politiche pubbliche e finanziamenti per la pa digitale

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Centro Studi Funds for Reforms Lab Factsheet N. 2/2017 (12.03.2017) Politiche pubbliche e finanziamenti per la PA digitale Antonio Bonetti Esperto indipendente di analisi e valutazione delle politiche pubbliche Mailto: [email protected] – Mobile phone: (+ 39) 335 5914711 Marzo 2017 1 Factsheet N. 2/2017 POLITICHE PUBBLICHE E FINANZIAMENTI PER LA PA DIGITALE 1. IL DIBATTITO EUROPEO SU OPEN GOVERNMENT E OPEN DATA «La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione è un elemento essenziale per il successo del mercato unico». Questa posizione, riportata nel Piano d’azione dell’UE per l’e-government 2016-2020 – COM (2016) 179 finale della Commissione, datata 16.04.2016 – riassume molto bene il background strategico della forte spinta della Commissione verso una crescente digitalizzazione dei servizi erogati dalla PA e l’adozione di provvedimenti tecnici e normativi (su tutti la Direttiva sul riuso dei dati pubblici del 2013, sovente indicata come “PSI Directive1 ) per spingere le Pubbliche Amministrazione dell’intera UE a rendere accessibili i dati pubblici e a ridurre i rischi di lock-in, in modo da rendere gli open data pienamente interoperabili e ri-usabili. La Commissione, già nella Comunicazione datata 19.05.2010 sull’agenda digitale europea (Iniziativa Faro della strategia “Europe 2020”), evidenziava parimenti la necessità non solo di rendere pienamente inter-operabili i dati (su questo aspetto interviene direttamente il Programma dell’UE ISA2 dove l’acronimo ISA sta per “Interoperability Solutions for European Public Administrations”), ma anche di far in modo che i servizi pubblici online funzionino adeguatamente anche a livello transfrontaliero (su questo aspetto interviene lo strumento Connecting Europe Facility – CEF – segnatamente la sua sezione telematica, sovente indicata come “CEF digital”). L’importanza del ri-uso dei “government data” e dei servizi di e-government è stata ovviamente ribadita nella strategia per il mercato unico digitale” lanciata nel 2015. A titolo di completezza, vanno anche richiamati: (i) i due Piani di azione per l’e-government (il piano 2011-2015 e quello in corso 2016-2020) e (ii) il Piano di Azione 2014-2020 per la giustizia digitale (e-Justice Action Plan). Il grafico che segue riassume il quadro strategico delle politiche europee che, in modo diretto o indiretto, possono contribuire all’implementazione di un’autentica PA digitale. Grafico 1 – Le politiche europee rilevanti per implementare la PA digitale Europe 2020 / Agenda digitale Politica regionale dell’UE PA digitale Iniziativa Faro “Agenda digitale” (2010) Strategia per il Mercato Unico digitale (2015) Trans-European Networks e Iniziativa “Digital Services Infrastructures” Quadro Strategico Comune Accordi di Partenariato nazionali e OT 2 “agenda digitale” PON e POR Programmi di Cooperazione Interregionale e Urban Innovative Actions PA digitale e piani per l’e- Government Iniziativa ICT-enabled Public Sector innovation (Horizon 2020) Approccio Open Data per la PA e “PSI DirectivePortale europeo dei dati aperti 1 La “PSI Directive” (Public Sector Information Directive) era stata promulgata nel 2003 ed è stata poi aggiornata nel 2013 (si veda la Direttiva 2013/37/UE, che ha emendato la Direttiva 2003/98/CE).

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Page 1: Politiche pubbliche e finanziamenti per la PA digitale

Centro Studi Funds for Reforms Lab Factsheet N. 2/2017 (12.03.2017)

Politiche pubbliche e finanziamenti per la PA digitale

Antonio Bonetti – Esperto indipendente di analisi e valutazione delle politiche pubbliche Mailto: [email protected] – Mobile phone: (+ 39) 335 5914711

