quali prospettive per la business intelligence idc bidw conference – milano, 24 settembre 2003

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www.cetif.it Daniele Vanzanelli – Senior Researcher CeTIF - Università Cattolica di Milano Data Warehousing & Business Intelligence: la ricerca del Sacro Graal o la visione dell’Araba Fenice? Quali prospettive per la Business Intelligence IDC BIDW Conference – Milano, 24 settembre 2003

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Data Warehousing & Business Intelligence: la ricerca del Sacro Graal o la visione dell’Araba Fenice?. Quali prospettive per la Business Intelligence IDC BIDW Conference – Milano, 24 settembre 2003. Obiettivo dell’intervento. - PowerPoint PPT Presentation

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www.cetif.it

Daniele Vanzanelli – Senior Researcher CeTIF - Università Cattolica di Milano

Data Warehousing & Business Intelligence:la ricerca del Sacro Graal o

la visione dell’Araba Fenice?

Quali prospettive per la Business IntelligenceIDC BIDW Conference – Milano, 24 settembre 2003

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 2

Obiettivo dell’intervento

• Chiedersi CRITICAMENTE e LAICAMENTE qual’è la differenza tra il Bene ed il Male (in ambito BI/DW, beninteso!)

• Chiedersi quando il BENE e soprattutto il BENINO diventa MALE

• Far scendere Inmon e Kimball dal piedestallo

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 3

Come si DOVREBBE FARE un BIS ?Il principio dell’ENZA

• Con molta PAZIENZA• Con molta COMPETENZA• Con dei dati grande CONOSCENZA

– Struttura– Semantica– Qualità

• Con un team a bassa SENESCENZA• Con della Vision chiara EVIDENZA

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 4

Come si FA un BIS ?Il principio della DEPRESSIONE STRUTTURALE

• In FRETTA• Comprando PROGRAMMATORI• Con una preoccupazione esasperata per le

APPLICAZIONI e soprattutto per i REPORT• Riciclando competenze FUORI MERCATO• Con approcci INCREMENTALI

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 5

Data Warehouse & Data WarehousingUna roba seria !

• Un approccio strutturato e organizzato alla Business Intelligence consiste nella costruzione di un Data Warehouse

• Un’architettura di Data Warehousing è l’unico strumento che consente di gestire in maniera integrata i processi di information delivery

• Non tutti i sistemi di Business Intelligence sono oggi necessariamente basati su architetture DW,in futuro non ci saranno alternative acausa di-> CRESCENTI VOLUMI DI DATI-> TEMPI DECISIONALI RIDOTTI

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 6

Il Dw é l’Araba Fenice …

• Una creatura ideale …• … bellissima …• … perfetta …• e come tale inarrivabile ?

• NOTA DI COLORE: il DW non sirigenera da sè stesso !

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 7

… o il Sacro Graal ?

• E’ realmente esistito …• … é un simbolo di virtù, pace e grazia …• … può dare l’immortalità

• NOTA DI COLORE: il DW perfettoancorché non facile da raggiungereesiste o almeno é esistito

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 8

Il DW potrebbe essere una Chimera …

• Una creatura mostruosa …• … frutto di una maledizione …• … figlia di esseri mostruosi …• … e per di più pericolosa

• NOTA DI COLORE: il DW puòessere un pozzo senza fondocostruito con le miglioriintenzioni

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 9

… o il Minotauro !

• Una creatura mostruosa …• … frutto di una maledizione …• … destinata all’isolamento e alla

solitudine …• … crudele e insaziabile …• … che qualche coraggioso dovrà

togliere di mezzo ?

