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REGIONE EMILIA ROMAGNA PROVINCIA DI PIACENZA COMUNE DI VERNASCA RELAZIONE GEOLOGICA-SISMICA AGGIORNAMENTO “APRILE 2015” Attività: PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DELLE STRUTTURE IDONEE ALL'UTILIZZO DEL “CARBONEXT(COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO) NELL'IMPIANTO DI COTTURA DEL CEMENTIFICIO BUZZI UNICEM DI VERNASCA Contenuti: INTEGRAZIONI DI CARATTERE GEOLOGICO-SISMICO AL PROGETTO Committente: BUZZI UNICEM S.P.A A cura di: Dott. Geol. N. CAVANNA Via Degani, 9a - PIACENZA 0523/305674 - 335/5734746 FAX 0523/317301

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REGIONE EMILIA ROMAGNA PROVINCIA DI PIACENZA COMUNE DI VERNASCA

RELAZIONE GEOLOGICA-SISMICA AGGIORNAMENTO “APRILE 2015”

Attività: PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DELLE STRUTTURE IDONEE ALL'UTILIZZO DEL “CARBONEXT” (COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO) NELL'IMPIANTO DI COTTURA DEL CEMENTIFICIO BUZZI UNICEM DI VERNASCA

Contenuti: INTEGRAZIONI DI CARATTERE GEOLOGICO-SISMICO AL PROGETTO

Committente:

BUZZI UNICEM S.P.A

A cura di: Dott. Geol. N. CAVANNA Via Degani, 9a - PIACENZA

0523/305674 - 335/5734746

FAX 0523/317301

01 settembre ’14 N. Cavanna

N. Cavanna aprile ’15

REV.

DATA

REDAZIONE

APPROVAZIONE

AGGIORNAMENTO

COMMITTENTE :

BUZZI UNICEM S.P.A.

COMMESSA : Relazione geologica-sismica a corredo del progetto per la realizzazione

delle strutture idonee all'utilizzo del “Carbonext” nell'impianto di cottura del cementificio Buzzi Unicem di Vernasca

AI SENSI : Zone assoggettate al Vincolo Idrogeologico (L.R. del 21.04.1999

n.3 e Del. G.R. 11.07.2000 n. 1117); D.M. 14. 01. 2008 (pubblicato sul supplemento ordinario n. 30 alla G.U. n. 51, del 29 febbraio 2008).

ELABORATO : Documentazione geologica

Studio

Geologico

Dott. Geol. N. CAVANNA

Via Degani, 9a (PC)

0523 / 305674 - 335 / 5734746

FAX 0523 / 317301

Relazione geologica-sismica “aggiornamento 2015”

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Dott. Geol. Cavanna Nicola

Via Degani, 9a – 29121 PIACENZA - Tel.: 0523/305674 - Fax.: 0523/317301 e-mail: [email protected]

SOMMARIO

1.0. - PREMESSA ............................................................................................................................................... 2

2.0. – INQUADRAMENTO FISICO-GEOGRAFICO ED AMBIENTALE ..................................................................... 3

2.1. - ASPETTI GEOMORFOLOGICI ED IDROLOGICI ...................................................................................................... 3

2.2. - ASPETTI IDROGRAFICI ED IDRAULICI ..............................................................................................................11

3.0 - INDAGINI GEOGNOSTICHE INTEGRATIVE.................................................................................................13

3.1 - PROSPEZIONE SISMICA TIPO “MASW” ...........................................................................................................14

3.1.1. - Cenni Metodologici .....................................................................................................................14

3.1.2. - Modalità esecutive ......................................................................................................................17

3.1.3 - Elaborazione dati .........................................................................................................................17

3.1.4. - Analisi dei risultati ......................................................................................................................18

3.1.5. - Considerazioni Finali ...................................................................................................................19

4.0 – CONCLUSIONI .........................................................................................................................................20

In allegato sono presenti i seguenti certificati:

- Planimetria ubicazione sondaggi geognostici “pregressi e integrativi” (Allegato 1);

- Certificati prospezione sismica tipo MASW (Allegato 2).

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1.0. - PREMESSA

Su incarico della Società BUZZI UNICEM S.p.A. si è eseguita nel mese di

Settembre dell’anno 2014 un’indagine geognostica su di un appezzamento di terreno

sito in località Molino Teodoro, Comune di Vernasca, all’interno del cementificio di

proprietà.

