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Reg. T ribunale di I vrea N° 209 del 23 gennaio 2001 DIRETTORE RESPONSABILE Paolo Cas ir aghi SEGRETERIA DI REDAZIONE S &T s.c. a r.l. — Federica Donna Via Matteo Pes cator e, 2 10124 Torino Tel.: 011.812.67.30 Fax: 011.817.81.23 E-mail: [email protected] COMI T AT O DI R E DAZ I ONE F or tunato As pr ea Antonio Buzzigoli Andrea Fluttero Gianfr anco F r anci s cono Mas s i mo Gibin Fiorenzo Grijuela Mar io Lupo Loris Mauro Gianfr anco Moia Alber ta Pas quer o Gius eppe R ebur do Gianna Rolle Valeria Siliquini REDAZ I ONE DEGLI ART I COLI Giuliana Anziano F eder i ca Donna Angela Maz z occoli F eder i ca Pas qua Alber ta Pas quer o S OMMAR I O - Editoriale (a cura di Fiorenzo Gr ij uela) pag. 1 - L’innovazione tecnologica al servizio del Canavese ( a cur a di Angela Maz z occoli) pag. 2 - Poli di sviluppo e fabbisogni professionali nell'Eporediese: risultati di una ricerca ( a cur a di A. Maz z occol i) pag. 14 - Bandi pag. 19 - Convegni pag. 26 - Pubblicazioni pag. 29 - News dalla Commissione Europea pag. 34 - Varie pag. 40 Reg. T ribunale di Ivrea n. 209 del 23 gennaio 2001 ANNO I I I – N° 2 – Maggio/Giugno 2003 EDITORIALE di Fiorenzo Grijuela, Sindaco della Città di Ivrea Il Patto territoriale del Canavese è da tempo impegnato in un’azione di riflessione ed approfondimento su nuove opportunità da utilizzare e nuove strategie da perseguire per continuare ad implementare lo sviluppo locale durevole e sostenibile nei molteplici settori economico-produttivi che caratterizzano il territorio del Canavese, tanto da aver reso ormai usuale la sua caratterizzazione di “sistema territoriale multivocazionale”. La ricerca di nuove strade di sviluppo da perseguire appare tanto più importante in un momento come quello attuale in cui il territorio avverte segnali di stagnazione e crisi del proprio tessuto economico – produttivo, soprattutto per quanto riguarda le numerose piccole e medie imprese presenti sul territorio che accusano oggi, in uno scenario sempre più globalizzato, difficoltà a sopravvivere sul mercato in mancanza di investimenti in Ricerca ed Innovazione che ne incrementino produttività e qualità di prodotto. Tale situazione di crisi presenta conseguenze preoccupanti anche sul piano occupazionale. Il nodo principale è allora quello di ricorrere a nuovi strumenti per rilanciare gli elementi e le caratteristiche di attrattività del territorio del Canavese. A tale scopo la Città di Ivrea, in qualità di Soggetto Promotore del Patto territoriale del Canavese, ha affidato al Consorzio per il Distretto tecnologico del Canavese uno studio, finanziato dalla Provincia di Torino, dedicato alla disponibilità ed all’utilizzo sul territorio del Canavese di tecnologie, strumenti e metodologie per l’implementazione della Società dell’Informazione. L’idea sottesa allo Studio, cui è dedicato l’approfondimento principale della presente News, è quella di fare del Canavese un Polo di Eccellenza nel settore dell’ICT a partire dall’antica vocazione specifica in tal senso del territorio, creando una rete stabile di collaborazione reciproca tra le Agenzie di sviluppo esistenti, i numerosi Centri di Competenza tecnologica e le imprese locali, al servizio dello sviluppo di una vivace cultura imprenditoriale nei molteplici settori esistenti e di azioni di marketing territoriale. Il secondo approfondimento della News riguarda la presentazione dei risultati di una ricerca condotta dall’Assessorato alle Politiche del Lavoro e Sociali del Comune di Ivrea sul tema del fabbisogno di competenze professionali e di formazione del Canavese. Tale studio nasce dalla necessità di poter disporre di informazioni relative alle figure professionali presenti e richieste dal sistema produttivo locale al fine di avviare sul territorio del Patto azioni politiche coerenti con la domanda di competenze professionali e con l’offerta formativa. Scopo della ricerca, che ha interessato le imprese produttive nei settori Metalmeccanica, Informatica ed Edilizia localizzate nel territorio del Centro per l’Impiego di Ivrea, è l’individuazione dei profili professionali su cui appare prioritario oggi indirizzare gli interventi formativi. Le due ricerche intraprese evidenziano dunque la direzione verso cui il Patto territoriale del Canavese si sta avviando, ovvero quella di individuare, a partire dall’analisi della situazione economico-sociale, delle esigenze delle imprese e dei fabbisogni formativi, nuove strategie di sviluppo in grado di determinare azioni sinergiche ed interdipendenti tra imprese, centri di sviluppo tecnologico e sistema formativo locale al fine di sviluppare attività innovative e rendere il territorio più attrattivo per le imprese e più vivibile per le persone.

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Page 1: Reg. Tribunale di Ivrea n. 209 del 23 gennaio 2001 · ricerca condotta dall’Assessorato alle Politiche del Lavoro e Sociali del Comune di v r ea su l t m dfabb iogno i c op nz e

Reg. T r ibunale di I vrea N° 209 del 23 gennaio 2001 DI RET T ORE RES PONS ABI LE Paolo Cas iraghi S EGRET ERI A DI REDAZ I ONE S &T s .c. a r . l. — Feder ica Donna Via Matteo Pescatore, 2 10124 T or ino T el. : 011.812.67.30 Fax: 011.817.81.23 E-mail: [email protected] COMI T AT O DI REDAZ I ONE For tunato Asprea Antonio Buzzigoli Andrea Fluttero Gianfranco Franciscono Mass imo Gibin Fiorenzo Gr ijuela Mar io Lupo Lor is Mauro Gianfranco Moia Alber ta Pasquero Giuseppe Reburdo Gianna Rolle Valer ia S il iquini REDAZ I ONE DEGLI ART I COLI Giul iana Anziano Feder ica Donna Angela Mazzoccoli Feder ica Pasqua Alber ta Pasquero

S OMMAR I O - E di t or iale (a cura di Fiorenzo

Gr ij uela) pag. 1 - L ’innovaz ione t ecnologica al

s er viz io del Canavese (a cura di Angela Mazzoccoli) pag. 2

- P ol i di svi luppo e f abbis ogni pr of es s ionali nel l'E por edies e: r i s ul t at i di una r icer ca (a cura di A. Mazzoccoli) pag. 14

- B andi pag. 19 - Convegni pag. 26 - P ubblicaz ioni pag. 29 - New s dalla Commiss ione

E ur opea pag. 34 - Var ie pag. 40

Reg. T r ibunale di I vrea n. 209 del 23 gennaio 2001 ANNO I I I – N° 2 – Maggio/Giugno 2003 E DI T OR I AL E di Fiorenzo Grijuela, Sindaco della Città di Ivrea Il Patto territoriale del Canavese è da tempo impegnato in un’azione di riflessione ed approfondimento su nuove opportunità da utilizzare e nuove strategie da perseguire per continuare ad implementare lo sviluppo locale durevole e sostenibile nei molteplici settori economico-produttivi che caratterizzano il territorio del Canavese, tanto da aver reso ormai usuale la sua caratterizzazione di “sistema territoriale multivocazionale”. La ricerca di nuove strade di sviluppo da perseguire appare tanto più importante in un momento come quello attuale in cui il territorio avverte segnali di stagnazione e crisi del proprio tessuto economico – produttivo, soprattutto per quanto riguarda le numerose piccole e medie imprese presenti sul territorio che accusano oggi, in uno scenario sempre più globalizzato, difficoltà a sopravvivere sul mercato in mancanza di investimenti in Ricerca ed Innovazione che ne incrementino produttività e qualità di prodotto. Tale situazione di crisi presenta conseguenze preoccupanti anche sul piano occupazionale. Il nodo principale è allora quello di ricorrere a nuovi strumenti per rilanciare gli elementi e le caratteristiche di attrattività del territorio del Canavese. A tale scopo la Città di Ivrea, in qualità di Soggetto Promotore del Patto territoriale del Canavese, ha affidato al Consorzio per il Distretto tecnologico del Canavese uno studio, finanziato dalla Provincia di Torino, dedicato alla disponibilità ed all’utilizzo sul territorio del Canavese di tecnologie, strumenti e metodologie per l’implementazione della Società dell’Informazione. L’idea sottesa allo Studio, cui è dedicato l’approfondimento principale della presente News, è quella di fare del Canavese un Polo di Eccellenza nel settore dell’ICT a partire dall’antica vocazione specifica in tal senso del territorio, creando una rete stabile di collaborazione reciproca tra le Agenzie di sviluppo esistenti, i numerosi Centri di Competenza tecnologica e le imprese locali, al servizio dello sviluppo di una vivace cultura imprenditoriale nei molteplici settori esistenti e di azioni di marketing territoriale. Il secondo approfondimento della News riguarda la presentazione dei risultati di una ricerca condotta dall’Assessorato alle Politiche del Lavoro e Sociali del Comune di Ivrea sul tema del fabbisogno di competenze professionali e di formazione del Canavese. Tale studio nasce dalla necessità di poter disporre di informazioni relative alle figure professionali presenti e richieste dal sistema produttivo locale al fine di avviare sul territorio del Patto azioni politiche coerenti con la domanda di competenze professionali e con l’offerta formativa. Scopo della ricerca, che ha interessato le imprese produttive nei settori Metalmeccanica, Informatica ed Edilizia localizzate nel territorio del Centro per l’Impiego di Ivrea, è l’individuazione dei profili professionali su cui appare prioritario oggi indirizzare gli interventi formativi. Le due ricerche intraprese evidenziano dunque la direzione verso cui il Patto territoriale del Canavese si sta avviando, ovvero quella di individuare, a partire dall’analisi della situazione economico-sociale, delle esigenze delle imprese e dei fabbisogni formativi, nuove strategie di sviluppo in grado di determinare azioni sinergiche ed interdipendenti tra imprese, centri di sviluppo tecnologico e sistema formativo locale al fine di sviluppare attività innovative e rendere il territorio più attrattivo per le imprese e più vivibile per le persone.

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Anno III – N° 2 – MAGGIO/GIUGNO 2003 News del Patto Territoriale del Canavese

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- L’innovazione tecnologica al servizio del

territorio del Canavese

(a cura di Angela Mazzoccoli)

La Città di Ivrea, in qualità di Soggetto Promotore del Patto Territoriale del Canavese, ha affidato al Consorzio per il Distretto Tecnologico del Canavese il compito di redigere uno studio di “progettualità territoriale su tematiche relative alla disponibilità nel territorio ed all’utilizzazione di tecnologie, strumenti e metodologie per l’implementazione della Società dell’Informazione”, utilizzando a tale scopo i fondi assegnati dal Servizio Progetti Europei della Provincia di Torino.

Tale iniziativa s’inserisce in maniera coerente tra le azioni a favore dello sviluppo locale durevole che il Patto Territoriale del Canavese promuove fin dal suo avvio.

Il bilancio dell’azione del Patto è stato fino ad ora tale da consentire di scongiurare la grave difficoltà economica avviata alla fine degli anni Novanta. Se inizialmente le azioni intraprese hanno avuto una funzione di “tamponamento” alla crisi, ora il territorio Canavesano deve dimostrare di riuscire a proporre una propria strategia delineando scenari di sviluppo possibile che abbiano radici nella specificità di questo territorio e in coerenza con azioni europee, nazionali e regionali.

Un elemento ritenuto strategico dall’Unione Europea per il rafforzamento del ruolo locale nello scenario internazionale è la promozione e lo sviluppo della Società dell’Informazione e la diffusione dell’innovazione tecnologica nelle imprese e negli enti locali. Importante, quindi, per il territorio Canavesano, storicamente caratterizzato da una cultura improntata all’innovazione, chiarire il quadro di riferimento ed interrogarsi sulle possibilità di azione nell’immediato futuro.

Il CDTC ha consegnato all’inizio di maggio i risultati dello studio, di cui forniamo di seguito una sintesi.

Premessa

La Società dell'Informazione costituisce una sorta di terza rivoluzione industriale: i nuovi strumenti di comunicazione, trasmissione, elaborazione e utilizzo delle informazioni hanno attuato una trasformazione industriale simile a quelle

apportate dal treno o dall'elettricità, offrendo nuove opportunità e nuovi scenari di sviluppo.

A partire dagli anni Novanta, le nuove possibilità di gestione dell'informazione, oltre alle crescenti qualità di trattamento e velocità di trasmissione dell'informazione stessa, hanno dato vita ad una "nuova economia".

La cosiddetta new economy è frutto di ondate successive di innovazione tecnologica, iniziate negli anni '60 nel campo dell'hardware, proseguite poi con lo sviluppo dei software e culminate, negli anni '90, con l'introduzione dei browser commerciali per la navigazione in Internet.

Nella new economy, le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione rappresentano input e output fondamentali del sistema produttivo, indipendentemente dal settore di riferimento: le ICT ed il modello di utilizzo dell'informazione che queste introducono incidono su tutte le fasi del ciclo economico, dall'organizzazione aziendale e del lavoro, al ciclo di vita del prodotto, all'accesso a banche dati e servizi in rete, a nuove modalità di comunicazione e consumo.

Il concetto di Società dell'Informazione nasce da quello di "new economy" come generalizzazione degli effetti di una trasformazione che dal settore economico investe anche quello sociale e culturale. Il termine è stato utilizzato per la prima volta nel 1993, nel Libro bianco dell’Unione Europea su crescita, competitività e occupazione, il cosiddetto "rapporto Delors", in cui si suggerisce di sostituire il concetto di "autostrade dell'informazione" proposto negli Stati Uniti, con quello di "Società dell'Informazione" che meglio rispecchia le trasformazioni sociali, oltre che economiche, in corso a livello mondiale.

Il potenziale offerto dall'interscambio rapido ed efficace di dati tra individui e tra organizzazioni, indipendentemente dai limiti temporali o geografici, disegna nuovi modelli sociali, economici e culturali, al centro dei quali vi è lo scambio di conoscenza. Nella Società dell'Informazione, la merce più preziosa è quindi l'informazione, che diventa l'elemento chiave che caratterizza la maggioranza dei processi economici e sociali. L'informazione diventa il quarto fattore della produzione, accanto al capitale, al lavoro e alla terra, e la capacità di immagazzinarla, analizzarla e trasmetterla quasi istantaneamente, ovunque e a costi ridotti ne costituisce il valore aggiunto. Il paradigma economico della perfetta informazione si sposta quindi dall'avere accesso all'informazione alla capacità di usarla al meglio.

La diffusione della Società dell’Informazione consente di ripensare in termini diversi al territorio, ad iniziare dalle modalità dello sviluppo locale e dalla influenza che tale diffusione può

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avere sui processi insediativi residenziali e produttivi.

Nel secolo scorso le esigenze produttive e la necessità da parte dei cittadini ed imprese di accedere a servizi di tipo urbano hanno modificato sostanzialmente le tradizionali forme insediative producendo fenomeni di agglomerazione urbana e lo spopolamento di territori marginali. In seguito, grazie al progresso del settore dei trasporti, che ha consentito la crescita dell’accessibilità e la riduzione della frizione dello spazio, si sono diffuse modalità insediative di tipo dispersivo.

Negli anni Ottanta era opinione diffusa che le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, in virtù della loro capacità intrinseca di annullare la frizione dello spazio, e quindi della loro possibilità di favorire la dispersione insediativa, avrebbero portato alla formazione di uno spazio equipotenziale. Le nuove manifestazioni urbane si sarebbero diffuse sul territorio senza soluzione di continuità. L’idea di fondo era che le nuove tecnologie avrebbero creato, per così dire, uno spazio virtuale, che, sovrapponendosi a quello fisico, ne avrebbero annullato, o quanto meno ridotto, i condizionamenti e i vincoli, pur mantenendone il sistema delle relazioni socioeconomiche e funzionali.

In realtà lo spazio virtuale presenta delle specificità proprie e si combina con quello fisico, dando luogo ad uno spazio “ibrido”, le cui forme spaziali, e le cui implicazioni territoriali, possono essere anche molto diverse. L’impatto delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione sulla localizzazione delle attività e sulla strutturazione degli insediamenti crea, accanto ad effetti diffusivi, anche particolari effetti di addensamento, di tipo nodale o arteriale. L’organizzazione territoriale delle reti di nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione privilegia alcuni ambiti (quelli che prima e meglio si attrezzano, che si configurano come catalizzatori di ricerca, che riescono a fare “sistema”) escludendo le aree più periferiche e/o meno competitive dal punto di vista socio economico e/o territoriale. La promozione e la diffusione dell’innovazione tecnologica e della comunicazione si configura, oggi, come l’elemento cardine della competitività di un territorio.

Di estrema importanza è, pertanto, la necessità di una pianificazione dello sviluppo della società dell’informazione che cerchi di pervenire ad una visione condivisa sullo sviluppo di un territorio, che non sia soltanto di tipo tecnocratico, e che cerchi di coinvolgere il maggior numero possibile di attori.

La diffusione dell’innovazione

Tradizionalmente la diffusione di un’innovazione tecnologica nel processo produttivo e nel sistema socioeconomico attraversa tappe successive costituite da: scoperta dell’innovazione, espansione o adozione crescente di questa, maturità o massima diffusione della stessa, fino al declino quando l’innovazione appare ormai obsoleta e sollecita l’avvio di ricerche per nuove tecnologie.

La particolarità del ciclo economico-produttivo che stiamo vivendo è che la tecnologia della comunicazione e dell’informazione è costituita da molteplici fattori innovativi la cui diffusione è di tipo discontinuo a secondo del tipo di tecnologia innovativa introdotta, nel senso che per alcuni prodotti tecnologici è molto vicino lo stadio della maturazione (ad esempio la telefonia mobile), altri sono in progressiva diffusione (uso di internet), infine per altri ancora non si è ancora superata la soglia dell’innovazione. La diversa modalità della diffusione dell’innovazione tecnologica incide fortemente sui livelli produttivi, così come evidenziato nella News lettera de La voce.info del 18 febbraio 2003 da Davieri e Tabellini “Europa: non bastano i cellulari per far crescere la produttività” in cui si evidenzia una situazione europea fortemente deficitaria nella diffusione dell’innovazione tecnologia, soprattutto se raffrontata agli Stati Uniti e al Giappone, tale da essere generalmente considerata una delle maggiori cause della riduzione della crescita della produttività europea.

L’Europa

Il ritardo europeo in termini di diffusione dell’innovazione è stato oggetto di attenta valutazione da parte del Consiglio d’Europa, riunitosi a Barcellona a marzo del 2002; in tale occasione si sono individuati i seguenti punti deboli:

1. Il livello di spesa in Ricerca e Sviluppo. Considerata l’Unione Europea nel suo complesso, la spesa attuale in Ricerca e Sviluppo raggiunge solo l’1,9% del PIL, contro il 2,7% negli USA e il 3% in Giappone. Ma il vero pericolo per l’Europa è che questo distacco si è amplificato nel corso dell’ultimo decennio.

2. Il livello di investimento delle imprese private. Le imprese dell’UE investono molto meno nella R&S rispetto ai loro concorrenti al di fuori dell’Unione. A differenza degli Stati

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Uniti, nell’UE solo metà della spesa pubblica per la R&S beneficia direttamente le imprese.

3. Le risorse umane In alcuni campi di ricerca in Europa manca il numero sufficiente di scienziati; ma il vero problema è la fuga all’estero dei laureati europei nelle discipline scientifiche. Proporzionalmente, ogni anno vengono conferite più lauree in discipline scientifiche in Europa che negli USA; tuttavia, gli organici dei settori della scienza e della tecnologia sono numericamente meno consistenti in Europa e il divario si sta ampliando: molti laureati in indirizzo scientifico lasciano l’UE o trovano lavoro in altri settori. Inoltre, negli USA gli impieghi in campo scientifico presso le imprese rappresentano l’83%, mentre in Europa lo stesso parametro raggiunge il 50%.

In merito alle diverse problematicità, il Consiglio europeo a Barcellona ha fissato tre obiettivi:

1. Portare la spesa per la ricerca agli stessi livelli dei nostri maggiori concorrenti: Stati Uniti e Giappone. L’obiettivo consiste nel portare entro il 2010 la spesa pubblica per la Ricerca e Sviluppo al 3% del prodotto interno lordo.

2. Mettere le imprese europee nelle condizioni di fornire i due terzi dell’aumento di spesa nella ricerca. Il finanziamento pubblico della Ricerca e Sviluppo deve essere usato in modo efficace per sostenere la R&S industriale, anche attraverso incentivi che possano incoraggiare l’investimento privato nella ricerca.

3. Indurre l’industria ad utilizzare più risorse umane alla ricerca al fine di far rientrare dall’estero i ricercatori europei e di attirare ricercatori stranieri.

