pocket salute edizione roma ottobre 2009

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speciale La nuova influenza A(H1N1): tutto quello che c’è da sapere Con il Patrocinio della Provincia di Roma psico cura della balbuzie attraverso i rapporti e le interazioni con la famiglia bellezza fibroblasti l’eterna giovinezza salute ipertricosi e irsutismo diretta conseguenza di un disordine endocrino benessere carcinoma cavo orale regione lazio pilota nella prevenzione sesso infertilità di coppia quando è necessario iniziare un iter diagnostico Edizione Roma - Anno I n°2 Ottobre 2009 reg. trib.di Pescara n.24/08 del 7/11/2008

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Pocket Salute è il primo mensile free-press locale dedicato al mondo della salute, della bellezza e del benessere. Si articola in 64 pagine ricche di articoli informativi a cura di eminenti professori, medici specialisti e stimati primari locali. Il tutto con un linguaggio semplice e diretto per facilitare la comunicazione con il cittadino. Un modo nuovo per avvicinare il pubblico al mondo della salute abbattendo il muro di diffidenze e di timori reverenziali tipici del rapporto medico-paziente.Grazie a Pocket Salute l’utente finale ha, finalmente, la possibilità di scegliere lo specialista a cui rivolgersi informandosi direttamente sul suo operato.

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Page 1: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

specialeLa nuova influenzaA(H1N1): tutto quelloche c’è da sapere

Con il Patrocinio della Provincia di Roma

psicocura della balbuzieattraverso i rapporti ele interazioni con la famiglia

bellezzafibroblastil’eterna giovinezza

saluteipertricosi e irsutismodiretta conseguenza di un disordine endocrino

benesserecarcinoma cavo oraleregione lazio pilotanella prevenzione

sessoinfertilità di coppiaquando è necessario iniziareun iter diagnostico

Edizione Roma - Anno I n°2 Ottobre 2009reg. trib.di Pescara n.24/08 del 7/11/2008

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Il caldo sole di questi primi giorni di Ottobre sottolinea l’ingresso dell’autunno. E, come ogni anno, parte la campagna dei vaccini per l’influenza stagionale. Questa volta, al normale vaccino si aggiunge quello per la nuova influenza A (H1N1).

In questo numero, in collaborazione con Il Policlinico Umberto I di Roma, abbiamo dedicato un intero speciale alla pandemia influenza-le. Nelle pagine interne troverete tutte le informazioni relative al nuovo virus, alle modalità di contagio, al trattamento dei sintomi ed alla somministrazione del vaccino. Riteniamo, infatti, che sia fonda-mentale informare correttamente la popolazione sul nuovo virus A (H1N1) al fine di evitare il diffondersi di isterismi di massa ed inutili e nocive corse al fai da te. Ricordiamo che, ai primi sintomi del virus è bene contattare il proprio medico curante evitando di affollare il pronto soccorso. E’ attivo il call center dedicato al numero 1500 (dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 18) che offre informazioni su offre informazioni sui seguenti argomenti: chiarimenti su disposizio-ni del Ministero, misure di prevenzione, terapie e corretto uso dei farmaci, informazioni per i viaggiatori, situazione nazionale e inter-nazionale. Vi invitiamo a consultare il sito del Ministero della Salute (www.ministerosalute.it) per avere informazioni aggiornate sull’influenza A (H1N1).

Giulia Mincarini e Serena Zimuel,Responsabili di Pocket Salute

Editoriale del mese

per le vostre lettere scrivete a :[email protected]

Page 4: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

Direttore responsabileDaniele [email protected]

Direttore editorialeSerena [email protected] 8872311

Direttore commercialeGiulia [email protected] 3289668

Grafica ed impaginazionePOCKET IDEA [email protected]

EditorePOCKET IDEA s.r.l.

DistribuzionePOCKET IDEA [email protected]

StampaD’Auria Industrie Grafiche s.p.a.Zona Industriale Destra Tronto I64016 - S.Egidio alla Vibrata (TE)

Redazione e PubblciitàEditore POCKET IDEA s.rl.Via N. Fabrizi, 155 - 65121 PescaraInfoline: 334 8872311 - 392 [email protected]

Pocket SaluteRivista gratuita mensileEdizione Romareg. trib.di Pescara n.24/08 del 7/11/2008

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Foto e illustrazioni© 2009 Microsoft Office Online, © 2009 Fotolia, © 2009 iStockphoto

© Proprietà letteraria riservata. E’ vieta-ta la riproduzione, anche parziale, di testi, immagini o disegni pubblicati, senza l’autorizzazione scritta della Direzione e dell’Editore.

Le opinioni degli autori impegnano la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quelle della Direzio-ne della rivista.

All’interno dei contributi possono essere citati nomi di prodotti, anche farmaceutici, pubblicati nel rispetto delle opinioni degli autori e per com-pletezza d’informazione sui temi trattati.

Page 5: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

specialepagg.31-34

11 cura della balbuzieattraverso i rapporti ele interazioni con la famiglia

17 ipertricosi e irsutismodiretta conseguenza di undisordine endocrino

43 carcinoma cavo oraleregione lazio pilotanella prevenzione

59 infertilità di coppiaquando è necessario iniziareun iter diagnostico

47il segreto dell’eternagiovinezza

Pocket Salute Edizione Roma - Anno I n° 2 Ottobre 2009

Tumore al seno pag.17guide utiliPillole di primo soccorsopag.41

Nuova influenza A(H1N1)informazioni generali

fibroblasti

Page 6: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

Il dovere d’informareIl diritto di conoscere

Indica il nome del medico o del professionista a cui rivolgere il tuo quesito.Scrivi la domanda nell’apposito spazio, inserisci il tuo pseudonimo e spedi-sci in busta chiusa a Redazione POCKET SALUTE presso Pocket Idea srl Via Nicola Fabrizi 155, 65122 Pescara.

I contenuti delle risposte hanno solo finalità divulgative ed educative, non vogliono rappresentare un suggerimento di diagnosi o terapia, non sostituisco-no la consulenza ed invitano al contatto diretto con lo specialista. Per rispettare la legge sulla privacy, non sono richiesti dati anagrafici personali, nè indirizzi email o altro. E’ sufficiente indicare uno pseudonimo che verrà utillizzato per poter fornire una risposta al quesito sottoposto.

SCRIVI ALLO SPECIALISTAle risposte saranno pubblicate direttamente sulla rivista.

Nome del medico

Richiesta

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associazioni non-profit La solidarietà in primo piano

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ABIO - Associazione per il Bambino In OspedaleRappresentante italiano dell'EACH (European Association for Children in Hospital), fondata nel 1978, promuove l'umanizzazione dell'ospedale e sdramma-tizza l'impatto del bambino e della sua famiglia con le strutture sanitarie. Sito: http://www.abioroma.org

AIPD - Associazione Italiana Persone DownL'Associazione non ha fini di lucro e vuole essere soprattutto un punto di riferimento per le famiglie, gli operatori socio-sanitari e della scuola che si occupano di questo handicap. Sito: http://www.aipd-roma.it

AIRS - Associazione per la Ricerca sulla Sordità OnlusObiettivi primari sono sia la promozione e finanziamento della ricerca scientifica sulla Sordità e sui più gravi disturbi uditivi sia il miglioramento delle conoscenze sulle possibilità di prevenzione e cura della Sordità.Sito: http://www.associazioneairs.it

ALMAR - Associazione Laziale Malati ReumaticiL’Associazione vuole essere uno strumen-to per lottare contro la solitudine, per incontrarsi, per scambiarsi esperienze, per informarsi ed informare, per creare cultura delle malattie reumatiche. Sito: http://www.almar.org

ALZHEIMER RomaL´Associazione persegue la missione di offrire sostegno alle famiglie con un malato di Alzheimer. Collabora con Istituzioni sanitarie e accademiche, sia nazionali che locali.Sito: http://www.alzheimeroma.it

ANFFAS Roma OnlusL'Associazione si propone di assicurare il benessere e la tutela delle persone con disabilità intellettiva e relazionale e delle loro famiglie, operando primariamente per rende-re concreti i principi della pari opportunità, della non discriminazione e della inclusione sociale.Sito: http://www.anffasroma.it

FIDAS Associazioni Donatori SangueLa Fidas è una federazione che agisce nell'in-teresse delle associazioni federate, partecipa, si aggiorna ed informa sulle novità legislative, scientifiche e sanitarie, che riguardano i donatori ed il servizio trasfusionale.Sito: http://www.fidas.it

NADIR Onlus HIV Treatment Group Aassociazione Patient Based. I soci hanno deciso di promuovere un nuovo ruolo per le persone sieropositive: diventare uno dei tre elementi del triangolo medico-farmaco-paziente.Sito: http://www.nadironlus.org

UNIAMO Federazione Italiana Malattie Rare OnlusScopo essenziale è difendere i diritti e miglio-rare la qualità di vita di tutte le persone affette da malattie rare. La Federazione fa parte di un Network Europeo di tredici Alleanze Federative Nazionali tra associazioni di pazienti di altrettanti Paesi della Unione Europea.Sito: http://www.uniamo.org

VIDAS Assistenza completa e gratuita malati terminaliSvolge attività al domicilio del paziente o in hospice, a sostegno di malato e familiari e agli operatori che li assistono. Attenzione e dispo-nibilità all’ascolto, nel delicato rapporto umano con chi sta morendo e con chi sta perdendo una persona cara.Sito: http://www.vidas.it

aiutaci ad aiutare il prossimo...

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Page 8: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

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neuropsichiatria infantile a cura di Beatrice Balzanetti e Vito Miraglia

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IL PUNTO DI “SVISTA” DEI RAGAZZI DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE

Una iniziativa editoriale come strumen-to terapeutico. È “Punto di svista”, la rivista dei ragazzi della Clinica di Neuropsichiatria Infantile del Policlini-co Umberto I di Roma, finanziata dall’Azienda ospedaliera, che si inscrive nel progetto “Chi ha paura del lupo cattivo?” ideato dalla caposala coordi-natrice della Clinica Neuropsichiatrica, Graziella Bastelli.

Questo progetto è stato attuato con il Comune di Roma e con l’Associazione di volontariato “Il Grande Cocomero”, impegnata nella ricerca e nella cura nel campo della psichiatria dell’età evolutiva. L’avventura è iniziata proprio grazie all’Assessorato per le Politiche dell’Infanzia e della Famiglia che ha finanziato una serie di laboratori ludici e terapeutici, tra cui quello di giornalismo, negli spazi dell’Associazione.

Nei vari progetti terapeutico-riabilitativi – spiega la professoressa Teresa Iole Carratelli, dirigente della UOC di Neurop-sichiatria Infantile – il giornalismo ha attivato, insieme ad una reale ripresa delle capacità cognitive, la ristrutturazione dei sé frantumati dalle gravi patologie e dall’isolamento sociale che aveva reso necessario il ricovero. Il lavoro di gruppo, le interviste, la visita ad alcuni quotidiani, il proporre, decidere e scrivere gli articoli e la loro impaginazione, la scelta delle foto e la distribuzione nelle scuole del quartiere, ha riattivato l’autostima dei ragazzi ricoverati presso la clinica, ed ha permes-so, ad alcuni di loro, di riprendere l’impegno scolastico interrotto con maggiore sicurezza per aver sperimenta-to le riacquisite capacità.

Il giornalino “Punto di svista” ha beneficia-to della generosa disponibilità della

collega giornalista Rosa Mordente, che ne è diventata direttore responsabile. La sua collaborazione con la Clinica di Via dei Sabelli, nel quartiere San Lorenzo, è iniziata con i primi due numeri pilota della rivista - il numero prova e il numero zero - e continuerà con i laboratori di giornalismo organizzati dall’Associazione “Il Grande Cocomero”.

La scelta dei contenuti, degli articoli, delle fotografie e l’impaginazione, sono tutta opera dei ragazzi ricoverati, con la supervisio-ne del direttore responsabile. Le tematiche trattate appartengono al mondo degli adole-scenti, dal bullismo, ad internet e televisione, alle problematiche del razzismo e dell’integrazione. Rispetto ai due numeri sperimentali, nelle edizioni successive sono state aumentate le interviste, sia ai ragazzi stessi che agli adulti, tra i quali l’editore della stessa rivista, il Direttore Generale del Policli-nico Umberto I, dott. Ubaldo Montaguti, che si è concesso ai ragazzi per un piacevole e stimolante confronto.

Lo scopo di questa e di tutte le altre attività della clinica è chiaramente di natura assisten-ziale e dimostra come la qualità dell’assistenza si misuri anche dalla sua umanizzazione e come la professionalità degli operatori faccia seguire alla cura un percorso di ripresa, indispensabile in tutte le fasi della crescita dei pazienti.

Prof. ssa Teresa Iole Carratelli Specialista in Neuropsichiatria InfantileDirigente UOC di Neuropschiatria Infantile, Umberto I Policlinico di Roma

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ALLA CONQUISTA DELLA FLUENZA VERBALE

La cura della balbuzie passa attraverso i rapporti e le interazioni con la famiglia.

Non essendo ancora possibile ricondurla a una patologia organica, l’attenzione del terapeuta deve infatti essere traslato sul rapporto del bambino con i genitori e con le persone esterne alla famiglia. Alla luce di questo interesse vi è il convincimento che la balbuzie infantile sia acquisita e mante-nuta anche attraverso contingenze ambientali e soprattutto familiari. Contin-genze che producono un rilevante effetto moltiplicatore del sintomo e della sua cronicizzazione.

Occorre un’attenta osservazione del rapporto del bambino coi genitori per avere utili e necessarie informazioni per il successivo trattamento. Quindi è impor-tante concedere maggiore attenzione all’ambiente familiare osservando e valutando l’interazione del genitore con il bambino durante le loro conversazioni e l’interazione del terapeuta con il bambino stesso. Questa analisi valutativa dei due momenti porta in luce differenze di durata e frequenza della balbuzie e eventuali movimenti motori legati ad essa in due differenti dimensioni psicologiche. È necessario dire che tra il genitore e il bambino balbuziente esiste un particolare equilibrio che mantiene e rafforza la balbuzie. Per esempio se il padre tende ad interrompere costantemente il parlato e la verbalizzazione del figlio, il terapeuta invece lo ascolterà molto.

Se il genitore elude alcuni argomenti, il medico inviterà il bambino a soffermarsi su di essi. Il tutto con dovuta empatia. Infatti entrare in sintonia con il paziente, conquistare

la sua fiducia e istituire un’intesa è di fonda-mentale importanza. Obiettivi importanti sono ottenere un processo di generalizzazio-ne e uno di apprendimento. Per il primo è importante introdurre il genitore nel rappor-to di interazione tra terapeuta e bambino così da generalizzare la fluenza conquistata nel bambino, in presenza del terapeuta, nei confronti del genitore. Per il secondo è importante responsabilizzare in prima perso-na il genitore del bimbo balbuziente dando luogo a modifiche comportamentali nei confronti del bambino conquistando così un nuovo equilibrio di rapporto e quindi una nuova parola. È quindi rilevante e necessario che nell’analisi operativa della balbuzie con i bambini il genitore venga introdotto nel contesto terapeutico. Il mio metodo è quello di fornire al genitore un modello di interazio-ne cui fare riferimento nel rapporto quotidia-no con il figlio per poter provocare cambia-menti nell’interazione tra genitore e bambi-no (che abbassino il livello della balbuzie). Per fare questo bisogna agire nei confronti del bambino con modalità di comportamento diverse da quelle alle quali è abituato dal rapporto con i genitori. Cambiare i canoni comportamentali e nel contempo insegnare nuove abilità interattive al genitore. La conquista della fluenza verbale e parimenti le modifiche comportamentali del genitore sono gli obiettivi di un intervento sulla balbu-zie infantile.

superare la balbuzie Prof. Marco Santilli

11Prof. Marco Santilli Associazione Italiana La Nuova ParolaN° verde: 800 090732 Cell. 3408671477 [email protected]

www.marcosantilli.it

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Page 12: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

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Page 13: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

Il Ministero della Salute a cura di Beatrice Balzanetti

13www.pocketsalute.it [email protected]

INTEGRATORI ALIMENTARI E ALIMENTI ARRICCHITI

Tali prodotti non possono essere conside-rati “dietetici” in quanto non sono concepi-ti per rispondere ad esigenze nutrizionali o condizioni fisiologiche particolari. Il loro impiego ha lo scopo di ottimizzare gli apporti nutrizionali, fornire sostanze di interesse nutrizionale ad effetto protettivo o trofico e migliorare il metabolismo e le funzioni fisiologiche dell’organismo.Attualmente, in mancanza di una norma specifica, la loro commercializzazione è subordinata alla procedura di notifica, cioè alla trasmissione al Ministero della Salute del modello di etichetta impiegato per la commercializzazione, ai sensi dell’art.7 del decreto legislativo 27 gennaio 1992 n.111.