Marzo 2017

1

Factsheet N. 2/2017 POLITICHE PUBBLICHE E FINANZIAMENTI PER LA PA DIGITALE

1. IL DIBATTITO EUROPEO SU OPEN GOVERNMENT E OPEN DATA «La trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione è un elemento essenziale per il successo del mercato unico». Questa posizione, riportata nel Piano d’azione dell’UE per l’e-government 2016-2020 – COM (2016) 179 finale della Commissione, datata 16.04.2016 – riassume molto bene il background strategico della forte spinta della Commissione verso una crescente digitalizzazione dei servizi erogati dalla PA e l’adozione di provvedimenti tecnici e normativi (su tutti la Direttiva sul riuso dei dati pubblici del 2013, sovente indicata come “PSI Directive”1) per spingere le Pubbliche Amministrazione dell’intera UE a rendere accessibili i dati pubblici e a ridurre i rischi di lock-in, in modo da rendere gli open data pienamente interoperabili e ri-usabili. La Commissione, già nella Comunicazione datata 19.05.2010 sull’agenda digitale europea (Iniziativa Faro della strategia “Europe 2020”), evidenziava parimenti la necessità non solo di rendere pienamente inter-operabili i dati (su questo aspetto interviene direttamente il Programma dell’UE ISA2 dove l’acronimo ISA sta per “Interoperability Solutions for European Public Administrations”), ma anche di far in modo che i servizi pubblici online funzionino adeguatamente anche a livello transfrontaliero (su questo aspetto interviene lo strumento Connecting Europe Facility – CEF – segnatamente la sua sezione telematica, sovente indicata come “CEF digital”). L’importanza del ri-uso dei “government data” e dei servizi di e-government è stata ovviamente ribadita nella “strategia per il mercato unico digitale” lanciata nel 2015. A titolo di completezza, vanno anche richiamati: (i) i due Piani di azione per l’e-government (il piano 2011-2015 e quello in corso 2016-2020) e (ii) il Piano di Azione 2014-2020 per la giustizia digitale (e-Justice Action Plan). Il grafico che segue riassume il quadro strategico delle politiche europee che, in modo diretto o indiretto, possono contribuire all’implementazione di un’autentica PA digitale. Grafico 1 – Le politiche europee rilevanti per implementare la PA digitale

Europe 2020 / Agenda digitale

Politica regionale dell’UE

PA digitale

Iniziativa Faro “Agenda digitale” (2010)

Strategia per il Mercato Unico digitale (2015)

Trans-European Networks e Iniziativa “Digital Services

Infrastructures”

Quadro Strategico Comune

Accordi di Partenariato nazionali e OT 2 “agenda

digitale”

PON e POR

Programmi di Cooperazione Interregionale e Urban

Innovative Actions

PA digitale e piani per l’e-Government

Iniziativa ICT-enabled Public Sector innovation(Horizon

2020)

Approccio Open Data per la PA e “PSI Directive”

Portale europeo dei dati aperti

1 La “PSI Directive” (Public Sector Information Directive) era stata promulgata nel 2003 ed è stata poi aggiornata nel 2013 (si veda la Direttiva 2013/37/UE, che ha emendato la Direttiva 2003/98/CE).

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Politiche pubbliche e finanziamenti per la PA digitale

Antonio Bonetti – Esperto indipendente di analisi e valutazione delle politiche pubbliche Mailto: [email protected] – Mobile phone: (+ 39) 335 5914711

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In Italia, il quadro delle politiche europee va completato tenendo conto soprattutto di: (i) dibattito su - e attuazione di - riforma istituzionale del paese (“legge Delrio”) e “riforma Madia” della PA; (ii) influenza positiva della regolamentazione inerente i Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE) sulle stesse riforme nazionali e sui percorsi di digitalizzazione e di re-engineering dei processi amministrativi (le “condizionalità” dei Fondi SIE, infatti, sono volte a migliorare il framework strategico e legislativo negli Stati Membri per l’attuazione dei Programmi nazionali e regionali). Sono parimenti molto importanti diversi provvedimenti di riforma settoriali, segnatamente la riforma della scuola (la legge su “la buona scuola” del 2015 individua nel Piano Nazionale per la Scuola Digitale un autentico pilastro della riforma), quella inerente la digitalizzazione della giustizia e dei processi e quella legata alla digitalizzazione della sanità pubblica e all’introduzione del fascicolo sanitario elettronico (si vedano il Dpcm 178/2015 sul relativo regolamento operativo e anche il “Patto per la salute”). Stante questo quadro di policy così articolato, i provvedimenti legislativi e i documenti tecnici che, in sostanza, maggiormente incidono sulla digitalizzazione della PA sono: � il varo di una “agenda digitale” italiana sull’abbrivio di quella europea (si veda, in particolare, l’art.