Il perseguimento di tali obiettivi comporta per l’Europa la promozione di una politica dell’innovazione di nuova generazione il cui elemento cardine è costituito dall’integrazione perseguibile:

- a livello politico; per una crescita efficace dell’economia europea è necessario che l’innovazione sia integrata più profondamente a tutte le aree politiche che interessano le imprese innovative. È necessario che l’innovazione, considerata una politica

orizzontale, sia integrata con una serie di settori politici verticali;

- a livello territoriale;

oltre al coordinamento a livello europeo, è ritenuto strategico il rafforzamento del ruolo locale attraverso la costituzione di agenzie nazionali, regionali e locali incaricate di incoraggiare l’innovazione nella loro area di competenza e di scambiare le conoscenze acquisite con i loro corrispondenti in tutta Europa.

I principali strumenti predisposti dall’Unione Europea per il conseguimento degli obiettivi individuati sono:

• Il VI Programma Quadro di ricerca dell’Unione Europea.

Il Programma Quadro è lo strumento principale dell’UE per il finanziamento della ricerca e della diffusione dell’innovazione in Europa. Istituiti nel 1984 i Programma Quadro coprono un periodo di cinque anni; il VI P.Q. interessa il periodo 2002 – 2006 ed è diventato operativo dal 1° gennaio 2003.

Una parte cospicua delle attività del VI PQ relativa all’innovazione riguarda la costituzione di reti trans-regionali, trans-settoriali ed interdisciplinari tra gli enti pubblici, i soggetti economici e le parti sociali, ossia le componenti dell’ambiente europeo dell’innovazione.

Al fine di contribuire allo sviluppo delle PMI nella società della conoscenza e all’utilizzo del loro potenziale economico in un’Unione europea allargata ed integrata, il VI Programma Quadro incoraggia la partecipazione delle PMI, comprese le piccole imprese, le microimprese e le imprese artigianali, a tutte le aree di intervento del VI Programma Quadro e a tutti gli strumenti individuati. Le PMI sviluppatrici di tecnologie possono partecipare alle azioni svolte nelle aree tematiche prioritarie attraverso reti di eccellenza, progetti integrati e progetti di ricerca specifici mirati. Ad esse è destinato il 15% del bilancio stanziato. Le PMI sono, inoltre, beneficiarie esclusive delle “Attività orizzontali di ricerca delle PMI” che assumono forma di Progetti di Ricerca Cooperativa-CRAFT (Cooperative Research Action For Technology) e Progetti di Ricerca Collettiva. Nel primo caso alcune PMI (almeno tre di due paesi diversi) possono affidare una parte significativa delle attività

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di ricerca scientifica e tecnologica a centri di RST, oppure PMI innovative e ad alto contenuto tecnologico possono agire come esecutori di RST in cooperazione con centri di ricerca ed università. Nel secondo caso i Progetti di Ricerca Collettiva sono attuati da esecutori di RST per conto di associazioni o raggruppamenti industriali, nei quali la presenza delle PMI è particolarmente significativa, al fine di espandere le conoscenze scientifiche e tecnologiche e il livello generale di competitività.

• eEurope: una società dell’informazione per tutti

eEurope è un'iniziativa politica intesa a garantire che l'Unione Europea approfitti dei cambiamenti in atto grazie alla società dell'informazione e ne tragga i massimi vantaggi per le generazioni future, cogliendo l’opportunità offerta dalla diffusione dei sistemi innovativi di comunicazione.

I principali obiettivi di eEurope sono i seguenti:

− fare in modo che ciascun cittadino, ciascuna abitazione, scuola, impresa e amministrazione entri nell'era digitale e disponga di un collegamento on-line;

− creare in Europa una padronanza degli strumenti dell'era digitale, con il sostegno di una cultura imprenditoriale pronta a finanziare e a sviluppare nuove idee;

− garantire che l'intero processo abbia luogo con la partecipazione di tutti, rafforzi la fiducia dei consumatori e potenzi la coesione sociale.

Un passo decisivo nel processo d’integrazione dell’azione europea per lo sviluppo della società dell’informazione è stato compiuto in occasione del Consiglio europeo straordinario di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000, nel corso del quale si è ribadita la volontà di costruire politiche pubbliche comuni in favore della crescita di una Società dell’informazione inclusiva.

Il progetto eEurope ha stimolato l’azione degli Stati Membri. Il 16 giugno 2000 l’Italia ha presentato il Piano d’Azione per la Società dell’Informazione, da cui sono scaturite iniziative diverse a livello nazionale e regionale:

- i Piani di e-governement articolati anche a livello regionale; la Regione Piemonte

ha elaborato un proprio piano per realizzare un nuovo modello di sviluppo e gestione dei servizi attraverso la Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione piemontese (RuparPiemonte)

- i Centri Regionali di Competenza per l’e-governement e la Società dell’Informazione. Si tratta di una struttura composta da operatori dei diversi livelli del governo regionale e locale che ha la finalità di affiancare e facilitare l’azione delle Autonomie Locali tesa ad innovare i servizi ed a sviluppare piani e progetti di e-govenment e della Società dell’Informazione.

• i Fondi Strutturali

Un ulteriore impulso alla diffusione della Società dell’Informazione e del trasferimento tecnologico ha dato l’Europa nei Regolamenti comunitari relativi ai Fondi strutturali 2000-2006, in cui considera l’ingresso nella Società dell’Informazione una precondizione per la competitività regionale e si impegna a promuoverla e diffonderla ricorrendo alle seguenti iniziative:

- promuovere la ricerca per lo sviluppo e l’impiego di nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione

- istituire e conservare un quadro di norme e di standard che stimolino la concorrenza

- promuovere lo sviluppo di applicazioni e di contenuti, sostenendo iniziative volte ad incoraggiare i cittadini europei a fruire della società dell’informazione ed a parteciparvi

la Regione Piemonte ha fatto propri gli obiettivi comunitari dando ad essi grande risalto nella predisposizione dei documenti di programmazione dei fondi strutturali riferiti sia all’obiettivo 2 che all’obiettivo 3:

- Il Programma Operativo Regionale 2000-2006. Fondo Sociale Europeo – Obiettivo 3

L’Asse D del POR ha come obiettivo la “promozione di una forza lavoro competente, qualificata e adattabile, dell’innovazione e dell’adattabilità nell’organizzazione del lavoro, dello sviluppo dello spirito imprenditoriale, di cognizioni che agevolino la creazione di posti di lavoro nonché della

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qualificazione e del rafforzamento del potenziale umano nella ricerca, nella scienza e nella tecnologia”. Nello specifico la Misura D.4 ha come obiettivo operativo il rafforzamento del settore della ricerca e sviluppo finalizzata alla promozione del sistema delle imprese e l’incremento dell’imprenditorialità basata sulle competenze scientifiche e tecnologiche. L’economia dell’informazione comporta, infatti, l’aumento della centralità delle conoscenze tecniche e della scienza. Questo favorisce l’espansione della classe degli esperti: per vivere e lavorare nella Società dell’Informazione sono necessarie conoscenze incrementali e la formazione, finora relegata alla parte iniziale della vita, dovrà espandersi sul suo intero arco.

- Il Documento Unico di Programmazione della Regione Piemonte 2000-2006. Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – Obiettivo 2

La Misura 2.4 “Valorizzazione della ricerca scientifica al fine di promuovere il trasferimento tecnologico e sviluppo della società dell’informazione” ha come obiettivo strategico lo “sviluppo di un sistema permanente di scambio bidirezionale tra gli organismi di ricerca e le imprese, sia in relazione alle tecnologie da utilizzare che alle competenze delle risorse umane coinvolte, dando vita ad attività permanenti di informazione, promozione, orientamento e supporto alla creazione di concessioni stabili tra i due ambiti, nonché interventi mirati per una maggiore diffusione delle applicazioni informatiche e telematiche presso tutti i soggetti del sistema economico piemontese”.

L’Italia

Certamente preoccupante, anche nel confronto con gli altri stati europei, è la situazione italiana caratterizzata da una generale stagnazione e da una diffusione della ICT a livelli molto bassi.

Fondamentalmente tre sono gli elementi che pesano sulla situazione italiana:

1. l’abbandono del nostro Paese da parte dei ricercatori; la cosiddetta fuga dei cervelli

2. la scarsità delle risorse finanziarie messe a disposizione per la ricerca e lo sviluppo

3. la perdita di competitività del nostro tessuto industriale segnato da una consistente riduzione della nostra quota nell’ambito del commercio mondiale.

L’investimento nella ricerca ha due attori: lo Stato e le imprese. In Italia gli investimenti pubblici coprono il 65% dell’investimento complessivo lasciando ai privati il 35%; in Paesi come la Germania e gli USA la proporzione è invertita. Manca, quindi, un significativo impegno da parte delle imprese private.

Ciò ha molte cause. Sicuramente la mancanza di adeguati incentivi alla ricerca da parte dello Stato, una politica diversa, anche economica, che trattenga i ricercatori presso le imprese, la caratteristica del sistema produttivo italiano: in Italia il 95% del PIL è prodotto da piccole e medie imprese. In queste aziende prevale la convinzione che per emergere occorre soprattutto lavorare più degli altri, avere inventiva, intraprendenza commerciale, essere tempestivi nell’adattare o comunque nell’importare l’innovazione altrui. Sotto questo profilo l’Italia ha raggiunto risultati straordinari. Ma ciò espone l’economia del Paese a contraccolpi pericolosi, perché senza la grande industria e, comunque, senza industrie di riferimento si è più deboli nelle congiunture sfavorevoli. Il modello delle Piccole imprese non favorisce gli investimenti nella ricerca che in genere danno risultati solo a medio e lungo termine. Ci sono traguardi che non si possono raggiungere puntando solo sulla rapidità e sull’inventiva, perché richiedono progettazione, capitali adeguati, risorse intellettuali e soprattutto tempo.

Fare una politica di ricerca efficace significa avere una efficace politica industriale. Ciò significa tener conto delle caratteristiche dimensionali ed organizzative delle imprese, quindi sostenere la crescita tecnologica delle medie imprese, dei distretti industriali, delle grandi imprese che ancora rimangono nel Paese. Significa, inoltre, dare impulso ad agenzie locali che promuovano la diffusione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico favorendo la diffusione epidemica del processo innovativo.

Il Piemonte

In una situazione di relativa sofferenza del Paese il Piemonte emerge per una consolidata attenzione e investimento nella Ricerca e Sviluppo. Se si considera il valore assoluto delle spese totali effettuate in Italia in R. & S (cioè quelle effettuate dalle imprese e dalla pubblica

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amministrazione) il Piemonte copre quasi il 14% delle spese e il 12% degli addetti italiani alle attività di R. & S.

Innanzitutto è da rilevare il fatto che il Piemonte è la prima regione italiana per spese in R&S effettuate dalle imprese.

Il Piemonte inoltre conta, tra le regioni del Nord Ovest, una forte presenza di imprese innovative. Un dato significativo è quello relativo alla distribuzione dell’occupazione manifatturiera e del terziario nei settori high-tech. Un’analisi Eurostat del 2001 posiziona il Piemonte tra le prime dieci regioni europee nella quota percentuale di occupazione nei settori high-tech manifatturieri (sul totale dell’occupazione), con un valore pari a 14,3% paragonabile alle regioni tedesche Mittelfranker (14,9%) e Niedebayern (13,6%).

In tale contesto emerge la specificità della provincia di Torino evidenzata dalla ricerca “Il settore ICT in provincia di Torino. Dinamiche e sviluppo del settore” (novembre 2001) promossa dall’Unione industriale di Torino e condotta dal Dipartimento di Sistemi di Produzione ed Economia dell’Azienda del Politecnico di Torino in collaborazione con il Reparto Studi della Camera di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura di Torino. La ricerca sottolinea la solidità del settore ICT alla fine del 2001 che comprendeva circa 6.600 imprese attive con 53.400 addetti, pari al 6% dell’occupazione complessiva provinciale. Tale consistenza “evidenzia anche una specifica capacità di sviluppo, con un tasso medio di crescita del numero delle imprese nel quadriennio 1998-2001 del 9,65%”. La ricerca costituisce la base informativa di un processo di attivazione sul territorio della provincia di Torino di un vero e proprio Distretto industriale dell’ICT, che vede nella costituzione della Fondazione Torino Wireless il suo primo atto formale. Compito della Fondazione Torino Wireless è quello di costituire nel capoluogo piemontese un nuovo polo di rango europeo nelle ICT curando la regia nella promozione e nello sviluppo del Distretto, con particolare riferimento alla creazione ed accelerazione di nuove imprese di alto livello tecnologico nel campo delle ICT.

Altro dato significativo che emerge dalla ricerca promossa dall’Unione Industriale di Torino è la localizzazione geografica delle imprese: “La maggior parte delle imprese resta situata a Torino e nella immediata periferia. Un secondo importante distretto, estremamente rilevante in termini di potenzialità di sviluppo, si rileva attorno alla città di Ivrea ed in generale nel Canavese. Infine, di minor entità ma degna di nota è una modesta concentrazione di imprese intorno all’abitato di Pinerolo”

Se la concentrazione delle imprese innovative nel capoluogo e nell’area metropolitana è motivata da un ambiente produttivo consolidato e dalla presenza di infrastrutture di comunicazione materiale (stradali e ferroviarie) favorevoli allo sviluppo industriale, per il Canavese non sono tanto le condizioni infrastrutturali (per altro carenti) del territorio quanto la presenza di un patrimonio culturale ed una predisposizione all’innovazione.

Puntare sull’innovazione per il Canavese significa ricongiungere il passato, rappresentato dall’Olivetti, che dell’innovazione aveva fatto il proprio elemento di eccellenza, e il futuro. Con questo orizzonte molte imprese hanno innovato le linee di produzione, l’organizzazione interna, l’approccio al mercato ed ai canali di distribuzione dei prodotti. Attraverso questa strada il sistema ha mostrato una notevole capacità di tenuta rispetto ai fenomeni di crisi, ma molto deve essere ancora fatto.

Il Canavese, che fare?

Un tessuto produttivo costituito prevalentemente da piccole e medie imprese presenta elementi di maggiore fragilità. Il periodo attuale è piuttosto delicato dal momento che i venti di crisi non hanno mai smesso di soffiare e toccano ancora l’informatica, le telecomunicazioni e l’elettronica con una flessione degli investimenti e forti tagli ai costi. Il rischio è un possibile impoverimento del tessuto produttivo Canavesano per la concentrazione delle attività nel Milanese.

I passi da fare per rafforzare il sistema presente devono sostanzialmente andare nella direzione di una maggiore diffusione dei sistemi innovativi presso le imprese già esistenti e nella creazione di ulteriori imprese innovative. Tale strategia è fondata su tre fattori fondamentali:

1. le caratteristiche dell’area

2. il sistema locale di riferimento

3. il modello di creazione d’impresa

Sulle favorevoli caratteristiche dell’area Canavesana e sul sistema locale di riferimento, una risposta esaustiva è fornita dalla storia degli ultimi sei anni di attività del Patto Territoriale del Canavese a favore dello sviluppo locale durevole.

Riguardo al modello di creazione di nuove impresa esso è condizionato dai seguenti tre elementi:

- l’Istruzione Superiore importante perché tiene conto della capacità dell’area di fornire adeguate risorse umane

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- la Ricerca che costituisce un indicatore della capacità innovativa di un territorio

- l’Impresa perché è importante la tradizione culturale imprenditoriale dell’area

In merito alla cultura imprenditoriale, il processo di deverticalizzazione del sistema produttivo non è stato sufficiente a mutare il carattere di elevata industrializzazione che tutta l’area continua ad avere e che indica la presenza di una significativa cultura imprenditoriale.

In merito agli altri due elementi, la specificità Canavesana può contare sul fatto che sul suo territorio operano eccellenti centri sia nella alta formazione professionale che nella ricerca nel campo dell’innovazione:

♣ Il Politecnico di Torino con sede decentrata di Ivrea, presente nella città dal 1989 con la Scuola Diretta a Fini Speciali in Microelettronica, dal 1992 con i Diplomi Universitari in Ingegneria Informatica e Ingegneria Elettronica ed infine dal 2000 con le Lauree di I° livello in Ingegneria Informatica, Ingegneria in Meccatronica e Ingegneria delle Telecomunicazioni.

♣ L’Università di Torino, presente ad Ivrea con i corsi di Laurea della Facoltà di Scienze Politiche e il corso di laurea di Scienze delle Comunicazioni, nonché un Corso di Informatica Applicata del Dipartimento di Informatica.

♣ I Centri Competenza di Ts Canavese la cui attività è rivolta alla ricerca e all’erogazione di servizi di trasferimento tecnologico all’industria manifatturiera del Canavese

♣ L’Istituto per le Ricerche di Tecnologia Meccanica RTM uno dei più importanti centri europei per l’applicazione industriale della tecnologia laser e sede di tre Centri di Competenza di Ts Canavese

♣ Il Bio Industry Park che ospita, accanto a imprese private, il LIMA (Laboratorio Integrato di Metodologie Avanzate), gestito in stretta collaborazione con l’Università di Torino ed il Centro di ricerca CNR

♣ Il Consorzio per il Distretto Tecnologico del Canavese che opera sul territorio per favorire lo sviluppo socio-economico dell’area tramite la realizzazione di

iniziative tendenti all’ottimizzazione delle risorse locali, pubbliche e private. Il CDTC è il promotore e coordinatore del Progetto TS Canavese e svolge azioni di implementazione di un processo di ammodernamento della Pubblica Amministrazione, che viene svolto attraverso diverse iniziative.

♣ Lo Sportello territoriale per la qualità e lo sviluppo della piccola e media impresa (C.S.Q.T.) con un Centro di servizi che aiuta la piccola e media impresa ad acquisire le necessarie certificazioni di qualità e che fornisce consulenza in merito all’innovazione tecnologica

I presupposti sono, dunque, tutti positivi; è necessario però operare al fine di rafforzare il sistema, consolidando la collaborazione tra imprese e tra queste e il sistema di ricerca ed innovazione e di formazione.

Alcune proposte operative

Il fulcro della competitività di una dimensione locale è rappresentata dalla collaborazione di imprese contermini. L’agglomerazione spaziale di insiemi di imprese genera esternalità positive e processi di apprendimento dinamico essenziali alla crescita del sistema; ciò dà luogo ad un sistema fisicamente integrato di attività connesse, in cui fondamentale è la cooperazione tra le stesse, cosa che consente una condivisione di servizi e un processo di specializzazione.

L’espressione migliore di tale sistema è rappresentato dai distretti industriali delle piccole e medie imprese. Il riconoscimento formale di un’area come distretto industriale consente di godere di particolari sostegni regionali ai progetti innovativi (nel caso del Piemonte sanciti dalla L.R. 24/97).

Affinché un’area possa essere qualificabile come distretto industriale è necessario che in essa siano riscontrati cinque criteri indicati con D.M. del 21 aprile 1993:

a. L'"indice d'industrializzazione manifatturiera" del distretto, rappresentato dalla quota di addetti dell'industria sul totale delle attività economiche del territorio. Esso deve superare di almeno il 30% l'analogo indice nazionale o quello regionale nel caso in cui quest'ultimo sia inferiore a quello nazionale.

b. La "densità imprenditoriale", costituito dal rapporto tra le unità manifatturiere e la

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popolazione residente, che deve essere superiore all'analogo indice nazionale.

c. La "specializzazione produttiva", costituita dal rapporto tra il numero di addetti occupati in una determinata attività manifatturiera e il totale degli addetti dell'industria manifatturiera dell'area. Anche in questo caso, l'indice deve superare l'analoga media nazionale di almeno il 30%. L'attività manifatturiera rientrante in questo parametro costituisce la classe di specializzazione e viene determinata secondo le attività previste nella classificazione ufficiale dell'Istat.

d. Il "peso occupazionale" locale dell'attività specializzata: il numero degli occupati nel settore di specializzazione deve superare il 30% del totale degli occupati manifatturieri dell'area.

e. L'"incidenza della Piccola Impresa": la percentuale di addetti in piccole imprese operanti nel settore di specializzazione deve essere superiore al 50% del totale degli addetti del settore stesso.

Un aspetto non secondario del decreto prescrive che l’individuazione dei distretti industriali debba essere fatta verificando la presenza contestuale dei vari indici richiesti.

La verifica contestuale di tali indici ha consentito di evidenziare nel territorio del Canavese solo tre unità territoriali configurabili come Distretti, tutti caratterizzati dalla stessa specializzazione produttiva nel settore metalmeccanico: i Distretti Industriale di Cirié-Sparone, di Forno Canavese e di Rivarolo-Pont Canavese.

I tre Distretti, data la loro contiguità e la omogeneità della caratterizzazione produttiva, al fine di rafforzare l’efficacia delle azioni di sviluppo locale che singolarmente avrebbero potuto mettere in atto, si sono costituiti in Distretto aggregato con la costituzione di un unico Comitato di Distretto.

Prefigurare un Polo di eccellenza

La rigida schematizzazione proposta nel decreto ministeriale del 1993 è stata oggetto di critiche in quanto è risultato difficile in molte realtà regionali trovare aree che avessero tutti i requisiti indicati. In alcuni casi un singolo indicatore ha impedito la rilevazione di significativi fenomeni di aggregazione.

