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autunno Periodico di informazione, attualità, cultura settembre - ottobre - novembre 2017 - n. 34 - copia omaggio Periodico di informazione, attualità, cultura settembre - ottobre - novembre 2017 - n. 34 - copia omaggio dal 1962 il giornale della nostra tea MASCALZONE LATINO E VINCENZO ONORATO CAMPIONI DEL MONDO Anno 56- n. 34 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB Livorno

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autunno

Periodico di informazione, attualità, culturasettembre - ottobre - novembre 2017 - n. 34 - copia omaggio

Periodico di informazione, attualità, culturasettembre - ottobre - novembre 2017 - n. 34 - copia omaggio

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9 Editoriale: Aferpi, non si muove foglia di Ivio Barlettani12 Aferpi tempi stretti per Rebrab di Tony Montero14 Mascalzone Latino Campione del mondo di Emilio Guardavilla17 La finestra di Giampaolo Talani18 Manciulli, l’uomo contro il terrorismo di Fiorenzo Bucci22 Studiare il nemico per sconfiggerlo di Emilio Guardavilla25 Mirabilia26 Fatti & Persone (Il bilancio di Sei Toscana)27 Fatti & Persone (Inaugurato il monumento a Picitrì)28 Fatti & Persone (Auguri al mitico Alfio Callai)29 Fatti & Persone (Piombino, il canile della discordia)30 Pasqua amara, annegano 4 magonisti di Emilio Guardavilla 31 Arthur, dalla giungla alla fredda Svezia di Marcello Cardinali32 Respirando Livorno di Consalvo Noberini33 San Vincenzo, vacanza da incubo di Giacomino34 Fesso chi legge di Fabio Canessa36 “Un giorno… insieme”, tredici anni di successi46 Relax di Giuseppina Toncelli47 L’eterna fama del “grande” Ilio Biegi di Emilio Guardavilla48 Tosca & Nando di Mario Barsellini49 In cucina: la carabaccia di Elisa49 In giardino: il ficus di Elisa50 La magia dell’Arte di Daniele Toncelli52 Fausto Coppi in relax a Salivoli di Emilio Guardavilla53 Il cielo sopra Piombino di Francesca Ghiribelli54 In libreria di Emilio Guardavilla56 La parola ai lettori60 Ricordo amici scomparsi61 Rugby Rufus San Vincenzo di Tony Montero62 Franco Martorella e le sue foto di Pierluigi Galassi64 Voglio diventare Dostoevskij di Silvia Avallone

Anno 56 - n. 34settembre - ottobre - novembre 2017

Periodico trimestraledi informazione,attualità, cultura

Direttore responsabileIvio Barlettani

[email protected]

Marketing-pubblicitàUmberto Maria [email protected]

Direzione, redazione, pubblicitàCorso Italia 95 - Piombino

[email protected] 0565 32843 - Fax 0565 474572

334 3378121Registrazione Tribunale Livorno

n. 167 in data 4/7/1962 r.s.

Sped. abb. post. 70% DCB LivornoPoste Italiane Spa

Editore e pubblicitàCosta Etrusca Comunicazione

Grafica e impaginazioneOpus Piombino

StampaRotostampa

Campi Bisenzio (Firenze)

Gli articoli firmatio con pseudonimo riflettono

unicamente le opinioni dell’autore

Chiuso in tipografia, 30 agosto 2017.

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editoriale Aferpi, non si muove foglia di Ivio Barlettani

Care amiche ecari amici let-tori, eccoci

nuovamente insiemedopo un’estate “ter-rificante” (il caldo diquest’anno non si re-gistrava da tanti anni)auguriamoci un au-tunno migliore almenosotto l’aspetto meteo-rologico.Purtroppo sul casoAferpi permane la cal-ma piatta: non si muo-ve foglia e le cose,purtroppo, continuanoad andare avanti conil solito tran tran esa-sperante. Si attendonobuone nuove da Jindal(probabile partner diIssad Rebrab) in mododa sciogliere almenol’annoso nodo del si-derurgico. Ancora unavolta invitiamo il com-missario Nardi e il go-

verno ad affrontareautoritariamente il ca-so della fabbrica pertrovare una eventualesoluzione. Migliaia difamiglie stringono lacinghia. È tempo diavere risposte esau-rienti. Intanto note positivegiungono dal frontedel turismo. Tutta lanostra provincia haavuto un notevole au-mento di presenze siaal mare sia nelle cam-pagne. E ora passiamobrevemente a illustra-re quanto troveretein questo numero au-tunnale. La copertinaci presenta VincenzoOnorato raggiante sulsuo Mascalzone La-tino, fresco campionedel mondo. All’arma-tore napoletano, matoscano di adozione,dedichiamo un ampioservizio con splendide

foto alle pagine 14,15e 16. Passando alla politicaCosta Etrusca riservaparecchio spazio a An-drea Manciulli (dapag. 18), il piombinesedoc che “combatte”il terrorismo, oggi aivertici della Nato. Lo-calmente c’è da regi-strare l’autocandida-tura alla segreteria del-la Federazione Pd diPiombino-Elba di Car-la Maestrini. Il man-dato del segretario Va-lerio Fabiani è appuntoin scadenza.Una storia triste quelladei quattro amici ma-gonisti (pag. 30) an-negati la vigilia di Pas-qua durante una bat-tuta di pesca nel maredella Sterpaia a seguitodi una terribile bur-rasca. In questo numero tro-viamo anche un pezzo

davvero inedito e sto-rico riguardante ilCampionissimo Fau-sto Coppi (pag. 52),immortalato in unafoto d’epoca a Salivolidurante il periodo esti-vo del 1957. Un pre-zioso cimelio ripe-scato dai ricordi delnostro caro collabo-ratore Ennio DellaSchiava.Molte pagine sonostate riservate alla no-stra tradizionale festadedicata ai diversa-mente abili, agli an-ziani e agli amici esostenitori del nostrogiornale “Un gior-no… insieme” giuntaalla tredicesima edi-zione. Oltre 520 per-sone (record assoluto)si sono strette manonella mano sotto gliantichi pini nel giornodella solidarietà edell’amicizia.

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di Tony Montero

Allo scadere dei dueanni di gestione Re-brab, a seguito del

relativo e tanto atteso incontroal Mise, ne è scaturito quelloche il gergo specifico definisceaddendum. Dal gerundivoneutro di addĕre, il latinismosi riferisce ad un prolunga-mento di 18 mesi all’accordostipulato nel giugno 2015. Laversione in italiano si prestaad interpretazioni svariate econtrapposte: prolungamento,rinnovata fiducia, ultima chan-ce, messa alle strette, protrarsidell’agonia, accanimento te-rapeutico. Queste le traduzioniproposte dalle parti in causa,ognuna delle quali verosimile,plausibile e giustificata.Ma l’addendum contrattualedi Aferpi ha ben poco a chefare con il latinorum nel qualeil promesso sposo LorenzoTramaglino si trovava ad an-naspare incredulo al cospettodi un Don Abbondio frettoloso,evasivo e, più che altro, inmalafede. La nota ministerialeemessa in quella sede è lim-pida, trasparente e non dàadito a fraintendimenti disorta e si è resa necessaria aseguito delle inadempienzedella proprietà sul programmaindustriale. La contropartitaalla deroga degli ammortiz-zatori sociali fino a dicembre2018 per i dipendenti Aferpi,sta in tre punti irrevocabiliche, se non rispettati nei modie nei tempi, sarebbero causadi risoluzione del contratto.Al tavolo, con il ministro eviceministro dello SviluppoEconomico Carlo Calenda eTeresa Bellanova e il capo digabinetto del ministero delLavoro Luigi Caso, è statosottoscritto quanto segue.- Prolungamento fino a giugno2019 della procedura di am-ministrazione straordinaria

sul Piano di azione e relativocrono-programma.- L’impegno di Cevital/Aferpia presentare entro ottobre2017 un partner siderurgicoper il Progetto Piombino opresentare un piano industrialecorredato da fonti di finan-ziamento certe.

- Ripresa dell’attività produt-tiva nel comparto laminazione(rotaie entro agosto, vergellae barre a ottobre), assegnazioneordini entro ottobre, sman-tellamento piccole aree (set-tembre 2017) e grandi aree(ottobre 2019). Per logisticae agroalimentare le proposte

operative dovranno essere ef-fettive entro sei mesi dall’ap-provazione del piano side-rurgico. Le verifiche del go-verno sullo stato di avanza-mento di ogni punto dell’ac-cordo avranno cadenza se-mestrale.Al momento di andare instampa, già il terzo punto del-l’accordo (laminazione nel-l’area rotaie) non sembra av-viarsi verso il rispetto dellescadenze. Il nodo più preoccupante epiù difficile da sciogliere con-tinua ad essere la partnershipcon cui consolidare l’assettodello stabilimento e dell’in-dotto: le piste Danieli e BritishSteel non sembrano più esserepercorribili, mentre JindalSteel&Power, anche grazieall’interesse del presidentedella regione Enrico Rossi,si manifesta come il soggettosiderurgico più accreditato.In ogni caso, addendum, si-gnifica anche addendo, ovveroquell’elemento dell’addizionedi cui, cambiandone l’ordine,il risultato è sempre lo stesso:ed è per questo che i prossimisaranno diciotto mesi in cuidovremo fare di tutto affinchéi conti tornino.

Ripresa della laminazione entro ottobre 2017.Partner industriale: Jindal il più accreditato

settembre - ottobre - novembre 2017

Addendum di diciotto mesi o la rescissione del contratto Aferpi: tempi stretti per Rebrab

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Il gruppo Jindalvuole Piombino

Rebrab Nardi

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Tornano a tuonare pe-santemente le paroledel commissario straor-

dinario Piero Nardi. Questavolta, nero su bianco in unalettera indirizzata a Issad Re-brab, ma in copia ci sonoAferpi, Cevital e Cevitaly.L’iniziativa prende le mossedalla fondata, e ampiamentecondivisa, preoccupazionesull’ottemperanza della pro-prietà a quanto fissato il 30giugno. «Tale verifica si im-pone fin da adesso per assi-curare che sia in corso l’at-tuazione dell’impegno previsto– scrive Nardi – quello di ri-

prendere l’attività produttivadelle rotaie nel mese di agostoe delle barre e della vergellaentro e non oltre il mese diottobre».Aferpi ha una commessa di80mila tonnellate di rotaie daonorare entro dicembre 2017,

ma i ritmi con i quali stannoprocedendo gli acquisti di ma-terie prime lasciano presagireconsistenti difficoltà. Il mo-nitoraggio da parte del Governoesige date precise ed è fon-damentale per il buon esitodell’addendum contrattuale.

«Il tempo di approvvigiona-mento delle billette e dei blumiper la produzione di vergellee barre è critico per il parzialerientro, in ottobre, nei mercatiormai non più serviti da oltreotto mesi. Si invita Aferpi –conclude la lettera di Nardi– a fornire il programma diconsegna dei blumi e l’avviodella laminazione delle rotaienel mese di agosto e il pro-gramma di consegna dellebillette per la laminazione divergella e barre nel mese diottobre ai fini del rispettodegli obblighi assunti nell’ad-dendum».

Il commissario scrive a Rebrab Piero Nardi sale

di nuovo in cattedraAddendum: lettera a Aferpi, Cevital e Cevitaly.80mila tonnellate da laminare entro il 2017

di Gianfranco Benedettini

Nei momenti di crisi indu-striale appare, non

sempre però, qualche ri-chiamo alla crisi che colpì laMagona d’ Italia nel 1953,quasi per trovare delle atti-nenze storiche che, spesso,sembrano un poco forzate.La crisi del ’53 fu la primadel secondo dopoguerra elasciò una situazione a dirpoco disastrosa. In Magona lavoravano2.500 operai. La proposta

della direzione era il “licen-ziamento di 650/700 di lo-ro e la riduzione, per quelliche rimarrebbero al lavoro,dell’orario lavorativo da 48a 24 ore settimanali”. Undocumento dei Carabinieriaggiungeva: «Le maestran-ze e la popolazione finoranon conoscono le decisioniadottate. Sembra che i rela-tivi provvedimenti sarannoattuati entro il corrente me-se: non è da escludere chepossano verificarsi graviperturbamenti nell’ordine

pubblico». Invece, tutto accadde duemesi dopo. Dieci giorni, dal3 al 13 aprile, che sconvol-sero Piombino con echi intutta la zona. Alla serratapadronale, gli operai rispo-sero con l’occupazione del-lo stabilimento. I padroni ri-sposero con l’intervento del-la Celere, che chiuse l’ope-razione con lo sgombero de-gli occupanti.Era già avvenuto nel 1911.Un classico delle lotte fraoperai e padroni che, oggi,

assumono connotati moltodiversi. Nel 1953 si verificò una sor-ta di diaspora operaia. Deci-ne di famiglie si trasferironoin Italia e all’estero. Moltioperai furono costretti ad in-ventarsi nuovi lavori.Chi rientrò in fabbrica lo fe-ce con il “cappello in mano”come si suol dire. I sindaca-listi e gli operai considerati“facinorosi” rimasero fuori.La città visse un lungo pe-riodo di crisi che segnò l’av-venire di tutti.

Anno 1953: grave crisi, chiude La Magona

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Era iniziata una bella favo-la alla quale, ahinoi, nonci sarà un lieto fine. Du-rante le varie manifesta-zioni di interesse che sisono susseguite con Jswquale eventuale partner,sono emerse anche le in-tensioni del colosso india-no di rimettere in marcial’Afo 4. Neanche il più in-guaribile romantico ha tro-vato la forza di crederci.

Jindal...e l’altoforno

Gabrielliè disilluso

Camping Cig sul nebulosofuturo dello stabilimento:«Purtroppo, vista l'inatten-dibilità dell'interlocutoreprincipale, sta venendo amancare anche l'altro pi-lastro fondamentale degliaccordi e delle attese sin-dacali e di tutta la città: ilrilancio produttivo e la di-versificazione economica.Un piano alternativo è oggiindispensabile e urgente».

Camping Cigvede nero

Massimo Lamilascia la Fiom

Luciano Gabrielli, ex segre-tario della Fiom e attualecoordinatore di Mdp per laVal di Cornia, è disillusodalla gestione del piano dirilancio della siderurgia piom-binese.«Forse verrà Jindalcon una proposta per i solilaminatoi, quindi poche cen-tinaia di persone. E gli im-pianti vecchi chi li smantel-la?». La sua disamina èscoraggiata ma verosimile.

Deluso dagli sviluppi dellaquestione degli ammortiz-zatori sociali, Massimo LamiRsu Aferpi, lascia la Fiom.«I sindacati stanno accet-tando quello che viene, nonabbiamo più la tredicesima,non possiamo più realizzareil pagamento dell’assicu-razione. Siamo a rischiodella mesata». Il vulcanicosindacalista non risparmiainvettive contro il Governo.

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14 settembre - ottobre - novembre 2017

di Emilio Guardavilla

Il Cookson 50 di VincenzoOnorato si aggiudica laClasse A dell’edizione

2017 del Campionato Mon-diale OCR. Un mondiale tuttoitaliano, fortemente voluto,organizzato, bene va detto, evinto dalla vela italiana. Nelleacque antistanti Porto SanRocco a Muggia, la tradizio-nale patria della navigazioneadriatica nel golfo di Trieste,Mascalzone Latino lascia dipoppa il TP52 Freccia Rossae lo Swan 42 Rus Sheera esale sul gradino più alto delpodio. È la vittoria di unagrande barca da regate offs-hore, di un grande equipaggioe di una grande organizza-zione. E un grande successoper la vela italiana.Sono state 8 prove agguerri-tissime in un campionato riccodi sorprese che si è decisoall’ultima prova in tutte leclassi e che ha incoronatovincitore chi non era mai statoal comando durante la setti-mana di regate. «Vincere que-sto mondiale così difficile estressante ha comportato unanotevole concentrazione intutte le prove» ha dichiaratocon soddisfazione VincenzoOnorato armatore e timonieredi Mascalzone Latino. La de-dica è per l’amico Paolo Ve-nanzangeli, l’amico e gior-nalista di mare mancato a

marzo 2007 alla vigilia del-l’America’s Cup di Valencia.«Dedico questa vittoria almio grande amico Paolo Ve-nanzangeli, scomparso diecianni fa».Ma il tributo più grande Vin-cenzo Onorato lo vuole ri-servare al suo equipaggio:«Questo è un regalo bellissimo,soprattutto perché con unequipaggio del genere era im-possibile perdere». Ce n’è diche: un crew list di nomi cheda anni sono una garanziaper un team di successo. Abordo con il timoniere Vin-cenzo Onorato c’erano Lo-renzo Bressani alla tattica, ilnavigatore Francesco Mon-gelli, Leonardo Chiarugi allaranda, Stefano Ciampalini,Andrea Ballico e Lorenzo DeFelice alle scotte, Matteo Sa-velli alle drizze, Filippo LaMantia all’albero, DavideScarpa prodiere e DanieleFiaschi aiuto prodiere, il jollyPietro Manunta. Il coach esail design di sempre MarcoSavelli, a seguire la regatadal gommone. Fedele alla linea adottata sullenavi della sua flotta, l’armatorenapoletano ha voluto ancheper Mascalzone Latino unequipaggio tutto italiano, daltattico ai prodieri. Una strategiagestionale che lo ha sempreripagato a pieno sia nel piccolocabotaggio, di cui è leaderindiscusso, che nelle regate

offshore. La stima dell’equi-paggio è reciproca e corri-sposta dalle parole del tatticoLorenzo Bressani: «I com-plimenti di Vincenzo Onoratomi lusingano, lui non è soloun bravissimo timoniere, maanche un grande armatoreche ha dato la possibilità atanti velisti di regatare ad altilivelli».Dimostrando ancora una voltala tempra e la tenacia ereditatadal padre Achille e la classee lo stile della madre Maria

Grazia, Vincenzo Onoratoporta a compimento un’altraimpresa sportiva degna delsuo nome. A distanza di 17anni dal primo mondiale con-quistato nell’IMS a Newport,l’armatore napoletano alza alcielo il trofeo più prestigiosodelle classi d’altura. Nel mez-zo, tra titoli a squadre e coni monotipi Mumm 30 e Farr40, altre 5 vittorie per un pal-mares di tutto rispetto.Ma a Trieste non è stata unapasseggiata e il risultato non

Dopo diciassette anni torna il titolo mondiale.Storica impresa sportiva del team di Onorato.

Parla l’armatore: «Questo è un regalo bellissimo»

Vincenzo Onorato con i figli Achille e Alessandro

L’armatore collezionasuccessi anche per al-

tre sue passioni. A giugnoquinta edizione del ProcidaFilm Festival Vincenzo Ono-rato riceve il premio “Isoladi Procida 2017”.Debutto in teatro con il pri-mo testo teatrale, "CharityParty", messo in scenadalla compagnia i Birban-ti, fondata dal figlio Ales-sandro. "Charity Party" af-fronta il tema dell'immi-grazione vissuto dagli oc-chi dei ricchi.Nel 2012 film su La7 «La

grande sfida di 8 ragazziDown», con il suo equipag-gio e La Poste, una dellebarche che hanno fatto lastoria della vela. Nel 2014alla regia del cortometrag-gio thriller “Le porte dell’a-scensore sono bloccate”per Scuola Nazionale Cine-ma Indipendente.Autore di molti romanzi, dicui tre Mondadori: FloydFrugo - Una favola no-glo-bal (2003), Rosso colored’oceano (2005), Quandosaremo vento sulle ondedel mare (2010).

Scrittore e cineasta

M C

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è mai stato scontato. Le primeprove di altura erano statepositive, ma non particolar-mente esaltanti a causa deiventi leggeri che hanno ca-ratterizzato il campionato eper i quali la barca non eraottimizzata a dovere. Nelleregate più corte, i punteggie la media matematica si sonostabilizzati nella parte altadella classifica. Al suo 11esimomondiale personale, il tatticoBressani, commenta così ilrendimento di MascalzoneLatino. «All’inizio abbiamotribolato un po’, mantenendouna tattica conservativa condelle partenze non partico-larmente aggressive. Poi ab-biamo alleggerito la barca,abbiamo regatato in otto inveceche in dodici e tirato le par-tenze».Ma per i mascalzoni di Ono-rato il bello deve ancora ve-nire con gli impegni piùprobanti della stagione. Iprossimi appuntamenti sonoin Asia con la Volvo HongKong to Vietnam e, a fineanno, in Oceania con la ce-leberrima Sydney to Hobart.

Ci auguriamo che Mascal-zone Latino di VincenzoOnorato faccia di nuovosventolare il tricolore sulgradino più alto del podio.

Mascalzone Latino con Vincenzo Onora-to insieme al suo equipaggio tutto ita-

liano si è laureato campione del mondoOCR, Trieste 8 luglio 2017. Vincenzo Onorato, classe 1957, originariodi Ponza proviene da una storica famigliadi armatori, eredita la tempra e l’audaciadel padre Achille, mentre dall’altra lo stile ela classe ricordano la madre Maria Grazia.Gli Onorato hanno gestito collegamenti po-stali, commerciali e passeggeri con la Sar-degna. In seguito nuove rotte collegano ilporto di Bastia, in Corsica, con Piombino eLivorno. Negli anni Ottanta Vincenzo dà ilvia all’era delle grandi navi traghetto Clas-se Moby, le navi della balena blu. Nascecosì la nuova Moby Lines. Onorato è esponente di quarta generazio-ne della tradizione armatoriale di famiglia eprotagonista della storia italiana del tra-sporto marittimo. Cresciuto tra eliche, pro-pulsori e vele, Vincenzo è laureato in Eco-nomia Marittima. Ha scelto di rappresenta-re le sue radici con un simbolo vicino allanatura, la balena, simbolo della Moby.

Passaggio di testimone ai vertici di Moby,Vincenzo Onorato, presidente e ammini-stratore delegato, cede il timone ai figliAchille, nuovo ad della compagnia, e Ales-sandro, consigliere delegato alla gestionecommerciale. È socio del Reale Yatch Club Canottieri Sa-voia, Yatch Club di Monaco e New YorkYatch Club. Per i suoi numerosi successinella vela, egli è ben conosciuto anche nelmondo dello sport. Ha fondato il Team Mascalzone Latino, inomaggio all’album del grande Pino Daniele,di cui è tuttora presidente. Il team ha vintoben sei titoli mondiali in varie categorie e hapartecipato due volte alla Coppa America. Mascalzone Latino ha vinto il Timone d’oro,premio per miglior velista italiano dell’an-no. Successivamente è tra i finalisti per ilpremio Isaf Rolex World Sailor of the Yeare vince la medaglia d’oro al valore atleticoconferita dal Coni. Ora ha collezionato an-che il titolo di campione del mondo 2017.

Francesca Ghiribelli

Chi è Mascalzone latino

Mascalzone LatinoCampione del mondo

Vincenzo Onorato

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16 settembre - ottobre - novembre 2017

Suggestiva immaginedi Mascalzone Latinoin navigazione

Vincenzo Onorato al timone con il suo infaticabile equipaggio

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Via I Maggio 18 Piombino (LI)335 284718

[email protected]

Intendiamoci, questaè una finestra dallaquale mi è data la pos-

sibilità di affacciarmi, eringrazio, non la lavagnadella soluzione dei pro-blemi, anche perché se igessetti sono di serie tantoper tenerci impegnati, lecimose non sono forniteapposta per impedire lacancellazione dei calcolierrati e creare ulterioreconfusione irrisolvibile.È la lavagna Italia, neradi sotterfugi e segnata daibianchi geroglifici di unlabirinto creato ad arte.Da questa finestra piccinapiccina si può solo os-servare un paesaggio cheè sotto gli occhi di tutti,nessuna critica o polemicae nessuna pretesa di avereverità risolutive, che quel-le le lasciamo a chi deiproblemi parla molto pro-

prio per non risolverli.E... scendere in "spiaggia"senza cimose per cercardi cancellare le polveribianche di chi sporca ap-

posta, richiede doti di pi-lota su ghiaccio, senzacontare i rischi di mac-chiarsi dello stesso sporcoindelebile.

Da questa finestra si puòsolo osservare e piangereun po' ma niente di più,perché le arti che si tentanoin questa stanza sono diben altra natura e di inat-taccabile sincerità.Questo per la dovuta ri-sposta a qualche scioc-chino che dice: "Ma allorate sei solo buono a cri-ticare!".

