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Ufficio per il Processo Tribunale di Firenze Rapporto di analisi sull’impatto dell’adozione di forme di Ufficio per il Processo nel quotidiano lavoro del giudice del Tribunale civile di Firenze La ricerca intende delineare l’impatto della collaborazione di giovani tirocinanti e stagisti con i giudici del settore civile del Tribunale di Firenze nel periodo 2008-2012, evidenziando come forme di Ufficio per il Processo possano incidere positivamente sia sull’organizzazione del lavoro sia sulla capacità produttiva del giudice che se ne avvale. Allo stesso tempo dai risultati della ricerca emerge il grande valore formativo dell’esperienza che hanno vissuto le ragazze e i ragazzi che hanno aderito all’iniziativa promossa dal Tribunale di concerto con l’Ordine degli Avvocati e l’Università degli Studi di Firenze e la Scuola di Specializzazione Studi Legali e Giuridici. La ricerca è stata fatta dai ricercatori di C.O.Gruppo srl di Bologna grazie al contributo della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Firenze nell’ambito del protocollo di intesa con il Tribunale di Firenze, che ne ha promosso la realizzazione per effettuare un bilancio di questa esperienza e così fornire un contributo conoscitivo agli altri uffici giudiziari, anche per favorire la competitività e capacità di risposta del territorio.

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Page 1: Rapporto di Analisi- Ufficio per il Processo al Tribunale ... · Presentazione della ricerca Il presente lavoro costituisce uno specchio tanto profondo quanto sfaccettato dell’esperienza

Ufficio per il Processo

Tribunale di Firenze

Rapporto di analisi sull’impatto dell’adozione di forme di Ufficio per

il Processo nel quotidiano lavoro del giudice del Tribunale civile di

Firenze

La ricerca intende delineare l’impatto della collaborazione di giovani tirocinanti e stagisti con i giudici del

settore civile del Tribunale di Firenze nel periodo 2008-2012, evidenziando come forme di Ufficio per il

Processo possano incidere positivamente sia sull’organizzazione del lavoro sia sulla capacità produttiva

del giudice che se ne avvale. Allo stesso tempo dai risultati della ricerca emerge il grande valore formativo

dell’esperienza che hanno vissuto le ragazze e i ragazzi che hanno aderito all’iniziativa promossa dal

Tribunale di concerto con l’Ordine degli Avvocati e l’Università degli Studi di Firenze e la Scuola di

Specializzazione Studi Legali e Giuridici.

La ricerca è stata fatta dai ricercatori di C.O.Gruppo srl di Bologna grazie al contributo della Camera

di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Firenze nell’ambito del protocollo di intesa con il

Tribunale di Firenze, che ne ha promosso la realizzazione per effettuare un bilancio di questa esperienza

e così fornire un contributo conoscitivo agli altri uffici giudiziari, anche per favorire la competitività e

capacità di risposta del territorio.

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pag. 2 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Si ringraziano per la preziosa collaborazione i giudici, gli addetti di cancelleria, gli avvocati, le ragazze e

i ragazzi che hanno aderito al progetto, il CISIA di Firenze. Un particolare ringraziamento alle

dottoresse Barbara Fabbrini e Roberta Santoni Rugiu, giudici del Tribunale di Firenze e responsabili

del progetto “Ufficio per il Processo” per lo stesso Ufficio Giudiziario, e l’avvocato Francesco Singlitico,

Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Firenze delegato per la pratica forense e la gestione dei tirocini

formativi.

La ricerca è stata curata da Simone Rossi, Giorgia Campana e Federica Viapiana con il supporto

operativo di Riccardo Crosara, Federico Gusmeroli, Sara Monari. L’attività è stata chiusa il 31 luglio

2013.

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pag. 3 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

SOMMARIO

Presentazione della ricerca ...................................................................................................... 4

1. Introduzione alla ricerca ....................................................................................................... 7

1.1 Descrizione del progetto e sintesi metodologica ............................................................ 7

2. Analisi qualitativa del modello di gestione del progetto .......................................... 10

2.1 Analisi qualitativa degli aspetti gestionali ....................................................................... 10

2.2 Modelli operativi di gestione dello stagista .................................................................... 15

3. Analisi di impatto del progetto sul lavoro del giudice .............................................. 23

3.1 Impatto quantitativo sul lavoro del giudice ................................................................... 23

3.2 Impatto qualitativo sul lavoro del giudice ...................................................................... 38

3.3 Impatto sull’organizzazione e attività di cancelleria ..................................................... 43

3.4 Impatto sul processo di informatizzazione: interazione con il PCT e l'uso di Consolle con funzionalità assistente ..................................................................................... 45

Capitolo 4. Risultati formativi per gli stagisti .................................................................. 49

Capitolo 5. Conclusioni ........................................................................................................... 57

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pag. 4 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Presentazione della ricerca

Il presente lavoro costituisce uno specchio tanto profondo quanto sfaccettato

dell’esperienza fiorentina di costruzione ed elaborazione dell’ufficio per il processo che, a

partire dal 2008, ha avuto luogo nel Tribunale civile di Firenze, esperienza per certi versi

straordinaria, che partita dal basso ha consentito un notevole salto di innovazione

organizzativa all’interno degli uffici dedicati al processo civile.

Oggi può sembrare naturale ma quando dai primi stage il progetto nacque, partendo da

un’iniziativa sorta nell’ambito del gruppo “Organizzazione” dell’Osservatorio per la

giustizia civile di Firenze, l’idea di sperimentare un vero e proprio laboratorio di

formazione e di costruzione di un modello organizzativo di assistenza al giudice nel

processo civile lo scetticismo era del tutto prevalente, sia per la fatica che esso richiedeva

ad uffici già sfiancati dal lavoro, sia per difficoltà psicologiche a passare da un assetto di

lavoro artigianale su base individuale ad un modulo organizzato per équipe.

Benché non si sia andati lontano dalle idee fondamentali del primo progetto, in

particolare nella descrizione delle funzioni di assistenza e di collaborazione allo studio, i

tirocini formativi nel corso di pochi anni si sono moltiplicati, per numero di domande,

forme ed articolazione della loro struttura.

Fondamentale sin dall’inizio è stato il coinvolgimento diretto dell’Università e della

Scuola di Specializzazione delle Professioni Legali nonché del Consiglio dell’Ordine degli

Avvocati, senza la cui collaborazione non saremmo potuti né partire né progredire.

Il progetto si è poi significativamente connesso con l’innovazione tecnologica ed in

particolare con il PCT, in primo luogo con la Consolle del magistrato di cui ha ampliato gli

orizzonti. E proprio in questo gruppo di sperimentatori dell’ufficio per il processo è nata

l’idea della consolle con funzionalità dell’assistente progettata dal Ministero come

strumento evoluto delle tecnologie a base del progetto di ufficio per il processo.

Giunti ormai oltre il lustro di sperimentazione, si può ben dire che esperienze come

quella del Tribunale di Firenze hanno contribuito ad approdare ai plurimi e recenti

riconoscimenti del legislatore sino a quelli contenuti nel cd. decreto del fare del giugno

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pag. 5 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

2013, i quali seppur timidi e a volte contraddittori, ci indicano tuttavia che ormai la fase

sperimentale è certamente alle nostre spalle.

Siamo a pieno regime, l’innovazione ha messo radici solide ed è divenuta sistema

organizzato.

Anche se alcune connessioni devono esser meglio strutturate e tecnologicamente

assistite, quale quella con i servizi di Cancelleria e quella con il nucleo

sezione/sottosezione civile, anche se la gestione concreta delle diverse forme di tirocinio

va meglio coordinata, persino sul piano normativo nessuno però più dubita che questa

esperienza sia e sarà la leva fondamentale del miglioramento dell’assetto organizzativo

degli uffici, oltre che un momento significativo di riqualificazione del lavoro del singolo

giudice ed embrione di nuove figure professionali, di cui è divenuta oramai ineluttabile

l’istituzione.

L’esperienza di questi anni come coordinatrici del progetto ha visto momenti difficili,

nella costruzione delle linee dell’organizzazione partendo da zero, nella ricerca di risorse,

nella gestione operativa di tutti i giorni, ma è stata ampiamente ricambiata dalla

soddisfazione di vedere crescere sotto i nostri occhi un modulo davvero innovativo del

nostro lavoro.

Sin dai primi passi ci è stato chiaro ciò che il progetto davvero rappresentava.

Non tanto e non solo un cambiamento e un miglioramento qualitativo del lavoro nostro

e quindi dell’ufficio, ma sopratutto una piccola rivoluzione culturale, condividendo con i

giovani che ci hanno affiancato- futuri magistrati, cancellieri, avvocati, professori,

operatori della società civile - questioni giuridiche, approfondimenti normativi le

problematiche organizzative del lavoro giudiziario ed infine i più innovativi progetti di

digitalizzazione della Giustizia.

La recente collaborazione tra il Tribunale e la Camera di Commercio di Firenze ha

consentito infine di poter cogliere, con un serio monitoraggio e studio, il cuore

dell’esperienza fiorentina sull’ufficio del processo, di cui l’ottimo lavoro che qui presentiamo

- anch’esso opera di giovani studiosi – è rappresentazione tanto fedele quanto

illuminante.

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pag. 6 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Nel presentare, non senza una punta di orgoglio, la prima ricerca sul lavoro di questi

anni al Tribunale di Firenze non possiamo che ringraziare personalmente e a nome del

Tribunale coloro che ne hanno permesso la realizzazione.

I tanti colleghi che hanno aderito con convinzione al progetto e il personale di

cancelleria con cui costantemente i tirocinanti si sono relazionati.

L’Ordine degli Avvocati di Firenze, che primo in Italia ha stipulato una convenzione per

tirocini per praticanti avvocati, l’Università di Firenze e la Scuola della Specializzazione

delle Professioni Legali dell’Università di Firenze.

Gli amici dell’Osservatorio locale e nazionale della Giustizia Civile, costante luogo di

confronto sul tema.

La Direzione Generale dei Sistemi Informativi e Automatizzati del Ministero della

giustizia, nelle persone dei suoi Direttori Generali e dei suoi funzionari, i quali

ascoltando e leggendo del progetto hanno, unitamente ai colleghi del Tribunale di

Milano, deciso di realizzare consolle con funzionalità assistente.

Il Cisia di Firenze e l’assistenza informatica fiorentina che con gentilezza e

professionalità ci hanno costantemente assistito nelle necessità tecniche.

La Camera di Commercio di Firenze che ha colto nell’esperienza anche l’aspetto di

promozione di un progetto per i giovani del territorio fiorentino.

I giovani consulenti e autori di questa ricerca, dei quali abbiamo apprezzato e stimato

non solo la serietà e professionalità ma soprattutto la passione con la quale hanno saputo

cogliere tutte le sfaccettature di questa straordinaria esperienza.

Ed infine, ma ovviamente non ultimi, coloro senza i quali tutto ciò che è descritto in

queste pagine non poteva certamente realizzarsi, ovvero i tanti giovani studenti e

praticanti avvocati che hanno svolto in questi anni il tirocinio presso il Tribunale di

Firenze, vera anima di questo percorso, ai quali va il nostro più caloroso augurio per un

felice e solido percorso lavorativo e professionale.

Barbara Fabbrini Roberta Santoni Rugiu

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pag. 7 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

1. Introduzione

 1.1 Descrizione del progetto e sintesi metodologica

Il progetto di ricerca si propone di valutare l’effettivo impatto dell’adozione di forme di

Ufficio per il Processo presso il Tribunale di Firenze, ovvero di soluzioni organizzative

che prevedono l’inserimento di personale in staff al magistrato nell’espletamento della sua

attività. Nell’esperienza fiorentina tale personale è stato individuato in praticanti

avvocati, giovani tirocinanti e stagisti dell’Università1. Il progetto nasce infatti

sperimentalmente nel 2008 nell’ambito dell’Osservatorio sulla Giustizia Civile in

collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Firenze, quindi si consolida attraverso la

strutturazione di convenzioni con l’Università degli Studi di Firenze e la Scuola

Superiore Professioni Legali2.

La ricerca cercherà di focalizzare i modelli di gestione operativa degli stagisti al fine di

evidenziarne gli impatti nell’attività del giudice e del Tribunale. Non si soffermerà quindi

sulla descrizione del progetto di Ufficio per il Processo e delle sue fasi di sviluppo, per

l’analisi delle quali si rimanda ai numerosi articoli e documenti elaborati dal

coordinamento del progetto stesso3.

L’analisi di impatto è stata realizzata utilizzando due metodologie parallele ed integrate:

analisi quantitativa ed analisi qualitativo.

La fase di analisi quantitativa è stata attivata per prima, al fine di effettuare una verifica

sull’andamento della produttività dei giudici affiancati da stagista con quella dei giudici

non affiancati da stagista, nell’ambito delle stessa sezione, quindi garantendo l’uniformità

delle competenze.