• NOTA DI COLORE:l’accanimentoterapeutico sul DW non è virtuoso

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 10

Momenti CultVisioni ridotte & semplificazioni

• ‘Dutur, calama instala el detaueraus ?’• ‘Il data warehouse serve solo per il controllo di

gestione’• ‘Sarà la tecnologia a guidare le nostre scelte

progettuali’• ‘Abbiamo fatto un data warehouse in Access’• ‘Stiamo decidendo tra Essbase e Business Objects’• ‘Cerchiamo di riutilizzare quanto fatto in altri

contesti’

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 11

Momenti CultPregiudizi

• ‘Ridondare i dati ?!? Obbrobrio !’• ‘Costa un sacco di soldi e non serve a nulla !’• ‘Con gli utenti che abbiamo bastano 4 report in

croce’• ‘Con gli strumenti di oggi possiamo fare da noi !’• ‘Preferisco qualcosa di pacchettizzato’

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 12

Come NON comprare progetti di data warehousing & business intelligence

Principio del budgetRESIDUALE

Principio del budgetDI NESSUNO

Principio dellaRISERVA

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 13

L’importante é avere le idee chiare !

APPROCCIO• Chiamare 2-3 società a casaccio (1 società di consulenza, 1

software vendor e 1 system integrator)• Chiedere un’offerta su un tema MOLTO specifico “dottore, mi

faccia il data warehouse”, “ho bisogno del controllo di gestione”, “mi installi un OLAP così facciamo reporting”

RISULTATO• 1 mela, 1 pera, 1 kiwi• ‘sel custa ?• Compriamo quello che costa meno !

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 14

Chiavi in mano

APPROCCIO• Voglio uno che mi quoti tutto insieme analisi, disegno, sviluppo e

maintenance, così riduco il rischio di overbudget• Chiedere un’offerta su un tema più o meno specificoRISULTATO• Vince chi é più alla canna del gas (e quindi quota meno)• Una volta finiti i soldi (tre scenari):

1. Scatta la caccia al colpevole (lato cliente e lato fornitore)2. Si cerca di ‘finire in fretta’ (lato fornitore) e l’accrocchio regna

sovrano -> rischio3. Vengono chiesti altri soldi e non essendoci alternative li si

ottiene -> overbudget• Alla fine in mano non si hanno le chiavi ma una colossale fregatura

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 15

Tagliare i rami secchi

APPROCCIO• Comprare il progetto all’esterno ma cercare di staffarlo il più

possibile con risorse interne per ‘risparmiare’• Eliminare dalla proposta del fornitore tutte le attività ritenute non

necessarie (p.es.: disegno base dati, definizione standard di sviluppo, analisi di dettaglio dei sistemi alimentanti, DQA)

RISULTATO• Progetto in overbudget perché:

1. Le risorse interne hanno dovuto fare altro e hanno dovuto essere rimpiazzate da risorse di consulenza (che si è tentato di non pagare e alla fine sono costate il doppio …)

2. Le attività su cui si é risparmiato devono essere comunque fatte e, se non fatte, si ripresentano con la stessa insistenza di un neonato con il pannolino sporco

• La Business Intelligence viene dichiarata ‘non strategica’

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 16

Prima di tutto la tecnologia

APPROCCIO• Effettuare una software selection sulla base di

brochures e demo• Una volta acquisita la tecnologia chiedersi con insistenza ed

una punta di preoccupazione: “Adesso cosa ci facciamo ?”• Chiamare una primaria società di consulenza e fare la

seguente domanda: “Adesso cosa ci facciamo ?”• La primaria società di consulenza chiede: “Che ve serve ?”RISULTATO• In un buon 50% dei casi la tecnologia selezionata é del tutto

o parzialmente inadatta alle esigenze degli utenti• Gli utenti (o committenti) danneggiano sistematicamente le

auto dei colleghi dell’IT nel parcheggio aziendale

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 17

Presto che é tardi

APPROCCIO• Riflettere per 2 ere geologiche sul progetto• Una volta maturata la decisione chiamare 2-3 fornitori e

dire: “Dobbiamo fare TUTTO in 2 mesi”• Gli ONESTI dichiarano: “State delirando, ci vogliono minimo