È questo il caso del territorio del Canavese che si è visto riconosciuto solo una specializzazione produttiva, se pur importante, nonostante sia

complessivamente caratterizzato da una vivacità imprenditoriale diffusa in piccole e medie imprese.

La caratteristica peculiare del territorio Canavesano è la multivocazionalità produttiva che è sicuramente una ricchezza, anche se si è rivelata un handicap per la costituzione di un distretto industriale che abbracci l’intero territorio; tale caratterizzazione è determinata dalla presenza di una struttura industriale poliedrica che viene definita multifunzionale, con presenze significative in differenti settori strategici:

• il tessuto manifatturiero consolidato altamente specializzato nella meccanica, nell’elettronica e nell’elettromeccanica e comunque volto alla innovazione di prodotto

• la crescente rilevanza della filiera legata al settore automotive che vede l’accentuarsi della competizione delle singole imprese sia sul mercato nazionale che su quello internazionale

• un crescita progressiva, registrata negli ultimi anni, del settore delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni

• una dinamicità in settori innovativi come quello delle biotecnologie (con crescente attenzione al settore dei microdispositivi per analisi e diagnostica)

• la recente, ma già interessante, esperienza nel settore multimediale e dell’intrattenimento che trova una dimostrazione emblematica nel Centro di produzione Telecittà di San Giusto e nel progetto Millennium Canavese.

L’elemento trasversale che in parte già adesso funziona da “collante” alla multivocazionalità del territorio è costituito dalla propensione all’utilizzo dell’innovazione tecnologica.

L’elevato livello tecnologico che caratterizza la maggior parte delle imprese Canavesane può costituire l’elemento caratterizzante e determinante per la formazione di un diverso modello di valorizzazione, organizzazione e rilancio dello sviluppo locale di questo territorio, configurabile in un Polo di specializzazione produttiva.

La costituzione di un Polo di eccellenza produttiva, caratterizzato dalla diffusione di un alto livello tecnologico, non deve essere vissuta come una soluzione di ripiego rispetto al distretto industriale, per la cui formazione non si raggiungono i requisiti richiesti dalla legislazione vigente, ma deve essere perseguita con la consapevolezza che attraverso esso sia possibile tesaurizzare e valorizzare gli elementi positivi

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proposti dal modello dei distretti e, soprattutto, superarne i vincoli.

Infatti un Polo di specializzazione produttiva:

• Valorizza la presenza su un territorio circoscritto di una concentrazione di imprese connotate da vivacità imprenditoriale e predisposizione all’utilizzo di innovazione tecnologica la cui azione sinergica, se ben coordinata, può costituire la valida alternativa alla grande impresa leader nella definizione del polo produttivo.

• È caratterizzato da confini non troppo rigidi, come sono quelli che contraddistinguono i distretti; ciò può consentire una certa elasticità di aggregazione territoriale, anche variabile nel tempo.

• Può essere “modellato” sulle caratteristiche di un territorio che presenta mutevolezza negli aspetti morfologici, nella dotazione di infrastrutture materiali e nella specializzazione produttiva.

• Facilita il dialogo tra old e new economy. Il forte interesse per l’innovazione tecnologica costituisce già un legame con i settori produttivi considerati tradizionali; si pensi al settore della Meccatronica che rappresenta l’integrazione ideale tra la meccanica di precisione e l’elettronica. In tal senso esiste già un legame tra imprese innovative Canavesane e il Distretto aggregato specializzato nella metalmeccanica; la costituzione di un Polo di specializzazione può implementare azioni sinergiche con il Distretto già esistente non entrando in competizione con esso, ma completandolo e costruendo azioni di cooperazione.

• Facilita un dialogo costruttivo tra imprese di produzione e di servizio, nonché tra il sistema delle imprese e i Centri di ricerca detentori di competenze determinati per l’efficienza del sistema.

• Non entra in conflitto con il Patto territoriale ed i suoi organi di sviluppo, ma propone un modello di specializzazione e competitività per lo sviluppo locale del Canavese, contribuendo a rafforzare quell’”atmosfera sociale” che sostiene le iniziative di sviluppo locale ma che si attende nuove proposte che

valorizzino e facciano conoscere questo territorio anche a livello internazionale.

L’ipotesi di un Polo di specializzazione produttiva nel Canavese può trovare terreno fertile nelle peculiarità di questo territorio, contraddistinto da:

• un sistema produttivo caratterizzato da un consolidato utilizzo di innovazione

• una cultura del lavoro che ha consentito di affrontare e superare momenti di crisi delicati e difficili, proprio grazie al patrimonio di “saperi” di questo territorio

• un tessuto di centri di ricerca pubblici e privati in grado di sostenere la crescita competitiva delle imprese, grazie alla generazione e diffusione di conoscenze avanzate

• un sistema scolastico ed accademico di ottima qualità, scientifico, umanistico e tecnico-professionale, oltre ad una rete di centri di formazione professionale

• un ambiente favorevole allo sviluppo imprenditoriale e un’attenzione da parte di tutti gli attori socioeconomici allo sviluppo locale

• la presenza di un forte “collante” sociale e una capacità del territorio a dialogare con tutti gli attori coinvolti. Da questo punto di vista il Canavese è, forse, il territorio piemontese che ha maggiore esperienza in tal senso e che ha, grazie alla pratica della comunicazione e concertazione, ottenuto già risultati soddisfacenti superando non pochi ostacoli.

• la presenza di servizi e infrastrutture per la nuova economia digitale

• la presenza attenta di associazioni imprenditoriali e di categoria

• l’avvio di iniziative atte a facilitare i rapporti con gli istituti di credito.

La costituzione di un Polo di eccellenza produttivo si fonda sulla organizzazione delle imprese in rete, capaci di mantenere flessibilità ma, al tempo stesso, essere collegate ad un sistema compatto grazie a stretti rapporti tra le diverse componenti. Fondamentale in questa strategia è puntare all’accrescimento delle capacità competitive, anche internazionali, dando al rapporto reticolare l’appropriato supporto tecnologico. La nuova configurazione impone un elevato tasso di diffusione di innovazione. Ricerca, progettazione, gestione delle risorse,

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promozione e marketing, vicinanza e cura del cliente e dei mercati, logistica, sono tutti fattori decisivi per il successo aziendale, pertanto devono costituire i tasselli di piattaforme integrate.

Un sistema produttivo così caratterizzato ha maggiori probabilità di successo in quei territori in cui sono già attive strutture che producono le componenti della catena dei servizi digitali per l’e-business: l’hardware, il software, la comunicazione, l’integrazione dei sistemi per l’informazione, la sicurezza delle relazioni, la formazione all’utilizzo, il management dei sistemi. Il Polo produttivo ha bisogno di tutto questo; solo il completamento di una già importante offerta di base esistente a livello locale, facilita il salto di qualità da un sistema industriale classico ad un Polo di specializzazione.

Il Canavese ha tutte le carte in regola per proporsi come un Polo innovativo e dell’innovazione proprio perché può già contare su un consolidato settore delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni e su un humus di ricerca e competenza sull’innovazione raro in Italia.

Anima di un Polo di specializzazione produttivo deve essere una struttura di coordinamento che potrebbe configurarsi come “Agenzia di sviluppo locale”, in grado di proporre e coordinare le azioni a favore delle imprese, reperire risorse finanziarie e soprattutto garantire la comunicazione, il rafforzamento e la messa in rete dei numerosi Centri di Competenza tecnologica del territorio, e valorizzare le competenze delle risorse umane e del tessuto imprenditoriale locale.

In coerenza con l’esperienza sviluppata attraverso il Patto, non si intende proporre un’entità con una nuova personalità giuridica, quanto ottimizzare le attività, implementandole di nuove funzioni, delle Agenzie già operanti sul territorio, individuando tra di esse quale abbia già le caratteristiche per configurarsi come capofila, ruolo che deve essere riconosciuto da tutti gli attori, nonché promuovere la messa in rete e l’implementazione di servizi e risorse delle Agenzie esistenti.

Una tale struttura dovrebbe poter:

1) svolgere il ruolo di “Comitato coordinatore” 2) creare una rete per la diffusione

dell’innovazione tecnologica che, a scala diversa, interagisca con: - la rete tra le imprese locali - la rete tra le imprese e i centri di

competenza tecnologica locali - la rete tra Agenzie di sviluppo già

esistenti, Centri di competenza tecnologica locali e le imprese

3) croporsi come Soggetto unitario che funga da interlocutore con le istituzioni locali in materia di sviluppo locale e politica industriale

4) svolgere azioni di Marketing territoriale A partire da un’analisi del territorio che individui punti di forza (i settori dell’informatica, della meccatronica e dell’elettronica) e di debolezza (carenza di infrastrutture e di servizi alle imprese, piccole dimensioni delle imprese locali) del sistema economico Canavesano, l’Agenzia dovrebbe svolgere il necessario ruolo di guida e coordinamento, stabilendo correlazioni, coordinando gli sforzi, costruendo le sinergie, integrando le scelte fra i diversi attori impegnati sul territorio, per creare le basi dello sviluppo locale, della crescita economica e della competitività delle sue imprese. Quanto e con quali modalità la proposta della realizzazione di un Polo di specializzazione produttiva del Canavese sia realizzabile sarà possibile verificarlo quando sarà disponibile il “Testo Unico” sulle attività produttive della Regione Piemonte ancora in fase di definizione. Se un tale processo potrà essere avviato occorrerà approfondire sia gli aspetti di contenuto che quelli procedurali in tempi rapidi, al fine di costruire un collegamento stretto in termini di efficacia fra l’azione del Patto Territoriale e quella del Polo produttivo. Fonte: Città di Ivrea, Consorzio per il Distretto tecnologico del Canavese, “Studio di progettualità territoriale finalizzato all’utilizzo dei Fondi strutturali comunitari su tematiche relative alla disponibilità nel territorio ed all’utilizzazione di tecnologie, strumenti e metodologie per l’implementazione della Società dell’Informazione, realizzato con il contributo della Provincia di Torino” (aprile 2003)

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Poli di sviluppo e fabbisogni professionali nell’Eporediese. Risultati di una ricerca

(a cura di Angela Mazzoccoli)

Il giorno 10 maggio presso la Sala Dorata del Comune di Ivrea sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta dall’Assessorato alle Politiche del Lavoro e Sociali del Comune di Ivrea con la collaborazione di S.R.F. - Società Ricerca e Formazione di Torino, sul tema del fabbisogno di competenze professionali e di formazione del Canavese. La promozione di tale iniziativa da parte del Comune di Ivrea è stata intrapresa coerentemente con le diverse iniziative avviate dal Patto Territoriale del Canavese e in considerazione del ruolo che la Città ha assunto nel territorio Canavesano. Le motivazioni che hanno condotto ad un tale studio sono state sollecitate dalla necessità di poter disporre di informazioni relative alla situazione economica e sociale del territorio, con particolare riferimento alle figure professionali presenti e richieste dal sistema produttivo, al fine di cogliere suggerimenti per avviare azioni politiche coerenti atte a rispondere adeguatamente alla domanda di competenze professionali e di offerta formativa che il sistema locale può esprimere anche attraverso insediamenti di nuove attività. L’indagine ha interessato le imprese produttive nei settori Metalmeccanica, Informatica ed Edilizia localizzate nei comuni coperti dal Centro per l’Impiego di Ivrea. Il campo d'indagine è stato circoscritto a due filoni tematici:

- i poli di sviluppo e i processi di innovazione,

- i fabbisogni professionali delle imprese. La ricerca di un incrocio fra questi due percorsi costituisce l’obiettivo della ricerca, ovvero l'individuazione dei profili professionali su cui appare oggi prioritario indirizzare gli interventi formativi. La ricerca ha seguito un suo percorso di analisi indagando su cinque fonti di informazione privilegiati: • I dati Camera di Commercio (dicembre

2002) sulle imprese localizzate nell'area. Per ciascuno dei settori interessati i dati hanno fornito informazioni sul numero delle imprese localizzate nell'area, sulla loro natura giuridica e dimensioni (classi di addetti) e sulla natalità delle imprese negli anni 1996-2002.

• Un'indagine diretta su un campione di 60 imprese innovative, equamente distribuite fra i tre settori produttivi scelti per l’indagine, svolta mediante questionario telefonico.

La ricerca diretta sulle imprese ha fornito indicazioni dettagliate sui processi d'innovazione in atto e sui fabbisogni professionali delle imprese.

• I dati del Centro per l’Impiego d'Ivrea. Le informazioni ricavate, partendo dai dati puntuali sugli avviamenti e sulle caratteristiche degli avviati, hanno fornito indicazioni utili a delineare le caratteristiche di possibili figure professionali necessarie al futuro sviluppo locale, interessanti anche per una strategia formativa.

• Interviste a testimoni privilegiati dell'innovazione. L’indagine ha coinvolto rappresentanti di associazioni di categoria, sindacati, agenzie di formazione, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni.

• Quattro studi di caso su insediamenti produttivi considerati “poli di sviluppo" dell'economia locale: il Biopark di Colleretto Giacosa, Telecittà Studios di San Giusto Canavese, Mediapolis di Albiano d'Ivrea e le imprese farmaceutiche di recente insediamento nel bacino eporediese.

Un primo risultato, a carattere generale evidenziato

dalla ricerca fa emergere le seguenti caratteristiche del sistema produttivo eporediese:

- il profilo delle imprese attive è caratterizzato da una prevalenza di imprese di piccola e piccolissima dimensione

- i dati relativi ai due settori trainanti (il metalmeccanico e l’informatica-tlc) presentano un quadro per certi versi uniforme; una fortissima presenza di microimprese (l’80% costituito da imprese con meno di 5 addetti) ed un contemporaneo consolidamento (intorno al 10%) di imprese di media dimensione con classi di ampiezza tra 10 e 50 addetti

- l’analisi della nati-mortalità delle imprese segnala una maggiore stabilità delle imprese appartenenti al settore informatica-telecomunicazioni, contro una maggiore precarietà delle imprese edili.

Sul fronte dell’innovazione, al campione di 60 aziende innovative indagato, si chiedeva di specificare sia i processi di innovazione che caratterizzano il settore produttivo nel suo insieme, sia quelli avviati dall'impresa negli ultimi due anni.

- Nel settore metalmeccanico le innovazioni più frequentemente segnalate sono quelle a carattere tecnologico (l'introduzione di PLC, l'evoluzione dei macchinari CAD/CAM, l'introduzione del laser nel processo di lavorazione, l'introduzione di software gestionali)

- Nel settore informatico-tlc, l'innovazione di settore è indirizzata verso le innovazioni

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relative al web (linguaggi di programmazione, e-commerce), le innovazioni software e le innovazioni hardware.

- Nel settore edile frequentemente gli intervistati negano che il settore presenti innovazioni di rilievo, in realtà l’indagine sui sistemi innovativi avviati negli ultimi due anni ha evidenziato che le imprese eporediesi si sono dovute confrontare sia con nuovi materiali, sia con l'offerta di nuovi prodotti, sia infine con nuovi macchinari, che hanno in parte mutato l'organizzazione del lavoro.

Fabbisogni professionali La ricerca ha consentito di individuare un primo elenco di figure professionali che appaiono oggi strategiche nei processi di innovazione, desunte dalle segnalazioni delle imprese intervistate. Si riportano le tabelle riassuntive rimandando alla consultazione del report finale per un’analisi più approfondita.

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1 - Scheda riassuntiva figure prioritarie Metalmeccanica

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TECNICI AMMINISTRAZIONE/FINANZA/CONTROLLO DI GESTIONE

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20-49 e

50-249 +20 90 100 Adeguata 30 Mutam.

organizzativo

41,7 Laurea

C

TECNICI COMMERCIALE/ MARKETING/ ORGANIZZAZIONE VENDITE

33,3 Dipl.

20-49 e

50-249 +25 83,3 50 Inadeguata 100 Avvio nuovi

prodotti

L

TECNICI PROGRAMMAZIONE DELLA PRODUZIONE/LOGISTICA

71.4 Dipl 50-249 +28,6 85,7 50 Inadeguata 42,9 Mutam. organizzativo

R PROGETTISTI MECCANICI

77,8 Dipl. 1-9 +37,5 88.9 66,7 Inadeguata 100 Miglioram. prodotto

57,1 Dipl. Q

TECNICI DI CONTROLLI/COLLAUDI

42,9 Obbligo

1-9 e

20-49

invariato 100 - Adeguata 28,6

Miglioram. Prodotto

e Mutamento

processo

42.9 Dipl.

P COSTRUTTORI SU MACCHINE UTENSILI 42,9 Qualifica

1-9 e

20-49 +14,3 100 100 Inadeguata 14,3

Miglioram. Prodotto

e Mutamento

processo

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2 - Scheda riassuntiva figure prioritarie Informatica-Telecomunicazioni

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alor

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e) 1

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A

TECNICI AMMINISTRAZIONE/FINANZA/CONTROLLO DI GESTIONE

85,7 Diploma 20-49 invariato 83,3 71,4 Adeguata 16,7 Mutam.

organizzativo

C

TECNICI COMMERCIALE/ MARKETING/ ORGANIZZAZIONE VENDITE

53,3 Diploma 1-9 +46,7 73,3 - Inadeguata 86,7

Avvio nuovi prodotti

e Miglioram.

prodotto

Q TECNICI SISTEMA QUALITA’

66,7 Diploma 20-49 +16,7 100 - - 83,3 Miglioram. prodotto

R PROGETTISTI DI SOFTWARE INDUSTRIALE

70,6 Diploma 1-9 +68,8 82,4 18,2 Adeguata 94,1 Miglioram. prodotto

P ANALISTA PROGRAMMATORE

72,7 Diploma 20-49 +50 72,7 0 Adeguata 72,7 Miglioram. prodotto

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3 - Scheda riassuntiva figure prioritarie Edilizia

I dati a carattere generale emersi dall’indagine indicano: 1. Una forte domanda di tecnici

commerciale e marketing: il 60% e il 75% delle imprese metalmeccaniche e informatiche intervistate segnalano come "strategica" la presenza in azienda di questa figura. Una tale segnalazione conferma la più generale percezione di una debolezza dell'eporediese nell'area marketing, segnale di un ritardo nel recupero di professionalità che in passato erano garantite dall’Olivetti. I tecnici commerciale e markerketing sono indicati da quasi tutti gli intervistati (100% nella metalmeccanica, 86,7% nell'informatica-Tlc) come figure direttamente connesse con l'innovazione.

2. Un importante grado di reclutamento locale, per tutte le figure indicate come prioritarie. La quota di reclutamento locale è sempre superiore all'80%, con quote che spesso si avvicinano al 100% (fa eccezione soltanto la figura dei tecnici commerciale e marketing, che nel settore informatico si attesta intorno al 73%). Il dato è ambivalente: se per un verso testimonia un forte radicamento territoriale delle imprese, per

altro verso sembra essere connesso a un eccesso di localismo.

3. La marcata difficoltà di reclutamento di molte tra le figure indicate come prioritarie. Se si eccettuano gli analisti programmatori e i progettisti di software industriale, per i quali non sembrano sussistere particolari difficoltà di reclutamento, in tutti gli altri casi la percentuale di aziende che stanno effettivamente ricercando le figure professionali specificate ed incontrano notevoli difficoltà nel reperirle oscilla tra il 50 e il 100%. La presenza di un deficit formativo o la constatazione che si tratta (specie nel settore edile) di un lavoro poco richiesto sono le due forme di spiegazione più frequentemente addotte dagli intervistati.

4. Il rapporto tra figure professionali strategiche e innovazione è variabile. In alcuni casi la percentuale di imprese che ha segnalato la presenza di processi innovativi connessi alla figura professionale si approssima al 100% (questo è il caso per esempio dei tecnici commerciale e marketing nel settore metalmeccanica). In altri casi, come ad esempio il costruttore su macchine utensili (metalmeccanica), la percentuale è molto bassa (inferiore al 15%). Ciò significa evidentemente che esistono fabbisogni

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P TECNICI CONDUZIONE CANTIERE

61,5 Diploma 10-19 +38,5 92,3 60 Indeguata 61,5

Avvio nuovi prodotti

e migliorm. prodotto

P TECNICI GESTIONE COMMESSA

62,5 Obbligo scolastico 10-19 +62,5 100 60 Inadeguata 75 Migliorm.

prodotto

P OPERATORI POLIVALENTI EDILI

63,6 Obbligo scolastico 10-19 +54,5 100 83 Inadeguata 36,4

Migliorm. Prodotto

e m utam. processo

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professionali insoddisfatti non soltanto in aree e processi di tipo innovativo, ma anche in quelli tradizionali. Le figure più frequentemente ricondotte a processi innovativi sono, nel settore metalmeccanico, i tecnici commerciale/marketing e i progettisti meccanici; nel settore informatica/Tlc, i progettisti di software industriale e, ancora una volta i tecnici commerciale/marketing; nel settore edile i tecnici di gestione commessa e i tecnici di cantiere.

