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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it SAN MARINO Domenica vota per entrare nella Ue Ponziano a pag. 12 DE MAGISTRIS È il sindaco meno amato Gioventù a pag. 11 PER I SOCIALISTI Il ministero Esteri in Germania vale poco Giardina a pag. 16 IN EDICOLA CON * con guida «Antiriciclaggio» a € 6,00 in più; con guida «La nuova mediazione obbligatoria» a € 5,00 in più Nuova serie - Anno 23 - Numero 246 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Giovedì 17 Ottobre 2013 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,40 Francia € 2,50 90 secondi La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20) Srl - Nell’utile l’intero am- montare della plusvalenza per restare fuori dalla disci- plina delle società in perdita Poggiani a pag. 36 Imu - Il decreto legge al Se- nato il 23 ottobre. La prima rata va in soffitta Migliorini a pag. 37 Professioni - Intesa Cup- Funzione pubblica: gli Or- dini scendono in campo per alleggerire la burocrazia Pascucci a pag. 38 su www.italiaoggi.it Documenti/1 - La bozza di disegno della legge di Stabi- lità 2014 Documenti/2 - Condomini, rendite cata- stali, somme a ruolo: le ri- sposte del Mef alle interroga- zioni parlamentari IL Giornale dei professionisti * * * Detrazioni fiscali falcidiate La legge di Stabilità prevede la revisione dei bonus su mutui, spese mediche ecc. Finirà che quest’anno il risparmio fiscale scenderà dal 19% al 18. E dall’anno prossimo al 17 Detrazioni fiscali e crediti d’imposta verso il taglio. Retroattivo. Sulle tax expenditures il governo avrà tempo sino a fine gennaio per mettere a punto interventi calibrati, vale a dire voce per voce. Se non ci riuscirà, scatteranno i tagli lineari. In questo caso, gli sconti Irpef sugli oneri pre- visti dall’articolo 15 del Tuir passe- ranno dall’attuale 19 al 18% già per quest’anno e al 17% per il 2014. Dal- le spese mediche agli interessi pas- sivi sui mutui, dalle spese funebri ai costi per la frequenza di scuole secondarie e università, senza tra- lasciare i premi assicurativi sulla vita e le erogazioni liberali. È quan- to prevede la bozza di legge di Sta- bilità 2014 approvata martedì dal consiglio dei ministri. Ed entro il 31 gennaio 2014, Palazzo Chigi sarà chiamato anche a fare ordine tra i diversi crediti d’imposta attualmen- te vigenti. In assenza dell’adozione del Dpcm, il Mef stabilirà la ridu- zione del 25% degli stanziamenti relativi ai crediti d’imposta. Stroppa a pag. 29 IN EUROPA Ecco spiegato come Google paga solo il 5% di imposta sui redditi LAEFFE Il canale tv della Feltrinelli diventerà più popolare Dian a pag. 35 Plazzotta a pag. 21 Do - r s a sp all «Di certo non si può dire, com’è successo nel caso di Gheddafi, che un uomo è un assassino e poi, sulla base di questa affermazione, assassinarlo. Gheddafi meritava di essere giudicato dal suo popo- lo, ma in tribunale». E poi ancora: «Quanto all’intervento armato di Francia, Inghilterra e Usa contro la Libia, credo che, se ci si vuole sbarazzare di un regime, bisogna prima preparare un’alternativa, altrimenti il risultato è il caos, come si può ben constatare oggi in Libia». Chi dice queste parole è Cècilia Ciganier, già moglie di Nicholas Sarkozy e sicuramente più intelligente dell’ex marito. Per Cècilia «oggi la Francia sembra un paese dove si è spenta la luce. Sta diventando un museo, o uno spac- cio di formaggi. E questo per colpa delle élite, non certo dei francesi che sono pronti a risvegliarsi». DIRITTO & ROVESCIO Legge di Stabilità 2014: le novità più importanti LAVORATORI E FAMIGLIE Detrazione Irpef dipendenti Elevate le detrazioni Irpef per lavoro dipendente per i redditi fino a 55 mila euro. Massimo vantaggio, pari a 14 euro in più in busta paga, per un dipendente con 15 mila euro di reddito annuo Proroga bonus ristrutturazioni Confermata la detrazione Irpef dei costi di ristrutturazione edilizia: aliquota pari al 50% nel 2014 e al 40% nel 2015. Dal 2016 si tornerà al 36% Confermata la detrazione per le spese di riqualificazione energetica, con aliquota al 65% nel 2014 e al 50% nel 2015. Dal 2016 lo sconto iscale scenderà al 36% La detrazione fiscale del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici viene confermata con le attuali regole anche per il 2014 IMPRESE Deduzione Irap nuovi assunti Possibilità per le imprese che assumono nuovi lavoratori a tempo indeterminato di dedurre ai ini Irap il costo del dipendente ino a 15 mila euro annui Rivalutazione beni di impresa e partecipazioni Possibilità per le imprese di rivalutare il costo iscale di beni strumentali e partecipazioni iscritte in bilancio al 31 dicembre 2012 con imposta sostitutiva pari al 16% per i beni ammortizzabili e al 12% per i beni non ammortizzabili Imposta di bollo dossier titoli Incremento dallo 0,15% allo 0,2% dal 1° gennaio 2014 del prelievo iscale sul valore degli strumenti finanziari diversi dai conti correnti Riordino tax expenditures Revisione delle detrazioni iscali Irpef del 19% previste dall’articolo 15 del Tuir. Si riferiscono a detrazioni per mutui, spese mediche, università ecc. PENSIONI Blocco indicizzazione pensioni Blocco della rivalutazione automatica delle pensioni sopra i 3 mila euro al mese per il triennio 2014-2016 Contributo di solidarietà Nuovo «ticket» di solidarietà sulle pensioni superiori ai 100 mila euro: si pagherà il 5% sulla quota eccedente ino a 150 mila euro, il 10% sulla quota ino a 200 mila e il 15% sull’importo al di sopra di tale soglia IMPOSTE LOCALI Service tax: Tasi e Tari Istituzione della Trise, la nuova tassa sui servizi comunali che per l’abitazione principale sostituirà Imu e Tares. La nuova Service tax avrà due componenti. La Tari (riiuti) sarà calcolata in base ai metri quadrati, o sull’effettiva quantità di riiuti conferita e sarà a carico di chi occupa l’immobile. La Tasi (servizi indivisibili offerti dai comuni) sarà calcolata sul valore catastale. A pagarla saranno i proprietari e per una piccola quota, tra il 10 e il 30%, anche gli inquilini €1,20 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

SAN MARINODomenica vota per entrare nella Ue Ponziano a pag. 12

DE MAGISTRISÈ il sindaco meno amato Gioventù a pag. 11

PER I SOCIALISTIIl ministero Esteri in Germania vale pocoGiardina a pag. 16

IN EDICOLA

CON

* con guida «Antiriciclaggio» a € 6,00 in più; con guida «La nuova mediazione obbligatoria» a € 5,00 in più

Nuova serie - Anno 23 - Numero 246 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano

Giovedì 17 Ottobre 2013 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,40 Francia € 2,50

90 secondiLa rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class t v Msnbc ,

canale 27, ore 20)

Srl - Nell’utile l’intero am-montare della plusvalenza per restare fuori dalla disci-plina delle società in perdita

Poggiani a pag. 36

Imu - Il decreto legge al Se-nato il 23 ottobre. La prima rata va in soffitta

Migliorini a pag. 37

Professioni - Intesa Cup-Funzione pubblica: gli Or-dini scendono in campo per alleggerire la burocrazia

Pascucci a pag. 38

su www.italiaoggi.itDocumenti/1 - La bozza di disegno della legge di Stabi-lità 2014

Documenti/2 - Condomini, rendite cata-stali, somme a ruolo: le ri-sposte del Mef

alle interroga-zioni parlamentari

IL Giornale dei

professionisti* * * Detrazioni fiscali falcidiate

La legge di Stabilità prevede la revisione dei bonus su mutui, spese mediche ecc. Finirà che quest’anno il risparmio fiscale scenderà dal 19% al 18. E dall’anno prossimo al 17

Detrazioni fiscali e crediti d’imposta verso il taglio. Retroattivo. Sulle tax expenditures il governo avrà tempo sino a fine gennaio per mettere a punto interventi calibrati, vale a dire voce per voce. Se non ci riuscirà, scatteranno i tagli lineari. In questo caso, gli sconti Irpef sugli oneri pre-visti dall’articolo 15 del Tuir passe-ranno dall’attuale 19 al 18% già per quest’anno e al 17% per il 2014. Dal-le spese mediche agli interessi pas-sivi sui mutui, dalle spese funebri ai costi per la frequenza di scuole secondarie e università, senza tra-lasciare i premi assicurativi sulla vita e le erogazioni liberali. È quan-to prevede la bozza di legge di Sta-bilità 2014 approvata martedì dal consiglio dei ministri. Ed entro il 31 gennaio 2014, Palazzo Chigi sarà chiamato anche a fare ordine tra i diversi crediti d’imposta attualmen-te vigenti. In assenza dell’adozione del Dpcm, il Mef stabilirà la ridu-zione del 25% degli stanziamenti relativi ai crediti d’imposta.

Stroppa a pag. 29

IN EUROPA

Ecco spiegato come Google

paga solo il 5% di imposta sui redditi

LAEFFE

Il canale tv della Feltrinelli

diventerà più popolare

Dian a pag. 35

Plazzotta a pag. 21

Do- rsasp

all

«Di certo non si può dire, com’è successo nel caso di Gheddafi , che un uomo è un assassino e poi, sulla base di questa affermazione, assassinarlo. Gheddafi meritava di essere giudicato dal suo popo-lo, ma in tribunale». E poi ancora: «Quanto all’intervento armato di Francia, Inghilterra e Usa contro la Libia, credo che, se ci si vuole sbarazzare di un regime, bisogna prima preparare un’alternativa, altrimenti il risultato è il caos, come si può ben constatare oggi in Libia». Chi dice queste parole è Cècilia Ciganier, già moglie di Nicholas Sarkozy e sicuramente più intelligente dell’ex marito. Per Cècilia «oggi la Francia sembra un paese dove si è spenta la luce. Sta diventando un museo, o uno spac-cio di formaggi. E questo per colpa delle élite, non certo dei francesi che sono pronti a risvegliarsi».

DIRITTO & ROVESCIO

Legge di Stabilità 2014: le novità più importanti

LAVORATORI E FAMIGLIE

Detrazione Irpef

dipendenti

Elevate le detrazioni Irpef per lavoro dipendente per i redditi fino a 55 mila euro. Massimo vantaggio, pari a 14 euro in più in busta paga, per un dipendente con 15 mila euro di reddito annuo

Proroga bonus ristrutturazioni

Confermata la detrazione Irpef dei costi di ristrutturazione edilizia: aliquota pari al 50% nel 2014 e al 40% nel 2015. Dal 2016 si tornerà al 36%

Confermata la detrazione per le spese di riqualif icazione energetica, con aliquota al 65% nel 2014 e al 50% nel 2015. Dal 2016 lo sconto i scale scenderà al 36%

La detrazione fiscale del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici viene confermata con le attuali regole anche per il 2014

IMPRESE

Deduzione Irap nuovi assunti

Possibilità per le imprese che assumono nuovi lavoratori a tempo indeterminato di dedurre ai i ni Irap il costo del dipendente i no a 15 mila euro annui

Rivalutazione beni di

impresa e partecipazioni

Possibilità per le imprese di rivalutare il costo i scale di beni strumentali e par tecipazioni iscritte in bilancio al 31 dicembre 2012 con imposta sostitutiva pari al 16% per i beni ammortizzabili e al 12% per i beni non ammortizzabili

Imposta di bollo dossier

titoli

Incremento dallo 0,15% allo 0,2% dal 1° gennaio 2014 del prelievo i scale sul valore degli strumenti finanziari diversi dai conti correnti

Riordino tax expenditures

Revisione delle detrazioni i scali Irpef del 19% previste dall’articolo 15 del Tuir. Si riferiscono a detrazioni per mutui, spese mediche, università ecc.

PENSIONI

Blocco indicizzazione

pensioni

Blocco del la r ivalutazione automatica delle pensioni sopra i 3 mila euro al mese per il triennio 2014-2016

Contributo di solidarietà

Nuovo «ticket» di solidarietà sulle pensioni superiori ai 100 mila euro: si pagherà il 5% sulla quota eccedente i no a 150 mila euro, il 10% sulla quota i no a 200 mila e il 15% sull’importo al di sopra di tale soglia

IMPOSTE LOCALI

Service tax: Tasi e Tari

Istituzione della Trise, la nuova tassa sui servizi comunali che per l’abitazione principale sostituirà Imu e Tares. La nuova Service tax avrà due componenti. La Tari (rii uti) sarà calcolata in base ai metri quadrati, o sull’effettiva quantità di rii uti conferita e sarà a carico di chi occupa l’immobile. La Tasi (servizi indivisibili offerti dai comuni) sarà calcolata sul valore catastale. A pagarla saranno i proprietari e per una piccola quota, tra il 10 e il 30%, anche gli inquilini

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2 Giovedì 17 Ottobre 2013 I C O M M E N T I

Fabio Fazio, che conduce il program-ma Che tempo che fa su Rai-

Tre, è pagato a peso d’oro: in tre anni, porterà a casa 5,4 milioni di euro per tre ore e mezzo di trasmissione alla settimana ma solo per otto mesi l’an-no. La cifra non è stata smentita. Ma nemmeno confermata. Fazio infatti ha detto: «Nel mio contratto con la Rai c’è il vincolo della riservatezza». Questa clausola è vera ma anche inaccettabile. La Rai, pur essendo una spa, è infatti anche una società a proprietà pubblica che vive di un canone obbligatorio che viene esatto, con la violenza di un prelievo fiscale, indi-pendentemente dal reddito del telespet-tatori. La Rai quindi deve essere una casa di vetro. Non solo ai sensi della legge ma anche della decenza.

La seconda affermazione fatta da Fazio è che lui paga tutte le tasse che deve. Così come le pagano tutti coloro che hanno contratti come il suo e anche i co.co.co., e pure i pensiona-ti. A questi ultimi poi, oltre a dover pagare obbligatoriamente il canone tv, se percepiscono più di 1.490 euro lordi al mese (lordi , dico!), è stato tolto anche l’adeguamento infl azio-nistico.

La terza affermazione di Fazio

è che il suo compen-so viene pagato dagli inserzionisti pubbli-

citari che sono attirati dalla sua tra-smissione. In difesa di Fazio, e bran-dendo questo tema, si sono mossi i grandi giornali che però non tengono conto dei fatti. Fazio non genera lui la pubblicità. La genera la collocazione della sua trasmissione, la promozio-ne che ne fa la Rai. Quale sarebbe il suo appeal personale, in termini di audience (e quindi di richiamo pub-blicitario), se la sua trasmissione an-dasse in onda su un canale tematico digitale Rai? O su una sindacation di tv locali? Probabilmente molto bassa.

Solo Michele Santo-ro, nell’intera storia della tv italiana (e probabilmente mon-diale), ha dimostrato di avere un appeal proprio. Ricordo che quando, per mano-

vre politiche, Enzo Biagi fu rimosso dal suo Fatto venne precipitosamente sostituito in fretta e furia da condut-tori sconosciuti e improvvisati che ebbero la stessa audience di Biagi, a dimostrazione che, in tv, vale la fascia oraria e il canale.

Ultima domanda: perché la Rai non si forma molti Fazio (ce ne sono, di già formati, anche fra i suoi di-pendenti) da utilizzare con compensi meno allucinanti?

© Riproduzione riservata

L’onorario di FabioFazio rilancia un

vero problema

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

I supercompensidelle star della Rai

DI EDOARDO NARDUZZI

L’ultima legge di sta-bilità, quella appe-na approvata dal governo, certifica

definitivamente l’impossi-bilità italiana di tagliare la spesa pubblica corrente. Nel funzionamento della macchina pubblica i circa 800 miliardi annui di spesa corrente sono tutti produtti-vi e tutti indispensabili alle esigenze di funzionamento dell’economia italiana. Ta-gliarne anche solo il 3 o il 4% è impossibile.

Il messaggio che il secon-do governo di larghe intese, dopo quello Monti, manda ai mercati fi nanziari interna-zionali è di una negatività assoluta: lobbies e debolezza politica impediscono all’Ita-lia di ridefi nire i meccanismi di formazione della sua spe-sa corrente annua e la con-dannano a una traiettoria di sottosviluppo. Come può, del resto, un investitore credere che, una spesa corrente pen-sata per mantenere un’or-ganizzazione defi nita per la produttività e le tecnologie

di qualche decennio fa, possa essere ritenuta ancora valida e immodifi cabile oggi? Ovvio che interpreta l’impossibilità italiana alla spending review come un’impossibilità rifor-matrice del Belpaese per liberare risorse da capitoli

di spesa datati e poco remu-nerativi o utili e impiegarle meglio altrove. L’Italia è in-trappolata nella sua spesa pubblica corrente irrifor-mabile e si ritrova con una pressione fi scale stabilmente sopra il 43% per fi nanziare una macchina pubblica tra le meno produttive tra tut-te quelle dei paesi avanzati e dalla qualità media più ti-pica di quella di un paese in via di sviluppo che non della p.a. tedesca o canadese. Una trappola che condanna l’Italia alla non crescita e la rende un mercato non appetibile per i capitali internazionali alla ri-

cerca di buoni rendimenti.Certo, il governo di larghe

intese si difenderà dicendo che ha appena nominato Carlo Cottarelli, dirigente del Fmi, commissario alla spending review. Ma già tutti sanno che questa è la classica nomina per prendere tempo, per rinviare il problema in avanti come è già avvenu-to nel governo Monti con il commissario Enrico Bondi. La verità, purtroppo, è ama-rissima: neppure le coalizioni con maggioranze amplissime in Parlamento e i ministri tecnici in serie, Monti, Grilli, Saccomanni, con altisonanti curriculum di esperienze nel-le istituzioni internazionali riescono a cavare un ragno dal buco della spesa corren-te italiana. Il risultato è una lenta agonia dell’economia italiana. I fattori produttivi più competitivi e preparati vanno a cercare all’estero la loro realizzazione e l’Italia ri-mane un paese irriformabile con il quale la stragrande maggioranza degli investitori globali preferisce non avere niente a che fare.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

Il ddl di stabilità certii ca che tagliare la spesa è impossibile

DI MARCO BERTONCINI

Si torna indietro. Negli ultimi giorni il Pdl rivive divisioni, angosce, liti che sfi orarono la scissione. Di nuovo si tratta della sfi-ducia al governo, ancora una volta motivata con le forzature tassatorie di Enrico Letta & C., non più riferite all’Iva ma alla leg-ge di stabilità. Dietro la motivazione di facciata c’è (e siamo alla ripetizione del già visto) la reazione psicologica, prima che po-litica, di Silvio Berlusconi. Non si possono fare accor-di con i propri carnefi ci, è la sintesi del pensiero del Cav, ritornato a mettere in primo piano la propria de-cadenza da parlamentare collegata con l’insofferenza verso il Pd, di nuovo pronto a impallinarlo.

Quel che fa veramente specie è considerare che nulla di nuovo, in buo-na sostanza, si prospetta quanto a riflessioni poli-tiche. Come un mese fa, come due settimane fa, se il Pdl decidesse (meglio: se

il Cav imponesse al pro-prio partito) di affondare la nave governativa, nes-suno scommetterebbe su urne immediate. Semmai, ricordando quanto il capo dello stato riafferma (da ultimo parlando ai cavalie-ri del lavoro), cioè l’urgen-za di approvare la riforma elettorale, è scontato che si andrebbe a un governo a termine, di scopo, limitato, con il dichiarato obiettivo di sopprimere il porcellum. Che cosa ne ricaverebbe il centrodestra?

Non è finita. Sarebbe possibile che la crisi fosse pagata con un abbandono del Pdl da parte di alcuni parlamentari. Non importa se non fossero molti: quel che rileva è che si trat-terebbe di una nuova di-sgregazione del movimen-to. Il precedente di Fini è esemplare: quand’anche le urne fossero inclementi, il danno politico e partitico sarebbe rilevante. Perché mai, allora, continua fra i berlusconiani il rovello sul-la sfi ducia?

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

L’Ira funesta del CavPdl verso la scissione

Il Belpaese condannato

a un inesorabile declino

Fabio Fazio, host of the programme « Che tem-po che fa” on RaiTre, is paid handsomely: in th-

ree years he will have cashed in 5.4 million euros for three and a half hours of show per week, but only for eight months a year. The number has never been denied. But hasn’t been confirmed either. Fazio said:»There is a confiden-tiality clause in my contract with Rai.» This clause is true but also unacceptable. De-spite being a pu-blic company Rai is also a State controlled company that lives thanks to a mandatory subscrip-tion which is cashed through a violent fiscal withdrawal, regar-dless of the audience’s income. Rai must be a house of glass. Not only according to law but also according to decency.

The second statement made by Fazio is that he pays all the taxes he has to. As do all of those who have a contract like his, and those with a co.co.co contract and even pensioners.

The latter, other than having to pay the tv subscription, have been deprived of the inflationary adjustment if they receive more than 1,490 euros, before taxes

(before taxes!).

Fazio’s third statement is that his salary is paid by ad-vertising attracted by his show. In defense of Fazio, and waving this theme, big newspapers made noise, but they did not take facts into account. Fazio does not generate advertising. It is generated by his show’s pro-

gramming, and its promotion by Rai. What would h i s p e r s o n a l appeal be if, in audience terms

(thus advertising appeal) if his show were on one of Rai’s thema-tic channels? Or on a syndicated local tv? Only Michele Santoro, in the whole history of Italian tv ( and probably of the world) has demonstrated that he has an ap-peal. A reminder: when Ezio Bia-gi was removed through political maneuvering from his «Fatto,» he was promptly substituted by unk-nown hosts who had the same au-dience share, demonstrating that time and channel matter most.

Last question: why doesn’t Rai train many Fazios (there are many among his employees, of which some are already trained) to use with less hallucinating salaries?

IMPROVE YOUR AMERICAN ENGLISH

The super salariesof Rai stars

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4 Giovedì 17 Ottobre 2013 P R I M O P I A N OPure il Pd vuole di più. Negazionismo, niente legge sprint. Gli Usa evitano il default

Legge di stabilità, tutti scontentiSindacati allo sciopero, industriali critici, Pdl divisoDI ALESSANDRA RICCIARDI

Il day after non è affatto scontato. Dopo i messaggi ottimistici giunti dalla con-ferenza stampa di Enrico

Letta per gli scansati tagli alla sanità, la legge di Stabi-lità, provvedimento a ieri an-cora da ufficializzare, è stata subissata dalla critiche. Dai sindacati, che, anche se con qualche distin-guo, si dicono pronti allo sciopero generale. Dagli industriali, che la ritengono «timida» sul fronte della riduzione del cuneo fiscale. Da una parte del Pdl, quei falchi alla Sandro Bondi che parlano di nuove tasse in arrivo, mentre le colombe, a partire dal vicepremier Angelino Alfano, di-fendono la manovra. E in qualche misura pure dal Pd che la ritiene «migliorabile». Per fi-nire, anche dal senato-re a vita Monti, che da premier lo scorso anno firmò la sua di legge di stabilità, e che oggi dice che la manovra del governo Letta non gli piace proprio, «come Scelta civica abbiamo molte perples-sità, ma aspettiamo di leggere il testo definitivo». La sensa-zione è che la manovra vera sarà scritta in parlamento, fatto salvo il saldo finale che dovrà restare inalterato. E che in quella sede la maggioranza dovrà trovare il suo equilibrio. Intanto Bankitalia indica la ri-presa da fine 2013. E lo spread tra titoli italiani e tedeschi è ai minimi: sotto quota 230.

Maggioranza agitata, nuovo scontro nel Pdl

«Di questa stabilità l’Italia può morire. Si tratta di un provvedimento che non aiuta l’economia a crescere e che pre-vede un aumento consistente delle tasse per ora abilmente camuffate», attacca il coordi-natore del Pdl, Bondi. Mentre Daniele Capezzone parla di «impianto generale conserva-tivo e deludente» e Raffaele Fitto critica la manovra per-ché «priva dello choc positivo che era ed è necessario al Pa-ese». Alfano difende l’operato del governo: «La legge di sta-bilità non mette le mani nelle tasche degli italiani. Anzi per la prima volta dopo molti anni la pressione fi scale sui citta-dini, famiglie e imprese dimi-nuirà». E anche sulla nuova service tax, Alfano chiarisce: «Pesa meno dell’Imu». Il presi-dente dei deputati Pdl Renato Brunetta si congratula con il ministro della Salute, Beatri-ce Lorenzin, per aver evitato tagli alla sanità.

Dice Fabrizio Cicchitto: il

provvedimento è «equilibrato» e non giustifi ca «i toni da ultima spiaggia», usati da alcuni colle-ghi di partito, «che tradiscono solo l’ossessione di riproporre ad ogni occasione la caduta di questo Governo». Insomma, tra lealisti e governisti, falchi e colombe, lo scontro prosegue senza esclusioni di colpi.

Ma pure dalle parti del

centrosinistra i toni non sono tranquillizzanti. Il nodo prin-cipale riguarda il taglio del cuneo fi scale, su cui sono stati sollevati dubbi. Il segretario del Pd Guglielmo Epifani inter-viene per dare la linea uffi ciale del partito: «Credo che sia una manovra che vada apprezzata e credo che possa essere miglio-rata nel passaggio parlamenta-re e anche nel corso dell’anno». Le risorse messe in campo, «pur prevedendo interventi sul cuneo fi scale e sulla riduzione delle tasse sul lavoro, non sono quelle che ci si aspettava, specie da parte di sindacati e imprese. Da questo punto di vista è ne-cessario il lavoro parlamentare per destinare queste risorse nel modo socialmente ed economi-camente più profi cuo».

Sindacati tentati dallo sciopero, imprese tiepide

Solo un mese fa i sindacati avevano sottoscritto un accordo unitario per delineare le prio-rità della manovra (dal fi sco alla politica industriale) e per sostenere l’azione del governo. «Bisogna cambiare questa leg-ge di stabilità. Decideremo tut-te le cose utili per questo fi ne», ha detto ieri il segretario della Cgil Susanna Camusso. Lo sciopero? «Non lo escludo, ma è giusto prima parlarne con Cisl e Uil, abbiamo una piattaforma unitaria, nelle prossime ore ve-dremo come trasformare una mobilitazione in tutte le forme utili a sostenere la nostra piat-taforma». Appello subito rece-pito dal leader della Uil, Lui-gi Angeletti: «Siamo pronti a

proteste molto forti ed anche allo sciopero contro le misure della legge di stabilità che ri-guardano il pubblico impiego: dal blocco dei contratti a quello del turn over, dal taglio degli straordinari alle misure sulla liquidazione». Più cauto il giu-dizio del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni a cui pre-me notare: «Dopo anni e anni

è la prima volta che invece di caricarci di tasse c’è addirittura un segno positivo». Quel che è certo è che l’idea dello sciope-ro non piace agli industriali: «Con gli scioperi non risolve-remo nessun problema», dice il presidente di Confi ndustria, Giorgio Squinzi, che però concorda: «Il provvedimento nei numeri manca di coraggio, non incide realmente sul costo del lavoro. Noi avevamo indica-to come priorità assoluta il cu-neo fi scale». E pure l’ex premier Mario Monti punta il dito con-tro: «La legge di stabilità è timi-da per quanto riguarda la ridu-zione delle tasse, necessaria e possibile in questa fase non più caratterizzata dall’emergenza, e che potrebbe essere sensibil-

mente maggiore, a vantaggio delle famiglie, delle imprese e della competitività».

Decadenza, sul voto palese democratici spaccati

Per un Francesco Boccia, presidente pd della commissio-ne bilancio della camera, che dice: «Sul voto di decadenza di

Silvio Berlusconi non vanno cambiate le regole del gioco in corsa», c’è un Nico-la Latorre, presi-dente democratico della commissione difesa del senato, che replica: «Giusto votare con il voto palese, a garanzia della trasparenza e nell’interesse del Cavaliere». Sulla ri-chiesta di cambiare il regolamento del senato, che prevede il voto segreto, la giunta si riunirà a fine ottobre. Com-menta Osvaldo Na-poli, pdl: «Il pd sta facendo il proprio congresso anche in parlamento».

Reato di negazionismo, salta la corsia preferenziale

Salta la richiesta del pre-sidente del senato, Pietro Grasso, di approvare in sede deliberante il ddl sul reato di negazionismo. La richiesta era giunta ieri, in occasione del settantesimo anniversario del rastrellamento del Ghetto di Roma. Il presidente della com-missione giustizia Francesco Nitto Palma, preso atto che mancava il consenso necessa-rio per istituire la deliberante, ha rinviato il provvedimento al presidente di Palazzo Madama che dovrà convocare una capi-gruppo per fi ssare i tempi del-la discussione in aula, sotto la spada di Damocle della legge di

stabilità. A frenare sull’appro-vazione nella sola commissione del ddl quattro senatori M5S e il socialista Buemi. «Per noi è meglio andare in aula, per approfondire, senza l’assillo di rincorrere le ricorrenze» dice Maurizio Buccarella, compo-nente grillino della commissio-ne giustizia. Il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schi-fani: «Dispiace che anche un disegno di legge di così grande civiltà, che ha lo scopo di con-trastare chi nega l’evidenza della tragedia dell’Olocausto, diventi strumento di un’in-comprensibile lotta politica». E Grasso: «Peccato, un’occasione perduta».

Vertice tra grillini e Grillo, tutto rinviato

L’incontro dei parlamenta-ri M5S con Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio è saltato. Il vertice era stato deciso a seguito dello scontro sull’emendamento sul reato di immigrazione clandestina e avrebbe dovuto tenersi do-mani in una località alle porte della Capitale. Ma, apprese le perplessità di alcuni parla-mentari su tempi e luogo del confronto, il leader e il guru del M5S hanno deciso di disdire la trasferta.

In molti chiedevano che il confronto avesse luogo in par-lamento, altri avevano fatto no-tare che due giorni appena di preavviso non erano suffi cienti per organizzarsi. Un sondaggio interno poi aveva fotografato la volontà dei deputati di far slit-tare l’incontro, ma soprattutto «di non ripetere la scampa-gnata fuori porta», ironizzava un altro parlamentare richia-mando la trasferta a Tragliata dell’aprile scorso. Grillo e Casa-leggio, già indispettiti dalle po-lemiche dei giorni scorsi, hanno deciso di revocare l’incontro.

Shutdown Usa, evitato il default, accordo al senato

A una manciata di ore dal baratro, il Senato americano ha raggiunto un’intesa bipar-tisan per evitare il disastro del default e riaprire lo Stato Federale. Festeggia la borsa di Wall Street, con 200 punti Dow Jones di rialzo in pochi minuti, e plaude il presidente Barack Obama. La parola defi nitiva passa ora alla Camera, a mag-gioranza repubblicana, ma tut-to lascia pensare che il Tea Par-ty, il grande sconfi tto di questo durissimo braccio di ferro che ha tenuto con il fi ato sospeso i mercati internazionali, molli la presa.

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Vignetta di Claudio Cadei

Gli apporfondimnentisulla legge di Stabilità

da pag. 23

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5Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17 OttobrP R I M O P I A N OSono soltanto le solite tre grilline uscite da tempo che hanno formato un Gap al senato

Grillini, non c’è il nuovo gruppoL’auspicio dei repubblicones si scontra con la realtà

DI CESARE MAFFI

È circolata la notizia della nascita di un gruppo parlamen-tare formato di ex

grillini. Falso. Vediamo di ricondurre la vicenda alle sue reali dimensioni. Tre senatrici, da diverso tempo allontanatesi dal M5S, han-no costituito la componente «Gruppo azione popolare» all’interno del gruppo mi-sto. Non un gruppo, dun-que, bensì una semplice componente. Fra l’altro, il regolamento del Senato, diversamente da quello di Montecitorio, non ha pre-visioni particolari per tali componenti, essendo suf-ficiente che un senatore si incolli un’etichetta perché questa diventi sigla della componente nel misto. Si può rilevare trattarsi della quattordicesima (salvo er-rori) sigla presente ufficial-mente nelle denominazioni dei gruppi senatoriali.

Alla Camera, poi, non si

è costituita nemmeno una componente del gruppo mi-sto, avendo aderito a Gap un solo deputato ex grillino. Va altresì chiarito che Gap non ha neppure adunato tutti i parlamentari già usciti dai gruppi pentastel-lati. Per ora, quindi, siamo

alla semplice introduzione di una sigla.

Ben altro sarebbe ne-cessario per muoversi par-lamentarmente e politica-mente. Ci vorrebbero più aderenti; occorrerebbe un gruppo autonomo e vero al

Senato; sa-rebbe necessa-ria una componente del misto alla Camera. D’altra parte, i dissidenti aveva-no bisogno di fingere un collegamento organico e di mascherare abbandoni personali sotto la coper-tura di un (al momento, insussistente) movimento politico. Soltanto nel caso di una crisi politica, e quasi con certezza esclusivamen-te al Senato, questo Gap potrebbe sperare di eser-citare qualche funzione, di fatto in termini di voti marginali.

Va pure detto che gli abbandoni di eletti gril-lini, dai republicones an-nunciati da vari mesi con ricorrente frequenza, sono rimasti sempre quelli. Una scissione, al momento, non è nelle previsioni: semmai, è negli auspici di coloro che puntano a travolgere le larghe intese per sosti-tuirle con una maggioranza di sinistra.

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DI MASSIMO TOSTI

Trentacinque anni fa, in Ecce Bombo, Nanni Moretti si poneva una do-manda esistenziale: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte

o se non vengo per niente». Matteo Renzi è impermeabile a questo genere di dubbi. Ha deciso, da un pezzo, che il presenzialismo paga. Due o tre mesi fa, dopo l’ennesima apparizione televisiva, promise che avrebbe taciuto per tre mesi interi. Ce l’ha fatta, a mantenere l’impegno, per due o tre giorni. Poi è tornato a comiziare a destra e a manca. I sondaggi gli danni ragione: lo si nota di più se viene e parla di tutto, a ruota libera.

Oggi viene data per scontata la sua vittoria al congresso di dicembre del Pd: sarà lui il nuovo segretario del partito, e farà in modo di candidarsi anche a Palaz-zo Chigi, e magari al Colle (anche se «non ha l’età»). Si adopererà (anche se il suo im-pegno in questo senso è superfl uo) per far cadere il governo Letta il prima possibile, per accelerare i tempi dell’occupazione di Palazzo Chigi, e governare (finalmente) l’Italia intera, uscendo dal guscio di Firenze. Da sabato scorso ha avviato uffi cialmente la sua campagna elettorale, partendo da Bari. E ha affrontato molti temi caldi in questi giorni, compreso il messaggio del presidente Napolitano che ha invitato le Camere a votare una legge per l’amnistia e l’indulto. Fiutando l’aria che tira, Renzi si è messo di traverso rispetto alle indicazioni del Quiri-nale, pronunciandosi contro la legge svuota carceri (offrendo una sponda alla sinistra che teme che il provvedimento possa favo-rire il pregiudicato Berlusconi.

Fino a qualche tempo fa, Matteo era guardato con sospetto dall’apparato del Pd che vedeva in lui un complice di Berlusco-ni (e di Marchionne). Adesso il Pd si è arreso al suo fascino, e lui ricambia striz-zando l’occhio ai compagni di partito che (da vent’anni) hanno un solo obiettivo poli-tico: la distruzione del nemico. I sondaggi danno ragione a Renzi, anche perché Renzi dà ragione ai sondaggi, nel senso che si fa infl uenzare dai desideri espressi dalla base del suo partito. E questo non è un buon segnale per il futuro di tutti gli italiani, qualora Matteuccio coroni il suo sogno.

È fi n troppo facile criticare e incal-zare il governo «Alfetta», bloccato dal braccio di ferro fra i ministri dei due partiti che ne fanno parte. Ma Renzi deve chiarire se, rottamando la vecchia classe dirigente del Pd, intende abbracciare un linea ri-formista e moderata o se, viceversa, vuole avviare una nuova guerra armata contro il centrodestra. Apparire è meglio che es-sere, questo sembra l’unico programma concreto del sindaco di Firenze. I francesi dicono: «Faire, savoir faire, faire savoire». Fare, saper fare, far sapere. In questo, lui è bravissimo. Resta il dubbio se saprà anche reggere un partito schizofrenico come il Pd e se saprà governare.

In mancanza di meglio, pensa una fetta consistente dell’elettorato, tanto vale metterlo alla prova. I «renzini», i cioccolatini con le massime dell’ovvio incluse (inventati da Crozza) promettono molto. Si tratta però di vedere se la cioccolata è di prima qualità, o se tutto si risolve nella solita truffa pub-blicitaria.

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NEL SENSO CHE SI ADEGUA AI LORO RESPONSI. NON SI COMPORTA CIOÈ DA LEADER

I sondaggi danno ragione a Renzi anche perché Renzi dà ragione ai sondaggi

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Socialista, entranto in parlamento con le liste del Pd dopo le dimissioni di Ignazio Marino, senatore della commissione giustizia, Enrico Buemi ieri è stato travolto dalla critiche, soprattutto interne al

partito democratico, per avere detto no insieme ai grillini alla concessione della deliberante in commissione giustizia di Palazzo Madama per la legge che istituisce il reato del negazionismo.

Domanda. Il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, si è detto stupito che lei abbia votato con i grillini.

Risposta. Zanda, e il presidente Grasso prima di lui, non possono pretendere una deliberante sull’Olocausto in una commissione mentre gli stessi senatori sono chiamati in aula a decidere sulle riforme costituzionali. Qualcuno deve spie-garmi la coerenza tra due sedi legislative in contemporanea su provvedimenti così importanti.

D. Però in questo modo chissà se la legge si fa e quando.

R. Io sono pronto anche a lavorare di notte, non ho nessun intento ostruzionistico, ma non sono disponibile a fare carta straccia delle regole. Bisogna stare molto attenti, qui le regole vengono continuamente piegate agli obiettivi.

D. A cosa si riferisce?R. In giunta per le elezioni, per esempio, si sono fatte alcu-

ne forzature sul caso Berlusconi, e in giunta per il regolamen-to si è arrivati a chiedere che le regole del voto segreto sulla decadenza siano cambiate in base a un’interpretazione. In modo strisciante si sta cambiando la Costituzione, si violano le regole della democrazia.

D. Ma lei cosa ne pensa del reato di negazionismo?R. Personalmente trovo che pene da uno a 5 anni di re-

clusione, per frasi deliranti che negano fatti storici appurati, rischiano di essere grida manzoniana, una scelta a effetto ma senza effetti pratici. Sarebbe meglio una sanzione pecu-niaria, avrebbe un effetto deterrente maggiore. Ma questo signifi ca discutere del merito. Facciamolo ma non per scopi propagandistici.

© Riproduzione riservata

IL SOCIALISTA BUEMI: ECCO PERCHÉ DICO NO

Sul reato di negazionismo in senato violate le regole

Vignetta di Claudio Cadei

di Pierre de Nolac

A Viterbo, domenica, raccolta straordina-ria dei rifi uti ingom-branti.

Renzi ha subito pensato a Fioroni.

* * *Zingaretti: «Albano e’ una pagina dell’Italia che resiste»

Il comune, non il cantante.* * *

Letta: “Senza aumenta-re le tasse i conti tornano”.

Si riferisce ai nobili?

* * *La legge di stabilità non convince la Cgil.

La Camusso non vuole fare la carriera di Epifani.

PILLOLE

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6 Giovedì 17 Ottobre 2013 P R I M O P I A N OE non anche il lunedì, come del resto si sta già facendo in quasi tutti i paesi sviluppati

Si voterà soltanto la domenicaSarebbe utile accorpare comunali, regionali e referendum

DI MARCO BERTONCINI

Si voterà solo la dome-nica. Staremo a vedere se e come l’annunciato progetto sarà inserito

nel testo ufficiale della legge di stabilità. Soprattutto bisognerà vedere se i partiti non cerche-ranno di cassare la disposizione in Parlamento. Tuttavia biso-gna riconoscere che in sé essa è giudica-bile positivamente.

Il ricorso al lu-nedì, come gior-nata di appello nelle votazioni, è una costante dei si-stemi elettorali ita-liani, con l’eccezione dell’europarlamento (nel 2009 si votò sa-bato pomeriggio e domenica) e qualche elezione disciplinata da regioni a statuto speciale. Non sappiamo se effettivamen-te l’evitare di chiudere le urne domenica sera per riaprirle il lunedì mattina recherà «un risparmio secco di 100 milioni di euro», come dichiarato dallo stesso presidente del Consiglio, però una diminuzione di spesa senz’altro ci sarà. In molti Sta-ti, del resto, il voto è compresso nella mattinata e nel pomerig-gio (anche solo fi no alle 18) del-la domenica, o di un altro giorno della settimana.

Semmai, sarebbe oppor-tuno favorire accorpamenti fra tipi diversi di elezioni. Per esempio, andrebbero fatti coin-

cidere con le politiche i rinnovi regionali o comunali (quelli provinciali non dovrebbero più avvenire, vista la strada imboccata che reca per ora ai commissariamenti e domani, forse, alla soppressione stessa degli enti intermedi). Se poi si riuscisse a persuadere le regio-ni a statuto speciale (gelosissi-me della propria autonomia e

bramose sempre di adottare norme diverse da quelle vigenti altrove) a favorire tali abbi-namenti, sarebbe completato l’itine-rario virtuoso che reca al risparmio. Similmente, biso-gnerebbe riuscire a far votare nella medesima giorna-ta anche per i re-ferendum, specie

quelli locali.Se guardiamo agli Stati

Uniti, vediamo come, nella medesima giornata in cui si eleggono i grandi elettori (e, quindi, il presidente), si rinno-vano l’intera Camera e un terzo del Senato, e poi una parte dei governatori statali, e ancora una miriade di cariche locali, oltre allo svolgimento di refe-rendum (non federali) sui più svariati temi. È un modello da tenere presente, per esigenze di razionalità di organizzazione e di spesa che dovrebbero appa-rire lampanti e che mai come in questi tempi dovrebbero prevalere.

DI DIEGO GABUTTI

Giorgio Napolitano, che scende sempre in campo, come nemmeno il Cavalie-re ai tempi beati, stavolta

scende in campo contro «i propa-gandisti d’odio in rete». Di chi starà parlando? Dei blog insurrezionalisti e black bloc? Dei siti devoti alla jihad o di quelli che inneggiano a Hitler? Di qualche oscuro server satanista? Oppure dei siti che negano l’Olocau-sto ma che gasserebbero molto volen-tieri gli ebrei insieme agli zingari e ai gay? Non è chiaro, insomma, di chi stia precisamente parlando il presi-dente della repubblica, che si è tenu-to sulle generali, come fanno i papi e i re, ma al Comico e ai suoi discepoli sono subito fischiate le orecchie.

Napolitano, infatti, non na-sconde il suo fastidio per le trovate di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio, che nei loro rapporti col Quirinale (be’, nei loro rapporti con chiunque, per la verità) alternano il bastone e la carota: un giorno chie-dono le dimissioni del presidente, un

altro giorno lo incontrano e dicono d’apprezzarlo, poi Napolitano vie-ne rieletto (alla faccia della «rete» che voleva Rodotà-Rodotà-Rodotà) e allora tornano a dargli del rinco-glionito. Oggi, poi, sono per l’impe-achment immediato: il presidente vuole l’indulto o l’amnistia per gra-ziare Berlusconi, che siano entram-bi maledetti. Non c’è da stupirsi se il presidente ha perso la pazienza ed è passato al contrattacco. Si trattasse almeno d’una strategia politica, deve pensare. Se almeno il Movimento 5 Stelle, oggi un «vaffa» a te «e sorate», domani un buffetto sulle guance, in questo modo perse-guisse un disegno politico: ridurre i suoi avversari in stato confusio-nale.

In politica, come in amore e in

guerra, tutto è lecito, anche i colpi sotto la cintura e persino il tradimen-to e la menzogna, fi gurarsi un po’ di gioco delle tre carte: ti amo, ti odio, ti amo, no ti odio, massì ti amo. Grillo e il suo consigliori, però, non stanno perseguendo alcuna strategia. Non sono dei politici, ma dei lunatici, e la

loro è una politica sgarrupata, che si decide giorno per giorno, secon-do l’umore, dipende da come uno si sveglia, da cos’ha mangiato, da un dolorino qui, da un lieto incontro là, senza impegno, alla ventura, come viene vien.

Educato a una scuola politica severa, persino troppo, quella del bolscevismo di scuola togliattiana e anche un po’ stalinista, Giorgio Napolitano detesta i dilettanti, come del resto li detestiamo tutti, ciascuno dal punto di vista della sua professione. Ma in quel «propagan-disti d’odio», se si riferisce ai grilliti anziché agli adoratori di Satana, c’è per così dire un «di più» ideologico. C’è un’esagerazione polemica, ed è un po’ come se alle comunicazioni ufficiali della presidenza si fosse appiccicato, per contagio, il gusto per le iperboli (e per gli spropositi) del blog di Beppe Grillo. Anche il Co-mico, ogni tanto, se la prende con i mormoratori interni (i dissidenti, i traditori) ed esterni (la stampa, i cor-sivisti troppo spiritosi). Anche Gril-lo, poveretto, lamenta le cosiddette

«campagne di fango» contro la vera religione e denuncia i seminatori d’odio, come ai tempi faceva anche il DUX, cioè l’antipolitico originario, le cui prese di posizione (con le mani sui fi anchi e il mento all’arrembag-gio, mentre si molleggia sui tacchi e gli occhi schizzano di qua e di là) eternamente ritornano.

