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PIANO TRIENNALE
DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E
PER LA TRASPARENZA
2018-2020 DI
CORRIDONIA SERVIZI S.R.L. UNIPERSONALE
CON SEDE LEGALE IN CORRIDONIA, VIA BARTOLAZZI 22
Approvato con Delibera del Consiglio di Amministrazione
del 31 Gennaio 2018
Predisposto dal Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e Trasparenza
Sig. Celso Foresi
nominato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione del 31 Gennaio 2018
Pubblicato sul sito internet nella sezione “Trasparenza”
STORIA DELLE MODIFICHE
Versione Descrizione modifica
01 Prima emissione – Pubblicato con delibera del C.d.A. del 6 Agosto 2014
02 Aggiornamento – Pubblicato con delibera del C.d.A. del 31 Gennaio 2018
INDICE
1 IL CONTRASTO AI FENOMENI CORRUTTIVI ......................................................................................... 4
2 LE MISURE ANTICORRUZIONE INTRODOTTE DALLE LEGGE 190/2012 E DAI SUOI
DECRETI ATTUATIVI .................................................................................................................................... 4
3 LA NORMATIVA ANTICORRUZIONE E TRASPARENZA NELLE SOCIETÀ
CONTROLLATE/PARTECIPATE DALLA PA ............................................................................................ 6
4 INTERAZIONE TRA PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E MODELLO 231 ............ 8
5 IL PTPCT DI CORRIDONIA SERVIZI S.R.L. ............................................................................................ 10
5.1 SOGGETTI PREPOSTI AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ................................................ 10 5.2 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ....................................................................................................................... 10 5.3 RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (RPC) ...................................................................... 11 5.4 ORGANISMO DI VIGILANZA ................................................................................................................................. 12 5.5 RESPONSABILI DI AREA/DIREZIONE/FUNZIONE/SERVIZIO ................................................................................... 12
6 IL PROCESSO DI ADOZIONE DEL PTPC ................................................................................................. 13
6.1 ANALISI DEL CONTESTO ...................................................................................................................................... 13 Analisi del contesto esterno ................................................................................................................................ 13 Analisi del contesto interno ................................................................................................................................ 15
6.2 VALUTAZIONE DEL RISCHIO “CORRUZIONE” ........................................................................................................ 16 6.3 TRATTAMENTO DEL RISCHIO ............................................................................................................................... 20
7 VERIFICA, MONITORAGGIO E AGGIORNAMENTO DELLE MISURE ANTICORRUZIONE ..... 35
8 FLUSSI INFORMATIVI DA E VERSO L’ODV .......................................................................................... 35
9 LA TRASPARENZA ........................................................................................................................................ 36
9.1 IL RESPONSABILE PER LA TRASPARENZA (RT) .................................................................................................... 36 9.2 LE INFORMAZIONI PER LA TRASPARENZA ............................................................................................................ 37
10 ACCESSO CIVICO SEMPLICE E GENERALIZZATO ............................................................................ 41
11 FLUSSI INFORMATIVI E TUTELA DEL DIPENDENTE CHE SEGNALA GLI ILLECITI (C.D.
WHISTLEBLOWER) ........................................................................................................................................ 42
12 SISTEMA SANZIONATORIO ....................................................................................................................... 44
12.1 FINALITÀ DEL SISTEMA DISCIPLINARE ................................................................................................................. 44 12.2 SANZIONI PER I LAVORATORI DIPENDENTI SUBORDINATI, RESPONSABILI DI FUNZIONE O DIRIGENTI .................... 44 12.3 MISURE NEI CONFRONTI DEGLI AMMINISTRATORI ............................................................................................... 45 12.4 MISURE NEI CONFRONTI DEL RPCT ..................................................................................................................... 45
13 NORMATIVA DI RIFERIMENTO ............................................................................................................... 46
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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1 Il contrasto ai fenomeni corruttivi
La corruzione, ossia l’abuso di potere istituzionale per vantaggi personali, è fra i fenomeni più dannosi della
nostra epoca anche semplicemente per le sue dimensioni, il danno annuale causato in Italia dalla corruzione
corrisponde a una impressionante quantità di denaro.
Come è stato sostenuto nel Rapporto GRECO (Group of States against corruption) del 2011, in Italia “la
corruzione è profondamente radicata in diverse aree della pubblica amministrazione, nella società civile, così
come nel settore privato. Il pagamento delle tangenti sembra pratica comune per ottenere licenze e permessi,
contratti pubblici, finanziamenti, per superare gli esami universitari, esercitare la professione medica, stringere
accordi nel mondo calcistico, ecc. (…) La corruzione in Italia è un fenomeno pervasivo e sistemico che influenza
la società nel suo complesso”.
Non esistono cause dirette che determinano la corruzione; esistono, invece, dei contesti che possono costituire
terreno fertile per l’inverarsi di fenomeni corruttivi e, in particolare, quei processi ad alto contenuto discrezionale
che si svolgono nelle amministrazioni pubbliche. Quindi, la corruzione diventa un vero e proprio “costo fisso”
per la società, agendo nel contempo come un vincolo strutturale; questa non può essere eliminata da parte di
singoli agenti ma richiede un processo di riforma a livello di governance. Gli osservatori economici hanno
dimostrato l’esistenza di una relazione inversa tra il livello di corruzione interna ed il tasso di crescita
economico, rilevando un impatto negativo della corruzione sulla crescita e congiuntamente, attraverso un’analisi
empirica, si è rilevato che alti livelli di corruzione sono associati ad un alto costo del credito.
Uno degli strumenti ritenuti più efficienti per la lotta alla corruzione è la creazione di una posizione di autonomia
degli organi di controllo nei confronti dei poteri politici, nello stesso tempo accompagnato da un contrasto basato
su politiche di lungo periodo e con sistemi di incentivi e di punizioni.
Proprio per contrastare il fenomeno della corruzione, il Legislatore, dopo laboriosi e infruttuosi tentativi negli
anni passati, è riuscito ad adottare un atto normativo di notevole impatto sull’organizzazione e sul
funzionamento delle Amministrazioni Pubbliche con l’emanazione della Legge 6 novembre 2012, n. 190.
L’adozione di specifiche norme per contrastare i fenomeni sopra indicati si è resa necessaria al fine di
promuovere l’etica e la legalità nei soggetti deputati all’esercizio di attività di pubblico interesse ed al fine di
aumentare livelli di performance e di efficacia dell’azione amministrativa che le precedenti norme adottate in tal
senso non erano state in grado di assicurare, oltre che all’esigenza di prevedere e reprimere fenomeni comunque
legati a fattispecie illegali che all’interno delle PP.AA. hanno provocato un danno economico stimato in circa 60
miliardi di euro annui.
2 Le misure anticorruzione introdotte dalle Legge 190/2012 e dai suoi decreti attuativi
La legge 6 novembre 2012, n. 190 recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e
dell'illegalità nella pubblica amministrazione", (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 265 del 13 novembre
2012) ha introdotto la disciplina delle misure per limitare il verificarsi di fenomeni corruttivi e contrari alla
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legalità all’interno delle amministrazioni pubbliche e dei soggetti comunque esercenti pubbliche funzioni o
svolgenti attività di pubblico interesse.
I fenomeni corruttivi oggetto delle misure preventive e di contrasto contenute nella legge n. 190/2012 e nei suoi
decreti attuativi1 non fanno esclusivo riferimento alla nozione di corruzione contenuta nel codice penale
(indebita ricezione, o accettazione della promessa, da parte di un pubblico ufficiale, per sé o per un terzo, di
denaro o altra utilità per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri – articolo 318; indebita ricezione, o
accettazione della promessa, da parte di un pubblico ufficiale, per sé o per un terzo, di denaro o altra utilità per
omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver
compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio – articolo 319; abuso, da parte del pubblico ufficiale, della sua
qualità o dei suoi poteri, nell’indurre taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra
utilità – articolo 319-quater), ma si riferiscono ad un’accezione assai più ampia. La nozione di corruzione
assunta dalle norme del “pacchetto” anticorruzione è tale da comprendere non solo l’intera gamma dei delitti
contro la Pubblica Amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I del Codice Penale, ma anche le situazioni in
cui – a prescindere dalla rilevanza penale – venga in evidenza un malfunzionamento dell’amministrazione (c.d.
maladministration) a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite ovvero l’inquinamento dell’azione
amministrativa ab externo, sia che tale azione abbia successo sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo. La
nozione di corruzione è contenuta nel P.N.A. 2013 predisposto dal Dipartimento della funzione pubblica della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla scorta degli indirizzi forniti dal Comitato interministeriale, approvato
dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.A.C.) con la delibera n. 72 dell’11 settembre 2013, aggiornato al
2015 con Determinazione n.12 del 28 ottobre 2015, oltreché nel P.N.A. 2016 predisposto ed adottato da ANAC,
ai sensi dell’art. 19 D.L. 24 giugno 2014, n. 90 (approvato con delibera n. 831 del 3 agosto 2016) e nel P.N.A.
2017 approvato da ANAC con delibera n. 1208 del 22 Novembre 2017.
Gli obiettivi perseguiti dal Legislatore sono, dunque, tesi a:
ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione;
aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione;
creare un contesto sfavorevole alla corruzione.
La legge n. 190/2012 ha posto in evidenza la necessità di elaborare e implementare una politica di contrasto del
fenomeno della corruzione che tenga conto dei caratteri di diffusività e sistematicità dallo stesso assunto.
Una politica di contrasto affidata ad un organico ed integrato ventaglio di misure di tipo non solo penale-
repressivo ma soprattutto di tipo extra-penale, destinate a svolgere una funzione di prevenzione, operando sul
versante prevalentemente amministrativo.
1 D.Lgs. n. 235/2012, recante “Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi”; D.Lgs. 14 marzo 2013, n. 33, recante “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”, come modificato dal D.Lgs. 25 maggio 2016, n. 97 “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della L. 6 novembre 2012, n. 190 e del D.lgs. 14 marzo 2013, n. 33 ai sensi dell’art. 7 della L. 124/2015”; D.Lgs. 8 aprile 2013, n. 39, recante “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico”; D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 “Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici a norma dell’articolo 54 del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 65”
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Tali misure sono destinate a incidere sulle occasioni della corruzione e sui fattori che ne favoriscono la
diffusione ed è per questa ragione che i principi sui quali deve fondarsi la redazione dei P.T.P.C.T., come
indicato nel P.N.A., sono stati desunti dalla normativa tecnica in materia di “Risk Management”, la UNI ISO
31000:2010.
Con la legge n. 190/2012 è stato introdotto, nel nostro ordinamento giuridico, un sistema teso a costruire un
meccanismo di prevenzione della corruzione il cui aspetto consiste nell’articolazione del processo di
formulazione e attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione. Peculiarità di tale progetto si ritrova
nella volontà di formulazione e attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione su due livelli: su un
primo livello, nazionale, il Dipartimento della funzione pubblica ha predisposto un PNA nel 2013, aggiornato da
ANAC nel 2015, sostituito dall’Autorità Nazionale Anticorruzione con delibera n. 831 del 3 agosto 2016 (PNA
2016) e, da ultimo, aggiornato nel 2017 con delibera n. 1208 del 22 Novembre 2017; su un secondo livello,
quello decentrato, ciascuna Pubblica Amministrazione elabora un Piano triennale di prevenzione della
corruzione (P.T.P.C.) sulla base delle indicazione fornite attraverso il PNA, effettuando l’analisi e la valutazione
dei rischi specifici propri e indicando quelle che sono le misure idonee da adottare al fine di prevenirli.
Il D.lgs. 97/2016, nel modificare il D.lgs. 33/2013 e la L. 190/2012, ha fornito ulteriori indicazioni sul contenuto
del PTPC. In particolare, il Piano assume un valore programmatico ancora più incisivo, dovendo
necessariamente prevedere gli obiettivi strategici per il contrasto alla corruzione fissati dall’Organo di indirizzo.
