogato con lo scopo di rendere più omogenea la
finanza di progetto. Il Codice ha il grande merito di aver esemplificato il procedimento di scelta del
concessionario, e ha individuato modelli di finanza di progetto alternativi a quelli ordinari, che si
distinguono in base ad elementi procedurali. Secondo le disposizioni della legge Merloni vi erano
tre procedure necessarie per aggiudicare la concessione al promotore, ovvero:
La valutazione delle proposte dei promotori;
La gara tra gli aspiranti concessionari non promotori;
La procedura negoziata tra il promotore prescelto nella prima fase ed i due migliori non
promotori individuati nella seconda fase.
Riguardo la scelta del promotore è importante riportare la giurisprudenza amministrativa, la
quale precisa che: “E’ jus receptum che la procedura di scelta del promotore, pur dovendo
articolarsi come confronto concorrenziale tra più proposte, non è soggetta, in linea generale, alle
regole rigorose di una vera e propria gara, essendo al contrario caratterizzata da maggiore elasticità
e libertà da formalismi (cfr., da ultimo, Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione
Siciliana – sez. giurisdizionale, 29/1/2007 n. 7, secondo cui “l’esame delle proposte e la scelta del
promotore non sono vincolati per legge alle rigide forme dell’evidenza pubblica”). Le stesse
disposizioni in tema di PF, del resto, individuano con assoluta chiarezza e inequivocità gli elementi
sui quali deve cadere la valutazione di fattibilità della/delle proposta/e, senza stabilire alcun ordine
decrescente di importanza, trattandosi di valutazione globale della “fattibilità” delle medesime sotto
una pluralità di profili che rispecchiano la complessità degli elementi da considerare nell’ambito di
un peculiare sistema di realizzazione delle opere pubbliche o di pubblica utilità nel quale viene in
34 AUTORITA' PER LA VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI DI LAVORI SERVIZI E FORNITURE,
Determinazione 14 gennaio 2009, n.1.
47
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
gioco la “credibilità” della proposta sotto il profilo tecnico, economico e finanziario; la conclusione
è che “non possono quindi istituirsi analogie o parallelismi di sorta tra una gara d’appalto a
licitazione privata con aggiudicazione all’offerta economicamente più vantaggiosa (in cui, proprio
in vista dell’aggiudicazione del contratto, è imprescindibile che gli elementi valutativi siano
graduati dalla lex specialis di gara in ordine d’importanza), o anche di un appalto concorso, ed una
procedura selettiva intesa a individuare una proposta in project financing.”35
La finanza di progetto derivante dal codice ha l'ambizione di avvicinarsi il più possibile a
quello che è il “project financing privatistico”, ma ciò nonostante subisce le forti limitazioni dei
principi pubblicistici, i quali hanno un ruolo preminente. Tuttavia, se si fa un riferimento al Codice
si nota che la finanza di progetto e l'istituto concessorio sono due fattispecie differenti. Infatti,
osservando attentamente la disciplina codicistica si nota che la concessione è disciplinata all'art.
143, e la finanza di progetto all'art. 153, e questa alternativa conferma la distinzione almeno sul
piano teorico dei due istituti. Ma essa è valida solo in linea teorica, dato che una comparazione più
approfondita dei due istituti, mostra con chiarezza che sotto il profilo operativo e pratico la finanza
di progetto è una diversa forma di concessione. Il codice all'art.153, comma 1, prevede
l'affidamento tramite l'istituto della concessione, ma offre anche la possibilità di dar vita ad una
concessione prevedendo uno studio di fattibilità, il quale ci riconduce in automatico alla finanza di
progetto. Pertanto è evidente lo stretto legame tra il tradizionale istituto concessorio e il PF.
Attualmente la Finanza di Progetto è inserita nel Capo III (Promotore finanziario, società di
progetto e disciplina della locazione finanziaria per i lavori del Titolo III, della Parte II del Codice,
quindi in un Capo diverso da quello , ovvero il II, concernente le Concessioni di lavori pubblici), e
ciò ha contribuito ad alimentare sempre più i dubbi sull'inquadramento dell'istituto. L'art.152 del
Codice precisa che alle “procedure di affidamento” del Capo II si applichino le disposizione della
Parte I, della Parte II, Titolo III, Capo I, della parte V (art.152, comma 1, del Codice), nonché, in
quanto compatibili, le disposizioni del Titolo I o del Titolo II della Parte II (art.152, comma 2, del
Codice). Riguardo il profilo procedurale la normazione relativa la finanza di progetto, è contenuta
essenzialmente nell'art.153 del Codice, dato che il d.lgs. 152/2008 ha abrogato i successivi artt. 154
e 155, i quali disciplinavano la fase relativa alla valutazione della proposta e la fase di indizione
della gara, attualmente assorbite nell'art 153 del Codice.
Dopo aver messo in evidenza l'assetto positivo della finanza di progetto o Project Financing,
che dir si voglia, è di fondamentale importanza, come già fatto per il partenariato pubblico-privato,
analizzare la questione del rischio. Per far ciò è utile partire da una delle molteplici definizioni di
Project Financing, la quale definisce l'istituto come: «una organizzazione costituita da una pluralità
35 C.f.r. Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana – Sez giurisdizionale, 29/01/2007, n.7.
48
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
di soggetti allo scopo di finanziare la realizzazione e la gestione di un bene economico, in grado di
remunerare, attraverso il proprio cash flow, l'investimento iniziale ad un tasso di rendimento di
mercato la cui caratteristica peculiare consiste nel fatto che i finanziatori accettano, a garanzia dei
prestiti concessi, i flussi di cassa prodotti dalla gestione dell'opera, resi il più possibile stabili dai
soggetti partecipanti all'operazione, attraverso accordi contrattuali volti alla ripartizione dei rischi
connessi all'iniziativa»36
. Da questa definizione si nota come sia importante la questione relativa al
riparto dei rischi, che siano essi di natura finanziaria e tecnica.
Le operazioni di Project Financing presentano un livello di rischio elevato, data anche la
complessità dell’ operazione, e in virtù di ciò i rischi collegati all'iniziativa e alle relative previsioni
economiche vengano ripartiti tra i partners partecipanti all'operazione, e ciò viene fatto mediante un
sistema di contratti coordinato. Ciò fa si che siano presenti anche delle obbligazioni di natura
contrattuale facenti capo ai promotori, le quali si aggiungono alle tradizionali garanzie, come i flussi
di cassa dell'iniziativa, che di concerto offrono un’ulteriore garanzia del finanziamento. È raro che
la capacità di creare profitto e la presenza di beni di natura mobile ed immobile, possano costituire
l'unica fonte rilevante per i finanziatori, affinché questi possano effettuare una valutazione sulla
capacità di servizio del debito del progetto. Alcuni studi in materia hanno mostrato che la finanza di
progetto per divenire un’ alternativa valida a quei tradizionali strumenti impiegati dalla finanza
pubblica, dovrebbe avere un sistema di finanziamento che abbia ad oggetto solo ed esclusivamente
il progetto in se. La ragione che ha portato a quest’ asserzione, deriva dal fatto che esiste un esiguo
numero di coloro che sono disposti a finanziare un progetto che abbia un elevato livello di rischio
ed un rilevante importo economico.
In Italia è stata costituita L’UTFP (Unità Tecnica di Finanza di Progetto), la quale analizza le
dinamiche connesse al Project Financing e la sua frequente correlazione con il partenariato
pubblico-privato. In uno studio condotto da questo istituto viene posta in risalto la probabilità di
accadimento del rischio, quale è in buona misura connesso alla capacità del soggetto a cui è stato
allocato il rischio di porre in essere determinate azioni le quali possano minimizzare il rischio di
accadimento. Il ruolo dell'amministrazione dovrebbe essere quello di trasferire al privato i rischi
inerenti l'operazione, di modo che il partner privato mediante il suo know-how possa minimizzarli.
L'amministrazione deve valutare l'effettiva capacità dei diversi soggetti di farsi carico dei rischi loro
allocati, e le implicazioni che tale allocazione avrà sulla bancabilità e fruibilità dell'opera.
L'allocazione dei rischi avviene mediante un sistema di Risk Managment , il quale si articola
in quattro fasi:
36 S. Carpinelli, contenuta in P. Ristirolla, la fattibilità economico-finanziaria. Metodi e applicazioni, Napoli, 1998,
p.325
49
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Identificazione del rischio: in tale fase vi è l'individuazione di tutti gli eventi rilevanti che
potrebbero costituire un rischio nella realizzazione del progetto;
Valutazione del rischio: si determina la probabilità di manifestazione dei rischi identificati e
l'impatto che gli stessi potrebbero generare sul progetto, oltre che il periodo (progettazione,
costruzione e gestione) in cui potrebbero manifestarsi;
Gestione del rischio: in tale fase si allocano le diverse responsabilità di gestione dei rischi
tra i soggetti che intervengono in virtù dei contratti, accordi o meccanismi che permettono di
ripartire le differenti tipologie di rischio e gli strumenti atti a ridurre la probabilità del
manifestarsi dei rischi stessi. In particolare, dovrà essere verificato l'effettivo trasferimento
dei rischi all'interno della bozza di convenzione che disciplina la concessione di lavori;
Monitoraggio e revisione del risk managment: si monitorano attraverso un adeguato
strumento di reporting e vengono rivisti i rischi identificati. In più si individuano i nuovi
eventuali rischi che lo sviluppo del progetto genera sottoponendoli ad un analogo processo
di gestione. Il processo termina alla fine della realizzazione dell'opera ed alla scadenza dei
contratti tra le diverse parti coinvolte.
Analizzando a fondo la prassi operativa relativa alla ripartizione dei rischi che vengono
assunti dai finanziatori, riguardo la realizzazione e gestione dell'opera, possiamo elencare tre
tipologie di Project Financing, alle quali corrisponde un differente criterio di riparto del rischio. La
prima tipologia è la cosiddetta “senza rivalsa”, in termini tecnici “without recourse”, che è presente
nel Project Financing definito “puro”. In questa tipologia, i finanziatori si accollano tutti i rischi
connessi alla realizzazione e alla redditività dell'opera. Tale strumento non presenta alcuna garanzia
di rivalsa nei confronti di coloro che rivestono il ruolo di promotori dell'iniziativa. Pertanto gli
istituti di credito che svolgono la funzione di finanziatori si accollano un rischio simile a quello
tradizionalmente definito “imprenditoriale”. In questa tipologia vi è un'unica garanzia, che è
rappresentata dai flussi di cassa concernenti il progetto.
La seconda tipologia relativa il riparto dei rischi viene nel linguaggio tecnico definita come
“limited recourse”, e prevede la possibilità di rivalsa limitata sui promotori dell'iniziativa. La
rivalsa è considerata limitata, dato che alcune garanzie considerate accessorie e non coprono l'intero
importo del progetto.
L'ultima tipologia è la total recourse nella quale la facoltà di rivalsa di coloro che finanziano
in progetto sui promotori e gli azionisti della società di progetto è totale. Questa tipologia è la più
distante dalla tradizionale concezione di Project Financing di stampo privatistico o puro, a causa
dell'intero riversarsi dei rischi sui soggetti promotori, garantendo ai finanziatori di potersi rivalere
su di loro in caso di mancato successo dell'operazione, o qualora i flussi di cassa non riescano a
50
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
coprire il debito. Se si fa riferimento a quello che intendiamo come Project Financing puro, quest’
ultima tipologia, non dovrebbe far parte dell'istituto, dato che i finanziatori fanno affidamento per la
loro remunerazione sul bilancio complessivo dei promotori.
Finanza di progetto ordinaria
Avendo compiuto un’analisi relativa all'istituto della finanza di progetto, mi preme ora
evidenziare la disciplina procedurale, e nella fattispecie indagare circa le diverse tipologie che
consentono una corretta applicazione dell'istituto. La prima di queste viene denominata finanza di
progetto “ordinaria” ed è disciplinata dall'art.153 del Codice. Essa prevede l'applicazione alternativa
di due procedure, entrambe finalizzate a garantire la concessione di lavori. Questa tipologia si snoda
entro due ulteriori varianti: la prima è inerente la procedura ad unica fase, e la seconda riguarda la
procedura a due fasi con diritto di prelazione. Le procedure37
afferenti il modello ordinario tengono
in considerazione la programmazione di lavori pubblici e la finanziabilità - sia essa totale o parziale
- degli interventi da realizzare. Le amministrazioni hanno la facoltà di avvalersi dell'istituto della
finanza di progetto in alternativa a quello concessorio, per la realizzazione di determinate opere
pubbliche, incluse nella programmazione triennale e nell'elenco annuale. La sostanziale differenza
tra il Project Financing di stampo privatistico o cosiddetto puro e la finanza di progetto, la si evince
allorché si analizza l’attività del promotore, il quale, mentre nel primo caso traccia un nuovo
percorso, nel secondo si limitare a seguirne uno già tracciato in precedenza.