Per uniformare le modalità della notifica è stata emanata la Circolare del Ministero della Salute 17 luglio 2000, n.11 (G.U. n.202 del 30.08.2000) Una volta ricevuta l’etichetta, il Ministero, qualora ritenga necessari approfondimenti sulle proprietà di un prodotto, può richiedere all’impresa una documentazione scientifica a suppor-to delle proprietà , degli obiettivi nutrizio-nali o delle caratteristiche degli ingredien-ti e della loro idoneità all’uso alimentare.

Il Ministero può anche richiedere adegua-menti o modifiche dell’etichettatura. Il 10 lug lio 2002 è stata emanata la Direttiva 2002/46/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli integratori alimentari, mentre è in corso di definizione quella sugli “alimenti arricchiti”. Tali direttive si inseriscono nel programma della Commissione europea di creare un insieme coerente di norme in materia di sicurezza alimentare, al fine di aumentare il livello di tutela della salute e favorire la produzione di prodotti nutrizionalmente adeguati.Gli integratori vengono considerati come

prodotti appartenenti all’area alimentare, a base di vitamine, minerali e altre sostanze di interesse nutrizionale e fisiologico. Per quanto concerne i livelli di assunzione massi-ma giornaliera di tali nutrienti l’orientamento è quello di assumere come riferimento generale livelli entro limiti di sicurezza (upper safe level:UL), pur tenendo in considerazione le RDA (recommended dietary allowances).

Nel settore degli integratori alimentari sono sempre più presenti prodotti diretti a favorire lo stato di benessere e non solo a colmare carenze alimentari, come quelli che accanto a una componente nutrizionale presentano una componente vegetale. Le “erbe” impiegate devono essere in ogni caso idonee all’uso alimentare, non sono ammesse quelle che per la loro natura posso-no essere commercializzate solo attraverso il canale delle farmacie.Le erbe devono soddisfare i requisiti di purez-za e di sicurezza e devono essere facilmente identificabili attraverso la denominazione comune e il nome botanico. Per la valutazio-ne di nuovi ingredienti vegetali svolge funzioni consultive un Gruppo di esperti istituito presso la Commissione consultiva per i prodotti destinati ad una alimentazione particolare.

Per maggiori informazioni http://www.ministerosalute.it

Page 14: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

Il PeriodicoUMBER

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I POLICLINICO

DIROM

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RICERCA E CURA

L’ospedale odontoiatrico su quattro ruote

La Societa’ Italiana Maxillo Odontostomatologica presenta l’Odontoambulanza.

Il 9 febbraio ricorre la festa di “Santa Apollonia”, Patrona dei dentisti, ma anche protettrice di tutti coloro che so�ro-no per il mal di denti e che ne temono il dolore.

La storia, infatti, racconta che Apollonia, santa, vergine e martire, morì ad Alessandria d'Egitto durante una sollevazio-ne dei pagani contro i cristiani, poco prima delle persecuzioni di Decio (248-249). Quando fu catturata, le ruppero tutti i denti colpendole le mandibole e dopo aver innalzato una catasta di legno vicino alla città, minacciarono di bruciarla viva se non avesse recitato con loro frasi blasfeme. Lei chiese un attimo di tregua e non esitò a gettarsi nelle �amme che la consumarono.

La fantasia popolare ra�gura la santa come una fanciulla che viene "sdentata" da un e�erato giustiziere, per mezzo di tenaglie e le tenaglie divennero l'attributo inconfondibile delle ra�gurazioni della Martire da parte dei pittori e scultori.La devozione per questa santa è molto antica e oltre che a Rivolta d'Adda, il suo culto è di�uso in altre zone della Lombardia, dell'Italia e in tutto l'Occidente. La reliquia di Sant'Apollonia, "mercantessa della neve" fu portata da Roma a Rivolta d'Adda, dai nobili Barni e nel 1828, il vescovo Giuseppe Perugini, donò u�cialmente alla comunità lombarda, una particella delle ossa della santa.

A Roma, ospitata nella Chiesa a Lei dedicata, S. Maria in Trastevere, è custodita la reliquia del suo capo, mentre nella Basilica di S.Paolo fuori le mura, si conserva, in un reliquario d'argento, una parte del braccio.

Oggi ad aiutare i più bisognosi, a correre in loro aiuto, ci pensa la S.I.M.O – Società Italiana di Odontostomatologia che con l’Odontoambulanza , un piccolo ospedale odontoia-trico viaggiante, che proprio per queste sue caratteristiche viene utilizzato anche in situazioni di emergenza: intervenire rapidamente e alleviare le so�erenze di chi ne ha bisogno, riuscendo a raggiungere le persone che ne necessitano di più,

come i disabili e i terremotati.

In Italia i numeri della disabilità sono elevati: 3.000.000 di disabili non autosu�cienti, che con il passare del tempo, verosimilmente aumentano, di cui: 1.100.00 disabili con di�coltà motorie; 350.00 ciechi totali o parziali, 800.000 non udenti parziali o totali; 49.000 sordomuti; 700.000 con disabilità mentale; 60.000 persone sotto i 65 anni in sedia a rotelle; 2.000 nuovi nati all’anno con malattie congenite; 2.364.000 famiglie che hanno almeno un componente disabile (dati Istat).

Laddove prima era quasi impossibile curare, ha a�erma il Presidente della S.I.M.O. - Prof. Mauro Ore�ci, ora è diventato possibile, come nel caso di un paziente tenuto in vita da un polmone d’acciaio; laddove prima era di�cile arrivare ed intervenire, ora è possibile, pensiamo al nostro ultimo intervento in Abruzzo e tutto questo grazie all’odontoambulanza e al contributo, la disponibilità e professionalità dei suoi operatori.

S.I.M.O. telefono: 06 84483366Fax: 06 84483363

www.policlinicoumberto1.it

Umberto I - Policlinico di Roma

Centralino 06 49971 Digitare lo zero per parlare con un operatore.

Ricerca a cura di: Beatrice Balzanetti e Roberta Armentano

Page 15: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

odontoiatria

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L’ODONTOIATRIA A MISURA DI BAMBINO

L’Area Odontoiatrica del Policlinico Umberto I si articola in 4 Unità Operative Complesse (Chirurgia Orale, Clinica Odon-tostomatologica, Odontoiatria Pediatrica e Ortognatodonzia) e 2 Unità di Program-ma (Odontoiatria Conservativa e Protesi). Al DAI fanno capo, infine, un Programma di Gnatologia Clinica e 2 Unità Operative Dipartimentali, rispettivamente Percorso Diagnostico Complesso e Riabilitazione Implanto-Protesica.

Gli ambulatori rappresentano un impor-tante punto di riferimento non solo per i cittadini romani, ma anche per l’intero centro-sud, specie per le patologie più complesse. E’ importante sottolineare che le nostre strutture operano nell’ambito di un Policlinico Universitario, ciò significa che l’assistenza è strettamente legata alle attività di didattica e di ricerca.

Il Servizio di Odontoiatria Pediatrica è un ambiente a misura di bambino: per i più piccoli, infatti, la terapia odontoiatrica può essere fonte di stress o addirittura traumatica. Abbiamo in dotazione 10 poltrone odontoiatriche, dotate di un sistema video per la proiezione di cartoni animati; i riuniti sono disposti in un open space, per rinforzare il modello positivo e lo spirito emulativo tra bambini. L’ambulatorio è variopinto, tappezzato da personaggi dei fumetti. I diversi aspetti cromatici investono anche il personale sanitario coinvolto, a ciascuna funzione corrisponde un camice di foggia e colore diversi. E’ inoltre a disposizione un posto letto di Day Hospital per i bambini con

bisogni speciali (diversamente abili, pazienti con patologie sistemiche, bambini poco collaboranti), per i quali è previsto un

iter “dedicato”. È in allestimento, a integrazio-ne del progetto, un piccolo parco giochi estivo esterno per intrattenere i giovani utenti in attesa di terapia.

Le prestazioni effettuate presso il nostro Servizio: visita specialistica di odontoiatria pediatrica; istruzioni di igiene orale; procedu-re preventive della carie; terapia conservativa ed endodontica dei denti decidui e perma-nenti; ortodonzia preventiva ed intercettiva; terapia miofunzionale; chirurgia orale pedia-trica effettuabile anche in regime di day hospital; consulenze odontoiatriche di pazienti ricoverati nel Dipartimento di Pedia-tria del nostro Policlinico. I giorni di prima visita sono dal lunedì al giovedì, dalle ore 8.00 alle ore 10.30; il martedì e il giovedì il Servizio effettua attività pomeridiana. Si accede con una richiesta di visita speciali-stica di odontoiatria pediatrica del medico/pediatra di base; dopo il passaggio in amministrazione i bambini accedono diretta-mente al reparto pediatrico, essendo la loro “accettazione” separata da quella degli adulti. Prof. ssa Antonella Polimeni

Direttore del Dipartimento Universitario di Scienze Odonto-

stomatologiche Sapienza Università di Roma

Direttore del DAI (Dipartimento ad Attività Integrata)

Testa – Collo Policlinico Umberto I

Direttore dell’UOC (Unità Operativa Complessa)

di Odontoiatria Pediatrica

a cura di Beatrice Balzanetti

Prof.ssa Antonella Polimeni Direttore UOC Odontoiatria Pediatrica Viale Regina Elena 287/A 00161 Roma Tel. 06.49976649 – 06.49976612

Page 16: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

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Page 17: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

endocrinologia estetica Dott. Antonio Stamegna

L’endocrinologia estetica considera gli inestetismi come conseguenza di un disordine endocrino. L’aumento e la diversa distribuzione dei peli, rappresenta-no un chiaro esempio di modificazione esteriore sulla base di una o più problema-tiche ormonali. Se i peli aumentano dove sono comunemente presenti si parla di ipertricosi (basette, baffetti, avambraccia, gambe), se invece compaiono in altre zone, ed hanno le caratteristiche del pelo terminale, si parla di irsutismo. L’incidenza dell’ipertricosi dipende dalla razza, è infatti del tutto assente negli asiatici e negli africani e poco comune nelle popolazioni nordiche, mentre è molto frequente nei popoli del bacino mediterraneo. Proprio per queste inciden-ze di fenotipo, razza e famiglia spesso è difficile definire se si tratti di una pelosità normale o di una vera ipertricosi. Perché alcune donne sono più “pelose” di altre? Abbiamo detto che alcune razze sono quasi del tutto esenti dall’aumento della peluria. Ciò non significa che le donne asiatiche, africane o nordiche hanno meno testosterone delle mediterranee. Per capirne il motivo occorre definire il concetto di recettore. Un recettore è un bersaglio, una proteina, che si trova sulla membrana delle cellule, al quale l’ormone cede la sua azione che viene in tal modo trasmessa all’interno della cellula. Più recettori ci sono e maggiore è l’azione di quell’ormone. E’ proprio l’aumentata ricettività all’azione del testosterone alla base dell’irsutismo nelle donne mediterra-nee. Gli androgeni stimolano la crescita dei peli cosiddetti sessuali, perché si

sviluppano nel periodo della pubertà. Nelle donne il testo-sterone (principale ormone sessuale maschile) proviene

dalla trasformazione di altri androgeni normalmente prodotti dalle ovaie e, in misura minore, dai surreni. Poichè la funzione delle ovaie subisce fisiologiche variazioni mensili, anche l’aumento della peluria, sempre nei limiti fisiologici, vi è strettamente legato. Le forme di irsutismo più comuni sono la varietà idiopatica e la PCO (sindrome dell’ovaio policistico). Nela forma idiopatica si riconosce un “eccesso funzionale di androgeni” per l’aumento di un particolare androgeno periferico, l’androstanediolo glucuronide, proporzionale al grado di irsutismo. La PCO tipicamente insorge poco prima o al momen-to della pubertà e si associa ad obesità e irregolarità mestruali. In alcune donne una sindrome simile si evidenzia spesso in conco-mitanza con un importante aumento del peso, magari indotto dalle gravidanze. In questi casi è spesso presente una resistenza insulinica che caratterizza il quadro metaboli-co e una perdita di peso può far regredire il sintomo. E’ molto importante valutare attentamente la rapidità di insorgenza dell’irsutismo: potrebbe suggerire neoplasie ovariche o surrenali. Esistono tanti trattamen-ti per l’eliminazione dei peli, da quelli provvi-sori a quelli che promettono una epilazione definitiva, come le nuove tecnologie laser e ad infrarossi. La differenza è però fondamen-tale: l’epilazione definitiva distrugge la papilla germinativa da cui il bulbo nasce. In questo modo, anche i recettori sensibili all’azione degli androgeni vengono eliminati. Questa tecnica si rivolge sempre di più anche agli uomini per motivazioni igenico-sportivo od estetiche. L’eliminazione della barba, invece, è una richiesta specifica del transes-suale; la risposta al trattamento dipenderà dal tipo di terapia anti androgenica ed estrogenica in atto.Dr. Antonio Stamegna

Specialista in Endocrinologia e malattie metaboliche

Presidente della Società Italiana

di Endocrinologia Estetica (SIEES)

Direttore Centro di Endocrinologia estetica “EsseMedica”

IPERTRICOSI E IRSUTISMO: DIFFERENZE CLINICHE E TERAPEUTICHE

17Dr. Antonio Stamegna Specialista in Endocrinologia e malattie metabolicheV.le delle Belle Arti, 7 - 00196 Roma Tel.063224276 www.stamegna.it

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otorinolaringoiatria Dott. Lino Di Rienzo Businco

PERCHE’ RESPIRIAMO MALE DAL NASO

19Dott. Lino Di Rienzo Businco Specialista in Otorinolaringoiatria e AudiologiaVia G.B. De Rossi 15/A Roma Tel. 06 44202269 349 2313343 www.businco.net

La causa più frequente della difficoltà respiratoria è rappresentata dall’ipertrofia dei turbinati. I turbinati non sono una patologia o un nemico da combattere che è cresciuto nel nostro naso: i turbinati (ne abbiamo 3 in ciascuna fossa nasale) sono preziose strutture osteo-mucose in grado di riscaldare, umidificare, filtrare e condi-zionare l’aria che respiriamo. Quindi da preservare e trattare col massimo rispetto.

Come mai l’ipertrofia dei turbinati è così diffusa? I più aggiornati dati epidemiologici ci dicono che il fenomeno è in costante aumento nelle aree cittadine ed industria-lizzate, a motivo degli agenti inquinanti ed irritanti che respiriamo nella vita quotidia-na delle città (gas, prodotti della combu-stione dei motori, smog, inquinanti degli ambienti lavorativi, ecc.). Neppure all’interno degli uffici siamo del tutto al sicuro poichè spesso si sviluppa reattività nasale verso agenti provenienti da climatizzatori, arredi, vernici e materiali delle pareti e pavimenti (rinite vasomoto-ria). L’ingrossamento dei turbinati è anche causato dalle allergie, che oggi sono ben più diffuse rispetto al passato.