                                                                                                                         1 Per una rassegna ragionata dei vari modelli di Ufficio per il Processo sperimentati in Italia si veda “L'Ufficio per il processo tra mito e realtà” a cura della Redazione COMIUG - Dibattito a cura di Zan, interviste a Michelina Grillo, Anna Maria Petrillo, Claudio Viazzi, sul numero 3 della rivista Quaderni di Giustizia ed Organizzazione, n°3 anno 2009. 2 Sull’ufficio del processo e sul progetto fiorentino descritto in questa analisi si veda “Convenzioni e collaborazioni tra enti locali – l’Ufficio per il processo”, di Barbara Fabbrini, in “Giustizia in Bilico”, a cura di Mariano Sciacca, Luca Verzelloni, Grazia Miccoli, Aracne Editrice, Roma 2013, nonché “Ancora sugli stages formativi negli uffici giudiziari”, a cura di Vincenzo Amato, Luca Minniti, Roberta Santoni Rugiu, in Questione Giustizia on line, aprile 201  3Si veda tra gli altri la relazione “L’ufficio del processo. L’informatica per il lavoro del magistrato. Le prime sperimentazioni: la sperimentazione presso il Tribunale di Firenze” Relazione depositata e presentata all’incontro di studio Consiglio Superiore della Magistratura settima commissione “Informatica e innovazione organizzativa: binomio per una strategia di cambiamento degli uffici giudiziari, Roma 1 marzo 2011.

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Le valutazioni di produttività sono state basate sul numero di sentenze, contestuali e

non, il numero di provvedimenti e il numero di udienze in un anno, secondo la

metodologia di calcolo dei tempi pieni equivalenti. Sono inoltre stati rielaborati i dati

attraverso la creazione di tre indicatori: indice di smaltimento, indice di durata ed indice

di ricambio.

I dati di riferimento per la verifica di produttività sono stati forniti dal Tribunale

producendo quanto già elaborato ai fini della recente ispezione per il triennio 2009 –

2011, quelli per il calcolo degli indicatori sono stati estratti dal SICID dal CISIA di

Firenze e coprono anche l’anno 2012. Per maggiori dettagli metodologici si rimanda al

capitolo 3, paragrafo 1, del presente documento di analisi, che presenta i risultati di

ricerca rispetto al lavoro del magistrato.

L’analisi qualitativa è stata realizzata in tre fasi, con la somministrazioni di questionari a

tutti i giudici e stagisti coinvolti, la realizzazione di interviste a giudici, stagisti e personale

di cancelleria e, infine, attraverso interviste di approfondimento ai referenti di progetto.

Per la fase 1 sono stati realizzati due questionari di rilevazione con domande chiuse a

risposta multipla, uno è stato sottoposto ai 19 giudici partecipanti al progetto e uno ai 50

stagisti del periodo 2009 - 2012.

L’analisi quindi, stante il periodo di riferimento, non comprende l’impatto avuto presso

l’ufficio dell’inserimento dei tirocinanti ex art. 73 del decreto del fare, che alla

pubblicazione del presente lavoro invece sono stati inseriti al Tribunale di Firenze.

La copertura della popolazione interessata è stata elevatissima, pari al 90% per i giudici e

all’82% per gli stagisti, garantendo così un’elevata rappresentatività delle risposte

ottenute.

Nell’ambito della fase 2 sono state previste interviste qualitative di approfondimento a

giudici, cancellieri e stagisti per verificare ed integrare sia i dati emersi dall’analisi

quantitativa sia dai questionari qualitativi. Sono stati intervistati 9 giudici (45% del totale),

5 stagisti (10% del totale) e 10 addetti di cancelleria, ovvero tutti i responsabili delle

cancellerie di sezione e alcuni addetti di cancelleria.

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La fase 3 di interviste mirate ai referenti istituzionali di progetto è stata avviata in forma

preliminare all’inizio del progetto stesso per garantire la contestualizzazione del lavoro,

quindi è stata attivata in modo strutturato e diffuso per condividere una valutazione degli

esiti delle analisi. In particolare, le interviste approfondite ai magistrati responsabili

dell’Ufficio del Processo ed ai referenti istituzionali sono state determinanti per illustrare

il modello gestionale alla base dell’Ufficio per il Processo: le modalità di selezione, le

modalità di assegnazione, il percorso di inserimento e di valutazione degli stagisti e

l’adesione progressiva dei magistrati.

Gli esiti di tali analisi sono presentati nel capitolo 2 del documento, che descrive il

modello di gestione progressivamente affermatosi, delineandone gli elementi di possibile

sviluppo e le criticità in un’ottica di replicabilità dello stesso. È inoltre presentato il

modello organizzativo prescelto di gestione dello stagista e di sviluppo dell’Ufficio per il

Processo.

Nel capitolo 3 sono commentati i risultati e l’impatto del progetto dal punto di vista dei

magistrati, sia attraverso gli esiti dell’analisi quantitativa sia rispetto ai risultati dell’analisi

quantitativa. Come rilevano nella nota metodologica, per l’impostazione e

l’interpretazione dell’analisi quantitativa, i cui risultati sono pure di netta evidenza

positiva, è stato fondamentale il supporto dell’analisi qualitativa.

Nel capitolo 4 sono presentati i risultati formativi del progetto per gli stagisti, come

emersi dal questionario di soddisfazione somministrato e dalle interviste qualitative loro

rivolte.

L’aspetto formativo del progetto rappresenta un obiettivo prioritario, benché trasversale

rispetto alla sperimentazione del modello organizzativo di Ufficio per il processo, come

evidenziamo nelle conclusioni nel capitolo 5. La ricerca4 rileva infatti, a fronte di ulteriori

aspetti di possibile approfondimento, che i due obiettivi si sono consolidati a vicenda,

pur nei vincoli reciproci determinati dalle scelte compiute.

                                                                                                                         4   I   risultati   della   presente   ricerca   sono   inoltre   stati   presentati   in   audizione   del   Tribunale   di   Firenze,   unitamente   al   consiglio  dell’ordine   degli   avvocati   di   Firenze   ,   alla   Camera   dei   deputati   il   4   luglio   2013,   in   sede   di   istruttoria   per   la   conversione   del   cd.  decreto  del  fare  (D.L.  73/2013).  

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2. Analisi qualitativa del modello di gestione del progetto

2.1 Analisi qualitativa degli aspetti gestionali

Avvio della sperimentazione e selezione dei giudici aderenti al progetto

L’aspetto gestionale considerato in via preliminare è l’adesione dei magistrati al progetto.

Lungi da apparire un problema poco rilevante, l’esperienza dei referenti e coordinatori

del progetto conferma che il primo passaggio da affrontare è stato di tipo culturale. La

cultura del giudice viene presentata difatti come orientata alla piena autonomia, tratto

che spesso si traduce organizzativamente in controllo totale della propria attività, fino ad

arrivare ad una vera e propria “diffidenza” rispetto alla presenza di personale di staff.

L’inserimento di personale in supporto, peraltro molto giovane e con poche o nulle

esperienze lavorative, doveva partire quindi da quei colleghi pronti ad adottare una

modalità “dialogante” in grado di accogliere una persona esterna e formarla. In tal senso,

dunque, i criteri adottati per il coinvolgimento dei giudici in una prima fase sono stati

fortemente legati alla cultura e alle modalità organizzative del singolo (come ad es. la

presenza in ufficio).

Nel 2008 i giudici sperimentatori sono stati 4 e, progressivamente, aumentati fino ai 19

attuali. L’avvio con numeri ristretti ha consentito in ogni caso un maggior controllo sul

progetto stesso e la possibilità di incardinare il cambiamento organizzativo

sull’ottenimento di progressivi e consolidati risultati positivi.

Progressivamente l’estensione del progetto ha scontato più vincoli rispetto alla

disponibilità degli stagisti, come avremo modo di argomentare di seguito, che per la

disponibilità dei giudici ad accoglierli. Pertanto è divenuta molto rilevante la fase di

assegnazione degli stagisti ai giudici disponibili, che hanno costituito perfino una lista

d’attesa per poter beneficiare dello stagista.

Come già sopra indicato attualmente - alla data di pubblicazione del presente lavoro - il

Tribunale ha attivato anche convenzioni ex art. 73 L. 98/2013 (Decreto del Fare)

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arrivando a garantire uno stagista per ogni giudice di tutte le sezioni civili, il cui impatto

dovrà essere quindi valutato e studiato in modo specifico successivamente.

La selezione degli stagisti ed il ruolo dell’Ordine, dell’Università e della Scuola di Specializzazione

Il progetto si è fondato su una forte condivisione strategica con le istituzioni partner, da

subito l’Ordine degli Avvocati, quindi l’Università di Firenze e la Scuola di

Specializzazione per le Professioni Legali, subentrate in una seconda fase.

Tale aspetto rappresenta una dimensione fortemente innovativa nella gestione

progettuale, che ha determinato il superamento di una logica dell’ “autosufficienza” a

favore di una logica d’azione di sistema. Partendo dalla formazione dei giovani, si sono

realizzate delle forti partnership istituzionali e poste le basi per la creazione di una

cultura giuridica più ampia e condivisa, come nell’intento di tutti i soggetti promotori.

In particolare bisogna ricordare che l’Ordine degli Avvocati di Firenze è stato il primo in

Italia a riconoscere la validità dello stage presso il Tribunale ai fini della pratica legale,

sebbene previsto in forma complementare alla pratica presso gli studi. Inoltre la

collaborazione con l’Università e la Scuola di Specializzazione ha permesso di verificare e

progettare percorsi formativi condivisi.

Rispetto al ruolo progettuale rivestito, i tre soggetti partner hanno da sempre avuto il

ruolo fondamentale di diffusione del progetto presso i giovani praticanti e studenti,

nonché il delicato ruolo di soggetti selezionatori.

La selezione degli stagisti è sempre stata svolta dai tre enti in convenzione, come aspetto

legato alle loro specifiche competenze. Tale attività non è stata mai svolta dal Tribunale,

o dai giudici referenti, neppure in forma di verifica interna per diverse ragioni:

• onerosa da effettuare, per i magistrati referenti interni del progetto che rivestono

l’attività di coordinamento in autonomia senza alcun supporto della parte

amministrativa del Tribunale;

• non necessaria, poiché non è mai pervenuto un numero di richieste di stage così

elevato da necessitare forme di selezione molto stringenti;

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• ridondante, a fronte dell’esperienza che ha progressivamente confermato l’elevata

qualità delle persone selezionate, descritte molto brillanti e motivate, soprattutto

in virtù di una scelta di stage effettuata su base volontaria, in affiancamento ad

ulteriori attività formative obbligatorie.

Tale aspetto è confermato sia dalle interviste ai referenti di progetto, sia dai questionari ai

giudici che, come vedremo nel successivo capitolo, dichiarano praticamente all’unanimità

(94%) di considerare molto positivamente le capacità degli stagisti assegnati.

Le principali criticità riscontrate rispetto alla selezione fanno riferimento a:

1. discontinuità dell’inserimento degli stagisti (legata ai canali di reperimento: tempi

di apertura del bando universitario, tempi della pratica legale, periodi specifici

della scuola di specializzazione);

2. variabilità nel numero degli stagisti (sempre legata ai soggetti in convenzione,

alcuni con tempi molto lunghi fra bando e graduatoria anche più di sei mesi);

3. tempi di durata degli stage, in alcuni casi molto brevi (Università e SSPL) e

difficoltà ad estendere i tirocini formativi, su base volontaristica, anche oltre il

periodo richiesto.

Tali criticità sono connesse ai vincoli di gestione dei soggetti erogatori e all’impossibilità

di presidio diretto del Tribunale su tale fase, che potrebbe essere in parte superato

migliorando il collegamento con l’area amministrativa dello stesso Ufficio Giudiziario,

sia gli per adempimenti più burocratici sia per la valorizzazione dello stage in termini di

integrazione con l’attività di cancelleria, come avremo modo di delineare nel paragrafo

relativo ai modelli di gestione.

L’assegnazione al giudice e il percorso di inserimento

L’assegnazione al giudice è effettuata dal coordinamento interno del progetto e segue

criteri assai stringenti legati alla:

1. continuità, ovvero la garanzia di una presenza continua di uno o più stagisti

presso un giudice;

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2. esperienza del giudice, preferendo garantire uno stagista ad un giudice che da più

tempo opera con tale modalità piuttosto che affiancarlo ad un nuovo giudice;

3. modello di gestione, ovvero provando a garantire uno stagista in entrata in

affiancamento ad uno in fase di chiusura di stage, per facilitare la fase di start up;

4. attitudine e competenza dello stagista, soprattutto se praticante avvocato, i quali

hanno alle volte delle specifiche materie di riferimento.

Tali criteri fanno riferimento ad alcune scelte gestionali relative al percorso di

inserimento degli stagisti, in particolare: la selezione dei giudici con maggiore

orientamento formativo, l’affiancamento di due stagisti per favorire l’apprendimento del

ruolo e la scelta di valorizzare le competenze ed attitudini dello stagista.

Il percorso di inserimento è stato tarato fortemente sull’aspetto formativo, ma cerca

anche di salvaguardare la sperimentazione del modello di Ufficio del Processo, ponendo

al primo posto la continuità della presenza di stagisti su giudici che da più tempo sono

inseriti nel progetto.

La gestione amministrativa è demandata ai singoli enti, tranne che per la stesura del

progetto formativo, standard per tutti, che è gestito dai coordinatori del progetto, non

senza dispersione di tempo e di energie.

Tutto il progetto si basa infatti, giova ricordarlo, su un approccio volontaristico da parte

dei magistrati coordinatori senza nessuna integrazione con la struttura amministrativa

che potrebbe curare o seguire tali adempimenti. Tale aspetto si riverbera anche sulla

difficoltà alle volte incontrata a dotare gli stagisti degli strumenti operativi, garantendo le

potenzialità di utilizzo della Consolle dell’assistente (PC, seconda postazione, scrivania

ecc).