Finanza di progetto ordinaria con procedura ad unica fase
Effettuando uno studio analitico circa la finanza di progetto ordinaria ad unica fase, si può
evidenziare che il bando pone alla base della gara uno studio di fattibilità38
, il quale viene
predisposto dall'amministrazione. Quest’ultimo può essere considerato l'elemento che distingue e
caratterizza la finanza di progetto, rispetto alla concessione di lavori pubblici. La struttura ed il
37 A. Carullo-V. Maccolini, la disciplina procedimentale.
38 AUTORITA' PER LA VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI DI LAVORI SERVIZI E FORNITURE,
Determinazione 14 gennaio 2009, n.1, p.to 2.1 e Linee Guida.
51
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
contenuto relativo al bando di gara derivano da quello tradizionalmente in uso per le concessioni di
lavori. Tuttavia, è necessario puntualizzare che l'amministrazione gode della facoltà di richiedere al
promotore eventuali variazioni del progetto preliminare, nell'eventualità in cui sia necessario
adeguarsi ad esigenze scaturite nell’ambito della fase inerente l'approvazione del piano stesso. In tal
caso, l'aggiudicazione è legata sia alle modifiche proposte, che all'adattamento del piano
economico-finanziario. Tuttavia esiste una possibilità che il soggetto promotore non accetti le
modifiche imposte dall'amministrazione. In tal caso il Codice prevede che l'amministrazione possa
godere della facoltà di verificare se vi sono soggetti - nella graduatoria degli aspiranti promotori -
interessati a porre in essere l'intervento, adeguandosi però alle variazioni imposte
dall'amministrazione. Secondo la procedura, il concorrente che risulta al vertice della graduatoria
stilata dall'amministrazione al termine della procedura di cui sopra potrà essere dichiarato vincitore
della gara, accettando le condizioni imposte dall'amministrazione. Ciononostante, è possibile che
l'amministrazione possa decidere di attribuire l’esecuzione dell'intervento a colui che presenti un
piano economicamente più vantaggioso, nonostante questi, non sia stato collocato al vertice della
graduatoria dei soggetti promotori39
.
L’istituto della finanza di progetto, come inteso nel nostro ordinamento (nonché le ulteriori
fattispecie riconducibili al PPP) prevedono che la Commissione preposta a svolgere tale ruolo,
effettui una serie di accertamenti inerenti il valore economico-finanziario del piano ed il contenuto
della bozza di convenzione. Questa, gode di un potere discrezionale qualora siano state effettuate
scelte progettuali che incidono sensibilmente su tutte le caratteristiche del progetto e della relativa
gestione. La Commissione ha, altresì, il dovere di porre in risalto la possibilità di migliorare
l'offerta, dal punto di vista del progetto. Queste peculiarità evidentemente non sono le uniche
inerenti il bando, dato che questo fissa un ordine di importanza attribuita ai criteri indicati per la
valutazione complessiva delle proposte. Infatti, è fondamentale sottolineare che l'ammissione alla
procedura è subordinata al possesso, da parte del concessionario, dei requisiti previsti dal
regolamento, attraverso meccanismi associativi o consortili. Tuttavia, è fondamentale che vengano
altresì rispettati i requisiti previsti dall'art.36 del Codice.
Data la complessità della documentazione di gara, l'Autorità per la vigilanza sui contratti
pubblici di lavori, servizi e forniture, ha emanato una serie di linee guida per la redazione di
quest’ultima, da destinare alle stazioni appaltanti. Le proposte devono contenere una serie di
elementi essenziali: il progetto preliminare, la bozza di convenzione, il piano economico-finanziario
asseverato da una banca, e la specificazione delle caratteristiche del servizio e della relativa
gestione. È necessario che il piano economico-finanziario indichi, in più, l'importo comprensivo
39 D.lgs. 163/2006, Art.14, lett E,F.
52
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
anche dei diritti sulle opere dell'ingegno, delle spese sostenute per predisporre le offerte di cui
all'art. 2578 c.c.
L'amministrazione procede in primo luogo prendendo in esame le offerte pervenute. In una
fase successiva, la stessa, redige una graduatoria e nomina promotore il soggetto che ha presentato
la miglior offerta, o l'unica ritenuta tecnicamente ed economicamente valida, ai sensi dell’art.153,
comma 10, del Codice.
Il promotore non ha diritto a maggiorazioni relative alle spese sostenute, e nemmeno ad
ulteriori compensi che esulino dal piano finanziario. Se non vi è la necessità di apportare modifiche
al progetto si da immediatamente il via alla stipulazione della concessione.
Come affermato in precedenza, se viene richiesta una modifica del progetto ed il soggetto
promotore non accetta tale condizione posta dall'amministrazione, quest'ultima gode della facoltà di
scorrere l'ordine della graduatoria e verificare se un altro concorrente (diverso dal soggetto il quale
ha presentato il progetto preliminare prescelto) accetti di adeguarsi a tali variazioni.
La finanza di progetto “ordinaria” con procedura a due fasi e diritto di prelazione
Lo schema ordinario di finanza di progetto, come prima anticipato, prevede una seconda
variante, la quale è disciplinata dall'art. 153, comma 15 del Codice. Questo procedimento risulta
essere più macchinoso rispetto al precedente. Infatti esso attribuisce al soggetto scelto prima della
gara la possibilità di essere aggiudicatario in virtù della disponibilità ad adeguare la propria offerta a
quella del soggetto il quale ha presentato la migliore offerta nella seconda gara. Tale diritto di
prelazione ha suscitato numerose polemiche e critiche, poiché la procedura informale non
prevedeva un’adeguata pubblicità e ciò si discostava dai tradizionali dettami comunitari inerenti la
trasparenza del procedimento. Per ovviare a ciò, la disciplina attuale prevede che l'amministrazione
ha il compito di rendere noto nel bando che l'aggiudicazione della gara al soggetto promotore non
sia immediata40
. Al soggetto promotore potrà essere attribuito un diritto di prelazione, o nel caso in
cui vi sia un miglior offerente, potrà essere preferito a quest'ultimo solo se adeguerà la propria
offerta a quella ritenuta più vantaggiosa dalla commissione. Prima di arrivare alla procedura
selettiva sarà necessaria l'approvazione del progetto. La procedura selettiva prende in
considerazione il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, utilizzando quale criterio
alla base della gara l'offerta tecnica ed economica del promotore prescelto. Il contratto è aggiudicato
40 T.a.r. Sardegna, Cagliari, Sez. I, 16 ottobre 2009, n.1542.
53
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
al promotore se non vi sono offerte economicamente più vantaggiose rispetto a quelle individuate
nella fase di scelta del progetto preliminare. Qualora, invece, siano state effettuate offerte
migliorative, il promotore dovrà adeguare la propria offerta a quella del miglior offerente entro un
termine massimo di 45 giorni, per aggiudicarsi definitivamente la gara.
Nella disciplina precedente, era previsto che la prima gara - finalizzata alla scelta del progetto
- non fosse una gara informale. Questa infatti, si sarebbe dovuta rifare alla gara che, nella procedura
ad unica fase, avrebbe individuato il promotore in via definitiva.
Dunque, possiamo ora dedurre che esiste una differenza sostanziale tra le due tipologie di
procedure relative alla finanza di progetto. Infatti, la procedura ad unica fase prevede la possibilità
di apportare modifiche progettuali attraverso una negoziazione con il promotore, scorrendo
eventualmente la graduatoria, finché non venga individuato un concorrente che sia disposto ad
accettare le variazioni del promotore. Viceversa, la tipologia a due fasi prevede l’apertura di una
seconda procedura “selettiva”, allorché si debba apportare mutamenti al piano iniziale. In entrambi i
casi, il promotore che si trova in una posizione vantaggiosa non diverrà concessionario, qualora
rifiuti di accettare le modifiche richieste dall'amministrazione, o allorché non adegui la propria
offerta a quella giudicata quale migliore. Dunque possiamo evidenziare un’ulteriore differenza:
mentre le modifiche di progetto nell’ambito di una procedura ad unica fase sono richieste e
predisposte dall'amministrazione, quelle nell’ambito di una procedura a due fasi sono predisposte
dal concorrente che risulti essere il miglior offerente nella seconda fase ed accettate
dall'amministrazione.
In base a quali criteri l'amministrazione sceglie tra le due procedure? Per rispondere a tale
quesito bisogna elencare una serie di criteri cui deve attenersi. Infatti, qualora abbia si ritenga, con
maggiore certezza, di poter individuare direttamente le modifiche necessarie per il conseguimento
dell'interesse pubblico, si dovrà ricorrere alla procedura ad unica fase, in virtù della rapidità che la
caratterizza. Viceversa, qualora l’amministrazione non goda di tale certezza, lascerà che siano altri
privati ad individuare offerte migliorative da sottoporre all'accettazione del concessionario.
Finanza di progetto propedeutica
Un’ulteriore procedura, quella definita “propedeutica”, ai sensi del Codice, differisce dalla
finanza di progetto ordinaria in virtù del ruolo svolto dal soggetto promotore. Un primo elemento
che la caratterizza, sta nel fatto che il promotore non necessita di attendere la pubblicazione di un
bando per poter inoltrare un'offerta, potendosi altresì basare sul presupposto dell'inserimento dei
lavori nella programmazione annuale e triennale.
54
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Un’ulteriore caratteristica consiste nell’esistenza di due sub-procedimenti, afferenti al
procedimento relativo la realizzazione di lavori strumentali rispetto alla prestazione di un servizio
pubblico.
Nel primo sub-procedimento, al promotore spetta il ruolo centrale di assumere l'iniziativa.
Nel secondo, la procedura prevede una fase di dialogo competitivo, concessione o finanza di
progetto ordinaria, per l'espletamento e la gestione dell'intervento. La finanza di progetto si
suddivide in un modello “sollecitatorio” ed uno “propositivo” che intendo analizzare nelle pagine
seguenti.
Finanza di progetto propedeutica con modello “sollecitatorio”
Il modello “sollecitatorio” prevede la possibilità di presentare offerte per lavori inseriti nella
programmazione pubblica indipendentemente dalla pubblicazione di un bando. Infatti, qualora
l'amministrazione - entro 6 mesi dall'approvazione dell'elenco annuale - non pubblichi un bando per
un'opera inserita nell’elenco, i soggetti che presentano i requisiti previsti dal regolamento per il
concessionario, possono presentare - entro 4 mesi - una proposta relativa ad una determinata offerta.
Nei 60 giorni successivi, l’amministrazione è tenuta a pubblicare un avviso inerenti i criteri di
valutazione delle proposte. In seguito, trascorsi massimo 90 giorni, potranno essere presentate le
proposte modificate in modo da risultare conformi ai nuovi parametri. In seguito, l'amministrazione
verifica i requisiti ed una volta individuata la proposta di pubblico interesse può scegliere di
percorrere più strade. Ove essa ritenga che debbano essere apportate modifiche al progetto, indice
un dialogo competitivo, che ha come base il progetto preliminare. Se il progetto non va modificato
viene approvato, e questo viene posto a base di gara, e il promotore sarà soggetto a rispondere ad un
bando di concessione di lavori ai sensi dell'art.143 del Codice, oppure a seguire la via della finanza
di progetto con procedura a due fasi e diritto di prelazione.
In queste procedure concorsuali vengono applicate delle cauzioni e qualora il promotore
prescelto non partecipi alle procedure, l'amministrazione incasserà le garanzie cauzionali versate. Se
il soggetto partecipa ma non diviene aggiudicatario, può vedersi rimborsata una cifra pari al 2,5%
dell’intero importo versato.41
Una caratteristica fondamentale della finanza di progetto propedeutica nel modello
sollecitatorio, sta nel suo aspetto procedurale. Il soggetto che riavvia un procedimento il quale era
bloccato a causa di un bando non pubblicato dall'amministrazione, non può avvalersi del diritto di
prelazione.