Da cosa dipende questo aumento delle allergie respiratorie? Dall’uso smodato di spray nasali, dalle sostanze inquinanti che si mischiano con quelle naturali, creando una miscela irriconoscibile, che “confonde” i nostri anticorpi. L’allergia, in fondo, è una forma di rigetto verso le sostanze respirate, normalmente tollerate dalla totalità delle

persone, ma ricono-sciute dai soggetti allergici come nemici. Come si può interve-nire oggi per il tratta-

mento della cattiva respirazione nasale ed ingrossamento dei turbinati? In passato i turbinati venivano bruciati o tagliati con forbici e bisturi. Una soluzione radicale che privava il paziente di un appara-to importante. Nel nostro centro preferiamo intervenire sempre con tecnica endoscopica, attraverso l’energia delle radiofrequenze Coblator®, con trattamenti che “sgonfiano” la mucosa. Niente tagli, niente suture, niente sanguinamento o ricorso ai famigerati tamponi nasali. Questo trattamento è applicabile per le riniti allergiche e vasomo-torie, in adulti e bambini, oltre che per il trattamento di adenoidi e tonsille. Siamo anche in grado di ricostruire i turbinati “rovinati” da interventi chirurgici precedenti.

Sono trattamenti lunghi e necessitano di ricovero? L’energia delle radiofrequenze è in grado di “sgonfiare” il turbinato ingrossato senza traumi e senza dolore in un tempo inferiore al minuto. Sono pertanto trattamenti veloci eseguiti in regime di day-hospital. A differen-za delle precedenti tecnologie a radiofre-quenze, oggi è sufficiente una singola applicazione per risolvere il problema in modo radicale e definitivo.

Teniamoci caro il nostro naso.Curiamolo quando serve.E dimentichiamo il bisturi.

Page 20: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

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terapia del dolore Dott. Marco Tarquini

21Dott. Marco Tarquini Specialista in Anestesia e RianimazioneCasa di Cura “L. Pierangeli”, Pe Cell. 3341560562 [email protected]

Una nuova frontiera per il trattamento del dolore lombare: l’ “Epiduroscopia”. È una nuova tecnica antalgica mini-invasiva utilizzata per la diagnosi e il trattamento del mal di schiena acuto e cronico. Tuttavia viene impiegato anche sui pazienti che hanno già subito un interven-to chirurgico di asportazione dell’ernia del disco e presentano ancora un dolore invalidante. Pure in questo caso tale tecnica sta dando ottimi risultati. Vi illustro brevemente la metodologia utilizzata nella struttura nella quale opero. Sul paziente in anestesia locale viene effettua-ta una piccola incisione cutanea dello iato-sacrale, si posiziona uno sottile strumento a fibre ottiche (endoscopio flessibile) in un canale chiamato peridura-le. Una telecamera visualizza le strutture anatomiche che possono essere causa del dolore lombare come, ad esempio, il tessuto cicatriziale (tessuto dove si è formata la cicatrizzazione) aderente ai nervi. È una procedura utilizzata sia per finalità diagnostiche sia curative. Si posso-no eseguire biopsie, posizionare cateteri per iniettare farmaci antidolorifici in zone ben definite e rimuovere il tessuto cicatri-ziale che è responsabile dello stato di irritazione sui nervi che poi causano il mal di schiena. Questa metodologia non può essere utilizzata in pazienti in stato di gravidanza, con gravi difetti di coagulazio-ne, sepsi sul luogo d’ingresso del periduro-scopio (ovvero un’infezione diffusa), nefropatie (ovvero una patologia del rene), gravi cardiopatie. La procedura si esegue con un solo giorno di ricovero in

regime di convenzio-ne. Un’ottima cura per risolvere o attenuare sindromi dolorose come la lombalgia e la

lombosciatalgia e che sicuramente evita al paziente la somministrazione dei tradizionali farmaci analgesici.

Si parla di lombalgia quando la sintomatolo-gia è limitata alla regione lombare; si tratta di un processo che colpisce le strutture ossee e fibrose del rachide lombare senza avere alcuna conseguenza sulle radici spinali corrispondenti. Colpisce i pazienti in età adulta e a volte è strettamente connessa con l’attività lavorativa (ad esempio i camionisti, gli impiegati, gli studiosi…). La si riscontra perché colui che ne soffre lamenta un dolore al rachide lombare che si accentua se si fa pressione su quella zona, ha una contrattura dei muscoli paravertebrali e una rigidità del tronco. Quando la patologia è più diffusa e interessa l’arto inferiore nell’area del nervo sciatico, si tratta della lombosciatalgia. Tante sono le cause che ne determinano l’insorgenza. Tra queste: l’ernia discale, l’artrosi, le anomalie congenite del rachide, i processi infiammatori per danneggiamento o usura del disco intervertebrale, ma anche processi tumorali come i sarcomi.

Dott. Marco Tarquini: Anestesista-Rianimatore Esperto in Terapia Antalgica Attività professionale presso la Casa di Cura Privata “L. PIERANGELI” Fax 0854707930Pescara

L’ EPIDUROSCOPIA PER IL MAL DI SCHIENA

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oncologia

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IL LINFEDEMA ONCOLOGICO DELL’ARTO SUPERIORE

Il linfedema è una patologia che comporta l’aumento di volume dell’arto dovuto ad un rallentamento della circolazione linfatica ed è causato dall’asportazione dei linfonodi dal cavo ascellare nel trattamento del cancro mammario, con un’incidenza minore se l’asportazione è parziale.

La riabilitazione post-chirurgica rappre-senta un passo decisivo per la prevenzio-ne dell’edema e sulle problematiche relative all’assistenza e al percorso riabili-tativo.

Questi i temi trattati durante il Conve-gno “PianetaLinfedema” tenutosi lo scorso 19 settembre a Viterbo.

L’incontro si è articolato in tre sessioni: la prima è stata dedicata alla prevenzione del linfedema oncologico; la seconda è stata incentrata sui percorsi assistenziali, già attivati in alcune regioni come il Piemonte , mentre la terza parte ha affron-tato il tema del trattamento riabilitativo.

Al Convegno hanno preso parte il consigliere regionale e membro della Commissione Sanità della Regione Lazio, on. Claudio Moscardelli, e Rita De Giuli e Anteo Di Napoli, in rappresentanza dell’Agenzia della Sanità Pubblica del Lazio.

L’obiettivo è quello di attivare questi stessi percorsi virtuosi anche presso la Regione Lazio e di far crescere fra gli operatori coinvolti nella gestione di queste patologie una cultura riabilitativa tale da consentire una presa in carico globale del paziente oncologico. Tali obiettivi sono sostenuti anche dal Prof. Francesco De Lorenzo, che ha

partecipato al convegno come presidente di F.A.V.O. la Federazione Italiana delle Associazioni del Volontariato in Oncolo-gia, nata nel 2003 per unire le forze delle numerose associazioni di volontari impegna-ti su tutto il territorio nazionale nell’assistenza alle persone malate di cancro.

Il convegno è stato anche sede del II Corso di aggiornamento teorico-pratico sui tratta-menti riabilitativi del linfedema dell’arto superiore, un’occasione per confrontare le diverse esperienze di chi quotidianamente opera nel campo dell’assistenza.

Segreteria Scientifica:

Dott.ssa M. Cestari [email protected]. 3473790605

Dott. A. Mander [email protected]. 3479053030

Per conoscere meglio l’attività della F.A.V.O. e per sapere di più sulle Associazioni federate e sui servizi che offrono gratuitamente ai malati di cancro:

numero verde: 800 903789 http://www.favo.it

a cura di Beatrice Balzanetti e Roberta Armentano

www.pocketsalute.it [email protected]

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oncologia

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NUOVI STUDI PER SCONFIGGERE ILCANCRO ALLA MAMMELLA

I risultati di un nuovo studio finalizzato alla lotta al tumore al seno, realizzato dai Proff.ri Paola Cazzaniga e Giuseppe Naso de “La Sapienza” Università di Roma – Policlinico Umberto presentato dal Prof. Massimo Cristofanilli dell’Md Anderson Cancer Center di Huston (Texas USA) nell’ambito dell’undicesima edizione della “Milan breast cancer conference”, organizzata dall’Istituto Europeo di Oncologia, a Milano.

“Le ipotesi di lavoro da cui parte questo studio - affermano i due scienziati dell’Ateneo romano - è che quando si forma un tumore, non tutte le cellule che lo compongono si comportano allo stesso modo, anzi, sono poche quelle che si metastatizzano, che formano, cioè, focolai a distanze dello stesso tumore e che sono responsabili della morte dell’individuo.

Sfortunatamente, però, queste cellule sono anche quelle resistenti alle terapie, e perciò lo studio mirato sulla caratterizza-zione delle cellule tumorali circolanti porterebbe ad un beneficio clinico superiore sia per ciò che riguarda la chemioterapia, che l’ormonoterapia”.

I due trattamenti sistemici appena citati, infatti, hanno come obiettivo di far regredire il tumore e rendere possi-bile la chirurgia conservativa.

Questo studio, se prospetticamente validato, potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova era nella terapia dei tumori perché colpire le cellule tumorali circolanti, piuttosto che accanirsi con la chemioterapia sul tumore che crea metastasi (il tumore primitivo), raggiunge l’obiettivo di sconfiggere il cancro e diminuisce gli effetti collaterali della chemioterapia sui pazienti.

Per la prima volta al mondo i Proff.ri Cazza-niga e Naso del Policlinico Umberto I - “La Sapienza” Università di Roma hanno ipotizza-to questi nuovi studi e l’analisi genotipica e fenotipica delle singole cellule circolanti ha contribuito a definire il modello delle cellule tumorali, ad ampliare le conoscenze nella biologia dei tumori e disegnare nuovi tratta-menti e nuovi indicatori di efficacia.

“Se tutto procede per il verso giusto - sosten-gono i Proff.ri Cazzaniga e Naso - in un paio di anni capiremo se questa potrà essere la strategia vincente e siamo fiduciosi perché i primi risultati sono molto incoraggianti”.

Prof.ssa Paola GazzanigaDipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia“La Sapienza” Università di RomaE-mail: [email protected]

Prof. Giuseppe Naso Dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia, Oncologia“La Sapienza” Università di RomaTelefono: 06 4997 2431E-mail: [email protected]

a cura di Beatrice Balzanetti e Roberta Armentano

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Il PeriodicoUMBER

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I POLICLINICO

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RICERCA E CURA

Morte Improvvisa Giovanile

Nei casi di morte improvvisa giovanile l’autopsia può salvare altre vite.

La morte improvvisa (MI) giovanile è un evento naturale ed inaspettato. Può colpire i più piccoli, che hanno da poco superato l’anno d’età, ma anche giovani adulti apparentemen-te in buone condizioni di salute.

Tra le cause di morte improvvisa sono frequenti alcune patologie cardiache genetiche: le cardiomiopatie (come la cardiomiopatia ipertro�ca e la cardiomiopatia aritmogena) e le disfunzioni dei canali ionici del miocardio.

Per prevenire ed evitare la perdita di ulteriori giovani vite, l’esame post mortem (autopsia) in questi casi è quindi indispensabile, perché permette di identi�care altri soggetti a rischio anche nello stesso ambito familiare.

L’esame post mortem, infatti, oltre a rassicurare i familiari chiarendo le circostanze del decesso, permette di suggerire ai congiunti i controlli a cui sottoporsi al �ne di individuare l’esistenza di anomalie cardiache congenite e curarsi tempesti-vamente.

L’Unità Operativa Complessa di Anatomia Patologica Cardiovascolare, dell’Umberto I Policlinico di Roma, diretta dal Prof. Pietro Gallo, già da anni applica un protocollo standardizzato ed è un punto di riferimento per la diagnosi della morte improvvisa giovanile nella Regione Lazio.

Il Centro o�re un servizio di consulenza diagnostica per gli Istituti di Medicina Legale e per i reparti di Anatomia Patologica degli Ospedali del Comune di Roma e dei Capoluoghi di Provincia del Lazio.

Dal Gennaio 2001 sono stati indirizzati al Centro, per l’analisi morfologica del cuore autoptico, 200 casi di morte improvvi-sa cardiaca giovanile.

“Secondo i nostri risultati – a�erma la Dr.ssa D’Amati del Centro per lo studio e la diagnosi della morte improvvisa

giovanile - nel 35% circa dei casi il decesso era attribuibile a malattie cardiache potenzialmente familiari.

Le famiglie sono state contattate ed avviate allo screening clinico-cardiologico; in casi selezionati è stata e�ettuata un’indagine moleco-lare sui tessuti autoptici, mirata all’individuazione di mutazioni patogene nei geni responsabili per le cardiomiopatie e per le disfunzioni dei canali ionici. L’applicazione di questo protocollo di indagine a partenza dall’esame autoptico ha permesso di individuare e curare soggetti a rischio di aritmie fatali nel 25% delle famiglie contattate”

CONTATTI UTILI

UOC Anatomia e IstologiaPatologia Cardiovascolare

Direttore: Prof. Pietro GalloReferente: Dr.ssa Giulia d’AmatiTel. 06 4997 3332Collaboratrice: Dr.ssa Cira di Gioia Tel. 06 4997 3329Fax: 06 4461 484E-mail:[email protected]

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Umberto I - Policlinico di Roma

Centralino 06 49971 Digitare lo zero per parlare con un operatore.

Ricerca a cura di: Beatrice Balzanetti e Roberta Armentano

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Bambini oggi, Adulti domaniONLUS

L'associazione "Bambini oggi - Adulti domani" è nata nella seconda metà dell'anno 2006 per iniziativa dei medici che prestano la loro opera nel servizio di otorinolarin-goiatria pediatrica nell'Azienda Sanitaria Policlinico Umberto I.

I bambini affetti da gravi patologie quali deficit dell'udito, fibrosi cistica, neoplasie, malattie rare devono essere curati ed aiutati ad inserirsi armoniosa-mente nell'ambiente che li circonda, affinchè domani siano adulti sani e ben integrati nella società. Il desiderio di raggiungere nel migliore dei modi tali obiettivi è stato il motivo che ha indotto i suddetti medici a fondare questa associazione

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Il Comune di Roma informa a cura di Beatrice Balzanetti

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"ACCESS TO LIFE. RICOMINCIARE A VIVERE": COMBATTERE L'AIDS

Il 18 Settembre è stata inaugurata, presso il Museo dell'Ara Pacis, la mostra fotografica "Access to life - Ricomincia-re a vivere", un emozionante fotorac-conto che documenta la portata rivolu-zionaria dell'utilizzo di farmaci anti retrovirali gratuiti per il trattamento dell'AIDS in tutto il mondo.

La mostra, che nasce da un progetto ideato nel 2007 da Global Fund e Magnum Photos, è aperta al pubblico fino al 18 ottobre ed è realizzata nella Capitale con il Patrocinio del Ministero degli Esteri e il contributo del Comune di Roma Assesso-rato alle Politiche Culturali e della Comuni-cazione - Sovraintendenza ai Beni Cultura-li, in collaborazione con Contrasto e con il supporto per i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

Offrendo la disponibilità degli spazi espositivi del Museo dell'Ara Pacis, il Comune di Roma ha voluto sostenere l'iniziativa del Global Fund, dando risonan-za al valore sociale e di testimonianza della mostra.

Otto grandi fotografi sono stati inviati in nove Paesi per documentare la vita di oltre trenta persone affette da HIV e delle loro famiglie: il risultato è una toccante galleria di immagini che raccontano l'importanza e l'efficacia dell'investimento di molti Stati del mondo in aiuti al Global Fund per debellare la malattia, soprattutto nei Paesi più poveri del Pianeta.

La mostra presenta il lavoro svolto dalla squadra di fotografi Magnum Photos coinvolti nel progetto: assieme agli italiani Alex Majoli e Paolo Pellegrin, Jim Goldberg, Eli Reed, Steve McCurry, Larry Towell, Jonas Bendiksen e Gilles Peress.

Attraverso il loro obiettivo, Ricominciare a vivere diventa la storia di tante persone che, attraverso l'utilizzo dei retrovirali, sono simboli della rivoluzione silenziosa contro l'HIV che attraversa i 5 continenti, disegnando un mosaico di speranza e rinascita.

Negli anni, il Global Fund è riuscito a costruire e coordinare un'imponente rete di aiuti in grado di offrire supporto a milioni di persone che convivono con L'AIDS, la maggior parte delle quali sarebbe certamente morta se non si fosse riusciti a garantire la somministrazio-ne gratuita di farmaci retrovirali. Più in particolare, oltre 3,5 milioni di persone in 140 Paesi del mondo sono oggi vive grazie al contributo del Global Fund: più di 2,3 milioni di pazienti stanno utilizzando gratuitamente i farmaci retrovirali per il trattamento dell'HIV; inoltre Global Fund ha offerto il proprio supporto per consulenza e diagnosi della malattia a 62 milioni di persone, tra cui 445.000 donne incinte sieropositive, curate per la profilassi finalizzata a evitare la trasmis-sione del virus da madre a figlio.