La Legge ha individuato nell’ANAC Autorità Nazionale Anti Corruzione l’organismo di vigilanza e controllo
sull’effettiva applicazione, nelle singole Amministrazioni/Enti, delle misure anticorruzione e di trasparenza
previste dalla normativa.
3 La normativa anticorruzione e trasparenza nelle società controllate/partecipate dalla
PA
Numerose disposizioni della Legge n. 190 del 2012 e dei relativi Decreti Attuativi si riferiscono agli enti di
diritto privato partecipati da Pubbliche Amministrazioni o in controllo pubblico e agli enti pubblici.
Assume particolare rilievo l’art. 1, commi 60 e 61, della legge n. 190 del 2012 secondo cui in sede di intesa in
Conferenza unificata Stato, Regioni e autonomie locali sono definiti gli adempimenti per la sollecita attuazione
della legge 190 e dei relativi decreti delegati nelle regioni, nelle province autonome e negli enti locali, nonché
«negli enti pubblici e nei soggetti di diritto privato sottoposti al loro controllo».
Gli enti di diritto privato sottoposti a controllo pubblico che esercitano funzioni amministrative, attività di
produzione di beni e servizi a favore delle amministrazioni pubbliche o di gestione di servizi pubblici sono
esplicitamente indicati dal Legislatore quali destinatari della disciplina in materia di inconferibilità ed
incompatibilità degli incarichi dirigenziali e di responsabilità amministrativa di vertice nelle Amministrazioni
Pubbliche ai fini della prevenzione e del contrasto della corruzione nonché della prevenzione di conflitti
d’interesse (art. 1, commi 49 e 50, legge n. 190 del 2012 e d.lgs. n. 39 del 2013). In questa ottica, nell’art. 15, co.
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1, del d.lgs. n. 39 del 2013 viene affidato al Responsabile Anticorruzione di ciascun ente pubblico e ente di
diritto privato in controllo pubblico il compito di curare, anche attraverso il Piano, l’attuazione delle disposizioni
del Decreto. Ai sensi dell’art. 1, co. 17, della legge n. 190 del 2012, anche le società partecipate dalle
amministrazioni pubbliche e gli enti di diritto privato in controllo pubblico, in quanto stazioni appaltanti,
possono prevedere negli avvisi, nei bandi di gara o nelle lettere di invito che il mancato rispetto delle clausole
contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità costituisca causa di esclusione dalla gara.
Per quanto riguarda la trasparenza, intesa come accessibilità totale delle informazioni pubblicate sui siti web, da
subito la legge n. 190 del 2012, all’art. 1, co. 34, ne ha esteso l’applicazione agli enti pubblici economici, come
già indicato nella delibera A.N.AC. n. 50 del 2013 «Linee guida per l’aggiornamento del Programma triennale
per la trasparenza e l’integrità 2014-2016», e alle società partecipate e controllate ai sensi dell’art. 2359 del
codice civile dalle PP.AA., «limitatamente alla loro attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale
o dell’Unione europea» e con riferimento alle informazioni contenute nei commi da 15 a 33 dell’art. 1 della
stessa legge.
Successivamente, l’art. 11 del d.lgs. n. 33 del 2013, come modificato dall’art. 24-bis del D.L. n. 90 del 2014, ha
esteso l’intera disciplina del decreto sulla Trasparenza agli enti di diritto privato in controllo pubblico e cioè alle
«società e gli altri enti di diritto privato che esercitano funzioni amministrative, attività di produzione di beni e
servizi a favore delle amministrazioni pubbliche o di gestione di servizi pubblici, sottoposti a controllo ai sensi
dell'articolo 2359 del codice civile da parte di pubbliche amministrazioni, oppure agli enti nei quali siano
riconosciuti alle pubbliche amministrazioni, anche in assenza di una partecipazione azionaria, poteri di nomina
dei vertici o dei componenti degli organi», sia pure «limitatamente all’attività di pubblico interesse disciplinata
dal diritto nazionale o dell’Unione europea». A tali società si applicano, limitatamente all’attività di pubblico
interesse disciplinata dal diritto nazionale o dell’Unione europea, le disposizioni dell’art. 1 commi da 15 a 33
della L. n. 190/2012.
Con la Riforma Madia e i Decreti Attuativi della stessa, in particolare con il D.lgs. 97/2016 l’ambito soggettivo
di applicazione del D.lgs. 33/2013 è stato rideterminato, abrogando, peraltro, l’anzidetto art. 11.
Più nello specifico l’art. 3 del D.lgs. 97/2016, introducendo il comma 2 bis all’art. 2 del D.lgs. 33/2013, prevede
esplicitamente che per Pubbliche Amministrazioni si intendano tutte le amministrazioni di cui all'articolo 1,
comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, ivi comprese le autorità
portuali, nonché le autorità amministrative indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione e che la medesima
disciplina prevista per le pubbliche amministrazioni di cui al comma 1 si applichi anche, in quanto compatibile
alle società in controllo pubblico come definite dal Decreto Legislativo emanato in attuazione dell'articolo 18
della Legge 7 agosto 2015, n. 124.
Peraltro ANAC, già nella Determinazione n. 8 del 17 giugno 2015 «Linee guida per l’attuazione della normativa
in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato
controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici», scriveva che: occorre
muovere dallo spirito della normativa che è quello di prevenire l’insorgere di fenomeni corruttivi nei settori più
esposti ai rischi dove sono coinvolte pubbliche amministrazioni, risorse pubbliche o la cura di interessi pubblici:
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poiché l’influenza che l’amministrazione esercita sulle società in controllo pubblico è più penetrante di quello
che deriva dalla mera partecipazione, ciò consente di ritenere che le società controllate siano esposte a rischi
analoghi a quelli che il legislatore ha inteso prevenire con la normativa anticorruzione del 2012 in relazione
all’amministrazione controllante.
Di recente il quadro si è arricchito di due nuovi importanti provvedimenti ANAC.
Nella seduta dell’8 Marzo 2017, il Consiglio ha approvato le Linee Guida sull’applicazione dell’art. 14 del d.lgs.
33/2013 “Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o
di governo e i titolari di incarichi dirigenziali”, come modificato dall’art. 13 del d.lgs. 97/2016, che forniscono
indicazioni e chiarimenti sull’attuazione delle misure di trasparenza contenute nell’art. 14. Da ultimo in data 8
Novembre 2017 l’Autorità ha approvato la Determina n. 1134 avente ad oggetto le “nuove linee guida per
l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e
degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici
economici”, in sostituzione della previgente Determina ANAC n.8/2015.
4 Interazione tra piano di prevenzione della corruzione e modello 231
Le misure introdotte dalla L. n. 190 del 2012 ai fini di prevenzione della corruzione si applicano alle società
controllate, direttamente o indirettamente, dalle pubbliche amministrazioni; anche qualora le società abbiano già
adottato il modello di organizzazione e gestione previsto dal D.Lgs. n. 231 del 2001.
L’ambito di applicazione della legge n. 190 del 2012 e quello del D.Lgs. n. 231 del 2001 non coincidono e,
nonostante l’analogia di fondo dei due sistemi, finalizzati entrambi a prevenire la commissione di reati nonché ad
esonerare da responsabilità gli organi preposti, purchè le misure adottate risultino adeguate, sussistono differenze
significative tra i due sistemi normativi, in particolare:
il D.Lgs. n. 231 del 2001 ha riguardo ai reati commessi nell’interesse o a vantaggio della società o che comunque
siano stati commessi anche e nell’interesse di questa, diversamente dalla legge 190/2012 che è volta a prevenire
anche reati commessi in danno della società;
il decreto fa riferimento alle fattispecie tipiche di concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità e
corruzione, nonché alla corruzione tra privati, fattispecie alle quali la Società deve avere interesse ovvero dalle
quali deve trarre vantaggio, perché possa risponderne. La legge n. 190 del 2012 fa riferimento, invece, ad un
concetto più ampio di corruzione, in cui rilevano non solo l’intera gamma dei reati contro la P.A. disciplinati dal
Codice Penale, ma anche le situazioni di “cattiva amministrazione”.
Particolare rilevanza rivestono, nell’ambito della prevenzione del fenomeno corruttivo, le seguenti fattispecie
penalistiche e/o corruttive:
Peculato (art. 314 c.p.)
Peculato mediante profitto dell'errore altrui (art. 316 c.p.)
Malversazione a danno dello Stato (art. 316-bis c.p.)
Indebita percezione di erogazione a danno dello Stato (art. 316-ter c.p.)
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Concussione (art. 317 c.p.)
Corruzione per l'esercizio della funzione (art. 318 c.p.)
Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art. 319 c.p.)
Circostanze aggravanti (art. 319-bis c.p.)
Corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.)
Induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.)
Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.)
Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.)
Peculato, concussione, induzione indebita dare o promettere utilità, corruzione e istigazione alla
corruzione di membri della Corte penale internazionale o degli organi delle Comunità europee e di
funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri (art. 322-bis c.p.)
Abuso d'ufficio (art. 323 c.p.)
Utilizzazione d'invenzioni o scoperte conosciute per ragione d'ufficio (art. 325 c.p.)
Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio (art. 326 c.p.)
Rifiuto di atti d'ufficio. Omissione (art. 328 c.p.)
Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità (art. 331 c.p.)
Millantato credito (art. 346 c.p.)
Traffico di influenze illecite (art. 346-bis c.p.)
Usurpazione di funzioni pubbliche (art. 347 c.p.)
Turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.)
Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (art. 353-bis c.p.)
Inadempimento di contratti di pubbliche forniture (art. 355 c.p.)
Frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.)
Scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.)
Truffa (art. 640 c.p.)
Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.)
Frode informatica (art. 640-ter c.p.)
Frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica (art. 640-
quinquies c.p.)
Autoriciclaggio (art. 648-ter. 1 c.p.) (strumentale)
Corruzione tra privati (art. 2635 c.c.)
Istigazione alla corruzione tra privati (art. 2635 bis c.c.)
False comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.) (strumentale).
Il P.N.A. 2016 si è espresso con riguardo alla necessità di adottare misure di prevenzione della corruzione
integrative di quelle adottate ai sensi del D.lgs. 231/2001 e, dunque, più nello specifico di adottare misure
idonee a prevenire anche i fenomeni di corruzione e di illegalità in coerenza con la finalità della L. 190/2012
(cfr. P.N.A. 2016 par. 3.2). Anche la Determina n. 1134/2017 si è espressa in tal senso: “In una logica di
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coordinamento delle misure e di semplicficazione degli adempimenti, le società integrano, ove adottato, il
modello 231 con misure idonee a prevenire anche i fenomeni di corruzione e di illegalità in coerenza con le
finalità della L. 190/2012” (cfr. paragrafo n. 3.1)
5 Il PTPCT di Corridonia Servizi S.r.l.
Il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza è stato adottato in conformità a
quanto definito nella Determinazione n. 8 del 17 Giugno 2015, così come aggiornata e sostituita dalla
Determinazione n. 1134 del 8 Novembre 2017 oltreché nel nuovo P.N.A. 2016, peraltro aggiornato con delibera
1208 del 22 Novembre 2017.
Il Piano di prevenzione della corruzione di Corridonia Servizi S.r.l. integra il Modello di organizzazione,
gestione e controllo ex D.Lgs.231/01 costituendo un unico sistema interno di prevenzione e controllo verso reati
ed atti di natura corruttiva.
5.1 Soggetti preposti al controllo e alla prevenzione della corruzione
Nonostante la previsione normativa concentri le responsabilità per il verificarsi di fenomeni corruttivi (art. 1
comma 12 L. 190/2012) in capo al Responsabile per la Prevenzione della Corruzione, tutti i dipendenti delle
strutture coinvolte nell’attività della Società mantengono, ciascuno, il personale livello di responsabilità in
relazione ai compiti effettivamente svolti. Inoltre, al fine di realizzare la prevenzione, l’attività del Responsabile
deve essere strettamente collegata e coordinata con quella di tutti i soggetti presenti nell’organizzazione.