41 D.lgs. 163/2006, Art.18.
55
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Quindi si può affermare con certezza che in questo modello il privato sollecita
l'amministrazione a “fare il proprio dovere”, se fino a quel momento essa sia rimasta inerte. Dopo
le presentazioni delle varie proposte l'amministrazione può procedere seguendo la via della
concessione, della finanza di progetto ordinaria o del dialogo competitivo.
Finanza di progetto propedeutica con modello “propositivo”
Il modello “propositivo”, si caratterizza per il fatto che il promotore, non solo sollecita
l'amministrazione ad occuparsi di attivare le procedure relative ai lavori inseriti nella
programmazione triennale ed annuale, ma, in più, “propone” all'amministrazione di considerare
nuove opere. I soggetti che sono dotati dei requisiti previsti, hanno facoltà di inoltrare proposte
inerenti lavori pubblici non facenti parte della programmazione triennale. L'amministrazione ha la
facoltà di valutare le proposte e, ove lo ritenga necessario, condurre studi di fattibilità. Le proposte
possono essere inoltrate anche da soggetti consorziati o associati con enti finanziatori e con gestori
di servizi, ad esempio le camere di commercio. Questo modello è il più simile al Project Financing
“puro” o di stampo privatistico, il quale prevede che un soggetto prenda l'iniziativa e, valutando il
proprio interesse imprenditoriale, individui soluzioni rispondenti all'interesse di un altro soggetto (le
quali non sono state ancora considerate dal possibile committente). Il Codice prevede la possibilità
che venga applicato dapprima il modello propositivo per poi, nel caso in cui l'amministrazione non
pubblichi il bando, agire mediante modello sollecitatorio.
Società di progetto
Per completare la mia analisi, è necessario effettuare un esame circa le fattispecie delle società
di progetto - definite nella prassi commerciale internazionale project company o special purpouse
vehicle - le quali sono spesso utilizzate in molte delle operazioni di Project Financing. Prima di
addentrarmi nell’esposizione delle caratteristiche, mi occuperò della parte normativa, presente nel
Codice dei contratti pubblici. La previsione normativa della costituzione di una società di progetto è
rubricata all'art.156 del Codice, che recita testualmente:
Art. 156. Società di progetto
1. Il bando di gara per l'affidamento di una concessione per la
realizzazione e/o gestione di una infrastruttura o di un nuovo
56
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
servizio di pubblica utilità deve prevedere che l'aggiudicatario ha
la facoltà, dopo l'aggiudicazione, di costituire una società di
progetto in forma di società per azioni o a responsabilità limitata,
anche consortile. Il bando di gara indica l'ammontare minimo del
capitale sociale della società. In caso di concorrente costituito da
più soggetti, nell'offerta è indicata la quota di partecipazione al
capitale sociale di ciascun soggetto. Le predette disposizioni si
applicano anche alla gara di cui all’articolo 153. La società così
costituita diventa la concessionaria subentrando nel rapporto di
concessione all'aggiudicatario senza necessità di approvazione o
autorizzazione. Tale subentro non costituisce cessione di contratto.
Il bando di gara può, altresì, prevedere che la costituzione della
società sia un obbligo dell'aggiudicatario. (comma così modificato
dal d.lgs. n. 152 del 11/09/2008 in vigore dal 17/10/2008)
2. I lavori da eseguire e i servizi da prestare da parte delle società
disciplinate dal comma 1 si intendono realizzati e prestati in
proprio anche nel caso siano affidati direttamente dalle suddette
società ai propri soci, sempre che essi siano in possesso dei
requisiti stabiliti dalle vigenti norme legislative e regolamentari.
Restano ferme le disposizioni legislative, regolamentari e
contrattuali che prevedano obblighi di affidamento dei lavori o dei
servizi a soggetti terzi.
3. Per effetto del subentro di cui al comma 1, che non costituisce
cessione del contratto, la società di progetto diventa la
concessionaria a titolo originario e sostituisce l'aggiudicatario in
tutti i rapporti con l'amministrazione concedente. Nel caso di
versamento di un prezzo in corso d'opera da parte della pubblica
amministrazione, i soci della società restano solidalmente
responsabili con la società di progetto nei confronti
dell'amministrazione per l'eventuale rimborso del contributo
percepito. In alternativa, la società di progetto può fornire alla
pubblica amministrazione garanzie bancarie e assicurative per la
restituzione delle somme versate a titolo di prezzo in corso d'opera,
liberando in tal modo i soci. Le suddette garanzie cessano alla data
di emissione del certificato di collaudo dell'opera. Il contratto di
concessione stabilisce le modalità per l'eventuale cessione delle
quote della società di progetto, fermo restando che i soci che hanno
concorso a formare i requisiti per la qualificazione sono tenuti a
57
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
partecipare alla società e a garantire, nei limiti di cui sopra, il
buon adempimento degli obblighi del concessionario sino alla data di
emissione del certificato di collaudo dell'opera. L'ingresso nel
capitale sociale della società di progetto e lo smobilizzo delle
partecipazioni da parte di banche e altri investitori istituzionali
che non abbiano concorso a formare i requisiti per la qualificazione
possono tuttavia avvenire in qualsiasi momento.
(NB si veda anche quanto disposto dall'art.1 della L. 183/2011 in vigore
dal 01/01/2012 e dall’art. 33 del D.L. 18/10/2012 n. 179 modificato
dal D.L. 69/2013 e dalla relativa legge di conversione 98/2013 in
vigore dal 21/08/2013)
Se si analizza il comma uno, questo prevede che: “Il bando di gara per l'affidamento di una
concessione per la realizzazione e/o gestione di una infrastruttura o di un nuovo servizio di pubblica
utilità deve prevedere che l'aggiudicatario ha la facoltà, dopo l'aggiudicazione, di costituire, una
società di progetto in forma di società per azioni, o a responsabilità limitata, anche consortile. Il
bando di gara indica l'ammontare minimo del capitale sociale della società. In caso di concorrente
costituito da più soggetti, nell'offerta è indicata la quota di partecipazione al capitale sociale, di
ciascun soggetto. Le predette disposizioni si applicano anche alla gara di cui all'art.153. La società
così costituita diventa la concessionaria subentrando nel rapporto di concessione all'aggiudicatario
senza necessità di approvazione o autorizzazione. Tale subentro non costituisce cessione del
contratto.”
Il comma 2 del medesimo articolo prevede la possibilità che la società di progetto affidi ai
soci che la costituiscono, ove questi siano in possesso dei requisiti previsti, i lavori ed i servizi ad
oggetto del contratto di concessione. Nel caso in cui il rapporto concessorio abbia fine a causa di un
inadempimento da parte del concedente, il concessionario può vantare il diritto al rimborso sia del
“valore delle opere realizzate più gli oneri accessori, al netto degli ammortamenti, ovvero, nel caso
in cui l'opera non abbia ancora superato la fase di collaudo, i costi effettivamente sostenuti dal
concessionario”. A tutela del concessionario, il pagamento di questo rimborso da parte del
concedente, è il requisito fondamentale di efficacia del provvedimento di revoca della concessione.
Nel caso in cui la risoluzione del rapporto in via anticipata possa essere imputata al concessionario,
è possibile che gli enti finanziatori del progetto, sentito il parere dell'autorità concedente, possano
designare una società di progetto che subentri al concessionario uscente. L'art.159 del Codice
disciplina i criteri da rispettare affinché tale subentro possa aver luogo. Il Project Financing è
un'operazione complessa, e spesso la costituzione di società di progetto può agevolare il
58
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
raggiungimento degli obiettivi attraverso una ripartizione più efficace ed efficiente dei compiti tra i
soci. Per far ciò è necessario che vi sia una chiara e preventiva suddivisione dei ruoli, onde evitare
che possano esservi delle sovrapposizioni.
La costituzione di una società di progetto ha come caratteristica che la vita della stessa è
legata alla durata del progetto. La società ha la possibilità di gestire l'opera direttamente o avvalersi
della collaborazione di altri soggetti, coordinandoli nelle operazioni. Costituire una società di
progetto è una delle modalità utili per poter accedere all'istituto della finanza di progetto, la quale
segue la logica dell'isolamento economico e giuridico dell'attività degli sponsor dalle responsabilità
e dai rischi legati all'intera operazione. Affinché venga realizzata un'operazione di questo tipo è
necessario separare il fabbisogno finanziario della società da quello dei promotori. Tuttavia questi
ultimi si assumeranno una quota dei rischi e delle responsabilità relativi al progetto, in base alle
specifiche garanzie da loro offerte.
Affinché la società di progetto possa far aver successo ad un'operazione di Project Financing,
è necessario che, una volta individuati dei rischi, vi sia un processo di trasferimento di questi a
carico di tutti i partecipanti al progetto. Questa operazione rappresenta un security package
costituito da una serie di garanzie, il quale concretizza l'ammontare dei flussi di cassa. La
molteplicità di soci fa sì che la società di progetto possa godere di una maggiore stabilità, che la
ponga al riparo da eventuali difficoltà finanziarie, visto il volume più ampio di apporto di capitali.
Maggiore è la diversificazione del know-how tra i soggetti partecipanti all'operazione,
maggiori probabilità avrà la buona riuscita dell'operazione. I promotori di una società possono
essere un insieme di individui che abbiano interessi nell'investimento, e questi possono appartenere
alle categorie più disparate: basti pensare che finanche le banche a volte partecipano alle operazioni
convertendo il proprio credito in capitale di rischio. Anche la P.A può far parte di società di
progetto dall'esterno, per svolgere le funzioni di indirizzo e di programmazione, o partecipare
direttamente ed attivamente entrando a far parte della società di progetto. In virtù di ciò è possibile
elencare tre fattispecie differenti, ovvero il Project Financing pubblico il quale prevede che il
capitale sottoscritto sia interamente pubblico; il Project Financing misto, ed in questo caso il
capitale sottoscritto è in parte corrisposto dal pubblico ed in parte dal privato; ed infine il Project
Financing privato, in cui la sottoscrizione del capitale è deriva prevalentemente da soggetti privati.
Non bisogna tuttavia dimenticare che la partecipazione della pubblica amministrazione nella società
influisce anche sul piano giuridico. La partecipazione attiva della P.A. al progetto, può dar vita a
società miste: posto che la scelta del partner privato debba avvenire conprocedure ad evidenza
59
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
pubblica, l'affidamento ad una società mista della realizzazionedi un'opera infrastrutturalecomporta
l'indubbio vantaggi di tenere distinti i bilanci del committente e del soggetto attuatore.42
Al termine di questa esposizione relativa alle società di progetto, di sicuro il lettore avrà una
visione molto più ampia dell'istituto, sia sul piano normativo che sotto il profilo più strettamente
pratico.
42 M. Pompella, le nuove modalità di finanziamento degli investimenti infrastrutturali: la finanza di progetto, in
Banche e Banchieri n.1, 1999.
60
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
PARTE SECONDA
ORDINAMENTO FRANCESE
61
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
PARTENARIAT PUBLIC-PRIVÉ
62
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Nozione di contratto di partenariato nell'ordinamento francese
Il contratto di partenariato consente ad un soggetto pubblico di attribuire ad un'impresa la
realizzazione di un'operazione avente una lunga durata e composta da cinque fasi: finanziamento,
ideazione (anche solo in parte), costruzione, manutenzione e gestione dell'opera, inerente lavori e
servizi pubblici. La remunerazione viene effettuata dal soggetto pubblico che conferisce la
realizzazione dell'intervento all'impresa43
.
Lo scopo del partenariato è quello di ottimizzare le performances dei settori pubblici e privati
per la realizzazione (nelle migliori condizioni) dei progetti che presentino i caratteri d'urgenza,
complessità ed efficienza economica per la collettività (come quelli inerenti la costruzione di
ospedali, scuole e strutture energetiche). I vantaggi di tale tipologia contrattuale sono molteplici: la
rapidità con cui un progetto viene realizzato; ed una maggiore innovazione, della quale beneficia la
collettività, grazie al più sviluppato know-how del privato; una continuità della prestazione; ed una
più ottimale ripartizione dei rischi tra i due settori coinvolti.