Tutti gli stagisti dichiarano, attraverso il questionario qualitativo che sarà presentato nel

dettaglio nel capitolo 4, un livello di soddisfazione su vari aspetti dello stage molto

elevata (in media il 70%), laddove gli elementi meno soddisfacenti sono rappresentati

dalla postazione e strumenti operativi disponibili (50%) e l’esperienza sulle prassi ed

organizzazione del Tribunale (40%). Rimandando al capito 4 l’analisi di dettaglio dei

risultati per gli stagisti, è opportuno fin da subito rilevare come la criticità delle

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postazioni è stata risolta grazie all’intervento della Camera di Commercio di Firenze, che

nell’ambito della convenzione con il Tribunale ha supportato, fra le altre azioni, la

distribuzione di un secondo computer ai giudici aderenti al progetto. Tale computer è

stato utilizzato per configurare una postazione aggiuntiva per gli stagisti e installare la

Consolle dell’assistente, di cui avremo modo di approfondire l’impatto nei prossimi

paragrafi.

Chiusura dello stage e valutazione finale

Rimandando l’analisi degli aspetti di gestione operativa dello stage effettuata dal singolo

giudice al paragrafo successivo, è utile focalizzare un’ultima variabile gestionale generale

del progetto: la valutazione e la gestione della chiusura di stage.

La fase di chiusura appare meno strutturata e finalizzata dal Tribunale, analogamente alla

fase di selezione demandata agli enti convenzionati.

Tutti i giudici dichiarano di effettuare una valutazione finale dello stagista, ma spesso è

informale e non strutturata. Lo stagista stesso realizza una relazione finale, molto

importante ai fini documentali ma non rilevante ai fini della valutazione.

Tale limite è purtroppo connaturato alla stipulazione di Convenzioni di stage che in

ambito universitario e di Scuola di specializzazione hanno come finalità l’acquisizione di

crediti formativi, mentre per i praticanti avvocati rappresentano solo un plus formativo.

Indubbiamente poter correlare allo stage ulteriori elementi incentivanti in termini di

riconoscimento economico o di curricula professionale potrebbe determinare la

maggiore preminenza dell’aspetto valutativo.

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2.2 Modelli operativi di gestione dello stagista

Nella previsione dei coordinatori del progetto, così come degli enti partner, la fase di

gestione dello stagista e di attribuzione delle mansioni e compiti da parte del giudice è

stata dettagliatamente strutturata, in quanto aspetto centrale nello sviluppo della

sperimentazione.

Fin dal primo progetto di Ufficio per il Processo proposto dall’Osservatorio sulla

Giustizia Civile del Tribunale di Firenze erano infatti definiti chiaramente tre ambiti

d’azione in cui inserire studenti o praticanti avvocati:

! gestione del complesso delle attività di organizzazione “materiale” dell’udienza

(azione A);

! attività propedeutica allo studio del fascicolo per l’udienza ed alla redazione, in

tutto o in parte, dei procedimenti (Azione B);

! attività diretta a consentire la formazione e la comunicazione degli orientamenti

dell’Ufficio, Sezione o Tribunale (Azione C).

Nel corso del tempo il progetto si è maggiormente definito e strutturato, così come le

conseguenti convenzioni si sono concentrate sulle due prime azioni, relative alla gestione

dell’udienza ed allo studio del fascicolo. Occorre sottolineare che nel progetto iniziale

l’ipotesi di fabbisogno era chiaramente identificata in 2 stagisti per giudice per un totale

di 56 stagisti. L’operatività concreta ha permesso invece di partire con numeri più ridotti,

che hanno determinato la concentrazione sulle prime due azioni maggiormente correlate

all’Ufficio per il Processo. Tuttavia ciò ha consentito uno sviluppo progressivo del

progetto ed una strutturazione delle attività in modo più rispondente alle esigenze sia del

tirocinante sia del giudice affidatario.

Riportiamo dal primo mansionario del tirocinante tutte le possibili attività previste

classificabili, come di seguito:

A) Attività Preparatorie dell’Udienza

a) Verifica della corrispondenza tra i fascicoli trasmessi dalla cancelleria nella stanza

del giudice e i fascicoli annotati nella agenda del giudice; in caso di discordanza,

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verifica del ruolo di udienza risultante dal SICC5 e segnalazione in cancelleria delle

eventuali discordanze tra agenda del giudice e SICC.

b) Riordino e verifica della completezza degli atti del fascicolo di ufficio (verbali delle

udienze, originali dei provvedimenti depositati fuori udienza, copie per l’ufficio

degli scritti difensivi delle parti, originali delle relazioni e notule dei Consulenti o

altri ausiliari del giudice, etc.).

c) Predisposizione dei verbali delle udienza, utilizzando, previa consultazione con il

giudice, i modelli appropriati per la tipologia di attività previste per l’udienza.

B) Attività in Udienza

a) Scritturazione del verbale di udienza sotto dettatura del giudice.

b) Archiviazione informatica dei files dei verbali.

c) Scritturazione delle annotazioni da apporre sulla copertina del fascicolo.

C) Attività Successiva all’Udienza

a) Esecuzione a mezzo posta elettronica (con richiesta di conferma di lettura) degli

avvisi disposti in udienza nei confronti di Consulenti e altri ausiliari.

b) Inserimento nel fascicolo (anche nei giorni successivi) della stampa della conferma

di lettura di cui al punto b).

D) Collaborazione nella Formazione degli Atti del Giudice

a) Intestazione delle sentenze.

b) Predisposizione, in formato elettronico, di bozza delle sentenze e/o ordinanze,

limitatamente alle parti di motivazione relative al fatto ed allo svolgimento del

processo.

c) A richiesta e su istruzioni del giudice, raccolta e selezione ragionata di massime

giurisprudenziali pertinenti nella fattispecie oggetto del redigendo provvedimento.

L’elenco, benché contenga riferimenti tecnologi datati al 2008, evidenzia già in nuce la

suddivisione delle attività in quelle correlate all’udienza (A, B e C) e quelle di supporto al

giudice (D). A tali attività andranno ad affiancarsi quelle connesse all’avvio del Processo

                                                                                                                         5   Il  SICC  è   il   registro   informatico  di  cancelleria,  ora  SICID  per   il   contenzioso  civile  e   lavoro  e  volontaria  giurisdizione,  SIECIC  per   il  settore  esecuzioni  individuali  e  concorsuali.    

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Civile Telematico (PCT), a valore legale dall’inizio del 20116. Tali attività possono

peraltro considerarsi trasversali a quelle prima elencate, in quanto rappresentano una

diversa modalità, informatizzata, per svolgere le attività del giudice. Attraverso il PCT, ed

in particolare attraverso le funzionalità della Consolle del Magistrato è possibile verificare

il proprio ruolo, i fascicoli e i documenti in essi contenuti. È possibile redigere atti e

sentenze, così come intestare i documenti creando delle bozze. È altresì possibile

redigere verbali in udienza, così come effettuare annotazioni sul fascicolo. Inoltre

l’introduzione della Consolle dell’assistente a fine 2012, progettata e fortemente voluta

dai magistrati fiorentini, consente di replicare interamente alcune di tali funzionalità di

supporto (scrittura verbali, redazione di bozze). Proprio tale strumento tecnologico,

come avremo modo di argomentare in seguito rappresenta la sintesi tecnico-

organizzativa, che ha consentito nuovi sviluppi sia per la sperimentazione dell’Ufficio del

Processo sia dello stesso PCT.

Risultati dell’analisi qualitativa rispetto alle attività svolte dallo stagista.

Nella rilevazione qualitativa è stato richiesto ai 19 giudici che hanno partecipato al

progetto di dichiarare quali attività avessero assegnato agli stagisti.

L’elenco loro sottoposto è rappresentato nella tabella 1, che mantiene la classificazione

originaria, aggiornando di fatto le tipologie di attività. In particolare si segnala come sia

stato mantenuto l’impianto di suddivisione in attività pre-durante e post udienza e

attività di assistenza al giudice. Sono state aggiunte le attività correlate al PCT e

modificate attività come ad esempio la redazione del verbale di udienza con Consolle e

l’aggiornamento dell’archivio informatico con documenti e atti di parte e dei CTU.

                                                                                                                         6  L’attività di supporto al PCT è stata inserita nelle nuove Convenzioni ex art.37 firmate con l’Ordine e L’Università ed in corso di approvazione dal CSM.

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Tabella 1- Elenco delle possibili attività assegnate allo stagista

Attività preparatorie

dell’udienza

A) Verifica della corrispondenza tra i fascicoli trasmessi dalla cancelleria

nella stanza del giudice e i fascicoli annotati nell’agenda del giudice

B) Riordino, indicizzazione e verifica della completezza degli atti del

fascicolo di ufficio

C) Organizzazione dei flussi dei processi sopravvenuti

D) Stampa e affissione ruolo udienza

Attività in udienza

E) Scritturazione del verbale di udienza sotto dettatura del giudice

F) Redazione verbale di udienza sotto dettatura con Consolle

G) Scritturazione delle annotazioni da apporre sulla copertina del

fascicolo o sul modulo file scheda del processo

Attività successive

all'udienza

H) Raccordo con la cancellerie per le attività relative all'udienza

I) Inserimento nell’archivio informatico (o in Consolle PCT, da quando

disponibile) dei documenti di avvocati e ctu

Collaborazione agli atti del

giudice

J) Creazione per ogni fascicolo di una scheda ragionata nella quale

inserire i dati ragionati della causa, cd. Scheda del processo

K) Intestazione delle sentenze, eventualmente anche con Consolle

L) Raccolta e selezione ragionata di massime giurisprudenziali

pertinenti nella fattispecie oggetto del redigendo provvedimento o dei

casi da analizzare in udienza

M) Redazione bozza dei provvedimenti

N) Ricerca dottrinale e giurisprudenziale

O) Formazione e tenuta dell'archivio informatizzato dei provvedimenti

emessi

Strumenti PCT

P) Affiancamento nell’utilizzo degli applicativi del giudice (Consolle del

giudice)

Q) Utilizzo della Consolle dell’assistente per la redazione

Come appare evidente dal seguente grafico 1, esiste un’ampia diversificazione

nell’assegnare le attività: tutte sono assegnate, ma nessuna è assegnata da tutti i giudici,

così come non vi è una concentrazione solo su alcune attività trascurandone altre.

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Inoltre il grafico mostra come le attività maggiormente assegnate fanno riferimento

all’attività durante l’udienza e di assistenza al giudice.

Indubbiamente alcune attività sono ritenute da molti giudici importanti e sono

frequentemente assegnate, in particolare le attività di:

! (N) Ricerca giurisprudenziale e dottrinale;

! (M) Redazione in bozza dei provvedimenti;

! (H) Raccordo con la cancellerie per le attività relative all'udienza;

! (A) Verifica della corrispondenza tra i fascicoli trasmessi dalla cancelleria.

Dalle interviste approfondite rivolte ai magistrati si è potuto verificare che la scelta di tali

attività risponde ad un percorso di formazione che gli stagisti seguono sotto la guida del

magistrato. Inoltre tale percorso è spesso personalizzato in base alle capacità e

diversificato nel corso dei mesi di permanenza degli stagisti.

Sarà oggetto di analisi del prossimo capitolo i risultati formativi ottenuti dagli stagisti e

l’utilità da loro percepita rispetto al percorso di formazione.

Grafico 1- Attività assegnate agli stagisti dai giudici

0

2

4

6

8

10

12

14

16

A) B) C) D) E) F) G) H) I) J) K) L) M) N) O) P) Q)

Num

ero

di g

iudi

ci

Attività assegnate

Numero di giudici per attività assegnate agli stagisti

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Grafico 2 – Attività maggiormente assegnate

Il grafico 2 mostra un focus sulle attività più ricorrenti: al primo posto, assegnata dal

95% giudici vi è l’attività di ricerca dottrinale e giurisprudenziale, quindi la redazione in

bozza dei provvedimenti (90%). A seguire, sempre con il 90% di frequenza, due attività

che fanno riferimento all’attività di raccordo con le cancellerie, per verifiche pre-udienza

o per raccordo post udienza.

Con una frequenza del 70% vi sono tre attività importanti: la redazione del verbale

d’udienza, con o senza Consolle, e l’analisi e raccolta ragionata delle massime

giurisprudenziali. Quest’ultima è un’attività piuttosto frequente ed i giudici intervistati

riferiscono che l’assegnazione è effettuata all’interno di un percorso modulare di crescita

dello stagista.

Rileviamo che tale attività N -ricerca dottrinale e giurisprudenziale- è di fatto molto

affine all’attività che risulta la più assegnata l’attività L, la cui specifica definizione vuole

rilevare la stretta connessione dell’attività alla conseguente redazione del provvedimento

-raccolta e selezione ragionata di massime giurisprudenziali pertinenti nella fattispecie

oggetto del redigendo provvedimento o dei casi da analizzare in udienza-.

L’analisi delle attività più ricorrenti, evidenzia il consolidarsi di un modello operativo di

gestione dello stagista, come già in parte negli intendimenti dei responsabili progettuali

che hanno disegnato e definito il mansionario operativo.