Il ricavato della mostra e i proventi del libro Ricominciare a vivere, pubblicato da Contra-sto, saranno devoluti al Global Fund, per proseguire nella somministrazione di cure gratuite contro l'AIDS e lavorare per la diffusione di una maggiore consapevolezza e sensibilità sui mille volti di questa malattia. Fonte: http://www.comune.roma.it

Contrasto è una realtà unica nel mondo della fotografia nata in Italia negli anni 80 con l'intento di costituire un punto di riferimento per il fotogiornalismo di qualità. Il gruppo di fotografi con cui opera, oltre allo stretto contat-to con il mondo dell'informazione e della cultura in generale, permette a Contrasto di mantenere un ruolo di primo piano nel campo della fotografia d'autore.

Fonte: http://www.contrasto.it

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Page 30: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

Il dovere d’informareIl diritto di conoscere

Mensile gratuito ricco di articoli informativi a cura di medici e specialisti locali. Testi dal linguaggio semplice e diretto per facilitare la comunicazione con il cittadino.

Un modo nuovo per avvicinare il pubblico al mondo della salute abbattendo il muro di diffiden-ze e di timori reverenziali tipici del rapporto medico-paziente.

Da Settembre 2009nella tua città

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Il PeriodicoUMBER

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NUOVA INFLUENZA: INFORMAZIONI GENERALI

Che cos’è e dove nasce la nuova in�uenza

La nuova in�uenza A(H1N1) è una infezione virale acuta dell’apparato respiratorio con sintomi fondamen-talmente simili a quelli classici dell’in�uenza. Come per l’in�uenza classica sono possibili complicazioni gravi, quali la polmonite. I primi casi della nuova in�uenza umana da virus A(H1N1) sono stati legati a contatti ravvici-nati tra maiali e uomo; il nuovo virus A(H1N1), anche chiamato H1N1v (v sta per variante) è infatti un virus di derivazione suina. Nell’uomo infezioni da virus in�uenzali suini sono state riscontrate occasionalmente �n dagli anni '50, sempre legate ad esposizione e contatti ravvicinati (1-2 metri) con suini, ma il nuovo virus si è ora adattato all’uomo ed è diventato trasmissibile da persona a persona.

I primi casi nel mondoAd aprile del 2009, si sono registrati in Messico casi di infezio-ne nell’uomo da nuovo virus in�uenzale di tipo A(H1N1), in precedenza identi�cato come in�uenza suina, mai rilevato prima nell’uomo. Il 24 aprile, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allerta sui possibili rischi connessi alla di�usione di questa nuova in�uenza nell'uomo e al suo poten-ziale pandemico, alzando rapidamente il livello di attenzione per la preparazione e la risposta a una pandemia in�uenzale. L'11 giugno, l'Oms ha u�cialmente dichiarato l’esistenza di uno stato di pandemia da nuovo virus in�uenzale, con passag-gio alla Fase 6 dei livelli di allerta pandemico individuati dal Piano di preparazione e risposta alle pandemie in�uenzali. Pandemia vuole dire aumentata e prolungata trasmissione del virus nella popolazione in numerosi Paesi del mondo. Come sottolineato più volte dall'Oms, pur essendo una vera e propria pandemia, le caratteristiche di gravità della nuova in�uenza non sono diverse da quelle della in�uenza stagionale o classica, il che porta a de�nire la gravità di questa pandemia come "moderata": come precisato dal Vice Ministro, Ferruc-cio Fazio, il massimo livello di allerta "è dovuto alla grande di�usione geogra�ca del virus".

Gravità e sintomi dell’in�uenza AProprio come l'in�uenza stagionale, l'in�uenza A(H1N1) può presentarsi in forma lieve o grave. I sintomi sono simili a

quelli della "classica" in�uenza stagionale e comprendono: febbre, sonnolenza, perdita d'appetito, tosse. Alcune persone hanno manife-stato anche ra�reddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea. Scendendo nel dettaglio, l'in�uenza A (H1N1) viene de�nita un'a�ezione respirato-ria acuta a esordio brusco e improv-viso con febbre di circa 38° o superiore, accompagnata da uno dei seguenti sintomi: cefalea, malessere generalizzato, sensazione di febbre, astenia (debolezza) e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori: tosse, mal di gola, congestione nasale.

Per la diagnosi clinica di in�uenza nel bambino è importante tenere conto che: 1.i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere i sintomi genera-li, che invece si possono manifestare con irritabilità, pianto, inappetenza; 2.nel lattante l'in�uenza è spesso accompagnata da vomito e diarrea e solo eccezionalmente da febbre; 3.occhi arrossati e congiuntivite sono caratteristici dell'in�uenza nei bambini in età prescolare, in caso di febbre elevata; 4.nel bambino di 1-5 anni la sindro-me in�uenzale si associa frequente-mente a laringotracheite e bronchite

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Come si trasmette il virus A(H1N1)

L’in�uenza A si può trasmettere sostanzialmente in due modi: per via diretta, cioè attraverso le piccole gocce di saliva conseguenza di starnuti, colpi di tosse, colloqui molto ravvicinati, ma anche bere dallo stesso bicchiere (o dalla stessa bottiglia) di una persona infetta o baciare un soggetto infetto.

E per via indiretta, quindi attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie di qualcuno che è già malato.

E’ de�nitivamente esclusa, invece, ogni possibilità di trasmissione del virus mangiando carne di maiale o prodotti ottenuti dalla lavorazione di questa. A prescindere dall’in�uenza, è sempre preferibile mangiare carne ben cotta (cottura ad almeno 70-80°, �no a che non ci siano più parti rosee).

Per quanto riguarda i luoghi dove è più facile restare contagia-ti, sono gli stessi in cui si rischia di contrarre l’in�uenza stagio-nale: i luoghi a�ollati, non necessariamente al chiuso (cinema, autobus, metropolitane), ma anche all’aperto (grandi manife-stazioni sportive e di piazza, concerti, discoteche sulla spiaggia). Fattori favorenti sono il freddo (i virus in�uenzali sopravvivono meglio in ambiente freddo) e l’umidità.

Il periodo di incubazione della in�uenza, sia della forma classica che da nuovo virus AH1N1 è molto breve, general-mente da 1 a 3 giorni.

Al pari dell’in�uenza classica o stagionale, le persone adulte con in�uenza da nuovo virus A(H1N1) sono contagiose (in grado di trasmettere l’infezione ad altri) già durante le ultimis-sime fasi del periodo di incubazione, immediatamente prima della comparsa dei sintomi, e rimangono tali �no ad un massimo di sette giorni dall’inizio di questi.

I bambini, soprattutto quelli più piccoli, possono invece rimanere contagiosi più a lungo.

Le regole della prevenzioneL’arma più e�cace, in attesa del vaccino speci�co, resta sicuramente la prevenzione. Per proteggersi adeguatamente basta osservare semplici precauzioni in grado di prevenire la di�usione di germi che provocano infezioni respiratorie come l’in�uenza. Vediamole: •coprire con un fazzoletto naso e bocca quando si starnutisce e gettare il fazzoletto nella spazzatura dopo averlo usato; •lavare spesso le mani con acqua e sapone specialmente dopo avere tossito o starnutito e dopo aver frequentato luoghi pubblici; sono utili ed e�caci anche detergenti per le mani a base di alcol; •cercare di evitare contatti con persone che presentano sintomi di in�uenza: la distanza di “sicurezza” è di almeno 50 cm, che diventano 1,5 metri – 2 metri se la persona tossisce o starnutisce un metro se la persona infetta starnutisce, (le goccioline di secrezioni respiratorie che contengo-no il virus si muovono a una velocità di 150 km l’ora) •evitare di toccare occhi, naso e bocca perché i germi si di�ondono proprio in questo modo. •in caso di influenza, rimanere a casa e limitare i contatti con altre persone per evitare di infettarle.

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Fonte: Ministero della Salute

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NUOVA INFLUENZA: INFORMAZIONI GENERALI

Come si cura la nuova in�uenza A(H1N1)

La cosa migliore da fare è ricorrere alle stesse cure dell’in�uenza stagionale: farmaci sintomatici come gli antipiretici o gli antin�ammatori. E riposo assoluto per almeno 4-5 giorni.Sui virus in�uenzali si sono dimostrati e�caci i farmaci antivirali. Non tutti, però: i soli antivirali raccomandati per il trattamento e la prevenzione dell’in�uenza umana da virus AH1N1 sono l’oseltamivir ® (in commercio con il nome di Tami�u) e lo zanamivir ® (Relenza).

Altri farmaci antivirali in uso da tempo molto maggiore come l’amantadina e la rimantadina non sono più e�caci in quanto i virus in�uenzali hanno sviluppato resistenza nei loro confronti Va ricordato, però che i farmaci antivirali non sono vaccini e non debbono essere usati a scopo preventivo a discre-zione del paziente; ma devono essere assunti sotto il controllo e dietro prescrizione di un medico.

Nella maggior parte dei casi, se il paziente è adolescente o adulto, il trattamento con gli antivirali non è necessario.

Potrebbe essere una buona opzione, invece in caso di pazienti over 65, in quanto potenzialmente maggiormente a rischio di forme gravi e complicate di in�uenza. E fondamentale in caso di soggetti già con un quadro clinico grave o a elevato rischio di complicanze molto serie.

Se non c’è questa possibilità, il trattamento con farmaci antivirali può apportare soltanto un bene�cio modesto alla persona con in�uenza, mentre aumenta la possibilità di fenomeni di resistenza che renderebbero questi farmaci non più e�caci.

Secondo le ultime indicazioni del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali (Circolare del 22 luglio 2009), sono tre macrosituazioni-tipo secondo cui classi�care la necessità o meno di trattamento con antivirali: 1.Gli antivirali sono fortemente raccomandati nei casi sospet-ti, probabili o confermati di in�uenza A, che presentino i

seguenti indicatori di gravità: ipossia (anche con radiogra�a del torace negativa), shock ipotensivo, alterazione del sensorio. 2.Gli antivirali sono raccomandati nei casi sospetti, probabili o confer-mati di in�uenza A, in persone che abbiano le seguenti condizioni che possono facilitare lo sviluppo di complicanze: gravidanza o donne in allattamento, asma in trattamento, obesità con indice di massa corporea (BMI) superiore a 30.

3.Gli antivirali vanno presi in considerazione nei casi sospetti, probabili o confermati di in�uenza A, che rientrano nelle categorie a rischio per lo sviluppo di complican-ze: bambini di età inferiore a 2 anni; persone a�ette da malattie croniche polmonari, cardiovascolari (esclusa l'ipertensione), renali, epatiche, ematologiche, neurologiche, neuro-muscolari, diabete ed altri disordini metabolici, infezione da HIV e immunodepressi per cause naturali o iatrogene.

Il trattamento, nel caso sia ritenu-to necessario e prescritto dal medico, va iniziato il più presto possibile dopo la comparsa dei sintomi e dura 5 giorni.

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Fonte: Ministero della Salute

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NUOVA INFLUENZA: INFORMAZIONI GENERALI

La vaccinazione per A(H1N1) in Italia

Il nuovo virus in�uenzale AH1N1v, è stato isolato, coltivato e modi�cato per renderlo adatto alla produ-zione di un vaccino speci�co.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta monitorando da vicino la resa dei ceppi per la produzione di vaccino per il nuovo virus in�uenzale AH1N1v, che si ritiene fondatamente possa essere disponibile quanto prima. La produzione di un vaccino è, infatti, un processo complesso, che comprende più fasi, tra cui molto importanti sono quelle relative alla valuta-zione della e�cacia e della sicurezza. La valutazione della sicurezza avviene dopo la veri�ca dell’e�cacia (capacità di indurre risposta anticorpale in animali) nei cosiddetti trial clinici, alcuni dei quali già iniziati, in cui il vaccino è sommi-nistrato a volontari sani per veri�care la comparsa di eventuali e�etti indesiderati. In linea con quanto annunciato e con le raccomandazioni internazionali, il Viceministro alla Salute Prof. Ferruccio Fazio ha �rmato l'11 settembre l’Ordinanza recante “Misure urgenti in materia di pro�lassi vaccinale dell’In�uenza pandemica A/H1N1”. Il provvedimento indivi-dua le categorie di persone cui sarà diretta l’o�erta della vaccinazione antin�uenzale con vaccino pandemico A/H1N1 a partire dal momento della e�ettiva disponibili-tà del vaccino (la consegna alle Regioni e Province Autonome è prevista nel periodo 15 ottobre-15 novembre 2009) �no a copertura di almeno il 40% della popolazione residente in Italia. In ordine di priorità l’o�erta vaccinale sarà rivolta a: •persone ritenute essenziali per il mantenimento della continuità assistenziale e lavorativa: personale sanitario e socio-sanitario; personale delle forze di pubblica sicurezza e della protezione civile; personale delle Amministrazioni, Enti e Società che assicurino i servizi pubblici essenziali; i donatori di sangue periodici; •donne al secondo o al terzo trimestre di gravidanza; •persone a rischio, di età compresa tra 6 mesi e 65 anni; •persone di età compresa tra 6 mesi e 17 anni, non incluse nei precedenti punti, sulla base degli aggiornamenti della scheda tecnica autorizzata dall’EMEA o delle indicazioni che saranno fornite dal Consiglio Superiore di Sanità; •persone tra i 18 e 27 anni, non incluse nei precedenti punti.In particolare sono considerate persone a rischio quelle a�ette

da: malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, inclusa asma, displasia broncopolmonare, �brosi cistica e BPCO; malattie dell’apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite ed acquisite; diabete mellito e altre malattie metaboliche; malattie renali con insu�cienza renale; malattie degli organi emopoietici ed emoglo-binopatie; neoplasie; gravi epatopa-tie e cirrosi epatica; malattie conge-nite ed acquisite che comportino carente produzione di anticorpi; immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV; malattie in�am-matorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale; patolo-gie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie, ad esempio malattie neuromuscolari; obesità con Indice di massa corporea (BMI) > 30 e gravi patologie concomitanti; condizione di familiare o di contatto stretto di soggetti ad alto rischio che, per controindicazioni temporanee o permanenti, non possono essere vaccinati.

In base alla disponibilità di vaccino pandemico nel corso della campagna vaccinale potranno essere inserite nel programma anche altre categorie di soggetti.

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Fonte: Ministero della Salute

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dermatologia

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LE SPECIALITÀ DELLA CLINICA DERMATOLOGICA: LE MALATTIE RARE

Presso l’Umberto I esiste da anni il Centro di riferimento Regionale per le Malattie Rare (UOS Malattie Rare di pertinenza dermatologica), accreditato dalla Regione Lazio con delibera n.1324/2003.

Parliamo soprattutto di Malattie Neurocu-tanee (ne esistono oltre 80) caratterizzate dal coinvolgimento della cute, degli annessi cutanei e del sistema nervoso centrale e/o periferico. Nell’ambito di tali patologie è frequente l’interessamento di altri organi e apparati (anomalie ossee, alterazioni oculari, ritardi psico-motori, endocrinopatie, neoplasie) che permettono di raggruppare insieme un notevole numero di malattie che apparentemente sembrerebbero non avere nulla in comune l’una con l’altra. L’interesse di tali patologie è legato al fatto di essere malat-tie multisistemiche, croniche, evolutive, spesso invalidanti. Tale struttura, operan-te fin dal 1984, si avvale della collaborazio-ne e delle competenze specifiche di diversi consulenti (dermatologo, oculista, genetista, neurologo, neuropsichiatra infantile, ortopedico, endocrinologo, radiologo, ecografista, oncologo, neurochi-rurgo, chirurgo plastico) per pianificare un’assistenza multidisciplinare al paziente affetto da Malattia Rara, attraverso una rete organizzativa di esperti del settore. Il dato caratterizzante di tale struttura è la stretta collaborazione con le associazioni dei pazienti, quali l’ANANas (Associazione Nazionale Aiuto contro la Neurofibromator-si amicizia e solidarietà) e l’UNIAMO (Federazione Italiana Malattie Rare).