Quelli di partenariato, in sostanza, sono contratti di natura amministrativa stipulati
dall'amministrazione. Essi sono considerati dalla legge contratti di tipo amministrativo, medianti i
quali un soggetto pubblico attribuisce ad un terzo il compito di conseguire di un obiettivo generale.
Quest'ultima è una definizione alla quale la legge del 28 luglio 2008 ha apportato modifiche. I
contratti di partenariato oramai possono essere conclusi dallo Stato o dalle collettività territoriali
oppure da altri enti pubblici. La stipulazione è anche consentita ad organismi di diritto privato o
pubblico, qualora non siano assoggettati al Codice dei contratti pubblici: esempi a tal proposito
sono le società miste e le grandi imprese pubbliche (SNCF, RATP). I contratti di partenariato
possono essere conclusi anche da gruppi di imprese.
Il contratto di partenariato è una tipologia di contratto “globale”, inerente la costruzione o la
trasformazione il mantenimento, la gestione ed il finanziamento di strutture pubbliche44
.
Un contratto di lavori pubblici viene identificato quale tale dal diritto comunitario allorché il
costo dell'opera venga supportato essenzialmente dall'ente aggiudicatore, a patto che
l'aggiudicatario non venga remunerato attraverso le tariffe versate dagli utenti.
Pertanto la concessione di lavori pubblici può esser definita quale “un contratto il quale
presenta le medesime caratteristiche di un qualsiasi contratto di lavori pubblici, a eccezion fatta per
43 Anne Breville, Les contrats de partenariat public privé, Editions du secteur public.
44 Ordonnance 17 juin 2004, n.559, art.1
63
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
quanto riguarda la remunerazione dei lavori, consistente unicamente nel diritto di gestire l'opera
dietro il pagamento di un prezzo”45
.
In conclusione, allorché poteri pubblici prendano a loro carico i rischi relativi alla gestione
dell'opera, data la mancanza di questi in capo alla controparte, il contratto non può essere
considerato quale una concessione. Ove invece la gestione si accompagni al trasferimento alla
controparte dei rischi dell'operazione stessa, si è in presenza dell'istituto concessorio. Nel quadro di
un contratto di partenariato la remunerazione è costituita da un pagamento pubblico scaglionato.
Consequenzialmente tali contratti sono considerati, nella maggior parte dei casi, contratti pubblici ai
sensi del diritto comunitario, pertanto sottoposti alle modalità di stipula ed al regime giuridico
previsto dalla direttiva 2004/18/CE del Parlamento e del Consiglio del 31 marzo 2004, relativo al
coordinamento delle procedure di stipula di contratti pubblici, di lavori, forniture e servizi46
. La
questione della definizione di uno statuto dei contratti, mostra che il partenariato pubblico-privato
diviene di forte interesse per il diritto comunitario, tanto da spingere la Commissione alla creazione
di un Libro verde sui partenariati pubblico-privati ed al compimento di studi concreti sui regimi
giuridici degli stati membri. Ad ogni modo tutte le direttive relative ai mercati pubblici sono
sottoposte alle regole ed ai principi del trattato, in particolare a quelli di egualità di trattamento,
trasparenza e proporzionalità.
Una caratteristica fondamentale del contratto di partenariato risiede nel fatto che la parte alla
quale vengono attribuiti i rischi è quella che gode di condizioni più favorevoli per poterli
sopportare, contrariamente alle altre tipologie contrattuali ove i rischi sono supportati dal
committente pubblico o trasferiti al partner privato.
45 Anne Breville, Les contrats de partenariat public privé, Editions du secteur public.
46 Direttiva 2004/18/CE del Parlamento e del Consiglio del 31 marzo 2004, relativa al coordinamento delle procedure
di stipula dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
64
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Assetto normativo e requisiti di accesso al suo utilizzo
In questa parte dell'elaborato verrà approfondito l'istituto del partenariato pubblico-privato
dell'ordinamento francese, in virtù degli studi compiuti presso l'UFC (Università di Franche-
Comté), dove ho avuto la possibilità di accedere alla letteratura ed alle riviste specializzate nel
settore oggetto della mia analisi.
Il contratto di partenariato ha avuto il suo sviluppo in Francia, con la Legge n.87-432 del 22
giugno 1987, esclusivamente in relazione ai servizi pubblici penitenziari. Questa prevedeva che il
partenariato pubblico-privato, venisse utilizzato per la costruzione di prigioni grazie alla creazione
di un meccanismo di concessione, costruzione e gestione delle strutture penitenziarie. Il tutto fu
concluso sotto forma di contratto amministrativo. Tra le varie problematiche che hanno rallentato il
cammino tortuoso del PPP, vi è il ricorso al giudice amministrativo per sospetto vizio di eccesso di
potere.
Di particolare pregio è da considerare il tentativo di sospensione dell'ordinanza del 2004,
avanzato da Jean-Pierre Sueur ed altri sessanta senatori. A tale richiesta il Consiglio di Stato
francese ha risposto negativamente, affermando che non vi era alcuna necessità di sospendere
l'ordinanza del 2004 relativa alla possibilità di utilizzo del PPP. Il giudice amministrativo ritiene che
non vi è motivo di effettuare una sospensione dell'ordinanza, dato che questa non è ancora entrata in
vigore e che i contratti conclusi ai sensi dell'ordinanza non potranno essere eseguiti prima della
decisione finale del Consiglio di stato sulla questione dell'eccesso di potere.
Tale istituto oggi è disciplinato e reso omogeneo all'interno degli ordinamenti comunitari
attraverso la minuziosa attività della Commissione Europea, mediante la direttiva comunitaria
2004/18 CE, recepita nel codice dei contratti pubblici di ogni Stato membro.
Per un'analisi approfondita del PPP, è importante prendere le mosse dall'ordinanza del 17
giugno 2004 relativa ai contratti di partenariato, mediante la quale il legislatore francese ha
consentito l'utilizzo di tale strumento contrattuale, attribuendogli una maggiore rilevanza all'interno
del contesto giuridico nazionale. Per una completezza espostiva, riporto gli articoli del testo
normativo afferenti la trattazione.
65
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
TITRE Ier : CONTRATS DE PARTENARIAT DE L'ÉTAT ET DE SES ÉTABLISSEMENTS
PUBLICS.
Article 1
Modifié par LOI n°2009-179 du 17 février 2009 - art. 14
Modifié par LOI n°2009-179 du 17 février 2009 - art. 15
I. - Le contrat de partenariat est un contrat administratif par lequel l'Etat ou un
établissement public de l'Etat confie à un tiers, pour une période déterminée en fonction de
la durée d'amortissement des investissements ou des modalités de financement retenues, une
mission globale ayant pour objet la construction ou la transformation, l'entretien, la
maintenance, l'exploitation ou la gestion d'ouvrages, d'équipements ou de biens immatériels
nécessaires au service public, ainsi que tout ou partie de leur financement à l'exception de
toute participation au capital.
Il peut également avoir pour objet tout ou partie de la conception de ces ouvrages,
équipements ou biens immatériels ainsi que des prestations de services concourant à
l'exercice, par la personne publique, de la mission de service public dont elle est chargée.
II. - Le cocontractant de la personne publique assure la maîtrise d'ouvrage des travaux à
réaliser. Après décision de l'Etat, il peut être chargé d'acquérir les biens nécessaires à la
réalisation de l'opération, y compris, le cas échéant, par voie d'expropriation.
Il peut se voir céder, avec l'accord du cocontractant concerné, tout ou partie des contrats
passés par la personne publique pouvant concourir à l'exécution de sa mission.
La rémunération du cocontractant fait l'objet d'un paiement par la personne publique
pendant toute la durée du contrat. Elle est liée à des objectifs de performance assignés au
cocontractant.
Le contrat de partenariat peut prévoir un mandat de la personne publique au cocontractant
pour encaisser, au nom et pour le compte de la personne publique, le paiement par l'usager
final de prestations revenant à cette dernière.
III. - Lorsque la réalisation d'un projet relève simultanément de la compétence de plusieurs
personnes publiques, ces dernières peuvent désigner par convention celle d'entre elles qui
réalisera l'évaluation préalable, conduira la procédure de passation, signera le contrat et,
éventuellement, en suivra l'exécution. Cette convention précise les conditions de ce transfert
de compétences et en fixe le terme.
Article 2
Modifié par LOI n°2008-735 du 28 juillet 2008 - art. 2
I. - Les contrats de partenariat donnent lieu à une évaluation préalable, réalisée avec le
concours de l'un des organismes experts créés par décret, faisant apparaître les motifs de
caractère économique, financier, juridique et administratif qui conduisent la personne
publique à engager la procédure de passation d'un tel contrat. Chaque organisme expert
66
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
élabore, dans son domaine de compétences, une méthodologie déterminant les critères
d'élaboration de cette évaluation dans les conditions fixées par le ministre chargé de
l'économie. Cette évaluation comporte une analyse comparative de différentes options,
notamment en termes de coût global hors taxes, de partage des risques et de performance,
ainsi qu'au regard des préoccupations de développement durable. Lorsqu'il s'agit de faire
face à une situation imprévisible, cette évaluation peut être succincte.
II. - Les contrats de partenariat ne peuvent être conclus que si, au regard de l'évaluation, il
s'avère;
1° Que, compte tenu de la complexité du projet, la personne publique n'est pas
objectivement en mesure de définir seule et à l'avance les moyens techniques répondant à
ses besoins ou d'établir le montage financier ou juridique du projet ;
2° Ou bien que le projet présente un caractère d'urgence, lorsqu'il s'agit de rattraper un
retard préjudiciable à l'intérêt général affectant la réalisation d'équipements collectifs ou
l'exercice d'une mission de service public, quelles que soient les causes de ce retard, ou de
faire face à une situation imprévisible ;
3° Ou bien encore que, compte tenu soit des caractéristiques du projet, soit des exigences du
service public dont la personne publique est chargée, soit des insuffisances et difficultés
observées dans la réalisation de projets comparables, le recours à un tel contrat présente un
bilan entre les avantages et les inconvénients plus favorable que ceux d'autres contrats de la
commande publique. Le critère du paiement différé ne saurait à lui seul constituer un
avantage.
[Dispositions déclarées non conformes à la Constitution par la décision du Conseil
constitutionnel n° 2008-567 DC du 24 juillet 2008.]
Article 3
Modifié par LOI n°2008-735 du 28 juillet 2008 - art. 3
La passation d'un contrat de partenariat est soumise aux principes de liberté d'accès,
d'égalité de traitement des candidats et de transparence des procédures. Ces principes
permettent d'assurer l'efficacité de la commande publique et la bonne utilisation des deniers
publics.
Elle est précédée d'une publicité permettant la présentation de plusieurs offres concurrentes
dans des conditions prévues par décret.
Article 4 (omissis)
Article 5
Modifié par LOI n°2008-735 du 28 juillet 2008 - art. 5
Les contrats de partenariat peuvent être passés selon les procédures du dialogue compétitif,
67
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
de l'appel d'offres ou selon une procédure négociée selon les conditions définies à l'article 7.
Si, compte tenu de la complexité du projet et quel que soit le critère d'éligibilité retenu en
application de l'article 2 pour fonder le recours au contrat de partenariat, la personne
publique est objectivement dans l'impossibilité de définir seule et à l'avance les moyens
techniques pouvant répondre à ses besoins ou d'établir le montage financier ou juridique du
projet, elle peut recourir au dialogue compétitif dans les conditions prévues au I de l'article
7 de la présente ordonnance. Elle indique le choix de la procédure dans l'avis de publicité.
Si tel n'est pas le cas, elle indique que les candidats admis présenteront une offre dans les
conditions prévues au II ou au III du même article 7.
Article 6 (omissis)
Article 7
Modifié par LOI n°2008-735 du 28 juillet 2008 - art. 7
I.-Sur la base du programme fonctionnel qu'elle a établi afin de déterminer ses besoins et
ses objectifs, la personne publique engage un dialogue avec chacun des candidats, dont
l'objet est de définir les moyens techniques et le montage juridique et financier les mieux à
même de répondre à ses besoins.
La personne publique peut discuter avec les candidats de tous les aspects du contrat.
Chaque candidat est entendu dans des conditions d'égalité. La personne publique ne peut
donner à certains candidats des informations susceptibles de les avantager par rapport à
d'autres. Elle ne peut révéler aux autres candidats des solutions proposées ou des
informations confidentielles communiquées par un candidat dans le cadre de la discussion
sans l'accord de celui-ci.