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

(E) Redazione del verbale di udienza

(F)Redazione verbale con consolle

(L) Raccolta e selezione massime giurisprudenziali

(A) Verifica fascicoli

(H) Raccordo con le cancellerie

(M) Bozza dei provvedimenti

(N) Ricerca dottrinale

Attività maggiormente assegnate

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Tale modello si caratterizza per la presenza di due potenziali ruoli distinti: l’assistente

d’udienza e l’assistente di studio, o assistente del magistrato. Tali ruoli si profilano su

due percorsi formativi e professionali preferibilmente distinti: uno stagista studente ad

uno stagista tirocinante avvocato, in relazione alle diverse Convenzioni attivate con

l’Università, con la Scuola di specializzazione e con il Consiglio dell’Ordine degli

Avvocati.

Nell’impianto originario del progetto infatti sarebbe auspicabile creare un modulo

organizzativo con due stagisti per ogni giudice, garantendo infatti sia una continuità di

presenza sia una differenziazione delle attività.

Di fatto tale modello è stato garantito solo in pochi casi e non con piena continuità,

come evidenziato nelle specificità del modello di gestione del progetto7 (tempi lunghi per

attivare gli stage, flusso non costante degli stagisti e presidio non continuo degli enti

selezionatori rispetto alle domande presentate). Di conseguenza le attività sono spesso

assegnate ad un solo stagista, e tarate dal giudice durante il percorso di tirocinio in

relazione ad i suoi interessi, disponibilità e capacità di apprendimento.

L’impatto di tali attività e l’utilità per il giudice saranno oggetto di analisi nel terzo

capitolo, così come il risultato formativo per gli stagisti.

In questa sede è importante ricordare che l’attivazione degli stage non rappresenta un

progetto formativo fine a se stesso, per quanto estremamente qualificante, come

argomenteremo nel prossimo capitolo.

L’attivazione degli stage è inserita in un più ampio progetto di sperimentazione del

modello organizzativo di Ufficio per il Processo, rispetto alla quale già in questa fase di

descrizione del modello di gestione possiamo argomentare come tale modello

presupponga la creazione di due professionalità, come precedentemente accennato, che

gli stagisti sono andati a ricoprire in modo temporaneo.

Si evidenziano quindi due ruoli, o meglio due funzioni organizzative distinte:

                                                                                                                         7  Ricordiamo che l’analisi fa riferimento alla progettualità 2008-2012. È in corso la seconda fase della ricerca che approfondisce lo studio al 2013, anno in cui sono state attivate convenzioni ex art 73, garantendo quindi un maggior numero di stagisti presenti.

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a) Assistente di udienza, assegnata in prevalenza allo stagista studente, che in modello

di ufficio del processo strutturato potrebbe essere effettuata dal personale di cancelleria,

con maggiore qualificazione giuridica delle proprie attività. Di fatto sono attività che lo

stesso personale di cancelleria potrebbe ad oggi ricoprire se non vi fossero delle

scoperture di organico elevate, che mettono a serio pericolo lo svolgimento dell’attività

ordinaria8.

b) Assistente di studio, assegnata in prevalenza allo stagista praticante avvocato, ma

che nel modello di ufficio del processo può essere rappresentata da personale qualificato,

come nei modelli organizzativi europei in cui il magistrato coordina uno staff di

assistenti qualificati9.

Nel capitolo di analisi dell’impatto del progetto sull’attività dei magistrati effettueremo

ulteriori considerazioni rispetto alla possibilità effettiva di sviluppare un tale modello

organizzativo ed i limiti ed opportunità ad esso connesso.

                                                                                                                         8  Dall’ultima ispezione ministeriale presso il tribunale di Firenze è stata accertata una scopertura di organico di oltre il 30% del personale di cancelleria. 9 Sul punto si rimanda a: Rossi S., Verzelloni L. (2006) Verso l’Ufficio per il Processo, «Quaderni di Giustizia e Organizzazione», anno 1, n. 2, pag. 111-152. Come ricordano gli autori, il dibattito sull’assistenza al magistrato non nasce nel nostro Paese e si confronta con alcune esperienze internazionali, fra cui: rechtspfleger (Germania e Austria); law clerks (USA); judicial assistants, office lawyers e masters (Regno Unito); greffier (Francia); secretarios judiciales (Spagna).

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3. Analisi di impatto del progetto sul lavoro del giudice

3.1 Impatto quantitativo sul lavoro del giudice

Nel presente paragrafo vengono riportati i risultati dell’analisi quantitativa volta ad

analizzare gli impatti dell’affiancamento da parte dello stagista sulla produttività e del

giudice.

L’analisi ha lo scopo di quantificare il miglioramento del lavoro dei magistrati in termini

di aumento di produttività ed impatto sull’effettivo smaltimento delle pendenze.

La produttività è stata calcolata sulla base del numero di sentenze pubblicate e attraverso

il confronto della performance determinata da alcuni indicatori che vengono ricavati a

partire dai flussi giudiziari.

La base dati utilizzata per operare il confronto è composta da:

• flussi giudiziari annuali (pendenze, sopravvenienze, definizioni) per giudice dal

2008 al 2012 per le materie di contenzioso ordinario e lavoro: i dati sono stati

resi disponibili dal Tribunale di Firenze, grazie anche al supporto del CISIA

che ha fornito estrazioni ad hoc;

• numero di provvedimenti, udienze e sentenze contestuali e non, nelle materie

di contenzioso ordinario e lavoro, per giudice per anno solare: i dati sono stati

estratti e validati in occasione dell’ispezione e sono disponibili dal 2008 al

2011.

Inoltre sono stati forniti:

• tempi pieni equivalenti, calcolati tenendo conto delle date di ingresso ed uscita

dei magistrati presso il Tribunale di Firenze, spostamenti tra sezioni, riduzioni

di ruolo e assenze superiori ai 20 giorni consecutivi;

• date di inizio e fine dei periodi di affiancamento dei giudici con gli stagisti.

I dati sono stati rielaborati per ricavare:

• la produttività media dei giudici ricalcolata tenendo conto dei «tempi pieni

equivalenti»;

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pag. 24 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

• l’indice di ricambio, smaltimento e durata per ogni giudice calcolati a partire

dai flussi di contenzioso civile.

Sulla base di questi dati sono poi stati operati dei confronti per valutare la differenza tra

la produttività dei giudici prima e dopo l’affiancamento:

• confronto della produttività media e degli indicatori dei giudici con e senza

stagista all’interno della stessa sezione;

• confronto della produttività media e degli indicatori dello stesso giudice prima

e durante l’affiancamento con lo stagista.

Nei paragrafi che seguono sono riportati i risultati del confronto sugli indicatori e sulla

produttività dei giudici.

Produttività

In questo paragrafo si riportano i risultati del confronto della produttività media dei

giudici affiancati da stagista con quella dei giudici non affiancati da stagista appartenenti

alla stessa sezione.

La produttività è indicata dal numero di sentenze depositate durante l’anno, il numero di

sentenze contestuali, il numero di provvedimenti emessi e il numero di udienze

effettuate. I dati riguardano tutte le materie di competenza del giudice, sono stati forniti

dall’ispezione e sono disponibili per il triennio 2009 – 2011. La produttività è stata

corretta sulla base del “tempo pieno equivalenti”, cioè il tempo effettivo di presenza e

lavoro del giudice, calcolato tenendo conto degli esoneri, delle riduzioni di ruolo, delle

assenze superiori ai 20 gg consecutivi, delle date di ingresso e di uscita dal Tribunale di

Firenze. Dal conteggio sono stati esclusi quei giudici che sono stati presenti per meno di

un anno all’interno della stessa sezione, poiché le variazioni di produttività potrebbero

essere influenzate dai cambi di sezione e di materia più che dalla presenza o meno dello

stagista in affiancamento. Non vengono riportati i dati relativi alla prima sezione poiché

nel periodo di riferimento non sono presenti stagisti e il confronto non sarebbe

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pag. 25 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

significativo10. Anche il confronto tra le diverse sezioni è relativamente significativo in

quanto si trattano materie diverse con livelli di produttività diversa; per lo stesso motivo

sono stati esclusi dal calcolo i giudici che si occupano di fallimenti ed esecuzioni. Dal

conteggio dei provvedimenti sono stati sottratti i decreti ingiuntivi poiché questi

vengono assegnati principalmente ai presidenti di sezione.

Dal confronto emerge chiaramente che nelle due sezioni civili negli anni di riferimento il

numero di sentenze pubblicate dai giudici con stagista supera il numero di sentenze

pubblicate dai giudici non affiancati. Il miglioramento appare ancora più netto se si

considerano le sole sentenze contestuali, cioè quelle emesse durante l’udienza. Questo

perché, come emergerà nella parte di analisi qualitativa, uno dei maggiori benefici

apportati dallo stagista in affiancamento è lo studio e la preparazione dei fascicoli in vista

dell’udienza: ciò permette al magistrato di arrivare all’udienza preparato e poter scrivere e

depositare la sentenza al termine dell’udienza stessa.

Il numero di provvedimenti e di udienze mostra invece la tendenza contraria: i giudici

senza stagista tendono ad emettere più provvedimenti e a tenere più udienze dei giudici

con stagista. Bisogna rilevare che tale tendenza, confermata dalle interviste, non è un

risultato negativo, al contrario è correlata alla modalità di gestione dell’udienza da parte

dei giudici con stagista. Essi realizzano molte sentenze contestuali, come i dati

confermano, e molti provvedimenti in udienza, a verbale, che pertanto non vengono

registrati in modo diretto. Tale modalità determina una maggiore efficienza, che in parte

si rileva in modo chiaro dagli indicatori statistici che presenteremo nel prossimo

paragrafo, in parte impatta positivamente sull’efficienza del lavoro di cancelleria, snellito

dagli adempimenti necessari per la comunicazione dei provvedimenti e sentenze fuori

udienza. Quest’ultimo aspetto, non rilevabile statisticamente, sarà oggetto di analisi

qualitativa nel paragrafo 3.3 del documento di analisi.

Di seguito vengono riportati i grafici relativi ai confronti all’interno della seconda e della

terza sezione civile e della sezione lavoro.

                                                                                                                         10 Tali dati saranno disponibili nella seconda parte dell’analisi, poiché nel 2013 gli stagisti sono stati assegnati a tutte le sezioni civili.

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pag. 26 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Figura 1: seconda sezione – sentenze

Figura 2: seconda sezione - sentenze

contestuali

Figura 3: seconda sezione –

provvedimenti

Figura 4: seconda sezione - udienze

Per la seconda sezione civile del Tribunale di Firenze la produttività media è stata

calcolata considerando nel 2009 1 giudice con stagista e 7 giudici senza, nel 2010 e nel

2011 4 giudici con stagista e 5 senza. Come anticipato, nei tre anni di riferimento i giudici

affiancati da stagista risultano produrre più sentenze dei giudici non affiancati,

producendo mediamente il 50% di sentenze in più. I provvedimenti emessi dai giudici

con stagista sono circa il 20% in meno, mentre il numero di udienze è pressoché simile

anche se leggermente inferiore.

La stessa tendenza si conferma anche alla terza sezione, con differenze di produttività

ancora maggiori: nel 2009 e 2010 i giudici con stagista hanno emesso più del doppio

delle sentenze contestuali rispetto ai magistrati senza affiancamento. Alla terza sezione la

+14%   +48%   +44%  

+57%   +148%   +40%  

+9%   -­‐19%   -­‐29%  

+5%   -­‐3%   -­‐4%  

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pag. 27 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

media è stata calcolata su 2 giudici con stagista e 8 senza stagista nel 2009, 2 giudici con

stagista e 9 senza stagista nel 2010 e nel 2011.

Figura 5: terza sezione – sentenze

Figura 6: terza sezione: sentenze

contestuali

Figura 7: terza sezione – provvedimenti

Figura 8: terza sezione - udienze

Alla sezione lavoro sono stati considerati 1 giudice con stagista e 5 giudici senza nel

2009, 2 giudici con e 2 senza nel 2010, 2 giudici con e 4 senza nel 2011. La sezione

lavoro, pur confermando mediamente la stessa tendenza delle sezioni civili, riporta

risultati più variabili in quanto presenta grosse variazioni nei carichi di lavoro a causa

dell’alto turn-over dei giudici che si sono succeduti nel periodo all’interno della sezione.

Dalle interviste effettuate gli stessi giudici della sezione lavoro confermano che i loro

livelli di produttività negli anni di riferimento sono stati influenzati dalla variazione del

carico di lavoro più che dalla presenza o meno dello stagista.

+40%%  

+76%   +61%  

+157%   +147%  

-­‐28%   -­‐94%   -­‐81%   -­‐8%  

+36%%  

-­‐5%   -­‐38%  

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Alla sezione lavoro i giudici affiancati da stagista hanno fissato più udienze dei giudici

senza stagista, questo non è da vedersi come un risultato negativo bensì positivo, data la

particolarità del rito del lavoro che si caratterizza, rispetto al rito ordinario, per la

maggiore concentrazione, rapidità e soprattutto oralità, oltre che per i maggiori poteri

attribuiti al giudice, favorendo una soluzione in tempi rapidi della controversia anche

attraverso tentativi di conciliazione.

Figura 9: sezione lavoro – sentenze

Figura 10: sezione lavoro -

provvedimenti

Figura 11: sezione lavoro – udienze

Indicatori

In questo paragrafo sono riportati i risultati del confronto del lavoro dei giudici sulla

base di tre indicatori: l’indice di ricambio, l’indice di smaltimento e l’indice di durata

media dei procedimenti.

