pensiero ebraieo medioevale - sergiocaruso.eu · la dottrina dell'anima viene anatizzat:s più...

5
Un libro da leggere sul pensiero ebraieo medioevale Nove saggi, relativamente indipendenti per concezione e per contenuto, compon- gono quesro volume(1) che Ermeneeildo Bertola, senarore della Repubblica e"stu- dioso, ha voluto dedicare a-d alcuni aspet- ri, filosofici o filologici, che nella sroria del pensiero ebraico èrano srati Enora me- no esplorati. ,Una qualche unità, ruttavia, r:asce dal di denmo, sia perché cinque sag- gi su nove si riferiscòno al médesiml problema - Ia ricostruzione e la valuta- zione,, nella diversità delle sue forme, di una dottrina ebraica dell,anima, quale e_ merge dall'esame delle Scritture é dl ,t_ cuni A.utori -, sia perché. sopra tutto, la toralirà dei saggi compresi nel volumt si riterisce al medesimo^periodo storico; quei sei secoli, dal IX al XIV. che co, stituiscono il cuore ed il colmo del Medio Evo come civiltà mediterranea relativa- mente unitaria o, quanto meno, profonda_ mente segnata da un fitto scambiò di espe_ rienze fra le sue componenti: quella araLa, quella cristiana e quella ebràica. L'interesse per la << dottrina dell,ani- ma >>, spiega il Bertola nel saggio che apre iI volume, << La Toruh e il p"àblema àel- l'anima )>, non presenta un iÀteresse esclu- sivamente teologico, ma anche, per Io studioso laico, uno specifico intereise in ordine alla storia della psicologia filoso- fica, oltreché un più genérale in"teresse di carattere filologico per chi volesse andare a distinquere. ne]la cultura ebrajca del Medio Evo, 1'eredità greca, aristotelico- ^ (f Ermenegildo Bnnror,e, Il pensiero ebraico. S-,t:d; , ricercbe, CEDAM,. paàova, 1972; pp. 365, s.p. 46 platonica e neoplatonica, dalle fondamer._ ta per così dire autonome. A tal fine I.r. si sofierma con cura ad esaminare i tern.,i_ ni biblici più significativi sorto quesro Dr - {tlo: ruach tspiriro). neshamab '(soffio . rale\, nefesb (anima) ed anche chaj (vit: basar (carne), 1ea (cuore). Ne vien [uo,. una sorta..di anrropologia scritturale, se . pure implicita, triadica-come quella sre. . ma sostanzialmente diversa da'quell;'. L, rre facolrà umane, difatti. - .ono...rr-, sentimento. volonrà - sembrano artic lare una divisione del lavoro int..iorà ì,, ve teoresi e senso morale, diversameni_i: da7 ruzionalismo etico d,ispirazione pù;,l. nica, occupano ruoli connèssi, certo', ntrl fondamentalmente autonomi. La dottrina dell'anima viene anaTizzat:s più avanti nelle concezioni di Sa,advah Gaon (che scrive in arabo nell,g9l) . àl Yehudah ben Shemuel ha-Levi ('10gt- 1140), il quale riformula il problema os,. cologico_nel più vasro probierr, .rrrt,* ristico del - suo rempo, - del rapporto fr:r scienza e fede. Con Sa'adrah Gaon, I'a. ci immette neI vivo di un periodo storico particolarmente interessante, il periodo di al-Farabi e di altri studiosi ed-eruditi d.llu .r'rltl'rru u.r. bo-giudaica nella prima fase della ,rn fio- ritura: quel momento che vede il primo vero incontro fra il mondo religioso mu. zulmano ed ebraico. da una "parte. e, dall'alLra, ii pensiero greco d,ispirtzione aristotelica e neo-platonlca. Nei due filoni deI penstero greco (spesso inestricabilmen- te congiunti peralmo) la riflessione arabo_ giudaica trova soluzioni alternative a1 pro- blema che le stava a cuore in quel'de- terminato momento, il problema dell,ori-

Upload: ngokiet

Post on 15-Feb-2019

214 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: pensiero ebraieo medioevale - sergiocaruso.eu · La dottrina dell'anima viene anaTizzat:s più avanti nelle concezioni di Sa,advah Gaon (che scrive in arabo nell,g9l) . àl Yehudah