La personne publique poursuit les discussions avec les candidats jusqu'à ce qu'elle soit en
mesure d'identifier la ou les solutions, au besoin après les avoir comparées, qui sont
susceptibles de répondre à ses besoins.
Elle peut prévoir que les discussions se déroulent en phases successives au terme desquelles
seules sont retenues les propositions répondant le mieux aux critères fixés dans l'avis
d'appel public à la concurrence ou dans le règlement de consultation. Le recours à cette
possibilité doit avoir été indiqué dans l'avis d'appel public à la concurrence ou dans le
règlement de la consultation.
Lorsqu'elle estime que la discussion est arrivée à son terme, la personne publique en
informe les candidats qui ont participé à toutes les phases de la consultation. Elle invite les
candidats à remettre leur offre finale sur la base de la ou des solutions présentées et
spécifiées au cours du dialogue dans un délai qui ne peut être inférieur à un mois. Elle
définit les conditions d'exécution du contrat, y compris de celles de ses clauses qui prévoient
une évolution, pendant la durée du contrat, des droits et obligations du cocontractant, et, le
cas échéant, précise les critères d'attribution du contrat définis dans l'avis d'appel public à
la concurrence ou le règlement de la consultation. Elle s'efforce de maintenir jusqu'à ce
stade une concurrence réelle.
68
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Ces offres comprennent tous les éléments nécessaires à l'exécution du contrat.
La personne publique peut demander des clarifications, des précisions, des compléments ou
des perfectionnements concernant les offres déposées par les candidats ainsi que la
confirmation de certains des engagements, notamment financiers, qui y figurent. Cependant,
ces demandes ne peuvent avoir pour effet de modifier les éléments fondamentaux de l'offre
ou des caractéristiques essentielles du contrat dont la variation est susceptible de fausser la
concurrence ou d'avoir un effet discriminatoire .
Il peut être prévu dans l'avis d'appel public à la concurrence ou le règlement de la
consultation qu'une prime sera allouée à tous les candidats ou à ceux dont les offres ont été
les mieux classées. Lorsque les demandes de la personne publique impliquent un
investissement significatif pour les candidats ayant participé au dialogue compétitif, une
prime doit leur être versée.
II.-La procédure d'appel d'offres est définie par décret.
III. - Lorsque le montant du contrat à réaliser est inférieur à un seuil fixé par décret, la
personne publique peut recourir à une procédure négociée avec publication d'un avis
d'appel public à la concurrence. Cette procédure est définie librement par la personne
publique dans le règlement de la consultation, sous réserve du respect des dispositions des
articles 3, 4, 6, 8, 9, 10 et 12.
Article 8
Modifié par LOI n°2008-735 du 28 juillet 2008 - art. 1
Modifié par LOI n°2008-735 du 28 juillet 2008 - art. 8
I. - Le contrat est attribué au candidat qui a présenté l'offre économiquement la plus
avantageuse, par application des critères définis, en prenant en compte les conclusions de
l'étude d'évaluation mentionnée à l'article 2, dans l'avis d'appel public à la concurrence ou
le règlement de la consultation et le cas échéant précisés dans les conditions prévues à
l'article 7.
Les critères d'attribution sont pondérés. Si la personne publique démontre qu'une telle
pondération est objectivement impossible, ils sont hiérarchisés.
Parmi les critères d'attribution, figurent nécessairement le coût global de l'offre, des
objectifs de performance définis en fonction de l'objet du contrat, en particulier en matière
de développement durable, et la part d'exécution du contrat que le candidat s'engage à
confier à des petites et moyennes entreprises et à des artisans. On entend par coût global de
l'offre la somme des coûts actualisés générés par la conception, le financement, la
construction ou la transformation, l'entretien, la maintenance, l'exploitation ou la gestion
d'ouvrages, d'équipements ou de biens immatériels, les prestations de services prévus pour
la durée du contrat.
La définition des petites et moyennes entreprises est fixée par voie réglementaire.
D'autres critères, en rapport avec l'objet du contrat, peuvent être retenus, notamment la
valeur technique et le caractère innovant de l'offre, le délai de réalisation des ouvrages,
équipements ou biens immatériels, leur qualité architecturale, esthétique ou fonctionnelle.
69
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
II. - Sur demande de la personne publique, le candidat identifié comme ayant remis l'offre la
plus avantageuse peut être amené à clarifier des aspects de son offre ou à confirmer les
engagements figurant dans celle-ci. Cependant, ces demandes ne peuvent avoir pour effet de
modifier des éléments fondamentaux de l'offre ou des caractéristiques essentielles du contrat,
dont la variation est susceptible de fausser la concurrence ou d'avoir un effet
discriminatoire.
Article 9 (omissis)
Article 10
Modifié par LOI n°2008-735 du 28 juillet 2008 - art. 10
Lorsque la personne publique est saisie d'un projet par une entreprise ou un groupement
d'entreprises et qu'elle envisage d'y donner suite en concluant un contrat de partenariat, elle
conduit la procédure de passation dans les conditions prévues par les articles 2 à 9 de la
présente ordonnance.
Dès lors qu'il ne se trouve dans aucun des cas d'exclusion mentionnés à l'article 4 et qu'il
dispose des capacités techniques, professionnelles et financières appropriées, l'auteur du
projet est admis à participer aux procédures prévues à l'article 7 de la présente ordonnance.
La communication à la personne publique d'une idée innovante, qui serait suivie du
lancement d'une procédure de contrat de partenariat, peut donner lieu au versement d'une
prime forfaitaire.
Article 11
Modifié par LOI n°2008-735 du 28 juillet 2008 - art. 1
Modifié par LOI n°2008-735 du 28 juillet 2008 - art. 11
Un contrat de partenariat comporte nécessairement des clauses relatives :
a) A sa durée ;
b) Aux conditions dans lesquelles est établi le partage des risques entre la personne
publique et son cocontractant ;
c) Aux objectifs de performance assignés au cocontractant, notamment en ce qui concerne la
qualité des prestations de services, la qualité des ouvrages, équipements ou biens
immatériels, les conditions dans lesquelles ils sont mis à la disposition de la personne
publique, et, le cas échéant, leur niveau de fréquentation ;
d) A la rémunération du cocontractant, aux conditions dans lesquelles sont pris en compte et
distingués, pour son calcul, les coûts d'investissement-qui comprennent en particulier les
coûts d'étude et de conception, les coûts annexes à la construction et les frais financiers
intercalaires-, les coûts de fonctionnement et les coûts de financement et, le cas échéant, les
recettes que le cocontractant peut être autorisé à se procurer en exploitant le domaine, les
ouvrages, équipements ou biens immatériels, à l'occasion d'activités étrangères aux
missions de service public de la personne publique et qui ne leur portent pas préjudice, aux
70
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
motifs et modalités de ses variations pendant la durée du contrat et aux modalités de
paiement, notamment aux conditions dans lesquelles, chaque année, les sommes dues par la
personne publique à son cocontractant et celles dont celui-ci est redevable au titre de
pénalités ou de sanctions font l'objet d'une compensation ;
d bis) Aux conditions dans lesquelles, en application de l'article L. 313-29-1 du code
monétaire et financier, la personne publique constate que les investissements ont été réalisés
conformément aux prescriptions du contrat ;
e) Aux obligations du cocontractant ayant pour objet de garantir le respect de l'affectation
des ouvrages, équipements ou biens immatériels au service public dont la personne publique
contractante est chargée et le respect des exigences du service public ;
f) Aux modalités de contrôle par la personne publique de l'exécution du contrat, notamment
du respect des objectifs de performance particulièrement en matière de développement
durable, ainsi que des conditions dans lesquelles le cocontractant fait appel à d'autres
entreprises pour l'exécution du contrat, et notamment des conditions dans lesquelles il
respecte son engagement d'attribuer une partie du contrat à des petites et moyennes
entreprises et à des artisans.
Le titulaire du contrat de partenariat constitue, à la demande de tout prestataire auquel il
est fait appel pour l'exécution du contrat, un cautionnement auprès d'un organisme financier
afin de garantir au prestataire qui en fait la demande le paiement des sommes dues. Ces
prestations sont payées dans un délai fixé par voie réglementaire ;
g) Aux sanctions et pénalités applicables en cas de manquement à ses obligations,
notamment en cas de non-respect des objectifs de performance, de la part du cocontractant ;
h) Aux conditions dans lesquelles il peut être procédé, par avenant ou, faute d'accord, par
une décision unilatérale de la personne publique, à la modification de certains aspects du
contrat ou à sa résiliation, notamment pour tenir compte de l'évolution des besoins de la
personne publique, d'innovations technologiques ou de modifications dans les conditions de
financement obtenues par le cocontractant ;
i) Au contrôle qu'exerce la personne publique sur la cession partielle ou totale du contrat ;
j) Aux conditions dans lesquelles, en cas de défaillance du cocontractant, la continuité du
service public est assurée, notamment lorsque la résiliation du contrat est prononcée ;
k) Aux conséquences de la fin, anticipée ou non, du contrat, notamment en ce qui concerne
la propriété des ouvrages, équipements ou biens immatériels ;
l) Aux modalités de prévention et de règlement des litiges et aux conditions dans lesquelles il
peut, le cas échéant, être fait recours à l'arbitrage, avec application de la loi française.
Article 12 (omissis)
Article 13 (omissis)
Il testo normativo che ha apportato una molteplicità significativa di cambiamenti all'ordinanza
71
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
del 2004 è la Legge 735/2008 del 28 luglio 2008, il quale ha dato un impulso maggiore al
partenariato, agevolandone il suo utilizzo.
Quattro anni dopo il primo contrastato provvedimento che ha introdotto il partenariato
pubblico- privato (Ordonnance del 17 giugno 2004) arriva, per volontà di Sarkozy, la legge 28
luglio 2008 che integra la disciplina dell’Ordonnance e rilancia il partnenariato con ampliamento
dei soggetti che possono ricorrervi e dei casi di applicabilità. Ecco in sintesi gli aspetti salienti:
1) Definizione: ribadito il carattere di contratto amministrativo (dunque, né appalto né
concessione), la nuova legge sottolinea che il partenariato è un contratto a “mission
global” che riguarda il finanziamento, la costruzione o la trasformazione, la
manutenzione e/o la gestione del servizio connesso: la nuova legge aggiunge anche la
parziale o totale progettazione dell’opera, cosa rivoluzionaria per il centralismo della P.A.
francese. Inoltre, il rimborso del finanziamento previsto a carico totale dell’Ente
pubblico, che lo effettua nell’arco di “tutta la durata del contratto”, può essere legato ad
obiettivi di “performance”. Nel caso di più enti pubblici contraenti, la nuova legge
prevede la possibilità di operare con un “mandat” disciplinato da convenzione in capo ad
un solo soggetto pubblico incaricato della gestione complessiva della procedura di gara e
del contratto.
2) I soggetti che possono ricorrere ai contratti di partenariato: la legge amplia i soggetti
(oltre a quelli già ammessi come lo Stato, gli enti locali ecc.), includendovi anche le SEM
(società miste) ed i soggetti (privatizzati) dei settori speciali (Ferrovie – RFF –, gas –
GDF –, elettricità – EDF – ecc.).
3) Condizioni di ricorso ai contratti di partenariato: a) Valutazione preliminare: la legge
obbliga gli Enti che intendono ricorrere al PPP ad una valutazione preliminare che deve
riguardare i motivi di carattere economico, finanziario, giuridico ed amministrativo alla
base della scelta della formula PPP: tale valutazione deve articolarsi in una “analisi
comparativa delle diverse opzioni”. In particolare, l’analisi deve riguardare costo globale
dell’intervento, allocazione dei rischi, sviluppo duraturo ed efficacia delle prestazioni. La
valutazione è realizzata con il concorso di un organismo esperto creato per decreto (non
ancora emanato). b) Casi di applicabilità del partenariato L’Ordonnance 2004 aveva
previsto due soli casi: complessità e carattere d’urgenza.
4) La legge crea un nuovo caso generale di possibile ricorso al PPP, legato cioè al “bilancio
positivo vantaggi/svantaggi di tale formula”, bilancio da effettuarsi con riferimento a: a)
caratteristiche del progetto; b) esigenze di servizio pubblico; c) difficoltà riscontrate
nella realizzazione di interventi similari. La legge precisa che il pagamento differito non
è considerato elemento di per sé sufficiente a determinare un vantaggio comparativo.