A chi parla tanto senza risolvere

Scenderein “spiaggia”per cancellarele polveri bianchedi chi sporcarischiandodi macchiarsi

dello stesso sporcoindelebile

Sala da tèCioccolateSpecialità varieAperitivi

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18 settembre - ottobre - novembre 2017

Andrea ManciulliL’uomo che combatte il terrorismo

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di Fiorenzo Bucci

Avolte i sogni si av-verano e ciò chefin da bambino

vedi nel tuo futuro, dagrande diventa la profes-sione che cercavi, il tuohobby, la ragione della tuavita professionale. AndreaManciulli, 48 anni, piom-binese, storico per studi,esperto di strategie militari,foggiato nell’impegno plu-riennale della politica datrincea, oggi si occupa diterrorismo e delle strategieper combatterlo. Lo fadall’osservatorio privile-giato della Nato, nella cuiassemblea presiede ilgruppo dei delegati italiani.Una lunga scalata di anni,pieni di lavoro, di sacrifici,di determinata volontà diemergere. Tante tappe de-cisive, tanti personaggi im-portanti in un strada cheforse non inizia già allemedie “Fucini”, dove, adue passi da casa, Andreafrequentò elementari e me-die ma di certo segna ilprimo riferimento signifi-cativo alle superiori. Ov-vero al liceo classico Car-ducci dove il caso volle cheil giovane studente, figliodi un operaio delle Acciaie-rie, incontrasse il professorFrancesco Berti, insegnantedi materie classiche, prepa-rato per quanto rigido edesigente con i suoi allievi.Oggi Manciulli gli è gratoperché da quella cattedra“ho imparato la dedizioneal lavoro, il rigore, la fa-tica”. Una condizione e unaforma mentis più che unimpegno per proseguire ilcammino negli studi uni-versitari alla facoltà di let-tere a Pisa con un indirizzoquasi scontato: la storiamoderna, ovvero l’allora ilfeudo incontrastato dellaprofessoressa Elena FasanoGuarini, la prima donna acui, da giovane, venneroaperte le porte della Scuolanormale superiore.

La cattedratica milanese,figura centrale nella vitadell’ateo pisano, abbiacondizionato il futuro diManciulli. Si sa per certoche la Fasano, consideratada Manciulli una veramaestra di vita, nel 1958fece le valigie per diventa-

re un punto di riferimentoall’École Pratique desHautes Études, allora di-retta da Fernand Braudel,uno dei maggiori esponen-ti del rinnovamento dellastoriografia francese delventesimo secolo e altret-tanto si conosce che Man-

ciulli, non ancora venten-ne, nel 1989, caricò lestesse valigie sul primotreno per la Francia. Unatappa all’università diReims come antesignanodei primi studenti dell’E-rasmus e poi Parigi allastessa scuola che nel frat-

Andrea Manciulli, classe 1969, fiorenti-no per professione, non ha mai rinne-

gato le sue origini piombinesi, dove tuttorarisiede. Alla cara via Fucini deve i suoi na-tali. Frequenta il Liceo Classico Giosuè Car-ducci, dove grazie al prof di latino e grecoFrancesco Berti impara quanto servano fa-tica e rigore in un percorso culturale. Si lau-rea in Storia moderna all'Università di Pisa.A neanche vent’anni, con il sostegno pro-fessionale della storica insegnante ElenaFasano, alla quale era molto legato, riescea vincere un’importante borsa di studio aParigi, dove si specializza in storia sociale,militare e dell’alimentazione. In Francia siavvicina al Partito socialista. È stato uno degli animatori del Centropiombinese di studi storici con Ivano To-gnarini, Rossano Pazzagli, Tiziano Arrigonie Ovidio Dell’Omodarme. Prima di entrarein politica ha intrapreso molte attività cultu-rali con Fabio Canessa (venerdì letterari ealtre iniziative). Nel 1995 diventa respon-sabile delle questioni giovanili della federa-zione del PDS della Val di Cornia e dell’El-ba. Manciulli apre la strada del rinnova-mento politico della Val di Cornia, ricordagli anni di politica piombinese con affetto eentusiasmo. Nel 2001 ricopre il ruolo di responsabileenti locali nella segreteria regionale dei DS.Nel 2005 vince le primarie contro Virgilio

Simonti, ex assessore all’Urbanistica di Li-vorno. Nel 2010 viene riconfermato segre-tario regionale dei DS. È vice presidentedella Commissione Affari Esteri e Comuni-tari. Consigliere regionale fino al luglio2013, quando si dimette dopo essere statoeletto in Parlamento. Nel 2013 viene sceltocome responsabile nazionale per la Difesae l'Europa del PD nella nuova segreterianazionale dal segretario Guglielmo Epifani.Nel 2014 viene eletto presidente della De-legazione italiana presso la Nato succeden-do a Federica Mogherini, diventata Mini-stro degli Esteri del Governo Renzi. Vienenominato dalla Nato Direttore del rapportosul terrorismo di matrice jihādista. Combat-te contro il terrorismo che si sta radicaliz-zando in piena autonomia senza confini.Considera il francese e l’italiano due ma-drelingue. Nell’inglese ha altrettanta sciol-tezza. È sposato con Gaelle, una storica conosciu-ta a Parigi. Hanno due bambini, Pietro eLouis. È appassionato di cucina ed è appar-so su importanti riviste enogastronomiche.Calciatore dilettante, ancora oggi, scendein campo per partite di beneficenza. Di re-cente ha approvato insieme a StefanoDambruoso una nuova delegazione per laprevenzione contro il terrorismo.

(Francesca Ghiribelli)

Chi è Andrea Manciulli

Manciulli con il ministro Pinotti e i capi di Stato Maggiore delle Forze Armate

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20 settembre - ottobre - novembre 2017

di Umberto BarlettaniIl tratto principale del suocarattere? La determinazione.Un suo difetto? Sono permaloso.Stato attuale del suoanimo?Sereno.La persona cuichiederebbe consiglio? Amo chiedere consiglio atutte le persone di cui mifido.Il giorno più felice dellasua vita?Il giorno in cui hoconosciuto mia moglie.E il più infelice? Sinceramente preferiscotenere per me quel ricordo.Di cosa ha bisogno peressere felice? Del sorriso dei miei figli.Una cosa che non ha maicapito della gente?Il populismo.Dono di natura chevorrebbe avere?Il sinistro di Maradona.Il vero lusso è?Viaggiare.Il più bel ricordo dabambino?Le partite di calciointerminabili alla Fucini.

Cosa voleva fare a 12anni?Sognavo di diventare unarcheologo.Se non avesse fatto ilpolitico?Lo storico.Materia scolasticapreferita?La storia.Un consiglio ai giovani?Consiglio di coltivare lapropria curiosità perché è ilmodo migliore per avere laconoscenza necessaria percostruirsi un futuro.L’incontro che le hacambiato la vita?Ce ne sono diversi e tuttiimportanti, ma se nonavessi incontrato StelioMontomoli non avrei maifatto politica. Come se nonavessi incontrato AllenGrieco non avrei capitoquanto conoscere la storia tipermette di agire meglionel presente.Città preferita?Parigi.Il piatto che predilige?Come si vede dal mio fisicosono molti. Se devo sceglierne unodirei i tortelli al ragù chefaceva mia nonna.E la bevanda?

Senza dubbio il vino, cheamo e cerco diconoscere.Quel che detesta di più? L’ipocrisia.La qualità che preferiscein un uomo?La lealtà.E di una donna?La dolcezza.Personaggio storico piùammirato?Napoleone Bonaparte.Ha il potere assoluto perun giorno: la prima cosache fa?Non vorrei mai avere ilpotere assoluto.Film cult?Barry Lyndon di StanleyKubrick.Attori preferiti?Robert De Niro, Al Pacinoe Daniel Auteuil.Cantanti preferiti?U2 e Pink Floyd.Pittore preferito?Sono più di uno. Piero dellaFrancesca, Leonardo,Caravaggio e Botticelli.Squadra del cuore?La Juventus.Una frase che porterebbesulla t-shirt?Sulla mia t-shirt preferita cisono le ultime due frasidell’inno americano: “nella

terra dei liberi, nella casadei coraggiosi”.Libri preferiti?“Capitalismo e civiltàmateriale” di FernandBraudel, “L’uomo medievale” diJacques Le Goff e la DivinaCommedia.La soddisfazione piùgrande? La nascita dei miei figli.Hobby?Calcio e cucina.Programma televisivopreferito? La serie televisvaHomeland.Il regalo più bello che haricevuto?Un weekend a Budapestregalatomi da mia moglie.Un suo rimpianto?Essere ingrassato troppo.Le colpe che le ispiranomaggiore indulgenza?Sono indulgente con tutti glierrori fatti in buona fede.Ciò di cui non può fare ameno?Stare con la mia famiglia.Nella vita a chi deve diregrazie? A tutte le persone che mihanno dato fiducia e mihanno sostenuto senza lequali non sarei dove sono.

Bottae risposta

AndreaManciulli

tempo era diventata “l’É-cole del hautes études ensciences sociales”. Miglio-re occasione forse non po-teva esistere per prepararela laurea in storia sociale eparallelamente per seguireperfino i seminari di storiadell’alimentazione condot-ti da un luminare comeJean Louis Flandrin.In una vita, seppure già in-dirizzata, esistono svoltesignificative e la Franciaper Andrea costituì appun-to “una svolta significati-va”. E qui infatti che lostudente, proiettato verso

gli studi storici, conobbe lostrumento che sarà essen-ziale per la sua affermazio-ne come ricercatore e in-sieme come uomo pubbli-co. È lui stesso ad intro-durci in uno di quei circolistudenteschi mitterandianidove l’ispirazione sociali-sta si coniugava con la co-noscenza dei grandi avve-nimenti politici. Una visio-ne ed una interpretazionedella storia moderna che,al ritorno in Italia, doveva-no, gioco-forza, produrreun effetto scontato, ovverola partecipazione attiva al-

la vita pubblica. E qui en-tra in ballo un altro dei nonmoltissimi veri protagoni-sti della vita di Manciulli,ovvero Stelio Montomoli,allora segretario della fe-derazione Pds di Piombi-no. In men che non si dicala “mediazione” di Monto-moli produsse risultati: unincredibile cursus hono-rum che, per accelerazio-ne, ha pochi precedenti:1995 iscrizione di Man-ciulli al Pds, 1997 segreta-rio della federazione, 2000consigliere in palazzo Pan-ciatichi a Firenze, pronto

per il salto alla segreteriaregionale del Partito cheavverrà nel 2006 con i Dsper proseguire fino al 2013con il Pd. Di fatto Monto-moli consegnò a Manciullinon la tessera del partitoma la chiave di ingresso al-la segreteria della federa-zione. La spiegazione diquello che Andrea nonstenta a definire “un azzar-do” sta nella visione del-l’allora segretario. Ovveronel duplice tentativo dipromuovere una rotturacon la tradizione del vec-chio Pci per favorire la

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crescita di una nuova forzapredominante della sinistraitaliana ed insieme di ge-nerare per partenogenesi ilrinnovamento della classedirigente. Manciulli, maicomunista, aveva tutte lecaratteristiche per interpre-tare la discontinuità. Cosache ancor di più avvennenel momento in cui egli ot-tenne, non senza qualchemugugno, la massima cari-ca in federazione. Man-ciulli ricorda oggi quell’e-sperienza con due aggetti-vi: “feconda e appassio-nante”. Si potrebbe ag-giungere anche “diverten-te” se si pensa, per esem-pio, ad “Hammamet caf-fè”, una sorta di arena nel-la quale, alla festa dell’U-nità, si discuteva di tutto,che ebbe successo ma cheincontrò anche scontate re-sistenze. Il rinnovamentoavvenne sui nomi e, comeManciulli ricorda, anchenei programmi. Furonoquegli anni dell’ingressoin segretaria di Silvia Velo,di Gianni Anselmi, di Mat-teo Tortolini, di LorenzoBanti, della produzione deipiani sopracomunali e deitentativi di diversificazio-ne dalla monocultura indu-striale.Logica avrebbe voluto cheil passo successivo perManciulli fosse avvenutoverso via Ferruccio sededel comune di Piombino.Invece, come molti magarisi attendevano, Andreanon fu mai neanche candi-dato alla carica di sindaco.Fu il partito a livello na-zionale e regionale a rom-pere ogni indugio e a re-clamare la presenza diManciulli a Firenze. Subi-to in Regione ma con unpercorso già individuatosecondo una consuetudineche ha visto la carriera diAndrea proiettata più ver-so la vita di partito chenon verso l’impegno nelleistituzioni.La strada che porta al con-

siglio regionale presentò ilprimo ostacolo ovvero lepreferenze con cui Man-ciulli si misurò per la pri-ma volta. Le urne lo pre-miarono con un successosegnato da 12mila consen-si. Il politico emergenteavrà anche meno probleminelle altre due elezioni perla conferma in consiglioregionale nel 2005 e poi dacapolista nel 2010 quandogià da quattro anni svolge-va le funzioni di segretarioregionale. Al vertice delpartito in Toscana, diversoe più pressante fu l’impe-gno ma sostanzialmentenon diversa la politica diManciulli rispetto ai suoiesordi piombinesi. La suacollocazione di riformistavenne vissuta nel rispettoe nella tolleranza di ogniinterlocutore di diversatendenza; una innata mo-derazione lo portò più adascoltare che a dominare.Per ruolo e per dovere sep-pe assumersi la responsa-bilità di scegliere, comequando dolorosamente ac-cantonò l’amico di cordataFranco Ceccuzzi per potervincere le elezioni ammi-nistrative del 2013 a Siena(“l’atto più doloroso dellamia vita politica”) ma pre-ferì comunque il dialogo ela condivisione. Quandoormai la sua esperienza disegretario regionale era

agli sgoccioli visse male epagò le conseguenze dellanuova condizione mani-chea: o con Rossi o conRenzi. Addirittura scelsedi andarsene prima delcongresso e approdò inparlamento.Lasciò a Firenze l’ereditàdi due primati: nel 2013 lariconquista di tutti i comu-ni capoluogo della Tosca-na, e l’affermazione nelderby tra fratelli con laRegione Emilia Romagna:mai il Pd toscano era ri-uscito a superare i compa-gni confinanti in una ele-zione.L’arrivo a Roma segnò perManciulli l’ennesima svol-ta, un’altra tappa di unpercorso verso il quale siera indirizzato già ai tempidella segreteria in Tosca-na. Gli era stato utile unconsiglio di MassimoD’Alema sull’esigenza dinon esaurirsi nelle dimen-sioni della politica locale

per allargare i propri oriz-zonti al mondo, alla politi-ca estera. Anche oggiManciulli, pur distante or-mai dalle posizioni politi-che di D’Alema, riconoscel’importanza di quel sug-gerimento e riconfermaun’amicizia con l’ex pre-mier venuta meno forsesolo in un caso quando, al-la direzione della fonda-zione Italiani Europei aManciulli venne preferito,nel 2005, il livornese An-drea Romano. Non ci furo-no resistenze invece allarichiesta, in segreteria na-zionale, di occuparsi dipolitica internazionale e inparlamento di essere inse-rito nella commissione af-fari esteri e comunitari allaCamera dove ottenne an-che la vicepresidenza. Undoppio ruolo che impegnòil parlamentare piombine-se in studi e approfondi-menti. Ma la materia eraquella giusta, voluta, au-spicata, cercata da sempre. E se la fortuna aiuta gli au-daci Manciulli non fu tra-dito dalle circostanze.L’avvento di Renzi aprì in-fatti le porte della Farnesi-na a Federica Mogheriniche, di fronte all’impegnogovernativo, dovette la-sciare la presidenza delladelegazione italiana nel-l’assemblea della Nato. Lasuccessione apparve natu-rale e così Andrea ottenneuno degli incarichi che piùavrebbe desiderato conl’addio alla politica delgiorno per giorno, alle me-diazioni infinite, alle diffi-

Bersani e Manciulli a una manifestazione

Manciulli e Zanelli generale delle Forze Speciali Italiane

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di Emilio Guardavilla

L’escalation di AndreaManciulli ai vertici degli

organi di sicurezza Nato è ilfrutto di una preparazioneaccademica ed istituzionalelunga ed articolata.Il percorso di formazione ini-zia come borsista della Fa-coltà di Storia dell’ateneopisano presso l’École desHautes Études en SciencesSociales di Parigi dove sispecializza in storia dell’ali-mentazione e poi si laurea aPisa con una tesi dal titolo“La visione del potere attra-verso l’alimentazione nellecorti cardinalizie”. A Parigientra in contatto con il pro-fessor Jean-Louis Flandrin,uno degli storici francesi piùapprezzati nel mondo chediventa ben presto suomentore insieme allo stori-co americano Allen Grieco.Entrambi gli studiosi avran-no una grande influenza sul-

la sua formazione di storico.Durante il suo periodo pari-gino, si avvicina anche aglistudi di storia, strategia etecnica militare.Il filone di studio e di ricercadell’arte bellica e della stra-tegia militare si incentradapprima sul periodo crucia-le della guerra moderna, ov-vero sulle tattiche di com-battimento nella transizionedalla cavalleria come schie-ramento offensivo all’eradella polvere da sparo.Nell’ambito dell’avvento edell’utilizzo delle armi dafuoco come macchine ter-mobalistiche delle forze in

conflitto, perfeziona le suecompetenze frequentandoattivamente istituti militari estrategici di livello interna-zionale. In queste sedi, siconcentra sull’ascesa e l’e-voluzione della guerra asim-metrica di stampo terroristi-co finendo per focalizzarel’attenzione con priorità as-soluta a quello di matrice ji-hadista.Oltre ad essere lo scopoprincipale del suo incaricoalla Nato, è anche il temaper cui lavora e svolge attivi-tà didattica presso varie isti-tuzioni in ambito universita-rio e master.Come autore e coautore,

l’onorevole Andrea Manciul-li ha curato la pubblicazio-ne di opere specifichesull’ormai annosa questio-ne del terrorismo islamicocome, ad esempio, “Daesh:la minaccia per l’Europa e iPaesi Occidentali”, in colla-borazione con MassimoD’Alema ed edita da Feps(Foundation for EuropeanProgressive Studies). Pre-ziosi per il valore investiga-tivo e per gli spunti di rifles-sione in ottica preventivaper tutti i paesi a rischio isuoi rapporti redatti perl’Assemblea parlamentaredella Nato: “Daesh, l’evolu-zione e l’organizzazione diuna nuova minaccia perl’Occidente”, “L’espansionedi Daesh nel Magreb e in Li-bia”, “Daesh, la minacciaper l’Europa e i Balcani Oc-cidentali”. Sta per uscire“Sconfiggere il terrorismo”,il suo libro sugli aspetti le-gislativi della lotta al terro-rismo con prefazione delMinistro dell’Interno MarcoMinniti.

Laurea in storia dell’alimentazione a Parigie la specializzazione in strategia militare.Pubblicazione di opere sul terrorismo

Il cammino di Manciulli fino alla Nato

Studiare il nemicoper sconfiggerlo

settembre - ottobre - novembre 2017

cili scelte di partito e il ri-torno agli studi di strategiamilitare con il vantaggiodi vedere la teoria applica-ta nella pratica. Le vicendesuccessive parlano di scel-te conseguenti. In senoall’organismo Nato Man-ciulli chiese di entrare afar parte del gruppo GSMovvero di quello che si oc-cupa delle vicende del Me-diterraneo e segnatamentepoi optò per lo studio deirapporti sulla sicurezza esul terrorismo. Molto la-voro, molte gratificazioniche si sintetizzano in unaaffermazione: “La mattinati svegli – ha detto Man-ciulli a Costa Etrusca – ehai l’impressione di essereutile”. Dagli stessi ameri-cani, al termine di tre annidi lavoro, è arrivata l’ulti-ma promozione: direttoredei rapporti sul terrorismodi matrice jihadista. Ormai ogni segnale, ogniavvenimento, ogni valuta-zione su un fenomeno checaratterizza e terrorizza la

nostra esistenza passa an-che da una analisi di Man-ciulli che recentemente haanche firmato, insieme al-l’ex magistrato StefanoDambruoso, una propostadi legge già passata allaCamera sulle “Misure perla prevenzione della radi-calizzazione e dell'estre-mismo jihadista”. L’ini-ziativa, come premessa,parte da Al Quaeda, terri-bile fenomeno elitista, conle sue cellule e con una vi-sione più classica dell’a-zione terroristica, pergiungere a Daesh, o Isische dir si voglia, che “haoccidentalizzato e diffusodal punto di vista mediati-co una forma nuova di ter-rorismo”, che ha favoritol’idea che si possa costi-tuire uno stato dei radicaliislamici violenti, una pa-tria con una bandiera eduna ideologia per la qualesi può arrivare a combat-tere, che – vedi quel chesta accadendo nei Balcani– si sta insinuando negli

“spazi vuoti” prodotti dal-le nostre contraddizioni,che si può combattere noncon le armi ma con la pre-venzione perché il “radi-calismo è come un virusche muta e che va aggredi-to, non nelle sue singolemanifestazioni, ma nelsuo codice genetico”, che,infine, ha il suo legamecon l’emigrazione soloperché da essa trae oggimotivi di finanziamento eanche perché il processodi integrazione è in granparte fallito. L’esempio ricorrente vie-ne dalle carceri dovespesso gli immigrati, chemagari in patria sono fug-giti proprio da Daesh, tro-vano una rete di protezio-ne in soggetti radicalizza-ti che, nel male, prospet-tano ai nuovi arrivati nuo-ve condizioni di vita cheessi non hanno trovato,come speravano, all’indo-mani del loro arrivo. E così, nella solitudine, difronte ad un computer, c’è

chi può passare dalla sem-plice simpatia all’azionedevastante.

Il grande Zidane e Manciullia una partita di beneficenza

Nasce a Piombino, figlio di operaio.

Rinnova la politica della Val di Cornia.

Ruolo importante contro il terrorismo

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Marcello Maio (Presidente Circolo Pd):

«Andrea per me non è soloun amico, ma un fratello. Ciconosciamo da quando ave-vamo 3 anni. Siamo cresciutiinsieme, abbiamo vissuto egiocato per strada: una gran-de scuola che ci ha formato.In seguito l’università nellostesso appartamento. Ho ri-cordi indelebili. Andrea ha un cuore grandecosì, sia nella passione sianell’impegno che mette inogni cosa che fa. È una per-sona generosa con una curio-sità incredibile, su ogni argo-mento trattato si informa estudia minuziosamente: è ilsuo segreto. Sappiamo benis-simo, anche se a distanza,che viaggeremo ancora tantouno accanto all’altro».

Riccardo Gelichi (Ascolta Piombino):

«Conosco Andrea Manciul-li solo nella sua figura isti-tuzionale e politica. Lo leg-go e ascolto sempre piace-volmente in quanto perso-na preparata e competente;ho sempre notato comesappia interpretare la mo-dernità e il cambiamento,

questa peculiarità in politi-ca non è sempre scontata.In una fase così importanteper il nostro territorio, au-spico che questa sua capa-cità di innovazione diventicontaminante e pervasivadella politica locale e di ri-flesso nella società civile».

Luciana Grandi(Ufficio stampa Comune

Campiglia M.ma):

«Ho conosciuto AndreaManciulli più di vent’anni facome giovane e brillante sto-rico dell’alimentazione, loinvitammo a tenere una con-ferenza all’asilo nido di Ven-turina nell’ambito di un cicloorganizzato dal Comitato digestione. La competenza e lapassione che mi colpirono inquell’occasione le ho sempreritrovate in Manciulli ognivolta che l’ho sentito parlare

nei numerosi e prestigiosiruoli che ha ricoperto nellapolitica e nelle istituzioni».

Fulvio Murzi(Ex presidente Usl e Asiu):

«Ho conosciuto AndreaManciulli in occasione diuna serata Slow Food a Cala-moresca diversi chili fa emolti più capelli. Dopo pocoha assunto cariche importan-ti in successione. Mi ricordoche già allora avevo conside-

rato che la sua provenienza,per così dire non dalla fab-brica, poteva essere nuova epositiva perché operava unasintesi fra il cromosoma Ac-ciaierie e una cultura di altrotipo. I fatti hanno dimostratola validità del ragionamentoconfermando che le contami-nazioni portano migliora-menti complessivi. Questaper Andrea ma anche per loStato multietnico».

Roberto R.(Ex militante Pd):

«Andrea è stato uno dei mi-gliori segretari di Federazio-ne degli ultimi anni. Prepara-tissimo in politica nazionalee internazionale oltre ad ave-re una capacità organizzativadi tutto rispetto. Ha saputo,inoltre, reggere la segreteriaregionale in un momento dif-ficile e oggi ricopre un inca-rico di grande rilievo nellaNato. Altri tempi quandoc’eri te in Federazione! Tem-pi che purtroppo oggi…».