Il Centro di Eccellenza (UOS: Centro di Riferimento Patologie Rare di pertinenza Dermatologica), di cui è responsabile la

Prof.ssa Sandra Giustini, opera attivamente nei giorni di martedì, giovedì e venerdì (tel. 06-49976968; fax 06-49976907). Presso la Clinica Dermatologica è operante anche un ambulatorio di Fisiopatologia degli Annessi Cutanei. “Nasce nel 1985 - esordisce il Prof. Alfredo Rossi, responsabile dell’ambulatorio - insieme al centro per le malattie rare. Esistono infatti alcune malattie rare che possono essere diagnosticate attraverso l’esame del capello: la tricodistro-fia, per esempio, è una patologia che compor-ta anche un ritardo mentale, mentre la chera-tinizzazione produce invece disturbi della fertilità.” Così ha avuto origine un centro che adesso ha un’identità e una specificità: ci si occupa di alopecia areata (malattia immuno-logica), di alopecia cicatriziale e della comune calvizie. “L’analisi del capello - prosegue il prof. Rossi - viene effettuata attraverso la videodermatoscopia o esami più complessi come la microscopia elettronica. La diagnosi e la cura non esauriscono il percorso che il paziente ha intrapreso: verranno seguiti per il follow-up terapeutico e clinico.” L’ambulatorio è Centro di Eccellenza (l’unico Convenzionato in Italia) e gestisce un’utenza di circa 2000 visite l’anno. Vi si accede per appuntamento telefonico dalle 9,30 alle 11,30 (tel. 06.49976989). L’ambulatorio è in funzione dalle 9,00 alle 12,30 - dal lunedì al giovedì.

a cura di Roberta Armentano e Beatrice Balzanetti

Prof. Stefano Calvieri Responsabile UOC di Dermatologia Umberto I, Policlinico di Roma Tel. 06.49976906 06.49976908

Il prof. Alfredo Rossi al microscopio elettronico

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A(H1N1): consigli per i viaggiatori

Anche nelle prime fasi della di�usione del nuovo virus l’Oms non ha posto particolari restrizioni sui viaggi, raccomandando tuttavia alle persone a�ette da malat-tie gravi e le donne in gravidanza a rinviare per prudenza i viaggi internazionali.

Ci sono però dei consigli che il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali fornisce a chi è in partenza per viaggi internazionali. 1.Evitare luoghi a�ollati e manifestazioni di massa. 2.Lavare spesso le mani con acqua e sapone; in alternativa, si possono usare soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti. 3.Evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca. 4.Coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce. E gettare sempre il fazzoletto usato nella spazzatura (mai utilizzarlo due o più volte). 5.Aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna o si dorme. 6.In caso di febbre superiore a 38°, tosse, mal di gola, malesse-re, rivolgersi a un medico. 7.Ricordare che in caso di necessità, è possibile contattare l’Ambasciata o il Consolato italiano.La prima cosa da fare è tenere sotto controllo il proprio stato di salute per sette giorni. Qualora comparissero i sintomi dell’in�uenza (febbre, sonnolenza, perdita d’appetito, tosse) bisognerà contattare telefonicamente il proprio medico di famiglia, informarlo del recente viaggio, e sempre sotto la sua supervisione attuare le seguenti misure: a.limitare il più possibile i contatti con i familiari; b.indossare una mascherina; c.coprire con fazzoletti di carta bocca e naso quando si starnu-tisce o tossisce.Per tutti (pazienti e familiari) è importante il lavaggio frequen-te e accurato delle mani con acqua e sapone oppure con detergente a base di alcol. Importante: evitare il fai-da-te. Sarà il medico a valutare eventuali terapie farmacologiche.Nello stato attuale di di�usione pandemica dell’in�uenza da nuovo virus AH1N1, questi consigli assumano un valore generale e sono applicabili alla vita di tutti i giorni, anche se non sono stati e�ettuati viaggi internazionali.

Quando si è all’estero, può accadere di ritrovarsi in una condizione di emergenza da in�uenza A (siete rimasti contagiati voi o una persona che viaggia con voi). Che fare? Come regolarsi con le spese mediche? Le cose cambiano in funzione del Paese in cui vi trovate. È bene dunque sapere che: 1.è prevista la copertura delle spese sanitarie, sempre che abbiate la Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM) (cioè la nostra tessera sanitaria), nei Paesi dell’Unione europea, dello Spazio economico Europeo (Islanda, Liechtenstein, Norvegia) e in Svizze-ra. 2.Per quanto riguarda il resto del mondo, con alcuni Paesi sono vigenti accordi di sicurezza sociale che prevedono una copertura di spese sanitarie dietro presentazione di appositi modelli, rilasciati dalle Asl di appartenenza, all’istituzione competente del Paese ospitante; è necessario quindi, prima di un viaggio, recarsi alla propria Asl per munirsi del modello per l’assistenza sanitaria all’estero.3.Per i Paesi con cui non esistono convenzioni, come gli Stati Uniti, è consigliabile la stipula di una polizza sanitaria prima del viaggio.

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Fonte: Ministero della Salute

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cardiologia

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IL DIPARTIMENTO DI SCIENZE CARDIOVASCOLARI E RESPIRATORIE

Il Dipartimento di Scienze Cardiovasco-lari e Respiratorie, quale struttura universitaria, articola la propria attività nei settori scientifico, didattico e assistenziale.

Il preliminare punto di forza è rappresen-tato proprio dall’ approccio multidiscipli-nare, che ha il suo fondamento culturale nell’interdipendenza anatomica, funziona-le, fisiopatologica e clinica dei due appara-ti, cardiovascolare e respiratorio. L’attività assistenziale trova i punti di eccellenza nel trattamento dei pazienti con sindromi coronariche acute, delle criticità e di pazienti complessi, quali quelli affetti da insufficienza cardiorespiratoria acuta e da ipertensione polmonare.

Tale attività assistenziale è resa possibile non solo grazie alle risorse umane disponi-bili, ma anche alle risorse strutturali e strumentali rappresentate da: laboratori di diagnostica strumentale non invasiva, dotati delle più moderne tecnologie di imaging cardiovascolare; due sale di emodinamica attive 24 h su 24 e dotate delle più avanzate e sicure apparecchiatu-re angiografiche; un centro di elettrosti-molazione cardiaca; un’efficiente unità di terapia intensiva cardiologica e respirato-ria, dotata non solo di monitoraggio centralizzato elettrocardiografico e pressorio, ma anche di respiratori artificiali per l’assistenza ventilatoria meccanica; offre, inoltre, la possibilità di una valutazio-ne invasiva dei parametri emodinamici, di impiantare pacemaker temporanei ed è fornita di apparecchiature per ultrafiltra-

zione e dialisi.

Strettamente connes-sa all’attività assisten-ziale, è l’attività di ricerca svolta preva-

lentemente nei settori: dell’ischemia miocar-dica, con la valutazione non solo morfologica-quantitativa delle lesioni coronariche ma anche della flussimetria in condizioni di base e durante stimolo; dell’ insufficienza cardiaca, con la valutazione di nuovi farmaci e devices; delle miocardiopa-tie, con lo studio biomolecolare di preparati bioptici e l’analisi di polimorfismi genetici. Da tempo, inoltre, sono in corso ricerche sull’ipertensione polmonare, che hanno dato un contributo scientifico importante per la comprensione della fisiopatologia e del trattamento di questa patologia.

Particolare attenzione è volta a sofisticate tecniche di imaging non invasive, quali l’ecocardiografia con TDI, l’eco-3D e la risonanza magnetica nucleare. Tra i campi di applicazione di quest’ultima ricordiamo, più specificatamente, gli studi sulla caratterizza-zione tissutale in corso di sindrome coronari-ca acuta, per la reale valutazione dell’estensione dell’infarto e degli effetti della riperfusione.

L’ attività didattica, oltre ai tradizionali corsi di laurea e specializzazione (in cardiologia e pneumologia), vede i suoi punti di eccellenza nella realizzazione di un master in “Informa-tion and Communication technology in cardiologia” e nell’applicazione di nuovi modelli didattici caratterizzati dall’ utilizza-zione di tecnologie per la formazione a distanza (e-learning).

L’impegno nella ricerca, volta anche a promuovere l'impiego di moderne tecnolo-gie applicate alla clinica, la particolare attenzione ai processi educazionali con attività di formazione per l’apprendimento di nuovi approcci diagnostici e terapeutici contribuiscono a rendere il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Respiratorie un punto di riferimento a livello romano, nazionale ed internazionale.

a cura di Beatrice Balzanetti

Prof. Francesco Fedele Dipartimento Scienze Cardiovascolari e MorfologicheUmberto I, Policlinico di Roma Tel. 06 49979021 Cell 380 7979111

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Il Ministero della Salute informa a cura di Roberta Armentano

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MICRORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI (MOGM)

La sigla MOGM sta per micro-organismi geneticamente modificati. Con questo temine si intendono entità microbiologi-che cellulari e non cellulari (compresi virus, viroidi, cellule animali e cellule vegetali in coltura) il cui materiale genetico è stato modificato sia con tecniche di ricombina-zione di acido nucleico, sia con tecniche di introduzione diretta di materiale genetico, sia con tecniche di fusione cellulare o ibridizzazione. Nell’ambito di tale defini-zione, l’allegato I del D. Lgs 12 aprile 2001 n. 206 elenca le tecniche che sono considerate di modificazione genica e quelle che non lo sono. Il decreto stabilisce le misure per l’impiego confinato dei microrganismi geneticamente modificati volte a tutelare la salute dell’uomo e l’ambiente; la normativa impone l’adozione di accorgimenti tecnici e di procedure, basate su attente valutazioni di rischio, aventi lo scopo di impedire la diffusione e moltiplicazione nell’ambiente e negli organismi viventi di detti MOGM. Il decreto assegna all’utilizzatore la respon-sabilità di individuare la classe d’impiego confinato necessaria per un efficace contenimento e controllo dei MOGM. Le classi di impiego sono 4 definite sulla base dei gruppi di rischio biologico 1-4 previsti dall’art. 75 del D. Lgs 626/94: classe 1: impieghi confinati che presenta-no rischi nulli o trascurabili, ovvero opera-zioni per le quali un livello 1 di conteni-mento è adeguato a proteggere la salute umana e l’ambienteclasse 2: impieghi confinati a basso rischio, ovvero operazioni per le quali un livello 2 di contenimento è adeguato a proteggere la salute umana e l’ambienteclasse 3: impieghi confinati che presenta-no un rischio moderato, ovvero operazioni per le quali un livello 3 di contenimento è adeguato a proteggere la salute umana e l’ambiente

classe 4: impieghi confinati ad alto rischio, ovvero operazioni per le quali un livello 4 di contenimento è adeguato a proteggere la salute umana l’ambiente.

Per terapia genica si intende il trasferimento di materiale genetico all’interno di cellule, allo scopo di prevenire, curare o diagnostica-re una malattia. Nel caso delle malattie genetiche in cui un gene è difettoso o assen-te, la terapia genica consiste essenzialmente nel trasferire la versione funzionante del gene in modo da rimediare al difetto. Esisto-no due tipologie di terapia genica: quella delle cellule germinali e quella delle cellule somatiche. La prima si propone di trasferire il materiale genetico all’interno delle cellule germinali (spermatozoi ed ovociti) o delle cellule staminali totipotenti (dei primissimi stadi dello sviluppo dell'embrione). In questo caso la modifica si trasmette anche alla prole; attualmente tale possibilità presenta molti limiti pratici ed etici. La seconda tipologia si propone di modificare il genoma dell'indivi-duo ricevente. Gli effetti della modifica sono limitati all’individuo e non si riscontrano nella prole. Oggi è la via più studiata e tentata. La terapia genica delle cellule somatiche, a sua volta, viene suddivisa in due gruppi: la terapia genica "ex vivo" e quella "in vivo". La terapia "ex vivo" consiste nel prelevare le cellule somatiche della persona interessata e metterle in coltura. Le cellule vengono “trasfettate” con il gene d'interesse, inserito tramite un apposito vettore (spesso vengono usati vettori virali) e successivamente reinfuse o reinmpiantate nel corpo del soggetto. Si tratta di una procedura lunga e costosa ma permette di selezionare ed amplificare le cellule d'interesse. Attualmente è la modalità più utilizzata. La terapia genica "in vivo" viene attuata in tutti quei casi in cui le cellule non possono essere messe in coltura o prelevate e reimpiantate, come ad esempio quelle del cervello o del cuore e della maggior parte degli organi interni.

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NOTA PER I LETTORI: Le attività presenti in questa pagina sono fittizie e sono state inserite solo a livello dimostra-tivo.

Page 41: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

PILLOLE DI PRIMO SOCCORSO

COLPO DI CALORESintomiIl soggetto colpito è debole irritabile, stordito, nauseato. Cessa di sudare e la pelle gli diventa calda e secca. La tempera-tura corporea sale rapidamente e può arrivare a 40 °C o più. Il paziente può perdere la conoscenza.Primo soccorsoIl soccorritore deve mettere l'infortunato subito in luogo fresco. Sdraiarlo all'ombra, con la testa e le spalle leggermente sollevate. Versargli addosso secchi di acqua fresca oppure avvolgergli testa e corpo in asciugamani e lenzuola imbevuti di acqua fredda. Massaggiargli le gambe dirigendovi dai piedi in alto, verso il cuore. Dargli bevande fredde ma non stimolanti.Chiamare il medico.

I colpi di sole leggeri (mal di testa, spossa-tezza, vertigini, pelle fredda e sudata, talora svenimento) possono essere curati tenendo il paziente all'ombra (o in ambiente con aria condizionata) e applicandogli sulla testa asciugamani imbevuti di acqua fredda. Gli si possono far bere tre o quattro bicchieri di acqua fredda contenenti ciascuno mezzo cucchiaino di sale, uno ogni quarto d'ora.

CONGELAMENTO SintomiSubito prima del congelamento, la pelle può apparire arrossata, ma con il procede-re del congelamento la pelle diventa bianca o grigio-giallastra. Può esservi o no dolore.Primo soccorsoIl soccorritore deve coprire la regione congelata con le mani calde, con indumenti o coperte. Non strofinare gli arti gelati. Portare la persona colpita in luogo chiuso al più presto possibile e immergere la parte congelata in acqua tiepida. Non

usare acqua bollente o comunque troppo calda (non oltre i 38 °C). Non applicare borse d'acqua calda o termofori e non tenete il paziente vicino a una stufa . Il calore eccessi-vo danneggia più che mai i tessuti.

Dare bevande calde (non alcoliche). Quando il paziente si è riscaldato esortarlo a muovere le parti colpite. Se occorre, medicare con garze sterili.

CONVULSIONI SintomiDurante le convulsioni le labbra del soggetto diventano blu, egli volge in alto gli occhi e getta indietro la testa, il corpo è scosso da contrazioni incontrollabili. Non cercate di frenare i movimenti convulsivi.Primo soccorsoIl soccorritore deve porre il soggetto sul pavimento e tenergli la testa girata da un lato per permettere alla saliva di uscire dalla bocca. Spostare i mobili affinché il paziente non si ferisca urtandovi contro. Mettergli un fazzoletto arrotolato tra i denti per evitare che si morda la lingua. Se ha febbre, porgli sulla fronte un panno imbevuto di acqua fredda e praticare sul corpo spugnature con alcol o acqua fredda.