Io eviterei di parlare di semi-natori e propagandisti d’odio. Ci vuole rispetto per gli avversari politici, almeno da parte dei politici (nessuno conti, naturalmente, sul ri-spetto degli elettori e dei gazzettie-ri, se permettete). Persino il Comico (che non ha rispetto per nessuno, e ne merita ancor meno) non va trat-tato da «seminatore d’odio», benchè in qualche modo lo sia. Riserviamo queste categorie drammatiche agli antisemiti fuori di testa. Tra poli-tici qualunque, come Napolitano e Grillo, cerchiamo d’abbassare i toni, come diceva tempo fa il penultimo inquilino del Quirinale. Fa presto una repubblica a fi nire in burletta.

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IN CONTROLUCE

Eviterei proprio di parlare di seminatori d’odio. Ci vuole rispetto per gli avversari politici (almeno da parte dei politici)

DI ISHMAEL

Una cosa è la legalità, un’altra la ga-lera. Non si pretende che lo capisca Marco Travaglio, o che Eugenio Scalfari dedichi una delle sue gravi

omelie domenicali a questo tema, ma dovrebbe saperlo almeno Matteo Renzi, che mira a conquistare, dopo la segreteria del partito de-mocratico, anche la leadership della nazione. Non si cambia il mondo augurando la galera a chi sgarra, anche di poco, per esempio a Silvio Berlusconi o agl’immigrati, che costituisco-no qualcosa come il sessanta per cento della popolazione carceraria.

Se fosse così, se fosse cioè che, con la galera, le cose migliorano e che le persone, in carcere, imparano a comportarsi, allora non si capisce perché non ci siamo tenuti il DUX, che la vedeva esattamente in questo modo. Non si capisce perché in Germania non ci siano di nuovo i nazisti al potere e in Russia non ritornino i bolscevichi (be’, forse in Russia sono tornati). Sono i regimi totalitari (e, più in pic-colo, anche quelli scarsamente o faticosamente liberali) a pensare che la galera sia il supremo rimedio e che il carcere stia alla legalità come due scapaccioni alle marachelle e l’inferno ai peccati mortali.

Renzi (che ormai si crede un leader, qualcuno da cui c’è solo da imparare) pre-tende che il popolo righi dritto, o sono guai. Ma la cosa veramente triste non è l’esagerata

opinione di sé nutrita, senza temere il ridi-colo, dagli ometti della provvidenza. Triste è che, quando fanno per esempio tintinnare le manette, il popolo chiamato a rigare dritto li applauda, come gl’inebetiti da blog esaltano Comici e Vati, nell’illusione che costoro si stia-no curando dell’«interesse generale», e non del proprio, quando ci mettono tutti in riga con la scusa di proteggerci da ladri, taccheggiatori, ruffi ani e spacciatori da due soldi.

Con legalità non intendono quel che co-munemente s’intende: un modo civile di stare nella stessa barca sociale. Intendono il Rispet-to Dovuto alle Leggi e a Chi Le Incarna, cioè a loro stessi. Con legalità intendono Pagare le Tasse, Anche se Inique, perché lo Stato e i Suoi Alti Rappresentanti Vengono Prima e i Citta-dini Dopo (Molto Dopo). Intendono, insomma, tutto ciò da cui i civilizzati dovrebbero guar-darsi. Legalità, dunque. Oppure Galera. Chi ha sbagliato paghi, niente indulto, nessuna amnistia. In galera sono troppi (per dirla con un eufemismo) e ci stanno scomodi? Peggio per loro. Un’altra volta imparano a delinquere. Decine di migliaia di carcerati hanno commes-so piccoli reati? Proprio i piccoli reati (il furta-rello, lo scippo alla vecchietta) sono quelli più temuti (e qui una lacrimuccia) dalla «povera gente». È con i piccoli delinquenti, non impor-ta se minorenni, non importa se imputati di robetta, che bisogna essere più duri se non vogliamo che diventino grandi criminali. Bene, bravo, bis.

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SOTTO A CHI TOCCA

In galera sono troppi e ci stanno molto scomodi? Peggio per loro. Così imparano

Enrico Letta

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7Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17 OttobrP R I M O P I A N OCaso Priebke - L’esempio migliore viene da come si comportò Israele con la salma di Eichmann

Ignobile gazzarra contro un mortoLetta decida di gettare le ceneri nel Canale di Sicilia

DI GIULIANO CAZZOLA

La macabra ballata intor-no al cadavere di Erich Priebke è quanto meno indecorosa (ci sentirem-

mo di aggiungere anche l’ag-gettivo indegna) per un Paese civile, il cui ordinamento pena-le si contraddistingue per non confondere la giustizia con la vendetta. Purtroppo la storia la scrivano i vincitori. Così le medesime azioni, se sono compiute dai vinti, diventano crimini di guerra; se ne sono protagonisti i vincitori vengo-no giudicate come atti di eroi-smo o alla stregua di brillanti imprese militari, coronate dal successo.

Un po’ di storia - Gli abi-tanti di Hiroshima e Nagasaki sperimentarono sulla loro pelle l’inizio dell’era atomica. Ma il numero delle vittime accerta-te in quelle tragiche giornate di agosto, in Giappone, non fu certo maggiore di quello della popolazione civile (il numero esatto dei morti non si è mai sa-puto) che perse la vita nel bom-bardamento alleato di Dresda. Vecchi, donne e bambini inermi furono inseguiti apposta e con cattiveria con ordigni in grado di penetrare e fare strage nei rifugi sotterranei dove avevano cercato riparo e scampo. Nessu-no può rivendicare a se stesso l’impunità in un confl itto mon-diale che ha massacrato soprat-

tutto le popolazioni civili.La colpa inemendabile -

Certo i tedeschi portano su di sé la colpa inemendabile della Shoah: di aver progettato ed at-tuato (altro che revisionismo o negazionismo!) lo sterminio del popolo della diaspora d’Israe-le, il cui tratto comune era la fede religiosa essendo ormai da secoli le diverse comunità integrate nei Paesi europei in cui avevano trovato una nuova patria, spesso matrigna ed osti-le (le persecuzioni degli ebrei si sono succedute lungo tutto il corso della storia del Vecchio Continente).

Una domanda - A noi non interessa (anche perché non avrebbe più senso farlo ades-so) chiedersi se Priebke avesse la possibilità di comportarsi diversamente da come fece in quelle tragiche giornate in cui venne eseguita (come rap-presaglia per l’attentato di via Rasella) la strage delle Fosse Ardeatine e se le sue respon-sabilità fossero giuridicamente più gravi di quelle dell’uffi ciale che comandò il bombardamen-to di Dresda.

Il caso Kappler - Sappiamo soltanto che, nel 1948, in un’epo-ca ancor più vicina ai fatti, un tribunale di guerra accolse la tesi che fosse Herbert Kappler il solo perseguibile penalmente, in quanto comandante dell’ope-razione. Del resto, non abbiamo nulla da spartire con l’ideolo-

gia nefasta in cui fu educato quel giovane uffi ciale nazista, ma troviamo vile accanirsi sul cadavere di un vecchio cente-nario impedendogli perfi no di restituire le sue spoglie mortali alla terra (polvere eri polvere diventerai).

L’esempio di Israele - An-cora una volta dobbiamo am-mirare la risolutezza con cui gli israeliani liquidarono, all’inizio degli anni ’60, il caso di Adolf Eichmann, lo squallido «ra-gioniere» dei campi di stermi-nio, l’esperto di logistica delle deportazioni. Dopo averlo con-dannato a morte per impicca-

gione ne cremarono il cadavere. Caricate le ceneri su di una mo-tonave militare le dispersero nel mare Mediterraneo fuori dalle loro acque territoriali. Poi immersero il secchio, che le aveva contenute più volte, nell’acqua lavandolo con cura perché nessun granello di pol-vere di quella persona tornasse in territorio israeliano.

Un invito a Letta - Il gover-no Letta assuma un provvedi-mento analogo e faccia cessare la scaricabarile in corso su di una cassa da morto. O si trovi un giudice (ce ne sono a biz-zeffe) che sia disposto a farsi

pubblicità e a procurarsi un facile consenso. E si affi dino le ceneri di Priebke ad una del-le navi dell’operazione Mare Nostrum perché le riversi nel Canale di Sicilia, in un pun-to il più lontano possibile da dove fanno naufragio di solito le «carrette della speranza». La giustizia degli uomini, per sua natura imperfetta, si è pronun-ciata su Erich Priebke. Adesso la sola sentenza che conta è quella del «Dio che atterra e suscita, che affanna e che con-sola». Una sentenza destinata a durare per l’eternità.

www.formiche.net

Balza agli occhi il titolo d’un giornale romano: «Fa più paura da morto che da vivo». Si sta parlando d’Erich Priebke, il boia delle Ardeatine.

Naturalmente è un titolo esagerista: da un pezzo, infatti, Priebke non faceva più paura a nessuno. Era più l’imbarazzo, se vogliamo, e anche un po’ il ribrezzo, di fronte a quella sua aria impalata, di chi ha fatto soltanto il suo dovere e che, da un momento all’altro, può scattare sull’attenti col braccio alzato e urlare un «Heil» con tre punti esclamativi. Priebke, poveretto, era un vecchio ridicolo, al quale non è rideva in faccia, benchè la

tentazione fosse irresistibile, soltanto per il rispetto che si deve alle sue vittime. È comico, fateci caso, persino il suo destino postumo: a strattonare di qua e di là la sua salma è Ignazio Marino, sindaco di Roma e sosia del puffo con gli occhiali. Vale per Priebke, poveretto, quel che secondo Bor-ges valeva per l’antisemitismo: «A dispet-to dei patiboli e delle forche, a dispetto del rogo inquisitoriale e del revolver nazista, a dispetto dei delitti che una secolare diligen-za tesaurizza, l’antisemitismo non si salva dall’essere ridicolo».

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IL CORSIVO

Ne strattona qui e là la salma anche un sindaco sosia del puffo

DI RICCARDO RUGGERI

«Il Ventennio è finito, dice Letta, concetto ripreso da Renzi. La Sinistra vorrebbe spacciarlo come il Ventennio

di Berlusconi, addebitando a lui tutte le nefandezze avvenute, la Destra rifiu-ta questa lettura e non vuole ammet-tere la realtà: la sconfitta di un sogno liberale diventato in corso d’opera qual-cosa d’altro. Non essendo né di sinistra, né di destra, men che meno di centro (il mio tifo è solo per il Toro), per me sono stati vent’anni sciagurati della storia d’Italia, metà gestiti, e quindi da addebitare, alla Destra, metà alla Sinistra, vent’anni della mia vita, della mia famiglia. Se vogliamo metterla in politica sono stati vent’anni preziosi (in negativo) per farci capire molte cose, che potranno essere utili a noi, ai no-stri figli e nipoti. Non avendo nessuna idea forte, le élite al potere di Sinistra ci hanno fornito un ventaglio completo di leader, bruciandoli uno dopo l’altro, tutti diversi, tutti inidonei, mentre la Destra ne ha fornito uno solo, che è in-vecchiato con noi, molto peggio di noi. Gli uni hanno fallito con la puzza al naso, l’altro ha fallito nature.

Per noi Occidentali, il ventennio

era iniziato alla grande, nell’89 era caduto «l’Impero del Male», quelli di destra erano eccitati per la sconfi tta degli odiati comunisti, costoro diven-nero subito altro, rifi utarono persino di essere ex, persero di colpo la memoria, non ricordarono più nulla del passato, come fu per i loro padri alla fi ne del fascismo. Biascicarono che il comuni-smo era una fi losofi a, una visione cul-turale, certo aveva prodotto schifezze identiche a quelle naziste, ma non erano imputabili al comunismo bensì allo stalinismo, senza saper spiegare in cosa si differenziassero. Per carità di Patria, fi ngemmo di crederci. Furono anni in cui le élite si «riposizionarono», tutte scoprirono di essere sempre sta-te liberali, alcuni versione liberal, altri versione consevative. I liberal crearono la gioiosa macchina da guerra, pronti a prendere il potere, quando uno stra-vagante bauscia si fece avanti, vinse, mettendo in crisi il sistema. Lo neutra-lizzarono in fretta, con varie tecniche, alcune innovative. Nel frattempo, era scoppiata «Mani Pulite», gli imprendi-tori si salvarono, i politici si suicidarono rinunciando all’immunità, i magistrati divennero potenti, quelli della Società Civile emersero. Scoprimmo dopo che sarebbe stato peggio di prima.

In questi vent’anni le élite le

hanno provate tutte, quelle di Sini-stra affi darono il potere a personaggi stravaganti (sia chiaro, i miei giudizi sono politici, non certo riferiti alle per-sone), il più prestigioso faceva un cu-rioso mestiere: ogni tanto aumentava o diminuiva il tasso di sconto, in base a sofi sticati ragionamenti (le probabi-lità di una scelta corretta però erano sempre fi fty-fi fty). Un altro dirigeva una conglomerata pubblica piena di debiti, un altro ancora era stato «tutto», al punto di poter essere defi nibile solo come «riserva della Repubblica» (pur da riserva consuntivò ricchi cotillon).

Poi ci furono politici puri molto intelligenti, rimasti in sella solo per-ché non si fu in grado di stabilire se un uomo con una borsa si fosse fermato al secondo o al quarto piano di un oscu-ro stabile romano. Poi ritornò, come si dice sui Navigli, «L’è Lü», ci rimase cin-que anni. Quindi, per un biennio, fu la volta di quello della conglomerata, nel frattempo trasformatosi in un leader internazionale (diceva lui), fallì clamo-rosamente essendosi spremuto troppo nel fare un onnivoro programma di centinaia di pagine. Tornò allora, pim-pante, il vecchio bauscia, a cui erano miracolosamente ricresciuti i capelli, ma, secondo lui, un complotto stile Bin-derberg lo depose e lo sostituì, con un

accademico dello stesso club.In realtà, fu un colpo di stato da

Europa delle banane, seppur tecno-cratiche. Costui fece l’opposto di quello che scriveva sui giornali e fallì. Alle ele-zioni, gli italiani li punirono tutti, un terzo di loro scelsero una strana coppia, ancestrale e sanguigno l’uno, cappellu-to stile «second life» l’altro. Adesso tocca a noi vecchi (Napolitano è il nostro leader), dobbiamo spingere in fretta la generazione dei «baby boomer» ai giardinetti, e puntare sulla «Genera-zione X» (’62-’80). Sono i nostri fi gli, li conosciamo bene, furono descritti in un fi lm diventato cult, Metropolitan, di Whit Stillman, e così pure in mol-tissimi libri. È curioso che proprio nel momento in cui stanno andando al potere vivano la tipica crisi della mez-za età. Noi, da padri, ci domandiamo: «Come può avere una crisi della mezza età la generazione che ha scelto come marchio culturale quello del rifi uto di crescere?» Tutto vero, ma non abbiamo alternative, dobbiamo puntare sulla generazione X. E X sia.

Auguriamoci che Letta e Alfano quantomeno siano «diversamente X».

[email protected]@editoreruggeri

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IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI

Adesso tocca a noi vecchi (Napolitano è il nostro leader), dobbiamo riuscire a spingere la generazione baby boomer ai giardinetti e puntare sui ’62-‘’80

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8 Giovedì 17 Ottobre 2013 P R I M O P I A N OContro la richiesta di vedere i giustii cativi, la giunta Toscana ricorre alla Consulta

E se c’è un Fiorito in Toscana?Per Enrico Rossi, la Corte dei conti non può sbirciare

DI GOFFREDO PISTELLI

Regione Toscana contro Procura regionale dei Corte dei Conti: detto così suona come l’en-

nesimo conflitto di attribuzio-ni sollevato davanti alla Corte Costituzionale che, in base alla nostra legge fondamentale, deve appunto risolvere le si-tuazioni in cui organi dello Sta-to si trovino in disaccordo su una certa prerogativa. Quando poi si scopre che la miccia del confronto in questione sono i giustificativi delle spese con-siliari del triennio 2010-2012, scontrini e fatture insomma, le cose perdono la patina un po’ stantia delle querelle burocra-tico-amministrative.

Siamo su un terreno sci-voloso: quello che ha portato la magistratura, ordinaria stavolta, ad aprire inchieste penali in Lombardia, Piemonte e Lazio e, in quest’ultimo caso, all’arresto del capogruppo del Pdl, Franco Fiorito, detto er Batman, accusato di un uso disinvolto del fi nanziamento pubblico.

Come ha infatti rivelato il Corriere Fiorentino di ieri, Enrico Rossi, governatore piddino della Toscana, avrebbe fi rmato un ricorso alla Consul-ta contro la richiesta della Cor-te dei Conti fi orentina di voler controllare tutti i giustifi cativi relativi ai gruppi consiliari nel periodo in questione. Secondo la ricostruzione del giornale, che cita peraltro ampi passag-gi del documento di 48 pagine, lo scontro sarebbe scoppiato a luglio, quando la magistratu-ra contabile aveva chiesto alla Regione di poter controllare le pezze d’appoggio in questione e, inoltre, di conoscere l’am-montare delle cifre deposita-te nei conti correnti dei vari gruppi. Precedentemente la Corte aveva comunque aveva vidimato la rendicontazione

generale con le indicazione del-le voci di spesa senza ricevute e fatture, cioè aveva esercitato comunque il controllo formale richiesto. Un gesto distensivo, secondo alcuni, che non è valso a far scoppiare il confl itto giu-ridico, preannunciato peraltro, nell’agosto scorso, dal presi-dente del consiglio regionale, Alberto Monaci, piddino an-che lui ma di estrazione mar-gheritina. Il ricorso però spet-tava alla Giunta e Rossi non ha esitato a incaricare l’uffi cio legale e, secondo le cronache, a sottoscriverlo.

In pratica il governatore contesta davanti ai giudici costituzionali che l’azione dei magistrati toscani abbia trava-licato «i limiti esterni della giu-risdizione contabile»; la Corte dei Conti poi affermerebbe, con la propria richiesta di giustifi -cativi, la «assoggettabilità dei rendiconti dei gruppi consiliari al giudizio di conto introduce una forma surrettizia di con-trollo sull’operato consiliare». Di fatto un atto che «interferi-sce pesantemente sulle attri-buzioni di un organo (...), rap-presentativo della comunità regionale».

Rossi e i legali della Regio-ne si richiamano fermamente all’articolo 16 del regolamento consiliare che attribuisce la

responsabilità di stabilire che le spese siano conformi alla legge al capo di ogni gruppo consiliare. Insomma, dicono dalla presidenza toscana, la Corte non c’azzecca. E infatti il ricorso sostiene anche che «la richiesta di resa di conto, e la connessa pretesa di eser-citare il giudizio di conto nei confronti dei presidenti dei gruppi consiliari, non sono al-tro che il tentativo di assogget-tare a giudizio, facendo valere le conseguenti responsabilità, i presidenti dei gruppi per la co-erenza delle spese documenta-te nel rendiconto con il diritto vigente». Cari giudici contabili fate attenzione, si legge tra le righe, autonomia contabile e autonomia politica vanno, in

questo caso, a braccetto.Fin qui il piano giuridi-

co. Sul piano politico, molti osservatori danno atto a Rossi di una buona dose di coraggio: sfi dare la magistratura conta-bile su un tema così impopola-re come i costi della politica non è gesto banale. Segno, fa osservare qualche dirigente a Palazzo Strozzi-Sacrati, sede della presidenza toscana, del-la certezza delle proprie buo-ne ragioni in punto di diritto e, di fatto, della fi ducia nella correttezza dei comportamen-ti, nel caso l’altra magistra-tura, quella penale, volesse vederci chiaro.

Anche perché questa scel-ta certamente non passerà inosservata agli occhi dei

pasdaran della trasparenza e ai più accaniti contestatori dei costi della politica, vale a dire il M5s che, in Toscana, ha pure il vantaggio di esse-re fuori dal Palazzo regionale. Sui costi dello staff di Matteo Renzi nell’amministrazione comunale di Firenze, per esempio, i grillini del capoluo-go hanno battuto la grancassa fi no a ieri. Senza dimenticare che il M5s, in più parti del-la Toscana, dalla Maremma per la nuova superstrada Tirrenica, al Pisano per l’in-ceneritore di Castelfranco, o a Firenze per l’Alta velocità, hanno avversato duramente il governatore sul tema delle infrastrutture.

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DI FRANCESCO STAMMATI

C’è un tassista milanese detenuto nelle carceri tedesche per aver trasportato in Ger-mania un un’intera famiglia che si è rivelata essere composta da immigrati clandestini. Un altro, nelle settimane scorse, s’è fatto due giorni di fermo di polizia, recluso pure lui per una situazione analoga. La vicenda è stata denunciata dall’associaziome Tam-Tassisti artigiani milanesi e ripresa ieri dalla cronaca meneghina del Corsera.

Una storia che dà la misura di quanto sia-no paradossali le prese di posizioni dei giorni scorsi, in Italia, dopo la tragedia di Lampedusa ed la morte di centinaia di migranti (la parola «immigrato» è diventato politicamente scorret-ta, «clandestino» è ormai impronunciabile).

Mentre cioè si teorizza l’apertura delle fron-tiere italiane, nella Germania leader europeo si mette in galera persino il tassista che abbia accettato di caricare una distinta famigliola genericamente araba, come le cronache de-scrivono il caso. Nell’altro, quello risolto in un

paio di giorni, il conducente del taxi ferma-to anche lui poco oltre Rosenheim, a Sud di Monaco, in Baviera, era riuscito a dimostrare ai solerti funzionari della Polizei d’aver preso la chiamata via radio e quindi di non essere assolutamente a conoscenza di chi fossero i passeggeri né delle loro destinazione.

Il tassista ancora trattenuto in Germania rischia grosso: qualora le autorità si convin-cessero di trovarsi di fronte a qualcuno che abbia deliberatamente favorito l’immigrazio-ne clandestina, oltre al reato penale, gli ap-plicherebbero la pena accessoria che consiste nell’addebitargli, per intero, le spese di rim-patrio dei clandestini.

Di qui l’appello del presidente di Tam, Claudio Severgnini, ai propri associati di non accettare simile «corse anomale» malgra-do possano fruttare, da tariffario, almeno un migliaio di euro. Sempre che, al primo cliente arabo che da via Montenapoleone o qualsia-si via chic del capoluogo lombardo chieda un servizio simile e venga lasciato a terra, non si gridi al razzismo.

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NON NE SAPEVA NULLA: AVEVA RISPOSTO A UNA CHIAMATA TELEFONICA

Arrestato in Germania un tassista milanese che trasportava degli immigrati clandestini

DI BONIFACIO BORRUSO

Sorpresa: a Milano, la vecchia giustizia amministrativa corre in soccorso delle moderne appli-cazioni Internet che facevano

saltare il monopolio dei taxi. Il Tar del-la Lombardia ha infatti concesso l’altro ieri la sospensiva alla Uber Italia, la filiale italiana della giovane compa-gnia americana cui si deve l’invenzione un’app che, permettendo di ottimizza-re la logistica della auto a noleggio, le rendono economicamnte concorrenziali rispetto ai normali taxi. Uber, che sta riscontrando un enorme successo in molti Paesi, in Italia s’era attirata le ire dei tassisti, che vedevano nei servizi

di noleggiano dotatisi dell’applicazione una forma di concorrenza sleale. Non erano neppure mancate risse verbali e vere proprie aggressioni, a Milano e a Roma, degli autisti di Uber.

Lo scorso mese, però, nel capo-luogo lombardo, la giunta di Giulia-no Pisapia s’era mossa a difesa dei tassisti, con una «determina», vale a dire un provvedimento dirigenziale dell’assessorato alla Mobilità, di cui è titolare il piddino Pier Maran. Dodici punti molto dettagliati in cui si ribadi-vano i limiti dell’esercizio del noleggio con conducente. Soprattutto si precisa-va che «i veicoli devono stazionare in attesa delle richieste da parte dell’uten-za» nelle rimesse. Un colpo da k.o. per

l’innovazione di Uber, basata appunto sulla possibilità di offrire all’utente la macchina più vicina, magari a fi ne ser-vizio. Solo che gli americani, che sono sì una start-up giovane ma hanno alle spalle investitori come Goldman Sachs, Google e altri, non sono rimasti con le mani in mano e hanno fatto ricorso al Tar il quale, in attesa del giudizio di merito, ha concesso la sospensiva.

L’assessore Maran, il più giovane della giunta Pisapia, in passato molto vicino a Filippo Penati ma che l’anno scorso è stato avvistato anche alla Leo-polda renziana di Firenze, ha rilasciato alla cronaca milanese del Corsera una dichiarazione vagamente salomonica: «La legge è interpretata in modi diffe-

renti dai diversi soggetti», ha detto, «a questo punto il procedimento di fronte al Tribunale amministrativo può esse-re utile per chiarire la linea di interpre-tazione e, eventualmente, sollecitare un intervento del legislatore».

Ora c’è da attendere la pronun-zia e, eventualmente, la sentenza del Consiglio di Stato in caso di ricorso di una delle parti. Teoricamente la giusti-zia amministrativa, spesso descritta come contrafforte dell’antimodernità in molti ambiti della vita pubblica, po-trebbe riuscire davanti a un monopolio, quello delle licenze di taxi, dinnanzi al quale ministri e premier si sono fer-mati.

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IN DIFESA DEL MONOPOLIO DEI TASSISTI, DOVEVANO STARE NEI GARAGE

Il Tar ha congelato le norme restrittive del sindacodi Milano Giuliano Pisapia contro le auto con autista

Enrico Rossi

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9Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17 OttobrP R I M O P I A N OLo ha accertato Bernardo Bortolotti, professore associato di economia all’Università di Torino

Municipalizzate, un buco neroI comuni le hanno usate per nascondere le loro magagne

DI MICHELE PIERRI

Un bubbone è celato nei comuni. Nelle pieghe dell ’enor-me debito pubblico

italiano è nascosto un peri-colo insidioso e finora poco considerato. il fardello degli enti pubblici, che attraverso le società municipalizzate hanno accumulato un altis-simo numero di perdite non considerate nei bilanci degli enti.

Le prime, serie avvisa-glie di questo allarme sono testimoniate da una recen-tissima sentenza della Cor-te dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che ha stabilito come lo Stato italiano debba garantire i pagamenti dei debiti a carico dei Comu-ni in dissesto, che, a causa delle loro difficoltà finanzia-rie, non riescono a liquida-re quanto dovuto, ma anche dalla continua richiesta di sostegno di Palazzo Chigi da parte dei grandi comu-ni, Roma, Milano e Napoli in testa.

Una bolla destinata pri-ma o poi a scoppiare, dopo la Legge di stabilità, secon-do Bernardo Bortolot-ti, professore associato di Economia presso l’Univer-sità di Torino, direttore del Sovereign Investment Lab presso il Centro Paolo Baffi sulle Banche Centrali e sul-la Regolamentazione Finan-ziaria, Università Bocconi e co-autore del libro «Comuni S.p.A. - Il capitalismo mu-nicipale in Italia», edito dal Mulino.

Domanda. Professore, come considera l’indebi-tamento degli enti locali italiani?

Riposta. È senza dubbio

uno dei più seri problemi del nostro Paese. Una vera e propria bomba ad orologeria che va disinnescata quanto prima. Un’emergenza asso-luta che parte dai comuni e dalle regioni.

D.Come mai?R. Una grossa responsabi-

lità è da attribuire al famoso capitalismo municipale (la proprietà di aziende da par-te di enti locali, soprattutto comuni) che è stato troppo spesso il meccanismo con cui le amministrazioni locali hanno occultato squilibri di bilancio. La trasformazione di uffici e funzioni in «azien-de» e società per azioni ha consentito di non contabi-lizzare le loro perdite nel bilancio comunale, e quindi nel «famigerato» Patto di stabilità interno. Una leg-ge del 2008 imponeva que-sto consolidamento ma non mi risulta ancora applicata nella redazione dei bilanci 2013. Sullo sfondo quindi c’è già una situazione di disse-sto di molti comuni. E a un equilibrio così precario noi dobbiamo aggiungere que-

sto carico di debito nasco-sto, surrettiziamente fuori bilancio.

D. È reale il rischio di un default?

R. Non mi piacciono i gufi e le Cassandre. Prima di paventare un fallimento diamo una chance a Carlo Cottarelli, il nuovo com-missario per la spending review. Ci aspettiamo san-gue sudore e lacrime, e mi auguro che trovi il modo di incidere a livello locale non solo «tagliando», ma recupe-rando informazione a livello di bilancio, leggendo tra le pieghe.

D. Cosa è accaduto in questi anni?

R. Da una prospettiva più ampia, quello che notiamo negli ultimi vent’anni è che c’è stato un arretra-mento della proprietà sta-tale con operazioni anche di successo. Non c’è stata solo Telecom. Ma mentre lo Stato centrale vendeva e dismetteva, gli enti loca-li acquistavano. È stato un gioco a somma zero che non ha portato benefici, anzi, ha moltiplicato le inefficienze, perché gli enti locali non sono più efficienti dello sta-to. Nel frattempo abbiamo inserito la riforma del Titolo V, attribuendo competenze ma scarsi vincoli di bilancio. Per mettere ordine bisogna partire dalla considerazio-ne che questo federalismo è tutto da rifare.

D. Quali soluzioni im-magina?

R. C’è bisogno di un’azio-ne su più livelli. In primo luogo bisogno evitare l’ec-cessiva frammentazione e favorire l’aggregazione fra le aziende. Bisogna iniziare

un percorso in cui si possa-no valorizzare quelle che vanno meglio, come le utili-ties dell’energia.

D. Come risanarle?R. Le strade sono due. o

si liquidano oppure, se con-siderate di fondamentale interesse pubblico, si fan-no finanziare in economia dai comuni. Ma in modo trasparente, senza trucchi contabili. E infine ritengo si debba essere anche un po’ creativi, uscendo da questa contrapposizione cosi netta fra stato/mercato. Un esem-pio interessante senz’altro è l’esperienza della “big so-ciety” intrapresa da Tony Blair e proseguita da Da-vid Cameron, nel Regno Unito. Una sorta di collabo-razione tra la società civile e il settore privato. Il pubblico liberalizza, sapendo che al-cuni servizi saranno in par-

te gestiti e anche monitorati dalle comunità che agiscono con logiche di sostenibilità ma non necessariamente di mercato. Con risultati a volte eccellenti.

D. Che cosa consiglia al governo?

R. Creare subito una task force sul debito, che vagli le tante proposte e formuli raccomandazioni per ab-battere subito e in maniera strutturale questa spada di Damocle che pende sul-la nostra testa e su quella delle generazioni future. E abbattere la spesa. Il mini-stro Fabrizio Saccomanni ha individuato 204 miliar-di di euro aggredibili. Non sono pochi. Cominciamo da questi, con un mix inter-venti mirati a livello locale e centrale.

www.formiche.net

SCOVATI NELLA RETE

Fabrizio Saccomanni

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11Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17 OttobrP R I M O P I A N OSondaggio Datamedia sul gradimento dei primi cittadini delle 9 aree metropolitano italiane

De Magistris, ultimo dei sindaciCaduta vertiginosa: era il più apprezzato 28 mesi fa

DI EMILIO GIOVENTÙ

Gli sono bastati 28 mesi per provare l’evangelico piacere di essere un beato

ultimo. Stiamo parlando di Luigi de Magistris, da sin-daco più apprezzato d’Italia a fanalino di coda. Tutto in 28 mesi, ovvero dal giorno in cui scassò alle elezioni comunali, conquistando palazzo San Giacomo, a oggi ultimo nella classifica di gradimento. Venuto al mondo, della politica, da un passato in magistratura, so-gnava di fare la rivoluzione, «arancione», i napoletani l’hanno scoperto, l’hanno sgamato si dice a Napoli, e l’hanno bocciato.

De Magistris esce con le ossa rotta dall’indagine trimestrale Monitor Città Aree Metropolitane dell’isti-tuto di ricerca Datamedia, diretto da Natascia Tu-rato, sulla soddisfazione dei cittadini sull’operato dei sindaci delle nove aree metropolitane italiane. Il primo cittadino partenopeo è stato capace di perdere il 3,7%, piazzandosi in ultima posizione (al nono posto) con il 49,5% e perdendo 10 pun-ti in 9 mesi. E pensare che a dicembre 2012 era il ter-zo sindaco più apprezzato d’Italia, col 59,6% di indice di gradimento. Roba che se si stesse giocando il campio-nato dei sindaci, il nostro de Magistris sarebbe già mate-maticamente in serie B.

Ma può uno come de Magistris, che si fascia la testa con una bandana arancione, fasciarsi la testa per una cosa del genere? «I sondaggi non li ho mai com-mentati. Non mi sono mai scoraggiato, per esempio quando in campagna elet-torale mi davano ultimo, mi esaltavo. Per i politici i sondaggi sono le elezioni, quando si cercano le prefe-renze mettendoci la faccia. Io l’ho fatto due volte: alle Europee presi mezzo mi-lione di voti, come sindaco il 70 per cento», reagisce, aggiungendo: «Ho tutto il rispetto per le indagini ma nelle statistiche sono sempre stato tra gli ultimi. A me interessa risolvere i problemi dei cittadini, di vedere che le persone mi rispettano; governare una città come Napoli in un mo-mento di crisi è difficile. La mia statistica è guardare negli occhi le persone». La rilevazione di data media non coglie di sorpresa di chi a Napoli vive, lavora, fa politica, amministra. L’im-prenditore Gianni Lettie-ri, che due anni fa sfidò de Magistris alle comunali cita Kennedy: «Si può in-

gannare tutti una sola vol-ta; qualcuno qualche volta: mai tutti per sempre». Que-sto per dire che «dopo poco più di due anni tutti hanno capito, non soltanto chi po-liticamente la pensa in ma-niera diversa dal sindaco, le capacità amministrative di de Magistris che conqui-sta il record negativo tra i sindaci italiani e ci fa rim-piangere la precedente am-ministrazione». Riccardo Realfonzo, il primo degli assessori comunali mandato via dal sindaco, è deluso tra i delusi: «Il sindaco paga il fatto di aver tradito il pro-gramma elettorale che par-lava di riforma radicale del Comune che non c’è stata. È proseguita la politica del passato e i cittadini ne pa-gano il prezzo».

Dunque ha voglia il sin-daco de Magistris a snob-bare la bocciatura espres-sa dai suoi concittadini. La verità scientifica è che dal primo posto è precipitato all’ultimo. Nessuno dopo di lui, tutti prima di lui. Secon-

do Datamedia il sindaco più apprezzato è quello di Bari, Michele Emiliano, con il 59,2% di gradimento mentre Matteo Renzi, il sindaco di Firenze che candidato a fare un sol boccone del Pd, non va oltre al quarto posto: risultato che genera sugge-stioni politiche. In seconda posizione c’è Marco Doria, primo cittadino di Genova con il 58,6%, terzo Giuliano Pisapia, sindaco di Milano con il 58,5%. Tutti lì, divisi da unpugno di voti. Quarto Renzi che con il 56,5% delle

preferenze registra comun-que un +0,7% nel gradimen-to dei suoi cittadini.

Se comunque de Magistris piange, non ride di certo Piero Fassino al quinto posto in classifica. Il sindaco di Torino, infatti, è in disce-sa dello 0,7%.

Merita attenzione il debut-to del neo sindaco di Roma, Ignazio Marino. Entra per la prima volta in classifica con un piazzamento in sesta posizione con il 53,6% di ap-prezzamento da parte dei ro-mani. E poi gli altri ovvero: il

sindaco di Bologna, Virginio Merola che grazie al 53% di preferenze recupera uno 0,3% e si attesta in settima posizio-ne; il primo cittadino di Vene-zia, Giorgio Orsoni, in lieve fl essione (-0,2%) fa registrare il 52,8% e si ferma all’ottavo posto. Resta da dire, per com-pletezza di informazione, che la variazione nel gradimen-to dei sindaci delle aree metropolitane, rispetto al secondo trimestre 2013, è lieve per tutti. Tranne che per il sindaco di Napoli.

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DI GIOVANNI BUCCHI

Il caos politico che imperversa in questi mesi a Napoli è ben testimoniato da una sin-golare quanto paradossale vicenda: lo stesso Pd che ha chiesto il referendum ai cittadini per esprimersi sui primi due anni di manda-to dell’amministrazione di Luigi de Magi-stris, rischia di far saltare la consultazione perché per la seconda volta in una settima-na sono proprio i suoi consiglieri a mancare dall’aula dove si deve votare il quinto mem-bro della commissione dei garanti. Segno che di chiarezza in terra partenopea al momento ce n’è davvero poca, se è vero che la giunta arancione non ha più una maggioranza ben defi nita in consiglio comunale, dove i grup-pi politici sono diventati addirittura 14, e i «democratici» sono divisi sull’atteggiamento da tenere nei confronti del sindaco ex pm. Così lunedì mattina si è ripetuto il copione della settimana precedente: per la tredice-sima volta in questa legislatura, la seduta

è saltata a causa dell’assenza del numero legale, cui ha dato un contributo decisivo la mancata presenza in aula di ben tre dei quattro consiglieri del Pd. Non bastasse, è stato l’unico «democrat» al suo posto, An-tonio Borriello, a solevare il polverone, chiedendo di invertire l’ordine dei lavori per votare subito la nomina del quinto compo-nente dei garanti. A quel punto, messa ai voti la proposta, con appena 23 presenti su 48 la seduta è saltata. Una mossa, questa di Borriello il quale ben sapeva dell’assenza dei suoi colleghi di partito, che si inserisce in pieno nel congresso provinciale del Pd, dove il segretario uscente e ricandidato Gino Cimmino – uno dei principali soste-nitori del referendum contro De Magistris - non può più contare sulla fi ducia di tutto il gruppo consiliare, mentre a contedergli la segreteria si è creato un singolare schiera-mento che vede diversi sostenitori di Gian-ni Cuperlo tirare la volata a Venanzio Carpentieri, il candidato dei renziani.

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I SUOI CONSIGLIERI, AL MOMENTO DEL DUNQUE, DISERTANO L’AULA

Il Pd di Napoli indice il referendum su de Magistris ma poi lo boicotta

Luigi de Magistris

DI CESARE MAFFI

Sono testardi, i nostri legisla-tori. Quando commettono un errore in un testo legislativo, pare facciano apposta nell’in-

dustriarsi a non correggerlo. Italia-Oggi aveva segnalato, il 6 settembre, che nel decreto-legge n. 101/2013, «perseguimento di obiettivi di ra-zionalizzazione nella pubblica ammi-nistrazione», l’articolo 12 conteneva uno svarione, nel testo apparso sulla Gazzetta Ufficiale. Parlava infatti di «misure di compensazione ambienta-le per il [sic] Comuni interessati.»

Nonostante il susseguirsi di un er-rata-corrige, di una rettifi ca e di un nuovo errata-corrige correggente in parte l’errata-corrige antecedente, in Gazzetta compariva ancora infi ne (te-sto uffi ciale) l’esplicita dizione «per il Comuni interessati».

Con tale incredibile strafal-cione il testo è entrato al Senato. Il decreto-legge 101 è stato analizzato dal servizio studi di palazzo Mada-ma, che si è ben guardato dal segna-lare l’errore.

La commissione Affari costituzio-nali l’ha esaminato nel corso di una decina di sedute: silenzio su «il Co-muni interessati».

Tutte e quattordici le commissioni permanenti hanno affrontato il testo in sede consultiva: decine di riunioni, con un nulla di fatto per la corre-zione. L’assemblea ha dedicato una seduta alla discussione generale e ben cinque per trattare gli articoli. A farla breve, nonostante sia stata approvata una proposta di coordina-mento del testo, con sette correzioni, nessuno si è curato di modificare il palese errore.

Adesso la legge di conversione è approdata a Montecitorio. Il servi-zio studi, come l’omologo del Senato, ha prodotto un corposo «dossier di documentazione», veleggiante addi-rittura sulle duecento pagine.

C’è una riga dedicata a «il Comu-ni»? No, non c’è. L’errore testarda-mente permane, come si vede dal te-sto a stampa dell’atto Camera 1682, che continua a recare «il Comuni».

Non ci sono stati finora né un tec-nico, né un politico, né un membro del governo, né un parlamentare, che si siano resi conto dell’esistenza dello sproposito.

Si può soltanto sperare che nel cammino fra commissioni e aula del-la Camera qualcuno sollevi la que-stione. Piccola, infima, se si vuole: ma basta per attestare la sciatteria con la quale si scrivono le leggi.

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LA GAZZETTA UFFICIALE, CHE DOVREBBE ESSERE UNA RIVISTA SORVEGLIATISSIMA, È PIENA DI SVARIONI

È proprio un errata corrige infinitoGli errori infatti sopravvivono a qualsiasi analisi o revisione

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12 Giovedì 17 Ottobre 2013 P R I M O P I A N OLo dice Giancarlo Galli, il saggista che ha seguito da vicino l’evoluzione del salotto buono

Rcs, ha vinto la linea Della ValleE adesso non si esclude l’uscita degli Agnelli-Elkann

DI MICHELE ARNESE ED EDOARDO PETTI

Chi ha vinto, e chi ha perso, con lo sciogli-mento del patto di sindacato Rcs? Ecco

l’opinione di Giancarlo Gal-li, giornalista e editorialista del quotidiano Avvenire. Le sue testimonianze sul ceto dirigente hanno preso forma in libri quali «Nella giungla degli gnomi», «Il padrone dei padroni. Enrico Cuccia e il capitalismo italiano», «Pote-ri deboli. La nuova mappa del capitalismo nell’Italia in declino», «Finanza bianca. La Chiesa, i soldi, il potere», «Gli Agnelli. Declino di una dinastia».

Domanda. Galli, come giudica lo scioglimento del Patto di sindacato in Rcs?

Risposta. Lo ritengo un passo estremamente positi-vo nella direzione del cam-biamento e della rottura di incrostazioni, accordi, duali-smi privi di logica e nemici della responsabilità. Artifi ci fi nalizzati a tenere insieme una miriade di imprenditori e gruppi aziendali la cui pre-senza nella governance di un grande gruppo editoriale e giornalistico era motivata soltanto da giochi di potere. Prassi degne dei peggiori par-titi della prima Repubblica, di una fi losofi a consociativa che non ha nulla a che vedere con il mercato e la libera concor-renza.

D. L’accordo para-socia-le risaliva al 1984. È una fatto storico per il capi-talismo e l’editoria italia-ni?

R. Sì. Ma nel 1984 alla guida di Mediobanca vi era Enrico Cuccia il quale voleva che gli imprenditori facessero il loro mestiere e si dedicas-sero alla propria vocazione produttiva. Riteneva che, al-trimenti, essi perseguissero un interesse non limpido: la volontà di mettere la muse-ruola alla cronaca economi-ca giornalistica, per cui gli italiani devono leggere il Fi-nancial Times o il Wall Street Journal per venire informati sul capitalismo nazionale. Nel nostro Paese i mass me-dia sono posseduti da coloro che dalla stampa dovrebbero essere messi costantemente in discussione. Emblematica è stata la strategia del si-lenziatore messa in atto sul groviglio di malversazioni e corruzione emerso nella vicenda Mps, ben più grave rispetto alle peripezie legate ai gusti sessuali di Silvio Berlusconi.

D. Vede la possibilità di un asse tra John Elkann e Giovanni Bazoli nell’ar-roccamento a difesa del Patto?

R. Non vi è alcun patto tra le due fi gure. Il presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo, personaggio dell’ancien régime politico-fi nanziario e rappresentante della sua fi losofi a consocia-tiva come il suo amico Giu-seppe Guzzetti, è il protago-nista dell’accordo che voleva conservare il Patto. Mentre il giovane presidente di Fiat non aveva più tale interes-se. Anzi, ritengo non voglia neanche tenere La Stampa, un giornale come il Corriere penalizzato da costi elevati e dall’assenza di bilanci fl oridi. Ragion per cui è prevedibile una fusione delle strutture e delle sinergie sottostanti ai due giornali, magari con una rete di corrispondenti este-ri comuni sulla falsariga di quanto realizzato dal gruppo Monti-Riffeser con Giorno-Nazione-Resto del Carlino.

D. È il preludio alla ven-dita dei due quotidiani?

R. Realizzata un’unità produttiva efficiente nel conto profi tti-perdite, è pos-sibile una cessione a un edi-tore puro. Forse un Rupert Murdoch, che rilancerebbe i due grandi giornali ognuno orbitante nelle tradizionali aree strategiche del Nord. Ne potrà guadagnare la forza e l’indipendenza dell’informa-zione. È ciò che in una certa chiave aveva in mente Diego Della Valle, il primo a rompe-re clamorosamente l’accordo di governance di Rcs. Contro un establishment di azioni-sti che ha sempre voluto un racconto blando della crisi industriale italiana.