72
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
5) Procedura di aggiudicazione: Le procedure ammesse dalla legge aggiungono al solo
dialogo competitivo dell’Ordonnance altre 2 modalità: l’appel d’offres e la procedura
negoziata, se di valore inferiore ad una soglia da definirsi con decreto (non ancora
pubblicato), nel rispetto dei principi del Trattato.
6) Indennizzo dei candidati: L’Ordonnance prevede la possibilità di un indennizzo per i
partecipanti alla gara: la legge lo rende obbligatorio in presenza di “un investimento
significativo per la partecipazione”.
7) Offerte spontanee: In base all’Ordonnance, chi ha presentato spontaneamente un’offerta
“può partecipare” alla procedure di aggiudicazione del contratto PPP. La legge 2008
aggiunge che la semplice comunicazione all’ente contraente di una idea innovativa “idée
innovante” seguita da una procedura di aggiudicazione “può dar luogo ad un versamento
di una somma “ prime forfaitaire”.
8) Criteri di scelta: La legge modifica i criteri fissati nell’Ordonannce come segue: a)
Obiettivi di “performances” in ragione dell’oggetto del contratto con particolare
attenzione al “développement durable”. b) Costo globale, costituito dalla somma dei costi
attualizzati generati per progettazione, finanziamento, costruzione, entretien,
manutenzione e gestione del servizio per la durata contrattuale. c) Esecuzione affidata a
PMI: quota che il contraente si obbliga ad affidare a PMI terze.
9) Contenuti del contratto PPP: La novità è rappresentata dalla previsione di una cauzione
che il contraente deve prestare per la parte di prestazioni che affida a terzi e dalla
precisazione relativa al costo di investimento che deve essere articolato in varie voci
specifiche: a) studio e progettazione; b) costi collegati alla costruzione; c) spese
finanziarie “intercalaires”.
10) Disposizioni diverse: a) valorizzazione del demanio pubblico: l’occupazione del demanio
pubblico da parte del titolare del contratto PPP gli conferisce “i diritti reali sull’opera e le
attrezzature che realizza”, in analogia con quelli propri del proprietario, entro i limiti del
contratto, ovvero, eccedenti la durata del contratto, previa autorizzazione dell’Ente. b)
Sovvenzioni e cessioni del credito. I contratti PPP sono ammessi a tutte le sovvenzioni
previste per altri tipi contrattuali: inoltre, la legge consente la cessione del credito fino al
massimo dell’80% della remunerazione dovuta dall’Ente a titolo di costi di investimento
come sopra specificati. c) Esoneri fiscali dei contratti PPP Sono previste varie misure di
esenzioni fiscali, quali la tassa sulla pubblicità fondiaria, sul valore aggiunto (FCTVA),
sul reddito locale degli immobili e sulla cessione dei crediti47
.
47 IGI, Istituto Grandi Infrastrutture, Anno 2008, Numero 279, 5 novembre 2008 .
73
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Nell'ordinamento francese l'istituto del partenariato pubblico-privato viene disciplinato dal
diritto dei contratti pubblici. In Francia la delegations de service publique consente di attribuire ad
un operatore privato, tramite concessione, il finanziamento, la costruzione e la gestione di
un'infrastruttura pubblica. L'operatore privato percepisce tale remunerazione da coloro che
usufruiscono del servizio e si assume essenzialmente il rischio dell'operazione. La concessione ha
una durata molto estesa nel tempo ed esemplare a tal proposito è la costruzione del “Viaduc de
Millau” che aveva ad oggetto un contratto di concessione dalla durata di 78 anni, l'opera costò
all'incirca 314 milioni, ed il costruttore Eiffage, finanziò la costruzione in cambio del diritto a
raccogliere i pedaggi fino al 2080. Il ricorso alla delegations de service publique presenta due
condizioni: da una parte è responsabile della realizzazione del servizio e quest'ultimo deve essere
chiaramente riconoscibile. D'altra parte, la remunerazione dell'operatore privato deve essere in linea
con i risultati conseguiti dall'impresa. Il rischio d'impresa è integralmente trasferito all'operatore
privato, il quale consegue un compenso derivante dalle tariffe applicate all'utenza. Questa
fattispecie giuridica non concerne i casi che presentino caratteristiche del servizio implicanti una
remunerazione proveniente direttamente da un soggetto pubblico, come nel caso della costruzione
di una scuola o di un carcere.
Al giorno d'oggi il partenariato costituisce una risposta globale alla ricorrente questione
relativa alle modalità di realizzazione e finanziamento privati di servizi pubblici. Il ricorso ai
contratti di partenariato pubblico-privato, in Francia, è attualmente dotato di quattro strumenti: il
“BEA”, il “BEH”, l' “AOT” ed i “contrat de partenariat”. La BEA è una locazione demaniale di
lunga durata, con diritti reali alla quale spesso è aggiunta una convenzione non separabile dalla
prestazione del servizio. Il BEH è una fattispecie della BEA inerente il settore ospedaliero, la quale
ha un regime giuridico specifico. L'AOT è un'autorizzazione temporanea di occupazione di
superficie pubblica composta da diritti reali che consentono di finanziare e costruire una struttura
pubblica messa a disposizione del soggetto pubblico attraverso un contratto di locazione.
Il contratto di partenariato non afferisce alla categoria di contratti pubblici, trattandosi di una
fattispecie regolata da un regime giuridico autonomo. Oggi la disciplina riserva il ricorso a tale
strumento allorché siano soddisfatti tre criteri: il progetto deve godere di una certa complessità, la
situazione deve avere una certo grado d'urgenza e il contratto di partenariato deve risultare
economicamente vantaggioso rispetto ad alte formule contrattuali. Prima di optare per tale tipologia
di contratto, la persona pubblica è dunque tenuta ad effettuare una valutazione, la quale dovrà
evidenziare da un lato che uno dei tre criteri sopra elencati sia soddisfatto, e dall'altro che il ricorso
a tale strumento sia preferibile da un punto di vista amministrativo, giuridico economico e
finanziario alla conclusione di un contratto pubblico, di una delegazione di servizio pubblico o di
un'altra forma contrattuale. Il ricorso a tale istituto non è particolarmente diffuso, anche a causa
74
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
della mancanza di funzionari dello e di agenti territoriali, che abbiano una formazione specifica per
affrontare con competenza interventi afferenti alla categoria del PPP. I soggetti pubblici non
ricorrono frequentemente al partenariato, perché temono l'annullamento della procedura da parte del
giudice amministrativo a causa della mancanza dei requisiti di urgenza, complessità ed efficienza
economica. In fine il regime fiscale dei contratti di partenariato è meno attraente rispetto a quello di
altre categorie di contratto pubblico. Tuttavia la legge del 28 luglio 2008 ha eliminato alcuni
ostacoli al fine di incentivare il ricorso al contratto di partenariato.
Stipulazione di un contratto di partenariato
Le regole per il ricorso ad un contratto di partenariato hanno subito una restrizione a seguito
delle condizioni poste dal Consiglio Costituzionale, allorché fu emanata l'ordinanza del 17 giugno
2004, modificata dalla Legge del 28 luglio 2008.
Le condizioni necessarie affinché si possa ricorrere a tali contratti, conformemente a tale
ordinanza, fanno sì che il soggetto pubblico debba giustificarne il ricorso ove questi risultino più
vantaggiosi rispetto agli altri dal punto di vista economico, finanziario, giuridico ed
amministrativo48
. Quest'affermazione si basa su un'analisi comparativa avente ad oggetto differenti
tipologie di contratto, che devono essere analizzate in base a determinati indici: il costo globale
dell'offerta per il soggetto pubblico; la performance che include la qualità del servizio reso
all'utente; la ripartizione dei rischi tra i due partner, quello pubblico e quello privato. La valutazione
preliminare consente di verificare, in base ad una precisa analisi, se il ricorso a questi contratti
consenta o meno la realizzazione di economie di scala e favorisca una migliore qualità dell'opera o
del servizio reso, in rapporto ai tradizionali contratti stipulati dalle pubbliche amministrazioni.
Occorre adesso analizzare il sistema di valutazione preliminare, il quale costituisce un utile
strumento per i soggetti pubblici tenuti a ricercare una migliore allocazione delle risorse,
comparandole con i diversi modelli di gestione possibile, a lungo termine. A tal proposito il
soggetto pubblico potrà fissare ulteriori criteri per selezionare il contraente ed individuare i rischi
connessi all'operazione. In più, la valutazione preliminare consente di eliminare le difficoltà che
48 La legge N.735/2008 che disciplina la normativa del PPP, prevede la possibilità di ricorso al PPP per un numero di
casi ristretti.
75
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
potrebbero sorgere per il partner pubblico sul piano giuridico49
. La procedura di valutazione ha
anche il fine di accertare che il contratto afferisca a pieno titolo alla categoria del PPP. Onde evitare
che il giudice amministrativo, in caso di ricorso, vista la mancanza dei requisiti necessari, possa
riqualificare il “presunto” contratto di PPP in un contratto pubblico o in delegazione del servizio
pubblico.
Procedure volte alla stipulazione di un contratto di partenariato
Dal 2004, un contratto di partenariato è soggetto ad una procedura di dialogo competitivo se
si basa sul requisito della complessità e di una gara d'appalto, se si basa su un requisito dell'urgenza.
Le disposizioni relative alla Legge del 2008 modificano l'ordinanza del 17 giugno 2004,
rendendo meno rigide le regole ed introducendo la possibilità di ricorrere ad una procedura
negoziata allorché l'ammontare del contratto sia inferiore ad una certa soglia ed elimina la
correlazione tra i criteri scelti e la procedura applicabile.
Fin qui nel caso di complessità del progetto, il soggetto pubblico doveva avviare un dialogo
competitivo. In effetti la complessità del progetto impediva di definire le sue esigenze all'interno di
un capitolato d'appalto dotato di una precisione ed una completezza tecnica. Il dialogo competitivo
darà la possibilità di discutere con una pluralità di candidati, al fine di definire al meglio le
necessità. Il soggetto pubblico inizia a rivolgere la sua attenzione ad un programma funzionale
prima di avviare un'offerta pubblica rivolta alla concorrenza.
Oramai la procedura del dialogo competitivo è applicabile qualunque sia il fondamento che si
ritiene giustifichi la scelta del contratto di partenariato, purché si tratti di un progetto complesso50
.
Questa procedura, presenta in effetti il vantaggio di consentire l'elaborazione di offerte che si
adattino ai bisogni del soggetto pubblico, grazie al dialogo che s'instaura tra i candidati. La Legge
del 2008 ha introdotto un'ulteriore metodologia, ovvero la “procedura negoziata”, che consiste nel
fatto che il soggetto pubblico consulta gli operatori economici da essa scelti e negozia con loro le
condizioni del contratto.
49 Anne Breville, Les contrats de partenariat public privé, Editions du secteur public.
50 Anne Breville, Les contrats de partenariat public privé, Editions du secteur public.
76
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Tale procedura è più flessibile rispetto a quella relativa al dialogo competitivo, che comporta
un maggior numero di fasi di confronto tra le parti. Inoltre, la procedura negoziale presenta il
vantaggio, rispetto alla gara d'appalto, di consentire una prioritaria negoziazione tra i candidati. La
procedura di stipulazione gioca un ruolo essenziale nella scelta del modello contrattuale.
Ora ci accingiamo, dunque, ad analizzare le caratteristiche peculiari delle due differenti
procedure.
