sabato – 25 ottobre 2014 p. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un...

10
1 Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11

Upload: others

Post on 20-May-2020

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro. ... insediato, a fine 2012, la spesa reale era

1

Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11

Page 2: Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro. ... insediato, a fine 2012, la spesa reale era

2

Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 3

Page 3: Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro. ... insediato, a fine 2012, la spesa reale era

3

Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 34

Page 4: Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro. ... insediato, a fine 2012, la spesa reale era

4

Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11

Page 5: Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro. ... insediato, a fine 2012, la spesa reale era

5

Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 12

Page 6: Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro. ... insediato, a fine 2012, la spesa reale era

6

Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 31

Page 7: Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro. ... insediato, a fine 2012, la spesa reale era

7

Page 8: Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro. ... insediato, a fine 2012, la spesa reale era

8

Domenica – 26 Ottobre 2014 P. 2

Intervista a Rosario Crocetta

Non perderemo un euro di fondi UE Ma comuni e atenei sono in ritardo

Giacinto Pipitone - «Non perderemo un solo euro di fondi europei. E non ne cederemo allo Stato. Con Delrio abbiamo fatto chiarezza ed è emerso che la Sicilia può farcela da sola»: Rosario Crocetta è un fiume in piena e dalla Leopolda traccia i confini di un nuovo patto con lo Stato che permetterà alla Sicilia di superare le emergenze. Anche se ammette, il presidente, che si potrebbe andare all’esercizio provvisorio di bilancio e che ancora vari tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro.

Il sottosegretario Delrio ha detto che sui fondi europei bisogna fare di più. Si avvicina la scadenza del 31 dicembre 2015 entro cui investire tutte le vecchie risorse. Cosa farete per evitare di perdere fondi? «Intanto vorrei precisare che io sono orgoglioso dei risultati che abbiamo mostrato a Delrio. Quando mi sono insediato, a fine 2012, la spesa reale era del 17% mentre oggi siamo al 48,8%. Significa che in due anni abbiamo avuto un incremento del 270%. Inoltre gli impegni, cioè le somme che già sono in bandi o provvedimenti di investimento ma non ancora spese sono all’85%. Vi rivelo una cosa, anche Davide Faraone si è stupito su questi dati. Basterebbe solo questo a far promuovere il mio governo. Ora dovremo realizzare un servizio di assistenza tecnica efficiente, che permetta di certificare con tempestività la spesa: ci affideremo al Formez, come concordato con Delrio, ma creeremo anche un pool di nostri dirigenti e utilizzeremo i nostri uffici di Bruxelles».

Quali sono i settori in cui bisogna recuperare i ritardi?

«Bisogna recuperare i ritardi in tutti i settori in cui c’è bisogno della collaborazione dei Comuni e delle Università. Il Comune di Palermo dovrebbe spendere 450 milioni e ne ha spesi 50. Leggo questi dati e penso ”i Comuni hanno un miliardo e mezzo nei cassetti e poi mi attaccano”. E le Università sono indietro nell’investimento dei fondi sulla ricerca. Se non riescono ad accelerare, meglio affidarsi al Cnr. E anche nel settore dei Beni culturali siamo indietro in tutti i bandi che coinvolgono le sovrintendenze. Senza tutti questi ritardi la nostra media di spesa sarebbe molto elevata. In tutto quello che dipende dalla Regione stiamo invece recuperando. Me lo ha detto anche Renzi».

Però Delrio ha sollevato dubbi anche sui fondi destinati al lavoro.

«Su una cosa ha ragione. Il Piano giovani e lo Youth Guarantee non possono essere affidati a due assessorati diversi, Formazione e Lavoro. Si creano duplicazioni e si va a rilento. Dunque il prossimo assessore al Lavoro non si arrabbi, ma i piani e i fondi per far ripartire il mercato dell’occupazione tornano interamente alla Formazione. Inoltre a giorni saremo in grado di pubblicare i nuovi bandi del Piano giovani superando definitivamente i problemi nati in estate».

A proposito di nuovi assessori, cosa manca per ufficializzare la giunta?

«Io ho convocato un vertice di maggioranza per domani. Ma lo confermo solo se i partiti arriveranno con i nomi, altrimenti è inutile. Bisogna essere sicuri che tutte le anime del Pd vogliamo l’intesa. E poi il tema non può essere la sostituzione per principio di tutti gli assessori attuali. Non potrebbe funzionare, sarebbe come sconfessarmi. Anche perchè ci sono settori che stanno funzionando e non si può interrompere un percorso. In questi giorni, per

Page 9: Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro. ... insediato, a fine 2012, la spesa reale era

9

esempio, l’assessore Calleri ha tolto delle cave a Matteo Messina Denaro. Una scelta per cui serve grande coraggio».