4 mesi per avere RISULTATI PARZIALI”• I DIS-ONESTI dichiarano: “Ve lo facciamo in un mese”• Indovinate chi vince ?RISULTATO• Il tempo non é galantuomo e alla fine si reclama nella sua

interezza: dopo 12 mesi ancora non si é visto niente, in compenso il budget é già triplicato a botte di 5.000 € (che danno l’illusoria sensazione di spendere poco)

• Il progetto viene stoppato e l’azienda matura la convinzione che la Business Intelligence é una ‘sola’

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 18

MEGLIO FARE DA SOLI !Possibili approcci al farsi del male

• HEGELIANO: ‘FACCIAMO TUTTO SUBITO, COSI’ E’ INTEGRATO’ (ricerca del Sacro Graal)

• ALLA ALDO, GIOVANNI & GIACOMO: ‘QUALCOSINA ADESSO, TANTO PER COMINCIARE, POI CI ATTACCHIAMO ALTRI PEZZI’ (negazione dell’Araba Fenice)

• ITALICO: ‘FACCIAMO UN PILOTA, POI LO IMPLEMENTIAMO’ (visione dell’Araba Fenice)

• PLATONICO: ‘FACCIAMO I REPORT, LA BASE DATI LA METTIAMO A POSTO POI’ (negazione del Sacro Graal)

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 19

La Legge di Beck-Brechtlein(ovvero la Quantità di Business Intelligence é un DATO)

• MI = Manageriality Index• MS = Market Structure• MC = Market Contingency• $ = sforzi, cervelli, coraggio & project mngmt

QBI = MI + MS + MC

QBI = $

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 20

Sacro Graal o Araba Fenice ?

• I sistemi di Business Intelligence sono dei veri e propri driver di cambiamento:

– dal punto di vista del business– dal punto di vista dell’organizzazione

• E’ necessario fare attenzione a non cercare di risolvere problemi non di decision support con i sistemi di Business Intelligence

• Farli bene costa, farli male costa di più• Quindi le scorciatoie non valgono (solo la via

più tortuosa e difficile porta alla vera virtù)

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 21

Domande ?

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 22

Allegati – Miti & Leggende

• L’Araba Fenice• Il Sacro Graal• La Chimera• Il Minotauro• Il principio del Budget di Nessuno• Il principio del Budget Residuale• Il principio della Riserva

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 23

L’Araba Fenice

E’ un uccello leggendario in grado di "risorgere dalle proprie ceneri".Ciò significa che la fine di un ciclo non comporta la distruzione di tutto quanto fatto, bensì è permesso ripartire da dove si era arrivati per proseguire il cammino ad un livello superiore. Il Ciclo della Fenice è l’opposto di quello del Serpente Ouroboros. Infatti mentre il Serpente si riveste dei viventi per replicare se stesso e li getta come cambiasse la pelle; la Fenice, al contrario, è l’Iniziato che domina l’energia del Serpente e la usa per replicare se stesso e per risorgere ad un gradino di vita superiore. Ci sono varie Fenici e vari sono i Cicli della Fenice. Quella che riguarda l’Anno Magico equivale all’Iniziazione di Eleusi o di Mithra (Festival dell’Equinozio) e permette di elevarsi, materialmente e spiritualmente, di un importante gradino ad ogni Anno trascorso. Per la maggior parte degli individui non c’è questa evoluzione, anzi, dopo il primo passaggio di Saturno sul Saturno Radix (circa a 28-30 anni di età) inizia una continua involuzione e uno stato di immobilità spirituale e spesso anche materiale: la fase creativa ed evolutiva della vita è praticamente finita, tutto il resto è passiva e miserabile sopravvivenza. Secondo le filosofie orientali, ma anche secondo gli Egizi e i Misteri di cui sopra, la Fenice più importante prende il volo al momento della morte, ed è quella che dovrà riuscire a compiere il volo filo al Tempio del Sole.

