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85 PER UNA BIBLIOGRAFIA ALDINA I nuovi Annales della Stamperia degli Aldi ANTONELLO PRIVITERA Se la filologia potesse essere dilettosa, assolti alcuni giusti doveri di dati e apparati, si dovrebbero scrivere bibliografie come fossero romanzi: e credere ancora che il miglior intervento critico su una qualsivoglia opera sia un’opera nuova. Naturalmente non sempre è possibile riscaldare la freddezza epigrafica di una bibliografia: ma trattandosi di Aldo Manuzio, che è quasi un genere letterario, nell’intenzione di svecchiare gli Annales del Renouard mi sono pre- fisso, pur con i limiti che una bibliografia impone, di fare incontrare il tono colloquiale e quasi complice delle vecchie bibliografie con un’impostazione scientifica stricto sensu; nel tentativo di restituire al lettore non soltanto un catalogo delle edizioni aldine, ma anche un panorama dell’universo manuziano, delle minute vicende che precedono la nascita di ogni edizione e dell’intreccio di legami fit- tissimi che intercorrono tra manoscritti, libri e autori scelti da Aldo. Al di là delle ricerche svolte, lo sforzo maggiore è stato perciò pro- prio quello di tessere fili che permettano di leggere questi Nuovi Annales anche a chi si accosti con spirito virginale ai libri impressi da Aldo per essere condotto, con una specie di vertigine, attraverso la sua avventura umana e tipografica. Rispetto alle bibliografie classiche ho inoltre scelto di fornire, per ciascuna singola edizione, a specchio del testo, un’immagine fo- tografica a colori (generalmente il frontespizio o l’incipit) che possa dare al lettore un’idea tangibile dell’impressione aldina; tale imma- gine, è volutamente posta a corredo della trascrizione diplomatica, nella quale si è scelto perciò di sciogliere le abbreviature e i caratte- ri speciali in disuso ai nostri tempi, in modo da rendere intellegibile

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PER UNA BIBLIOGRAFIA ALDINA I nuovi Annales della Stamperia degli Aldi

ANTONELLO PRIVITERA

Se la filologia potesse essere dilettosa, assolti alcuni giusti doveri di dati e apparati, si dovrebbero scrivere bibliografie come fossero romanzi: e credere ancora che il miglior intervento critico su una qualsivoglia opera sia un’opera nuova. Naturalmente non sempre è possibile riscaldare la freddezza epigrafica di una bibliografia: ma trattandosi di Aldo Manuzio, che è quasi un genere letterario, nell’intenzione di svecchiare gli Annales del Renouard mi sono pre-fisso, pur con i limiti che una bibliografia impone, di fare incontrare il tono colloquiale e quasi complice delle vecchie bibliografie con un’impostazione scientifica stricto sensu; nel tentativo di restituire al lettore non soltanto un catalogo delle edizioni aldine, ma anche un panorama dell’universo manuziano, delle minute vicende che precedono la nascita di ogni edizione e dell’intreccio di legami fit-tissimi che intercorrono tra manoscritti, libri e autori scelti da Aldo. Al di là delle ricerche svolte, lo sforzo maggiore è stato perciò pro-prio quello di tessere fili che permettano di leggere questi Nuovi Annales anche a chi si accosti con spirito virginale ai libri impressi da Aldo per essere condotto, con una specie di vertigine, attraverso la sua avventura umana e tipografica.

Rispetto alle bibliografie classiche ho inoltre scelto di fornire, per ciascuna singola edizione, a specchio del testo, un’immagine fo-tografica a colori (generalmente il frontespizio o l’incipit) che possa dare al lettore un’idea tangibile dell’impressione aldina; tale imma-gine, è volutamente posta a corredo della trascrizione diplomatica, nella quale si è scelto perciò di sciogliere le abbreviature e i caratte-ri speciali in disuso ai nostri tempi, in modo da rendere intellegibile

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anche ai non specialisti il senso del latino o del greco. In questo modo, l’immagine grafica e la trascrizione, sebbene possano sem-brare tautologiche, in realtà si illustrano e si emendano a vicenda sciogliendo le ambiguità e le asprezze che permangono quando, in assenza di illustrazioni, si è costretti a trascrivere in maniera pedis-sequa senza potersi permettere piccoli interventi esplicativi sul les-sico, o normativi su ortografia e punteggiatura.