5. Un ultimo elemento da segnalare riguarda le valutazioni fornite dagli intervistati sull'offerta formativa locale. É importante sottolineare che i dati in questione, relativi alle singole figure professionali, sono generalmente poco numerosi, perché registrano soltanto le risposte di chi ha segnalato come "strategica" una certa figura professionale. Essi non hanno dunque alcuna valenza statistica, ma forniscono soltanto un'indicazione di massima. A livello generale, le valutazioni più critiche riguardano le figure dell'area produzione, sia nella metalmeccanica, sia nell'edilizia. Pienamente lusinghiero è invece il giudizio degli intervistati sull'offerta formativa relativa alle figure dell'area produzione nell'informatica-Tlc. La valutazione degli intervistati è tendenzialmente negativa anche per le figure dell'area commerciale, in tutti e tre i settori considerati. Fonte: Comune di Ivrea, “Poli di sviluppo e fabbisogni professionali nell’Eporediese”, (aprile 2003)

BANDI

Invito a presentare proposte per il Programma Asia-Invest: Partenariato UE-Sri Lanka 2004. SCADENZA: 3 luglio 2003 ISTITUZIONE: Commissione Europea - EuropeAid ATTIVITA’: Il Programma Asia-Invest si prefigge di aiutare le imprese a internazionalizzare le loro strategie commerciali e di promuovere la cooperazione commerciale tra aziende dell’Unione europea e dell’Asia (Asia del Sud e del Sud-est e Cina). AMMISSIBILITA’: I candidati devono essere operatori pubblici o del settore privato che rappresentano piccole e medie imprese (PMI) o imprese ed enti intermediari incaricati di

promuovere il commercio e gli investimenti tra l’UE e l’Asia. INFORMAZIONI UTILI: Informazioni dettagliate sul presente invito ed il relativo modulo di candidatura sono disponibili sul sito internet: http://europa.eu.int/comm/europeaid/projects/asia-invest/html2002/main.htm Tutti i quesiti in merito al presente invito vanno inviati per posta elettronica all’indirizzo mail: [email protected] Fonte: GUCE C 78 del 1 aprile 2003 http://europa.eu.int/eur-lex/it/dat/2003/c_078/c_07820030401it00070008.pdf Invito a presentare proposte di progetto - Sovvenzioni per lo sviluppo e la diffusione di buona prassi efficace per limitare i rischi legati alla sicurezza ed alla salute nelle piccole e medie imprese (PMI) SCADENZA: 23 giugno 2003 (per le proposte di progetto nazionale); 30 giugno 2003 (per le proposte di progetto europeo/transnazionale) ISTITUZIONE: Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro OBIETTIVI SPECIFICI: mettere in pratica il principio generale in base al quale le PMI necessitano di un’attenzione e un sostegno speciali nella loro lotta contro i rischi per la sicurezza e la salute; promuovere un orientamento maggiormente rivolto alla prevenzione inerente a problematiche di sicurezza e salute sul lavoro; contribuire alla riduzione del numero di infortuni sul lavoro all’interno delle PMI e al miglioramento del livello di salubrità nei luoghi di lavoro; agevolare lo scambio in tutta Europa di buona prassi efficace; promuovere lo sviluppo di valutazioni efficienti dei rischi e delle pratiche di prevenzione; predisporre un programma pluriennale specifico volto alla promozione di livelli elevati di salute e sicurezza sul lavoro nelle PMI. PROGETTI NAZIONALI: Rientrano in questa categoria le proposte di progetto presentate da uno o più richiedenti aventi sede in un unico Stato membro dell’Unione europea. PROGETTI EUROPEI/TRANSNAZIONALI: Rientrano in questa categoria tutti i progetti presentati da almeno 2 richiedenti aventi sede in diversi Stati membri dell’Unione europea. AMMISSIBILITÀ: Sono ammesse tutte le persone fisiche o associazioni di persone fisiche; persone giuridiche legalmente costituite e registrate; aziende, PMI in particolare; enti ed organizzazioni locali, regionali, nazionali ed europei; parti sociali (organizzazioni di datori di lavoro, sindacati); organizzazioni settoriali; organizzazioni di servizio volontario; istituti di assicurazione professionale; servizi di prevenzione; enti professionali;

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organizzazioni commerciali e artigianali; camere di commercio e dell’industria. INFORMAZIONI UTILI: Informazioni dettagliate sul presente invito, le linee guida per i richiedenti nonché il modulo di candidatura sono reperibili al sito internet: http://agency.osha.eu.int/sme2003/ Qualsiasi domanda riguardante il presente invito deve essere inviata per posta elettronica (con l’indicazione del riferimento OSHA/SME/2003) all’indirizzo: [email protected] o tramite fax al numero: Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, Gran Via 33, E-48009 Bilbao Fax: + (34-94) 479 43 83 Fonte: GUCE C 81 del 4 aprile 2003 http://europa.eu.int/eur-lex/it/dat/2003/c_081/c_08120030404it00390042.pdf Inviti a presentare proposte di azione indiretta di RST nell’ambito del programma specifico di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione «Integrare e rafforzare lo Spazio europeo della ricerca». SCADENZA: 26 giugno 2003 ISTITUZIONE: Commissione europea - DG Ricerca PROGRAMMA SPECIFICO: Integrare e rafforzare lo Spazio europeo della ricerca. 1) FP6-2003-ACC-SSA-General:Aree tematiche prioritarie: Tutte 2) FP6-2003-ACC-SSA-NMP: Area tematica prioritaria: Nanotecnologie e nanoscienze, materiali multifunzionali basati sulla conoscenza e nuovi processi e dispositivi di produzione 3) FP6-2003-ACC-SSA-Aero-Space: Area tematica prioritaria: Aeronautica e spazio 4) FP6-2003-ACC-SSA-Food: Area tematica prioritaria: Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari 5) FP6-2003-ACC-SSAEnergy: Area tematica prioritaria: Sviluppo sostenibile, cambiamento globale e ecosistemi: Sistemi energetici sostenibili 6) FP6-2003-ACC-SSATransport: Area tematica prioritaria: Sviluppo sostenibile, cambiamento globale e ecosistemi: Trasporti di superficie sostenibili INFORMAZIONI UTILI: Le guide del proponente, il programma di lavoro, le linee direttrici ed eventuali ulteriori informazioni in merito agli inviti possono essere richiesti alla Commissione europea: Commissione europea, FP6 Information Desk, Direzione generale della Ricerca B-1049 Bruxelles Internet: www.cordis.lu/fp6 - www.cordis.lu. Le proposte di azione indiretta vanno

preferibilmente presentate per via elettronica, on line, su CD-ROM o su dischetto. In alternativa, le proposte di azione indiretta di RST possono essere preparate e presentate mediante il modulo distribuito insieme alla guida del proponente. Fonte: GUCE C 79 del 2 aprile 2003 http://europa.eu.int/eur-lex/it/dat/2003/c_079/c_07920030402it00070010.pdf Invito a presentare proposte per «Attività relative ai servizi per lo sviluppo delle imprese» pubblicato dall’unità di gestione di ProInvest (PRIMS/CDE) per conto della Commissione europea SCADENZA: 30 aprile 2003; 16 giugno 2003; 15 settembre 2003; 15 ottobre 2003 ISTITUZIONE: Commissione europea - EuropeAid ATTIVITÀ: Iniziative relative ai servizi per lo sviluppo delle imprese proposte da «organizzazioni intermediarie» il cui campo d’azione comprende investimenti e accordi di cooperazione tra imprese (I&ACI); Sviluppo delle capacità e formazione ad hoc per organizzazioni intermediarie ACP; Rafforzamento delle agenzie di promozione degli investimenti a livello regionale. AMMISSIBILITÀ: Raggruppamenti di almeno due organizzazioni intermediarie ACP (escluse le organizzazioni intermediarie SADC). Le «organizzazioni intermediarie » in questione sono in particolare organizzazioni intermediarie ACP quali camere di commercio e industria, associazioni professionali e settoriali, federazioni di datori di lavoro e istituzioni finanziarie. Agenzie ACP regionali di promozione degli investimenti (API) e/o gruppi di almeno 2 API ACP (comprese le zone EPZ) operanti a livello nazionale nell’ambito della stessa regione. INFORMAZIONI UTILI: Informazioni dettagliate sul presente invito, le linee guida per i candidati e il relativo modulo di candidatura sono disponibili sui siti internet: www.proinvest-eu.org; http://europa.eu.int/comm/europeaid/tender/index_en.htm o possono essere richiesti via fax al numero + (32-2) 679 18 70 o per posta elettronica [email protected] Tutti i quesiti in merito vanno inviati per posta elettronica all’indirizzo (cfr. sopra indicato) o via fax al numero (cfr. sopra indicato) Fonte: GUCE C 79 del 2 aprile 2003 http://europa.eu.int/eur-lex/it/dat/2003/c_079/c_07920030402it00110012.pdf

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Invito a presentare proposte per iniziative in materia di promozione del settore privato e dialogo politico pubblicato dall’unità di gestione di ProInvest (PRIMS/CDE) per conto della Commissione europea. SCADENZA: 30 aprile 2003; 16 giugno 2003; 15 settembre 2003; 15 ottobre 2003 ISTITUZIONE: Commissione europea - EuropeAid ATTIVITÀ: Iniziative di carattere pubblico-privato in materia di dialogo politico proposte da organizzazioni intermediarie; pianificazione di strategie di dialogo politico; elaborazione di proposte in tema di politica degli investimenti; attuazione di proposte politiche e lobbying. AMMISSIBILITÀ: Le organizzazioni intermediarie ACP il cui campo d’azione comprende investimenti e accordi di cooperazione tra imprese (I&ACI). Le «organizzazioni intermediarie» in questione sono in particolare organizzazioni intermediarie ACP quali camere di commercio e industria, associazioni professionali e settoriali, federazioni di datori di lavoro e agenzie ACP per la promozione degli investimenti, comprese le zone EPZ (Export Processing Zones). INFORMAZIONI UTILI: Informazioni dettagliate, le linee guida per i candidati e i relativi moduli di candidatura, sono disponibili sui siti internet www.proInvest-eu.org; http://europa.eu.int/comm/europeaid/tender/index_en.htm o possono essere richiesti via fax al numero + (32-2) 679 18 70 o per posta elettronica all’indirizzo [email protected] Tutti i quesiti in merito vanno inviato per posta elettronica all’indirizzo (cfr. sopra indicato) o per fax al numero (cfr. sopra indicato). Fonte: GUCE C 79 del 2 aprile 2003 http://europa.eu.int/eur-lex/it/dat/2003/c_079/c_07920030402it00120013.pdf Invito a presentare proposte per l’organizzazione di iniziative di partenariato settoriale pubblicato dall’unità di gestione di ProInvest (PRIMS/CDE) per conto della Commissione europea SCADENZA: 30 aprile 2003; 16 giugno 2003; 15 settembre 2003; 15 ottobre 2003 ISTITUZIONE: Commissione europea - EuropeAid ATTIVITÀ: riunioni di partenariato subsettoriale; missioni di partenariato settoriale o subsettoriale negli ACP; iniziative di gemellaggio-guida tra imprese; missioni ACP di partenariato nell’UE o in paesi ACP

AMMISSIBILITÀ: Raggruppamenti di almeno tre organizzazioni intermediarie private, pubbliche e semipubbliche di tre paesi ACP e almeno tre organizzazioni intermediarie di tre Stati membri dell’Unione europea; Organizzazioni intermediarie UE e ACP. La domanda deve essere presentata da almeno una organizzazione intermediaria ACP insieme ad almeno due organizzazioni intermediarie di due diversi paesi dell’UE; Una o più organizzazioni intermediarie ACP nazionali o regionali private, pubbliche o semipubbliche e a) almeno due organizzazioni intermediarie di due diversi Stati membri dell’UE o b) almeno una organizzazione intermediaria di un altro paese ACP; Almeno una organizzazione intermediaria ACP insieme ad almeno a) una organizzazione intermediaria UE o b) una organizzazione intermediaria ACP di un altro paese ACP. INFORMAZIONI UTILI: Informazioni dettagliate, le linee guida per i candidati e il relativo modulo di candidatura sono disponibili ai siti internet http://europa.eu.int/comm/europeaid/tender/index_en.htm; www.proinvest-eu.org o possono essere richiesti via fax al numero + (32-2) 679 18 70 o per posta elettronica all’indirizzo [email protected] Tutti i quesiti in merito vanno inviati per posta elettronica all’indirizzo (cfr. sopra indicato) o per fax al numero (cfr. sopra indicato). Fonte: GUCE C 79 del 2 aprile 2003 http://europa.eu.int/eur-lex/it/dat/2003/c_079/c_07920030402it00140015.pdf Invito a presentare proposte per un’azione indiretta di RST nell’ambito del programma specifico di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione: «Strutturare lo Spazio europeo della ricerca» SCADENZA: 2 luglio 2003 ISTITUZIONE: Commissione europea - DG Ricerca INFORMAZIONI UTILI: Le guide del proponente, il programma di lavoro, le linee direttrici ed eventuali ulteriori informazioni in merito agli inviti possono essere richiesti alla Commissione europea agli indirizzi sopra indicati. Le proposte d’azione indiretta vanno preferibilmente presentate per via elettronica, su CD-ROM o su dischetto. In alternativa, le proposte di azione indiretta di RST possono essere preparate e presentate mediante i moduli contenuti nella guida del proponente Indirizzo: Commissione europea «Information Desk» Innovazione, Direzione generale per le Imprese, L-2920 Lussemburgo E-mail: [email protected] Internet: www.cordis.lu/calls/innovation/

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Fonte: GUCE C 79 del 2 aprile 2003 http://europa.eu.int/eur-lex/it/dat/2003/c_079/c_07920030402it00160019.pdf Invito ristretto a presentare proposte nel settore della salute e della sicurezza sul lavoro VP/2003/19 SCADENZA: 30 settembre 2003 ISTITUZIONE: Commissione europea - DG Occupazione e affari sociali OBBIETTIVI: Scambio di ispettori tra le amministrazioni degli Stati membri; Valutazione dei sistemi nazionali di ispettorato del lavoro. AVVISO IMPORTANTE: i progetti devono essere presentati esclusivamente da parte di autorità competenti in materia di ispettorato negli Stati membri. AMMISSIBILITÀ: candidati che agiscono in qualità di autorità competenti in materia di ispezioni nel settore della salute e della sicurezza professionali in uno qualsiasi degli Stati membri: in possesso di uno statuto giuridico indipendente; in possesso di una struttura di gestione amministrativa e finanziaria indipendente; aventi a disposizione risorse finanziare non esclusivamente costituite da sovvenzioni ed aiuti forniti da istituzioni europee; in grado di assicurare il finanziamento delle proprie attività per tutto il periodo di realizzazione dell’azione proposta; in grado di condurre a termine l’azione proposta dal punto di vista tecnico. Le proposte devono essere inviate all’indirizzo postale: Commissione europea, DG Occupazione e affari sociali EMPL/D/5 — Sanità pubblica, sicurezza e igiene sul lavoro, Edificio Jean Monnet C3-066A - L-2920 Lussemburgo Fax: + (352) 43 01 342 59 E-mail: [email protected] Fonte: GUCE C 82 del 5 aprile 2003 http://europa.eu.int/eur-lex/it/dat/2003/c_082/c_08220030405it00270028.pdf

Preinformazione di gare d’appalto sulla società dell’informazione La CE ha pubblicato la preinformazione di gare d’appalto relative a progetti nell’ambito della sezione “Società dell’informazione” del 6PQ. Nel corso del 2003, la DG Società dell’informazione intende pubblicare gare d’appalto per lo svolgimento di studi su alcuni o sull’insieme dei seguenti argomenti: servizi di eGovernment; indagine sulla pubblica amministrazione; integrazione dell’ufficio di controllo del governo

sulle migliori prassi; certificazione di sicurezza dei prodotti informatici in Europa; gruppo di studio per la gestione dei diritti digitali della DG Società dell’informazione; responsabili della ricerca in Europa (“chi fa cosa”); studio d’impatto; studio per sostenere la valutazione quinquennale: valutazione delle reti di collaborazione tra i partecipanti al programma TSI del 5PQ e della loro evoluzione verso collaborazioni all’interno del SER; strategia di controllo e requisiti per le attività di RST nel settore delle tecnologie della società dell’informazione (TSI) nell’ambito del 6PQ; analisi delle ripercussioni degli esercizi di benchmarking e delle azioni eEurope sul metodo aperto di coordinamento (MAC); analisi preliminare dei contributi delle politiche e dei programmi della DG Società dell’informazione alle strategie di Lisbona e di sviluppo sostenibile; studio riguardante il seguito dato alla risoluzione del Consiglio sulla sicurezza delle reti e dell’informazione –inventario e analisi; affidabilità dei sistemi operativi; mercato della sicurezza dell’informazione in Europa, compresi i nuovi operatori; disponibilità e solidità delle infrastrutture per comunicazioni elettroniche; l’occupazione nel settore delle telecomunicazioni in Europa; finanziamento di infrastrutture a banda larga in Europa; utilizzo di TIC e di Internet nelle scuole, scambio di buone prassi; normalizzazione e interoperabilità nelle reti e nei servizi di comunicazioni elettroniche; trattamento di ordine pubblico adottato per la televisione digitale terrestre nell’ambito dei mercati delle comunicazioni; accordi d’interconnessione e d’accesso nelle reti NGN; valutazione della struttura dei costi nelle reti mobili, nel contesto dell’applicazione del nuovo quadro normativo per le comunicazioni elettroniche; conseguenze delle convergenze: individuazione delle problematiche regolamentari, tecniche e di mercato e dei modi possibili per affrontarle; trattamento regolamentare della TV interattiva; informazioni sull’assegnazione, la disponibilità e l’utilizzo dello spettro radio nell’UE; indicatori per la società dell’informazione nell’Europa sudorientale; TIC e sviluppo in Africa; controllo della Russia e dell’Ucraina (1° priorità) e della Moldova, della Bielorussia, dell’Armenia, della Georgia e dell’Azerbaigian (2° priorità) –telecomunicazioni e società dell’informazione; regolamentazione delle questioni relative alla radiodiffusione in base al nuovo quadro normativo; contratto quadro relativo a studi tecnici, economici e normativi sull’attuazione della politica in materia di spettro radio nella Comunità; contratto quadro/studi da eseguire nell’ambito delle tematiche relative allo spettro radio, al fine d’adottare le opinioni espresse dal gruppo incaricato della politica in materia di spettro radio; efficacia delle attività di ricerca e sviluppo per la competitività dei settori

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della micro-, nano- e optoelettronica; studio esplorativo sull’impatto socioeconomico dell’introduzione di sistemi intelligenti di sicurezza integrati nei veicoli stradali; eTEN: potenziale di sviluppo transeuropeo, modelli di sostenibilità e di gestione per i servizi pubblici nel contesto di un’UE allargata; valutazione intermedia del programma eTEN; iniziative a livello nazionale, regionale e locale per la diffusione della banda larga; benchmarking comunitario del contesto relativo al riutilizzo delle informazioni del settore pubblico; raccolte di dati relativi al settore pubblico. Importo complessivo previsto per l’insieme delle attività: E 13.590.000. Si consiglia vivamente agli offerenti, prima di rivolgersi alla CE, di consultare il bando originale sulla GU delle Comunità europee al riferimento sottoindicato. Per consultare il testo completo della preinformazione, visitare il sito: http://ted.publications.eu.int/static/doccur/it/it/61275-2003.htm Fonte: GU n. S-71-061275 del 10 aprile 2003 Invito a presentare proposte (DG Eac N.15/03) Azioni Congiunte Programmi Socrates, Leonardo Da Vinci e Gioventù (2003/C 94/05) SCADENZA: 15 giugno 2003 OBIETTIVI: All'interno di un obiettivo generale di promozione dell'Europa della conoscenza, le azioni congiunte intendono favorire lo sviluppo di metodologie innovative nell'analisi e nelle soluzioni di problemi trasversali estesi a più settori.Tale obiettivo richiede segnatamente: —la cooperazione tra diversi settori (istruzione,formazione, gioventù,cultura)a diversi livelli, —la creazione di reti transnazionali tra i diversi tipi di attori, —l'eliminazione delle barriere tra modalità di intervento dovute alla struttura dei singoli programmi. Le azioni congiunte devono fornire un valore aggiunto rispetto alle singole azioni intraprese nel quadro dei programmi.In particolare,i gruppi destinatari dei diversi programmi potranno partecipare ad azioni dalle quali sarebbero altrimenti esclusi nei singoli programmi,mettendo in comune risorse,ambienti e idee quale contributo a un obiettivo condiviso. Un'azione congiunta è,almeno in parte, multidisciplinare per definizione e ha il compito di collegare tra loro istruzione,formazione professionale e lavoro o cultura giovanile.Occorre inoltre tenere conto in maniera equilibrata degli interessi dei vari settori coinvolti.