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 24

Il Sacro Graal

Spesso raffigurato come una magnifica coppa d’oro incastonata di pietre preziose, sarebbe forse più verosimile immaginarselo come una semplicissima coppa di legno. I Templari, nelle loro lunghe ed estenuanti crociate, avranno immaginato la coppa di Gesù Cristo come qualcosa di irraggiungibile, perciò fin dall’inizio si sono create molte fantasticherie intorno ad essa.Che cosa sappiamo di reale? Nel Nuovo Testamento ci raggiungono le parole di Gesù in modo abbastanza contorto. E’ vero che Gesù fece bere i suoi amati amici e fratelli, gli Apostoli, dalla sua coppa – ma egli non disse che con questo gesto essi avrebbero bevuto "il suo sangue" per essere così salvati in eterno (fonte di questa notizia, l’opera "Verso la Luce – un messaggio all’umanità dal mondo ultraterreno") – piuttosto egli voleva salutare in quel modo i suoi più fedeli amici. Anche la storia di Giuseppe d’Arimatea che sotto la croce avrebbe raccolto il sangue di Gesù nella stessa coppa, è mito – pura invenzione come i tanti altri "ricami" che sono stati aggiunti ai testi sacri del Cristianesimo. In effetti fu Paolo di Tarso, con la sua invenzione della dottrina dell’espiazione (che gli apostoli di Gesù non compresero né accettarono) ad inventare il valore di salvezza del "sangue" e della "carne" di Gesù. Ma questo accadde più tardi, quando il corpo di Gesù – e probabilmente anche la sua coppa – era scomparso già da molto tempo.Ma perché allora è diventato così importante e misterioso, questo Graal? Può anche darsi che la coppa di Gesù esiste ancora, da qualche parte sconosciuta. In realtà nel tempo esso è diventato un simbolo, magico nel suo significato di "salvezza" soprannaturale: basta bere dal Graal, e sei salvato per sempre! I tuoi peccati non esistono più, non ne dovrai fare i conti. Oppure, come vediamo più tardi, diventi addirittura immortale – magari altre magie sono collegate a questa coppa. E’ un simbolo – e di simboli ne abbiamo bisogno, questo ce lo confermano sia gli psicologi che gli antropologi. I simboli sono importanti per la semplice ragione che viviamo nel mondo terreno, almeno attualmente... Così, gli elementi terreni, per primi, diventano simboli: la stessa terra, l’acqua, il fuoco, l’aria. Fateci caso – quanto spesso non sognate di volare (aria), nuotare o annegare (acqua) – oppure di vedere un calmo mare di un azzurro intenso – o una casa incendiata (fuoco) , con i diversi svolgimenti che questo comporta, o infine anche di scavare nella terra, alla ricerca di chissà che cosa di perduto...

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 25

La Chimera

Suo padre fu Tifone, il cui corpo gigantesco culminava in cento teste di drago. Giace relegato sotto una delle isole vulcaniche della nostra terra (Ischia o la Sicilia), ancora fremente della rabbia che lo porto' un giorno lontano a sfidare gli dei, a cacciarli dall'Olimpo ed a ferire Zeus. Sua madre fu Echidna, la vipera, per meta' donna bellissima e per meta' orribile serpente maculato. Viveva in un antro delle terre di Lidia, cibandosi della carne degli sventurati viaggiatori.Chimera e' solo uno degli esseri mostruosi generati da Tifone ed Echidna. Suoi fratelli furono Cerbero, cane infernale dalle tre teste, la famosa Idra uccisa da Eracle, e Ortro feroce cane a due teste guardiano delle mandrie del gigante Gerione. Chimera e' la personificazione della Tempesta, la sua voce e' il tuono.

"Lion la testa, il petto capra, e drago la coda;e dalla bocca orrende vampe vomitava di foco ...