47 del D.L. 5/2012); � la revisione del Codice dell’Amministrazione Digitale ex D.L. 179/2012 (si veda, in particolare, l’art.

9) e il progressivo miglioramento del portale italiano per gli open data “dati.gov.it”; � la Strategia per la crescita digitale 2014-2020 dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), approvata

dal Consiglio dei Ministri del 3 marzo 2015 e poi rivista nel giugno 2016 (il focus che chiude il Factsheet riassume la trama di fondo di questo documento strategico).

Tabella 1 – Il quadro strategico delle politiche nazionali per la PA digitale

Riforme istituzionali e della PA Accordo di Partenariato (OT 2 e OT 11)

1. Riforma Delrio (L. 56/2014) e istituzione delle

Città Metropolitane

2. Riforma Madia della PA e semplificazione amministrativa

3. Empowerment di Comuni e Unioni dei Comuni

1. OT 2 Agenda digitale

2. OT 11 Capacity building

3. PON Governance (FESR e FSE)

4. Programma “complementare” Governance

5. Piani per il Rafforzamento Amministrativo (PRA)

Riforme settoriali “coerenti” Agenda digitale italiana/open data

1. Riforma della scuola e Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD)

2. Patto per la salute, eHealth e Fascicolo Sanitario Elettronico

3. Riforma della giustizia e “processo telematico”

1. Agenda digitale (ex art. 47 del D.L. 5/2012)

2. Revisione del Codice Amministrazione Digitale (ex D.L. 179/2012)

3. Strategia per la crescita digitale

4. portale “dati.gov.it” (open data)

2. FINANZIAMENTI

Con riferimento alla digitalizzazione della PA, si può dire che in Italia, in linea di massima, i documenti di policy più rilevanti sono la Strategia per la crescita digitale 2014-2020 dell’AgID e il PON Governance e Capacità istituzionale (“PON GOV”). Nell’ambito del PON GOV, infatti, vi sono almeno quattro Risultati Attesi (indicati anche come Obiettivi Specifici) degli Assi 1 e 2 che sono direttamente serventi rispetto all’implementazione dei paradigmi “open government” e “open data”:

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Politiche pubbliche e finanziamenti per la PA digitale

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RA 1.1. Aumento della trasparenza e interoperabilità e dell’accesso ai dati pubblici. RA 1.3. Miglioramento delle prestazioni della PA. RA 2.1. Sviluppo della domanda di ICT in termini dell’utilizzo di servizi online. RA 2.2. Digitalizzazione dei processi amministrativi e diffusione di servizi digitali pienamente interoperabili della PA offerti a cittadini e imprese. In particolare, rilevano: � le Azioni dell’Asse 1 (co-finanziato dal FSE) 1.1.1 “Sviluppo delle competenze per la qualità e la gestione dei

dati pubblici e progetti di open government” (nell’ambito della quale, non a caso si fa riferimento all’Agenda nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo) e 1.3.1 “Interventi per lo sviluppo delle competenze digitali (e-skills), di modelli per la gestione integrata dei servizi”;

� le Azioni dell’Asse 2 (co-finanziato dal FESR) 2.1.1 “Interventi per la definizione di soluzioni tecnologiche per assicurare qualità, accessibilità, riutilizzabilità, interoperabilità dei dati pubblici” (nell’ambito del quale verrà anche finanziato l’ulteriore perfezionamento del portale sul patrimonio informativo pubblico dati.governo.it) e 2.2.1 “Interventi per lo sviluppo di modelli per la gestione associata di servizi avanzati e di soluzioni tecnologiche per la realizzazione di servizi di e-government, anche in forma integrata e co-progettata”.