I potenziali promotori dei progetti di «azione congiunta »sono invitati a costituirsi in rete. All'occorrenza,la direzione generale dell'Istruzione e della cultura inviterà i richiedenti a presentare proposte congiunte perché possano trarre beneficio dalla cooperazione tra le diverse dimensioni di un medesimo tema. TEMI: Questo invito a presentare proposte riguarda tre temi,che riflettono gli obiettivi comuni ai tre programmi Socrates, Leonardo da Vinci e Gioventù; sostiene inoltre le iniziative politiche in materia di apprendimento permanente promosse dall'Unione europea e definite: —nella comunicazione della Commissione «Realizzare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente » 1, —nel programma di lavoro dettagliato sulla verifica degli obiettivi per i sistemi di istruzione e di formazione 2, —nel Libro bianco della Commissione europea dal titolo «Un nuovo impulso per la gioventù europea » 3, —nell'Anno europeo dei disabili 2003. Tema 1 – Integrazione dei disabili Tema 2 - Cittadinanza attiva dei giovani Tema 3 - Valorizzazione dell'apprendimento informale e non formale CHI PUÒ PRESENTARE PROPOSTE: Qualsiasi istituto e/o organismo che risponda ai criteri di ammissibilità e sia attivo nei settori oggetto dell'invito a presentare proposte,ovvero istruzione, formazione e gioventù,può presentarsi come candidato o come organismo coordinatore/promotore. Ogni proposta dovrà essere presentata alla Commissione da un solo istituto o organismo coordinatore/promotore per conto del partenariato transnazionale di cui fa parte. AMMISSIBILITÀ DEI CANDIDATI: L'istituto e/o l'organismo coordinatore e/o promotore devono essere legalmente costituiti; L'organismo coordinatore e/o promotore e gli organismi partner devono aver sede in uno dei 15 Stati membri dell'UE o in uno dei seguenti paesi: Islanda,Liechtenstein,Norvegia,Bulgaria,Cipro,Estonia,Ungheria,Lettonia,Malta,Polonia,Repubblica slovacca,Slovenia,Repubblica ceca, Lituania e Romania; I candidati devono dichiarare di non trovarsi in alcuna delle situazioni elencate negli articoli 93 e 94 del Regolamento finanziario

1 Comunicazione della Commissione «Realizzare uno spazio europeo dell'apprendimento permanente, COM(2001)678 del 21 novembre 2001 2 Relazione del Consiglio,doc.5680/01 EDUC 18 3 Libro bianco della Commissione Europea «Un nuovo impulso per la gioventù europea »,COM(2001)681 del 21 novembre 2001..Il tema è parte integrante dell'Anno europeo dei disabili 2003.

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applicabile al bilancio generale delle Comunità europee Contributo finanziario della Comunità: Può raggiungere il 75 %dei costi ammissibili INFORMAZIONI UTILI: L'invito a presentare proposte sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e divulgato sui siti Web dei programmi della direzione generale dell'Istruzione e della cultura al seguente indirizzo: http://europa.eu.int/comm/education/jointact_en.html nonché sul sito dell'Ufficio di assistenza tecnica per i programmi Socrates, Leonardo e Gioventù all'indirizzo: http://www.socleoyouth.be I moduli di candidatura sono reperibili su Internet ai seguenti indirizzi: http://europa.eu.int/comm/education/jointact_en.html http://www.socleoyouth.be oppure possono essere richiesti per iscritto al seguente indirizzo: Ufficio di Assistenza Tecnica Socrates,Leonardo e Gioventù Rue de Trèves 59-61 B-1040 Bruxelles Fonte: GUCE C 94 del 23 aprile 2003 http://europa.eu.int/eur-lex/it/dat/2003/c_094/c_09420030423it00130020.pdf Lo Sportello Unico della Città di Torino, l´Istituto "Mario Boella" per le tecnologie dell´informazione e delle telecomunicazioni, la Provincia di Torino nell’´ambito del progetto Mettersi in Proprio, il Reparto Nuove Imprese della Camera di commercio di Torino, la Fondazione CRT, Lisem e l´Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino sono i promotori della IV edizione del concorso Galileo Ferraris "Dall’´Idea all’´Impresa Innovativa". Il Concorso è una competizione tra progetti ad alto contenuto tecnologico finalizzati alla costituzione di imprese innovative. Al concorso è possibile partecipare presentando un’idea oppure presentando un business plan. Le aziende che si costituiranno potranno installarsi presso l’Incubatore I3P oppure presso l’Incubatore LISEM - Laboratorio d´Intervento per lo Sviluppo Economico del quartiere Mirafiori nord". Al concorso è abbinato il Corso di formazione al Business Plan e alle Competenze Imprenditoriali proposto a laureati e diplomati per formare le competenze necessarie per realizzare business plan di neo-imprese. Per maggiori informazioni:

LISEM - Laboratorio d´Intervento per lo Sviluppo Economico del quartiere Mirafiori nord C.so Tazzoli 215/13 10137 Torino Tel 011 316 5000 Fax 011 316 5080 Email [email protected] Web www.lisem.it I3P - Incubatore Imprese Innovative del Politecnico di Torino Via P.C. Boggio 61 10138 Torino Tel 011 564 5127/5162 Fax 011 564 5126 [email protected] www.i3p.it Fonte: www.to.camcom.it, 28 aprile 2003

CONVEGNI Seminario europeo sulle politiche per i distretti 10 giugno 2003, Copenaghen (Danimarca) il Seminario europeo è organizzato dalla Danish National Agency for Enterprise and Housing, in collaborazione con la DG Imprese della Commissione europea. Fra i temi della conferenza, che avrà il compito di analizzare le lezioni e le best practices nelle politiche per l’impresa, segnaliamo: - La trasformazione delle politiche per l’impresa di fronte all’integrazione dell’Unione europea e al ruolo crescente del WTO (World Trade Organisation): i limiti per gli Stati e la UE nella scelta delle politiche; - Il ruolo delle strutture pubbliche – regionali, nazionali o anche internazionali – nelle azioni di sostegno allo sviluppo dei distretti e le loro dinamiche, attraverso l’innovazione e la crescita produttiva; - Politiche per i distretti quali potenti strumenti per le politiche d’impresa e guide per il cambiamento, l’innovazione, il commercio e l’investimento. Per ulteriori informazioni: www.clubdistretti.it Venturefest 2003 23-24 giugno 2003, Oxford (Regno Unito) Si tratta di una manifestazione internazionale che dal 1999 riunisce investitori, imprenditori e

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consulenti professionali per confrontare e discutere idee su tutti gli aspetti legati business e allo sviluppo dell’imprenditorialità. L’edizione di quest’anno punterà in particolare l’attenzione sulle componenti essenziali di un’azienda in via di sviluppo, con l’intento di fornire orientamenti e consigli utili agli interessati per avviare, sviluppare e accrescere la propria organizzazione aziendale. Per ulteriori informazioni, consultare il sito www.venturefest.com Congresso in Turchia sull’impiego delle TIC nei settori agricolo, alimentare ed ambientale 7-10 ottobre 2003, Smirne (Turchia) Si tratta del congresso internazionale sulla tecnologia dell’informazione nei settori agricolo, alimentare e ambientale. La manifestazione rappresenterà un luogo d’incontro per esperti, professionisti e utenti di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nei settori agricolo, alimentare e ambientale. I partecipanti avranno l’opportunità di ricevere informazioni sugli ultimi sviluppi nel settore, nonché di scambiarsi idee sulla progettazione e sulla gestione di altri aspetti dell’impiego delle TIC. La manifestazione è aperta a ricercatori, scienziati, studenti e professionisti interessati a qualsiasi aspetto dell’argomento. Tra le questioni chiave trattate al congresso figurano: biotecnologia e bioinformatica; comunicazioni senza fili; sistemi di controllo ambientale; ruolo delle TIC nello sviluppo rurale; automazione nel controllo dei processi. Il programma del congresso comprenderà conferenze plenarie, presentazioni di relazioni, seminari su invito, nonché dimostrazioni di software e hardware. Per ulteriori informazioni, visitare il sito: http://itafe.ege.edu.tr 7th International Conference on Technology Policy and Innovation 10-13 giugno, Monterrey (Messico) L’edizione 2003 punterà l’attenzione sul tema Connecting People, Ideas, and Resources across Communities. Politici, rappresentanti del mondo accademico e di quello economico delle diverse aree mondiali si confrontano sull’utilizzo della scienza e della tecnologia per rafforzare lo sviluppo regionale ed economico. Per ulteriori informazioni: http://egade.sistema.itesm.mx/monterrey2003/index.html Conférence" Gouvernance de l'Espace européen de Recherche: le Rôle de la Société Civile" [PDF 146KB] 12-13 juin 2003, Bruxelles – Belgique

http://europa.eu.int/comm/governance/calendar/index_fr.htm#new Facing Challenges of Changing Environments 12-14 giugno, Università di Algarve (Portogallo) Si parlerà, in tre differenti sessioni, delle sfide poste dai cambiamenti climatici e ambientali, dal punto di vista della gestione delle risorse umane, dello sviluppo regionale e della ricerca. Per ulteriori informazioni: www.ualg.pt/gre/earma/ Partecipazione a pagamento.

International Conference of Concurrent Enterprising 16-18 giugno, Espoo (Finlandia) ICE2003 è uno dei più importanti forum per esperti del settore, ricercatori e imprenditori per presentare e condividere i risultati della loro attività nel campo del Concurrent Enterprising. Per ulteriori informazioni: www.ice2003.org Partecipazione a pagamento.

Convegno "OPERARE NELL’AREA BALCANICA: Gli interventi delle Istituzioni Finanziarie Internazionali"

19 giugno 2003, Torino, ore 9.00 – 16,30 - Centro Congressi Torino Incontra, Sala Giolitti - Via Nino Costa 8. La Camera di Commercio di Torino organizza un seminario sulle opportunità di business nei paesi dell’area balcanica, con particolare attenzione ai programmi finanziati dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e della Banca Europea per gli investimenti (BEI). L’adesione al seminario è gratuita. Per ulteriori informazioni e per ricevere il programma: Segreteria Organizzativa - Via san Francesco da Paola, 24 - 10123 Torino - Telefono 0115716368/343 - Fax: 0115716369 - E-mail: [email protected] Un convegno sul Controllo strategico nelle amministrazioni centrali e regionali 11 giugno 2003, Milano - Centro Congressi Stelline (C.so Magenta, 61). Il controllo strategico rappresenta un fattore cruciale per perseguire l’obiettivo del miglioramento dei processi decisionali e gestionali delle pubbliche amministrazioni e trasformarle, quindi, in fattori trainanti di crescita e di sviluppo del paese. Il seminario "Il controllo strategico nelle

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amministrazioni regionali e centrali – Esperienze nazionali a confronto" fa parte del Progetto Governance e nasce da una comune riflessione tra il Formez, il Dipartimento della funzione pubblica e la Regione Lombardia per avviare un primo confronto tra esperienze ed esigenze delle amministrazioni regionali e centrali sul territorio nazionale rilevando, nel contempo, gli approcci seguiti e le tendenze evolutive in atto. Nel quadro complessivo di riforma della pubblica amministrazione, il ridisegno del sistema dei controlli interni tracciato dal decreto legislativo 286 del 1999 appare come un elemento cruciale. Nell’articolazione del sistema, così come delineato dalla norma, l’introduzione del controllo strategico (che presuppone, naturalmente, la fase di programmazione, anch’essa di natura strategica), applicato a processi, atti e documenti programmatici che rilevano la funzione di indirizzo politico-amministrativo propria degli organi di governo nella dialettica con il vertice tecnico-manageriale degli enti, appare l’elemento che ha destato maggiormente l’attenzione degli studiosi ed addetti ai lavori, forse a causa delle difficoltà, sia di natura concettuale sia in termini di competenze specialistiche necessarie, insite nel trasferimento di uno strumento e di una logica complessi, nati in ambiti certamente non riferibili alle amministrazioni pubbliche, in un contesto quale quello odierno di governance multilivello Per ulteriori informazioni chiamare lo 06-84893349 Workshop: Working with the EU – institutional Relations and Public Affairs. 22-28 giugno, Brussels Il workshop è organizzato dall’European Centre for Public Affairs Brussels (ECPAB), centro di formazione dedicato all’organizzazione di programmi specifici sulle tematiche pubbliche, in collaborazione con Europe Information Service (EIS). Per informazioni e iscrizioni: www.ecpab.be Partecipazione a pagamento. Sustanaible Trade – what does it mean for business? 24-25 giugno 2003, Brussels (Belgio) Partecipazione a pagamento Per informazioni visitare l’indirizzo web: www.csreurope.org Practitioners’ workshop – CSR management and reporting 13 giugno 2003, Brussels (Belgio) Per informazioni visitare l’indirizzo web: www.csreurope.org

Challenges for Evaluation in an Enlarged Europe - Quinta Conferenza europea sulla valutazione dei Fondi strutturali 26-27 giugno 2003, Budapest (Ungheria) L'evento è rivolto a tutti coloro che sono interessati a tale tema, ma in modo particolare intende favorire l'incontro tra i soggetti che commissionano attività di valutazione sugli interventi dei Fondi strutturali e i soggetti che effettuano tale valutazione. La conferenza, che quest’anno si colloca nel contesto dell’allargamento e della valutazione intermedia dei programmi 2000-2006, favorirà lo scambio di esperienze e di know-how sulla gestione, l’utilizzo e la qualità della valutazione. Ulteriori informazioni e il programma della conferenza sono disponibili sul sito: http://europa.eu.int/comm/regional_policy/sources/docconf/budapeval/index_en.htm EuropEos – i risultati della Convenzione europea: economisti, giuristi e politologi a confronto 7 luglio 2003, Università Bocconi di Milano Scopo dell’evento è discutere sugli obiettivi finali della Convenzione, nell’ottica della Conferenza Intergovernativa e della Presidenza italiana dell’Unione europea. Per ulteriori informazioni: www.frdb.org Conferenza europea sull’e-Government 7-8 luglio 2003, Como Si tratta di una conferenza promossa dal governo italiano e dalla Commissione europea. Si tratta della prima iniziativa di ampio respiro compresa nel programma del semestre di presidenza italiano. Prenderanno parte all’evento i ministri responsabili dell’e-Government dei paesi dell’UE, dei paesi candidati e associati, nonché extraeuropei, rappresentanti degli enti locali di tutta Europa impegnati nel settore ed esponenti delle maggiori aziende europee del settore dell’Information Technology. Per ulteriori informazioni: www.innovazione.gov.it/ita/news/2003/como/como_presentdef.shtml http://europa.eu.int/information_society/eeurope/egovconf/index_en.htm Sectoral Policies and European Territories:The Role of Regional and Local Actors 15 luglio 2003, Bruxelles (Belgio) L’evento è organizzato da: EIPA (European Institute of Public Administration), ECR (European Centre for the Regions), Unioncamere (Unione Italiana delle Camere di Commercio Industria

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Artigianato e Agricoltura), Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome, con il supporto del Comitato delle Regioni, del Comitato Economico e Sociale e EUROCHAMBRES (Association of European Chambers of Commerce and Industry). Si parlerà del ruolo degli attori regionali e locali nell’attuazione delle politiche relative alle tecnologie della comunicazione e dell’informazione, immigrazione e concorrenza. Per iscrizioni (entro il 4 luglio) e ulteriori informazioni: EIPA, tel +34 93 5672404, fax +34 93 5672399, e-mail: [email protected] oppure UNIONCAMERE, Marco Lopriore, tel +32 2 5122240, fax +32 2 5124911, e-mail: [email protected]). Verso la Costituzione europea Firenze, 20 giugno 2003 ToscanaEuropa organizza un dibattito sui temi della Costituzione europea nel suo processo verso la Conferenza intergovernativa. Al dibattito interverranno parlamentari europei e nazionali di spicco. http://www.toscanaeuropa.it/convenzione/attivita/dettaglio.asp?id_doc=1732 Città e ambiente 2-3 luglio 2003, Craigavon (Irlanda) Lo scopo della Conferenza è quello di stimolare il dibattito sulle relazioni e interazioni tra ambiente, sviluppo sostenibile e educazione, soprattutto nelle aree urbane. L’evento prevede anche tre workshops tematici su: “Imprese e sviluppo sostenibile”, “Ambiente e educazione” e “Ambiente e Città”. http://www.newtowns.net/

PUBBLICAZIONI Disponibili due nuove pubblicazioni della DG Imprese in materia di e-business La DG Imprese della CE mette a disposizione due nuove pubblicazioni: una relazione sui successi e i fallimenti delle società europee nell’utilizzo dei processi di e-business e un manuale di indicatori in materia di e-business.

La “European e-Business Report” riassume, in 230 pagine, gli studi precedentemente pubblicati sulle pratiche di e-business in 15 settori dell’economia europea. Il documento valuta il grado di maturità e l’impatto economico delle attività di e-commerce e di e-business, raffronta i risultati di ciascun settore rispetto alla media dell’industria ed affronta aspetti specifici delle politiche. Il “Pocketbook of e-business indictors” contiene una serie di dati chiari e immediati sull’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) e dell’e-business negli stessi 15 settori. Le statistiche sono tratte da un sondaggio, condotto nel mese di luglio 2002, fra i decisori di oltre 9.200 imprese. Le informazioni contenute nelle due pubblicazioni mostrano che a tutt’oggi oltre 1/3 delle aziende ha acquistato prodotti o servizi on line, cifra pari al doppio delle imprese che vendono on line. Il tasso d’adozione dell’e-business è più rapido nel settore dei servizi TIC, dell’elettronica, dei servizi commerciali e dei media, nonché dell’editoria. Più della metà delle imprese afferma che l’e-business ha esercitato un impatto sulla propria attività e, fattore sorprendente, la valutazione di tale impatto sembra essere analoga fra le imprese di piccole, medie e grandi dimensioni. Per scaricare la relazione “European e-Business Report” e il manuale “Pocketbook of e-business indictors”, visitare il sito: http://dbs.cordis.lu/search/en/simple/EN_DOCS_simple.html La fonction publique locale Jean-François Lemmet e Cristiane Creignou, Librairie Générale de Droit et de Jurisprudence – (Serie ‘Politiques locales’), Parigi, 2002. L’opera descrive le nozioni essenziali dello statuto della funzione pubblica locale. Dopo un’illustrazione della struttura organizzativa della funzione pubblica territoriale, viene affrontato il percorso di carriera del funzionario, dal reclutamento alla cessazione delle funzioni, i suoi diritti e doveri. Viene, inoltre, sinteticamente riportata anche qualche nozione di management, in particolare alcuni principi generali ed aspetti del management quotidiano. Administration de l’Etat, Francis Chauvin, 6° Edizione, Dalloz, Parigi, 2002 (www.dalloz.fr.) In Francia, lo Stato ha intrapreso una profonda riforma della sua amministrazione, per adeguarla non solo alle accresciute competenze delle collettività locali ma anche agli imperativi della costruzione europea. Partendo dalle linee direttrici di questa riforma e di altre innovazioni del settore pubblico, l’autore propone una presentazione

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aggiornata dei ‘meccanismi’ dell’amministrazione francese, sia a livello centrale che decentrato.

Formazione superiore europea Anne-Sophie Crouzet, Des Airbus universitaires pour promouvoir la formation supérieure européenne”, Fenêtre sur l’Europe, aprile 2003. A partire dal 2004, verrà istituito un nuovo programma comunitario, chiamato “Erasmus World”, che elaborerà dei master europei, destinati ai migliori studenti d’Europa per una formazione comune. Questa iniziativa, che vedrà la realizzazione di “Airbus universitari” ("federazioni" universitarie), ha lo scopo di competere con gli istituti universitari degli Stati Uniti, che detengono oggi una vera e propria leadership nel settore della formazione superiore e della formazione delle élites e dispongono - grazie anche ai cospicui fondi pubblici e privati - di risorse da due a cinque volte superiori a quelle dei loro omologhi del Vecchio Continente. Il programma, che andrà ben al di là degli attuali programmi di scambio tra le università e gli istituti superiori europei, richiederà, quindi, forti investimenti pubblici e privati e avrà l’obiettivo di portare la ricerca e l’insegnamento superiore europeo ai livelli più alti della competizione internazionale in un’epoca di globalizzazione, in cui è sempre più richiesto ai manager la capacità di “pensare europeo”. Nel gennaio 2003, in occasione del 40° anniversario del Trattato dell’Eliseo il Presidente francese Jacques Chirac e il Cancelliere tedesco Gerhard Schröder hanno già annunciato il lancio del progetto Airbus universitaire” che riunirà in una ‘federazione’ almeno tre università europee, mentre nel settembre 2003 a Berlino si riuniranno in un “super vertice” i Ministri dell’Educazione di 32 paesi europei per definire l’agenda dei lavori. La riforma del management pubblico POLLITT, G. BOUCKAERT 425 p., • 32,00; EGEA, 2002 L'opera, ambiziosa nell’impianto e nelle finalità, propone un’analisi comparata di alcuni processi di riforma delle amministrazioni pubbliche, presentando dapprima singole esperienze nazionali, analizzate in relazione al contesto politico-amministrativo in cui si sono realizzate, e mettendole in seguito a confronto. Il volume fornisce un contributo importante agli studi comparativi nel settore, descrivendo le “traiettorie di riforma” di alcune realtà di management pubblico nazionali (Australia, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti e Svezia) e

sovranazionali (Unione Europea). Gli autori, presentano un modello di riforma riflettendo sulle differenze tra i dieci paesi considerati e sulle caratteristiche uniche della Commissione europea. L'edizione italiana presenta una scheda particolareggiata sul nostro Paese che, insieme ad appendici di richiamo, permette una rilettura della riforma del management pubblico in Italia negli ultimi venti anni in prospettiva comparata con le altre nazioni esaminate.