Ho preferito inserire le note a piè di pagina, invece di esiliarle in fondo al volume, per un uso antico e cortese della tipografia: ma anche per dichiarata consorteria verso quelli che leggono soltanto le note. Petrarca, facendosi rimproverare da Agostino, nel Secretum chiama se stesso aurisculpiator matronarum che potrebbe valere come «sussurratore nelle orecchie delle donne». Allo stesso modo, dovremmo pensare alle note in calce come a un sussurro, quelle au-risculpiationes che ci fanno sussultare di desiderio perché ci pro-mettono altri mondi da indagare, con stuporosa riconoscenza.

Infine, per quanto riguarda gli incunaboli aldini, ho aggiunto un census universale integrando i dati raccolti in questi anni con i re-pertori usuali, specialmente il GW e l’ISTC

1; per le edizioni cinque-centesche, mi sono limitato al censimento sul territorio italiano, per non appesantire questo primo volume già ponderoso, e ritenendo

1 Il Gesamtkatalog der Wiegendrucke è un catalogo descrittivo di tutti gli incunaboli esistenti nelle biblioteche del mondo. Per la cura della sua pub-blicazione si costituì, nel 1904 a Berlino, presso la Staatsbibliothek, una commissione diretta composta da K. Burger, H. Haebler, E. Crous, E. von Rath che lavorò alla sua compilazione fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. L’attività riprese nel 1972 e continua tuttora avvalendosi anche degli attuali strumenti informatici. L’Incunabula Short Title Catalo-gue è il database internazionale dei libri a stampa del XV° secolo creato dalla British Library.

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che questo lavoro di ricapitolazione possa essere svolto in futuro con maggior agio e destrezza una volta che le biblioteche avranno terminato la catalogazione digitale dei propri fondi antichi.

Ho anche cercato di introdurre un criterio di ‘circolazione’, pic-cola novità estravagante per una bibliografia moderna: ho tuttavia inteso, con questo azzardo, non soltanto offrire uno strumento ai collezionisti di volumi aldini, ma specialmente introdurre una sorta di congegno per quanto possibile oggettivo con il quale stabilire la frequenza sul mercato di edizioni antiche di cui si conoscano alcuni parametri. Infatti, sommando i dati riguardanti il censimento degli esemplari presenti nelle biblioteche di tutto il mondo e la loro fre-quenza sul mercato delle vendite all’incanto (sulle quali esistono database on-line e a stampa), si può avere infatti una stima ragione-vole della loro circolazione e quindi ricavare parametri per determi-nare la sussistenza globale. Certo, più complicato è sapere quanti esemplari circolino in mani private, oppure tra librai antiquari e col-lezionisti: ma è verosimile pensare, con un dato ricavato dall’espe-rienza, che possano corrispondere al quaranta per cento di quelli transitati nelle vendite pubbliche, considerando che circa metà degli acquisti di un libraio antiquario avviene in tali sedi.

Con questi dati a disposizione ho provato ad estrarre una sem-plice formula che, integrata da fattori correttivi, potrebbe congettu-ralmente funzionare: chiamando WL il numero di copie censite nel-le biblioteche pubbliche di tutto il mondo, e C il numero delle copie circolanti dato dalla somma di A, ovvero il numero di copie offerte in asta in un arco di tempo noto, e M, numero delle copie veicolate da librai sul mercato nello stesso periodo (come ipotizzato pari al 40% di A), si può avere un’idea ragionevole della sussistenza S, os-sia del numero presunto di copie superstiti.