Un libro da leggere

sul pensiero ebraieo medioevale

Nove saggi, relativamente indipendentiper concezione e per contenuto, compon-gono quesro volume(1) che ErmeneeildoBertola, senarore della Repubblica e"stu-dioso, ha voluto dedicare a-d alcuni aspet-ri, filosofici o filologici, che nella sroriadel pensiero ebraico èrano srati Enora me-no esplorati. ,Una qualche unità, ruttavia,r:asce dal di denmo, sia perché cinque sag-gi su nove si riferiscòno al médesimlproblema

- Ia ricostruzione e la valuta-

zione,, nella diversità delle sue forme, diuna dottrina ebraica dell,anima, quale e_merge dall'esame delle Scritture é dl ,t_cuni A.utori

-, sia perché. sopra tutto,la toralirà dei saggi compresi nel volumtsi riterisce al medesimo^periodo storico;quei sei secoli, dal IX al XIV. che co,stituiscono il cuore ed il colmo del MedioEvo come civiltà mediterranea relativa-mente unitaria o, quanto meno, profonda_mente segnata da un fitto scambiò di espe_rienze fra le sue componenti: quella araLa,quella cristiana e quella ebràica.

L'interesse per la << dottrina dell,ani-ma >>, spiega il Bertola nel saggio che apreiI volume, << La Toruh e il p"àblema àel-l'anima )>, non presenta un iÀteresse esclu-sivamente teologico, ma anche, per Iostudioso laico, uno specifico intereise inordine alla storia della psicologia filoso-fica, oltreché un più genérale in"teresse dicarattere filologico per chi volesse andarea distinquere. ne]la cultura ebrajca delMedio Evo, 1'eredità greca, aristotelico-

^ (f Ermenegildo Bnnror,e, Il pensiero ebraico.

S-,t:d; , ricercbe, CEDAM,. paàova, 1972; pp.365, s.p.

46

platonica e neoplatonica, dalle fondamer._ta per così dire autonome. A tal fine I.r.si sofierma con cura ad esaminare i tern.,i_ni biblici più significativi sorto quesro Dr -

{tlo: ruach tspiriro). neshamab '(soffio

.

rale\, nefesb (anima) ed anche chaj (vit:basar (carne), 1ea (cuore). Ne vien [uo,.una sorta..di anrropologia scritturale, se .

pure implicita, triadica-come quella sre. .ma sostanzialmente diversa da'quell;'. L,rre facolrà umane, difatti.

- .ono...rr-,sentimento. volonrà

- sembrano articlare una divisione del lavoro int..iorà ì,,ve teoresi e senso morale, diversameni_i:da7 ruzionalismo etico d,ispirazione pù;,l.nica, occupano ruoli connèssi, certo', ntrlfondamentalmente autonomi.

La dottrina dell'anima viene anaTizzat:spiù avanti nelle concezioni di Sa,advahGaon (che scrive in arabo nell,g9l) . àlYehudah ben Shemuel ha-Levi ('10gt-1140), il quale riformula il problema os,.cologico_nel più vasro probierr, .rrrt,*ristico del

- suo rempo,

- del rapporto fr:r

scienza e fede.Con Sa'adrah Gaon, I'a. ci immette neI

vivo di un periodo storico particolarmenteinteressante, il periodo di al-Farabi e dialtri studiosi ed-eruditi d.llu .r'rltl'rru u.r.bo-giudaica nella prima fase della ,rn fio-ritura: quel momento che vede il primovero incontro fra il mondo religioso mu.zulmano ed ebraico. da una

"parte. e,

dall'alLra, ii pensiero greco d,ispirtzionearistotelica e neo-platonlca. Nei due filonideI penstero greco (spesso inestricabilmen-te congiunti peralmo) la riflessione arabo_giudaica trova soluzioni alternative a1 pro-blema che le stava a cuore in quel'de-terminato momento, il problema dell,ori-

Page 2: pensiero ebraieo medioevale - sergiocaruso.eu · La dottrina dell'anima viene anaTizzat:s più avanti nelle concezioni di Sa,advah Gaon (che scrive in arabo nell,g9l) . àl Yehudah

..,;ie delle idee. D'altro canto, caratteri-srico di Sa'adyah Gaon, contro le sugge-sijoni materialistiche allora correnti, sem-bra al Bertola, nonostante alcuni elemen-tl jn contrario da lui soppesati, il rico-r',scimento della peculiare spiritualità del-Ì':,nima (quale che sia l'origine delle ideed:l €ssa recepite e coltivate).