Economia senza cittadini? 184 p., • 16,50; Guerini, 2002 Il settimo rapporto sull'economia globale e l'Italia analizza gli sviluppi economici più recenti, proponendo in questa edizione una particolare attenzione alla dimensione politica della globalizzazione oltre che a quella economica. Il gruppo di ricerca del Centro Luigi Einaudi in collaborazione con Lazard, società attiva nell’Investment Banking italiano, esamina l'evoluzione della congiuntura e dei mercati, approfondendo lo studio dei settori - trasporto aereo, aerospazio, industria petrolifera - più direttamente colpiti dalla globalizzazione e dalla crisi post 11 settembre; altri contributi affrontano la dimensione giuridica dei fenomeni di globalizzazione ed in particolare la situazione di marginalizzazione dell'Italia. Di grande interesse infine la ricostruzione del cambiamento di prospettive e di scenario del quadro delle relazioni internazionali. Il filo conduttore del volume è la necessità di creare istituzioni, linguaggi e procedure in grado di conciliare le esigenze dell'economia con gli obblighi della giustizia sociale, della difesa dell'ambiente e più in generale della partecipazione politica dell'individuo, che, recuperando la sua centralità rispetto al mercato, può scongiurare la prospettiva di un’evoluzione verso un’”economia senza cittadini”. Linee guida per partenariati di successo tra settore pubblico e privato La Commissione Europea ha preparato una guida sui partenariati tra settore pubblico e privato. Questa pubblicazione riconosce l’evoluzione del concetto di partenariato e la necessità di espanderne la conoscenza e la capacità di implementazione. http://europa.eu.int/comm/regional_policy/sources/docgener/guides/ppp/ppp_en.pdf Fare il miglior uso dei Fondi Strutturali La Commissione Europea ha pubblicato una serie di documenti per spiegare come le PMI e le autorità locali e regionali dei 15 Paesi Membri possono ottenere supporto finanziario per un’enorme varietà di progetti ed iniziative nei settori del commercio e del turismo.

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http://europa.eu.int/comm/enterprise/services/tourism/studies/structuralfunds/index.htm I Costi di non avere politiche sociali Questo rapporto mira a dimostrare come le politiche sociali rappresentino un fattore produttivo e non solo una spesa. Secondo il rapporto, esistono alti costi economici e sociali anche in assenza di politiche sociali di adeguata qualità http://europa.eu.int/comm/employment_social/news/2003/jan/costofnonsoc_final_en.pdf Il Libro Rosa della DG Imprese Pink Book (Libro Rosa): così viene denominato in ambito UE, andando ad aggiungersi ai più noti Libri bianchi e Libri verdi, la pubblicazione che contiene la rassegna della legislazione europea di competenza della Direzione generale Imprese. È stata recentemente resa pubblica sul web la sesta edizione del Pink book che contiene quasi 500 direttive suddivise fra "hard" law (provvedimenti vincolanti) e "soft" law (accordi per l’applicazione delle norme). Per scaricare in formato pdf il documento, oppure richiederne copia cartacea: http://europa.eu.int/comm/dgs/enterprise/acquis.htm Una nuova rivista: Europa da vicino L’editore Maggioli scommette sull’Europa e lancia un bimestrale di politica e attualità europea (Europa da vicino) i cui comitati editoriale e scientifico sono ricchi di conoscitori delle politiche comunitarie. Una bella scommessa perché in Italia le riviste sull’UE e, più in generale, sull’Europa incontrano non poche difficoltà di radicamento. Ricordiamo, a questo proposito, le esperienze naufragate più o meno velocemente di Europa Europe, dell’inserto del settimanale Internazionale e quella del semestrale del Mulino. Sui motivi di questo scarso appeal delle problematiche europee (malgrado l’ampia maggioranza di italiani a favore dell’Europa periodicamente segnalata dai sondaggi) ci sarebbe molto da dire e questo potrebbe proprio essere uno dei temi di approfondimento della nuova rivista a cui ovviamente vanno i nostri migliori auguri. Per informazioni: www.maggioli.it Ancora sull’innovazione: Innovation Tomorrow Tale studio esamina le novità introdotte dall’economia della conoscenza e lancia la proposta di una politica dell’innovazione di "terza generazione" che permea i vari campi su cui l’uomo opera. Non più dunque un modello di

innovazione lineare e che deriva esclusivamente dalla ricerca, bensì l’innovazione intesa come elemento di natura trasversale, da inserire nelle varie politiche anche quelle ritenute del tutto tradizionali. Innovation Tomorrow si può scaricare in pdf da: www.cordis.lu/innovation-policy/studies/gen_study7.htm

Due note di Notre Europe ed una del CER L’associazione parigina Notre Europe, presieduta dall’ex presidente della Commissione europea Jacques Delors, è una piccola miniera di spunti di conoscenza e approfondimento. Segnaliamo questa volta due brevi note relative a tematiche assai differenti. La prima concerne i rapporti fra Stati Uniti ed Europa su cui molto s’è detto in questi mesi di guerra irachena a parole e nei fatti. Il titolo dell’intervento ospitato da Notre Europe è appunto U.S Foreign policy towards Europe – An American Perspective on Transatlantic Relations e in esso vengono esposti alcuni nodi problematici di tale rapporto. Sempre nella sezione "Notes brèves" troviamo una descrizione dei cosiddetti servizi di interesse generale (telecomunicazioni, trasporti, ecc.) e del ruolo dell’UE nella loro regolamentazione. Per saperne di più: www.notre-europe.asso.fr/ Povertà ed esclusione sociale Il Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000 è ampiamente noto per aver dato l’avvio di una complessa strategia di sviluppo in cui i fattori economici e sociali devono procedere in stretta connessione. In particolare, per i temi legati alla povertà e all’esclusione sociale fu deciso di applicare il cosiddetto metodo aperto di coordinamento il cui schema operativo comprende l’individuazione di obiettivi condivisi, la messa in atto di specifici programmi nazionali e un periodico processo di verifica e confronto (benchmarking). A tale scopo, il Consiglio europeo di Laeken del dicembre 2001 individuò un primo gruppo di indicatori relativi all’inclusione sociale e da utilizzare nelle comparazioni fra Paesi. La collana Statistics in focus di Eurostat presenta una serie di comparazioni suddivise in due documenti (Poverty and social exclusion in the EU after Laeken). Parte 1: http://europa.eu.int/comm/eurostat/Public/datashop/print-product/EN?catalogue= Eurostat&product=KS-NK-03-008-__-N-EN&mode=download Parte 2: http://europa.eu.int/comm/eurostat/Public/datashop/print-product/EN?catalogue=

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Eurostat&product=KS-NK-03-009-__-N-EN&mode=download Ma i fondi strutturali valgono anche per il commercio e il turismo? Nel comune sentire l’uso dei Fondi strutturali viene prevalentemente, se non esclusivamente, collegato con alcuni settori d’intervento: il FEOGA con l’agricoltura, il FSE con la formazione, il FESR con l’industria e l’artigianato. Ciò poteva valere nei primi anni novanta ma ora la realtà è assai più variegata (e complicata). Che cosa fanno e potrebbero fare i fondi strutturali per i due settori del commercio e del turismo? La DG Imprese si è posta questa domanda e proprio per saperne di più ha promosso una ricerca che appare ora sulle sue pagine web. Analisi della situazione, identificazione delle barriere che ne limitano l’accesso, raccomandazioni per un uso migliore dei fondi: sono questi gli obiettivi dello studio che si compone di 15 rapporti nazionali e di altri sette relativi ai tre obiettivi ed alle quattro iniziative comunitarie. Si rimanda alle due pagine specifiche: http://europa.eu.int/comm/enterprise/services/tourism/policy-areas/study_structuralfunds.htm http://europa.eu.int/comm/enterprise/services/tourism/studies/structuralfunds/index.htm Utilità degli approvvigionamenti ecologici Il progetto RELIEF, a cui partecipano enti locali di Danimarca, Germania, Ungheria, Svezia e Svizzera, intende definire linee guida per aiutare le autorità locali ad adottare un approccio più ecologico negli approvvigionamenti di elettricità, materiali edili, apparecchiature informatiche, prodotti alimentari e mezzi di trasporto pubblico. Non solo vantaggi ambientali a quanto pare, perché gli enti locali che aderiscono a RELIEF hanno riscontrato anche una elevata qualità e convenienza economica. Alcuni dei risultati delle ricerche svolte nell’ambito di RELIEF sono liberamente scaricabili dal sito del progetto: www.iclei.org/europe/ecoprocura/relief/index.htm Come opera l’Unione europea? L’Unione europea, si sa, è una costruzione strana e complicata, non confrontabile con nessun’altra istituzione nazionale e internazionale. Per di più, e l’ingresso di ben 10 nuovi Paesi membri sta a dimostrarlo, è in continua evoluzione. Non è pertanto facile capire le modalità di funzionamento dell’UE, il suo modo di procedere a volte astruso, le interazioni esistenti fra le sue diverse istituzioni. Un aiuto in tal senso lo possiamo trovare nella pubblicazione How the European Union Works, per il momento solo in lingua inglese, che si trova alla pagina: http://europa.eu.int/comm/publications/booklets/eu_documentation/06/index_en.htm

DOCUMENTI COM

Sono documenti in cui la Commissione europea esprime il suo punto di vista su questioni di varia natura e rilevanza. Si trovano al sito EUR-Lex (http://europa.eu.int/eur-lex/it) sotto la denominazione "Documenti di pubblico interesse" e vengono suddivisi a loro volta in: libri verdi, libri bianchi, documenti di lavoro, relazioni, comunicazioni.

COM (2003) 0184 dell’11 aprile 2003 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO Seguito del Libro bianco "Un nuovo impulso per la gioventù europea". Proposta di obiettivi comuni in materia di partecipazione e di informazione dei giovani a seguito della Risoluzione del Consiglio del 27 giugno 2002 relativa al quadro di cooperazione europea in materia di gioventù – disponibile nelle 11 lingue

Sempre nel sito EUR-Lex si trova la categoria "Legislazione in preparazione" di cui una sottocategoria è l’Elenco delle proposte della Commissione disponibili. Segnaliamo alcune di queste proposte avvertendo che anche queste, come i documenti precedenti, appaiono con la sigla COM.

COM (2003) 0160 del 7 aprile 2003 Proposta modificata di DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO recante adozione di un programma pluriennale (2003-2005) per il monitoraggio del piano d'azione eEurope, la diffusione della buona prassi e il miglioramento della sicurezza delle reti e dell'informazione (MODINIS) – disponibile nelle 11 lingue

COM (2003) 0174 dell’8 aprile 2003

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sulle misure che gli Stati membri devono prendere per garantire la partecipazione di tutti i cittadini dell'Unione alle elezioni del Parlamento europeo del 2004 in un'Unione allargata – disponibile in tutte le lingue

COM (2003) 0168 del 3 aprile 2003

Proposta modificata di REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO Aiuto per le politiche e le azioni riguardanti la salute riproduttiva e sessuale e i diritti connessi nei paesi in via di sviluppo – disponibile in tutte le lingue

COM (2003) 0167 del 3 aprile 2003

Proposta modificata di REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO sugli aiuti relativi alle malattie legate alla povertà

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(HIV/AIDS, malaria, tubercolosi) nei paesi in via di sviluppo – disponibile in tutte le lingue

COM (2003) 0174 dell’8 aprile 2003

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sulle misure che gli Stati membri devono prendere per garantire la partecipazione di tutti i cittadini dell'Unione alle elezioni del Parlamento europeo del 2004 in un'Unione allargata – disponibile in tutte le lingue.

NEWS DALLA COMMISSIONE EUROPEA

Allargamento Rapporto della Corte dei Conti sul gemellaggio come strumento di supporto al potenziamento delle istituzioni nei paesi canditati Il 21 Maggio 2003, la Corte dei Conti ha pubblicato un rapporto speciale concernente il gemellaggio come strumento di supporto al potenziamento delle istituzioni nei paesi canditati. Secondo la Corte, i progetti europei di gemellaggio non hanno soddisfatto appieno le iniziali aspettative. Inoltre, anche l’assistenza ai Paesi candidati nel settore ambientale sembra essere stata solo parzialmente soddisfacente. Per ulteriori informazioni http://www.eca.eu.int/IT/reports_opinions.htm Fonte: Euro*Idees News, 30 maggio 2003 Convenzione europea Convenzione Europea: pubblicazione della bozza di Costituzione Il 26 maggio 2003, il Presidio della Convenzione Europea ha presentato la bozza della prima parte del Trattato costituzionale. Tale bozza prende in considerazione i numerosi emendamenti ricevuti e le proposte fatte durante la seduta plenaria sugli articoli della Parte I. Inoltre, la bozza contiene i Protocolli sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità e sul ruolo dei Parlamenti nazionali. Per ulteriori informazioni http://register.consilium.eu.int/pdf/it/03/cv00/cv00724it03.pdf Fonte: Euro*Idees News, 30 maggio 2003

Imprese

Entrerà in vigore il 1 gennaio 2005 la nuova definizione della Commissione per le imprese europee di ridottissime, piccole e medie dimensioni La Commissione europea ha adottato oggi una nuova definizione di imprese di dimensioni ridottissime (microimprese) o piccole e medie (PMI) nell'intento di promuovere l'imprenditorialità, gli investimenti e la crescita, di agevolare l'accesso ai capitali di ventura, di ridurre gli oneri amministrativi e di consolidare la certezza del diritto. La nuova definizione è stata elaborata in seguito a due ampi giri di consultazione con il pubblico; nello stabilire le categorie di micro imprese e PMI essa mantiene le soglie relative al numero di dipendenti, ma stabilisce un considerevole aumento del massimale finanziario (fatturato o volume totale del bilancio), in particolare per tener conto dell'inflazione e degli incrementi di produttività verificatisi dopo il 1996, data della prima definizione comunitaria di PMI. Diverse disposizioni fanno sì che il vantaggio legato alla possibilità di accedere ai dispositivi nazionali ed ai programmi europei di sostegno alle PMI sia riservato alle imprese che presentano effettivamente le caratteristiche di una PMI (in quanto manca loro la forza economica propria di organizzazioni di maggiori dimensioni). Per consentire una transizione senza intoppi a livello d'Unione e nazionale la nuova definizione verrà utilizzata a partire dall'1 gennaio 2005. Questa modernizzazione della definizione di PMI avrà ripercussioni atte a promuovere la crescita, l'imprenditorialità, gli investimenti e l'innovazione; favorirà inoltre la cooperazione ed il raggruppamento d'imprese indipendenti. Erkki Liikanen, Commissario responsabile per le imprese, ha dichiarato: "Le imprese di piccole e medie dimensioni formano la spina dorsale dell'economia europea. Esse sono d'importanza cruciale per lo spirito imprenditoriale e l'innovazione nell'Unione e quindi per garantire la concorrenzialità dell'Unione stessa. Una valida definizione di PMI rende più agevole individuarne le esigenze e sviluppare politiche efficienti per compensare gli specifici problemi derivanti dalle loro dimensioni. Ciò riveste un'importanza vitale per la concorrenzialità, la crescita e l'occupazione in un'Unione europea allargata." La definizione di PMI attualmente utilizzata nell'ambito del diritto comunitario è quella adottata nella raccomandazione della Commissione 96/280/CE. Le proposte modifiche di tale definizione sono state messe alla prova in due ampi giri di consultazione con il pubblico, lanciati nel 2001 e nel 2002, ed hanno accomodato notevoli cambiamenti del testo volti a tener conto delle

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esigenze e delle realtà del settore. Finalità principali della revisione sono: Ridurre gli oneri amministrativi ed accelerare le procedure Viene proposto un modello di autocertificazione volontaria per le imprese. Questo formulario unico dovrebbe ridurre gli oneri amministrativi per le imprese ed accelerare le procedure sostituendo i vari formulari attualmente in uso per le diverse finalità amministrative. Promuovere l'imprenditoria e le microimprese Per la prima volta la definizione rivista contempla soglie finanziarie precise per le microimprese, il che dovrebbe contribuire ad agevolare i programmi di sostegno delle autorità regionali e nazionali per questa categoria d'imprese. Viene così riconosciuto il ruolo fondamentale che le microimprese svolgono nello sviluppare l'imprenditoria. Vengono altresì riconosciute come imprese anche le attività connesse all'economia sociale e le imprese artigianali . Promuovere la crescita Il considerevole aumento dei massimali finanziari, che tiene conto degli incrementi di prezzi e produttività verificatisi dopo il 1996, non determinerà un aumento marcato del numero di PMI ma favorirà le imprese che investono. Vengono parimenti agevolate le partecipazioni minoritarie delle imprese di maggiori dimensioni nelle PMI, pur preservando l'indipendenza di queste ultime. Agevolare l'accesso ai capitali di ventura La revisione agevola il finanziamento sotto forma di partecipazione al capitale per le PMI accordando un trattamento favorevole ai fondi regionali, alle società che si occupano di capitali di ventura ed ai business angels. Promuovere gli investimenti nell'innovazione e nelle attività di ricerca Analoghe esenzioni sono introdotte anche per gli investimenti nelle attività imprenditoriali derivate compiuti da università ed istituti di ricerca, allo scopo di promuovere gli investimenti nelle attività di ricerca e nell'innovazione. Promuovere i raggruppamenti d'imprese e consolidare la certezza del diritto trasparente per calcolare il personale e le soglie finanziarie. Tale metodo fornisce un quadro più realistico della forza economica delle imprese, limitando al tempo stesso il numero di livelli di collegamento tra imprese di cui occorre tener conto e contribuendo così notevolmente a consolidare la certezza del diritto. Impedire i fenomeni di aggiramento delle regole Il fatto di allineare il concetto d'imprese "collegate" alla direttiva in tema di conti consolidati renderà estremamente difficile aggirare tale definizione. Sotto questo profilo la nuova definizione tiene conto delle esperienze compiute in tema di controllo degli aiuti pubblici.

Promuovere la formazione professionale e l'equilibrio tra attività lavorative e vita privata Dal computo del personale in funzione dei massimali sono esclusi apprendisti e studenti che ricevono una formazione professionale, così da favorire le imprese che provvedono tale formazione. Analogamente sono esclusi dal computo i periodi di congedo parentale o di maternità, così da non penalizzare le imprese che promuovono l'equilibrio tra vita privata e attività lavorativa. Ulteriori informazioni sulla definizione di PMI : http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/sme_definition/index_en.htm

Il comunicato stampa della Commissione si trova su: http://europa.eu.int/rapid/start/cgi/guesten.ksh?p_action.gettxt=gt&doc=IP/03/652|0|RAPID&lg=IT&display=

mentre il testo della nuova raccomandazione è scaricabile da: http://europa.eu.int/comm/enterprise/enterprise_policy/sme_definition/decision_sme_it.pdf

Fonte: Aprocom News, 30 maggio 2003 Occupazione e Affari sociali La Commissione adotta una proposta di migliore e più visibile coordinamento della protezione sociale nell'UE La Commissione ha adottato una proposta che intende migliorare, semplificare e rendere più visibile l'operato dell'UE in sede di coordinamento delle politiche di protezione sociale degli Stati membri - pensioni, integrazione sociale e lotta contro la povertà, assistenza sanitaria agli anziani, regimi di sicurezza sociale e modalità di incoraggiamento al lavoro ('rendere redditizio il lavoro’). La comunicazione della Commissione ‘Rafforzare la dimensione sociale della strategia di Lisbona: snellire il coordinamento aperto nel campo della protezione sociale’, stabilisce come l'UE debba integrare il coordinamento nei settori citati della protezione sociale in un ambito e processo unici valendosi del metodo di coordinamento aperto per il 2006. La proposta contribuirà a rafforzare la dimensione sociale della strategia di Lisbona di riforma economica, occupazionale e sociale e potenzierà inoltre l'efficacia delle dimensioni economica e occupazionale. Il mandato della proposta proviene dal recente Consiglio europeo di primavera a Bruxelles. La proposta sarà ora trasmessa al Consiglio e al Parlamento europeo. E' inoltre possibile che venga presentata al Consiglio