5.2 Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione:
adotta il P.T.P.C. e i suoi aggiornamenti (art. 1, comma 8, L. 190/12);
adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla
prevenzione della corruzione;
designa il Responsabile per la prevenzione della corruzione (art.1 comma 7 L.190/12);
MOG 231 PTPC 190Sistema dei
controlli
interni
Rischio reati
artt. 24 e 25
D.Lgs.23/01
Rischio reati Titolo II, Capo I
Codice PenaleAtti o fatti con finalità
corruttive
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esercita la funzione di vigilanza stringente e periodica sulle attività del soggetto incaricato con profilo non
dirigenziale (eventuale).
5.3 Responsabile della prevenzione della Corruzione (RPC)
Il Responsabile della prevenzione della Corruzione (RPC):
elabora le misure di prevenzione della corruzione e definisce la proposta di Piano della prevenzione che deve
essere adottato formalmente dall’organo di indirizzo politico o amministrativo;
verifica annualmente l’efficace attuazione ed idoneità delle misure di prevenzione e controllo definite dal
Piano di prevenzione;
propone modifiche al PTPC in caso di accertamento di significative violazioni o di cambiamenti
nell’organizzazione o nel profilo di rischio;
verifica l’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nelle quali è
più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione, ove la stessa sia ritenuta applicabile al caso di
specie;
cura il rispetto delle disposizioni applicabili in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi (art.
15 comma 1 D.lgs. 39/2013);
contesta ai soggetti interessati l’esistenza o l’insorgere di cause di inconferibilità o incompatibilità, di cui al
D.lgs. 39/2013, segnalando altresì i casi di possibile violazione delle predette disposizioni ai soggetti
competenti;
definisce, in collaborazione con i Responsabili interessati, procedure appropriate per la selezione e la
formazione dei dipendenti che operano in settori particolarmente esposti al rischio di corruzione;
individua, in collaborazione con i Responsabili interessati, il personale da inserire nei percorsi di formazione
incentrati sui temi dell’etica e della legalità da erogare durante l’anno;
redige la relazione annuale contenente il rendiconto sull’efficacia delle misure di prevenzione nonché
eventuali previsioni per l’anno successivo. Tale relazione dovrà essere pubblicata sul sito della P.A. o della
Società e in allegato al PTPC dell’anno successivo;
si può avvalere dell’operato dell’OdV, ove lo stesso esista a seguito dell’ implementazione di un Modello
231, in ordine alla verifica dell’'idoneità e dell’attuazione del modello e del sistema dei controlli interni
adottati al fine di ridurre il rischio di commissione dei reati di natura corruttiva;
definisce, in accordo con l’OdV, appositi flussi informativi tra le due funzioni. In particolare accade che
l'OdV e il RPC si scambino informazioni relative a fatti o circostanze apprese nell'esercizio delle loro
specifiche funzioni;
invia i flussi informativi verso l’OdV nelle circostanze in cui ritiene che l’evento critico di cui sia venuto a
conoscenza sia potenzialmente rilevante ai fini dell’idoneità o efficacie attuazione del Modello 231 oltre che
del presente piano.
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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I dati relativi alla nomina del RPC sono stati trasmessi all’A.N.A.C in data 4 luglio 2016 con il modulo
disponibile sul sito dell’Autorità:
http://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/Servizi/ServiziOnline/NomineRespPrevCorruzioneRPC
La revoca dell’incarico del RPC deve essere motivata e comunicata all’A.N.A.C. che entro 30 giorni può
formulare una richiesta di riesame qualora rilevi che la revoca sia correlata alle attività svolte dal responsabile in
materia di prevenzione della corruzione ai sensi dell’art. 15 del d.lgs. n. 39/2013.
Lo svolgimento delle funzioni di RPC non comporta il riconoscimento di emolumenti aggiuntivi, se non
nell’ambito della retribuzione di risultato, così come definito nella normativa legislativa e contrattuale vigente.
Le funzioni attribuite al Responsabile non sono delegabili se non in caso di straordinarie e motivate necessità,
riconducibili a situazioni eccezionali, mantenendosi comunque ferma nel delegante la responsabilità non solo in
vigilando ma anche in eligendo.
Inoltre il D.lgs. 97/2016 attribuisce al Responsabile il potere di segnalare all’ufficio disciplinare i dipendenti che
non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza e
stabilisce allo stesso il dovere del Responsabile di denunciare all’Organo di indirizzo e all’OIV “le disfunzioni
inerenti all’attuazione delle misure in materia della prevenzione della corruzione e di trasparenza”.
Il P.N.A. 2016 sottolinea che l’art. 8 del D.P.R. 62/2013 impone un “dovere di collaborazione” dei dipendenti
nei confronti del Responsabile anticorruzione, la cui violazione è sanzionabile disciplinarmente.
5.4 Organismo di Vigilanza
L’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001:
partecipa al processo di gestione del rischio considerando i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della
corruzione nello svolgimento dei compiti ad esso attribuiti;
si coordina con il RPC nell’elaborazione delle misure di prevenzione;
si raccorda con il RPC nei casi nei quali quest’ultimo ritiene che l’evento critico di cui sia venuto a
conoscenza sia rilevante ai fini del presente Piano, ma anche del Modello 231 della Società;
si può avvalere dell’operato del RPC in ordine alla verifica dell’'idoneità e dell’attuazione del modello e del
sistema dei controlli interni adottati al fine di ridurre il rischio di commissione dei reati di natura corruttiva;
definisce, in accordo con il RPC, appositi flussi informativi tra le due funzioni, in particolare l'OdV e l'RPC
si scambiano informazioni relative a fatti o circostanze apprese nell'esercizio delle loro specifiche funzioni
segnala al RPC situazioni non direttamente rilevanti ai sensi e per gli effetti del D.Lgs. 231 ma di potenziale
attinenza al sistema dei controlli introdotti dal presente Piano;
esprime parere sul Codice Etico adottato dalla Società.
5.5 Responsabili di Area/Direzione/Funzione/Servizio
I Responsabili di Area/Direzione/Funzione/Servizio svolgono attività informativa verso tutti i soggetti previsti,
partecipano al processo di gestione del rischio, adottano le misure di prevenzione, assicurano l’osservanza del
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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Codice Etico e verificano le ipotesi di violazione, propongono le misure gestionali e disciplinari e osservano le
misure contenute nel presente Piano.
6 Il processo di adozione del PTPC
L’aggiornamento del Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione è stato predisposto dal RPCT ed è
stato adottato da Corridonia Servizi S.r.l. Unipersonale con Delibera del Consiglio di Amministrazione del 31
Gennaio 2018.
Hanno partecipato alle procedure istruttorie del piano i seguenti soggetti interni alla Società, ciascuno per la
propria sfera di pertinenza e ciascuno in misura proporzionata al gradiente di responsabilità e/o coinvolgimento
nelle attività ritenute esposte al rischio corruzione:
Nome Cognome Funzione
Celso Foresi RPCT2
Matteo Pieroni Responsabile Servizio Entrate – Settore
Finanziario
Simone Lattanzi Responsabile Servizio Entrate – Servizi Esterni
Andrea Acciarresi Ufficio Contabilità
Gianpiero Michetti Ufficio Tributi
Gianluca Mariani Ufficio Tributi
Tiziana Flamini Ufficio Relazioni con il Pubblico
Giuseppe Zamponi Ufficio Servizi Esterni – Capo operaio
Le principali fasi del processo di adozione del PTPC sono sinteticamente rappresentate nella figura seguente:
6.1 Analisi del contesto
Analisi del contesto esterno
2 Nel prosieguo si chiarirà la sovrapposizione in un unico soggetto del RPC e RPT (da ciò derivando RPCT), in ossequio a quanto ritenuto
preferibile anche dalla più recente Determinazione ANAC n. 1134 del 8.11.2017)
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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Ai fini dell'analisi del contesto esterno, i Responsabili Anticorruzione possono avvalersi degli elementi e dei dati
contenuti nelle relazioni periodiche sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica, presentate al Parlamento dal
Ministero dell'Interno e pubblicate sul sito della Camera dei Deputati. Secondo i dati contenuti nella “Relazione
sull’attività delle forze di polizia, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità
organizzata” trasmessa dal Ministro dell’Interno alla Presidenza della Camera dei deputati il 14 gennaio 2016,
disponibile alla pagina web, per la provincia di appartenenza dell’ente, risulta quanto segue:
“Nella provincia di Macerata non si registrano segnali concreti circa l'esistenza di associazioni di tipo mafioso
o gruppi di criminalità organizzata. Tuttavia, si conferma la presenza di soggetti riconducibili a "Cosa Nostra"
siciliana sulla fascia costiera nonché lo stanziamento di personaggi riconducibili a consorterie pugliesi,
calabresi e siciliane, tra la provincia di Macerata e quella di Ascoli Piceno, attivi nel traffico di sostanze
stupefacenti, nell'usura e nelle piccole estorsioni. Sempre nella provincia maceratese, sono presenti elementi
affiliati ai clan di camorra "Abbenante" e "Prestieri" dediti al traffico di stupefacenti, nonché alcuni
pregiudicati sardi contigui ai "Moro", attivi nelle rapine in danno di istituti di credito e di furgoni portavalori,
nonché nel favoreggiamento della latitanza di corregionali. I gruppi criminali autoctoni risultano
prevalentemente impegnati in attività usuraie e nella consumazione di delitti inerenti gli stupefacenti, anche in
collaborazione con articolazioni delinquenziali di diversa estrazione geografica. Nell'ambito della provincia
appaiono saldamente radicate le comunità di nazionalità albanese, romena (o, comunque, balcanica), pakistana
e maghrebina, attive nella gestione di attività criminali specie in materia di sostanze stupefacenti,
approvvigionate direttamente nelle centrali estere della produzione o, in alternativa, nelle aree metropolitane
del centro-nord Italia. In tale contesto si segnala l'operazione "Malesor 2011" che ha interessato anche la
provincia di Macerata e conclusa con l'esecuzione di 36 misure cautelari nei confronti dei componenti di un
sodalizio criminale di origine albanese. La criminalità diffusa, che si caratterizza, per la consumazione dì reati
contro il patrimonio e di natura cosiddetta "predatoria" - quali furti in appartamento o in esercizi commerciali -
appare particolarmente allarmante per la comunità maceratese, sebbene ancora distante dai livelli di
criminalità tipici di altre aree del Paese. In tale quadro hanno suscitato preoccupazione nell'opinione pubblica
locale, alcune rapine in ville ubicate in zone rurali e della fascia costiera, per lo più isolate ed alla presenza dei
residenti, sorpresi all'interno. Per quanto riguarda la comunità cinese, si confermano peculiari manifestazioni
delinquenziali del favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e del conseguente sfruttamento della
manodopera dei propri connazionali nei siti produttivi dell'artigianato (pelletteria e confezioni) – ove viene
impiegata anche manodopera minorile - con riflessi dannosi e/o nocivi anche sotto il profilo della salute umana.
Relativamente alla prostituzione, appare in lieve calo quella in strada; di contro quella esercitata nei centri
massaggi o in abitazioni private risulta in sensibile aumento.
Gli interventi svolti dalle Forze di polizia in materia di marchi contraffatti dimostrano come tale fenomeno sia
tuttora in forte espansione nelle fasi di produzione, stoccaggio e vendita. Tale attività delinquenziale appare ad
esclusivo appannaggio dell'etnia senegalese e cinese. In tale contesto, si è riproposto all'attenzione il complesso
"Hotel House" di Porto Recanati (MC) – già caratterizzatasi in passato per la forte connotazione multietnica e
vicende di "cronaca nera" - ove sono stati scoperti laboratori del falso. La criminalità predatoria ha fatto
registrare un lieve incremento dei delitti rispetto all'anno precedente, con una preponderanza di furti con
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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strappo, furti in abitazione, furti in esercizi commerciali, rapine in pubblica via. Anche l'azione di contrasto ha
fatto registrare un decremento del numero di reati scoperti, con diminuzione del numero delle persone segnalate
rispetto al 2013. Nel 2014, le segnalazioni riferite a cittadini stranieri sono state 1587 ed hanno inciso per il
33,0% sul totale delle segnalazioni relative a persone denunciate e/o arrestate. Nei reati inerenti i tentati
omicidi, le rapine in abitazione, le estorsioni, i furti con destrezza, le ricettazioni, lo sfruttamento della
prostituzione e della pornografia minorile, gli stranieri hanno fatto registrare un'incidenza sul numero totale
delle persone segnalate superiore al 50%.”