D. È la vittoria della stra-tegia di Diego Della Valle e della Mediobanca guidata da Alberto Nagel?

R. Senza dubbio. Il patron di Tod’s ha avuto il corag-gio dell’elefante che entra nel negozio di cristallerie. Adesso però la sua linea è in confl itto con quella degli Agnelli-Elkann che probabil-mente decideranno di vende-re. Mentre lui, imprenditore emergente e più provinciale, è legato all’idea e al blasone di un giornale indipendente

e autorevole, non legato agli equilibri di potere. Il numero uno di Piazzetta Cuccia ha, dal canto suo, provocato, con la nomina di Mario Greco ad amministratore delegato di Generali, il primo grande distacco di un gruppo rilevan-te dal Patto. Producendo un effetto domino a partire dal-la scelta compiuta da Italce-menti di Carlo Pesenti. Uno

sganciamento progressivo in antitesi con la tradizione del «salotto buono» ambi-to per decenni dai grandi imprenditori e che oggi ri-sulta fuori tempo. Tranne che per gli stilisti, viste le pagine dedicate alla moda dal Corriere e che hanno fagocitato gli stessi maga-zine femminili.

www.formiche.net

DI LINDA LANZILLOTTA

Il salvataggio di Alitalia rappre-senta un caso di scuola di quello che non si dovrebbe fare, soprat-tutto dopo gli errori già commessi

nel passato, quando ci era stata pro-pinata la favola degli imprenditori patrioti, dopo quella dei capitani co-raggiosi.

Una domanda- Ma che capitalismo è quello nostrano che non investe i suoi denari e vuole sopravvivere gra-zie all’intervento pubblico?

Il caso Poste - È lecito domandarsi cosa c’entra Poste con Alitalia, quale sia il piano industriale che è dietro l’operazione di salvataggio e, soprat-tutto, quali segnali si danno al merca-to con interventi al fotofi nish quando manca oramai l’ossigeno per garantire

la continuità aziendale.La toppa - Ancora una volta si è

scelta la «logica della toppa» e si è ri-nunciato a intervenire con una logica di mercato per costruire una soluzio-ne industriale che non scaricasse altri costi sui contribuenti e fosse in grado di offrire maggiore qualità ai consu-matori. Non bisogna quindi meravi-gliarsi se poi ci piovono accuse di pro-tezionismo all’italiana. Nelle ultime settimane non abbiamo fatto che dei pessimi esempi: prima con Telecom, oggi con Alitalia.

Le responsabilità -Nel caso della compagnia aerea italiana, poi, ci sono responsabilità evidenti che nascono con la malaugurata scelta dell’hub di Malpensa voluta dal ministro Pd, Bur-lando, e si aggravano colpevolmente nella campagna elettorale del 2008, quando Berlusconi decise di puntare

sull’azzardo della cordata italiana e di escludere la soluzione francese che già allora appariva come la più ragione-vole. Non minori sono le responsabi-lità dei nostri imprenditori che hanno fatto fi nta di crederci in vista di altri vantaggi su diversi terreni.

Urge piano industriale - Oggi pensare che un’azienda che ha 1 mi-liardo di debiti fi nanziari e che perde 1,6 milioni di euro al giorno possa es-sere salvata attraverso un aumento di capitale a cui far partecipare Poste italiane perché possiede sette aerei è una pura follia. Si sta giocando con il fuoco con il risultato di prolungare questa costosissima agonia: senza un serio piano industriale che escluda i vecchi azionisti Alitalia non decollerà e a restare a terra è la competitività del nostro sistema Paese.

www.formiche.net

ANCORA UNA VOLTA SI È SCELTA LA LOGICA DELLA TOPPA

Che cosa c’entrano le Poste con l’Alitalia? E che piano industriale c’è dietro questa operazione di salvataggio?

DI ANDREA GIACOBINO

Prima di aver concesso altri tre anni di moratoria alla Carlo Tassara di Ro-main Zaleski, le banche avevano già dato nuovo ossigeno alla maggiore

partecipazione industriale della holding del finanziere franco-polacco, la Metalcam presie-duta da Gregorio Gitti, genero di Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglian-za di Intesa Sanpaolo. Ma intanto su Metal-cam ha acceso un faro l’Agenzia delle Entrate che, dopo una lunga verifica ha contestato alla società una presunta elusione fiscale nell’ope-razione di merger leverage buy out conclusasi nel 2008 e che portò nel capitale, accanto alla Carlo Tassara (che ha il 48%) il fondo Clessi-dra (42%) mentre un 10% circa è nelle mani dei dipendenti.

Ma andiamo con ordine. La notizia della moratoria sul debito Metalcam è contenuta nel bilancio 2012 appena depositato, che si è chiuso a livello consolidato con una perdita di 21,8 milioni di euro rispetto al passivo di 22,7 milioni del precedente esercizio, pure a fronte di ricavi in lieve aumento da 110,7 a 114,8 milioni. Il gruppo di Zaleski, che opera nella forgiatura di componenti in acciaio, è andato in rosso pesante anche nel bilancio civilistico, archiviato con una perdita di 21,2 milioni ri-spetto ai -22,6 milioni del 2011, passivo che è

stato ripianato attingendo alla riserva. Metal-cam ha debiti verso banche per 181,8 milioni: sono i fi nanziamento in pool concessi proprio per il leveraged buy out di 5 anni fa. Le banche esposte sono Unicredit come capofi la, assieme a Banco di Brescia, Banca Popolare di Berga-mo e Banca di Valle Camonica. Ebbene: tale contratto è stato rinegoziato all’inizio dello scorso agosto (quello relativo alla Carlo Tas-sara è stato perfezionato all’inizio di questo mese) estendone il termine dal 4 marzo 2016 al 4 marzo 2019 e rimodulandone le rate di ammortamento dove il grosso del debito (93,6 milioni) sarà ripagato fra 6 anni. Unica con-cessione ai creditori (che hanno tutti i titoli Metalcam in pegno) l’aumento dello spread di 70 punti base capitalizzati dallo scorso 1 luglio e di ulteriori 85 punti base per cassa dal luglio del 2016.

Nel frattempo a Breno, dove ha sede Metalcam, sono stati a lungo gli «007» di Attilio Befera. L’Agenzia delle entrate Di-rezione Regionale della Lombardia, Uffi cio Grandi contribuenti, ha infatti concluso una lunga verifica fiscale iniziata a luglio del 2012 sui periodi d’imposta 2008-20089 e nel-lo scorso luglio ha notifi cato alla società un questionario con la richiesta di chiarimenti. «La società - spiega la nota integrativa - sta predisponendo apposita risposta a sostegno della correttezza del proprio operato».

CARTA CANTA

Concessi tre anni di moratoria alla Tassara di Romain Zalesky

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13Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17 OttobrP R I M O P I A N O

I parenti di altre religioni non contano

Dei 335 italiani uccisi alle Fosse Artdeatine, circa 75 erano di religione ebraica. Non è chiaro perché, nell’in-tervistare i familiari superstiti delle vittime, tutti i gior-nalisti si rivolgano esclusivamente a quelli israeliti, né perché l’eccidio sia stato cooptato in toto come episodio di quell’abominio che fu l’olocausto. Forse i parenti di religione cattolica, anabattista, luterana and so on hanno la memoria più labile?

Sara Morganti - Genova

Con la scusa dell’aumento dell’Iva

L’Iva è aumentata, come no. Una settimana fa ho fatto fare la copia di una chiave, costo 10 euro. Ritorno oggi dallo stesso ferramenta, stessa chiave, stessa copia: 12 euro. Chiedo conto del perché dei 2 euro in più. Rispo-sta del negoziante: « Non è colpa mia, sa è aumentato il materiale, è aumentata l’Iva». Faccio notare che un aumento dell’1% di Iva non po’ tradursi in un 20% sul prezzo finale. Per evitare discussioni, mi fa uno sconto presentandomi lo scontrino: 11 euro. Il costo della vita aumenta? Aumenta perché aumentano le tasse dello stato, e poi quelle regionali e comunali, dettate dalle esi-genze di una collettività ma anche dagli sprechi e abusi di singoli. Poi c’è la tassa del commerciante del libero mercato che predica il «meglio approfittarsi oggi che guadagnare domani». Anche se è sotto casa, non tornerò da quel ferramenta, come ha ben capito il negoziante quando sono uscita. Servirà? Almeno al mio senso civico sì, certamente.

Dora Ferraiuolo – Roma

Un muro per occultare la Darsena

Il «muro» di pannelli che gli operai stanno costruendo attorno al Naviglio milanese per nascondere i lavori di bonifica e ristrutturazione ricorda tanto quello eretto attorno al lago di Como, così… tirato su tanto per occul-tare l’unica attrazione di una città lacustre

Claudia Cervini

Colpevolizzatori a tempo pieno (spesso pagati da noi)

Non ho mai pensato di essere razzista. Non ho mai man-cato di rispetto a una persona di un’altra etnia per il semplice fatto che fosse straniero e non ho mai pensato di essere io superiore a qualcun altro solo perché la mia origine mi rende, in un qualche modo, più ‘nobile’. Poi è arrivata la Kyenge e, con qualche motivazione che non ho afferrato, ho scoperto che, per questa società ignorante, il mio modo di pensare è ritenuto in parte razzista. E ancora… non ho mai pensato di esser fascista. Non ho di certo idee di sinistra, né mi sono mai schierata a favore di una politica dai contorni rossastri; ho però sempre af-frontato i confronti bi-partisan, il dialogo e lo scambio di idee, ritenendo che, sotto sotto, dove finisce la destra inizi la sinistra; e vice versa. Poi è arrivata la Boldrini e, senza accorgermene, ho scoperto che, per questa società sporca, io sia considerata in parte anche fascista. E ancora… non ho mai pensato di essere omofoba. Ho sempre sostenuto che chiunque possa scegliere ciò che il proprio corpo e il proprio spirito cerca. Ho condannato manifestazioni esplicite gay in luogo pubblico, al pari di come condanno quelle etero, e ho sempre sostenuto quello spirito intimo di pienezza reciproca di chi sa amare. Poi è arrivato non ho ancora capito chi e, senza nuovamente capirne il perché, ho scoperto che in questa società malpensante, il mio ‘es-sere io’ celi in qualche modo un aspetto omofobo. Ora… ho smesso di pensare prima che, senza accorgermene, arrivi un qualcun altro che mi faccia sentire, in un qualche altro modo, ancora in torto. Continuo tuttavia a portare rispetto per chi ne porta a me e… ringrazio Dio di essere donna, se no probabilmente avrei già iniziato a sentirmi in colpa per un subconscio sessista-maschilista.

Gloria Grigolon – Vigevano (Mi)

Lutto nazionale per i morti di Lampedusa e non per…

Dalle mosse del Governo sono autorizzato a pensare che l’immigrato buono sia l’immigrato morto. Per quei di-sgraziati che sono morti a Lampedusa fanno i funerali di Stato mentre i superstiti a norma di legge sono da mettere in galera come clandestini. Poi non stupiamoci se quando andiamo in Europa a lamentarci non ci prendano sul serio. Senza parlare della pura arbitrarietà con cui dichiariamo lutto nazionale. Per i morti di Lampedusa si e per quelli della Concordia no così come per i poveretti precipitati dal cavalcavia in Irpinia. Abbiamo un esecu-tivo che si fa prendere dall’isteria e dalla commozione. E questo non va bene. Mai.

Gabriele Lamonica

LETTERE

DI PAOLO SIEPI

Sembra passata un’eter-nità, eppure Massimo D’Alema, appena due anni fa, sintetizzò la maledizione di Alfano con una della sue battute: «È rischioso essere

il Delfi no d’un pescecane». QN.

È in cerca dei numeri, Letta, «per durare fi no al 2015». Letta desidera ogni singolo voto del Pdl in Parlamento per poter lanciare riforme di carattere costituzionale che ha nel cassetto, per intrappolare la tracotanza mocciosa di Matteo Renzi e poi chissà, anche per nuovi, impensabili oriz-zonti, diverse aggregazioni politiche, la Terza repubbli-ca dei quarantenni. E, per ottenere tutto questo, per durare, sia Letta sia Gior-gio Napolitano sono persino disposti ad accettare che ci sia Berlusconi da qualche parte, purché monumentalizzato, «padre nobile», rinchiuso in una teca con le manette, incaramellato come la vela di una barca nel pieno della tempesta. Salvatore Merlo. Il Foglio.

Nel suo recente libretto «Oltre la rottama-zione» il candidato segretario del Pd, Matteo Renzi, inanella una serie di posizioni (più della Fiat è meglio preoccuparsi degli arti-giani; meglio dell’Alta Velocità è la manu-tenzione delle strade provinciali; la Costi-tuzione, piuttosto che cambiarla, andrebbe applicata) o di non posizioni tipo «vorrei pace nel mondo e cacca che profumasse di violette» (piuttosto che fare leggi sul lavoro, creiamo più lavoro, ci spiega per esempio) che indicano un nuovo posizionamento poli-tico: piuttosto che nel centro della società per creare una serie di alternative costruttive, il sindaco di Firenze cerca la sponsorizzazione di la Repubblica, di Grillo e Vendola, cerca una vittoria «prodiana»: mettiamo insieme tutto il possibile e chissenefrega se non fun-zionerà. Ludovico Festa. Tempi.

Ridotto nei consensi dentro e fuori il suo partito, più poveri dei 500 milioni di euro pagati a Carlo De Benedetti per il lodo Mon-dadori, con un piede già nella fossa giudizia-ria, il Cavaliere ha ancora molta forza con-trattuale. Fedele Confalonieri, il presidente di Mediaset, lui che rappresenta la roba, la mobilia, era per la pace, per la stabilità, favorevole al governo di Enrico Letta, una super colomba, un avversario indomito di quei falchi crisaioli di cui ha diffi dato. Ma Confalonieri (e non è un dettaglio) non si fi da nemmeno delle colombe di Alfano, malgrado conservi in tasca una remota simpatia per Gaetano Quagliariello. Salvatore Merlo. il Foglio.

Napolitano ha nominato Giuliano Amato, ex teso-riere di Craxi e pensionato d’oro, giudice della Corte costituzionale. Ad insaputa della Costituzione. Riccar-do Fracaro, segretario di

presidenza della Corte costituzionale. La Stampa.

Le forze politiche istituzionali sono tutte prigioniere dell’ideologia manettara e di una folla radunata da mesi per l’erezione del pa-tibolo. Vogliono, non già un cambio politico, ma il regime. Vogliono lo sradicamento della destra che c’è, e la creazione di una destra di comodo che chiamano adulta, europea, democratica, populista. Balle. Giuliano Ferrara, il Foglio.

Lo stato assistenziale è un progetto secon-do il quale tutti vogliono vivere a spese degli altri. Laura Borselli. Tempi.

Descritto dai suoi detrattori e dai suoi

sostenitori come un «animale a sangue freddo», un «negoziatore terribile», Serguei Lavrov, 63 anni è, da nove anni, la faccia della politica straniera russa. Se non ha an-cora raggiunto la longevità del suo lontano predecessore, Andrei Gromyko, restato per ventotto anni alla testa della diplomazia sovietica, egli divide con lui il soprannome di «Signor niet», signor no. Marie Jégo. le Monde.

Matteo, nel Pd fa paura. Non vogliono avere in casa gente che non è della tribù. Jovanotti. AdnKronos.

«Se Berlusconi sta con i traditori, se per lui va bene, sta bene anche a me», s’abban-dona Daniela Santanché, la Pitonessa che recita, enfatizza, affetta distacco, distanza e rassegnazione, mentre, per la verità, ancora tesse le sue trame e passa da una riunione all’altra, trafelata, e chissà cosa starà dav-vero preparando... QN.

Dopo la pubblicazione dell’Arte della guer-ra a Machiavelli fu concesso l’onore di sosti-tuire Giovanni dalle Bande Nere nello schie-ramento di tremila fanti. Dopo aver fallito tanti tentativi lo scrittore toscano dovette gettare la spugna per manifesta incapacità (com’è capitato a Mario Monti) e in un batter d’occhio l’esercito fu guidato dal vecchio e un po’ annoiato condottiero, a riprova che i teorici della politica (o dell’economia) san-no sempre perché, ma non riescono a capire come mai. Antonio Gurrado. Il Foglio.

Siamo passati dalla protesta alla resisten-za, quando tutte le nostre proteste hanno fatto un buco nell’acqua. Wolf Biermann, cabarettista politico e dissidente tede-sco. Il Foglio.

La prima funzione di controllo in un pae-se, in una democrazia normale, non spetta

alla magistratura e nemme-no al giornalismo. I primi che devono controllare il buon funzionamento delle istituzioni sono coloro che stanno nelle istituzioni, è la minoranza che controlla

l’operato della maggioranza. Ma se la mino-ranza e la maggioranza, di notte si dividono fra di loro le tangenti, di quale democrazia stiamo parlando? Peter Gomez. Il fatto quotidiano.

Sto qui in campagna nella casetta che Franca ama, e anch’io, se non facesse veni-re due coglioni così, di tanto in tanto. Costa, tra l’altro, l’adorata casetta. Obbliga a uscire per molti motivi. Sposterei perfi no il culo dal divano, fosse per me. Invece niente. Corre l’obbligo di restare in casa. Mi avvisano in-fatti, data la quantità di carteggi intercor-renti ormai tra papi e fi nti papi con relativi minchioni, che devo aspettarmi anch’io, per-sonalmente io, una raccomandata di conte-nuto teologico dal prevosto di qui. Andrea Marcenaro. Il Foglio.

Ogni giorno almeno 10 mila persone, con punte di ventimila nei periodi di massima affl uenza turistica, entrano in Cappella Si-stina. È gente di ogni provenienza, lingua e cultura. Di ogni religione, di nessuna re-ligione. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani. L’Osservatore romano.

Mia moglie ha un leggero difetto nei suoi discorsi. Infatti, di tanto in tanto, lei si ferma per poter respirare. Jimmy Durante.

Il giorno più bello della mia vita ancora lo aspetto, e so che non arriverà mai. Roberto Gervaso. il Mes-saggero.

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14 Giovedì 17 Ottobre 2013 P R I M O P I A N ODomenica, i cittadini del Titano andranno alle urne per votare il referendum per l’adesione

San Marino vuol entrare nella UeLa richiesta dovrebbe passare. Ma non mancano i no

DI GIORGIO PONZIANO

Europa sì o Europa no? Il governo islandese ha sospeso le trattative per l’ingresso nell’Unione

europea, in disaccordo con le misure di austerità imposte ai Paesi membri, in Francia l’eu-roscetticismo di Marine Le Pen sembra guadagnare im-previsti consensi, mentre i gre-ci stanno ancora manifestando contro Bruxelles e in Italia il terzo partito, quello dei 5stelle, evoca di quando in quando un referendum per uscire dall’euro e quindi dall’Europa. Non è un buon momento per l’Ue. Ma tra tante critiche, c’è chi invece bus-sa alla porta dell’Europa: è San Marino, i cui cittadini domenica andranno a votare per decidere, con un referendum, se aderire all’Ue. Due interrogativi sono d’obbligo, affinchè si vada oltre quella porta d’ingresso: il pri-mo è che la maggioranza dei cittadini della piccola Repub-blica votino sì, ma 5 partiti su 8 sono favorevoli e i sondaggi indicano una chiara vittoria degli europeisti, il secondo è che la trattativa tra Stato e Ue vada poi in porto nonostante le zone d’ombra della legislazione finanziaria sammarinese, che sarà necessario superare per apporre la firma.

Il fatto è che tra i tanti che vedono l’Europa come un freno tirato sulla ripresa dell’economia (soprattutto per colpa della Germania) qui, all’opposto, si sta vivendo l’Europa come l’ancora di sal-vezza. Mai a San Marino, nel dopoguerra, si è respirata aria più depressa. La «stretta» alla fi nanza allegra imposta dall’ex-ministro Giulio Tremonti e continuata dal governo Letta insieme a scandali che hanno coinvolto alcune banche hanno drasticamente ridotto l’import di capitali, il turismo risente della contrazione determina-ta dalla crisi dei consumi e di un’offerta che non ha saputo rinnovarsi, le poche industrie lavorano a scartamento ridotto, il governo è costretto a inediti tagli al welfare: il Titano per voltare pagina e risalire la chi-na chiede aiuto all’Europa dopo averla fi nora snobbata.

I 33 mila sammarinesi si ritroveranno sulla scheda la dicitura: «La Repubblica, giu-dicando il proprio ordinamento conforme ai requisiti fi ssati dal trattato dell’Unione europea, avvia la procedura di adesione. Il governo è tenuto ad adempie-re alle formalità di istruttoria e di negoziazione. La legge dovrà fi ssare un termine brevissimo entro il quale la domanda di adesione all’Unione europea dovrà essere inoltrata».

Il referendum costerà 233.330 euro. Il fronte del sì è composto da Partito socialista, Socialdemocratico, Sinistra unita, Unione per la repubbli-

ca, Civico 10, Per San Marino, quello del no da Movimento rete e Noi sammarinesi, mentre la Democrazia cristiana invita a votare scheda bianca e Alle-anza popolare lascia libertà di voto. Quanto a frammentazio-ne politica, nulla da invidiare all’Italia.

Seppure siano solo due, gli schieramenti per il no sono as-sai battaglieri, tanto che hanno chiamato un deputato italiano della Lega, Gianluca Pini, a concludere la campagna eletto-rale e spiegare perché aderire all’Ue è un errore: «Non com-mettiamo», dice l’invito alla manifestazione, «lo sbaglio che a suo tempo commise l’Italia». E due economisti anti-euro sono già stati ospitati, tra gli applausi dei supporter: Clau-dio Borghi, dell’università Cattolica, e Antonio Rinaldi, docente all’università di Chieti-Pescara, accomunati dal rifi uto dell’Europa.

«Come possiamo accetta-re la libera circolazione del-le persone prevista dall’Ue?», spiega Maurizio Faetanini del comitato per il no, «siamo appena 33 mila, saremmo in-vasi».

«Non è vero», ribatte Clau-dia Mularoni del comitato per il sì, «andremo a una trattati-va e negozieremo le condizioni dell’adesione, salvaguardando le nostre peculiarità, come del resto è avvenuto per altri Sta-ti».

I due comitati si fronteggia-no, anche sul web. Www.euro-pasanmarino.sm è il sito del sì: «Tutti conoscono le diffi coltà ad operare delle aziende samma-rinesi, produttive, commerciali e fi nanziarie, la penuria di po-sti di lavoro e le complicazioni, talora insormontabili, che i sammarinesi incontrano per studiare, partecipare a corsi di formazione, lavorare o sempli-cemente viaggiare in Europa. Solo l’apertura verso l’Europa e la condivisione delle regole comunitarie potrà permettere a San Marino di recuperare credibilità internazionale e tor-nare ad essere un Paese attrat-tivo per investimenti e capitali esteri seri, che si tradurrebbero in nuovi posti di lavoro e nuovo sviluppo per tutti.

All’opposto www.movi-mentorete.org è il sito del no: «La Repubblica di San Marino dal 2008 è patrimonio Unesco dell’Umanità con la motivazione che San Marino e il Monte Titano costituiscono una testimonianza eccezionale dell’istituzione di una demo-crazia rappresentativa fondata sull’autonomia civica e l’auto-governo, avendo esercitato con una continuità unica e senza interruzione il ruolo di capitale di una Repubblica indipenden-te dal XIII secolo». Il 20 ottobre è doveroso votare no per salva-guardare 1700 anni di storia, indipendenza e sovranità.

A dividere i due schiera-menti è anche la possibilità di intraprendere, anziché quella dell’adesione, la strada dell’ac-cordo-quadro, magari insie-me a Monaco e Andorra. Una prospettiva accettata dai no, rifi utata dai sì (perché non ci sarebbe trattativa, dicono).

Nel marzo 2011 doveva te-nersi un altro, identico refe-

rendum (vedi Italiaoggi del 13 gennaio 2011) ma il governo di allora intervenne e lo bloccò. Questa volta si va al voto. In palio c’è l’Europa.

Non solo. Infatti agli elet-tori sarà consegnata anche un’altra scheda, per una se-conda consultazione, il «refe-rendum salvastipendi», pro-mosso dalla confederazione

democratica dei lavoratori sammarinesi, con un quesito piuttosto singolare: «Volete voi che le retribuzioni dei lavoratori dipendenti siano rivalutate al primo gennaio di ogni anno dell’indice di in-fl azione»? Il ritorno della scala mobile, via referendum. Si salvi chi può.

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DI MICHELE ARNESE

Ci sarà tempo per analizzare, compren-dere e magari imbufalirsi per la Legge di stabilità. Meglio aspettare la ver-sione uffi ciale approvata dal Consiglio

ministri presieduto da Enrico Letta e stu-diarla con attenzione. Ma al di là dei numeri e delle misure su spesa pubblica ed entrate che saranno realmente contenute nel documento, si possono avanzare già alcune impressioni.

La prima è sulla confusione e la convul-sione di indiscrezioni, smentite e precisazioni che anche quest’anno si rincorrono come ne-gli anni passati. L’assetto delle larghe intese presupporrebbe una preventiva e dettagliata intesa fra le parti politiche che sostengono l’ese-cutivo per fi ssare priorità e numeri. Altrimenti il caos è assicurato e la fretta produce pessimi risultati, non solo di immagine.

La seconda considerazione è legata alla prima. Da ambienti politici e fi nanche da mi-nisteri fi ltrano mormorii per una scarsa colle-gialità nell’impostazione della Finanziaria. Ma soltanto negli anni in cui il ministero retto da Giulio Tremonti si sommergevano di critiche,

rimbrotti e scudisciate l’ex ministro accusato di essere accentratore e poco concertativo.

La terza considerazione è strettamente legata alla seconda. Per anni, dalla Banca d’Italia, sono giunti consigli spesso saccenti, ramanzine sovente cattedratiche e auspici sempre netti su come e quanto tagliare la spe-sa pubblica in maniera non lineare (ovvero in maniera non tremontiana) e su come e quan-to ridurre l’imposizione fi scale sul lavoro e le imprese, pur in presenza di rigidi vincoli nella gestione della fi nanza pubblica. Insomma gli appelli implicitamente dicevano: ah se fossimo noi al Tesoro!

Ora, salvo smentite, sfogliando le bozze della Legge di stabilità coordinata dall’ex di-rettore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, quei consigli e quegli auspici am-manniti per anni non si scorgono, eppure da Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia, a via Venti Settembre, c’è stato quasi un trasloco…. Giudizi affrettati e superfi ciali di chi gioca solo con le parole? Forse. Ma pure consigli, ramanzi-ne e auspici erano solo parole. Ora si aspettano i fatti.

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DAL DIRE AL FARE

Bankitalia criticava i tagli non fattima Saccomanni non riesce a farli

DI GIUSEPPE PENNISI

«Prima o poi, il Trattato di Maa-stricht va riscritto da capo a fon-do». Lo ha detto, rispondendo ad una domanda, il primo ministro

fi nlandese, Jyrki Katainen, al termine di un incontro ad inviti organizzato a Roma dall’Isti-tuto Affari Internazionali sul tema How to Bu-ild a Fair and Thriving Europe (Come costrui-re un’Europa equa ed in sviluppo).

Chi è- Katainen è alla guida di una «gran-de coalizione» in cui destra e sinistra stanno cercando di attuare le politiche necessarie a ristrutturare l’economia del Paese e a ren-derla più competitiva; ciò ha comportato una drastica riforma tributaria per ridurre il peso del fi sco sulle imprese e programmi di forma-zione/riconversione accelerata per i giovani, soprattutto di coloro che hanno perso il lavoro in seguito alla crisi della maggiore azienda del Paese.

Grande coalizione - Katainen è stato Mi-nistro delle Finanze ed è presidente del Partito Popolare Europeo. A suo avviso, soltanto im-boccando una strada «pragmatica», senza rife-rimenti ideologici a federalismo od ad accordi meramente intergovernativi, l’Europa potrà

uscire più forte dalla crisi che la attanaglia.Maastricht adieu - È stato sottolinea-

ta l’esigenza di riscrivere il Trattato di Maa-stricht, magari tramite un protocollo interpre-tativo che si limiti ad aggiornare il documento e non richieda formali ratifi che. Ciò è tanto più necessario a ragione delle perplessità su alcuni cardini dell’unione bancaria espresse dai consiglieri economici del Consiglio dei Mi-nistri Ue.

Riscrittura soft - In effetti si sta riscriven-do il Trattato di Maastricht pezzi e bocconi. E senza una chiara idea, per utilizzare il linguag-gio colloquiale, su dove si andrà a parare. Il negoziato, peraltro altamente giuridico, riguar-da come dare un’interpretazione estensiva ad alcuni articoli del Trattato di Maastricht (in particolare il 114) per potere affi dare compiti alla Bce in materia di resolution di crisi ban-carie (ossia riassetto di istituti) senza dovere emendare formalmente il Trattato, poiché – come è noto - la Germania (non solo il Governo ancora in carica ma anche verosimilmente la prossima legislatura) è contraria a un nuovo negoziato che comporti ratifi che da parte dei parlamenti dell’eurozona (ed in alcuni casi anche di referendum).

www.formiche.net

LO DICE IL PRIMO MINISTRO FINLANDESE KATAINEN

Il Trattato di Maastricht va riscritto da capo a fondo

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15Giovedì 17 Ottobre 2013ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIALa Bretagna perde posti di lavoro a migliaia per volta, soprattutto nell’agroalimentare

Una regione francese che muoreÈ sopraffatta dai polli brasiliani e dai suini tedeschi

da Parigi ALBERTO TOSCANO

Una sirena d’allarme e una regione intera si ferma. Ieri mattina l’allarme antincendio

è entrato in funzione in molte imprese e locali pubblici della Bretagna (una regione france-se con 4,5 milioni di abitanti) in segno di protesta per l’on-data di licenziamenti che sta sconvolgendo questa parte del-la Francia. La gente si è river-sata nelle strade e, per un’ora, l’atmosfera è stata quella dello sciopero generale. Una parali-si totale, con qualche corteo e tanti discorsi contro lo tsunami della crisi economica e contro i licenziamenti in atto soprat-tutto nel settore agroalimen-tare.

La Bretagna è una regio-ne profondamente agrico-la, in cui ancora oggi un terzo dei posti di lavoro dipende dai campi, dalla pesca e dall’indu-stria agroalimentare. La pesca è in diffi coltà da decenni. Nel 1994 gli addetti di questo set-tore manifestarono nel capo-

luogo Rennes e lanciarono un razzo per il soccorso marino, che incendiò lo storico palaz-zo del parlamento regionale. Adesso è la volta degli alle-vamenti di polli e di maiali. Il pollo bretone non è certo il più nobile di Francia (ruolo che spetta a quello allevato nella zona di Bourg-en-Bresse, non lontano da Lione), ma è tra-dizionalmente poco costoso, per cui riempie gli scaffali dei supermercati nazionali ed eu-ropei.

Ormai i mercati inter-nazionali sono invasi dai polli brasiliani. I tempi sono cambiati e la Bretagna fa le spese della mondializzazione. Il ruggito del pollo carioca ha permesso all’export brasiliano di superare quello francese nel settore agroalimentare. La Bretagna, che produce un terzo del pollame francese, è stata messa in ginocchio da questa concorrenza, che ha portato l’anno scorso il gruppo Doux (ex leader nazionale del settore) in una crisi dramma-tica, tradottasi in centinaia di licenziamenti. Poi è stata la

volta degli altri marchi bretoni di questo settore, fi nché la crisi del maiale ha soppiantato per gravità quella degli animali a due zampe.

Nel caso del maiale il concorrente numero uno è in Europa e si chiama Ger-mania. La produzione francese è messa in diffi coltà da quella italiana e spagnola sul pia-no della qualità, e da quella tedesca sul piano dei prezzi. Utilizzando manodopera a basso costo dell’Est europeo, il settore agroalimentare tedesco è riuscito a spiazzare l’export francese di salumi e carne di maiale. Mezzo secolo fa il pre-sidente De Gaulle e il can-celliere Adenauer si misero d’accordo sul fatto che il Mer-cato comune europeo avrebbe dovuto favorire la Francia nell’agricoltura e la Germania nell’industria.

Oggi l’export industria-le tedesco non si limita a polverizzare quello dei con-correnti europei, ma persino nel settore agroalimentare le vendite internazionali di Ber-lino hanno superato quelle di

Parigi. Ecco, nei giorni scorsi la società bretone Gad, specia-lizzata nella lavorazione della carne porcina, annunciare un piano di quasi mille licenzia-menti. Per l’intera Bretagna è stato il segnale d’allarme e ieri è andata in scena una protesta senza precedenti, a suon di si-rene d’allarme.

In gioco c’è l’avvenire stesso di una delle regioni storiche più famose e più im-portanti di Francia. La cantie-ristica navale è da tempo in crisi. Parigi interviene rego-larmente per trovare in giro per il mondo clienti ai cantieri di Saint-Nazaire. Il gruppo automobilistico Psa (Peugeot-Citroën) si appresta a tagliare 1.400 posti sui 5.500 della sua fabbrica di Rennes. Altri li-cenziamenti in Bretagna sono stati programmati dal gruppo Alcatel, una volta simbolo glo-rioso dell’industria francese delle telecomunicazioni.

Un altro colpo all’econo-mia bretone viene dalle caser-me, che chiudono o si ridimen-sionano una dopo l’altra. I tagli al bilancio della difesa si sono

ripercossi su città dell’Atlanti-co in altri tempi celebri per le loro guarnigioni, come nel caso di Lorient. Resta (e prospera) il turismo, ma il clima permette ai bretoni di sfruttare questa attività quasi unicamente nel periodo estivo e alla fi ne i conti non possono tornare. Ai breto-ni rimane soprattutto la loro fi erezza e anche la loro lingua, tradizionalmente ostacolata in tutti i modi dalle autorità di Parigi. Una lingua celtica, che traduce la fi erezza bretone nello slogan «Kentoc’h mervel eget bezañ saotret», ossia: me-glio morire che tradire.

Per non tradire la loro re-gione, i bretoni hanno comin-ciato col protestare contro la politica del governo francese. Dicono d’essere pronti a ridur-si le tasse, visto che Parigi non si occupa più del loro destino. Il prossimo 1° gennaio entrerà in vigore in Francia la tassa eco-logica sui trasporti e di questa idea (che penalizza soprattutto una regione marginale come la loro) i bretoni non vogliono ne-anche sentir parlare.

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DI MASSIMO GALLI

La Cina si lancia nella ricerca scientifica all’avanguardia. E lo fa con un progetto nel campo dei neutrini, chiamato JUNO, che porterà alla realizzazione di una fab-

brica di questi elementi. Il primo passo, spiega il fisico francese Marco Zito, riguarda un grande detector sotterraneo che sarà riem-pito con 25 mila tonnellate di scintillatore liquido, un materiale capace di emettere impulsi di luce quando viene attraversato da fotoni di alta energia o da particelle ca-riche. I neutrini sono, appunto, particelle elementari osservate sperimentalmente per la prima volta a metà degli anni 1950. In Giappone si trova il Super-K, un osser-vatorio di neutrini che nel 1998 fornì la prima prova della loro oscillazione.

Il salto di qualità nella ricerca cinese si è concretizzato nella recente conferen-za chiamata Neutrino Factory (la fabbri-ca del neutrino), svoltasi a Pechino, dove è stato fatto il punto degli studi in corso e dei nuovi progetti. L’obiettivo era mostrare che nell’ex Celeste impero ormai si fa sul serio nell’ambito della scienza e della ricerca. In que-sta circostanza è stato eseguito un esperimento davanti a un folto pubblico di addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo: la misurazione, da parte delle apparecchiature della centrale nucleare Daya Bay che si trova nel sud della Cina, del tasso di scomparsa dei neutrini pro-dotti dal vicino impianto atomico. Ecco allora prendere forma il progetto JUNO, per il quale i lavori dovrebbero iniziare nel 2015. Si tratta di un’iniziativa, chiarisce Zito, che ha come obiet-tivo la misurazione esatta di alcuni parametri relativi alle oscillazioni dei neutrini, oltre che

l’eventuale scoperta delle particelle prodotte da una supernova; quest’ultima darebbe luogo a una decina di migliaia di interazioni. L’esperi-mento consentirebbe di comprendere meglio il meccanismo delle esplosioni di stelle, durante le quali si sviluppa un gran numero di elementi pesanti. Ma i fi sici cinesi stanno pensando anco-

ra più in grande, con un progetto di fabbrica di neutrini: si sta sviluppando un acceleratore di protoni fi nalizzato ad alcune applicazioni nella produzione di energia nucleare. In un nuovo mo-dello di reattore, il cuore del dispositivo sarebbe sottodimensionato e soltanto i neutroni prodot-ti dal fl usso di particelle sarebbero in grado di provocare la reazione a catena. Il vantaggio consisterebbe nella possibilità di far cessare in qualunque momento la fonte di neutroni per fermare il reattore. Un migliaio di ingegneri e ricercatori è al lavoro in Cina per portare a termine questo ambizioso programma.

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Il primo obiettivo è realizzare la fabbrica dei neutrini

La Cina entra fra i big della ricerca in fisica

Gli esperti la crede-vano estinta. Inve-ce, dopo oltre mezzo secolo, è ricompar-

sa in Ecuador la lucertola Pi-nocchio (nella foto), chiama-ta così per via del suo lungo naso che ricorda il burattino dell’avventura di Collodi. Il rettile è stato avvistato nel-le foreste pluviali, nell’area nord-occidentale della nazio-ne sudamericana.

La lucertola, il cui nome scientifi co è Anolis proboscis, era stata avvistata soltanto tre volte negli ultimi 50 anni. Proprio questa circostan-za aveva portato alla sua

inclusione nell’elenco delle specie in pericolo di estin-zione, redatto dall’Unione internazionale per la conser-vazione della natura. Questo animale è potuto soprav-vivere nella densa foresta equatoriale, dove ha trovato il suo habitat. Di giorno è invisibile grazie alla pelle che serve da travestimento, mentre è possibile avvistar-lo nelle ore notturne, pallido alla luce delle torce. Gli stu-diosi non sanno a cosa serva il lungo naso. Esso, con ogni probabilità, non è retrattile né allungabile.

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È stata riscoperta dopo mezzo secolo

Torna Pinocchio la lucertola

L’osservatorio giapponese Super-K: ora anche la Cina lancia nuovi progetti sperimentali

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16 Giovedì 17 Ottobre 2013 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Un tempo in Germania era considerato di prestigio e il posto spettava al vice cancelliere

Il ministero Esteri vale poco I socialisti lo rifi utano, ma non avranno però le fi nanze

da BerlinoROBERTO GIARDINA

Le trattative per il nuo-vo governo sono una sorta di poker a tre, con Frau Angela ,

maestra del gioco, pronta a vedere le carte di chi siede al tavolo, i socialdemocra-tici e i verdi. Paradossal-mente vince chi pretende di meno. E le regole stanno cambiando. Appena ieri, in Germania, era il ministero degli Esteri il più ambito. Toccava quasi per diritto, al partner di minoranza, e il ministro era anche vice-cancelliere. Oggi, occuparsi del ruolo della Germania sul palcoscenico mondiale non attrae. E si discute per chi debba occupare la poltrona alle Finanze, considerata la più importante per il futuro lavoro della coalizione.

Quando nel ’69, Willy Brandt riportò al governo i socialdemocratici, rimasti fuori dai tempi della Re-pubblica di Weimar, il suo

ministro degli esteri fu il liberale Walter Sche-el. All’estero conobbero un politico affascinante che insieme a Brandt contribuì a cambiare l’immagine della Germa-nia. E Scheel divenne, in seguito, presidente della Repubblica.

Dopo di lui, al fianco del cancelliere Helmut Schmidt, e poi di Hel-mut Kohl, la politi-ca estera fu gestita da Hans-Dietrich Gen-scher, che si ritirò solo dopo la crisi nei Balcani (dove commise degli er-rori). Il ministero degli esteri dà (o dava) presti-gio senza insidie: quel che compie il ministro non ricade immediata-mente sui cittadini. Con Gerhard Schröder, ministro degli esteri fu Joschka Fischer, il lea-der carismatico dei verdi. Riuscì a sfruttare la ca-rica per acquistare un enor-me prestigio in Germania e all’estero, anche se, di fatto,

non svolse una politica coe-rente. In preda all’ambizio-ne personale, cambiò spesso

linea, per conquistare il favore di Madelei-ne Albright e degli americani, necessario per essere scelto come successore di Kofi An-nan alle Nazioni Uni-te. Tanto, che l’amico Schröder fu costretto a tirargli spesso le bri-glie sul collo.

La politica estera sempre più è com-pito del cancelliere, come è avvenuto anche con il liberale Guido Westerwelle, schiac-ciato dalla personalità di Angela Merkel. Nel-la Grosse Koalition del 2005, i socialdemo-cratici ottennero sia il ministero degli esteri con Frank- Walter Steinmaier, che svol-se il suo lavoro senza infamia e senza lode, e quello delle fi nanze con Peer Steinbrück,

lo sfidante battuto dalla Merkel lo scorso settembre. Ma allora i due grandi parti-

ti erano quasi alla pari, oggi la situazione è ben differen-te con una Cdu/Csu che ha quasi conquistato la maggio-ranza assoluta.

I socialdemocratici sono pronti a lasciare gli Esteri ad Angela purché ab-biano le fi nanze. Ma è molto improbabile che l’attuale ministro Wolfgang Schaü-ble, sia disposto a tirarsi indietro. Per la Merkel, eco-nomia e fi nanze sono anche una scelta morale, e si fi da del ministro per le scelte tecniche. Diffi cile che l’Spd la spunti. I verdi sarebbero più malleabili, e la politica estera li gratifi cherebbe an-che se poi fossero costretti a eseguire gli ordini della cancelliera. La partita si sta giocando tra due poltrone.

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DI SIMONETTA SCARANE

Incredibile ma vero. L’ultimo rapporto dell’Onu sui cambiamenti climatici, che ha rafforzato l’allerta sull’incremento dei gas serra, ha indicato che il secondo de-

cennio del XXI secolo sarà caratterizzato dalla supremazia del carbone sul petrolio. E questo nonostan-te le energie rinnovabili si siano ben sviluppate nei cinque continenti. Il più inquinante dei combusti-bili fossili dovrà soppian-tare il petrolio di qui al 2020 secondo lo studio del dipartimento di Wood Ma-ckenzie, presentato in occa-sione del congresso mondia-le dell’energia cominciato lunedì a Daegu nella Corea del Sud. La notizia può suo-nare strana, soprattutto in Francia dove è il nucleare che dovrebbe avere la pre-dominanza. Ma la tesi del rapporto Onu non è peregrina perchè è stata confermata anche da molti altri rapporti, tra i quali anche quello dell’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) che nel dicembre scorso annunciava l’ineso-rabile progressione del carbone. La Cina, pri-mo consumatore mondiale di carbone, spiega l’avvenire radioso del carbon fossile, combu-stibile del XIX secolo. Proprio dal mercato cinese deriveranno i due terzi della cresci-ta globale della domanda nei prossimi dieci anni. La metà delle nuove centrali elettriche che saranno costruite in Cina tra il 2012 e il 2020 andranno a carbone, secondo quanto ha

precisato Wood Mackenzie. E l’India non sarà da meno. Di certo, dalla sua il carbone non ha la penuria di riserve, che secondo l’Aia sono sufficienti per soddisfare il consumo dei pros-simi 130 anni. Inoltre, la produzione dell’In-donesia, del Sudafrica e dell’Australia contri-buiranno ad accrescerle del 20% rispetto ai

volumi che saranno estratti di qui al 2020. Il principale atout del carbone resta il prezzo. Attualmente è tre volte meno caro del gas naturale liquefatto (trasportato per mare) e due volte meno caro del gas in Europa. Negli Stati Uniti l’estrazione del gas dagli sciristi ha prodotto negli ultimi cinque anni una ri-duzione dei prezzi del gas naturale che si è sostituito al carbone nelle centrali termiche americane. Il risultato è che il surplus del carbone statunitense, più competitivo rispet-to al gas russo, norvegese o del Qatar, si è riversato sul Vecchio continente.

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È meno caro del gas naturale e ha riserve per 130 anni

Presto si consumerà più il carbone che il petrolio

DI ANGELICA RATTI

La realtà supera la fantasia. Nel film Jurassic Park gli scienziati facevano

rivivere i dinosauri parten-do dal Dna conservato nel sangue ingerito dalle zan-zare conservate nell’am-bra. Uno scenario surreale e strampalato dal momento che nessun insetto che ha bevuto sangue di dinosauri è stato mai ritrovato, sen-za considerare che il Dna si degrada nel giro di qualche centinaio di anni.

Ora, alcuni paleontologi hanno fatto un passo in avanti identificando una zanzara femmina, fossile, che nell’addome aveva an-cora sangue fossilizzato ri-salente a 46 milioni di anni fa, all’epoca Eocene.

Cioè a dire, la zanzara, risale a 20 milioni di anni dopo la scomparsa dei di-nosauri.

La scoperta è stata fat-ta nelle rocce del Montana dove sono state trovati 36 campioni di zanzara fos-silizzata, tra le quali una dozzina che non risultava-no appartenere a specie co-nosciute, secondo quanto si legge nel compendio redatto

per l’Accademia americana delle scienze. Ma certamen-te l’esemplare più interes-sante è risultato essere quello femmina di zanzara, riconoscibile dalle antenne lisce e dall’addome gonfio come fosse ancora pieno di sangue.