+15%   +29%   -­‐3%  

-­‐80%   +4%%   -­‐17%  

+10%   +1%   +6%  

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L’indice di ricambio è calcolato come rapporto fra i procedimenti definiti e i

sopravvenuti nell’anno. Il suo valore di riferimento è 1: se l’indice è superiore a 1

significa che il giudice ha smaltito un numero di procedimenti superiore a quello dei

sopravvenuti con conseguente diminuzione delle pendenze, se al contrario è inferiore a 1

significa che il giudice non ha esaurito tutte le sopravvenienze generando un aumento

delle pendenze.

A differenza dell’indice di ricambio, l’indice di smaltimento considera anche le

pendenze ad inizio periodo: si calcola infatti facendo il rapporto tra i procedimenti

definiti e la somma dei pendenti iniziali e dei sopravvenuti durante l’anno. Il suo valore

varia tra 0 e 100%, dove 100% indica che sono stati definiti tutti i procedimenti presenti

e non è rimasta pendenza, mentre 0 indica che non è stato esaurito nemmeno un

procedimento.

L’indice di durata è una stima della durata media di un procedimento in giorni,

calcolata come l’indice di rotazione dello stock. Indicato anche come indice di giacenza

media, si ottiene dividendo la media dei pendenti durante l’anno per la semisomma di

sopravvenuti ed esauriti. In altri termini è la durata stimata dei procedimenti esistenti

sulla base della capacità attuale di smaltimento.

Alcune note: come già anticipato gli indicatori sono stati calcolati sulla base dei flussi

statistici per giudice estratti dal registro SICID per gli anni 2008 – 2012, i dati disponibili

sono relativi al contenzioso ordinario e al lavoro. E’ stato operato un confronto tra la

media degli indicatori dei giudici con stagista e la media dei giudici senza stagista

all’interno della stessa sezione: trattandosi di indici e non di valori assoluti come nel caso

della produttività, non è stato necessario effettuare una correzione sulla base dei tempi

pieni equivalenti. Anche in questo caso la prima sezione è estromessa dall’analisi in

quanto non sono presenti stagisti nel periodo di indagine e non è quindi possibile

effettuare il confronto. Sono stati considerati i giudici che si occupano anche di

esecuzioni e fallimenti, ma solo per quanto riguarda i flussi di contenzioso ordinario,

sono stati invece esclusi dall’analisi i giudici presenti per meno di un anno all’interno

della stessa sezione, poiché i valori degli indici possono essere determinati dalle

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pag. 30 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

contingenze legate al cambio di sezione più che dalla presenza o meno dello stagista in

affiancamento.

Indice d i r i cambio

Nei due grafici seguenti è rappresentato il confronto dell’indice di ricambio dei giudici

con stagista e l’indice di ricambio dei giudici senza stagista all’interno della seconda

sezione e della terza sezione. Come appare evidente, l’indice di ricambio dei giudici

affiancati da stagista è superiore a quello dei giudici non affiancati in ognuno degli anni

presi in considerazione, con differenze percentuali diverse a seconda degli anni. Negli

ultimi due anni la differenza percentuale diminuisce, e in generale si nota una leggera

diminuzione dell’indice di ricambio, che rimane comunque maggiore di 1, indicando

quindi la tendenza delle sezioni ad esaurire più procedimenti di quanti ne entrano. Tale

aspetto è indubbiamente legato all’ampliarsi del numero di giudici affiancati da stagista

che determina un livellamento della differenza statistica fra i due gruppi.

Figura 12: indice di ricambio - seconda

sezione

Figura 13: indice di ricambio - terza

sezione

Alla sezione lavoro l’andamento dell’indice risulta più variabile, soprattutto quello

relativo ai giudici senza stagista. Ciò per i motivi già detti che riguardano l’alto turn-over

dei giudici della sezione con un tasso di scopertura di organico in alcuni anni molto

elevato. In generale si può evidenziare una tendenza al miglioramento per i giudici con

stagista che mantengono una forte stabilità nella prestazione, al contrario dei giudici

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senza stagista, che nel 2010-11 hanno un indice al di sotto di 1 (quindi negativo) e poi

migliorano la propria performance.

Figura 14: indice di ricambio - sezione lavoro

Indice d i smalt imento

I grafici successivi mostrano l’andamento dell’indice di smaltimento all’interno delle

diverse sezioni nel corso del quadriennio oggetto di analisi. L’andamento dell’indice nelle

due sezioni civili ha andamenti diversi: nella seconda sezione dopo un iniziale

peggioramento tra il 2009 e il 2010, a partire dal 2010 si riscontra un miglioramento

dell’indice che sta ad indicare che la sezione ha cominciato a smaltire di più; nella terza

sezione al contrario a partire dal 2010 l’indice di smaltimento è diminuito. Tale tendenza

è uniforme per sezione fra giudici con o senza stagista ed è probabilmente correlata a

fattori contingenti uniformi (sopravvenienze, situazione delle sezioni).

In generale, giudici con stagista hanno avuto indice superiore rispetto ai giudici senza

stagista nei primi tre anni, mentre la tendenza si è invertita nel corso dell’ultimo anno,

con una tendenza di fatto all’equivalenza delle performance fra dei giudici affiancati da

stagista rispetto ai giudici senza affiancamento. Anche in questo caso è opportuno

ricordare che tale dato può essere legato all’ampliarsi del numero di giudici affiancati da

stagista che determina un livellamento della differenza statistica fra i due gruppi.

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Figura 15: indice di smaltimento -

seconda sezione

Figura 16: indice di smaltimento - terza

sezione

Alla sezione lavoro si evidenzia invece una tendenza al miglioramento per tutta la

sezione, con una migliore performance per i giudici con stagista rispetto ai giudici senza

nel corso degli ultimi tre anni.

Figura 17: indice di smaltimento - sezione lavoro

 Indice de l la durata media (o indice d i g iacenza)

Anche per l’indice di durata media si mostrano le stesse tendenze rilevate per gli altri

indicatori: mentre nella seconda sezione c’è una tendenza al miglioramento con

progressiva riduzione dei tempi medi di definizione dei processi, nella terza sezione la

performance globale ha visto un peggioramento nel corso degli ultimi tre anni, con

progressivo aumento della durata media dei procedimenti. Il confronto tra la durata dei

procedimenti dei giudici con stagista e i giudici senza stagista è favorevole per i giudici

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pag. 33 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

con stagista, tranne nel corso del 2012 in cui i giudici senza stagista risultano definire i

processi in meno tempo rispetto ai giudici che hanno beneficiato dell’affiancamento.

Figura 18: indice di giacenza - seconda

sezione

Figura 19: indice di giacenza - terza

sezione

Alla sezione lavoro l’andamento dell’indice risulta variabile con tendenza al

miglioramento. Negli ultimi due anni i giudici affiancati da stagista hanno definito i

procedimenti mediamente in meno tempo rispetto ai giudici senza affiancamento.

Figura 20: indice di giacenza - sezione lavoro

Confronto tra per formance de i g iudic i pr ima e durante l ’a f f iancamento con lo

s tag is ta

Operare un confronto tra la performance dello stesso giudice prima e durante

l’affiancamento con lo stagista può risultare abbastanza difficoltoso e in alcuni casi

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fuorviante, in quanto è necessario considerare solo giudici che non abbiano effettuato

cambi di sezione e occorre inoltre tenere conto dei “tempi di adattamento” necessari

affinché lo stagista apprenda quanto serve e il giudice acquisisca pratica nell’istruzione

dell’assistente e nella gestione ottimale del suo tempo lavoro. Inoltre i dati presi in

considerazione in questa indagine sono su base annuale, mentre gli stagisti possono aver

preso servizio in qualsiasi momento dell’anno, ci sarà quindi una differenza abbastanza

significativa tra la performance di un giudice affiancato per tutto l’anno rispetto ad un

giudice affiancato per soli sei mesi. Tenendo conto di tutto questo, nei grafici che

seguono si riportano i risultati più significativi ottenuti dal confronto della performance

dello stesso giudice prima e durante il primo anno di affiancamento.

Figura 21: smaltimento medio - prima

e durante l'affiancamento

Figura 22: pendenze finali - prima e

durante l'affiancamento

Per operare questo confronto sono stati considerati l’indice di smaltimento e il numero

di pendenze finali per 7 giudici facenti parte della seconda e della terza sezione civile. Gli

anni di riferimento sono diversi in quanto ogni giudice ha cominciato l’affiancamento in

periodi diversi. I dati riportati nei grafici sono le medie dell’indice di smaltimento e delle

pendenze finali dei 7 giudici nell’anno precedente l’affiancamento e durante il primo

anno con lo stagista. Il confronto dimostra che nel primo anno di affiancamento i giudici

hanno smaltito mediamente il 16% dei procedimenti in più rispetto all’anno prima con

una riduzione delle pendenze finali pari al 10%.

+16% -­‐10%

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Dati aggregat i

Al fine di identificare più chiaramente le macrotendenze, si riportano in questo paragrafo

i dati aggregati per il contenzioso civile, calcolati unendo i dati della seconda e della terza

sezione civile per gli anni 2009, 2010, 2011.

   Figura 23: totale sentenze

 

 Figura 24: sentenze contestuali

   I dati confermano una maggiore produttività dei giudici affiancati da stagista rispetto ai

giudici senza, in particolare per quanto riguarda le sentenze contestuali che risultano in

alcuni casi più del doppio per i giudici con stagista. La media è stata calcolata su 3 giudici

con e 15 senza nel 2009, 6 giudici con e 14 senza nel 2010 e nel 2011.

 

Anche gli indicatori aggregati confermano la tendenza positiva riscontrata nelle fasi

precedenti dell’analisi.

     

+28% +53% +57% +106% +113% +41%

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Figura 25: indice di ricambio

     

Figura 26: indice di smaltimento

   

Figura 27: indice di durata media

   

+57% +66% +19% +1%

+16% +9% +17% +2%

-­‐26% -­‐29% -­‐12% -­‐25%

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La media degli indicatori è stata calcolata su 3 giudici con e 19 senza il primo anno, 7 con

e 14 senza il secondo anno, 7 con e 15 senza il terzo anno, 9 con e 13 senza il quarto

anno. I dati mostrano indice di ricambio maggiore per i giudici con stagista: significa che

questi tendono ad esaurire più processi di quanti ne entrano e in quantità superiore ai

giudici senza stagista. I giudici con stagista tendono inoltre ad avere indice di

smaltimento maggiore e durata media dei processi inferiore.

Conclusioni

Dall’analisi quantitativa, pur con alcuni scostamenti dovuti a delle specifiche contingenze

di sezione, appare evidente la miglior performance dei giudici affiancati da uno stagista

rispetto a quella dei giudici non affiancati.

I risultati più evidenti si hanno per la produzione di sentenze, in particolare per quanto

riguarda le sentenze contestuali, che, come confermato dall’analisi qualitativa, sono

quelle per cui l’apporto dello stagista risulta avere maggiore impatto. Tendenzialmente i

giudici con stagista risultano avere performance migliori sia nel ricambio che nello

smaltimento dei procedimenti, oltre che nella riduzione dei tempi di definizione, anche

se nel corso del 2012 questo miglioramento risulta notevolmente ridotto, probabilmente

a fronte dell’estendersi del numero dei giudici con stagista, aspetto che ha livellato il

campione di analisi.

L’analisi quantitativa dimostra degli impatti positivi, perfino superiori alla percezione già

positiva riscontrata in sede di intervista ai singoli magistrati. Come avremo modo di

commentare nel paragrafo successivo, i giudici ritengono che i maggiori benefici

dell’Ufficio per il Processo, a detta di tutti gli intervistati, riguardino la qualità del lavoro

del giudice più che la quantità, poiché quest’ultima può essere influenzata da altri fattori.

In generale, tuttavia, appare evidente che condizioni di lavoro che consentono una

migliore qualità implicano in modo indiretto una maggiore produttività, come

dimostrano i dati di smaltimento medio e pendenze finali analizzati su singolo giudice,

prima e dopo l’affiancamento con stagista. Tali dati spostando il focus comparativo dai

giudici alle possibilità del singolo a migliorare le proprie performance, dimostrano

l’impatto positivo dell’affiancamento.

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3.2 Impatto qualitativo sul lavoro del giudice

Dall’analisi qualitativa svolta11 emerge come il progetto di sperimentazione dell’Ufficio

per il Processo attraverso l’introduzione degli stagisti sia stato molto apprezzato: il 94%

dei giudici ritiene infatti il progetto complessivamente ottimo o buono.

Il grafico 1 evidenzia le valutazioni dei giudici in merito a vari fattori del progetto,

aggregando il valore delle due valutazioni superiori (ottimo e buono).

Grafico 1- Valutazione dei giudici

L’88% dei giudici ritiene che il progetto abbia determinato un miglioramento delle

proprie attività, miglioramento che dettaglieremo di seguito con il grafico 2. Interessante

osservare che non si correla con altrettanta evidenza l’aumento della propria produttività

con il progetto stesso, nonostante si dichiari che le capacità degli stagisti assegnati siano

state molto buone (76%).

L’aspetto della produttività, che è confermato in modo chiaro dall’analisi quantitativa, è

connesso dai giudici soprattutto a fattori specifici del proprio ruolo, a contingenze della

                                                                                                                         11   Il progetto ha coinvolto dal 2008 al 2012 19 giudici civili del Tribunale di Firenze. Come già ricordato nella nota metodologica, il 90% degli interessati ha risposto a questionario qualitativo e circa il 40% si è reso disponibile per un’intervista approfondita, pertanto le valutazioni di impatto che di seguito presentiamo riteniamo abbiano una rappresentatività ed attendibilità molto elevata.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Valutazione complessiva

Capacità stagisti Miglioramento attività Aumento produttività

Valutazione dei Giudici

ottimo

buono

media

poco

per niente

94%  

76%  

88%  

48%  

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pag. 39 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

sezione e considerato un effetto indiretto dell’affiancamento dello stagista. In qualche

modo bisogna quindi rilevare come la percezione diretta risulti differente dal dato

statistico aggregato, che pertanto aumenta ancor più il proprio valore.