Dicono di lui

L’Operazione «Strade Sicu-re» è cominciata il 4 agosto2008 per rafforzare il con-trollo sul territorio e controla criminalità ed eventualiattacchi terroristici.Nell’ambito della missionei militari italiani sono inter-

venuti anche a L’Aquila do-po il terremoto del 2009, aMilano per l’Expo 2015, inCampania per l’emergenza«Terra dei Fuochi», in Val diSusa a protezione dei can-tieri della Tav e per il Giubi-leo della Misericordia.

SapereSTRADE SICURE

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24 settembre - ottobre - novembre 2017

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Agenzia Entrate, ma dove sei? Per chi arriva da fuori Piom-bino, mi dite come fa a saperedove si trova l’Agenzia delleEntrate? Uno dovrebbe avereil senno di chiedere ad unabitante della città, altrimentise segue il cartello attualeva dritto alla profumeria LaGardenia, in corso Italia. Ilcomune farebbe bene a to-gliere le vecchie indicazionie inserire le nuove.

Troppo freddoal ConadIn questo periodo di crisimolte sono le attività e leprofessioni penalizzate nellasostanza e anche nell'im-magine. Una figura emergeal di sopra delle altre, ungrande professionista di suc-cesso oberato di lavoro checarinamente, mentre telefonadirigendo la propria attività,coglie anche il momento difare felice la propria consortepretendendo un doppio bacio.Al mattino prestissimo quan-do ancora è buio la primafinestra che si sveglia è lasua ed è uno dei pochi cheinizia la propria attività conentusiasmo e vigore. Caro “Uomo Conad” grazie

per come pensi a noi e perla cura che metti nel disporrei banconi della frutta chenulla hanno da invidiare aiperfetti mercatini tirolesi...una piccola preghiera però...vedi di regolare meglio l'im-pianto di condizionamentoperchè molti di noi nell'ac-cedere nel tuo market rischianospesso la polmonite.

La forestasui binariFinalmente spiegato il perchènon è più da farsi l'interventodi arretramento binari allastazione di Piombino. Siè scoperto che, nel pianodelle iniziative pro turismo,i turisti e i croceristi in par-ticolare sono incantati aguardare lo Jungla Zoo Safariche si è creato al teminaldei binari a due passi dallafontana di piazza Gramsci.Rimangono incantati dallavarietà di piante e alberi ecespugli e attendono armatidi fotocamera che fuorie-scono le belve più feroci.Alcuni dicono che vi sia an-che una misteriosa tribù

che usa ancora lance e frec-ce e che se ne sta al sicuronel fogliame specie adessoche il momento non è deimigliori.I turisti più coraggiosi talvoltasi inoltrano approfittando dellenumerose brecce nell’anticastaccionata. Sembra che nontutti ritornino. Di notte fuo-riescono ratti giganteschi cheraggiungono la piazza vicinae si contendono gli avanzi dicibo con i gabbiani.

Teatrino del Sole,a Piombino si pagaL’iniziativa Il teatrino delSole ha presentato i suoiappuntamenti con un allegrovolantino diffuso un po’ ovun-que. Previste per il magicospettacolo di burattini efavole tutto dedicato ai piùpiccoli le tappe di CastagnetoCarducci, Livorno, RosignanoMarittimo, San Vincenzo ePiombino. Peccato che cisia una curiosa osservazio-ne… in tutti gli altri comunil’ingresso allo spettacolo ègratuito, mentre per Piombino(giardini Pro Patria) si legge

in modo ben evidente chel’ingresso per gli adulti è di4 euro e per i bambini di 2euro. In momenti di crisi co-me quella attuale, perchénon regalare come negli altricomuni un piccolo diverti-mento ai nostri figli? E lei,assessora alla cultura PaolaPellegrini… perché Piombinofa eccezione?

Pretura, il cartelloche ingannaAvete notato come a Piom-bino siamo ancora dei perfettiignoranti?All’inizio di via Fucini davantial negozio di abbigliamentoCarnevali si trova un penosocartello che recita Pretura…ma nessuno si chiede se iltermine esiste ancora? Eb-bene, da cittadino coltoposso dire che questa parolanon è più in voga da anniormai, ma è stata sostituitada Tribunale.Già, il cartello continua adesserci ad ulteriore confermadi un’altra baggianata co-munale. A Piombino il Tri-bunale non c’è più, ma siè definitivamente spostatoa Livorno ormai da tempo.Comune, un po’ più di oc-chio!

Mirabilia

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26 settembre - ottobre - novembre 2017

fatti & persone

L’Assemblea dei Soci diSei Toscana, la societàche gestisce il ciclo in-

tegrato dei rifiuti urbani nel-l’area dell’Ato Toscana Sud(105 comuni delle provincedi Arezzo, Grosseto, Sienae della Val di Cornia) ha ap-provato il bilancio dell’eser-cizio 2016 che chiude conun utile netto di circa 1,5milioni di euro.Il valore totale della produ-zione supera i 170 milionidi euro, registrando un au-mento di quasi 5 milioni ri-spetto all’anno precedentedovuto all’acquisizione deiservizi nei sei comuni livor-nesi della Val di Cornia. Dal

punto di vista industriale nel2016 ha gestito complessi-vamente oltre 533mila ton-nellate di rifiuti urbani in unbacino di 900.388 abitanti. Nel 2016 gli investimentihanno raggiunto oltre 7 mi-lioni di euro a testimonianzadell’impegno della societàper garantire un servizio piùefficace. Sono stati acquisiti50 nuovi mezzi per la raccoltae lo spazzamento; circa15mila nuovi contenitori perrifiuti per un investimentocomplessivo che supera unmilione di euro.Oltre ad interventi di ri-strutturazione sulle strut-ture a servizio della raccolta

come cantieri, sedi opera-tive e stazioni ecologiche,con un investimento di cir-ca 1.700mila euro. A livello di forza-lavoro, SeiToscana conta al 31 dicem-bre 2016 su 993 dipendenti,di cui 779 operai. Nel corsodel 2016 ha attivato nuoviservizi di raccolta su vastaarea che proseguirà anchenel prossimo futuro. Nel2016, circa 25mila cittadinisono stati interessati da at-tivazioni di nuovi servizi diraccolta domiciliare e stra-dale. In aggiunta anche leaperture di nuovi centri diraccolta/stazione ecologicaitinerante.

A San Vincenzo è stata inau-gurata con la presenza delsindaco Alessandro Bandini,l’innovativa criocamera mul-tiposto firmata da Sapio Lifee installata per il periodoestivo al camping Park Al-batros. Tutti gli ospiti del camping,e tutti coloro che lo desiderano,potranno sperimentare i beneficiche le bassissime temperaturepossono offrire. Sedute damassimo 3 minuti ciascunaa temperature comprese trai meno 80°C e i meno 130°C,infatti possono aiutare a ridurrele infiammazioni e migliorarenon solo il benessere psichicoe fisico, ma anche l’aspettodella pelle. Stefano Lampati, direttoredel Park Albatros ha sotto-lineato: «È una iniziativaimportante, non solo per inostri ospiti, ma anche undispositivo utilizzato oggidai più importanti sportividel mondo!».

Criocamera al Park Albatros

Furti ogni notte, decine inun mese. I ladri che sac-cheggiano le auto in sostaè diventato un incubo pertutta la provincia. Le denunceai carabinieri si moltiplicanoe le pattuglie notturne rad-doppiano. I malviventi spesso riesconoad aprire la portiera con abi-lità facendo sparire oggettivari, anche computer portatilio Ipad. Poi c’è il giallo dei librettidi circolazione: sono statiritrovati aperti. I ladri pensanoche dentro il libretto ci pos-sano essere delle banconote.Pare che i vetri delle autovengano ridotti in frantumi,un vero scempio per i poverimalcapitati vittime di veri epropri delinquenti.

Furti in autola paura dilaga

Ecco il bilancio di Sei Toscana

Don Luigi Castelli, cinquan-t’anni fa realizzava la suavocazione sacerdotale. Primacappellano alla Chiesa dellaMisericordia di Piombino, poiparroco alla Parrocchia delCotone, in seguito diventaRettore del Seminario di Mas-sa Marittima. Nel 1979 vienenominato parroco della Con-cattedrale di Sant’Antimo inPiombino.Nel suo percorso religiosoha realizzato un Circolo Cul-turale, una Libreria e unMuseo di arte sacra, coin-volgendo e responsabilizzandoun gran numero di personealla fede.Oggi la comunità festeggia

con lui l’importante traguardospirituale, ma soprattutto loringrazia dell’affetto e amicizia

dimostrati. Un sincero augurioe un sentito grazie anche daparte di Costa Etrusca!

Il bel percorsodi Don Castelli

Don Luigi Castelli con l’on. Enzo Polidori

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fatti & persone

Sono state assegnatea Roma alla presenzadella Sottosegretaria

all’Ambiente, Silvia Velo, leSpighe Verdi 2017. Venti-sette le località rurali, in un-dici regioni italiane che po-tranno fregiarsi del preziosoriconoscimento. E la Tosca-na, assieme a Marche eCampania, è tra le regionicon più località premiate:Bibbona, Castagneto Car-ducci, Fiesole, Massa Ma-rittima e Castel-lina in Chianti. Connubio fraambiente eagricoltura diqualità rappre-senta un nuovomodello di svi-luppo capacedi creare occu-pazione tutelan-

do il territorio.La Velo ha spiegato: «SpigheVerdi è un efficace strumentodi valorizzazione del patri-monio rurale che nasce dallavolontà di arrivare a una ge-stione sostenibile del terri-torio attraverso una politicabasata sull’attenzione, lacura per l’ambiente e la so-stenibilità in campo agricolo.Grande soddisfazione quindiper i comuni di Bibbona eCastagneto Carducci».

Spighe Verdi 2017

Stefano Martini, alias RichiMartini nasce a Massa Marittimanel 1963. A 5 anni inizia a se-guire tutte le manifestazionimusicali con grande interesse.Inevitabile il suo debutto aRadio Piombino a soli 18 anniintervistando noti nomi dellospettacolo. Fra i tanti artisti: Pamela Prati,Renato Zero, Umberto Tozzi,Lucio Dalla e molti altri. Conalcuni è nata una vera amiciziacome con Rosanna Fratello,Marina Occhiena e Marco Ma-sini. Ogni sabato mattina haun ospite famoso nel suo pro-gramma.

A soli 18 annisu Radio Piombino

La nostra apprezzata collaboratrice Licena PizziMaccanti ha presentato il suo ultimo libro“L’abisso e le vette del cielo” alla SalettaRossa del comune di Piombino. Il romanzo diLicena scritto sotto la forma di diario, è dedicatoal figlio Graziano, scomparso prematuramenteanni fa. Il sindaco Massimo Giuliani ha presenziatoalla serata con una filosofica spiegazione sullatoccante opera.L’evento è stato coordinato da Ado Grilli, inseguito è intervenuto anche Emilio Guardavilla,autore della bellissima prefazione del libro.Il direttore di Costa Etrusca Ivio Barlettaniha partecipato con un simpatico racconto ri-guardante il primo incontro avvenuto conLicena, mentre Francesca Ghiribelli, poetessae collaboratrice della nostra rivista ha letto

alcuni brani tratti dall’opera intervenendo conuna breve recensione sul romanzo. Una presentazione ricca di profonda commozioneha lasciato un importante messaggio morale atutte le madri orfane del mondo. Licena attraversoil continuo dialogo con il figlio è riuscita amantenere viva la sua presenza, nonostante laterribile perdita l’abbia fatta morire dentro oramaitanti anni fa.

Il nuovo libro di Licena Pizzi Maccanti,“L’abisso e le vette del cielo”

Inaugurato il monumento a PicitrìPicitrì, la scultura in terracottadel maestro Flavio Melani, èstata collocata davanti allapiccola chiesa dei Diaccioni.È un'opera d'arte molto sug-gestiva, perché capace ditrasmettere i forti sentimentidel ricordo, della fedeltà edell'amore. Sentimenti chegli amici di “Quelli che... aiDiaccioni” vogliono stimolare

alla loro comunità, attraversotutte queste loro apprezzateiniziative.All'inaugurazione erano pre-senti, oltre ai tanti abitantidel quartiere e a Flavio Me-lani, il vicesindaco StefanoFerrini, l'assessora Paola Pel-legrini, Patrizia Becherini, Da-niele Bientinesi, Pablo Gorinie Daniele Toncelli.

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settembre - ottobre - novembre 201728

fatti & persone

Alfio Callai - l’uomo daimille mestieri - ha fe-steggiato con gli “amici

veri” il tanto ambito traguardodei 90 anni. Il suo curriculumè veramente ricco e ammire-vole. Fin da ragazzino ha iniziatoa darsi da fare con i più dis-parati mestieri: il garzone dibottega dal barbiere Chiappini,in corso Italia, senza dimen-ticare che per parecchi annifu il ragazzo di fiducia dellatabaccheria Gagliardi in piazzadei Tre Orologi, (oggi meglioconosciuta come piazza Gram-sci, ndr). Successiva mansione,e non meno importante, quellacome operaio in una dittaedile, mentre nel 1949 vieneassunto alla Magona, dallaquale nel 1953 fu licenziatoper la grave crisi industriale. Il mitico Alfio quindi non si èmai dato per vinto e si è sem-pre mantenuto attivo grazieai tanti lavori saltuari: avventizio

al porto, scaricatore di sardinealle zaccarene, fino a quandoriesce finalmente a sbarcaredignitosamente il lunario. Nel 1973 viene infatti nuo-vamente assunto in Magonaper giungere alla meritatapensione con la qualifica dicapo - imballo. Negli anniSettanta entra nello staff diTelepiombino (memorabile lasua trasmissione S. comeSport). In seguito diventa con-temporaneamente collabora-tore del Tirreno e di CostaEtrusca con il nostro direttoreIvio Barlettani. Nel suo passatosi aggiunge anche un’altranota di merito come infaticabile

organizzatore dei pullman ditifosi al seguito della squadradi calcio del Piombino durantele trasferte. Infine essenziale e significativol’incontro con Adriana, chelui definisce con un evidentetrasporto nello sguardo, “l’a-more della mia vita”. Ma que-sta è tutta un’altra storia…

Nella foto: in primo piano dasinistra Callai, Agroppi, Pierozzi,Barlettani. In piedi da sinistraCarrara, Dalle Mese,Tanfani,Mazzola, Adorno, Cerri. Nonè mancato all’appello neanchel’on. Enzo Polidori, seppur inritardo.

Particolari rallegramenti a Um-berto Maria Barlettani e a Mi-lena Fornai per i due nuovipiccoli arrivati, Anna e Giovanni.Care felicitazioni anche ainonni materni Claudio e Maurae ai nonni paterni Ivio e Ivana. La famiglia di Costa Etruscasi allarga, una coppia di dolcigemellini è venuta alla luceall’ospedale di Villamarina

durante il solleone estivo enon poteva far altro che na-scere sotto il segno del Leone.Due forti leoncini in attesadi “stravolgere” il mondo conil loro piccolo grande cuore. ————————-Ringraziamo i reparti di ostetricia,ginecologia, terapia intensivae pediatria dell’ospedale diPiombino e tutto lo staff per

la sua professionalità. Lo fac-ciamo con maggior orgoglio,in un momento, in cui purtropposembra sempre più probabilela chiusura del punto nascita.

Umberto Maria Barlettanie Milena Fornai

Si è tenuta attraverso laFIAF (Federazione ItalianaAssociazioni Fotografiche)la 27/a Coppa del Mondo,svoltasi in Norvegia. Sono stati scelti dieci autori,con un’opera ciascuno. Iltema trattato, “Lo Sport:un mezzo per l’integrazionedel disabile”. I fotoamatoritoscani si sono distinti piùdegli altri, infatti sono benquattro su dieci. RobertoBaroni di Piombino con lafoto “Gran Prix ParalimpicN°2”, Cesare Fancelli di Ca-sciavola (PI) con “L’ultimastoccata”, Valerio Pagni diLivorno con “Ipc 200 M.Womens” e Massimo Van-nozzi di Grosseto con “Pre-ghiera”.Il punteggio dei dieci fi -nalisti ha portato ancorauna vo l ta la coppa inItalia.

“Fotoamatore”,Coppa del Mondo

Si è svolta la prima edizionedi Raccontare Campiglia, ilconcorso letterario di raccontibrevi organizzato dall’EnteValorizzazione Campiglia.Pubblicato un volume con ifinalisti edito da Il Foglio diPiombino. Una valida giuria ha procla-mato vincitore il racconto Ilguanto di velluto di EmilioGuardavilla. Nella sezioneautori emergenti è statopremiato Luca Marconciniper Affetti collaterali.

Raccontare Campiglia

Il mitico Auguriad AlfioCallai

Sono nati Anna e Giovanni

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Tutto inizia con la causacivile presentata dal-l’avvocato Alessandro

Napoleoni che obbliga il co-mune di Piombino a cessarele intollerabili immissioni so-nore provenienti dal caniledei Macelli. Napoleoni accettala proposta d’accordo inviatadall’Amministrazione di per-manenza della struttura finoal 31 dicembre 2017. L’as-sessore alle Politiche am-bientali Marco Chiarei cambiaidea e ritira la proposta. Intanto l’assessore Clau-dio Capuano riesce a farapprovare il progetto di unnuovo canile, non più a Fio-rentina, ma a Montegemoli

(600mila euro il costo). Lastruttura sarà in grado diospitare 45 cani. A nulla èservito però il lavoro di ac-celerazione dei tempi perrealizzare il nuovo canile,infatti non tarda ad arrivare

la sentenza definitiva ap-provata dal tribunale di Li-vorno: lo spostamento deicani eccedenti il numerocinque. Nel frattempo cen-tocinquanta persone mar-ciano fino ai Macelli per

manifestare contro la chiu-sura del canile. L’Enpa diPiombino fortunatamentesi è mobilitata per due so-luzioni possibili: l’affida-mento ad amorevoli padro-ni o il trasferimento in unastruttura attiva a Campa-gnatico. A livello economico l’Enpasi accollerà i costi del tra-sporto e della gestione deicani sia in affido sia in tra-sferimento. Il tutto in atte-sa del nuovo canile previ-sto per novembre a Monte-gemoli. Possiamo vera-mente definire il canile diPiombino, il canile delladiscordia.

Piombino, il canile della discordia

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fatti & persone

La promessa della strada 398 Ecco l’annuncio conclusivo relativo all’incontro avvenutoper il progetto della strada fantasma. Quattro anni e lastrada 398 sarà percorribile a quattro corsie da Venturinafino al Gagno. La promessa questa volta è del viceministro alle infrastruttureRiccardo Nencini, della sottosegretaria all’ambiente SilviaVelo, del sindaco di Piombino Massimo Giuliani, del direttoredella progettazione Anas, l’ingegner Stefano Liani, i qualihanno illustrato il possibile cronoprogramma che dovrebbeportare all’appalto dei lavori, nel caso più ottimistico, nelprimo semestre del 2018, con consegna dei lavori dei trechilometri di strada nel 2022.Per l’aggiudicazione delle gare sono necessari circa novemesi. Si ipotizza l’avvio del cantiere alla fine del 2018 oinizio 2019. Per la realizzazione ci vorranno almeno dueanni, arrivando quindi al 2021. Da definire i tempi per la realizzazione delle bretelle esvincoli di collegamento con il porto da parte dell’AutoritàPortuale e del secondo lotto della 398 fino al porto.Il progetto definitivo di una strada attesa da tanti anni.Un’opera che riveste un’enorme importanza per lo sviluppodel territorio.

Successo per Daniele Toncelli

Grandi consensi per l’incontroculturale “I colori della vita”del pittore e nostro collaboratoreDaniele Toncelli che si è tenutonella sala Unitre di Piombinoorganizzata dal giornale CostaEtrusca in collaborazione conl’associazione Unitre. L’eventoè iniziato con una breve intro-

duzione del direttore del periodicoIvio Barlettani, seguita dallapresentazione del percorso ar-tistico del pittore esplicata dallagiornalista Francesca Ghiribelli.Toncelli ha illustrato i suoi 70anni di vita attraverso la proie-zione di numerose foto riguardantile sue opere e la sua profes-sione. Vi sono stati anche alcuniinterventi da parte dei collabo-ratori di Costa Etrusca, tra iquali Licena Pizzi Maccanti edEmilio Guardavilla. L’artista Ro-berto Fiordiponti ha riservatouna speciale sorpresa al pittorededicandogli una simpatica ca-ricatura. Alla fine è stato estrattoa sorte un nome fra tutti ipresenti all’evento che si è ag-giudicato un quadro del pittoreDaniele Toncelli.

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di Emilio Guardavilla

Era cominciato tutto al-l’alba della vigilia diPasqua del 1936. Alle

prime luci di quell’11 aprile,il Callai, il Mazzei, il Pescinie il Colombi erano appenasmontati dal turno di notte inMagona. Il programma dellagiornata era chiaro. Durantele dodici ore di lavoro erastato stabilito ogni dettagliodella battuta di pesca dell’in-domani. Partenza da Marinaappena smontati, prua versoFollonica e bolentino comese non ci fosse stato un domani.Boghe, cazzi di re e triglie.E se tutto andava bene qualchesarago da porzione. Pesce po-vero ma fresco. Per i bimbie le signore, un pranzo di Pas-qua coi fiocchi.Gli avvisi di burrasca eranostati diramati con i tempi e imodi che la tecnologia del-l’epoca imponeva ed eranostati recepiti con quelli dettatidalla voglia di mare e dal de-siderio di fare qualcosa dibello per le famiglie. In verità,i dubbi sul salpare o non sal-pare c’erano stati. I se e i masi erano rincorsi in reparto,negli spogliatoi e alla portineriadi Magona. Un’unanime «Cosavuoi che sia!» aveva fugatoogni perplessità sul da farsi.Uno doveva pensare all’esca,uno alla colazione, e gli altridue diretti a Marina a preparareil gozzo. Il compito più im-portante: la sugnatura di remie scalmi, mazzere da legare

e calamenti da armare. Tuttodoveva essere a punto primadi prendere il mare. «Ma dove vai che domani èPasqua» aveva esordito la si-gnora Fedora Ducci in Callaiquando il marito le aveva ac-cennato ai piani dell’allegracombriccola. Con una scrollatadi spalle, Mario Callai, 52anni temprati dall’acciaio la-minato, aveva risposto a mo-nosillabi indecifrabili ed avevasalutato amabilmente la mogliee la prole. Non curanti delleattenzioni dei rispettivi affetti,il Mazzei, il Pescini e il Co-lombi avevano fatto altrettanto.

Aveva appena albeggiato cheerano tutti a bordo. I Gps egli ecoscandagli non eranonemmeno nei sogni degli in-gegneri. Apparecchi come glismartphone o altri dispositivimobili, bestemmie da far an-dare all’inferno. Unici inter-locutori affidabili, il cielo eil mare. Ma, a quell’ora, ilprimo dormiva e il secondonon parlava ancora. Intorno a mezzogiorno, comesuccede da che mondo è mon-do, il tempo fece girasole. Sulgozzo a remi dei quattro siparlava di tutto tranne che diburrasche. Boghe e mendole

venivano su come fiori, la co-lazione era ottima abbondantee al ritorno li aspettava ungiorno di festa. Da qualcheparte davanti alla Sterpaia, inquattro e quattr’otto il fini-mondo. Mare come i monti,acqua sopra e acqua sotto, ilgozzo di legno divenne unguscio di noce e prese il marea tutte le vie e resistette, pre-sumibilmente, poco o nienteall’ira funesta del grande fratelloblu. La dinamica del naufragioci è ignota. Nessuno ha potutoraccontarla a noi e, tantomeno,al piccolo Alfio Callai cheoggi ricorda tutto come sefosse successo ieri. Arrivò laPasqua, il Lunedì dell’Angelo,e tutti i giorni della settimanasuccessiva. Poi un’altra e un’al-tra ancora. E poi un mese eun mese ancora, ma nessunoseppe più niente dei quattromagonisti andati per mare allavigilia di Pasqua.Una cosa è certa, il Colombiebbe la morte più lenta ecrudele di tutti. Era un grandenuotatore e di sicuro, primadi rendere l’anima, avrà datomigliaia di bracciate per por-tare in salvo se stesso e isuoi compagni di sempre. Ilsuo corpo fu ripescato da unretone in bocca di Corniadopo quattro settimane. IlCallai, poco dopo, fu ritrovatosu una spiaggia di San Vin-cenzo. Solo la moglie Fedorafu in grado di riconoscerlo,ma solo dagli effetti personali.Il Mazzei e il Pescini nonfurono mai ritrovati.