Però il Pd insiste. Vuole un ricambio totale.

«Allora io gli chiedo, volete interrompere il rappprto con il mondo delle imprese? Se la risposta è no, la Vancheri va confermata. E poi si è sempre detto che Linda e Lucia Borsellino sono ”fuori quota”. Inoltre io negli accordi pre-elettorali avrei avuto diritto a due assessori, posso indicare la sola Nelli Scilabra e cederne uno. Ma non possono chiedermi di più. Una cosa è cambiare un’intera delegazione, altra cosa è cambiare l’intera giunta».

In ogni caso questa fase sta segnando il suo riavvicinamento al Pd. Che vantaggi può portare?

«Abbiamo bisogno di un clima positivo per approvare riforme indispensabili. Il passato ci insegue, con le sue politiche clientelari. Ereditiamo il pesante fardello che ci hanno fatto trovare Cuffaro e Lombardo. Ma riforme mirate possono farci recuperare terreno. Dobbiamo intervenire su forestali, pensioni regionali, personale. Il taglio delle postazioni dirigenziali superpagate va fatto subito. Sono tutte cose che abbiamo concordato con Delrio. Dopo qualche diffidenza abbiamo ritrovato la collaborazione di Renzi. E per qusto dico, ce la possiamo fare e ce la faremo».

Lei è alla Leopolda. Ha incontrato il premier?

«Sì, è stato molto affettuoso, mi ha abbracciato e mi ha detto che è al corrente del fatto che stiamo recuperando i ritardi del passato. Io gli ho detto che sono favorevole alla sua Finanziaria. Tra l’altro, la Sicilia ha già tagliato due miliardi e trovo assurdo che i presidenti delle Regioni facciano polemica sulla manovra. Non ci sono Regioni che hanno tagliato quanto abbiamo tagliato noi nella sanità o nella formazione. Bisogna collaborare, siamo in una fase difficile e ognuno deve stringere la cinghia. Invece noto che i sindaci attaccano i governatori, i governatori attaccano al premier».

Il bilancio 2015 e la Finanziaria, con questo nuovo clima, saranno approvati entro fine anno?

«Vedremo, valuteremo col nuovo assessore. Non possiamo neppure scambiare la Finanziaria per la legge in cui inserire le riforme. Se partiamo bene con le misure che abbiamo elencato, maturando risparmi, allora si può fare. Altrimenti non posso escludere un esercizio provvisorio».

Lei chiede collaborazione ma l’opposizione è pronta a sfiduciarla.

«Il centrodestra non ha saputo affrontare la sfida delle riforme e ora prova a bloccare tutto. Grillo invece... Riascolti quello che diceva prima di me, quando non era un politicante. Veniva in Sicilia, anche a Gela, e per farmi un complimento gridava che la gente non meritava un politico bravo come me. Ora invece ha un suo partitino e mi attacca. È un trasformista».

Page 10: Sabato – 25 Ottobre 2014 P. 11 ance catania.pdf · tasselli vanno messi a punto per avere un nuovo governo che si metta al lavoro. ... insediato, a fine 2012, la spesa reale era

10

Domenica – 26 Ottobre 2014 P. 11

Matera capitale tra cultura smart e nuovo fordismo

Aldo Bonomi Scagliare un sasso, «I Sassi» nel mare dell'ipermodernità mi pare il senso di "Matera capitale europea della cultura 2019". Territorializzata dal commento di Roberto Napoletano su Il domenicale della scorsa settimana come momento di opportunità per lo spazio e il pensiero meridiano del nostro paese. Operazione delicata e complessa sospesa, per dirla con il mio lessico, tra il "non più" dello "scheletro contadino" e di un'antropologia dell'abitare nella lunga deriva della scarsità, i Sassi appunto, e il "non ancora" dell'economia della cultura, dell'esperienza unica che fa di quel luogo un patrimonio dell'umanità, della creatività messa al lavoro e del dibattito che imperversa sulle smart city e sulla sharing economy. Matera non è una smart city ma una città smart. Una delle "cento città" del policentrismo italico (lo erano anche le altre in gara) altro dalla metropolizzazione a nuvola del territorio cresciuta lungo i grandi assi infrastrutturali che ha assunto la forma della città infinita barese e napoletana. Matera sta lì in mezzo. Non è stata metropolizzata e forse per questo ha vinto. Sospesa com' è su in alto con i suoi Sassi e le sue chiese rupestri che guardano verso le Murge e lontano lo scorrimento della basentana che collega le due città infinite. Guarda così anche al progetto che verrà dell'alta velocità Napoli-Bari. Il suo essere in mezzo e sospesa come spazio di posizione è la dimensione territoriale da cui partire alla ricerca di un'identità come capitale europea della cultura. Rappresentazione che inizia a scavare nel rapporto tra cultura e condizioni materiali che il passato, la metafora potente dei sassi, ci consegna. Penso agli scritti di Carlo Levi: «questi coni rovesciati, questi imbuti si chiamano Sassi... Hanno la forma con cui a scuola immaginavo l'inferno di Dante...» . O agli studi dell'antropologo Edward Banfield sul

familismo amorale che con lo studio di campo realizzato lì vicino, a Chiaromonte, descriveva una società contadina tesa a «massimizzare unicamente i vantaggi materiali di breve termine della propria famiglia» e tesa a sopravvivere nella scarsità. Ne derivava una critica alla società chiusa che per il ricercatore produceva conseguenze sul piano dello sviluppo economico sociale e politico. La tesi del familismo morale fu sottoposta a critica rovesciando il paradigma: le condizioni materiali di arretramento determinano il familismo amorale e non viceversa. Tant'è che risanare i Sassi divenne una parola d'ordine dopo il 1949, anno in cui Togliatti e De Gasperi, visitando i Sassi, li definirono vergogna d'Italia. Ma risanare una vergogna significò anche costruire l'altra Matera, sradicare una civiltà contadina, alienarla alle sue radici. Questione culturale ben colta da Adriano Olivetti che arrivò a Matera nel 1950 definendola "città contadina", "capitale simbolica del mondo contadino" o anche "metropoli dei cavernicoli". Ne fece un laboratorio interdisciplinare a cielo aperto. Matera diventa allora un luogo fertile di confronto tra progettisti, assistenti sociali, ingegneri, scrittori, filosofi, tutti mobilitati per un preciso obiettivo: la ricostruzione dei luoghi che restituiscano dignità e cittadinanza. Matera diventa una piccola capitale della cultura con riviste come "Basilicata", "Centro Sociale", "International community development" che diventano le testate più attive di politica meridionale, pianificazione e scienze sociali. Nel 1993 i Sassi di Matera diventano, primo sito del mezzogiorno, patrimonio dell'umanità. Memoria da conservare e scenografia di un tempo storico per il Vangelo di Pasolini, King David con Richard Gere attore protagonista e La passione di Cristo di Mel Gibson.

Ma non solo questo, il Musma, museo di arte contemporanea di Matera, sta interrogandosi oggi su Pasolini a Matera, 50 anni dopo. Siamo all'oggi. Al nuovo secolo che procede per eventi come le capitali europee della cultura. Nell'ipermodernità si rovesciano paradigmi come il familismo amorale dell'antropologo Banfield nel pensiero radicale di Carlin Petrini e Terra madre che rilancia l'intreccio tra sviluppo locale, agricoltura familiare e conservazione della bio diversità. È questa l'opportunità per Matera capitale nel 2019 in un Mezzogiorno sempre più mediterraneo con Lampedusa, ove si delinea la comunità che viene, con il suo essere in mezzo alla piattaforma territoriale Napoli-Bari, in cui sono questioni la Terra dei fuochi e l'agricoltura di qualità. Qui si ragiona su come evolve ciò che resta del fordismo industriale arrivato al sud. Si guarda anche all'avionica nel polo di Napoli e di Grottaglie. In Basilicata, a Calvello in Val Camastra e a Viggiano in Val d'Agri ci si interroga da anni sul petrolio e la presenza dei big player dell'estrazione come opportunità o sciagura per il territorio. Andare verso il 2019 ponendo la questione della compatibilità tra la soft economy di una capitale della cultura con l'hard economy del petrolio mi pare una questione non da poco per la cultura dello sviluppo. Lo sviluppo che verrà dove si ragiona anche di turismo delle aree interne, penso alle Dolomiti lucane e al volo dell'angelo tra Castelmezzano e Pietrapertosa, e alla Basilicata tra due mari ben raccontata dal film "Basilicata coast to coast". La cultura è anche mobilitazione dei nuovi creativi, dei saperi e delle community degli "smanettoni". Tutto questo è cultura nell'Europa dove sono arrivati i Sassi di Matera. [email protected]