Dalle analisi spettrosco-piche ai raggi X è risultato che l’addome dell’insetto presentava una concentra-zione molto elevata di ferro e carbonio in quantità mag-giori rispetto allo scisti nel quale era imprigionata. Grazie all’ausilio di una sonda ion, per misurare le concentrazioni a livello microscopico, i ricercatori hanno potuto accertare che il ferro era associato alle molecole di heme, uno dei componenti dell’emoglobi-na. È dunque c’era la prova che si trattava di sangue di una preda.

L’animale parassita è ri-masto sconosciuto, ma la zanzara assomigliava agli insetti che pizzicano gli uccelli.

I ricercatori assicurano che potrebbero identifica-re altre molecole nei fossili ancora più vecchi, come i dinosauri.

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Emoglobina di allora trovata in un fossile

Sangue di 46 mln di anni fa

Le due pagine di «Estero - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

Guido Westerwelle

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Informativa a cura della FNAARC Federazione Nazionale Associazioni Agenti e Rappresentanti di Commercio

Fnaarc Trento: importante Giornata dell’AgenteLo scorso 5 ottobre si è svolto a

Trento un convegno sui temi più at-

tuali e significativi per la nostra cate-

goria. I lavori, aperti dal Presidente

di Fnaarc Trentino Fabrizio Battisti

e dal Presidente di Confcommercio

Trentino Giovanni Bort, hanno visto

un’ampia e attenta partecipazione.

La Federazione Nazionale era rappre-

sentata dal Presidente Adalberto

Corsi, dal Vicepresidente Vicario

Antonio Franceschi, dall’Avvocato

Agostino Petriello. Graditissimo o-

spite il Direttore Generale di Enasar-

co Carlo Bravi. Il Presidente Battisti

ha sottolineato la difficoltà del momen-

to, con la crisi ancora presente e gli

Giovedì 17 Ottobre 2013 - S.435

Tutte le inserzioni relative a ricerche e offerte di lavoro debbono intendersi riferite a personale sia maschile che femminile, essendo vietata, ai sensi dell’art.1 della legge 9-12-77, n. 903, qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e quale che sia il settore, o il ramo di attività. - Tutti gli annunci e la raccolta di candidature avvengono in ottemperanza al D.LGS n. 196 del 30 Giugno 2003 in materia di Privacy. Per maggiori informazioni www.cercoagenti.it/privacy - La gestione di "Banche Dati", "Dati personali", relativa "Diffusione" e "Trattamento", è di pertinenza delle rispettive aziende inserzioniste, nella persona del responsabile al trattamento dei dati, nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla riservatezza e all'identità personale. Tutte le risposte devono contenere l’Autorizzazione al trattamento dei dati.

aumenti della benzina. «Occorre strin-

gersi al sindacato – ha detto Batti-

sti – guardando in viso la situazione

dei mille agenti trentini, che peraltro

manifestano una tendenza a cresce-

re di 30/40 unità all’anno. Oggi la

soglia minima di sopravvivenza si

è alzata a 50.000 euro di provvigio-

ni annue, per cui è indispensabile

operare con contratti tutelati». Da

qui l’invito a rivolgersi all’Associa-

zione prima di firmare nuovi con-

tratti. «L’appuntamento di Trento è

per me un evento istituzionale, e non

vi manco mai, ha detto il Presidente

Corsi. Il rilancio di una forte attività

sindacale è l’impegno prioritario, an-

che per intercettare i primi, seppur

timidi, segnali di ripresa. La dirigen-

za nazionale si è dedicata a raf-

forzare i contatti col territorio sia con

la nuova organizzazione sia con

un’intensa opera di contatto diret-

to. I risultati non sono mancati, e pro-

cederemo con decisione sulla stra-

da intrapresa».

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23Giovedì 17 Ottobre 2013

DirittoIN EDICOLA CON I

& Fisco

LEGGE DI STABILITÀ/ Imu senza detrazioni per i i gli. Niente Irpef sulle case si tte

Un altro salasso sul mattoneLa Tasi rischia di compensare l’Imu. Aliquote incerte

Pagina a curaDI FRANCESCO CERISANO

Un salasso rispetto al 2013 («anno di grazia» per via della sospensio-ne dell’Imu) ma anche

rispetto al 2012 se si possiedo-no seconde case. Il nuovo as-setto del fi sco locale disegnato dalla legge di stabilità 2014, che ha pensionato la Tares e istituito il Trise, tributo bifron-te che tasserà la produzione di rifi uti (Tari) e l’erogazione di servizi indivisibili ai cittadini (Tasi), rischia di trasformarsi in un nuovo salasso per i con-tribuenti. Un salasso che potrà essere evitato solo dai sindaci i quali avranno ampi margini di manovra nella determinazio-ne delle aliquote. Forse anche troppi, visto che, stando alle ultime bozze della legge di bi-lancio, non è ancora chiaro fi no a che punto i comuni possano innalzare la Tasi che rappre-senta la vera incognita della service tax. L’altra componen-te, fi no a quando i comuni non avranno realizzato un sistema di misurazione puntuale della quantità di rifi uti conferiti al servizio pubblico (prodromico alla nascita di un nuovo tri-buto chiamato Tarip), peserà quanto l’attuale Tares. Ma sarà la tassa sui servizi a poter oscillare pericolosamente fi no ad annullare del tutto (o quasi) i risparmi generati dall’aboli-zione dell’Imu prima casa. La legge di stabilità fissa all’1 per mille l’aliquota ordinaria della Tasi che sarà calcolata sulla stessa base imponibile Imu. I comuni potranno ridur-la fi no ad azzerarla, ma anche aumentarla, badando però che la somma delle aliquote della Tasi e dell’Imu non superi l’ali-quota massima Imu stabilita dalla legge statale al 31 dicem-bre 2013 per ciascuna tipologia di immobile. Cosa però debba intendersi per «aliquota mas-sima» ancora non è chiaro: il 4 per mille per la prima casa e il 7,6 per le seconde o piuttosto il 6 per mille e il 10,6 per mille se si tiene conto dei margini di manovra lasciati ai comuni? La legge di stabilità, approvata martedì scorso dal consiglio dei ministri, non dice nulla in pro-posito, nonostante l’espressio-ne «aliquota massima» in luogo di «aliquota base» porti a rite-nere che i tecnici di Fabrizio Saccomanni si siano riferiti al prelievo standard maggio-

rato dagli aumenti comunali. Ma c’è anche chi la pensa di-versamente. Quel che invece è certo è che il carico tributario che graverà sulle seconde case sfi tte verrà alleggerito dell’Ir-pef fondiaria. Esattamente come accade oggi, visto che l’Imu ingloba l’imposta sul reddito delle persone fisiche se l’immobile non è locato. Il governo era intenzionato a far rivivere l’Irpef fondiaria e per questo aveva inserito una nor-ma ad hoc, poi sparita, nella legge di stabilità Stessa sorte è toccata alla deducibilità del 50% dell’Imu dal red-dito d’impresa.

La legge di Stabilità sanci-sce l’abolizione dell’Imu sulla prima casa ad eccezione delle abitazioni classi-fi cate nelle cate-gorie catastali

A/1, A/8 e A/9. I proprietari di case di lusso continueranno a pagare l’imposta municipale e in più perderanno anche la possibilità di detrarre 50 euro per ciascun fi glio a carico (fi no a 400 euro). L’unica detrazio-ne applicabile resterà quella di 200 euro per l’abitazione prin-cipale. Saranno assimilate alla prima casa (e quindi esentate dall’Imu) molte altre tipologie di immobili. Innanzitutto quel-li posseduti da anziani o disa-bili lungodegenti che hanno trasferito la residenza in casa di cura. Poi, gli immobili dei

cittadini italiani residenti all’estero (a condizione che non siano locati). E ancora, non pagheran-no l’Imu le abitazioni concesse in comodato dal proprietario ai parenti in linea retta che la utilizzano come

abitazione principale. Ma l’agevolazione

opererà limi-tatamente alla quota di rendita catastale non ecce-dente i 500 euro oppure nel solo caso in cui chi

riceve l’immobile in comodato appartenga a un nucleo fami-liare con Isee non superiore a 15 mila euro. In caso di più unità immobiliari, l’agevolazio-ne può essere applicata a una sola di esse.

Saranno infine esentati dall’Imu:

- gli immobili delle cooperati-ve edilizie a proprietà indivisa adibite ad abitazione principa-le dai soci assegnatari;

- i fabbricati destinati ad al-loggi sociali;

- la casa assegnata al coniu-ge a seguito di provvedimento di separazione o divorzio;

- l’immobile (e solo uno) pos-seduto, e non dato in affi tto, dal personale in servizio perma-nente presso le Forze armate e le Forze di polizia.

La tassa sui servizi sarà pa-gata non solo dai proprietari di immobili ma anche dagli inquilini (in misura compre-sa tra il 10 e il 30% secondo quanto stabilito dai comuni con regolamento), visto che il presupposto di imposta è «il possesso, l’occupazione o la detenzione a qualsiasi titolo di unità immobiliari» con vin-colo di solidarietà tra i com-ponenti del nucleo familiare. Il versamento sarà in quattro rate trimestrali (16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre) ma i comuni potranno variare

la scadenza e il numero delle rate di versamento e sarà con-sentito il pagamento in unica soluzione entro il 16 giugno. Per la componente rifiuti si terrà conto delle superfi ci cal-pestabili dichiarate o accertate ai fi ni dei precedenti prelievi (Tarsu, Tares). La tariffa sarà commisurata ad anno solare e, indipendentemente dai criteri di calcolo scelti dai comuni, do-vrà assicurare «la copertura in-tegrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio». I comuni potranno rimodularla in base agli standard qualitativi del servizio. Per esempio, nelle zone in cui non è effettuata la raccolta, la Tari da pagare non potrà superare il 40% del dovu-to. Mentre se il servizio è stato effettuato «in grave violazione della disciplina di riferimento» o è stato interrotto in modo da cagionare pericoli per la salu-te delle persone, i sindaci non potranno chiedere più del 20% della tariffa.

© Riproduzione riservata

rato dagli aumenti comunali A/1 A/8 e A/9 I proprietari di

Fondo di solidarietà leggermente decurtato per i comuni e attribuito in parte sulla base dei fabbisogni standard. Le novità sono state inserite nell’ultimissima versione della legge di stabilità e fanno perdere ai comuni 327 milioni di euro nel 2014 e 427 nel 2015 rispetto ai 6,9 miliardi di quest’anno. L’anno prossimo, dunque, il Fondo ammonte-rà a 6,647 miliardi e sarà alimentato per un importo pari a 4,7 miliardi da una quota dell’Imu. I criteri di formazione e di riparto del fondo di solidarietà saranno defi niti con dpcm da approvarsi entro il 31 dicembre di ogni anno. E almeno il 10% delle risorse dovrà essere attribuito sulla base dei fabbisogni standard. Sarà comunque introdotta una clausola di salvaguardia allo scopo di limitare il più possibile le variazioni, in aumento e in diminuzione, del-le risorse disponibili ad aliquota base. Lo Stato, che da quest’anno ha già detto addio alla riserva erariale del 50% sull’Imu delle seconde case, incamererà il gettito derivan-te dagli immobili ad uso produttivo di categoria catastale D calcolato ad aliquota standard del 7,6 per mille (ma i sindaci potranno portarla al 10,6 per mille). Resterà ai comuni il gettito degli immobili di categoria D posseduti dagli stessi enti locali e situati sul rispettivo territorio. L’accertamento e la riscossione dell’Imu sui fabbricati D saranno svolti dai comuni a cui spetteranno le maggiori somme incassate a titolo di interessi e sanzioni.

Il fondo di solidarietà perde 327 milioni

riceve l’immobile in comodato la scadenza e il numero delle

Soggette al patto di Stabilità le partecipate degli enti locali. Come anticipato da questo giornale (si veda ItaliaOggi del 2/8/2013), la legge di Stabilità sancirà l’inclusione nel Patto anche a società non quotate, aziende speciali e istituzioni che presentino congiuntamente i seguenti requisiti: a) partecipazio-ne pubblica di maggioranza o possibilità di nominare più del 50% degli organi di governo o di vigilanza; b) titolarità di servizi in affi damento diretto da parte di soggetti pubblici per una quota superiore all’80% del valore della produzione. L’estensione, però, scat-terà solo nel 2015 e comporterà il conseguimento di un saldo economico (mol o saldo fi nanziario) non negativo. Chi partirà già fuori linea dovrà defi nire un piano di rientro. I soggetti inadempienti, nell’an-no successivo, dovranno contenere i costi operativi entro la media dell’ultimo triennio, non potranno assumere personale e dovranno tagliare del 30% l compensi degli amministratori (che in caso di rei-terata violazione potranno anche essere revocati). Ma le sanzioni colpiranno anche gli enti locali di riferimento, che vedranno appesantirsi il proprio target di una quota dello sforamento proporzionale alla partecipazione detenuta.

Matteo Barbero

Partecipate degli enti locali soggette al patto di Stabilità

Fabrizio Saccomanni

La bozza di legge di Stabilità 2014sul sito www.italia-oggi.it/documenti

altri articoli da pag. 24

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24 Giovedì 17 Ottobre 2013 D I R I T T O E F I S C O

Legge di stabilità 2014: tutte le novità

LAVORATORI E FAMIGLIE

Detrazione Irpef dipendenti

Elevate le detrazioni Irpef per lavoro dipendente, previste dall’articolo 13 del Tuir, per i redditi i no a 55 mila euro

Proroga bonus ristrutturazioni

Confermata la detrazione Irpef dei costi di ristrutturazione edilizia, con tetto agevolabile a 96 mila euro: aliquota pari al 50% nel 2014 e al 40% nel 2015. Dal 2016 si tornerà al 36%

Proroga bonus riqualifi cazione

energetica

Confermata la detrazione per le spese di riqualii cazione energetica, con aliquota al 65% nel 2014 e al 50% nel 2015. Dal 2016 lo sconto i scale scenderà al 36%

Proroga bonus arrediLa detrazione i scale del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici viene confermata con le attuali regole anche per il 2014 (permane quindi il legame obbligatorio con il bonus ristrutturazioni)

Esodati Salvaguardati altri 6 mila lavoratori “esodati”. La copertura dell’intervento deriverà dal prelievo sulle pensioni sopra i 100 mila euro

Fondo per le non autosuffi cienze

Per gli interventi di pertinenza del Fondo (inclusi quelli a favore dei malati di Sla) arrivano 280 milioni di euro per l’anno 2014

Cinque per mille Confermata anche per il 2014 la possibilità per i contribuenti di destinare il 5 per mille dell’Irpef a i nalità sociali: assegnati 400 milioni di euro

Social cardArrivano 250 milioni di euro per i nanziare la carta acquisti, che sarà accessibile anche agli stranieri

Fondo contro la violenza sessuale e di

genere

Assegnati 10 milioni di euro annui per gli anni 2014, 2015 e 2016

Fondo per la distribuzione di

derrate alimentari agli indigenti

Rifinanziamento di 5 milioni di euro per l’anno 2014

Irap professionisti Abolito il Fondo che avrebbe dovuto esentare dall’Irap imprenditori individuali, artisti e professionisti a partire dal 2014

Restituzione somme tassate in anni

precedenti

Introdotta la facoltà, già dal 2013, di portare in deduzione dal reddito personale anche in periodi d’imposta successivi (o di richiederne il rimborso) le somme restituite al soggetto erogatore assoggettate a tassazione in anni precedenti

IMPRESE

Deduzione Irap nuovi assunti

Possibilità per le imprese che assumono nuovi lavoratori a tempo indeterminato di dedurre ai i ni Irap il costo del dipendente i no a 15 mila euro annui

Incremento del Fondo di sviluppo e coesione

Assegnati 54,8 miliardi di euro per il periodo di programmazione 2014-2020 (da utilizzare all’80% nel Mezzogiorno e al 20% nel Centronord)

Contratti di sviluppo Assegnati 100 milioni di euro per l’erogazione di i nanziamenti agevolati per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016

Incremento Fondo crescita sostenibile

Assegnati 50 milioni di euro per l’anno 2014 per l’erogazione di i nanziamenti agevolati

Ace Potenziato il meccanismo i scale di “aiuto alla crescita economica» previsto dal dl n. 201/2011: la deducibilità del nuovo capitale investito in azienda salirà dall’attuale 3% al 4% nel 2014, al 4,5% nel 2015 e al 4,75% nel 2016

Incremento del Fondo di garanzia per le pmi

Arriva uno stanziamento complessivo da 1,6 miliardi di euro in tre anni per potenziare l’attività del Fondo

Rivalutazione beni di impresa e

partecipazioni

Possibilità per le imprese di rivalutare il costo i scale di beni strumentali (esclusi quindi gli immobili merce) e partecipazioni iscritte in bilancio al 31 dicembre 2012. Pagamento di imposta sostitutiva pari al 16% per i beni ammortizzabili e al 12% per i beni non ammortizzabili. Effetti i scali a partire dal terzo anno successivo a quello di rivalutazione

Riallineamento valori impliciti partecipazioni

Riproposta la possibilità di affrancamento prevista dal dl n. 185/2008, anche alle operazioni effettuate a decorrere dal periodo d’imposta 2012. Imposta sostitutiva da versare in unica rata

Svalutazioni crediti banche e assicurazioni

Possibilità di deduzione quinquennale delle svalutazioni e delle perdite su crediti verso clienti/assicurati (purché risultanti in bilancio) sia ai i ni delle imposte dirette sia dell’Irap

Iva cooperative sociali Stop all’aumento dell’Iva dal 4% al 10% che sarebbe dovuto scattare dal 1° gennaio 2014

Restituzione Aspi Restituzione integrale dal 2014 del contributo addizionale Aspi dell’1,4% in caso di trasformazione del contratto a tempo determinato in rapporto a tempo indeterminato

Riduzione premi Inail Ridotti dal 2014 i premi e i contributi Inail. Attuazione con decreto del ministero del lavoro. Assegnato un plafond di un miliardo di euro.

Crisi di impresaIstituita presso lo Sviluppo economico una cabina di regia per il monitoraggio e il coordinamento degli interventi per le crisi di impresa

Rifi nanziamento ammortizzatori in

deroga

Assegnati 600 milioni di euro per il 2014 per rii nanziare gli ammortizzatori sociali in deroga (a cominciare dalla cassa integrazione)

Riduzione crediti d’imposta

Tagli in arrivo per i crediti d’imposta attualmente vigenti. Il restyling sarà attuato con dpcm entro il 31 gennaio 2014. In caso contrario scatterà un taglio lineare del 25% degli importi spettanti

Compensazioni fi scaliEstensione delle regole sul visto di conformità già vigente per i crediti Iva anche alle compensazioni di crediti per imposte dirette superiori a 15 mila euro annui

Imposta di bollo dossier titoli

Incremento dallo 0,15% allo 0,2% dal 1° gennaio 2014 del prelievo i scale sul valore degli strumenti i nanziari diversi dai conti correnti (azioni, obbligazioni, fondi di investimento, depositi, polizze, etc.)

Riordino tax expenditures

Revisione delle detrazioni fiscali Irpef del 19% previste dall’articolo 15 del Tuir. Riordino con dpcm da adottarsi entro il prossimo 31 gennaio. In alternativa, taglio lineare delle detrazioni al 18% per il 2013 e al 17% per il 2014

Contrasto rimborsi indebiti da 730

Nuovi controlli preventivi dell’Agenzia delle entrate per i contribuenti che presenteranno a partire dal prossimo anno modelli 730 con risultato a credito per oltre 4 mila euro. Rimborso erogato dall’ufficio e non dal sostituto d’imposta

Concorsi professioni giuridiche

Introdotto un contributo obbligatorio di 50 euro per la partecipazioni all’esame di Stato da avvocato o notaio oppure al concorso per l’ingresso in magistratura (contributo di 75 euro per gli avvocati che intendono iscriversi all’albo dei cassazionisti)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Anas Previsti 335 milioni di euro per la manutenzione della rete stradale e la prosecuzione degli interventi previsti dai contratti di programma nel 2014

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25Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17 D I R I T T O E F I S C OSalerno-Reggio

CalabriaStanziati 340 milioni di euro per il periodo 2014-2016 per la realizzazione del tratto tra il viadotto Stupino (escluso) e lo svincolo di Altilia (incluso)

Mose di Venezia Per in completamento del sistema Mose assegnati 200 milioni di euro per l’anno 2014, 100 milioni di euro per il 2015, 71 milioni di euro per il 2016 e 30 milioni di euro per il 2017

Rete ferroviaria Previsti 400 milioni di euro per la manutenzione della rete ferroviaria per l’anno 2014

Treni alta velocità Corridoio Adriatico

Stanziati 250 milioni di euro complessivi per la velocizzazione dell’asse ferroviario Bologna-Lecce negli anni 2014 e 2015

Autotrasporto Stanziati 330 milioni di euro per il 2014 per interventi in favore del settore dell’autotrasporto

DIFESA E FORZE ARMATE

Rifi nanziamento missioni di pace

Assegnati 850 mln di euro per l’anno 2014

Flotta navale difesa Autorizzati contributi ventennali per il mantenimento delle basi, delle flotte e dei cantieri navali (80 milioni di euro dal 2014, 120 milioni dal 2015 e 140 milioni dal 2016)

Comunicazioni sicure forze di polizia

Per consentire al ministero dell’interno la prosecuzione della rete nazionale standard Tetra, necessaria per le comunicazioni sicure delle forze di polizia, vengono assegnati 50 milioni per il 2014 e 70 milioni per ciascuno degli anni dal 2015 al 2020

Flotta aerea Corpo forestale dello Stato

Assegnati 5 milioni di euro annui a partire dal 2014 per il mantenimento della l otta aerea antincendio

“Aerei blu” Le risorse derivanti dalla vendita di velivoli di Stato saranno destinati alla protezione civile per il potenziamento della l otta antincendio (canadair)

Carabinieri Assegnati 10 milioni di euro per le esigenze di funzionamento dell’Arma dei carabinieri

Cedolino unico Entro il 1° gennaio 2015 tutti i corpi di polizia e delle forze armate dovranno avvalersi delle procedure informatiche del Mef per l’elaborazione delle buste paga

AMBIENTE

Difesa del suolo Stanziati 180 milioni di euro complessivi i no al 2016 per interventi straordinari per la difesa del suolo

Risorse idriche Istituito un Fondo per i nanziare un piano straordinario di tutela e gestione della risorse idriche, i nalizzato per lo più a potenziare la depurazione dei rel ui urbani. Assegnati 90 milioni di euro i no al 2016

Spese di bonifi ca danni ambientali

Ferme restando le responsabilità dell’autore della contaminazione, nei confronti di quest’ultimo l’autorità competente dovrà procedere anche al recupero delle spese di bonii ca e messa in sicurezza

ISTRUZIONE

Fondo per il fi nanziamento ordinario

delle università

Incremento dei fondi per 150 milioni di euro per l’anno 2014

Scuole non statali Assegnati 220 milioni di euro per l’anno 2014

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Semestre presidenza Ue

Assegnati 58 milioni di euro per la gestione del semestre di presidenza del Consiglio Ue, spettante all’Italia nel 2014

Agenzia delle entrate Assegnati 100 milioni di euro per potenziare l’attività ordinaria anti-evasione

Riformadel catasto

Stanziati 230 milioni di euro per il periodo 2014-2016 per assicurare la realizzazione della riforma del catasto prevista dalla delega i scale

Immobili pubblici Revisione delle procedure, gestite dall’Agenzia del demanio, volta a conseguire risparmio nell’utilizzo di immobili pubblici. Piano straordinario di dismissione del mattone statale per 500 milioni di euro nei prossimi tre anni

Election day Le elezioni comunali, amministrative e politiche si terranno in unico giorno (domenica) e non più in due, con un risparmio di 100 milioni di euro all’anno

Consiglio di presidenza della giustizia

tributaria

Stop all’autonomia contabile del Cpgt. Le spese di funzionamento saranno gestite dal Mef

Garante del contribuente

Dal 1° gennaio 2014 il Garante sarà costituito in ogni regione dal presidente della Ctr, che svolgerà le proprie funzioni di Garante a titolo gratuito

PUBBLICO IMPIEGO

Restituzione ticket sulle pensioni

Stanziati 80 milioni di euro per restituire ai titolari delle pensioni più elevate della p.a. il «ticket» dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale

Magistrati Arrivano 75 milioni di euro per l’assunzione di magistrati ordinari vincitori del concorso già concluso nei prossimi tre anni

Magistrati onorari Proroga i no al 31 dicembre 2014 dei giudici onorari e dei vice procuratori onorari in scadenza a i ne anno

Contrattazione collettiva

Nuovo blocco della contrattazione fino a tutto il 2014, con applicazione alle amministrazioni incluse nell’elenco Istat

Indennità di vacanza contrattuale

Dei nite le modalità di computo dell’Ivc nel pubblico impiego in godimento dal 2010 in relazione al periodo 2015-2017 (anche per il personale convenzionato con il Ssn)

Avvocati dello StatoDal 2014 ridotti del 50% gli onorari spettanti agli avvocati della p.a. in relazione al patrocinio reso per le cause favorevoli all’amministrazione

Spese personale all’estero

Ridotte dal 90% al 50% le indennità per viaggio per congedo in Italia del personale in servizio all’estero e familiari a carico

PENSIONI

Blocco indicizzazione pensioni

Blocco della rivalutazione automatica delle pensioni sopra i 3 mila euro al mese per il triennio 2014-2016 (per tutte le altre la rivalutazione opera in proporzione rispetto all’importo)

Contributo di solidarietà

Nuovo «ticket» di solidarietà sulle pensioni superiori ai 100 mila euro: si pagherà il 5% sulla quota eccedente i no a 150 mila euro, il 10% sulla quota i no a 200 mila e il 15% sull’importo al di sopra di tale soglia

Indennità di accompagnamento

Arr iva un requisito reddituale per i l r iconoscimento dell’indennità di accompagnamento per gli over 65: il benei ciario non deve possedere reddito complessivo Irpef superiore a 60 mila euro (80 mila se coniugato). Per coloro che già ne usufruiscono l’importo dell’indennità, sommato al reddito, non potrà far superare tali limiti

Casse previdenzialiIn cambio del versamento annuale allo Stato del 12% dei consumi intermedi del 2010, gli enti di previdenza privati e privatizzati potranno ottenere l’esonero dai vincoli di spending review

ENTI LOCALI

Investimenti enti locali Allentamento dei vincoli del patto di stabilità per i Comuni

Service tax: Tasi e Tari Istituzione della Trise, la nuova tassa sui servizi comunali che per l’abitazione principale sostituirà Imu e Tares (il cui gettito andrà interamente ai comuni). La nuova Service Tax avrà due componenti. La Tari (rifiuti) sarà calcolata in base ai metri quadrati, o sull’effettiva quantità di rii uti conferita nel caso dei comuni in grado di misurarla, e sarà a carico di chi occupa l’immobile. La Tasi (servizi indivisibili offerti dai comuni) sarà calcolata sul valore catastale. A pagarla saranno i proprietari e per una piccola quota, tra il 10 e il 30%, anche gli inquilini

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26 Giovedì 17 Ottobre 2013 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ/ Ridotti di 1/3 i compensi ai legali che fanno gratuito patrocinio

Cause di basso valore salassateDa otto a 25 euro l’anticipo a forfait per le notifi che

DI ANTONIO CICCIA

Salasso sulle cause di basso valore. La leg-ge di Stabilità raschia soldi dagli utenti del

servizio giustizia, che è sem-pre più caro per le controver-sie di importo minimo. Questo l’effetto del disegno di legge Stabilità per il 2014, che pre-vede l’aumento da 8 euro a 25 euro dell’anticipazione forfet-taria, dovuta quale rimborso per le notifi cazioni richieste dall’uffi cio giudiziario.

Se la legge di Stabilità di-venterà defi nitiva nei termi-ni che si stanno esaminando, l’articolo 30, comma 1, del Te-sto unico delle spese di giusti-zia (n. 115/2202) stabilirà che la parte che per prima si co-stituisce in giudizio deve an-ticipare 25 euro per i diritti, per le indennità di trasferta e per le spese di spedizione per la notifi cazione eseguita su richiesta del funzionario addetto all’uffi cio.

L’anticipazione si deve pa-gare quando si inizia la cau-sa. In quel momento allo stato sono versati il contributo uni-fi cato (da calcolarsi in base al valore della controversia) e l’anticipazione, che è la voce che viene aumentata.

Il risultato è che l’incidenza proporzionale sulle fasce bas-se è rilevante.

Tanto per fare alcuni esem-pi, per una causa di valore fi no a 1.100 euro, oggi si de-vono pagare 45 euro, di cui 37 euro di contributo unifi cato e 8 di contributo forfettario (nella prassi forense si parla di «marca da 8»); con le dispo-sizioni della futura legge di Stabilità si passa a 62 euro di cui 37 euro di contributo unifi cato e 25 di contributo

forfettario.Ma anche per la fascia della

cause di valore fi no a 5.200 euro il caro-giustizia si farà sentire ancora di più: attual-mente il carico è di 93 euro, di cui 85 euro di contributo unifi cato e 8 euro di anticipa-zione forfettaria; con le dispo-sizioni della futura legge di Stabilità si passa a 110 euro di cui 85 euro di contributo unifi cato e 25 di contributo forfettario.

Trattandosi di anticipazio-ne in misura fi ssa, l’aumento è meno rilevante con il crescere del valore della causa e, pro-babilmente, l’effetto indiretto sarà quello di defl azionare il processo civile, rendendo an-tieconomico iniziare la causa di piccolo valore.

Rimane salva l’esenzione per le cause fi no a 1.033 euro, ai sensi dell’articolo 46 della legge 374/1991.

Ma la legge di stabilità, con altre disposizioni si oc-cupa della giustizia. Vediamo quali.

Compensi abbassati nel gratuito patro-cinio. Se le spese per la causa aumentano, diminuiscono i com-pensi a carico dello stato per il gra-tuito patrocinio. Viene, infatti, modifi cato l’ar-ticolo 106 del Testo unico delle spese di giustizia s t a b i l e n d o che sono ri-dotti di un terzo gli importi spettanti al difen-sore, all’ausiliario del magistrato, al

consulente tecnico di parte e all’investigatore privato au-torizzato.

Diritti copia. Non paghe-ranno diritti sulla copia non autentica di atti le parti pro-cessuali che si sono costitui-te con modalità telematiche e che accedono con le medesime modalità al fascicolo.

Processo tributario. Pre-vista la possibilità di pagare telematicamente il contributo unifi cato per il processo tri-butario. Sarà necessario un decreto ministeriale per le misure attuative.

Sempre per il processo tri-butario, arriva una chiarifi ca-zione sulla modalità di calco-lo del contributo unifi cato. Il valore della lite, parametro per la quantifi cazione del bal-zello, andrà determinato per ciascun atto impugnato anche in appello: si conta, dunque, per ciascun atto impugnato, l’importo del tributo al netto degli interessi e delle even-tuali sanzioni irrogate con l’atto impugnato; in caso di controversie relative esclu-sivamente alle irrogazioni di sanzioni, il valore è costitui-to dalla somma di queste.

Esami avvocato. Viene prevista l’introduzione di un contributo obbligatorio per la partecipazione agli esami di avvocato. Si pagheranno 50 euro al momento della

presentazione della doman-da. La misura sarà soggetta ad aggiornamento Istat.

Anche per gli esami per di-ventare avvocati cassazioni-sti è previsto un contributo, fissato nella misura di 75 euro, soggetta ad aggiorna-mento Istat.

Esami notaio. Il disegno di legge di Stabilità prevede spese per la partecipazione al concorso di notaio, nella misura forfettaria di euro 50, soggetta ad aggiorna-mento Istat.

Magistratura. Anche chi aspira a diventare ma-gistrato dovrà sborsare 50 euro (con aggiornamento Istat) per partecipare al concorso.

©Riproduzione riservata

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«La legge di Stabilità è insuffi ciente per affrontare la diffi cile situazione del paese e risvegliare le energie per intercettare e sviluppare i pur debolissimi segnali di ri-presa. Dalle anticipazioni appare un provvedimento che si caratterizza per la modesta entità degli importi e la polve-rizzazione degli interventi». Lo si legge in un comunicato di Rete Imprese Italia sul ddl di Stabilità. «Ci saremmo aspettati», prosegue il comunicato, «maggiore determina-zione nell’adottare le scelte necessarie a rimettere in moto investimenti e consumi. La pressione fi scale rimane elevata e anche l’intervento sul cuneo è ancora poco incisivo. Così come, per le imprese», sottolinea il comunicato, «è ancora troppo modesta la riduzione prevista per i contributi so-ciali, con l’abbattimento delle tariffe Inail. Assente, inoltre, è qualunque intervento per diminuire l’imposizione sugli utili e ridurre strutturalmente l’Irap. Inspiegabilmente au-mentano, invece, le diffi coltà per ottenere la legittima com-pensazione dei crediti e permane il rischio di un ulteriore incremento dell’imposizione sugli immobili strumentali. Nel frattempo, ancora non vediamo segnali forti sui tagli selettivi alla spesa improduttiva».

Rete Imprese Italia: misure insuffi cienti

Il ministro della Giustizia Anna

Maria Cancellieri

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28 Giovedì 17 Ottobre 2013 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ/ Il costo dell’imposta sostitutiva va dal 12 al 16%

La rivalutazione beni nel 2013Gli effetti fi scali per le imprese posticipati di tre anni

DI DUILIO LIBURDI

Rivalutazione dei beni di impresa nel bilancio 2013: cioè nell’anno in cui, ai

fini fiscali, assume piena ri-levanza la precedente riva-lutazione del 2008. In ogni caso, laddove i contribuenti titolari di reddito di impre-sa dovessero accedere alla nuova opportunità, gli effet-ti fiscali della rivalutazione in questione sono posticipa-ti di tre anni. A fronte del maggior valore iscritto sui beni, il costo dell’imposta sostitutiva è del 16% per i beni ammortiz-zabili e del 12% su quel l i non ammortizzabili, mentre, ai fini d e l l ’ a f f r a n c a -mento del saldo di rivalutazione, l’imposta sosti-tutiva dovuta è del 10%.

Dunque, nella versione attualmente disponibile della legge di Stabilità, ap-provata martedì dal consi-glio dei ministri, si assiste all’ennesima riapertura del-le disposizioni in materia di rivalutazioni dei beni di impresa (non si parla, alme-no in questa stesura delle disposizioni normative, di rivalutazioni delle parteci-pazioni da parte di soggetti privati), l’ultima delle quali, come accennato, trova origi-ne nell’ambito delle disposi-zioni di cui al decreto legge n. 185 del 2008. Proprio in relazione a tale ultimo provvedimento, peraltro, gli effetti fiscali (eventuali

laddove la scelta sia stata effettuata in tal senso) scat-tano proprio dal periodo di imposta 2013 in termini di maggiori ammortamenti sui beni ovvero riduzione delle plusvalenze nel caso di cessione dei beni oggetto di rivalutazione a far data, invece, dal 2014. Inoltre, si deve tenere in considera-zione come la precedente procedura di rivalutazione, sempre nell’ipotesi in cui sia stata scelta anche l’opzione per la relativa rilevanza fiscale della stessa, opera indirettamente su altre di-sposizioni normative quali,

per esempio, quella in ma-teria di società di comodo che opera proprio in relazione ai maggiori valori dei beni immo-bilizzati tra i quali proprio quelli oggetto

di rivalutazione. In generale, dunque, il

nuovo provvedimento dovrà tenere conto (e in tal senso vi è da immaginare la scel-ta da parte degli operatori) della situazione di mercato possibile attualmente ovve-ro uno scenario futuribile nel momento in cui ai fini tributari la stessa spieghe-rà effetti.

Più in generale, da un punto di vista tecnico va osservato come il testo nor-mativo ricalchi in modo sostanzialmente identico i precedenti in materia e cioè:

- la legge di rivalutazione opera in deroga alle dispo-

sizioni di natura civilistica di cui all’articolo n. 2426 del codice civile;

- conseguentemente, i con-tribuenti titolari di reddito di impresa possono sceglie-re la rivalutazione esclusi-vamente ai fini civilistici ovvero optare anche per il riconoscimento tributario. In questa seconda ipotesi, si afferma che sui maggio-ri valori dei beni rivalutati l’imposta sostitutiva dovu-ta è del 16% sui beni am-mortizzabili e del 12% sui beni non ammortizzabili. In ogni caso, in relazione agli immobili, sono esclusi dalla procedura di rivalutazione, i beni merce. Le imposte in questione sono sostitutive delle imposte sui redditi, dell’Irap e delle relative ad-dizionali;

- la rivalutazione deve es-sere eseguita nel bilancio o nel rendiconto dell’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2012 (dunque,

nel caso di esercizio coinci-dente con l’anno solare nel bilancio 2013);

- la valenza fiscale della procedura di rivalutazione si avrà a decorrere dal terzo esercizio successivo a quello con riferimento al quale la procedura è stata attivata. Questo con riguardo alla con-correnza dei maggiori valori alla formazione del reddito dell ’esercizio in termini, per esempio, di quo-te di ammorta-mento. Il che, evidentemente, per un triennio comporterà il problema del recupero delle quote stanziate nel conto eco-nomico e che non possono as-sumere valenza ai fi ni tribu-tari con conseguenti impatti sulla fi scalità differita;

- si prevede che nel caso di cessione dei beni ogget-to di rivalutazione prima

dell’inizio del quarto eser-cizio successivo a quello in cui la rivalutazione è stata effettuata, il valore non è riconosciuto ai fini fiscali il che significa, evidentemen-te, che la plusvalenza non viene determinata tenendo conto della rivalutazione medesima;

- a fronte della rivaluta-zione viene stanziato un saldo attivo, il cui affranca-mento costa ai fini fiscali, il 10% di imposta sostitutiva rendendo però tale opzione libera da successivi prelievi l’eventuale attribuzione del saldo in questione.

- Il versamento delle im-poste sostitutive avviene in tre rate di pari importo sen-za interessi e il pagamento della prima rata deve essere effettuato entro il termine di versamento a saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo di imposta con riferimento al quale la riva-lutazione è stata eseguita.

Il testo normativo richia-ma, peraltro, le precedenti disposizioni in materia sia

a livello normati-vo che in termini di decreti attua-tivi delle stesse. Va poi segnala-to come, oltre al provvedimento di rivalutazione dei beni di impresa, vengono altresì

riaperti i termini per il ri-allineamento di valori im-pliciti nelle partecipazioni societarie attraverso un richiamo effettuato alle di-sposizioni di cui al decreto legge n. 185 del 2008.

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Incremento automatico dell’Ace nel triennio 2014-2016 grazie alla fissazione di nuove ali-quote del rendimento nozio-

nale che sono più alte rispetto a quelle già applicate per il 2011 e 2012. L’incremento delle aliquote del rendimento nozionale non avrà effetto nel calcolo degli acconti. Queste le novità che la legge di stabilità vorrebbe introdurre con riguardo all’aiuto alla crescita eco-nomica.

La legge di Stabilità sposta in avanti di tre anni l’adeguamento del rendimento nozionale lega-to ai rendimenti finanziari medi dei titoli obbligazionari pubblici introducendo delle misure fisse. La versione originaria dell’Ace prevedeva all’art. 1, comma 3 del dl 201/2011, quale rendimento no-

zionale da applicare all’incremento di capitale, la misura fissa al 3% nel primo triennio di applicazione (2011-2014). Dopo tale periodo il rendimento doveva essere fissato da un decreto tenendo conto del rendimento dei titoli obbligazio-nari pubblici. La legge di stabilità prevede ora che la fissazione tra-mite decreto dell’aliquota interver-rà solo a partire dal 2017 mentre per i primi sette anni di applicazio-ne (2011-2016) la misura è già fis-sata in modo definitivo ma con un incremento rispetto a quanto ori-ginariamente previsto per il primo triennio. Infatti in base alla nuova previsione il rendimento nozionale da utilizzare per il calcolo dell’aiu-to alla crescita economica è fissato a una aliquota del 3% con riferi-mento al triennio 2011-2014 poi in-

crementato e fissato per il periodo d’imposta in corso al 31.12.2014, al 31.12.2015 e al 31.12.2016 rispet-tivamente al 4, 4,5 e 4,75%. Dopo di che dovrà intervenire il decreto ministeriale.

Un’altra misura assunta riguar-da invece la rilevanza dell’Ace nella determinazione degli ac-conti d’imposta. Si stabilisce che i soggetti che beneficiano della deduzione devono determinare gli acconti d’imposta per il periodo d’imposta in corso al 31.12.2014 e al 31.12.2015 utilizzando l’ali-quota percentuale del rendimen-to nozionale relativa al periodo d’imposta precedente. In sostanza si annulla nel calcolo degli acconti l’incremento descritto in preceden-za che in ogni caso potrà sempre essere considerato dal contribuen-

te qualora decidesse di calcolare gli acconti non secondo il metodo storico ma in base a quello previ-sionale (pur con tutti i rischi che ciò comporta). Il giudizio sulla pri-me delle due novità deve restare in sospeso essendo a oggi impossibile stabilire se quanto previsto abbia o meno margini di convenienza per le imprese: senza conoscere i tassi medi dal 2014 in avanti non è pos-sibile confrontare gli stessi con le misure fisse. Più facile invece una valutazione della seconda misura che annullando l’effetto positivo dell’incremento del rendimento in sede di calcolo dell’acconto non pare del tutto in linea con la fi-nalità di una misura che vorrebbe incentivare la capitalizzazione e la crescita delle imprese.

Norberto Villa

LA MAGGIORAZIONE NON AVRÀ EFFETTO NEL CALCOLO DEGLI ACCONTI

Super aiuti alla crescita economicaIncremento automatico dell’Ace. Grazie alle aliquote di rendimento più elevate

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La rivaluta-zione nell’an-

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29Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ/ Decreti entro i ne gennaio o scatta la sforbiciata. Retroattiva

Tax expenditures, tagli lineariDetrazioni fi scali al 18% e -25% sui crediti d’imposta

Pagina a cura DI VALERIO STROPPA

Detrazioni fi scali e cre-diti d’imposta verso il taglio. Retroattivo. Sul-le tax expenditures il

governo avrà tempo sino a fi ne gennaio per mettere a punto interventi calibrati, vale a dire voce per voce. Se non ci riusci-rà, scatteranno i tagli lineari. In questo caso, gli sconti Irpef sugli oneri previsti dall’art. 15 Tuir passeranno dall’attuale 19 al 18% già per quest’anno e al 17% per il 2014. Dalle spese me-diche agli interessi passivi sui mutui, dalle spese funebri ai costi per la frequenza di scuole secondarie e università, senza tralasciare i premi assicurativi sulla vita e le erogazioni libera-li. Lo prevede la bozza di legge di stabilità 2014. Come già av-venuto nel decreto Imu per le polizze, il taglio alle detrazioni del 19% avverrebbe con effetto immediato, in deroga allo Sta-tuto del contribuente: poiché le persone fi siche pagano le impo-ste per anni solari, la riduzione

del beneficio colpirà le spese sostenute dal 1° gennaio 2013. Ma entro il 31 gennaio 2014, cioè dopo 30 giorni dall’entra-ta in vigore della manovra di stabilità, palazzo Chigi sarà chiamato pure a un altro im-pegnativo compito: fare ordine tra i diversi crediti d’imposta attualmente vigenti. Toccherà a un dpcm, emanato su proposta del Mef, ricalcolare i tax credit spettanti «anche al fi ne di un ri-allineamento dei corrispondenti stanziamenti iscritti in bilancio all’effettivo andamento delle fruizioni dei predetti crediti». Le nuove percentuali non potranno essere inferiori all’85% di quan-to spettante sulla base della vi-gente normativa. Il risparmio da assicurare alle casse pubbli-che dal prossimo anno è pari a 500 milioni di euro in termini di saldo netto da fi nanziare e a 200 milioni di euro nel fabbisogno e indebitamento netto. Per conse-guire tale obiettivo, in assenza dell’adozione del dpcm, il Mef stabilirà la riduzione «secca» del 25% degli stanziamenti relativi ai crediti d’imposta.

Sgravi Irap per le imprese che assumono la-voratori a tempo indeterminato. Ma attenzione alla media. L’agevolazione non scatterà in au-tomatico, bensì solo all’incremento della base occupazionale registrata nel periodo d’imposta precedente. Mentre i professionisti dicono addio all’esenzione Irap che era stata disciplinata, a partire dal 2014, dalla legge di Stabilità del-lo scorso anno. Lo prevede lo schema di ddl Stabilità 2014. Per quanto riguarda le assun-zioni, il provvedimento introduce ai fi ni Irap una deduzione del costo dei nuovi dipendenti a tempo indeterminato fi no a un massimo di 15 mila euro annui per ciascun lavoratore. Vie-ne integralmente riscritto l’articolo 11, comma 4-quater del dlgs n. 446/1997. Il benefi cio, ap-plicabile a partire dal 2014, potrà essere fruito nell’esercizio in cui avviene l’assunzione e nei due successivi. Tuttavia la norma pone alcu-ni paletti. In primo luogo il neo-assunto deve andare a incrementare il numero medio dei dipendenti a tempo indeterminato registrato nell’anno precedente. Ciò signifi ca, per esempio, che se nello stesso anno si registra un’uscita per un pensionamento, l’assunzione di un solo nuo-vo addetto non sarà suffi ciente a far scattare la deduzione (ma ne servirebbero due). L’agevola-zione decade altresì se nel corso del triennio il

numero dei lavoratori assunti torna inferiore o pari a quello pre-assunzione. Occhi puntati anche sui «travasi» di personale infragruppo. Il ddl prevede espressamente che non rilevano ai fi ni degli incrementi occupazionali i trasfe-rimenti di dipendenti dall’attività istituzionale all’attività commerciale. Infi ne, nel caso di im-prese subentranti ad altre nella gestione di un servizio pubblico (anche se fornito da privati), la deducibilità spetterà limitatamente al persona-le assunto in più rispetto a quello dell’impresa sostituita. Ovviamente l’importo dello sgravio non potrà eccedere il costo aziendale rappre-sentato dalla retribuzione e dagli altri oneri a carico del datore di lavoro, se questo è inferiore a 15 mila euro. Brutte notizie, invece, per piccoli imprenditori individuali, artisti e professionisti. Cancellato il Fondo istituito meno di un anno fa per esentarli dall’Irap. L’art. 1, comma 515 della legge 228/12 aveva deciso l’esclusione dal prelievo regionale, dal 2014, per le persone fi siche esercenti attività commerciali, arti o pro-fessioni che non si avvalgono di dipendenti e che impiegano beni strumentali di modesto importo (da quantifi care con decreto Mef). La dotazione annua del fondo era di 188 mln per il 2014, 252 per il 2015 e 242 dal 2016. Risorse revocate e recuperate a copertura di altri interventi.

Sgravi Irap (non automatici) a chi assume

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AZIENDA SERVIZI TERRITORIALI SpA a SOCIO UNICO

Via Breda 18/a – 25039 Travagliato (BS) Tel. 030 6864 960 - fax 030 6864 [email protected] Capitale sociale € 1.500.000 i.v.P. IVA 03376720177 – Cod. Fisc. 03376720177 REA BS 367997

INVITO A MANIFESTARE INTERESSE PER PARTECIPARE ALLA GESTIONE DEL CENTRO IPPICO COMUNALE E DELLA FIERA TRAVAGLIATOCAVALLI

PER L’ANNO 2014 CON OPZIONE DI ESTENSIONE AL TRIENNIO 2015 - 2017

Azienda Servizi Territoriali S.p.A., con sede in Via Breda 18/A, 25039 Travagliato (Bs), Società Soggetta all’attività di direzione e coordinamento del Comune di Travagliato, proprietaria del marchio Travagliatocavalli, volendo raccogliere dai Soggetti interessati proposte di partecipazione alla organizzazione e gestione del Centro Ippico Comunale e della manifestazione fieristica

INVITA

gli Operatori economici interessati, titolari di attività compatibili con l’oggetto del possibile affidamento e con capacità contrattuale, che hanno espletato negli ultimi 3 (tre) anni antecedenti la data del presente invito le seguenti prestazioni:

a) gestione di impianti sportivi destinati all’equitazione (maneggi, scuderie, ippodromi, pony games, ippoterapia, scuola di equitazione, sport equestri) accessibili al pubblico, ancorché dietro iscrizione o tariffazione, oppure in uso ad associazioni o organismi collettivi, indicandone il periodo e la denominazione identificativa e una sintetica descrizione;

b) gestione di manifestazioni fieristiche di rilievo almeno regionale, oppure di sezioni specializzate di tali manifestazioni fieristiche, o parti significative delle stesse, purché relative a settori relativi all’equitazione;

a presentare manifestazione d’interesse per partecipare alla gestione del Centro Ippico Comunale della Fiera Travagliatocavalli.

I soggetti interessati a presentare una proposta di partecipazione dovranno far pervenire

entro il termine perentorio delle ore 12,00 di lunedì 28 OTTOBRE 2013

la Manifestazione di interesse redatta in forma scritta in lingua italiana, corredata dalle indicazioni di cui alle precedenti lettere a) e b) (periodo, denominazione identificativa e descrizione sintetica), in plico chiuso recante il riferimento “Manifestazione di interesse per partecipare alla gestione del Centro Ippico Comunale e della fiera Travagliatocavalli” da recapitare a mano o inviare tramite raccomandata A/R alla Società A.S.T. S.p.A. Via Breda 18/A, 25039 Travagliato (BS).

A.S.T. S.p.A. si riserva di procedere anche in presenza di una sola manifestazione di interesse.

Trattandosi di contratto ex categoria 26 dell’allegato II.B al d.lgs. n. 163 del 2006, non trova applicazione la normativa in materia di contratti pubblici se non nei limiti di quanto espressamente richiamato.

Il presente invito e le manifestazioni di interesse non comportano per A.S.T. S.p.A. alcun obbligo o impegno nei confronti dei soggetti interessati e non potranno in ogni caso impegnare e vincolare A.S.T. S.p.A. in alcun modo e sotto alcun profilo.

Informazioni possono essere richieste presso la sede della società.

Travagliato, lì 15 ottobre 2013

L’AMMINISTRATORE UNICO Dott. Ennio Marchetti

Ai sensi e per gli effetti della seguente normativa: Art.7 Legge 241/90 e s.m.i; art.16 del DPR

327/01, mod. ed integato dal Dlgs 302/02; Art. 97 e 169 del Dlgs 163/2006 e succ. mod.

L’ANAS S.p.A. - Direzione Centrale Programmazione e Progettazione - Via Monzambano,

10, 00185 Roma, nella qualità di soggetto aggiudicatore delle aree occorrenti ai lavori lungo

il “Itinerario Maglie - S.M. di Leuca. S.S. 16 “Adriatica” ed S.S. 275 di “S. Maria di Leuca”,

premesso: - che il citato intervento rientra nell’ambito del 1° Programma delle Infrastrutture

Strategiche di cui alla Delibera n. 121 del 21 dicembre 2001 (Legge Obiettivo) del CIPE;

- che il progetto preliminare dell’Itinerario Maglie - S.M. di Leuca. S.S. 275 di S. Maria di

Leuca” è stato approvato anche ai fi ni del riconoscimento della compatibilità ambientale

e dell’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dal CIPE - Delibera n.92 del 20

Dicembre 1994;

dell’avvio del procedimento ai fi ni “dell’approvazione del progetto esecutivo” e “della

dichiarazione di pubblica utilità” ai sensi Art.7 Legge 241/90 e s.m.i; art.16 del DPR 327/01,

mod. ed integato dal Dlgs 302/02; Art. 97 e 169 del Dlgs 163/2006 e succ. mod. relativo alle

aree interessate ai lavori di cui all’oggetto. Il progetto suindicato è suddiviso in 3 tronchi; il

tronco n°1 va dall’inizio dell’intervento fi no al Km 18+658, il tronco n° 2, in prosecuzione del

precedente fi no al Km 33+700 e si sviluppa in variante. Per questi due tronchi è prevista la

messa a norma della sez. “B” strada urbana principale a 2+2 corsie di marcia. Il tronco n°

3, infi ne, si sviluppa sempre in variante fi no al Km 39+835,38 ma con una sezione avente

categoria stradale “C” strada extraurbana secondaria. I Comuni interessati sono quelli

di: Melpignano, Maglie, Surano, Muro Leccese, Botrugno, Andrano, Tricase, Nociglia,

Montesano, Tiggiano, Alessano, San Cassiano, Scorrano, Castrignano del Capo, Gagliano

del Capo tutti in Provincia di Lecce. Il Responsabile del Procedimento è l’ing. Gianfranco Paglialunga e tutti gli atti relativi al progetto dell’opera sono depositati presso l’Uffi cio per le

Espropriazioni del Compartimento di Bari e della sez. di Lecce. Ai sensi dell’art.166 comma

2 del DLgs 163/2006 nel termine perentorio di 60 (sessanta) giorni dalla data di deposito, i

privati interessati dalle attività espropriative possono presentare osservazioni al soggetto

aggiudicatore ANAS Spa - Direzione Centrale Programmazione e Progettazione - Via

Monzambano, 10 - 00185 ROMA o presso il Compartimento della Viabilità per la Puglia - V.le

Einaudi, 15 - 70125 Bari.

AVVISO AL PUBBLICO

AVVIO DEL PROCEDIMENTO PER LA DICHIARAZONEDI PUBBLICA UTILITÀ

AVVISA

ITINERARIO MAGLIE - S.M. DI LEUCA - S.S. 275 “DI S. MARIA DI LEUCA”LAVORI DI AMMODERNAMENTO ED ADEGUAMENTO DELLA SEDE

STRADALE AL TIPO B DEL D.M. 05/11/2001 - PROGETTO ESECUTIVO

IL CAPO COMPARTIMENTOIng. Nicola MARZI

ANAS S.p.A.

Compartimento della viabilitàper la Puglia

VIA L. EINAUDI, 15 - 70125 BARITel. 080/5091111 - Fax 080/5091437 • sito internet www.stradeanas.it

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Avvisi di Pubblicità legale suLombardia, Piemonte, Valle d’Aosta,Liguria, Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, ToscanaVia Burigozzo 8, 20122 MilanoTel. 02/58219511-516 - Fax 02/58305643

SiciliaVia Quarto dei Mille 6, 90129 PalermoTel. 091/586066, Fax 091/6111305

Campania, Basilicata, Puglia, CalabriaVia Camillo Dè Nardis 11, 80127 NapoliTel. 081/5603291, Fax 081/5603708Lazio, Marche,Abruzzo, Molise,Umbria, SardegnaVia Santa Maria in Via 12, 00187 RomaTel. 06/69760854, Fax 06/6781314

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Page 25:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  SAN MARINO Domenica vota per entrare nella Ue Ponziano a pag. 12 DE MAGISTRIS il sindaco meno amato Giovent a pag. 11

30 Giovedì 17 Ottobre 2013 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ/Riduzione graduale dell’agevolazione sulle ristrutturazioni edilizie

Bonus, convenienza prolungataDetrazioni del 65 e 50% applicabili anche nel 2014

DI FABRIZIO G. POGGIANI

I bonus del 65 e del 50%, rispettivamente per la ri-qualifi cazione energetica e per le ristrutturazioni edi-

lizie, troveranno applicazione fi no al 31/12/2014. Prevista la successiva riduzione al 50% e al 40% a partire dall’1/1/2015. Con alcune modifi che agli arti-coli 14, 15 e 16 del dl 4/6/2013 n. 63/2013 (convertito nella legge n. 90/2013), apportate dalla bozza della legge di sta-bilità 2014, sono state previste le proroghe per l’ecobonus e per quello sulle ristrutturazioni edilizie, con riduzione gradua-le fi no alla messa a regime a partire dal 1° gennaio 2016.

Le detrazioni indicate al comma 1, del novellato art. 14, dl 63/2013 si rendono applica-bili anche agli interventi ri-guardanti le parti comuni degli edifi ci, di cui agli articoli 1117 e 1117-bis c.c. o che riguardino «tutte» le unità immobiliari che compongono ogni singolo con-dominio con la conseguenza che, anche per tali spese, spet-terà la detrazione nella misura del 65%, per quelle sostenute dal 6/6/2013 fi no al 30/06/2015, e del 50%, per quelle sostenu-te a partire dall’1/7/2015 fi no al 30/6/2016. In effetti, agli

interventi riguardanti le par-ti in comune dei condomini o per l’integralità delle unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio, l’attua-le comma 2, del citato art. 14 prevede che la detrazione del 65% sia fruibile per le spese sostenute dal 6/6/2013 sino al 30/6/2014.

La detrazione sul risparmio energetico è determinata con riferimento all’entità rimasta a carico del contribuente, uti-lizzando il «principio di cassa» per i contribuenti non titolari di reddito d’impresa e il «princi-pio della competenza» per quel-li titolari di reddito d’impresa, ricordando che tra le varie ti-pologie, per ognuna delle quali

si deve tenere conto di un tetto massimo, fi gura anche l’instal-lazione degli impianti fotovol-taici, se destinati a fronteg-giare le esigenze energetiche dell’abitazione (risoluzione n. 22/E/2013).

Tutti i bonus indicati de-vono essere spalmati in dieci anni per quote costanti, a pre-scindere dall’età posseduta dal soggetto che le sostiene, e, limi-tatamente alle spese destinate alla ristrutturazione edilizia, l’ammontare massimo è confer-mato in euro 96 mila per unità immobiliare. Restano impre-giudicati i contenuti dell’arti-colo 16-bis, dpr 917/1986 (Tuir) e le precisazioni già fornite in passato, con particolare riferi-

mento ai chiarimenti inseriti nella circolare dell’Agenzia delle entrate (la n. 29/E/2013).

Confermata, inoltre, la de-trazione per i mobili e gli ar-redi, per le spese sostenute dal 6/6/2013 sino al 31/12/2014, nella percentuale conosciuta del 50%, determinata su un ammontare complessivo mas-simo di 10 mila euro. La de-trazione è fruibile da chi ese-gue sugli immobili le opere di ristrutturazione a prescindere che detti acquisti (mobili e ar-redi) siano destinati ai locali in cui sono eseguiti i lavori. Per ottenere l’agevolazione è solo necessario che i mobili acqui-stati siano fi nalizzati all’arre-damento dell’immobile oggetto

di ristrutturazione, anche se detti beni sono destinati alle parti in comune (guardiole, la-vatoi, sala riunione, portineria e quant’altro) se la ristruttu-razione riguarda l’esecuzione di interventi edilizi su parti comuni di edifi ci residenziali.

In tal caso, non è possibile benefi ciare di un’ulteriore de-trazione per l’acquisto degli arredi se il condomino ha fru-ito pro-quota della detrazione per l’acquisto di mobili e gran-di elettrodomestici (classe A+ o superiore e, per i forni, classe A o superiore): l’acquisto resta sempre agevolato se l’elettro-domestico è privo di etichetta, a condizione che per questi beni non sia ancora interve-nuto l’obbligo di apposizione. Per usufruire della detrazione, fatto salvo l’acquisto dei mobili e degli arredi per i quali è sta-ta prevista anche la possibili-tà di effettuare l’acquisto con carte di credito o di debito è necessario applicare la regola ormai consolidata che obbliga l’utilizzo dei cosiddetti «bonifi ci parlanti» (bancari e/o postali), che devono contenere la cau-sale del versamento, il codice fi scale del soggetto che paga e il codice fi scale e/o il numero di partita Iva del benefi ciario del pagamento.

La cooperazione sociale verso la riconquista dell’Iva al 4% sui servizi socio-sanitario-assistenziali. Almeno fi no al riordino dei regimi speciali. È quanto prevede la bozza del disegno di legge di stabilità 2014, che prefi gura, al ri-guardo, un dietrofront rispetto alle novità recentemente introdotte dalla legge n. 228/2012 (stabilità 2013).Infatti, il comma 488 dell’art. 1 della legge 228/2012 ha soppresso il n. 41-bis della tabella A, parte II, allega-ta al dpr 633/72, che prevedeva l’applicazione dell’Iva del 4% alle suddette prestazioni, rese da cooperative e loro consorzi, sia direttamente che in esecuzione di appalti o convenzioni in genere, a favore di persone in situazioni di svantaggio sociale (minori, anziani, disabili, ecc.). La stessa disposizione ha stabilito, per le prestazioni in esame, l’aliquota del 10%, ma solo quando rese da cooperative sociali e loro consorzi in esecuzione di appalti o convenzioni. Il comma 489, poi, ha soppresso il comma 331 dell’art. 1 della legge n. 296/2006, nella parte in cui consentiva alle cooperative sociali (onlus di diritto) di scegliere se applicare l’ali-quota del 4% oppure il trattamento di esenzione. Tutto questo a decorrere dalle operazioni effettuate in base a contratti stipulati dopo il 31 dicembre 2013, fermi restando, come ritenuto dall’agenzia delle entrate con la circolare n. 12/2013, alcuni effetti già dall’1/1/2013. Il testo disponibile del ddl di stabilità 2014 prevede di sostituire entrambi i commi 488 e 489 sopra riportati con un unico comma, nel quale si dispone che, in vista della riforma dei regimi speciali Iva, l’aliquota del 4% ai sensi del (risuscitando) n. 41-bis, tabella A/II, del dpr 633/72 non si applica alle società cooperative e loro consorzi diversi da quelli di cui alla legge n. 381/91 (coop sociali). In conseguenza di questa disposizio-ne, pertanto, nei confronti delle coop sociali e loro consorzi verrebbe ripristinata l’aliquota Iva del 4% sui servizi socio-sanitario-assistenziali, nonché la possibi-lità di scegliere, in alternativa, il regime di esenzione dall’imposta.

Franco Ricca

Coop sociali, Iva verso un ritorno al 4% Dall’anno prossimo l’imposta di bollo sul

deposito titoli passerà al 2 per mille. Sarà inoltre prevista l’imposta di bollo forfetaria di 16 euro per le istanze presentate alle pubbliche amministrazioni per via telema-tica e per i conseguenti atti e certifi cati. In arrivo, infi ne, l’uniformazione della di-chiarazione dell’imposta di bollo assolta in modo virtuale.- Imposta sui prodotti fi nanziari. L’art. 13, comma 2-ter, della tariffa allegata al dpr n. 642/1972, come modifi cato dal decreto 201/2011 (c.d. salva-Italia), ha ridefi nito il trattamento dell’imposta di bollo sui pro-dotti fi nanziari, prevedendo l’applicazione del tributo in misura proporzionale, fi ssata all’1 per mille per l’anno 2012 e all’1,5 dal 2013, indipendentemente dall’esistenza di un rapporto di deposito. Le nuove disposi-zioni sono state spiegate dall’Agenzia del-le entrate con la circolare n. 48/E del 2012. Il ddl di stabilità 2014 prevede di elevare l’entità di questa imposta sostanzialmente patrimoniale al 2 per mille, a decorrere dal 2014. L’aumento sarebbe quindi più consi-stente rispetto all’1,65 per mille ipotizzato in un primo momento.- Istanze telematiche. Si prevede di imple-mentare l’art. 3 della suddetta tariffa, al fi ne di introdurre un’imposta di bollo di 16 euro sulle istanze trasmesse per via tele-matica agli uffi ci e organi della pubblica amministrazione, dirette a ottenere l’ema-nazione di un provvedimento o il rilascio di un certifi cato. L’importo di 16 euro sarà fi sso, indipendentemente dalle dimensioni del documento (mentre l’imposta di bollo ordinaria è dovuta per ogni foglio).Identico tributo forfetario si applicherà agli atti, provvedimenti e certifi cati rila-sciati dalle pubbliche amministrazioni per

via telematica.In relazione alle suddette disposizioni, per consentire ai cittadini e alle imprese di assolvere per via telematica gli obblighi connessi all’invio di istanze alle pubbliche amministrazioni, l’Agenzia delle entrate adotterà un apposito provvedimento per stabilire le modalità per il pagamento, per via telematica, dell’imposta di bollo dovu-ta sulle istanze e sugli atti telematici. Il provvedimento dovrebbe essere emanato entro 180 giorni dall’entrata in vigore del-la legge e prevedere la possibilità di pa-gare l’imposta anche tramite l’utilizzo di carte di credito, di debito o prepagate. In considerazione di questa previsione, vie-ne soppressa l’analoga disposizione recata dall’art. 6-bis del dl n. 5/2012. - Imposta di bollo virtuale. Altra novità in materia di imposta di bollo è l’introdu-zione di un modello unico per la dichiara-zione di pagamento dell’imposta in modo virtuale, prevista dall’art. 15 del dpr n. 642/72. In base al quinto comma di tale disposizione, i contribuenti autorizzati al pagamento in modo virtuale devono presentare annualmente, entro il mese di gennaio dell’anno successivo, una dichia-razione del numero di atti e documenti emessi nell’anno precedente, al fi ne di consentire all’uffi cio di liquidare l’im-porto defi nitivo dell’imposta dovuta. Le modifi che prefi gurate dal ddl di stabilità 2014, al riguardo, consistono nell’intro-duzione dell’obbligo di specifi care nella dichiarazione gli elementi utili per la liquidazione dell’imposta e nella previ-sione di un modello di dichiarazione da approvare con provvedimento dell’Agen-zia delle entrate.

Roberto Rosati

Deposito titoli, bollo al 2 per mille

interventi riguardanti le par si deve tenere conto di un tetto mento ai chiarimenti inseriti

La proroga

Efi cienza energetica unità

abitative

• 65% - spese sostenute dal 6/6/2013 al 31/12/2014

• 50% - spese sostenute dall’1/1/2015 al 31/12/2015

Efi cienza energetica parti

a comune

• 65% - spese sostenute dal 6/6/2013 al 30/6/2015

• 50% - spese sostenute dall’1/7/2015 al 30/6/2016

Ristrutturazione• 50% - spese sostenute dal 26/6/2012 al 31/12/2014

• 40% - spese sostenute dall’1/1/2015 al 31/12/2015

Mobili e arredi • 50% - spese sostenute dal 6/6/2013 al 31/12/2014

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31Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ/ La stretta over 15 mila euro complica la vita ai professionisti

Compensazioni tutte col vistoObbligo esteso a imposte sui redditi, addizionali, Irap

DI NORBERTO VILLA

Visto di conformità per tutte le compensazio-ni superiori a 15 mila euro. L’obbligo non

sarà limitato all’ambito dei crediti Iva ma esteso a quelli relativi alle imposte sui red-diti, relative addizionali e ritenute alla fonte, imposte sostitutive e irap.

Una stretta decisa (ieri contestata dalla Lapet) che potrebbe però presentare delle complicazioni di non facile soluzione sia per i contribuenti interessati dal-le compensazioni che per i professionisti chiamati ad apporre la «conformità». Il disegno di legge di stabilità estende parzialmente la re-gola oggi prevista in ambito Iva ad ogni altro comparto impositivo, stabilendo la possibilità di compensazione per i crediti di maggior im-porto solo in seguito al rila-scio del visto di conformità. L’ambito applicativo è iden-tico a quello già conosciuto con riguardo all’imposta sul valore aggiunto preveden-dosi che la compensazione sarà possibile per crediti di importo superiore a 15 mila euro solo a fronte di una dichiarazione che presenti l’attestazione del rilascio del visto di conformità (o la fi r-ma del soggetto che esercita il controllo contabile).

Non è stata invece prevista la regola vigente nel mondo Iva che per crediti superiori ad un certo importo (oggi € 5 mila) è necessario prima di compensare la presentazio-ne della dichiarazione. Pre-sumibilmente ciò in quanto i tempi per la presentazione del modello unico (modello da cui dovrebbero scaturire la maggior parte dei crediti

oggetto delle nuove restritti-ve regole in tema di compen-sazione) non possono essere abbreviati come invece è stato previsto per la dichia-razione Iva almeno nel caso in cui dalla stessa emerga una eccedenza d’imposta, proprio per evitare inconve-nienti troppo penalizzanti per i soggetti con eccedenze d’imposta e con la volontà di compensarle con debiti tri-butari o contributivi di altra natura.

Con riguardo ai soggetti che hanno la possibilità di apporre il visto in prima battuta sono indicati i re-sponsabili dei centri di as-sistenza fiscale ma poi si indicano come alternativa, così come già avviene oggi per il comparto Iva anche i dottori commercialisti ed esperti contabili, i consu-lenti del lavoro nonché i sog-getti iscritti alla data del 30 settembre 1993 nei ruoli di periti ed esperti tenuti dalle Cciaa in possesso di diploma di laurea in giurisprudenza o in economia e commercio o equipollenti o diploma di ragioneria.

Le regole sono quindi so-stanzialmente simili a quel-le già previste nel comparto Iva ma non si può sottovalu-tare la differenza sostanzia-le che potrebbe esistere tra il rilascio di un visto relati-vo al comparto delle imposte dirette. Il tutto collegato ai rischi sanzionatori che sono anche in questo caso previsti facendo riferimento all’art. 39, comma 1 lett. a) del dlgs 241/97.

Come già chiarito dalla prassi in tema di Iva il ri-ferimento principale per in-dividuare l’ambito dei con-trolli dovrebbe desumersi

dalla circolare 34 del 1999 da cui ne consegue che gli stessi dovrebbero sostan-ziarsi nel:

a) riscontro della corri-spondenza dei dati esposti nella dichiarazione alle risultanze della relativa documentazione e alle di-sposizioni che disciplinano gli oneri deducibili e detrai-bili, le detrazioni e i crediti d’imposta, lo scomputo delle ritenute d’acconto;

b) la verifi ca della regolare tenuta e conservazione delle scritture contabili obbligato-rie ai fi ni delle imposte sui redditi;

c) la verifi ca della corri-spondenza dei dati esposti nella dichiarazione alle ri-sultanze delle scritture con-tabili e di queste ultime alla relativa documentazione;

d) l ’attestazione della congruità dell’ammontare dei ricavi dichiarati a quel-li determinabili sulla base degli studi di settore ovvero l’attestazione di cause che giustifi cano l’eventuale sco-stamento.

Pur rimanendo in attesa dei necessari chiarimenti sul punto a prima vista pare dif-fi cile assimilare la diffi coltà di controlli di questo tipo se effettuati in ambito Iva o in ambito delle imposte dirette. Il compito in questo secondo comparto impositivo sembra ben più arduo a meno che lo stesso non sia poi specifi ca-to avente una carattere me-ramente (e assolutamente) formale.

Ma se così fosse potreb-be anche sorgere il dubbio dell’utilità di questa nuova stretta che potrebbe anche rischiare di non portare ai risultati sperati.

©Riproduzione riservata

Garante del contribuente addio. Dal 1° gennaio 2014 l’organo di tutela dei contribuenti istituito dallo Statu-to dei diritti dei contribuenti, decadrà dalle sue funzio-ni. Al suo posto, secondo quanto previsto dalla bozza della legge di stabilità per il 2014, subentreranno, ma solo quali facenti funzioni, i presidenti delle commissioni tributarie regionali. Dopo la scure del Governo Monti che aveva svilito l’orga-no di garanzia dei contribuenti da collegiale a monocra-tico arriva dunque la mannaia dell’esecutivo Letta che in un sol colpo cancella, forse per sempre, l’organismo stesso.Oltre a sancirne la decadenza a decorrere dal 1° gennaio 2014 la bozza della legge di stabilità per il 2014 provvede infatti ad abolire anche il quarto comma dell’articolo 13 della legge n. 212 del 2000, ai sensi del quale con decreto ministeriale venivano fi ssati il compenso ed i rimborsi spese del Garante del contribuente. Se la manovra dovesse diventare legge dello Stato, lo scenario che si prefi gura è tutt’altro che piacevole per i contribuenti. È vero che il ruolo del Garante si era via via svilito a causa dei continui interventi normativi e dei tagli di spesa operati nei confronti del suo uffi cio tanto da costringere alcuni garanti a svolgere le attività ad esso attribuite dallo stesso articolo 13 sopra citato, con il ricorso a mezzi propri o di fortuna.Ora, con la defi nitiva decadenza dell’organo neutro posto a tutela dei contribuenti contro gli atteggiamenti vessa-tori dell’amministrazione fi nanziaria e con l’attribuzione delle sue funzioni ai presidenti delle commissioni tributa-rie regionali ai quali non saranno rimborsate nemmeno le spese sostenute per tali nuove incombenze, il rischio che si corre è che la norma istitutiva dell’organismo diventi, una vera e propria lettera morta.E non si può certo dire che degli interventi dei garanti non vi è più alcuna necessità. Si pensi, tanto per fare un esempio, alla campagna massiva di avvisi bonari conte-nenti sanzioni sproporzionate nell’ipotesi di rateazione dell’imposta sostitutiva sulle rateazioni denunciata pochi giorni fa dalle pagine di questo giornale. È stato proprio grazie all’intervento del Garante del contribuente che si sono potute ricondurre a legittimità alcuni compor-tamenti suscettibili di incrinare il rapporto di fi ducia fra i cittadini e l’amministrazione fi nanziaria del tipo di quello sopra accennato.Invece di dare maggiore spazio all’organismo di garanzia e attribuire allo stesso più poteri il legislatore da una par-te e l’amministrazione fi nanziaria dall’altra – gli uffi ci dei garanti dipendono infatti funzionalmente dalla direzione regionale delle entrate – hanno fi nito per svuotarlo di ogni operatività fi no alla declaratoria di sua soppressione contenuta nella bozza della legge di stabilità 2014. È diffi cile infatti pensare che i presidenti delle Com-missioni tributarie regionali possano svolgere, «senza oneri a carico della fi nanza pubblica», le funzioni fi nora svolte presso le varie sedi regionali dai Garanti dei con-tribuenti.L’impressione è che si tratti di un’abile mossa giuridica con la quale pur non sopprimendo, almeno nei fatti, l’or-ganismo di tutela dei contribuenti, si fi nisce per rendere lo stesso privo di qualsiasi possibilità operativa.Diffi cile capire se si leveranno voci contrarie a detta mossa legislativa. Finora sono stati davvero pochi i difensori sia del Garante del contribuente che dello stesso Statuto.Eppure, solo pochi giorni, fa le sezioni unite della Cor-te di Cassazione avevano fatto sentire la loro voce proprio sulla valenza delle disposizioni contenute nella legge n. 212/2000. Nella sentenza n. 18184 depositata il 29 luglio scorso le sezioni unite hanno infatti preci-sato che i principi in essa contenuti – e quindi anche l’istituto del Garante del contribuente – «costituiscono principi generali dell’ordinamento tributario che pos-sono essere derogati o modifi cati solo espressamente e mai da leggi speciali».Chissà se nella stesura della bozza della legge di sta-bilità per il 2014 qualcuno si è ricordato di questo ammonimento della Suprema corte.

Andrea Bongi

Garanti contribuenti addio Sostituiti dai presidenti Ctr

DI NORBERTO VILLA

Visto di conformità per tutti i crediti

1La compensazione dei crediti d’imposta superiori a 15 mila euro è possibile solo in presenza di conformità

2

Rispetto ad oggi la misura è estesa ai crediti concernenti le imposte sui redditi, le relative addizionali e le ritenute alla fonte, le imposte sostitutive e l’irap (fi no ad oggi è limitata all’Irap)

3Non è previsto un obbligo di invio precedente alla compensazione della dichiarazione

4I soggetti abilitati al rilascio del visto sono gli stessi che oggi possono rilasciarlo ai fi ni Iva (così come le sanzioni nel caso di irregolarità sono le medesime)

5Il compito del soggetto chiamato a rilasciare il visto potrebbe essere più complicato rispetto a quanto oggi accade nel comparto Iva

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32 Giovedì 17 Ottobre 2013 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ/Tutti gli stanziamenti a supporto delle attività produttive e non solo

Cdp finanzierà i grandi gruppiIl sostegno ai big player attraverso gli istituti di credito

DI LUIGI CHIARELLO

Cassa depositi e presti-ti, oltre alle piccole e medie imprese, potrà salvare anche le gran-

di attività. Lo prevede un co-dicillo inserito in corso d’opera dal consiglio dei ministri nella bozza di legge di Stabilità che, cancellando di fatto due paro-le, include nel raggio d’azione dell’intervento Cdp spa le gran-di imprese. Ampliando così il perimetro finora riservato alle sole piccole e medie aziende. Infatti, a norma dell’art. 5, comma 7, lettera a) della legge 326/2003 (di conversione del dl 269/2003), Cdp può fi nanziare sotto qualsiasi forma lo stato, le regioni, gli enti locali, gli enti pubblici e gli organismi di diritto pubblico, utilizzando fondi rimborsabili sotto forma di libretti di risparmio postale e di buoni fruttiferi postali, as-sistiti da garanzia dello stato e distribuiti attraverso Poste italiane spa o società da essa controllate. A questo scopo, può usare anche fondi provenienti dall’emissione di titoli, dall’as-

sunzione di fi nanziamenti e da altre operazioni finanziarie, sempre assistite da garanzia dello stato. Successivamente l’art. 3, comma 4-bis, del dl 5/2009 (convertito nella legge 33/2009) ha chiarito che tali operazioni possono assumere qualsiasi forma: concessione di fi nanziamenti, rilascio di ga-ranzie, assunzione di capitale di rischio o di debito. Di più: la norma ha previsto esplici-tamente che tali operazioni possano essere realizzate an-che «a favore delle piccole e medie imprese per fi nalità di sostegno dell’economia». Attra-verso intermediari autorizzati all’esercizio del credito. Bene, la bozza di legge di Stabilità can-cella il riferimento alle attività «piccole e medie», lasciando al suo posto un generico «impre-se». Ma se per gli enti pubblici e le p.a. il fi nanziamento della Cdp potrà avvenire anche in via diretta, per le operazioni di sostegno alle imprese il fi -nanziamento potrà passare solo attraverso l’intermedia-zione di soggetti autorizzati all’esercizio del credito.

Due miliardi e settecento milioni le risorse per gli in-vestimenti in infrastrutture stradali e ferroviarie di cui più di 700 all’Alta velocità, 340 per la Salerno-Reggio Calabria e 400 milioni per il completamento del Mose, che dovrà essere concluso entro fi ne 2016. Sono queste le risorse previste per gli in-vestimenti in infrastrutture dalla bozza di legge di Sta-bilità che, a ieri sera, risul-tavano ancora confermate da fonti della presidenza del consiglio dei ministri. I 3 miliardi di risorse accompa-gnano, sul lato pubblico, gli interventi che sul piano privato vengono previsti per le ristruttu-razioni, con la conferma dei bonus fi scali sulle ristrutturazioni edilizie (50%) e gli interventi di risparmio energetico (65%). Per il piano di manutenzione straordinaria dell’Anas e per la prosecuzione degli interventi del contratto di programma vengono previsti 335 milioni di euro nel 2014. Per il programma di ma-nutenzione straordinaria di Rfi sono previsti invece soltanto 400 milioni, circa 300 milio-ni in meno di quanto aveva invece richiesto il dicastero delle infrastrutture per garantire gli interventi urgenti sulla rete. Sono invece suddivise su più anni le somme per il Mose: 200 per il 2014, 100 per il 2015, 71 per il 2016 e 30 per il 2017. Le risorse serviranno a pro-seguire i lavori del 43° atto aggiuntivo alla convenzione e per il completamento dell’intero sistema di dighe mobili da poco felicemente testato e per il quale il Cipe del 9 settembre aveva assegnato ulteriori risorse (974 milioni di euro) arrivando a una copertura del 90% del totale, con l’obiettivo fi nale di per completare l’opera entro il 31 dicembre 2016, come pre-visto nella convenzione. La legge di Stabilità prevede nuove risorse, pari a 340 milioni, per completare uno dei lotti (Macrolotto 4) dell’au-

tostrada Salerno-Reggio Calabria, con i lavori del secondo stralcio nel tratto compreso fra il viadotto Stupino e lo svincolo di Altilia. Ingen-ti le somme destinate ad alcune tratte dell’alta velocità, anche se per il completamento delle opere rappresentano una porzione appena su-periore al 10% del complessivo investimento: 720 milioni di euro (120 per ogni anno dal 2014 al 2020, ma subito impegnabili). Le ri-sorse serviranno per la tratta Brescia-Vero-na-Padova della Milano-Venezia e per le due tratte della Napoli-Bari (la Apice-Orsara e la FrassoTelesino-Vituliano). Altri 100 milioni sono previsti per il tratto Cancello-Frasso Tele-sino. La legge di Stabilità prescrive che il Cipe possa approvare i progetti preliminari della Brescia-Verona-Padova anche nelle more del fi nanziamento della fase realizzativa e i pro-getti defi nitivi se vi sono suffi cienti risorse per fi nanziare il primo lotto (che deve essere pari almeno al 10% del costo complessivo dell’ope-ra). Si procede quindi «per lotti costruttivi», ma si va avanti. Risorse aggiuntive ci sareb-bero per la velocizzazione e l’adeguamento del tracciato dell’asse ferroviario Bologna-Lecce: 400 milioni (100 per il 2014 e 150 per ciascuno degli anni 2015/2016).

Andrea Mascolini

Sbloccati 2,7 miliardi per le infrastrutture

Risparmi di spesa per almeno 500 milioni dalla rea-lizzazione di un programma straordinario di cessione di immobili pubblici, compresi quelli della difesa; più effi -cienza nella realizzazione dei piani di razionalizzazione delle locazioni a uso pubblico con l’indicatori di perfor-mance forniti dall’Agenzia del demanio. Sono questi gli obiettivi che si pone la bozza di legge di Stabilità per il 2014, che delinea in primo luogo un ruolo più incisivo da parte dell’Agenzia del demanio nell’attuazione e gestione dei piani di razionalizzazione degli spazi a uso uffi cio delle amministrazioni che devono consentire il conteni-mento dei costi delle locazioni. L’intervento della legge di Stabilità è sulla disciplina introdotta dalla legge fi nan-ziaria 2010, in cui si chiedeva alle amministrazioni, per ottenere risparmi di spesa, di comunicare all’Agenzia del demanio il fabbisogno di spazio allocativo e le superfi ci occupate non più necessarie.

La legge di Stabilità impone alle amministrazioni, attraverso indagini di mercato, di scegliere soluzioni allocative economicamente più vantaggiose per l’Era-rio, valutando anche la possibilità di decentrare gli uf-fi ci. Sarà poi l’Agenzia del demanio a defi nire il piano di razionalizzazione degli spazi, previa valutazione del ministro dell’economia e delle fi nanze in ordine alla sua compatibilità con gli obiettivi di riduzione del costo d’uso e della spesa corrente, e successivo invio ai ministri in-teressati per le valutazioni di competenza. Prevista poi la pubblicazione del piano sul sito internet dell’Agenzia del demanio. Sarà il direttore dell’Agenzia del demanio a comunicare gli indicatori di performance in termini di costo d’uso/addetto sulla base dei dati e delle informa-zioni fornite dalle amministrazioni dello stato. Queste ultime, entro due anni dalla pubblicazione del relativo provvedimento sul sito internet dell’Agenzia del dema-nio, saranno tenute a adeguarsi ai migliori indicatori di performance ivi riportati.

La legge di Stabilità prevede inoltre il varo, entro un mese dall’approvazione della legge, di un programma straordinario di cessioni di immobili pubblici compresi quelli detenuti dal ministero della difesa e non utilizzati per fi nalità istituzionali. L’obiettivo che la legge si pone è quello di consentire introiti per il periodo 2014-2016 pari ad almeno 500 milioni annui.

Andrea Mascolini

Immobili pubblici in vendita e standard per le locazioni

Stanziamenti per imprese, scuole, atenei e altroIl fondo per lo sviluppo e la coesione: avrà 54,810 mld di euro per il periodo 2014/2020. L’80% è destinato al Mezzogiorno, il 20% al Centro-Nord. La legge di stabilità prevede: 50 mln per il 2014, 500 mln per il 2015, 1 mld per il 2016

Cofi nanziamento programmi Ue: 500 milioni di euro per quote di coi nanziamento nazionale dei programmi europei

Aree interne: stanziati 3 mln nel 2014, 43,5 mln per il 2015 e altrettanti per il 2016 a sostegno di trasporto pubblico locale, istruzione e servizi sociosanitari

Contratti di sviluppo: stanziati 50 mln di euro per ciascuno anno del triennio 2014/16, a favore dei contratti di sviluppo nel settore industriale. Altri 50 mln per il triennio 2014/16 dovranno andare a i nanziare contratti di sviluppo in ambito turistico

Fondo per la crescita sostenibile: 50 mln di euro per il solo 2014, destinati alla sola erogazione dei i nanziamenti agevolati

Fondo per l’internazionalizzazione delle imprese gestito da Simest: 50 mln di euro per il 2014

Flotta navale di difesa: 80 mln di euro per il 2014, 120 mln per il 2015 e 140 mln dal 2016

Sviluppo di infrastrutture fi siche a banda larga e ultra larga: 20,75 mln di euro per il 2014

Pagamenti per opere di competenza della ex Agensud: 80 mln per il 2014 e 70 mln per il 2015

Dissesto idrogeologico e difesa del suolo: 30 mln per il 2014, 50 mln per il 2015 e 100 mln per il 2016

Piano nazionale straordinario di tutela e gestione della risorsa idrica: 10 mln di euro per il 2014, 30 mln per il 2015 e 50 mln per il 2016

Bonifi che: nasce un apposito fondo con dotazione di 30 mln l’anno per il biennio 2014/15

Indigenti: al fondo per la distribuzione di derrate alimentari 5 mln per il 2014

Agevolazioni al gasolio in agricoltura: 4 mln di euro per il 2014, 21 mln per il 2015 e 16 mln di euro dal 2016

nterventi che sul tostrada Salerno Reggio Calabria con i lavori

I fondi per le infrastrutture• 720 milioni per Av Brescia-verona-Padova

• 401 milioni Completamento del sistema Mose di Venezia dal 2014 al 2016

• 335 milioni per la manutenzione straordinaria delle strade gestite da Anas

• 340 milioni per il macrolotto 4 della Salerno-Reggio Calabria

• 400 milioni per il programma di manutenzione straordinaria delle Ferrovie

• 100 milioni per la Cancello-Frasso Telesino

• 400 milioni per adeguamento e velocizzazione del corridoio adriatico

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33Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ/ Come funzionerà la volontaria disclosure ispirata da Greco

Capitali all’estero, scudo penaleMa il rientro sarà costoso: alleggerite solo le sanzioni

DI FRANCESCO SQUEO

Regolarizzazione dei capitali illegalmente detenuti all’estero, ragionevolmente con

il premio dello scudo penale. Ma nel rispetto di specifiche condizioni. Questa la novità che, secondo quanto antici-pato dal premier Enrico Let-ta (si veda ItaliaOggi di ieri) recherà il disegno di legge di Stabilità, approvato martedì scorso dal consiglio dei mini-stri, nel corso del suo cammino parlamentare. Vediamo per-ché Letta abbia ritenuto utile fare propria una proposta del procuratore aggiunto France-sco Greco, passando prima per lo sgretolamento del segreto bancario internazionale e dal sopraggiunto scambio di infor-mazioni a fi ni fi scali. La base di partenza è che si stimano capi-tali non dichiarati per oltre 300 miliardi di euro, di cui 180 nella sola Svizzera. Ma da un lato la crisi fi nanziaria ha oltremodo depresso l’economia di paesi a economia avanzata, tra cui l’Italia, dall’altro è subentrato il contrasto al fi nanziamento del terrorismo e del riciclaggio del denaro sporco. L’effetto è stato lo spostamento di Paesi non col-laborativi verso la trasparenza e lo scambio di informazioni. Il grimaldello, sulla scorta delle raccomandazioni del Gafi , è sta-to l’attentato alle torri gemelle del 2001. Sono necessitati ben più di dieci anni, ma l’attività di contrasto dei paradisi fi scali intrapresa dall’Ocse nel 1998 e poi seguita dalla Ue nel 1999 con il pacchetto Monti, unita-mente a quanto sopra hanno condotto al cambiamento in atto.

Lo status quo. Il Lussem-burgo, a seguito della ferma posizione tenuta dal presidente Usa Barack Obama nel 2009, che vedeva in prima battuta il paese relegato in una «grey list» in quanto scarsamente collaborativo, ha prontamente svoltato aderendo alla sotto-scrizione di modelli bilaterali di scambio di informazioni non-ché all’estensione dello scambio di informazioni di cui all’art. 26 del Modello di convenzione dell’Ocse nella sua interezza, con l’inclusione della previsione di cui paragrafo 5 che in buona sostanza non dà più adito alla possibilità di opporre il segreto bancario. In Svizzera lo scena-rio è altresì fortemente mutato, anche sulla scia dell’adesione alla procedura Fatca (che sot-tende lo scambio di informazio-ni automatico con riferimento a contribuenti residenti negli Stati Uniti d’America). Le au-torità elvetiche hanno ormai da diverso tempo eliminato quanto in passato ostacolava lo scam-bio di informazioni per reati di natura fi scale: la differenza tra l’evasione e la frode fi scali, per cui oggi basta versare nel reato

di evasione per dar luogo allo scambio di informazioni. L’Au-stria ha preannunciato già in aprile l’apertura allo scambio di informazioni. I territori di oltremare del Regno Unito (segnatamente le isole britan-niche) hanno aderito mediante protocolli d’intesa allo scambio di informazioni con l’Italia. Paesi come Hong Kong e Sin-gapore sono divenuti traspa-renti. Dunque, lo scambio di informazioni automatico con il modello di cooperazione am-ministrativa di tipo multilate-rale dell’Ocse diverrà sempre più la regola. Le banche dal canto loro, per evitare ulteriori assunzioni di responsabilità, anche nel rispetto della diret-tiva 2003/48/Ce sugli interessi da risparmio transfrontaliero (nonché alla direttiva 2011/16/Ue), hanno invitato i propri correntisti, mediante un mo-dello recapitato per posta o sottoposto per la fi rma presso le proprie sedi, a sottoscrivere l’autorizzazione alla banca allo scambio di informazioni, con l’effetto che chi non lo sottoscri-ve vede il proprio conto chiuso. A Lussemburgo questa è la re-gola. L’evasore è ormai messo a «nudo». È per questi motivi, letti in chiave smaccatamente penale, ma anche in termini di materiale disponibilità dei fondi, che i detentori di capitali illeciti all’estero avranno tutto l’interesse a sanare mediante la regolarizzazione le proprie posizioni con il fi sco.

Come funzionerà la di-sclosure volontaria. Vedia-mo come funzionerà, plausibil-mente, il meccanismo pensato dal governo Letta. Le fi la del-la procedura saranno tirate dall’Ucifi (Uffi cio centrale per il contrasto degli illeciti fi scali) di supporto alle direzioni regiona-li delle Entrate. L’Uffi cio ha già predisposto le linee guida che a fi ne mese dovrebbero essere rese pubbliche: una prima fase dovrebbe concernere la rappre-sentazione dei fatti oggetto di evasione in maniera chiara e fedele, in assenza di spendita del nome del cliente, rappre-sentato dal professionista inca-ricato, con una prima indicazio-ne delle imposte non versate e delle sottese sanzioni. Qualora l’Uffi cio ritenga di condividere lo scenario rappresentato dal professionista si passa alla fase esecutiva della procedu-ra, mediante la disclosure del cliente e la produzione di tutta la documentazione sottesa ai fondi generati e detenuti illeci-tamente all’estero. Condizione necessaria è la fedeltà di quan-to ricostruito e sostenuto nella prima fase rispetto a quanto poi emerga effettivamente dai documenti, anche bancari, for-niti. La novellata normativa sul monitoraggio fi scale con-ferisce ulteriore spinta all’ade-sione grazie alla mitigazione significativa delle sanzioni e

all’eliminazione della confi sca degli averi. Ma non si tratterà di un condono o di una nuova edizione dello scudo fi scale. Si pagherà non poco e probabil-mente si potrà benefi ciare della mitigazione delle sole sanzioni amministrative e diffi cilmente di sconti sulle imposte dovute, anche indirette quali l’Iva ove applicabile. Scompare l’anoni-mato, con tracciabilità anche per il futuro delle disponibilità e dei correlati redditi da parte delle autorità fi scali, il che non implica necessariamente che i capitali non possano permane-re all’estero, anche nel rispetto della libera circolazione dei ca-pitali, divenendo tuttavia nella sostanza «italiani» in quanto tracciabili e tassabili per le componenti reddituali future.

I profili penali della di-sclosure. Appare inverosimi-le immaginare (fatta eccezione, per esempio, dei fondi esteri ri-cevuti in eredità, data l’assenza di trasmissibilità delle sanzioni penali in capo agli eredi) che i contribuenti possano deter-minarsi all’adesione median-te l’autodenuncia in assenza dell’esimente penale. L’obiettivo dichiarato dal governo Letta di rimpinguare le casse dello stato grazie a questo provvedimento non potrà prescindere da que-sta ovvia circostanza. Ma ciò

appare coerente e quasi dovuto laddove si consideri che come evidenziato nella relazione del-la commissione Greco resa nota nell’aprile 2013, la possibile estensione dell’autoriciclaggio nel novero del reato di riciclag-gio di cui all’art. 468-bis c.p. (di cui al disegno di legge del se-natore Pietro Grasso), necessiti di offrire una via d’uscita defi -nitiva a chi si troverebbe nella gran parte dei casi a dover ri-spondere del reato di riciclaggio e non già dell’evasione fi scale tout court. Nella relazione si dice che detti meccanismi di premialità «dovrebbero costi-tuire una sorta di strada mae-stra per rientrare nella legalità, attraverso una collaborazione attiva ed effettiva da parte del contribuente su tutti gli aspetti relativi all’origine, al trasferi-mento e all’occultamento dei capitali sottratti a tassazione». Si segnalava altresì di richie-dere l’intera corresponsione delle imposte dovute con la mitigazione delle sole sanzioni amministrative e azzeramento di quelle penali.

Tra le proposte di modifi ca recate nella relazione Greco vi è pure l’inclusione nel dlgs n. 74/2000 dell’art. 16-bis, «colla-borazione attiva», che così re-cita: 1.«Non è punibile ai sensi dell’ art. 4 e dell’ art. 5 del pre-

sente decreto, colui che, prima che siano già iniziati accessi, ispezioni, verifi che o, comunque, altre attività di accertamento tributario e contributivo di cui ha avuto formale conoscenza o sia stato già avviato un proce-dimento penale per uno delitti previsti dal presente decreto, fornisce spontaneamente agli uffi ci fi nanziari o all’Autorità giudiziaria tutte le informa-zioni in ordine agli elementi attivi sottratti all’imposizione, anche mediante indicazione di elementi passivi fi ttizi, all’im-piego dell’imposta evasa e al suo occultamento. 2. La pena per i suddetti delitti è diminu-ita sino alla metà qualora le informazioni siano spontane-amente fornite nel corso delle indagini preliminari».

Il ruolo dei professioni-sti. La riuscita del provve-dimento di regolarizzazione per buona parte sarà nelle mani dei professionisti che assisteranno la clientela. Saranno chiamati a gestire materie complesse, soprat-tutto nei casi di società este-re utilizzate per generare le riserve occulte riferibili a persone fi siche, con diffi coltà nell’attività di ricostruzione di operazioni, fl ussi, imposte evase e violazioni sottese alle specifi che situazioni.

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34 Giovedì 17 Ottobre 2013 D I R I T T O E F I S C OLEGGE DI STABILITÀ/ Per le imprese la riduzione del costo del lavoro passa dai premi Inail

Il cuneo fiscale premia i singleL’aumento delle detrazioni con 8 mila euro di reddito

DI DANIELE CIRIOLI

Il cuneo fi scale premia i sin-gle. Infatti agli scapoli lo sconto fi scale in busta-paga scatterà dai redditi più bas-

si, ossia a partire da 8mila euro che è poi il limite dal quale ope-rerà la modifi ca della bozza di legge di stabilità alle detrazioni fi scali per lavoro dipendente. Il capofamiglia invece, per avere qualche euro in più in busta-paga, deve guadagnare almeno 11mila euro se è sposato e sen-za prole, 13mila euro se oltre al coniuge ha pure un fi glio a carico e 15mila se ha coniuge e due figli a carico. In questi casi, rispettivamente, gli sconti annui saranno di 78 euro (6,5 euro mensili), 114 euro (9,5 euro mensili) e 40 euro (3,3 euro al mese) pari all’Irpef oggi versata. Di conseguenza anche lo sconto massimo sarà diverso: per il sin-gle e per il capofamiglia con solo coniuge o con coniuge e un fi glio a carico, infatti, arriverà a 182 euro annui in corrispondenza del reddito di 15mila euro; per il capofamiglia con due fi gli a ca-rico oltre al coniuge a 177 euro in corrispondenza del reddito di 16mila euro.

Il ritocco alle detrazioni fi scali. Oggi sul lavoro dipen-dente si applicano quattro tipi di detrazioni (art. 13 del dpr n. 917/1986, Tuir):

a) una detrazione di 1.840 euro per i redditi fi no a 8mila euro;

b) una detrazione di 1.338 euro per i redditi oltre gli 8mila e fi no a 15mila euro a cui ag-giungere in proporzione al red-dito un’ulteriore detrazione di

502 euro;c) una detrazione di 1.338

euro, da proporzionare in base al reddito, per i redditi oltre i 15mila e fi no a 55mila;

d) una maggiorazione (da 10 a 40 euro) per i redditi tra 23mila e 28mila euro.

La bozza di legge di stabilità prevede una modifica limita-tamente ai redditi superiori a 8mila euro, ossia per i punti b e c precedenti, e abroga la mag-giorazione per i redditi da 23 a

28 mila euro. A seguito della mo-difi ca, da quattro le detrazioni diventeranno tre, ossia:

a) detrazione di 1.840 euro per i redditi fi no a 8mila euro;

b) detrazione di 1.520 euro (+ 182 euro) per i redditi oltre 8mila e fi no a 15mila euro a cui aggiungere in proporzione al reddito un’ulteriore detrazione di 320 euro (– 182 euro);

c) detrazione di 1.520 euro (+ 182 euro), da proporzionare in base al reddito, per i reddi-

ti oltre 15mila e fi no a 55mila euro.

Il cuneo fi scale per i sin-gle. La tabella in pagina indica gli effetti del cuneo fi scale in ter-mini di aumenti in busta paga (ultime due colonne), a seconda del reddito complessivo. La si-tuazione è quella di un single, cioè di un lavoratore dipendente senza carichi fi scali di famiglia. Come si vede lo sconto massimo viene raggiunto in corrisponden-za di un reddito di 15mila euro,

quando l’aumento in busta-paga mensile è di 15 euro per com-plessivi 182 euro annui.

Il cuneo fi scale per le fa-miglie. La situazione è diversa per i lavoratori dipendenti che hanno familiari a carico. In tal caso, infatti, fermi restando gli importi indicati in tabella, gli sconti cominceranno a concre-tizzarsi in busta paga una volta superate le maggiori detrazioni per coniuge e fi gli a carico. Ad esempio al lavoratore con coniu-ge a carico il cuneo fi scale (cioè lo sconto) scatterà dal reddito di 10mila500 euro e sarà di 29 euro. Nel caso di lavoratore con coniuge e un fi glio a carico il cu-neo fi scale scatterà dal reddito di 12mila700 con il recupero dei 18euro di Irpef oggi versati. Nel caso di lavoratore con coniuge e due fi gli a carico il cuneo fi scale scatterà dal reddito di 15mila euro con il recupero dei 40euro di Irpef oggi versati. Infi ne, nel caso di lavoratore con coniu-ge e tre fi gli a carico il cuneo fi scale scatterà dal reddito di 17mila-18mila euro con il re-cupero, in parte, dei 270euro di Irpef oggi versati.

Gli sconti Inail alle im-prese. La riduzione del costo del lavoro interesserà anche le imprese e arriverà dal taglio dei premi Inail. La bozza di legge di stabilità, infatti, pre-vede a partire dal prossimo anno un riduzione dei premi e dei contributi per l’assicura-zione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professio-nali per 1miliardo di euro che salirà a 1,1 miliardi nel 2015 e a 1,2 miliari a partire dal 2016.

Arruolati altri seimila prosecutori volontari tra gli esodati. Con effetto sulle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio del prossimo anno, infatti, la bozza di legge di stabilità 2014 preve-de l’aumento del contingente numerico previsto all’articolo 9 del decreto mi-nisteriale 22 aprile 2013, che ha dato attuazione all’articolo 1, commi 231 e 233, della legge n. 228/2012 (terzo slot di salvaguardati).

Una storia senza fine. Continua il valzer delle deroghe ai nuovi requisiti per le pensioni introdotti dalla riforma Fornero.

A un primo gruppo di 65 mila esoda-ti (decreto 1° giugno 2012) se ne è poi aggiunto un altro di 55 mila (decreto 5 ottobre 2012) individuati, oltre che dalla riforma Fornero, del decreto Mil-leproroghe e da quello sulla spending review. Poi è stata la volta della legge di stabilità 2013, lo scorso anno, che ne ha imbarcato altri 10.130 lavorato-ri, individuati e disciplinati dal decreto ministeriale 22 aprile 2013.

Altri 6mila. Adesso è la bozza di stabi-lità 2014 a prevedere una modifi ca alla legge n. 228/2012 (la predetta legge sta-bilità 2013), con l’effetto di incrementa-re la quota di esoati di 6 mila unità che

non riguarda però tutte le categorie di salvaguardai, ma soltanto la tipologia di lavoratori relativa alla lettera b) del predetto comma 231 dell’articolo 1.

In particolare, i nuovi 6.000 salva-guardati potranno essere:

• i lavoratori autorizzati alla prose-cuzione volontaria della contribuzione entro il 4 dicembre 2011, con almeno un contributo volontario accreditato o ac-creditabile alla data di entrata in vigore del decreto legge n. 201/2011 (vale a dire al 6 dicembre 2011) ancorché abbiano svolto, successivamente alla medesima data del 4 dicembre 2011, qualsiasi atti-vità, non riconducibile a rapporto di la-voro dipendente a tempo indeterminato dopo l’autorizzazione alla prosecuzione volontaria, a condizione che:

1) abbiano conseguito successiva-mente alla data del 4 dicembre 2011 un reddito annuo lordo complessivo rife-rito a tali attività non superiore a euro 7.500;

2) perfezionino i requisiti utili a com-portare la decorrenza del trattamento pensionistico (quindi inclusa la fi ne-stra) entro il 36esimo mese successivo alla data di entrata in vigore del predet-to decreto legge n. 201/2011.

Carla De Lellis

Salvaguardia per altri 6mila esodati

Compensi ridotti a caf e patronati. Per un trien-nio ancora (2014/2016), infatti, i caf non otterranno gli adeguamenti ai compensi previsti per l’assistenza fi scale, mentre la remunerazione ai patronati sarà ri-dotta di 0,026 punti percentuali più lo 0,10% per le attività all’estero. Per quanto riguarda i Caf, in par-ticolare, lo stop dell’adeguamento dei compensi per tutte le attività di assistenza fi scale è già operativo dal 2011, previsto dalla legge n. 183/2011; la bozza di legge di stabilità 2014 allunga il periodo fi no all’anno 2016.

Il fi nanziamento delle attività dei patronati, invece, avviene mediante il prelevamento dell’aliquota pari allo 0,226% dall’anno 2001 sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori incassati da Inps e Inail. Il predetto prelevamento è destinato al fi nanziamen-to degli istituti di patronato e di assistenza sociale nelle seguenti percentuali: 89,90% all’attività; 10% all’organizzazione, di cui il 2% per l’estero; 0,1% per il controllo delle sedi all’estero, fi nalizzato alla verifi ca dell’organizzazione e dell’attività, nonché a verifi che ispettive straordinarie in Italia sull’organizzazione e sull’attività per la specifi ca formazione del personale ispettivo addetto. La bozza di legge di stabilità 2014 prevede due ovità: la riduzione alla misura dello 0,2% dell’aliquota dello 0,226% e la soppressione della de-stinazione dello 0,1% del contributo al controllo delle sedi all’estero.

Carla De Lellis

Compensi ridottia caf e patronati

502 euro; 28 mila euro A seguito della mo ti oltre 15mila e fino a 55mila

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Gli aumenti in busta paga

Reddito complessivo

Detrazioni oggiDetrazioni

dopo Stabilità

Differenza (aumento annuo)

L’aumento mensile

10.000 1.696,57 1.748,57 52,00 4,33

11.000 1.624,86 1.702,86 78,00 6,50

12.000 1.553,14 1.657,14 104,00 8,67

13.000 1.481,43 1.611,43 130,00 10,83

14.000 1.409,71 1.565,71 156,00 13,00

15.000 1.338,00 1.520,00 182,00 15,17

16.000 1.304,55 1.482,00 177,45 14,79

20.000 1.170,75 1.330,00 159,25 13,27

24.000 1.046,95 1.178,00 131,05 10,92

25.000 1.003,50 1.140,00 116,50 9,71

26.000 1.000,05 1.102,00 101,95 8,50

27.700 953,19 1.037,40 84,22 7,02

28.000 928,15 1.026,00 97,85 8,15

30.000 836,25 950,00 113,75 9,48

35.000 669,00 760,00 91,00 7,58

40.000 501,75 570,00 68,25 5,69

45.000 334,50 380,00 45,50 3,79

50.000 167,25 190,00 22,75 1,90

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35Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17I M P O S T E E TA S S EIndagine della commissione d’inchiesta Usa: così il colosso del web paga solo il 5% di tasse

Google, panino fiscale servito Lo schema prevede incastri tra le controllate in più paesi

DI FRANCESCO DIAN*

È di pochi giorni fa la no-tizia, l’ennesima, che riguarda le strategie aggressive di pianifi -

cazione fiscale delle grandi multinazionali americane.

In cosa consistono questi schemi di pianifi cazione fi scale? Si tratta in sostanza di pagare meno tasse, o addirittura non pagarle affatto creando fanta-scientifi che galassie societarie sparse per il mondo al fi ne di sfruttare a proprio vantaggio i contrasti e i disallineamenti tra le normative fi scali dei vari paesi coinvolti. Il fenomeno è in preoccupante crescita tanto da indurre la Commissione d’in-chiesta del senato americano a svolgere indagini: a settembre 2012 sono fi nite sotto torchio Microsoft e Hewlett-Packard, a maggio di quest’anno è toccato ad Apple. Oggi sotto la lente è fi nita Google, un altro grande colosso americano della tecno-logia.

La strategia di Google è cu-riosa, quanto meno per il suo nome: «Double Irish/Dutch

Sandwich» (Doppia Irlandese e Sandwich Olandese). In estre-ma sintesi e semplifi cando no-tevolmente: la società america-na Google Inc. crea una società controllata in Irlanda, Google Ireland Holdings. Quest’ulti-ma, pur essendo costituita in Irlanda, non è ivi residente perché amministrata alle isole Bermuda, noto paradiso fi scale. Goo-gle Ireland Holdings controlla a sua volta una società olandese, Google Netherlands BV che, a sua volta, controlla una società irlandese residente, Google Ireland Ltd.

Gli estremi dello schema sono quindi le due società costituite in Ir-landa (seppure solo una è ivi residente) mentre nel mezzo c’è la società olandese: in altre parole, le società irlandesi sono le fette di pane del sandwich mentre la società olandese è la farcitura, da qui il nome «Doppia Irlandese/Sandwich Olandese».

Google Ireland Holdings ha la titolarità della proprie-tà intellettuale di Google per le vendite realizzate in Euro-pa, Medio Oriente e Africa; lo sfruttamento di tale patrimo-nio è concesso in licenza a Go-ogle Netherlands BV che, a sua

volta, lo concede in sub-licenza a Google Ireland Ltd.

Quest’ultima paga royalties alla società olandese che poi le riversa, praticamente per lo stesso importo, a Google Ireland Holdings. Il risultato di questo vorticoso flusso di denaro? Dieci miliardi di euro fi niscono nei conti di Google

alle Bermuda pagando, circa, il 5% di tasse.

Com’è possibile? Google Ire-land Ltd riceve enormi ricavi dalle vendite effettuate nelle zone di competenza su cui do-vrebbe pagare il 12,5% di tasse in Irlanda ma, da tali ricavi, si

deduce ingenti costi (i pagamenti delle royal-ties effettuati a Google Netherlands), diminuen-do notevolmente la base imponibile. I pagamenti da Google Ireland Ltd a Google Netherlands non sono poi soggetti a rite-nuta alla fonte in Irlan-da in quanto avvengono tra società residenti all’interno dell’Unione europea. Neppure le royalties pagate dalla

società olandese a Google Ire-land Holdings sono soggetti a ritenuta in Olanda (la legge olandese non prevede infatti alcuna ritenuta sulle royalties in uscita dallo stato). Infi ne, le royalties percepite da Google Ireland Holdings non sono tassate in Irlanda poiché, come detto, tale società è considerata

residente delle Bermuda dove non si pagano tasse.

Et voilà, il pranzo è servito, ma il conto non si paga: solo po-chi spiccioli di mancia fi niscono in tasca alle amministrazioni fi scali-camerieri che restano a guardare. Dopo tanto clamo-re mediatico per le inchieste svolte, il senato americano non sembra tuttavia ritenere che le multinazionali abbiano violato alcuna norma e si è limitato a invocare solo una riforma del sistema fiscale per il futuro.

L’Ocse, dal canto suo, ha messo in piedi un piano, a lu-glio 2013, per attaccare le pia-nifi cazioni fi scali aggressive, tanto da far parlare addirit-tura di guerra alla pianifi ca-zione fi scale.

È un primo passo; tuttavia, fi no a che gli stati non inter-verranno direttamente e in maniera coordinata, il proble-ma non potrà essere arginato e neppure si potrà dire che la guerra alla pianifi cazione fi scale aggressiva sia comin-ciata.

* Studio Uckmar

Nelle aziende di maggiori dimensioni la svolta è ormai chiara: la priorità non è più il risparmio fiscale, ma la sicurezza fiscale. La crisi economica degli ultimi anni ha infatti cambiato molti scenari: i governi stanno cercando di aumentare il gettito fiscale per coprire i deficit di bi-lancio. L’opinione pubblica, ha individuato nelle banche e nelle grandi multinazionali i maggiori responsabili della crisi finanziaria globale. Esiste, dunque, una pressione sempre più forte in direzione della trasparenza e di livelli adeguati di disclosure. L’altro fattore potente che spin-ge al cambiamento è l’obsolescenza dell’attuale modello di regolamentazione fiscale a livello internazionale (che risale a oltre 60 anni fa). Si tratta, infatti, di un’infra-struttura regolamentare ormai superata, che non tiene conto di fenomeni collegati all’internazionalizzazione del business, all’e-commerce, all’emergere di forme di supply chains globali. In questo processo di riconfigurazione dei modelli di business, infatti, alcune aree come il marketing, i servizi di supporto e l’intellectual property possono ormai anche essere geograficamente separati dalla holding, dai mercati di sbocco o da quelli di produzione, rendendo più complesso il tema della tas-sazione. L’attuale sistema la-scia dei vuoti legislativi nei quali possono inserirsi mo-delli di tax planning aggres-sivi. Le autorità, peraltro, intendono contrastare con sempre maggiore decisione la prassi adottata da alcuni gruppi con presenza geogra-fica globale, per cui si pro-ducono profitti in paesi con corporate tax elevata, ma si pagano le relative tasse in altri paesi con tassazione molto più bassa. Non a caso, lo scorso luglio, l’Ocse ha pubblicato un documento in-titolato Action plan on base erosion and profit shifting (Beps) che identifica 15 aree di intervento da sviluppare

nei prossimi due anni e mezzo. Queste azioni dovrebbe-ro fornire ai governi gli strumenti da applicare a livello nazionale e internazionale per contrastare il fenomeno dell’erosione della base imponibile da parte delle imprese. A fronte di uno scenario oggettivamente molto complesso, occorre che i diversi attori in campo, escano da una logi-ca di contrapposizione ideologica frontale per provare a intraprendere in modo costruttivo un percorso comune. In gioco c’è la competitività. Basti pensare che, secondo i risultati di un recente son-daggio internazionale Kpmg, il 62% dei tax manager delle imprese interpellate, è coinvolto in una qualche forma di controversia fiscale. Come ogni processo che implica cam-biamenti culturali anche il percorso verso la Tax Respon-sibility sarà lungo. All’interno delle imprese per esempio c’è un duro lavoro da fare per sensibilizzare il top manage-ment rispetto all’adozione di strumenti fiscali complessi, per l’adozione di approcci di risk management strutturati, per l’adeguamento dei sistemi informativi in vista dello scambio di informazioni con le autorità fiscali.

In quest’ottica, il conve-gno che si terrà il pros-simo 22 ottobre orga-nizzato da ItaliaOggi in collaborazione con Kpmg (presso il Centro svizzero di Milano, a partire dal-le 9,30) offre davvero la possibilità di ascoltare in presa diretta le testi-monianze dei protago-nisti (manager, autorità fiscali e professionisti) per capire cosa sta cam-biando e per riflettere insieme sulla possibilità di costruire una roadmap comune.

Richard Murphy, managing

partner KStudioassociato

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36 Giovedì 17 Ottobre 2013 I M P O S T E E TA S S ELa risoluzione 68/E delle Entrate chiarisce i requisiti per restare fuori dalla disciplina

Srl in perdita, la rata contaNell’utile rientra l’intero ammontare della plusvalenza

DI FABRIZIO G. POGGIANI

La società, per restare fuori dalla disciplina di quelle in perdita fi scale, deve realizzare un utile

fiscale positivo, determinato tenendo conto dell’intero am-montare della plusvalenza da cessione di beni strumentali, ancorché la stessa sia tassata in cinque anni.

Così l’Agenzia delle entrate che, con la risoluzione 68/E di ieri, ha fornito i chiarimenti sulla corretta applicazione della disciplina delle società in perdita sistematica, di cui ai commi da 36-decies a 36-duo-decies, art. 2, dl 138/2011, con-vertito con modifi cazioni dalla legge 148/2011.

Il caso contemplato riguarda una società a responsabilità li-mitata, esercente l’attività al-berghiera e di ristorazione, che, nel corso dell’esercizio 2010, ha ceduto un immobile a destina-zione abitativa, realizzando una determinata plusvalenza che, in ossequio alle lettere a) e b), del comma 1 e del comma 4, dell’art. 86, dpr 917/86, ha rateizzato in cinque anni.

La società evidenzia che, se non avesse proceduto nella ra-teizzazione, avrebbe concretiz-zato, nell’esercizio di realizzo (2010) della plusvalenza da cessione del bene strumenta-le, un utile fi scale con la con-seguente fuoriuscita dal campo di applicazione della disciplina antielusiva sulle società in per-dita sistematica.

In aggiunta, la società istan-te ricorda che con apposito provvedimento direttoriale (n. 87956/2012), l’Agenzia delle entrate ha confermato che la disapplicazione della discipli-na interviene «per quelle socie-tà per le quali risulta positiva la somma algebrica della per-dita fi scale di periodo e degli importi che non concorrono a formare il reddito imponibile per effetto di proventi esenti, esclusi o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o a imposta sostitutiva, ovvero di disposizioni agevolative».

L’Agenzia delle entrate richiama il medesimo prov-vedimento ricordando che la disapplicazione è consentita certamente per determinate situazioni oggettive e, in par-ticolare, che la lettera h) di detto provvedimento indica, quale caso particolare di di-sapplicazione, quello richia-mato dall’istante, riferibile alla presenza di disposizioni agevolative, affermando ulte-riormente che, come evidenzia-to in altri documenti di prassi (circ. n. 25/E/2007 e risoluzione n. 110/E/2007), anche la ra-teizzazione della plusvalenza debba essere inquadrata come agevolazione.

La circolare citata (n. 25/E/2007), aveva precisato che tra gli importi che non

concorrono a formare il red-dito imponibile devono essere considerati, a titolo meramen-te esemplifi cativo, i proventi esenti o soggetti a ritenute d’imposta o imposte sostituti-ve, i redditi esenti per detas-sazione delle plusvalenze da realizzo, di cui all’art. 87 del Tuir e i dividendi parzialmen-te esclusi da tassazione, di cui all’art. 89 del medesimo Tuir.

Le Entrate, però, non pos-sono soprassedere sulla «non defi nitività» della disposizione concernente la rateizzazione, giacché in tal caso nel primo esercizio (quello di realizzo) la plusvalenza viene stornata per il 100% mentre soltanto il 20% partecipa alla formazio-ne del reddito fi scale, ma negli esercizi successivi il restante 80% (4 quote pari al 20%) va a incrementare il risultato dei quattro esercizi successivi, con la conseguenza che tale impu-tazione potrebbe riportare in utile fi scale la società.

Pertanto, per l’Agenzia delle entrate gli effetti di natura tri-butaria non devono essere ste-rilizzati soltanto nell’esercizio di realizzo della plusvalenza,

ma anche nei quattro periodi successivi operando come se-gue: nel primo periodo in cui viene realizzata la plusvalen-za (X), il risultato fi scale deve essere incrementato dell’am-montare delle quote rinviate agli esercizi successivi (80%), mentre nei periodi d’imposta successivi, il risultato fi scale di periodo deve essere ridotto dell’ammontare di quota cor-rispondente alla variazione fiscale in aumento eseguita in sede di dichiarazione (20% esercizio X+1, 20% esercizio X+2, 20% esercizio X+3 e 20% esercizio X+4).

In conclusione, le società che si trovano in situazioni ana-loghe potranno disapplicare in modo automatico (senza istanza di interpello) la disci-plina sulle società in perdita sistematica, in presenza di ri-sultati di natura fi scale positi-vi, tenendo conto degli effetti derivanti dal rinvio della tas-sazione della plusvalenza che, naturalmente, deve rispettare il requisito richiesto dall’art. 86 del Tuir, ovvero che il bene sia posseduto per un periodo non inferiore a tre anni.

Via libera all’aliquota Iva agevolata del 10% sulle infra-strutture per realizzare la banda larga. L’assimilazione di tali opere a quelle di urbanizzazione primaria, disposta dalla legge, vale anche ai fi ni fi scali. Lo chiarisce l’Agen-zia delle entrate con la risoluzione n. 69/E del 16 ottobre 2013, secondo cui lo stesso principio deve applicarsi ai lavori per realizzare i cavedi multiservizi e i cavidotti per il passaggio di reti di telecomunicazioni, ai quali la prece-dente risoluzione n. 41 del 2006 aveva invece negato l’age-volazione sul presupposto della tassatività, ai fi ni fi scali, dell’elencazione delle opere di urbanizzazione fornita dal-la legge n. 847 del 1964 e ripresa nell’art. 16 del dal dpr 380/2001. In defi nitiva, tale elencazione non è un «numero chiuso», ma è suscettibile di ampliamento. La questione riguardava l’applicabilità dell’aliquota del 10%, prevista dal n. 127-quinquies della tabella A/III del dpr 633/72 per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria elencate nell’art. 4 della legge n. 847/64, integrato dall’art. 44 della legge n. 865/71, alle infrastrutture destinate all’installa-zione di reti e impianti di comunicazione elettronica in fi bra ottica, che l’art. 2, comma 5, del dl n. 112/2008 quali-fi ca «a ogni effetto» opere di urbanizzazione. In proposito, il ministero delle infrastrutture, interpellato dall’Agenzia, ha osservato che, secondo l’art. 16 del dpr 380/2001, che tra gli interventi di urbanizzazione primaria rientrano anche i cavedi multiservizi e i cavidotti per il passaggio di reti di telecomunicazione; l’art. 86 comma 3, del dlgs 259/2003 stabilisce che le infrastrutture di reti pubbliche di comunicazioni, di cui agli artt. 87 e 88, sono assimilate

a ogni effetto alle opere di urbanizzazione primaria di cui al predetto art. 16; da ultimo, l’art. 2, comma 5 del dl 112/2008 dispone in senso analogo con riguardo alle infrastrutture destina-te all’installazione di reti e impianti di comunicazione elettronica in fi bra ottica. Sulla portata di queste assimilazioni, prosegue il ministero, la Corte costitu-zionale (sent. n. 336/2005), ha statuito che la scelta di inserire le infrastrutture di reti di comunicazione tra le opere di urbanizzazione primaria esprime un prin-cipio fondamentale della legislazione urbanistica, al pari dell’analoga scelta legislativa di carattere ge-nerale che ha portato il ci-tato art. 16, commi 7 e 7-bis del dpr n. 380 del 2001, a classifi care come opere di urbanizzazione primaria, tra le altre, le strade resi-denziali, gli spazi di sosta e di parcheggio, le fogna-ture, nonché i cavedi multi servizi e i cavidotti per il passaggio di reti di teleco-municazioni. Non si tratta, pertanto, di una norma di dettaglio, ma di una norma che fi ssa un principio basi-lare in materia. Alla luce di queste argomentazio-ni, l’Agenzia conclude che allorquando il legislatore richiami il testo del dpr 380/2001 per introdurre altre opere da assimilare a quelle di urbanizzazio-ne già elencate, il rinvio riguarda anche le disposi-zioni in materia di Iva.

Franco Ricca

Iva agevolata sulle opere per la banda larga

Al via la consegna e il pagamento onli-ne dei referti medici. Nel rispetto della privacy, l’esito della visita o della pre-stazione sanitaria potrà essere ricevuto sul web o sulla casella e-mail, oppure su una chiavetta Usb o sul fascicolo sanita-rio elettronico. Magari preceduto da un avviso via sms e/o inoltrato al proprio medico. Il tutto in un quadro di sicu-rezza tecnica (obbligatorio l’uso della cifratura e di password per accedere ai fi le) e, soprattutto, solo se l’interessato presta un consenso ad hoc, come previ-sto dal codice della privacy. È quanto prevede il Dpcm 8 agosto 2013, sui re-ferti online, pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale di ieri 16 ottobre 2013, il quale recepisce tutte le precauzioni imposte dal garante della privacy.

Il decreto defi nisce due aspetti: 1) le modalità con cui le Asl possono ricevere online il pagamento delle prestazioni; 2) il procedimento per la consegna dei referti medici tramite web, posta elet-tronica certifi cata e altre modalità di-gitali.

- REFERTI. Il referto potrà, dunque, essere consegnato tramite Fascicolo sanitario elettronico (Fse), web, posta elettronica, certifi cata oppure tramite supporto elettronico. Il passaggio sarà graduale: si parte con le prestazioni di laboratorio, di microbiologia e di ra-diologia. Sono escluse le analisi gene-tiche.

Ci vuole, però, l’espresso consenso informato dell’interessato. Attenzione, però, rimane sempre il diritto di ottene-re copia cartacea del referto.

Il consenso deve rispettare il codice della privacy: deve essere autonomo e specifi co e deve esplicitare l’adesione alle modalità digitali di consegna. Il consenso sarà revocabile in ogni mo-mento.

L’interessato può anche indicare una

farmacia presso cui ritirare il referto.Considerata la delicatezza del tratta-

mento e la natura dei dati sensibili le Asl devono rispettare stringenti misure di sicurezza. In particolare si devono os-servare le precauzioni previste dal Ga-rante per la privacy nel provvedimento del 19 novembre 2009, di «Linee guida in tema di referti online», in particolare per quanto riguarda i servizi aggiuntivi di notifi ca via sms e di designazione del medico al ritiro del referto.

Se si opta per la consegna via web il servizio offrirà all’interessato la possi-bilità di collegarsi al sito internet della azienda sanitaria per visualizzare on-line il referto digitale ed effettuare la copia locale (download).

Se si opta per la spedizione via e-mail il referto arriverà alla casella di posta elettronica indicata dall’interessato: sempre come allegato a un messaggio e non come testo compreso nel corpo del messaggio; inoltre si devono usare tec-niche di cifratura e accessibili tramite una password per l’apertura del fi le con-segnata separatamente all’interessato.

Altra alternativa è di ricevere il refer-to su memoria usb, dvd, cd, o altro, sem-pre con la protezione di credenziali di sicurezza (come username e password) consegnate separatamente all’interessa-to o in busta chiusa a un suo delegato.

Possibili anche l’avviso della conse-gna del referto tramite sms o messaggio di e-mail. Sarà anche possibile (come servizio aggiuntivo) l’inoltro dei referti digitali a un medico designato dall’in-teressato.

- PAGAMENTI ONLINE. Le Asl devono adottare le procedure telematiche per il pagamento online di esami, visite e prestazioni. Le procedure devono essere in grado di controllare le esenzioni per patologia o per reddito.

Antonio Ciccia

Il referto medico viaggia online

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37Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 17I M P O S T E E TA S S EL’ok di Montecitorio al testo del dl 102. A palazzo Madama l’esame inizierà il 23 ottobre

Imu, la prima rata è un ricordo Via libera alle norme su esodati, sfratti e comodato d’uso

DI BEATRICE MIGLIORINI

Il dl Imu approda in Se-nato. Ieri, infatti, l’Aula di Montecitorio ha ap-provato in prima lettura

il testo del dl 102, con 326 voti a favore, 121 contrari e 20 astensioni. La palla passa ora nelle mani di palazzo Ma-dama dove il testo approderà in Aula il 23 ottobre, in tempo per essere convertito in leg-ge entro la fine del mese. La dead line è, infatti, stabilità al 30 ottobre. Trova, quindi, conferma non solo l’abolizio-ne della prima rata Imu ma anche lo stanziamento di altri 500 milioni di euro per il fi-nanziamento della Cig in de-roga. Tra le novità introdotte tra lunedì e martedì, saltano all’occhio, invece la questione comodato d’uso, degli esodati e degli sfratti. Per quel che ri-guarda questi ultimi, infatti, è passata, non senza ostacoli, la disposizione che attribui-sce ai prefetti la possibilità di graduare l’intervento della forza pubblica nell’esecuzione dei provvedimenti di sfratto.

Per quel che riguarda il como-dato l’uso è, invece, passata la proposta introdotta dalle Commissioni bilancio e finan-ze della Camera, in base alla quale i comuni, a condizione che l’abitazione sia unica e che vengano presi in conside-razione i dati Isee, potranno equiparare a prima casa le abitazioni date in comodato ai parenti di primo grado in linea retta ovvero, genitori e figli. Buone notizie anche per i 2.500 esodati che, all’entrata in vigore della riforma For-nero, erano in congedo per assistere familiari malati. Con uno stanziamento di 57 milioni di euro in 5 anni, que-sti soggetti potranno andare in pensione con i criteri ante riforma. Approvato, infine, in extremis anche la disposizio-ne inerenti i concessionari di giochi. Il governo ha, infatti, deciso abbassare dal 25% al 20% il quantum da pagare per sanare, già a conclusione del primo grado di giudizio, la situazione tra i concessionari e la Corte dei conti.

© Riproduzione riservata

Gli avvisi di irrogazione sanzioni sui carenti versamenti della seconda e terza rata dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione immobiliare sono da annullare. La formula-zione della norma circa la corretta misura degli interessi da applicare sulle rate annuali successive alla prima, il 3% secondo il fisco, gli interessi legali secondo i contribuenti, è idonea a ingenerare un’obiettiva condizione di incertezza sulla corretta misura del saggio di interesse applicabile ai versamenti rateali. A dirlo la stessa Agenzia delle entrate, in risposta a un Question time discusso ieri in Commissione finanze della Camera su proposta del vicepresidente della Commissione, Enrico Zanetti, e altri. «L’Agenzia», si legge nella risposta, «condivide l’avviso espresso dagli interroganti circa il fatto che la norma, per come è stata formulata, è tale da ingenerare un’obiettiva condizione di incertezza che come tale deve tenere indenne da sanzioni i contribuenti sulla base del principio dell’affidamento e della buona fede di cui all’art. 10, comma 3, dello Statuto dei diritti del contribuen-te». Secondo la norma incriminata, infatti, sulle rate suc-cessive alla prima occorreva applicare gli interessi legali con la misura del 3% e, tale formulazione, era resa ancor più incomprensibile per il semplice fatto che all’epoca della sua stesura il saggio degli interessi legali era appunto il 3%. Interessi legali che erano poi scesi al 2,5% con decor-renza dal 1° gennaio 2010. Nessun problema dunque. Il problema è che dal mese di settembre le Entrate hanno dato disposizioni affinché in sede di assistenza ai contri-buenti destinatari di tali avvisi di irregolarità, vengano disapplicate le sanzioni per carenti versamenti, qualora gli stessi siano imputabili unicamente all’applicazione del tasso legale del 2,5% sulla seconda e terza rata dell’impo-sta sostitutiva. Nessun cenno invece all’altra problematica inerente alle sanzioni comminate ai contribuenti a segui-to dell’ulteriore rateazione dell’imposta sostitutiva sulle rivalutazioni sulla base delle stesse scadenze di Unico. Per coerenza le Entrate dovrebbero ritenere che anche in quei casi la formulazione della norma e le istruzioni alla compilazione delle deleghe F24, potevano ingenerare nei contribuenti un’obiettiva condizione di incertezza sulla possibilità di dilazionare ulteriormente la rata annuale dell’imposta sostitutiva secondo le stesse modalità previste per i pagamenti afferenti il modello Unico.

Andrea Bongi © Riproduzione riservata

LE RISPOSTE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE AL QUESTION TIME IN COMMISSIONE FINANZE ALLA CAMERA

Ko le sanzioni per i mancati versamenti dell’imposta sostitutiva

I condomini possono essere equiparati a persone giuridiche. Questo, nonostante la giurisprudenza di legittimità si sia espressa in senso contrario. L’imposta di bollo da ap-plicare agli estratti conto e ad altri documenti inviati dalle banche e i relativi conti correnti intestati ai condomini ammonta, quindi, a 100 euro l’anno. Questa la risposta che, ieri, ha fornito dall’Agenzia delle entrate al Question time che si è svolto in Commissione fi nanze alla camera. Il quesito, a cui ha risposto il sottosegretario all’economia Alberto Giorgetti (Pdl), è stato inoltrato da Sebastiano Barbanti e Girolamo Pisano (M5s), al il fi ne di ottenere dei chiarimenti in merito alla controversa situazione dei condomini. Questi, infatti, non rientrano né nella categoria delle persone fi -siche, a cui viene applicata la tariffa di 34,20 euro l’anno, né nella categoria delle persone giuridiche per le quali la tariffa annuale ammonta a 100 euro. Secondo l’Agenzia delle entrate, però, la situazione dei condomini deve essere equiparata a quella delle persone giuridiche. «Non sembra assumere rilievo a riguardo», si legge nelle motivazioni, «la cir-costanza che la giurisprudenza di legittimità abbia affermato che il condominio non possa essere assimilato agli organi di un ente i ge-stione o, ancor più in generale di una persona giuridica».

Gli effetti fi scali di una rendita catastale presunta o attribuita come defi nitiva si espli-cano solo al momento dell’iscrizione al catasto degli immobili, salvo prova contraria. Da ciò consegue che, i tributi eraria-li o locali, commisurati alla base imponibile determinata con riferimento alla rendita catastale presunta, sono corrisposti a titolo di accon-

to e salvo conguaglio. Il tutto se non è stata espletata alcune formalità per adempiere alla denuncia catastale. Nel caso in cui, invece, al-meno una parte degli adempimenti sia stata svolta, fatta salva la possibilità di verifi care la veridicità della dichiarazione, gli effetti fi scali delle rendite dichiarate o attribuite si esplicano a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo alla data cui riferire la mancata presentazione della denuncia catastale. Questa la risposta fornita dall’Agenzia delle entrate durante il Question time che si è svolto ieri in Commissione fi nanze alla Camera. A illustrare la risposta al quesito, inoltrato da Filippo Busin (Lega Nord), il sottosegretario all’economia Alberto Giorgetti (Pdl).

In arrivo il decreto attuativo delle modifi che in materia di rateazione delle somme iscritte a ruolo previste all’interno del dl 69/2013 (decreto del Fare). Si avvicina, quindi, la possibilità per i debitori incolpevoli del fi sco, di poter rateizzare il loro debito fi no ad un massimo di 120 rate. «L’Agenzia delle en-trate ed Equitalia spa stanno collaborando con il Dipartimento delle fi nanze e della Ragioneria generale dello stato alla predi-sposizione di una bozza di decreto che possa consentire un’architettura coerente con le altre disposizioni del settore». Questa la risposta fornita dalle Entrate al Question time che si è svolto ieri in Commissione fi nanze alla Camera. Al quesito, inoltrato dal presidente della Commissione Daniele Capezzone (Pdl), ha risposto per conto delle

Entrate, il sottosegretario all’economia Alberto Gior-getti (Pdl).

Beatrice Migliorini© Riproduzione riservata

INTERROGAZIONI IN BREVE

Le novità al dl 102/2013 introdotte alla Camera

Imu

• Abolita la prima rata Imu.• I comuni potranno equiparare alla prima casa le abitazioni date in comodato ai parenti di primo grado in linea retta che la utilizzano come abitazione principale, dunque i gli o genitori. Due, però, le condizioni: l’agevolazione varrà per una sola abitazione e i comuni potranno rifarsi ai valori Isee per stabilire i criteri di esenzione.

Afi tti e sfratti

• Confermata l’istituzione, per il 2014 e il 2015, di un fondo di 20 milioni di euro per salvaguardare gli inquilini morosi incolpevoli. • Viene attribuito ai prefetti il potere di adottare misure di graduazione programmata dell’intervento della forza pubblica nell’esecuzione dei provvedimenti di sfratto.

Mutui• Al fondo di solidarietà per i mutui potranno avere accesso, oltre a giovani coppie, famiglie mono genitoriali con i gli minori, giovani precari, famiglie con disabili anche le famiglie numerose.

Esodati

• Salvaguardati altri 2.500 esodati che, all’entrata in vigore della riforma Fornero erano in congedo per assistere familiari malati. Questi soggetti potranno andare in pensione con i vecchi requisiti. La somma stanziata in cinque anni per i nanziare la misura ammonta a 57 mln di euro, di cui 23 mln per il 2014 e 17 per il 2015

Assicurazione

• Aumentata, per l’anno 2014, la detrazione per i premi di assicurazione sulla vita da 230 i no a 530 euro. Ristabilita la soglia di 1.291,14 euro di detraibilità delle polizze aventi ad oggetto il rischio di morte, di invalidità permanente, o rischio di non autosufi cienza nel compimento degli atti della vita quotidiana.

Giochi• I concessionari di giochi potranno chiudere i conti in sospeso con la Corte dei conti pagando subito, e in un’unica soluzione, il 20% del danno quantii cato nella sentenza di primo grado a loro sfavorevole.

I testi delle sentenzesul sito www.italiaoggi.it/documenti

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38 Giovedì 17 Ottobre 2013 LAVORO E PREVIDENZAIntesa Cup-Ministero per la p.a. Ruolo attivo anche per cittadini e imprese

Semplificazioni, è l’oraOrdini in campo per alleggerire la burocrazia

DI GIUSY PASCUCCI

Ordini professionali in primo piano per la va-lutazione, il monito-raggio e l’attuazione

delle semplifi cazioni burocra-tiche. È un ruolo fondamenta-le quello che il ministro della pubblica amministrazione Giampiero D’Alia ha assegna-to ieri ai professionisti durante un incontro svoltosi, a Palazzo Vidoni, a Roma, con i rappre-sentanti del Comitato unita-rio permanente degli ordini e collegi professionali (Cup). Il ministro ha proposto l’aper-tura immediata di un tavolo tecnico sulla semplifi cazione, chiedendo agli ordini di parte-cipare non solo per arricchire con proposte concrete il testo del decreto semplificazione pubblica amministrazione, in discussione al Senato, presso la Commissione affari costi-tuzionali, ma anche per valu-

tare e monitorare le circolari di applicazione delle norme sulla p.a. inseriti nel decreto del Fare (dl n. 69 del 2013, convertito in legge 9 agosto 2013 n. 98). Piena disponibi-lità a partecipare al tavolo è stata data dal presidente del Cup Marina Calderone, che ha assicurato la presenza ai lavo-ri di una delegazione ristretta in rappresentanza di tutte le aree di competenza. Ma la re-alizzazione della riforma sulle semplifi cazioni passa anche dalla conoscenza delle nuove norme e dalla loro attuazione da parte delle imprese. Per questo D’Alia, sempre nella giornata di ieri, ha lanciato un’iniziativa, realizzata in-sieme ad Unioncamere, con cui i vantaggi e le opportunità delle nuove disposizioni sulle semplifi cazioni saranno por-tate telematicamente a cono-scenza di 4 milioni di imprese con la Guida alle semplifi ca-

zioni del decreto del Fare, un vademecum, realizzato dal dipartimento della Funzione pubblica, contenente una sin-tetica descrizione delle novità in tema di decertifi cazione e taglio degli oneri burocratici a carico delle imprese. Met-tendole così in condizione di risparmiare fi no a 500 milioni di euro l’anno. «Il tema delle semplificazioni è un tema complesso. Le riforme hanno effetto solo se si fanno con la collaborazione dei principali protagonisti», ha detto il mi-nistro illustrando l’iniziativa presso la sede di Unioncame-re, a Roma. «Le semplifi cazio-ni non possono essere tali se non sono conosciute e dunque applicate. Il nostro intento è quello non solo di introdurre nuove normative, ma di farle conoscere e poi monitorare se la loro attuazione è utile e ben fatta dalle pubbliche am-ministrazioni». Nell’ambito

della stessa iniziativa partirà anche una consultazione pub-blica, realizzata con l’Anci, la conferenza dei presidenti e l’Upi, sulle «100 procedure da semplificare»: fino al 15 dicembre 2013, sul sito www.funzionepubblica.gov.it, tutti i cittadini potranno indicare le procedure più complicate fornendo una sorta di «black list» al governo sulle materie più urgenti su cui interveni-re con altre semplifi cazioni. «L’iniziativa è un punto di svolta perché la semplifi ca-zione è uno strumento stra-tegico e straordinario di cui il nostro paese ha bisogno», ha commentato il presiden-te Unioncamere Ferruccio Dardanello. «Siamo fi eri di essere al fi anco del governo per mettere le imprese ita-liane che hanno ancora l’am-bizione di poter vincere delle sfi de nelle condizioni giuste per farlo».

DI DEBORA ALBERICI

Stretta sulla sicurezza lavoro. Ai sensi della «231» va necessariamente sospesa l’attività dell’impresa respon-sabile dell’infortunio. In caso di gravi lesioni al dipendente, infatti, le sanzioni interdittive non sono facoltative ma de-vono essere necessariamen-te applicate. Lo ha sancito la Corte di cassazione con la sentenza n. 42503 del 16 otto-bre 2013. Ma non è tutto. Per la quarta sezione penale è del tutto irrilevante il fatto che l’azienda abbia, a processo in corso, già risarcito l’operaio. Inutile quindi il ricorso in Cassazione presentato dalla difesa di una piccola impre-sa responsabile del taglio di una falange della mano di un lavoratore che operava con un trapano privo del di-spositivo automatico di sicu-rezza. In particolare il legale ha lamentato che le sanzioni interdittive non dovevano es-sere applicate, ricorrendo le cause di esclusione, per ave-re riparato le conseguenze del reato con il risarcimento all’operaio. A questa obiezio-ne gli Ermellini hanno ribat-tuto che pur rilevando che la copia della quietanza di risar-cimento del danno prodotta in udienza è datata 14/3/2013 (ed è quindi successiva alla emanazione della sentenza), va comunque ricordato che «il terzo comma dell’art. 25-sep-ties della 231 stabilisce che «in relazione al delitto di cui all’articolo 590, terzo comma, del codice penale, commesso con violazione delle norme sulla tutela della salute e si-curezza sul lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in misura non superiore a 250 quote. Nel caso di condanna per il delitto di cui al prece-dente periodo si applicano le sanzioni interdittive di cui all’articolo 9, comma 2, per una durata non superiore a sei mesi». Da questa dispo-sizione la Cassazione evince che «in caso di commissione del delitto di lesioni aggravate dalla violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro, le sanzioni interdittive devono essere applicate obbligatoria-mente». Nulla da fare, inoltre, sulla richiesta di sospensione condizionale della pena che, ad avviso del Collegio di le-gittimità, non trova ingresso nel sistema delineato dal dlgs 231, relativo alla responsa-bilità amministrativa degli enti. Ciò perché sono inap-plicabili istituti giuridici non espressamente sanciti dalle norme.

CASSAZIONE

Sicurezza lavoro

senza sconti

Revisori legali ancora senza normativa e pure senza la possibilità di accedere al registro. I due ministeri, giustizia ed economia, incaricati dal decreto legislativo 39/10 di emanare i provvedimenti, continuano infatti a rimpallar-si le bozze dei testi normativi. E neppure il dietrofront dell’economia di due settimane fa sulla disciplina da ap-plicare fi no all’entrata in vigore della nuova normativa è servito a qualcosa, visto che per i 3 mila giovani dottori commercialisti, l’accesso continua ad essere negato. Ora i fari sono puntati sul regolamento attuativo dell’art. 4 del dlgs 39/10, la cui bozza circolò oltre un anno fa, che avrebbe dovuto da tempo defi nire l’esame di idoneità pro-fessionale, i casi di equipollenza con esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio di professioni regolamentate e le eventuali integrazioni. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, quel provvedimento giace nelle stanze del ministe-ro dell’economia dopo che Via Arenula avrebbe accolto la presunta posizione della Commissione europea (mai uffi -cializzata) secondo la quale una eventuale norma naziona-le che stabilisca l’equipollenza senza esame integrativo si porrebbe in contrasto con la direttiva 2006/43/Ce. Secondo la bozza di regolamento in questione tutti i professionisti (commercialisti, esperti contabili e avvocati) che si iscri-veranno ex novo al registro dovranno sostenere una prova d’esame che attesti le conoscenze specifi che richieste dalla revisione. Per loro saranno, comunque, previsti esoneri per le specifi che aree: per i commercialisti, si tratta dello «sconto» dalle due prove scritte, ma non dall’esame pratico sui principi di revisione internazionale e di deontologia. Comunque per i professionisti economico-contabili che di revisione si occupano per legge si parla di esame integra-tivo, mentre per i dipendenti pubblici la norma prevede-rebbe un esonero anche per singole materie a patto che abbiano superato un esame alla Scuola superiore della pubblica amministrazione. E proprio di equipollenza sono tornati a parlare Enrico Zanetti e Lorenzo Dellai, rispet-tivamente responsabile professioni e capogruppo alla ca-mera di Scelta Civica, che ieri hanno incontrato il mini-stro della giustizia Annamaria Cancellieri. I parlamentari hanno esposto al guardasigilli il convincimento che nulla osti alla piena equipollenza: «La normativa europea e quella di recepimento nazionale», ha spiegato Zanetti, «stabiliscono espressamente la possibilità di prevedere equipollenze laddove ne sussistano i presupposti e il Ministero dell’università con proprio parere, ha detto già da tempo che nel caso dei commercialisti questi presupposti sussistono». Una posizione giuridica non confermata ma neppure negata dalla giustizia.

Benedetta Pacelli

Revisione, l’equipollenzaè un parto complicato

Una recente sentenza della Corte costituzionale (n. 203 del 18 luglio 2013) ha ampliato la categoria dei soggetti aventi diritto al congedo straordinario, estendendo al parente o all’affi ne di terzo grado, purché convivente, la possibilità di prendersi cura della persona in situazione di disabilità grave, in caso di mancanza o decesso degli altri soggetti in-dividuati dalla disposizione normativa, ovvero qua-lora gli stessi siano affetti da patologie invalidanti. Lo sottolinea l’Inps nel msg. 16570/2013. Il giudice delle leggi ha infatti dichiarato illegittimo il comma 5 dell’art. 42 del dlgs n.151/2001 (T.u. delle norme a tutela della maternità e paternità), nella parte in cui non include nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo ivi previsto il parente o affi ne entro il terzo grado. La Suprema corte, si legge nella nota, ha sostan-zialmente uniformato la platea dei lavoratori che possono fruire del congedo in argomento con quelli titolari dei permessi previsti dalla legge n. 104/1992, mantenendo peraltro invariato sia l’ordine tassativo di priorità di tali soggetti (coniuge, genitore, fi glio, fratello o sorella del soggetto disabile) che la neces-sità della convivenza col familiare in situazione di disabilità grave, requisiti non richiesti al referente unico che fruisce dei permessi previsti nella stessa legge n. 104/1992.Il messaggio, che annuncia l’implementazione di una nuova procedura con la creazione di uno specifi co archivio, fornisce tra l’altro alcune precisazioni re-lative all’attività part-time. Nel caso di rapporto di lavoro part-time verticale o misto, il numero delle giornate di congedo fruibile nell’arco della vita lavo-rativa, fi ssate in n. 730 (due anni), è riproporzionato in ragione della percentuale di prestazione lavora-tiva, come indicato dal Dipartimento della funzione pubblica con nota del 12 settembre 2012. La nota conclude precisando che nel caso di part-time verticale o misto con articolazione della pre-stazione su alcuni giorni della settimana, verranno conteggiate a titolo di congedo straordinario sol-tanto le giornate in cui è prevista da contratto la prestazione lavorativa; nel caso di fruizione in mo-dalità continuativa, saranno conteggiate a titolo di congedo anche tutti i sabati e tutte le domeniche ricadenti nel periodo nonché le eventuali festività infrasettimanali, se coincidenti con giornate in cui è dovuta la prestazione.

Leonardo Comegna

Assistenza dei disabili, congedo a maglie larghe

La sentenzasul sito www.italia-oggi.it/documenti

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39Giovedì 17 Ottobre 2013DOTTORI COMMERCIALISTIDopo i problemi sulla tenuta del registro, è ora il turno del nodo equipollenza dei titoli

Il commercialista è revisoreIl governo conferma quanto sostenuto dall’Unione giovani

DI PIER LUIGI MARCHINI PROBOVIRO UNGDCEC –

DELEGATO RAPPORTI UNI-VERSITÀ E MIUR-

TIROCINIOE ALESSANDRO LINI

PRESIDENTE FONDAZIONE CENTRO STUDI

UNGDCEC

Il tema dell’equipollenza tra l’esame di Stato per l’iscrizione all’Albo dei dottori commercialisti e

degli esperti contabili e quel-lo per l’iscrizione al Registro dei revisori rappresenta oggi una delle questioni in ambi-to professionale su cui si sta maggiormente dibattendo.

Il problema nasce con l’en-trata in vigore del decreto le-gislativo del 29 gennaio 2010 n.39, il quale ha proceduto ad abrogare il decreto legge del 1992 e, al contempo, ha previ-sto l’obbligo da parte del Mini-stero della giustizia, insieme al Ministero dell’economia e delle fi nanze, sentita la Con-sob, di disciplinare, mediante la successiva predisposizione di uno specifi co Regolamento, le modalità di svolgimento dell’esame di idoneità pro-fessionale da revisore legale, provvedendo a defi nire, oltre a contenuto e modalità di pre-sentazione delle domande di ammissione anche il contenu-to e le modalità di svolgimento dell’esame stesso.

Da qui nasce la supposta pretesa da parte di alcuni di ipotizzare due percorsi distin-ti per lo svolgimento degli esa-mi abilitativi da revisore e da dottore commercialista, con il primo da svolgersi sempre e comunque indipendentemente dall’eventuale abilitazione già ottenuta per l’attività di dot-tore commercialista, sancendo quindi una potenziale separa-zione fra le due carriere.

Le ragioni con cui si soster-rebbe tale tesi, rappresenta-te come unica voce fuori dal coro da parte di un ente pri-vatistico denominato Istituto nazionale revisori legali (Inrl) sarebbero quelle pronunciate all’interno di un recente comu-nicato secondo cui «il recente parere dell’Uffi cio legislativo del Ministero di giustizia ha evidenziato la necessità di eli-minare l’equipollenza tra com-mercialisti (consulenti di parte) e revisori legali (professionisti super partes), ed è un passo decisivo e irreversi-bile per dotare an-che il sistema economico italiano di un

controllo contabile ispirato alla trasparenza ed alla terzietà», e, ancora, «proprio il principio della terzietà rappresenta uno dei pilastri indicati dall’Unio-ne europea per lo svolgimen-to dell’attività di revisione in tutti gli stati-membri».

Una prima sconfi tta a que-sta visione completamente er-rata e fuorviante della realtà professionale la si è potuta os-servare nella risposta fornita circa un paio di settimane fa dal viceministro dell’Economia e delle fi nanze Stefano Fassi-na all’interpellanza dell’ono-revole Enrico Zanetti proprio in merito alla disciplina della revisione legale ed al danno che stava derivando a tanti giovani professionisti che si erano visti negare la possi-bilità di accedere al Registro dei revisori legali, a causa di una erronea interpretazione della disciplina da parte del Ministero della giustizia e di quello dell’economia.

La risposta in oggetto ha in sostanza affermato che, nel-le more dell’emanazione del regolamento attuativo pre-visto al riguardo dal dlgs del 29 gennaio 2010, n. 39, torna in vigore la disciplina che, a causa di una inappropriata interpretazione, era stata considerata cessata a partire dal giugno 2012, con il preciso impegno da parte del governo di risolvere il problema crea-tosi «assumendo un corretto orientamento interpretativo della norma in questione e, pertanto, garantendo l’iscri-zione al registro in forza della norma del decreto legislativo n. 88 del 1992».

Tale posizione, sostenuta a gran voce anche dell’Unione nazionale giovani dottori com-mercialisti ed esperti contabi-li, è stata ritenuta corretta e meritevole di tutela a tal pun-to da spingere il viceministro a esprimere

le scuse «da parte del governo nei confronti di quelle centina-ia di giovani professionisti che negli ultimi quattordici mesi sono stati impossibilitati a iscriversi all’Albo dei revisori contabili, nonostante ne aves-sero tutte le caratteristiche».

A fronte di tale ricono-scimento, ora vi è assoluta necessità che il governo, per non incorrere nuovamente in un ulteriore e altrettanto evi-dente errore, riconosca nella futura disciplina regolamen-tare di attuazione del dlgs n. 39 del 2010 l’equipollenza tra gli esami di idoneità per l’ac-cesso ai Registro dei revisori legali e per l’accesso all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

E i motivi che stanno alla base della considerazione ap-pena citata sono tali e tanti da apparire quasi banali nella loro sconcertante semplicità.

Dapprima, è opportuno evidenziare come il Regola-mento di futura emanazione ex dlgs 39/2010 ha la facoltà di stabilire i casi di equipol-lenza con altri esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio di professioni regolamentate. Si tratta, quindi, di un’ipote-si ampiamente prevista dal Legislatore già al momento di predisposizione del decreto legislativo in oggetto, acco-gliendo quanto previsto dalla Direttiva 2006/43/Ce all’art. 9 comma 1. E quale equipol-lenza sarebbe in re ipsa più corretta ed evidente se non quella con il dottore commer-cialista? Tale interpretazione può essere ulteriormente av-valorata menzionando il Pa-rere del 4 aprile 2012 n. 611, del Consiglio nazionale univer-sitario, indirizzato al Miur, con il quale è stato espresso parere favorevole circa l’equipollenza fra le materie oggetto delle pro-ve di esame per l’accesso alle professioni di dottore commer-cialista e di esperto contabile e di quelle oggetto dell’esame di revisore legale.

Un sereno confronto sulla normativa, raffrontando quan-to previsto all’art. 8 della diret-tiva comunitaria, e fedelmente ripreso nel dlgs 39/2010 all’art. 4, con quanto disposto all’art. 46 del dlgs 139/2005 non può che portare alla conclusione

che i due esami vertono sulle stesse mate-

rie.Ed allo-

ra, se le

materie di studio sono le stesse, e stesse sono le materie di esa-me (anche se, ad onor del vero, nella prova di abilitazione alla revisione legale, l’accertamen-to delle conoscenze teoriche e della capacità di applicarle concretamente, relativamente alle seguenti materie - diritto civile e commerciale; diritto societario; diritto fallimenta-re; diritto tributario; diritto del lavoro e della previdenza sociale; informatica e sistemi operativi; economia politica, aziendale e fi nanziaria; prin-cipi fondamentali di gestione fi nanziaria; matematica e sta-tistica - è limitato nella misu-ra in cui queste sono rilevanti per la revisione contabile, così recita l’ art. 8, 2° comma, della citata direttiva) che cosa ga-rantirebbe l’ulteriore esame, che secondo l’Inrl dovrebbe essere sostenuto dai dottori commercialisti e dagli esperti contabili? Può un esame costi-tuire un elemento certo in gra-do di fornire al soggetto che lo ha superato quell’«investitura divina» utile per essere rico-nosciuto come soggetto super partes?

Tra le altre cose, pare non peregrino affermare che la terzietà non è inoltre sem-brata essere la caratteristica insita in quei soggetti (società di revisione) che in molti dei recenti scandali contabili sono risultati essere conniventi del management che ha realizzato le frodi, pur avendo la caratte-ristica di essere revisore legale e non anche dottore commer-cialista.

È di assoluta evidenza che sono le competenze tecniche in materia contabile, il rispetto della deontologia professionale e la formazione professionale continua che garantiscono trasparenza e terzietà nello svolgimento dell’attività dei controlli contabili; tali aspetti sono quelli caratterizzanti la fi gura del dottore commercia-lista che, nella veste di revisore legale, applicherà anche in tale ambito i principi che sono alla base della propria attività.

Senza andare tanto lontano ed auspicare chissà quali in-terventi normativi, le norme deontologiche che il dottore commercialista è tenuto ad osservare, quale precetto di legge, impongono già oggi lo svolgimento dell’incarico con autonomia e indipendenza di giudizio. Se analizziamo il codice di deontologia infatti troviamo - 1° comma dell’art. 5 - che il professionista ha il dovere e la responsabilità di

agire nell’interesse pubblico. Concetto ribadito al 2° comma del medesimo articolo, dove si prevede che soltanto nel rispet-to dell’interesse pubblico il pro-fessionista potrà soddisfare le necessità del proprio cliente.

L’art. 8, dedicato a «Compe-tenza, diligenza e qualità del-le prestazioni», afferma che il professionista deve dedicare a ciascuna questione esaminata la cura e il tempo necessario e che lo stesso, nell’erogare le proprie prestazioni, deve agi-re in modo diligente, secondo quanto richiesto dalla prassi professionale e dai princìpi di comportamento approvati dal Consiglio nazionale. All’art. 21 («Accettazione dell’incarico»), è stabilito che il professionista, prima di accettare un incari-co professionale da un cliente, debba valutare se tale accetta-zione possa dar luogo a viola-zione dei princìpi espressi dal codice stesso; affermazione poi rafforzata al 5° comma dove è prescritto, per il professionista che accetta un incarico, il do-vere di assicurare la specifi ca competenza richiesta e anche un’adeguata organizzazio-ne dello studio. Infi ne all’art. 22, in merito all’«Esecuzione dell’incarico», si prescrive che il professionista debba usare la diligenza e la perizia richie-ste dalle norme che regolano il rapporto professionale nel luogo e nel tempo in cui esso è svolto.

Allora se proprio vogliamo affrontare e risolvere una volta per tutte il problema dell’indi-pendenza, dobbiamo, una vol-ta per tutte, uscire dall’attuale schema che prevede che sia il controllato a nominare il pro-prio controllore, avendo oggi anche la facoltà, venute meno le tariffe professionali, di de-terminare unilateralmente il compenso.

Limite al cumulo degli inca-richi, rotazione negli stessi, no-mina da parte di soggetti terzi, certezza e congruità dei com-pensi: solo percorrendo que-sta strada si potrà assicurare veramente che lo svolgimento della revisione legale raggiun-ga gli obiettivi che la direttiva comunitaria pone al 9° consi-derando : «… Per funzione di interesse pubblico dei revisori legali dei conti si intende il fat-to che una vasta comunità di persone ed istituzioni fa affi -damento sulla qualità del loro lavoro. La buona qualità della revisione contabile contribui-sce al regolare funzionamento dei mercati, migliorando l’in-tegrità e l’effi cienza dei bilanci pubblicati. ...»

Pagina a cura dell’

Enrico Zanetti

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40 Giovedì 17 Ottobre 2013 E N A S A R C OVademecum rapido con i requisiti di accesso e la modalità di invio della domanda

Contributi volontari, si partePer gli agenti si avvicina la scadenza del versamento

Gli iscritti alla Fon-dazione Enasarco hanno la possibilità, in presenza di deter-

minati requisiti, di aderire alla contribuzione volonta-ria, riservata a chi ha già cessato l’attività di agenzia ma non ha ancora matura-to il diritto alla pensione. In questo modo, coloro che non svolgono più la professione di agenti di commercio hanno la possibilità di raggiungere i requisiti minimi necessari per ricevere la pensione integrativa Enasarco incrementando, allo stesso tempo, il loro montante contributivo.

Per accedere a questo istituto è necessario che l’agente abbia cessato temporaneamente o definitivamente l’attività di agenzia, che abbia almeno cin-que anni di anzianità contribu-tiva (di cui tre nel quinquennio antecedente alla cessazione) e che non sia titolare di pen-sione Enasarco di invalidità, inabilità o, in futuro, di rendita contributiva. Infatti il diritto al versamento decade in caso di ripresa dell’attività (in questo caso, l’agente per poter essere riammesso dovrà presentare una nuova domanda) o per il raggiungimento dei requisiti pensionistici.

A differenza della contribu-zione previdenziale obbligato-ria, che è per metà a carico del mandatario e per metà a carico della ditta mandante, quella vo-lontaria è totalmente a carico

dell’agente. L’importo del versa-mento è determinato sulla base della media delle provvigioni liquidate negli ultimi tre anni di contributi obbligatori, anche non consecutivi. L’aliquota ap-plicata sarà quella vigente al momento della presentazione della domanda, e l’ammontare del contributo resterà invaria-to anche nel caso di variazione dell’aliquota. In ogni caso l’im-porto del versamento - inclusa la quota da destinare alla so-lidarietà di categoria - non po-trà essere inferiore al minimale contributivo previsto per l’agen-te monomandatario. Per il 2013 l’importo minimo da versare improrogabilmente entro il 30 novembre è pari a 824 euro (e successivamente aumentato, anno per anno, secondo la va-riazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le fami-glie di operai e impiegati).

Il modulo può essere scari-cato dal sito www.enasarco.it

o ritirato presso gli uffi ci della Fondazione. La domanda, com-pleta di tutta la documentazio-ne, può essere inviata a mezzo raccomandata a: Fondazione Enasarco - Ser-vizio Contribu-zioni - Via A. Usodimare n. 31 - 00154 Roma, oppure presen-tata diretta-mente presso un ufficio della Fo n d a z i o n e Enasarco (Sede centrale e uffi -ci territoriali). Si ricorda che fa fede la data di spedizione della raccomandata.

La richiesta di autorizzazio-ne deve essere presentata entro due anni dal 1° gennaio succes-sivo alla cessazione dell’attivi-tà. Trascorso questo termine il diritto alla contribuzione volon-taria decade e non potrà essere più esercitato. Nel Regolamento

in vigore è prevista una clausola di salvaguardia per coloro che già hanno cessato l’attività con 20 anni di anzianità contribu-

tiva (art. 15, comma 2).

La Fonda-zione, in caso di accogli-mento della d o m a n d a , comunicherà all’iscritto i periodi au-torizzati, la misura del

contributo dovuto e le moda-lità di pagamento. Una volta ricevuta la lettera di autorizza-zione, l’iscritto avrà 90 giorni di tempo per versare, in un’unica soluzione, i contributi volontari relativi all’anno in corso (anche se non interamente trascorso), pena la decadenza dal diritto. Per garantire continuità alla propria contribuzione, l’agente potrà versare anche i contributi

pregressi per gli anni eventual-mente trascorsi a partire dalla cessazione dell’attività e fi no all’anno precedente quello di autorizzazione della doman-da. Qualora l’iscritto decida di avvalersi di questa possibilità, i contributi pregressi dovran-no essere versati in un unico versamento entro 180 giorni dall’accoglimento della doman-da. Le annualità successive alla data di autorizzazione dovran-no invece essere versate entro il 30 novembre di ogni anno in un’unica soluzione, oppure in quattro rate trimestrali di pari importo con scadenza fi ssa (28 febbraio, 31 maggio, 31 agosto e 30 novembre di ogni anno). I versamenti effettuati dopo la scadenza del 30 novembre sa-ranno imputati alla copertura di periodi successivi. Una volta raggiunti i requisiti pensioni-stici e inoltrata la domanda di pensione, ovviamente decadrà il diritto alla prosecuzione vo-lontaria. La stessa cosa vale nel caso in cui l’agente deci-da di riprendere l’attività di agenzia.

Per tutti i dettagli e la nor-mativa completa è possibile consultare il testo integrale del Regolamento in vigore, pubbli-cato nel sito www.enasarco.it.

È disponibile sul sito della Fondazione, nell’area riservata agli utenti abilitati, la distinta online per pagare i contributi del 3° trimestre 2013, dovuti entro il 20 no-vembre. Poiché è necessario che i contri-buti siano effettivamente accreditati alla Fondazione entro il termine di scadenza, si consiglia alle ditte che utilizzano per il versamento il Rid bancario, al fi ne di evitare ritardi e sanzioni, di verifi care i tempi di accredito dei loro versamenti e

di confermare la distinta entro il 6 no-vembre. Tutte le indicazioni sono presenti nell’area riservata del sito all’interno del box «Cose da fare». Si ricorda, inoltre, che le ditte avranno l’obbligo di indicare le provvigioni maturate dall’agente per tutto l’anno solare e che saranno quindi tenute a compilare le distinte anche dopo il raggiungimento del massimale contri-butivo senza che ciò determini ulteriori pagamenti.

Via ai pagamenti per il terzo trimestre

Buongiorno, sono un vostro iscrit-to. Ho cambiato indirizzo e numero di partiva Iva. Come devo comuni-carvelo? O vi manderà i nuovi dati la mia ditta mandante attuale? Grazie (Antonio – Modena)

Salve, registrandosi nell’area riserva-ta del sito www.enasarco.it può modifi -care lei stesso, direttamente online, il suo indirizzo di residenza. L’operazione avviene in tempo reale. L’aggiornamen-to della partita Iva, invece, può essere effettuato solo da un operatore della Fondazione: può inviarci una mail a [email protected] indicando il suo numero di matricola, i nuovi dati e allegando la copia di un documento di identità. Effettuata la variazione, le daremo conferma tramite mail.

Sono un vostro inquilino e ho ri-cevuto da poco la lettera di pre-lazione… volevo sapere chi devo indicare come «mandatario»? Altri inquilini del mio palazzo si sono rivolti a un sindacato… devo scegliere obbligatoriamen-te un sindacato anche io? Grazie mille (Marcello – Roma)

Salve, le ricordiamo che il man-

datario può essere qualsiasi persona (fi sica o giuridica) di fi ducia e non necessariamente un appartenente alle organizzazioni sindacali fi rma-tarie dell’accordo. L’importante è che abbia i requisiti previsti nel disci-plinare, disponibile al seguente link: http://www.enasarco.it/Pagine/do-cumentazione_progetto_mercurio.

Nella sua libertà di scelta, con-sideri che i mandatari delle orga-nizzazioni sindacali sono soggetti altamente qualifi cati che forniscono, oltre all’assistenza tecnico-ammini-strativa, anche un supporto per gli adempimenti amministrativi succes-sivi alla vendita delle unità immo-biliari.

Buongiorno, ho avuto dei pro-blemi di salute e sono stato ri-conosciuto invalido al 75%, ho diritto alla pensione? Grazie (Franco – Brindisi)

Salve, possono richiedere la pen-sione di invalidità erogata dalla Fondazione Enasarco gli agenti e rappresentanti di commercio in pos-sesso dei seguenti requisiti:

- un minimo di 5 anni di contributi obbligatori di cui almeno 3 (12 tri-mestri) nel quinquennio precedente

la data di presentazione della do-manda;

- un’invalidità con riduzione della capacità lavorativa non inferiore a 2/3 (67%).

Si ricorda che gli agenti già ti-tolari di una pensione di invalidi-tà civile parziale erogata dall’Inps non hanno diritto alla pensione di invalidità Enasarco, tuttavia il be-nefi ciario potrà optare per il tratta-mento economico più favorevole. La pensione di invalidità decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda, salvo diverso accertamento medico. La prestazione è compatibile con l’at-tività lavorativa. Al raggiungimento dei requisiti richiesti, la pensione di invalidità può essere trasformata in pensione di vecchiaia; la invitiamo a consultare il testo integrale del Re-golamento delle attività istituzionali della Fondazione pubblicato nel sito www.enasarco.it dove trova anche la tabella con i requisiti pensionistici in vigore.

Sono vedova di un vostro iscrit-to, come devo fare per chiede-re la pensione di reversibilità senza venire a Roma? (Marisa – Empoli)

Salve, alla pagina http://www.enasarco.it/Guida/la_pensione_ai_superstiti_diretta_o_indiretta trova tutte le informazioni in merito, e in calce alla stessa pagina del nostro sito, nel box «Documentazione», può scaricare la modulistica. Può inviarla a mezzo raccomandata A/R a: Fondazione Enasarco – Area Istituzionale - Servizio Prestazioni – Uffi cio Liquidazione Pensioni - Via A. Usodimare, 31 – 00154 Roma; in alternativa può consegnarla a mano in una delle sedi della Fondazione.

Gentile Enasarco, è possibile anche affittare l’appartamento dal momento immediatamente successivo a quello cui l’inqui-lino ha proceduto all’acquisto? Grazie (Inquilino – Roma)

Salve, la Fondazione vende i propri immobili esclusivamente agli inquilini che siano titolari del contratto di locazione, che possono estendere il diritto di prelazione all’acquisto a parenti o affi ni entro il quarto grado. In caso di acquisto, il nuovo proprietario potrà disporre liberamente dell’appartamento com-prato, ovvero anche affi ttare o riven-dere l’immobile senza alcun vincolo temporale.

LA FONDAZIONE RISPONDE

Dati modificabili sul web

Pagina a cura DELLA FONDAZIONE ENASARCO

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41Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì C O N F P R O F E S S I O N I Aumentano le assunzioni tra le professioni economiche e sanitarie. Giù le tecniche

Cresce l’occupazione negli studiIn sei mesi 8 mila nuovi posti di lavoro, soprattutto al Sud

Nonostante la crisi, il settore degli studi professionali conti-nua a macinare nuo-

vi posti di lavoro. Nei primi sei mesi del 2013 quasi 8 mila lavoratori, tra impiegati e apprendisti, hanno trovato un impiego stabile presso gli studi di avvocati, notai, commercialisti, medici, den-tisti, architetti e ingegneri. Tra gennaio e giugno 2013, infatti, sono stati assunti 26.287 impiegati e 4.313 apprendisti. Nello stesso periodo, i rapporti di lavoro cessati sono stati 20.492 tra gli impiegati e 2.170 tra gli apprendisti. Il saldo comples-sivo, tra nuovi assunti e po-sizioni lavorative cessate, re-sta ampiamente positivo e si attesta sulla soglia record di 8 mila assunzioni, superiore rispetto ai 6.532 neoassunti di tutto il periodo del 2012. Un dato nettamente in con-

trotendenza nel mercato del lavoro in Italia, che ha regi-strato nel secondo trimestre dell’anno una diminuzione degli occupati pari a 585 mila unità.

Lo rende noto Confprofes-sioni, la Confederazione ita-liana libere professioni, che ha incrociato i dati Inps sulle posizioni lavorative attive e le cessazioni nel periodo 1° gennaio-30 giugno 2013. Dai dati Confprofessioni emer-gono importanti novità che ridisegnano la geografi a oc-cupazionale negli studi pro-fessionali. Se, infatti, il Nord si conferma come principale volano dell’occupazione per gli studi, con quasi 5 mila assunzioni, al netto delle po-sizioni cessate, le regioni del Sud sono certamente le più dinamiche, con quasi 2 mila nuovi posti di lavoro creati. Un dato che supera le regioni del Centro, dove il saldo oc-

cupazionale si attesta a quo-ta 1.600 unità. «Questi dati confermano la vivacità del settore professionale che, no-nostante la crisi economica, riesce ancora a creare occu-pazione», commenta il presi-dente di Confprofessioni, Ga-etano Stella. «Probabilmente gli ultimi provvedimenti nor-mativi e le agevolazioni intro-dotte dal legislatore hanno dato una spinta positiva al mercato del lavoro e, da que-sto punto di vista, il settore professionale si è mostrato il più reattivo».

A trascinare la ripresa oc-cupazionale negli studi pro-fessionali sono in gran parte giovani e, comunque, persone che si affacciano al mercato professionale attraverso un contratto di apprendistato. Tra nuove assunzioni e ces-sazioni, il saldo occupaziona-le è pari a 2.296 apprendisti che hanno trovato uno sboc-

co all’interno di uno studio professionale. «Quale parte sociale del settore delle pro-fessioni abbiamo voluto vede-re da vicino la realtà occupa-zionale all’interno dei nostri studi» continua Stella. «Si tratta di numeri importanti che testimoniano lo sforzo compiuto dai professionisti-datori di lavoro a favore dei giovani e dei nuovi profili professionali che operano all’interno degli studi».

Scomponendo i dati per attività emergono poi le pro-fessioni più attive sul mer-cato del lavoro. In cima alla graduatoria dell’occupazio-ne negli studi svetta l’area economico-amministrativa (commercialisti, consulenti del lavoro e studi di consu-lenza amministrativo-gestio-nale), che presenta un saldo occupazionale positivo pari a 2.053 unità. Al secondo posto si piazzano le attività sanita-

rie (medici generici, ambula-tori e poliambulatori, medici specialisti, studi odontoiatri-ci e veterinari), con un saldo positivo pari a 1.200 unità. Sostanziale equilibrio occu-pazionale, invece, nelle pro-fessioni giuridiche (avvocati e notai), dove le 1.505 assun-zioni sono state azzerate dal-le 1.507 posizioni lavorative cessate. In terreno negativo, infi ne, le professioni dell’area tecnica (studi di architettura e ingegneria, geometri, periti industriali, agrari, geologi…) dove la bilancia occupaziona-le registra una contrazione di 134 posti di lavoro persi nei primi sei mesi dell’anno.

Tutti i giovani fino a 25 anni devo-no ricevere una offerta di lavoro di qualità, o un percorso formativo o uno stage o un apprendistato entro quattro mesi dalla perdita dell’ulti-mo impiego o dalla fine degli studi. Su tale assunto si basa il sistema Youth Guarantee proposto dalla Commissione europea, che invita gli Stati membri a creare delle reti di partenariato molto solide tra tutti gli interlocutori, con il coinvolgimento e l’intervento dei centri per l’impie-go e altri servizi di orientamento e formazione professionale al fine di prendere in carico i giovani nella fase di transizione dalla scuola al mer-cato del lavoro e/o dopo aver perso l’ultimo impiego. Non si può non condividere il siste-ma della «Garanzia Giovani» come un’occasione di fondamentale impor-tanza per il rilancio dell’occupazione giovanile in Italia, dove un giovane su quattro non trova lavoro. Tutta-via, occorre effettuare scelte oculate che tengano in adeguata attenzione le esigenze e le problematiche italia-ne, anche alla luce della rilevanza dell’obbiettivo strategico e dell’ am-montare di risorse messe a disposi-zione dall’Unione europea. Secondo l’Unione europea il sistema Youth Guarantee deve trovare solide fon-damenta negli stakeholders, dove le parti sociali ed in particolare le organizzazioni giovanili delle stesse devono avere un ruolo determinante. Se così non fosse, sarà difficile per la struttura di missione prevista dal decreto Giovannini agire nella giusta direzione. In questo ambito, Confprofessioni, quale organizza-zione di rappresentanza dei liberi professionisti che stipula il Ccnl studi professionali, non può sottrar-si a una riflessione sulle criticità del mercato del lavoro.

In Italia le risorse impegnate in politiche attive sono ancora troppo esigue rispetto agli altri Paesi comu-nitari. Per ciascun disoccupato italia-no vengono spesi mediamente 2.600 euro in politiche passive a fronte di 210 euro in politiche attive. In Ger-mania, invece, si spendono 4.700 euro per politiche passive e 3.180 per quelle attive. Tale quadro deve essere necessariamente ribaltato. Ciò non significa necessariamen-te aggiungere ulteriori risorse a quanto attualmente viene posto a bilancio per le politiche attive, occorre piuttosto pensare ad una ottimizzazione dei sistemi di ge-stione dei soggetti coinvolti nella intermediazione nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, nella formazione e negli ammortizzato-ri sociali che preveda anche forme di condizionalità delle politiche passive rispetto a quelle attive. In diverse sedi parlamentari, Conf-professioni ha ricordato come in Ita-lia vi sia un incremento di produzio-ne normativa in materia lavoristica che toglie certezza agli operatori e che ha l’effetto di lasciare inattuate disposizioni che prevedono strumenti anche validi, ma che restano solo sul-la carta. Se l’obiettivo della «Garan-zia Giovani» è quello di assicurare agli under 35 un percorso formativo o uno stage o un apprendistato entro quattro mesi dalla perdita dell’ultimo impiego o dalla fine degli studi non si può allora dimenticare che, con la legge 111/2011, le scuole superiori di secondo grado e le Università sono autorizzate a svolgere attività di pla-cement. Dunque, già oggi un sogget-to che rientra nel target della Youth Guarantee avrebbe la possibilità di trovare nel proprio istituto formativo un punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Ben poche sono però

le Istituzioni scolastiche che si sono adeguate alla legge.Il tema dei servizi per l’occupazione è centrale e deve essere approfondito in modo particolare perché riguarda da vicino il ruolo dello Stato e del privato nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro ed è il perno del sistema «Garanzia giovani». I dati del recente monitoraggio del Formez

dimostrano le differenze tra sistema privato e pubblico in relazione a di-versi aspetti dell’incontro tra doman-da e offerta di lavoro: competenza del personale delle agenzie private rispetto a quello dei centri per l’im-piego; disponibilità in termini di ore del personale degli uffici; conoscenza della realtà produttiva territoriale in maniera da individuare in modo maggiormente adeguato i contesti in cui collocare i disoccupati. Il quadro che emerge dall’indagine Formez è desolante per il settore pubblico e, nonostante tutto, da più parti arrivano proposte che mirano a rafforzare le competenze ed il perso-nale dei centri per l’impiego. Sicura-mente è importante dotare tali strut-ture della strumentazione adeguata a diventare un punto di riferimento per il territorio, ma è evidente che la sussidiarietà operativa deve diventa-re altresì un concetto fondamentale.

La chiave di volta dovrebbe invece essere l’ottimizzazione di quanto è già a disposizione. In questo senso occorre rilevare che sia la raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 22 aprile 2013 sulla garanzia dei giovani, sia le modifiche apportate dalla legge 92/2012 al dlgs 181/2000 (art. 3), prevedendo i «Livelli essenziali delle

prestazioni concernenti i servizi per l’impiego» per contrastare la disoccupazione di lunga durata e per i beneficiari di ammortizzatori sociali, spingono a porre al centro di ogni ragionamento e riflessione i servizi essenziali da offrire so-prattutto nei confronti di target di cittadini deboli a prescindere dalla natura giuridica del sogget-to che eroga il servizio stesso. Implementare la «Garanzia dei giovani» senza riflettere su cosa non ha funzionato e senza defi-

nire un progetto di miglioramento della performance comporterebbe un nuovo rischio di fallimento per l’azione pubblica. L’eventuale creazione di un’Agen-zia nazionale per il lavoro potreb-be servire a verificare in termini di livelli essenziali la performance delle strutture pubbliche e dei ser-vizi erogati dai soggetti autorizzati e accreditati e quindi condizionare le scelte politiche e l’allocazione di risorse. L’art. 6 del dlgs 276/2003 che prevede un certo numero di sog-getti abilitati a svolgere l’attività d’intermediazione con l’inclusione di quelli più vicini alla domanda e all’offerta era stato proprio il frutto dell’esigenza individuare un servi-zio qualificato ed effettivo fondato sulla migliore conoscenza delle re-altà produttive.

di Gaetano Stella presidente di Confprofessioni

L’ANALISI

Lo schema Youth Guarantee alla prova del modello italiano

Pagina a cura diCONFPROFESSIONI

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42 Giovedì 17 Ottobre 2013 G I U D I C I D I PA C EL’incontro dell’Associazione nazionale con il sottosegretario Giuseppe Berretta

Giudici di pace, c’è delusioneProroga di un anno, retromarcia rispetto alle promesse

DI VINCENZO CRASTO PRESIDENTE ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIUDICI DI PACE

Nell’incontro svoltosi ieri in via Arenula con il sottosegre-tario alla giustizia

Giuseppe Berretta l’Asso-ciazione nazionale giudici di pace ha affrontato la que-stione dell’imminente sca-denza di tutti i magistrati in servizio e ha sottolineato il rischio di paralisi non solo della giustizia di pace, ma, di rifl esso, dell’intero sistema. Una questione parzialmen-te affrontata nel disegno di legge di Stabilità 2914, ap-provato martedì scorso dal consiglio dei ministri, che stabilisce una proroga di solo un anno per i giudici di pace in scadenza, secondo la bozza disponibile fi no a ieri pomeriggio.

Abbiamo chiesto il rispet-to degli impegni assunti ed evidenziato che la previsio-ne nella legge di Stabilità di una semplice proroga per i giudici di pace, realizzereb-be una evidente marcia in-dietro rispetto all’incontro del 17 luglio scorso con il ministro della giustizia, Ro-sanna Cancellieri, la quale si era impegnata a uscire fi -nalmente dalla logica delle proroghe e a valorizzare la magistratura di pace. Invero la situazione ha un preceden-te: la medesima emergenza è stata risolta nel 2005 con la previsione di un ulteriore mandato quadriennale. La mera proroga assesterebbe invece un colpo durissimo alla dignità e all’autonomia e indipendenza del magistra-to, peraltro privo da circa 20 anni di coperture previden-ziali ed assistenziali. Inve-ro, le proposte di legge ela-borate nel corso degli anni trovano un minimo comune denominatore nella previ-sione di almeno tre ulteriori mandati quadriennali per i magistrati in servizio.

L’Associazione nazionale giudici di pace sarebbe co-stretta a prendere atto che negli ultimi anni sono sta-to assunti provvedimenti espressione di una patente volontà punitiva rispetto ad una magistratura virtuosa, la più vicina al cittadino. Si pensi alla chiusura di poco meno di 700 uffi ci del giudi-ce di pace, per risparmiare la non iperbolica cifra di 26 milioni di euro.

I cosiddetti saggi nomina-ti dal presidente Napolitano, di cui facevano parte due mi-nistri dell’attuale governo (Mauro e Quagliariello), ol-tre a Luciano Violante e Va-lerio Onida, hanno proposto nella relazione conclusiva un ampliamento delle fun-zioni dei giudici di pace. Noi

ci siamo detti prontamente disponibili, ma fi no ad ora tali idee sono rimaste lettera morta, mentre si è preferito dare spazio alla mediazione privata (dove almeno una parte non si presenta nel 75% dei casi, dati ministero della giustizia), i cui risul-tati è facile prevedere, come già in passato, non saranno determinanti per l’abbatti-mento dell’arretrato.

Tutto ciò appare assolu-tamente incomprensibile: il giudice di pace è giudice di primo grado appartenente all’ordine giudiziario, co-stituzionalmente previsto ed esercita delicatissime competenze nei settori ci-vile e penale. Anche la ma-teria dell’immigrazione è di competenza del giudice di pace e il caso Shalabayeva di quest’estate è lì a ricor-darlo. Al giudice di pace va oggettivamente ascritto il merito di aver impedito il collasso della giustizia nel nostro paese.

Invero, secondo i più at-tenti analisti la questione del debito della giustizia può essere risolta in modo

strutturale e defi nitivo con un aumento delle materie at-tribuite alla cognizione del giudice di pace, in tal modo defl azionando i tribunali.

L’agilità dei riti a dispo-sizione consentirebbe di abbattere le lungaggini nel giro di un anno; inoltre i co-sti sono molto contenuti, 83 milioni di euro nell’anno giu-diziario 2008/2009 a fronte dei 4,2 miliardi, che l’Italia spende per il funzionamento della giustizia.

La magistratura di pace ha negli anni raggiunto ot-timi risultati in termini di effi cienza: ciascun magistra-to tratta circa mille procedi-menti annui ed in media de-fi nisce un processo in meno di un anno. Tutto ciò a fronte di una durata media dei giu-dizi di otto anni in Italia. Gli appelli sono inferiori al 5%.

Lo stato italiano spende per l’irragionevole durata del processo ai sensi la leg-ge Pinto alcune centinaia di milioni di euro annui. Ad oggi il ministero ha un de-bito di 340 milioni di euro (fonte sito internet ministe-ro: news 11/07/2013), oltre

ai 120 milioni comminati in sede europea. Tali spese non sono dunque in alcun modo attribuibili alla giustizia di pace su cui pure gravano cir-ca 2 milioni di procedimenti annui

Inoltre è ormai chiaro che il paese ha bisogno di una magistratura laica di sup-porto a quella di carriera. Prova ne sia il fatto che con il cd decreto del fare sono state create ulteriori fi gure di magistrati onorari, qua-li l’ausiliario del giudice. Lo stesso insistente ricorso alla mediazione, dichiarata per alcuni aspetti incosti-tuzionale, lo dimostra. Gli operatori del diritto, memori dell’esperienza nella materia del lavoro, sanno bene che con ogni probabilità l’istituto affi dato a organismi privati non avrà alcun effetto bene-fi co sul debito giudiziario del nostro paese.

I magistrati di pace chie-dono meno rispetto a ciò che è stato concesso ad altri magistrati onorari: per i ma-gistrati tributari nel 2005 e per i magistrati onorari mi-norili nel 2010 è stata previ-

sta una stabilizzazione tout court. Finanche i conciliato-ri, precursori nel nostro ordi-namento dei giudici di pace, non avevano alcun limite di durata temporale. La conti-nuità delle funzioni avrebbe altresì il pregio di evitare disparità di trattamento tra i primi magistrati entrati in servizio nel 1995 e quelli che li hanno seguiti nel 2002. I primi sono in servizio da 20 anni, i secondi scadrebbero dopo 12 anni.

Abbiamo infine manife-stato al sottosegretario il disagio per una riforma che tarda ad arrivare da oltre 10 anni e per la condizione di donne e uomini delle istitu-zioni che amministrano giu-stizia da ormai un ventennio. In particolare la condizione femminile è grave. Il giudice di pace donna non ha alcun tipo di sostentamento per il periodo della gravidanza.

In conclusione i giudici di pace chiedono di avere una maggiore serenità nel proprio lavoro con l’individuazione nella legge di Stabilità di al-meno due mandati quadrien-nali, previa duplice valutazio-ne di professionalità da parte del Consiglio superiore della magistratura e dei consigli giudiziari. Tale previsione non è eccentrica rispetto agli orientamenti parlamentari ed è contenuta nelle proposte di riforma che da in questa come nelle passate legislature sono state depositate. Auspichia-mo che proprio dalle camere possano giungere proposte migliorative in tal senso.

Ai colleghi

Presidente OnorarioPresidenti EmeritiVice PresidentiAi membri della Giunta Esecutivae del Direttivo Centrale

LORO SEDI

Roma, 8 ottobre 2013 Oggetto: Convocazione Direttivo Cen-

trale e Giunta Esecutiva in Roma 26-27 ottobre 2013.

A norma dell’art. 12 dello statuto il

Consiglio Direttivo Centrale e la Giun-

ta Esecutiva sono convocati in Roma presso l’Hotel Champagne Garden (via Vittorio Bachelet n. 4- vicino alla Sta-zione Termini)

SABATO 26 ottobre 2013 dalle ore 16.00 alle ore 18,00 e DOMENICA 27 ottobre 2013 dalle 8.30 alle 12,00

sul seguente ordine del giorno: 1. Relazione del tesoriere (parte eco-

nomica e tesseramento)2. Determinazione in merito alle azio-

ni con il nuovo Parlamento e Governo.3. Rapporti con confederazione.4. Rapporto con Unione.5. Reclamo ed individuazione ulteriori

azioni giudiziarie.6. Varie ed eventuali.

La convocazione del Direttivo Angdp

Pagina a curaDELL’ASSOCIAZIONE

NAZIONALE GIUDICI DI PACE

RESPONSABILE

VINCENZO CRASTO

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Giuseppe Berretta

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43Giovedì 17 Ottobre 2013

Le borse brindano. Tutte positive in chiusura. Ftse Mib in vetta a +1,45%. Spread giù

Accordo (quasi) fatto in UsaTra democratici e repubblicani per evitare il default

Le borse europee hanno viaggiato a due veloci-tà, nella seduta di ieri. Sono partite deboli, con

la sola eccezione di Milano; nel corso della giornata hanno però ridotto le perdite e sono poi passate in territorio posi-tivo, sull’onda delle sempre maggiori rassicurazioni su un accordo tra democratici e repubblicani in Usa per evita-re il default federale e avviare un temporaneo innalzamento del debito. La certezza dell’ac-cordo è arrivata a borse chiu-se e ha solo contribuito a far impennare i listini americani. Il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni con un +1,45% a 19.275 punti, aiutato anche da quanto scritto dal Bollettino economico di Bankitalia, secon-do cui, negli ultimi mesi, «sono emersi per l’economia italiana alcuni segnali qualitativi posi-tivi: va colta l’occasione» ed «è essenziale non disperdere le opportunità offerte dal miglio-ramento del quadro congiun-turale dell’area dell’euro e dai primi segnali di stabilizzazione in Italia».

Nel resto d’Europa, Cac-40 -0,33%, Ftse 100 +0,2%, Dax +0,41% e Ibex +0,78%. A metà seduta, a New York, Dow Jones +1,14%, S&P 500 +1,24%, Na-sdaq Composite +1,05%.

Quanto allo spread Btp-Bund ha chiuso in lieve calo a 231 pb, con un rendimen-to del 4,24%.A Milano si sono messi in luce so-prattutto i bancari: In-

tesa Sanpaolo +3,34%, Bper +3,41%, Banca Mps +2,06%, Popolare Milano +3,4%, Uni-credit +1,55%, Banco po-polare +0,27%, Ubi banca +0,73% e Mediobanca +0,23%. Bene anche Mediaset (+6,75%), Telecom Italia (+3,15%), A2A (+2,84%). In calo invece Fiat (-3,99%) e Stm (-2,69%) Debole il com-parto del lusso penalizzato dai deludenti dati preliminari del terzo trimestre di Lvmh: Sal-vatore Ferragamo -3,19%, Tod’s -0,78% e Luxottica +0,39%.I titoli del calcio hanno vi-sto qualche presa di pro-fitto dopo il recente ral-ly: Juventus Fc -24,24% a euro, As Roma -31,74% a euro e Ss Lazio -27,11%.

Molto bene invece Yoox (+6,86%), dopo le perdite se-gnate dei giorni scorsi ed Eu-rotech (+9,16%).

Quanto all’euro, ha chiuso a un minimo di seduta di 1,3486 dollari, ma in serata è risalito sopra 1,351 sulla moneta Usa, mentre il dollaro ha toccato il picco di giornata anche sullo yen a 98,88. Euro-yen a 133,36. Infi ne il petrolio, anch’esso con-dizionato dall’esito del braccio di ferro a Capitol Hill sull’in-nalzamento del defi cit. Partito in lieve ribasso, è poi risalito all’annuncio dell’accordo e, poco dopo metà seduta, a New York, il Wti segnava 102,37 dollari al barile, contro i 110,79 dollari del Brent a Londra.

© Riproduzione riservata

I primi fondi sono in arrivo: saranno dati ad Alitalia da Intesa Sanpaolo, Imm-si e Atlantia, che erogheranno una pri-ma tranche di 65 mln del loro aumento di capitale alla compagnia; altri 65 mln arriveranno a titolo di anticipo del brid-ge to equity di Unicredit e Intesa e ser-viranno a pagare stipendi e carburante.Il cdg di Intesa Sanpaolo ha deliberato di sottoscrivere l’aumento di capitale di Alitalia per 26 mln euro; garantirà inol-tre la sottoscrizione di 58 mln dell’even-tuale inoptato residuo.

Ma i problemi della compagnia di bandiera non sono certo fi niti: manca

ancora un credibile piano industriale per il rilancio e, dopo la denuncia di aiuti di stato inviata da British airways a Bruxelles (che per ora prende tempo, in attesa di vedere il piano nei detta-gli), a lanciare accuse alla compagnia si è levato ieri anche l’Istituto Bruno Leoni, che ha segnalato il governo alla Commissione europea per l’erogazione di aiuti di stato illegali nell’operazione Poste-Alitalia.

«L’aiuto di stato», afferma l’Istituto, «consiste nell’aumento di capitale di Alitalia, principale operatore nazionale del trasporto aereo, fi nanziato da Poste,

società controllata al 100% dal mini-stero dell’economia e delle fi nanze, per una quota pari a 75 milioni di euro, corrispondente a un pacchetto azionario ancora non quantifi cato».

A questo potrebbero aggiungersi ulteriori provvedimenti, incluso il

ruolo di regia apertamente svolto dal governo nel promuovere la ricapitaliz-zazione della compagnia di bandiera. «Il governo Italiano», ha detto Car-lo Stagnaro, direttore delle ricerche dell’Ibl, «con la sua gestione della crisi Alitalia, ha sconfessato i buoni propositi di attrazione degli investimenti esteri e di creazione di un ambiente economico favorevole alle imprese, improntato a regole di certezza del diritto».

Intanto, sul tema, è tornato ieri l’a.d. di Fs, Mauro Moretti: «Non hanno volu-to operare una discontinuità», ha detto, riferendosi al mancato ingresso di Fs nel capitale di Alitalia. Quanto a un pos-sibile, futuro coinvolgimento, Moretti ha replicato: «Per carità, in queste condi-zioni no. Noi non siamo stati coinvolti. Non è un capitolo né aperto, né chiuso; semplicemente, non c’è un capitolo».

© Riproduzione riservata

L’Istituto Leoni contro aiuto di stato ad Alitalia

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidiano

i nanziario italiano

Corona Ceca 25,68 25,615 0,0650 18,9367

Corona Danese 7,4589 7,4588 0,0001 5,5003

Corona Norvegese 8,1365 8,118 0,0185 5,9999

Corona Svedese 8,8116 8,7617 0,0499 6,4978

Dollaro Australiano 1,4227 1,4167 0,0060 1,0491

Dollaro Canadese 1,4067 1,3975 0,0092 1,0373

Dollaro N Zelanda 1,6122 1,612 0,0002 1,1889

Dollaro USA 1,3561 1,3493 0,0068 -

Fiorino Ungherese 296,13 295,32 0,8100 218,3689

Franco Svizzero 1,2341 1,2361 -0,0020 0,9100

Rand Sudafricano 13,511 13,4201 0,0909 9,9631

Sterlina GB 0,8459 0,84635 -0,0005 0,6238

Yen Giapponese 133,38 132,89 0,4900 98,3556

Zloty Polacco 4,1765 4,1811 -0,0046 3,0798

Tasso uffi ciale di riferimento 0,50 0,75 -0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 3,31 - -

Tasso Infl azione ITA 0,90 1,20 -0,30

Tasso Infl azione EU 1,00 1,20 -0,20

Indice HICP EU-12 120,00 117,90 2,10

HICP area EURO ex tobacco 117,11 116,53 0,58

Tasso annuo crescita PIL ITA -2,10 -2,40 0,30

Tasso di disoccupazione ITA 12,04 12,77 -0,73

1 sett 0,085

1 mese 0,088

2 mesi 0,095

3 mesi 0,107

4 mesi 0,112

5 mesi 0,118

6 mesi 0,127

7 mesi 0,134

8 mesi 0,143

9 mesi 0,151

10 mesi 0,160

12 mesi 0,177

Preziosi ($ per oncia)Oro 1278,5 1279,3Argento 21,36 21,4Palladio 713 716,3Platino 1396 1400Metalli ($ per tonn.)Alluminio 1787 1787Rame 7158 7159Piombo 2103 2104Nichel 13835 13840

Stagno 22925 22950Zinco 1859 1859Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 217,03 253,18Sterlina (n.c.) 218,38 255,13Sterlina (post 74) 218,38 255,13Marengo Italiano 171,46 198,84Marengo Svizzero 170,97 193,68Marengo Francese 170,45 192,65Marengo Belga 170,45 192,65

1 Sett. 0,098

2 Sett. 0,106

3 Sett. 0,114

1 M 0,127

2 M 0,170

3 M 0,225

4 M 0,260

5 M 0,299

6 M 0,340

7 M 0,375

8 M 0,410

9 M 0,450

10 M 0,482

11 M 0,512

12 M 0,541

1 sett 0,046 0,107 0,469 -0,005 0,069

1 sett 0,057 0,139 0,478 -0,005 0,084

1 mese 0,085 0,176 0,487 -0,005 0,111

2 mesi 0,116 0,216 0,499 0,006 0,128

3 mesi 0,166 0,246 0,518 0,019 0,143

6 mesi 0,271 0,364 0,596 0,074 0,211

12 mesi 0,484 0,630 0,887 0,224 0,393

1 anno 0,323 0,363

2 anni 0,388 0,428

3 anni 0,480 0,520

4 anni 0,613 0,653

5 anni 0,774 0,814

6 anni 0,943 0,983

7 anni 1,105 1,145

8 anni 1,258 1,298

9 anni 1,400 1,440

10 anni 1,529 1,569

12 anni 1,749 1,789

15 anni 1,980 2,020

20 anni 2,143 2,183

25 anni 2,198 2,238

30 anni 2,217 2,257

Fonte: Icap

TA S S I E VA L U T E

CON

MercatiCIN EDICOLA C

& Finanza

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Page 39:  · QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO  SAN MARINO Domenica vota per entrare nella Ue Ponziano a pag. 12 DE MAGISTRIS il sindaco meno amato Giovent a pag. 11

44 Giovedì 17 Ottobre 2013 MERCATI E FINANZA

Valori al 16/10/2013

EMG Ivy Asset Strategy A (EUR) EUR 1293,34

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 15,34 15/10/2013 GBP 12,96 15/10/2013 USD 20,70 15/10/2013

Healthcare Opportunities EUR 12,83 15/10/2013 GBP 10,85 15/10/2013 USD 10,88 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 22,45 16/10/2013 GBP 14,00 16/10/2013 JPY 2207,33 16/10/2013

UK Absolute Return EUR 12,12 16/10/2013 GBP 10,24 16/10/2013 USD 16,42 16/10/2013 EUR 12,42 16/10/2013 GBP 10,49 16/10/2013 USD 16,82 16/10/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

Valori al 15/10/2013

www.reyl.com

Reyl (Lux) Global SicavElite France-Europe B EUR 108,86Em Mkts Eq B($) USD 161,99Em Mkts Eq F($) USD 159,59Em Mkts Eq J(Chf) CHF 139,80Em Mkts Eq L EUR 156,31Em Mkts Eq O EUR 157,85European Equities B EUR 284,70European Equities C(Chf) CHF 258,41European Equities D($) USD 282,09European Equities F EUR 275,92European Equities H EUR 268,51Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 110,96Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 110,03Long/Short European Eq B EUR 113,05Long/Short European Eq D ($) USD 113,33North American Eq. B($) USD 195,86North American Eq. E EUR 183,69North American Eq. F($) USD 190,77North American Eq. G EUR 177,70North American Eq. H($) USD 179,98

Reyl (Lux) Tactical AllocationsDiv Income D USD 126,94Div Income E EUR 128,83Div Income F EUR 126,56Div Income H USD 124,96Quality Bond Fund D USD 131,76Quality Bond Fund E EUR 132,58Quality Bond Fund F EUR 129,02Quality Bond Fund H USD 128,32

www.metlife.it

MetLife Europe Limited

Rappresentanza Generale per l’Italia

Via Andrea Vesalio n. 6

00161 Roma

Valorizzazione al:

MetLife Liquidità 1,000

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,165

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,114

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,053

Alico Monet. Protetto 15/10/13 1,107

Alico P.P. Eur 2013 15/10/13 1,005

Alico P.P. Eur 2014 15/10/13 1,020

Alico P.P. Eur 2015 15/10/13 0,994

Alico P.P. Eur 2016 15/10/13 1,010

Alico P.P. Eur 2017 15/10/13 1,022

Alico P.P. Eur 2018 15/10/13 1,040

Alico P.P. Eur 2019 15/10/13 1,056

Alico P.P. Eur 2020 15/10/13 1,057

Alico P.P. Eur 2021 15/10/13 1,066

Alico P.P. Eur 2022 15/10/13 1,058

Alico P.P. Eur 2023 15/10/13 1,068

Alico P.P. Eur 2024 15/10/13 1,040

Alico P.P. Eur 2025 15/10/13 1,005

Alico P.P. Eur 2026 15/10/13 1,192

Alico P.P. Eur 2027 15/10/13 1,035

Alico P.P. Eur 2028 15/10/13 0,930

Alico P.P. Eur 2029 15/10/13 1,002

Alico P.P. Eur 2030 15/10/13 1,034

Alico P.P. Eur 2031 15/10/13 1,045

Alico P.P. Eur 2032 15/10/13 1,012

Alico P.P. Usa 2013 15/10/13 1,009

Alico P.P. Usa 2014 15/10/13 1,033

Alico P.P. Usa 2015 15/10/13 1,047

Alico P.P. Usa 2016 15/10/13 1,082

Alico P.P. Usa 2017 15/10/13 1,077

Alico P.P. Usa 2018 15/10/13 1,113

Alico P.P. Usa 2019 15/10/13 1,139

Alico P.P. Usa 2020 15/10/13 1,134

Alico P.P. Usa 2021 15/10/13 1,171

Alico P.P. Usa 2022 15/10/13 1,131

Alico P.P. Usa 2023 15/10/13 1,146

Alico P.P. Usa 2024 15/10/13 1,080

Alico P.P. Usa 2025 15/10/13 1,089

Alico P.P. Usa 2026 15/10/13 1,297

Alico P.P. Usa 2027 15/10/13 1,094

Alico P.P. Usa 2028 15/10/13 1,015

Alico P.P. Usa 2029 15/10/13 1,086

Alico P.P. Usa 2030 15/10/13 1,110

Alico P.P. Usa 2031 15/10/13 1,134

Alico P.P. Usa 2032 15/10/13 1,078

Alico P.P. Global 2013 15/10/13 0,997

Alico P.P. Global 2014 15/10/13 1,012

Alico P.P. Global 2015 15/10/13 0,993

Alico P.P. Global 2016 15/10/13 1,018

Alico P.P. Global 2017 15/10/13 0,959

Alico P.P. Global 2018 15/10/13 1,057

Alico P.P. Global 2019 15/10/13 1,127

Alico P.P. Global 2020 15/10/13 1,074

Alico P.P. Global 2021 15/10/13 1,087

Alico P.P. Global 2022 15/10/13 1,049

Alico P.P. Global 2023 15/10/13 1,071

Alico P.P. Global 2024 15/10/13 1,049

Alico P.P. Global 2025 15/10/13 1,033

Alico P.P. Global 2026 15/10/13 1,226

Alico P.P. Global 2027 15/10/13 1,010

Alico P.P. Global 2028 15/10/13 0,929

Alico P.P. Global 2029 15/10/13 1,012

Alico P.P. Global 2030 15/10/13 1,011

Alico P.P. Global 2031 15/10/13 1,052

Alico P.P. Global 2032 15/10/13 0,997

Alico Prot.Trim. Eur 15/10/13 1,080

Alico Prot.Trim. Usa 15/10/13 1,071

Alico Gest.Bilanc.Glob 15/10/13 1,262

Alico Gest.Cresc.Glob 15/10/13 1,249

Alico Gest.Azion.Glob 15/10/13 1,252

Alico Gest.Bilanc.Eur 15/10/13 1,285

Alico Gest.Cresc. Eur 15/10/13 1,238

Alico Gest.Azion. Eur 15/10/13 1,276

Alico Aper.Indiciz.Eur 15/10/13 0,939

Alico Aper.Indiciz.Usa 15/10/13 1,198

Alico Aper.Indiciz.Glo 15/10/13 1,051

Alico Aper.Indiciz.Ita 15/10/13 0,779

Alico Liquidita’ 15/10/13 1,091

Alico R. Prudente 15/10/13 1,114

Alico R. Bilanciato 15/10/13 1,030

Alico R. Crescita 15/10/13 1,019

Alico R. Multi Comm. 15/10/13 0,743

Alico Multi Comm. 15/10/13 0,774

Alico R. Peak Usa 2013 15/10/13 1,004

Alico R. Peak Usa 2014 15/10/13 1,039

Alico R. Peak Usa 2015 15/10/13 1,039

Alico R. Peak Usa 2020 15/10/13 1,098

Alico R. Peak Usa 2025 15/10/13 1,091

Alico R. Peak Usa 2030 15/10/13 1,085

Alico R. Peak Usa 2035 15/10/13 1,009

Alico R. Peak Eur 2013 15/10/13 1,040

Alico R. Peak Eur 2014 15/10/13 1,047

Alico R. Peak Eur 2015 15/10/13 1,077

Alico R. Peak Eur 2020 15/10/13 1,125

Alico R. Peak Eur 2025 15/10/13 1,107

Alico R. Peak Eur 2030 15/10/13 1,137

Alico R. Peak Eur 2035 15/10/13 1,013

Alico R. Peak Asia 2013 15/10/13 1,064

Alico R. Peak Asia 2014 15/10/13 1,092

Alico R. Peak Asia 2015 15/10/13 1,127

Alico R. Peak Asia 2020 15/10/13 1,213

Alico R. Peak Asia 2025 15/10/13 1,244

Alico R. Peak Asia 2030 15/10/13 1,285

Alico R. Peak Asia 2035 15/10/13 1,198

Alico Sec. Acc. 2016 15/10/13 0,980

Alico Sec. Acc. 2017 15/10/13 1,084

Alico R. Sec. Acc. 2017 15/10/13 1,120

Alico P.P. Asia 2013 15/10/13 1,088

Alico P.P. Asia 2014 15/10/13 1,122

Alico P.P. Asia 2015 15/10/13 1,150

Alico P.P. Asia 2020 15/10/13 1,220

Alico P.P. Asia 2025 15/10/13 1,228

Alico P.P. Asia 2030 15/10/13 1,218

Alico P.P. Asia 2035 15/10/13 1,204

Alico Long Investment 15/10/13 0,678

Alico Energy 15/10/13 0,355

Alico Agriculture 15/10/13 0,597

Alico Metals 15/10/13 0,610

15/10/13

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INDEX LINKED

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FPA - LINEE

Helvetia Compagnia Italo-Svizzera

di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.

Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano

Chiara Vita S.p.A.

Via Gaggia, 4

20139 Milano

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PIP - FONDI INTERNI

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ATTIVO SPECIFICO

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UNIDESIO 760071 11,807 04/10/2013

UNIDESIO 760072 11,011 04/10/2013

UNIDESIO 760073 11,046 04/10/2013

UNIDESIO760074 11,853 04/10/2013

UNIDESIO 760075 12,493 04/10/2013

UNIDESIO 760077 11,291 04/10/2013

UNIDESIO 760078 10,872 04/10/2013

UNIDESIO 760079 11,116 04/10/2013

UNIDESIO 760080 11,033 04/10/2013

UNIDESIO 760082 10,437 04/10/2013

UNIDESIO 760085 10,675 04/10/2013

UNIDESIO 760087 12,000 04/10/2013

UNIDESIO 760088 11,053 04/10/2013

UNIDESIO 760091 11,452 04/10/2013

UNIDESIO 760092 11,317 16/08/2013

UNIDESIO 760095 10,495 04/10/2013

UNIDESIO 760096 10,759 04/10/2013

UNIDESIO 760097 11,304 15/03/2013

UNIDESIO 760098 11,586 04/10/2013

UNIDESIO 760099 11,363 04/10/2013

UNIDESIO 760100 11,150 04/10/2013

UNIDESIO 760102 10,829 04/10/2013

UNIDESIO 760104 10,663 04/10/2013

UNIDESIO 760105 10,733 04/10/2013

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,2740 04/10/2013

AZZOAGLIO DINAMICO 4,7610 04/10/2013

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 5,9040 04/10/2013

UNIDESIO PRUDENTE 11,0810 04/10/2013

UNIDESIO MODERATO 10,7880 04/10/2013

UNIDESIO ATTIVO 10,5600 04/10/2013

UNIDESIO VIVACE 9,8970 04/10/2013

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,2820 04/10/2013

AZIONARIO EURO 8,3700 04/10/2013

AZIONARIO GLOBALE 9,8150 04/10/2013

INDEX TOP 22 108,5400 28/08/2013 A+/S&P

THREE 2009 101,5600 31/07/2013 AA-/S&P

INDEX SIX 2009 101,4700 28/08/2013 AA-/S&P

FTSE MIB 97,7940 16/10/2013

FTSE MIB 2010 96,5170 16/10/2013

EUROSTOXX 50 - 2010 98,1690 16/10/2013

DUAL INDEX - 2013 86,7880 16/10/2013

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 87,3360 16/10/2013

INDEX TRENTA 2011 102,7620 16/10/2013

INDEX FOUR E 50 - 2011 103,4180 16/10/2013

INDEX STOXX EUROPE - 2011 102,2980 16/10/2013

EUROSTOXX 50 - 2012 100,4030 16/10/2013

PREVIMISURATO 12,7600 03/10/2013

PREVIBRIOSO 11,2750 03/10/2013

PREVIDINAMICO 12,4660 03/10/2013

LINEA 1 11,9430 30/09/2013

LINEA 1 - FASCIA A 12,3510 30/09/2013

LINEA 1 - FASCIA B 12,0480 30/09/2013

LINEA 2 11,7670 30/09/2013

LINEA 2 - FASCIA A 11,9950 30/09/2013

LINEA 2 - FASCIA B 12,0470 30/09/2013

LINEA 3 11,6410 30/09/2013

LINEA 3 - FASCIA A 11,7880 30/09/2013

LINEA 3 - FASCIA B 12,6320 30/09/2013

UNIDESIO 760106 11,201 04/10/2013

UNIDESIO 760109 11,182 04/10/2013

UNIDESIO 760110 10,848 24/05/2013

UNIDESIO 760124 11,498 26/07/2013

UNIDESIO 760125 11,349 04/10/2013

UNIDESIO 760129 11,656 04/10/2013

UNIDESIO 760130 10,808 04/10/2013

UNIDESIO 760133 11,082 04/10/2013

UNIDESIO 760137 10,629 04/10/2013

UNIDESIO 760139 11,555 04/10/2013

UNIDESIO 760140 11,463 04/10/2013

UNIDESIO 760141 10,296 04/10/2013

UNIDESIO 760145 11,502 04/10/2013

UNIDESIO 760147 11,267 04/10/2013

UNIDESIO 760149 11,251 04/10/2013

UNIDESIO 760150 11,267 04/10/2013

UNIDESIO 760156 10,234 04/10/2013

UNIDESIO 760157 11,434 04/10/2013

UNIDESIO 760158 10,196 04/10/2013

UNIDESIO 760159 11,063 04/10/2013

UNIDESIO 760160 10,801 04/10/2013

UNIDESIO 760163 10,152 04/10/2013

UNIDESIO 760167 10,778 04/10/2013

UNIDESIO 760169 11,427 04/10/2013

UNIDESIO 760170 10,903 04/10/2013

UNIDESIO 760173 10,821 04/10/2013

UNIDESIO 760174 10,974 04/10/2013

UNIDESIO 760179 10,761 04/10/2013

UNIDESIO 760180 10,927 04/10/2013

UNIDESIO 760181 10,937 04/10/2013

UNIDESIO 760182 8,698 04/10/2013

UNIDESIO 760183 10,694 04/10/2013

UNIDESIO 760184 10,657 04/10/2013

UNIDESIO 760185 10,663 04/10/2013

UNIDESIO 760186 10,601 04/10/2013

UNIDESIO 760187 10,791 04/10/2013

UNIDESIO 760188 10,558 04/10/2013

UNIDESIO 760189 10,803 04/10/2013

UNIDESIO 760191 10,351 04/10/2013

UNIDESIO 760192 10,899 04/10/2013

UNIDESIO 760193 10,847 04/10/2013

UNIDESIO 760198 8,370 04/10/2013

UNIDESIO 760201 10,639 04/10/2013

UNIDESIO 760202 10,907 04/10/2013

UNIDESIO 760203 11,480 04/10/2013

UNIDESIO 760205 10,529 04/10/2013

UNIDESIO 760206 10,407 04/10/2013

UNIDESIO 760210 10,479 04/10/2013

UNIDESIO 760216 9,902 04/10/2013

BILANCIATO 10,3360 04/10/2013

CONSERVATIVE 10,3180 04/10/2013

BOND MIX 10,3990 04/10/2013

BALANCED 10,7520 04/10/2013

GLOBAL EQUITY 11,9540 04/10/2013

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,2510 04/10/2013

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,6790 04/10/2013

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 9,9990 04/10/2013

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 11,6050 04/10/2013

SCK DYNAMIC 100,00 14/06/2013 A+/S&P

S&BRIC 8-40 108,00 10/07/2013 A2/S&P

S&BRIC 8-40 SECOND EDITION 124,31 10/07/2013 A2/S&P

HELVETIA 4-30 101,74 16/10/2013

HELVETIA QUATTRO.10 99,5986 16/10/2013

HELVETIA WORLD EQUITY 117,7500 08/10/2013

HELVETIA EUROPE BALANCED 185,4100 08/10/2013

HELVETIA WORLD BOND 212,9000 08/10/2013

HELVETIA GLOBAL BALANCED 154,5500 08/10/2013

HELVETIA GLOBAL EQUITY 100,9900 08/10/2013

LINEA GARANTITA 11,6130 30/09/2013

LINEA BILANCIATO 12,3000 30/09/2013

LINEA OBBLIGAZIONARIO 11,6590 30/09/2013

LINEA AZIONARIO 8,7060 30/09/2013

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 10,5500 08/10/2013

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 10,5500 08/10/2013

www.aspecta.it

Sede secondaria di Milano: via Russoli 5 - 20143Sede legale: L 2453 Luxembourg . Goldbell 1 - Rue Eugène Ruppert, 5

APF-Linea bilanciata 16/10/2013 49,85

APF-Linea europea 16/10/2013 92,18

APF-Linea mondiale 16/10/2013 53,44

APF-Linea nord america 16/10/2013 90,50

Seven Stars Invest 16/10/2013 119,44

UBS (Lux) Money Mkt Inv. EUR P-dist 14/06/2013 311,30

USB (Lux) Bd Fd EUR P Acc 14/06/2013 351,19

Fidelity Fd FPS Moderate Gr Fd A EUR 14/06/2013 10,53

Templeton Growth (Euro) A Acc 14/06/2013 12,16

Fidelity Fd Europ. Gr Fd A EUR 14/06/2013 10,99

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SEMPREINDIPENDENTE

PROSPETTO DEI VALORI CORRENTIDELLE POLIZZE INDEX LINKED

DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 30 SETTEMBRE 2013

* Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A. - (1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 30/09/2013 OBBLIGAZIONARIO

Index Up 1-2008 98,630 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A

CARISMI Più Certezza 8 99,670 UNICREDIT S.p.A. Baa2 | BBB | BBB+* SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A

Carismi Più Certezza 9 98,950 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY | S&P | FITCH EMITTENTE OPZIONE MOODY | S&P | FITCH 30/09/2013 OBBLIGAZIONARIO

Lombarda vita 6&6 104,920 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - COMMERZBANK AG Baa1 | A- | A+

Lombarda vita 6&6 New 104,630 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A ABN AMRO BANK NV A3 | A | A

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 113,540 ABN AMRO BANK NV A3 | A | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A

Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5” 104,500 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A | -

LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10” 104,570 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Classic Markets 104,188 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A | -

Lombarda Vita Classic Markets New 104,840 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - BANCO BILBAO SA Baa3 | BBB- | BBB+

Lombarda Vita Euro Sector 105,030 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB | - FORTIS BANK SA A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 105,220 BANCA IMI S.p.A. - | BBB | BBB+ BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

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46 Giovedì 17 Ottobre 2013 MERCATI E FINANZAIn Italia si allea con Arduino per scheda Galileo

Intel, piccoli passiNel bilancio del terzo trimestre

DI GIORGIO BERTONI

Resta debole il mercato dei microprocessori e, inevitabilmente, ne risentono i conti

del numero uno al mondo del settore, Intel. Nel terzo trime-stre hanno pesato soprattut-to il calo delle vendite di pc e la sostanziale debolezza dei mercati emergenti, mentre si sono visti miglioramenti in Usa e in Europa. Il calo è stato solo parzialmente bilan-ciato dalle vendite di server.

Nel periodo, il gruppo ha registrato un utile netto di 2,95 miliardi di dollari (2,97 nello stesso periodo 2012). In leggero aumento anche ricavi (13,48 mld, +0,2%) e risultato operativo (3,5 mld). Per questo, Intel ha pubblicato previsioni più caute per il quar-to trimestre. Il titolo, lunedì, al Nasdaq, ha perso il 2,5% a 22,8 dollari, mentre ieri, a metà se-duta, era in parziale recupero (+0,16% a 23,55 dollari).

«Il terzo trimestre ha rispec-chiato le aspettative, con una crescita modesta in un contesto

diffi cile», ha specifi cato l’a.d. del gruppo, Brian Krzanich. «Da agosto, abbiamo introdot-to più di 40 nuovi prodotti per segmenti di mercato che van-no dall’Internet delle cose, ai data center, con un’attenzione crescente ai dispositivi ultra mobile e ai sistemi 2 in 1».

Il neodirettore generale Italia, Carmine Stragapede, ha confermato il trend in atto anche nel nostro paese, ma ha sottolineato che Intel ha scel-

to l’Italia per presentare, po-chi giorni fa, la nuova scheda Intel-Galileo, che apre nuove potenzialità di sviluppo per il gruppo. Sarà adottata da Ar-duino, società di Ivrea, leader per soluzioni adatte ai maker, «con lo scopo di facilitare la creazione di oggetti o ambienti interattivi per artisti, designer e appassionati del fai date. Sia-mo inoltre ottimisti sul fronte del segmento consumer».

© Riproduzione riservata

Si aggrava la situa-zione di Carige, alla prese con un delicato processo di ristrut-

turazione avviato dal nuovo presidente Cesare Castelbar-co dopo i rilievi della Banca d’Italia. Nei giorni scorsi, 17 dei 28 consiglieri di indi-rizzo della Fondazione, che controlla quasi la metà del capitale della banca, han-no chiesto le dimissioni del presidente della Fondazione,

Flavio Repetto. La presa di posizione è

stata spiegata come inerente esclusivamente il presiden-te e non l’ente nel suo com-plesso, tantomeno la banca. Tra l’altro, i consiglieri hanno contestato che «le prerogative del consiglio di indirizzo sono sistematicamente mortifi ca-te nel loro ruolo strategico, anche in violazione delle nor-me statutarie. Egli (Repetto, ndr) ha gestito l’ente quale sua esclusiva proprietà, chia-mando alla mera ratifi ca gli organi: la logica è stata quel-la di non dover disturbare il manovratore impegnato in un ruolo strategico per il bene superiore, senza la pre-tesa degli organi di dover per forza comprendere».

Per arginare questa nuo-va guerra interna, il presi-dente della regione, Clau-dio Burlando, ha convocato tutti i rappresentanti delle istituzioni e degli enti che designano i membri nel con-siglio di indirizzo della Fon-dazione.

© Riproduzione riservata

Vertice in regione per soluzione

Carige, bufera nella Fondazione

Bnp Paribas vuole sostenere l’«imprendito-ria sociale» e il microcredito: oltre 200 milioni di euro fi no al 2015. È un impegno di lungo periodo per il quale Bnp Paribas combina l’offerta derivante dalle sue diverse linee di business specializzate e la forte presenza in-ternazionale in circa 80 paesi.

II gruppo, a fi ne giugno, aveva impegna-to 156 milioni di euro. Sia attraverso pro-dotti socialmente responsabili, sia tramite investimenti su aziende in grado di avere un impatto tanto fi nanziario quanto socia-le, Bnp Paribas è, da oltre 20 anni, partner di Adie (Associazione per il diritto all’ini-

ziativa economica), insieme alla quale, nel 2006, ha dato vita al progetto Banlieue.«Come Banca responsabile», ha detto François Villeroy de Galhau, direttore generale di Bnp Paribas, a capo della corporate social respon-sability di gruppo, «è fondamentale per noi un impegno di lungo periodo. Non c’è più distinzione tra il sociale e il commerciale; gli obiettivi di redditività dell’imprenditoria sociale ci sono familiari e noi sosteniamo que-sti imprenditori nel raggiungimento dei loro obiettivi. Noi siamo impegnati a sostenerli nel superare le diffi coltà connesse al business».

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Bnp Paribas nel microcredito

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47Giovedì 17 Ottobre 2013Giovedì 1MERCATI E FINANZASolo l’Italia è ancora in deciso calo e fa perdere quote a Fiat

Si torna a vendere autoIn Europa, a settembre, registrato +5,5%

Le immatricolazioni di auto nuove in Europa (Ue27+Efta) hanno registrato a settembre

una crescita del 5,5% su base annua a 1.194.216 unità. Se-condo l’Acea, il dato è condizio-nato dal giorno lavorativo in più rispetto al 2012 e dall’ef-fetto statistico determinato dal minimo storico raggiunto nel settembre 2012. Nei pri-mi nove mesi, le immatricola-zioni sono risultate ancora in calo del 4% a 9.338.897 unità.L e i m m a t r i c o l a z i o n i nell’Unione europea (Ue 27) hanno registrato un aumen-to del 5,4% a 1.159.066 e un calo del 3,9% a 9.000.629 da inizio anno, mentre nell’area Efta sono aumentate del 7,3% a/a a 35.150 e calate del 5% a 338.268 nei nove mesi.

Per quanto riguarda Fiat, il gruppo, come riporta il Lin-gotto in una nota, «è cresciuto in alcuni importanti mercati (Francia +14%; Regno Unito +21,2% e Spagna +41,4%), ma è stato penalizzato dal risulta-to negativo in Italia (-11,7%)».Il gruppo torinese ha immatri-

colato in settembre quasi 65 mila vetture (-3,4% rispetto a un anno fa), per una quota del 5,4%, in calo di mezzo punto percentuale rispetto al 2012. Nei 9 mesi, il gruppo ha regi-strato poco meno di 573 mila vetture e la quota è stata del 6,1%, -0,3%. In Francia, le vendite sono aumentate del 14% (+3,4% il mercato) e la quota è stata del 3,7%, +0,4%. Nel Regno Unito, le immatri-colazioni sono cresciute del

21,2% (+12,1% il mercato) con una quota del 3,5%, +0,2%. In Spagna, con un mercato a +28,6%, il gruppo ha aumen-tato le vendite del 41,4% e la quota dello 0,3% al 3,6%.Il marchio Fiat in Europa a settembre ha immatricolato oltre 50 mila vetture (+0,3%), per una quota del 4,2% (4,4% un anno fa). Nei primi 9 mesi, ha registrato oltre 444 mila vendite, -1,8% con una quota del 4,8%, +0,1%.

Sul fronte dei modelli di punta, con 17 mila immatri-colazioni in settembre (+11%) la 500 è stata leader di ven-dite nel segmento A, con una quota del 14,3%, +1,2%. Alle sue spalle la Panda, con l’11,3% di quota mensile. Lancia/Chrysler in Europa a settembre ha immatricolato 6 mila vetture (-19,9%) per una quota dello 0,5%. Nei nove mesi le Lancia registrate sono sta-te oltre 57 mila (-23,1%) per una quota dello 0,6%. Le im-matricolazioni di Alfa Romeo in Europa sono state 5.900, -15,3%con una quota dello 0,5%. Nel progressivo annuo le Alfa Romeo registrate sono state quasi 51 mila, -29,7%, e una quota dello 0,5%.

Jeep, con 2.251 immatrico-lazioni in settembre (+2,5%), ha ottenuto una quota dello 0,2%, stabile. Nei nove mesi, le registrazioni sono state quasi 17.200 (-19,1%) per una quota stabile allo 0,2%. I marchi di lusso e sportivi Ferrari e Mase-rati hanno immatricolato 271 vetture e 3.161 in tutto il 2013.

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Lvmh è crollata ieri alla borsa di Parigi, dove ha perso il 4,7% a 135,9 euro (dopo un minimo a -6,5%), dopo aver pubblicato dati preliminari deludenti sul terzo trimestre. Il gruppo ha archiviato il periodo con ricavi a +1,7% a 7,02 mld euro grazie solo alla divisione retail, che ha compensato la flessione delle ven-dite nel settore della moda e della pelletteria.Il fatturato retail è stato di 2,1 mld euro, +13%, il seg-mento moda e pelletteria ha perso il 3,8% a 2,43 mld euro. La divisione wines & spirits ha avuto un +2,6% a 1,03 mld e il segmento profumi e cosmetici un calo del 2,1% a 879 mln euro.

Deludono i contidel terzo trimestre Lvmh

Con la partecipazio-ne al progetto dell’F 35,«il sistema indu-striale italiano por-

ta a casa ricavi potenziali di circa 10 miliardi di dollari» e i ritorni stimati in termini occupazionali «supereranno le 5 mila unità». Lo ha detto in audizione alla Commissio-ne difesa della camera l’a.d. di Finmeccanica, Alessandro Pansa. Lo sviluppo di queste potenzialità industriali e oc-cupazionali «dipendono dalla nostra capacità di utilizzare le infrastrutture create per la costruzione delle compo-nenti anche per attrarre la manutenzione della parte avionica e elettronica, sia dei veicoli di pertinenza degli altri paesi europei, che de-gli aerei americani di stanza in Europa, non vi sono altri siti europei come il nostro a Cameri con gli stessi requi-siti», ha sottolineato Pansa. Le società italiane coinvolte nel progetto sono attualmen-te 90, ha detto l’a.d. I contrat-ti stipulati finora ammonta-no a 765 milioni di dollari.«Il nostro impegno è riusci-re a massimizzare i ritorni per il sistema industriale italiano nel complesso e per la Finmeccanica», ha detto Pansa, che ha indicato in

90-95 milioni di euro il costo di ogni veicolo «compren-sivo dei sistemi d’arma». Quanto all’Eurofighter, «Fin-meccanica e l’Italia non han-no nessunissima intenzione» di abbandonarlo, «per due ragioni banalissime: perché rappresenta un concentrato di tecnologia da noi svilup-pata, che è probabilmente il meglio di quanto siamo sta-ti capaci di inventare. Noi rappresentiamo il 20% della parte aerostrutturale e circa il 50% della parte elettronica imbarcata sull’aereo», ha so-stenuto Pansa. «Eurofighter rappresenta la spina dorsale della difesa aerea del nostro paese e in Libia si sono dimo-strati i mezzi più efficienti tra quelli utilizzati» ha sottoline-ato.

Quanto ad AgustaWestland, azienda leader nel comparto elicotteristico, «tutto quel si-stema di complesse holding è bene che sia smantellato: AgustaWestland sarà una società per azioni con un solo cda e una sola sede in Italia», ha detto Pansa in commissio-ne. L’a.d. ha confermato il pas-saggio, dall’1 gennaio 2014, della sede di AgustaWestland dall’Olanda «a Cascina Costa, in provincia di Varese».

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Pansa, a.d. Finmeccanica alla camera

F35 porta soldie 5 mila posti

Sat, Società aeroporto toscano Galileo Galilei, che gestisce l’aeroporto di Pisa, e Chef Express, controllata al 100% dal gruppo Cremo-nini, hanno raggiunto l’ac-cordo, di durata decennale, per la gestione, a partire da dicembre, di due punti di ristoro nella struttura. L’in-vestimento per Chef Express è di 500 mila euro.

Selex Es (Finmeccanica), ha fi rmato un contratto per il servizio di manutenzione dei centri di smistamento di Poste italiane. Il contratto ha durata triennale.

Danone ha tagliato le gui-dance sull’esercizio corrente per l’impatto che il ritiro di alcuni prodotti per l’infan-zia ha avuto sulla perfor-mance nei mercati asiatici.La società stima in 350 milioni di euro l’impatto sulle vendite dato dal falso allarme lanciato dalle auto-rità di sicurezza alimentare per i prodotti baby-formula.

Yahoo! ha archiviato il terzo trimestre con un uti-le netto di 296,7 mln usd (0,28 usd per azione), -91% rispetto all’analogo perio-do 2012. I ricavi sono scesi dello 0,8% a 1,08 mld usd.

Mattel ha archiviato il terzo trimestre con un in-cremento dell’utile netto del 16% su base annua a 422,8 mln usd, 1,21 usd per azio-

ne. Le vendite dei giocattoli per bambine e bambini sono cresciute dell’8% a 1,48 mld usd. Quelle di Barbie sono salite del 3%, così come quelle legate ad altri gio-cattoli per bambine (+3%). Il dato per Wheels è diminu-ito invece del 9% e la linea Fisher-Price ha mostrato un calo dello 0,1%. I ricavi dei brand American girl hanno visto un balzo del 20%.

Thales Alenia space Italia, in consorzio con la società Cgs, ha siglato con l’Agenzia spaziale italiana il contratto per la realiz-zazione dello strumento Metis (Multi element te-lescope for imaging and spectroscopy), che volerà sul satellite scientifi co So-lar orbiter dell’Agenzia.Il satellite Solar Orbiter, il cui lancio è previsto nel 2017, osserverà per la prima volta il Sole e il suo ambien-te circostante a una distan-za minima di 0,28 Unità astronomiche (il 28% della distanza media Terra-Sole).

BlackRock ha archivia-to il terzo trimestre con un incremento dell’utile netto del 14% a 730 mln usd (4,21 usd per azione). Gli asset totali in gestione sono saliti del 12% su base annua e del 6,2% rispetto al secondo tri-mestre a 4.096 mld usd. Gli affl ussi netti totali a lungo termine si sono attestati a 25,28 mld usd.

BREVI

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I fatti separatidalle opinioni

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