S = WL+ (A + M) = WL+ C

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Per fare un esempio pratico, dell’arcinota Hypnerotomachia Po-liphili si conoscono 293 esemplari nelle biblioteche pubbliche di tutto il mondo ed è possibile contare, servendosi dei repertori di-sponibili, 45 esemplari offerti nelle maggiori aste internazionali dal 1837. Applicando la formula si ha:

S = WL+ C = = WL + (A + B) =

= WL + A + (0,6 xA) = = 293 + [45 + (0,6x 45)] = 293 + (45 + 27) = 365

Il numero probabile di copie superstiti del Polifilo è pari quindi a 365 esemplari, di cui 72 circolanti, ossia al di fuori dall’approdo ul-timo delle biblioteche pubbliche. Conoscendo la tiratura P di un’edizione, che nel caso del Polifilo è ritenuta essere quella stan-dard degli incunaboli (cinquecento copie), è possibile calcolare un coefficiente di sopravvivenza Sc nel modo seguente:

Questo coefficiente conferma quello che quasi tutti i bibliofili sanno già per esperienza, ovvero che il Polifilo è un libro comune, con un alto tasso di sopravvivenza e una discreta circolazione: e la sua conquista dipende quasi esclusivamente dall’essere disposti a pagarne il prezzo.

Basandosi su questo coefficiente, che potremmo ragionevolmen-te considerare affidabile perché ricavato su un incunabolo dalla tira-tura standard e di cui, per le sue qualità, si suppone aprioristicamen-te un alto tasso di sopravvivenza, potremmo anche conoscere con buona approssimazione l’ipotetica tiratura di un’opera non standard di cui si conoscano le presenze nelle biblioteche e sul mercato.

Volendo prendere come nuovo testimone un altro famoso incu-nabolo aldino, il De Aetna, scopriamo che è attualmente censito in

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40 biblioteche e che, dal 1928, ne sono apparse in asta soltanto 5 copie: l’esemplare acquistato da Quaritch nel 1948 alla vendita all’incanto di Sotheby’s della Biblioteca Landau e presentato nel catalogo librario del 1950; l’esemplare appartenuto a Lord Spencer, ceduto nell’asta Sotheby’s del 1988 dedicata ai doppioni della John Rylands Library e ora nella raccolta aldina di Kimball Brooker; un prezioso esemplare con correzioni autografe di tipografia, esitato da Christie’s Londra nel 1995; un bell’esemplare anonimo venduto da Christie’s Roma nel 1997; e, infine, l’esemplare personale di Carlo Alberto Chiesa, battuto a Ginevra da Pierre Bères nel 2004.

Il numero ipotetico HP di copie stampate del De Aetna potrà es-sere ricavato dalla sussistenza, ossia il numero di copie sopravvis-sute, diviso il coefficiente di sopravvivenza:

La tiratura del De Aetna, quindi, dovrebbe aggirarsi intorno ai 65 esemplari: un numero compatibile con il carattere privatissimo e fuori commercio di questa edizione, quasi certamente stampata da Manuzio a proprie spese come gratulatio nei confronti del giovane Pietro Bembo, che gli aveva portato da Messina la copia della Grammatica annotata dal Lascaris sulla quale Aldo condusse la propria edizione.

Naturalmente, questo strumento non pretende esattezza matema-tica: se infatti funziona per opere la cui trasmissione si presume in-tegrale al netto degli accidenti storici, non vale certamente per ope-re toccate dalla censura, come le edizioni erasmiane impresse dalla tipografia aldina, e nemmeno per i volumi di uso frequente o quoti-diano come le grammatiche; ma serve a creare un rapporto credibile tra sussistenza e tiratura e dare un ordine di grandezza plausibile a quest’ultima.

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Per presentare questa nuova bibliografia aldina ho scelto di of-frire ai lettori le schede di due testi emblematici (numeri 1 e 6 degli imminenti Annali): la Grammatica di Janus Lascaris, il primo libro impresso da Aldo Manuzio, e il già citato De Aetna. Le parti tecni-che sono riprodotte integralmente, mentre le parti narrative sono ri-portate in epitome.