La procedura del “dialogo competitivo”
Il “dialogo competitivo”51
viene definitivo dalla direttiva del 31 marzo 2004 come “una
procedura alla quale tutti gli operatori economici possono richiedere di partecipare e nell'ambito
della quale i poteri aggiudicatori avviano un dialogo tra i candidati ammessi alla procedura in corso,
avanzando proposte -finalizzate a soddisfare le proprie esigenze- e sulla base delle quali i candidati
selezionati saranno invitati a presentare un'offerta”. Tale procedura può essere utilizzata allorché il
contratto sia particolarmente complesso. Il soggetto pubblico elabora esclusivamente un programma
funzionale, che descrive il suo progetto e le sue aspettative. In virtù di questo, inizialmente, il
soggetto pubblico è tenuto a definire i bisogni da realizzare, gli obiettivi da perseguire, i termini
entro I quali agire ed i risultati da conseguire. Sulla base di tale programma funzionale, il soggetto
pubblico avvia un dialogo con ciascuno dei candidati, con lo scopo di definire i mezzi tecnici e gli
strumenti giuridici e finanziari più efficaci al fine di rispondere alle proprie esigenze. Il soggetto
pubblico gode della possibilità di discutere con i candidati circa ogni aspetto contrattuale. Il
soggetto pubblico segue la fase di dialogo tra i candidati, affinché questi identifichino la o le
soluzioni più efficaci per rispondere alle esigenze dell'amministrazione. L'amministrazione può
prevedere che al dialogo competitivo possano partecipare esclusivamente i soggetti che avanzino
proposte che rispecchino al meglio I criteri fissati attraverso la gara d'appalto. Ciascun candidato
gode di una condizione di parità rispetto agli altri. Infatti il soggetto pubblico non può fornire
informazioni che possano avvantaggiare la condizione di un candidato, né può rivelare ad alcuno le
soluzioni proposte o informazioni confidenziali comunicate da un altro candidato nell'ambito di un
dialogo bilaterale, senza il consenso di quest'ultimo. Ciò che caratterizza il dialogo competitivo
rispetto alla procedura negoziata, è il fatto che sono le proposte delle imprese che consentono al
soggetto privato di definire più precisamente quali siano le proprie esigenze. Ciò consente un
apporto di idee da parte del settore privato e destinato al settore pubblico, il quale può anche venire
51 Art.7 dell'ordinanza n.559/2004.
77
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
a conoscenze di proposte innovative e beneficiare di offerte che ben si adattino ad uno specifico
progetto. Un bando di gara spesso obbliga il soggetto pubblico a scegliere tra offerte soddisfacenti,
su determinati punti, anche se sotto altri aspetti non corrispondono alle sue attese. Il dialogo
competitivo consente di adattare tutte le parti dell'offerta alle necessità dell'amministrazione. Nel
momento in cui il dialogo termina, il soggetto pubblico informa i candidati che hanno partecipato a
tutte le fasi della consultazione, invitandoli a presentare la loro offerta finale, sulla base delle
soluzioni presentate. Il soggetto pubblico può chiedere chiarimenti e precisazioni o perfezionamenti
concernenti le offerte depositate dai candidati ed anche garanzie sul piano finanziario. Una volta
scelto il soggetto aggiudicatario, il soggetto pubblico informa gli altri candidati di aver rifiutato le
loro offerte.
La “procedura negoziata”
La Legge del 28 luglio 2008 introduce la possibilità di accedere ad un'ulteriore procedura,
quella negoziata, allorché l'importo complessivo sia inferiore ad un importo fissato dal decreto.
Questa dà la facoltà alla persona pubblica di consultare gli operatori economici selezionati e
negoziare con loro le condizioni contrattuali. La negoziazione deve precedere il bando di gara. Le
modalità di consultazione dei diversi candidati, sono definite dal soggetto pubblico, all'interno del
regolamento relativo alla fase stessa. Essa deve rispettare: il principio di parità di trattamento dei
candidati e di trasparenza delle procedure; le regole di selezione delle candidature; i criteri
d'attribuzione definiti dall'ordinanza; l'obbligo d'informazione dei candidati; la procedura di
stipulazione; nonché disposizioni particolari relative ad un contratto che include una concessione.
Questa procedura è più flessibile rispetto a quella del dialogo competitivo, che comporta un numero
maggiore di fasi relative al dialogo. Questa presenta, in più il vantaggio sulla gara d'appalto di
consentire una negoziazione tra i candidati.
78
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
FINANCEMENT DE PROJET
79
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Introduzione al tema
Il project financing (Financement sur projet), viene considerato come nulla più che un
metodo, moderno e più sofisticato di finanziamento, che esisteva già in passato. Basti pensare alle
antiche spedizioni marittime, che finanziate in base ai progetti che venivano presentati da coloro
che si recavano presso le terre inesplorate. I finanziamenti erano quasi sempre offerti da soggetti
privati, con metodi molto simili a quelli odierni. In Francia uno dei metodi più utilizzati e quello de
“le BOT” (Build, Operate, Transfer: Construire, Exploiter et Transférer), mediante questo
strumento l'amministrazione pubblica, attribuisce ad un operatore privato il diritto di realizzare una
infrastruttura, finanziarla ed espletare il servizio pubblico, con il fine di recuperare il finanziamento
tramite il denaro ricavato dalla gestione. Questa soluzione affianca i tradizionali contratti pubblici di
lavori, servizi e forniture. Le BOT è considerato un tipico esempio di PPP. Questo modello, si fonda
su un contratto di concessione tra il soggetto pubblico e una società ad hoc privata (società di
progetto)52
. Le financiement sur projet nn ha una definizione chiara ed univoca in Francia. Il motivo
principale è che questo strumento ricopre numerosi settori, in differenti ambiti. I principali settori di
utilizzo di questo strumento sono l'energia, le telecomunicazioni, e le infrastrutture ferroviarie. Le
forme principali di Project financing sono: la tipologia basata sul cash flows (flussi di cassa) del
progetto; tipologia basata sulla strutturazione giuridica e contrattuale dell'operazione. Questo
secondo metodo ha come peculiarietà il fatto che, l'amministrazione determini l'intera struttura
contrattuale.
Un caso empirico “Le BOT”
Al fine di approfondire l'isituto del project financing nell'ordinamento francese, è utile poter
analizzare una fattispecie che afferisce a questa tipologia, e della quale si è già data una breve
enunciazione nel paragrafo precedente. La fattispecie in esame è “Le BOT” (Construire, Exploiter,
Transférer). Per avere un quadro completo, dapprima analizzerò la pocedura del bando di gara
(appel d'offres).
52 M. Lyonnet Du Moutier, C. Fourchy Financement de projet et partenariato public-privè, ed. 2012.
80
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Nell'ottica di questa fase, bisogna considerare che la procedura di financement sur projet si
fonda su 4 fasi: ammissione, presentazione di una prima offerta, approvazione di un'offerta e stipula
del contratto53
.
La fase dell'ammissione alla presentazione dell'offerta ha il pregio di poter selezionare tra la
molteplicità di imprese quelle che hanno un elevato livello di credibilità. Questa fase spesso si
svolge con la somministrazione di un questionario tecnico e finanziario. La complessità del
progetto, spesso fa si che debbano associarsi soggetti con competenze differenti (costruttori,
imprenditori, gestori del servizio). Queste associazioni, in raggruppamenti, consorzi, join venture o
altre vesti giuridiche vengono formalizzate mediante un protocollo d'accordo. Questo
raggruppamento diverrà successivamente la società concessionaria. I suoi membri sono spesso
chiamati sponsors du projet. Una grande differenza sta nel fatto che le decisioni generali nel
raggruppamento di soggetti interessati al progetto vengono prese al'unanimità. Quando il
raggruppamento si trasforma in società di progetto, queste vengono prese sulla base delle quote
azionarie. Nella fase della preparazione della prima offerta i documenti del bando indicano: la
natura della prestazione, il termine per la presentazione delle offerte, gli incarichi da svolgere e la
veste giuridica imposta. In questa fase, ciascun candidato deve scegliere un consulente finanziario
(Financial Adviser), ed un consulente giuridico (Legal Adviser) o è possibile che vengano scelti
ulteriori consulenti in altre dicipline, in base alla natura del progetto54
. La scelta del consulente
finanziario è delicata, questo può essere un banchiere, o lavorare presso una filiale della banca.
Questo può essere un vantaggio, perchè il consulente avrà una conoscenza molto più approfondita
del mondo del credito, e consentirà un approvvigionamento più rapido. L'unica premura che questo
dovrà avere è non incorrere in conflitto di interesse tra l'istituto di credito e la società di progetto. La
selezione del consigliere giuridico è altrettanto delicata, e spesso le società si orientano presso studi
legali anglosassoni, che hanno maggiori competenze nel campo del project financing.
Un ulteriore step, è quello della scelta degli istituti di credito finanziatori, nel numero di tre o
quattro, i quali in accordo con il consulente finanziario, si impegnano ad erogare il finanziamento.
Nell'ambito di un progetto importante, il gruppo di banche deve comprendere quattro soggetti:
Una banca (core bank), che abbia dei rapporti stretti con uno dei membri influenti della
società di progetto, o raggruppamento, che intrattenga già un rapporto con questa, a
prescindere dal progetto in esame. Questa banca trasmetterà le informazioni al pool di
istituti di credito.
53 M. Lyonnet Du Moutier, C. Fourchy Financement de projet et partenariato public-privè, ed. 2012.
54 M. Lyonnet Du Moutier, C. Fourchy Financement de projet et partenariato public-privè, ed. 2012.
81
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
Una banca locale (local bank), che conosce il contesto del paese ospite; il pool si affiderà a
questa per la gestione della contabilità del progetto.
La terza banca deve avere particolari competenze tecniche nel settore afferente il progetto
(telecomunicazioni, autostrade, industrie ecc..)
Il quarto istituto di credito deve avere spiccate competenze nel campo dell'amministrazione.
Gli istituti di credito coinvolti si ripartiscono i ruoli e le funzioni di strutturazione del
progetto. È possibile che una banca si occupi di più funzioni contemporaneamente.
La fase successiva si fonda sulla presentazione della prima offerta.
Questa fase richiede una pianificazione molto precisa e la principale problematica che spesso
si presenta è relativa agli incarichi da svolgere. La pianificazione deve essere circoscritta, ma allo
stesso tempo flessibile, di modo che si possano apportare migliorie al progetto55
.
Dopo aver ultimato la fase della pianificazione, con i vari tecnicismi procedurali, si giunge
all'ultima fase, ovvero quella dell'offerta finale. In questo processo vi è una sottocategoria, ovvero
quella della “diligence”, nella quale le banche verificano l'insieme degli elementi dell'offerta del
consorzio. Questa verifica gli permette di rispondere a due interrogativi: “l'ammontare del costo del
lavoro è sufficiente a coprire I rischi finanziari assunti dal costruttore?” ; “I rischi relativi al tasso di
cambio o tasso di interesse sono correttamente coperti?”; “Il modello finanziario riflette
correttamente la realtà del progetto?”. Per arrivare a queste conclusioni le banche realizzano degli
studi, avvalendosi di consulenze esterne. La fase definita “diligence” dà la possibilità alle banche di
verificare la presenza di eventuali rischi e di stabilire le modalità di riparto di questi tra i partners.
All'interno della procedura afferente alla presentazione dell'offerta finale, vi sono delle riunioni che
mirano alla negoziazione, tra concedente, membri del consorzio o società di progetto e le banche.
Ma la fase più importante di negoziazione è quella che si svolge tra il concedente e la società
concessionaria. Questa negoziazione stabilisce il riparto dei rischi tra le parti.
Ripartizione dei rischi
L'analisi dei rischi concernenti il progetto, è una fase molto delicata e richiede un elevato
livello di preparazione. Il riparto dei rischi tra i vari soggetti facenti parte dell'operazione, è un
55 M. Lyonnet Du Moutier, C. Fourchy Financement de projet et partenariato public-privè, ed. 2012.
82
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
elemento essenziale di una operazione di financement sur projet. L'allocazione dei rischi costituisce
l'essenza stessa del contratto. È da notare che una delle prime azioni che vengono poste in essere dai
candidati, prima della presentazione dell'offerta, è di far effettuare dal proprio consulente giuridico,
un'analisi dettagliata degli incarichi e del contratto di concessione che verrà proposto al concedente.
Questa analisi permetterà di conoscere i rischi legati al progetto e di stabilire eventuali strumenti per
ridurli al minimo. È importante riuscire ad indentificarli prima della presentazione del progetto,
dato che la presenza di un rischio può comportare il fatto che in futuro il progetto sia sensibile alla
presenza di altri rischi, spesso derivanti da questo, se non corretto. L'analisi dei rischi non è
univoca, perchè questa dipende dal settore di intervento e ciò rende difficile proporre una
classificazione universale.
Focalizzando ora l'attenzione sul riparto dei rischi, procederò dapprima ad analizzare quelli
sopportati dal concedente, ovvero l'amministrazione, e successivamente quelli di cui dovrà farsi
carico il concessionario.