Il grafico 2 mostra l’utilità dichiarata dai giudici rispetto al progetto in generale (per

semplicità di lettura in evidenza le risposte “molto” e “abbastanza”).

Il 70% dichiara come utilità maggiore il miglioramento dell’organizzazione del proprio

ufficio, aspetto correlato alle attività di raccordo con le cancellerie assegnata agli stagisti.

A seguire il 69% afferma un’utilità riscontrata nell’aumento delle sentenze contestuali e il

61% nell’aumento dei provvedimenti in udienza, dato questo che anche l’analisi

quantitativa evidenziava con chiarezza. Gli ultimi due aspetti sono evidentemente

correlati alle attività che gli stagisti svolgono come assistenti di udienza. Tali attività

consentono quindi una gestione migliore dell’udienza e la possibilità di definire con

sentenze contestuali e/o emettere altri provvedimenti (avendo preparato e studiato

approfonditamente il caso).

Grafico 2- Utilità del progetto per i giudici

38% 35% 31%

25% 25% 25%

13% 13% 7%

31% 35% 31%

44%

25%

44%

13%

50%

7% 0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

Utilità del Progetto

Molto Abbastanza

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pag. 40 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Al contrario la presenza di un’assistente non ha un impatto rispetto alla riduzione delle

udienze o lo smaltimento delle cause più risalenti, aspetti che sono correlativi a scelte

organizzative di sezione o del singolo giudice. La riduzione delle pendenze è considerata

un’utilità indiretta, che si verifica in correlazione all’aumento delle produttività, ma

evidentemente può avere molte altre cause (ad esempio diminuzione delle

sopravvenienze). Ricordiamo che tale dato, rappresentato dall’indice di smaltimento,

dimostra che vi sono performance migliori per i giudici con stagista a parità di andamenti

“meno favorevoli” per tutta la sezione.

Effettuando un focus sulle attività assegnate dai giudici, già analizzate nel precedente

capitolo, è interessante correlarlo all’utilità che le stesse attività rappresentano per i

giudici.

Il grafico 3 mostra infatti le attività maggiormente assegnate, affiancate dalla barra rossa,

che evidenzia quanti giudici ritengono quell’attività molto utile12.

Nella tabella 1 ricordiamo la suddivisione delle attività in: pre- post e durante l’udienza,

attività di collaborazione con il giudice ed attività di affiancamento all’utilizzo degli

strumenti PCT.

Legenda co lor i at t iv i tà

Attività preparatorie dell'udienza

Attività in udienza

Attività successive all'udienza

Collaborazione alla formazione degli atti

del giudice

Utilizzo degli strumenti PCT

Tabella 1- Legenda.

                                                                                                                         12 Per il dettaglio dell’elenco delle attività corrispondenti si rimanda a pag 10 del presente rapporto, dove vi è la tabella completa con l’elenco delle attività.

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pag. 41 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Il grafico 3 mostra come le maggiori utilità percepite dai giudici siano nell’ambito delle

attività in udienza (E-F), in alcune attività di collaborazione alla formazione degli atti del

giudice (M-N) e nelle attività di utilizzo degli strumenti PCT (P).

Grafico 3- Attività assegnate dai giudici

Osservando nel dettaglio le attività (grafico 4) quelle utili risultano essere la redazione del

verbale di udienza, con o senza Consolle, e la scrittura in bozza dei provvedimenti.

Peraltro anche tale attività è strettamente correlata all’udienza, perché spesso si

preparano le bozze di provvedimenti da emettere in udienza, come l’aumento dei

provvedimenti in udienza grazie alla presenza dello stagista dimostra. Inoltre molto utile

è anche l’affiancamento nell’utilizzo di Consolle, utilizzata per la redazione degli stessi

verbali, per la predisposizione di bozze e l’intestazione delle sentenze. In alcune

interviste gli stessi giudici hanno dichiarato un utile scambio informativo con gli stagisti,

ragazzi giovani con elevata predisposizione all’utilizzo di strumenti informatici.

Bisogna qui rilevare che l’attività Q (affiancamento nell’utilizzo della Consolle

dell’assistente) risente, come già accennato, della diffusione di quest’ultima in via

sperimentale nel 2012 a soli 4 giudici ed una sua progressiva diffusione dalla fine del

2012 e nel 2013. Peraltro, come ricordato, l’utilità di tale strumento è stata così elevata da

5

3 2

1

10

12

4 5

0

6

2

5

9

7

1

8

3

0

2

4

6

8

10

12

14

16

A) B) C) D) E) F) G) H) I) J) K) L) M) N) O) P) Q)

Attività assegnate

UTILI

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spingere i giudici referenti del progetto a chiederne uno sviluppo a livello ministeriale,

sulla base della sperimentazione effettuata.

Grafico 4- Attività più utili per i giudici

Grafico 5- Attività più utili per i giudici in correlazione alle attività assegnate

Il grafico 5 mette in correlazione le attività più assegnate con quelle più utili, a conferma

che spesso il giudice assegna delle attività in considerazione della priorità formativa del

progetto per lo stagista, attività come la ricerca dottrinale e giurisprudenziale (N) o la

raccolta e selezione di massime (L). Tali attività, peraltro molto simili, si differenziano

rispetto alla specificità dell’attività L, che è relativa agli specifici provvedimenti e/o casi

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%

(F)Redazione verbale con consolle

(E) Redazione del verbale di udienza

(M) Bozza dei provvedimenti

(P) Affiancamento nell’utilizzo Consolle del giudice

(N) Ricerca dottrinale

(L) Raccolta e selezione massime giurisprudenziali

(A) Verifica fascicoli

(H) Raccordo con le cancellerie

Attività più utili per il giudice

63%

75%

75%

31%

31%

56%

44%

50%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

(A) Verifica fascicoli

(E) Redazione del verbale di udienza

(F)Redazione verbale con consolle

(H) Raccordo con le cancellerie

(L) Raccolta e selezione massime giurisprudenziali

(M) Bozza dei provvedimenti

(N) Ricerca dottrinale

(P) Affiancamento nell’utilizzo Consolle del

UTILI

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pag. 43 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

da discutere in udienza. Per tale ragione spesso i giudici la assegnano in correlazione

all’attività M, ovvero la delega a redigere bozze di provvedimenti.

Rispetto alle attività in cui le percentuali di assegnazione sono molto più alte di quelle

dell’utilità l’elemento determinate, come emerge dalle interviste e già evidenziato nel

capitolo 2, è la fase di apprendimento dello stagista, ovvero l’investimento in

affiancamento e formazione, che richiede del tempo prima di poter determinare un

ritorno in utilità effettiva. Pertanto è ipotizzabile che tali attività siano state assegnate, ma

non vi sia stato un riscontro di utilità in tutte le circostanze.

Inoltre emerge dalle interviste come per tutte le attività di supporto al giudice sia

richiesta un’elevata competenza e professionalità, che spesso gli stagisti non hanno

perché alla prima esperienza “lavorativa”, benché giudicati molto volenterosi e

competenti (ricordiamo il 76% di giudizio molto positivo del grafico 2).

Infine potrebbe essere oggetto di ulteriore approfondimento la capacità di

apprendimento stessa del giudice, che tende ad assegnare ed ad insegnare correttamente

lo svolgimento di attività più semplici e che non implicano una modifica

dell’organizzazione radicale del proprio lavoro (attività E-F-A)

Le attività infatti rispetto alle quali si evidenzia un’elevata corrispondenza fra

assegnazione ed utilità sono quelle di fatto già potenzialmente “delegabili” a personale di

cancelleria (la redazione del verbale di udienza, la verifica pre udienza del ruolo e dei

fascicoli ) e l’affiancamento nell’utilizzo dell’applicativo, nell’ambito del PCT.

3.3 Impatto sull’organizzazione e attività di cancelleria

 Dagli esiti del questionario proposto ai giudici possiamo esprimere anche una prima

valutazione di impatto complessivo del progetto. L’elemento che emerge come

discriminate per il buon andamento del lavoro del giudice appare proprio il momento

delicato dell’udienza. Avere un supporto in tale fase, supporto che peraltro sarebbe già

previsto nel ruolo del cancelliere, consente di avere un amento diretto in produttività ma

anche in qualità del proprio lavoro.

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Molti giudici affermano infatti che è la possibilità di gestire meglio l’udienza, nel

rapporto con le parti così come nel rapporto con la cancelleria ad assumere un valore

significativo. Affermazione confermata tanto dai risultati delle valutazioni generali (88%

miglioramento generale delle attività, come da grafico 1) quanto dalle interviste ai giudici

ed alle cancellerie.

Rispetto alla funzione organizzativa di “assistente del giudice” emerge come

discriminante la variabile della durata dello stage e della permanenza settimanale dello

stagista, senza considerare il profilo di responsabilità che non può essere applicato per gli

intervistati ad un ruolo ricoperto con finalità formative. Ritorneremo nelle conclusioni su

tale aspetto, che implica delle generali considerazioni rispetto alla sperimentazione ed ai

modelli organizzativi dell’Ufficio del Processo.

Pertanto è possibile ipotizzare che è proprio la funzione dell’assistente d’udienza quella

che può rappresentare un elemento di riuscita del modello organizzativo dell’ Ufficio del

Processo. Tale assistenza è quella che determina benefici ed utilità immediati, certamente

intesa in una dimensione molto ampia, non limitata alle mansioni di semplice assistenza

durante l’udienza. L’assistente d’udienza è grado di interfacciarsi con le cancellerie prima

e dopo la stessa udienza, così come in grado di studiare e preparare delle sintesi dei casi,

ovvero supportare il giudice rispetto ad alcune attività, assolvendo quindi anche parte

delle funzioni di supporto al giudice.

Importante rilevare come tale funzione organizzativa determini un valore aggiunto non

solo per il giudice, ma anche per le stesse cancellerie.

Dalle interviste effettuate emerge con chiarezza che laddove l’assistente di udienza segue

una logica di integrazione e presidio di tutte le attività correlate alla stessa udienza,

arrivando fino alla preparazione del ruolo stesso d’udienza, i benefici complessivi per il

sistema organizzativo sono molto elevati.

È in questo modello che difatti si realizza l’esempio più avanzato di sperimentazione di

Ufficio per il Processo, che lungi dall’essere una declinazione di “Ufficio del Giudice”,

pone al centro delle attività l’integrazione delle diverse funzioni organizzative a presidio

della buona riuscita del processo. La cancelleria non può essere esclusa da tale processo

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pag. 45 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

di innovazione e sperimentazione, poiché detentrice di specifiche professionalità

connesse alla gestione del fascicolo e di garanzia del procedimento. Purtroppo il

contesto di grave carenza di organico a fronte dell’aumentare dei carichi di attività rende

indispensabile sperimentare modelli organizzativi nuovi.

In questo contesto lo stagista assolve un ruolo organizzativo cruciale, come trait d’union

in grado di interloquire e lavorare sia con il giudice sia con il cancelliere rispetto alle

attività dell’udienza. Egli non è “portavoce” del giudice presso le cancellerie, assolvendo

pur importanti funzioni di raccordo (verifica delle problematiche rispetto ai fascicoli, alle

urgenze ecc.) ma è in grado di effettuare anche alcune funzioni di supporto alla

cancelleria finalizzando maggiormente le attività pre e post udienza. Si pensi alla

potenzialità di avere una stessa funzione che presidia la preparazione dei fascicoli

d’udienza, effettua le verifiche preliminari, assiste all’udienza, predispone bozze di atti,

predispone il verbale e lo deposita contestualmente anche grazie alle tecnologie PCT, ed

in particolare grazie allo strumento della Consolle dell’Assistente, che integra pienamente

la figura di supporto quale attore significativo del processo.

3.4 Impatto sul processo di informatizzazione: interazione con il PCT e l'uso di

Consolle con funzionalità assistente

Nella precedente analisi delle attività abbiamo più volte rilevato l’intreccio fra il progetto

di Ufficio per il Processo e il PCT. Come evidenziato nel modello di gestione degli

stagisti (paragrafo 2.2) il PCT rappresenta di fatto una modalità differente per svolgere le

attività proprie del giudice, dall’analisi del ruolo, alla scrittura dei provvedimenti fino allo

scambio di documenti ed atti con le parti. Se il PCT a regime potenzialmente incide su

ogni aspetto del lavoro del giudice, attraverso il questionario di analisi si è ritenuto di

indagare alcune attività specifiche, i cui risultati abbiamo presentato nei precedenti

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paragrafi. In particolare è stata richiesta ai giudici la ricorrenza nell’assegnazione delle

attività riportate dalla seguente tabella13:

F) Redazione verbale di udienza sotto dettatura con Consolle

I) Inserimento nell’archivio informatico (o in Consolle PCT, da quando

disponibile) dei documenti di avvocati e ctu

K) Intestazione delle sentenze, eventualmente anche con Consolle

P) Affiancamento nell’utilizzo degli applicativi del giudice (Consolle del

giudice)

Q) Utilizzo della Consolle dell’assistente per la redazione

Tabella 2. Attività PCT

Le attività della tabella 2 rappresentano un focus specifico, riportate nel grafico 6 rispetto

alla ricorrenza di assegnazione ed utilità percepita dal giudice.