Nello specifico, per quanto concerne il territorio della Società controllata, anche attraverso l’analisi dei dati in
possesso del Comando della Polizia Locale, si segnalano i seguenti avvenimenti criminosi: eventi di
microcriminalità quali furti e truffe a danno del patrimonio, mentre non si rilevano reati connessi con la
corruzione ed il malaffare più in generale.
Analisi del contesto interno
Corridonia Servizi S.r.l. Unipersonale è una Società a totale partecipazione pubblica (recte società in house)
fondata nel 2004 da socio unico, Comune di Corridonia, per la gestione complessiva dei tributi locali ed avente
per oggetto sociale esclusivo la gestione dei servizi pubblici locali per l’Ente affidante nel rispetto dei
fondamentali principi di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza.
Più nello specifico, la Corridonia Servizi S.r.l. esercita le seguenti attività:
- gestione, accertamento, riscossione e controllo delle entrate tributarie e patrimoniali comunali;
- spazzatura e raccolta di rifiuti giacenti sulle vie pubbliche, considerato che nell’A.T.O. n. 3 (Provincia di
Macerata) la diversa e più ampia attività di raccolta trasporto e smaltimento dei rifiuti è esercitata dal COSMARI
quale unica società in-house per la gestione dei rifiuti;
- gestione servizi cimiteriali e gestione illuminazione votiva.
Corridonia Servizi S.r.l. ha come unico socio il Comune di Corridonia e quest’ultimo esercita un potere di
verifica e controllo di gestione, anche sulla scorta delle relazioni trimestrali e semestrali che la Società è tenuta a
trasmettere.
Il sistema di governance della Società è articolato secondo la seguente ripartizione organica:
Assemblea dei soci, competente a deliberare, in sede ordinaria e straordinaria, sulle
materie alla stessa riservate dalla Legge e dallo Statuto;
Consiglio di Amministrazione, investito dei più ampi poteri per la gestione ordinaria e
straordinaria della Società. Esso può compiere tutti gli atti, anche di disposizione, che
ritiene opportuni per il conseguimento dell'oggetto sociale, con la sola esclusione di quelli
che la legge o lo statuto riservano espressamente all'assemblea. Al Presidente del
Consiglio di Amministrazione è stato attribuito il potere di rappresentanza della società;
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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Responsabili apicali attività e servizi, idonei a ripartire per competenza l’ordinaria
amministrazione relativa alla gestione dell’impresa nell’ambito del budget approvato ed
assegnato, salvo le competenze espressamente previste in capo al Consiglio di
Amministrazione ed al Presidente.
Corridonia Servizi S.r.l. è dotata di un sistema di organizzazione interno così composto:
6.2 Valutazione del rischio “corruzione”
In conformità a quanto previsto dall’art.1 c.9 della L.190/2012 ed ad integrazione dell’analisi di rischio ex
D.Lgs.231/01, la Società ha effettuato l’analisi del contesto e della propria realtà organizzativa al fine di
individuare le aree o settori di attività in cui potrebbero astrattamente verificarsi fenomeni corruttivi e le relative
modalità di commissione.
Sono state individuate come a rischio le seguenti aree:
Rapporti con la Pubblica Amministrazione (nel caso di controlli, verifiche ispezioni e sanzioni ovvero per la
richiesta di autorizzazioni, concessioni e titoli abilitativi ovvero, ancora, per sovvenzioni e finanziamenti)
Approvvigionamenti (mediante affidamento diretto ovvero procedure ad evidenza pubblica)
Reclutamento e gestione del personale
Gestione economico-finanziaria
Gestione delle relazioni esterne
Conferimento di incarichi e nomine
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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Erogazione del servizio
Successivamente alla individuazione delle aree si è provveduto mappare i processi ed attività (fasi del processo)
per una più puntuale individuazione e descrizione dei rischi. L’attività di identificazione ha richiesto che per
ciascun processo o fase di processo fossero fatti emergere i possibili specifici rischi di corruzione.
A seguito dell’identificazione dei rischi si è proceduto alla loro valutazione. L’analisi del rischio consiste nella
valutazione della probabilità che il rischio si realizzi e delle conseguenze che il rischio produce per giungere alla
determinazione del livello di rischio (probabilità e impatto).
I criteri utilizzati per stimare la probabilità e l’impatto e per valutare il livello di rischio sono quelli indicati
nell’Allegato 5 del P.N.A. come aggiornato da ANAC nel 2015 “La valutazione del livello di rischio” e tengono,
comunque, conto del più recente invito della stessa Autorità Nazionale Anticorruzione (P.N.A. 2016) ad
un’applicazione ponderata, anche qualitativa e, soprattutto, non meramente meccanica.
Indici di valutazione della probabilità Indici di valutazione dell’impatto
discrezionalità impatto organizzativo
rilevanza esterna impatto economico
complessità del processo impatto reputazionale
valore economico impatto organizzativo, economico e
sull’immagine
frazionabilità del processo
livello controlli
Sono state utilizzate scale di punteggi che variano da 0 a 5. Con riferimento alla probabilità, il punteggio 0
segnala una situazione in cui non esiste alcuna esposizione al rischio, mentre il punteggio 5 un’esposizione a
rischio “altamente probabile”. Parallelamente, per l’impatto, il punteggio 0 indica un impatto sostanzialmente
nullo mentre il punteggio 5 un impatto estremo.
La valutazione del rischio è stata effettuata per ciascuna delle attività sensibile e riportata nel rapporto
“Valutazione rischio corruzione”, allegato al presente PTPCT.
Di seguito si riporta un esempio di scheda di valutazione:
Probabilità Med Impatto Med
Discrezionalità punti valore Impatto organizzativo punti valore
E del tutto vincolato 1
Personale impiegato nel
processo: Fino a circa il 20% 1
E’ parzialmente vincolato dalla legge e da
atti amministrativi
(regolamenti, direttive, circolari)
2 Fino a circa il 40% 2
E’ parzialmente vincolato solo dalla legge 3 Fino a circa il 60% 3
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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E’ parzialmente vincolato solo da atti
amministrativi
(regolamenti, direttive, circolari)
4 Fino a circa l’80% 4
E’ altamente discrezionale 5 Fino a circa il 100% 5
Rilevanza esterna Impatto economico
No, ha come destinatario finale un ufficio
interno 2
No - Nel corso degli ultimi 5
anni non sono state avviati altri
procedimenti di natura penale
nei confronti di dipendenti o
Società
o sono state pronunciate
sentenze di risarcimento del
danno
1
Sì, il risultato del processo è rivolto
direttamente ad utenti esterni. 5
SI - Nel corso degli ultimi 5
anni sono state avviati altri
procedimenti di natura penale
nei confronti di dipendenti o
Società o sono state
pronunciate sentenze di
risarcimento del danno
5
Complessità del processo
Le attività legate al processo coinvolgono
un solo ufficio 1
Le attività legate al processo coinvolgono 2
uffici 3
Le attività legate al processo coinvolgono
più uffici e/o soggetti esterni 5
Valore economico Impatto reputazionale
Ha rilevanza esclusivamente interna 1
Nessuno 1
Comporta l’attribuzione di vantaggi a
soggetti esterni, ma di non particolare
rilievo economico
3 Stampa locale 2
Comporta l’attribuzione di considerevoli
vantaggi a soggetti esterni (es.: affidamento
di appalto)
5 Stampa nazionale 3
Frazionabilità del processo Stampa locale e nazionale 4
No - Il risultato finale del processo non può
essere raggiunto anche effettuando una
pluralità di operazioni di entità economica
ridotta
1
Stampa locale, nazionale e
internazionale 5
SI - Il risultato finale del processo non può
essere raggiunto anche effettuando una
pluralità di operazioni di entità economica
ridotta che, considerate complessivamente,
alla fine assicurano lo stesso risultato (es.:
pluralità di affidamenti ridotti)
5
Livello controlli Impatto organizzativo, economico, immagine
Sì, costituisce un efficace strumento di
neutralizzazione 1
A livello di addetto 1
Sì, è molto efficace 2 A livello di impiegato 2
Sì, per una percentuale approssimativa del
50% 3
A livello di
dirigente/responsabile 3
Sì, ma in minima parte 4 A livello di Direzione 5
No, il rischio rimane indifferente 5
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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È stata considerata una Matrice del Rischio che prevede cinque livelli di rischio differenti, catalogati in base ai
punteggi ottenuti, come indicato nella seguente tabella:
IMP
AT
TO
5 5 10 15 20 25
4 4 8 12 16 20
3 3 6 9 12 15
2 2 4 6 8 10
1 1 2 3 4 5
1 2 3 4 5
PROBABILITA
RISCHIO
1 -3 4 – 7 8 -12 13 -20 21 -25 Rischo
trascurabile
Rischio
Basso
Rischio
Medio
Rischio
rilevante
Rischio
estremo
La tabella dei rischi evidenzia anche i due livelli medi di probabilità e impatto. La valutazione complessiva del
rischio è, quindi, determinata dal prodotto tra la media probabilità e media impatto, con un valore massimo di
esposizione al rischio pari a 25.
Le misure di prevenzione e controllo definite dovranno incidere principalmente sulla componente “probabilità”
in modo tale da abbassare il rischio complessivo fino al livello ritenuto accettabile dalla Società.
Scala di valori e frequenza della probabilità: 0 = nessuna probabilità; 1 = improbabile (cod col verde); 2 = poco
probabile (cod col giallo); 3 = probabile (cod col arancione); 4 = molto probabile (cod col rosso); 5 = altamente
probabile (cod col bordeaux).
Scala di valori e importanza dell’impatto: 0 = nessun impatto; 1 = marginale; 2 = minore; 3 = soglia; 4 = serio; 5
= superiore.
Gli aggettivi associati al rischio descrivono quanto e come gli eventi di corruzione influiscono
sull’organizzazione delle Società, in termini di entità e probabilità dei danni che può causare.
Dall’analisi dei risultati così effettuata è possibile trarre considerazioni sulle tipologie di rischi da considerare.
I rischi prioritari sono quelli che manifestano sia un’elevata probabilità di accadimento sia un elevato impatto.
I rischi moderati sono quelli che hanno un’elevata probabilità o un elevato impatto, ma non entrambe le
caratteristiche. Si tratta, in queste ipotesi, di categorie di rischi che richiedono l’individuazione e l’adozione di
misure specifiche di contenimento del fenomeno corruttivo.
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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I rischi minori, invece, sono caratterizzati da una bassa probabilità di manifestazione e da un basso impatto. Si
tratta di rischi c.d. accettabili o trascurabili, per i quali è da ritenere non necessaria l’individuazione di specifiche
misure di anticorruzione.
6.3 Trattamento del rischio
Successivamente alla fase di valutazione dei rischi sono state individuate le misure di prevenzione e controllo
idonee a mitigare i rischi di corruzione.
Le principali tipologie di misure di prevenzione (a prescindere se generali o specifiche) sono:
misure di controllo;
misure di trasparenza;
misure di definizione e promozione dell’etica e di standard di comportamento;
misure di regolamentazione/pubblicazione;
misure di razionalizzazione della struttura organizzativa;
misure di semplificazione di processi/procedimenti;
misure di formazione;
misure di sensibilizzazione e partecipazione;
misure di segnalazione e protezione;
misure di disciplina del conflitto di interessi.