(Iliade, VI, 223-225 trad.V.Monti)

Il mito di ChimeraChimera fu allevata dal re Amissodore e per lunghi anni terrorizzo' le coste dell' attuale Turchia, seminando distruzioni e pestilenze. Fu Bellerofonte, eroe da molti ritenuto figlio del dio Poseidone, a fermare le scorribande del mitico mostro. Con l'aiuto di Pegaso Bellerofonte riusci a sconfiggere Chimera con le sue stesse, terribili, armi, infatti "...non c'era freccia o lancia che avrebbe presto potuto ucciderla." 1 Allora Bellerofonte immerse la punta del giavellotto nelle fauci della belva, il fuoco che ne usciva sciolse il piombo che uccise l'animale. Come gia' aveva fatto Perseo con Medusa, anche Bellerofonte abilmente seppe sconfiggere la creatura facendo si' che la sua forza si ritorcesse contro di lei.

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Il Minotauro

Il mito del minotauro inizia a Tiro, città di cui era re Agenor, figlio di Poseidone e della mortale Libia.Poseidone si sposò Libia e da questa unione nacque Europa, una fanciulla particolarmente bella e pura di cui Zeus s'innamorò perdutamente.Da questa unione nacquero tre figli. Uno di questi era Minosse, famoso per la sua severità e giustizia, che regnò su Creta e e fu signore del mare. Minosse chiese a Poseidone, dio del mare, di mandargli un toro. Ricevere questo toro dal dio era la prova che l'Olimpo approvava il suo regno. In effetti, Poseidone mandò il toro, un toro di un bianco stupefacente, destinato ad essere sacrificato. Ma Minosse affascinato dalla sua bellezza non lo sacrificò; la sua forza era tale che il re di Creta, pieno di ammirazione, decise di utilizzarlo come toro da monta per i suoi greggi.Quando Poseidone lo venne a sapere, al fine di punire Minosse, non solo convertì il bel toro in un animale pericoloso ma fece anche in modo che Pasifae, moglie di Minosse, s'innamorasse del toro e si unisse a lui. Fu da questa unione che nacque il Minotauro, un mostro con il corpo di uomo e la testa di toro. Un mostro pericoloso e al tempo stesso di così alta stirpe, un pericolo da scongiurare che minacciava la pace ed il benessere del regno. Così Minosse lo rinchiuse in un palazio la cui costruzione affidò ad un architetto ateniese di nome Dedalo il quale, iniziato da Atenea a tutte le invenzioni dell'arte e dell'industria, costruì un palazzo a forma di labirinto - il labirinto di Cnosso: doveva essere un inestricabile susseguirsi di camere, corridoi, sale, finti ingressi e finte porte, un luogo dove perdersi e da cui fosse impossibile uscire.Più tardi,anche l'ateniese Dedalo vi fu rinchiuso col figlio Icaro, e poté fuggire soltanto costruendosi delle ali fatte di penne e cera inventando così l'arte del volo. Racconta la leggenda che Icaro volò tropo vicino al sole, le ali si sciolssero ed egli cadde in quel mare, che presumibilmente da lui fu chiamato Icario. Soltanto Dedalo si salvò.Il figlio di Minosse, Androgeo, giunse ad Atene per misurarsi con i giovani ateniesi nei giochi tauromachici, ma rimase ucciso dal toro di Maratona. Suo padre, pazzo di dolore, si strappò la corona dalla fronte accusando gli ateniesi di quell'omicidio, la morte di Androgeo doveva portare loro sfortuna e da lì in poi dovettero pagare un orribile tributo: ogni nove anni Minosse esigeva che mandassero a Creta quattordici sudditi ateniesi, sette fanciulli e sette fanciulle vergini in pubertà, che sparivano nel labirinto sacrificate al Minotauro.Quando Teseo vinse il toro di Maratona, erano già passati diciotto anni e Minosse stava per scegliere, per la terza volta, la schiera del sacrificio. Secondo la narrazione più antica, Teseo sarebbe andato a Creta con la sua nave o con quella di suo padre per evitare un'altro inutile sacrificio, ossia per uccidere il minotauro. Era partito con le vele nere ma suo padre gliene aveva data anche una bianca che avrebbe dovuto essere issata se Teseo fosse ritornato vittorioso.In tutte le narrazioni, Teseo fu ricevuto a Cnosso da una figura di donna gentile, forse una dea come Anfitrite. Ma quando questi volle entrare spontaneamente nel labirinto, Arianna (nipote di Elio e Zeus, figlia di Minosse e Pasifae), signora del labirinto, ebbe pietà di lui e, per amore del giovane ateniese, tradì il proprio fratello, il Minotauro. Non ci sono narrazioni di come Teseo riuscì ad ottenere il dono da Arianna, che doveva assicurargli l'uscita dal labirinto; un disegno molto antico la rappresenta filando e mentre gli consegna il fuso col filo. L'astuta ragazza sugerì a Teseo di fissare il capo del filo all'architrave dell'entrata del labirinto e di tenersi il gomitolo in mano senza perderlo mai, poiché gli sarebbe servito a trovare la via di uscita.Il Minotauro dormiva nella parte più interna del labirinto. Teseo doveva afferrarlo per le sopracciglia e sacrificarlo a Poseidone. Con una mano si afferrarono a vicenda, e infine Teseo trafisse mortalmente il Minotauro. Egli appare vittorioso alla porta dell'edificio sotterraneo senza portare con se il Minotauro ucciso, dove viene accolto festosamente dai fanciulli ateniesi scampati al sacrificio.Teseo salì sulla nave con Arianna e durante la notte presero la via del ritorno, portando con sé anche i giovani ateniesi. Teseo aveva promesso di corrispondere all'amore di Arianna sposandola una volta vinto il Minotauro. Consumarono il loro amore nella nave, ma prima dell'alba Teseo volle scendere a terra, e sbarcarono nell'isola di Dia, l'attuale Nasso. Dioniso apparve in sogno a Teseo e lo minacciò se non gli avesse ceduto Arianna. Egli si svegliò spaventato e la lasciò sull'isola immersa nel sonno. Quella stessa notte ella fu portata da Dioniso sul monte Drios, e scomparvero entrambi.Teseo proseguì con i giovani in direzione di Delo, dove ballò una danza che imitava le sinuosità del labirinto. Ma nella confusione di emozioni per la perdita di Arianna, si dimenticò di cambiare le vele nere con quella bianca. Egeo che attendeva il ritorno del figlio dall'alto delle mura, vide dall'Acropoli le vele nere che la nave portava alla partenza. Così, scorgendo quel segno di sventura, disperato, si uccise gettandosi in quel mare che da lui prese il nome.