Quando le convulsioni cessano, mettere il paziente nella posizione più comoda possibi-le e chiamare un medico.

piccola guida al pronto soccorso a cura della redazione

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La Provincia di Roma informa a cura di Beatrice Balzanetti

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POLITICHE SOCIALI: PROGETTI E SERVIZI A TUTELA DELLA FAMIGLIA

Il Consiglio della Provincia di Roma in seduta 22 luglio 2004 ha dato vita all’Istituzione Solidea per sviluppare gli interventi di sostegno a donne oggetto di violenza o in condizione di disagio, dotan-dosi di uno strumento gestionale ad elevata autonomia, in grado di assumere un ruolo attivo nei confronti degli attori sociali e del welfare territoriale. L’istituzione dovrà dimostrarsi capace di creare sinergie nella rete dei servizi e progettare nuove iniziative mediante l’accesso a risorse finanziarie aggiuntive, regionali, nazionali, europee. La gamma degli eventi che espongono le donne alla marginalità sociale è molto ampia: diven-tare madre in solitudine o povertà, uscire dall’ospedale senza avere qualcuno che accudisca, essere privata ingiustamente dei figli, trovarsi sola nel loro mantenimen-to, immigrare sfuggendo a oppressioni ancestrali, miseria e persecuzione politica, subire violenza psicologica, maltrattamen-ti e violenza fisica in famiglia, vessazioni nel lavoro, essere obbligata a prostituirsi, ridotta in schiavitù, privata dei diritti fondamentali della persona.

Le donne abitanti in provincia di Roma sono 1.988.900, gli uomini sono 1.828.200 (dati 2000). Le donne immigrate sono 105.040, gli uomini 102.450 (dati Sistar 2000). I distretti socio sanitari della provin-cia (escluso il Comune di Roma) nel 2002 hanno erogato assistenza economica a 9.150 minori e sono intervenuti su manda-to dell’autorità giudiziaria in 964 casi. Questi dati solo in piccola parte danno conto del disagio vissuto dalle donne; i servizi dicono che molti casi rimangono sommersi, anche se nuove tipologie cominciano a rivolgersi ai centri di ascolto e sportelli famiglie che sono sorti nella provincia di Roma grazie alla L.285/1997. In passato la povertà delle donne era più

nascosta poichè in maggioranza dipendeva-no dalla famiglia allargata per la sussistenza; la crisi di quel modello e la giusta ricerca di autonomia espone oggi le donne a una fragilità socialmente visibile. Dalla normale fragilità al bisogno conclamato si estende una vasta gamma di situazioni che i servizi comunali solo da poco si stanno attrezzando a fronteggiare; assume quindi grande valore il fatto che la Provincia di Roma abbia dedica-to due centri di accoglienza alle donne in difficoltà. Secondo la Questura di Roma sono più di 2.000 all’anno con un’incidenza di circa dell’1 per mille delle donne (2088 crimini nel 2000, 2144 nel 2001, 934 nel primo semestre 2002). I crimini si qualificano in omicidi d’onore e passionali, tentati omicidi, lesioni dolose, sequestri per motivi sessuali, sfrutta-mento della prostituzione, infanticidi, violen-za sessuale su minori di 14 anni. Gli aggresso-ri sono in grandissima maggioranza uomini. Come viene mascherata la violenza interna alla coppia, altrettanto sommersa è quella esercitata dai padroni della prostituzione; anche qui il comando è saldamente in mano agli uomini, ma non manca il contributo di donne sfruttatrici.

Centri anti-violenza Roma:

CENTRO ANTIVIOLENZAAssociazione “Differenza Donna” OnlusViale di Villa Pamphili, 84 Tel.06.5810926E-Mail: [email protected] Destinatarie: Donne vittime di violenza e/o maltrattamenti.

CENTRO MAREEAssociazione “Differenza Donna” OnlusVia Monte delle Capre, 23 Tel. 06.6535499E-Mail: [email protected]: Donne in difficoltà nella maternità o comprovato stato di disagio per altri motivi.

Fonte: http://www.provincia.roma.it

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La Regione Lazio informa a cura di Beatrice Balzanetti

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CARCINOMA CAVO ORALE: LAZIO REGIONE PILOTA PER PREVENZIONE

18/09/09 - Dentisti mobilitati, all'audi-torium del Ministero della Salute in Lungotevere Ripa 1, per lanciare una sfida decisiva al carcinoma del cavo orale, una patologia grave che però può essere battuta con la prevenzione e con la diagnosi precoce.

E il dentista attento può essere il primo anello della prevenzione o di un program-ma di cure da avviare velocemente soltan-to se c'è il sospetto di un'anomalia da tenere sotto controllo. Sono i dentisti romani in prima fila in questa battaglia di prevenzione, ma seguiranno quelli delle altre province del Lazio e delle altre regioni d'Italia, perché il primo corso di aggiornamento avviatosi oggi sarà itinerante in tutta la penisola, da Nord a Sud. Ma in questa fase, è il Lazio la Regione pilota di questo progetto. In una sala piena e attenta, hanno portato il loro saluto a nome della Regione Lazio, sia il presidente della commissione regionale Lavoro e Politiche Sociali, Peppe Mariani, che il consigliere regionale Fabio Desideri. "Forte sinergia degli enti e dei soggetti in campo per la prevenzione del carcinoma del cavo orale, fondamentale azione per salvare e migliorare la qualità della vita - ha detto Mariani - Stiamo migliorando in Consiglio regionale la Legge 328 in particolare sul welfare e una parte è dedicata proprio all'odontoiatria. Insieme al collega Desideri, qui presente, ci impegniamo solennemente per la risolu-zione della problematica legata alle autorizzazioni delle strutture odontoiatri-che". Claudio Cortesini, coordinatore nazionale del Progetto Italiano di Prevenzione del Cancro orale, ha spiega-to il senso dell'iniziativa odierna a Roma: "Il dentista può accorgersi di un'anomalia quando questa si manifesta, può accorger-si in tempo e in tempo intervenire, perché

la diagnosi precoce è fondamentale per avviare un programma terapeutico. Ma è chiaro -precisa Cortesini- che la prevenzione primaria resta il nostro chiodo fisso, per una cultura della salute che tenga lontani fumo e alcol, principali cause dell'insorgenza del CA orale". "Fare presto - ha annunciato Cortesini - un nuovo grande evento a Roma, sempre al Ministero della Salute in una sala con oltre ottocento posti, con i medici di base, gli otorini, branche collegate (dermatologi) e coordinato dagli odontoriati".

"Coinvolgimento diretto di dentisti sentinel-la che partecipano a questo Progetto" ha affermato Giuseppe Renzo, presidente della CAO nazionale della Fnomceo, per il quale "si viene a creare così una rete di volontari che, divulgando la conoscenza della malattia, potrà svolgere una funzione di interfaccia tra cittadini e strutture specialistiche".

Tra coloro che hanno portato il saluto, anche il generale di brigata, Saverio Cotticelli, comandante della Regione "Lazio" dei Carabinieri, il quale non ha nascosto la dura battaglia che si sta conducendo contro gli abusivi della professione odontoiatri, che tanti danni creano agli ignari pazienti: "Un ruolo importante e di collaborazione, lo chiediamo a voi odontoiatri, nel segnalarci gli abusi e le persone che si spacciano per quello che non sono".

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Page 44: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

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Page 45: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

FOTOEPILAZIONE LASER ASSISTITA: LA NOVITA' VIENE DALLE IPL

La differenza tra la fotoepilazione laser-assistita completa e quella parzia-le consiste nel tipo di emissione luminosa: i laser, infatti, emettono luce ad una sola lunghezza d'onda lumino-sa, mentre le IPL emettono sfruttano le multiple lunghezze d'onda.

Attualmente, dopo un decennio di evolu-zione tecnologica, l'approccio terapeutico mira alla progressiva eliminazione dei peli superflui, in dipendenza temporale variabile a secondo delle cause che ne determinano la eccessiva crescita. Auspi-cabili l'efficacia a lungo termine, il comfort nell'esecuzione della seduta fotoepilato-ria, il decorso post-trattamento breve, e la rapidità di esecuzione anche per ampie superfici anatomiche. Il follicolo pilifero è una entità anatomica complessa, con peculiarità variabili di tipo razziale, anagra-fico, di sede e soprattutto legate alla fase di crescita vitale. Pertanto viene richiesta al medico una perfetta conoscenza degli strumenti laser utilizzati oltrechè della diagnostica clinica delle ipertricosi e/o irsuitismi. Le IPL, a partire dagli anni 2000, hanno rappresentato un passo in avanti e, se da una parte garantivano un buon fotoassorbimento melanico, dall'altra non avevano un’adeguata capacità di penetra-zione attraverso la cute, considerando che la struttura pilifera arriva ad una profondi-tà compresa tra 1,5mm e 7mm. Ad oggi, razionalizzando i presupposti tecnologici, le lunghezze d'onda elettive per una buona fotoepilazione sono quelle che coniugano la maggiore penetrazione cutanea (cosiddetta “diffusione”) con un

buon coefficiente d'assorbimento per le melanine del pelo da danneggiare perma-nentemente. Nasce la

necessità di un nuovo concetto, preso in prestito dalla tecnologia laseristica vascolare, ovvero che il “tempo di danneggiamento termico” (la durata necessaria del calore) convertito dalle energie luminose più efficaci, è sufficientemente lungo per distruggere i veri obiettivi che sono le cc.pilari vitali e la loro vascolarizzazione.

Per una valida fotoepilazione bisogna soddi-sfare determinati requisiti:•adeguata profondità di penetrazione•affinità idonea per le melanine del pelo•affinità ridotta per le emoglobine superfi-ciali•iniziali affinità per la componente acquosa delle cc. strutturali pilifere

La necessità di rispettare questi requisiti ha spinto un'azienda produttrice (Alma lasers Win-tekItalia) ad immettere sul mercato un'apparecchiatura versatile in grado di raggiungere i suddetti obbiettivi. Infatti questo laser di ultima generazione è in grado di raggiungere profondità pari a 6-7mm dal piano cutaneo risparmiando le superfici, distruggendo sia i bulbi, sia i cheratinociti, sia i melanociti metriciali bulbari. Inoltre il raffreddamento delle strutture cutanee è garantito dalla presenza di un sistema crioge-nico che consente di mantenere la tempera-tura a valori accettabili e migliorare la seduta.

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Page 47: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

medicina estetica Skin Laser Clinic

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NEI FIBROBLASTI IL SEGRETO DELL’ ETERNA GIOVINEZZA

L’Innovativa tecnica per annullare i segni dell'incedere del tempo sul viso, conosciuta come “Crioconservazione dei Fibroblasti”, già diffusa negli Stati Uniti, è finalmente arrivata in Italia. Oggi è infatti possibile eseguire la rivoluzionaria procedura di positive aging antinvecchia-mento presso gli Studi di Skin Laser Clinic, con la collaborazione del Bioscien-ce Institute di San Marino, Cell Factory di prestigio internazionale che si occupa di estrazione analisi espansione e criocon-servazione di cellule staminali (su www.bioinst.com è possibile monitorare il livello di sterilità delle camere bianche attraverso un sistema laser di conta particel-le quantiche). La cute è l’organo che manifesta maggiormente il processo d’invecchiamento dovuto alla riduzione di collagene ed elastina. La produzione di tali proteine connettivali è affidata a cellule del derma chiamate fibroblasti. L’invecchiamento fisiologico comporta una significativa riduzione qualitativa e quantitativa di queste cellule, con conse-guente e progressiva riduzione dello spessore, della compattezza e dell’elasticità cutanea.STEP 1I medici di Skin Laser Clinic effettueranno in ambulatorio il prelievo di una piccolissi-ma e sottile porzione (3 mm) di cute dall’area retro-auricolare (non necessita di anestesia, né di punti di sutura). Il tessuto prelevato, inserito in un apposito conteni-tore isotermico, viene ritirato da un corrie-re dedicato per essere consegnato alla Cell Factory Bioscience Institute. Dal frammento di cute prelevato vengono estratti, espansi

e crioconservati i fibroblasti.STEP 2Con la conservazione criogenica dei fibroblasti è possibile

utilizzare un numero elevato di cellule sempre giovani, anche a distanza di anni, per trattamenti anti-aging. In questo modo chiunque potrà fermare per sempre l’età dei propri fibroblasti e nel corso della vita impie-garli per integrare quelli che, al contrario, avranno risentito del fisiologico processo d’invecchiamento.STEP 3Dopo alcune settimane, i medici di Skin Laser Clinic, attraverso un sottile ago, iniettano nel derma del paziente i propri fibroblasti. Il trattamento è indolore e non causa inesteti-smi, nemmeno temporanei. Al termine della seduta, il ritorno alla vita quotidiana è imme-diato e privo di disagi. I risultati evidenti e naturali seguiranno attraverso la produzione e proliferazione di collagene, ac. Ialuronico ed elastina. La durata del risultato è legata al ciclo di vita delle cellule, ed è comunque possibile ripetere il trattamento non più di una volta l’anno, possibilmente all’infinito…

VANTAGGI•L’uso delle proprie cellule esclude qualsiasi rischio di rigetto o contagio.•I trattamenti possono essere ripetuti per svariati anni tramite le cellule crioconservate.•Assoluta naturalezza dei risultati.•I fibroblasti possono essere impiegati anche nella terapia di lesioni cutanee•L’efficacia è ampiamente dimostrata in letteratura.

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Page 48: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

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QUALCHE CONSIGLIO NUTRIZIONALE PER DISINTOSSICARSI DAL CIBO

Contro il nostro benessere fisico e nutrizionale, ci ritroviamo spesso appe-santiti, non tanto da un punto di vista corporeo, quanto dal punto di vista psicologico.

Quello che ci affligge è la perduta sensa-zione di sentirsi bene sotto ogni punto di vista: gli abusi di cibi particolarmente elaborati sia come primi piatti, sia come pietanze, aggiunti agli abusi di alcolici e dolciumi, portano sempre una sorta di affaticamento fisico e metabolico. Ne risentono l’apparato digerente, l’apparato cardiovascolare, endocrino, urinario e non da ultimo il sistema nervoso. Basti pensare a quanto aumenta la percentuale di accidenti cerebro-cardio-vascolari nel periodo natalizio e subito dopo. Se non abbiamo bisogno di un medico perché i sintomi degli abusi sono acuti, ma avvertiamo solo “il peso” delle abbuffate, possiamo prendere in considerazione un’intelligente “fai da te”.

Prima di tutto eliminiamo tutti quei complementi del cibo come alcolici di ogni genere, moderiamo il caffé, senza ricorrere per forza al decaffeinato, riducia-mo drasticamente il consumo di zucchero da cucina (quello di canna è identico), di sale (senza eliminarlo) il burro, la panna, e le salse. Poi passiamo a consumare gli alimenti in maniera che non si creino iperacidità gastriche e metaboliche, separando i carboidrati dalle proteine durante lo stesso pasto. Per esempio, assumendo a pranzo il primo insieme a verdure e condimenti solo a base di olio

d’oliva, e senza nessu-na proteina aggiunta (neanche il parmigia-no andrebbe messo), consumando un solo tipo di cibo che

fornisca zuccheri complessi, come appunto pasta o patate o legumi o riso, ed eliminando invece forzatamente il pane, per la presenza di lieviti spesso dannosi per l’apparato intestinale. A cena sarà preferibile invece assumere un piatto proteico “nobile” (di carne o pesce) cucinato arrosto, al forno, con qualche spezia e condimento crudo, a patto che non ci siano problemi di insonnia, oltre ad un contorno condito sempre con olio d’oliva. La frutta andrebbe consumata lontano dai pasti principali, cruda o cotta se sono comparsi disturbi come stipsi. Lasciamo per ultima la prima colazione che è il momen-to più importante, in cui si può assumere oltre al beneamato caffè, anche d’orzo o the, insieme con latte (possibilmente scremato) per chi lo tollera, cereali, frutta, biscotti integrali, dolcificando con miele o marmella-ta di buona qualità. Non possiamo dimenticare, come comple-mento per un buon recupero, anche una sana attività fisica magari all’aria aperta. Anch’essa deve essere fatta sempre con moderazione (le camminate per esempio sono un ottimo aiuto), soprattutto se non si è allenati dal punto di vista cardio-respiratorio e osteo-muscolo-articolare. Se non si hanno comun-que conoscenze di base alimentari e ginniche è sempre consigliabile farsi seguire da un nutrizionista e magari anche da un trainer per l’attività fisica: questo vi consenti-rà di evitare ulteriori problemi.

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Page 50: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

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Page 51: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

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RINOPLASTICA: UN RISULTATO NATURALE CON ANESTESIA LOCALE

L’informazione in chirurgia estetica rappresenta uno dei maggiori problemi di un ambito che è sempre più sotto i riflettori dei media.