Come già argomentato nei paragrafi precedenti, le attività rispetto alle quali c’è una

maggiore corrispondenza fra utilità percepita dal giudice e assegnazione effettiva sono

quelle redazione del verbale d’udienza, con il 75% di riscontro (attività F) e quelle

relative all’utilizzo della Consolle, con il 50% di utilità (attività P).

Grafico 6 – Focus sulle attività PCT

                                                                                                                         13  Per  la  lista  completa  delle  attività  e  la  relativa  analisi  si  rimanda  ai  paragrafi  2.2  e  3.2  del  presente  lavoro.  Ricordiamo  che  i  differenti  colori  fanno  riferimento  alla  classificazione  delle  attività,  come  riportato  nella  tabella  1  a  pagina  35.  

75%  

13%  

38%  

63%  

44%  

75%  

0%  

13%  

50%  

19%  

(F)  Redazione  verbale  con  Consolle  

(I)  Archivio  dati  e  documenti  (se  disponibile  con  PCT)  

(K)  Intestazione  sentenze  (se  disponibile  con  Consolle)  

(P)  AfGiancamento  nell’utilizzo  Consolle  del  giudice  

(Q)  Utilizzo  di  consolle  assistente  

Attività  PCT  UTILI   ASSEGNATE  

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pag. 47 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Le attività meno assegnate e percepite come meno utili sono invece connesse all’archivio

della documentazione, di fatto prevalentemente cartaceo e non informatico, e

sull’intestazione delle sentenze.

I dati rilevati sull’utilizzo del PCT e di Consolle vanno tuttavia ponderati con la

diffusione stessa dello strumento, che è iniziata nel 2010, e con il livello di sviluppo dello

stesso, che nel 2012 non copriva tutte le funzionalità attuali.

Analogamente si può riscontrare che l’attività di affiancamento con l’utilizzo della

Consolle dell’assistente (attività Q) ha un riscontro più basso (44%) proprio per una

diffusione dello strumento a partire solo da fine 2012, per cui non ha interessato tutti i

giudici oggetto d’indagine.

La Consolle con funzionalità assistente, in particolare, è stata introdotta in via

sperimentale nel 2012 per soli 4 giudici ed è stata progressivamente diffusa dalla fine del

2012 e nel 2013. Peraltro, come ricordato, l’utilità di tale strumento è stata così elevata da

spingere i giudici referenti del progetto a chiederne uno sviluppo a livello ministeriale,

sulla base della sperimentazione effettuata.

Poiché l’analisi in questa fase è stata di tipo longitudinale 2008- 2012, l’aspetto dell’utilità

del PCT in correlazione al progetto è emerso con chiarezza, ma non poteva avere la

preminenza che meriterebbe e che ha assunto negli ultimi anni. Per tale ragione si ritiene

che l’interrelazione fra PCT e sperimentazione dell’Ufficio per il Processo vada indagata

con un’analisi non longitudinale, che copra più anni, ma un’analisi approfondita su un

singolo anno di riferimento, in cui gli strumenti siano maggiormente consolidati.

In particolare riteniamo molto interessante non solo poter indagare come le attività del

PCT si inseriscono nell’ambito della sperimentazione, ma poter approfondire come le

potenzialità e il ruolo concreto dello stagista hanno influito nel sostenere la diffusione

del PCT e nello sviluppo dello stesso secondo prospettive che non si sarebbero

realizzate, se non probabilmente nell’interrelazione fra i due progetti.

La piena diffusione della Consolle dell’assistente si ha infatti nel 2013, proprio su forte

richiesta dei magistrati fiorentini referenti del progetto che ne avevano verificato le

potenzialità e grazie alla collaborazione della CCIAA di Firenze che ha fornito l’hardware

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necessario all’allestimento delle nuove postazioni di lavoro. Come già ricordato infatti, la

Consolle dell’assistente consente di integrare su piattaforma PCT la figura dell’assistente,

sia esso stagista o cancelliere, nell’espletare alcune tipiche attività di supporto (bozze

documenti, verbali ecc). Sperimentata a Firenze, laddove vi era una presenza strutturata

di assistenti stagisti e quindi un bisogno organizzativo concreto, essa ha rappresentato un

forte valore aggiunto per lo sviluppo del PCT anche in altri Tribunali, ove il PCT viene

utilizzato a valore legale per numerose procedure. In tali contesti, è interessante

osservare che proprio la disponibilità di uno strumento pensato per “l’assistente” ha

determinato l’opportunità di sperimentare diverse modalità organizzative del lavoro del

giudice.

Inoltre lo stesso PCT, nella sua logica integrata di funzionamento, implica delle

trasformazioni organizzative, abbattendo dei costi e modificando i profili di ruolo e le

attività di tutti i soggetti coinvolti. Pertanto lo strumento del PCT potrebbe determinare,

o aver già determinato, delle modifiche o dei rafforzamenti nelle funzioni organizzative

di supporto e quindi rispetto al modello complessivo di Ufficio del Processo fin qui

sperimentato e che merita pertanto di essere rivisto, rispetto alla piena funzionalità di

PCT.

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Capitolo 4. Risultati formativi per gli stagisti

Nel presente capitolo analizzeremo i risultati del questionario qualitativo sottoposto agli

stagisti14, speculare a quello dei giudici, i cui risultati abbiamo già commentato nel

precedente capitolo. I risultati enfatizzano l’approccio formativo del progetto da parte

degli intervistati, risultati qualificanti che in parte si correlano a quelli di sperimentazione

organizzativa sul modello dell’Ufficio per il processo.

Il grafico 1 mostra la valutazione complessiva del progetto, molto elevata sia per i

giudici, come ricordato nel precedente capitolo, sia per gli stagisti.

Grafico 1- Valutazione degli stagisti

Il grafico 2 evidenzia nel dettaglio gli aspetti di maggior soddisfazione:

• il 93% rispetto al percorso di formazione effettuato,

• l’88% l’approfondimento normativo,

• l’88 l’esperienza sulle prassi e organizzazione del giudice,

• il 75% l’esperienza sulle prassi e organizzazione del tribunale.

Si segnala, come evidente dal grafico, che nelle prime 3 risposte prevale in modo netto,

con percentuali oltre il 70% la risposta “ottimo”, nell’ultima la risposta si ferma al valore

del 40%, a conferma di una maggiore centratura degli stagisti rispetto all’attività di

                                                                                                                         14 Su 50 stagisti hanno risposto in 41, raggiungendo una copertura del campione dell’82%

94% 84%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Giudici Stagisti

Valutazione complessiva

Giudici

Stagisti

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pag. 50 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

formazione, di studio e di affiancamento al magistrato. Tale aspetto sarà maggiormente

confermato nel dettaglio delle risposte successive.

Grafico 2- Valutazione degli stagisti

Il grafico 3 mostra l’utilità percepita dagli stagisti, che raggiunge il 100% delle risposte

positive rispetto al proprio percorso formativo, l’83% rispetto alla professione attuale. I

due valori sono estremamente alti, tuttavia la differenza del 17% può essere in parte

spiegata con l’analisi della condizione occupazionale degli stagisti al momento dell’analisi,

come commenteremo a breve.

Grafico 3- Utilità per gli stagisti

76% 71%

78%

40%

17% 17% 10%

35%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Percorso di formazione

Approfondimento normativa

Esperienza su prassi e org. lavoro del giudice

Esperienza su prassi e org. del tribunale

Soddisfazione dell'esperienza di stage

Per niente

Poco

Media

Buono

Ottimo

100% 83%

95% 90%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Formazione Professione attuale

Utilità per il giudice

Utilità per la cancelleria

Utilità per gli stagisti

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pag. 51 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Grafico 4- Professione attuale degli stagisti

Il grafico 4 mostra chiaramente che fra gli intervistati permane la presenza di un elevato

numero di studenti (32%) ancora, che quindi non riescono ad esprimere una valutazione

pienamente positiva verso l’utilità professionale del progetto. Inoltre a soli pochi anni

dall’esperienza di stage, distanza variabile a secondo dell’anno di avvio nei 4 anni

analizzati, si riscontra un 26% di stagisti che lavora come dipendente o come avvocato

ed un 42% che svolge attività di collaboratore di studio o praticante. Tale aspetto dello

sbocco occupazionale connesso all’esperienza di stage sarebbe un aspetto da

approfondire ulteriormente, verificando un dato maggiormente consolidato (a due e a

cinque anni dalla chiusura dello stage) e comparandolo rispetto ad un contesto nazionale

e locale dove il livello di occupazione dei giovani neolaureati è davvero molto bassa.

Rispetto all’utilità generale percepita dagli stagisti, nel grafico 3 sono inoltre presentati i

risultati di ulteriori due domande, che focalizzano l’utilità dello stage svolto rispetto ai

giudici (95% utile) e rispetto alle cancellerie (90% utile). Tali risposte trovano riscontro

nelle attività effettivamente svolte dagli stagisti, come illustrate nel grafico 5, che presenta

Avvocato'13%'

Pra-cante/Collaboratore'

42%'

Studente''32%'

Dipendente'13%'

Professione)a+uale)stagis0)

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pag. 52 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

le 9 attività più svolte dagli stagisti, fra le 17 dell’elenco presentato a pagina 10 del

presente documento.

Tale elenco è lo stesso presentato ai giudici ed i cui risultati sono presentati nel paragrafo

sui modelli di gestione operativa degli stagisti così come nel precedente capitolo.

Grafico 5- Attività svolte dagli stagisti

Le attività maggiormente svolte, presentate nel grafico 5, corrispondono quasi

completamente con quelle assegnate dai giudici, tuttavia alcune differenze sono rilevanti,

imputabili in parte alla diversità del campione intervistato.15

Le attività maggiormente assegnate dai giudici (M-N-A-E-P) si ritrovano esattamente ai

primi posti delle attività maggiormente svolte dagli stagisti.

Nelle risposte degli stagisti non si afferma ai primi nove posti l’attività F, ovvero la

redazione delle sentenze con Consolle (volta comunque da ben 27 stagisti), perché come

precedentemente ricordato l’applicativo di Consolle è stato introdotto solo dal 2011,

quindi ha coinvolto di fatto meno stagisti, benché assegnata da molti giudici.

                                                                                                                         15 Il campione degli stagisti è molto più numeroso (41 stagisti-contro 16 giudici) quindi statisticamente più attendibile, tuttavia le domande poste, benché simili indagano due aspetti differenti. Da una parte si chiede ai giudici il loro fabbisogno e le attività assegnate, senza ponderare il numero effettivo di stagisti avuti dal singolo giudice (ci sono giudici che hanno avuto 1 stagista, altri che ne hanno avuti 10). Emerge quindi dalle loro risposte il modello tendenziale di gestione. Dall’altro si chiede agli stagisti le effettive attività svolte, avendo quindi una rilevanza maggiormente descrittiva.

31

32

34

35

35

36

38

29

30

0 5 10 15 20 25 30 35 40

(E) Redazione del verbale di udienza

(H) Raccordo con le cancellerie

K) Intestazione delle sentenze, eventualmente anche

(L) Raccolta e selezione massime giurisprudenziali

M) Redazione bozza dei provvedimenti

N) Ricerca dottrinale e giurisprudenziale

A) Verifica fascicoli con la cancelleria

(P) Affiancamento nell’utilizzo Consolle del giudice

Attività svolte

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pag. 53 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Come già ribadito, è stato particolarmente importante anche il ruolo della Camera di

Commercio, che dotando i giudici della seconda postazione PC, hanno consentito agli

stagisti di poter svolgere appieno numerose funzioni, precedentemente precluse per

mancanza degli strumenti hardware.

Altre attività svolte da molti stagisti l’attività B e l’attività K, rispettivamente, il riordino e

verifica degli atti del fascicolo e intestazione delle sentenze. Tali attività emergono meno

dal modello delle assegnazioni per singolo giudice, senza tuttavia doversi evidenziare

particolari difformità.

In generale bisogna sottolineare che le attività effettivamente svolte dagli studenti e

praticanti sembrano concentrarsi maggiormente nell’attività di supporto al giudice e nel

raccordo con le cancellerie per attività pre e post udienza, piuttosto che rispetto

all’attività d’udienza vera e propria, che comunque ha un riscontro elevato.

Emergono al contrario delle differenze significative rispetto alle utilità percepite, come

illustrano i grafici 6 e 7 (che mostrano rispettivamente il dato in valore assoluto e in

valore % correlato alle attività effettivamente svolte).

Grafico 6- Attività ritenute più utili dagli stagisti

Ad ottenere i maggiori livelli di utilità sono le attività scrittura in bozza dei

provvedimenti (M-utile per il 90% degli stagisti, ovvero 37 risposte positive). Quindi

14

21

14

16

28

37

30

6

12

0 5 10 15 20 25 30 35 40

B) Riordino e verifica atti del fascicolo

(E) Redazione del verbale di udienza

(H) Raccordo con le cancellerie

K) Intestazione delle sentenze, eventualmente anche

(L) Raccolta e selezione massime giurisprudenziali

M) Redazione bozza dei provvedimenti

N) Ricerca dottrinale e giurisprudenziale

A) Verifica fascicoli con la cancelleria

(P) Affiancamento nell’utilizzo Consolle del giudice

Attività più utili per gli stagisti

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pag. 54 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

l’attività di ricerca dottrinale e giurisprudenziale (N- 75%) e la raccolta e selezione di

massime (L- 68%).