Nell’ottica del coordinamento tra i controlli per la prevenzione dei rischi di cui al d.lgs. n. 231 del 2001 e quelli
per la prevenzione di rischi di corruzione di cui alla L. n. 190 del 2012 il sistema dei controlli è stato costruito
sulla base dei seguenti standard Confindustria:
formalizzazione;
tracciabilità;
segregazione delle attività;
attribuzione di poteri, ruoli e responsabilità coerenti con la struttura organizzativa
Nella tabella seguente, sono individuati i processi, le attività sensibili, i rischi individuati, le misure di
prevenzione adottate.
PTPC Corridonia Servizi 2018-2020.docx8-2020
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Processo Attività
sensibile Rischio corruzione
Med
Imp.
Med
Prob.
Val
Risk Misure Rif. Doc. Monitoraggio
Ap
pro
vv
igio
nam
enti
Ges
tio
ne
affi
dam
ento
co
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esse
per
ese
cuzi
on
e la
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ri e
acq
uis
to d
i b
eni
e
serv
izi
Definizione di un fabbisogno
non rispondente a criteri di
efficienza/efficacia/economicità,
ma alla volontà di premiare
interessi particolari
Ricorso all’affidamento diretto
al di fuori dei casi previsti dalla
legge
Omessa e/o fraudolenta qualifica
del fornitore
Mancata definizione,
formalizzazione e pubblicazione
dei criteri di selezione/invito
Uso illegittimo del criterio
dell’offerta economicamente più
vantaggiosa
Erronea individuazione importo
dell’affidamento
Mancata verifica effettività della
prestazione
Utilizzo improprio di procedure
di urgenza o proroghe
contrattuali
2,5 3,6 9 •Definiti specifici principi etici in
ordine al rispetto della concorrenza,
imparzialità e trasparenza.
•Rilevazione esigenza d’acquisto da
parte del Responsabile di Funzione e
proposta al Consiglio di
Amministrazione
•Approvazione dell’acquisto da parte
del Presidente del Consiglio di
Amministrazione, dal C.d.A. ovvero
dal Socio coerentemente ai poteri
conferiti (fino a 40.000 / tra 40.000 e
100.000 / oltre 100.000)
•Attività di verifica sulla correttezza
della procedura di affidamento da
parte del RUP
•Acquisizione DURC e dichiarazione
attestante l’intestazione dell’IBAN al
fornitore (Società/legale
rappresentante – professionista),
secondo la normativa sulla
tracciabilità dei flussi finanziari
Codice Etico
Regolamento
Comune
Corridonia per
l’acquisizione in
economia di beni,
servizi e lavori
Verbali C.d.A.
Semestrale
PTPC Corridonia Servizi 2018-2020.docx8-2020
Pag. 22 di 48
Ges
tio
ne
affi
dam
ento
in
cari
chi
con
sule
nzi
ali Scelta di professionisti legati da
vincoli di parentela ad esponenti
della Pubblica Amministrazione
ovvero di soggetti segnalati da
pubblico ufficiale come
contropartita di una qualche
utilità
Insussistenza dei presupposti di
legge per il conferimento di
incarichi professionali
Mancata/errata valutazione della
documentazione
Omessa e/o fraudolenta qualifica
del professionista
Mancata definizione e
formalizzazione dei criteri di
selezione/invito
Mancata verifica effettività della
prestazione
2,5 3,6 9 •Verifica da parte della Funzione
richiedente di corrispondenza tra
servizio prestato o bene offerto e
l’esigenza rilevata
•Tracciabilità della procedura di
acquisto mediante utilizzo del MEPA
Semestrale
PTPC Corridonia Servizi 2018-2020.docx8-2020
Pag. 23 di 48
Att
ivit
à am
min
istr
ativ
e-c
on
tab
ili
e fo
rmaz
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an
Ges
tio
ne
cicl
o p
assi
vo
Creazione di provvista da
destinarsi ad attività di natura
corruttiva attraverso la
contabilizzazione di fatture per
operazioni totalmente o
parzialmente inesistenti
Distrazione e/o sottrazione dei
finanziamenti o contributi
1,8 3,3 6 •Definiti specifici principi etici
•Verifica della corrispondenza tra
fattura e RdA/RdO – OdA/contratto.
•Verifica di corrispondenza tra dati
bancari del soggetto della fattura e
dati bancari inseriti nel contratto o
nell’offerta.
•Gestione delle anomalie e blocco al
pagamento in caso di anomalie non
risolte.
•Controllo sull’avvenuta verifica
dell’effettività della prestazione
mediante consultazione della
Funzione richiedente.
•Nel caso di utilizzo schede
carburante: verifica tra fattura emessa
dal fornitore e congruenza
dell’utilizzo della scheda (intestata al
singolo veicolo e munita di un pin
diverso per ciascun operatore) e turno
operativo
•Nel caso di servizio di raccolta e
smaltimento rifiuti da parte del
COSMARI (Consorzio obbligatorio
integrato): verifica tra fattura emessa
dal fornitore e condizioni contrattuali
applicabili
•Tenuta scadenzario delle fatture
pagabili
•Sottoscrizione delle fatture da parte
del Presidente del C.d.A. per
apposizione visto e pagabilità delle
stesse
•Predisposizione dei bonifici da parte
dell’Ufficio Ragioneria mediante
certificati utilizzatori dell’HB
•Autorizzazione al pagamento delle
fatture da parte del Presidente del
C.d.A. che è l’unico in possesso del
token. Autorizzazione al giroconto da
parte dell’Agente Contabile con
apposito token.
Codice Etico
Semestrale
PTPC Corridonia Servizi 2018-2020.docx8-2020
Pag. 24 di 48
Ges
tio
ne
cicl
o
atti
vo
Gestione impropria della
contabilizzazione di fatture
attive al fine di favorire un
soggetto designato dalla P.A. in
cambio di un atto dovuto o non
dovuto.
1,5 2,5 3,8
•Verifica di regolarità sulle fatture
attive
Semestrale
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Ges
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ne
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ssi
fin
anzi
ari
Erronea o impropria gestione dei
flussi finanziari al fine di creare
provvista da destinare ad attività
con finalità corruttive ovvero da
destinare a vantaggio di un
soggetto indicato dalla P.A.
(socio o altra P.A.)
2,3 3,3 7,8 •Definiti specifici principi etici
Sui flussi finanziari in uscita:
•Definiti specifici poteri di operare
sui conti correnti della Società da
parte del Presidente del C.d.A.
•Riconciliazione bancaria trimestrale
da parte dell’Ufficio Ragioneria con
la supervisione dell’Ufficio Settore
Finanziario
Sui flussi finanziari in entrata:
•Con periodicità predefinita (ogni
decina-quindicina) estrazione
mediante il gestionale GTWIN del
flusso di F24 pervenuti all’Agenzia
delle Entrate
•Redazione report trimestrale siglato
dal Presidente del C.d.A. avente ad
oggetto dati aggregati
sull’atteso/dovuto e incassato e
trasmissione all’Ente Pubblico
controllante
•Gestione degli scostamenti tra
dovuto e incassato
•Per il pagamento di tributi con
bonifico o bollettino postale,
emissione fattura dietro esibizione
prova avvenuto pagamento
Gestione cassa
•Prevista necessaria autorizzazione
del Responsabile Settore finanziario o
dell’Ufficio ragioneria per attingere
alla piccola cassa
•Riconciliazione mensile della piccola
cassa (200-300 euro) con
giustificativi di spesa
•Verifica riconciliazione da parte del
CdA
Codice Etico Trimestrale
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Ges
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Alterazione/contraffazione di
documentazione o reportistica
fallace/ingannevole da destinare
al socio unico (P.A.)
Erronea determinazione e/o
annotazione di voci contabili al
fine di agevolare la creazione di
fondi da destinare alla
corruzione
Erronea determinazione e/o
annotazione di voci contabili
falsando le comunicazioni
sociali al socio unico (P.A.)
2,3 3,3 7,8 •Definiti specifici principi etici in
ordine alla trasparenza, veridicità e
completezza delle scritture contabili
•Formazione budget annuale per
centri di costo in base ai servizi
esterni (gestione rifiuti, gestione
riscossione tributi, gestione servizi
cimiteriali, gestione affissioni).
Approvazione da parte del C.d.A. e
trasmissione all’Ente Pubblico
controllante
•Analisi trimestrale degli scostamenti
dal budget e redazione report
trimestrale, siglato dal Presidente del
C.d.A. da trasmettere all’Ente
Pubblico controllante
•Redazione bilancio infrannuale e
redazione report semestrale, siglato
dal Presidente del C.d.A. da
trasmettere all’Ente Pubblico
controllante
•Affidamento incarico a consulente
esterno per un parere sula correttezza
del bilancio
•Affidamento incarico a consulente
esterno per la determinazione degli
oneri tributari e fiscali a carico della
Società
Semestrale
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Ges
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Per
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ne
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zio
ne
di
per
son
ale Erronea valutazione delle
necessità di personale
Mancata pubblicità, volutamente
inadeguata o deficitaria
dell’opportunità prevista dalla
legge, per favorire determinati
soggetti appositamente informati
Inosservanza delle regole
procedurali a garanzia della
trasparenza e dell’imparzialità
della selezione, quali, a titolo
esemplificativo, la
predeterminazione dei criteri di
valutazione delle prove, allo
scopo di reclutare candidati
particolari
Previsione di requisiti di accesso
“personalizzati” e insufficienza
di meccanismi oggettivi e
trasparenti idonei a verificare il
possesso dei requisiti attitudinali
e professionali richiesti in
relazione alla posizione da
ricoprire, allo scopo di reclutare
candidati particolari
Erronea definizione della short
list finale al fine di agevolare
determinati candidati
Erronea definizione della
graduatoria finale al fine di
agevolare determinati candidati
Mancato rispetto del limite
minimo numerico di assunzione
di personale appartenente a
categorie protette
Erronea valutazione della
proposta retributiva
Mancato rispetto dei requisiti di
legge prescritti dal d.lgs n.
39/2013 e dalla normativa di
settore
2,3 3,2 7,4
•Definiti specifici principi etici in
ordine alla gestione delle risorse
umane
•Rilevazione fabbisogno risorse
umane e proposta al C.d.A.
•Selezione e assunzione del personale
mediante concorso pubblico
•Sottoscrizione dei contratti o lettere
di incarico da parte del Presidente del
C.d.A.
Regolamento
Concorsi del
Comune di
Corridonia
Annuale
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Attribuzione di straordinari
come utilità o contropartita
verso dipendenti segnalati da
soggetti pubblici (come utilità
per questi ultimi) a fronte di atti
dovuti o non dovuti
Riconoscimento di premi non
dovuti come utilità o
contropartita verso dipendenti
segnalati da soggetti pubblici
(come utilità per questi ultimi) a
fronte di atti dovuti o non dovuti
ovvero al fine di creare
provvista da destinare ad attività
corruttiva
2,3 2,2 5 •Definiti specifici principi etici per la
gestione delle risorse umane
•Attribuzione retribuzione di base
secondo il CCNL applicabile
•Rilevazione presenze tramite badge
all’entrata e all’uscita su dispositivi di
timbratura apposti presso gli uffici
amministrativi, presso il Cimitero e
presso il deposito dei veicoli (per
operatori spazzamento strade e isola
ecologica)
•Utilizzo di gestionale Zucchetti per
la rilevazione delle presenze
•Obbligo di compilare modulo
prestampato per richiesta di permessi
e/o ferie, almeno 5 giorni prima ove
possibile, da far sottoscrivere al
Responsabile Servizi Esterni
•Definito iter autorizzativo per
permessi e ferie da parte del
Responsabile Servizi Esterni previa
consultazione con il Capo Operaio
•Definito iter autorizzativo per
straordinari ex ante ove previsti e
prevedibili ovvero ex post ove siano
legati a motivi di urgenza
•Riconciliazione mensile tra dati
rilevati dal gestionale e giustificativi
di permessi e ferie presentati e
trasmissione dei dati al consulente
esterno
•Definito iter per la richiesta di
rimborso spese ed approvazione dello
stesso
•Affidamento incarico redazione
cedolini a consulente esterno
•Definito sistema premiale per i
dipendenti degli Uffici
Amministrativi con Delibera C.d.A.