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LASCARIS, KOSTANTINOS (1434-1501) Erotemata cum interpretatione latina. Venezia, Aldo Manuzio, 28 feb-

braio 1495. [con:] I. Compendium octo orationis partium (in greco, tradu-zione latina di Johannes Crastonus). II. Alphabetum graecum cum multi-plicibus litteris. III. Oratio dominica. IV. Ave Maria. V. Symbolum apo-stolorum. VI. Evangelium Johannis. VII. PYTHAGORAS: Aurea verba (in greco, con traduzione latina). VIII. PSEUDO-PHOCYLIDES: Moralia (in gre-co, con traduzione e prefazione latina di Aldo Manuzio. Con note in greco e in latino di Immanuel Moschopulus). Venezia, Aldo Manuzio, 8 marzo 1495.

4°, cc. [140], [24], [2 errata]. [frontespizio:] In hoc libro hæc Continentur. | Conſtantini Laſcaris Ero-

temata cu(m) interpretatione latina. | De l(ite)ris græcis ac diphto(n)gis et que(m)admodu(m) ad nos uenia(n)t. | Abbreuiationes quibus frequentiſſi-me græci utuntur. | Oratio Dominica & duplex ſalutatio Beatæ Virginis. | Symbolum Apoſtolorum. | Euangelium Diui Ioannis Euangeliſtæ. | Carmi-na Aurea Pythagoræ. | Phocilidis uiri ſapientiſſimi moralia. Omnia ſupraſ-cripta | habent e regione interpretatione latina de uerbo ad uerbu(m).

[primus colophon, s4v:] Finis Compendii octo orationis partium & a-

liorum quo- | rundam neceſſariorum Conſtantini Laſcaris Byzantii uiri | doctissimi optimiq(ue);. Impreſſum est Venetiis ſu(m)o studio: | litteris ac impenſis Aldi Manucii Romani · Anno ab in | Carnatione Domini noſtri IESV Christi.m.cccc.lxxxxiiii | Vltimo Februarii. & DEO gratias.

[secundus colophon, C8v:] VALETE. VENETIIS. M. | CCCC.LXXXXV . | OC-

TAVO | MARTII . | [due righe bianche] Sunt omnes quaterni uſque as s duer-num | Tres item reliqui quaterni.

LINGUA: greco e latino CARATTERE: 108 R (fino a 125 mm, il tondo Lascaris); 125 Gr LINEE: 24-26 REGISTRO: a-i8, K8, l-r8, s4, A-C8, [D²]

FILIGRANE: I. «Testa di Toro», Piccard XI, 149 (Briquet, 14522) MARCA TIPOGRAFICA: — FONTE: il manoscritto noto come Cod. Vat. Gr. 1401 (datato 25 XI 1494), con le correzioni autografe del Lascaris. DECORAZIONI: due fasce xilografiche in testata e due capilettera (a2v- a3r).

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CURATORE E TRADUTTORE DAL GRECO: Aldo Manuzio (basandosi sulla traduzione del Crastoni) DEDICA: I. (a1v-a2r): Aldus Manutius Romanus studiosis S.D.; II. (A1r): ALDVS Manucius Romanus Studiosis. S.P.D. TIRATURA: non standard (forse 150 esemplari) VARIANTI : Variante A, prima tiratura (Hain) alla c. 5a ultima riga: te-nuis. A– Var. B: tenuis. Var. A: B5a ultima riga: Et ſerua hæc facere quæ odium prohibent. Var. B: B5a ultima riga: Et caue hæc facere quæ odium tenent. ESEMPLARI SPECIALI: non conosciuti PREZZO DI VENDITA: 4 marcelli d’argento (dal primo catalogo aldino 1498), ossia un terzo di ducato. Nel 1503, Aldo aumenta il prezzo a mezzo ducato (sei marcelli). CENSUS: 93 CIRCOLAZIONE: 7 BIBLIOGRAFIA: Renouard, 1.1: «Premier ouvrage imprimé par Alde,

