riflessioni brevi su pil e crescita luca nunziata università di padova e iza
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Riflessioni Brevi su PIL e Crescita
Luca NunziataUniversità di Padova e IZA
• Possiamo indubbiamente criticare l’adozione del PIL come misura della performance economica. A maggior ragione possiamo chiederci se sia una misura accettabile del benessere di una società.
• Illusorio pensare che un singolo indicatore possa rappresentare la complessità di una realtà economica nella sua interezza.
• Il PIL è quello che è. E’ una misura utile o inutile? Naturalmente utile, ma oggi come oggi possiamo permetterci la ricerca e definizione di indicatori sintetici aggiuntivi che possano affiancarsi al PIL nel consentire di misurare altre dimensioni legate al benessere e alla performance dell’economia.
• Obiettivo ultimo, naturalmente, è quello di consentire al dibattito politico di prendere forme e direzioni diverse, e che non sia appiattito sulla discussione del punto percentuale in più e in meno, ma che abbia anche la capacità di valutare la qualità di quel punto percentuale in più o in meno.
Ma attenzione
• Un’economia che cresce è solitamente un’economia la cui dinamica consente questo tipo di aggiustamenti. Un’economia che non cresce è un’economia ferma e vincolata.
• La percentuale dell’Europa-15 è scesa dal 35% dell’economia mondiale nel 1970 ad intorno al 25-26% che è la stessa percentuale di US e Asia\Oceania nel 2009.
• Naturalmente abbiamo un processo di catch-up in corso, ma la percentuale US è rimasta costante mentre EU-15 è scesa.
• E’ rilevante osservare e riflettere su questi dati?
• Si lo è.• E’ sufficiente per comprendere le dinamiche
economiche mondiali degli ultimi 40 anni?• Naturalmente, no.
Quale obiettivo ultimo?
• Ammettiamo di riuscire a definire, a raccogliere e a diffondere misure informative aggiornate e ripetute che possano dare indicazioni sulla crescita del benessere, della felicità, dello sviluppo sociale, culturale, scientifico di un paese.
• Ammettiamo che la pratica pubblica ed il sistema mediatico che è alla base del funzionamento di una democrazia rappresentativa, adegui i suoi standard cognitivi.
• Ciò naturalmente, non impedirebbe al policy maker di continuare a rispondere ad incentivi distorsivi, ampiamente documentati dalla letteratura di political economy.
• E gli agenti economici continuerebbero ad operare sui mercati rispondendo all’insieme di incentivi determinato dalle istituzioni prevalenti in ciascuna economia.
• Esiste quindi un passaggio fondamentale tra la definizione di misure alternative di performance e benessere ed incisione sulla realtà economica, che è dato:
• 1. dalla capacità del policy maker nel tradurre tali informazioni in istituzioni incentivanti il benessere sociale;
• 2. dal modo con cui il mercato reagisce a tali incentivi.
• Io sposterei quindi l’enfasi sulle due dimensioni cruciali:
• 1. Qualità della classe politica e\o dirigente di un paese: processi di selezione.
• 2. definizione e implementazione di istituzioni ottimali.