Va anche considerata l’importanza del PON Città Metropolitane (“PON Metro”), segnatamente dei suoi due primi Assi. Gli Assi 1 e 2 di questo PON, infatti, annoverano diversi interventi volti a rafforzare disponibilità e qualità di servizi urbani, attraverso un crescente ricorso a sistemi tecnologici e gestionali per mettere a disposizione di cittadini e imprese servizi digitali interattivi e servizi innovativi basati sulla rielaborazione e il riuso dei big data, inclusi i c.d. “government data” resi disponibili dalle Amministrazioni Pubbliche. Si fa riferimento, in particolare, alle seguenti azioni: Azione 1.1.1 Adozione di tecnologie per migliorare i servizi urbani della smart city. Azione 2.1.1 Illuminazione pubblica sostenibile (sistemi automatici di regolazione dei flussi di luce per ciascun punto luminoso basati su sensori e “pali intelligenti”). Azione 2.2.1 Infomobilità e sistemi di trasporto intelligente. La tabella 2 riporta l’insieme complessivo degli strumenti di finanziamento che, direttamente o indirettamente, risultano funzionali al paradigma “open government”. Tabella 2 – I finanziamenti pubblici per implementare il paradigma open government

Fondi/strumenti di diretta pertinenza

Fondi/strumenti complementari

Complementarità elevata Complementarità meno

elevata 1. PON Governance (FESR e FSE) 2. Programma “complementare” Governance (FSC) 3. POR FESR 4. Iniziativa ICT-enabled Public Sector innovation (Horizon 2020 – Pilastro III Societal Challenges) 5. Programma ISA2 (Interoperabilità delle Pubbliche Amm.ni)

1. PON Città Metropolitane (FESR e FSE)

2. Programma “complementare” Città Metropolitane (FSC)

3. Programma Giustizia 4. Connecting Europe Facility - Iniziativa

“Digital Services Infrastructures” 5. Programma Nazionale per la

Ricerca 2015-2020 (*)

1. Programma Interreg Europe 2. Programma Urbact

3. Iniziativa “Urban Innovative Actions”

4. Premio European Public Sector Award

5. Programmi della Cooperazione transfrontaliera

6. PON “Legalità” 7. PON “Per la scuola”

8. Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD)

(*) Il PNR 2015-2020 gestito dal MIUR presenta almeno tre aree tematiche che si legano all’efficientamento e alla digitalizzazione della PA, ossia “Cultural Heritage”, “Salute” e “Smart, secure and inclusive communities”. Inoltre, uno dei sei Programmi attuativi – il Programma Speciale per il Mezzogiorno – ha una azione specifica denominata “capacità amministrativa e social PA” (Open Data, Social PA e governance).

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Politiche pubbliche e finanziamenti per la PA digitale

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* Focus – Pilastri e azioni della “Strategia per la crescita digitale”

La Strategia per la crescita digitale 2014-2020 dell’AgID è un autentico piano pluriennale per la digitalizzazione del Paese (e, in particolare, della PA). Tale strategia - articolata in 3 pilastri e 16 azioni (v. tavola sinottica che segue) - è funzionale all’attuazione dell’Obiettivo Tematico 2 “agenda digitale” della programmazione 2014-2020 dei Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE). Essa è stata concordata con la Commissione Europea, dal momento che la presenza di “un quadro politico strategico dedicato alla crescita digitale” è la condizionalità ex ante specificamente prevista per l’Obiettivo Tematico 2 dei Fondi SIE (v. art. 19 del Reg. (UE) N. 1303/2013). Fra le varie azioni merita una menzione specifica, in questa sede, “Italia LogIn”, azione intesa a creare una nuova “piattaforma di riferimento del nuovo modo di relazionarsi fra Pubblica Amministrazione e cittadini/imprese”. Questa azione, infatti, è finanziata direttamente dal PON Governance, segnatamente dall’Azione 1.3.1 e dall’Azione 2.1.1. (il progetto Italia LogIn – Casa del cittadino è finanziato con 50 Milioni di Euro tramite un intervento “a regia” del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio). Pilastri Azioni

Azioni infrastrutturali trasversali

Sistema pubblico di connettività e predisposizione wi-fi degli uffici pubblici Digital security per la PA Razionalizzazione del patrimonio ICT, consolidamento data center e cloud computing Servizio Pubblico di Identità Digitale (SPID)

Piattaforme abilitanti

Anagrafe Popolazione Residente Pagamenti Elettronici Fatturazione elettronica PA Open Data Sanità digitale Scuola digitale Giustizia digitale Turismo digitale Agricoltura digitale

Programmi di accelerazione

Italia Login – La casa del cittadino Le competenze digitali Smart city and communities

N.B. Una precedente versione del Factsheet è disponibile sul blog http://www.bonetti4reforms.com dal Settembre 2016.