Tragedie del mare: quella sciagura alla vigilia di Pasqua Quattro magonisti annegano

nel golfo di Follonica

Drammatico naufragio nelle acque toscane.Improvvisamente il finimondo alla Sterpaia,una battuta di pesca finita in disgrazia

Continua anche in questo numero di Costa Etrusca la com-memorazione delle tragedie del nostro mare. Dopo aver ri-evocato le drammatiche vicende dello squalo di Baratti, del-la sciagura del Moby Prince a Livorno e il naufragio dellaCosta Concordia all’isola del Giglio, è oggi la volta di un al-tro drammatico incidente marittimo avvenuto nel lontano1936, proprio nelle acque del golfo di Follonica. Era la vigi-lia di Pasqua. La sciagura ebbe come protagonisti quattro amici piombi-nesi, magonisti e appassionati di pesca e si consumò du-rante una battuta di pesca dell’allegra combriccola. Al largodella Sterpaia, improvvisamente, si scatenò la tempesta ein breve tempo il piccolo gozzo affondò e i quattro amiciscomparvero nelle acque. Una vicenda ormai dispersa nei bassifondi delle cronachedel comprensorio e sconosciuta alle giovani generazioniche vogliamo riproporre per rendere il giusto omaggio allamemoria dei deceduti e al lutto di familiari e amici. Ildrammatico naufragio è stato raccontato dal noto AlfioCallai, da sempre nostro apprezzato collaboratore, piombi-nese doc che, alla tenera età di otto anni, perse nell’inci-dente il babbo Mario.

settembre - ottobre - novembre 201730

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diMarcello Cardinali

Con l’arrivo dell’au-tunno la spiaggia deidelfini di Monkey

Mia (pubblicata nel prece-dente numero) lascia il postoalla storia di Arthur. Il canerandagio da sempre vissutonella giungla amazzonicadell’Ecuador che si è aggre-gato ad una squadra di atletisvedesi, nell’Amazon Race,una gara di velocità su terreniimpervi con sportivi di diversenazionalità. Tutto ha inizio con un sem-plice gesto di compassione.Uno del gruppo, Mikael Lind-nord, durante una breve sosta

apre un barattolo di polpette,l’unico cibo a disposizione.È in quel momento che notanei paraggi un cane sporcoe ferito. È proprio Arthur.Impietosito, gli offre unapolpetta, che il cane mangiasubito con soddisfazione. Daquell’istante i loro destinisaranno uniti per sempre. L’animale invece di spariresubito dalla circolazionesegue la squadra in ogni passodel tortuoso tragitto. Oredopo giunge il meritato riposo

ed Arthur si addormenta alloro fianco. L’ultimo tratto prevede unpercorso con il kayak su uncorso d’acqua. Il cane è sem-pre più debole. Ma ecco ac-cadere l’impensabile: Arthursi lancia nell’acqua freddae nuota verso di loro, con leultime energie a sua dispo-sizione. Il gruppo commossolo mette in salvo. La poverabestiola tutta bagnata sta tre-mando, così Mikael si togliela giacca per avvolgerla in-

torno ad Arthur. Da quandoi loro sguardi si sono incro-ciati è stato amore a primavista, così l’uomo decide diadottarlo e portarlo con séin Svezia. Arthur ora godedi ottima salute e vive conil suo nuovo padrone. Unastoria di lealtà e coraggiodavvero indelebile.

Arthur, dalla giungla alla fredda Svezia

Cane randagio partecipa all’Amazon Race. Incontra un gruppo svedese nella giungla. Ora i loro destini saranno uniti per sempre

di Manuela Minichino

Con l’arrivo dell’autunnogiungono i primi acciacchi

anche per i nostri animali.Ecco dei semplici e attentiaccorgimenti.Cani - Diminuzione delle tem-perature e aumento dell’umi-dità procurano raffreddori etracheiti. Attenzione a sintomicome diarrea o dolori articolari.Rappresentano un’ottima pre-venzione medicinali omeopaticispecifici che fortificano il si-

stema immunitario. Evitaresbalzi di temperatura fra am-bienti esterni ed interni, percani di piccola taglia usareappositi cappottini. Mantenereun sano moto con passeggiatequotidiane. Per la pulizia diautunno lavare tutto il lorocorredo. Gatti - Stessi accorgimenti sopra

elencati. I gatti però devonoessere ben curati nella loro ali-mentazione, perché inizierannoa mangiare di più e moltospesso. Un modo per smaltirela fatica del caldo appena tra-scorso e affrontare megliol’arrivo dei primi freddi. Si rac-comanda una dieta a base pro-teica molto più ricca di grassi,

vitamine e sali minerali. Carnirosse o bianche è indifferente,adatto anche pesce accompa-gnato da piselli o carote. Nondevono mancare dolci attenzionie giochi. Essenziale l’acquafresca, la ciotolina deve esseresempre piena.L’autunno è anche tempo dimuta, esistono tipi di spazzoleapposite per ogni genere dipelo. Un’attenta cura preparala crescita per un manto piùforte e utile a prevenire il freddoinvernale.

Cani & Gatti

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di Consalvo Noberini

Amare la propria città,significa respirarneogni alito di vita, co-

noscerne ogni angolo più na-scosto, essere orgogliosi dellasua storia; vuol dire diventarneparte integrante, accettarnepregi e difetti. Queste pagineche parlano della mia città,sono il frutto di pensieri natidurante il mio vivere quoti-diano: le passeggiate, gli in-contri, i momenti di riflessione.Una dedica è d’obbligo, e vaa tutti coloro che voglionobene a Livorno e l’accettanocosì com’è.

Come sono belle le bimbedella mia città quando pren-dono il sole al viso nelle

giornate primaverili, quandomostrano la loro carne vel-lutata e chiara, quando rido-no e le loro labbra carnose egaie hanno voglia di baci,quando parlano con quellefrasi aperte e asciutte, quan-do pronunciano quelle frasi

piene di epiteti labronici,quando mostrano i loro fian-chi rotondi e fecondi, quan-do nascondono le loro natu-rali bellezze sotto abomine-voli bomber, voluminosijeans, quando imprigionanoi loro piedini in militareschi

scarponi anfibi.Che calli ci devano ave’ cer-te bimbe della mi’ città a’ lo-ro poveri piedi! Come sono di moda i ragaz-zi della mia città con i loromotorini colorati compratiquasi sempre a rate, conquei caschi neri, bianchi,rossi talvolta di sangue, conquelle scarpe da basket gi-gantesche, alte, sporche.Che puzzo di piedi bimbidella mi’ città.Come sono belli i ragazzidella mia città con i loro ca-pelli corti o lunghi, con i lo-ro wind surf, quando volteg-giano sulle onde dei tre pon-ti, quando li vedi prepotentisulle loro moto da cross, no-velli centauri, acrobatica-mente in bilico nel pericolo;quando sono a bordo dei lo-ro pick up, che se c’era lui,l’avrebbe ‘hiamati “ca-mioncini ‘or pianale”, eostentano la mitica figura diJames Dean, quando, comeramarri al sole, s’imbevo-no di raggi caldi e oziosi enon sanno come passare illoro tempo da tanti vaini‘he c’hanno e da tanti pas-satempi che hanno provato.

Noberini: respirando Livorno «Che calli ci devano ave’le bimbe della mi’ città» Stringono i piedini in militareschi scarponi. Belli i ragazzi quando volano sulle onde!

Gli scarponi anfibi delle bimbe di Livorno

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settembre - ottobre - novembre 2017

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Venerdì sera alle cinqueha staccato dal lavoroed è andato finalmente

in ferie per dieci giorni. Ierisabato è partito con la fa-miglia da Lambrate e dopoun faticosissimo viaggio èarrivato nel tardo pomeriggioalla sua agognata meta: labellissima, mitica, favolosaSan Vincenzo.L’appartamento che Giacominoha affittato per 1300 eurosu airbnb si è rivelato un po’deludente. A parte i mobilie le attrezzature risalenti aglianni Sessanta, ha scopertoalcune amene caratteristicheche su internet non eranosegnalate: il ristorantino aventi metri sopravvento, dalquale provengono giorno enotte un rombo di ventilatoree intensissimi miasmi di oliofritto, e la mancanza di par-cheggi gratuiti nei dintorni,con relativo obbligo di lasciarel’auto a cinquecento metridi distanza.Vabbè, ma a San Vincenzoci si viene per andare sulmare, mica per stare in casa.E la spiaggia è vicinissima,a meno di cento metri, quindichissenefrega della TV coldecoder, del fritto e del par-cheggio.Appena disfatte le valigie,Giacomino, la moglie e iragazzi sono andati tutti allavicinissima spiaggia per vederedove potersi piazzare la mat-tina dopo. Sorpresa! La co-siddetta “comoda spiaggialibera a disposizione” propa-gandata su airbnb è uno strac-cio di 15 metri di larghezza,che è anche il passaggio pub-blico, dove si ammassanoalla rinfusa schiere di disperaticalpestati da chi cerca di ar-rivare alla battigia.Gli enormi stabilimenti balnearisui due lati (con grandi cartellidove vantano di essere “ti-nozza free”) praticano prezzida amatori che prosciughe-rebbero il budget di Giacominoe inoltre, a parte gli altoparlantiche sparano in continuazionemusicaccia a 90 decibel, han-no ombrelloni disposti secondo

le misure standard delle celledelle carceri del Ruanda, deltutto impraticabili da chi,come Giacomino, soffre diuna leggera forma di clau-strofobia.Vabbè, fortunatamente a SanVincenzo c’è perlomeno lameravigliosa spiaggia di Ri-migliano, lunghissima, splen-dida, dove c’è posto comodoper tutti. Si dovrà prenderetutti i giorni la macchina, fareun po’ di fila la sera e im-pazzire per ritrovare al ritornoun parcheggio, ma insommapazienza. Una bella giornatadi mare a Rimigliano fa scor-dare tutto.E così stamattina alle diecie mezzo Giacomino, mogliee i due bimbi, sono usciti dicasa belli pimpanti, portandosidietro, fino alla macchina,ombrellone, seggioline, asciu-gamani, borsa termica refri-gerata col pranzo preparatoall’alba dalla moglie, e bottigliedi acqua e di vino.Dopo venti minuti l’entusiasmoera un po’ scemato. La Prin-cipessa era già piuttostopiena. I posti liberi dove par-cheggiare erano ancora nu-merosi, ma tutti dalla parteopposta del mare, al sole,sullo sterrato e tutti dietrouna minacciosa linea blu chesignificava evidentemente “apagamento”.Parcheggiato finalmente sulghiaino blu, Giacomino oranon sapeva che fare. Va bene“a pagamento”, ma dove, co-me, quanto? Nessun cartelloo macchinetta mangiasoldi

in vista a perdita d’occhio. Finalmente aveva fermato unciclista che, dopo aver investitosulla pista ciclabile tre adultiun bambino e due cani, mar-ciava ora sulla carreggiatastradale cercando inutilmentedi suicidarsi, incerto se farsiarrotare da un camion oschiantarsi contro uno sportelloaperto d’improvviso. Da luiaveva appreso che gli parevadi aver visto una macchinettadei biglietti, nascosta fra leauto parcheggiate, circa tre-cento metri più a nord.Lasciata la famiglia in fiduciosaattesa si era incamminato alsole lungo la strada, con unocchio continuamente allespalle, fermandosi schiacciatocontro le auto in sosta, ognivolta che vedeva arrivare uncamion o un autobus che lofrisavano in un turbinio dipolvere e di ghiaino.Arrivato stressato, ma mira-colosamente incolume allamacchinetta, aveva appresoche per arrivare a sera comedesiderava, occorrevano benotto euri, e tutti in monetaspicciola,. Niente banconote,niente bancomat, niente diniente. Ma lui in tasca dispiccioli aveva solo 1 euroe cinquanta. E ora?Giacomino, ormai profonda-mente depresso, a quel puntoera incerto fra prendere acalci la macchinetta fino asbarbarla, pisciare nella fes-sura dei soldi sperando cheil meccanismo esplodesse,oppure suicidarsi buttandosisotto la prima macchina in

arrivo. Poi aveva realizzatoche dovendo suicidarsi sa-rebbe stato più di soddisfa-zione fare prima almeno unastrage dei sadici responsabili. Infine aveva deciso di tele-fonare alla moglie e saputoche lei aveva sufficiente mo-neta era tornato dove avevalasciato la famiglia e, presigli euri spiccioli, era tornatoalla macchinetta, fatto il bi-glietto da 8 euro e poi ritornatoalla macchina a mettere ilticket sul cruscotto. Quasimezz’ora e milleduecentometri avanti e indietro, quasitutti nella carreggiata stradale,scansando auto, camion eautobus.Finalmente ora potevano an-dare in spiaggia, anche sea Giacomino erano passatetutte le voglie di mare e dentrodi sè fantasticava inveceormai solo di stragi e carne-ficine.Stasera, dopo avere fatto lasua doverosa coda di rientro,parcheggiato quasi alla Piana,trascinatosi per un chilometroa piedi con la famiglia e contutta la mercanzia da spiaggiafino a casa, rintanato nel suoaccogliente alloggio airbnb,nel divanetto sfondato, davantialla sfarfallante tv analogica,con la musica e il vocio del-l’adiacente festival della triglia,che coprono ogni altro suono,coi vestiti, tende e coperteintrise di puzzo di fritto e dipelle bruciata di pesce.Giacomino sta rimuginandocupo sull’impresa impossibiledi andare avanti altri novegiorni a quel ritmo, ancoraincerto fra compiere domaniuna strage epocale, o ripiegareinvece su una semplice de-finitiva ecatombe. Però una decisione definitivaalmeno l’ha presa. L’annoprossimo non ci sono santi:tutti all’Idroscalo di Linate.Spiaggia vicina, economica,tranquilla e soprattutto comodae riposante.Altro che bandiere (e stri-sce) blu dei miei cojoni.Crocione!

giacomino

Alloggio in affitto con mobili antiquati tra rombodel ventilatore, olio fritto e parcheggio lontano.“L’anno prossimo in ferie all’Idroscalo di Linate”

Giacomino con la famiglia dalla Lombardia al nostro mare

San Vincenzo, vacanza da incubo

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Fesso chi lEGGEdi Fabio Canessa

Anche i writer e leloro scritte sui mu-ri hanno attraver-

sato una mutazione an-tropologica e grafica. Neidecenni passati la scrittaproclamava con forza odie amori, imponendo allosguardo dei passanti lasua verità, con l’obiettivodi disturbare chi la pen-sasse diversamente. L’i-dentità di chi imbrattavai muri era facilmente in-tuibile: fascisti e comunisti,eterosessuali e omoses-suali, fedeli e bestemmia-tori, juventini e interisti,pisani e livornesi facevanoa gara in un’orgia di bottee risposte per squadernareai quattro venti il lorocredo granitico. Oggi, nellacrisi generale di ogni credoe nella tiritera, soprattuttopolitica, del “sono tuttiuguali” (in senso negati-vissimo), quella energicasicumera è andata per-duta, lasciando spazio adubbi e smarrimenti. Comenella letteratura, al poetavate si è sostituito il writerscoglionato che, anzichéfare proseliti, si mostraal contrario bisognoso dicertezze e in cerca dipunti di riferimento. Lavelocità espressiva è ol-tremodo preziosa per ilwriter, sempre ansiosodi terminare l’opera primache passi qualcuno chelo vede… 

Manca l'apostrofo su “po”, ma ilmessaggio è chiaro e altrettantoamaro e disperante: orfani delleideologie pubbliche, non possia-mo neppure più abbandonarci alprivato dei sentimenti. Gli inna-morati sono al riparo dalle tem-peste che minacciano il mondo,cantava Lou Reed.Ma se lei fa addirittura più schifodella già grama esistenza, non c'è

davvero scampo. Partiti dallo stil-novismo della donna angelo e pas-sati per le migliaia di scritte eroti-che con disegnacci porno acclusi,siamo finiti alla desolante consta-tazione che medicare le ferite del-la vita tra le braccia dell'amata/osignifica cadere dalla padella nel-la brace.Pessimismo cosmico in chiave diironia sarcastica.

Primo premioDOVE NON C'E' UN SOGNO TANTO VALE STARE SVEGLIO

Il sonno della ragione produce mostri, era il motto di quando credevamonelle ideologie. Dopo i regimi terribili del Novecento, il nazismo hitlerianoe il comunismo stalinista, si è capito che anche le veglie della ragione pos-sono produrre mostri. Oggi tocca a questo writer interpretare al megliola fine delle ideologie, con una scritta disincantata che registra l'amarez-za di chi non ha più sogni in cui credere e opta per una veglia più rasse-gnata che ragionata. Una lapide tombale sulla speranza nel futuro, ispi-rata da un lucido disinganno che affida a un muro di pietra la denunciadel muro di gomma di una società senza sogni. Pessimismo vigile sottil-mente nostalgico.

Secondo premioLA VITA FA SCHIFO MA TU UN PO DI PIU'

34 settembre - ottobre - novembre 2017

Dal writer esistenzialista leopar-diano a quello impegnato nellacontrocultura. Così poco umile ecosì gonfio di autostima da essereconvinto che la vera controinfor-mazione è quella delle scritte suimuri, balsamo salvifico delle bugiedei giornalisti venduti e asservitial potere. Sarà! Se non altro lui in-travede almeno, rispetto agli altri,uno spiraglio di speranza e verità

ed esalta indirettamente il ruolodi questa nostra rubrica. Ma cisembra il più anacronistico, per-ché muri e giornali sono stati or-mai sostituiti dal web: possibilenon abbia tenuto conto che l'infor-mazione oggi passa soprattuttodai social network e dai blog? Pes-simismo vintage fuori tempo mas-simo con denuncia ingenua da an-ni Settanta.

Terzo premioLE VERITA' SUI MURI, LE MENZOGNE SUI GIORNALI!

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di Ivio Barlettani

Siamo già alla tredi-cesima edizione –

non ce ne eravamo nean-che accorti – il tempopassa e siamo ancorauna volta qui a raccontare“Un giorno… insieme”,la manifestazione orga-nizzata da Costa Etruscadedicata ai diversamente

abili, agli anziani, ma an-che a tutti gli amici e so-stenitori del giornale. Questa volta è stata dura!La crisi dell’industria hafatto “cadere” alcunisponsor di sempre pre-senti con i loro contributi.Anche la Unicoop Tirreno– comprensibilmente -per la crisi di cui tuttisappiamo, ha dovuto ri-

durre il budget. Ed allora?Sospendere l’evento vo-leva dire deludere tuttiquei ragazzi delle varieassociazioni che da sem-pre attendono il fatidicogiorno dell’amicizia.Così, ci siamo stretti lacinghia (per usare le pa-role dell’amico Paolo Ber-tini) e con rinnovato en-tusiasmo ci siamo buttati

di slancio nella nuovaavventura. E tutto, incre-dibilmente, come d’in-canto si è svolto nel mi-gliore dei modi raggiun-gendo fra l’altro, il recorddelle 520 presenze alpranzo sociale.Grazie a tutti e comesempre appuntamentoal prossimo anno, se Diovuole.

36 settembre - ottobre - novembre 2017

speciale

Tred

icesim

aEdizione

2017eravamoin... 520

SuperRecord!

16 Giugno 2017

“Un giorno… insieme”organizzatoda Costa Etruscadedicatoai diversamenteabili, agli anziani,a tutti gli amicie ai sostenitoridella testata

L’entusiasmodel direttore

ha contagiato lo staff:e come d’incanto…

ecco la festa!

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Alla tredicesima edizione di “Ungiorno… insieme” di venerdì

16 giugno 2017, organizzata daCosta Etrusca, hanno contribuito iprincipali sponsor: ArcelorMittal,Unicoop Tirreno, Etrusca Profilati,Tenuta Poggio Rosso, Ciasa, sta-bilimento balneare La PrincipessaSan Vincenzo, Galassi Immobilia-re, Biagi Ascensori, ScognamiglioGioielleria e Pizzeria Tonino. Hanno inoltre collaborato e parteci-pato: l’Associazione Cultura e Spet-

tacolo Riotorto, Associazione Cultu-rale Comunità Irpina, gruppo Scout,Associazione Ciasa, Spazio H (Piom-bino), Spazio H (Venturina Terme),La Provvidenza, Associazione Le Mu-se – Accademia Arti e Spettacolo diGianna Martorella, Area Soci Coop,Uisp, Avis, Opera Padre GiustinoSenni, Residenza Sanitaria Assistita(Campiglia) Cuore Liburnia Sociale,Associazione Ci sono Anch’io, Cen-tro diurno Nuvole e Colori San Vin-cenzo, Associazione Gdeim Izik di

solidarietà con il popolo Saharawi,Comitato Festeggiamenti piombine-se, Cst Fior di Loto Venturina Terme,San Vincenzo De Paoli, Associazio-ne Radioamatori Cb Mari e Monti,Misericordia, Pubblica Assistenza eCroce Rossa.I volontari di Costa Etrusca e delleassociazioni territoriali, Capitane-ria di porto, Polizia di Stato, Cara-binieri, Guardia di Finanza. I co-muni di Piombino e di CampigliaMarittima per il patrocinio.

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CIASACentro Incontro Aggregazione

Sociale Anziani

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Tutti al porto di SalivoliEd ecco che il porto di Marina di Salivoli di primomattino pullula di gente. I pulmini delle numeroseassociazioni partecipanti giungono in fila indianacome tante “formiche” entusiaste di parteciparealla costruzione di una giornata all’insegna dell’u-guaglianza e della solidarietà. I diversamente abi-li, gli anziani, gli amici e sostenitori di Costa Etru-sca, ma anche tantissimi bambini. Sulle banchinedel porto a porgere il benvenuto il presidente dellaCooperativa L’Ormeggio Vincenzo Dinolfo, il diret-tore amministrativo Alessandro Compiani e il con-sigliere Mario Pelagatti.

Pronti al via!Il personale del porto sotto l’occhio vi-gile della capitaneria e della polizia distato si appresta a dare inizio all’im-barco. Nel frattempo L’Avis con il suostaff e il presidente Enzo Gilardettidistribuiscono magliette, cappellini ealtri gadgets a tutti i partecipanti dellaminicrociera. Le barche piene di sorri-si sfilano sotto la torre di controllo perprendere il largo. Al comando delle im-barcazioni: Vincenzo Dinolfo, MarioPelagatti, Giuseppe Tagliabracci, An-tonio Ficozzi, Flavio Zazzeri, PieroMancini, Mario Boracelli, Andrea Bora-celli, Massimo Affinito, al comandodel rimorchiatore Phalesia della socie-tà Stmp (Servizi tecnici marittimo por-tuali) che insieme a Franco Ascione, ilmacchinista e Niccolò Magionesi, ma-rinaio hanno creato una location idea-le e perfetta per accogliere un gran-dissimo numero di ospiti. Da non di-menticare i dipendenti della segrete-ria della Cooperativa L’Ormeggio.

Verso la PinetinaAlla fine della gita nel golfo i gitanti si av-viano verso la Pinetina di Riotorto. I piniguardinghi donano ombra offrendo unospettacolo speciale allestito dello staffdi Costa Etrusca. Un vero e proprio per-corso ricco di palloncini colorati dissemi-nati su ogni albero e ogni palo per allie-tare gli ospiti e soprattutto i bambini an-siosi di scorrazzare e giocare in piena li-bertà. Festoni e bandierine ravvivano itavoli ormai pronti ad accogliere il pran-zo dell’amicizia. La pineta infine apparecome uno sciame di gente in festa. Sor-risi, mani in alto per seguire la musica eun profondo scambio di fratellanza.

settembre - ottobre - novembre 201738

Lo staff di Costa Etrusca Un ringraziamento particolare a tuttivolontari di Costa Etrusca.Ecco l’infaticabile staff: Ivio Barlettani,Umberto Barlettani, Edo Marchionni,Emilio Guardavilla e la figlia Alessia,Francesca Ghiribelli, Manuela Minichino,Ginevra Bussotti, Marcello Cardinali,Daniele Toncelli, Licena Pizzi Maccanti,Ivana Bongini e Claudio Mazzola.