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Occupazione e Politica Sociale del 3 giugno a Lussemburgo. Anna Diamantopoulou, Commissario europeo all'Occupazione e agli Affari Sociali, ha dichiarato: "Gli Stati membri conserveranno sempre la facoltà di progettare, gestire e varare le proprie politiche di protezione sociale. L'UE può tuttavia, e deve, aggiungere valore aiutando i governi a coordinare le riforme necessarie per far fronte alla pressione delle tendenze demografiche e della globalizzazione, e mantenendo nel contempo l'elemento fondamentale, la coesione, del modello sociale europeo. Senza un efficace coordinamento comunitario delle riforme della protezione sociale rischiamo di produrre riforme troppo lente, troppo inefficaci e troppo ingiuste". La comunicazione propone un processo integrato destinato a razionalizzare, migliorare e semplificare l'operato dell'UE nel campo della protezione sociale mediante il metodo di coordinamento aperto. La razionalizzazione – o ‘snellimento’ – comporterà un accordo in merito ad un'unica serie di obiettivi comuni che riguardano i vari settori della protezione sociale – pensioni, integrazione sociale e lotta contro la povertà, assistenza sanitaria agli anziani e ‘rendere redditizio il lavoro’. La Commissione propone che tali obiettivi comuni vengano adottati nel 2006 in seguito a una valutazione approfondita dei progressi compiuti attraverso il coordinamento comunitario delle politiche nei settori predetti. Il passo successivo è la sincronizzazione del nuovo processo di protezione sociale con gli Indirizzi di massima della politica economica e con la Strategia europea per l'occupazione. La semplificazione comporterà la redazione di una relazione unica in sostituzione delle attuali relazioni separate per ciascun settore della protezione sociale. Le singole relazioni nazionali confluiranno in un'unica relazione comune (Commissione/Consiglio) sulla protezione sociale. Per quanto riguarda oggi il coordinamento economico e occupazionale, una relazione completa sarà presentata dalla Commissione e dal Consiglio ogni tre anni, con aggiornamenti annuali più brevi. Il testo completo della comunicazione della Commissione sarà prossimamente disponibile all'indirizzo: http://europa.eu.int/comm/employment_social/soc-prot/social/index_en.htm Fonte: InEurop@, 28 maggio 2003 La Commissione Europea propone un migliore coordinamento della protezione sociale a livello europeo Il 28 marzo 2003, la Commissione Europea ha adottato una Comunicazione intitolata “Rafforzare

la dimensione sociale della strategia di Lisbona: estendere il metodo aperto di coordinamento al settore della protezione sociale”. La proposta della Commissione mira a migliorare, semplificare e rendere più visibile il coordinamento delle politiche sociali dei Paesi membri, ad esempio per quanto riguarda le pensioni, l’inclusione sociale, la sanità e i sistemi di sicurezza sociale. Per ulteriori informazioni

http://europa.eu.int/comm/employment_social/news/2003/may/lisbonstratIP280503_en.pdf

Fonte: Euro*Idees News, 30 maggio 2003

EAPN (European Anti Poverty Network) è una rete europea di organizzazioni non governative e gruppi che operano contro la povertà e l’esclusione sociale nei diversi Paesi membri dell’UE. Il sito è assai ricco di informazioni sulle attività della rete (notizie flash, paper, ecc.) e sulle iniziative condotte in Europa, in special modo dalle istituzioni europee, relative alle questioni sociali e del lavoro. Per ulteriori informazioni www.eapn.org/ Fonte: Notizie dall’UE, Provincia di Torino, 19 maggio 2003

Società dell’Informazione Un simposio sull’e-inclusion In occasione del simposio "Verso una società dell’Iinformazione inclusiva in Europa", svoltosi a Creta (Grecia) l’11 aprile scorso, i ministri degli Stati membri dell’Unione, i paesi candidati, i paesi associati e EFTA hanno affermato che è necessario un impegno costante per creare una società basata sulla conoscenza, aperta, inclusiva e accessibile a tutti. In questo senso, dovrebbero essere adottate misure per assicurare l’inclusione e prevenire le forme di discriminazione in merito ad esempio all’età, alla disabilità, agli svantaggi economici e sociali o di isolamento geografico. L’e-inclusion (che in italiano viene reso con l’espressione "inclusione digitale") potrebbe avere un impatto benefico sulla società europea, abbattendo le barriere tecniche, giuridiche e di altro genere che ostacolano la partecipazione dei disabili e contribuendo in tal modo al raggiungimento dell’ormai noto e spesso citato "obiettivo di Lisbona" di rendere l’Europa un’economia basata sulla conoscenza più

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competitiva del mondo entro il 2010. I ministri invitano inoltre i paesi ad adottare le iniziative di e-inclusion attraverso programmi operativi nazionali per la società dell’informazione e indicano il Sesto Programma Quadro quale importante strumento in grado di favorire l’inclusione digitale. Tra le misure che più direttamente coinvolgerebbero i cittadini, ricordiamo l’idea emersa durante il simposio di creare un mediatore per accessibilità dei disabili, oltre alla predisposizione di punti d’informazione, quali utili feedback sulle norme e sul loro impatto nelle quotidianità dei cittadini. Per ulteriori informazioni: www.eu2003.gr/en/articles/2003/4/11/2502/ Per saperne di più sull’obiettivo strategico dell’e-inclusion: www.cordis.lu/ist/so/einclusion/home.html Fonte: Notizie dall’UE, Provincia di Torino, 19 maggio 2003 Sviluppo Regionale Orientamenti per una proficua attuazione dei partenariati pubblico-privati La DG Politica regionale ha recentemente pubblicato il documento “Guidelines for Successful Public-Private Partnership”. La pubblicazione analizza i rischi e le opportunità dei partenariati pubblico-privati (PPP) e fornisce orientamenti per l’ideazione e l’elaborazione di accordi di partenariato. La cooperazione tra enti pubblici e settore privato ha registrato negli ultimi anni un netto incremento. Questi accordi sono stati incentivati, in larga misura, dalla limitata dis-ponibilità di fondi pubblici, nonché dagli sforzi volti a migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici. In linea di massima i partenariati pubblico-privati hanno ottenuto buoni risultati, in particolare nei paesi in cui è in atto una forte crescita economica. L’esperienza sinora acquisita lascia presupporre che tali partenariati possano svolgere un ruolo sostanziale anche nell’accelerare le riforme e nell’am-modernare le infrastrutture e i servizi dei paesi candidati. Tuttavia, pur presentando una serie di vantaggi, la concezione, l’attuazione e la gestione di questi partenariati si rivelano particolarmente complesse. Per ottimizzare i vantaggi offerti in questo campo, i potenziali partecipanti devono conoscere le diverse impostazioni e i metodi ottimali per la definizione di tali accordi. Al fine di agevolare questo processo, la DG Politica regionale ha pubblicato una serie di orientamenti ad uso dei professionisti del settore pubblico. Gli

orientamenti vertono in particolare su quattro principali tematiche: - garantire l’accesso al mercato aperto e ad una concorrenza leale; - tutelare gli interessi pubblici e ottimizzare il valore aggiunto; - definire un livello di finanziamento ottimale, sia per attuare un progetto fattibile e sostenibile, sia per evitare che le sovvenzioni generino profitti fortuiti; - definire il tipo di partenariato più efficace in funzione dei singoli progetti. Per promuovere la pubblicazione, la DG Politica regionale organizza attualmente nei paesi candidati un ciclo di seminari informativi. Il testo degli orientamenti (disponibile in lingua inglese) può essere scaricato al seguente indirizzo: http://europa.eu.int/comm/regional_policy/sources/docgener/guides/ppp/ppp_en.pdf Inforegio News, 5 maggio 2003 Iniziativa URBAN: disponibile una nuova pubblicazione "Il partenariato con le città" è il titolo di una nuova pubblicazione di 52 pagine che descrive progetti di successo finanziati nell'ambito dell'Iniziativa comunitaria URBAN in tutti gli Stati membri dell'Unione. Da circa dieci anni l'Iniziativa URBAN ha sostenuto oltre 200 città nella ristrutturazione dei quartieri svantaggiati. Per il periodo 2001-2006 è disponibile un finanziamento comunitario di circa 730 milioni di euro destinato a progetti di riqualificazione urbana e ambientale, inserimento sociale, formazione e occupazione. Brochure "Il partenariato con le città": http://europa.eu.int/comm/regional_policy/sources/docgener/presenta/pres_en.htm Inforegio News, 5 maggio 2003 Sito InfoRegio: aggiornamenti Varie sezioni del presente sito sono state recentemente aggiornate per garantire un accesso più rapido alle informazioni sui programmi e sui progetti regionali. Gli aggiornamenti riguardano la sezione relativa all'Iniziativa INTERREG. Attualmente è disponibile, ad esempio, una cartina interattiva che permette di ottenere informazioni sui programmi di cooperazione transfrontaliera: http://europa.eu.int/comm/regional_policy/interreg3/abc/voleta_it.htm Una mappa interattiva delle città partecipanti all'Iniziativa URBAN II è stata aggiunta al seguente indirizzo: http://europa.eu.int/comm/regional_policy/urban2/towns_prog_it.htm

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Ulteriori aggiornamenti riguardano la banca dati "Programmi" e la sezione "Esperienze riuscite". - Banca dati "Programmi": http://europa.eu.int/comm/regional_policy/country/prordn/index_en.cfm

- Esperienze riuscite (Success stories): http://europa.eu.int/comm/regional_policy/projects/stories/index_en.cfm

Inforegio News, 29 aprile 2003 Il Comitato delle Regioni adotta una dichiarazione sul futuro della politica di coesione Su invito del Comitato delle Regioni, oltre 500 rappresentanti di comuni e regioni degli Stati membri e dei paesi candidati hanno discusso a Lipsia (Germania), il 5 e 6 maggio 2003, sul futuro della politica di coesione nell'Unione allargata. Nella dichiarazione finale del convegno si afferma che la futura riforma della politica regionale e di coesione andrebbe improntata a sei grandi principi: perseguire un'autentica politica comunitaria di sviluppo regionale e di coesione, mantenere un approccio e un metodo veramente comunitari, rafforzare il ruolo delle autorità locali e regionali, inserire la dimensione territoriale nell'obiettivo della coesione economica e sociale oltre a coordinare la politica regionale e le principali politiche settoriali, conferire un ruolo importante allo sviluppo sostenibile e ad una competitività equilibrata, considerare la soglia dello 0,45% del PIL comunitario come base per gli stanziamenti destinati alla politica regionale dopo il 2006. Testo integrale: Inforegio News, 21 maggio 2003 Convegno del Comitato delle Regioni sul futuro della politica di coesione La politica di coesione, quale strumento definito per attuare i principi di solidarietà e cooperazione, costituisce uno dei pilastri dell’integrazione tra i popoli e le regioni dell’UE ed ha portato negli anni un significativo valore aggiunto alle misure nazionali e regionali/locali per lo sviluppo economico. Ma come funzionerà la politica di coesione in un’Europa a 25? Oltre 500 rappresentanti di città e regioni degli attuali e futuri Stati membri dell'Unione hanno rilanciato il dibattito sul futuro della politica di coesione nell'Europa allargata, in occasione del convegno organizzato, il 5 e 6 maggio scorso a Lipsia (Germania), dal Comitato delle regioni, in cooperazione con le principali associazioni europee degli enti locali e regionali (ARFE, ARE, CCRE, CRPM e Eurocities).

Nella dichiarazione finale del convegno, che sarà consegnata al Commissario Barnier in occasione della sessione plenaria del CdR in programma per il mese di giugno a Bruxelles, si afferma che la futura riforma della politica regionale e di coesione dovrebbe in particolare perseguire un'autentica politica comunitaria di sviluppo regionale e di coesione, rafforzare il ruolo delle autorità locali e regionali ed inserire la dimensione territoriale nell'obiettivo della coesione economica e sociale. Il presidente del CdR, Albert Bore, ha affermato che "vi è una necessità costante di misure comunitarie sia per promuovere uno sviluppo economico generale che per affrontare le disparità presenti a livello nazionale e regionale" attraverso "uno strumento politico efficace per sostenere il potenziale economico e sociale delle zone più deboli dell'Unione". Il dibattito svoltosi nel corso del convegno contribuirà ad arricchire i pareri del CdR in materia e, in particolare, due documenti che saranno discussi durante la sessione plenaria di luglio: il rapporto di prospettiva sulla semplificazione dei fondi strutturali e il parere sulla seconda relazione intermedia della Commissione sulla coesione economica e sociale. Si veda il comunicato stampa del Comitato delle Regioni alla pagina: www.cor.eu.int/it/prss/cprss2003/cor_03_04041.html Per consultare i documenti presentati nel corso dei lavori, si rimanda al sito del Comitato delle Regioni : www.cor.eu.int/it/acti/acti_eve.html Fonte: Notizie dall’UE, Provincia di Torino, 19 maggio 2003 Semplificazione della gestione dei Fondi strutturali La Commissione ha concordato una serie di misure di applicazione immediata volte a garantire la semplificazione, il chiarimento, il coordinamento e la flessibilità della gestione dei Fondi strutturali. Tali misure sono destinate a semplificare la modifica dei programmi, i controlli e la revisione intermedia, a snellire e ridurre la molteplicità dei rapporti e degli indicatori utilizzati per valutare i risultati dei programmi, nonché ad agevolare le procedure riguardanti l'assegnazione della riserva di efficacia ed efficienza, gli incontri annuali, il ruolo della Commissione nei Comitati di sorveglianza e vari aspetti della gestione finanziaria. Testo integrale della Comunicazione Inforegio News, 21 maggio 2003 Dibattito sul futuro della politica di coesione

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Il 16 Maggio 2003, la DG Politica regionale ha aperto un sito che presenta i contributi al dibattito sul futuro della politica di coesione nel periodo successivo al 2006. Vari attori (tra cui Stati membri, paesi aderenti e le loro regioni, istituzioni europee, organizzazioni regionali, organizzazioni delle parti sociali e istituti di ricerca) hanno inviato e continuano ad inviare alla Commissione europea le proprie opinioni in merito. Il nuovo sito contribuirà a garantire una maggiore trasparenza del dibattito prima della pubblicazione della terza Relazione sulla Coesione prevista per il mese di dicembre 2003. http://europa.eu.int/comm/regional_policy/debate/reflex_it.htm Fonte: Euro*Idees News, 30 maggio 2003 Sviluppo sostenibile Un nuovo voto elettronico lanciato dalla presidenza greca dell’Unione Europea Il 21 maggio 2003, la Presidenza Greca dell’Unione Europea ha annunciato il lancio di un nuovo voto elettronico sull’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Ai cittadini è chiesto di esprimere la loro opinione su un certo numero di questioni, ad esempio su chi abbia il compito e la responsabilità di risolvere i problemi ambientali (governi nazionali o locali, Unione Europea, ONG, organizzazioni internazionali, imprese o cittadini) o su quale debba essere la priorità tra protezione ambientale e sviluppo economico. http://evote.EU2003.gr

Fonte: Euro*Idees News, 30 maggio 2003

VARIE Le Autonomie locali italiane a Bruxelles Le questioni comunitarie sono diventate anche negli enti locali un fatto interno di cui le Amministrazioni locali non possono non tener conto. Ben oltre la metà delle disposizioni che i Comuni applicano sono di derivazione comunitaria, sono state decise a Bruxelles nei summit in cui partecipano i capi di Governo o i Ministri competenti, sulla base di proposte istruite e definite dalla Commissione europea, e discusse e approvate dal Parlamento europeo. Il Comitato

delle Regioni, che è l'organismo politico di tutela di tutti i governi territoriali, ha lavorato, da più di otto anni, affinché le politiche europee fossero più coerenti con le richieste degli enti locali e delle Regioni. Negli ultimi dieci anni Bruxelles è diventata una grande ambasciata degli enti locali: oltre duecento uffici regionali e di comunità locali sono presenti oggi a Bruxelles e con questi il Comitato delle Regioni e la Commissione europea vogliono strutturare rapporti di consultazione. Essere presenti a Bruxelles può voler dire fare parte della lobby degli enti locali europei. Vuol dire conoscere meglio e in anticipo in quale direzione muove l'Unione e la Commissione indirizza i programmi e le risorse; rappresentare meglio le esigenze dei territori, il know how degli enti locali, le potenzialità che essi esprimono in termini di politiche da attivare e di esperienze da scambiare. E' questo il ragionamento che ha indotto ad aprire l'ufficio IDEALI a Bruxelles. Essere a Bruxelles può significare anche orientare il legislatore, orientare la Commissione europea nell'attivazione, ad esempio, di interventi di sviluppo locale, a fianco a quelli infrastrutturali, nei Paesi candidati come nei Paesi del Mediterraneo, laddove c'è bisogno di rafforzare i processi di crescita economica e sociale di un territorio. Frequentare Bruxelles può stimolarci anche a stringere alleanze con i Parlamentari europei. Oltre a tutto questo, IDEALI è soprattutto un ponte per avvicinare tutti i Comuni italiani all'Europa, e in questo senso stiamo portando avanti un progetto collegato alla Festa dell'Europa del 9 maggio e all'approssimarsi del semestre di Presidenza italiana dell'Unione. Al progetto Ideali partecipano Anci, Uncem, Lega delle Autonomie, Città Metropolitane, Aiccre, Confservizi, Formez, Ages, Cresme, EPF, Comuni Urban, Forum delle città adriatiche e joniche. Fonte: Formez news, 15 aprile 2003 EuroPA 2003: un bilancio del Salone delle Autonomie Locali Più di duecento espositori, circa 16mila e cinquecento visitatori per quattro giornate dedicate all'approfondimento e al dibattito sul cambiamento delle Autonomie locali, alla presentazione delle migliori esperienze delle pubbliche amministrazioni locali e delle aziende che interagiscono con esse: tutto questo è stata la terza edizione di EuroPA - Il salone delle Autonomie Locali, la manifestazione fieristica che si è svolta a Rimini dal 2 al 5 aprile. Rispetto all'edizione dello scorso anno, i numeri sono lievitati di circa il 50% a testimonianza del fatto che l'iniziativa rappresenta sempre più l'occasione per un confronto politico diretto fra autonomie locali e governo sui temi del federalismo fiscale e della devolution. Il Salone delle Autonomie Locali

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ha offerto a tutti gli amministratori ed operatori della P.A. l'opportunità di apprendere, confrontare ed assimilare gli strumenti necessari per "creare" autentica innovazione in una pubblica amministrazione locale completamente trasformata dalle più recenti riforme istituzionali. Con un documento elaborato il 3 aprile al termine del convegno "Autonomie locali per l'attuazione dell'art. 119 della Costituzione", le autonomie locali hanno chiesto di procedere celermente all'approvazione del disegno di legge "La Loggia", di concertare preventivamente il disegno di legge costituzionale di revisione del titolo V della Costituzione, di approvare la modifica dei regolamenti parlamentari per integrare la Commissione bicamerale per le questioni regionali, di trasformare il Senato in "Camera delle Autonomie". Ambiente, sicurezza, e-government, sviluppo locale, gestione delle risorse umane, formazione, innovazione tecnologica, servizi demografici, governance, Unione Europea sono gli altri temi affrontati nel corso delle quattro giornate. La manifestazione fieristica ha dato risalto a tre eventi targati Formez: la presentazione del Secondo rapporto sullo Stato delle Autonomie Locali, la presentazione della ricerca realizzata da Formez e Anci su "I piccoli Comuni e la gestione associata di funzioni e servizi" e la premiazione del bando "Montagne Sostenibili" organizzato dal Formez (nell'ambito del progetto Centro-Nord) in collaborazione con Uncem e Coordinamento Agenda 21 Locali Italiane. Sono state premiate con duemila euro, inoltre, le tre migliori proposte di progetti finalizzati a promuovere lo sviluppo locale sostenibile provenienti dalle comunità montane di Carnia, Cusio Mottarone, Monte Mauro. Fonte: Formez News, 15 aprile 2003 Presentato il Secondo Rapporto sullo stato delle Autonomie Locali L'Italia delle Autonomie Locali, dei Comuni, dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione, della sanità che delude o che sorprende per la sua efficienza, degli anziani che vorrebbero più assistenza sociale e dei giovani che domandano più posti di lavoro, della P.A. burocratica e distante e di quella innovativa e vicina ai cittadini. Non solo numeri, statistiche e tabelle, ma nomi, esperienze di vita quotidiana. Questo è il "Secondo Rapporto sullo stato delle Autonomie locali", presentato a Rimini il 3 aprile nel corso di EuroPA. Il Rapporto, pubblicato dal Formez e curato da Anci, Upi, Uncem, Legautonomie e Cresme, racconta il mondo delle Autonomie dando forte risalto alla diversità che fa la ricchezza del nostro paese. Sanità pubblica, lavoro e ambiente: queste le priorità di intervento

che i cittadini chiedono alla pubblica amministrazione. E ancora la sicurezza, le giovani coppie che scelgono di non avere figli per mancanza di asili nido, i Comuni "giovani" e quelli "over fifty", i comuni "single" e quelli che investono sulla cultura: il Rapporto è una esaltazione delle differenze comunali che fanno la ricchezza dell'Italia dei campanili. Il comune che spende di più per i bambini è Bagaladì, in provincia di Reggio Calabria, con oltre 1500 euro per ogni cittadino al di sotto dei 14 anni, mentre quello che investe maggiori risorse per lo smaltimento di rifiuti è Fiumara, con una spesa di oltre mille euro per abitante (cinque volte di più rispetto a quanto investono Rimini e Milano, i capoluoghi con la spesa pro capite più alta). Crede molto nel valore della cultura il Comune di Vajont, in provincia di Pordenone, che nel 2002 ha speso 792 euro per abitante per servizi culturali. Riguardo all'istruzione, fra i paesi sotto i 5mila abitanti, san Benedetto in Perillis (L'Aquila) spende per ogni alunno 8.474 euro, mentre Milano domina la classifica metropolitana (2.313 euro), seguita da Bologna e Torino. Per le spese legate alla gestione del territorio, figurano i Comuni umbri post terremoto (Nocera Umbra e Foligno), i paesi costieri adriatici e tirrenici (Forte dei Marmi e Lignano Sabbiadoro). La spesa maggiore per i servizi idrici si registra ovviamente nei Comuni del centro-sud (Potenza, Viterbo, Catanzaro, Agrigento). Una importante voce di bilancio per i Comuni italiani è la sicurezza dei cittadini: Roma svetta al primo posto, con una spesa di 82 euro, seguita da Messina e Catania. Fonte: Formez News, 15 aprile 2003