Molto meno utili sono percepite le attività di verifica pre udienza (A- 6 risposte positive-

B 14 risposte positive) a conferma che tali attività sono percepite più come un aiuto al

giudice ed alle cancellerie (cfr. i risultati del grafico 3) piuttosto che parte integrante del

percorso formativo.

Lo stesso utilizzo della Consolle del giudice (attività P) è percepito utile solo da 12

intervistati. Ribadendo l’attenzione con cui vanno ponderati i dati su PCT nei 4 anni

oggetto d’indagine, tale tendenza appare evidente dal grafico 7, che correla l’utilità con le

attività svolte.

Grafico 7- Attività più utili in relazione alle attività assegnate

Le attività percepite più utili sono quelle di supporto al giudice, che ottengono valori fra

il 39% e il 90%). Unica attività correlabile al modello dell’assistente d’udienza è l’attività

di scrittura del verbale (E) che raggiunge un 51% di consensi. Ancora una volta i dati ci

confermano che l’approccio degli stagisti è fortemente orientato all’attività di studio,

strettamente connessa all’attività di assistente del giudice.

76% 78% 83% 85% 85% 88%

93%

71% 73%

34%

51%

34% 39%

68%

90%

73%

15%

29%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

B) (E) (H) K) (L) M) N) A) (P)

Attività assegnate/utili

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pag. 55 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Neppure le attività tecnologicamente avanzate, benché connesse al ruolo del giudice,

paiono rilevare un diffuso consenso (come ricordato l’attività P ha solo il 29% del

riscontro in utilità a fronte del 75% di assegnazione). Il dato andrebbe però ponderato

rispetto alla sola popolazione di stagisti praticanti avvocati (a differenza degli studenti),

per i quali emerge dalle interviste una grande utilità sia immediata nell’apprendimento

delle funzionalità PCT, sia successiva, poiché il 56% di loro dichiara che la formazione

PCT è stata utile per la loro professione.

Ad ottenere i maggiori livelli di utilità sono in ogni caso le attività maggiormente

assegnate, ovvero (N-M-L-E) a conferma di quanto l’inserimento degli stagisti viene

effettuato dai giudici in considerazione delle loro aspettative formative.

Come già sostenuto nel capitolo sull’impatto del progetto per i giudici, si denota una

forte attenzione dei magistrati alla finalità formativa dello stage, prima che connessione

alla sperimentazione del modello dell’ufficio per Processo.

Tale aspetto è evidente in correlazione alle differenti utilità fra magistrato e stagista,

come mostra il grafico 8.

Grafico 8- Valutazione dei giudici

Le alte utilità per gli stagisti (attività M-N-L) come appena ricordato si correlano ad

utilità relativamente più basse per i magistrati. Solo per fare un esempio l’attività di

51%

32%

34%

68%

29%

15%

34%

39%

90%

73%

63%

75%

31%

31%

50%

31%

25%

13%

56%

44%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

(E) Redazione del verbale di udienza

(F)Redazione verbale con consolle

(H) Raccordo con le cancellerie

(L) Raccolta e selezione massime

(P) Affiancamento nell’utilizzo Consolle del

A) Verifica fascicoli con la cancelleria

B) Riordino e verifica del fascicolo

K) Intestazione delle sentenze, eventualmente

M) Redazione bozza dei provvedimenti

N) Ricerca dottrinale e giurisprudenziale

Attività utili per stagisti e giudici

Giudici

Stagisti

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pag. 56 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

raccolta e selezione di massime (L) è un’attività utile per il 68% degli stagisti e solo per il

31% dei giudici. Questo perché, come emerge dalle interviste ai giudici, è un’attività che

richiede un elevato investimento in formazione da parte del giudice, attività che spesso

viene assegnata al termine del percorso di stage. Pertanto non sempre, per limiti di

tempo e permanenza dello stagista, il giudice può avere un ritorno diretto in utilità.

Al contrario per il magistrato risulta molto utile la redazione del verbale con Consolle (F)

così come la redazione del verbale in udienza (E). Le attività di raccordo con le

cancellerie per le attività di pre e post udienza si attestano a dei livelli intermedi di utilità

per entrambi (vedi attività B-H), seppur con della maggiori valutazioni positive per i

magistrati (attività A, verifiche pre-udienza utile per il 31%dei giudici contro il 15% degli

stagisti).

Rispetto ai modelli organizzativi di assistente d’udienza e assistente di studio,

indubbiamente lo stagista si ritrova pienamente nel secondo, pur tuttavia non potendo

espletare appieno le potenzialità del ruolo per evidenti limiti di esperienza e di

formazione.

È opportuno ricordare che praticamente tutti i magistrati (il 94%) valutano molto

positivamente il progetto nonché estremamente preparati gli stagisti stessi (74%)16che

prestano in modo completamente gratuito e senza alcuna forma di rimborso tale attività,

come ricordato nel capitolo 2.

I limiti che si evidenziano sono quindi limiti puramente funzionali ed organizzativi, che

dovrebbero essere presidiati e gestiti, qualora si volesse far evolvere e strutturare la

sperimentazione dell’Ufficio per il Processo.

Nelle conclusioni evidenzieremo ulteriori considerazioni in tal senso, con l’obiettivo di

prospettare degli spunti organizzativi quali potenzialità e criticità da presidiare relative al

progetto di Ufficio per il Processo sperimentato in questi anni presso il Tribunale di

Firenze.

                                                                                                                         16Confronta il grafico a pagina 30 del presente rapporto.

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pag. 57 di 60 Rapporto di ricerca sull’impatto dell’Ufficio per il Processo al Tribunale di Firenze 31 luglio 2013  

Capitolo 5. Conclusioni

I risultati di ricerca illustrati nel presente documento confermano un impatto molto

positivo della sperimentazione del modello di Ufficio per il Processo sia in termini

qualitativi sia quantitativi.

In particolare, dall’analisi quantitativa è emerso che i giudici affiancati da assistente

producono in media più sentenze dei giudici della stessa sezione che operano senza

affiancamento. Infatti, in media i giudici con stagista producono circa il 50% di sentenze

in più rispetto ai giudici senza, e in particolare depositano molte più sentenze contestuali,

oltre il doppio in alcuni anni. Migliore risulta la performance dei giudici con stagista rispetto

ad altri indicatori statistici: il 35% in più in media rispetto all’indice ricambio (rapporto

fra i procedimenti definiti e i sopravvenuti nell’anno) e il 23% in media in meno

rispetto alla durata media dei procedimenti. Anche tutti gli altri indici (smaltimento e

giacenza) evidenziano dei trend molto positivi, come abbiamo ampiamente descritto nel

primo paragrafo del terzo capitolo.

Dal punto di vista qualitativo, il livello di soddisfazione rispetto al progetto è

elevatissimo: del 94% fra i giudici e perfino del 100% fra gli stagisti, rispetto al percorso

formativo effettuato.

In conclusione è importante ribadire che il progetto ha infatti una valenza fortemente

formativa, in relazione al percorso di studio o alle aspirazioni professionali degli stagisti.

Tale aspetto formativo rappresenta un’eccellenza del progetto stesso, alla luce dei

risultati presentati nel terzo e quarto capitolo, e rappresenta un risultato parallelo alla

sperimentazione dei modelli organizzativi di Ufficio del Processo.

Rispetto a tale obiettivo prioritario, ovvero verificare l’impatto dell’inserimento di

personale in supporto al lavoro del giudice, come affermato nel capitolo 3, i dati

presentati dimostrano che tale ruolo è estremamente qualificante ed utile per il lavoro di

tutti (giudici, cancellerie ed utenti) e per l’efficienza del processo nel suo complesso. In

particolare sono state sviluppate e testate nella sperimentazione due funzioni

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organizzative molto rilevanti: l’assistente d’udienza e l’assistente di studio, con

mansioni e profili tendenzialmente sovrapponibili ma differenziate.

Rimandando per maggiori dettagli all’analisi effettuata, in conclusione è utile sottolineare

che in una fase sperimentale tali ruoli di assistente sono stati ricoperti dagli stagisti,

determinando un elevato valore aggiunto formativo per quest’ultimi, in particolare

rispetto alle funzioni tipiche dell’assistente di studio, con vocazione maggiormente tarata

sull’assistenza diretta al giudice, come dimostrato nel capitolo 3. Tale funzione è stata al

centro di recenti modifiche normative (art.73 ex L.98/2013) che hanno introdotto in

modo strutturato un percorso di tirocinio immaginato come significativamente

formativo negli uffici giudiziari, da porte effettuare solo a seguito della laurea in vista dei

percorsi lavorativi nelle professioni forense.

La presente ricerca dimostra che entrambe le funzioni hanno un impatto molto positivo,

ed andrebbero adeguatamente presidiate e strutturate da un punto di vista organizzativo.

Da un punto di vista della sperimentazione dell’Ufficio del Processo anche la funzione di

assistente d’udienza, non direttamente contemplata nell’art. 73 del D.L. 73/2013, ha

dimostrato di avere impatti positivi e sistemici sia sul lavoro del giudice sia delle

cancellerie.

Perseguire la valenza formativa dello stage è fondamentale, ma i dati mostrano degli

elementi di potenziale divergenza fra le priorità del modello organizzativo di Ufficio del

Processo e il progetto formativo ad esso correlato, ricordando ad esempio come

emergano le differenti utilità fra giudici e stagisti rispetto alle mansioni assegnate17. Una

tendenza evidente, confermata da tutte le interviste approfondite, è assegnare mansioni

meno utili, ma più compatibili con le esigenze formative dello stagista, che svolge un

ruolo a titolo gratuito e volontario. Inoltre in questa fase di analisi non sono stati

quantificati i costi dell’affiancamento e della formazione svolti dal giudice, che tuttavia

dichiarano un investimento importante in tal senso, senza considerare i costi gestionali

del progetto, già delineati nel secondo capitolo.

                                                                                                                         17 Confronta i dati del grafico 8 nell’ambito del capitolo 4.

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Alla luce di tali considerazioni si ritiene che una delle evidenze della ricerca rispetto al

modello di Ufficio per il Processo proposto sia il valore estremamente positivo

dell’inserimento di personale in staff al giudice con un ruolo di integrazione rispetto alla

fase di udienza. Tale valore potrebbe essere ancor più enfatizzato, riducendo i costi

diretti ed indiretti di gestione, se il ruolo fosse ricoperto con personale stabile e

qualificato, derivante dalla formazione dello stesso personale di cancelleria o

dall’immissione di nuove forze, valorizzando le esperienze di stage che rimangono un

progetto formativo specifico di alto valore.

Benefici indiretti del progetto e seconda fase della ricerca

L’aspetto del miglioramento quantitativo e qualitativo delle attività del giudice, non è

l’unico elemento distintivo del progetto. Abbiamo chiaramente sottolineato la valenza

formativa del progetto per gli stagisti. In chiusura riteniamo utile elencare altri aspetti di

beneficio indiretto, che sono oggetto di ulteriore approfondimento in una seconda fase

d’analisi attualmente in corso:

1. la formazione di una nuova cultura giuridica, basata sul dialogo e

comprensione dei reciproci ruoli, con particolare riferimento al beneficio di

formare i praticanti avvocati;

2. prima formazione di un indirizzo di sezione, attraverso la massimazione delle

sentenze;

3. capacità di apprendimento e scambio reciproco di conoscenze anche per i

giudici, con particolare riferimento alle conoscenze informatiche maggiormente

possedute dagli stagisti;

4. supporto informatico, formazione nell’uso degli strumenti informatici

anche alle cancellerie;

5. sviluppo degli strumenti esistenti (nell’ambio del PCT) in una logica di

funzionalità ed integrazione.

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Il primo punto rappresenta un beneficio di grande portata anche se di difficile

quantificazione. Tuttavia il suo valore rende ipotizzabile un approfondimento con

un’indagine trasversale rispetto all’inserimento professionale degli stagisti, aspetto in

questa fase trattato solo marginalmente.

Il secondo aspetto attiene alla formazione di una nuova cultura giuridica condivisa

nell’ambito della sezione e del tribunale, realizzata anche attraverso il supporto degli

stagisti nell’attività di massimazione delle sentenze.

Il terzo e quarto aspetto attengono al ruolo fondamentale rivestito dagli stagisti nella

diffusione e supporto ai giudici e cancellieri nell’utilizzo degli strumenti del PCT.

Infine, come rilevato al punto 5, rappresenta un portato indiretto della sperimentazione

dell’Ufficio per il Processo è stato evidenziare un bisogno organizzativo e funzionale,

rappresentato dal ruolo dell’assistente, dimostrarne l’utilità, accelerando quindi lo

sviluppo di ulteriori strumenti informatici, nell’ambito del PCT, quali la Consolle

dell’assistente.

Come tutti gli strumenti tecnologici esso rappresenta un elemento di integrazione

organizzativa, che permette la strutturazione del ruolo e della funzione, laddove esistente

o all’emergere della stessa, ove latente. Pertanto si potrebbe verificare, in una successiva

analisi, quanto la Consolle rappresenti un punto di arrivo della sperimentazione

fiorentina, i cui impatti sono da indagare a fondo, ma nel contempo un punto di avvio

per la diffusione di ulteriori modelli di assistenza al giudice sul territorio nazionale, per il

tramite della diffusione del PCT.