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di Francesca Ghiribelli

Quest’anno la festa èarrivata in netto anti-cipo. Dai primi di lu-

glio siamo passati al 16 giu-gno! Il timore che le previsio-ni metereologiche potesserogiocare un brutto tiro c’erasempre, ma stavolta giugnoha superato ogni tipo diaspettativa… un caldo afo-so, un cielo cristallino e unmare piatto come una tavolahanno accolto la manifesta-zione di “Un giorno… insie-me”.Ancora una volta un’organiz-zazione impeccabile e tantocaloroso impegno hanno re-so il tutto una giornata dasogno! I volti di bambini, di-versamente abili e anzianiattendono con trepidazioneil momento dell’imbarco. Unevento unico e particolareche di anno in anno, pun-tualmente, si ripete e chesoprattutto per loro rappre-senta un prezioso regaloestivo da scoprire con sguar-

di pieni di entusiasmo e sod-disfazione. L’armonia creata fra i parte-cipanti è unica e nascespontanea complicità anchefra perfetti sconosciuti chesi ritrovano a condividere in-sieme la traversata. Il mareunisce, le onde cullano i sor-risi di chi è meno fortunato,il quale stringe la mano di

chi come noi, comuni morta-li vive in una stupida norma-lità tutto l’anno e semprepiù spesso si crede vincitoredella vita. Ecco, il grande evento di Co-sta Etrusca ideato dal diret-tore Ivio Barlettani fa riflette-re molto su temi fondamen-tali per la nostra comunitàcome il sociale e il volonta-riato. Dovremmo impararetanto dai diversamente abili,loro riescono a renderci piùconsapevoli di fronte alla vi-ta di tutti i giorni. La loro “di-versità” rende liberi. La ma-nifestazione ci porta a tra-scorrere un giorno all’inse-gna dell’altruismo, dove at-traverso la crociera dell’ami-cizia e il pranzo sociale, conoltre 500 persone, possia-mo intraprendere il viaggiodel sorriso. Lo stesso viag-

gio che non dovremmo intra-prendere soltanto un giornoall’anno, ma se lo facessi-mo più spesso potremo ren-dere migliori noi stessi e chici circonda.

Il viaggio del sorriso

Le fotoUn sentito ringraziamentoanche agli amici fotografiche hanno catturato contalento e precisione di det-taglio ogni momento salientedell’evento. Centinaia di fotosono giunte in redazione il-lustrando ogni particolaredella giornata. Ecco i nostri bravi fotografi,autori delle belle immaginipresenti in questo speciale:Paolo Barlettani (Pabar),Patrick Donati, DomenicoFinno, Pierluigi Galassi eGuido Morelli. Un grazieinfine al Tirreno, Nazione,Tv9, Tgcom e Italia 1.

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In colonna verso Buca delle fate

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di Ginevra Bussotti

Dopo il gustosissimo pranzosi è esibito Vittorio Valvo, ilsignore degli anelli, ma nonsi pensi ad un esperto di ore-ficeria, infatti il settantotten-ne è un campione della disci-plina della ginnastica, nellaquale molti giovani si cimen-tano usando tutte le forzepossibili (e poi nel caso ini-ziano a valutare i gioielli ve-ramente!). Vittorio Valvo haeseguito ogni sorta di eserci-zio con uno splendido sorri-so trasmettendo mille emo-zioni ai presenti e dimostran-do che tutto è possibile, per-fino iniziare una disciplinatalmente complicata a ses-santacinque anni, dopo unlavoro da camionista dive-nendo un vero portento. LaPinetina di Riotorto è statainvasa da esclamazioni e ap-plausi rumorosi ad ogni suo

movimento e ha contribuito arendere la giornata ancorapiù bella ed emozionante.All’intrattenimento dei piùpiccoli ha pensato Valter Gio-mi, responsabile del labora-torio del circo di Suvereto, siè esibito in uno spettacolocon lo scopo di avvicinare ibambini all’arte circense. Inparticolare un numero dedi-cato alla paura, all’istinto ir-refrenabile di fare un passoindietro invece di rischiare.Durante l’esibizione la paurae la vergogna erano assentigrazie all’eccellente bravuradel giocoliere. Anche i pinisembravano ridere davantialla simpatia di Valter e nu-merosi bambini hanno parte-cipato attivamente conschiamazzi, occhi incantati esognanti. L’allegria si è diffu-sa nell’aria e perfino gli adul-ti hanno sfoggiato sorrisi atrentadue denti.

Giomi e Valvo,grandi intrattenitori

“La macchina del tempo”, sx Alberto e ultimo a dx Leandro

Tanti applausi per Valter Giomi

40 settembre - ottobre - novembre 2017

Tanti successi musicali del passato e del presente inter-pretati egregiamente dal gruppo “La macchina del tempo”con Alberto e Leandro. La vivace personalità del comples-so ha intrattenuto i partecipanti con balli e canti. Bella l’in-terpretazione di Matteo Buselli e Dario Corbinelli, due gio-vani cantanti facenti parte dell’Associazione Le Muse diGianna Martorella che ha lasciato incantato il pubblico peril loro talento vocale.

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I bravi musicisti

Bimbi nei barattolimagici con Valter

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di Licena Pizzi Maccanti

Che bella festa e quan-ta armonia fra tantabella gente! Gente di

casa, della nostra cara città.Ho accanto il direttore di Co-sta Etrusca… caro Ivio, quan-to ti sei dato da fare! Per luigli anni non passano mai, ba-sta dargli in mano uno scet-tro ed è perfetto al suo postodi comando. Osservo i numerosi tavoli im-banditi e mi sembra di torna-re ai verdi anni della vita… itempi delle scampagnate frai pini e i salici piangenti difronte a un bellissimo lago diVarramista.È la tenuta dei signori Piaggioche il Primo Maggio veniva re-sa disponibile per festeggia-re l’onorato e prezioso lavo-ro. Era il tempo della giovi-nezza, l’età in cui sembrache il sole non tramontimai… E mi soffermo ad am-mirare le bandiere che sven-tolano, mentre quella italianami ricorda la forza di un popo-lo civile quali siamo. La ban-diera dell’Avis ci tocca il cuo-re e ci ricorda il sangue dona-to per aiutare l’uomo semprepiù vittima di brutte malattie.Quanta gente! Non riesco acontarla tutta. Fra non molto arriveranno an-che le autorità e il nostro sin-daco Massimo Giuliani. L’hoincontrato personalmente al-

cuni giorni fa e avrò anchel’onore di avere la sua pre-senza alla presentazione delmio ultimo libro. Sta arrivan-do anche il nostro caro pro-fessore Daniele Toncelli, checi rallegra e incanta con isuoi stupendi quadri raffigu-

ranti il respiro di vita che na-sconde la natura. È un uomodi classe e fa parte dellostaff di Costa Etrusca. Sonofelice di trovarmi insieme aicolleghi del giornale… è co-me un ritorno alla vita dellepiccole e grandi cose.

Sono qui che scrivo e intantorivedo “l’uomo di plastica”svolazzante dello standdell’Avis e mi sembra di ritor-nare bambina. Mi soffermodavanti alla grande esibizio-ne di Vittorio Valvo, un gran-de atleta che allieta e onorala festa facendo sorrideregrandi e piccini. E non biso-gna certo dimenticare il labo-rioso Edo Marchionni insie-me ad Emilio Guardavilla, al-la nostra Francesca Ghiribel-li, alla piccola Alessia, all’in-faticabile Claudio Mazzola ea Marcello Cardinali, i qualihanno organizzato molto be-ne la manifestazione di “Ungiorno… insieme”. Io facciosolo l’ospite, poi arriva un si-gnore accanto a me… è Ful-vio Murzi! Ci salutiamo conentusiasmo e affetto. Lo co-nosco da sempre, è uno sto-rico amico e ci siamo soffer-mati a parlare dei tempi or-mai andati. Ecco che vedoAdo Grilli essere premiatoper il suo forte impegno nelsociale. Mi ha consegnatouna parte dei miei libri appe-na pubblicati e io ne donosubito uno a Murzi. Sono cer-ta che lo leggerà più che vo-lentieri. La festa è finita inbellezza… tanto che già pro-vo nostalgia. Ora faremo ri-torno tutti a casa per ritrovar-ci sicuramente il prossimoanno. Grazie dell’invito, cariamici!

Minicrociera, pranzo sociale e tanta bella musica

La vera felicità è stare insieme… Quanta gente… non riesco a contarla tutta.

La festa è finita in bellezza... già sento nostalgia

Tutti a tavola al pranzo sociale alla PinetinaOttimo il lavoro dei volontari della Comunità Irpina

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di Edo Marchionni

La tredicesima edizionedi “Un giorno… insieme”2017 stavolta si è ar-

ricchita di un premio intitolatoa Franco Biegi, cofondatoredi Costa Etrusca che ci halasciati nel 2015. Un premioin denaro assegnato ad uncalciatore dell’Atletico Piom-bino, ancora in attività, AlessioFatticcioni. Due targhe sonostate invece indirizzate a Ro-lando Batistini e a Gino Ieri,due colonne portanti del calcionegli anni in cui Franco Biegiera un dirigente sportivo.Presenti durante il corso della

manifestazione e al momentodella speciale premiazione:Franchino, figlio di FrancoBiegi, sua mamma Franca ela sorella Lucia con i nipotiniFrancesco e Alessandro. Allaconsegna del premio l’ex al-lenatore Nedo Sonetti ha spe-so delle toccanti parole in ri-cordo della straordinaria figuradi Biegi, sia a livello umano,sia in ambito sportivo.“Un giorno… insieme” èuna ricorrenza speciale chescandisce momenti di toc-cante emozione, entusia-smo e serenità. Sembraquasi il backstage del film“La grande bellezza” di

Il Tirreno Piombino rappresentato dal giornalista Gianni Gorinipremiato per la sua collaborazione dall’assessora alla culturaPaola Pellegrini.

Lo scrittore Ado Grilli premiato per il suo impegno nel volontariatodalla poetessa giornalista Francesca Ghiribelli, collaboratricedi Costa Etrusca.

Maila Papi, premiata per la sua brillante carriera giornalisticaa La Nazione dall’ingegner Giovanni Carpino direttoreArcelorMittal e principale sponsor.

Nel corso della tredicesima edizione di “Un giorno… insieme”Costa Etrusca ha consegnato molti riconoscimenti a personaggidel territorio che si sono distinti per il loro importante operato. Ipremi consistono in pregiate ceramiche realizzate dall’egregioartista fiorentino Carlo Giannitrapani.Le statuette rappresentano un guerriero etrusco, quasi un’immaginepoetica, simbolo delle nostre radici che si riposa in modo solenne.In posizione seduta affiancato dalle sue armi, lo scudo e laspada, mentre la sua mente viaggia lontano nel tempo sospesatra passato e presente. Un’opera suggestiva e di alto livello.

Premio Franco Biegi, da sx l’allenatore Sonetti, Alessio Fatticcioni,Gino Ieri, Franchino Biegi, Lucia Biegi e Rolando Batistini

Le nostreradici

Tredici anni

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Paolo Sorrentino. Una gran-de bellezza naturalmentedifferente nel suo significa-to, perché si esprime attra-verso il sensibile altruismodella redazione di CostaEtrusca.Il giornale della nostra terraesattamente dal 1962 che èriuscito nel corso degli annia creare una grande macchi-na organizzativa capace diospitare il racconto di tantivolti, fra cui anche quelli deimeno fortunati per elaborareun messaggio morale di vitadavvero essenziale. Tutto preparato con metodi-ca precisione: i luoghi, i col-

laboratori, gli sponsor, lepietanze del menù, l’intratte-nimento musicale, gli spet-tacoli e una entusiasmanteaccoglienza che rende ogniospite il vero protagonista. Così anche quest’anno adarricchire l’evento c’è statoil momento delle premiazio-ni. Un modo per attestare ildovuto riconoscimento adogni personaggio essenzia-le per il valore del nostroterritorio.Una manifestazione che la-scia il segno attraverso pre-mi di rilievo e i sorrisi donatisicuramente a chi ne ha piùbisogno.

Il presidente del Ciasa, Piero Mannelli premiato per il suoimpegno nel sociale dal giornalista, critico letterario e cine-matografico Fabio Canessa.

Amplifon (Piombino, Elba, Follonica) rappresentato dal dottorPaolo Fiorenzoni e premiato per la professionalità e tecnologiaal servizio del cliente dall’assessora Margherita Di Giorgi.

Il presidente Parchi Val di Cornia Francesco Ghizzani Marcìa,premiato per la valorizzazione del territorio dal consigliereregionale Gianni Anselmi. Ritira il premio l’assessora PaolaPellegrini.

Medical Group rappresentato dall’amministratore delegatoMichele Fruzzetti premiato per l’eccellente polo sanitariodel territorio dall’onorevole e Sottosegretario all’AmbienteSilvia Velo.

Patrocinio dei Comunidi Piombinoe Campiglia Marittima

L’artista fiorentino Carlo Giannitrapani premiato per il suo percorsoartistico con una targa consegnata dal pittore Daniele Toncelli.

di successi

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Fondamentale per la realizzazionedell’evento la collaborazione del-l’Associazione Cultura e SpettacoloRiotorto capitanata da Claudio For-nai, che ha messo a disposizioneancora una volta la Pinetina comeperfetta location per la festa. Im-peccabile l’impegno dei volontariche hanno cucinato le pietanze delpranzo sociale e allestito i tavoli peroltre cinquecento persone. Ecco ipreziosi e infaticabili collaboratori

che si sono messi al lavoro ai fornel-li: Claudio Fornai, Tiziana Valeriani,Simonetta Manciulli, Egidio Corsi,Franco Gentili, Franco Bianchi, Soli-sca Mancini, Laura Martelli, TizianaRondoni, Mirna Ciurli, Daniela Mei-ni, Silvano Macii, Andrea Toninelli. Importante la collaborazione diGiovanni Fallone nel ruolo direzio-nale dalla cucina ai camerieri ai ta-voli e di sua moglie Grazia D’Arge-nio per il valido aiuto.

Prezioso il lavoro svoltodall’impegno del gruppoScout guidato da Lu-ciano Bussotti. Eccolii nostri bravi ragazzi inunifome: Silvia Bussotti,Francesco Catalucci,Lorenzo Mannocci, Mi-chela Carletti, GiuliaLambardi, Gaia Parenti.

Scout

I “nostri baldi croceristi” salutano piazza Bovio

Barlettani, Cardinali e Boracelli al timone

L’on. Velo con i

ragazzi in una s

frenata danza

Premiati e politici alla festa

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Assolutamente insostituibile anche il servizio ai tavoli della Comunità Irpina ValDi Cornia con il presidente Giovanni Di Pietro. Ecco chi sono gli infaticabili volon-tari: Giovanni Di Pietro, Carmine D’Archi, Maria Tagliacarne, Nicola D’Archi, Ade-lina Pepe, Elisabetta Guerriero, Enzo Petricci, Emilio Sorrentino, Antonietta D’Am-brosio, Rosa Pugliese.

Ad arricchire la manifesta-zione una speciale lotteriacon in palio un bellissimoquadro del nostro pittoree collaboratore DanieleToncelli. La raffigurazionerappresenta uno stupendoscorcio piombinese del por-ticciolo di Marina. L’infa-ticabile Edo ha chiamatoa gran voce il nome di Ales-sia Guardavilla, figlia delnostro collaboratore Emilio.La bambina con aria timidae al contempo estasiatasi è fatta avanti sul palco

e con la sua dolce maninaha estratto il numero vin-cente. Ed ecco vederlaprendere il microfono dallemani di Edo e ripetere avoce alta: «Il numero 10!...Giulietta!». Ebbene, il nomedella fortunata è GiuliettaArispici di San Vincenzo.Un premio veramente tuttomeritato, visto che rima-niamo in tema con la festa,perché la signora si occupadi associazioni impegnatenel sociale e nel volonta-riato.

Ottime anche le portate delpranzo sociale. Antipasto allatoscana con rigaglie di pollo,penne con ragù alla “Pineti-na”, rollè di tacchino ai carcio-fi e patatine fritte, infine comedessert una macedonia di frut-ta freschissima.

Il menù

Balla e canta la nostra Manuela

Bianca, la mascotte in corsa

Bravissimo il mitico Ivio Barlettani, direttore di CostaEtrusca che si è cimentato anche nei panni di ottimopresentatore dell’evento coinvolgendo il pubblico consemplicità e carisma. Grazie al buon lavoro di CinziaGarosi di Zubi Targhe per la sua professionalità e dis-ponibilità.

Il presentatore e le targhe

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Una volta i calendari ri-portavano solo il nomedel santo, a cui era de-

dicato quel preciso giorno.Oggi, in alcuni, ritroviamoscritte simili a “giornata mon-diale dell’acqua”, “giornatainternazionale contro il razzi-smo”, “giornata mondialedell’ambiente”, ecc… Fra le tante ricorrenze pos-siamo ricordare il 2 ottobre,quando arriva la cosiddettafesta dei nonni. L’unica data che salverei vo-lentieri, perché i nonni rap-presentano da sempre un be-ne prezioso e troppo spessodimenticato. Giusto quindidedicare ad ogni persona ca-ra una giornata speciale, mai nonni si meriterebbero addi-rittura 365 giorni l’anno perogni gravoso compito di sup-

porto avuto nei confronti deigenitori dimostrando incondi-zionato amore ai loro nipo-ti. Spesso i giovani di og-gi ascoltano i loro consi-gli giudicandoli supera-ti, le raccomandazioniormai petulanti e data-te, mentre sono detta-te da una saggia espe-rienza che tutti noi do-vremmo saper coltivarecon intelligenza. Riflet-tiamo… a chi ci rivolgia-mo quando siamo in diffi-coltà, sicuri di essere ascol-tati e supportati, ancor primadi rivolgerci a babbo e mam-ma? I nonni sono sempre ipiù pazienti, le persone piùcollaborative e comprensive,perché sanno prenderci dallato giusto in ogni situazione.Per la loro età avanzata, han-

no meno impegni dei genitorie più tempo a disposizioneper seguire da vicino i nipoti. Alzi la mano, chi non è maistato viziato dai nonni?Ognuno di noi, chi più e chimeno, è stato coccolato eabituato fin troppo bene dal-

le loro numerose atten-zioni. È stato fortunatochi ha potuto averlidalla nascita fino allamaturità e anche ol-tre! Sono la nostraala protettrice, la no-stra memoria, le no-stre radici e le nostretradizioni e così reste-rà per sempre. Cosìfacciamo in modo che

almeno il 2 ottobre lafrenetica vita di ogni

giorno possa essere mes-sa da parte per riuscire aregalare un abbraccio, unbacio e un sorriso che val-gono molto di più di un ba-nale regalo, di cui invecenon resta niente. Viva tutti inonni del mondo!

Giuseppina Toncelli

Indovinate di Giuseppina Toncelli1) Si cerca dall’esterno.

2) È una casa tutta bianca.

3) Lo sono calci e pedate.

4) Puoi svolgerlo ma non avvolgerlo.

5) Uccidono chi li assume.

6) Fora… ed è forato.

7) Cosa si trova ad occhi chiusi?

8) È un uomo da poco. Chi?

Soluzioni:1) L’entrata. 2) L’igloo. 3) Sono sinonimi. 4)Il tema. 5) I veleni. 6) L’ago. 7) Il sonno. 8) Il neonato.

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di Emilio Guardavilla

Ilio Biegi è un personag-gio storico della Piombi-no di altri tempi. Si parla

delle sue gesta già in occa-sione della Battaglia diPiombino, alla quale scam-pò grazie al suo spirito diconservazione.Ex scapolo d’oro della Valdi Cornia degli anni Ses-santa e Settanta, si muove-va con grande disinvolturanella movida locale nonsenza suscitare le lusinghedel gentil sesso e le invidiedei coetanei antagonisti.Assiduo frequentatore delresort Riva del Sole di Ca-stiglion della Pescaia, allie-tava con amabile compa-gnia bellezze nordiche eteutoniche di passaggio inMaremma. Quando non inmissione umanitaria nellacosta degli etruschi o negliintermezzi dei viaggi inThailandia, bazzicava so-briamente la FiaschetteriaToni, dove manteneva fitterelazioni interpersonali, alcontempo utili e dilettevoli

per gli anni a venire.Il grande Ilio è stato per an-ni titolare della concessio-naria Singer di piazza Co-stituzione ma divenne fa-mosissimo nei primi anniSettanta quando assunse lacarica di responsabile deicantieri di lavoro sovven-zionati dallo Stato e orga-nizzati dal Comune. Deci-ne e decine di operai disoc-cupati venivano utilizzatiper lavori socialmente utili.Inoltre Ilio coordinava illavoro relativo anche alrimboschimento.Con il successo della tv pri-vata, la sua fama crebbe ul-teriormente e sconfinò nel-l’etere del Nord Italiadiventando, niente di meno,“consulente” del celeberrimoconduttore di quiz televisivi

Mike Bongiorno. Risale aglianni Novanta e Duemila l’as-siduo carteggio del nostroIlio e di Mister Allegria. Inogni lettera un appunto, unsuggerimento o una corre-zione a quanto affermato intrasmissione, o dal presenta-tore stesso o da qualchesprovveduto concorrente.Date, nomi, luoghi errati oimprecisi, gli autori di Tele-mike, La Ruota della Fortunao Genius non l’hanno maifatta franca. Il tutto testimo-niato da riscontri cartacei ac-curatamente conservati dal“consulente” del grandeMike.Gli amici parlano di lui co-me un uomo senza età e sen-za tempo. Impossibile con-traddirli. Caro amico Ilio,Allegria!

Fitta corrispondenza col principe dei presentatori.Ha fatto mille mestieri, dalla Singer a capocantiere

Ilio Biegi nasce il 6 otto-bre 1926 a Piombino,consegue il diploma dicomputista commercia-le. Marconista, diventain seguito anche telescri-ventista negli alti coman-di militari di Torino.Istruttore e capocantierenell’ente gestore del co-mune di Piombino. Comedisegnatore meccanicocostruisce il progettodella scalinata che con-duce alla spiaggia sottoil castello di Piombinonel 1968. Biegi è anche uno stori-co testimone della Batta-glia di Piombino del 10settembre 1943, che abreve riporterà per iscrit-to. Nella Coppa di nuotoScarioni si classifica alprimo posto negli anni1941-1942-1943. Sem-pre in quel periodo par-tecipa ai campionati pro-vinciali di Livorno piaz-zandosi fra i primi tre po-sti riuscendo a gareggia-re anche ai campionatidella Toscana. Conservaancora con orgoglio lemedaglie vinte.

Chi èIlio Biegi

Ilio in giovane età

È stato “consulente” alla corte di Mike Bongiorno L’eterna fama del “grande” Ilio Biegi

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diMario Barsellini

Tosca e Nando sonostati invitati al po-dere di Ovidio, il

babbo di Alceste, tra Su-vereto e Sassetta. Ne ap-profittano per fare un finesettimana da “Agroturisti”.“Approfittano” è la parolaesatta, perché sfruttandol’amicizia con Carlo (chepossiede una casetta a Pra-ta). Nando e Alceste, or-ganizzano, una “Battuta”a funghi. I due amici, par-tono con le rispet-tive con-sorti, armi e bagagli, comese affrontassero un safarinella savana africana.