Un interesse a sé, per la sua originalità,Lrxesenta la dottrina dell'anima e dell'in-relletto di Mosè Maimonide, al cui pen-siero il Bertola dedica un saggio sapien-ten'Iente analitico. La concezione maimo-nielea delle facoltà dell'anima risulta, in-ir:;i. notevolnrenre innovativa. per esscrenon triadica ma pentadica: alle tre facol-rà tradizionalmente considerate (con Ari-,stctele: vegetativa, sensitiva, razionale)\{aimonide ne aggiunge due (fantasticae :notiva). Non si può parlare ancora diun;r psicologia «laica )>, seppure filosofi-car.nente orientata, perché f intelletto fi-sula ancora come << parte » dell'anima;ma è anche vero che, in un passo diverso,I'faimonide, valendosi anche qui di cate-sorie aristoteliche, afferma f intelletto es-sere << forma » dell'anima, come questaè * forma » del corpo. Lucidamente I'a.mette in luce alcune conraddizioni nellaconsiderazione maimonidea delf intelletto;nor solo perché questo viene dal filosofoconsiderato ora come << parte » dell'ani-mà ora come sua << forma >>, ma ancheperché in esso si sovrappongono visibil-mente qualità razionali e finalità beati-fiche (l'intelletto come prefigurazione del-I'uomo angelizzato o << forma pura >>).

Conraddizioni che Maimonide cerca dimediare nel modo seguente: la più elevatafunzione dqll'anima è quella profetica,fr.rnzione utnana ma conseguenza di undomo diuino: compito delf intelletto è dipredispote l'anima all'accoglimento de1clono. In questo modo, però,

- così ci

seirbra -

nonostante la separazione diuna' facoltà fantastica e di una facoltàruotiva, inizialmente proposta dalla psico-logia maimonidea nei confronti delle tre

{acoltà tradizionali, ivi compresa queliarazionale, .etica e razionalità" finiscono,grecarnente, co1 coincidere di nuovo. Edè cosa singolare che tale riflusso conse-gua da un'esigenza teologica decisamenteautonoma. Del resto, la parubola che con-clude la maimonidea « Guida dei perples-si >> (More:h neuukhim), con 1a sua presen-tazione emblematica di sette categorie diuomini diversamente disposte verso laverità, dimostra un debito evidente versoil mito platonico della caverna. Maimo-nide, insomma, in una certa misura, sidiscosta da Aristotele per riaccostarsi aPlatone. Purtuttavia, la sua originalità ela sua importanza all'interno del pensie-ro ebraico rimangono grandissime.

Completa la serie dei saggi dedicati dalBartola alla problematica dell'anima nelledottine di vari autori l'analisi di un dia-logo pseudo-galenico, finora inedito, delquale 1'a., molto opportunamente, pub-biica in appendice il testo latino qualerisulta da un manoscritto della BibliotecaVaticana (con le varianti emerse dalla col-lazione col testo ebraico, del quale si con-serva il manoscritto alla Biblioteca Am-brosiana). Si tratta di un dialogo chepone problemi gravi, in primo luogo diordine filologico. L'unica cosa che possadirsene con sicurezza è che non è di Ga-leno. Pare che il testo originale non fossené in latino, né in ebraico, bensì in arabo.Non pet questo, comunque, si riduce dimolto l'area di attribuzione. Il problemase sia un testo arabo o giudaico rimaneaperto, giacché l'atabo, com'è noto, efanel Medio Evo 1a lingua dotta anchedegli ebrei. La permanenza di un problemadel genere di fronte a un testo di carat-tere teologico-filosofico, e dunque suscet-tibile di essere analizzato ftel 7nerito., co-stituisce la testimonianza ,più eloquente, anostro awiso, di quanto strette fosserole interrelazioni e di quanto larghe fos-sero le intersezioni fra le due culture,l'araba e la giudaica, nel periodo consi-derato.