avec date, et, peut-être aussi, le premier par lui publié […] une des plus ra-res éditions de cet habile imprimeur». Ferrari, 2; Finazzi, 3; AME, n. I (A-B-C); AMT, 1; AMV, 2 (Aldine, 375); Legrand, I, p. 26 n. 12; HC 9924*; IGI, 5693; Goff, L-68. BMC, V-552. Rhodes (Oxford Colleges), 1079; Bod-inc, L-041; GW, M17107; BSB-Ink C-530. CIBN, L-50; IBP, 3372; Voullième (B) 4481; Delisle, 1067. Proctor, 92-102 (XIV). Walsh 2627, 2628; Madsen, 4403; Oates, 2161; Sander, 3870; Sajó-Soltész, 2036; Schmitt, I 4481; Sheppard 4607, 4608; Pellechet, Ms 7046 (7000); Coll (U) 939; Proctor, 5546; ISTC, il00068000. NICOLAS BARKER, Aldus Manutius and the Development of Greek Script & Type in the Fifteenth Century, 1985, p. 52, n. 9.

Prima edizione aldina del primo libro impresso da Aldo Manuzio, la

grammatica greca di Kostantinos Lascaris: il testo si rivolge ai neofiti della lingua greca ed è volutamente divulgativo, tanto da avere la versione latina a fronte. Le brevi opere che seguono la grammatica, sono da considerarsi esercizi propedeutici all’apprendimento del greco. Nella prefazione, Aldo si giustifica di questa scelta didattica promettendo di pubblicare volumi greci di ben altro rilievo: è il primo annuncio del suo piano editoriale. In verità, questa opera prima di Aldo non è una princeps e nemmeno una prima traduzione latina dell’operetta del Lascaris: la versione del Crastoni

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era già stata pubblicata a Milano nel 1480. Sono invece in editio princeps i frammenti di Phocylides e quelli dello pseudo-Pythagoras.

Quasi certamente il primo libro stampato da Aldo Manuzio: in passato, la primogenitura veniva talvolta accordata al Musaeus, che in questa bi-bliografia viene indicato come secondo, accogliendo sia le ragioni di Re-nouard sia l’intuizione di Nicholas Barker che per la datazione suggerisce di rifarsi alle filigrane2. L’edizione presenta due differenti colophon: il primo, posto alla fine della grammatica del Lascaris, è datato 28 febbraio 1494 (more veneto, quindi 1495); il secondo, che si riferisce alle restanti operette reca la data 8 marzo 1495. Renouard spiega la priorità del Lasca-ris con ragioni tipografiche, osservando come il carattere romano (108 R) impiegato nella stampa sia piuttosto sperimentale, utilizzato soltanto per questa edizione e mai più ripreso, salvo che per poche righe, in altre pub-blicazioni3. Al contrario, il carattere latino 114 R del Musaeus è molto ele-gante e sembra aver sostituito il tondo Lascaris in corso d’opera: io sono convinto che la composizione di questi due testi (come del resto quella di altri) sia stata svolta da Aldo in parallelo, almeno per quanto riguarda la parte greca; mentre credo che la parte latina sia decisamente posteriore4.

La qualità più importante di questa edizione aldina è stata per molto tempo riposta nella sua genesi; il manoscritto, portato a Venezia da Messi-na da Pietro Bembo e Angelo Gabriele, fu rivisto e corretto personalmente dal Lascaris, come dichiara Aldo nella prefazione: «Ecco frattanto a voi, amanti della buona letteratura, la grammatica elementare di Costantino La-