La casa di Carlo è ospitaleveramente e Verdiana, lamoglie, è una brava cuoca.Cena e dopocena annaffia-te da buon vino. Tra chiac-chere e bevute, si fa l’oradegli sbadigli e di andare adormire. I tre amici la mattina pre-sto, “presto” si fa per dire,il sole è già alto, partonoper funghi. La battuta nonrichiede lunghi percorsi, sicammina poco lontano dacasa, et voilà, Carlo indicacon il bastone il primo por-cino. Nando ed Alceste siimmacchiano immediata-mente. Dopo poco tempo,nei panieri qualche esem-

plare si vede e, per fare spa-zio ai funghi… si elimina ilvettovagliamento, un ripo-sino per un’ottima sosta-colazione, prima di ritorna-re a casa.Rientrando trovano le tredonne, davanti all’ingresso,stanno godendosi il frescodella pergola (e non solo ilfresco, stanno piluccandoin continuazione i chicchid’uva).Nando tutto esaltato escla-ma: «T’ho trovato un popo’ di porcino… che deh!Maremma intorcinata!Sembrava la hupola der Va-tihano!».Tosca: «Santa Creolina!Deh! Nando o chett’è toc-cato segallo e portallo apezzi o… t’hai chiamato ircamiogrù della harovanafacchini? - e rivolta alledonne - ‘Un ci fate haso, ermi Nando, e t’è sempre unpo’ esagerato!».Le chiacchiere ed i com-menti proseguono fino almomento della tavolata,gli amici mangiano parlan-do e parlano mangiando.Le voci si integrano, in unsottofondo musicale, con irumori di piatti, forchette,ganasce e dentiere in atti-vità. Ogni tanto si alza unbicchiere per un saluto au-gurale.Il pomeriggio sono da Ovi-dio. Il babbo di Alceste, fa

visitare la sua cantina agliospiti. Mostra, orgoglioso,alcune vecchie bottigliepolverose con curiose eti-chette, sulle quali ci sono ladata di nascita e il nome deifigli o dei nipotini. Ovidiodice: «Alla vendemmia nel-l’anno di ogni nascita in fa-miglia, mettevo da partequeste bottiglie speciali. Alceste, coadiuvato da Car-lo e Nando, si adoperanocon impegno a lustrare al-cune di quelle bottiglie pol-verose, specialmente il lorointerno.Al rientro a Piombino, i no-stri due coniugi che abitanonel centro storico, vengonolasciati al limite della ZTL,perché la macchina di Carlonon può procedere oltre. Due passi a piedi, conce-dono a Tosca i primi com-menti.Tosca: «Dio bonino comeci si stava bene ar frescosotto quella pergola…».Nando: «Deh! Maremmaacetofeniha! E che po po’ dimangiata e ti s’è fatto!».Tosca: «E devi dì: che popo’ di bevute che t’avetefatto! Santa Creolina!».Nando: «Porcaccia inghia-volata! Quer vino e t’erabono di morto assai! E dihola verità, ne ho bevuto unpo’ anch’io».Tosca: «Trovamosi d’ac-cordo Nando, o ‘un ti rihor-di niente perché t’è arrivatol’Alzheimer o sei semprebriaho da iersera!».Nando: «Porcaccia inghia-volata! Ma che arzaime earzaime! Occhè mi vo’ fa

arrabbià! T’avrò bevuto so-lo du’ bicchieri!». Tosca: «Diamine! Sì! Du’bicchieri… ma alla vorta!». Nando: «Deh! E te lo ripe-to… t’ò bevuto un paio dibicchieri dar babbo d’Ar-ceste!».Tosca: «Ma? ‘Un ci pensia-mo và!... Ma, o te, però,Santa Creolina! Quanto tibeve Arceste… nemmenoun cammello per attraversàir deserto der Sahara! Menomale per tornà a casa s’èmesso a guidà Carlo, artri-menti Arceste, t’avrebbeaddirizzato tutte le hurve daSassetta a Venturina… epoveraccio se passava quar-cuno».Mentre camminando da viaCavour, Tosca vede che al-cuni palazzi imbiancati dapoco, sono stati imbrattaticon una fila continua dallafirma di un vandalo mente-catto.Tosca esclama meravigliatae offesa da tanta stupidità:«Badalì, Santa Creolina!Vesti muri home so concia-ti. Io mi domando e dihoperché ci debbono esserepersone hosì deficenti?».Nando: «Deh! Perché, se-hondo George BernardShaw, “Quando dio ha fat-to l’uomo e la donna, non liha brevettati. Così da allo-ra, qualsiasi imbecille puòfare altrettanto!” E… que-sti, maremma intorcinata!So’ i risurtati!». Tosca: «Santa Creolina!Ecco perché si dice, “Lamamma dei hretini è sem-pre pregna!”».

Tosca:«Non intendevo questo, per “andare a mangiare fuori”».

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di Elisa

Cucinare è pura crea-tività e l'arte gastro-nomica toscana ne è

l'esempio più insigne con isuoi sapori sopraffini, i pro-dotti genuini e la genialitàantesignana che l'ha resa econtinua a renderla unica almondo.Durante il Rinascimento lefamiglie nobili fecero di-ventare di moda alcune zup-pe, il cui sapore doveva es-sere necessariamente “mo-deratamente dolce”. Nacquecosì la carabaccia. Un nomeinsolito che indicava uncontenitore concavo o zup-piera. Questa particolarezuppa divenne così famosache Caterina de’ Medici por-tò la ricetta originale a Pari-

gi. Nel tempo i francesi latrasformarono nella famosasoup à l'oignon.Però la differenza che inter-corre con quella d'oltralpe è,oltre alla morbida lieve dol-cezza, quel sapore distintivoche la cannella conferisce eche la trasforma da semplicezuppa di cipolle in un piattoesclusivo e raffinato.

Preparazione

In una casseruola, preferibil-mente di coccio, mettete lecipolle, il sedano e le carotetagliate a dadini. Aggiungetemezzo bicchiere di olio dioliva, mescolate di tanto intanto e lasciate cuocere perun'ora a fuoco bassissimo conil coperchio. Lessate i pisellimetà dei quali verranno frullatie l'altra lasciati interi. A cotturaquasi ultimata delle verdure,aggiungete la purea di pisellie quelli interi. Preparate le uova in camicia.Al termine unite le mandorletritate, saltate in padella conl'aceto e la cannella. Versatela zuppa sulle fette di pane

precedentemente abbrustolito,unite le uova in camicia espolverate con un poco dizucchero e cannella.Un piatto che regalerà a voi e

ai vostri ospiti una esperienzasublime, che vi farà uscire dallaroutine e riuscirà a manteneresempre vivo il patrimonio cul-turale toscano a tavola.

In

cucin

a

fette di pane toscano(2 per commensale)3 grosse cipolle rosse2/3 carote5 gambi di sedano bianco1 uovo in camiciaper commensale½ bicchiere di olioextravergine d'oliva

300 g di piselli sale e pepe q.b.200 g di mandorle pelate½ bicchiere di acetodi vino bianco1 cucchiaino rasodi cannella1 cucchiaino raso dizucchero

INGREDIENTI

La cara

baccia

di Elisa

All'apparenza il ficus,pianta ornamentaledi imponente bel-

lezza, sembra facile da man-tenere invece richiede molteattenzioni in particolarequando arriva la stagioneautunnale ed invernale.Essendo una pianta tropicalenecessita di un costante climaumido e caldo per tutto l'anno,pertanto in casa, quando fuoricomincia il freddo, dovetemantenere terriccio e chiomasempre umidi.Come fare? Partite dalla base,

prendete un sottovaso grandeed uno più piccolo, metteteil secondo capovolto al centroe riempite il fossato creatosicon argilla espansa da man-tenere sempre vaporizzata. Inquesto modo verrà garantital'umidità necessaria evitandoristagni ed eventuali marce-scenze delle radici. Il terricciodeve sempre essere umido,ma lasciatelo asciugare in su-perficie tra una annaffiaturae l'altra da effettuarsi ogni

10/15 giorni. Inoltre una voltaal mese potrete aggiungereall'acqua del fertilizzante azo-tato. Portate il ficus dentrocasa già a settembre per con-sentirgli di adattarsi gradata-mente alla nuova collocazione. È importante posizionarlo lon-tano da fonti di calore, lontanoda correnti d'aria e in unazona ben illuminata, ma nonesposto direttamente ai raggisolari. Infine per dare allapianta tutte le cure giratela di

180 gradi almeno una voltaa settimana per fare in modoche la chioma riceva tutta laluce necessaria. Eliminatesenza timore le foglie ed irami secchi e rovinati e quandola pianta è molto folta toglietequalche ramo interno per ga-rantirle una perfetta areazione.In questo modo le darete sem-pre nuova linfa vitale con-sentendole di produrre ger-mogli sani e forti.Questa splendida pianta trastoria e leggenda è per moltepopolazioni d' Oriente un al-bero sacro. Infatti il ficus ele sue diverse specie, vengonoutilizzati per abbellire i templie rendere omaggio alle divinitàoltre ad essere simbolo dellaverità completa e della vita,messaggio di speranza, fertilitàe abbondanza. Da sempre le-gata a concetti positivi e dibuon auspicio è un perfettoregalo in qualunque occasionee circostanza.

In

giard

ino

Il ficu

s

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50 settembre - ottobre - novembre 2017

Bruno Sullo è nato a Pietradefusi(Av) nel 1942. È un grande artista,promotore di eventi e critico d'arte.Ha dato vita ai gruppi artistici “Ar-tericerca”, “Portofranco” e “Lavo-rare/camminare” esponendo consuccesso in Italia e all'estero.È autore di molte presentazioni diartisti e di gruppi.

Ho conosciuto Bruno Sullo perchéabbiamo collaborato alla giuria della9a Giornata di pittura estemporaneadi Scarlino.Ho subito intuito lo spessore della suapersonalità intellettuale e artistica equando mi sono potuto documentaresulla sua opera ho scoperto anche lagrandezza e la vastità delle sue genia-li proposte.La sua arte ha solide basi con l'espe-rienza giovanile dell'astrattismo clas-sico, ma ha trovato la maturità dopo il1980, quando ha iniziato a reinventa-re le sue finestre. Immagini fantasti-che e fortemente stimolatrici, perchécoinvolgono e stupiscono. Realizzatecon tecniche miste, plexiglass, acrili-co e collage, hanno il potere di affa-scinare per la loro bellezza, ma anchedi farci pensare per i loro enigmaticisignificati. La finestra è un'aperturadell'immaginario verso il mondo rea-

le, dove si oppongono forze contra-stanti: l'interno e l'esterno, il bene e ilmale, il buono e il cattivo, la luce el'ombra. E in questo contrasto nonsiamo più solo osservatori ma diven-tiamo partecipi di un contesto più am-pio. Tutte le sue opere hanno questefinalità, anche “I video”, “Gli oggettiquotidiani” e le performances come“La cena in blu”, “L'approdo”, “Lu-cevoce”, “Passeggiata effimera” e“Evento zero 3”.

Alena Cei è nata a Novolenta (Bela-rus) nel 1990 e dal 2017 vive e lavo-ra a Campiglia e a Pisa. Ha frequen-tato la scuola d'arte di stato di Diat-lovo e la facoltà di Relazioni inter-nazionali all'Università di Belarus.È stata allieva di Ekaterina Ziuzitla,Andreij Arinushkine e Igor Sava.Ha esposto alla Fiera Mostra diMinsk.

Quest'anno, il premio speciale di Co-sta Etrusca all'ottavo concorso ex-tempore di pittura a Campiglia Marit-tima aveva la sottile ambizione discoprire un talento ancora nascosto.Ebbene possiamo affermare che cisiamo riusciti perché la vincitrice, lagiovane Alena Cei, è un'artista bielo-russa davvero emergente. Forte diuna preparazione tecnica eccellentepresso le scuole d'arte del suo Paese edegli importanti contatti con i grandimaestri dell'acquerello, Alena è di-ventata una pittrice veramente padro-na di questa tecnica. Dipinge paesag-gi, nudi e ritratti caratterizzandolipoeticamente con magiche velatureche armoniosamente evidenziano onascondono le forme magistralmentedisegnate.I suoi nudi di donna, sinuosi e leggia-dri, appaiono come d'incanto sulle su-perfici dei preziosi fogli, così comegli stupendi paesaggi del nostro terri-torio e della Toscana.

In questi è evidente la sicurezza delsegno, la conoscenza del colore diste-so con fresche pennellate, della pro-spettiva e l'originalità della strutturacompositiva.Così appaiono le meravigliose visionidel nostro mare, di Campiglia Marit-tima, di Baratti, ma anche quelle diQuercianella, Pistoia, Orbetello, Tala-mone e Pisa. Pregevoli sono le mari-ne, con le onde accarezzate dal volodei gabbiani e dalle veloci bianchevele.

Alena Cei

La scoperta di un talento

La magia...

Bruno Sullo Finestre & finestre

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Taglio dell’uva

Isabella Girardello è nata ad Adrianel 1947 e vive e lavora a Piombino. Èautodidatta ed ha iniziato a dipingeregiovanissima, ma la sua vera attivitàartistica nasce finalmente nel 1995,con l'avvenuta e meritata pensione.Ha esposto a Sassetta, Bolgheri, Do-noratico, San Vincenzo, Campiglia,Piombino e Populonia.

I dipinti della pittrice piombineseIsabella Girardello sono solari comei paesaggi che vengono rappresentatimirabilmente in quelle tele intrise diluce e di colore.Le sue opere piacciono molto al nu-meroso pubblico che le scopre allesue mostre, ma sono anche oggettodi vera attenzione da parte dei varicritici, come Pablo Gorini, che lehanno positivamente descritte.Il suo mondo pittorico prende spuntodalla nostra terra e quindi vi è facilescoprire angoli di Populonia, piazzaBovio, Baratti, Piombino, Suveretoe tutto il litorale toscano. Sono squarcifantasiosi delle nostre campagne im-merse nella natura. Con alberi e fioriche germogliano felici. Le marinecon le onde che sbattono schiumosesugli scogli. I caldi tramonti infuocatie impetuosi come i nostri sentimentie i leggiadri notturni accarezzati dairiflessi luminosi della Luna che regna

sovrana nel cielo.Isabella dipinge ad olio su tela, manon distende il colore sulla superficiecon il classico pennello, perché usal'estremità del lapis, quella che contienele gomme che diventano strumentoespressivo, così il colore prende formacon un fraseggio di timbri che conritmo composto danno movimento eluce alle forme conferendo loro effettidi ingannevoli prospettive e suggestivetridimensionalità.

Ettore Mori è nato ad Addis Abebanel 1968. Dal 1976 vive e lavora aPiombino. È sempre stato attrattodai libri d'arte e mito classico. Haseguito i corsi di Elena Rapaccini eha esposto a Piombino, Firenze eRoma. Le sue opere si trovano alRoyal Palace di Roma, al comples-so La Sorgente e al locale Le giub-be rosse.

A Ettore Mori piace mettersi in gioco.Lo fa quando espone le sue opere neilocali di Piombino, dell'Elba e di Fi-renze, ma soprattutto lo ha fatto quan-do è andato a Roma con alcune telesotto il braccio. Con queste ha percor-so le vie della Città Eterna, come viaMargutta e presentandosi in alcuni lo-cali caratteristici, le ha sottoposte aipiù svariati giudizi. I consensi sonostati buoni perché è stato chiamatoper una performance artistica al Ro-yal Palace. Qui ha dipinto dal vero ilcampanile della chiesa di San Carlo,visto dalla terrazza dell'hotel e il qua-dro gli ha fatto ottenere la commis-sione di decorare una parete della sui-te con una copia personalizzata delGiudizio Universale. Mori ha corag-gio, ma la sua intraprendenza è giusti-ficata dalla sua abilità. Le sue operesono caratterizzate dal segno graficosicuro ed elegante che sintetizza ar-moniosamente le forme conferendoloro il fascino misterioso del pathos.

Volti sinuosi e affascinanti di donnebellissime, orientali ed europee. Mi-steriosi guerrieri piumati, visi potentie mitologici dal taglio energico cherichiamano mondi e epoche diverse:il feudalesimo cinese e nipponico, lacultura dell'America meridionale e lamitologia greca, che diventano lestelle di un unico universo artistico,quello di Ettore.

Ettore MoriIl mito e la realtà

Isabella Girardello

Il timbro sul colore

dell’Arte a cura di Daniele Toncelli

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52 settembre - ottobre - novembre 2017

di Emilio Guardavilla

Lo scatto fotograficorisale al 22 giugno1957 ed è giunto in

redazione grazie allo zelodel nostro storico collabora-tore Ennio Della Schiava.Dopo sessant’anni in soffit-ta, per la gioia degli sportivie degli appassionati di cicli-smo di tutti i tempi, l’ex ar-bitro di calcio piombineseha voluto rispolverare econdividere con i nostri let-tori il prezioso cimelio cherievoca le gesta sportive delCampionissimo e il gloriosopassato dei bagni di Salivo-li. Il giusto tributo ad unodei ciclisti più amati di sem-pre, ad un luogo simbolo diPiombino e a chi, per esserein quella foto, quel giornomemorabile, aveva marinatola scuola…È un Fausto Coppi malcon-cio ma sorridente quello ri-tratto in questa foto d’epocascattata ai bagni Nastro Az-zurro a Salivoli. In effetti, erastato un inverno sfortunatoquello che aveva precedutole meritate vacanze estive aPiombino e all’isola d’Elba.A febbraio, una brutta cadutasulle alture della Sardegnagli aveva procurato la frattu-ra del collo del femore sini-stro e lo aveva costretto adun lungo periodo di stop.Molti addetti ai lavori, lamaggior parte detrattori delCampionissimo, ne avevanoprematuramente decretato lafine della carriera. La riabili-tazione, iniziata al NastroAzzurro sotto le amorevolicure della signora RosinaLocci e della figlia Luigina,allora gestori dello stabili-mento balneare, e proseguitaall’Elba in compagnia dellaDama Bianca e del figlioFaustino, fu proficua e forie-ra di nuovi successi. Il 4 novembre 1957, il Cam-pionissimo saltò di nuovo insella e si aggiudicò, in cop-pia con Ercole Baldini, ilTrofeo Baracchi, ultimotrionfo su strada di un palma-

res ciclistico leggendario.Nella foto, Fausto Coppi èripreso durante una sabbia-tura all’anca infortunata econ in testa le mutandine da

bagno del figlio Faustino.Dietro di lui sono riconosci-bili, da sinistra, Ivano Mac-canti e l’ex calciatore del-l’US Piombino degli anni

Cinquanta e Sessanta Amu-lio Tafi, Leo Zinali e, sulladestra, il quindicenne EnnioDella Schiava che quel gior-no, dopo aver incrociato perstrada l’auto del Campionis-simo, non era andato a scuo-la. Fuori campo, la DamaBianca nella sua consuetamise ammaliatrice.

Relax e sabbiature a Piombino e all’Elba

Fausto Coppi a SalivoliBagni di “rena calda” al femore fratturato.

Al Nastro Azzurro con la Dama Bianca e Faustino.Il ricordo di Ennio Della Schiava che salò la scuola

«Un uomo solo è al comando, la sua magliaè bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi».Con queste parole il giornalista Mario Ferrettiannunciò alla radio il trionfo e la vittoriadel Giro del Campionissimo.

Il Campionissimo a Salivoli durante le sabbiature attorniato dai tifosi

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di Francesca Ghiribelli

Presentato in Cittadellaal cinema all’apertoil documentario let-

terario di Gordiano Lupi,dal titolo Il cielo sopraPiombino. Alla macchinada presa la regia di StefanoSimone, musiche di FedericoBotti, fotografie di RiccardoMarchionni, voce narrantedi Federico Guerri, testioriginali basati su alcunilibri di Gordiano Lupi, fracui Calcio e Acciaio e Mi-racolo a Piombino. Attriceprotagonista Dargys Ciberio,che appare come un Virgilioal femminile fra le stradedella Piombino di oggi edi ieri. Ciò che imprime lamaestria del film è comesplendore e il degrado dellacrisi si sappiano prendereper mano raccontando il

vero volto della città. La bravura di Gordiano Lupiinsieme a tutto il suo stafffa riscattare la poesia nel-l’ambito cinematograficoracchiudendolo in un cor-tometraggio unico e riccodi ogni particolare passandoper i luoghi più storici diPiombino: ferrovie abban-donate, porto industriale,

lo stadio, piazza Dante, lefabbriche ormai al momentoprive della famosa fumata,gli scorci di mare più co-nosciuti, golfo di Baratti,il borgo antico di Populoniae molto altro ancora. Dargyscammina alternando sorrisia stupore, non facendo pas-sare inosservata un’ombradi tristezza. Nel suo sguardointerpretativo esiste quellanota di nostalgia di un tempoche fu e soprattutto il misticointerrogativo sul futuro dellacittà. Suggestiva e orecchia-bile la musica, profondi etoccanti i versi di GiovanniPascoli che inaugurano iprimi momenti della proie-zione, poi i racconti di Lupiestratti dai suoi precedentitesti ci ricordano di valo-rizzare il tesoro che rappre-senta Piombino per tutti noi.Un film da consigliare a tutti.

Ciak si gira, con Gordiano Lupi

Il cielo sopra Piombino

Fistone turco, ma tutti loconoscono ormai comel’anatra con i capelli allaDonald Trump. Il simpati-co animale, ha sulla testaun piumaggio molto simileai capelli del presidentedegli USA, è stato fotogra-fato all’isola d’Elba, nelleacque di Porto Azzurro.L’anatra è lunga circa 60centimetri, ha fianchi bianchi,petto e coda neri, beccorosso e testa nocciola. Arenderla particolare è so-prattutto il piumaggio sullatesta, la fa assomigliareinfatti a Donald Trump inmodo impressionante.

Vista all’ElbaL'anatraalla Trump

di Riccardo Vigetti*

L’aspettativa di qual-siasi paziente del me-dico estetico è ripo-

sizionare indietro le lancettedel tempo. Non esiste nessuna“formula magica” ma si puòintervenire in molti modisulla pelle, cercando di tirarefuori il meglio di ogni per-sona. La prima regola peròè non rischiare e non metterein pericolo la salute.Ci sono purtroppo dei tratta-menti che possono risultarepericolosi e nocivi e che sonoperciò da evitare, come adesempio i filler permanenti,cioè che non vanno incontroad un processo di degradazionee riassorbimento.In primis tutte le sostanze per-manenti possono dare dei pro-blemi di reazioni allergicheo di rigetto, anche a distanzadi vari anni.Si possono formare dei gra-

nulomi, cioè delle infiamma-zioni permanenti del dermache oltre ad essere brutte este-ticamente sono pericolose perla salute.In terzo luogo si può andareincontro ad un processo didislocazione, cioè il filler per-manente potrebbe spostarsi eandare in zone non idonee,

formando delle complicanzee delle maschere inguardabili.L’unica soluzione in questocaso è intervenire chirurgi-camente.Infine chi ha detto che unimpianto permanente possapiacere anche a distanza dianni? La bellezza è un gustopersonale ma la moda e il

periodo storico che una per-sona vive condizionano mol-tissimo la scelta.Le regole per una giusta stra-tegia anti-age sono: correttaalimentazione e idratazione,attività fisica, filler e biosti-molanti con prodotti sicurie riassorbibili, tossina botu-linica in mani esperte e co-smesi personalizzata in baseal tipo di cute.

*Medico esteticoStudio Medico Libra

NON ESISTONO FORMULE MAGICHE

Bellezza sì, ma in sicurezza

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54 settembre - ottobre - novembre 2017

Antonino Genovese è un autore stori-co della casa editrice piombinese IlFoglio Letterario con al suo attivo giàvarie pubblicazioni; Teste (2004),Questioni d’onore (2005), Il principeMarrone (2007) e Il Dottor Maus e ilsettimo piano (Edizioni Smasher2009). Il nonno è un pirata è un libroper bambini, un’appassionante serie diavventure mozzafiato ambientate inun mondo fantastico di pirati e galeo-ni. Tra arrembaggi e isole del tesoro,

tra mappe enigmatiche e rotte mirabo-lanti, l’eterogenea ciurma di Turi Pira-ta dovrà superare mille peripezie permisurarsi e sconfiggere la malvagitàdella Strega del mare, il male personi-ficato e quindi destinato a soccombe-re. Ma il Turi Pirata, l’impavido buca-niere che solca i sette mari per fartrionfare il coraggio e la giustizia, è unatipico nonno del terzo millennio, unfilibustiere buono stipendiato dall’Inpsma incapace di arrendersi ad una vitada telecomando e pantofole. E né reu-matismi né commissioni da sbrigarepotranno distoglierlo dalla missioneche si è prefissato per premiare la fe-deltà e l’abnegazione della sua ciurma.La narrazione di Antonino Genoveseè viva e coinvolgente, il suo stile fre-sco e intrigante sia per gli amanti delgenere che per i neofiti un po’ più at-tempati. Crea suspense e la soddisfa,sempre, con soluzioni degne e conso-ne alle aspettative. Il volume è illu-strato da Roberta Guardascione, dise-

gnatrice che vive e lavora a Napoli. Èuna delle fondatrici dell’associazioneculturale Electric Sheep Comics, chesi occupa della pubblicazione di libri egraphic novel. Per Il Foglio ha giù il-lustrato Fiabe cubane di Josè Martì eil fumetto pulp Blood Washing.

Il nonno è un pirata, Edizioni Il Fo-glio, pagine 90, €10.

Avventure fantastiche nelle pagine di Genovese

Il nonno è un pirata

in libreria

Dopo aver percorso rapidamente l’iterdello scrittore esordiente, la debordantevena creativa di Gianluca Piscopo scon-fina nel genere narrativo per eccellenza:il romanzo. L’esordio fu il raccontoCome si cambia, la conferma con laraccolta Così è, se vi appare e l’attestatodi maturità è Figli di un Sol minore.Fedele alla linea editoriale ispirata dallapolicy aziendale, Edizioni Drawp riservala Collana Sentieri Narrativa Mainstreamagli autori che si mettono in evidenzaper ispirazione e creatività nel mettere

nero su bianco l’irrequietezza e i tur-bamenti interiori che i nostri giorni in-cutono nelle esistenze dell’uomo comune. La gestazione di Figli di un Sol minoreè stata breve, ma l’uscita del romanzonon ha suscitato nessuno stupore neilettori di Gianluca Piscopo che da temposi aspettavano il salto di qualità inquesto genere dalla dignità superiore.Come si evince dal titolo, la musicaricopre un ruolo determinante nel di-panarsi della trama, essendo essa unpersonaggio impalpabile ma attivonegli sviluppi narrativi al pari dei prin-cipali. Le intricate vicende sentimentalidi Matteo, Elisa e Roberto ondeggianoleggiadre e dirompenti sulle note deiPink Floyd, marcate da brani la cui in-tensità ritmica è direttamente propor-zionale all’impatto emotivo dell’unao dell’altra. Con questo espediente nescaturisce una narrazione per certiaspetti multimediale, una prosa in cuiil ritmo narrativo e dei dialoghi magi-stralmente impostati coincide, o si con-

trappone, a quelli della band inglese.Il parallelismo tra gli spartiti della nar-razione e della colonna sonora dissona,a ragion veduta, nei momenti topicidella trama.