47

Page 3: pensiero ebraieo medioevale - sergiocaruso.eu · La dottrina dell'anima viene anaTizzat:s più avanti nelle concezioni di Sa,advah Gaon (che scrive in arabo nell,g9l) . àl Yehudah

Egualmente bisogna ingtaziare l'a. diaver portato alla luce e introdotto nel dibattito un secondo manoscritto di quelgruppo d'inediti della Vaticana. Si trattaquesta volta della maduzione latina me-dievale di un testo già noto per altrevie, « GIi otto capitoli >> (ShemonehPeraqiru) di Mosè Maimonide: testo chel'anonimo traduttore del Medio Evo ciripropone come Rabbi Moyses De Animaet de oirtutibus eius. Anche di questa tra-duzione il Bertola ci mette a disposizione,in appendice, il testo riveduto.

I rimanenti saggi del volume riguarda-no ancora aspetti scritturali, teologici e(molto interessante) logici del pensieroebraico medievale.

Per quanto riguarda l'aspetto lato sensuscritturale, abbiamo uno studio sul SelerYesirah, nella storia del pensiero . Il SelerYesirab, o <<Libro della Lreazione t>. èun classico della mistica giudaica: il pri-mo trattato (ché di un vero e propriotrattato si pada) che esponga in formasistematica quel corpus di dottrine chesaranno posteriormente sviluppate dalmisticismo cabalistico. In particolare, visi espone una cosmogonia molto elabora-ta, che non ha niente da invidiare alla piùoota cosmogonia dei presocratici, pur sen-za avete, pilobabilmente, niente a che{are con essa, almeno direttamente. Sipone invece, anche secondo il Bertola, ilproblema di un rapporto abbastanza di-retto con 1o gnosticismo.

Per quanto riguarda 1'aspetto strictosensu, teologico, abbiamo uno studio cheapprofondisce questo versante del pen-siero di Yehudah ben Shemuel ha-Levi,della cui dottrina dell'anima abbiamo giàdato notizia, facendo menzione del saggioad essa dedicato da1 Bertola. In questasorta di continuazione ed approfondimen-to del saggio precedente, 1'a. si sofiermain modo particolare sulla trattazione cheha-Levi {a del tradizionale problema degliattributi di Dio. E'una trattazione erudi-ta, ma notevolmente cauta e fin quasi

48

diffidente, per quella preoccupazione ti-picamente ebraica di non varcare quel de-licato confine che divide il teologico dalblasfemo: la preoccupazione, cioè, di noncontaminare Ia natura divina con la plu-ralità, scivolando insensibilmente

-dal

pluralismo dei nomi al pluralismo dellesostanze. Ed è una preoccupazione, anco-ra una volta, che unisce (con modalitàspeculative spesso analoghe) tanto la cul-tura ebraica che quella musulmana. In-telessante, a questo riguardo, Ia messaa confronto, nel corso del saggio, dei di-versi termini che designano .. La Parola ,come qualità divina: da una parte, il grecoLogos, come qualità essenzialmefite ce-leste, dall'altra l'ebraico ba-dauar e l'arabo'amr'ilahi, come qualificazioni della divinità.

Il saggio che conclude il volume, infine,si occupa di Levi Gersonide {1288-1314)e della logica arabo-giudaica. Anche qui ilconfronto terminologico è interessante,anche perché dà luogo a un risultato di-verso. Infatti, spostandosi dal tereno teo-logico a quello filosofico, l'affinità colmondo greco è più stretta. Questa voltai termini adoperati per designare la 1o-gica, quello arabo (mantiq) e qtello ebrai-co (higgajon), conservano, nelle rispettivelingue, accanto alla denotazione episte-mica la connotazione sapienziale, così co-rae il termine greco (logos) che dà nomealla disciplina.

L'interesse maggiore, tuttavia, risiede,a nosro awiso, nella valutazione del con,tributo che Levi Gersonide e gli Autoridel tempo poterono dare allo svilupposcientifico, piùr che sapienziale, della logica. Ed è un contributo notevole. L'operadi Levi Gersonide, sotto questo profilo,era rimasta finora alquanto in ombra, giac-ché le sue osservazioni sono contenute inuna sorta di << supercommento » che, ne1-le edizioni umanistiche dell'Organon, siaggiungeva al classico commento di Aver-roè. E' accaduto, dunque, che il commen-to di Averroè, per la maggior fama del-

