presentazione standard di powerpoint battaglia.pdfsingolo e comunità - favorire l’empowerment dei...
TRANSCRIPT
12/10/2014
1
Ce
ntro S
tu
di
INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
Giorgia Battaglia
CREA Sanità – Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità
Roma, 15 Ottobre 2014
Ce
ntro S
tu
di
PERCORSO NORMATIVO
D.Lgs. nr. 502/92 e il D.Lgs. nr. 229/99
D.Lgs. nr. 112/98 e la legge nr. 328/00 - Il sistema integrato dei servizi
sociali
D.P.C.M. 14.02.2001 - Atto di indirizzo e coordinamento in materia di
prestazioni socio-sanitarie
Accordo 08 agosto 2001 - L’accordo tra Stato e Regioni in materia di spesa
sanitaria e la legge nr. 405/01
Legge costituzionale nr. 3/01 - Le competenze regionali in materia di sanità e
di sociale. Il ruolo dello Stato e delle autonomie locali
D.P.C.M. 29.11.2001 - Definizione dei livelli essenziali di assistenza
all’allegato 1 c): Lea sociosanitari : Liveas
2013 - Linee guida sociosanitarie rivolte a persone anziane e disabili in
condizioni di fragilità
12/10/2014
2
Ce
ntro S
tu
di
DEFINIZIONE (1/2)articolo 3 septies del d.lgs. 502/92 come modificato dal d.lgs. 229/99 e
successivi
“ insieme di attività atte a soddisfare, con percorsi assistenziali integrati, bisogni di
salute della persona che richiedono unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di
protezione sociale in grado di garantire, anche nel lungo periodo, la continuità tra
le azioni di cura e quelle di riabilitazione”
Ce
ntro S
tu
di
« ..le prestazioni sociosanitarie si rivolgono a persone definite “fragili” sul piano
psico-fisico, per le quali la struttura della salute deve contenere risposte anche sotto
il profilo ambientale, familiare e delle condizioni economiche. Se gli interventi di
cura non sono adeguatamente supportati da azioni che facilitano il
mantenimento/reinserimento nell’ambiente di vita, la loro efficacia è limitata e
rimane aperto il problema dell’esclusione sociale.»
Fonte: Linee guida sociosanitarie rivolte a persone anziane e disabili in condizioni di fragilità
DEFINIZIONE (2/2)Linee guida sociosanitarie rivolte a persone anziane e disabili in condizioni di
fragilità
12/10/2014
3
Ce
ntro S
tu
di
AREE DI INTERVENTO(definite dall’art. 3 septies, comma 4, del D.Lgs.502/92 come modificato dal D.Lgs.229/99 e successivi)
materno-infantile
disabilità
anziani non autosufficienti
patologie cronico-degenerative
patologie psichiatriche
dipendenze da droga, gioco, alcool e farmaci
patologie per infezioni da HIV
patologie in fase terminale
diventa tanto più
necessaria quanto
più la vita si allunga,
la popolazione
invecchia, crescono
le cronicità e la non
autosufficienza
Ce
ntro S
tu
di
I PRINCIPI FONDAMENTALI PER LA PROCESSUALITÀ
SOCIOSANITARIA(desumibili, seppure non specificate, dal DPCM 14 febbraio 2001, art. 4, comma 3)
Valutazione multidimensionale del bisogno (sanitaria e sociale)
Unitarietà dell’intervento e del percorso assistenziale, con concorso professionale di
personale medico, infermieristico, riabilitativo e di servizio sociale professionale, OSS,
assistente familiare
Progetto personalizzato che tenga conto:
- degli obiettivi di salute da raggiungere,
- del responsabile del caso (case manager)
- della verifica delle azioni compiute sotto il profilo della qualità (valutazione
periodica) e degli esiti
12/10/2014
4
Ce
ntro S
tu
di
VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE (1/3)
«I bisogni complessi richiedono una valutazione che tenga conto di diversi aspetti,
situazione psico-fisica della persona con particolare riferimento all’autonomia
funzionale, contesto di vita e di relazione, risorse reddituali e tutto questo richiede un
approccio multidimensionale.