Figli di un Sol minore, Edizioni Dra-wup, pagine 260, €15.

Parole e musica nel libro di Gianluca Piscopo

Figli di un Sol minore

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a cura di Emilio Guardavilla [email protected]

Un dialogo sottoforma di diario, que-sta la definizione che l’autrice stessafornisce della sua ultima fatica lettera-ria. Dopo Crescendo crescendo (Edi-zioni Tracce 2009) e Cristalli di mare– lo zibaldone dei miei pensieri 1945-2015 (La Bancarella Editrice 2015),Licena Maccanti Pizzi torna in libreriacon l’opera che, a tutti gli effetti, hasegnato la sua vita in maniera irrever-sibile. L’abisso e le vette del cielo è undiario che l’autrice ha compilato ma-

nualmente, per circa dieci anni, dalgiorno della scomparsa del suo unicofiglio nella primavera del 1995 e cheora vede la stampa per essere condivi-so da tutti i suoi lettori. Il libro constadi due dei dieci anni in cui il mano-scritto si è protratto a cadenza quoti-diana con un dialogo “muto” con il fi-glio defunto. Una conversazione co-stante e univoca per scongiurare le fa-tidiche conseguenze di un dolore altri-menti mortifero per un’anima distruttaed un fisico debilitato dalla sofferenza. Gli argomenti della conversazione asenso unico sono molteplici e multifor-mi, tutti inopportuni e pertinenti allastessa maniera per un percorso salvifi-co costellato di punti morti e ricadutenello sconforto. Il tragitto dall’abissoalle vette al quale l’autrice si costringeper la propria sopravvivenza passa perl’esternazione della sua sofferenza,messa nero su bianco per il destinatariovero, il figlio morto, e per metabolizza-re il dolore attraverso la scrittura. Sono

pagine appassionate e struggenti quelleche Licena Maccanti Pizzi riempie diinchiostro e di lacrime, invocando unafede all’apparenza inarrivabile e unagiustizia divina ai suoi occhi ingiustifi-catamente latitante.

L’abisso e le vette del cielo, EdizioniB612, pagine 229, €100.

Il diario di Licena Maccanti Pizzi

L’abisso e le vette del cielo

Il nostro territorio, la Val di Cornia ela Toscana hanno perso di recente unaparte importante della loro memoriastorica. Con la scomparsa di AdrianoBetti Carboncini, campigliese classe1931, è venuto meno un punto di rife-rimento per tutti gli storici dei trasporti,non solo a livello locale ma anche suscala nazionale. I suoi saggi sono statiapprezzati nel settore per la precisionee il rigore degli studi condotti e per lafedeltà di quelle cronache che hannocoperto due secoli di storia della na-

vigazione. Segretario del Comitatodella navigazione interna prima, e re-sponsabile del Trasporto merci e centriintermodali della giunta regionaletoscana poi, dal 1992 ha dedicato lamaggior parte del proprio tempo a col-tivare la sua sviscerata passione per laricostruzione emergendo negli ambientistoriografici come massimo esperto inquesto campo.Nella sua ultima opera Costa Concordia– La storia e il naufragio, per nonsmentire la sua innata vocazione storica,presenta, tralasciando gossip e argo-mentazioni futili, l’aspetto tecnico delnaufragio e dell’audace operazione direcupero. Il libro comprende una sezionesulla storia della compagnia dalle originia oggi e sulle specifiche tecniche dellanave. Il naufragio, relazionato condovizia di particolari precisa e minuziosa,è presentato in una cronologia così det-tagliata che va dall’impatto sul bassofondale fino all’evacuazione del relitto,con aspetti e retroscena passati in

secondo piano nelle opere che lo hannopreceduto. La Bancarella Editrice pub-blicherà postumi altri cinque volumidello stesso genere: Andrea Doria,Nave Garibaldi, Porto Venezia, Sigmae U-boat 576.

Costa Concordia – La storia e il nau-fragio, La Bancarella Editrice, pagi-ne 204, € 20.

Il lavoro di Adriano Betti Carboncini

Costa Concordia

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Questa rubrica è libera. Ilcontenuto delle lettere puònon collimare col pensierodel giornale. Costa Etru-sca si riserva di ridurre lelettere e di eliminareespressioni che possanointegrare ipotesi di diffa-mazione. Gli autori, pur-chè noti alla direzione, po-tranno chiedere che la lorofirma sia omessa. Precisazioni o rettifiche sa-ranno pubblicate.

STRADA BLOCCATASotto il solecocenteIn questo numero di CostaEtrusca abbiamo deciso didedicare uno spazio alle let-tere giunte in redazione ri-guardanti il blocco del traffi-co causato dallo scioperoAferpi avvenuto giovedì 29giugno sull’unica strada diaccesso per Piombino. Comeleggerete di seguito, ci sonolettere favorevoli e contrarie.Il contenuto delle lettere puònon collimare con il pensierodel giornale.

IL BLOCCOSpettatore in fila,mare a farsi fottereIl caldo, aria condizionata apalla, il cane nel lunotto po-steriore con la lingua penzo-loni per l’arsura, il bimbonel sedile posteriore chesmania di andare al mare adivertirsi. E io cosa posso fa-re? Un corteo che conta piùdi mille persone con bandie-re e striscioni in mano ani-mati da un insistente slogan«Ora basta!». Penso che erameglio se non avevo presoun giorno di ferie e ero anda-to al lavoro come al solito.Sarà da egoisti, ma pensoche questi scioperi ormaisiano inutili… Possibile la-sciare file di auto quasi dueore in coda sotto il sole co-cente per cercare di ottenerecosa non verrà mai fatto?Cento volte meglio le mani-festazioni in piazza, così chi

vuole fa presenza e chi letrova inutili se ne va per ipropri affari.

Cittadino scocciato

MANIFESTAZIONE Grande corteocoraggio operaio La fatidica mattina dellosciopero mi sono ritrovatobloccato sulla strada del Ga-gno. Mi stavo recando versoil mio appezzamento di ter-ra. La macchina brucia sottosole, non accendo neanchel’aria condizionata, i miei

dolori articolari la detesta-no! Mi ero ripromesso dipartire prima, ma imprevistifamiliari mi hanno messo ibastoni fra le ruote. Ecco,così ora farò tardi e alla miaetà svolgere lavori manualinelle ore più calde non èconsigliabile… ma mi mettouna mano sul cuore appenasento le grida del corteo deilavoratori. Mi viene da pen-sare e se quando ero un pa-dre di famiglia più giovanemi fossi ritrovato come tuttiquegli operai senza futuro ecertezze? Ho seguito da

sempre tutta la storia diAferpi e mi chiedo senza so-sta: «Ma chi è veramenteRebrab?». Il salvatore dellanostra fabbrica o un pagliac-cio pieno di soldi? E per chici crede ancora senza far ca-so alla sua indifferenza dico:«Merci, una sega!».

Pensionato

TURISMO In vacanza da Roma all’Elba con furore Partiamo da Roma di buonaora in una sfiancante matti-nata di afa estiva per imbar-carci sulla nave per l’Elba egodere quindici giorni di va-canza. Tutto sembra andareper il verso giusto, i piani so-no perfetti, ma un fastidiosoimprevisto si presenta sullacarreggiata. Ci accorgiamosul momento che c’è unblocco di traffico sull’unicastrada esistente per entrare aPiombino. Essendo in lontananza, sulleprime penso subito ad ungrave incidente, mentre sol-tanto dopo intravedo svento-lare bandiere e manifesti. Sitratta di un grande corteo dipersone che sta manifestan-do per ottenere i propri dirit-ti. Mi volto e guardo con ariaspaesata e afflitta mia moglieseduta al mio fianco e i mieidue bambini stravaccati suisedili posteriori. Anche ilgatto nella sua angusta gab-bietta reclama facendo dellesonore fusa. L’attesa in coda è estenuante,abbiamo dovuto attenderequasi due ore, tanto che hodovuto chiamare l’albergoprenotato per avvertire delnostro netto ritardo. Ma lacosa più noiosa è stata quelladi perdere la nave! Insommauna giornata densa soltantoper godere il meritato riposoestivo… non so se il prossi-mo anno torneremo tanto vo-lentieri o opteremo per altremete turistiche.

Famiglia delusa

AUMENTO DISOCCUPAZIONE GIOVANILE Protesta operai Aferpi,appello per i giovani?

Le proteste degli operaiAferpi si sono manifestateduramente con il bloccodel traffico al Gagno, impe-dendo per ore, l’unico ac-cesso in città. Io non so seil modo sia stato quellogiusto, però è certo che lacausa rappresenta un sa-crosanto diritto! Ora michiedo… ma allora quandoè che verranno fatte mani-

festazioni come questa, intutta Italia, a supporto dimilioni di giovani senza unlavoro che stanno perden-do speranza, dignità egioia di vivere? Colgo l’oc-casione per fare un appel-lo a tutti i sindacati e ten-tare di dare voce a un gran-de flagello per la società.

claudio p.

settembre - ottobre - novembre 2017

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Riceviamo:«La Fondazione Lepori GioBatta ringrazia sentitamenteper l'omaggio al noto pittorelivornese Lepori Gio Battaper il lodevole articolo a curadi Daniele Toncelli “Gio BattaLepori – i colori della natura”presente nella vostra rivista.Vorrebbe però evidenziare al-cune considerazioni: l'artistaè nato a Livorno ma nel 1911;inoltre, laddove si parla deicontatti con gli artisti labronicisi legge di Bartalena (forseBartolena) e Gherardini (daverificare).A nostro avviso, inoltre, l'in-serimento di Lepori nell'inserto“La magia dell'arte” non pareappropriato, poiché inseritotra gli artisti ancora viventie contemporanei».

————————-Spettabile Fondazione LeporiGio Batta,Vi ringraziamo per le Vostreconsiderazioni inerenti all'ar-ticolo pubblicato nella nostrarivista. Ci scusiamo per i treerrori di battitura:

Bartalena = Bartolena1921 = 1911Gherardini = Ghelarducci

Facciamo inoltre presenteche nella rubrica “La magiadell'arte”, molto seguita e ap-prezzata, vengono inseriti pernostra scelta sia artisti viventi

che quelli deceduti. Per esem-pio, nei precedenti numerisono stati ricordati: Carlo Guar-nieri, Romano Guantini, SergioAgostini e Paul Jenkins.

Fondazione Lepori Gio Batta

Doverosa puntualizzazione

VOCE DI MAMMAL’indifferenza regna sovranaMi sono ritrovata lungo ilblocco del traffico all’altezzadel Gagno durato più di dueore. Sono una mamma e hosentito forte commozioneper tutti quei babbi, che lìfuori sotto il sole hanno pro-vato ancora una volta a ma-nifestare per il futuro di Afer-pi. Pensiamo alla grande cri-si che sconvolge l’Italia, lanostra Piombino in attesa difondamentali risposte chesembrano da tempo ormaidimenticate… Ogni proble-ma si collega all’altro e se civoltiamo per un attimo indie-tro dobbiamo riflettere suigrandi sacrifici che ognigiorno fanno le famiglie conbambini piccoli e figli disoc-cupati per andare avanti. Ègiusto che il silenzio e l’in-differenza regnino sovrani inmezzo a chi avrebbe il poteree non lo esercita?

Mamma solidale

STORICA FUMATAPiena solidarietà,il mare attendeLo sciopero è iniziato intor-no alle 9. Presenti 1500 per-

sone, volantini distribuiti allenumerose macchine in coda.Volti solidali alla manifesta-zione, altre facce ben stufedel blocco del traffico all’al-tezza del Gagno, non hannomostrato più di tanto la lorofretta di proseguire per anda-re a sbrigare i fatti loro… Ioparlo da spettatore, un piom-binese con un’occupazionesolida al momento e mi sentofortunato di non essere un di-pendente Aferpi. Ma durantel’attesa in auto, nonostante ilgran caldo e la mia voglia diandare al mare in uno dei rarigiorni di ferie, mi sono senti-to parte di quel gruppo di la-voratori. Il loro coraggio e laloro forza d’animo fannoonore ad una città come lanostra, che deve rivedere as-solutamente la storica fuma-ta di un tempo.

f.m.

LUNGA CODASciopero Aferpi, blocco al Gagno Trovo giusto che ci sia unpresidio di lavoratori per ma-nifestare in favore di Aferpi,ma mi sono ritrovato per piùdi due ore in coda lungo l’u-nica strada di accesso aPiombino. Sono un liberoprofessionista che viene da

fuori e deve fare molti chilo-metri per svolgere il suo la-voro. Lo definirei un seque-stro! Esagero? Non credo, loconsidero un affronto da par-te degli operai verso i cittadi-ni che con tasse e contributisostengono il reddito di chi èinvolontariamente disoccu-pato. Un modo per accendereulteriore indifferenza, anzi-ché sensibilizzare alla crisi.

d.s.

INTERMINABILE FILA DI AUTO Quel compleannoportato in salvo Giovedì 29 giugno sarebbedovuta essere una giornatameravigliosa perché avrem-mo preso il traghetto perl’isola d’Elba. Era il sognodella mia bambina cheavrebbe festeggiato il com-pleanno con i suoi amichet-ti. Un sogno infranto, per-ché è iniziata una lunga at-tesa sotto il sole, in mezzoad una fila interminabile dimacchine. Così siamo ri-masti coinvolti dalla mani-festazione sindacale deglioperai delle acciaierie. Cer-to, loro avevano il sacro di-ritto di protestare, ma ancheio, mia moglie e la nostrapiccola Anna, non poteva-mo rimanere a cuocere in

quella calura. Anche unasimpatica vecchietta di cir-ca novant’anni e una signo-ra incinta erano desiderosedi refrigerio. Come Benigninel film “La vita è bella”,ho coinvolto mia figlia inun gioco e facendo lenta-mente una manovra azzar-data ho deviato verso leTerre Rosse scoprendo unpiccolo ristorante. Certo,non era quello dell’Elba, enon erano presenti gli amicidi Anna, ma siamo riusciti asalvare almeno in parte ilcompleanno della nostrabambina.

Aldo G.

CAMIONISTA Carico urgente,attesa impossibile Durante la manifestazionedi Aferpi del 29 giugno misono ritrovato in coda sottoun’asfissiante afa in attesadi entrare in Piombino perconsegnare un carico ur-gente di merce. Un corteodi tanti lavoratori non puòmettere i bastoni fra le ruo-te a chi invece svolge il suolavoro! Non voglio rischia-re di perdere il mio stipen-dio per un ritardo di conse-gna.

p.b.

PICCOLA POSTAAlberta (Napoli): Con leposte di Napoli CostaEtrusca mi arriva puntua-le. Grazie.Eugenio (Pisa): Ho trovatoCosta Etrusca nella bancadi Castagneto Carducci diLivorno. Mi ha fatto moltopiacere.Angela (Padova): Compli-menti a Gianna Martorellae le sue “Muse”.Ivano (Firenze): Bravissi-mo Guardavilla per i suoipezzi relativi alle tragediedel nostro mare.

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settembre - ottobre - novembre 201758

CANONE RAIRoberto Benignie i contratti d’oroCara bella gente, ci vengo-no a cercare facendoci unsacco di storie se non pa-ghiamo con diligenza il ca-none Rai… ma vergognate-vi! Siete una manfrina diapprofittatori, quando suigiornali leggiamo benissi-mo quanto guadagnanoprofumatamente i famosivolti televisivi. Uno fra tut-ti, il primo ad avere contrat-ti d’oro, è Roberto Benigniche nel 2011 per essereospite a Sanremo ha presoben 500mila euro, nel 2012per la trasmissione eventodedicata alla Costituzionesi è aggiudicato la bellezzadi 1,8 milioni di euro, manon è ancora finita! Nel2013 recita i canti di Dantenel programma La DivinaCommedia accaparrandosi6 milioni di euro, infine nel2014 per I Dieci Comanda-

menti si porta a casa ancoraben 4 milioni di euro. Cifreda capogiro che noi comunimortali non riusciremo maia vedere neanche col bino-colo. Caro Benigni, invecedi farti leggere Alighieri, timanderei dritto all’inferno,però quello vero!

Lillo

CONCERTINon ci si diverte più come una volta Sono una donna di quaran-t’anni e amo la musica daquando ero piccola. Lamusica è un momento digioiosa condivisione e l’at-mosfera che crea un con-certo è unica e irripetibile.Ma i tempi non sono piùcome una volta. Prima lamagia nasceva spontaneacon la libera tradizionedelle cose: preparare tuttol’occorrente da portare dacasa per trascorrere una

piacevole serata di intratte-nimento. Ora ti vietanoombrellini per ripararsi dalsole, antizanzare, cremesolari, spray. Niente alcoli-ci, vietate borse frigo ebottiglie d’acqua al di so-pra del mezzo litro. Tuttistupidi divieti per rovinareil momento più bello! Lo sifa per prevenire i tragiciattentati purtroppo accadu-ti già molte volte… e nonlo dico egoisticamente, maa volte andrebbero presealtre misure di cautela me-no banali, perché se unamente pericolosa vuol fareun massacro, ci riesce co-munque!

Musica dipendente

ENELI nuovi contatoriintelligenti ma cariSi legge che i nuovi conta-tori intelligenti Enel forni-scono un servizio di fattu-

razione più preciso e unamisurazione dei consumiquasi in tempo reale… ec-co quel “quasi” mi puzza difregatura! Non facciamociinfinocchiare dalla parola“intelligente”, perché di in-telligente c’è soltanto ilcittadino realista. La nuovamoda quanto ci verrà a co-stare? Tra oneri di sistema,trasporto e gestione delcontatore, ci saranno comeminimo 50 euro a bimestredi spese fisse. Sono solo uncomune cittadino alle pre-se con le novità del ventu-nesimo secolo. Ogni gior-no ne spunta fuori una co-me i funghi! Possibile checi facciamo fregare dall’in-novazione e dalla tecnolo-gia, che per quanto può es-sere bella è altrettanto ca-ra? Gente, apriamo gli oc-chi e torniamo un passo in-dietro, anche rischiando diessere antiquati!

s.v.

Sulla Costa degli Etruschi, in una splendida e immensa pineta secolare,

il Park Albatros è un gioielloincastonato tra il meraviglioso golfo di Baratti

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59

CASA OCCUPATA Famiglia con minori,dov’è la giustizia? Un anziano, di ritorno dall’o-spedale dopo una breve de-genza, ha trovato la casa oc-cupata da una famiglia distranieri con minori. Le forzedell’ordine, prontamentechiamate, hanno invitato ilproprietario a cercare una si-stemazione, seppure tempo-ranea, in quanto l’abitazionenon poteva essere liberata fin-tanto che non si fosse prov-veduto a dare un alloggio allafamiglia occupante.La protezione dei minori è unfatto innegabile, ma in unoStato di diritto dove sta la giu-stizia in una soluzione del ge-nere?

Liliana Bido

VACCINIUn obbligo necessarioper la comunitàSono un genitore che sisente chiamato in causadalla valanga di recenti no-tizie pubblicate sui vaccini.Ci tengo a schierarmi dallaparte di coloro che ritengo-no essenziale la vaccinazio-ne obbligatoria per l’iscri-zione a scuola. Ci sono nu-merosi casi di bambini consistema immunitario moltodebole, che non possonoessere vaccinati. Le fami-glie di questi sfortunati pic-coli si aspettano che alme-

no gli altri coetanei sianoprotetti dai vaccini. Cosìche un minor numero digermi pericolosi si diffondainutilmente. Pensiamo aproteggere noi stessi, cosìda riuscire a salvaguardareanche la salute della nostragiovane comunità.

g.p.

ISOLA D’ELBA Traghetti cari,neo da risolvere Ho letto un vostro serviziodedicato all’isola d’Elba, el’ho trovato molto interes-sante. Mi fa piacere che le

previsioni di flusso turisti-co siano buone, ci guada-gna tutta l’economia. Mami permetto di sottolineareche il biglietto per il tra-ghetto costa troppo: per ilpassaggio andata e ritornodi due adulti, due bambinie un’auto c’è da fare unmutuo…

Giorgio Biletti

DISOCCUPAZIONE Lavoro rifiutato,poco volenterosi Per la stagione estiva pen-savo di assumere una per-

sona che ci aiutasse nelleattività (sono un albergato-re). Al secondo colloquioannuncio alla candidata lascelta per l’assunzione.Due ore dopo mi telefonaper avvisarmi che ha cam-biato idea. A un’altra candidata comu-nico l’assunzione, ma leimi dice che, avendo fattoun altro colloquio, miavrebbe telefonato ilgiorno dopo per comuni-carmi le sue intenzioni.La telefonata non l’homai ricevuta.

Claudio Gambèro

ANNEGA UN MIGRANTE Mi dispiacemamma,la barca

è affondataMi dispiace mamma, perchéla barca è affondata e nonsono riuscito a raggiungerel’Europa.Perché si è scatenata que-sta guerra ed io, come tantialtri uomini, sono dovutopartire. Eppure i miei sogninon erano grandi quantoquelli degli altri… Mi dispia-ce amore mio, perché sonoriuscito a costruirti solo unacasa fatta di fantasia. Midispiace fratello mio, per-ché non posso mandarti i

cinquanta euro che avevopromesso di inviarti ognimese per farti divertire unpo’ prima della laurea… Midispiace sorella mia, per-ché non potrò mandarti ilcellulare con l’opzione wi-fi,come quello delle tue ami-che ricche… Mi dispiace ca-sa mia, perché non potròpiù appendere il cappottodietro alla porta. Ti ringraziomare, perché ci hai accoltosenza visto né passaporto.Vi ringrazio pesci, che divide-

te il mio corpo senza chieder-mi di che religione io sia oquale sia la mia affiliazionepolitica. Ringrazio i mezzi dicomunicazione, che trasmet-teranno la notizia della no-stra morte per cinque minuti,ogni ora, per un paio di giornialmeno. Ringrazio anche voi, diventatitristi al sentire la nostra tra-gica notizia. Mi dispiace sesono affondato in mare.

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Uno dei pugilipiombinesi più fa-mosi e amati. Se

ne è andato a 71 anni circasette mesi fa dopo lungamalattia.Fedio Fossi, il suo ex alle-natore lo ricorda con grandeaffetto: «Nedo Fabbri, spor-tivo vero, ha perso con ono-re anche il suo ultimo com-battimento. Aveva portatoalto il titolo italiano dei pro-fessionisti a Piombino. Nel-la sua carriera è stato chia-mato ben tre volte a rivesti-re la maglia della Nazionalecombattendo e vincendo inAmerica». E sorride con fierezza men-tre rivive con la mente ilpercorso sportivo dell’ami-co e allievo. Fabbri nel1970 diventò professionista

vincendo numerosi incontrie tre anni dopo a Cecinaconquista il titolo di cam-pione dei pesi leggeri NordItalia. Entrato nella storia

nel 1974, dopo un matchviene decretato campioneitaliano della sua categoria.Primo titolo italiano con-quistato da un pugile pro-

fessionista di Piombino. Inseguito Nedo incontra pre-stigiosi nomi della boxe alivello europeo, grazie aiquali tempra il suo caratterecombattivo. Fossi inoltre continua ricor-dando: «Ha chiuso la carrie-ra nel 1976 perdendo cononore contro il campioneitaliano Quero. Solo comeun vero campione sa fare,Fabbri con silenziosa mo-destia riuscì a rientrare trale quinte. Resterà semprevivo nel mio cuore comeamico e grande sportivo».La Palestra Pugilistica diPiombino omaggerà il ri-cordo del grande campionededicandogli una specialeserata di pugilato olimpio-nico. Iniziativa significativain sua memoria.

La scomparsa dell’ex pugile piombinese Nedo Fabbri L’allenatore Fossi lo ricorda con affetto

Lutto per la mortedi Betti CarbonciniÈ mancato all’affetto dei suoi cari e ditutti gli appassionati dei trasporti ma-rittimi e di terra, il campigliese Adria-no Betti Carboncini, insostituibile pi-lastro della storia locale. Unanimamente stimato per il rigore ela perizia delle sue ricerche. La bi-bliografia di Betti Carboncini è uninesauribile punto di riferimento perchiunque voglia approfondire la co-noscenza nel settore specifico dei tra-sporti. Più volte collaboratore di Costa Etru-sca, le sue competenze e i suoi testihanno ispirato numerosi articoli e ru-briche del nostro periodico, senza di-menticare la storia dei traffici maritti-mi nel Canale di Piombino.