Codice Etico Semestrale
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Omaggi a funzionari della P.A.
ovvero a soggetti designati dalla
P.A. controllante o da altra in
cambio di un vantaggio per la
Società
Gestione impropria delle
sponsorizzazioni per agevolare
un soggetto collegato, anche
indirettamente, alla P.A. al fine
di ottenere un atto dovuto o non
dovuto
2,8 3,5 9,8
•Definiti specifici principi etici
Codice Etico Ad evento
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L,
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Indebita dazione o
promessa/offerta di utilità ad un
pubblico funzionario a seguito
dell’atteggiamento induttivo di
quest’ultimo, per favorire
l’ottenimento di atti contrari ai
doveri di ufficio.
Indebita dazione o promessa di
utilità ad un pubblico ufficiale
per l’ottenimento di atti d’ufficio
o contrari ai doveri d’ufficio.
Impropri contatti istituzionali
con Pubblici Ufficiali
3 3,6 10,8 •Definizione di principi generali di
comportamento e divieti, ripudiando
espressamente tutte le pratiche di
corruzione, favori illegittimi,
comportamenti collusivi,
sollecitazioni dirette e/o indirette di
vantaggi personali di carriera per sé o
terzi.
•Definizione di ruoli e responsabilità
nella gestione delle attività che
comportano contatto con esponenti
della PA
•Tracciabilità delle operazioni poste
in essere nell’ambito delle attività
sensibili.
•Verifica della veridicità e congruità
delle dichiarazioni, dati e
informazioni rese in sede di
procedimento.
Codice Etico
Ad evento
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che
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caso
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mp
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i fo
rmaz
ion
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nan
ziat
a) Indebita dazione o
promessa/offerta di utilità ad un
pubblico funzionario a seguito
dell’atteggiamento induttivo di
quest’ultimo, per favorire
l’ottenimento di atti contrari ai
doveri di ufficio.
Indebita dazione o promessa di
utilità ad un pubblico ufficiale
per l’ottenimento di atti d’ufficio
o contrari ai doveri d’ufficio.
Impropri contatti istituzionali
con Pubblici Ufficiali
3 3,6 10,8 •Definizione di principi generali di
comportamento e divieti, ripudiando
espressamente tutte le pratiche di
corruzione, favori illegittimi,
comportamenti collusivi,
sollecitazioni dirette e/o indirette di
vantaggi personali di carriera per sé o
terzi.
•Definizione di ruoli e responsabilità
nella gestione delle diverse attività
che comportano contatto con
esponenti della PA
•Tracciabilità delle operazioni poste
in essere nell’ambito delle attività
sensibili.
•Verifica della veridicità e congruità
delle dichiarazioni, dati e
informazioni e/o dei documenti forniti
a supporto.
Codice Etico
Ad evento
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Rap
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tori
tà g
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rie Indebita dazione o
promessa/offerta di utilità ad un
pubblico funzionario a seguito
dell’atteggiamento induttivo di
quest’ultimo, per favorire
l’ottenimento di atti contrari ai
doveri di ufficio.
Indebita dazione o promessa di
utilità ad un pubblico ufficiale
per l’ottenimento di atti d’ufficio
o contrari ai doveri d’ufficio.
Impropri contatti istituzionali
con Pubblici Ufficiali
3 3,6 10,8 •Definizione di principi generali di
comportamento e divieti, ripudiando
espressamente tutte le pratiche di
corruzione, favori illegittimi,
comportamenti collusivi,
sollecitazioni dirette e/o indirette di
vantaggi personali di carriera per sé o
terzi.
•Definizione di ruoli e responsabilità
nella gestione delle diverse attività
che comportano contatto con
esponenti della PA
•Tracciabilità delle operazioni poste
in essere nell’ambito delle attività
sensibili.
•Verifica della veridicità e congruità
delle dichiarazioni, dati e
informazioni rese in sede di
procedimento.
Codice Etico
Ad evento
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Pag. 33 di 48
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No
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ari Conferimento di incarichi e
nomine a componenti di organo
politico di livello nazionale,
regionale e locale come utilità
diretta o indiretta.
Conferimento di incarichi e
nomine a a soggetti condannati
per reati contro la PA.
Nomina di soggetti titolari di
incarichi e cariche in enti di
diritto privato regolati o
finanziati, nonché di attività
professionali (art.9 d.lgs. 39/13)
Nomina di soggetti titolari di
incarichi di amministratore di
ente pubblico e cariche di
componenti degli organi di
indirizzo nelle amministrazioni
statali, regionali e locali (art.11
d.lgs. 39/13)
Nomina di soggetti componenti
degli organi di indirizzo politico
nelle Amministrazioni statali,
regionali e locali (art.13 d.lgs.
39/13)
2,3 3 6,9
•Inserimento delle condizioni ostative
al conferimento dell’incarico negli
atti di nomina o attribuzione degli
incarichi
•Acquisizione della dichiarazione di
insussistenza delle cause di
inconferibilità e incompatibilità
Codice Etico Ad evento
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. Indebita dazione o
promessa/offerta di utilità ad un
pubblico funzionario o
incaricato di pubblico servizio a
seguito dell’atteggiamento
induttivo di quest’ultimo, per
favorire l’ottenimento di atti
contrari ai doveri di ufficio.
Ricezione di offerta o promessa
di denaro o altra utilità in
cambio dell’erogazione del
servizio conformemente a
quanto previsto ovvero
favorendo il soggetto richiedente
1,8 3,2 5,8
•Definiti specifici principi etici nella
gestione del rapporto con l’utenza
•Programmazione annuale delle
attività e redazione report almeno
semestrale al Socio unico
•Definite specifiche misure di
controllo nella gestione, riscossione e
accertamento dei tributi nel
Regolamento Comunale (Comune
Socio) (es. per la gestione della
rateizzazione)
• Tracciabilità delle operazioni
Codice Etico
Atti
amministrativi
Contratti di
affidamento in
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Semestrale G
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
. Pag. 35 di 48
7 Verifica, monitoraggio e aggiornamento delle misure anticorruzione
Il RPC monitora costantemente l’attuazione delle misure di prevenzione della corruzione, anche ai fini del loro
aggiornamento periodico.
Il monitoraggio ha ad oggetto le fasi di gestione del rischio ed è finalizzato a:
intercettare i rischi emergenti
identificare processi o attività tralasciate nella fase di preliminare mappatura
prevedere nuovi e più efficaci criteri di analisi e valutazione del rischio
verificare lo stato di attuazione ed idoneità delle misure di prevenzione e controllo
definire ulteriori misure di prevenzione e controllo
Il RPC, in coordinamento con l’OdV, definisce le tempistiche e le fasi di attuazione delle misure di prevenzione e
controllo e le responsabilità degli uffici incaricati dell’attuazione. Monitora periodicamente (secondo scadenze
definite) lo stato di attuazione, richiedendo e ricevendo report dagli uffici responsabili anche mediante incontri
periodici.
Il RPC esercita l’attività di monitoraggio anche attraverso la conduzione di verifiche periodiche e a evento, anche
attraverso l’ausilio di professionisti esterni o la programmazione delle verifiche effettuata dall’OdV o da altri organi
di vigilanza e controllo.
Il RPC definisce specifici indicatori di monitoraggio e altri indicatori di anomalia (atti o fatti tipicamente sintomatici
di possibile rischio di corruzione) che potranno essere oggetto di flussi informativi verso lo stesso.
Quest’ultimo, entro il 15 gennaio di ogni anno, pubblica nel sito web della società una relazione recante i risultati
dell’attività di prevenzione svolta sulla base di uno schema A.N.AC.
8 Flussi informativi da e verso l’OdV
Una delle funzioni attribuite all’OdV è la promozione e l’effettuazione di incontri periodici (almeno annuali) con il
RPC al fine di coordinare le rispettive attività (ad es. in materia di piani formativi, azioni di miglioramento sul
sistema dei controlli, ecc.).
L'OdV definisce, in accordo con il RPC, appositi flussi informativi tra le due funzioni, in particolare l'OdV e l'RPC
si scambiano informazioni relative a fatti o circostanze apprese nell'esercizio delle loro specifiche funzioni in
materia di violazioni del modello nelle parti concernenti la prevenzione dei reati contro la PA.
A titolo di esempio sono previsti flussi informativi verso l’OdV nelle circostanze in cui il RPC ritiene che l’evento
critico di cui sia venuto a conoscenza sia potenzialmente rilevante ai fini dell’idoneità o efficacie attuazione del
Modello 231 oltre che ai fini del presente piano.
L’OdV potrà, inoltre, utilmente segnalare al RPC situazioni non direttamente rilevanti ai sensi e per gli effetti del
D.Lgs 231 ma di potenziale attinenza al sistema dei controlli introdotti dal presente piano.
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
. Pag. 36 di 48
9 La Trasparenza
Il Decreto Legislativo 14 marzo 2013 n. 33, recante il “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di
pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” costituisce un
complemento della Legge 190/2012 a supporto dell’integrità dell’amministrazione pubblica. Lo scopo del decreto è
di “favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse
pubbliche” (art. 1) e stabilisce un elenco di dati e informazioni che ogni amministrazione deve rendere accessibili
all’interno di una specifica partizione del proprio sito internet denominata “Amministrazione trasparente”.
In attuazione della Riforma Madia (L. 124/2015), il Governo ha emanato un Decreto Legislativo di “Revisione e
semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza” correttivo
della L. 6 novembre 2012, n. 190 e del D.lgs. 14 marzo 2013, n. 33 (D.lgs. 25 maggio 2016 n. 97 c.d. FOIA).
Così, se l’art. 11, co. 2, lett. b), come novellato dall’art. 24-bis del dl. n. 90 del 2014, disponeva, infatti, che la
disciplina del d.lgs. n. 33 del 2013 prevista per le pubbliche amministrazioni fosse applicata «limitatamente
all’attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale o dell’Unione europea» anche agli enti di diritto
privato in controllo pubblico, incluse le società in controllo pubblico che esercitano funzioni amministrative, attività
di produzione di beni e servizi a favore delle pubbliche amministrazioni o di gestione di servizi pubblici, oggi è il
nuovo art. 2 del D.lgs. 33/2013 a prevedere, nel nuovo comma 2 bis, un ambito di applicazione soggettivo che si
estende sino alla controllate.
La trasparenza è una misura di estremo rilievo e fondamentale per la prevenzione della corruzione, in quanto
strumentale alla promozione della cultura dell’integrità e della legalità nell’ambito dell’attività pubblica.
Il d.lgs. 97/2016 ha apportato rilevanti innovazioni in termini di concentrazione e riduzione degli oneri gravanti sulle
amministrazioni pubbliche. In questa direzione vanno interpretate le due misure di semplificazione introdotte
dall’art. 3 del D.lgs. 33/2013 (i.e. informazioni riassuntive elaborate per aggregazione, modulazione da parte di
ANAC degli obblighi di pubblicazione in relazione alla natura dei soggetti, alla dimensione organizzativa, ...).
9.1 Il Responsabile per la trasparenza (RT)
Il ruolo di Responsabile della Trasparenza è posto in capo al Responsabile per la Prevenzione della Corruzione
(RPCT). Il Responsabile svolge stabilmente l’attività di controllo sull’adempimento da parte della Società degli
obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e
l’aggiornamento delle informazioni pubblicate e provvede all’aggiornamento della sezione del presente Piano
sostanzialmente sostitutiva del Programma triennale per la trasparenza ed integrità.
Il Responsabile per la trasparenza definisce le tempistiche di invio dei dati e delle informazioni, l’oggetto
dell’informativa e le responsabilità degli uffici incaricati.
Nei casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione RPCT ha obbligo di segnalazione al
CdA e all’ANAC.