La valutazione multidimensionale (VMD) è un processo globale e dinamico
interdisciplinare volto a identificare e descrivere la natura e l’entità dei problemi di
carattere fisico, psichico, funzionale e relazionale/ambientale di una persona.»
Fonte: Linee guida sociosanitarie rivolte a persone anziane e disabili in condizioni di fragilità
Ce
ntro S
tu
di
VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE (2/3)
Per ottenere valutazioni oggettive che prendano in considerazione i diversi profili della persona per poter assumere
decisioni assistenziali appropriate vengono utilizzate, dalle regioni italiane, diverse scale:
Scheda SVAMA (Scheda per la Valutazione Multidimensionale dell’Adulto e Anziano), con una
declinazione anche per la disabilità definita SVAMDI) analizza tutti gli aspetti della vita della persona che
deve essere presa in carico. Composta da quattro sezioni che valutano le variabili di salute, il grado di
autosufficienza, i rapporti sociali e la situazione economica, offrendo agli operatori un quadro di
riferimento generale e completo ai fini della valutazione dello “stato qualitativo di vita” del soggetto che
chiede assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale;
la scheda AGED Plus (Assessment of Geriatric Disability), deriva dal Sistema francese AGIR, permette
una valutazione, analoga alla SVAMA, ma in maniera più semplificata e veloce analizzando 27 funzioni e
fornendo, oltre al grado di patologia/autosufficienza della persona anche i tempi di assistenza necessari
sotto il profilo medico, infermieristico e tutelare per ciascuna giornata;
Fonte: Linee guida sociosanitarie rivolte a persone anziane e disabili in condizioni di fragilità
12/10/2014
5
Ce
ntro S
tu
di
VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE (3/3)
il sistema RUG (Resource Utilisation Groups) è un sistema nato in ambito ospedaliero inglese,
che rappresenta un sistema di classificazione dei “profili medico-sociali” degli anziani, ai fini di
determinare il piano di assistenza
Core set/Protocolli ICF: (International Classification of Functioning, Disability and Health)
trattasi di liste di codici elaborate scegliendo dalla classificazione completa internazionale del
Funzionamento, della Disabilità e della Salute, intendendo come funzionamento le capacità
individuali, relazionale e ambientali che meglio descrivono la vita di una persona in relazione
alle sue condizioni di salute/autonomia.
Fonte: Linee guida sociosanitarie rivolte a persone anziane e disabili in condizioni di fragilità
E’ un sistema che in Italia è prevalentemente usato
per la disabilità; sono comunque in atto diverse
sperimentazioni che riguardano non solo il ricorso a
servizi sociosanitari, ma anche l’inserimento nella
formazione professionale e nel lavoro
Ce
ntro S
tu
di
DALLA VMD AL PAI (1/2)
Piano di Assistenza Individualizzato
Programma di lavoro formulato dall’equipe multi-professionale, costruito a partire dalle
indicazioni contenute nella VMD che in base alla valutazione dei bisogni della persona
richiedente assistenza, individua gli obiettivi raggiungibili e le prestazioni sanitarie,
sociosanitarie e sociali per raggiungerli, proponendo anche una valutazione in itinere ed ex
post per valutare i risultati conseguiti, aggiustando – se del caso- le prestazioni erogate.
Il PAI permette di valutare l’appropriatezza delle prestazioni pianificate e la loro
efficacia, unitamente ai costi.
12/10/2014
6
Ce
ntro S
tu
di
DALLA VMD AL PAI (2/2)
«..strumento di eccellenza per misurare oltre l’appropriatezza e l’efficacia
dell’intervento, anche le modalità con cui si attua la continuità assistenziale per
la persona presa in carico e quindi il grado di organizzazione sistemica
strategica delle attività sociosanitarie e la loro efficienza sotto il profilo
multidisciplinare.»