Devolution per i Patti territoriali Via libera alla regionalizzazione di patti territoriali e contratti di programma. Ieri la Conferenza delle Regioni ha approvato il documento presentato dal Governo che disciplina il trasferimento degli interventi della programmazione negoziata, attualmente gestiti dal ministero delle Attività produttive. Proprio il ministero avrà ora il compito di guidare la fase di transizione (ovviamente d'intesa con le Regioni) predisponendo lo schema che stabilirà anche gli elementi temporali e finanziari per procedere al trasferimento. Ma dalla Conferenza delle Regioni è atteso anche il parere sulla ripartizione delle risorse destinate alle intese Stato-Regioni. A disposizione ci sono oltre 5 miliardi di euro, che per essere assegnati attendono la decisione del Cipe sul fondo unico che arriverà nei prossimi giorni. Patti territoriali. L'obiettivo è di continuare a finanziare i patti «attivi» e di liberare le risorse per quegli accordi che finora non hanno prodotto risultati. A rimanere

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in vita saranno esclusivamente i patti che abbiano ottenuto almeno il 25% di erogazioni e che abbiano il 50% di iniziative avviate. Due parametri sui quali il confronto è stato particolarmente acceso, soprattutto con i Comuni (che sono tra i principali sponsor dei patti territoriali), i quali chiedono garanzie rispetto all'applicazione del parametro di spesa, che deve tener conto non solo delle erogazioni provenienti dalla Cassa depositi e prestiti ma anche dei bandi già avviati dagli stessi enti locali. Dai dati emerge comunque che una parte significativa di risorse potrebbe essere riallocata per l'insufficiente performance raggiunta da alcuni patti. In questo caso l'accordo tra Governo e Regioni prevede che le risorse liberate dovranno essere «obbligatoriamente» riutilizzate all'interno dello stesso territorio regionale (potrebbe quindi cambiare la provincia di riferimento). Queste somme verranno gestite per il 60% direttamente dalle Regioni per finanziare le infrastrutture - ma non le imprese - dei patti sopravvissuti o altri strumenti di sviluppo locale e per il restante 40% dal ministero delle Attività produttive, che a sua volta lo destinerà ad altri strumenti della programmazione negoziata (i contratti di programma, ad esempio). Verrà inoltre garantita la copertura finanziaria sia dei costi infrastrutturali che delle iniziative imprenditoriali «degli 11 patti territoriali» che non hanno ancora ottenuto il decreto di finanziamento. Contratti di programma. Novità in arrivo anche per i contratti di programma, che d'ora in poi verranno realizzati attraverso una strettissima collaborazione tra ministero delle Attività produttive e Regioni. Le domande per l'accesso al contratto di programma continueranno ad essere presentate al ministero delle Attività produttive e dovranno obbligatoriamente contenere: business plan dell'iniziativa; valutazione del merito di credito dell'impresa e del piano finanziario del progetto rilasciata dalla banca istruttrice o da altro istituto bancario collegato; presupposti di effettiva cantierabilità delle iniziative per le quali si richiedono le agevolazioni pubbliche. Entero 60 giorni dalla presentazione della domanda, il ministero valuta l'ammissibilità e chiede alla Regione il parere sulla compatibilità dell'iniziativa con il territorio in cui dovrà essere realizzata. Successivamente si concludera l'accertamento tecnico ed entro 120 giorni dalla richiesta il contratto verrà portato all'approvazione del Cipe e successivamente sottoscritto dal ministero e dall'impresa. Ma i contratti di programma potranno rientrare anche negli Accordi di programma quadro delle singole Regioni, permettendo così di sostenere l'iniziativa sia con ulteriori interventi pubblici destinati alle infrastrutture e alla formazione, sia con un'accelerazione delle procedure amministrative necessarie all'avvio dell'iniziativa.

Fonte: Il Sole24 Ore, 16 aprile 2003 Scenari globali e realtà locali, ricerca internazionale: Sindaci, un punto di riferimento per il rinnovamento istituzionale Capire il cambiamento del Piemonte attraverso i giudizi dei sindaci: è questo l'intento della Regione con l'indagine "Scenari globali e realtà locali", curata dall'Osservatorio statistico regionale, nell'ambito di una ricerca internazionale. Emerge la fotografia di un Piemonte consapevole delle criticità, ma anche delle opportunità che possono nascere dalla soluzione dei problemi del territorio. "I Comuni - spiega l'Assessore regionale alla Programmazione Gilberto Pichetto - occupano una posizione rilevante tra i protagonisti dello sviluppo locale, per il loro patrimonio storico e culturale, sono l'istituzione più vicina ai bisogni dei cittadini, quindi in grado di cogliere prima di altri i segnali di mutamento. Inoltre, nel momento in cui si assiste a una radicale riorganizzazione della struttura sociale e produttiva, i Comuni costituiscono un punto di riferimento per legare etica economica e rinnovamento istituzionale". Fonte: PiemonteInforma, 29 aprile 2003

Imprese, fondi per 25 milioni di euro Favorire la modernizzazione e l'aggiornamento tecnologico E' 25 milioni di euro la somma che la Regione, nell'ambito dei fondi strutturali 2000-2006, mette a disposizione delle piccole e medie aziende industriali, artigianali e dei servizi nelle aree a riconversione per sostenere gli investimenti integrando i fondi statali della legge 488/92. "Nella programmazione degli interventi a favore del sistema produttivo - spiega l'Assessore regionale al Bilancio, Industria e Lavoro, Gilberto Pichetto - abbiamo voluto destinare una parte dei fondi al co-finanziamento di quelle legge statali che ottengono da anni il gradimento delle imprese, ma che spesso hanno carenza di disponibilità per soddisfare tutta la domanda di finanziamenti. In questo modo la Regione non deve emanare nuovi bandi, le imprese non sono costrette a presentare altre domande, ma semplicemente, esauriti i fondi statali, si ha uno scorrimento delle graduatorie finanziato con i fondi messi a disposizione dalla Regione". Sulla base di un'apposita convenzione stipulata in questi giorni sarà il Ministero delle Attività produttive a gestire la misura, selezionando le imprese da finanziare secondo le regole stabilite dal documento di programmazione regionale. Le risorse assegnate saranno rese disponibili per le graduatorie relative al bando n.11 della legge 488/92, già chiuso nei mesi scorsi, e in caso di ulteriori disponibilità, anche sulle graduatorie del

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bando n.14, anch'esso ormai chiuso. Nei prossimi mesi, dunque, il Ministero redigerà le graduatorie e la Regione verserà i fondi. Gli investimenti agevolati con la legge 488/92 sono quelli relativi ai nuovi insediamenti produttivi o ad ampliamenti, all'ammodernamento per accrescere le capacità produttive, a migliorare le condizioni ambientali, all'aggiornamento tecnologico, alla riconversione degli impianti. Sono ammessi anche gli investimenti effettuati tramite leasing. Il contributo a fondo perduto è del 15% per le piccole imprese e del 7,5% per le medie. Nei precedenti programmi dei fondi strutturali, relativi ai periodi 1994/96 e 1997/99, del co-finanziamento della legge 488/92 hanno beneficiato circa 740 imprese, con un investimento complessivo di oltre 800 milioni di euro e un incremento occupazionale valutato in 7.600 addetti. La misura fa parte di un pacchetto a favore degli investimenti delle imprese che nei fondi strutturali ha una dotazione di 219 milioni di euro, con la previsione di contribuire al mantenimento di 55.000 posti di lavoro e di crearne 16.000 nuovi Fonte: Piemonte Informa, 29 aprile 2003 Donne e Politica. Vincoli e opportunità Questo il titolo scelto per una ricerca promossa dalla Commissione Nazionale Parità e commissionata dal Dipartimento per le Pari Opportunità, avente come obiettivo l’analisi della percezione sociale nei riguardi delle donne che ricoprono incarichi di rilievo nelle pubbliche amministrazioni, in particolare delle donne sindaco e delle donne con altre cariche pubbliche. La rilevazione, svolta dal CENSIS, è stata effettuata tramite intervista su tutto il territorio nazionale nel mese di marzo 2003 e ha coinvolto 1000 persone fra i 18 e gli 85 anni, il 56% di sesso femminile. Per ciò che concerne la collocazione politica, gli intervistati si distinguono per il 22,9% di persone che non hanno alcuna preferenza di schieramento e per una certa prevalenza di appartenenti allo schieramento di sinistra. I risultati Un primo dato evidenzia il numero esiguo delle donne che occupano spazi e ruoli significativi nelle amministrazioni comunali sia per elezione, che per nomina: precisamente il 20,8% nei comuni con meno di 15mila abitanti, l’11,2% nei comuni con almeno 15 mila abitanti. Le donne sindaco sono il 48,7%, più presenti al Nord e al Sud che nell’Italia centrale (23,1%). Nonostante i dati mostrino chiaramente le difficoltà delle donne a partecipare a pieno titolo ai livelli decisionali pubblici, le amministrazioni guidate da leader femminili sono sicuramente più orientate al cambiamento, più inclini a sviluppare una logica di rete, sulla base di una cultura del potere decisamente diversa da quella degli uomini,

quanto meno nelle denuncia della “fatica” che le responsabilità pubbliche comportano. Il rapporto fra le donne e la politica a livello locale sta attraversando, comunque, una fase di progressiva maturazione, ne è testimone il 76% di italiani che ritiene la presenza delle donne fondamentale per il buon governo delle amministrazioni pubbliche e la loro perfetta conoscenza non solo dell’esistenza di governanti donne alla guida dell’ente comune, ma della distribuzione femminile negli altri ruoli di gestione del sistema locale. Gli intervistati riconoscono alcuni punti di forza e di specificità delle donne, fino al punto che si può pensare alla definizione di un modello di governo locale al femminile: le donne, infatti, mettono in campo alcuni saperi che sono riconosciuti come patrimonio femminile ossia un maggiore pragmatismo, il saper ascoltare, il saper mediare tra le diversità, l’avere cura delle relazioni e l’avere attenzione alle conseguenze pratiche delle proprie azioni. Dalla ricerca emerge, quindi, un certo paradosso: sul piano sociale sembra che la presenza delle donne in politica non sia più un problema, mentre sul piano fattuale continua ad esserlo. Infatti, anche laddove le donne vadano a ricoprire posizioni di responsabilità all’interno dell’amministrazione comunale, il loro apporto è generalmente confinato all’esercizio di competenze relative all’erogazione di servizi alla persona, in particolare di quelli educativi e socio-assistenziali, piuttosto che, per esempio, agli interventi nell’ambito del territorio e delle infrastrutture o dello sviluppo economico. La tendenza, che sancisce l’estraneità delle donne rispetto ai “percorsi” e ai “circuiti” delle politiche locali che contano sono confermate dalle percentuali relative ai settori strategici come quello delle Politiche di infrastrutture e lavori pubblici (solo il 6,9% degli intervistati ha affermato di essere a conoscenza di donne che hanno assunto incarichi di responsabilità in questo settore), delle Politiche di bilancio e di spesa (9,4%), delle Politiche urbanistiche (10,1%) e delle Politiche del lavoro (12,3%). Al contrario, più significativa, anche se in ogni caso minoritaria, considerando che le percentuali arrivano a sfiorare appena il 40%, è la presenza di donne in posizione di responsabilità rispetto alle Politiche sociali, che sovrintendono alla predisposizione di misure a tutela della famiglia, dei giovani, ecc. (38,4%), alle Politiche assistenziali (30,3%), alle Politiche scolastiche (33,2%), alle Politiche culturali (29,4%) e, naturalmente, alle Politiche di pari opportunità (22,7%). C’è in definitiva un pieno accordo sul fatto che l’amministrazione pubblica debba essere investita da un processo di femminilizzazione, peraltro in atto da alcuni anni, che porti ad una sostanziale riduzione dello scarto tra presenza femminile e presenza maschile a tutti i livelli di responsabilità. In particolare, quanto alla

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carica specifica che le donne dovrebbero assumere all’interno dell’amministrazione, in ragione di una maggiore efficacia della loro azione, la percezione dei cittadini intervistati sembrerebbe essere fortemente condizionata dalla tendenza alla valorizzazione del ruolo della donna nell’ambito della dirigenza. Luci e ombre, in conclusione, accompagnano la presenza delle donne nella politica in ambito locale che risulta senza dubbio più moderna, più consapevole, più matura rispetto al passato ma per la quale ancora è impossibile o prematuro parlare di “reali” pari opportunità Per scaricare la ricerca: http://www.censis.it/censis/ricerche/2003/donne/index.html#1_2 Fonte:www.kila.it Orario di lavoro: l'Italia recepisce la normativa europea - Attuate le direttive 93/104 e 2000/34 concernenti l'organizzazione dell'orario di lavoro Approvato dal Consiglio dei Ministri di Venerdì 4 aprile il Decreto Legislativo che dà attuazione alle direttive europee 93/104 e 2000/34 concernenti taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro, con ampi e significativi rinvii all'autonomia negoziale delle parti sociali che disciplinerà compiutamente la materia all'interno del quadro di indirizzo tracciato in adesione al dettato comunitario e nei limiti temporali consentiti. Vengono definite le nozioni di orario di lavoro (40 ore settimanali), delle ferie (almeno quattro settimane all'anno), del riposo (almeno 24 ore consecutive ogni sette giorni), del lavoro straordinario, del lavoro notturno e sua durata massima (l'idoneità va accertata da strutture pubbliche competenti), del lavoro a turni, del lavoro mobile. La disciplina è rivolta a tutti i settori di lavoro pubblici e privati, ad eccezione della gente di mare e del personale di volo dell'aviazione civile, e nel rispetto delle disposizioni vigenti per il pubblico impiego, le Forze armate, i servizi di protezione civile, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il personale di strutture giudiziarie, penitenziarie, e con compiti di sicurezza pubblica. Ulteriori deroghe sono previste per speciali professionalità. Ecco, in sintesi, le principali novità sull'orario: Durata massima settimanale: la durata dell' ''orario normale'' di lavoro non deve superare le 48 ore, comprese le ore di lavoro straordinario. Riposo giornaliero: ogni lavoratore deve beneficiare nel corso delle 24 ore di un periodo minimo di risposo di 11 ore.

Pausa: la pausa di lavoro, le cui modalita' sono fissate nei contratti collettivi, è prevista qualora l'orario di lavoro giornaliero superi le sei ore. Lavoro straordinario: il ricorso alle prestazioni di lavoro straordinario ''deve essere contenuto'' e comunque non tale da causare lo sforamento del tetto massimo di 48 ore Settimanali di orario normale Lavoro notturno: e' un lavoratore notturno quello che lavora almeno 3 ore nel periodo notturno, ovvero tra le ore 24 e le 5 di mattina. Il lavoratore notturno non deve lavorare più di 8 ore nell'arco delle 24 ore, e deve avere una valutazione da parte delle strutture pubbliche competenti del suo stato di salute. Riposo settimanale: per ogni periodo di sette giorni il lavoratore deve beneficiare ''di un periodo minimo di riposo ininterrotto di 24 ore, a cui si sommano le 11 di riposo giornaliero''. i regola il giorno di riposo e' la domenica. Ferie: ogni lavoratore deve beneficiare di ferie annuali retribuite di almeno quattro settimane Fonte: www.kila.it “Io imprendo”...al femminile - Un appuntamento per le imprenditrici italiane a Carrara Si terrà da 23 agosto al 6 settembre 2003 nell’ambito della manifestazione “Tutti in Fiera” -complesso Fieristico Carrara Fiere - la 1° edizione di “IO IMPRENDO” mostra mercato dell’arte e dell’imprenditoria femminile. “Io imprendo” si propone come “ vetrina” e luogo di incontro per quanto riguarda l’offerta di prodotti e servizi di imprese progettate, create e gestite da donne. Particolare attenzione sarà riservata alle numerose espressioni di artigianato artistico di qualità, ma anche ad altri settori innovativi quali il commercio on line, il franchising, e le emergenti imprenditorialità turistico ricettive dei Bed and breakfast. Una concreta opportunità sul piano promozionale e commerciale per fare conoscere prodotti, servizi e incrementare le vendite. Ma non solo. Con la partecipazione ed il sostegno delle organizzazioni che gravitano intorno alle tematiche delle pari opportunità a livello provinciale e comprensoriale, verranno organizzati nella sala convegni di Carrara Fiere, incontri, seminari e workshop per tracciare percorsi formativi e di “mentoring” per incentivare “l’impresa in rosa”. Donna e arte, donna e impresa, donna e innovazione: le politiche di genere, e lo studio dei tempi saranno gli argomenti al centro del dibattito sociale e politico ai quali “io imprendo” vuole offrire uno spunto per analisi ed approfondimenti. Tra gli eventi collaterali alla mostra mercato ci sarà la prima edizione del premio “Io Imprendo 2003” da assegnare alle donne che si sono

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distinte nel campo dell’imprenditoria, del giornalismo, dell’arte e del management. Per tutte le informazioni è attivo il numero verde 800-965580. Segreteria organizzativa Piazza 2 giugno, Palazzo Uffici – 54033 Carrara (MS) Tel. 0585/775203 Fax 0585/757518 e-mail: [email protected] Fonte: www.kila.it

Una 626 a misura di piccole imprese

L'anno scorso gli infortuni sul lavoro sono stati 972.404, di cui 1.360 mortali. Rispetto al 2001, il calo è stato del 4,7% sul complesso (3,4% in meno i casi mortali). Ma non basta. Dopo l'ennesimo richiamo dell'Europa per una applicazione più efficace delle regole sulla sicurezza sul lavoro, il Governo punta a una riscrittura delle regole e, in particolare, all'emanazione di un Testo unico che razionalizzi il decreto legislativo 626/94 rendendolo più vicino - oltre che ai suoi intrinseci obiettivi - anche alle esigenze delle piccole imprese. Impegnato in quest'operazione è il ministero del Welfare che, sotto la regia del sottosegretario Maurizio Sacconi, ha annunciato a breve la convocazione di un tavolo con le parti sociali. Meno regole, ma più semplici e concrete per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro: questo l'obiettivo cui dovrà tendere il Testo unico, al quale sarà affidato il difficile compito di rendere il Dlgs 626/94 effettivamente applicabile soprattutto nelle piccole imprese, di razionalizzare i controlli e di rendere più eque le sanzioni. Sacconi, su questi aspetti, si augura «un ampio consenso» da parte delle 37 organizzazioni che compongono, assieme al Governo, il tavolo di concertazione. La delega nella legge di semplificazione (articolo 3) e la legge Biagi: la chiave della riforma della normativa sta in questi due provvedimenti. Il primo prevede infatti l'emanazione del testo unico annunciato da Sacconi («che - dice il sottosegretario - non dovrà essere solo compilativo»). La legge Biagi (legge 30/03) prevede invece la riforma e il coordinamento dei servizi ispettivi. In entrambi i casi la parola d'ordine è: sburocratizzare. Il primo compito del tavolo sarà di definire un benchmarching condiviso: un metro di valutazione, cioè, basato su parametri incontestabili per valutare l'andamento degli infortuni e delle malattie nel lavoro. Successivamente il tavolo dovrà ripensare un sistema di regole più semplici e tali da essere effettivamente praticate dalla più larga parte del sistema produttivo possibile. Regole che

dovranno tenere specifico conto di settori finora ai margini della sicurezza - come l'agricoltura - e di attività ancora praticamente senza tutela, come i nuovi lavori e, in particolare, l'interinale. Per Sacconi il testo unico dovrà indicare i livelli essenziali delle prestazioni da salvaguardare sull'intero territorio e prevedere poi la «clausola di cedevolezza» nel rispetto delle competenze regionali. Il sottosegretario al ministero del Welfare sostiene inoltre che «si dovrà compiere una scelta premiale nei confronti della bilateralità, di quegli organismi, cioè, costitutiti dalle organizzazioni imprenditoriali e dei lavoratori. Penso che ci si possa fidare - sostiene - del controllo sociale espresso dalla bilateralatà». Nel rispetto del principio di una logica degli obiettivi, poi, «la riforma della normativa sulla sicurezza sul lavoro dovrà esaltare la linea di azione fondata sulla formazione-informazione e prevedere sostegni soprattutto alle piccole imprese riaprendo il meccanismo incentivante dell'Inail nei confronti di chi investe in sicurezza». Capitolo a parte quello sui controlli. La legge Biagi offre l'occasione di riformare i servizi ispettivi centrali di Inps, Inail e Lavoro. Che dovranno essere coordinati, così da svolgere una funzione prevenzionale e di consulenza evitando comportamenti contraddittori e duplicazioni nei controlli». Infine, il testo unico ridisciplinerà anche l'impianto sanzionatorio. La parola d'ordine, in questo caso, è equità. «Il nuovo impianto - dice Sacconi - dovrà saper distinguere le violazioni formali da quelle sostanziali».

Fonte: Il Sole 24 Ore, 28 aprile 2003