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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9.2 Le informazioni per la trasparenza
La tabella successiva riporta le informazioni che devono essere caricate sull’area “Amministrazione trasparente” del sito internet istituzionale, in accordo a quanto
dettagliatamente previsto nelle “Prime linee guida recanti indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel d.lgs.
33/2013 come modificato dal d.lgs. 97/2016” (Delibera ANAC n. 1310/2016), nelle “Linee guida recanti indicazioni sull’attuazione dell’art. 14 del d.lgs. 33/2013 «Obblighi
di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali» come modificato dall’art. 13
del d.lgs. 97/2016” (Determinazione 241/2017) e nelle più recenti “Nuove linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e
trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici” (Determina ANAC
n. 1134/2017)
Per ogni informazione sono indicati l’Area Responsabile e la frequenza di comunicazione del dato.
Contenuto obbligo informativo Frequenza Responsabile della
fornitura del dato
Responsabile pubblicazione
Piano Triennale per la prevenzione della corruzione e
della trasparenza ed i suoi allegati, le misure
integrative di prevenzione della corruzione
individuati ai sensi dell’art. 1, comma 2 bis della L.
190/2012.
Annuale RPCT RPCT
Relazione del Responsabile Anticorruzione;
Estratto della relazione annuale dell’Organismo di
Vigilanza.
Annuale RPCT RPCT
Riferimenti normativi su organizzazione e attività
Atti amministrativi generali
Documenti di programmazione strategicogestionale
Codice di condotta e/o codice etico
Tempestivo C.d.A. RPCT
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
Pag. 38 di 48
Contenuto obbligo informativo Frequenza Responsabile della
fornitura del dato
Responsabile pubblicazione
Titolari di incarichi di amministrazione, di direzione
o di governo di cui all'art. 14, co. 1-bis, del d.lgs. n.
33/2013 se non attribuiti a titolo gratuità
Tempestivo C.d.A. RPCT
Titolari di incarichi di amministrazione, di direzione
o di governo di cui all'art. 14, co. 1-bis, del d.lgs. n.
33/2013 se non attribuiti a titolo gratuito CESSATI
dall'incarico (art. 14, co. 2) (documentazione da
pubblicare sul sito web)
Una sola volta entro
tre mesi dalla
cessazione
C.d.A. RPCT
Sanzioni per mancata o incompleta comunicazione
dei dati da parte dei titolari di incarichi politici, di
amministrazione, di direzione o di governo
Tempestivo C.d.A. RPCT
Organigramma – articolazione uffici Ad ogni modifica C.d.A. RPCT
Numero di telefono e posta elettronica (inclusa la
posta certificata) istituzionali. Ad ogni modifica RPCT RPCT
Elenco degli incarichi di consulenza affidati
indicando, per ognuno, l’oggetto dell’incarico e
l’anno di riferimento.
Annuale C.d.A. RPCT
Dati relativi al C.d.A.:
estremi dell’atto di conferimento dell’incarico;
curriculum vitae;
eventuali incarichi, titolarità di cariche o svolgimento
di attività professionali in altri Enti;
i compensi, comunque denominati, relativi al
rapporto di lavoro, di consulenza o di collaborazione,
con specifica evidenza delle eventuali componenti
variabili o legate alla valutazione del risultato;
per i consiglieri, la dichiarazione dei redditi dell’anno
precedente.
Tempestivo/Una
tantum al momento
del conferimento
C.d.A./Socio RPCT
Conto annuale del personale.
Costo complessivo annuale del personale a tempo
indeterminato e a tempo determinato in servizio,
articolato per aree professionali.
Annuale C.d.A. RPCT
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
Pag. 39 di 48
Contenuto obbligo informativo Frequenza Responsabile della
fornitura del dato
Responsabile pubblicazione
Tasso di assenteismo articolato per Aree e servizi
aziendali. Trimestrale C.d.A. RPCT
Riferimenti necessari per la consultazione dei
contratti e accordi collettivi nazionali applicabili,
nonché eventuali interpretazioni autentiche.
Ad ogni modifica C.d.A. RPCT
Contratti integrativi eventualmente stipulati. A evento RPCT
Informativa relativa a bandi di reclutamento, a
qualsiasi titolo, di personale. Tempestivo C.d.A. RPCT
Ammontare complessivo dei premi stanziati per la
performance
Ammontare complessivo dei premi effettivamente
distribuiti.
Annuale C.d.A.
RPCT
Ammontare del premio mediamente conseguibile,
distinto tra personale;
Ammontare dei premi effettivamente distribuiti,
distinti tra personale dirigente e non dirigente.
Annuale C.d.A. RPCT
Informativa relativa all’apertura di procedure per
l’affidamento di lavori, servizi e forniture (incluse le
consulenze).
Tempestivo C.d.A. RPCT
Elenco di lavori, servizi e forniture affidati
all’esterno, con indicazione per ognuno dei termini di
scadenza del contratto.
Tempestivo C.d.A. RPCT
Indicazione dei criteri e delle modalità di erogazione
delle sponsorizzazioni, contributi e altre forme
economiche di sovvenzione.
Tempestivo C.d.A. RPCT
Indicazione della cifra complessivamente erogata su
base annuale in sponsorizzazioni, specificando le
categorie oggetto delle sovvenzioni.
Annuale C.d.A. RPCT
Pubblicazione del bilancio consuntivo in forma
sintetica, aggregata e semplificata. Annuale C.d.A. RPCT
Elenco degli immobili posseduti. Ad ogni modifica C.d.A. RPCT
Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza 2018-2020
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Contenuto obbligo informativo Frequenza Responsabile della
fornitura del dato
Responsabile pubblicazione
Importo dei canoni di locazione o di affitto versati o
percepiti. Ad ogni modifica C.d.A RPCT
Elenco dei rilievi (unitamente agli atti cui si
riferiscono) degli organi di controllo interno e degli
organi di revisione amministrativa e contabile non
recepiti, riguardanti l’organizzazione e l’attività
dell’azienda o di singoli uffici.
Annuale
C.d.A. RPCT
Per un più esaustivo e completo elenco degli obblighi di Trasparenza di cui all’allegato n. 1 della Determinazione n. 1310 del 28/12/2016 recante “Prime linee guida recanti
indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel d.lgs. 33/2013 come modificato dal d.lgs. 97/2016”
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10 Accesso civico semplice e generalizzato
Il D.Lgs. 33/2013 disciplina all’art. 5 l’istituto dell’Accesso civico, quale diritto di chiunque di richiedere
documenti, informazioni o dati, la cui pubblicazione è obbligatoria secondo le vigenti disposizioni normative, nei
casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione.
La richiesta di accesso civico non è sottoposta ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del
richiedente, non deve essere motivata, è gratuita e va presentata al responsabile per la trasparenza del soggetto
obbligato alla pubblicazione.
L’istituto dell’accesso civico è diverso dal diritto di accesso ad atti e documenti amministrativi disciplinato dalla
L. 241/1990: diversamente da quest’ultimo, infatti, l’accesso civico, non presuppone un interesse qualificato in
capo al soggetto e presuppone che il soggetto interessato ottenga la pubblicazione di un dato, informazione o
documento per il quale la normativa vigente ha previsto la pubblicazione obbligatoria, come indicato dal D.Lgs.
33/2013.
Nella sezione “Trasparenza” presente sul Sito web sono pubblicati tutti i riferimenti e le indicazioni per
permettere a chiunque di esercitare il diritto di accesso civico previsto dall’art. 5 del D.Lgs. 33/2013.
Il soggetto interessato può rivolgersi al Responsabile Trasparenza per richiedere i documenti, le informazioni o i
dati che, secondo la normativa vigente, devono essere obbligatoriamente pubblicati sul Sito web, ma dei quali si
è omessa la pubblicazione o dei quali si è compiuta una pubblicazione parziale.
L’accesso civico è attuato tramite misure che ne assicurino l’efficacia, la tempestività e la facilità per il
richiedente; non è prevista alcuna limitazione per quanto riguarda la legittimazione soggettiva della richiesta:
come sopra indicato, infatti, chiunque può richiedere tali documenti, informazioni o dati. La richiesta di accesso
va presentata al Responsabile Trasparenza (RPCT), secondo le seguenti modalità:
servizio postale o consegna diretta all’indirizzo degli uffici di Corridonia Servizi S.r.l. Unipersonale
indicato sul sito, Sezione “Trasparenza”, Sottosezione “Accesso Civico”, all’attenzione del
Responsabile per la Trasparenza;
posta elettronica all’indirizzo E-mail: [email protected];
posta elettronica certificata (PEC) all'indirizzo: [email protected].
La richiesta di accesso civico deve recare i recapiti presso i quali il richiedente chiede venga inviato il riscontro
alla richiesta medesima.
Il Responsabile Trasparenza, al ricevimento dalla richiesta, ne verifica la fondatezza e la trasmette al Presidente
del CdA che la inoltra, tempestivamente, al soggetto responsabile dell’ufficio/area competente il quale, a sua
volta, deve curare la trasmissione, entro i successivi quindici giorni, delle informazioni/documenti necessari al
Responsabile Trasparenza o deve indicare il collegamento ipertestuale al Sito web, nel caso in cui i dati per i
quali si richiede la pubblicazione siano già presenti. Entro i successivi cinque giorni, il Responsabile Trasparenza
provvede a curare la pubblicazione sul Sito Web del documento, dell’informazione o del dato richiesto e lo
trasmette contestualmente al richiedente ovvero comunica al medesimo l’avvenuta pubblicazione indicando il
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collegamento ipertestuale a quanto richiesto. Se il documento, l’informazione o il dato richiesti risultano già
pubblicati nel rispetto della normativa vigente in materia, il Responsabile Trasparenza indica al richiedente il
relativo collegamento ipertestuale. Il procedimento sopra descritto deve obbligatoriamente concludersi entro il
termine di trenta giorni dal ricevimento della segnalazione, come previsto dall’art. 5, co. 3, del D.Lgs. 33/2013.
Al fine di agevolare l’esercizio dell’accesso civico da parte dei soggetti interessati, è disponibile un apposito
modulo presente nella sezione “Trasparenza” del Sito web nella parte dedicata a tale istituto.
Nei casi di ritardo o di mancata risposta, l’interessato può ricorrere al titolare del potere sostitutivo per l’accesso
civico individuato, nel Presidente del CdA.
La tutela del diritto di accesso civico è disciplinata dalle disposizioni di cui al Decreto Legislativo 2 luglio 2010,
n. 104 e ss.mm.ii.
Importanti novità sono state introdotte, più di recente, in materia di accesso civico da parte del D.lgs. 97/2016,
dalla Delibera ANAC n. 1309/2016 e dalla Determina ANAC n. 1134/2017. Tale nuova tipologia di accesso
civico generalizzato consente a chiunque “il diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle Pubbliche
Amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione [...] nel rispetto dei limiti relativi alla tutela
di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti.”
11 Flussi informativi e tutela del dipendente che segnala gli illeciti (c.d. whistleblower)
L’articolo 54bis (“Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti”) del D.Lgs. n. 165 del 30 marzo 2001,
introdotto dall’articolo 1, comma 51, della legge n. 190/2012 ed oggetto della Determinazione ANAC n. 6 del 28
aprile 2015 (“Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala gli illeciti”), ha
istituzionalizzato, nel nostro ordinamento giuridico, la segnalazione da parte del dipendente pubblico di illeciti
commessi all’interno dell’amministrazione dove presta servizio.
La disposizione prevede tre diversi tipi di tutela per il dipendente denunciante:
la tutela dell’anonimato (la ratio è chiaramente quella di evitare che il dipendente ometta di effettuare
segnalazioni di illecito per il timore di subire conseguenze pregiudizievoli);
il divieto di discriminazione nei suoi confronti (vale a dire azioni disciplinari ingiustificate, molestie sul
luogo di lavoro ed ogni altra forma di ritorsione che determini condizioni di lavoro intollerabili);
la previsione che la denuncia è sottratta al diritto di accesso e l'identità del segnalante non può essere rivelata,
senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare al soggetto denunciato sia
fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in
tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente
indispensabile per la difesa dell'incolpato.