Page 4: pensiero ebraieo medioevale - sergiocaruso.eu · La dottrina dell'anima viene anaTizzat:s più avanti nelle concezioni di Sa,advah Gaon (che scrive in arabo nell,g9l) . àl Yehudah

l'Autore, monopolizzasse per lungo tem-po l'attenzione degli interpreti, a tutto di-scapito di Levi Gersonide. Eppure questi "

dimostra, osserva il Bertola, una notevoleindipendenza di giudizio rispetto sia adAristotele che ad Averroè, come pure ri-spetto ad Avicenna. Per Avicerma, intatti,la logica coincide con ura epistemologiaconcepita come serie di procedure internealla scienza. Per Gersonide, invece, la 1o-

gica (molto pirì modernamente) è un purostrumento, escluso dal novero delle scien-ze in senso stretto. Notevolmente rigoro-se, inoltre, sono, per esempio, le osser-vazioni di Gersonide intorno al concettodi << genere >>. Non basta, per definire il<i genere >>, afiermare che esso è il ptin-cipio della « specie »>. Bisogna precisare,egli dice, se s'intende, con Platone, ilprincipio quoad esse o, con Aristotele, ilprincipio quoad scientiant. Slamo, insom-ma, aTla disputa, degli universali e cisembra che Gersonide la imposti con unrigore critico e una chiarczza di riferi-menti veramente cristallini.

Per concludere, un volume utile e ric-co, questo del Bertola, del quale si racco-manda la lettura non solo a chi abbia

, interesse per la storia del pensiero ebrai-co, ma anche a chi si proponga di appro'fondire la storia del pensiero medievale ingenerale. Del pensiero medievale, infatti,abbiamo spesso, tranne pochi addetti ailavori, un'immagine abbastanza unilatera-

le, che non rende giustizia alla icchezzadelle interrelazioni fra cultura cristiana,cultura musulmana e cultura ebraica. Lariduzione della storia de1 pensiero me-

dievale alla storia de1la filosofia cristiana

tischia, del resto, di non farci più inten-dere nemmeno la stessa filosofia cristiana.Ma, sopratutto, ci sembra che lo speciale

motivo d'interesse di questo volume ri-sieda nell'aver riunito un certo numero disaggi sulle << dottrine dell'anima )> espressedal pensiero ebraico. Anche queste dot-trine, infatti, lungi dal riguardare i soliteologi, ci aiutano a capire le ascendenzeprofonde di una antropologia e di unacultura che hanno potentemente influen-zato la civiltà occidentale e hanno poten-temente contribuito alla formazione del-la cultura cofitemporanea. Non dovrebbeesserci dubbio, a nostro awiso, che, sen-za i1 distacco, operato dalla criltura ebrai-ca, delle funzioni fantastiche e volitivedell'essere umano da una soggezione aptio-ristica ed eccessivamente stringente allachiarczza della ragione, le moderne conce-

zioni degli inizi non-sogggettivi della sog-gettività ('r) (Marx, Nietzsche), le modetnepsicologie del profondo (Freud) e le piùrecenti fi1osofie dell'opacità (Foucault,Starobinski) non sarebbero rtemmeno con-cepibili. Non è per caso, dunque, che gliautori della rivoluzione epistemologicade1 nostro tempo (Marx e Frer-rd) fosseroebrei. Ed è paradossale dover constatareche anche il terzo grande del pensierocontemporaneo, Friedrich Nietzsche, perquanto afietto da pregiudizi antisemiti,non avrebbe potuto esprimere quel che

di più interessante ha espresso, se nonurr"ir. ogg.ttivamente messo a profittola lezione di quella cultura che soggetti-vamente credette di poter rifiutare.

Spnero Cenuso

(") L'espressione, così eficace, degli « il-rizi

non-soggettivi della soggettività » è stata ado'p"rata-da Pietro Prov,tlt nel suo P"incipi di ttna'filt-tsofia

della moralc. J\lorano, Napoli. 1q71.

4g

Page 5: pensiero ebraieo medioevale - sergiocaruso.eu · La dottrina dell'anima viene anaTizzat:s più avanti nelle concezioni di Sa,advah Gaon (che scrive in arabo nell,g9l) . àl Yehudah

til*il

HffiKIffiTTINffim HL L,,, dL hs1 I ffi {X i e H: ffi re e, i {"} fl} - {:j ffi s ffi

'T i & tr'* &,

t)I FIRHNZ,H

$oruMARl0

:

!J r rezior.ìr-- * i\mini rr istr'JiriiiÉ

Ù.r*qaiiil i:',;*iaì* ?;ll

§[1ùù FIEÉl\iZE

Dalie rivtgi':

[Joiiriar'ir:r