Fonte: Linee guida sociosanitarie rivolte a persone anziane e disabili in condizioni di fragilità
Ce
ntro S
tu
di
CONTINUITÀ ASSISTENZIALE (1/3)
Dalla presa in carico derivano percorsi assistenziali sanitari, sociosanitari e
sociali per setting assistenziali (domiciliari, semiresidenziali e residenziali)
12/10/2014
7
Ce
ntro S
tu
di
CONTINUITÀ ASSISTENZIALE (2/3)
Implementazione di modelli organizzativi sia a livello gestionale che
professionale, atti cioè a garantire la continuità dell’assistenza con un impiego
coordinato ed uniforme delle risorse.
Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA)
Protocolli integrati di cura (PIC)
Ce
ntro S
tu
di
CONTINUITÀ ASSISTENZIALE (3/3)
Partecipazione, formazione e
condivisione con la famiglia
Aggregazione e collaborazione degli attori
produttori di servizi sul territorio
Nuove forme di rete(sociali, familiari, territoriali)
Corretto uso degli strumenti
Monitoraggio a distanzaDomotica,
teleassistenza
Identificazione dei nuovi e reali bisogni
Consolidamento delle misure che sostengono i care giver informali e la famiglia, anche mettendo in
rete le risorse e gli interventi sulla N.A.
Implementazione delle buone pratiche, anche con percorsi di condivisione e
formazione dei professionisti
12/10/2014
8
Ce
ntro S
tu
di
LA TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI SOCIOSANITARIE (1/4) (articolo 3 septiesdel D.Lgs.502/92 come modificato dal D.Lgs.229/99 e successivi)
Prestazioni sanitarie a rilievo sociale
Prestazioni sociali a rilievo sanitario
Prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria
Ce
ntro S
tu
di
LA TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI SOCIOSANITARIE (1/4) (articolo 3 septiesdel D.Lgs.502/92 come modificato dal D.Lgs.229/99 e successivi)
Prestazioni sanitarie a rilievo sociale
Proprie dell’area medica, psicologica, infermieristica e riabilitativa che si strutturano nell’ambito
ambulatoriale, domiciliare e delle strutture diurne e residenziali
(Tra queste vi sono quelle elevata integrazione sanitaria, che per la rilevanza terapeutica sono
proprie del sistema sanitario.)
12/10/2014
9
Ce
ntro S
tu
di
LA TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI SOCIOSANITARIE (2/4) (articolo 3 septiesdel D.Lgs.502/92 come modificato dal D.Lgs.229/99 e successivi)
Tali prestazioni in relazione ai tempi e all’impegno assistenziale si articolano in:
a. trattamenti intensivi, richiedenti un elevato impegno clinico, di tipo
diagnostico, di cura e recupero, con tempi definiti, in cui sono prevalenti le
funzioni terapeutiche e riabilitative. Si effettuano in sede ospedaliera,
residenziale extraospedaliera e a domicilio;
b. trattamenti estensivi o intermedi, caratterizzati da un minor impegno
terapeutico, elevata assistenza alla persona, per la prosecuzione del processo
riabilitativo, con reinserimento sociale e con reinserimento sociale e con
programmi assistenziali di medio/lungo periodo
Ce
ntro S
tu
di
LA TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI SOCIOSANITARIE (3/4) (articolo 3 septiesdel D.Lgs.502/92 come modificato dal D.Lgs.229/99 e successivi)
Prestazioni sociali a rilievo sanitario
Azioni atte alla rimozione di ostacoli di natura sociale e assistenziale, che impediscono l’ottimizzazione
dei risultati di cura e riabilitazione.
Tali prestazioni consistono in:
- interventi di natura economica
- aiuto domestico familiare e altre forme di sostegno alla domiciliarità
- ospitalità di tipo “alberghiero” presso le strutture diurne e residenziali.
