perché il calendario - direzione didattica · pdf fileun luogo dove tutti, bambini e...
TRANSCRIPT
Perché il calendario
“STORIA … FACENDO”
(Dedicato ai miei alunni)L’idea di “costruire” un calendario è nata quasi per caso una mattina di fine ottobre, durante il
regolare svolgimento delle attività proposte per il percorso formativo curricolare di “Storia”, quando
una delle mie alunne mi disse: - Maestra ma questa settimana non finisce! Io le chiesi se fosse sicura
che la settimana non finisse e dopo alcune incertezze, la lettura e il conteggio dei giorni sul calendario
esposto in classe, venne fuori che il mese finiva, ma la settimana sarebbe continuata nel mese di
novembre, di dicembre e … ancora nei mesi del nuovo anno. Questo “dibattito”, che coinvolse l’intera
classe, ha rappresentato per me lo spunto per offrire ai miei bambini un’opportunità più efficace
perché si rendessero conto del fluire del tempo e capaci di orientarsi in esso, guidandoli nella stesura
del Calendario 2016. Esso rappresenta la sintesi, dall’alta valenza educativo-didattica considerata
anche la sua peculiarità interdisciplinare (favorendo agganci con Italiano, Matematica, Arte e
Immagine), di quanto si svolge quotidianamente in classe (la data alla lavagna e sui quaderni con il
riferimento anche al giorno della settimana, alla stagione e alla situazione meteorologica; la ruota dei
mesi e delle stagioni; il libro dei compleanni …). Inoltre, gli approcci didattici utilizzati hanno
consentito ai bambini di costruire conoscenze insieme con altri e di provarne soddisfazione,
esperienza questa essenziale nella formazione e nella crescita del «futuro cittadino attivo e
consapevole». Tale impostazione permette a chi è emotivamente più “fragile e indifeso” di acquisire
fiducia nelle proprie capacità e di sviluppare le potenzialità latenti, mentre consente ai bambini più
“sicuri e intraprendenti” di misurare i limiti dei loro risultati seppur brillanti, di contenere l’ansia da
prestazione, di maturare senso di responsabilità, assumendo il ruolo di tutor di altri compagni. Gli
alunni sono, così, stati sollecitati a individuare e sviluppare le abilità sociali necessarie per
relazionarsi nel gruppo in modo efficace. Il gruppo classe al lavoro, però, ha bisogno di “vivere” una
condizione che gli consenta di elaborare e produrre conoscenza: ha bisogno di accoglienza, di regole,
di turni, di consapevolezza dei percorsi, di verifiche e di autovalutazione; ha bisogno di tempi per
riflettere sui percorsi che sta compiendo sia a livello collettivo sia individuale. La classe laboratorio,
quindi, è il luogo ideale dove costruire la capacità e il piacere di imparare, dove si può discutere,
osservare, pensare, fare e disfare, costruire modelli, leggere, scrivere, contare, formulare ipotesi,
applaudire, recitare, commuoversi, cantare …
Perché il calendario
“STORIA … FACENDO”
(Dedicato ai miei alunni)L’idea di “costruire” un calendario è nata quasi per caso una mattina di fine ottobre, durante il
regolare svolgimento delle attività proposte per il percorso formativo curricolare di “Storia”, quando
una delle mie alunne mi disse: - Maestra ma questa settimana non finisce! Io le chiesi se fosse sicura
che la settimana non finisse e dopo alcune incertezze, la lettura e il conteggio dei giorni sul calendario
esposto in classe, venne fuori che il mese finiva, ma la settimana sarebbe continuata nel mese di
novembre, di dicembre e … ancora nei mesi del nuovo anno. Questo “dibattito”, che coinvolse l’intera
classe, ha rappresentato per me lo spunto per offrire ai miei bambini un’opportunità più efficace
perché si rendessero conto del fluire del tempo e capaci di orientarsi in esso, guidandoli nella stesura
del Calendario 2016. Esso rappresenta la sintesi, dall’alta valenza educativo-didattica considerata
anche la sua peculiarità interdisciplinare (favorendo agganci con Italiano, Matematica, Arte e
Immagine), di quanto si svolge quotidianamente in classe (la data alla lavagna e sui quaderni con il
riferimento anche al giorno della settimana, alla stagione e alla situazione meteorologica; la ruota dei
mesi e delle stagioni; il libro dei compleanni …). Inoltre, gli approcci didattici utilizzati hanno
consentito ai bambini di costruire conoscenze insieme con altri e di provarne soddisfazione,
esperienza questa essenziale nella formazione e nella crescita del «futuro cittadino attivo e
consapevole». Tale impostazione permette a chi è emotivamente più “fragile e indifeso” di acquisire
fiducia nelle proprie capacità e di sviluppare le potenzialità latenti, mentre consente ai bambini più
“sicuri e intraprendenti” di misurare i limiti dei loro risultati seppur brillanti, di contenere l’ansia da