2 MARTIN SICHERL, Die Musaios –Ausgabe des Aldus Manutius und ihre lateinische Übersetzung, in «Italia Medioevale e Umanistica», 19 (1976), pp. 257-276.3 ANTOINE-AUGUSTIN RENOUARD, Annales de l’Imprimerie des Aldes, Pa-ris, Renouard, 1834, pp. 1-2: «Je crois que certainement le Lascaris a été commencé le premier; son caractère latin, un peu bizarre, décèle un pre-mier essai, et n’à plus reparu depuis, excepté dans le peu de lignes de la souscription du Theodore Gaza, de 1495, au dernier feuillet du premier vo-lume d’Aristote, 1495, et enfin d’une fonte neuve, dans un seul volume in 4°, de 1542».4 Aldo stava lavorando al Museo già alla fine del 1495: le correzioni auto-grafe sul manoscritto greco utilizzato per condurre la sua edizione (Cod. Vat. Ott. Gr. 166) sono datate 4 settembre 1495.

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scaris, in forma più corretta di quelle che si vedono circolare stampate. Costantino stesso, infatti, l’ha migliorata in circa 150 passi, come risulterà facilmente da un confronto […]. Il libro con le suddette correzioni […] ci è stato messo a disposizione da Pietro Bembo ed Angelo Gabriele, patrizi veneti, giovani di gran nobiltà e di insigne talento, che da poco hanno ap-preso le lettere greche nell’isola di Sicilia da quel medesimo Lascaris».

Il manoscritto rimase di proprietà di Pietro Bembo: alla sua morte, il figlio Torquato vendette gran parte della biblioteca del padre a Fulvio Or-sini e tra i numerosi volumi a stampa e codici, c’era anche questo mano-scritto, poi passato alla Biblioteca Vaticana (Ms. 1401 Gr.). Sebbene, nella sua prefazione, Manuzio dichiari di aver sostenuto un gran lavoro filologi-co, emendando centum et quinquaginta passi, da un confronto diretto con l’edizione crastoniana stampata da Bono Accursio del 1480, ci si accorge come invece Aldo abbia seguito pedissequamente il testo di quella edizio-ne, limitandosi ad esplicare qualche parola greca con l’inserimento del suo corrispondente latino. Anche la sua traduzione, è in realtà un rimaneggia-mento di quella del Crastoni.

[…]

CENSUS

ITALIA (31): Aosta Sem; Bologna U (privo delle cc. 165-166); Cagliari U (scompleto); Como, Collezione Gallio; Ferrara C; Firenze, Laurenziana; Firenze N (2); Genova Durazzo *BP (scompleto); Mantova C; Matera P; Milano, Ambrosiana; Milano, Museo Poldi Pezzoli (Inv. 3875); Milano N (scompleto); Milano, Trivulziana; Modena, Estense; Napoli N (2, entrambi scompleti); Padova, Seminario; Padova U (privo delle cc. 165-166); Peru-gia C; Ravenna C; Roma, Casanatense; Roma Corsiniana (56.A.32, privo delle cc. 1-2); Torino N (scompleto); Venezia N (2, 1 in legatura coeva al-la greca, Aldine 113; 1 scompleto); Verona, Accademia Aldina; Vaticano, BAV (3).

USA (18): Austin TX, University of Texas at Austin, Harry Ransom Humanities Research Center (2); Bryn Mawr PA, Bryn Mawr College, Goodhart Medieval Library; Cambridge MA, Harvard College Library, Houghton Library (2); Chicago IL, The Newberry Library; Claremont CA, Claremont Colleges, Honnold Library (Bodman Coll.) (-); Gainesville FL, Univ. of Florida Libraries (-); Los Angeles CA, Univ. of California at Los

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Angeles; Middletown CT, Wesleyan Univ. Library; New Haven CT, Yale Univ., Beinecke Library; New York NY, Pierpont Morgan Library; New York NY, T. Kimball Brooker; Princeton NJ, Princeton Univ., Firestone Library; Princeton NJ, Scheide Library, Princeton Univ.; San Juan PR, La Casa del Libro; San Marino CA, The Huntington Library; Urbana IL, Univ. of Illinois at Urbana-Champaign Library (scompleto).