In molti casi si forniscono, ai possibili pazienti, delle informazioni generiche o delle indicazioni ingannevoli che non servono solo a plagiare l’informazione a proprio uso.

La possibilità di riscontrare la veridicità dell’informazione ricevuta rappresenta, a mio avviso, il miglior sistema di controllo.

Il primo argomento che desidero affronta-re, sebbene in maniera ristretta, è quello della chirurgia del volto e in questo primo articolo quello della rinoplastica, ovvero la correzione della struttura ossea e cartilaginea del naso.

A mio avviso il primo compito del chirurgo è quello di capire le motivazioni, le esigenze e le aspettative del paziente, rendendolo così consapevole della reale possibilità di soddisfare le specifiche aspettative.

E’ fondamentale tenere presente l’aspetto del paziente facendogli capire, inequivo-cabilmente, che l’intervento cambierà sostanzialmente la forma del naso e non necessariamente la vita. In genere è possibile effettuare una simulazione del risultato al computer cercando sempre di prospettare un esito quanto più naturale possibile.

L’anestesia locale con sedazione rappresen-ta, a mio avviso, la scelta tecnica più appropriata sia per il

chirurgo che per il paziente. In questo modo vengono ridotti al minimo i rischi anestesio-logici e la degenza post-operatoria, conser-vando il massimo del confort e della sicurez-za intraoperatoria.

L’intervento dura in genere dai 45 ai 60 minuti e può essere associato a interventi funzionali , come la settoplastica.

Esistono varie tecniche chirurgiche, non tanto per il rimodellamento del dorso quanto per la correzione della punta. La punta rappresenta la vera sfida per il chirurgo che deve riuscire a conformarne la forma, la lunghezza e la larghezza dal dorso a tutto il profilo del viso.

La degenza post-operatoria è di circa due ore e la medicazione finale è costituita da una piccola placchetta sul naso. Pochi lividi accompagnano il post operatorio per una settimana e in genere il gonfiore dura circa un mese.

Il risultato finale consolidato si ha dopo circa 12 mesi.

Sono convinto che il miglior naso è quello talmente naturale da far apparire al meglio altri dettagli del volto, scoprendo e rivelando la propria naturale bellezza.

Skin Laser Clinic S.M.A. Dott. Mario Gioia, Specialista in Chirurgia PlasticaLargo Ecuador 6, Roma Numero Verde 800 544468 www.laserclinic.it

Page 52: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

Il Ministero della Salute informa a cura della redazione

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CAMPAGNA CONTRO L'ABUSO DI ALCOL "RAGAZZI VEDIAMOCI CHIARO"

I dati ACI - Istat ci dicono che il 71% degli incidenti stradali derivanti da un alterato stato psicofisico del conducen-te è dovuto all’ebbrezza da alcol e coinvolgono spesso i giovani, con conseguenze molto gravi.

Tra i conducenti di veicoli pagano il tributo di vite soprattutto i giovani tra 21 e 24 anni. Il più alto indice di mortalità negli incidenti stradali si registra soprattutto durante i mesi estivi, nel fine settimana e nelle ore intorno alle 5 del mattino data l’elevata correlazione stimata con l’abuso di alcol o altre sostanze d’abuso, soprattut-to da parte dei giovani.

Alla luce dei dati sugli incidenti notturni riferiti agli incrementi di consumo di alcolici da parte dei giovanissimi, in particolare durante il corso del fine settimana (proprio allo scopo di procurarsi un’ubriacatura – c.d. “binge drinking”), il Ministero ha avviato anche per il 2009 un’iniziativa di comunicazione in conco-mitanza con il periodo estivo, vale a dire in un momento naturalmente destinato dai ragazzi allo svago.

Obiettivi Obiettivo della campagna è quello di sensibilizzare i giovani ai danni dovuti all’abuso di alcol, soprattutto in relazione all’alterazioni psicofisiche alla guida di un veicolo.

Target Popolazione giovanile.

Messaggio Il claim della campagna “Ragazzi vediamo-ci chiaro” è un’esortazione collegata al messaggio. Il testo della campagna invita i giovani ad una riflessione critica “L’Alcol altera la capacità di percezione e di reazio-

ne. Non beviamo mai prima di guidare. Potremmo mettere in pericolo la nostra vita e quella degli altri. Con l’alcol non si scherza.”

La campagna propone l’immagine defor-mata del volto di una ragazza in modo da simulare la percezione visiva limitata ed alterata dovuta all’abuso di alcol.

Strumenti e pianificazione La pianificazione della campagna prevede: - la pubblicazione di annunci stampa sulle testate più diffuse tra i giovani (sportive, musicali, di intrattenimento)- la pubblicazione di banner sul web sui siti particolarmente visitati dai giovani (motori di ricerca, aggregazione, ecc.)- in accordo con la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) la locandina della campagna sarà presente nelle principali discoteche di tutto il territorio nazionale

Page 53: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

RIMUOVERE I TATUAGGI SENZA LASCIARE TRACCE O CICATRICI

Il tatuaggio è un disegno indelebile realizzato sulla pelle mediante l'intro-duzione di pigmenti colorati nel derma.

Le figure riprodotte, a volte piuttosto complesse, rappresentano in genere qualcosa che è stato vissuto, sentito o desiderato in un momento particolare della vita. Al tatuaggio ricorrono persone appartenenti ai più diversi ceti sociali di entrambi i sessi. Sedi preferite dei disegni sono le braccia e le mani e in percentuale molto inferiore, il petto, il dorso, gli arti e il viso. Col passare degli anni si può non gradire più l'immagine fissata sulla propria pelle, provando un disagio che può evolversi in vere e proprie sindromi ansiose-depressive. A questo punto si decide di rivolgersi al chirurgo estetico per cercare una soluzione. Il principale proble-ma del passato, per la rimozione di un tatuaggio, era rappresentato dalle cicatrici che la dermoabrasione meccanica o ablativa (come l’uso della CO2) lasciava sul corpo. Fortunatamente da alcuni anni sono presenti sul mercato nuovi laser chiamati Q-Switched che emettono energia in tempi molto brevi (dell’ordine dei nanosecondi) e sono in grado di eliminare i tatuaggi senza lasciare tracce o cicatrici. Il raggio Laser viene selettiva-mente attratto dai pigmenti contenuti nel tatuaggio in maniera specifica, in relazio-ne alla lunghezza d’onda, per un fenome-no chiamato foto-termolisi selettiva. In virtù di questa legge di fisica biologica, esistono i Laser ad Nd_Yag (con lunghez-za d’onda di 1064 nm.) che eliminano i tatuaggi scuri, neri o blu. Altri laser agisco-

no in maniera selettiva sui pigmenti rossi, violacei, marrone chiaro, con lunghezza d’onda di 532 nm

caratteristica dei Laser KTP e altri ancora che eliminano i pigmenti azzurro verde con lunghezza d’onda di 750 nm tipica dell’Alessandrite. Non ci sono speranze di eliminare, almeno per il momento, tatuaggi bianchi o gialli. Il pigmento colorato, una volta colpito dal raggio laser, esplode ed i frammenti vengono riassorbiti dal sistema macrofagico del paziente. Le sedute si effettuano in ambulatorio a distanza di circa uno-due mesi una dall’altra, non è necessa-ria l’anestesia, il trattamento non è doloroso, si avverte solo una sensazione di fastidio, simile allo schiocco di un elastico sulla pelle. Al termine della seduta viene applicata una crema antibiotica riparatrice insieme ad un cerotto che verrà rimosso dopo uno o due giorni. Nel giro di 1 settimana ci sarà la totale guarigione, con caduta delle piccole crostici-ne. In genere sono necessarie 6/8 sedute per raggiungere la completa cancellazione del tatuaggio. E' importante non sottoporsi ai raggi solari (diretti o delle lampade uva) e proteggere la pelle con dei filtri solari nell’immediato periodo successivo al tratta-mento. Se la lesione copre una vasta area, la si può trattare in genere in più sedute differen-ziate E’ importante che i trattamenti laser per la rimozione dei tatuaggi, vengano sempre eseguiti da medici preparati, competenti e con comprovata esperienza, sia per la sicurez-za del paziente, sia per evitare possibili complicanze ed ottenere un risultato finale ottimale.

dermatologia estetica Skin Laser Clinic

53Skin Laser Clinic S.M.A. Dri. D. D’Angelo, E. Follador, F. Marini Largo Ecuador 6, Roma Numero Verde 800 544468 www.laserclinic.it

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Il Ministero della Salute informa a cura della redazione

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I CONSIGLI DEL MINISTERO DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI

L’armadietto del primo soccorsoIn tutte le case, in un luogo sicuro, non esposto a fonti di calore e umidità e non accessibile ai bambini, ci dovrebbe essere un piccolo armadietto, possibilmente munito di “blocca ante”, che contenga alcuni strumenti e prodotti medici (i cosiddetti “presidi medici”) e farmaceutici indispensabili per affrontare le emergen-ze.

Ai fini di un primo soccorso, sarebbe bene fossero presenti nell’armadietto almeno:

- cotone idrofilo - rotolo di garza - garze sterili quadrate 10x10 cm - bende elastiche di diverse misure - liquido disinfettante - acqua ossigenata - pomata antistaminica - pomata per le scottature - guanti monouso - pinzette per medicazione - ghiaccio istantaneo - bende oculari - cerotti medicati di varie misure - rotolo di cerotto - sapone liquido - forbici

PILLOLE DI PREVENZIONERicorda, poi, è possibile scoprire la presen-za di alcuni tumori in un momento ancora iniziale della loro evoluzione attraverso l’esecuzione di alcuni semplici esami (test di screening).

Questa possibilità di “diagnosi precoce”

permette di intervenire quando la malattia è ancora nelle fasi iniziali e consente terapie che molte volte portano alla guarigione.

In Italia sono attualmente attivi alcuni programmi di screening rivolti a specifici gruppi di cittadinanza. Cerca nello specchiet-to qui sotto se appartieni a qualcuno dei gruppi e chiedi al tuo medico di fiducia o alla tua ASL come fare per sottoporti all’esame.

MAMMOGRAFIAServe per prevenire i tumori al seno; è consigliata alle donne tra i 50 ed i 69 anni. Va ripetuta ogni anno.

PAP-TESTServe per prevenire il tumore al collo dell’utero; è consigliata alle donne tra i 25 ed i 70 anni. Va ripetuto ogni 3 anni.

SANGUE OCCULTO NELLE FECIServe per prevenire il tumore del colon retto; è consigliata a donne e uomini tra i 50 ed i 70 anni. Va ripetuto ogni 2 anni.

Per saperne di più vi consigliamo di consulta-re le PAGINE DELLA SALUTE a cura del Ministero della Salute e delle Politiche Sociali http://paginedellasalute.paginegialle.it

La guida è realizzata per far arrivare nelle case di tutti i cittadini alcuni consigli generali, per far fronte a situazioni di emergenza in cui ci si può trovare e per gestire alcune situazio-ni di malessere comuni.

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Il Ministero della Salute informa a cura della redazione

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CONTRACCEZIONE DI EMERGENZA

La contraccezione di emergenza (cosiddetta Pillola del giorno dopo) è un metodo contraccettivo occasionale da utilizzare entro le 72 ore successive al rapporto a rischio.

Non è e non può essere considerato un metodo contraccettivo abituale. Può però mettere al riparo da "incidenti" o situazioni "a rischio" e può essere utilizzato in alternativa ad una possibile interruzione di gravidanza.

Solo un medico può prescrivere un farmaco

L'efficacia del farmaco diminuisce con il passare del tempo. La sua sicurezza non è del 100%, è un preparato ormonale, con degli effetti collaterali.

ll metodo oggi utilizzato con maggiore frequenza è quello che utilizza due compresse di progestinico (levonorgestrel), da assumersi a distanza di 12 ore ed entro non oltre le 72 ore dal rapporto ritenuto a rischio. A questo proposito è bene considerare a rischio qualunque rapporto non protetto, indipendentemente dal giorno del ciclo. Prima si ricorre alla pillola d'emergenza e minore sarà la probabilità di rimanere incinta. Esistono anche altre "pillole del giorno dopo", a base di soli estrogeni o associazioni di estrogeno e progestinico, ma sono usate con minore frequenza. La contraccezione di emergenza è in genere ben tollerata, utilizza una bassa quantità di ormoni e il suo uso è comunque episodico. Gli eventuali effetti collaterali (nausea, vomito, dolori addominali, mal di testa) sono transitori e di lieve intensità. L'uso contemporaneo di alcuni farmaci può interferire con l'efficacia della contracce-zione di emergenza.

La contraccezione di emergenza deve essere utilizzata anche se il rapporto si è verificato in un altro periodo del ciclo? Sì, perché non è mai possibile sapere con certezza quando avviene l'ovulazione, quindi esiste sempre la possibilità di una gravidanza dopo un rapporto non protetto, anche se la percentuale è minore.

Dopo avere assunto la contraccezione d'emergenza, si possono avere altri rapporti senza l'uso di un contraccettivo? NO, se i rapporti si ripetono nei giorni succes-sivi bisogna associare un vero e proprio metodo contraccettivo (per es. preservativo). La contraccezione d'emergenza non può essere utilizzata come un metodo contrac-cettivo abituale.

La contraccezione d'emergenza protegge dalle malattie sessualmente trasmesse e dall'AIDS? NO, non offre alcuna protezione. In caso di rischio, accertato o meno, è indispensabile usare il preservativo, l'unico metodo che se ben utilizzato, può fornire una protezione efficace. Per maggiori dettagli, vedi la sezione Il preservativo.

Per saperne di piùhttp://www.sceglitu.it

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COLPO D’OCCHIORisponde a una sensibilità artistica. E segue canoni del tutto soggettivi. La scienza ha tuttavia cominciato a rispon-dere a specifiche domande sulla bellezza: perché accade di provare un’attrazione tanto marcata per una donna e non per un’altra? Quali caratteristiche maschili seducono più di altre? Che cosa influenza le scelte individuali? Nella nostra specie è ormai comprovato che esistono sistemi corticali (riguardanti cioè i neuroni del sistema nervoso centrale) specifici per riconoscere la bellezza. Kawabata H. e Zeki S. in “Neural correlates of beauty” (Journal of Neurophysiology 2004) hanno dimostrato con la risonanza magnetica funzionale che la corteccia orbito-frontale è coinvolta selettivamente durante la percezione di stimoli belli o brutti e che mobilizza la corteccia motoria in modo differente nei due casi. Inoltre Aharon N. et al. in “Beautiful faces have variable reward value: MRI and behavioral evidence”( Neuron 2001) hanno dimostrato che la visione di stimoli belli attiva i circuiti motivazionali e quelli della autoricompen-sa solo nel caso in cui gli stimoli estetici corrispondono all’altro sesso. Abbiamo quindi le strutture per elaborare la bellez-za e i circuiti per indulgere nell’attrazione verso un partner; ma su che base sceglia-mo resta ancora tutto da chiarire. Per meglio capire il significato biologico e adattivo della bellezza, occorre separare la letteratura scientifica dedicata alla bellez-za del volto da quella che si occupa dell’attrattività del corpo. Il viso è un mezzo di comunicazione non verbale dell’essere umano, che se ne serve per comunicare agli altri messaggi su se

stesso, la propria identità, l’età, il sesso e l’umore. Il volto diven-ta fondamentale per le relazioni e può essere uno dei principali

criteri per la scelta di un partner, amici, conoscenti. La bellezza del corpo rappresenta un indicatore affidabile di salute fisica e quindi di sana costituzione: scegliere un partner bello significa avere un potenziale genitore sano che farà figli sani. Da un altro punto di vista è possibile sostenere che la bellezza indica fecondità e capacità di produrre figli indipendentemente dalla salute. È stato dimostrato che le caratteristi-che che attraggono un potenziale partner sono assai numerose: l’umorismo, l’intelligenza, la capacità di acquisire risorse, la dolcezza e la comprensione. Nella scelta maschile, la bellezza fisica resta spesso determinante: si ricerca una compagna giovane, generalmente fra i 20 e i 35 anni, con corpo tonico, la pelle idratata, il seno sodo, i capelli lucidi, i denti bianchi e gli occhi luminosi. Secondo il senso comune, esiste prima un'idea, una rappresentazione dalla quale nasce l'emozione puramente intellet-tuale e poi scatterebbero le manifestazioni fisiche. Sembra sensato, almeno a prima vista, ma non sembrò così a uno dei più geniali psicologi statunitensi: William Jame.sNella sua visione la dinamica sarebbe questa: si vede la persona, il polso accelera, le mani sudano, il respiro si fa corto ed è impossibile o quasi spiccicare parola, ci si accorge di quanto avviene al corpo e si conclude, quindi dopo e a causa dei fenomeni fisici, che si è innamorati.

sessuologia Dott.ssa Eva I. F. Iorio

58Dott.ssa Eva I. F. Iorio Psicologo Clinico, Dottoranda di Ricerca Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti [email protected]

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sessuologia Centro di Fisiopatologia della Riproduzione

59

INFERTILITÀ DI COPPIA: ITER DIAGNOSTICO

Quanto tempo bisogna attendere prima di iniziare un iter diagnostico in una coppia infertile?