Riguardo il concedente, bisogna partire dall'assunto che un grande progetto infrastrutturale è
particolarmente complesso. Lo stato e le collettività territoriali danno un forte impulso alle
procedure amministrative che precedono la fase di collaborazione con la società concessionaria. La
realizzazione di infrastrutture come le autostrade, presentano un elevato livello di complessità sia
sotto il punto di vista della ideazione che sotto quello della realizzazione, ma anche dal punto di
vista dell'intero iter del procedimento amministrativo. Questo procedimento ha una durata molto
estesa nel tempo, di solito va dai cinque ai sette anni. Riguardo l'insieme dei rischi questi sono
supportati d'apprima dal concedente, e vengono trasferiti al concessionario nel momento in cui
avviene il passaggio dall'uno all'altro della pratica afferente la procedura amministrativa. È in quel
preciso momento che vi è il trasferimento del rischio in senso generale.
Il rischio finanziario, nelle operazioni di financement sur projet, lo si analizzare nella prassi
relativa alla “cession de créance”, - anche detta Cession Dailly - ovvero cessione del credito.
Questa metodologia viene disciplinata dagli articoli 106, 107, 108, 109, 110 del Codice dei contratti
pubblici dell'ordinamento francese. Per analizzare la cessione del credito, all'interno di un
finanziamento relativo ad un progetto, vanno presi in considerazione i soggetti che partecipano
all'operazione, ovvero l'impresa privata, lo Stato e l'istituto di credito. In un contesto di Partenariato
pubblico-privato, vi è lo Stato che affida all'impresa privata, dopo una gara d'appalto, la costruzione
di un determinato bene che dovrà essere messo al servizio della collettività, si pensi ad un ospedale.
Il partner privato, al momento della realizzazione, si rivolgerà ad un istituto di credito, per ottenere
un finanziamento. Ove l'istituto di credito accetti di finanziare l'opera si assumerà i rischi
dell'intervento, dato che se l'opera non viene costruita secondo i criteri precostituiti in sede di
stipula del contratto di partenariato, lo Stato potrebbe non corrispondere l'intera somma all'impresa
83
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
privata, e quest'ultima non sarebbe in grado di rimborsare interamente il prestito fatto dalla banca.
Pertanto la banca ha come strumento di tutela la cessione del credito. Con questo strumento il
normale iter di remunerazione dell'investimento viene modificato. Lo Stato non corrisponderà
direttamente al partner privato l'importo dovuto, ma direttamente alla banca, pertanto si potrà dire
che l'mpresa privata cederà la propria “créance” alla banca. Questo sistema è la migliore garanzia
per l'istituto di credito, più conveniente dell'ipoteca. In questo modo il rischio finanziario sarà
scongiurato, dato che la somma di denaro che il privato avrebbe dovuto corrispondere, sarà
corrisposta direttamente dallo Stato, e dato che quest'ultimo ha un grado di solvenza maggiore
rispetto a quello del partner privato, la banca ne beneficia riducendo in larga misura il rischio
finanziario.
In conclusione lo strumento della cessione del credito, nella prassi contrattuale francese
afferente al PPP e al project financing, è quello più utilizzato, per via delle maggiori garanzie di
solvenza che offre. Ma ciò è accentuato dal fatto che lo Stato francese ha un livello di buona solidità
finanziaria. Per contro lo stesso discorso non può essere fatto in riferimento allo Stato italiano, il
quale ha maturato nel corso degli anni innumerevoli debiti con le imprese private, e ciò renderebbe
per la banca che eroga in prestito, in una operazione di P.F., lo strumento della cessione del credito,
non particolarmente vantaggiosa per quanto riguarda la riduzione del rischio finanziario.
84
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
CONCLUSIONI
Questo elaborato ha natura comparatistica, pertanto, giungendo al termine della trattazione,
che ha analizzato l'istituto del partenariato pubblico-privato nel contesto comunitario in generale, ed
in maniera specifica gli ordinamenti italiano e francese, è fondamentale portare alla luce quelle che
sono le analogie e le differenze sostanziali. Quando parliamo di differenze, dobbiamo farlo con
cautela, dato che, come riportato all'inizio della lavoro, la Commissione europea ha svolto una
attenta attività normativa con l'obiettivo di uniformare il PPP negli stati membri. Tuttavia, gli
ordinamenti nazionali esaminati hanno recepito nel proprio codice degli appalti la direttiva
comunitaria. Nel far ciò il legislatore francese ha fissato dei limiti per il ricorso al PPP, cosa che il
legislatore italiano non ha fatto. Ciò si evince dall'analisi della norma italiana56
, che è
particolarmente sintetica: “ai fini del presente codice, i contratti di partenariato pubblico privato
sono contratti aventi per oggetto una o più prestazioni quali la progettazione, la costruzione, la
gestione o la manutenzione di un'opera pubblica o di pubblica utilità… con allocazione dei rischi ai
sensi delle prescrizioni e degli indirizzi comunitari vigenti”. La norma elenca poi quelle che sono le
possibili fattispecie contrattuali afferenti il PPP.
La norma francese che ha dato il vero impulso al PPP, invece, precisa che: “i contratti di
partenariato pubblico privato, sono contratti amministrativi, tramite i quali lo Stato, conferisce ad
un terzo una “Mission globale”, che comprenda il finanziamento di investimenti immateriali, opere
e servizi aventi come obiettivo l'erogazione del servizio pubblico. Ciò avviene mediante la
costruzione o trasformazione di opere, manutenzione e gestione, e altre prestazioni ausiliarie e
concorrenti all'attività da svolgere, in favore dell'amministrazione e dell'erogazione di un servizio
pubblico di cui il privato è incaricato”57
.
La prima riflessione consta nell'evidente impulso normativo comunitario; in entrambi i casi i
contratti di PPP vengono identificati come contratti tra lo Stato e un partner privato, aventi come
scopo la realizzazione di un'opera o di servizio in favore della collettività, mediante fasi di
progettazione, costruzione, gestione e manutenzione dell'opera o della gestione del servizio. Questa
analogia tra gli ordinamenti rappresenta la volontà di uniformazione del diritto tra gli stati membri.
Il punto sul quale ci si sofferma ora, è quello della presenza o meno dei limiti imposti dagli
ordinamenti nazionali per il ricorso al PPP. La norma italiana sopracitata è molto generica e non fa
56 D.lgs. 163/2006, art.3 c.15-ter
57 Ordonnance N°2004-559
85
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
alcuna precisazione riguardo a limitazioni o restrizioni per ricorrere al partenariato pubblico privato.
Generalmente vi si fa ricorso per motivi finanziari, ovvero, qualora le amministrazioni italiane non
abbiano sufficienti risorse economiche per sopperire ai bisogni della collettività, si affidano alla
collaborazione sia tecnica che finanziaria di imprenditori privati per soddisfarli. In Francia, invece,
abbiamo un approccio normativo differente. La norma francese originaria58
prevede il ricorso al
partenariato pubblico privato esclusivamente nei casi di complessità ed urgenza dell'opera o del
servizio in favore della collettività. La successiva legge59
, voluta dal presidente Sarkozy, consente il
ricorso al PPP in presenza di una ulteriore motivazione, ovvero il bilancio positivo
vantaggi/svantaggi di tale formula. Tale bilancio deve essere effettuato con riferimento a: a)
caratteristiche del progetto; b) esigenze di servizio pubblico; c) difficoltà riscontrate nella
realizzazione di interventi similari; d)
Le differenze quindi sono notevoli: l'ordinamento francese non consente alla P.A. di ricorrere
al PPP per motivi meramente finanziari, ma devono ricorrere determinati presupposti. La mia
personale riflessione su questa differenza risiede nella particolare posizione di supremazia ed
autorità dell'amministrazione pubblica francese, che mantiene sempre e comunque la funzione di
perseguimento degli obiettivi e la determinazione delle relative modalità, predisponendo i criteri e
le modalità per il ricorso alla collaborazione privata, ove non possa far fronte con i propri mezzi
all'erogazione del servizio pubblico. Questa centralità del ruolo dell'amministrazione francese nel
PPP persiste anche dopo l'introduzione della possibilità di progettazione parziale o completa
dell'opera a partire dal 200860
.
Per quanto riguarda l'istituto del project financing, è fondamentale porre in risalto il suo
frequente utilizzo in Italia, con particolare rilievo nelle grandi opere pubbliche. Questo strumento,
vista la sua complessità organizzativa ed attuativa, non viene quasi mai adoperato nella costruzione
di opere di piccola entità, lasciando il posto ad istituti più “snelli” come la concessione. Nella realtà,
come anche negli esempi manualistici, la finanza di progetto vede spesso la sua applicazione nella
costruzione di ospedali civili. L'impresa privata non si limita, però, alla sola costruzione del
complesso ospedaliero, ma si occupa anche della costruzione delle pertinenze, dalle quali può
ricavare l'utile derivante dalla gestione, che spesso si configura come remunerazione per la
costruzione dell'opera. Un'altra caratteristica è quella della possibilità della promozione da parte del
privato di un'opera pubblica o creazione di un servizio pubblico, sin dalla fase di progettazione.
58 Ordonnance N°2004-559
59 Loi N° 2008-735
60 Mediante la Loi N° 2008-735
86
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
La peculiarietà dell'ordinamento francese riguardo a le financement sur projet è quella della
cession de créances, c.d. cession Dailly. Nelle operazioni di PF si ricorre quasi sempre a questo
sistema, che funge da garanzia per l'istituto di credito, che si assicura il rimborso del prestito non
già dal partner privato, bensì da quello pubblico attraverso la cessione alla banca da parte
dell'impresa del credito vantato nei confronti della P.A.. La cessione del credito in Italia non ha lo
stesso rilievo ed utilizzo frequente. Nell'ordinamento francese il PF ha un vasto campo di impiego e
vi si ricorre molto spesso con la creazione di società di progetto, che, suddividendo i compiti e le
funzioni tra i soci, si occupano di realizzare l'opera.
87
“Partenariato Pubblico Privato e Project Financing nell'ordinamento italiano e francese”
Loris UCCIFERRI
BIBLIOGRAFIA
PER LA PARTE GENERALE
IL NUOVO DIRITTO DEGLI APPALTI PUBBLICI NELLA DUIRETTIVA 2004/18/CE E
NELLA LEGGE COMUNITARIA N.62/2005 – ROBERTO GAROFOLI E MARIA
ALESSANDRA SANDULLI – MILANO GIUFFRE' EDITORE 2005
PER LA PARTE ITALIANA
PARTENARIATO PUBBLICO PRIVATO E CONTRATTI ATIPICI – RUGGIERO DIPACE
– MILANO GIUFFRE' EDITORE 2006
LA COLLABORAZIONE PUBBLICO-PRIVATO E L'ORDINAMENTO
AMMINISTRATIVO – FRANCO MASTRAGOSTINO – GIAPPICHELLI EDITORE 2008
ORDINAMENTO COMUNITARIO, MERCATO E CONTRATTI DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE – FABRIZIO FRACCHIA – EDITORIALE SCIENTIFICA NAPOLI
IL PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO – GINEVRA CERRINA FERONI –
GIAPPICHELLI EDITORE TORINO
CODICE APPALTI D.LGS N.163/2006
LIBRO VERDE RELATIVO AI PARTENARIATI PUBBLICO PRIVATIED AL DIRITTO
COMUNITARIO DEGLI APPALTI PUBBLICI E DELLE CONCESSIONI – BRUXELLES
30.04.2004
PER LA PARTE FRANCESE
LES CONTRATS DE PARTENARIAT PUBLIC PRIVE' – ANNE BREVILLE – EDITIONS
DU SECTEUR PUBLIC
LE RèGIME JURIDIQUE DES MARCHE'S PUBLICS – DANIEL CHABANOL –
COLLECTION ANALYSE JURIDIQUE
REVUE GESTION E FINANCES PUBLIQUES – N° 1 JANVIER 2012
REVUE FRANCAISE DE FINANCES PUBLIQUES, N° 109 – FEVRIER 2010 - N° 122 –
AVRIL 2013.
REVUE AJDA SEPTEMBRE ET NOVEMBRE 2004 – NOVEMBRE 2010
FINANCEMENT DE PROJET ET PARTENARIATS PUBLIC-PRIVÉ, MICHEL LYONNET
DU MOUTIER – CLÈMENT FOURCHY, ED. 2012.