Cordoglio per Carlo Alberto Ro-ventini, stroncato da un arresto car-diaco, aveva 73 anni. Sindaco diSan Vincenzo dal 1989 al 2004, haavuto da sempre una profonda pas-sione per la politica. Non ha mai la-sciato il suo impegno civile nean-che dopo aver terminato la sua cari-ca. Al suo nome legate le principaliscelte che hanno disegnato l’attualeassetto di San Vincenzo, dalla zonapedonale al porto turistico. Volon-tario della Croce Rossa di San Vin-cenzo, era stato eletto di recente se-gretario della locale sezione Spil-Cgil, in passato è stato anche diri-gente a vari livelli del PD Val DiCornia Elba.Tutti gli amici e i membri del parti-to si sono uniti al dolore della mo-glie e del figlio Massimiliano, as-sessore urbanistica e attività pro-duttive di San Vincenzo per la suascomparsa. Valerio Fabiani, segre-tario del PD Val Di Cornia Elba lo

ricorda così: «Ci mancherai Carlo,ci mancherà l’uomo delle istituzio-ni, l’uomo di partito, il figlio orgo-glioso della sua terra, e soprattuttol’amico e il compagno».

Addio a Roventini, sindaco di San Vincenzo

60 settembre - ottobre - novembre 2017

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61

di Tony Montero

Al via una nuova stagionesportiva per il Rugby

Rufus San Vincenzo che de-cide di puntare sui più piccoli,visti anche i recenti successidi una giovanissima primasquadra che, proprio grazieai consistenti rifornimentidalle giovanili, ha vinto bendue campionati consecutividi serie C regionale. Que-st'anno il Rugby Rufus riusciràa schierare, oltre ai seniores,tutte le categorie compresefra gli under 6 e gli under14, aumentando le formazionigiovanili rispetto alle scorsestagioni; inoltre ci sarà unconsiderevole gruppo di ra-gazzi under 18 che troverà

posto fra le fila della primasquadra o in giovanili di so-cietà amiche.Un così gran numero di pic-coli rugbisti, divisi per ca-tegorie, necessita di uno stafftecnico ampio, valido e ap-passionato, per questo il di-rettore sportivo SebastianoArdita ha così ripartito glieducatori e gli allenatori perogni squadra: l'u6, a trazione

femminile, sarà affidata aEmma Pirastru e CamillaAntonucci; per l'u8 DavideBettini sarà affiancato da Ni-cola Mazzarini e Diego DiPalma; nell'u10 Andrea Ber-nini e Claudia Materassi aiu-teranno il più esperto Mau-rizio Bettini; per quel che ri-guarda l'u12 Tiziano Stacchiniavrà come collaboratori MirkoFontana e Adriano Ragazzo;

l'under 14 invece sarà guidatada Mauro Properzi e Fran-cesco Mariotti; infine per laprima squadra si confermala premiata ditta Dell'Omo-darme-Marino, allenatore epreparatore atletico di unosplendido ciclo aperto dueanni or sono. Queste le datedell'inizio delle attività: se-niores: 28 agosto, u14: 4 set-tembre, u 6-8-10-12: 7 set-tembre.Primo, importantissimo ap-puntamento agonistico saràil torneo casalingo di beachrugby, riservato all'under 12che si svolgerà domenica 17settembre a Marina di Ca-stagneto presso lo stabilimentobalneare Shangri-La con benotto società in gara.

Rugby Rufus San Vincenzo Al via la nuova stagionepuntando sui più giovani

Schierati tutti gli under 6 e gli under 14.Tanti piccoli rugbisti divisi per categorie

MISERICORDIA DI PIOMBINOANNO DI FONDAZIONE 1574

Sede: PIAZZA MANZONI (CITTADELLA) - Uffici: Tel. 0565 224259Servizio Ambulanze S 0565.220157Servizio Onoranza Funebri: S 0565.220139Fax: S 0565.225659

[email protected]

di Enzo Biagioni

Gregorio Paltrinieri,il fresco e confer-mato campione

mondiale dei 1500 stile li-bero ha vinto la sua scom-messa, nuotando da Piom-bino al Cavo (isola d'Elba).L’iniziativa ha previsto latraversata in mare aperto,con l’atleta di Carpi allaguida di un gruppo di 50nuotatori in una staffetta di10 chilometri. Paltrinieri siè tuffato nel mare di piazzaBovio, dando il via all’e-vento, tra gli applausi el’entusiasmo di piombinesie non. Si è preso qualchepausa durante la traversata,per ributtarsi in mare gliultimi 200 metri, arrivando

sulla spiaggia del Cavo, ac-colto da una grande folladi elbani e non solo. Laprova è stata organizzatadalla Bridgestone, aziendadi cui l'atleta è testimonialcon una campagna per in-citare tutti a credere nei

propri mezzi. Non solo Paltrinieri ha scel-to la nostra Piombino perinaugurare la sua traversata,ma il giorno precedente al-l’impresa, ha voluto pre-sentare il suo ultimo libroIl peso dell’acqua editoMondadori con la presenzadi numerosi fan di tutte leetà, emozionati di acqui-starne una copia autografata. Al campione olimpionico èstata inoltre consegnata an-che una targa per i suoi me-riti sportivi da parte del pre-sidente dell’associazioneVeterani sportivi di PiombinoClaudio Mazzola con lapresenza di alcuni soci, fracui i nostri validi collabo-ratori Edo Marchionni e En-nio Della Schiava.

Traversata Piombino – Elba

Paltrinieri: impresa riuscita Partecipanti intenditori d’arteprovenienti anche dall’Ame-rica. Per l’artista Teofilo Co-lombini si registra un con-siderevole pubblico. La suamostra a Palazzo Appianiun effluvio di colorata fantasiaintenta a raccontare la fiabadi Pinocchio. Dipinti a tecnicamista rivivono con occhioattento e arcano le avventuredel burattino. Il suo tocco regala magicapersonalizzazione alla storia.Nella sala una scultura inlegno di Pinocchio che volgeuno sguardo sorpreso versoil mondo circostante.

Buon riscontroper Colombini

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FRANCO MARTORELLA

L’occhio espertodel vecchio fotoamatore

Galassi, il decano dei fotoamatoripresenta Franco Martorella

SENSO DELLA COMPOSIZIONE

FRUTTO DELL’ESPERIENZA

di Pierluigi Galassi

Èil 1969 quando Franco Martorella, per moti-vi lavorativi, arriva a Piombino da Campodell'Elba, dove è nato il 12 Giugno '46. Vie-

ne infatti assunto all'Ilva in qualità di tecnico neireparti delle colate continue. La sua passione per lafotografia si affina frequentando proprio il CircoloFotografico della società. Inizialmente restio a par-tecipare ai concorsi, piano piano vince questa suatitubanza e ottiene presto importanti affermazioniin ambito nazionale, rivelando le sue ottime quali-tà fotoamatoriali.Raggiunge rilevanti risultati, per citarne alcuni, alConcorso Nazionale di Osimo, al Truciolo d'oro diCascina, al Concorso Nazionale di Bibbiena, al Con-corso Nazionale Città di Bergamo, al Concorso Vald'Orcia-Montalcino.Sin dagli inizi della sua attività di fotoamatore, Fran-co predilige usare varie fotocamere Nikon.Ormai appagato, accantona la fotografia, senza peròmai abbandonarla, e si dedica con la moglie Graziaal ballo, anche a livello agonistico, distinguendosipure in questo nuovo contesto. Alcuni anni fa fonda,con altri passionisti, la scuola di ballo "New Step",con la supervisione della ballerina professionista Sa-ra Di Vaira, star indiscussa del noto programma tele-visivo "Ballando con le Stelle". La prima passione di Martorella riemerge con l'av-vento del digitale, e così, con la sua Nikon D7000realizza immagini fantastiche, rivelando le doti di unvecchio fotoamatore, come dimostrano questi scattirealizzati in Tunisia. È da notare la tecnica, la sensi-bilità, il senso della composizione che da semprehanno caratterizzato le sue opere.Franco ha ottenuto ottimi risultati in ciò che lo ha ap-passionato, nella fotografia e nel ballo, ma semprecon umiltà, senza darsi troppa importanza; ciò gli faonore e dimostra la sua indole serena e bonaria, si-nonimo di una gran bella persona.Bravo amico mio.

Frequenta il Circolo Fotografico dell’Ilva.Importanti affermazioni nei concorsi.Passione divisa tra immagini e ballo

Pierluigi Galassi è il decano dei fotoamatori di Piombino. È presidente della sezionefotografica del Centro culturale Sant’Antimo. Dopo la presentazione di DomenicoFinno, Sergio Tanfani, Nino Marchi, Guido Morelli, Oreste Malvisi, Luigi Tozzi, RobertoBaroni, Stefano Valdiserri, Davide Bedini, Corrado Coppetta, Luca Ruffoli, PatrickDonati, Fabio Del Ghianda, Manuela Innocenti, Enrico Genovesi, Eleonora Carlesi,Luca Vangelisti, Massimo Daddi, Alessio e Matilde Ricci, Asia Giannelli, FrancescoLivi, Francesco Masangui, Gabriele Tinalli, Sergio Signori, Marco Morrone, StefanoTempestini, Graziella Sapienza, Riccardo Marchionni, Sabrina Costa, RobertoManzani, Sandro Leonelli, Marco Novara, Lucia e Lorella porta oggi alla ribaltaFranco Martorella.

62 settembre - ottobre - novembre 2017

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Gli scatti

di Franco

Martorella

63

Lami & Bruscolini srlagenti di assicurazioni

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64 settembre - ottobre - novembre 2017

Dal 20 giugno al 21 lu-glio si è svolta la XVIedizione di LetteratureFestival internazionaledi Roma. Un nucleocentrale di 8 appunta-menti presso la Basilicadi Massenzio al ForoRomano che ha vistoalternarsi autori dellascena internazionale.Ognuno ha letto un testoinedito ispirato al temaScrittori-Lettori. I «ban-diti» delle parole. Inqueste pagine pubbli-chiamo il brano di SilviaAvallone, autrice di Ac-ciaio, che il 22 giugnoè stata protagonista dellaserata dal titolo Le av-venture dei sentimenti.

di Silvia Avallone

La libreria, in tuttala città, era una so-la.

Poi, c’erano anche unacartoleria e un’edicolache vendevano romanzi:pochi, sulle cui copertinespiccavano la parolaamore, baci svenevoli oimpronte insanguinate,sugli espositori insiemealle penne e alle matite,impilati in mezzo agli al-bum delle figurine. «Ro-ba», la chiamavamo. Chemagari ci sarebbe anchepiaciuta, ma che per prin-cipio non doveva interes-sarci.La leggevano distratte le

nostre madri, su seggioledi legno piantate nel ba-gnasciuga. Giravano lepagine e chiacchieravano,i piedi in ammollo, si ac-cendevano una sigaretta ecommentavano come sitrattasse di gossip. Nonera quello che intendeva-mo noi.Dovevi sceglierti un librovero, invece, una cosascritta da un autore mortoalmeno un secolo prima,e piazzarti nel punto piùimpervio della scogliera,da solo, mentre tutti intor-no facevano le gare di tuf-fi, andavano a pomiciareal largo, a fare ben altro: iprotagonisti. E tu in dis-parte, con la maglietta ad-dosso, taciturno, gli occhibassi. Irrimediabilmentediverso.Questo, per noi, era leg-gere. Un manifesto. Unacosa da sfigati. Che face-vi solo se non potevi per-

metterti — se il corpo,anzitutto, non te lo conce-deva — di risaltare inspiaggia o in discoteca, dicollezionare inviti per laserata, di essere famoso, atuo modo, a Piombino,agli inizi del Duemila. Al-lora protestavi.Sono i miei anni di liceo.Il classico Giosuè Car-ducci che non esiste più.Lo hanno chiuso permancanza d’iscritti, per-ché il greco e il latino nonservono a trovare lavoro,dicono. Ma quando lo fre-quentavo io, a sedici anni,non ci pensavo nemmenolontanamente a lavorare.Camminavo a un metroda terra per l’orgoglio difrequentare quella scuoladifficile, con una classeunica di quindici studentirisicati, che ti facevasgobbare il triplo delle al-tre, e ti costringeva a de-cifrare un vocabolario, il

Rocci, scritto talmentepiccolo che rischiavi didiventare cieco, e che infondo ti insegnava unasola, inutile, polverosacosa. A leggere.Noi, appunto, leggevamo.Senza riscuotere succes-so. Non facevamo colpo.Ci sentivamo la minoran-za delle minoranze. Sedu-ti ai tavolini degli stessibar, su e giù per lo stessocorso che battevano glialtri. Ma con un marchioinequivocabile sulla fac-cia: quello dell’insicurez-za, dell’inadeguatezza. Seno, perché mai uno do-vrebbe aprire un libro? Senon ha qualcosa che nonva? Qualcosa da nascon-dere?Oltre a un’unica libreria,e a un’unica sezione di li-ceo classico, c’era un’u-nica discoteca: la CasaRossa. Anche noi arriva-vamo intorno a mezza-

Interessante brano inedito di Silvia Avallone

Leggere non serve ad avere successo,i libri sono uno strumento di partecipazione

Il panorama di Calamoresca, da dove la giovane Silvia spaziava con la fantasia

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notte, ci mettevamo in fi-la per entrare, implorandoun amico di amici con ilpotere di metterci in lista,di strapparci una consu-mazione gratis. In pistac’erano le canzoni chepassavano in radio ognigiorno, ovunque. Ricordoil ritornello di «Giulia, ohmia cara, ti prego salvamitu» di Gabry Ponte, e pri-ma ancora: «I’m Blue, daba dee da ba daa» degliEiffel 65. Ricordo comeprovavamo a ballare, cia-scuno cercando di pren-dersi il suo scampolo discena. Sotto le luci stro-boscopiche, a dire: Ehi,esisto pure io. Contoqualcosa. Ancheggiando,saltellando.Solo che a noi non ci ve-niva bene, questa esposi-zione.La visibilità, anche in unfazzoletto di provincia incui ciascuno conoscevagià ogni cosa di te, ci fa-ceva sentire goffi e sba-gliati. Stare lì a ripeteregridando le frasi del dj,alzare le mani nello stessoistante, quel tentativo diessere felici e uguali a tut-ti gli altri, non ci riusciva.E allora ti giuro che io e imiei amici, una notte, cene siamo andati a leggerePlatone, il Simposio, adalta voce nei campi. Inmezzo ai girasoli che cir-condavano la discoteca,finché non si è fatta l’al-ba. Platone, di sabato, adagosto, come un brancodi pazzi allucinati. Men-tre la musica della CasaRossa tuonava poco di-stante, e spuntavano giàle teste dei ragazzi nige-riani che andavano a rac-cogliere i pomodori. So-crate, Fedro e poi Alcibia-de ubriaco. E però io fa-cendo questo mi sonosentita così viva, che quelgesto ha nominato tutta la

mia vita.La Casa Rossa esiste an-cora, la libreria a cui ti ac-cennavo no. Ha chiusoancora prima del mio li-ceo. Se ci ripenso oggi,che credo di essere entra-ta almeno in metà delle li-brerie d’Italia, non possoche sorridere di tenerezzaal ricordo di cosa fossequel luogo. Buio, di unbuio che sapeva quasi dicaverna. L’odore dellapolvere accumulata sugliscaffali, l’austerità di libriingialliti e così vecchi,fuori catalogo da anni.Di titoli di grido, là, nonce n’era uno. Al loro po-sto una scelta pregevoledi Bignami di cui ho fattoincetta, pile di volumi dipsicologia, cartomanzia,esoterismo. E, al pianosuperiore, o meglio su unsoppalco di legno cigo-lante, sepolto nella solitu-dine e nel silenzio, nell’o-blio, c’era il mio angolod’elezione. Di più: la miatachicardia. La possibilitàdi essere altro, e altrove, emigliore. Il reparto deiclassici e di filosofia.Ora, quando andrai a cu-riosare nella libreria cheabbiamo in casa, ti accor-gerai, fra le altre, di alcu-ne mensole dove sonoconfinate edizioni da tre-mila lire e da due euro.Nietzsche, Italo Svevo,Pirandello, Balzac: rotti,devastati, sottolineati a

morte. Ecco, quei libriche ti sembreranno i piùbrutti, vengono da là, daimiei sedici anni, dalla ri-cerca spasmodica e dispe-rata di cosa volevo diven-tare, e ti assicuro che so-no i più preziosi.Non è stato facile averequell’età. Sentirsi non ab-bastanza bella, né sfaccia-ta, né geniale, né straordi-naria come ogni adole-scente pretende da sestesso. Sentire, in fondo,di non essere nessuno.Non è stato facile litigare,costantemente, con i ge-nitori, la migliore amica,il fidanzato, mezzo mon-do. Impossibile esseresinceri, trovare le parolegiuste per dire davveroquello che mi si agitavadentro. E fuori era semprelo stesso orizzonte: lafabbrica da una parte,l’Elba dall’altra, e scuola,casa e bar in mezzo.Era brutto rimanere inca-strati in una vita che nonavevamo scelto. Che ave-vano deciso le nostre fa-miglie, la nostra città, lasocietà intera al posto no-stro. Ci davamo un granda fare per assomigliarci,per avere le stesse scarpefluorescenti, le stesse tuteacetate, gli stessi motorinitruccati, per conoscere amemoria le stesse canzo-ni. E l’indicibile, vergo-gnoso segreto, è che noneravamo uguali per nien-

te, anzi, eravamo meno.Io ero meno. Era tuttomeno.Sai, è per questo. Perchévolevo cambiare. E an-darmene. Perché non ri-uscivo ad accettarmi, mecon le mie imperfezioni ela mia storia. Perché neavevo paura, e la volevoaffrontare. Perché volevoessere sincera dentro lasincerità di un altro.È per questo che mi sede-vo su una panchina di Ca-lamoresca a picco sul ma-re, o su uno scoglio di Sa-livoli oltre le barche are-nate e la comunità felina;oppure andavo al porto avedere le Toremar salpa-re, o salivo alla Tolla dacui si poteva tenere interanel pugno di uno sguardola grande acciaieria. Eguardavo: laggiù, personell’orizzonte, il luogosfocato e irraggiungibiledove brillava il mio futu-ro. O forse no, forse ungiorno lo avrei raggiunto,quel punto di perfezione.Allora abbassavo losguardo e aprivo un libro.Ti dirò poi quale.Un grande scrittore chespero scoprirai, DanielPennac, ha detto: «Nonleggiamo per, ma con-tro». E io contro leggevo.Contro il capitalismo e losfruttamento delle risorse,contro un insegnante chedetestavo, le ingiustizieplanetarie e il ragazzo chemi faceva soffrire. Controi problemi che non sareimai riuscita a risolvere,gli strappi che non sareimai riuscita a ricucire.Non sapevo niente delmondo, ma volevo sape-re. Volevo compiere ungesto epico. Alternativo.Volevo un libro pericolo-so. Datemi della sfigata,gridavo dentro me stessa,una che non sa sfilare incentro come fate voi, che

“Dalla Tolla, uno sguardo alla grande acciaieria”

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non sa ballare, che non sisa vestire. Io non la vo-glio, la vita che vivete.Io voglio diventare comeDostoevskij.Qualche settimana fa unlibraio mi ha raccontatoun episodio: un bambinocorso a spiccicare la fron-te contro la vetrina delsuo negozio, indicandoun libro con entusiasmo,chiamando il papà e im-plorandolo di regalarglie-lo. E quello, il padre, av-vicinandosi mogio e dan-do un’occhiata, aveva ri-sposto contrariato, quasioffeso: «Forza, vienivia!». Spero che, chiun-que sia quel bambino,cresca covando un desi-derio spasmodico per lalettura, che diventi un tra-sgressivo e non veda l’oradi tenere tra le mani l’og-getto proibito. Anche nelmio caso, da bambina, ilibri mi si presentaronoinarrivabili e ammantatidi prodigio. Non proibiti,ma neppure celebrati.Peggio: invidiati.Passavo i pomeriggi damia nonna, dopo l’asilo, el’adoravo. Erano ore in-daffarate e piene di vita.Andavamo nell’orto asporcarci le mani di terra,davamo da mangiare aigatti, da bere alle piante.Solo che poi arrivava unmomento, prima di cena,in cui mia nonna si sede-va a tavola a riprenderefiato, e apriva un libro.«Mezz’oretta, diceva,adesso gioca un po’ da so-la». E io in quell’istantemorivo. Lei cominciava aleggere un romanzo presoin prestito in biblioteca, esi assentava. Rapita e pri-gioniera di una malia dacui ero esclusa. Avrei do-vuto accontentarmi deiLego o dei Mini Pony,non ci riuscivo. Spiavo lequasi impercettibili

espressioni nuove che lepassavano sul volto, michiedevo cosa le stesseaccadendo. La medesimamalattia che si prendevamia madre, che me la por-tava via per eternità inte-re. Le donne della mia vi-ta si mettevano lì, con unromanzo, ed era come semi tradissero. Allora io ilibri li ho odiati, primad’imparare a leggere, liho combattuti. E, appenaho potuto, me ne sono ap-propriata con rivalsa.Non ti dirò mai che devileggere, lo prometto. Èuna scelta politica, civile,etica, ma anche troppo in-tima e privata. È solo tua,e non voglio entrarci.Mentirei se nascondessi ame stessa una speranza:che, a forza di vedere meassorta come io ho vistomia madre e mia nonna, tivenga un giorno la curio-sità d’iniziare. Ma nonperché ti sarà utile.Non credo che, se legge-rai, avrai un futuro di suc-cesso, un buon lavoro,uno stipendio alto. Anzi,vorrei che tu diffidassi dichi ti dice cosa devi esse-re e cosa devi desiderare.Vorrei che tu scegliessi didiventare invece, di voltain volta, Anna Karenina eMadame Bovary, l’Arturodell’Isola di Elsa Moran-te, Lila e Lenù di ElenaFerrante. Vorrei che tu ti

calassi dentro, fin nel re-cesso più oscuro, di uncowboy del Montana chenon riesce ad accettare lapropria omosessualità,come racconta ThomasSavage ne Il potere delcane, e di una giovanedonna di Haiti costretta asubire ogni indicibileabuso pur di approdare inFlorida, una terra dov’èpossibile non vivere, maalmeno sopravvivere, co-me ha narrato RussellBanks ne La deriva deicontinenti. Vorrei che tuavvertissi la voglia diuscire da te, di partecipa-re alle vite degli altri,d’indignarti e di protesta-re, di ribaltare quel che tiverrà insegnato, anche ciòche ti insegnerò io. Pertrovare le parole tue. Ma-gari, tra una quindicinad’anni, ti capiterà tra lemani il libro che mettevodentro la sella del Quartzper andare a leggere a Ca-lamoresca, alla Tolla, osulla spiaggia di Salivoliin pieno inverno, quandonon c’era altro da fare, incittà, se non chiudersi incasa ad aspettare l’estate.A me piaceva respirarel’odore delle alghe, rac-cogliere cocci di vetro le-vigati, cercare un modoper dire che stavo cre-scendo.Il titolo non te l’ho ancorasvelato. Fa parte dei volu-

mi lisi e distrutti, sullamensola dei reietti. Èun’edizione da quattordi-ci euro e quarantasei cen-tesimi, falciata a penna inun modo così brutale chesi capisce subito quantobisogno ne avevo. Forselo leggerai anche tu. Di-venterai Alëša, Mitja eIvàn Karamazov. Forse tisoffermerai come me suuna frase che ti sbalzeràfuori, costringendoti aprendere treni, a macinarechilometri, alla conquistadi quel punto, laggiù,all’orizzonte, in cui cia-scuno è libero di comin-ciare la sua storia. «La vi-ta è un paradiso — mi hadetto Dostoevskij — enoi tutti siamo in paradi-so, ma non vogliamo ca-pirlo; e invece, se volessi-mo capirlo, domani stessoil mondo intero divente-rebbe un paradiso».

Ricordi del liceo classico Carducci che non c’è più

Sono i miei annidi liceo,il classico

Giosuè Carducciche non c’è più.

Mi sedevosu una panchina di Calamorescaa picco sul mare.

Salivo alla Tollatenevonel pugno

di uno sguardole acciaierie.

Voglio diventarecome Dostoevskij.

La vitaè un paradisoe neanche

ce ne accorgiamo

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