La risposta non è semplice. E’ diversa la situazione di una coppia ventenne e di una coppia quarantenne: la coppia 20nne può attendere di più, avendo ancora molti anni di capacità riproduttiva a disposizio-ne, mentre la coppia 40nne o tardo-30nne non può attendere per capire se potrà concepire oppure dovrà rivolgersi alla riproduzione assistita. In ogni caso, una volta deciso che l’iter diagnostico deve essere iniziato, bisogna indagare rapida-mente le tre variabili della fertilità: 1)il fattore tubarico 2)il fattore seminale o maschile 3)il fattore ovulatorioQuesti tre fattori coprono il 99% delle cause di infertilità e vanno conosciuti e indagati per arrivare in tempi rapidi a comprendere se la coppia avrà possibilità di concepire spontaneamente o avrà necessità della riproduzione assistita. Gli esami da eseguire sono 3:A)l’isterosalpingografia (ISG), ovvero l’esame radiologico per la valutazione della pervietà tubarica B)l’esame del liquido seminale C)il dosaggio ormonale e il monitorag-gio dell’ovulazione. Questi esami possono essere eseguiti nell’arco di un solo ciclo mestruale e vanno espletati contemporaneamente, senza ritardare l’esecuzione di uno dei tre. Un esempio: si eseguono il monitoraggio dell’ovulazione e l’esame del liquido seminale e si osserva una lieve difficoltà ovulatoria o un lieve problema seminale,

ma non si esegue l’ISG. A questo punto si cominciano le lunghe terapie di induzione dell’ovulazione, e

terapie andrologiche, per il miglioramento del liquido seminale; dopo un anno senza risultati si decide di eseguire l’ISG e si vede che le tube sono chiuse e che quindi la gravidanza spontanea è impossibile. Si è perso un anno e in alcune persone questo può essere un danno gravissimo! L’ISG è un esame fondamentale per la valutazione della pervietà tubarica e dà risultati inequivocabili e non è ancora stato supera-to, come accuratezza, dagli altri esami propo-sti e definiti meno invasivi, come la sonoiste-rosalpingografia, o più accurati, come la laparoscopia che è priva di iconografia. Per quanto riguarda la valutazione della capacità ovulatoria questa comprende il dosaggio ormonale e il monitoraggio ecografico della ovulazione: il dosaggio ormonale si effettua il 2° o 3° giorno del ciclo e ci dà informazioni sia sulla capacità ovulatoria della paziente sia sulla sua riserva ovarica, mentre la vecchia metodica dell’esecuzione dei dosaggi al 7° 14° e 21° giorno del ciclo è desueta e va abbandonata. E’ bene spiegare anche il concetto di riserva ovarica: una donna nasce con un numero di ovociti predefinito, circa 2.000.000, di questi ne verranno ovulati circa 500 mentre gli altri moriranno con un mecca-nismo di morte cellulare geneticamente programmato definito apoptosi. Che cosa significa geneticamente programmato: che la velocità di morte cellulare è predefinità (dai 40 ai 55 anni) e non è modificabile da terapie.

Dott. Franco Lisi, Casa di Cura Villa Mafalda Via Monte delle Gioie 5 Roma Tel 0686094776 Cell 3472684486

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Il dovere d’informareIl diritto di conoscere

Mensile gratuito ricco di articoli informativi a cura di medici e specialisti locali. Testi dal linguaggio semplice e diretto per facilitare la comunicazione con il cittadino.

Un modo nuovo per avvicinare il pubblico al mondo della salute abbattendo il muro di diffiden-ze e di timori reverenziali tipici del rapporto medico-paziente.

Da Settembre 2009nella tua città

Dove ritirare la tua copia gratuita:Policlinico Umberto I

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Consultori Familiari

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a cura della redazioneIl Ministero della Salute informa

IL PROFILATTICO

È un metodo contraccettivo affidabile solo se vengono seguite scrupolosa-mente le regole d'uso.

La sua efficacia anticoncezionale è buona, anche se inferiore a quella della pillola e della spirale e di alcuni metodi naturali applicati con determinazione. Ha il grande vantaggio di offrire un'efficace protezione nei confronti dell'HIV e delle malattie a trasmissione sessuale. L'efficacia anticon-cezionale del preservativo dipende anche dalla sua qualità di fabbricazione.

Ogni profilattico va utilizzato per un solo rapporto. L'innocuità di questo metodo è pressoché totale: vengono solo segnalati alcuni casi di sensibilizzazione, dovuti ad allergia al lattice. Esistono, peraltro, resistenze psicologiche, che sono legate soprattutto alle necessità tecniche del metodo che interferiscono con il rapporto sessuale. In caso di rottura del preservati-vo o di fuoriuscita di sperma il rapporto è da considerarsi non protetto e, quindi, se non si vuole rischiare una gravidanza indesiderata, è necessario ricorrere tempe-stivamente alla contraccezione di emergenza.

DescrizioneIl lattice può essere opaco, trasparente o colorato; la sua superficie liscia o finemen-te striata. I preservativi possono essere lubrificati o non ed esistono in commercio in numerose varianti, di forme, spessori (0.03-0.09 mm) e dimensioni diverse: anallergici, anatomici, aromatizzati, ritardanti, stimolanti, sensibili, sottili, etc.

I preservativi vengono arrotolati su se stessi, in confezioni singole sigillate e confezionati in modo tale da non venire danneggiati al momento dell'apertura dell'involucro.

Quando è bene usarlo- Rapporti occasionali - Rapporti sessuali imprevisti - Rapporti con partner multipli - Quando, oltre ad un effetto contraccettivo si desidera un'elevata protezione dal rischio di contrarre malattie sessualmente trasmesse, compreso l'HIV - All'inizio di una relazione, quando non si conosce ancora bene il partner - Controindicazioni all'uso di altri metodi contraccettivi - Periodi di intervallo o sospensione di altri metodi contraccettivi ("contraccezione di attesa") - Durante la gravidanza - Dopo il parto e durante l'allattamento (per ridurre il rischio di endometriti)

Vantaggi- Semplicità del metodo - Facilità di reperimento e di trasporto- Efficace protezione nei confronti dell'HIV e delle malattie sessualmente trasmesse- Ampia gamma di soluzioni tra cui scegliere - Nessuna influenza sulla fertilità - Reversibilità - Utilizzo in gravidanza, dopo il parto e duran-te l'allattamento

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FARMACIE NOTTURNE Roma Città

APPIO LATINO - TUSCOLANO Primavera D.ssa Stranieri AnnaVia Appia Nuova 213 - tel. 067016971RagusaP.za Ragusa 13/14 - tel. 067014810Verdiglione EnricoVia Tuscolana 462 - tel. 067824681

BORGO PRATI Cola Di Rienzo Dr. Artoni EneaVia Cola di Rienzo 213/214 - tel. 063243130Brienza GiancarloP.za Risorgimento 44/45 - tel. 0639738186

FLAMINIO - TOR DI QUINTO - VIGNA CLARAPONTE MILVIO Giudice Dr. Rizzo GaetanoCorso Francia 176 - tel. 063291650

MARCONI - PORTUENSE - GIANICOLENSE Andronio PierantonioVia G. Marconi 178 - tel. 065560284Portuense D.ssa Cassar EmmaVia Portuense 425 - tel. 065562653

MONTE SACRO Gravina GiacomoVia Nomentana 564 - tel. 0686895602

NOMENTANO Burrelli Scotti RuggeroV.le XXI Aprile 6/6a/6b/6c - tel. 0686209834Crimi RoccoP.za Bologna 19/20 - tel. 0644237109Di Giuseppe DarioP.za Massa Carrara 10 - tel. 068604458

OSTIENSE San Paolo - D.ssa Albertazzi PatriziaVia Ostiense 168 - tel. 065750143

RIONI - TRASTEVERE - TESTACCIO - SAN SABA Internazionale D.ssa Teresa CerviniP.za Barberini 49 - tel. 064825456Genoese Zerbi MirellaCorso Rinascimento 50 - tel. 0668803760Arenula D.ssa Lippi TulliaVia Arenula 73 - tel. 0668803278Cristo Re dei Ferrovieri Dr. Pellegrini ClaudioStazione Termini - Gall. Testa - tel. 064880776Allo Statuto D.ssa Scanzano RosaVia dello Statuto 35 a - tel. 064465788Jucci Maria ClotildeP.za dei Cinquecento 49/50/51 tel. 064880019Piram SergioVia Nazionale 228 - tel. 064871584

TRASTEVERE - GIANICOLENSE - MONTEVERDE Garroni EvaristoP.za S. Giovanni di Dio 14 - tel. 06530576

TRIESTE - SALARIO - PARIOLI - FLAMINIO S. Emerenziana D.ssa Arrabito LilianaVia Nemorense 182 - tel. 0686218929Carnovale DomenicoVia Libia 225/227 - tel. 068601720Gellini D.ssa De Angelis RacheleCorso Italia 100 - tel. 0644249750Tre Madonne Dr. Recchi RinaldoVia Bertoloni 5 - tel. 068073423Istria D.ssa Macchiati ManoelaP.za Istria 8 - tel. 0685353323

guardia medica

Il servizio è attivo nei seguenti orari: notti feriali e festive dalle 20.00 alle 08.00 giorni prefestivi dalle 10.00 alle 20.00giorni festivi dalle 08.00 alle 20.00

La Guardia Medica garantisce l’assistenza sanitaria per situazioni che rivestano carattere di urgenza a tutti gli utenti (residenti e non) negli orari in cui non sono disponibili i medici di assistenza primaria ed i pediatri di libera scelta.

Per informazioni sugli orari di apertura, le farmacie di turno e le farmacie notturne consul-tate il sito: http://www.federfarmaroma.com

In qualsiasi giorno dell’anno, in qualsiasi momento del giorno, telefonando al numero 06 228941 potrete conoscere l’indirizzo della farmacia di turno più vicina. Servizio a cura della Assiprofar Federfarma Roma.

Per informazioni e consigli su farmaci, prodotti da banco, ticket e tutto ciò che riguarda il mondo delle farmacie consultate il sito:http://www.federfarma.it

In questa sezione trovate le principali farmacie notturne di Roma città. Per ulteriori informazioni su tutte le farmacie di turno potete contattare il n° 06 228941

Tel. 06 58201030

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tutti i numeri utiliCOPIA DELLA CARTELLA CLINICACopia della cartella clinica può essere richiesta da:- il titolare della cartella clinica se è maggiorenne- le persone che hanno la delega scritta e firmata dal titolare della cartella clinica; inoltre si deve presentare fotocopia di un documento di identità del titolare della cartella clinica- gli eredi leggittimi- coloro che esercitano la tutela in caso il paziente sia di minore età oppure il paziente sia interdettoQuanto costa? 10,35 € per ogni singola cartella. Si deve pagare al momen-to della richiesta.Dove si richiede? Presso gli uffici-archivi di afferenza delle singole Unità Operative di ricovero.COPIA DEI REFERTI DI PRONTO SOCCORSOQuanto costa e dove si richiede? 1,55 € per ogni singolo referto. Si deve pagare al momento della richiesta. Si ritira presso lo sportello Archivio Centrale, situato al piano terra dell’edifico centrale, con il documento d’identità. Dal lunedì al venerdì 9,00-12,00/14,30-16,30. Ulteriori informa-zioni al numero 06 49979980.COPIA DEL CERTIFICATO DI RICOVEROQuanto costa e dove si ritira? 1,55 € per ogni singolo certificato. Si ritira presso l’Ufficio Cartelle Cliniche/Movimento Infermi - edificio centrale (piano terra) dal lunedì al venerdì 9,00-12,00/14,30-16,30. Ulteriori informa-zioni al numero 06 49979980.COPIE DI LASTRE RADIOGRAFICHE FATTE IN PRONTO SOCCORSOQuanto costano e dove si ritirano? Il costo è determinato dal numero di radiogrammi duplicati. In particolare: 7,75 € per dimensioni 24 cm x30 cm; 10,33 € per dimensioni 35 cm x 43 cm. Si ritirano dopo circa 1 mese presso il servizio radiologico sito al 4 piano della palazzina Scree.COPIA DI REFERTI DI ANATOMIA PATOLOGICADove si ritirano? Presso il Servizio di Anatomia Patologica - Viale Regina Elena 324 (piano terra). DENUNCIARE LA NASCITA IN OSPEDALEPresso Ufficio Nascite - Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia tel. 06 49970481 - dal lunedì al venerdì 9,00-12,00; lunedì e mercoledì anche dalle 15,00 alle 16,00.PRENOTARE VISITE AMBULATORIALIE’ necessaria la richiesta del medico di famiglia o di un medico specialista quindi serve sempre la ricetta rosa. Si può prenotare attraverso:- Numero Verde Regionale 803333- Numero 06 49971: risponditore automatico; digitare tasto 3 per parlare con l’operatoreOrario di prenotazione: dal lunedì al venerdì 8,00-18,30; sabato 8,00-13,30.DONAZIONE DI MIDOLLO OSSEOPossono essere reclutati come potenziali donatori tutti coloro che, in buono stato di salute, hanno un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Per ulterio-ri informazioni rivolgersi al numero 06 85795512.DONAZIONE DI SANGUESi può donare tutti i giorni dalle 7,30 alle 10,00 presso il Centro Trasfusiona-le. prima di donare il sangue vanno accertate le condizioni di idoneità.DONAZIONE DI CORDONE OMBELICALEBanca del Sangue di cordone Ombelicale (SCO) tel. 06 85795512.INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZADipartimento di Ginecologia e Ostetricia - Servizio di Piccola Chirurgia (piano terra). Per informazioni contattare il numero 06 49972562 dal lunedì al venerdì dalle 8,00 alle 13,00.

Centralino generale06 49971, attivo 24 ore su 24risponde un disco preregistrato che fornisce informazioni su:tasto 3: prenotazioni di visitetasto 0: operatore

Relazioni con il pubblico (Urp)Tel. 06 49977050 - 06 49977054Dal lunedì al sabato dalle 7,30 alle 14.00

Ufficio reclami (VI Padiglione, piano terra)Tel. 06 4453664 Fax 06 49977673e-mail: [email protected]

Direzione generaleTel. 06 49979488

Direzione SanitariaTel. 06 49979905

Direzione Amministrativa:Tel. 06 49977505

Pronto Soccorso - Accoglienza:Tel 06 49977025/06 49977027

Posto di PoliziaTel. 06 49979556

Vigilanza interna:Tel. 06 4997077

Ufficio Stato Civile:Tel. 06 49970481

Archivio centrale:Tel. 06 49979990

Chiesa cattolica:Tel. 06 4450704

Obitorio e camera mortuaria:Tel. 06 49912598

Page 64: Pocket Salute Edizione Roma Ottobre 2009

UMBERTO I Policlinico di Roma

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Dare il meglio ogni giorno per la qualità delle cure e dell’organizzazione, per la di�usione delle conoscenze mediche e sanitarie, per il progresso scienti�co.

URP U�cio relazioni con il PubblicoInfopoint: pianoterra Palazzina Direzione mattina: dal lunedì al venerdì, 8.00-14.00pomeriggio: lunedì e giovedì, 14,30-17,00 06 49977050/06 49977054

Informazioni al cittadino: