r iti iniziatici femminili e psicologia analitica
TRANSCRIPT
Riti iniziatici femminili e psicologia analitica
OBIETTIVI DEL LAVORO
Approfondire
l’analogia tra
rito iniziatico
e psicologia
analitica
Rintracciare, nel
contesto
iniziatico,
indicazioni utili a
spiegare ed
orientare eventi
psicodinamici o
patologici nella
terapia delle
donne.
Verificare la
mia personale
ipotesi che i
riti iniziatici
rappresentino
un’inconscia
teoria degli
stadi di
sviluppo del
femminile.
Cogliere l’idea di femminilità sottostante al rituale
iniziatico onde rintracciare eventuali spunti riflessivi e di
riferimento per l’essere donna oggi.
RITI INIZIATICI E PSICOLOGIA ANALITICA
TERAPIA
Donne in terapia:
- segnate dal passato
- immobili nel presente
Richiesta di
un futuro possibile
Rito e terapia storicizzano il tempo,
sanciscono un passaggio, tracciano
una via per il futuro
JUNG
“L’atto sacro, il rituale, le iniziazioni e l’ascesi,
sono per me tecniche estremamente interessanti
come tecniche ricche di variazioni e di forme per
trovare la via giusta”
Jung vol 4 p.360
“Già al livello più primitivo è possibile riscontrare
la presenza di alcune misure radicali adottate in
tutti quei momenti della vita in cui devono essere
superati momenti di transizione psichici. Mi
riferisco anzitutto ai riti di iniziazione al momento
della pubertà, alle usanze relative alla nascita e
alla morte. Tutte queste cerimonie, celebrate con
la massima precisione e cura nelle culture
primitive, hanno soprattutto lo scopo di tener
lontano i danneggiamenti psichici che in quel
momento minacciano l’iniziando, ma mirano
altresì a procurargli la preparazione e gli
insegnamenti necessari alla vita”
vol. 16 pag 108
“Si potrebbero descrivere queste serie di fantasie come processi di iniziazione,
perché questi ne sono la più prossima analogia. Tutti i gruppi e le stirpi
primitive hanno le loro iniziazioni: per esse i fanciulli diventano uomini, le
fanciulle donne….
Le iniziazioni primitive sono evidentemente misteri di trasformazione di
grandissima importanza spirituale … e si sono conservate in tutti i popoli
civili… Nessuno quindi potrà negare l’enorme importanza storica delle
iniziazioni …
E’ un fatto che nei contenuti inconsci tutto il simbolismo delle iniziazioni
compare con inequivocabile chiarezza … esistono … agiscono … e sono
rivolte ad una meta”
Jung vol 7 pag 226
Meta: conseguimento di una
condizione nella quale i contenuti
inconsci, personali e impersonali,
non restino più tali.
RITI INIZIATICI E PSICOLOGIA ANALITICA
TEORIA
Struttura archetipica dell’inconscio
collettivo:
TERAPIA
Ritualità
Setting ( luogo altro, separato,
isolato dal contesto quotidiano)
Tempo (atemporalità)
Costo (prezzo – sacrificio)
Isolamento - Relazione
Setting come la capanna
iniziatica, luogo del “limen”, del
margine da dove volgendo lo
sguardo indietro ci si prepara a
spiccare il salto in avanti.
Setting come contenitore
trasformativo
RITI INIZIATICI E PSICOLOGIA ANALITICA
… quel secondo sistema psichico di natura
collettiva,universale e impersonale, che è identico in
tutti gli individui, che consiste di forme preesistenti
che possono diventare coscienti solo in un secondo
momento e danno una forma determinata a certi
contenuti psichici.
Jung, Vol 9 p. 44
…composto dei depositi e delle corrispondenze
strutturali di quelle attività psichiche che furono
ripetute infinite volte nella vite degli antenati…
vol 17 pag.115
… che è lungi dall’essere un deposito morto né un
desolato campo di ruderi…ma sistema vivo e pronto
a reagire, che per vie invisibili e appunto perciò
attivissime regola la vita individuale … Vol 8 p. 175
L’archetipo della trasformazione: “ Processo simbolico di esperienza nell’immagine e dell’immagine il cui sviluppo rivela di solito una struttura enantiodromica e presenta perciò un ritmo negativo e positivo, di perdita e di guadagno, di luce e di tenebra, il cui inizio è sempre caratterizzato da un vicolo cieco o da una simile situazione impossibile; il cui scopo è, genericamente parlando, un’illuminazione o una più elevata coscienza per mezzo della quale la situazione di partenza è superata su un piano più alto. In termini di tempo il processo può presentarsi nella durata di un unico sogno o in un breve attimo di esperienza, oppure può estendersi a mesi ed anni, a seconda della situazione iniziale, dell’individuo e dello scopo che deve essere raggiunto. Sebbene sia vissuto in un’immagine, cioè simbolicamente, non si tratta affatto di pericoli immaginari, ma di rischi effettivi, dai quali può dipendere un destino. Il pericolo principale è quello di soccombere al fascinante influsso degli archetipi, pericolo concreto se non rendiamo coscienti a noi stessi le immagini archetipiche…” Jung vol 9, pag 37
FENOMENOLOGIA DELL’INIZIAZIONE
RITO = serie coerente di azioni simboliche che ha un reale effetto di trasformazione su un individuo o su un gruppo sociale.
INIZIAZIONE = complesso di cerimonie, prove e rivelazioni di ordine mitologico,ontologico,morale
L’iniziando modifica totalmente il proprio status religioso e sociale.
Tappa obbligata per essere ammessi tra gli adulti
sacro
morte
sessualità
maturità spirituale
strutturate
rigide
FASI RITUALI
dell’iniziazione
Riti di
separazione
o
Pre-liminari Riti di
transizione
o
Liminari
Riti di
riaggregazione
o
Post-liminari
Van Gennep
SIMBOLISMO della MORTE: separazione - sotterramento – torture – mutilazioni – tatuaggi …
RINASCITA:
Capanna iniziatica
Simbolo del ventre materno: ritorno allo stato embrionale
Accesso al MONDO DEL SACRO = mondo dei valori spirituali, miti e tradizioni sacre della tribù, nomi degli dei e storia delle loro opere.
SESSUALITÀ Costruzione
dell’identità di genere
“Nel mito sono racchiusi la concezione del mondo, le credenze, i valori
spirituali, la storia sacra della comunità, e questo insieme di conoscenze
(la cultura) è ciò che viene trasmesso nell’iniziazione.
La mitologia racconta come le cose sono venute all’essere, ma insieme
fonda tutti i comportamenti umani e tutte le istituzioni sociali e
culturali.
L’uomo è stato creato e civilizzato dagli Esseri soprannaturali; la
somma dei suoi comportamenti e delle sue attività appartiene quindi
alla storia sacra; questa storia sacra dovrà essere conservata
accuratamente e trasmessa intatta alle nuove generazioni.
Fondamentalmente, l’uomo è quello che è perché all’origine dei tempi
sono accadute nella sua esistenza le cose raccontate dai miti”
Eliade: Mito e realtà
TIPOLOGIA DELLE INIZIAZIONI FEMMINILI
TRASFORMAZIONE CORPOREA
IDENTIFICAZIONE CON UNA DEA O CON UNA
EROINA (TEMPO)
IL VIAGGIO COSMICO
(SPAZIO)
IL GIOCO DEGLI OPPOSTI
INIZIAZIONE FEMMINILE: Complesso di riti mediante il quale tutte le
donne di una determinata società – singolarmente o collettivamente – vengono
riconosciute membri effettivi con specifici doveri e diritti, delle società a cui
appartengono.
FASI RITUALI
dell’iniziazione femminile
confinamento
metamorfosi
ricomparsa
B. Lincoln
Caratteristica dei riti : il ripercorrere, nello svolgimento e nel
simbolismo, le tappe essenziali dell’evoluzione femminile fornendo
risposte concrete a quelli che sono i compiti evolutivi fondamentali:
- separarsi e differenziarsi dalla madre
- acquisire la propria identità di genere
- confrontarsi ed integrare il maschile.
ISOLAMENTO E RAPPORTO PRIMARIO
nel rito…
Separazione dalla
madre
Isolamento nel
terreno sacro
Regressus ad
uterum
Shasta – Cubeo – TuKuna –Taraka – Wahehe – Navajo – Tsonga - Tiv
“Il rinascere va annoverato tra le testimonianze fondamentali dell’umanità che poggiano su ciò che io definisco archetipo. Concetto di trascendenza della vita: esperienze che l’iniziato compie attraverso la partecipazione ad un atto sacro e che gli mostrano la durata illimitata della vita attraverso la trasformazione e il rinnovamento. Nel dramma misterico la trascendenza della vita rispetto alle sue forme di volta in volta concrete è rappresentata soprattutto dalle esperienze di trasformazione-morte-rinascita di un dio o di un eroe divino… L’iniziato può essere o un mero testimone del processo o prendervi parte o essere preso dal dramma divino o identificarsi con un dio attraverso l’atto rituale… Il fattore decisivo è che attraverso il rito l’iniziato viene influenzato, impressionato, consacrato…”
Jung. Vol 9 pag.114
La separazione ha la funzione di tagliare i legami
col mondo quotidiano e introdurre in una
dimensione diversa, sconosciuta: simboleggia la
morte ad una esistenza per accedere ad un’altra.
L’inizianda
-Contenuti dell’inconscio
collettivo
-Uroboro primordiale: genitori primordiali – Grande
Madre – Grande Padre
Separata dalla madre reale e dall’infanzia
In uno spazio sacro, di transizione
In condizione di vulnerabilità nei confronti di
dei e demoni
Esposta ad una energia transpersonale che trasforma
“Nei riti primitivi di rinnovamento gli spiriti ancestrali hanno una parte considerevole. Psicologicamente, l’identificazione con gli antenati, animali e umani, significa una rigenerazione dell’inconscio, un vero e proprio bagno di rinnovamento nella fonte della vita, dove si diventa pesci, cioè inconsci, come durante il sogno, l’ubriachezza, la consacrazione dionisiaca e la morte rituale nell’iniziazione. Naturalmente questi processi hanno sempre luogo in una località sacra…”
Jung. Vol 12 pag 133
SCARIFICAZIONE TIV
Tsonga
Ritorno alla Grande Madre
relazione di filiazione
L’Io o si trasforma o si rassegna alla morte psichica!
Idea del vaso
Obiettivo del rituale portare la fanciulla ad un punto di
intensità psicologica dove l’archetipo possa erompere
attraverso la coscienza liberando energia.
situazione psichica
Archetipo della madre: magica autorità del femminile …ciò che è benevolo,
protettivo tollerante, che favorisce la crescita, la fecondità, la nutrizione; …luogo
della magica trasformazione, della rinascita… ma anche ciò che è segreto,
occulto, tenebroso; l’abisso; il mondo dei morti; ciò che divora, seduce,
intossica, genera angoscia …. Vol 9 pag. 77
“Per contro la terapia deve favorire la regressione fintanto che questa non rqggiunga la fase prenatale, giacchè bisogna tener conto che in realtà “la madre” è un imago, una mera immagine psichica che possiede un gran numero di contenuti inconsci differenti ma importantissimi: La madre personifica la totalità dell’inconscio: Perciò la regressione porta solo in apparenza alla madre: questa in realtà è la porta che apre sull’inconscio, “sul regno delle madri”. Di fatto la regressione, quando non è disturbata, non si arresta alla madre ma risale al di là di essa, per raggiungere un “eterno femminino” prenatale, il mondo delle possibilità archetipiche…”
Jung. Vol 5 pag 323
NAVAJO
LA DONNA CHE MUTA
navajo
Nell’archetipo del femminile sono distinguibili due
caratteri: il carattere femminile elementare e il
carattere femminile trasformatore
Carattere elementare:Tende a mantenere fermo ciò che da esso sorge… L’Io, la coscienza, l’individuo, è infantile, privo di autonomia, dipendente… Possiede un aspetto “buono” e uno “cattivo” e costituisce la base dell’aspetto conservatore, stabile e immutabile del femminile, predominante nel materno.
Nella relazione tra l’ Io e l’inconscio è possibile osservare una gravitazione psichica: l’ Io tende cioè a ritornare nell’originaria situazione inconscia. Questa tendenza è inversamente proporzionale alla forza dell’ Io e della coscienza: in altri termini, quanto maggiori sono la carica energetica della coscienza e la libido libera, che si aggiunge all’ Io come volontà e interesse, tanto minore è l’effetto della tendenza all’inerzia psichica. Quanto più deboli sono la coscienza e l’ Io, tanto più evidente è la forza della gravitazione psichica, tendente a ripristinare la condizione inconscia.
L’ Io e la coscienza possono quindi non essere sufficientemente sviluppati per resistere alla gravitazione psichica.
Neumann “La grande madre” pag 34
Condizione psichica delle iniziande
Rituale contrastare la gravitazione psichica (polo
negativo dell’archetipo)
“La mente dei primitivi ha creato riti importantissimi destinati a segnare il passaggio dall’infanzia all’età adulta, con l’inequivocabile scopo di operare magicamente il distacco dai genitori; riti che sarebbero del tutto superflui se la relazione con i genitori non fosse parimenti sentita come magica. Magiche sono tutte quelle cose dove sono in gioco influssi inconsci. Ma questi riti hanno l’intento di operare non solo il distacco dai genitori, ma anche la transizione all’età adulta. Perché ciò avvenga occorre che non resti una bramosia rivolta all’indietro verso la fanciullezza, cioè che sia coperta l’esigenza dell’archetipo offeso, e questo si ottiene contrapponendo all’intimo rapporto con i genitori, un altro rapporto, quello con il clan o la tribù …Servono a questo scopo alcuni segni che vengono impressi sul corpo, quali la circoncisione e altre lesioni che lasciano cicatrici… Il primitivo ritiene necessario, per ragioni di cui non è cosciente, di soddisfare in questa maniera all’esigenza dell’archetipo. Non gli basta la semplice separazione dai genitori ma gli occorre una violenta cerimonia che sembra un sacrificio a quelle potenze che potrebbero trattenere il giovane. Da qui si riconosce la potenza dell’archetipo, che costringe il primitivo ad agire contro la natura per non caderle in preda. E’ questo l’inizio di ogni civiltà, l’inevitabile conseguenza della consapevolezza e della possibilità che ne deriva, di deviare dalla legge inconscia..”
Jung vol 8 pag 402
Rito prima della pubertà
Evitare che la fanciulla entri in
uno stato anomalo per caso,
diventando fisiologicamente
adulta pur rimanendo bambina
secondo il criterio del rituale …
E’ la cerimonia e non la
fisiologia a conferire la maturità
sociale e spirituale. L’
iniziazione ha il fine di
strappare gli eventi al destino
Non donna per caso
Aspetto fondamentale di ogni
iniziazione è l’inculturazione
☼ individuale
☼ collettiva
È intesa come il modo con cui una
persona diventa membro effettivo
di una cultura
☼ le iniziande ricevono le
istruzioni necessarie per fare
esperienza di sé come donne
☼ gli insegnamenti sono impartiti
dalle donne
Le iniziande imparano canzoni e danze rituali e mestieri
specificamente femminili: la filatura, la tessitura, la preparazione di
cibi e vivande
“In contrasto con il carattere elementare, il carattere trasformatore del femminile è l’espressione di quella costellazione psichica che pone
l’accento sull’elemento dinamico della psiche, che in contrasto con la tendenza conservatrice del carattere elementare, spinge a muoversi, a
cambiare, dunque alla trasformazione. Finchè l’Io e la coscienza sono privi di autonomia, il carattere
trasformatore è contenuto nel carattere elementare, e il processo di trasformazione, come la vita nell’embrione, scorre esente da conflitti,
come se fosse determinato dalla natura e dal fato. Ma la natura trasformatrice del femminile costringe a una tensione, a un mutamento, a
un’intensificazione della personalità. In questo modo viene provocato il massimo sforzo dell’Io e viene stimolata la capacità di una
trasformazione creativa, una più salda strutturazione della personalità come Io e come coscienza.
Il simbolismo della trasformazione diviene sacrale ovunque alla natura di pura trasformazione del processo faccia seguito l’intervento umano che eleva la trasformazione naturale, così che in questo processo risultino
attivi non solo la natura e l’inconscio, ma anche la personalità umana, che attraverso la sua attività viene sempre compresa nel processo di
trasformazione. La forma più elevata di questa trasformazione naturale sublimata è il
processo di integrazione della personalità umana creativa, ma rientrano in essa anche forme parziali di trasformazione culturale. Processi simili sono i misteri primordiali del femminile: in queste forme misteriche,
come la preparazione di cibi e bevande, la creazione di vestiti, vasi … cose naturali trasformate prima dalla natura e poi attraverso l’intervento
umano, vengono portate a una forma elevata di trasformazione…. Per questo motivo il simbolismo connesso con questi mestieri primordiali,
ha sempre un carattere spirituale che trascende la pura e semplice realtà. Il carattere della trasformazione spirituale risulta evidente nella
preparazione di bevande inebrianti come nel mutamento del cibo mediante il fuoco e i corrispondenti processi del cuocere, dell’infornare,
dell’arrostire… sono tutte conquiste naturali che rendono l’essere naturale un essere culturale”.
(La grande Madre, pag. 38)
ISOLAMENTO E RAPPORTO PRIMARIO
…in terapia
“Uscivo per andare in studio ma mi ritrovavo, con la terapeuta
in una casa situata su una altura, recintata, isolata. La
dottoressa era molto molto anziana, piccolina, con capelli
bianchissimi. So che in quella casa dobbiamo starci ed
aspettare.
Intanto vedo la mia camera (quella in casa dei miei genitori) :c’è
una grande confusione, è sottosopra, c’è roba ammassata da mia
madre, come se fosse candidata ad una grande pulizia. Vengo
presa dall’ansia”
sogno di una giovane paziente
Fallimento di una
relazione
Difficoltà con una delle
figure genitoriali
Vissuti di
fallimento
Aspettative
deluse
Problematiche sociali o
professionali
Attaccamento
inconscio al
proprio mondo
infantile e
impossibilità di
confrontarsi con
gli eventi della
vita in modo
adeguato all’età
fisiologica
Paura della morte
L’ISOLAMENTO… IN TERAPIA
Momento critico con
potenzialità evolutive
iniziale
Di fronte
all’emergere di
contenuti psichici
sconosciuti
Regressione:
sentimenti
incongrui
Nell’ intuizione di
doversi assumere il
proprio destino Relazione
esclusiva col
terapeuta
Dal luogo
“studio della
dottoressa”
è possibile
osservare
cosa
succede
nella stanza
della casa
materna
Io in
funzione
Risveglio di dei e dee, angeli
e demoni dell’ inconscio:
riattivazione del rapporto
originario
Osservare, riflettere, separare
ciò che è davvero avvenuto nel
rapporto con la madre reale e
ciò che è avvenuto in quella fase
Attivazione della condizione
uroborica
NEUMANN Stadio dell’uroboro – unità senza opposti – rapporto originario modello di ogni “partecipation mystique”
MAHLER
Fase autistica normale a cui segue una fase simbiotica normale: unità duale che include bambino e madre senza che esista differenziazione
FAIRBAIRN Stato di fusione o dell’identificazione primaria: soggetto e oggetto non sono differenziati
WINNICOT Stato di non integrazione che necessita di ambiente materno supportante – “preoccupazione materna primaria”
FREUD Fase del narcisismo primario
JUNG
Stato di totale fusione con l’ambiente, di inconsapevolezza totale, la psiche del bambino è parte della psiche materna
influenza dell’archetipo materno sulle tipologie del femminile (Jung)
Ipertrofia = rafforzamento di tutti gli istinti femminili
Atrofia = paralisi degli istinti femminili
Crucialità del rapporto originario per il formarsi di una
personalità capace di gestire il conflitto autonomia-
dipendenza e diventare donna individuata nel proprio corpo,
nella propria anima, nelle proprie relazioni col maschile, nel
proprio ruolo nel mondo.
“Questo tipo di donna prima fa i figli, poi ai figli si aggrappa, on
avendo all’infuori di essi alcuna raison d’etre…L’eros si sviluppa
unicamente come dimensione materna; come dimensione
personale resta invece inconscio. Un eros inconscio si manifesta
sempre come potenza: questo tipo di donna non è assolutamente
in grado di compiere alcun sacrificio reale, ma impone il suo istinto
materno con una volontà di potenza spesso sprezzante, che giunge
fino all’annientamento della personalità sua e della vita stessa dei
figli…”
Jung vol 9 pag 88
“…Esagerato sviluppo dell’eros, che quasi regolarmente conduce ad
un’inconscia relazione incestuosa col padre. La gelosia verso la
madre e il desiderio di soppiantarla diventano i motivi conduttori
delle iniziative del femminile, spesso assai disastrose. Una donna di
questo tipo ama infatti le relazioni romantiche e sensazionali in sé e
per sé, è attratta da uomini sposati che le offrono la possibilità di far
naufragare un matrimonio, obiettivo primario delle sue manovre.
Questo tipo di donna è caratterizzato da un’incoscienza notevole:
essa è addirittura cieca per ciò che riguarda il proprio modo di agire,
il quale si rivela tutt’altro che vantaggioso non solo per le sue
vittime, ma per lei stessa”
Jung vol 9 pag 89
Rito Tukuna
Rito
Kimberley
“… Tutto ciò che le ricorda la maternità, la
responsabilità, i vincoli personali, le esigenze erotiche,
genera sentimenti di inferiorità e la costringe alla fuga
– verso la madre naturalmente, la quale vive alla
perfezione, per così dire come personalità
sopraordinata, tutto ciò che alla figlia sembra
inaccessibile… la figlia conduce una esistenza larvale,
spesso risucchiata dalla madre, alla quale prolunga in
certo qual modo la vita attraverso una continua
trasfusione di sangue…”
Jung vol 9 pag 90
E’ questo l’esempio tipico del complesso materno negativo. Il
suo motivo conduttore è il seguente: Tutto purchè non ricordi
mia madre!.. Questo tipo di donna sa quel che vuole ma non
riesce mai a decidere quale sarà il suo destino. I suoi istinti
sono tutti concentrati sulla madre in forma di difesa, e
pertanto non le consentono di costruirsi una sua vita
propria… Scopo dominante della sua vita è soltanto la difesa
ostinata, sotto qualsiasi forma, contro il potere materno…
Jung vol 9 pag 91
L’IDENTITA’ DI GENERE
… nel rito
Nel contesto della fase
dell’inculturazione
Serie di azioni rituali allo
scopo di sancire in modo
definitivo l’identità sessuale
della fanciulla
Donna non si nasce, la connotazione
biologica non costituisce di per sé un
fattore sufficiente di individuazione.
E’ il rito a decidere dell’identità della
persona sottraendola alla biologia.
Azioni rituali “marcatore sessuale”
Porta di accesso alla comunità
Custodia dell’identità collettiva
P
R
E
S
U
P
P
O
S
T
O
M
I
T
I
C
O
Necessità di risolvere la primitiva indifferenziazione
che caratterizza il caos primordiale: la maggior parte
delle divinità cosmogoniche sono di natura androgina.
Per potersi unificare ed integrare i due
opposti devono essere prima separati
“Ermafrodito non significa altro che un’unione degli
opposti più clamorosi e più appariscenti” Jung vol 9
pag 164
L’IDENTITA’ DI GENERE
… in terapia
“ Cammino per le vie del mio paese, porto in braccio, con
difficoltà perché sfugge da tutte le parti, una massa informe
che dovrebbe essere una bambina o un bambino. Con grande
angoscia realizzo che sto trasportando me stessa.”
“Un’ampia sala, al centro una vasca rettangolare. In
piedi nella vasca mi faccio la doccia. A fianco della
vasca, una donna mi osserva mentre con la spugna mi
lavo. Man mano che passo la spugna sul mio corpo,
soprattutto quando la passo sul seno, sul ventre,
sulle cosce, provo un senso di grande piacere. Sono
sorpresa e turbata.”
“Una corsia d’ospedale…mi trovo su una
barella che delle infermiere spingono verso la
sala operatoria. Sono nuda sotto il lenzuolo
che mi copre. So che devo subire un’operazione
che ha a che fare con la genitalità.”
“Sono in una stanza, c’è l’analista e io ho un bimbo
piccolo tra le braccia, è mio figlio. C’è dell’acqua nella
stanza ed io immergo il bambino. L’analista mi guarda,
mi parla. Le dico che non l’ho tenuto bene e lui è
andato giù e poi riemerso. L’analista mi rassicura che
ora sta bene. Il bambino ha diversi capelli scompigliati
ed io li tocco, li accarezzo, lo accarezzo. Mi fa
tenerezza: noto che è un ometto.
Poi mi ritrovo nella casa dei miei genitori. Io sono in
corridoio sulla porta dello studio e ho il bambino in
braccio. Di fronte, nello studio c’è mia madre seduta
sullo sgabello del pianoforte. Sorride intenerita dal
bimbo e mi dà consigli. Con stupore mi rendo conto che
il bambino cammina tra me e mia madre.”
Mancato legame col principio femminile Sintomi di un
Sentirsi aride, affaticate, fragili, depresse, confuse, imbavagliate, zittite, appiattite.
Impaurite, esitanti, deboli, senza senso, cariche di vergogna, evanescenti, volatili,
ferme, sterili, compresse, pazze. Impotenti, cronicamente in dubbio, vacillanti,
bloccate. Incapaci di determinazione, di dare la vita, di rischiare, iperprotettive nei
confronti di se stesse, inerti, incerte, titubanti, incapaci di darsi un ritmo o di porsi
dei limiti. Affogate in una routine domestica, nell’intellettualismo, nel lavoro o
nell’inerzia. Paura di avventurarsi da sole, o di rivelarsi, paura di cercare una guida,
una madre, un padre, paura di partire, paura di occuparsi di un altro o di altri, paura
di fermarsi quando non resta null’altro da fare, paura di provare il nuovo, paura di
parlare, paura di fermarsi, paura di agire…”
C.PincKola Estes “Donne che corrono coi lupi” pag 10
“Il rifiuto del principio femminile è per molte donne la causa di acute
sofferenze sul piano personale della vita. Il legame che la donna ha con il
prorio principio femminile è qualcosa che la controlla dal profondo della sua
stessa natura ma del quale spesso è totalmente inconsapevole.”
Harding “I misteri della donna” pag 27
Le azioni rituali sembrano aver lo scopo di sottrarre la fanciulla all’indifferenziazione primitiva per consentirle di vivere pienamente la propria dimensione femminile, con chiarezza del significato del proprio essere donna, del proprio ruolo, delle proprie funzioni.
Solo da tale definita condizione potrà riproporsi al maschile, restandone però differenziata.
RAPPORTO PRIMARIO E IDENTITA’ DI
GENERE
IDENTIFICAZIONE CON FIGURA
MATERNA ONNIPOTENTE
COINCIDENZA DI AUTOIDENTIFICAZIONE
E RAPPORTO ORIGINARIO
AUTOCONSERVAZIONE
TAPPE FONDAMENTALI DELLO SVILUPPO DEL FEMMINILE
Graduale integrazione di frammenti che consentono una continuità di coscienza – il bambino comincia a dire “Io”
MAHLER
Fase della “nascita psicologica dell’individuo”
FARBAIRN
Fase di transizione dalla dipendenza infantile alla dipendenza matura
WINNICOT
Rinuncia alla fase dell’onnipotenza. Oggetto transizionale: senso di sé come persona tra le altre
FREUD
Emersione dell’Io dovuta alla modificazione dell’Es a contatto con la realtà esterna
JUNG
NEUMANN
Graduale sviluppo dell’Io e della coscienza che consente al bambino di diventare un “soggetto”
Per individuarsi occorre
differenziarsi da un contesto
relazionale passato o presente per
cui la persona arriva a percepirsi
separata e distinta da quel contesto
relazionale di cui ha fatto parte
DEFINIZIONE DI UN
“IO” ALL’INTERNO DI
UN “NOI”
Tentativi della bambina
di esprimere le sue
differenze – reazione
della madre
Rischio: Invidia
“La tendenza a separare il più possibile gli opposti,
vale a dire lo sforzo di trovare un senso univoco, è
assolutamente necessaria per avere chiarezza di
coscienza, dato che la discriminazione fa parte della
natura di quest’ultima… Se però la separazione è
talmente ampia che si perde di vista l’opposto
complementare, allora subentra l’unilateralità, che
viene compensata dall’inconscio. La saggezza invece
non dimentica mai che ogni cosa ha due risvolti.”
Jung vol 14 pag 342
L’INTEGRAZIONE DEL MASCHILE
nel rito
“L’essere primordiale androgino diventa simbolo dell’unità della
personalità, del sé, in cui trova pace il conflitto degli opposti. L’essere
primordiale diventa così una lontana “meta” dell’autorealizzazione
umana, in quanto era fin dall’inizio una proiezione della totalità
inconscia. La totalità umana consiste infatti nell’unificazione della
personalità cosciente e inconscia. Come ogni individuo deriva da geni
maschili e femminili, e il sesso è determinato dalla preponderanza dei
geni corrispondenti, così anche nella psiche, è soltanto la coscienza che,
nel caso dell’uomo è di segno maschile, mentre l’inconscio è di qualità
femminile…Per la donna è vero il contrario…
Jung vol 9 pag 168
“Una coscienza femminile si contrappone ad un inconscio personificato
in forma maschile che si è dovuto chiamare “Animus”…
Jung vol 9 pag 170
Jung intende un elemento in parte istintuale, in parte culturale della psiche femminile …
“E’ una specie di sedimento di tutte le
esperienze dell’uomo e non soltanto questo: è
anche ente generatore, creatore, non già nella
forma della creazione maschile, ma in quanto
produce qualcosa che potrebbe essere chiamato
un “logos spermatikos”, una parola generatrice.”