Lo studio si è reso necessario in quanto, su detta area è prevista la

realizzazione di strutture idonee all'utilizzo del “Carbonext” (combustibile solido

secondario) nell'impianto di cottura clinker della Cementeria Buzzi Unicem di

Vernasca (il tutto come meglio visualizzato nelle tavole di progetto).

Il presente aggiornamento (aprile 2015) è stato redatto al fine di ottemperare

alla richiesta di integrazioni della Provincia di Piacenza del 27-03-2015 (punto n° 43).

L’indagine geologica è stata condotta in osservanza alla normativa vigente ed

in particolare:

- zone assoggettate al Vincolo Idrogeologico (L.R. del 21.04.1999 n.3 e Del.

G.R. 11.07.2000 n. 1117);

- D.M. 14. 01. 2008 (pubblicato sul supplemento ordinario n. 30 alla G.U. n. 51,

del 29 febbraio 2008).

Costituiscono parte integrante del presente aggiornamento i seguenti estratti

cartografici:

- Estratto carta del dissesto RER in scala 1: 10.000 (Fig. 2.1.II);

- Estratto carta del dissesto del P.T.C.P. (Fig. 2.1.III);

- Estratto “Delimitazioni aree in dissesto” P.A.I. (Fig. 2.1.IV);

- Estratto Carta Geologica d’Italia - Foglio 180 (Fig. 2.1.V).

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2.0. – INQUADRAMENTO FISICO-GEOGRAFICO ED AMBIENTALE

La configurazione dell'assetto geografico e geologico del territorio è stato

definito attraverso l'analisi della documentazione cartografica esistente ed i rilievi di

campagna.

2.1. - Aspetti geomorfologici ed idrologici

L’area in esame è ubicata all’interno dell’unità produttiva “Buzzi Unicem” ad

altitudine media di 257 metri s.l.m., in una zona morfologicamente identificata come

"alta collina". La superficie in studio si colloca nella porzione terminale del versante

che degrada rapidamente fino alla sponda destra del Torrente Arda.

Nello specifico l’area oggetto d’intervento risulta sub-pianeggiante in quanto

impostata su di un ripiano alluvionale in parte modificato da interventi di carattere

antropico. Il ripiano esaminato risulta sopraelevato di circa 3 m rispetto all'alveo

attivo del Torrente Arda; la sua superficie, piuttosto regolare, si raccorda in modo

alquanto brusco con il versante retrostante, specie dove il piede del pendio è

costituito dalle unghie di alcuni ridotti corpi di frana, che interessano la parte

terminale del pendio stesso. L'ambito di intervento corrisponde, come anticipato, ad

un ripiano terrazzato di origine alluvionale, costituito in prevalenza da ciottoli e ghiaie

grossolane, dotate di una sensibile quantità di matrice limoso - sabbiosa. La natura

dei clasti è alquanto varia e rispecchia la situazione delle rocce affioranti nell'ambito

del bacino del T. Arda, si rinvengono in prevalenza calcari marnosi e arenarie,

nonché serpentiniti e diaspri (in subordine); i clasti si presentano eterometrici,

scarsamente arrotondati, con tendenza all'appiattimento. Il sottosuolo ospita una

ricca falda idrica. Detta falda, direttamente collegata alle acque dell'alveo e del

subalveo del T. Arda, presenta un livello piezometrico e una potenzialità variabili in

funzione del fluttuare delle portate del torrente.

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Si tratta, comunque, di una falda di significato strettamente locale; data la sua

normale profondità (circa 5÷7 m dal piano campagna) e l'abbondanza della matrice

limosa che caratterizza i depositi ghiaiosi interposti tra la superficie topografica e

quella freatica, essa risulta già attualmente “relativamente” protetta da eventuali

inquinamenti provenienti dalla superficie.

Un più accurato rilievo geomorfologico della zona oggetto d’intervento edilizio

(porzione industrializzata del ripiano terrazzato di origine alluvionale) non ha

evidenziato la presenza di fenomeni gravitativi né in atto né quiescenti (vedi estratto

"Carta del dissesto RER” scala 1:10.000 in fig. 2.1.II). Nell’area di specifico

interesse non si sono, inoltre, rilevate zone di ristagno o "umide" ne forme di erosione

accentuate. Il drenaggio delle acque meteoriche è favorito dalla seppur modesta

pendenza della superficie verso valle e verso l’impluvio naturale costituito dal

sopraccitato Rio Ripugnino.

Occorre tuttavia evidenziare che, nel suo complesso, il versante retrostante

l'area produttiva risulta localmente interessato da fenomeni di instabilità,

geneticamente classificabili come "colamenti di fango".

ln particolare, è stato possibile distinguere due principali tipologie di fenomeni

gravitativi, visualizzati in fig. 2.1.I:

1. I coni di fango, talora passanti a vere e proprie piccole colate, di recente

evoluzione che, anche in occasione di fenomeni meteorologici di ordinaria

entità, possono riprendere il loro lento movimento verso valle (colate di fango

e ruscellamento attivo); tali fenomeni di dissesto, in considerazione della loro

tipologia (limitati volumi coinvolti e circoscritta estensione areale) e degli

interventi di consolidamento messi in opera dalla Società Unicem S.p.A., non

configurano aspetti di rischio concreto per le strutture, come chiaramente

emerso dai sopralluoghi effettuati;

2. Il corpo di frana classificato “Deposito di frana attiva per colamento di fango”, che si sviluppa sino in corrispondenza della zona di spartiacque,

risultando delimitato del Rio Ripugnino e dal Fosso dello Zerci;

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fig. 2.1.I – estratto carta del dissesto Regionale (RER)

Per quanto concerne il dissesto idrogeomorfologico che, per il suo sviluppo

longitudinale ed i volume di materiale coinvolto, costituirebbe la più concreta fonte di

pericolo (corpo di frana denominato “2” in fig. 2.1.I), occorre precisare quanto segue:

le informazioni disponibili nel Geoportale della Regione Emilia-Romagna, relative

all’attività delle frane presenti in loco, non fa altro che riprendere le indicazioni fornite

nel 1987 e successivamente riportate pedissequamente nelle varie cartografie,

senza che siano stati effettuati specifici ed approfonditi rilevamenti; infatti tale frana,

definita come “attiva al settembre 2012”, successivamente agli interventi di

sistemazione dei primi anni ’90, citati in precedenza, non ha più manifestato i suoi

effetti, come inequivocabilmente documentato dalla perfetta integrità delle opere e

dei manufatti di regimazione idraulica presenti nella sua zona terminale (vedasi

documentazione fotografica in fig. 2.2.I). Tutto ciò premesso e considerato, è

importante sottolineare che la frana di cui trattasi non può interessare in alcun modo

l’area del costruendo impianto, in quanto questa risulta difesa da un locale vallo

disposto in senso NNW. Si precisa infine che è di tutto interesse dell’azienda

operare in condizioni di sicurezza per cui lo sviluppo delle attività delle frane presenti

lungo il versante a monte viene tenuto costantemente monitorato nel tempo e, come

riferito allo scrivente, anche dopo gli interventi di salvaguardia preventiva realizzati

nei primi anni ’90 sono stati di continuo attuati interventi manutentivi delle opere già

eseguite.

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La delimitazione e la classificazione dei corpi di frana presenti nel territorio in

esame sono state possibili grazie all’analisi delle caratteristiche geologiche del

substrato, alla osservazione delle indicazioni morfologiche del terreno, alla

valutazione della potenziale instabilità dei corpi di frana e dalla consultazione dei

numerosi elaborati geologici provenienti da indagini e studi pregressi.

Per quanto riguarda il dissesto, il Comune di Vernasca è stata oggetto, negli

ultimi decenni, di diversi studi specialistici. Si tratta di cartografie tematiche,

ciascuna delle quali copre in maniera omogenea l’intera Provincia di Piacenza.

Di queste cartografie tematiche si riportano in seguito degli estratti che

rivestono un aspetto normativo e vincolistico a cui fare riferimento:

- Fig. 2.1.II: “Carta Inventario delle frane”, scala 1: 10.000 (Servizio Geologico,

Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna, 2014);

- Fig. 2.1.III: “Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici scala 1: 25.000” (PAI:

Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico, Autorità di Bacino del

Fiume Po, Piacenza);

- Fig. 2.1.IV: “Carta del dissesto provinciale” scala 1: 10.000 (PTCP della

Provincia di Piacenza, approvato con atto del Consiglio Provinciale n. 69 del

02 Luglio 2010);

- Fig. 2.1.V: “Carta Geologica d’Italia” scala 1: 50.000 (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA).

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Legenda elementi del dissesto

cartografati

fig. 2.1.II – estratto carta del dissesto Regionale (RER)

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Legenda elementi del dissesto

cartografati

fig. 2.1.III – estratto carta del dissesto Provinciale (P.T.C.P.)

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fig. 2.1.IV – estratto “Delimitazioni aree in dissesto” (P.A.I.)

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Legenda elementi del dissesto

cartografati

fig. 2.1.V – estratto “Carta Geologica d’Italia” (ISPRA) - Foglio 198

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2.2. - Aspetti idrografici ed idraulici

Il terreno oggetto d’intervento è compreso nel bacino imbrifero del Torrente

Arda, il cui ampio alveo ordinario dista, in linea d'aria, circa 0.15 Km. Localmente la

rete idrica superficiale è costituita da una serie di piccoli rii e canali irrigui, che

confluiscono a formare il Torrente Arda, di cui il più importante elemento è il Rio

Ripugnino ed il suo tributario denominato Fosso dello Zerci.

La originale e potenziale inondabilità del ripiano è oggi praticamente annullata

dell'esistenza del rilevato artificiale che sostiene la Strada Provinciale "Fondo Val

d'Arda"; infatti, le acque di piena ordinaria e straordinaria del Torrente Arda vengono

agevolmente smaltite dall'attuale alveo attivo del torrente stesso.

In effetti, anche sulla base dei dati desumibili dallo studio idraulico a suo

tempo effettuato per la messa a punto del "Piano Stralcio" del Comprensorio Val

d'Arda-Val Ongina, il rilevato non è suscettibile di tracimazioni.

Potenziali allagamenti si potevano invece verificare in occasione delle piene

del Rio Ripugnino: questo, in tali circostanze, tendeva a "ruotare" sul proprio conoide

di deiezione, ubicato al suo sbocco sul ripiano, e/o ad uscire (specie in sponda

destra), dagli esigui argini artificiali che lo contenevano per il restante tratto.

Si trattava evidentemente di un fenomeno che, per quanto a carattere

periodico, rendeva necessaria l'adozione preventiva di adeguate opere di difesa

idraulica.

Pertanto, su richiesta degli enti competenti sono stati predisposti dettagliati

studi idraulici ed è stato redatto, dall’Ing. Mauri Paolo di Piacenza, un progetto di

regimazione idraulica del Rio Ripugnino e del suo tributario Fosso dello Zerci.

Il relativo intervento, realizzato dalla società Unicem alla fine degli anni ’80 e

collaudato dall’Ing. Cigala Enea di Piacenza nel marzo del 1989, è schematizzabile

come di seguito riportato:

- briglie su ognuno dei due corsi aventi lo scopo di consolidare le incisione ed

imporre con il “terrazzamento” una drastica riduzione del trasporto solido di

grossa pezzatura;

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- un bacino di raccolta, realizzato in corrispondenza della confluenza dei due

corsi d’acqua che garantisce il contenimento delle acque e costituisce al

tempo stesso una vasca di decantazione per il materiale fluitato;

- un manufatto in calcestruzzo con funzioni di canalizzazione, realizzato a valle

del bacino precedentemente descritto, in grado di garantire la portata

massima prevista (vedasi documentazione fotografica in fig. 2.2.I);

- un scatolare di attraversamento della provinciale e del piazzale antistante,

dotato di pozzettone di decantazione ispezionabile.

Si rileva che, con la realizzazione delle opere di regimazione idraulica

precedentemente descritte, le divagazioni del Rio Ripugnino non sono più possibili

né tantomeno si sono verificate anche in occasione di intensi eventi meteorici come

testimoniato dalla perfetta integrità delle opere e dei manufatti presenti nella sua

zona terminale.

fig. 2.2.I

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3.0 - INDAGINI GEOGNOSTICHE INTEGRATIVE

Nell’ambito del progetto di fattibilità, oltre alle indagini già presentate nella

relazione geologica del settembre 2014, si è deciso di condurre una ulteriore verifica

geognostica approntando una prospezione sismica di tipo “MASW” (vedasi risultanze

in allegato 2 al presente elaborato).

L’indagine geofisica è stata ubicata come da planimetria in allegato 1, su base

cartografica fornita dalla Committenza.

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3.1 - Prospezione sismica tipo “Masw”

3.1.1. - Cenni Metodologici

Il metodo “MASW” è una tecnica di indagine non invasiva (non è necessario

eseguire perforazioni o scavi e ciò limita i costi), che individua il profilo di velocità

delle onde di taglio verticali Vs, basandosi sulla misura delle onde superficiali fatta in

corrispondenza di diversi sensori (accelerometri o geofoni) posti sulla superficie del

suolo. Il contributo predominante alle onde superficiali è dato dalle onde di

Rayleigh, che viaggiano con una velocità correlata alla rigidezza della porzione di

terreno interessata dalla propagazione delle onde. In un mezzo stratificato le onde

di Rayleigh sono dispersive, cioè onde con diverse lunghezze d’onda si propagano

con diverse velocità di fase e velocità di gruppo (Achenbach, J.D., 1999, Aki, K. and

Richards, P.G., 1980) o detto in maniera equivalente la velocità di fase (o di gruppo)

apparente delle onde di Rayleigh dipende dalla frequenza di propagazione. La

natura dispersiva delle onde superficiali è correlabile al fatto che onde ad alta

frequenza con lunghezza d’onda corta si propagano negli strati più superficiali e

quindi danno informazioni sulla parte più superficiale del suolo, invece onde a bassa

frequenza si propagano negli strati più profondi e quindi interessano gli strati più

profondi. Il metodo di indagine MASW si distingue in metodo attivo e metodo

passivo (Zywicki, D.J.1999) o in una combinazione di entrambi.

Nel metodo attivo le onde superficiali generate in un punto sulla superficie del suolo

sono misurate da uno stendimento lineare di sensori.

Nel metodo passivo lo stendimento dei sensori può essere sia lineare, sia

circolare e si misura il rumore ambientale di fondo esistente.

Il metodo attivo generalmente consente di ottenere una velocità di fase (o

curva di dispersione) sperimentale apparente nel range di frequenze compreso tra

5Hz e 70Hz, quindi dà informazioni sulla parte più superficiale del suolo, sui primi

30m-50m, in funzione della rigidezza del suolo.

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Il metodo passivo in genere consente di tracciare una velocità di fase

apparente sperimentale compresa tra 0 Hz e 10Hz, quindi dà informazioni sugli strati

più profondi del suolo, generalmente al di sotto dei 50m, in funzione della rigidezza

del suolo.

Nel seguito faremo riferimento al metodo MASW attivo che consente la

classificazione sismica dei suoli, perché fornisce il profilo di velocità entro i primi 30m

di profondità.

Il metodo passivo è più usato quando si ha interesse ad avere informazioni,

comunque meno precise, sugli strati più profondi.

L’elaborazione dei dati con il metodo MASW prevede tre fasi di lavoro:

1. La prima fase prevede il calcolo della velocità di fase (o curva di dispersione)

apparente sperimentale,

2. La seconda fase consiste nel calcolare la velocità di fase apparente numerica,

3. La terza ed ultima fase consiste nell’individuazione del profilo di velocità delle

onde di taglio verticali Vs, modificando opportunamente lo spessore h, le

velocità delle onde di taglio Vs e di compressione Vp (o in maniera alternativa

alle velocità Vp è possibile assegnare il coefficiente di Poisson), la densità di

massa degli strati che costituiscono il modello del suolo, fino a raggiungere una

sovrapposizione ottimale tra la velocità di fase (o curva di dispersione)

sperimentale e la velocità di fase (o curva di dispersione) numerica

corrispondente al modello di suolo assegnato. Il modello di suolo e quindi il

profilo di velocità delle onde di taglio verticali possono essere individuati con

procedura manuale o con procedura automatica o con una combinazione delle

due. Generalmente si assegnano il numero di strati del modello, il coefficiente di

Poisson, la densità di massa e si variano lo spessore h e la velocità Vs degli

strati.

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Nella procedura manuale l’utente assegna per tentativi diversi valori delle

velocità Vs e degli spessori h, cercando di avvicinare la curva di dispersione

numerica alla curva di dispersione sperimentale.

Nella procedura automatica la ricerca del profilo di velocità ottimale è affidata

ad un algoritmo di ricerca globale o locale che cerca di minimizzare l’errore tra la

curva sperimentale e la curva numerica.

In genere quando l’errore relativo, tra curva sperimentale e curva numerica è

compresa tra il 5% e il 10% si ha un soddisfacente accordo tra le due curve e il

profilo di velocità delle onde di taglio Vs e quindi il tipo di suolo sismico conseguente

rappresentano una soluzione valida da un punto di vista ingegneristico.

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3.1.2. - Modalità esecutive

E’ stato realizzato uno stendimento di 24 geofoni spaziati di 2 m. La

lunghezza delle registrazioni è stata di 1 sec, con un passo di campionamento di

0.131 ms. L’energizzazione, realizzata a distanze di: 5 m e 10 m dal primo geofono

e dall’ultimo geofono, è stata ottenuta con una massa battente di 8 Kg. Si ricorda

che il punto di determinazione del profilo delle Vs in profondità, si riferisce al centro

dello stendimento geofonico. Per l’acquisizione dei sismogrammi è stato utilizzato

un sismografo modulare a 16 bit di tipo “Echo 12-24” della Ambrogeo a 24 canali ed

a elevata dinamica operativa. I geofoni utilizzati hanno una frequenza propria di

4.5 Hz.

3.1.3 - Elaborazione dati

Il software utilizzato nell’elaborazione dei dati è il “MASW-REMI 3.0” di

Vitantonio Roma. In una prima fase è stata calcolata la velocità di fase (o curva di

dispersione) apparente sperimentale.

Fig. 3.1.3.I: Tracce sperimentali e Curva di dispersione s

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In una seconda ed ultima fase si individuato il profilo di velocità delle onde di

taglio verticali Vs, modificando opportunamente lo spessore h, le velocità delle onde

di taglio Vs e di compressione Vp (o in maniera alternativa alle velocità Vp è

possibile assegnare il coefficiente di Poisson), la densità di massa degli strati che

costituiscono il modello del suolo, fino a raggiungere una sovrapposizione ottimale

tra la velocità di fase (o curva di dispersione) sperimentale e la velocità di fase (o

curva di dispersione) numerica corrispondente al modello di velocità assegnato.

3.1.4. - Analisi dei risultati

I dati sismici acquisiti, ed elaborati, hanno consentito di determinare un profilo

di velocità delle onde “S” fino ad oltre 30 m dal piano campagna. Tuttavia, in

considerazione della lunghezza della traversa sismica, il grafico ottenuto, relativo alle

onde S, risulta significativo fino ad una profondità di circa 30 metri.

La velocità delle onde di taglio, essendo legata alle caratteristiche dello

scheletro del materiale, costituisce un parametro di grande rilevanza per la

definizione delle caratteristiche geomeccaniche dei materiali.

Fig. 3.1.4.I: Grafico della velocità delle onde di taglio nell’area indagata

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Risulta evidente che a velocità elevate corrispondono materiali con buone

caratteristiche geomeccaniche, viceversa a bassi valori corrispondono materiali con

scadenti caratteristiche geotecniche.

3.1.5. - Considerazioni Finali

Dall’esame del grafico (vedi fig. 3.1.4.I) ed in base alle risultanze dei dati

sismici (vedasi figg. 3.1.3.I) si può arrivare a fornire i seguenti elementi progettuali:

Piano di riferimento z = 0 [m] 0

Vs30 [m/s] 510 Tipo di suolo B Normativa applicata Decreto Ministeriale del 14-01-2008

Si riferisce inoltre che, nell’anno 2011, presso lo stabilimento Buzzi Unicem ed

a breve distanza dall’area oggetto del presente studio, sono state approntate delle

indagini sismiche a corredo di una variante speciale al P.R.G.. Tali indagini sono

state rivolte alla definizione del profilo delle onde di taglio orizzontali nel sottosuolo

attraverso la tecnica della misura dei microtremori sismici ambientali ReMi. In base

alle risultanze dell’indagine di tipo geofisico il sottosuolo dell’area investigata

presenta un valore di Vs30 pari a circa 480 m/s, in linea con il dato emerso dalla

prospezione MASW approntata dallo scrivente.

Si precisa infine che, il dato delle Vs30 (390 m/s), precedentemente indicato

nella relazione geologica-sismica del settembre 2014 ed ottenuto tramite la

registrazione dei microtremori sismici, pur avendo un valore puramente indicativo è

risultato “fortemente cautelativo” rispetto al dato reale, come confermato dalle

risultanze delle prospezioni sismiche sopra descritte (MASW - ReMi) e comunque

ugualmente conforme con la categoria di suolo fondazionale assegnata.

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4.0 – CONCLUSIONI

L’indagine geognostica del settembre 2014 ed il presente aggiornamento si

sono resi necessari in quanto sull’area in studio, sita all’interno dello stabilimento di

proprietà della Buzzi Unicem S.p.A. (Comune di Vernasca), è prevista la

realizzazione di strutture idonee all'utilizzo del “Carbonext” (combustibile solido

secondario) nell'impianto di cottura del cementificio, il tutto come meglio evidenziato

nel progetto esecutivo.

Le indagini geologiche, idrogeologiche e di ordine idraulico effettuate nell'area

di interesse, unitamente alle verifiche geognostiche, hanno evidenziato una

situazione complessivamente favorevole alla realizzazione degli interventi di

progetto. In effetti, tenuto conto del fatto che la futura opera verrà esclusivamente

ad interessare il locale ripiano alluvionale (già ad oggi intensamente urbanizzato)

l'impatto geomorfologico, idrogeologico ed idraulico indotto dalle nuove strutture sui

luoghi è da considerarsi pressoché nullo.

Tutto ciò premesso, pur esprimendo un parere geologico-tecnico positivo

alla realizzazione delle opere previste in progetto, si ribadisce e si integra l’adozione

di alcuni avvertimenti costruttivi e/o di salvaguardia idrogeologica:

le opere fondazionali delle strutture in progetto dovranno essere locate

escludendo la porzione superficiale dei depositi alluvionali presenti in sito,

relativamente compressibili e caratterizzati localmente da parziale

rimaneggiamento, su di un livello omogeneo, senza alcuna evidente variabilità

laterale, rilevabile al momento degli scavi; si consiglia quindi una profondità di

imposta della quota di fondazione pari a circa 2.50 m dal piano campagna

attuale, previo risultanze verifiche dirette;

per ciò che riguarda l’esecuzione degli sbancamenti fondazionali, sarà buona

norma eseguire i medesimi durante la stagione meno piovosa, mantenendo le

scarpate scevre da circolazione idrica ancorché occasionale;

garantire l’integrità strutturale degli impianti adiacenti le opere in progetto;

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limitare scavi e sbancamenti allo stretto necessario per l'alloggiamento delle

opere di fondazione e di progetto, il terreno di risulta dovrà essere

immediatamente allontanato dall'area;

evitare qualsiasi dispersione o infiltrazione d'acqua nel sottosuolo, sia durante

che al termine dei lavori, specie in prossimità delle opere di fondazione;

tenere costantemente monitorata l’efficienza e la funzionalità delle opere di

regimazione idraulica poste lungo il versante di monte;

portare avanti le periodiche manutenzioni ed i ripristini delle opere di

sistemazione idrogeologica presenti lungo la pendice retrostante l’area

produttiva (la società Buzzi Unicem S.p.A., con proprio personale tecnico

responsabile, dovrà verificare direttamente e nel suo stesso interesse, la

regolarità d'esecuzione dei lavori medesimi).

Qualora durante gli scavi fondazionali si riscontrassero situazioni non

evidenziate dalle indagini in sito, i risultati progettuali degli interventi si dovranno

basare anche sui dati acquisiti in corso d’opera. Si prescrive quindi di provvedere

ad una assistenza tecnico-geologica durante la fase di sbancamento fondazionale

per verificare direttamente i dati emersi dai sondaggi geognostici.

In conclusione, sulla base di quanto sopra, si ribadisce la compatibilità

dell’intervento proposto con le ragioni di tutela enunciate dall’art. 1 del R.D.L. n.

3267/1923 (vincolo idrogeologico). Piacenza: 27 Aprile 2015 IL GEOLOGO

Dott. Nicola Cavanna

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Provincia di Piacenza Comune di Vernasca

ALLEGATO 1

UBICAZIONI SONDAGGI GEOGNOSTICIPREGRESSI ED INTEGRATIVI

Su base planimetria generale fornita dalla Committenza

1 p a g i n a

Committenza:

Società BUZZI UNICEM S.p.A.

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Provincia di Piacenza Comune di Vernasca

ALLEGATO 2

PROSPEZIONE SISMICA “MASW” (RISULTANZE)

2 p a g i n e

Committenza:

Società BUZZI UNICEM S.p.A.

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Grafico dei tempi di arrivo normalizzati

Curva di dispersione dello spettro di risposta del

suolo

Grafico della Curva di dispersioni

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