12/10/2014
10
Ce
ntro S
tu
di
LA TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI SOCIOSANITARIE (4/4) (articolo 3 septiesdel D.Lgs.502/92 come modificato dal D.Lgs.229/99 e successivi)
Prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria
Caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensità della componente sanitaria e
attengono prevalentemente alle aree materno infantile, anziani, handicap, patologie
psichiatriche e dipendenze da droga, alcool e farmaci, patologie per infezioni da HIV e
patologie in fase terminale, inabilità o disabilità conseguenti a patologie cronico-degenerative
Ce
ntro S
tu
di
I CRITERI PER CARATTERIZZARE LE PRESTAZIONI
SOCIOSANITARIE (1/2) (indicati dal DPCM 14 febbraio 2001, articolo 2, commi 2-5)
Natura del bisogno (tenendo conto degli aspetti inerenti a: funzioni
psicofisiche; natura delle attività del soggetto e relative limitazioni; modalità
di partecipazione alla vita sociale; fattori di contesto ambientale e familiare
che incidono nella risposta al bisogno e nel suo superamento)
Complessità dell’intervento assistenziale (determinata con riferimento alla
composizione dei fattori produttivi impiegati, professionali e di altra natura, e
alla loro articolazione nel progetto personalizzato)
12/10/2014
11
Ce
ntro S
tu
di
I CRITERI PER CARATTERIZZARE LE PRESTAZIONI
SOCIOSANITARIE (2/2) (indicati dal DPCM 14 febbraio 2001, articolo 2, commi 2-5)
Intensità dell’intervento assistenziale (è stabilita in base a fasi temporali
che caratterizzano il progetto personalizzato, così definite: fase intensiva; fase
estensiva; fase di lungo assistenza)
Durata dell’intervento
Ce
ntro S
tu
di
Il Distretto è garante dei percorsi sociosanitari integrati
DPCM 14 febbraio 2001 - Integrazione sociosanitaria
DPCM 29 novembre 2001 - LEA (allegato 1.C assistenza sociosanitaria)
Obiettivi prioritari di Piano 2009 (Accordo Stato-Regioni 25.03.2009)
Obiettivi prioritari di Piano 2010 (Accordo Stato-Regioni 08.07.2010)
Patto per la Salute 2010-2012 (Intesa Stato-Regioni del 3.12.2009)
Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012 (Intesa Stato-Regioni 29.04.2010)
Proposta di Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 (versione 22.11.2011)
Elaborazioni per definire il Patto per la Salute 2013-2015
Legge Balduzzi n. 189/2012 - Riordino dell’Assistenza territoriale
TUTELA DELLE PRESTAZIONI SOCIOSANITARIE (1/2)
12/10/2014
12
Ce
ntro S
tu
di
Piano Sanitario Nazionale2011-2013
Centralità delle Cure Primarie- Promuovere il benessere e affrontare i principali problemi di salute della comunità. - Prendere in carico i pazienti in modo globale e completo. - Favorire la continuità assistenziale. - Concorrere ai processi di governo della domanda. - Misurare il mantenimento e il miglioramento dello stato di salute di singolo e comunità - Favorire l’empowerment dei pazienti
Patto per la Salute 2010-2012
- un nuovo e più ampio processo dideospedalizzazione- una maggiore attenzione al sistematerritoriale- strumenti di VMD condivisi per l’accessoalle varie forme di assistenza domiciliare eresidenziale- messa a regime dei flussi informativi- organizzazione dell’assistenza
domiciliare- sviluppo delle attività dei Piani dirientro: pareggio di bilancio e garanzia deiLea
Nuovo Patto per la Salute 2013-2015
Obiettivo: migliorare la qualità e l’appropriatezza dell’assistenza e i servizi resi ai cittadini; riequilibrare l’ospedale e il territorio; assicurare l’equilibrio economico in un contesto di risorse scarse.Tra le linee di indirizzo definite dalle Regioni: • forte integrazione con il sistema socio-sanitario • sviluppo delle reti e presa in carico per la cronicità e la non autosufficienza
TUTELA DELLE PRESTAZIONI SOCIOSANITARIE (2/2)
Ce
ntro S
tu
di