prestazione, di maturare senso di responsabilità, assumendo il ruolo di tutor di altri compagni. Gli
alunni sono, così, stati sollecitati a individuare e sviluppare le abilità sociali necessarie per
relazionarsi nel gruppo in modo efficace. Il gruppo classe al lavoro, però, ha bisogno di “vivere” una
condizione che gli consenta di elaborare e produrre conoscenza: ha bisogno di accoglienza, di regole,
di turni, di consapevolezza dei percorsi, di verifiche e di autovalutazione; ha bisogno di tempi per
riflettere sui percorsi che sta compiendo sia a livello collettivo sia individuale. La classe laboratorio,
quindi, è il luogo ideale dove costruire la capacità e il piacere di imparare, dove si può discutere,
osservare, pensare, fare e disfare, costruire modelli, leggere, scrivere, contare, formulare ipotesi,
applaudire, recitare, commuoversi, cantare …
Un luogo dove tutti, bambini e adulti, si mettono in gioco. Organizzato con i cartelloni, i calendari per
prevedere e per ricordare con gli almanacchi delle festività, degli eventi e delle date da “non
dimenticare”, le ruote e le linee del tempo, dove ci sono cartine, libri, dizionari, Internet, LIM, per cercare
se non si sa … Un luogo nel quale, se l’insegnante vede lo sguardo smarrito di un bambino che non ha
capito, può offrirgli appigli per la comprensione diversificando il più possibile gli strumenti a
disposizione. Un luogo dove si può costruire e conservare la memoria, comporre cioè le tracce di
esperienze/conoscenze/ricordi in modo che possano essere richiamati per costruire nuove conoscenze,
per intrecciare concetti. Un luogo dove la metodologia di lavoro che si propone trovi spazi e strumenti
adatti a sollecitare la partecipazione attiva, motivata dei bambini, con il preciso intento di trasformare
l’esperienza scolastica in una palestra per la formazione di cittadini consapevoli, critici, competenti,
responsabili e orgogliosi di esserlo.
“Non sembra, ma dietro la realizzazione di un semplice calendario e di una qualsiasi strategia didattica
laboratoriale si cela tutto ciò!.. Che magia, maestra!... Direbbero i miei alunni!”.
Come magica è l’atmosfera del Natale e colgo l’occasione per porgere a tutti voi e alle vostre famiglie i
miei più sinceri auguri di buon Natale e buon anno con l’auspicio che porti tanta serenità e prosperità!
La maestra Mena “a righi”
N.B.: Consiglio vivamente alle mie amatissime “piccole pesti”, di essere buone e di non fare capricci per
non correre il rischio che Babbo Natale o la Befana vi riservino qualche sorpresa poco gradita tipo…
cenere e carbone! Baci, baci!
Un luogo dove tutti, bambini e adulti, si mettono in gioco. Organizzato con i cartelloni, i calendari per
prevedere e per ricordare con gli almanacchi delle festività, degli eventi e delle date da “non
dimenticare”, le ruote e le linee del tempo, dove ci sono cartine, libri, dizionari, Internet, LIM, per cercare
se non si sa … Un luogo nel quale, se l’insegnante vede lo sguardo smarrito di un bambino che non ha
capito, può offrirgli appigli per la comprensione diversificando il più possibile gli strumenti a
disposizione. Un luogo dove si può costruire e conservare la memoria, comporre cioè le tracce di
esperienze/conoscenze/ricordi in modo che possano essere richiamati per costruire nuove conoscenze,
per intrecciare concetti. Un luogo dove la metodologia di lavoro che si propone trovi spazi e strumenti
adatti a sollecitare la partecipazione attiva, motivata dei bambini, con il preciso intento di trasformare
l’esperienza scolastica in una palestra per la formazione di cittadini consapevoli, critici, competenti,
responsabili e orgogliosi di esserlo.
“Non sembra, ma dietro la realizzazione di un semplice calendario e di una qualsiasi strategia didattica
laboratoriale si cela tutto ciò!.. Che magia, maestra!... Direbbero i miei alunni!”.
Come magica è l’atmosfera del Natale e colgo l’occasione per porgere a tutti voi e alle vostre famiglie i
miei più sinceri auguri di buon Natale e buon anno con l’auspicio che porti tanta serenità e prosperità!
La maestra Mena “a righi”
N.B.: Consiglio vivamente alle mie amatissime “piccole pesti”, di essere buone e di non fare capricci per
non correre il rischio che Babbo Natale o la Befana vi riservino qualche sorpresa poco gradita tipo…
cenere e carbone! Baci, baci!
Gli alunni
Braca Stefano
Buccellato Giorgia
Dell’Aquila Claudio
Iacono Alisia
Liguori Jasmin
Montuori Roberta
Patella Emanuele
Sorbi Federica
Venetucci Christian
Volodina Viktoriia
L’ insegnante
Filomena Saracino
Gli alunni
Braca Stefano
Buccellato Giorgia
Dell’Aquila Claudio
Iacono Alisia
Liguori Jasmin
Montuori Roberta
Patella Emanuele
Sorbi Federica
Venetucci Christian
Volodina Viktoriia
L’ insegnante
Filomena Saracino