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Il dipendente che ritiene di aver subito una discriminazione per il fatto di aver effettuato una segnalazione di
illecito deve darne notizia circostanziata al RPCT; questi valuta la sussistenza degli elementi per effettuare la
segnalazione di quanto accaduto al dirigente sovraordinato del dipendente che ha operato la discriminazione.
Il dipendente potrà rivolgersi al RPCT mediante segnalazione in forma scritta inviata per posta elettronica,
all'indirizzo [email protected].
Il RPCT agirà in modo da garantire i segnalanti contro qualsiasi forma di ritorsione, discriminazione o
penalizzazione, assicurando altresì la riservatezza dell'identità del segnalante, fatti salvi gli obblighi di legge e la
tutela dei diritti della Società o delle persone accusate erroneamente e/o in malafede. Il RPCT valuta
discrezionalmente e sotto la propria responsabilità le segnalazioni ricevute e i casi in cui è necessario attivarsi.
Il RPCT deve essere informato, mediante apposite segnalazioni da parte dei soggetti tenuti all’osservanza del
Piano, in merito a eventi che potrebbero ingenerare situazioni di illecito o di possibile conflitto di interesse.
Valgono al riguardo le seguenti prescrizioni di carattere generale:
- i soggetti responsabili di processi a rischio corruzione devono riferire al RPC in merito ai controlli
effettuati sull’attività svolta, nei modi e tempi specificamente identificati dal RPC stesso per ciascun
processo sensibile;
- devono essere trasmesse eventuali segnalazioni relative alla commissione, o al ragionevole pericolo di
commissione, dei Reati o comunque a comportamenti in generale non in linea con le regole di
comportamento adottate in attuazione dei principi di riferimento contenuti nel presente documento;
- il Dipendente che intenda segnalare una violazione (o presunta violazione) del Piano o del Codice Etico
deve contattare il proprio diretto superiore. Qualora la segnalazione non dia esito, o il Dipendente si senta
a disagio nel rivolgersi al suo diretto superiore per effettuare la segnalazione, il Dipendente ne riferisce al
RPCT.
Le segnalazioni meritevoli di tutela riguardano condotte illecite riferibili a:
- tutti i delitti contro la pubblica amministrazione di cui al Titolo II, Capo I, del Codice penale;
- le situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si riscontri l’abuso da parte di un soggetto del potere
a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati, nonché i fatti in cui venga in evidenza un mal funzionamento
dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite, ivi compreso l’inquinamento
dell’azione amministrativa ab externo e ciò a prescindere dalla rilevanza penale.
A titolo meramente esemplificativo:
casi di sprechi, nepotismo, demansionamenti, ripetuto mancato rispetto dei tempi procedimentali, assunzioni
non trasparenti, irregolarità contabili, false dichiarazioni, violazione delle norme ambientali e di sicurezza sul
lavoro.
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Le condotte illecite devono riguardare situazioni di cui il soggetto sia venuto direttamente a conoscenza “in
ragione del rapporto di lavoro”. In pratica, tutto quanto si è appreso in virtù dell’ufficio rivestito, nonché quelle
notizie che siano state acquisite in occasione o a causa dello svolgimento delle mansioni lavorative, seppure in
modo casuale.
Considerato lo spirito della norma, che consiste nell’incentivare la collaborazione di chi lavora nelle
amministrazioni per l’emersione dei fenomeni illeciti, ad avviso dell’ANAC non è necessario che il dipendente
sia certo dell’effettivo avvenimento dei fatti denunciati e dell’autore degli stessi.
E’ sufficiente che il dipendente, in base alle proprie conoscenze, ritenga “altamente probabile che si sia
verificato un fatto illecito” nel senso sopra indicato.
Il dipendente whistleblower è tutelato da “misure discriminatorie, dirette o indirette, aventi effetti sulle
condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia” e tenuto esente da
conseguenze disciplinari.
Di recente è entrata in vigore la L. 179/2017 “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o
irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato” al fine di
garantire maggior protezione al dipendente che, per via della propria segnalazione, rischi di vedere
compromesse le proprie condizioni di lavoro.
12 Sistema sanzionatorio
12.1 Finalità del sistema disciplinare
Corridonia Servizi S.r.l. considera essenziale il rispetto delle misure di prevenzione anticorruzione e delle norme
sulla trasparenza definite nel presente Piano, oltre a quanto definito dal Modello di organizzazione, gestione e
controllo, pertanto in ottemperanza all’art. 1 c. 12 e 14 della L.190/2012 ha adottato un adeguato sistema
sanzionatorio da applicarsi in caso di mancato rispetto delle norme suddette.
12.2 Sanzioni per i lavoratori dipendenti subordinati, responsabili di funzione o
dirigenti
In conformità alla legislazione applicabile, la Società deve informare i propri dipendenti delle disposizioni,
principi e regole contenuti nel Piano di prevenzione della corruzione e programma della trasparenza mediante le
attività di informazione, formazione e sensibilizzazione proposte dal RPCT.
La violazione da parte del dipendente delle disposizioni costituisce un illecito disciplinare, punibile secondo le
procedure di contestazione delle violazioni e l’irrogazione delle conseguenti sanzioni previste dal Contratto
Collettivo Nazionale del Lavoro di settore secondo quanto riportato e descritto nella sezione “Norme
Disciplinari”, e nel rispetto di quanto previsto dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori.
A titolo esemplificativo e non esaustivo, costituisce illecito disciplinare:
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la mancata osservanza dei principi contenuti nel Codice Etico e di Comportamento o l’adozione di
comportamenti comunque non conformi alle regole del Codice Etico e di Comportamento;
il mancato rispetto delle norme, regole e procedure di cui al presente Piano;
la violazione e l’elusione del sistema di controllo, realizzate mediante la sottrazione, la distruzione o
l’alterazione della documentazione prevista dalle procedure di cui sopra;
l’ostacolo ai controlli e/o l’impedimento ingiustificato all’accesso alle informazioni ed alla documentazione
opposto ai soggetti preposti ai controlli stessi, incluso il RPC e l’OdV.
Le suddette infrazioni disciplinari possono essere punite, a seconda della gravità delle mancanze, con i seguenti
provvedimenti:
ammonizione verbale;
ammonizione scritta;
multa
sospensione
licenziamento.
Il tipo e l’entità di ciascuna delle sanzioni devono essere applicate tenendo conto:
dell’intenzionalità del comportamento o del grado di negligenza, imprudenza od imperizia con riguardo
anche alla prevedibilità dell’evento;
del comportamento complessivo del lavoratore, con particolare riguardo alla sussistenza o meno di
precedenti disciplinari del medesimo, nei limiti di legge;
delle mansioni del lavoratore;
della posizione funzionale e del livello di responsabilità e autonomia delle persone coinvolte nei fatti
costituenti la mancanza;
delle altre particolari circostanze relative all’illecito disciplinare.
Al RPCT è demandato il compito di verificare e valutare l’idoneità del sistema disciplinare e deve altresì
puntualmente indicare, nella propria relazione annuale periodica le possibili aree di miglioramento e sviluppo del
presente sistema disciplinare, soprattutto alla luce degli sviluppi della normativa in materia.
12.3 Misure nei confronti degli Amministratori
Alla notizia di violazione dei principi, delle disposizioni e regole di cui al presente Piano da parte dei membri del
Consiglio di Amministrazione, il RPCT è tenuto ad informare tempestivamente l’intero Consiglio di
Amministrazione il Collegio Sindacale e l’ANAC, per l’adozione degli opportuni provvedimenti.
12.4 Misure nei confronti del RPCT
Il RPCT risponde ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs. 165/2001 per inadempimento degli obblighi connessi
all’incarico in particolare per omessa vigilanza sul funzionamento e l’osservanza delle misure organizzative per
la prevenzione della corruzione nonché dall’omesso controllo in caso di ripetute violazioni delle misure previste.
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Le suddette infrazioni disciplinari possono essere punite, a seconda della gravità delle mancanze, con il
decadimento dell’incarico, il recesso dal rapporto di lavoro ovvero l’irrogazione di multa attraverso la
decurtazione della retribuzione di risultato.
13 Normativa di riferimento
Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 “Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche”;
legge 3 agosto 2009, n. 116, recante “Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione delle
Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dalla Assemblea generale dell'ONU il 31 ottobre 2003 con
risoluzione n. 58/4, firmata dallo Stato italiano il 9 dicembre 2003, nonché norme di adeguamento interno e
modifiche al codice penale e al codice di procedura penale”;
decreto Legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, recante “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia
di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche
amministrazioni”;
Codice penale italiano, articoli dal 318 a al 322;
decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” (articolo
34-bis).
decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, recante “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con
invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore
bancario”, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135;
legge 6 novembre 2012, n. 190, recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e
dell' illegalità nella pubblica amministrazione”;
decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, recante “Disciplina della responsabilità amministrativa delle
persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma
dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”;
decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, recante “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di
pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”, come
modificato dal D.L. 24 giugno 2014 , n. 90 “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza
amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari “,convertito dalla Legge 11 agosto 2014, n. 114;
decreto legislativo 8 aprile 2013 , recante “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di
incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma
dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190;
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linee di indirizzo del 13 marzo 2013 del “Comitato Interministeriale per la prevenzione e il contrasto della
corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione” per la predisposizione del Piano Nazionale
Anticorruzione;
circolare 25 gennaio 2013, n. 1 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione
pubblica (Legge 190 del 2012 - Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'
illegalità nella pubblica amministrazione);
circolare 19 luglio 2013, n. 2 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione
pubblica (D.Lgs. n. 33 del 2013 – Attuazione della trasparenza);
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 16 gennaio 2013 contenente le linee di indirizzo del
Comitato interministeriale per la predisposizione, da parte del Dipartimento della funzione pubblica, del
Piano nazionale anticorruzione di cui alla legge 6 novembre 2012, n. 190;
decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2103, n. 62, regolamento recante codice di comportamento
dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165 Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche
Determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015 Aggiornamento PNA
Circolare n. 1 del 14 febbraio 2014 (Ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione-
Dipartimento della Funzione Pubblica) - Ambito soggettivo ed oggettivo di applicazione delle regole di
trasparenza di cui alla legge 6 novembre 2012, n. 190 e al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 in
particolare, gli enti economici e le società controllate e partecipate;
Determinazione n. 8 del 17 giugno 2015 «Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di
prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e
partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici»
Delibera n. 50 del 04 luglio 2013: “Linee guida per l’aggiornamento del Programma triennale per la
trasparenza e l’integrità 2014-2016”
UNI ISO 31000:2010
D.Lgs. 25 maggio 2016, n. 97 “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della
corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della L. 6 novembre 2012, n. 190 e del D.lgs. 14 marzo 2013,
n. 33 ai sensi dell’art. 7 della L. 124/2015”
P.N.A. 2016 predisposto ed adottato da ANAC, ai sensi dell’art. 19 D.L. 24 giugno 2014, n. 90 – approvato
con delibera n. 831 del 3 agosto 2016
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Determinazione n. 1310 del 28/12/2016 recante “Prime linee guida recanti indicazioni sull’attuazione degli
obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel d.lgs. 33/2013 come modificato
dal d.lgs. 97/2016”
Determinazione n. 241 del 08/03/2017 recante Linee guida recanti indicazioni sull’attuazione dell’art. 14 del
d.lgs. 33/2013 “Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di
direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali» come modificato dall’art. 13 del d.lgs. 97/2016”
Determina ANAC n. 1134 dell’8 Novembre 2017 “Nuove linee guida per l’attuazione della normativa in
materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato
controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici”
Aggiornamento P.N.A. 2017 approvato con Delibera ANAC n. 1208 del 22 novembre 2017.
L. 30 novembre 2017 n. 179 “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di
cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato”