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Committente: Oggetto: Titolo elaborato: Il Tecnico incaricato: REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA COMUNE DI ZUGLIO COMUNE DI ZUGLIO VARIANTE N° 20 AL PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE - L.R. 5/2007 e s.m.i. proposta di Variante n. 7 in località Fielis RELAZIONE GEOLOGICA Danilo Simonetti dottore geologo Vicolo S. Giacomo, 20/a 33026 PALUZZA (Udine) Tel. 0433775477 Mobile 3395474708 E-mail [email protected] dott. geol. Danilo Simonetti Data, 25.02.2020

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Page 1: RELAZIONE GEOLOGICA - Comune di Zuglio: Comune di Zuglio · 2020. 8. 21. · Variante n. 20 al P.R.G.C. del Comune di Zuglio - Relazione geologica 5 - Quaternario I terreni sciolti

Committente:

Oggetto:

Titolo

elaborato:

Il Tecnico

incaricato:

REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA

COMUNE DI ZUGLIO

COMUNE DI ZUGLIO

VARIANTE N° 20 AL PIANO REGOLATORE

GENERALE COMUNALE - L.R. 5/2007 e s.m.i.

proposta di Variante n. 7 in località Fielis

RELAZIONE GEOLOGICA

Danilo Simonetti – dottore geologo – Vicolo S. Giacomo, 20/a – 33026 PALUZZA (Udine)

Tel. 0433775477 Mobile 3395474708 E-mail [email protected]

dott. geol. Danilo Simonetti

Data, 25.02.2020

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Variante n. 20 al P.R.G.C. del Comune di Zuglio - Relazione geologica

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INDICE pag.

PREMESSA 3

1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO 4

2 RELAZIONE GEOLOGICA 4

3 PERICOLOSITA’ NATURALI 6

4 RISPOSTA SISMICA DEL TERRITORIO 8

5 MODELLAZIONE GEOTECNICA DEL TERRITORIO 9

6 VINCOLI PAESAGGISTICI 11

7 CONCLUSIONI 11

BIBLIOGRAFIA 12

ALLEGATI 13 e seg.

Carta geologica delle Alpi Carniche (estratto da Venturini C. '01)

Carta litostratigrafica del sottosuolo (estratto non alla scala dalla Tav. 4C, in De Crignis C.’02)

Sondaggio n. 1 e schema riassuntivo delle prove SPT eseguite (Intergeo 1981)

Documentazione fotografica

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Variante n. 20 al P.R.G.C. del Comune di Zuglio - Relazione geologica

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PREMESSA

Su incarico ricevuto dall’Amministrazione Comunale di Zuglio, è stata redatta una relazione geologica per la Variante n. 20 al Piano Regolatore Generale Comunale (P.R.G.C.) vigente, proposta di variante n. 7 nella frazione di Fielis. Il Comune di Zuglio è dotato di un Piano Regolatore Generale (Variante n. 17) approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 33 del 21.09.2018. Con la Variante n. 20, si intende procedere ad una modifica puntuale alla zonizzazione di Piano del Comune di Zuglio di un’area che attualmente ricade nelle zone “E4 ed E3.1” (Fig. 1), da modificarsi in zona a “sport e spettacoli sportivi” (Fig. 2).

Fig. 1: Planimetria superficie di variante n. 7 su base catastale

Ai sensi delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 17 gennaio 2018) l’indagine è stata condotta effettuando una ricerca bibliografica, attingendo in particolare dagli elaborati geologici redatti per il P.R.G.C. vigente (De Crignis C. 1994, rev. 1997). Sulla base di tali dati e del sopralluogo effettuato in sito, è stata quindi elaborata una caratterizzazione geologica e geotecnica del sito avendo particolare riguardo per le eventuali pericolosità geologiche gravanti sul territorio, come indicate negli elaborati del P.A.I. f. Tagliamento dell’Autorità di Bacino. A conclusione dello studio geologico è fornito infine un parere sulla compatibilità della proposta di variante con le previsioni dello strumento urbanistico.