Jung vol 7 pag 207
La sua funzione consiste “nello stabilire un legame tra la
coscienza individuale e l’inconscio collettivo”
Jung vol 5 pag 185
Figura psichica di grande valore perché è investita delle qualità
che tradizionalmente le donne sono tenute a dissipare, una
delle più comuni è l’aggressività.
E’, l’animus, ponte tra il mondo del pensiero e dei sentimenti
intimi e il mondo esterno. Più è integrato e maggiori saranno le
capacità, l’agio e lo stile con cui la donna manifesterà le sue
idee e il suo lavoro creativo nel mondo esterno in modo
concreto.
C.Pinkola Estes pag 63
Ponte destinato a condurre il femminile alle qualità tipiche di
entrambi i generi che esso non ha assimilato a sufficienza …
Vettore per lo sviluppo delle proprie potenzialità irrealizzate e che in
quanto tali sono vissute come “estraneo, alieno, non-Io
“Sono con la mia insegnante e saliamo ad un luogo di culto, un
santuario, credo. C’è un rito da fare, ci sono degli oggetti che
sembrano depositati lì da tanto tempo fa.
Credo che sia un rito che sancisca o rinnovi l’unione ad un uomo.
Io sono smarrita e un po’ confusa, ma sento che la mia
insegnante sa cosa fare”
IL CONFRONTO CON IL MASCHILE
a. Principio maschile vissuto come aspetto inconscio della madre
b. Emersione dell’Archetipo del Grande Padre con polarità
positiva - negativa
NEGATIVA
-vergine, figlia
del padre eterno
-Anima
dell’uomo
-Donna
senz’ombra
POSITIVA
-Integrazione
dello Spirito
-Forza
cosciente
interiore che
libera
dall’inconscio
-Autonomia sia
dal padre che
dalla madre
-Donna
L’iniziazione femminile non cambia la
posizione sociale delle donne:
rispondendo più a motivazioni
ontologiche che gerarchiche
ne muta l’essere fondamentale
Una donna non diventa più potente o
autorevole ma più creativa, più viva, più
reale dal punto di vista ontologico.
L’iniziazione femminile è quindi un
modello di accrescimento, di espansione
delle facoltà, delle capacità e delle
esperienze
Assegna uno
status
cosmico
Un posto
preciso
nell’universo
Un posto di
rilievo e
dignità
Trasforma la fanciulla
in donna
Rinnova la società
Rinnova il cosmo
DONNA OGGI: riflessioni
Ancora oggi la donna deve fare i conti con il retaggio di un
passato in cui il femminile è visto come appendice di un
maschile “superiore”
Oggi il femminile corre il rischio di estinzione in nome del
femminismo
“Nel rivendicare l’uguaglianza con l’uomo, la donna corre il rischio di
raddoppiare la propria esclusione dalla società e dalla cultura, forse otterrà un
posto sociale e culturale, ma spesso al prezzo di conformarsi a norme e valori
che non le sono propri.”
L.Irigaray: “In tutto il mondo siamo sempre in due”
DAL RITO E DAL MITO
Desiderare la differenza
DESIDERIO
Connotazione del ruolo
Dare dignità alle azioni
“obbligate per natura”
(maternità-cura)
Restituzione di significato a ciò
che è soltanto femminile
Recupero dell’atteggiamento interiore che si estende dal desiderio di donare la
vita al desiderio di essere per darsi e legarsi, appartenere, ampliare i confini del
proprio io proiettandosi in una dimensione nella quale l’altro è presenza
costitutiva della stessa identità dell’Io.
Desiderare l’’Altro
DAL RITO E DAL MITO
DESIDERIO
Alterità potenzialmente
innata
Passione per l’altro Ospitare il perturbante e
l’estraneo
“L’Amore, inteso come passione, è ciò che costringe l’Io, per rispondere
alla presenza ineludibile dell’altro, a uscire da sé, a esporsi, a sporgersi
verso possibilità ignote e non ancora attualizzate.”
E.Pulcini “Il potere di unire”
DAL RITO E DAL MITO
DESIDERIO
Desiderare il rito Accettazione della
prova
Spazio per la sofferenza e il
dolore Ricerca di schemi di
riferimento
Percorso della via iniziatica
- Ricorda: l’ingrediente segreto è l’amore …quando c’è.