GRAN BRETAGNA (16): London, British Library (3 esemplari: C.2.a.1=IA.24384, G.7586=IA.24383, IA.24382); Cambridge UL; Cam-bridge, Corpus Christi College; Cambridge, Fitzwilliam Museum; Cam-bridge, St John’s College; Cambridge, Trinity College; Eton College; Glasgow UL (Hunterian); Manchester JRL 3177 (Christie 33g8); Oxford Bodley (2); Oxford, Exeter College; Oxford, Magdalen College; Stony-hurst College.

GERMANIA (13): Berlin SB (2); Bonn ULB; Erfurt StuRB; Heidelberg UB; Jena ULB; Memmingen StB; München BSB (3, 1 scompleto); Nürn-berg StB; Stuttgart WLB; Zwickau RatsSchB.

FRANCIA (3): Chantilly Mcond; Paris BN (2, 1 scompleto) UNGHERIA (3): Budapest Bibl nat (frammento); Budapest Univ; De-

brecen Coll ref (var.) AUSTRIA (2): Göttweig, Benediktiner (Ink 724); Wien, ÖNB (Ink

11.H.23)GRECIA (2): Athens Gennad; Athens, Maria Koutarelli-LoverdouSVIZZERA (2): Basel UB (2)DANIMARCA (1): Copenhagen RLREPUBBLICA CECA (1): Prague NL (Roudnice)SVEZIA (1): Uppsala UB

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BEMBO, PIETRO (1470-1547)

De Aetna dialogus. Venezia, Aldo Manuzio, febbraio 1496. 4°, cc. [30].

[senza frontespizio, incipit:] PETRI BEMBI DE AETNA AD | AN-GELVM CHABRIELEM | LIBER.

[colophon, D6v:] IMPRESSVM VENETIIS IN | AEDIBVS ALDI RO | MANI MENSE FEBRVARIO AN | NO .M. | .VD·

LINGUA: latino CARATTERE: 114 R LINEE: 22 linee REGISTRO: A-C8, D6 FILIGRANA : Piatti di Bilancia: Piccard, VI.276 MARCA TIPOGRAFICA: — FONTE: manoscritto dell’autore, non pervenuto DECORAZIONI: letterine di attesa per miniature ILLUSTRAZIONI: — CURATORE: Giovanni Aurelio Augurelli?5 DEDICA: Pietro Bembo ad Angelo Gabrielli TIRATURA: limitata (forse 65 esemplari) VARIANTI : due tirature, B2, con l’errore qnia corretto in quia ESEMPLARI SPECIALI: non conosciuti PREZZO DI VENDITA: edizione privata fuori commercio, non presente nel catalogo del 1503 CENSUS: 40 CIRCOLAZIONE: 5

BIBLIOGRAFIA: Renouard, 7.4: «Livre extrêmement rare, et d’une grande beauté». S. Morrison: «the first modern book». Ferrari, 7; AMT, 6; AMV, 9-10 (aldine 335.1 e 380); Dibdin, Bibliotheca Spenceriana, III, p. 186. HC *2765; IGI, 1448; Goff, B-304; BMC, V-554; Bod-inc B-143; GW, 3810; BSB-Ink B-269; Klebs, 169.1; Pellechet 2033; CIBN B-207;

5 Non è certo che l’Augurelli sia stato il curatore di questa edizione: tale supposizione, fatta da Renouard e sostenuta anche da Hans Mardersteig nell’introduzione al suo De Aetna (1963), si basa su sei versi, non troppo espliciti in verità, indirizzati da Girolamo Bologni ad Augurelli, che gli aveva mandato in dono un esemplare di questa edizione aldina.

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Delisle 236; Polain (B) 554; Voull (B) 4485; Schmitt I 4485; Walsh 2634; Sheppard 4616; Proctor, 5550; ISTC, ib00304000.

CURT F. BÜHLER, Manuscript corrections in the aldine edition of Bembo’s «De Aetna», in «Early books and manuscripts. Fourty years of research», New York, 1973, pp. 170-175. LAURA NUVOLONI, Bembo ri-trovato: varianti e correzioni d’autore nel «De Aetna» aldino della University Library di Cambridge, in «L’Ellisse», 6-2011, pp. 205-210.