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1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

Il sito di variante sorge nella frazione di Fielis a 823 m slm. che si estende su un esteso terrazzo morfologico posto sul fianco vallivo destro del Canale di San Pietro a circa 400 m di quota sul fondovalle. A oriente il terrazzo è interrotto bruscamente da pendici acclivi ed instabili che fanno capo al Rio Squassa, mentre ad occidente il rilievo sale con pendenze mai accentuate al Monte Dauda (1766 m slm). L’area indagata è posta al margine orientale del centro abitato su terreni agricoli alternati a bosco rado di neoformazione; l’area è delimitata a nord dalla vecchia strada di collegamento fra Zuglio e Fielis, da svariati decenni abbandonata a favore della nuova strada comunale che aggira da sud il terrazzo. Le coordinate geografiche utili all’inquadramento del sito sono le seguenti: - Latitudine 46,47000° N - Longitudine 13,00885° E

Facendo riferimento alla Carta Tecnica Regionale l’area ricade all’interno dell’elemento 032093 “Arta Terme” alla scala 1:5000, di cui si riporta un estratto alla figura 2.

Fig. 2. Estratto dalla Carta Tecnica Regionale non alla scala

2 RELAZIONE GEOLOGICA Il sito di variante sorge sul terrazzo morfologico di Fielis, che si allunga con direzione N – S sulle falde orientali del M. Dauda. La continuità longitudinale è interrotta per un tratto verso valle dalla profonda incisione del Rio Squassa, o Squasce, modesto collettore idraulico che ha eroso profondamente i termini litoidi paleozoici a causa dell’elevato loro grado di fratturazione; il fenomeno è da associare all’affioramento al margine meridionale del terrazzo della Linea di Sauris, importante elemento tettonico che da Arta Terme si sviluppa verso ovest fino al Passo della Mauria. Altrove il pendio a monte ed a valle del centro abitato assume pendenze mai elevate con terreni terrazzati un tempo adibiti a prati e coltivi, ma oramai in disuso e in fase di progressivo rimboschimento naturale. Se sul terrazzo di Fielis prevalgono le morfologie dolci con estesi ripiani, nella porzione più meridionale, a partire dalla chiesa di San Rocco si rileva la presenza di basse culminazioni ora piatte, ora arrotondate, alternate a pianori su cui sorge ad esempio il cimitero di recente costruzione ed il vicino sito di variante. La morfologia movimentata dalla serie di culminazioni è indice in ogni caso della presenza a breve profondità del basamento lapideo.

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- Quaternario

I terreni sciolti di età quaternaria che ricoprono il basamento roccioso del terrazzo di Fielis sono costituiti da estese plaghe moreniche di fondo di età wϋrmiana che possono raggiungere localmente la decina di metri di spessore. Nel sito di variante tuttavia difficilmente superano i 3 metri totali e sono costituiti da limi argillosi con sabbia, o limi sabbiosi con ghiaia. I depositi si presentano di colore bruno o marrone, con inclusi ciottoli e massi di natura poligenica, spigolosi e di forma prismatica o tabulare. - Basamento roccioso

Il substrato lapideo che forma il terrazzo di Fielis è costituito da rocce carbonatiche di età permiana superiore che si associano in letteratura alla Formazione a Bellerophon. In particolare, di questa unità litostratigrafica si riconoscono nell’area il Membro medio ed il Membro superiore. Il primo è dato da brecce dolomitiche in strati o banchi plurimetrici, intercalate a dolomie cariate marroni ed a calcari dolomitici grigi in strati da 10 a 100 cm di spessore. Caratteristica di tali materiali è il grado di cementazione molto variabile sulla breve distanza, fattore che determina la formazione diffusa di vuoti e scavernamenti ben visibili a valle della borgata Loz in destra idrografica del rio Squasce. Il Membro superiore si presenta invece in forma di calcari e calcari dolomitici nerastri bituminosi, con stratificazioni da 5 a 30 cm ed intercalazioni centimetriche di marne grigio scure fogliettate. Esso affiora lungo la scarpata che da borgo Loz prosegue in direzione di Vit costituendo buona parte dell’elevata parete rocciosa subverticale esistente in sponda sinistra del rio Squasce. E’ stato inoltre rilevato all’altezza del cimitero dove forma la culminazione su cui sorge la chiesa di San Rocco. Si può affermare in definitiva che il tetto del basamento roccioso presso il sito di variante sia costituto da questi ultimi litotipi e che solo a profondità superiori alla decina di metri si rilevino le brecce e dolomie cariate del Membro intermedio. Il grado di fratturazione dell’ammasso roccioso è medio – elevato in virtù della presenza della Linea di Sauris. - Idrogeologia

I corsi d’acqua presenti nei dintorni di Fielis sono rappresentati dai r ii Squasce e Bueda; il primo ha inciso profondamente il terrazzo a valle del centro abitato, determinando la formazione di elevate pareti subverticali particolarmente instabili. I fenomeni di crollo si sono qui succeduti fino in epoca recente ed hanno costretto l’esecuzione negli anni ’80 dello scorso secolo di estesi interventi di messa in sicurezza delle superfici franose per crolli di svariati metri cubi di materiale che minacciavano gli edifici di Loz posti a ridosso del ciglio instabile. Detto fenomeno è tuttora attivo alla testata del rio e in sinistra idrografica presso la borgata Vit, dove non si è ancora proceduto alla stabilizzazione delle pendici dirupate. Tale corso d’acqua è caratterizzato da portate minime (portate massime di 7,5 mc/s, Stefanini S.’82), tanto da risultare alimentato per buona parte dell’anno dai soli apporti derivanti dagli scarichi del depuratore di Vit; la profonda erosione si spiega pertanto con l’elevato grado di fratturazione dei litotipi affioranti e dalle giaciture a franapoggio che caratterizzano il fianco destro del rio. Il rio Bueda è caratterizzato da un bacino idrografico di circa 5,75 kmq e da portate massime di 57,3 mc/s (Stefanini S.’82), ma esso scorre entro un’incisione fortemente approfondita ubicata a sud del centro abitato entro rocce carbonatiche triassiche dotate di caratteristiche meccaniche eccellenti che non predispongono lo sviluppo di fenomeni gravitativi di qualche importanza. La falda acquifera sul terrazzo di Fielis è posta a debole profondità solamente al margine occidentale del centro abitato nei terreni circostanti via Val in direzione della malga Dauda, mentre altrove è ovunque assente.

- Assetto strutturale

Nel comprensorio montuoso di Fielis l’assetto tettonico è dominato dall’accavallamento sud-vergente della Linea di Sauris. Tale discontinuità sovrappone le unità permo-triassiche a quelle carniche (Formazione della Val Degano) e trae origine nei pressi delle Terme di Arta proseguendo quindi verso ovest attraversando la porzione meridionale del terrazzo di Fielis; da qui prosegue verso occidente lungo il corso del rio Bueda e lungo falde meridionali del M. Dauda. Il sovrascorrimento è notevolmente complicato da sdoppiamenti e smembrato da un sistema di faglie con direzione NW – SE (dinariche). Le giaciture delle rocce affioranti nel bacino idrografico del rio Squasce mostrano nel complesso immersioni verso nord con angoli variabili da 20° a 40°. Data la sua relativa vicinanza, si segnala lungo il Canale d’Incaroio l’importante elemento strutturale denominato Linea But – Chiarsò (Fig. 3). Tale linea disgiuntiva si compone di un fascio di dislocazioni, di cui una principale e altre secondarie, orientate in senso NE – SW che hanno avuto un ruolo di primo piano nelle varie fasi tettoniche neoalpine. In letteratura è segnalata una loro attivazione distensiva triassica con notevole diversificazione nella successione delle unità litostratigrafiche del Gruppo di Raibl fra i bacini orientali e quelli più occidentali. In epoca recente ed attuale la Linea But-Chiarsò è risultata sede di terremoti di bassa energia (M < 5) che hanno portato ad identificarla come una sorgente sismogenetica attiva (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) apparentemente scollegata dal fascio delle faglie attive prealpine friulane.

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Fig. 3: Estratto dal Database Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) Linea But – Chiarsò Sito di variante

Dai dati disponibili nel “Catalogo delle faglie capaci” del Servizio Geologico d’Italia – Ispra (Ithaca) l’abitato di Fielis non risulta impostato in corrispondenza dell’emergenza in superficie di discontinuità tettoniche attive nel corso degli ultimi 40.000 anni (fig. 4).