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 27

Il principio del Budget di Nessuno

• Secondo questo principio l’investimento richiesto per i progetti di data warehousing e business intelligence non esiste perché:

“è un problema dell’IT”

• mentre l’IT, con fine linguaggio tecnico:

“sono cavoli degli utenti”

• Se vince il business vedi ‘Principio del Budget Residuale’, se vince l’IT vedi ‘Principio della Riserva’

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 28

Il principio del Budget Residuale

• Secondo questo principio l’investimento richiesto per i progetti di data warehousing e business intelligence viene calcolato nel seguente modo:

BDW = BIT – ΣBPU – ΣBPI – ΣBPPC

• Dove:– BDW = budget dw– BIT = budget IT– BPU = budget progetti utili– BPI = budget progetti ininfluenti– BPPC = budget progetti ‘politically correct’ (o ‘strategici’)

• NOTA: il principio del Budget Residuale viene applicato EX-ANTE

Daniele Vanzanelli – Università Cattolica di Milano 29

Il principio della Riserva

• Secondo questo principio l’investimento richiesto per i progetti di data warehousing e business intelligence viene calcolato nel seguente modo:

BDW = BAF – ΣSC – ΣAPR – ΣAPF - ΣRR

• Dove:– BDW = budget dw– BAF = budget annuale di funzione– SC = spese correnti– APR = ammortamento progetti riusciti– APF = ammortamento progetti falliti– RR = riaddebito rompiscatole (AFC, IT, DG, R&D, etc.)

• NOTA: il principio della Riserva viene applicato EX-POST