Prima e unica edizione aldina del resoconto dell’ascensione al vulcano Etna da parte di Pietro Bembo e Angelo Gabrielli.

Forse il più raffinato per novità e bellezza, questo primo incunabolo impresso interamente in latino non poteva essere più felicemente riuscito: per la sua stampa, Aldo mise a punto un nuovo tipo romano di ineguagliata eleganza, poi nominato familiarmente ‘Bembo’ da generazioni di stampa-tori e divenuto l’archetipo di tutti i successivi caratteri che portano questo nome.

Come per la Grammatica del Lascaris il carattere fu inciso da France-sco Griffo, probabilmente modellato sull’esempio calligrafico di un mano-scritto della biblioteca di Bernardo Bembo, forse opera di Bartolomeo Sanvito6.

L’edizione fu quasi certamente donata a Pietro Bembo da Aldo Manu-zio per ringraziarlo del manoscritto della Grammatica del Lascaris che servì a imprimere l’edizione aldina: infatti, Pietro era stato mandato dal padre Bernardo in Sicilia per scampare la delicata situazione politica vene-ziana ma anche per imparare il greco da Lascaris.

Nel maggio del 1493, i due venticinquenni Pietro e Angelo partono a cavallo da Messina: quando la vedono, da lontano, rimangono impressio-nati per la sua unicità e imponenza.

[…]

CENSUS

GRAN BRETAGNA (11): London, British Library (5 esemplari: C.5.a.30=IA.24412, G.9289= IA.24413, IA.24410, IA.24411, IA.24410 privo di D1); Cambridge UL (ULC 2167.5, non in Oates > acquistato nel 1974); Cambridge, Trinity College; Chatsworth; Edinburgh NLS (Inc. 192: Beattie (1), p.178); Manchester JRL (Christie 33a32); Oxford Bodley

6 Si tratta delle Silvae di Stazio, attualmente conservato presso la Bibliote-ca Apostolica Vaticana, cod. Vat. Lat. 3283.

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PER UNA BIBLIOGRAFIA ALDINA

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ITALIA (10): Firenze, Laurenziana; Firenze N; Milano, Ambrosiana; Milano N; Modena Estense; Parma Palatina; Roma U; Venezia BNM (2); Venezia, Fondazione Cini.

USA (8): Austin TX, Univ. of Texas at Austin, Harry Ransom Hu-manities Research Center; Cambridge MA, Harvard College Library, Houghton Library; Chicago IL, The Newberry Library; Los Angeles CA, Univ. of California at Los Angeles; New Haven CT, Yale Univ., Beinecke Library; New York, Pierpont Morgan Library; New York, Kimball Brooker (collezione privata: l’esemplare Spencer, ex doppio JRL); San Marino CA, The Huntington Library

FRANCIA (3): Chantilly MCond; Paris BN (2) GERMANIA (3): Berlino SB; München BSB (scompleto); Stuttgart

WLB AUSTRIA (2): Salzburg, Franziskaner; Wien, ÖNB (Ink 11.H.84) BELGIO (1): Antwerpen, MPM PORTOGALLO (1): Viseu CMVIS SVEZIA (1): Stockholm RL

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Per comodità, ma anche per scelta tassonomica, ho voluto divi-dere i Nuovi Annales in tre volumi: il primo, che viene stampato in questo quinto centenario della morte di Aldo, è dedicato al periodo 1489-1515, ovvero l’arco di tempo che copre la gestazione e l’intera produzione di Aldo Manuzio il Vecchio. Il secondo volume, che raccoglie l’opera degli eredi di Aldo e di Paolo Manuzio (1515-1573) vedrà la luce nel 2016; e l’anno successivo vedrà l’edizione dell’ultima parte, che riguarda i titoli impressi da Aldo il Giovane nell’ultimo ventennio della storia della tipografia aldina (1573-1597).

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