Fig. 4: Faglie attive (S.G.I. – Ispra, Catalogo Ithaca)

3 PERICOLOSITÀ’ NATURALI

In conformità a quanto previsto nel vigente Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del Fiume Tagliamento, le pericolosità naturali potenzialmente presenti in un determinato territorio vengono suddivise nelle seguenti tre categorie: pericolo idraulico, geologico e valanghivo. Con “pericolo naturale” si intende qualsiasi processo, o evento potenziale, che possa rappresentare una minaccia per la salute, la sicurezza ed il benessere di una collettività o per l’economia di una popolazione. La pericolosità (H) è definita come la probabilità che un fenomeno potenzialmente distruttivo di determinata intensità si verifichi in un dato periodo di tempo ed in una data area. E’ espressa in termini di probabilità annuale o tempo di ritorno. La pericolosità è funzione di una determinata intensità I del fenomeno: H = H(I). Le aree vulnerabili sono suddivise in classi di pericolosità: P1 (pericolosità moderata), P2 (pericolosità media), P3 (pericolosità elevata), P4 (pericolosità molto elevata).

- Pericolosità geologica

All’interno di questa categoria possono annoverarsi fenomeni di crolli di blocchi rocciosi, di instabilità geostatica superficiale, o profonda dei pendii, fenomeni di liquefazione, fenomeni di sprofondamento dei terreni di copertura quaternari per dissoluzione di litotipi evaporitici, o comunque fortemente solubili, a breve profondità dal piano campagna. L’incisione del Rio Squasce a valle di Fielis, ed in particolare la borgata Vit, è interessata da diffusi fenomeni gravitativ i che coinvolgono i litotipi carbonatici della Formazione a Bellerophon. Il fenomeno (fig. 5) è particolarmente attivo alla testata del rio e coinvolge in parte il centro urbano con un grado di pericolosità P3 (elevato), mentre le sponde destra e sinistra sono

Linea di Sutrio

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soggette a pericolosità molto elevata (P4). Le superfici soggette al fenomeno sono definite negli elaborati del PAI fiume Tagliamento rispettivamente con i codici 0301360100B e 0301360100A. Una ridotta area della borgata Vit è infine gravata da rischio moderato (P1), identificata con il codice 0301360100C. L’area instabile si esaurisce in destra idrografica lungo il ciglio del terrazzo ad una distanza di svariate decine di metri dal margine nord occidentale del sito di variante, che pertanto risulta completamente esterno a detto areale. Nel sito sono inoltre completamente assenti fenomeni di sprofondamento dei terreni, mentre l’ampio spettro granulometrico che caratterizza i depositi di copertura, unitamente alla completa assenza della falda freatica, annulla gli eventuali rischi legati alla liquefazione dei terreni, se sottoposti a sforzi ciclici da terremoto.

Fig. 5: PAI f. Tagliamento – pericolosità

geologica.

- Pericolosità idraulica

Nel centro urbano di Fielis si segnala l’esistenza di una pericolosità idraulica media (P2) lungo due modesti impluvi che convergono nella piazza della borgata Vit e quindi nel Rio Squasce. Normalmente gli apporti liquidi dei due collettori idraul ici vengono smaltiti dalla rete fognaria urbana che solo in caso di intense e prolungate precipitazioni può risultare sottodimensionata allo scopo. Dall’osservazione della figura 6 si evince che il fenomeno non interessa in alcun modo il sito di variante, che risulta pertanto completamente esenti da pericolosità di detta natura. La falda acquifera, come detto altrove in relazione, è completamente assente.

Fig. 6: PAI f. Tagliamento – pericolosità

idraulica

- Pericolosità valanghiva

Tale pericolosità nel sito di variante e in generale nell’abitato di Fielis (fig. 7) può considerarsi completamente assente.

Sito di variante

Sito di variante

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Fig. 7: PAI f. Tagliamento – pericolosità valanghiva

4 RISPOSTA SISMICA DEL TERRITORIO

Nella classificazione sismica del territorio regionale il Comune di Zuglio (D.G.R. 845/2010) è compreso nella zona sismica “2” definita come area ad “alta sismicità” (fig. 8). La pericolosità sismica di base in termini di amax con probabilità di superamento del 10% in 50 anni su suolo rigido è reperibile dal sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Le accelerazioni massime al suolo nel territorio comunale si assestano fra 0,200g - 0,250g (Fig. 9).

Figura 8: Classificazione sismica della Regione Friuli Venezia

Giulia (DGR 845/2010).

Figura 9: INGV: mappe interattive di pericolosità sismica di base.

Fig. 10: Storia sismica di Zuglio per terremoti con I(MCS) > 4 (INGV-DBMI15)

La figura 10 evidenzia che la massima intensità registrata al sito risulta pari a 8 gradi su MCS ed è riferita agli eventi del 26 aprile 1959 (terremoto di Tolmezzo) e del 6 Maggio 1976 (terremoto del Friuli).

Sito di variante

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Le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M.17.01.2018) prescrivono che i terreni di fondazione devono essere definiti sulla base delle caratteristiche stratigrafiche, sismiche e di addensamento dei materiali. In questa sede, pur in assenza di dati relativi alle velocità delle onde sismiche di taglio Vs nei vari orizzonti, si ci si avvale dei risultati delle indagini dirette ed indirette pregresse effettuate nel centro abitato. Due prove sismiche a rifrazione effettuate dalla Intergeo (1977) hanno restituito valori delle velocità delle onde Vp per i terreni morenici di copertura variabili da 352 m/s a 377 m/s, mentre per quanto riguarda il basamento roccioso queste si assestano fra 1474 m/s e 2500 m/s (calcari nerastri stratificati della Formazione a Bellerophon). Nell’unico sondaggio a rotazione a carotaggio continuo esistente gli orizzonti superficiali sono risultati poco addensati (11 < Nspt < 12). Considerando che lo spessore totale delle coperture nel sito di variante è compreso entro i 3 m, ai sensi delle NTC2018, Tabella 3.2.II, è comunque possibile inquadrare i materiali alla categoria del sottosuolo “A”. Per quanto riguarda l’amplificazione topografica locale, essendo il sito di variante ubicato in prossimità del margine del terrazzo di Fielis elevato di centinaia di metri sul fondovalle, è possibile inquadrarlo all’interno della categoria topografica T2, cui corrisponde un coefficiente di amplificazione topografica ST pari a 1,2.

A – Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di velocità delle onde di taglio superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie terreni di caratteristiche meccaniche più scadenti con spessore massimo pari a 3 m.

B – Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 360 m/s e 800 m/s.

C – Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con profondità del substrato superiori a 30 m, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 180 m/s e 360 m/s.

D – Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con profondità del substrato superiori a 30 m, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 100 e 180 m/s.

E – Terreni con caratteristiche e valori di velocità equivalente riconducibili a quelle definite per le categorie C o D, con profondità del substrato non superiore a 30 m.

Tabella 3.2.II – Categorie di sottosuolo che permettono l’utilizzo dell’approccio semplificato

5 MODELLAZIONE GEOTECNICA DEL TERRITORIO

Nella Tav. 5C “Carta della zonizzazione geologico tecnica di massima in prospettiva sismica – Fielis” del P.R.G.C. vigente (De Crignis C.’97) il sito di variante è incluso nella zona Z3 (fig. 11); per la zona Z3 di Fielis l’Autore esprime le seguenti considerazioni:

Da sopralluoghi effettuati in sito è emerso, in difformità a quanto riportato alla figura 11 della pagina seguente, che il substrato lapideo nella porzione meridionale del terrazzo di Fielis è quasi ovunque subaffiorante in forma di rocce carbonatiche stratificate sia di età permiana che triassica a loro volta separate dall’emergenza della Linea di Sauris che corre poco a sud del sito di variante. Un’evidenza di ciò si ha ad esempio presso il cimitero dove esso è coperto da suolo di neoformazione potente meno di un metro. Se ne deduce che lo spessore delle coperture, quando presenti, è di pochi metri e l’area indicata in carta come zona Z3 potrebbe essere assimilata in realtà alla zona Z1b che caratterizza il vicino centro abitato. Nella figura 11 sono indicate in rosso le aree dove il substrato lapideo è subaffiorante (tavola modificata dallo scrivente).

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Fig. 11

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In definitiva, per quanto riguarda l’andamento della stratificazione locale, si ritiene che i depositi di copertura siano cos tituiti da depositi morenici di fondo molto eterogenei con frazione limosa e limo-argillosa abbondante (GSM); i loro spessori nel sito di variante sono molto ridotti e compresi fra 1 m e 3 m. Il basamento lapideo è invece formato, come enunciato al capitolo 2, da calcari e calcari dolomitici nerastri bituminosi con intercalazioni marnose nerastre, finemente stratificati. I valori dei parametri geotecnici dei terreni di copertura e delle rocce costituenti la stratigrafia del sito indagato possono essere assunti come di seguito:

Morene di fondo (GSM)

- peso per unità di volume: = 18,5 – 19,0 kN/m3

- angolo d’attrito: = 30 - 32 (°)

- coesione: c = 0,0 – 10,0 kPa

Basamento roccioso carbonatico stratificato (R)

- peso per unità di volume: = 24,0 kN/m3

- angolo d’attrito: = 38 - 40 (°)

- coesione: c = 50 – 100 kPa

La permeabilità (k) dei depositi morenici, stante l’abbondanza della frazione fine, deve ritenersi ridotta e dell’ordine dei 10 -4 – 10-6 cm/s. Per quanto riguarda il basamento lapideo, la circolazione dell’acqua di infiltrazione può avvenire lungo le principali fratture che caratterizzano l’ammasso roccioso, piuttosto che lungo le superfici di strato, qui impostate a franapoggio (immersioni verso i quadranti settentrionali di 20° - 40°), a causa dei diffusi riempimenti marnosi che caratterizzano la facies a calcari neri permiani. Dovrà essere assolutamente evitato lo scarico delle acque di infiltrazione lungo il versante posto in destra idrografica del Rio Squassa, date le riconosciute gravi condizioni di instabilità geostatica cui è soggetto.

6 VINCOLI PAESAGGISTICI

Il sito, facendo riferimento alla Variante vigente al P.R.G.C., non è sottoposto a vincolo paesaggistico ed ambientale ai sensi della ex Legge 431/85 (Legge Galasso, integrata con il D.L. n.42 /2004) i fiumi, i torrenti ed i corsi d’acqua iscritti negli elenchi di cui al Testo Unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con Regio Decreto 11.12.1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna. Secondo il Testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto n. 27 luglio 1034, n. 1265, con l’articolo 338, è vietata la costruzione di nuovi edifici entro il raggio di 200 metri dal perimetro dell’impianto cimiteriale, quale risultante dagli strumenti urbanistici vigenti nel comune. Il sito di variante non ricade altresì all’interno di Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.), o di Siti di Importanza Comunitaria

(S.I.C.).

7 CONCLUSIONI La presente relazione geologica è stata redatta per la Variante n. 20 al Piano Regolatore Generale Comunale (P.R.G.C.) vigente e riguarda una modifica puntuale alla zonizzazione in località Fielis. Il sito di variante insiste su terreni ricadenti in zona “E4 ed E3.1”, da modificarsi in zona “sport e spettacoli sportivi”.

Dallo studio geologico effettuato emerge che:

- Il sito di variante sorge su terreni agricoli a prato e bosco rado ubicati a sud-est di Fielis; il centro abitato si estende su un vasto terrazzo morfologico, dove le morfologie risultano particolarmente dolci con ripiani alternati a basse culminazioni arrotondate. Detta forma morfologica è interrotta a valle da pendici molto acclivi e talora instabili che coronano la testata del Rio Squassa.

- I terreni affioranti sui principali ripiani sono rappresentati da coltri quaternarie moreniche di fondo di debole spessore

caratterizzate da granulometrie molto eterogenee, ma con la frazione limosa e limo-argillosa abbondante (GSM); il substrato lapideo è invece formato da termini calcarei e calcareo - dolomitici bituminosi con intercalazioni marnose nerastre, finemente stratificati riconducibili alla porzione sommitale della Formazione a Bellerophon (Permico sup.).

- Il Rio Squassa, nonostante le sue ridottissime portate liquide e solide, ha formato una vasta e profonda incisione che si

esaurisce nel fondovalle poco a sud del campo di calcio di Arta Terme. Ciò a causa dell’elevato grado di fratturazione ed alterazione che le rocce permiane affioranti presentano per la vicinanza della Linea di Sauris. Detti materiali sono

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Variante n. 20 al P.R.G.C. del Comune di Zuglio - Relazione geologica

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stati anzi accavallati su termini terrigeni e carbonatici triassici affioranti poco a sud del sito di variante, che è posta quindi a breve distanza dell’emergenza in superficie di detta linea tettonica. Gli effetti dell’azione della faglia si notano soprattutto alla testata del Rio Squassa e in sinistra idrografica, dove le pendici rocciose spoglie e dirupate sono sede di frequenti crolli di blocchi lapidei e di scivolamenti di massa. Tale fenomeno è ben noto e cartografato negli elaborati del PAI f. Tagliamento con grado di pericolosità molto elevata (P4), ad eccezione di due ridotti areali del borgo Vit dove il grado di pericolosità si riduce ad elevato (P3) ed a moderato (P1). Il sito di variante risulta esterno alle zone instabili ricordate e posto ad una distanza dal loro perimetro di svariate decine di metri, fattore che permette di ritenere l’area indagata esente da pericolosità di carattere geologico. Stesso dicasi per quanto riguarda le pericolosità idrauliche e valanghive, essendo assenti in zona rii o impluvi degni di nota e colatoi di valanga potenzialmente pericolosi.

- La falda acquifera in zona può ritenersi assente e ciò rende nullo il rischio dell’innesco di fenomeni di liquefazione dei terreni di copertura in concomitanza con sforzi ciclici intensi. L’assenza di una circolazione d’acqua ipogea entro litotipi potenzialmente solubili posti a debole profondità dal piano campagna fa ritenere inoltre assenti i rischi legati allo sprofondamento dei terreni di copertura. Considerate le gravi condizioni di instabilità geostatica che interessano il bacino idrografico del Rio Squassa, saranno assolutamente da evitare eventuali scarichi di acqua piovana lungo il versante posto in destra idrografica del corso d’acqua a valle del sito di variante.

- Ai sensi delle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018, Tabella 3.2.II) i terreni affioranti possono essere

associati alla categoria del sottosuolo “A”, dal momento che le coperture presentano spessori inferiori a 3 m; per quanto riguarda la topografia locale, l’ubicazione del sito su un terrazzo posto a centinaia di metri dal fondovalle consiglia di inquadrarlo all’interno della categoria topografica T2.

- Il Comune di Zuglio, ai sensi del D.G.R. n°845 del 06.05.2010, è stato associato alla zona sismica “2”, definita ad “alta

sismicità”. L’area non sorge in corrispondenza dell’affioramento di linee tettoniche attive e capaci; sorge altresì poco a nord dell’emergenza in superficie della Linea di Sauris, elemento tettonico di importanza Regionale che ha agito in epoca triassica e paleo-alpina determinando un’elevata fratturazione e scompaginazione dell’assetto dei litotipi permiani presenti in zona. Detta faglia nella letteratura scientifica è considerata inattiva.

- Il sito di variante è esterno ad aree sottoposte a vincoli naturalistici della Rete Natura2000, quali S.I.C. e Z.P.S.,

nonché al vincolo paesaggistico ed ambientale ai sensi della ex Legge 431/85 (Legge Galasso, integrata con il D.L. n.42 /2004) relativo al Rio Bueda. Risulta peraltro compreso entro il vincolo cimiteriale di 200 m, come previsto dal Testo unico delle leggi sanitarie, di cui al Regio Decreto n. 27 luglio 1034, n. 1265, con l’articolo 338.

Da quanto è emerso dallo studio geologico effettuato, si ritiene che le proposte dello strumento urbanistico di variante siano compatibili con le caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche del territorio.

Paluzza, 25.02.2020 dott. geol. Danilo Simonetti

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

- Autorità di Bacino Alto Adriatico: Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Tagliamento. “Pericolosità geologica”, “Pericolosità idraulica”, “Pericolosità da valanga”;

- De Crignis C. 1994, rev.1997: "Studio Geologico relativo al P.R.G.C.", inedito.

- Intergeo Studio, 1977: “Accertamenti geologico-tecnici in prospettiva sismica del territorio comunale di Zuglio”.

- Stefanini S. 1982: “Le sistemazioni idraulico – forestali nella Carnia (bacino montano del Fiume Tagliamento)”, Regione Autonoma

Friuli-Venezia Giulia, Comunità Montana della Carnia.

- Venturini C., 2001: “Carta geologica delle Alpi Carniche” - Museo Friulano di Storia Naturale – Udine.

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CARTA GEOLOGICA DELLE ALPI CARNICHE (estratto da C. Venturini, '01 - non alla scala)

Legenda

al3 alluvioni in formazione

al2 alluvioni recenti stabilizzate

ec coltre eluvio-colluviale

mfW morena di fondo

Du2 Formazione di Dürrestein (Carnico)

De2 Formazione della Val Degano (Carnico inf.)

PAC Dolomia dello Schlern (Anisico sup. – Carnico inf.)

W1, W2, W3, W4 Formazione di Werfen (Scitico, Triassico inferiore)

B2 Formazione a Bellerophon (Permico superiore)

Sito di variante N

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1981

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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

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